Iniziazione di un uomo

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Cuori ruggent i 9



John Dos Passos e Katy Dos Passos a bordo de ‘‘l’Anita’’. (1932) ernest Hemingway ColleCtion. JoHn F. Kennedy Presidential library and museum, boston.



JOHN DOS PASSOS

INIZIAZIONE DI UN UOMO con un saggio di JEAN-PAUL SARTRE

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e le reazioni della critica alla comparsa del libro in America

traduzione e cura di Alessandro Pugliese

GINGKO

EDIZIONI


one man’s initiation - 1917 © 1920 John dos Passos materiale critico tratto da JoHn dos Passos - tHe CritiCal Heritage © 1988 barry maine iniziazione di un uomo - 1917 © 2014 gingko edizioni molinella (bo) www.gingkoedizioni.it i edizione febbraio 2014 Collana Cuori Ruggenti isbn 978-88-95288-39-0 Progetto grafico di copertina: © 2014 atalante Per la foto di copertina l’editore resta a disposizione degli eventuali aventi diritti.


lloyd r. morris ‘‘DOS PASSOS IN PROSPETTIVA’’ new yorK times booK review (18 giugno 1922)

La pubblicazione quasi simultanea in questo paese del primo e dell’ultimo libro di John Dos Passos dovrebbe essere fonte di soddisfazione per un numero crescente di lettori che si interessano al lavoro dei più giovani scrittori americani. Questo perché tali libri non solo consentono una prospettiva dello stato di avanzamento del suo talento, ma danno anche adito ad alcune considerazioni circa la sua profondità e potenza che il tanto dibattuto Tre soldati ha soltanto suggerito timidamente ma mai del tutto confermato. Le passioni dominanti in cui tutta la sua opera affonda sono una fame feroce per la bellezza e un vigoroso entusiasmo verso l’assoluta, primitiva libertà. Questi elementi, si può notare, non sono caratteristici dell’intellettualismo di un uomo per cui l’esperienza è occasione di speculazione logica. Sono attributi principalmente del temperamento lirico, esuberante nella risposta emotiva all’esperienza, nervosamente consapevole del mutamento dei suoi colori sullo spirito, misteriosamente sensibile ad ogni contatto con il mondo esterno. Una forse inconsapevole — ma non per questo meno insolitamente acuta — ricettività alla sensazione fisica avvolge tutta la sua arte. Tutte queste attitudini di temperamento risultano evidenti nel primo libro del signor Dos Passos, Iniziazione di un uomo, il quale, benché pubblicato come romanzo, è essenzialmente un interludio lirico, poetico nel sentimento e nella concezione, al di là del fatto che sia stato scritto in prosa. Si tratta, molto semplicemente, di una registrazione delle esperienze che Martin Howe matura in qualità di aui


tista di ambulanze in Francia durante il 1917, e si può supporre che sia in gran parte autobiografica per ciò che concerne i contenuti. Il signor Dos Passos ci dà una serie di impressioni fugaci, nitide, vivide, frementi di luce e sostanzialmente disconnesse. Eppure, curiosamente, è proprio questa mancanza di continuità che offre al libro qualcosa dell’urgenza della realtà, trasmettendo quasi senza alcuna mediazione l’immediatezza di un flusso rutilante di eventi. Iniziazione di un uomo è stato scritto prima di Tre soldati e la sua relazione con quel romanzo molto letto è una questione di un certo interesse. Hanno in comune lo sfondo della guerra, e condividono l’acido cinismo e lo sprezzo di cui lo sguardo del signor Dos Passos verso la guerra è pregno. La difficoltà è che molti lettori sono stati inclini a prendere il discorso sulla guerra del signor Dos Passos come il prodotto di una specie di riflessione intellettuale che risulta essere l’espressione di un sentimento puramente spontaneo. La guerra, è sembrata al signor Dos Passos, limitare, se non abolire, la libertà dell’individuo. L’assoluta libertà individuale, non ostacolata da alcuna agenzia esterna, per chiunque ad eccezione di un romantico rappresenta un’irraggiungibile e forse non auspicabile ambizione, ma per il signor Dos Passos costituisce un ideale prezioso al di sopra di qualsiasi altra cosa, tranne che alla bellezza. ‘‘Per tutta la vita’’ dice Martin in Iniziazione di un uomo, ‘‘ho lottato per la mia libertà, nel mio piccolo. Ora non so proprio se esista ». Questa è l’essenza del sentimento del signor Dos Passos verso la guerra. Il romantico atteggiamento si sviluppa nel movente che ha inviato Martin Howe e, forse, anche il signor Dos Passos in guerra. ‘‘Oh, ma penso che sia così splendido che voi veniate da tanto lontano per aiutare la Francia’’ dice una ragazza particolarmente vacua a Martin sul piroscafo. ‘‘Forse’’ è la riii


sposta di Martin, ‘‘forse è solo curiosità’’. E proprio questa curiosità romantica spiega, credo, la potente attrattiva che esercita sul signor Dos Passos quanto vi è più d’eccezionale e d’orribile nell’esperienza: appunto come dal suo sistema nervoso straordinamente sensibile scaturisce la sua reazione puramente fisica dinanzi a questi aspetti della vita; e dalla sua ripugnanza verso la guerra si alimenta il suo rifiuto del loro fascino evidente, e il conseguente smarrimento dei fini dello spirito in Iniziazione di un uomo, così come in Tre soldati, evidente nelle descrizioni magnificamente potenti della sofferenza fisica, dei corpi straziati, mutilati, offesi, e della sporcizia e dello squallore e dell’orribile distruzione. Contro questo motivo sotteso si staglia l’ardore del signor Dos Passos, la sua risposta febbrile verso tutta la bellezza del colore, delle forme e dei profumi. Pochi scrittori americani possiedono in modo così straordinario un’acutezza verso l’impatto delle impressioni sensoriali; e pochi riescono a tradurlo con una tale fiammante, eloquente bellezza.

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artiColo non Firmato new yorK evening Post literary review (29 luglio 1922)

Questo piccolo libro, dal titolo poco immediato, è stato pubblicato in Inghilterra prima che qui da noi uscisse Tre soldati. Non è, come quest’ultimo, una vera e propria storia di guerra narrata dalla mente sensibile del protagonista, quanto piuttosto una serie di schizzi preliminari, di estemporanei ritratti di esperienze in ambulanza, in cui Martin Howe gioca la parte di John Andrews la cui carriera finì così disastrosamente in Tre soldati. Uno schizzo preliminare per un capolavoro, è questa una definizione adeguata per il libro, e come spesso accade uno schizzo è più nitido e più semplice e più compiuto che il lavoro completo. Il talento peculiare di Dos Passos risiede nella descrizione emozionale, e in nessun’altra circostanza egli ha scritto più mirabilmente che nella descrizione dell’abbazia sotto i bombardamenti, o ha messo nelle parole più odori, suoni, notti spaventose e terribili sensazioni più che nella sua notte al poste de secours. Certo, Iniziazione di un uomo non ha il respiro e l’organicità di Tre soldati; la tesi pacifista vi è poco sviluppata; la tragedia di una guerra simile ad Alice nel paese delle meraviglie — ‘‘o come una banale pantomima al Drury Lane, o come tutta la frivola arte del circo’’ — non è portata fino all’ultimo atto nella vita degli uomini che schiaccia. Nondimeno, proprio perché c’è quest’impressione più fresca e meno meditata intellettualmente, proprio perché vi è più umorismo e meno filosofia, e non un tale eccesso di enfasi sulla miseria, disperazione e dissipatezza, quest’esile romanzo risulta essere più compiuto rispetto a quello più corposo, anche se è meno importante. iv


I lettori che hanno visto la guerra sui giornali erano confusi e, alla fine, annoiati dagli infiniti dettagli di Tre soldati. Hanno letto un paio di capitoli e per il resto si sono affidati alle recensioni. Per loro, si consiglia quest’altro volume. Lo finiranno, una volta iniziato a leggere, e vi troveranno un’impressione più vivida di ciò che ‘è avvenuto veramente’, più che in ogni altro luogo della prosa americana. L’implicita filosofia di protesta, se vogliono, possono ignorarla; possono pensare che si tratti di un’opera sbilanciata, il prodotto di momenti isterici, ma non sarebbe saggio chiamarlo banale. L’arte del libro parlerà da sé, tranne quando l’autore scende dalla narrativa nelle argomentazioni ampollose. Un’anima sensibile a contatto con la parte peggiore della guerra, è questa l’etichetta da attribuire al signor Dos Passos, se proprio dobbiamo attribuirgliene una, limitando e tentando di definire il suo valore di testimonianza. Ma sono solo le anime sensibili che in qualche senso più ampio capiscono veramente la guerra.

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artiColo non Firmato booKman - new yorK (agosto 1922, vol. lv, 648)

Iniziazione di un uomo non è un affare piacevole, nonostante la bella semplicità con cui è scritto. Più che da una repulsione contro gli intimi scorci della fisica devastazione della guerra, la sgradevolezza del libro deriva dall’espressione, un tempo vietata, della devastazione mentale così strettamente legata agli orrori fisici. John Dos Passos ha scritto queste memorie prima di romanzare le sue esperienze in Tre soldati. Vi si vede il romanzo nel suo stadio germinale, prima che l’essenza venga coperta dagli intrecci della trama. Lo sforzo di costruzione letteraria è straordinariamente abile nel forzare la guerra a mostrarsi nuda, spogliata del suo sciovinistico e romantico velo.

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ConstanCe blaCK new yorK Herald tribune booKs (13 agosto 1922)

Iniziazione di un uomo, di John Dos Passos, è stato scritto prima dei suoi ormai famosi Tre soldati, ed è stato già pubblicato e acclamato in Inghilterra. È molto simile a Tre soldati, salvo che, mi pare, ci siano più passaggi di grande forza descrittiva e un po’ meno della profanità che è così terribilmente onnipresente in Tre soldati. Dos Passos ha nelle sue corde alcune doti davvero notevoli. Egli è in grado di scrivere adoperando espressioni gergali e del linguaggio comune e di renderle leggibili, convincenti, non esagerate e straordinariamente vitali. Può dipingere un piccolo scenario in un modo tale da far sì che esso si imprima più vividamente nella mente di quanto accadrebbe se lo si fosse visto effettivamente con un occhio poco allenato ad un’osservazione attenta. Possiede una potenza straordinaria nel proiettare una scena sulla tela non con la forza di analisi dettagliate, bensì con grandi colpi audaci, e ciononostante, per me, entrambi i libri sono comunque — in qualche modo — insoddisfacenti. Entrambi i libri sembrano artisticamente offesi per il fatto che il metallo dell’inutilità delle armi e quello delle futilità della guerra ha divorato l’anima dello scrittore al punto da renderlo troppo di parte, anche se il pregiudizio è meno evidente in Iniziazione di un uomo. Con l’inconveniente della guerra assente e con tutte le sue varie abilità presenti, il signor Dos Passos dovrebbe essere il candidato perfetto per realizzare l’ancora non scritto grande romanzo dell’America moderna.

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INIZIAZIONE DI UN UOMO Alla memoria di coloro con cui vidi razzi nel cielo in quel crepuscolo, sulla strada tra Erize-la-Petite e Erize-la-Grande.

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CAPITOLO UNO

N

ell’enorme rimessa del molo ricolma di casse e bagagli, interrotta su entrambi i lati da passerelle che portano alle navi, una banda suona una tintinnante melodia hawaiana; la gente sta ballando dentro e fuori tra le pile di bauli e imballaggi. C’è una manciata di uniformi color kaki e parecchi gruppi di giovani che ridono e parlano con voci stridule lanciandosi tutti eccitati le casse. Alla luce brunita del molo, pieno di file di casse gialle e di botti e di sacchi, pieno del fracasso di gru tra le quali soffia la cadenza triviale della melodia hawaiana, c’è uno svolazzare di abiti allegri e cappellini colorati delle donne, e fazzoletti bianchi. Il riverbero del fischio della nave sommerge tutti gli altri suoni. Subito, il rumore degli addii si innalza acuto. I fazzoletti bianchi sono agitati alla luce fioca della rimessa. Le funi gracchiano nelle pulegge mentre le passerelle vengono innalzate. Ancora, alla fine del molo, i fazzoletti bianchi e le grida e il fluttuare degli abiti colorati continuano. Sulla torre della banchina una bandiera effonde esultanza contro l’azzurro del cielo pomeridiano. Di un rosa ingiallito e di un violetto spento, gli edifici di New York scorrono insieme in una piramide sopra macchie marroni di fumo che si levano


John Dos Passos

dall’acqua, legati alla terra dalle curve scure dei ponti. Nel fresco vento del porto viene di tanto in tanto un alito di sale che si diffonde dal mare. Martin Howe sta sulla poppa che trema alla spinta vibrante dell’elica. Un ragazzo, in piedi accanto a lui, si gira e chiede con voce incerta: « La prima volta dall’altra parte? ». « Sì... E tu? ». « Anch’io... Non avrei mai pensato che a diciannove anni avrei attraversato l’Atlantico per andare in guerra in Francia ». Il ragazzo si confuse di colpo e arrossì. Poi deglutì un groppo in gola e disse: « Dovrebbe essere tempo di mangiare ». Dio aiuti il Kaiser Guglielmo! O-o-o il vecchio zio Sam. Lui ha la cavalleria, Lui ha la fanteria, Lui ha l’artiglieria; E così con Dio andremo tutti in Germania! Dio aiuti il Kaiser Guglielmo!

Le coperture in ferro sulle finestre della sala da fumo sono abbassate perché nessuna luce filtri. Così l’aria è densa di fumo di tabacco e odore di birra e champagne. In un angolo stanno giocando a poker senza i cappotti. Tutte le sedie sono occupate da giovani seduti scompostamente che pestano i piedi a tempo e fanno ballare le bottiglie sui tavoli sbattendovi sopra i pugni. Dio aiuti il Kaiser Guglielmo!

Cielo e mare sono di un grigio opale. Martin è allungato 18


Iniziazione di un uomo

sul ponte a prua con un libro chiuso al suo fianco. Non è mai stato così felice in vita sua. Il futuro non significa nulla per lui, il passato non significa nulla per lui. Tutta la sua vita è cancellata nel languore grigio del mare, nella soffice ondata sulla prua che solca il mare aperto, verso est. L’umidità tiepida della Corrente del Golfo rende i suoi vestiti madidi e i suoi capelli si incollano in riccioli che gli ricadono sulla fronte. Ci sono focene attorno, che pigramente si tuffano nelle onde gonfie, e pesci volanti che fluttuano da un’onda grigia a un’altra mentre la prua sale e scende dolcemente tenendo il ritmo con la cantilenante impennata dell’acqua che s’infrange. Si era addormentato, Martin. Come attraverso infinite nebbie di grigiore, vede ormai alle spalle gli odi taglienti e i desideri tortuosi della sua vita. Ora un foglio sembra essere stato voltato e una nuova pagina bianca si stende davanti a lui, pulita e non scritta. Finalmente le cose si sono avverate. E molto debolmente, come la musica ascoltata attraverso l’acqua nella sera, offuscata in strane armonie, le sue vecchie parole d’ordine echeggiano un po’ nella sua mente. Come la fiamma rossa del tramonto incendia il mare opale e il cielo, la vecchia esaltazione, la vecchia fiamma che avrebbe ridotto in cenere tutte le bugie del mondo, lo squillo di tromba sotto il quale le mura di Gerico sarebbero crollate, si agita e si mescola nel grembo della sua grigia stanchezza. La prua sale e scende dolcemente tenendo il ritmo con la cantilenante impennata dell’acqua che s’infrange, intanto che il piroscafo solca il lungo rigonfiamento della Corrente del Golfo, verso est. « Vedi quel tizio, il tizio con il cappello di paglia? Ha perso cinquecento dollari a craps la notte scorsa ». « Si gioca d’azzardo ». 19


John Dos Passos

È quasi buio. Mare e cielo risplendono, inscurendo a ovest in un freddo verde-blu. In un angolo del ponte un certo numero di uomini si è affollato in cerchio mentre uno di loro scuote i dadi in una mano con uno strano fremito nervoso che termina in uno schiocco di dita quando i dadi bianchi rotolano sul ponte. « Sette ». Dalla sala da fumo arriva un suono di canti e di bicchieri battuti sui tavoli. Oh, stiamo andando allo spettacolo di Amburgo, Per vedere l’elefante e il canguro, E saremo tutti legati insieme Nel bel tempo o in quello cattivo, Perché stiamo andando a vedere il maledetto spettacolo!

Sul divano un giovane dall’aspetto malaticcio sta scuotendo il ghiaccio in un whisky e soda con un tintinnio nervoso, mentre dice: « Non c’è nulla che possano fare contro questo nuovo gas... Corrode i polmoni come fossero quelli marci di un cadavere. Negli ospedali si limitano a mettere i poveri diavoli contro un muro e li lasciano morire. Dicono che la pelle gli diventi verde e che ci vogliano dai cinque ai sette giorni per morire... cinque-sette giorni di lento soffocamento » . e

« Oh, ma penso che sia così splendido che voi » mentre parlava scoprì in un sorriso tutti i denti, bianchi e regolari come quelli esposti nella vetrina di un dentista, « che voi veniate da tanto lontano per aiutare la Francia ». 20


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« Forse è solo curiosità » borbottò Martin. « Oh no... Siete troppo modesto... Quello che voglio dire è che è così splendido aver capito i problemi... Ecco, è così che mi sento. Ho appena detto a papà che avrei dovuto venire a fare anch’io la mia parte, come dicono gli inglesi ». « Che cosa avete intenzione di fare? ». « Qualcosa, a Parigi. Non so proprio che cosa, ma di certo rendermi utile in qualche modo ». Sorrise verso di lui provocatoriamente. « Oh, se solo fossi un uomo avrei imbracciato il fucile il primo giorno, davvero ». « Ma i problemi erano appena... definiti, allora » azzardò Martin. « Non occorreva che lo fossero. Io odio quei bruti. Ho sempre odiato i tedeschi, la loro lingua, il loro paese, tutto quel che li riguarda. E ora che hanno fatto queste cose spaventose... ». « Mi chiedo se sia tutto vero... ». « Vero! Oh, certo, è tutto vero, e molto altro ancora che non è stato possibile stampare, che la gente ha avuto vergogna di dire ». « Certo, sono andati abbastanza in là » dichiarò Martin, ridendo. « Se qualcuno rimane vivo dopo la guerra, gli si dovrà somministrare cloroformio... E davvero non credo che sia patriottico o umano prendere le atrocità con tanta leggerezza... Ma, davvero, dovete scusarmi se vi do un’impressione di rudezza; è che divento così eccitata e abbattuta quando penso a quelle cose spaventose... Finisco per perdere la ragione, e sono sicura che anche voi sentiate le stesse cose nel profondo del cuore... Qualsiasi persona virile le sentirebbe ». « Solo che io dubito... ».

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John Dos Passos

« Ma così fate proprio il loro gioco.... Oh, cielo, sono abbastanza fuori di me solo a pensarci ». Sollevò una piccola mano guantata sulla guancia rosea in un gesto di orrore, e si sistemò comodamente nella sua sedia a sdraio. « Davvero, farei bene a non parlarne. Perdo tutto l’autocontrollo quando lo faccio. Li odio così tanto che mi fa male... Quei cagnacci! Quegli unni! Ma lasciate che vi racconti una storia... Benché vi farà ribollire il sangue, è assolutamente autentica. L’ho udita prima di partire da New York da una ragazza che è davvero la migliore amica che ho sulla terra. Lei l’ha ascoltata da una sua amica a cui l’ha raccontata direttamente una bambina belga, poverina, che si trovava nel convento all’epoca... Oh, non vedo proprio perché mai si debbano fare prigionieri, li ucciderei tutti come cani rabbiosi ». « Di che storia si tratta? ». « Oh, non posso raccontarla. Mi disturba troppo... No, è stupido, devo farlo affrontando la realtà... È stato proprio quando i tedeschi stavano prendendo Bruges, gli ulani fecero irruzione in questo convento... Ma credo che fosse a Louvain, non a Bruges... Ho scarsa memoria per i nomi... Insomma, fecero irruzione e catturarono tutte quelle povere, indifese bambine... ». « Suona la campana della cena... ». « Ah, ecco. Devo correre a cambiarmi d’abito. Dovrò raccontervelo più tardi... ». Con gli occhi socchiusi Martin guardò il vestito svolazzante e i tacchi delle linde scarpine bianche affrettarsi allegramente lungo il ponte. e

Ancora la sala da fumo. Tintinnio di bicchieri e chiac22


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chiere di voci baldanzose. Due uomini si parlavano sopra i bicchieri. « Mi dicono che Parigi sia una città particolare ». « Il posto più immorale del mondo, prima della guerra. Ci sono case in cui... » la sua voce si abbassò in un sussurro. L’altro scoppiò in fragorose risate. « Ma la guerra ha messo fine a tutto questo. Mi dicono che i francesi si siano rigenerati, positivamente rigenerati ». « Dicono che la mancanza di cibo è qualcosa di terribile, che non è possibile procurarsi un pasto come si deve. Mangiano persino i cavalli ». « Hai sentito quello che quei tizi dicevano a proposito di quel nuovo gas? Sembra spaventoso, non è vero? Dei proiettili non m’importa, ma quel genere di cose mi gela il sangue... Ripeto, non m’importa un accidenti delle pallottole, ma quel gas... ». « Ecco perché così tanti sparano ai loro amici quando sono gasati... ». « Dite un po’, voi due, vi andrebbe una mano di poker? ». Un tappo di champagne viene fatto saltare. « Gesù... non versarmi tutto addosso ». « Ehi, ragazzi, dite un po’, dov’è che ce ne stiamo andando? ». Oh, stiamo andando allo spettacolo di Amburgo, Per vedere l’elefante e il canguro, E saremo tutti legati insieme Nel bel tempo o in quello cattivo, Perché stiamo andando a vedere il maledetto spettacolo!

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CAPITOLO DUE

P

rima di andare a letto Martin aveva visto i fari ammiccanti alla foce della Gironda, e si era riempito i polmoni con il nuovo, indefinibilmente profumato vento che veniva dalla terra. Il suono dei fischi stridenti dei rimorchiatori lo svegliarono. I piedi stavano battendo sul ponte sopra la sua testa. Il gemito stridulo di una gru gli risuonava nelle orecchie accompagnato dalle grida gutturali di uomini che erano impegnati a sollevare qualcosa all’unisono. Attraverso il suo oblò, nell’alba ancora incolore, vide l’acqua rossastra di un fiume percorso da barche a vela dallo scafo nero, e diversi allampanati vaporetti di un modello che non aveva mai visto. Ancora una volta, inspirò profondamente quel nuovo profumo indefinibile della terra. Una volta sul ponte, nell’aria fredda, vide attraverso la luce fioca una fila di case al di là dei bassi edifici del molo, grigie case di lusso a quattro piani con tetti di tegole e balconi in ferro battuto e intrecciato, balconi in cui il ferro era stato accuratamente forgiato in aggraziate curve e modulato a spirali da artigiani da tempo ormai sepolti. Alcuni in uniforme, altri senza, gli uomini dell’ambu-


Iniziazione di un uomo

lanza marciarono verso la stazione per le strade grigie di Bordeaux. Subito una donna aprì una finestra e gridò: « Vive l’Amérique », gettando un mazzo di rose e margherite. Mentre voltavano l’angolo, un uomo con una finanziera si precipitò su di loro e mise il suo cappello sulla testa di uno degli americani che non ne portava uno. Di fronte alla stazione, in attesa del treno, sedettero ai tavolini dei caffè, ciondolando comodamente nella luce del mattino e sorseggiando birra e cognac. Poi vennero pressati in piccole carrozze ferroviarie, in così tanti da avere le ginocchia serrate insieme, mentre là fuori si srotolavano i campi verde-azzurri e i pioppi emergevano sopra la nebbia del mattino assieme a lunghe teorie di papaveri. Papaveri scarlatti, fiordalisi, margherite bianche, tetti di tegole rosse e pareti bianche di cottage, tutti contro uno sfondo di campi verdi glauchi e siepi. Tours, Poitiers, Orleans. Nei nomi delle stazioni emergevano vecchie guerre, fino a che le inondazioni di papaveri scarlatti sembravano il sangue dei combattenti uccisi attraverso tutti i tempi. Finalmente, nel crepuscolo, Parigi, e, attraversando un ponte sulla Senna, un assaggio delle due torri di Notre Dame, di un grigio roseo nella nebbia grigia su dal fiume. e

« Dico io, queste donne di qui sono davvero irritanti ». « Come sarebbe a dire? ». « Be’, ero all’Olympia con Johnson e quegli altri. E ti tormentano fino allo sfinimento là fuori. Avevo sentito che Parigi era immorale, ma non immaginavo fino a questo punto ». « È la guerra ». 25


John Dos Passos

« Sarà, ma quella Jane con cui sono andato... ». « Per la miseria, queste francesi sono proprio senza pudore. Dicono che sia la guerra ». « No, non è questo. Niente è più purificante del sacrificio ». « Un tizio deve stare estremamente attento, a quanto dicono... ». « Si ha l’impressione che ogni donna che vedi camminare per strada sia una puttana. Certamente sono belle ragazze, non si può negare ». « King e la sua banda stanno tutti per essere rispediti negli Stati Uniti ». « Che io sia dannato! Di sicuro non hanno fatto altro che sbronzarsi da quando sono scesi dalla nave ». « Si è scatenato l’inferno la scorsa notte al Maxim. Hanno cercato di ripulire il posto ed è venuta la polizia. Erano tutti ubriachi fradici e hanno cercato di cantare ‘‘La bandiera adorna di stelle’’. « Una cosa dannatamente sciocca ». e

Martin Howe sedeva a un tavolo sul marciapiede sotto la tenda marrone di un ristorante. Agli ultimi raggi topazio chiaro del sole, il fogliame del Jardin du Luxembourg riluceva di un verde brillante sopra i vicoli invasi di ombra bluastra. Sui marciapiedi davanti alle case color malva sorgevano piccoli chioschi con annunci in arancione e vermiglio e blu. Nel mezzo del triangolo formato dalle strade e dal giardino c’era una piscina di forma circolare piena d’acqua dal color di giada. Martin si appoggiò allo schienale della sedia e guardò con espressione sognante attraverso gli occhi semichiusi, respirando profondamente di 26


Iniziazione di un uomo

tanto in tanto il profumo di muffa di Parigi, che si mescolava con la freschezza fondente delle fragoline di bosco nel piatto che gli stava davanti. Mentre fissava innanzi a sé, due figure incrociarono il suo campo visivo. Una donna avvolta in crespi veli neri stava aiutando un soldato a sedere al tavolo vicino. Si ritrovò a fissare in un volto, un volto che aveva ancora qualcosa della paffutezza della fanciullezza. Tra gli occhi spaventati di un pallido marrone, laddove avrebbe dovuto trovarsi il naso, c’era una toppa triangolare di colore nero che terminava in un qualche congegno meccanico fatto di lucide e sottili asticelle metalliche, anch’esse nere, che prendevano il posto della mandibola. Lui non riusciva a staccare gli occhi dagli occhi del soldato, che erano come quelli di un animale ferito, pieni di uno sgomento mite. Qualcuno tirò il braccio di Martin e lui si voltò di colpo, intimorito. Una vecchia ingobbita gli offriva dei fiori con un forzato e incerto inchino. « Solo una rosa, per buona fortuna ». « No, grazie ». « Vi porterà felicità ». Prese un paio delle più rosse. « Voi capite il linguaggio dei fiori? ». « No ». « Ve lo insegnerò... Molte grazie... Grazie mille ». Aggiunse nella mano di lui alcune grandi margherite alle rose rosse. « Queste vi porteranno l’amore... Ma un’altra volta vi insegnerò il linguaggio dei fiori, il linguaggio dell’amore ». Fece di nuovo l’inchino e iniziò a fare la sua strada a scatti, allontanandosi lungo il marciapiede, facendo tintinnare le monete che teneva in mano.

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John Dos Passos

Martin infilò le rose e le margherite nella cintura della divisa e si sedette, con la fiamma verde della chartreuse nel bicchierino davanti ai lui, a fissare i giardini dove il fogliame stava diventando blu e lavanda con l’arrivo della sera, e le ombre inscurivano verso un grigio-violetto e nero. Di quanto in quanto, guardava furtivo, con vergogna, l’uomo al tavolo vicino. Quando il ristorante chiuse, vagò per le strade non illuminate in direzione del fiume, ascoltando le risate e le conversazioni che erano effervescenti come lo spumeggiare frizzante nella Borgogna nel violaceo della notte estiva. Eppure, ovunque guardasse nelle facce cameratesche dei giovani o negli occhi ammiccanti delle donne, vedeva i marroni occhi feriti del soldato, e la toppa nera triangolare laddove il naso avrebbe dovuto essere.

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