Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway

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Come nostro padre, Ernest aveva un raro talento per stringere amicizia. Era dotato della capacità di risultare amabile a persone di tutte le età e provenienti da ogni settore. Ernie assorbiva le esperienze degli altri, come una carta assorbente, e dopo, a volte, presentava queste esperienze come fossero sue. Ciò fu evidente più tardi, quando scrisse alcune delle sue storie di Nick Adams, molte delle quali ispirate alle esperienze di un suo collega giornalista del Kansas City Star.

« Mazaween » aggiunse, « non aver paura di provare tutte le altre cose della vita che non sono qui a Oak Park. Questa vita che c’è qui è a posto, ma esiste un grande mondo là fuori, pieno di persone che veramente sperimentano le cose. Vivono e amano e muoiono con tutti i loro sentimenti. Assaporano ogni cosa, sorellina » continuò. « Su, non temere di provare cose nuove, solo perché sono nuove. A volte penso che noi viviamo solo a metà qui. Gli italiani vivono fino in fondo. Alcuni di quei ragazzi che ho avuto modo di conoscere in ospedale lo facevano in tutto e per tutto! Potrei raccontarti delle storie, Maz... ».



Clarence Edmonds Hemingway e Grace Hall, con Ursula, Ernest e Marcelline, 1903.



lE BuSSOlE 11

Ernest Hemingway a pesca a Key West nel 1928, a ventinove anni.

BiOGrAfiE |

GENi

lEttErAri


Nella pagina accanto Grace Hall Hemingway a Walloon Lake, nel 1904. Da sinistra Ernest, Ursula, e Marcelline.


Marcelline Hemingway Sanford

UN RITRATTO DI FAMIGLIA E MIO FRATELLO

ERNEST HEMINGWAY traduzione e cura di Serena Gigliotti con 29 illustrazioni

GINGKO

EDIZIONI


AT THE HEMINGWAYS: A FAMILY PORTRAIT ( THE YEARS OF INNOCENCE) © Copyright 1961, 1962 by Marcelline Hemingway Sanford UN RITRATTO DI FAMIGLIA E MIO FRATELLO ERNEST HEMINGWAY traduzione dall’inglese: © 2013 SErENA GiGliOtti © Copyright 2013 GiNGkO EdiziONi San Pietro Capofiume (BO) www.gingkoedizioni.it i EdiziONE marzo 2013 Collana Le Bussole iSBN 978-88-95288-43-7 Progetto grafico di copertina: © 2013 AtAlANtE illustrazioni tratte da Ernest Hemingway Photograph Collection, John f. kennedy Presidential library and Museum, Boston


INDICE

PrEfAziONE 15

CAPitOlO 1 | Oak Park

31

CAPitOlO 2 | Mio padre, il dottor Hemingway

69

CAPitOlO 3 | Mia madre

91

CAPitOlO 4 | Walloon Lake

133

CAPitOlO 5 | La nuova casa

157

CAPitOlO 6 | Gli anni del liceo

187

CAPitOlO 7 | Il diploma e la guerra

221

CAPitOlO 8 | Il ritorno dalla guerra

253

CAPitOlO 9

269

CAPitOlO 10 | Gli anni Venti

| L’allontanamento da casa

POStfAziONE - Mia madre da sola riNGrAziAMENti


La famiglia Hemingway a Walloon Lake, alla fine di luglio del 1915. In piedi, da sinistra, Marcelline, Sunny, Ernest e Ursula. Seduti, il dottor Hemingway con Carol, e Grace Hall e il piccolo Les.



Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway Sterling e io tornammo a oak Park a trascorrere il natale con la famiglia, e fu lì che ernest mi donò il suo primo libro pubblicato. Si fermò in visita dai nostri genitori solo per poche ore, di ritorno da un incarico. ricordo che papà e mamma erano al piano di sopra e che ernie, Sterling e io eravamo seduti insieme sul divano grande davanti al camino del salone. ernest infilò la mano in tasca e tirò fuori un libro dalla copertina verde scuro, che mi poggiò in grembo. « non mostrarlo alla famiglia, Marce » disse. « È per te sola. aspetta e leggilo quando ve ne sarete andate via da qui ». Guardai il titolo, Tre racconti e dieci poesie. notai che era stato stampato a Parigi. riposi il libro in valigia e non lo aprii fino a che Sterling e io fummo sul treno di ritorno a Detroit. Distesa sulla cuccetta inferiore, cominciai a sfogliare il libro di ernie con impazienza. La prima storia era intitolata Su nel Michigan. Che bello, pensai. Lessi alcune pagine. i due protagonisti, un uomo e una donna, avevano gli stessi nomi di due dei più intimi amici di famiglia, a cui eravamo particolarmente affezionati. Le loro descrizioni nel racconto, quella dell’uomo maggiormente, aderivano così dettagliatamente ai nostri amici che, continuando a leggere, quando mi resi conto che ernest aveva collocato queste persone gentili dentro una volgare, sordida storia che aveva inventato, il mio stomaco si contrasse. non era solo la storia che mi colpiva, per quanto scioccante. a farmi inorridire era l’apparente mancanza da parte di ernest di ogni considerazione per i sentimenti della gente, i cui nomi e descrizioni minuziose erano stati usati per costruire la storia. anche se quel libricino che ernest mi aveva consegnato non sarebbe mai stato visto dai nostri amici del Michigan, giacché l’opera avrebbe avuto probabilmente una 272


Gli anni Venti tiratura limitata all’estero, io mi chiedevo come avesse fatto a sentirsi così sicuro che quelle persone che aveva usato non si sarebbero mai imbattute nella storia in futuro, e per quale motivo non si fosse interrogato su come si sarebbero sentite umiliate e ferite dalle sue parole. Sono abbastanza sicura che i miei genitori non abbiano mai visto il libro. io non gliel’ho mai detto, e dubito che chiunque altro l’abbia fatto. Sono certa che se lo avessero letto ci sarebbe stata un’esplosione da parte di papà. La sua lealtà e devozione verso gli amici, la sua innata pignoleria non gli avrebbero consentito di rimanere in silenzio al cospetto di questa storia sconvolgente. essa è stata poi inclusa in una raccolta di scritti di ernest intitolata La Quinta colonna e i primi Quarantanove racconti, pubblicata dopo che papà è morto. ernest e Hadley lasciarono Toronto per tornare a Parigi alla fine di marzo, quando Bumby aveva cinque mesi. ad anticipare la partenza fu la notizia secondo cui edward J. o’Brien stava ristampando la storia di ernie Il mio vecchio, che originariamente era apparsa in Tre storie e dieci poesie, all’interno dell’antologia The Best Short Stories of 1923, e che o’Brien voleva dedicare il volume a ernest. ernie immediatamente cessò il suo contratto d’affitto per l’appartamento di Toronto, prese accordi con lo Star e partì per Parigi con la moglie e il bambino, determinato a trascorrere quanto più tempo possibile sulla scrittura creativa. Per citare Dorothy Connable, ‘‘era tutto illuminato quando apprese la notizia’’. Dorothy gli disse: « È così meraviglioso che qualcosa sembra debba andar storta. Magari sbagliano a scrivere il tuo nome ». Si misero tutti a ridere, ma la cosa incredibile è che 273


Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway o’Brien lo fece davvero. il libro fu dedicato a ‘‘ernest Hemenway’’, e con una sola eccezione il nome di mio fratello fu riportato male in tutte le altre citazioni. Un po’ di tempo dopo che furono ritornati a Parigi, gli Hemingway di oak Park e noi di Detroit ricevemmo una lettera dalla casa editrice Three Mountains Press di Parigi, con allegato un modulo d’ordine per la prima edizione del secondo libro di ernest. Si trattava di un’edizione limitata di In Our Time, e vidi con orgoglio che questa volta il nome dell’autore era ‘‘ernest Hemingway’’. (ernest aveva lasciato cadere l’uso dell’iniziale del suo secondo nome in quella circostanza.) Papà ne ordinò una mezza dozzina di copie, e io un paio. il libro di ernie era parte di una serie di sei volumi a cura di ezra Pound. Gli altri erano le Indiscretions di ezra Pound, Women and Men di ford Madox ford, Elrmus di B.C. Windeler, The Great American Novel di William Carlos Williams, ed England di B.M.G. adams. Quando il pacchetto contenente i libri giunse da Parigi un po’ di mesi più tardi, rimasi stupita dall’insolito design dei volumi. Sia la copertina che la quarta erano composti da ristampe di titoli e pezzi di articoli e pubblicità provenienti da vari giornali, stampati in rosso su cartoncino beige. alcuni erano articoli di giornali americani, qualcuno inglese e poi edizioni spagnole e russe. il titolo del libro e il nome dell’autore erano stati incisi in caratteri neri su questo sfondo di giornali colorati. il titolo appariva un po’ più grande del nome, e impresso in grassetto. Credo fosse la prima volta che vedevo un titolo o un nome proprio stampati con tutte le lettere minuscole, senza 274


Gli anni Venti la maiuscola iniziale. La data sulla copertina era il 1924. Ciascuna copia era numerata singolarmente, e il numero totale che compariva in una di quelle che avevo acquistato era ‘‘170’’. L’interno era stato stampato su una speciale carta dai bordi frastagliati, completamente diversa da quella impiegata nei normali libri. Siccome un vecchio amico, Sam anderson, era molto interessato alla nuova pubblicazione di ernest, con orgoglio gli mandai una delle mie due copie. Più tardi cercai di acquistarne delle altre, ma fui informata dall’editore che ne erano state tirate solo centosettanta. non c’è da stupirsi che oggi sono delle vere rarità. Un anno dopo fu mandata in stampa un’edizione americana, con le lettere maiuscole nel titolo. non ero presente quando papà e mamma ricevettero le loro copie, ma andai a fargli visita con la mia bambina Carol poco dopo, e percepii subito che qualcosa non quadrava. Papà se andava in giro con uno sguardo truce. era evidentemente furioso per qualche motivo, anche se le sue parole e i suoi modi verso di me erano piacevoli e accoglienti. Mamma, notai, doveva aver pianto di recente. fu solo un paio di giorni dopo che ella mi spiegò il motivo che stava dietro a tutta questa tensione latente. il giorno in cui ero arrivata a oak Park avevo visto un pacchetto in cucina, e avevo poi scorto papà che lo legava preparandolo per la spedizione, ma non mi era venuto in mente di collegare il pacchetto con la tristezza di papà. egli portò il pacchetto all’ufficio postale. La mamma, più tardi, mi disse che entrambi avevano letto una copia del nuovo libro di ernest. in modo piuttosto scontato, erano rimasti scioccati e sconvolti da alcuni passaggi, specialmente il capitolo dieci (questo capitolo è stato poi omesso nell’edizione americana). 275


Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway Papà era così fuori dai gangheri per il fatto che uno dei suoi figli avesse dimenticato in quel modo la sua formazione cristiana e avesse potuto usare quel genere di materia come soggetto letterario, nonché tutte quelle espressioni volgari nel libro, che aveva riavvolto e restituito tutte e sei le copie alla Three Mountains Press a Parigi. aveva anche scritto a ernest dicendogli che nessun gentiluomo parlava di malattie veneree al di fuori dello studio del medico. Per quanto riguardava la mamma, anche se lei era assolutamente concorde con papà nel disapprovare alcuni passaggi scritti nel libro, soprattutto quelli che riguardavano ag, poiché si trattava del primo libro di ernest (per quanto loro ne sapevano) desiderava mantenere almeno una copia per sé. Papà glielo aveva negato. aveva detto che tutti i volumi dovevano essere rimandati indietro immediatamente. non avrebbe tollerato un tale sudiciume dentro casa, dichiarò. io rimasi allibita ma non sconvolta dal libro di ernest. naturalmente, avevo letto il primo, che rendeva questo mite. ad ogni buon conto, mi chiesi di nuovo come ernest avesse potuto osare scrivere con così tanta franchezza come aveva fatto. Per me era un peccato che papà avesse preso una decisione così drastica come la restituzione dei libri. Sarebbe stato inevitabile, mi ricordo di aver detto alla mamma, che ernest lo avrebbe saputo dall’editore e se ne sarebbe risentito amaramente, come del resto poi è avvenuto. ernest, semplicemente, smise di scrivere alla famiglia per un certo tempo. fu Hadley che ci tenne informati su come stavano andando le cose a Parigi. agli inizi di gennaio del 1925 scrisse alla famiglia Connable a Toronto dalla ‘‘nostra segheria di rue Notre-Dames des Champs’’. Bumby [John] cammina abbastanza bene. Parla nella sua lingua madre. ernest sta lavorando sodo tutto il tempo sulle sue storie, Bertram Hartman di-

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Gli anni Venti pinge molto e io sto suonando su un piccolo, divertente pianoforte a muro. ernest ha un libro pronto per la vendita negli Stati Uniti e numerosi articoli di riviste. È sempre in giro, per far sì che loro prendano tutto quello che scrive. La prossima estate contiamo di andare a Pamplona, in Spagna, e poi portare Bumby in qualche piccolo posto di mare. Tanto amore a tutti voi e felice anno nuovo.

Quello fu l’anno in cui ernest accompagnò Lincoln Steffens alla Conferenza di Ginevra. Hadley affidò il loro bambino di due anni a un’infermiera la cui casa a Parigi si trovava vicina al loro appartamento, e poi prese un treno per la Svizzera. aveva con sé una valigia contenente i manoscritti di ernest e alcune delle sue cose personali. a una delle fermate scese a camminare su e giù per la banchina per sgranchirsi le gambe, ma quando tornò al suo posto scoprì che la valigia era scomparsa. Chiamò il controllore e il treno fu perquisito, ma nonostante tutti gli sforzi il bagaglio non fu mai ritrovato. Hadley mi disse che dovette prendere in prestito un pettine e della cipria dalle mogli degli altri corrispondenti che erano anche loro in viaggio verso Ginevra. i manoscritti che erano scomparsi erano molti dei racconti di nick adams, a cui ernest stava lavorando da tempo. Quando raggiunse Ginevra Hadley era profondamente turbata e raccontò a ernie della perdita. Lui la prese con calma in un primo momento, confidando che le copie carbone fossero rimaste nell’appartamento di Parigi. Ma quando Hadley dovette confessargli che sia le copie che gli originali si trovavano in quella valigia, ernest divenne ‘‘assolutamente inconsolabile. La notizia l’ha quasi ucciso’’. 277


Un ritratto di famiglia e mio fratello Ernest Hemingway ernie, comunque, non scaricò la colpa su di lei, mi raccontò Hadley, ma fu un colpo devastante, perché significava riscrivere daccapo così tanto, e in un momento in cui ernest era in fiamme per fare cose nuove. Dopo che mio padre rifiutò In Our Time, la famiglia non venne più avvertita su ulteriori nuovi lavori di ernest, ma l’atteggiamento di papà gradualmente cambiò, e so che lui fu sempre più orgoglioso del fatto che suo figlio fosse un autore. Poco tempo dopo l’uscita di The Sun Also Rises nel 1926, lui e mia sorella Carol stavano facendo compere nel quartiere Loop di Chicago, quando si trovarono dinanzi alla vetrina di una libreria che esponeva un grande cartello promozionale del nuovo romanzo di ernie. fingendosi estraneo, papà entrò e chiese al commesso: « avete un libro che ha per titolo qualcosa come ‘‘il sole è sorto’’, o alba o qualcosa del genere? ». « oh, vuole dire ‘‘il sole sorge ancora’’, di Hemingway? » chiese il venditore. « Sì, proprio quello » accordò il dottor Hemingway. « C’è molta gente che lo chiede? ». « Sì » rispose il commesso. « abbiamo tutta la vetrina piena, sta andando molto bene ». Papà teneva Carol per mano. Lei stava saltellando su e giù per l’eccitazione. Papà faceva di tutto per tenerla a bada e farla stare zitta. « Sicché piace a molta gente? » insistette mio padre, senza un sorriso. « Quanto a questo, non saprei dirle » gli fu risposto, « ma lo comprano. abbiamo appena fatto un nuovo ordine ». « Prenderò una copia » disse il padre di ernest. Con orgoglio portò a casa il nuovo libro e lo mostrò alla famiglia, e anche a me e a Sterling che quella sera ci tro278


Gli anni Venti vavamo a casa a oak Park. Papà ci disse: « Ho dovuto fare di tutto per mantenere la faccia seria questo pomeriggio. Mi sono dovuto sforzare per non raccontare al tizio della libreria chi fossi ». « Ma glielo hai detto, papà! » parlò rapidamente la sorellina Carol. « Be’, ehm, penso tu abbia ragione » confessò papà. era solo un po’ imbarazzato. « non avevo intenzione di farlo, ma, sì, mentre lasciavo la libreria mi sono detto: ‘‘È stato il mio ragazzo a scrivere quel libro’’ » ammise con orgoglio. era una sensazione nuova quella di crogiolarsi nella gloria riflessa del successo di suo figlio. Mamma aveva sempre detto che, quando fosse venuto il tempo in cui la sua voce si sarebbe deteriorata perdendo la sua bellezza, come inevitabilmente doveva succedere, sperava di avere abbastanza buon senso per fermarsi nel canto e dedicarsi a qualcos’altro. a cinquant’anni le fu chiesto di farlo in un modo piuttosto divertente. Poiché assisteva ai lavori artistici del giovane Leicester durante il corso del sabato che mio fratello frequentava nella vecchia casa di frank Lloyd Wright su Chicago avenue, a furia di vedere i disegni dei bambini finì per interessarsi lei stessa alla pittura. Chiese all’insegnante di Leicester se poteva unirsi alla classe, e, un po’ sorpreso, l’insegnante le accordò di partecipare insieme ai ragazzi. Solo un poco dopo Grace Hall Hemingway si iscrisse all’istituto d’arte di Chicago, dove studiò per due anni. Man mano che le sue capacità si perfezionavano, divenne allieva privata di Pauline Palmer, una famosa artista di Chicago, e durante le estati frequentava un corso d’arte a Bay View, firmando i suoi dipinti come Hall Hemingway. 279



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