"Le Marche a 5 Cerchi" 2^ edizione, a cura di Andrea Carloni. Londra 2012 - Sochi 2014

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n volume in 116 anni di storia dei Giochi Olimpici e Paralimpici e un aggiornamento appena quattro anni dopo. A qualcuno potrà sembrar strano, ma non c’è da chiedersi perché, considerati i tanti - e non tanto facilmente ripetibili - motivi che hanno originato questa scelta. I Giochi della XXX Olimpiade di Londra 2012, aperti a fine luglio dal tricolore impugnato dalla nostra Valentina Vezzali, hanno fatto registrare un così alto numero di successi per i colori marchigiani, come non era mai accaduto prima. Nonostante le 12 partecipazioni “made in Marche” fossero le stesse di Roma 1960, ma inferiori alle 15 di Atene, nella capitale della finanza europea la nostra regione ha toccato il punto più alto per numero di medaglie conquistate: 8 grazie ad Elisa Di Francisca (unica italiana a vincere 2 ori), Valentina Vezzali (un oro e un bronzo), Massimo Fabbrizi (un argento), Andrea Bari, Emanuele Birarelli e Samuele Papi (un bronzo a testa). Un risultato senza precedenti, frutto delle performance di un Fabbrizi legittimo erede di Liano Rossini; della grande scuola pallavolistica falconarese inoculata nei tre marchigiani sottorete, ma in particolar modo di quella miniera d’oro rappresentata dalla scherma jesina, tanto da far affermare all’attuale presidente del CONI, Giovanni Malagò: “Che senza il contributo del club jesino, il medagliere italiano sarebbe come quello della Grecia” o che “il Club Scherma Jesi ha vinto più medaglie di tutta la Spagna!” (Senigallia - An, 17/05/16). Basterebbe? Certo che basterebbe, ma non è tutto. Perché a Londra (dove sembra che la caccia al doping stia per mietere nuove vittime fra atleti di 6 nazioni), le Marche hanno schierato anche il capitano dell’Italnuoto, Filippo Magnini; l’unica italiana in gara nella ritmica individuale, Julieta Cantaluppi; l’unico finalista della pattuglia di ginnasti azzurra, Paolo Ottavi; Filippo Maria Baldassarri e Michele Regolo nel prosieguo di una tradizione velica che nelle Marche ha sfornato protagonisti delle più importanti manifestazioni internazionali; Gianmarco Tamberi, ultimo italiano a qualificarsi per Londra. Qualche giorno più tardi, dai Giochi Paralimpici più partecipati e visti della storia, arrivano altre due splendide medaglie da chi non tradisce mai: Assunta Legnante (un oro) e Giorgio Farroni (un argento). In pista scendono poi il debuttante Riccardo Scendoni nella velocità e l’intramontabile quanto sfortunato Andrea Cionna nella maratona. C’è dell’altro. Perché se vogliamo dirla proprio tutta, abbiamo sentito marchigiane anche le azzurre del beach volley, Greta Cicolari e Marta Menegatti, con il loro tecnico Lissandro Carvalho, che per due anni hanno preparato i Giochi londinesi sulla spiaggia di Palombina, ad Ancona. Le beachers come nostre, ma anche Rosalba Console in Caimmi, fondista azzurra sposa del maratoneta jesino e già punta della nostra Nazionale di atletica leggera. Doveroso rendere onore anche a tutto il resto della spedizione marchigiana, fatta di dirigenti, tecnici, sanitari, terapisti e giornalisti. A rappresentare tutti ne citiamo uno: Stefano Cerioni, Commissario Tecnico delle Nazionali di Fioretto, vero asso pigliatutto degli ultimi Giochi di Londra, dove ha conquistato ben 5 medaglie virtuali, di cui tre ori, un argento e un bronzo. Quattro anni dopo Pechino, per restare nella “Top 10” del medagliere l’Italia si è dunque giovata del contributo degli atleti marchigiani come non era mai successo prima. Dal 1912 (Serafino Mazzarocchi, Stoccolma) ad oggi, il totale delle medaglie olimpiche vinte dai nostri è così salito a 46, numero che evoca un altro

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