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Londra 2012 XIV Giochi Paralimpici

XIV Giochi Paralimpici di Londra 2012

I più grandi di sempre

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Luca Pancalli

Presidente Comitato Italiano Paralimpico

Abbattere definitivamente le barriere culturali. Valorizzare le differenze, esaltare la persona e le proprie abilità. Tutto ciò rappresenterebbe una conquista per la nostra moderna società. L’impegno, la passione, il senso del sacrificio, la realizzazione di se stesso, le medaglie e i successi non hanno differenze.

Unire campioni olimpici e paralimpici, significa raccontare con la stessa lingua due mondi che devono essere posti sullo stesso piano. E, attraverso una pubblicazione meritoria come questa, si fa certamente più di un passo verso questa direzione.

Luca Savoiardi

Presidente Comitato Italiano Paralimpico Marche

È fonte di successi e di medaglie al collo. Ma anche pratica attraverso la quale incentivare un processo di riabilitazione e di reinserimento sociale. Soprattutto, è la realizzazione personale. Tutto questo è lo Sport che, quando praticato da disabili, aumenta esponenzialmente il già vasto ventaglio di benefici per chi lo pratica.

In questa pubblicazione viene celebrato lo sport svolto ai massimi livelli, olimpici e paralimpici. Grandissimi atleti che, anche attraverso opere come questa di Andrea Carloni, possono essere da esempio per tantissimi giovani disabili, per spronarli a rialzare la testa, aiutarli a trovare nuove fortissime motivazioni e spingerli a vincere la loro personale Olimpiade con la vita.

Fin dalla prima edizione (1948), quando ancora si chiamavano Giochi di Stoke Mandeville e vedevano in gara i reduci dalla Seconda Guerra mondiale che avevano riportato danni alla colonna vertebrale, non si erano mai visti Giochi Paralimpici così straordinari come a Londra 2012. Quelli disputati nel Regno Unito, sono infatti passati alla storia come “I Giochi più grandi di sempre”. È così che li hanno definiti tutti i mezzi di comunicazione britannici e non. L’edizione londinese ha avuto una risonanza mediatica epocale e mai prima le Paralimpiadi avevano goduto di tanta attenzione, riuscendo a catturare l’interesse del grande pubblico. Lo dicono i numeri: 2,7 milioni di biglietti venduti (quasi un milione in più dei Paralimpici di Pechino 2008) e un bilancio di oltre 55 milioni di euro di entrate (10 più di quanto atteso). Record di pubblico, record di nazioni e di atleti partecipanti (rispetti-

vamente 166 e 4.200, di cui circa 1.500 donne), record di primati (110 nuovi mondiali stabiliti). Insomma, l’edizione dei record. In tutto. Dal 29 agosto al 9 settembre 2012, sono state due settimane di brividi e di emozioni, con stadi e campi di gara gremiti in ogni ordine di posti. Fra le performance più attese e più appassionanti, certamente la finale dei 100 metri T44, vinta dal britannico Jonnie Peacock, con l’astro Oscar Pistorius, soltanto ai piedi del podio, al quarto posto. Il parziale flop del sudafricano, in grado di competere con i normodotati, é stato fra i più discussi, specie dopo la sconfitta subìta anche nei 200 metri per opera del brasiliano Alan Oliveira, con il quale non è mancata la polemica sulla lunghezza delle protesi utilizzate. L’unico oro di Oscar è arrivato dalla sua gara: i 400 metri. Tutto ciò, soltanto pochi mesi prima di diventare l’autore della tragica fine della sua fidanzata, la modella Reeva Steenkamp, 30 anni, uccisa da Pistorius con quattro colpi di pistola nella notte di San Valentino del 2013, nella sua casa di Pretoria. Tornando ai Giochi, più di Pistorius fra i principali protagonisti dei Paralimpici di Londra vanno sicuramente ricordati l’australiana Jacqueline Freney, vincitrice di ben 6 ori nel nuoto, seguita dalla statunitense Jessica Long (4 ori e 2 argenti). In generale, il medagliere è stato dominato dalla Cina (230 medaglie), davanti a Russia e Gran Bretagna, poi Ucraina e Stati Uniti solo al sesto posto. In crescita la Polonia, nella “top ten” al nono posto. E gli italiani? Fortissimi. Da Cecilia Camellini, capace di conquistare quattro medaglie (due d’oro) nel nuoto, ad Alex Zanardi, celebrato da tutti i media del mondo per la sua eccezionale storia sportiva. Ventuno anni prima sfrecciava da pilota in Formula 3000 sulla pista di Brands Hatch e nel 2012 ai Paralimpici, in quello stesso circuito londinese, vinceva nell’handbike due ori e un argento. Zanardi è stato "Alfiere" tricolore nella cerimonia di chiusura di Londra. Ma sarebbe ingiusto parlare solo di loro: grazie, tra gli altri, al portabandiera Oscar Ugo De Pellegrin, alla leggenda Alvise De Vidi, ad Assunta Legnante o ad Annalisa Minetti e Giorgio Farroni, l’Italia ha conquistato 28 medaglie, di cui 9 d’oro, 8 d’argento e 11 di bronzo. Una spedizione assolutamente positiva, dunque, come si evince anche dal notevole balzo in avanti nel medagliere, che ci vede passare dal 28° posto di Pechino 2008 al 13° di Londra; miglior risultato degli ultimi 30 anni.

ANDREA CIONNA Atletica Leggera, maratona.

Il fondista dell’ASD Atletica Amatori Osimo, alla sua terza partecipazione ad una Paralimpiade (dopo Atene 2004 e Pechino 2008), arriva dopo un drammatico incidente stradale occorsogli il 26 dicembre 2011, quando durante una delle interminabili sedute di allenamento venne investito da un’auto, a Campocavallo di Osimo (An). Dopo un lungo stop dovuto alle modalità di riabilitazione, aveva ripreso ad allenarsi il 20 marzo del 2012, perdendo di fatto tutta la preparazione invernale, ancora più importante in una competizione tanto impegnativa come la maratona. Il 9 settembre, Londra saluta i Giochi con una giornata di sole estivo, con la gente assiepata lungo i 42 km della gara, ultimo atto prima della cerimonia conclusiva della stessa sera all'Olympic Stadium, dove tutto è cominciato. Andrea Cionna (T11, non vedente), due bronzi ad Atene 2004 e un titolo mondiale nel 2002, chiude soltanto al decimo posto. "Devo aver pagato le difficoltà dovute alla preparazione” – ha ammesso a caldo il dipendente della Regione Marche, accompagnato in gara dalle inseparabili guide: Alessandro Carloni e Doriano Bussolotto - perché ho fatto tanta fatica e mi sono ritrovato presto fuori dal gruppo di testa”. Nella classe T11-12 ha trionfato lo spagnolo Alberto Laso Suarez, al traguardo in 2h24'50"’, nuovo record del mondo.

RICCARDO SCENDONI Atletica Leggera, velocità.

L’ex pallavolista della Videx Grottazzolina, prima che un incidente stradale - occorsogli a 16 anni – lo costringesse all’amputazione del piede destro e oggi velocista dell’ASD Anthropos Civitanova Marche (già Campione Europeo dei m. 200 T44 con 24”07 nel 2012), ai Giochi Paralimpici di Londra partecipa a tutte le gare di velocità, senza riuscire a passare in finale. Il 1° settembre sui 200 metri, resta lontano dal suo record italiano e chiude in 24”51. Il 5 settembre, corre la batteria dei 100 metri, ma il suo 12”45 non basta a proseguire l’avventura. Non vanno meglio le cose il 7 settembre, sui 400 metri. Il marchigiano fa il personale con 55”48, ma è il primo a restare fuori dalla finale (con il 9° tempo), nella gara che poi vedrà il successo di Oscar Leonard Carl Pistorius con 46”68. Tre anni prima dei Giochi di Londra (nel 2009) Riccardo si era laureato in Ingegneria Civile, ottenendo l’importante traguardo con una tesi in cui ha approfondito le problematiche, vissute in prima persona, della protesi da cammino che lui stesso ha utilizzato. Scendoni, seguito dall’allenatore Antonio Centolanza e da Matteo Corrina (fisioterapista) e Luca Salvatori (osteopata), dopo Londra è stato semifinalista sui 100 e 200 metri ai Mondiali di Lione 2013 e finalista sui 400 metri. Proprio quando andava in crescendo di condizione e risultati, è rimasto vittima di un infortunio nell’ottobre 2014. Cinque mesi dopo ha dovuto sottoporsi ad un doppio intervento chirurgico al menisco e al tendine rotuleo del ginocchio sinistro ed è rimasto inattivo per circa un anno e mezzo. Arrendersi? Macché! Quest’anno ha ripreso e dopo aver vinto il titolo italiano nel salto in lungo (m. 5,89) agli Italiani di Ancona (marzo 2016), conta sempre di conquistare la qualificazione ai Paralimpici di Rio. "Un consiglio ai giovani? Non scoraggiatevi mai anche nei momenti più difficili – è il messaggio di Riccardo - anche quando ci vengono richiesti sacrifici che sembrano più grandi di noi.

La vita va vissuta con grinta, cercando sempre obiettivi alti per cui impegnarsi, di fronte ai quali i problemi estetici di qualche chilo in più o in meno perdono valore. So che è molto facile a dirsi, ma cercando aiuto e sostegno in chi ci è vicino ogni sogno si può realizzare".

ASSUNTA LEGNANTE Atletica Leggera, lanci

Già Campionessa Europea assoluta Indoor nel 2007 e primatista italiana assoluta normodotati con la misura di 19,20 m., è transitata allo sport paralimpico a causa di un glaucoma che le ha tolto la vista e gareggia per l’ASD Anthropos Civitanova Marche e a Londra 2012, allenata dal prof. Nicola Silvaggi, già CT delle Nazionali di Atletica Leggera ha gareggiato – nella categoria F11/12 - sia nel lancio del disco che nel getto del peso. Il 1° settembre, dalle ore 10 del mattino, ha lanciato il disco fino a 30,81 cm. che gli è valso l’ottavo posto nella classifica finale. Il risultato più prestigioso lo ha ottenuto il 4 settembre, nella finale in notturna del getto del peso (dalle 19 alle 22 locali), ottenendo sia la medaglia d’oro che il primato mondiale con 16,74 m.. Tutto ciò in un’atmosfera resa indimenticabile dalla straordinaria partecipazione di pubblico (70 mila persone alle gare di atletica leggera). Anche dopo Londra, Assunta, detta “Cannoncino” ha continuato a mietere successi, vincendo i titoli mondiali a Lione 2013 e Doha 2015 e portando il primato iridato a 17,32. Simpatica e sempre sorridente è unanimemente considerata atleta - esempio nel connubio tra sport olimpico e paralimpico.

GIORGIO FARRONI Ciclismo su strada mista

Dopo Sydney e Pechino, alla sua terza Paralimpiade in dodici anni di attività ai più alti livelli, il tre volte campione mondiale fabrianese – (Bogogno 2009, strada e cronometro) e Roskilde (Danimarca 2011, corsa su strada) – conquista la medaglia d’argento nella categoria T1-2, l’8 settembre, nella gara partita alle 11.32 del penultimo giorno di Giochi. Ribadendo la sua straordinaria capacità di rimanere ai vertici planetari nella sua specialità, Giorgio regala un’altra impresa, ottenendo il suo miglior risultato di smepre ai Giochi: la medaglia d’argento, chiudendo la gara con il tempo di 45’24”, a soli 7 secondi dal britannico David Stone, oro con 45’24” e davanti al ceco David Vondracek (48’34”). Per l’atleta, che a causa di una emiplegia fin dalla nascita non può controllare la parte destra del suo corpo, si è trattato di un ennesimo, meritato successo, consacrato dall’uscita del libro “C’era una volta il mago”, scritto da sua madre Clelia Rumachella e presentato a Fabriano il 21 febbraio 2016, alla presenza della Nazionale Paralimpica di Ciclismo, a cominciare dal plurimedagliato Alex Zanardi, per proseguire con l’attrice Debora Villa. Il libro, solo in parte biografico, racconta le peripezie, ma anche la passione e l’amore di una famiglia sempre molto unita che affronta il tema della disabilità che si trasforma, non senza sacrifici, in una nuova e diversa abilità. Ora Giorgio Farroni, che lavora presso il Call Center della Indesit Company dal 2001, si prepara ad affrontare – a Rio de Janeiro – la sua quarta Paralimpiade.

Le 14 edizioni dei Giochi Paralimpici

I Roma Italia 1960 18 - 25 Settembre

II Tokyo Giappone 1964 3 - 12 Novembre III Tel Aviv Israele 1968 4 - 13 Novembre IV Heidelberg Germania 1972 2 - 10 Agosto V Toronto Canada 1976 3 - 11 Agosto VI Arnhem Olanda 1980 21 - 30 Giugno VII Stoke Mandeville Inghilterra 1984 17 - 30 Giugno atleti su sedia a rotelle VII New York USA 1984 17 - 30 Giugno atleti con paralisi cerebrale, disabili visivi, amputati e altre disabilità VIII Seoul Corea del Sud 1988 15 - 24 Ottobre IX Barcellona Spagna 1992 3 - 14 Settembre X Atlanta USA 1996 15 - 26 gosto XI Sydney Australia 2000 18 - 29 Ottobre XII Atene Grecia 2004 17 - 28 Settembre XIII Pechino Cina 2008 6 - 17 Settembre XIV Londra Gran Bretagna 2012 29 Agosto - 9 Sett.

XV RIO DE JANEIRO Brasile 2016 7 - 18 Settembre

La 15^ edizione dei Giochi Estivi Paralimpici si disputerà dunque dal 7 al 18 settembre 2016 in Brasile, a Rio De Janeiro. Nell’occasione, collegandosi a www.abilitychannel.tv (webtv dedicata al mondo dello sport e della disabilità) sarà possibile seguire tutte le emozioni e le sorprese che riserveranno le Paralimpiadi brasiliane, con aggiornamenti in tempo reale. I nostri atleti si stanno preparando al meglio. In particolare, abbiamo speranze di ottimi piazzamenti. In quali discipline sportive? Ciclismo, Equitazione, Canoa, Paraclimbing, Nuoto, Atletica Leggera, Tiro con l’Arco, Scherma, Tennistavolo, Vela e Canottaggio... aspettando altre sorprese.

Le edizioni dei Giochi Paralimpici Invernali

Ci sono volute ben sei edizioni, dal 1976 al 1994, perché i Giochi Paralimpici Invernali uscissero dai confini dell’Europa per atterrare, dalla Norvegia, in Giappone. I Giochi su neve e ghiaccio si sono sempre svolti ogni quattro anni, fatta eccezione proprio per Lillehammer 1994 (solo due anni dopo Albertville). Ad ogni edizione, fatto positivo ed incoraggiante, dopo i 571 di Nagano, sono tornati ad aumentare ogni anno i partecipanti: 486 a Torino, 506 a Vancouver e 550 a Sochi. Novità in arrivo anche per quanto riguarda le discipline sportive che impegnano gli atleti, oltre alle tradizionali specialità come sci alpino, sci nordico, hockey su slittino, biathlon e curling in carrozzina. Purtroppo il bilancio italiano agli ultimi Giochi di Sochi è stato fallimentare, visto che dei 35 atleti italiani presenti, nessuno è riuscito ad aggiudicarsi una medaglia (da Vancouver 2010 ne erano arrivate 7, di cui una d’oro). Si tratta del peggior risultato conseguito dall’Italia ai Paralimpici Invernali, dal 1980, l’anno dell’esordio azzurro nella competizione. Sochi ha visto il trionfo dei padroni di casa della Russia con 80 medaglie (di cui 30 d’oro), davanti alla Germania (con 15 in tutto, di cui 9 d’oro). Queste le edizioni dei Giochi finora svolte, senza la partecipazione di alcun atleta marchigiano:

I Ornskoldsvik Svezia 1976 12 - 28 Febbraio II Geilo Norvegia 1980 01 - 07 Febbraio III Innsbruck Austria 1984 14 - 20 Gennaio IV Innsbruck Austria 1988 17 - 24 Gennaio V Tignes-Albertville Francia 1992 25 Mar. - 1 Apr. VI Lillehammer Norvegia 1994 10 - 19 Marzo VII Nagano Giappone 1998 05 - 14 Marzo VIII Salt Lake City USA 2002 07 - 16 Marzo

IX Torino Italia 2006 10 - 19 Marzo

X Vancouver Canada 2010 12 - 21 Marzo XI Sochi Russia 2014 07 - 16 Marzo XII PyeongChang Corea del Sud 2018 09 - 25 Febbraio XIII Pechino Cina 2022 –

Medagliere marchigiano Giochi Paralimpici

Nome Oro Argento Bronzo Totale 3 3 8 14

Giovanni LOIACONO (Atletica Leggera) 1 1 Roberto GALLUCCI (Goalball)

1 -

Assunta LEGNANTE (Atletica Leggera) 1 Sauro NICOLINI (Nuoto) - 1 2

2

Giorgio FARRONI (Ciclismo) - 1

Andrea CIONNA (Atletica Leggera) - 1

2

Antonio MARTELLA (Tio a Segno) - - 1

•Tutte le medaglie sono state conquistate a livello individuale •In verde sono elencati i risultati ottenuti ai Giochi Paralimpici di Londra 2012.

4

1

1

3

2

2

1

Andrea Cionna alla maratona di Londra

Assunta Legnante

Napoli, 14/05/1978

Atletica Leggera – Lanci

Atene 2004 - Qualificata, ma non ammessa (Giochi Olimpici) Pechino 2008 - 19° classificata Getto del Peso (Giochi Olimpici) Londra 2012 - 8° classificata nel Lancio del Disco Londra 2012 - Oro nel Getto del Peso

È nata a Napoli, il 14 maggio 1978 e dopo un periodo trascorso a Frattamaggiore (Na), oggi vive nelle Marche, a Potenza Picena, e gareggia per l’AS Anthropos Civitanova Marche del presidente, Nelio Piermattei. Assunta Legnante è l’unica atleta ad aver partecipato ai Giochi Olimpici e Paralimpici, avendo fra l’altro vinto l’oro a Londra 2012, nel getto del peso. Assunta, 189 cm. per 122 kg, è soprannominata “Cannoncino” per la forza esplosiva delle sue braccia ed ha alle spalle una sfolgorante carriera: argento agli Europei Indoor 2002, 5° posto agli Europei di Goteborg (2006), campionessa europea indoor nel getto del peso (Birmingham 2007), primatista italiana assoluta indoor con m. 19,20 (Genova, Febbraio 2002), attualmente è detentrice del primato mondiale paralimpico di categoria con m. 17,32, primatista europea nel lancio del disco con m. 35,48 e primatista italiana nel tiro del giavellotto con m. 33,35.

La simpaticissima atleta campana è “naturalizzata marchigiana”, già da quando si è preparata per i Giochi di Londra allenandosi con l’ex CT azzurro, il prof. Nicola Silvaggi ad Ascoli. Prima della perdita dell’uso della vista (per un glaucoma congenito presente fin dalla nascita) era stata capitana della Nazionale italiana ai Mondiali di Osaka 2007, dove non riuscì a qualificarsi per la finale per un solo centimetro. Prima ancora, la bella storia di Assunta aveva conosciuto qualche brutto momento, superato con molta fatica. Nel 2004, in particolare. Quando per una vicenda dalle amarezze forse mai del tutto sopite, nonostante avesse ottenuto la qualificazione ai Giochi Olimpici di Atene 2004, il CONI non le riconobbe l’idoneità fisica “per un innalzamento della pressione oculare” e le impedì di partecipare. Ciò nonostante, Assunta riuscì – quattro anni più tardi – a qualificarsi per i Giochi di Pechino 2008, dai quali però venne eliminata in qualificazione dopo il 17,76 che le valse solo il 19° posto. Per il suo carattere battagliero, quello fu un fallimento e meditò il ritiro. Appuntamento rinviato, perché l’anno dopo torna a superare i 18 metri, che la qualificano per gli Europei di Torino. Sempre nel 2009, conquista l’argento ai Giochi del Mediterraneo di Pescara. A fine anno decide di concludere definitivamente la carriera per l'aggravarsi dei problemi visivi, che già tempo prima le avevano fatto rischiare l'inidoneità. Tre anni dopo (11 maggio 2012), agli Assoluti paralimpici batte il record del mondo nel getto del peso (cat. F11) abbattendo il vecchio record di 11,84, per ben due volte, con due straordinari lanci di 13,24 e 13,27 metri e si qualifica per le Paralimpiadi di Londra 2012. Ai Giochi di Londra è ottava nel lancio del disco con m. 30,81 e vince l'oro nel getto del peso, stabilendo il primato mondiale con 16,74 m. Nel 2013 è campionessa mondiale nel getto del peso F11 e fissa il nuovo record del mondo a 16,79 m. Nel 2014, dopo il personale nel disco con m. 35,48, supera per la prima volta dopo 5 anni i 17 metri, ottenendo un 17,09, misura che la pone intorno alla cinquantesima posizione mondiale tra le normodotate. Il 6 luglio, a Padova, riesce a migliorare ulteriormente il suo record mondiale paralimpico, portandolo a 17,32 metri. Di recente, dopo essersi sottoposta ad un intervento chirurgico alla schiena, ha ripreso la preparazione puntando dritto su Rio, dove “Cannoncino” vuole sorprendere ancora!

Giorgio Farroni

Fabriano (An), 28/09/1976

Ciclismo CIP

Sydney 2000 - 9° cl. Corsa su strada Sydney 2000 - 10° cl. Cronometro Pechino 2008 - Bronzo Corsa su strada CP1/CP2 Pechino 2008 - 6° cl. Cronometro CP1/CP2 Londra 2012 - Argento Gara su strada T1-2

È nato a Fabriano (An) il 28 settembre 1976, ma dalle sue parti in tanti insistono perché l’atleta del Gruppo Sportivo della Forestale si ricordi che lui, in realtà, risiede a Cesi di Attiggio, con la moglie Wandee ed i suoi vivacissimi figli Francesco e Cesare. Ai Giochi di Londra ha partecipato alla sua terza edizione – non consecutiva – delle Paralimpiadi, e questo per certi versi lo gratifica ancora di più, perché aver preso parte alla competizione più importante nella vita di qualsiasi atleta, nell’arco di 12 anni, significa aver dato il meglio di se in un tempo prolungato e aver condotto una vita sportiva sempre al top! La disabilità? A causa di una crisi di parto della madre che provocò un mancato afflusso di ossigeno al cervello del piccolo. Fin dalla nascita, Giorgio è affetto da un’emiplegia alla parte destra del corpo, che non riesce a controllare. Dopo aver tentato con fisioterapie e riabilitazione di recuperare quanto possibile la parte del corpo lesa, riesce a garantirsi di poter praticare diversi sport. All’inizio il calcio, poi pallacanestro, volley e bicicletta. E’ a 14 anni che, dopo aver subìto tre interventi chirurgici di denervazione alla mano e al braccio destro, spinto dalla passione, inizia l’attività agonistica, dapprima in mountain bike. Dopo aver partecipato ad una serie di gare amatoriali col GS MTB di Fabriano, a 22 anni Giorgio volta pagina. Scende dalla mountain bike per salire su di una bici da corsa e qui gli si apre un mondo. Dopo un solo anno è convocato in Nazionale dal CT Mario Valentini, per partecipare alla sua prima Olimpiade, a Sydney. Sia su strada che a cronometro entra nei Top 10 al mondo, così si guadagna il pass anche per Pechino 2008, dove sale per la prima volta sul terzo gradino del podio nella gara su strada, chiudendo poi al quinto posto la cronometro. Una medaglia olimpica che arriva a cavallo della conquista di ben 22 titoli italiani, in poco più di 10 anni! La performance olimpica gli offre nuovi stimoli e Farroni continua a migliorarsi, fino alla conquista di tre titoli mondiali (Bogogno 2009, strada e cronometro) e Roskilde (Danimarca 2011, corsa su strada). E passano quasi in secondo piano gli argenti che aveva intascato prima, ai mondiali 2010, su strada e a cronometro, a Baie Comeau, in Canada. Nel palmares, anche altri 20 titoli italiani e il record di 1’24” nel chilometro da fermo, prima di ricevere la convocazione per Londra 2012, dove centra il secondo posto e la medaglia d’argento che fa partire la festa alla Indesit Company di Fabriano, dove Giorgio lavora, al Call Center, ormai da 15 anni. L’argento di Giorgio arriva sul finire dei Giochi londinesi, dove chiude la gara

Mixed T1-2 in 45’24, staccato di soli 7” dal vincitore, il britannico, David Stone (45’17”), ma davanti a David Vondracek (Rep. Ceca), terzo con 48”34. Dopo il bronzo di Pechino e l’argento di Londra, Farroni ha già staccato il biglietto per Rio e ha in testa un’idea meravigliosa… Perché ha scelto il ciclismo e la fatica di allenarsi anche 5-6 ore al giorno, tra bicicletta e piscina? “Perché è uno Sport dove non ti puoi nascondere, se sei in difficoltà devi spingere sui pedali e cavartela da solo. Ti insegna ad affrontare la vita”. Intanto Giorgio è finito in un libro, scritto da sua madre, Clelia Rumachella Farroni: “C’era una volta… il mago” racconta la storia di Giorgio con gli occhi di una mamma: dalle difficoltà della nascita, fino alle vittorie più importanti e più belle. Ma la sua bella storia continua…

Tutte le curiosità

Da Atene 1896 a Londra 2012

Il primo italiano ai Giochi Olimpici: Giuseppe Rivabella Atene 1896

La prima medaglia d’Oro ai Giochi:

conte Gian Giorgio Trissini La prima medaglia d’Argento ai Giochi: conte Gian Giorgio Trissini La prima medaglia di Bronzo ai Giochi: Serafino Mazzarocchi Il primo portabandiera italiano ai Giochi: Pietro Bragaglia Parigi 1900 Parigi 1900 Stoccolma 1912 Londra 1908

La prima portabandiera italiana ai Giochi: Miranda Cicognani La prima portabandiera marchigiana ai Giochi: Giovanna Trillini Helsinki 1952 Atlanta 1996

L’ultima portabandiera marchigiana ai Giochi: Valentina Vezzali Primo oro marchigiano ai Giochi:

Serafino Mazzarocchi

Londra 2012 Stoccolma 1912

Primo argento marchigiano ai Giochi: Galliano Rossini – Giovanni Carminucci Roma 1960

Primo bronzo marchigiano ai Giochi:

Serafino Mazzarocchi

Stoccolma 1912

Primo atleta a giurare ai Giochi: Victor Boin (Schermidore belga) Anversa 1920

Prima italiana ai Giochi: Rosetta Gagliardi (Tennis) Anversa 1920

Italiano più medagliato in una Olimpiade: Nedo Nadi (5 ori e un argento) Italiano più medagliato ai Giochi: Edoardo Mangiarotti (Scherma) Italiana più medagliata ai Giochi invernali: Stefania Belmondo (Sci di Fondo) Marchigiano più medagliato ai Giochi: Maggior numero di ori conquistati:

Valentina Vezzali Valentina Vezzali

Prima medaglia d’oro femminile: Primo oro femminile marchigiano: Valla “Ondina” Trebisonda

Giovanna Trillini

Anversa 1920 13 10 9 Medaglie 6 Berlino 1936 Barcellona 1992

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