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Voto di primavera

Il 2 e 3 aprile appuntamento con le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia: conosciamo i candidati e le loro posizioni in tema di gioco e contrasto alla ludopatia.

di Francesca Mancosu

Dopo il Lazio e la Lombardia, che nelle elezioni del 12 e 13 febbraio hanno scelto come governatori rispettivamente Francesco Rocca e Attilio Fontana, il mese di aprile vedrà al voto per il rinnovo del consiglio e della leadership regionale i cittadini del Friuli Venezia Giulia.

Seggi aperti il 2 e 3 aprile, anche per cambiare le amministrazioni di una ventina di comuni della regione, fra i quali spicca Udine.

Una tornata elettorale attesa anche dal mondo del gioco, visto che anche in questa “terra di confine” i prossimi mesi potrebbero portare alla ribalta un’ulteriore modifica della normativa vigente in materia –varata originariamente nel 2017 e più volte ritoccata – in vista della scadenza delle concessioni in essere, slittata al 29 giugno 2023 in forza di un provvedimento della Direzione giochi dell’Agenzia dogane e monopoli dopo la fine del periodo di sospensione della loro scadenza prevista dal decreto Cura Italia il 30 giugno 2022.

Vediamo quindi quali sono i candidati in lizza per la poltrona di governatore e i loro orientamenti in materia di gioco.

Cominciamo ovviamente dal presidente uscente, Massimiliano Fedriga, sostenuto da tutto il centrodestra: mai espostosi compiutamente in tema di contrasto alla ludopatia o regolamentazione del comparto, ma più volte chiamato in causa in proposito. Ad esempio in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, come destinatario di numerosi appelli degli operatori per la sospensione delle leggi regionali sul gioco in attesa del riordino nazionale. Una richiesta che nel luglio 2022 fu avanzata anche dall’allora sottosegretario al ministero dell’Economia e delle finanze con delega ai giochi, Federico Freni, autore di una lettera destinata a Fedriga, in cui gli chiedeva di valutare “una prudente attesa, diretta a salvaguardare in uno i livelli occupazionali, la continuità del settore e le entrate erariali”, rendendosi disponibile per valutare insieme alla Conferenza “tutte le soluzioni che possano garantire, nel rispetto rigoroso dell’autonomia di ciascun Ente, un coordinamento interregionale idoneo a preservare il generale obiettivo delle uniformità e della chiarezza regolatoria, la salvaguardia degli interessi dei minori e della salute, nonché la concorrenzialità dell’intero mercato”.

Il diretto sfidante di Fedriga è Massimo Moretuzzo, già capogruppo in consiglio regionale del Patto per l’autonomia, in campo per il centrosinistra e il Movimento cinque stelle. Nel suo curriculum figura anche l’esperienza di sindaco di Mereto di Tomba, in provincia di Udine, città che nel 2016 nel suo regolamento comunale introdusse la riduzione del 30 percento della Tari per bar e ristoranti che non installavano o che rimuovevano le slot machine.

Il Terzo polo composto da Azione e Italia viva invece si presenta alle elezioni di inizio aprile con Alessandro Maran, che nel 2002, da deputato, firmò la proposta di legge “Disposizioni per la regolamentazione e l’ istituzione di nuove case da gioco”, chiedendo nuove norme a riguardo per “una presenza adeguata su tutto il territorio nazionale di case da gioco pubbliche, previste e controllate in base ad una normativa rigorosa”.

A completare il quartetto dei candidati alla presidenza del Friuli Venezia Giulia è Giorgia Tripoli, proposta dalla lista Insieme Liberi, che rappresenta l’unione di “forze del dissenso”, tra cui Italexit, Movimento 3V, Movimento Gilet Arancioni, Alister, Comitato tutela salute pubblica Fvg.

Nota al grande pubblico come avvocato paladina dei no vax, che rivendica di essersi battuta ed esposta “a tutela delle libertà delle persone”.

Era il novembre del 1943 quando furono creati i Gruppi di difesa della donna diretti da Caterina Picolato e che riunivano gruppi femminili e donne antifasciste d’ogni provenienza con lo scopo di mobilitare le masse femminili contro l’occupazione. Dai gruppi uscirono le prime gappiste (appartenenti ai Gruppi di Azione Patriottica), le partigiane combattenti, le staffette, tanto che i Gruppi vennero ufficialmente riconosciute con il loro organo clandestino Noi donne dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

Un anno dopo, nel settembre 1944, vengono poste a Napoli le basi dell’Unione donne italiane, che participa alla Resistenza. Solo a guerra finita, la costituzione ufficiale dell’Udi, associazione femminista tuttora viva e attiva, oltre che impegnata in battaglie, per fortuna stavolta “solo” politiche, sociali e culturali, e non più nel senso guerrescamente cruento del termine.

Molta acqua è passata sotto i ponti, da allora, ma a pochi giorni dall’8 marzo, nell’inchiesta di Gioco News che pubblichiamo in questa e nelle pagine seguenti, vogliamo cercare di capire una cosa fondamentale, e che ha ricadute ovviamente anche nel settore che più ci sta a cuore.

Nel 2023, ora che a capo del governo italiano c’è una donna, si può dire

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