CATALOGO MOSTRA VOICE PORTRAITS

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Giovanna Iorio

Voice Portraits

ascoltare con gli occhi 1-9 luglio 2021- Emeroteca Tucci- Napoli Città libro


I Voice Portraits sono una galleria di ritratti di voci umane, realizzati dall’artista italiana Giovanna Iorio. Giunta in Italia direttamente dal Regno Unito, dopo un inaspettato successo al Fringe Arts Festival di Bath e alla Galleria Lexi Cinema di Londra, la mostra è al suo primo allestimento italiano. Ogni opera è unica, un omaggio al valore e alla bellezza della voce dei poeti. Le opere esposte sono spettrogrammi della voce di alcuni tra i maggiori poeti del passato e contemporanei selezionati dalla Poetry SOUND Library Giovanna Iorio ha selezionato poeti provenienti da tutto il mondo, contemporanei e del passato, trasformando le loro voci in una galleria multicolore e vibrante di ritratti: ogni voce offre un'esperienza estetica multisensoriale e stupefacente. Ogni voce è unica e i ritratti rivelano la bellezza di ognuna di esse. I quadri sono stati realizzati a partire da una traccia sonora generata dalla lettura dell’autore di un suo testo poetico. In questo suggestivo allestimento le caratteristiche di ogni voce sono state trasformate in uno stimolo visivo che coinvolge emotivamente lo spettatore e lo immerge nella vitalità inesplorata delle impronte digitali della voce. Come scrive l’artista Caterina Davinio: “Il progetto di Giovanna Iorio si pone come “Archivio della voce", una specie di DNA sonoro che ci contraddistingue come individui, esseri umani e poeti.”.

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La Fondazione Alfonso Gatto La mostra Voice Portraits giunge in Italia grazie al sostegno della Fondazione Alfonso Gatto. La Fondazione Alfonso Gatto è un Istituto di Alta Cultura costituita nel 2011 a Salerno per iniziativa degli eredi del poeta. Mission della Fondazione è la promozione della cultura e della libertà, ladiffusione dell’opera di Alfonso Gatto con particolare attenzione alla produzione letteraria minore, attraverso raccolte e curatele di materiali inediti e l’ organizzazione e presentazione di eventi culturali, oltre 300 in 9 anni, dedicati all’opera del poeta e alla poesia in genere. Dal 2015 la Fondazione Alfonso Gatto è promotrice di una serie di progetti di innovazione sociale e rigenerazione urbana e dal 2014 ha dato vita prima all'iniziativa “Muri d'Autore” e poi al Parco della Poesia Urbana, un progetto che partendo dal centro storico della città di Salerno con interventi di poesia di strada e street art si è poi sviluppato sull'intero tessuto cittadino con installazioni di artisti nazionali ed internazionali. Nel 2016 l'operazione è stata premiata da Legambiente come migliore progetto di rigenerazione urbana in Italia. Oltre alle attività ordinarie, che comprendono laboratori con le scuole, formazione, incontri di Poesia ed eventi culturali, la Fondazione Alfonso Gatto ha prodotto 10 pubblicazioni (Fondazione Alfonso Gatto Edizioni) e collaborato a numerosi progetti di traduzione con associazioni e istituti culturali europei.

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Sinestesie: Dalla Voce Alla Sua Trascrizione di Caterina Davinio

Africa di Caterina Davinio

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Siamo abituati all'icona del geolocalizzatore di Google Maps e ne facciamo usi diversi nella ricerca dei luoghi d'interesse più vari. Giovanna Iorio ha avuto l'idea di individuare sulla mappa planetaria i poeti e di conservare la loro voce, di renderla disponibile lontano nello spazio e nel tempo. Icone di colore diverso individuano i poeti viventi, quelli del passato e varie organizzazioni e festival. Nella rete Internet questi siti sono raggiungibili con una ricerca, tuttavia gli archivi sono selettivi e seguono criteri di qualità stabiliti all'interno di gruppi di addetti ai lavori. Raccogliere, invece, tutte le voci poetiche del mondo, in molte lingue, in una unica mappa in progress veicola un significato importante nel momento in cui intorno a noi si innalzano muri e si radicalizzano differenze e contrapposizioni: la poesia unisce, trova le somiglianze. Ogni puntatore localizza un file di suono con la voce del poeta che recita una sua poesia e una breve scheda biografica; rintraccia una individualità, un nome, una storia. In quanto tale, la Poetry SOUND Library ricadrebbe nella categoria dell'archivio e per questo si definisce “library”, biblioteca. Il carattere di apertura e la non selettività hanno, però, attribuito a essa un valore aggiunto. A un'occhiata d'insieme, dato il numero crescente di voci, ha acquisito una dimensione ecumenica in cui, per estensione, ogni uomo della Terra ha una somiglianza “poetica” con gli altri, una realtà e un punto di vista che concorrono a disegnare il Pianeta in nome della poesia. La somma delle individualità finisce per cancellare le individualità in una visione quasi medievale dell'opera d'arte: nella costruzione della cattedrale, più del nome del singolo mastro conta la cattedrale come espressione corale della città, ora divenuta villaggio globale che si proietta e autorappresenta come cattedrale virtuale. Ancora nel Rinascimento i maestri lasciavano parte del lavoro ad apprendisti di bottega e spetta all'esperto individuare la mano e la pennellata. Il soggettivismo titanico dell'artista, che lo rende “diverso”, acquista una preminenza solo nell'Ottocento con il Romanticismo. Ma già nel secolo successivo l'individualismo

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si stempera nelle società di massa; con le avanguardie l'arte nega sé stessa; con la riproducibilità tecnica, resa possibile dalle nuove tecnologie, l'opera rinuncia alla propria unicità. Marcel Duchamp ci dimostra che un orinatoio è un'opera d'arte in virtù dell'investitura che riceve dall'artista e della collocazione nel “sistema” dell'arte. Dagli anni Sessanta, la Pop Art fa proprie icone tratte dal mondo delle merci e dei mass media: queste costituiscono un filtro tra artista e realtà che non può essere bypassato, e la “mimesis” deve tenerne conto e dotarsi di nuovi strumenti, di protesi tecnologiche. La riproducibilità tecnica dell'opera giunge con l'arte digitale dell'ultimo decennio del Novecento a una riproducibilità perfetta, ontologica. In questo percorso le avanguardie hanno un itinerario che estremizza alcuni caratteri di rottura e li rende meglio individuabili. Il primo è l'intento di portare la poesia fuori dalla pagina scritta per costruirla e abbracciarla con tutti e cinque i sensi. Nelle serate futuriste la poesia già si esprime in aspetti multimediali, performativi e sonori; nella scrittura irrompe la rappresentazione del volume della voce attraverso la valorizzazione dell'elemento tipografico e degli spazi bianchi; la visualità si impossessa delle tavole parolibere. Vi furono un teatro, una musica e anche una cucina futurista. Con un segno politico opposto, quel gesto dirompente fu sviluppato negli anni Sessanta, quando la poesia visiva si appropriò, come la pop art, delle icone della pubblicità e dei media. In quegli anni in cui tutto fu messo in discussione, l'arte stessa come icona fu destabilizzata dall'arte concettuale, dall'happening, dal Situazionismo. Il concetto, l'evento, superano l'oggetto-merce. Si ripresentarono nel Novecento una dimensione collettiva e uno sviluppo temporale dell'opera tipici delle narrazioni sacre dell'arte medievale. L'opera d'arte, stemperata nel tempo della performance, si contaminerà con i nuovi media, prima analogici e poi digitali, producendo nuove estetiche e modalità di fruizione; sperimentazioni legate al video, alla video-performance, all'installazione interattiva, all'arte come

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processo. Le tecnologie digitali estremizzarono il discorso dell'“opera aperta” proiettandola infine su Internet. Alcuni eventi collettivi di poesia online sono sorti in Italia tra la fine anni Novanta e gli anni Duemila e hanno trovato spazio anche nella Biennale. Si tratta di happening virtuali paralleli a eventi reali simultanei dislocati in luoghi anche lontanissimi del mondo (per esempio: Global Poetry, 2002), in cui l'opera individuale è tassello e materia di un flusso, di un processo che è l'opera, la vera performance globale. La comunicazione diviene un materiale che l'artista può modellare. Questa sperimentazione non ha avuto molti seguaci: la performance narcisistica come esibizione individuale ha preso il sopravvento. Anche la digital art ha finito per ricondursi nei recinti rassicuranti del “bello” dell'estetica tradizionale: il bel “quadro” digitale. Il mondo artistico, come quello letterario, si è espresso in un ritorno, con mezzi tecnologici nuovi, a forme consolidate. La Poetry SOUND Library nel 2019 va in senso contrario. Il progetto poeticoartistico di Giovanna Iorio è importante perché sviluppa gli spunti innovativi dell'arte digitale e nella Net-poetry appropriandosi al contempo di icone contemporanee e delle incrementate possibilità comunicative a livello globale: l'apertura, l'archivio digitale come processo aggregante inclusivo, l'intermedialità e la sinestesia nel passaggio dalla voce alla sua trascrizione visiva nei “ritratti” delle voci. Non è semplice portare una rivoluzione etica non solo nei contenuti, ma anche nei linguaggi. Questo tentativo della Neovanguardia, dell'avanguardia digitale e della net-poetry rinasce oggi in un grande evento planetario di poesia. Caterina Davinio, 19 dicembre, 2019

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Alfonso Gatto

Alfonso Gatto

Nato a Salerno nel 1909 da una famiglia di marinai, Alfonso Gatto lasciò la sua città ancora giovanissimo. Nel 1933 lo troviamo a Milano (nel cui carcere fu rinchiuso perché antifascista), nel '36 a Firenze, dove fondò con Vasco

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Pratolini la rivista "Campo di Marte", e nel '41 a Bologna, dove insegnò Lettere al liceo artistico. Nel 1943 partecipò attivamente alla Resistenza ed entrò nel PCI (partito dal quale uscì polemicamente e clamorosamente nel '51). Nell'immediato dopoguerra eccolo di nuovo a Milano, dove visse a lungo ed esercitò la professione di giornalista, che continuò a Roma, collaborando alle trasmissioni culturali della RAI. Poeta tra i più noti e importanti del Novecento italiano, negli ultimi anni si dedicò anche alla critica d'arte e alla pittura. Morì in un incidente d'auto nel 1976. Tra le sue opere ricordiamo: Isola (1932) Morte ai paesi (1937) Poesie (1943) L'allodola (1943) Nuove Poesie (1950) Osteria Flegrea (1961) Rime di viaggio per la terra dipinta (1969) Desinenze (1977)

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VOICE PORTRAITS

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Anna Akhmatova

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Bertolt Brecht

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Dylan Thomas

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Frida Khalo

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Robert Frost

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Eugenio Montale

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Oscar Wilde

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Pier Paolo Pasolini

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Yves Bonnefoy

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Boris Pasternak

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Wislawa Szymborska

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T. S. Eliot

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Giuseppe Ungaretti

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Amelia Rosselli

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Antonella Anedda

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Giorgio Caproni

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Franco Fortini

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Valerio Magrelli

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Mario Luzi

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Giovanni Raboni

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Davide Rondoni

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Sandro Penna

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Edoardo Sanguineti

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Ritratti di poeti contemporanei non inclusi nella Mostra

Annamaria Dall’Olio

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Anita Napolitano (Italia)

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Elisabetta Bagli (Spagna)

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Annamaria Ferramosca (Italia)

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Eugenia Serafini (Italia)

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Lucia Izzo (Italia)

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Marilyne Bertoncini (France)

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Vicenzo Crosio (Italia)

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Anna Maria Pugliese

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Severino Cesari (Italia)

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Silvia Stucky (Italia)

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Abia Dasein (France)

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Ali Alizadeh (Australia)

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Carol Ann Duffy (Scotland)

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Anne Carson (Canada)

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Margaret Atwood (Canada)

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Gili Haimovich (Israel)

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Ingrid Storholmen (Norway)

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Hiromi Ito (Japan)

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Pat Boran (Ireland)

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Patrick Williamson -France

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Irene Duboeuf (France)

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Nadia Chiaverini (Italy)

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Marino Santalucia (Italy)

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Emmanuelle Sarrouy-Noguès (France)

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Elio Grasso (Italia)

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Giovanna Iorio è un'artista eclettica. Unisce fotografia, suono, poesia e prosa nelle sue opere. Ha vissuto a Dublino, Torino e Glasgow. Ha trascorso sedici anni a Roma e recentemente si è trasferita a Londra. Ha collaborato con artisti e musicisti premiati a livello internazionale alla ricerca di sinergie e sperimentando con linguaggi diversi. È la fondatrice della Poetry Sound Library, una mappa interattiva per ascoltare i poeti del presente e del passato su una mappa del mondo. A Londra le sue opere hanno fatto parte di mostre ed eventi.

Mostre: "In the woods: An exhibition of photographs and poems, The Lexi Cinema 22 Nov 2017 - 8 Jan 2018) "LoVe Birds at South Kensington Underground" a sound installation from cages to freedom (February, 14th 2018) Dame of the Hour, Bath, March 2018 fRAMes disappearing memories from villages at Morley College Studio (May-June 2018) fRAMes, Rome, MACRO Museum of Contemporary Art (June 2019) We Grow into the Forest, The Art Pavillion, Mile End Park (March, 2019) Voice Portraits, Size Matters, Fringe Arts Bath, (May-June 2019) Voice Portraits, Lexi cinema (26, November -9, January, 2020)

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Contacts: giovannaiorio96@gmail.com

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