GIORNALINO DI CLASSE - VA GINNASIO - LICEO CLASSICO MARINI - AMALFI

Page 1

Giornalino di classe n.1 13/02/2016 V A ginnasio 2015/2016 I.I.S.S. Marini-Gioia Amalfi

Editoriale: Il potere della parola

Intervista: Latino e Greco nella scuola 2.0

Inchiesta:

Arte e spettacolo:

Che cos'è una frana?

I Promessi Sposi-

Da noi è una strada

Opera Moderna

chiusa. Cultura:

Arte e Spettacolo:

Il Capodanno

Amalfi Musical

Bizantino


Pagina 1

Diamo il benvenuto a λόγος, la prima edizione del perla della nostra costiera, arricchito di un trailer pubblicitario da noi creato; segue, quindi, una renostro giornalino digitale di classe. censione del musical “I Promessi Sposi- Opera L'idea di costituire una redazione di classe nasce Moderna”, al quale la nostra classe ha assistito nel da una proposta della Dirigente scolastica del no- mese di novembre e, infine, un articolo culturale stro istituto, Dott.ssa Solange Sabin Sonia Hutter, sulla nota manifestazione del Capodanno Bizantisubito accolta con entusiasmo da noi alunni della no che si tiene ogni anno ad Amalfi il 1 settembre. VA ginnasio. Un’inchiesta approfondisce un problema che tocca Tutti i lavori del nostro giornalino sono frutto di da vicino molti studenti pendolari: ci è sembrato esercitazioni individuali e di gruppo svolte nell'ar- opportuno occuparci, nella prima edizione di queco del quadrimestre sotto la guida della nostra do- sto giornalino, degli eventi franosi che per lunghi cente di Italiano, professoressa Camelia Mimma, periodi causano la chiusura delle strade costiere. nell'ambito del normale programma curricolare. Chiude questo numero il nostro saluto al pino secolare che fino al mese di ottobre era situato nel Le modalità attraverso le quali siamo riusciti a co- cortile del nostro istituto e ne è stato, certamente, ordinare il lavoro di redazione, anche oltre l’orario l’alunno più vecchio. scolastico, sono le piattaforme multimediali Google Drive e Google Classroom, cui il nostro Istitu- In tempo di iscrizioni abbiamo pensato di to si è recentemente registrato. realizzare un inserto speciale del nostro giornalino nel quale raccogliamo le testimonianze di Apriamo questo numero con un editoriale sul pote- diplomandi, neodiplomati ed ex alunni del Liceo re della parola, tematica da noi molto sentita, tanto Classico, oggi affermati professionisti, per far da dare il titolo alla nostra testata: λόγος, in Greco, comprendere a tutti l’utilità delle lingue classiche significa appunto parola. Partendo dalla lettura dei nell’era digitale. Un classico, infatti, non passa capitoli iniziali de “I Promessi Sposi”, attraverso mai di moda! una serie di riflessioni e attualizzazioni, siamo giunti alla conclusione che solo la cultura è capace Speriamo che apprezzerete il nostro lavoro, al quadi difenderci da coloro che usano la parola con lo le ci siamo dedicati con passione. Vi auguriamo scopo di non comunicare. buona lettura e vi diciamo arrivederci al prossimo numero. Il giornale contiene, poi, articoli riguardanti eventi culturali legati al nostro territorio. Abbiamo, infatti, realizzato un’ intervista agli attori di “Amalfi LA REDAZIONE Musical”, lo spettacolo incentrato sulla storia della

È nata l'unica radio in Italia, fatta, diretta e condotta da adolescenti dagli 11 ai 17 anni. Un alunno dell’istituto Marini Gioia ne fa parte dal 2015. I servizi vanno in onda da qualunque posto, che sia la camera di un amico, un parcheggio, una discoteca, dalla strada… .Trattano i più svariati temi. Radio Immaginaria esiste dal 2010 ed è nata a Castel guelfo di Bo-

logna. La radio trasmette via web e attraverso una pagina Facebook. Radio Immaginaria sarà anche a Sanremo per la diretta del festival! Qui il link del sito ufficiale:

http:// www.radioimmaginaria.it/


Pagina 2

Il nostro primo editoriale nasce da una riflessione sul colloquio fra Renzo e l’Avvocato Azzecca-garbugli, quanto mai attuale come molte pagine manzoniane. Un tema centrale nel romanzo è la raffigurazione del potere come macchina dell’inganno, che si afferma anche tramite la manipolazione del linguaggio. L’avvocato Azzecca-garbugli è un vero giocoliere della parola, spregiudicato e abile nel manovrare “le grida”, che ingombrano il tavolo del suo studio, nel quale Renzo si è recato per cercare una soluzione agli “impedimenti dirimenti” (“error, conditio, votum, cognatio, crimen...”) enumerati da Don Abbondio per rinviare il matrimonio. I ritratti dei dodici Cesari alle pareti incutono un rispetto reverenziale; i libri sugli scaffali, vecchi e polverosi, dicono a un osservatore attento che l'avvocato non li usa molto spesso, ma agli occhi del giovane, che a mala pena legge lo stampato, sono prova di cultura. Il capitolo ci offre la dimostrazione evidente del sistema giudiziario secentesco: l'avvocato, inizialmente, quando ancora crede che Renzo sia uno dei bravi, si mette a sua disposizione, ma quando scopre che egli è la vittima lo fa uscire dallo studio con parole sgarbate; rappresentante di una società corrotta, usa il potere, (la conoscenza), contro gli umili e gli indifesi. Già Don Abbondio aveva suscitato la reazione stizzita del promesso sposo, (“Che vuol ch'io

n.1

faccia del suo latinorum?”), citando in latino norme del diritto canonico. Azzecca-garbugli, come don Abbondio, comunica con l'obiettivo di non comunicare. E’ una strategia che si ripresenta ancora oggi, in altri contesti. Ne dà testimonianza Italo Calvino in un articolo apparso nel 1965 sul quotidiano “Il Giorno”: L’antilingua. Riportando il testo di un verbale, in cui un brigadiere “traduce” meccanicamente il racconto snello di un testimone in un forzato italiano aulico, Calvino ci dimostra cos’è l’”antilingua”, ovvero “l'arte di complicare una lingua semplice” che, “da cent’anni a questa parte”, ha contagiato il nostro linguaggio quotidiano. L'antilingua adopera vocaboli astratti, preferisce parole simili (sinonimi) all'italiano corrente e una costruzione sintattica complicata. E’ un linguaggio articolato e oscuro a molti, che scivola nel cosiddetto burocratese, presente nei testi delle leggi, nel linguaggio dei politici, nei documenti ufficiali: non si ammetterà mai che qualcosa si trovi dietro, bensì sarà situato in posizione retrostante. Stiamo perdendo la capacità di dare il nome giusto alle cose. Ma come può un cittadino comprendere i propri diritti e i propri doveri, se questi non vengono esposti in un linguaggio semplice e chiaro? Dove trionfa l'antilingua non si comunica, si fa finta di comunicare.

Soltanto negli ultimi anni in Europa e in Italia sono state denunciate le anomalie dell’antilingua burocratica ed è stata adottata una politica di semplificazione del linguaggio degli atti amministrativi. Se ne può avere facilmente prova confrontando le bollette di luce e di gas con quelle di dieci anni fa. Noi adolescenti possiamo opporci al potere della parola con la cultura, strumento essenziale per custodire e difendere i nostri diritti. Però, dinanzi a scelte politiche che tagliano gli investimenti per istruzione e cultura, possiamo solo cantare con Fedez: “Non ci fanno né lavorare, né studiare perché un popolo di ignoranti è più facile da governare”. Flavia Di Lieto Mariarosaria Ruocco


Pagina 3

Amalfi Musical In occasione di un lavoro scolastico, un'intervista da realizzare in gruppo su una tematica legata al territorio, abbiamo deciso di intervistare gli attori di Amalfi Musical, orgoglio costiero e non solo. Siamo stati onorati di incontrare Ario Avecone, Vincenzo Oddo e Nuccia Paolillo, e li ringraziamo ancora per la disponibilità e per il pomeriggio trascorso con noi.

Vincenzo: Come dice Ario la concentrazione è la cosa più importante. Fondamentalmente chi porta a teatro un personaggio deve immedesimarsi in esso, perdere se stesso e le sue “non concentrazioni”.

Intervistatore: Buonasera, innanzitutto grazie per la vostra disponibilità. Inizierei a farvi qualche domanda in generale…Quando è nata la vostra passione per il teatro? Vincenzo Oddo (Cardinale Luigi): Diciamo che il teatro l’ho visto in tv sin da piccolino durante il periodo natalizio: chi non ha visto il grande Eduardo! Mi appassionava molto, ma non era certo una scelta di vita o un hobby. Poi, frequentando un gruppo di amici, ci fu presentato un professore di italiano, molto appassionato di teatro, che mi trasmise questa vera e propria passione. Da lì ho cominciato a frequentare laboratori di teatro, a leggere molto e ad avvicinarmi sempre di più a quest’arte. Ario Avecone (Antonio): Io, invece, mi occupavo principalmente di musica, suonavo nei locali e cantavo, poi, casualmente vidi a Sanremo Cocciante, che presentava la versione francese di Notre Dame de Paris. Sentii queste canzoni, voci spettacolari e cominciai a studiare il musical, e da lì è iniziato tutto.

I: Adesso passiamo alle domande individuali. Partiamo con Vincenzo Oddo, che abbiamo ammirato nelle vesti del Cardinale Luigi. Quanto è stato difficile interpretare questo ruolo? Vincenzo: Difficile no. E' un bel personaggio. Un personaggio abbastanza idoneo alla mia personalità.

I: Avete frequentato una scuola di recitazione o di canto? Vincenzo: Io ho frequentato l’Accademia di teatro del Maestro Casagrande, diversi stage e laboratori di teatro. Ario: Personalmente sono autodidatta, non ho studiato né canto, né teatro, né musica. Però avevo in famiglia mia madre, che è una grande esperta di teatro, che mi ha insegnato le basi. I: Quali sono le principali difficoltà che si incontrano nel lavoro teatrale? Ario: Sono tantissime, a partire dal continuo rapporto con il pubblico. Siamo sempre molto concentrati sotto l’occhio vigile delle persone! In secondo luogo bisogna saper fare tutto, sapersi muovere, far muovere il corpo, il viso, essere espressivi, e recitare in maniera convincente. Nel Musical è ancora più complicato perché bisogna saper cantare, nel nostro, in particolare, bisogna anche saper combattere!

I: Un consiglio ad un aspirante attore. Vincenzo: Crederci. Se sai di poter trasmettere qualcosa, vai avanti.

I: Quanto è impegnativo conciliare il tuo lavoro con un' attività teatrale così importante? Vincenzo: Molto impegnativo. Se sono riuscito a conciliare entrambi le cose lo devo ad Ario. Saltavo molte prove, ma riuscivo a incastrarmi tra una prova e l'altra. I: Ora passiamo ad Ario, un grande attore con una grande voce, che però nella vita fa anche altro. Quando hai capito che la recitazione e il canto potessero diventare più di una passione? Ario: Soprattutto il canto. Ascoltando i consigli e provandoci. Con il tempo si riesce a capire e a migliorare. I: Avresti mai immaginato un così grande successo per Amalfi Musical? Ario: Sinceramente no. Immaginavo una stagione, due stagioni... Arrivare a 300 repliche era impensabile! Ha colpito le persone perché è semplice, ma profondo. E' stata una sorpresa per tutti!


Pagina 4

n.1

cercava in tutti modi, tutta la sera, di porgerle il cerchietto! O una “papera” più eclatante è stata quando io ero a terra, con Bruno ferito, e la nostra “signora fan” ci baciava, ci abbracciava e sussurrava “bravi, bravi!” E quando Vincenzo entrò in scena disse: “Oiccan pur o munsignor!” Non tutti capiscono che non è il Cardinale ad uccidere Sicardo. E alcune signore, nel silenzio totale, esclamano ironicamente:“E chest è 'a Chies!” I: Amalfi Musical quindi possiamo definirlo un suc- Ario: Le guardie uscendo andarono contro un muro, la cesso costiero e tutti noi, amalfitani e non solo, ne sia- porta era chiusa... sono successe cose incredibili! mo molto affezionati. Ma, potendo scegliere, avreste scelto di interpretare proprio i vostri ruoli, e soprat- I: Le domande sono finite, ma vorrei concludere quetutto c'è qualcosa che vi accomuna con il personaggio sta piacevole serata da “giornalista improvvisata” con che interpretate? un vostro piccolo omaggio musicale! Vincenzo: All'inizio dovevo interpretare Sicardo, quindi [Gli attori/cantanti si sono esibiti live, per noi, con il celese mi chiedi chi avrei voluto interpretare ti rispondo lui. bre ritornello di Amalfi Musical “Si squarcia il cielo Ma per mancanza di tempo, per i due brani musicali, ab- blu,si allineano le stelle, si innalzano le vele di questa biamo optato per il Cardinale Luigi. civiltà, due lampi in mezzo al blu dividono la notte, diseArio: Io sono il regista e quindi ho attribuito i ruoli perso- gnano le rotte della nostra libertà! Amalfi rivivrà!”] nalmente. Sono entrato in scena in un secondo momento, nelle vesti di Antonio, il protagonista. Nuccia: Non avendo la vocalità e l'età di Giovanna, interpreto Madama Livia e Ario ha scritto i brani sulla mia voce. I: Adesso una domanda per Nuccia, un'insegnate di canto, una cantante e non solo: come hai reagito alla proposta di entrare nel cast? Nuccia Paolillo (Livia): Con Ario parlavo molto di questo progetto, ed io sono stata una delle prime a sapere di questo Musical. L'ho visto nascere e ci ho creduto fin da subito.

I: Ogni volta che assisto ad uno spettacolo teatrale mi chiedo quanto sia difficile ricordare tutto a memoria, i gesti, i passi e le posizioni. Avete un metodo per ricordare tutto? Tutti: Provare, provare, provare! Provare a casa, inserendo piano piano i gesti e le posizioni. Poi ognuno ha il suo metodo, chi preferisce provare a casa e chi invece ha bisogno di provare con gli altri. Il metodo è cucito su ogni persona. I: Se doveste scegliere un solo nome chi sarebbe il vostro mito teatrale? Vincenzo: Secondo me, il più grande attore teatrale mai esistito è Vittorio Gassman. Altri miti sono Giancarlo Giannini e il maestro Casagrande. Ario: Il mio mito in assoluto è Carl Anderson, il Giuda nero di Jesus Christ Superstar. Nuccia: Gigi Proietti. Lui è il mio mito da sempre. Poi come cantante, da cui ho preso la vocalità, Mina. Questi sono i miei due miti. I: Avete un aneddoto o un retroscena successo dietro le quinte? Vincenzo: Tantissimi! Hai una serata a disposizione per noi?! Succede, ed è normale. Non solo dietro le quinte, anche durante il musical. Qualche volta si calca la mano e cerchiamo di farli succedere, altre volte accadono improvvisamente! Una sera, per esempio, si è spezzata una spada durante un combattimento. Nuccia: Giovanna perse il cerchietto e una vecchietta


Pagina 5

Il 25 novembre 2015 noi ragazzi della classe V ginnasio ci siamo recati al teatro Palapartenope di Napoli per assistere a “I promessi sposi– Opera moderna”, una rappresentazione scenica a metà strada tra il musical e l’opera rock ispirata all’omonimo romanzo di Alessandro Manzoni. Autore del testo e capo della regia è Michele Guardì, mentre le musiche sono ad opera di Pippo Flora. Il cast d'eccezione è composto da un grande corpo di ballo di ben 20 elementi, con coreografie che in alcuni passaggi diventano movimentata scenografia. L’insieme degli interpreti è costituito da attori-cantanti di talento; tutti riescono ad essere protagonisti in determinate scene dello spettacolo poiché l’attribuzione delle parti è ben equilibrata. Graziano Galàtone ci fa dimenticare la figura goffa e impacciata del personaggio manzoniano, mentre ritroviamo in lui la durezza e la volontà testarda di Renzo. Nelle vesti di Lucia una giovane Noemi Smorra personifica con grande consapevolezza e intensità il personaggio a cui Manzoni affida il compito di rappresentare il suo sentimento della vita, la concezione del dolore e il senso del divino. Don Rodrigo, interpretato da Giò Di Tonno, incarna perfettamente l’arroganza del potere mentre Vittorio Matteucci è straordinario nel suo tormentato Innominato, Co-

lui che non deve essere nominato, che si presenta circondato da ombre nere e “Dissennatori”. La sensuale e tenera monaca di Monza è interpretata da Lola Ponce, mentre Christian Gravina si sdoppia con agilità tra Fra Cristoforo e il cardinale Borromeo. Il musical ha una durata di quasi tre ore, non lascia spazio a tempi morti ed è diviso in due atti. La prima scena è una presentazione cantata di tutti i personaggi principali dopodiché si procede con la storia che tutti conosciamo. Particolare attenzione è stata prestata alla scenografia dello spettacolo che può contare su tre grandi palcoscenici ruotanti; inoltre alcuni carri mo-

bili danno fluidità alle scene aprendosi, chiudendosi, separandosi; tutto è curato nei minimi dettagli. Le scene più interessanti sono quelle in cui Don Rodrigo, situato in alto, su una sorta di ragnatela, come un deus ex machina, con dei fili muove i ballerini, marionette che si piegano al suo volere; incastrato al centro di questi c’è Don Abbondio, che rappresenta tutti gli uomini vili che non osano ribellarsi ai prepotenti. Altrettanto caratteristica la scena in cui l’avvocato Azzecca-Garbugli, dall’alto di una pila di libri, canta “La legge è uguale per tutti”, meditando su come punire il delinquente che ostacola il matrimonio del povero Renzo. L’opera rimane abbastanza fedele al romanzo, tuttavia presenta alcune incongruenze: infatti in quest’ultimo Lucia è vista da don Rodrigo solo come una scommessa, mentre nell’opera moderna si evince un vero e proprio sentimento di passione. Pochi sono gli elementi a sfavore di questo spettacolo, ma tra questi c’è, senza dubbio, la scelta di mettere in scena una storia completamente cantata senza nemmeno una battuta recitata. Inoltre, l’acustica era ad un volume troppo alto e, avendo noi dei posti laterali, quindi piuttosto vicini alle casse, è risultata difficile la comprensione di alcune parole. Ciononostante è un buon modo innovativo per avvicinare i giovani a un grande classico della letteratura italiana, in un’ottica insolita, sulla scia di grandi successi come “Il gobbo di Notre Dame”.


Pagina 6

Ad Amalfi il Capodanno non cade il primo gennaio, ma il primo settembre. Questo particolare tipo di Capodanno è conosciuto con l’appellativo di “bizantino”. A conferirgli questo nome è stato il medievalista amalfitano Giuseppe Gargano che, negli anni ’80 del Novecento, ideò quello che sarebbe diventato un evento storico e culturale di rilevante importanza. La manifestazione conta 13 edizioni, di cui 10 ininterrotte dal 1999 al 2009; poi è stata sospesa per qualche anno perché non c’erano, in quel momento, fondi disponibili.

n.1

a una personalità, amalfitana d’origine o d’adozione, che si sia distinta per meriti particolari in un settore della civiltà amalfitana medievale quale può essere l’arte, il diritto o la politica. Contemplando il momento dell’investitura, il programma del Capodanno Bizantino prevede prima lo svolgimento e la partecipazione a un convegno di studio sul Medioevo amalfitano che si tiene all’interno dell’Arsenale della Repubblica, e poi la lectio magistralis dello stesso Magister. Il 1 settembre, invece, avviene la vera e propria cerimonia di investitura dopo la quale parte un corteo storico con figuranti in costumi d’epoca che da Atrani si snoda per il lungomare fino ad arrivare al Duomo di Amalfi, sul cui sagrato ha luogo uno spettacolo finale ispirato rigorosamente alla tradizione marinara di Amalfi.

Come il professore Gargano stesso, da noi intervistato, ci ha dichiarato, l’idea di realizzare questa manifestazione nacque già nel 1979 e fu presentata all’allora azienda di Soggiorno e Turismo, ma riL’ultimo a essere incoronato Magister di civiltà mase “lettera morta” poiché non fu presa in consiamalfitana è stato il grande artista, nonché fondatoderazione dai vari commissari che si succedettero re della compagnia di canto popolare, Roberto De alla gestione dell’Ente. Simone. Egli, il 31 agosto, ha tenuto un’intervista Solo nel 1979 questo progetto fu indicato da Mario sulla piazzetta antistante la collegiata di Santa MaGrimaldi al sindaco Luigi Torre e all’assessore alla ria Maddalena ad Atrani, con la quale ha voluto cultura Antonio Bottiglieri, che decisero di am- lanciare un invito ai giovani ad avvicinarsi alla musica del passato, in quanto possiede un livello artipliarlo anche con giochi medievali. stico superiore rispetto a quella attuale. Infine si è Il 1 settembre non coincideva altro che con l’inizio interrogato sull’esistenza effettiva dei giovani, poidell’anno fiscale e giuridico nei territori ché quelli in preda “alla febbre del sabato sera” sodell’Impero d’Oriente, ovvero tutto l’insieme di no già vecchi, mentre si possono definire tali solo quelle cittadine periferiche dell’impero cui apparte- coloro che coltivano dei sogni e si illudono del funeva anche Amalfi. In questa data ogni anno, infat- turo. ti, venivano nominati dei nuovi comites, ovvero i nuovi capi della Repubblica marinara. Si trattava di una prassi che ebbe anche una vita lunga, considerando che entrò in vigore a partire dall’anno 839 per rimanere valida fino al X secolo e, dopo una breve interruzione, tornò in auge nel 1266 sotto il dominio angioino per durare fino all’avvento dei Borbone. All’epoca tutto si svolgeva presso la Chiesa del Santo Salvatore de Birecto di Atrani, che era sede ufficiale delle assemblee pubbliche nonché dell’incoronazione dei duchi. Questa location è stata mantenuta tutt’oggi nell’ambito della manifestazione: la cerimonia di investitura del Duca di Amalfi, nonché Magister della Civiltà Amalfitana si tiene proprio sul sagrato della chiesa. Rispetto al Medioevo, il titolo di Magister oggi viene conferito


Pagina 7

Che cos'è una frana? Da noi è una strada chiusa. Che cos'è una frana? Da noi è una strada chiusa. Ogni anno la Costiera Amalfitana, rinomata meta turistica, è flagellata dagli smottamenti che creano disagi a tutti gli abitanti. Abbiamo deciso di intervistare il Sig. Aniello Merolla, esperto del settore, per avere più informazioni riguardo questo sconcertante problema che tocchiamo quotidianamente con mano e che ci incuriosisce, date le nostre esperienze personali. Che cos'è una frana?

e in caso

Da cosa viene

di un pronto intervento

scatenata?

si crea una situazione ingestibile.”

“La frana è uno smottamento di materiale che da

Come l'uomo può

monte scende a valle

intervenire per

per la forza di gravità.

limitare i danni? “L'uomo non può

Sono più frequenti le

risolvere il problema,

frane causate da

può evitare la

agenti atmosferici o

Perché in Costiera

Perché le frane

percentuale di

quelle generate dalla

Amalfitana queste sono

hanno un impatto

possibilità che si

negligenza umana?

così numerose?

così grande sulla vita

verifichino episodi

“La maggior parte

“In questa zona sono

di tutti noi?

del genere poiché il

delle volte è la natura

numerose perché la

“La maggior parte

rischio non è

che sovrasta ogni

morfologia è

delle volte questi

annullabile del tutto.

precauzione e in tal

caratterizzata da forti

fenomeni interessano

Essendo il territorio

caso ciò che accade è

pendenze e in

le poche arterie che

così esteso, non c'è la

imprevedibile.

particolare le strade

danno la possibilità

possibilità di metterlo

Talvolta però alcune

sono state create

ad alcune zone di

completamente al

azioni scellerate

scavando e

essere accessibili.

sicuro, però alcuni

dell'uomo, come

sezionando le ripide

Quindi si creano

interventi come la

incendi dolosi,

scarpate. Di

disagi enormi per

tutela del territorio, la

incuria dei

conseguenza le frane

coloro che devono

protezione dagli

terrazzamenti e

avvengono in

andare a lavorare, a

incendi boschivi e la

disboscamento

prossimità delle

scuola ma soprattutto

messa in sicurezza

provocano frane.”

strade dando vita a

per le ambulanze

mediante le reti o le

tali problematiche.”

barriere para-massi, fanno sì che il

Come già detto in precedenza le frane nel nostro territorio sono un vero e proprio problema: infatti queste stravolgono il nostro quotidiano, che già a causa della particolare morfologia dei luoghi è molto difficile. Noi studenti pendolari in queste situazioni siamo sempre svantaggiati poiché gli smottamenti interessano quasi sempre strade principali, che spesso vengono chiuse anche per settimane. La conseguenza di questi eventi franosi è la sospensione del servizio di trasporto pubblico, vitale per noi scolari .

territorio venga messo in parziale sicurezza.”


Pagina 8

Durante l'autunno 2015 è stato abbattuto lo storico pino che da più di un secolo si trovava nelle vicinanze della nostra scuola. Ormai da tempo si pensava di rimuoverlo poiché era diventato pericoloso per gli studenti che praticavano educazione fisica alle sue pendici; infatti nelle giornate ventose non raramente capitava che dalla sua chioma si staccassero rami e pigne, spesso anche molto pesanti, i quali per effetto di gravità si schiantavano al suolo provocando danni. La decisione definitiva della rimozione è stata anche determinata dalle molteplici segnalazioni delle abitazioni limitrofe, che vedevano l’enorme albero, alto decine di metri, oscillare pericolosamente con vento anche di lieve intensità. La causa di queste oscillazioni così evidenti è stata ricondotta alle formiche carpentiere, che scavando all’interno del tronco e destabilizzando il pino, lo hanno indebolito. Osservando il tronco tranciato alla sua base e pensando alle molteplici ed interessanti informazioni che si potevano ricavare dalla sua sezione, la professoressa di scienze Giuseppina Gargano ha deciso di portare alcune delle sue classi

n.1

a studiarlo. L'età del pino è stata calcolata usando un semplice ma efficace sistema: contando i cerchi concentrici presenti all'interno del tronco mediante l'apposizione di uno spillo ogni dieci cerchi. Gli alunni, quindi, sono giunti alla conclusione che il pino avesse approssimativamente 125 anni. L'istituto superiore Marini Gioia saluta, dunque, il suo alunno più anziano che per più di un secolo ha abitato nel cortile del nostro Istituto.


LA REDAZIONE Direttore: Bartolomeo Merolla Vicedirettore: Rossella Esposito Art directors: Chiara Lucibello, Raffaella Rispoli Illustratore: Carmela Giordano Caporedattore gruppo 1: Anita Amatruda Caporedattore gruppo 2: Mariarosaria Ruocco Caporedattore gruppo 3: Flavia Di Lieto Redattori gruppo 1: Adelina Fraulo, Chiara Lucibello, Bartolomeo Merolla, Rossella Esposito Redattori gruppo 2: Monica Giordano, Federica Conforti, Giada Alfieri, Carmela Giordano Redattori gruppo 3: Ausilia Sarno, Raffaella Rispoli, Alessandro Scognamiglio, Giuseppe Vitaglione


Giornalino di classe n.1 13/02/2016 V A ginnasio 2015/2016 I.I.S.S. Marini-Gioia Amalfi


I

LATINO E GRECO NELLA SCUOLA 2.0 Ovvero: “L’utilità dell’inutile”

Prima puntata: studenti di oggi... Il liceo classico ti ha aiutato nel conseguire il tuo percorso di studi ? Se sì, in che modo? Stefano Esposito, studente della Facoltà di Veterinaria. Sì, il liceo classico mi ha aiutato nel conseguire il mio percorso di studi in due modi: praticamente ed indirettamente. Praticamente perché molti termini dell’ambito medico o scientifico derivano o dal greco o dal latino, indirettamente perché il liceo classico mira a fornirti un metodo di studio che andrà bene per qualsiasi strada un diplomato voglia intraprendere. Credi che il liceo classico ti aiuterà a conseguire il tuo percorso di studi? Se sì, in che modo? Marco Giordano, studente dell’ultimo anno del liceo classico ad Amalfi. Credo fermamente che il liceo classico mi potrà aiutare nel mio futuro percorso di studi. Non posso ancora parlare per esperienza diretta, in quanto frequento l'ultimo anno, ma posso affermare che il liceo classico ha una marcia in più rispetto a qualsiasi altro indirizzo di studi, poiché è l'unico capace di offrire una preparazione completa, omogenea, che tratta ogni campo o ramo del sapere, e che permette allo studente di scegliere qualsiasi facoltà universitaria, scientifica o letteraria. L’economista Ichino, nel processo al Liceo classico che si è tenuto a Torino nel 2014, ha aperto la sua arringa sostenendo che tale indirizzo di studi non dà una preparazione migliore agli studenti che vogliono intraprendere studi scientifici. Da questo punto di vista, il percorso di studi classico è ancora attuale? S.E. Bisogna dire all’economista Ichino che il liceo classico pur non fornendo conoscenze specifiche per l’ambito scientifico, come ho già detto, tende a donare agli alunni un metodo di studio che a lungo andare li aiuterà molto. Per esperienza personale io posso dirti che inizialmente un diplomato forse dovrà faticare un po’ di più, però poi, come è successo a me, si accorgerà che nulla lo avrebbe potuto aiutare più degli studi classici. M.G. Nutro il massimo rispetto per questo stimato economista, però non posso far altro che discostarmi dal suo punto di vista, in quanto il liceo classico non solo rappresenta un indirizzo di studi attuale, ma forse lo è più di tutti. Ad esempio, il programma di matematica e fisica che abbiamo svolto finora è lo stesso di quello di un liceo scientifico; in più il metodo di studio acquisito al liceo classico fornisce un'elasticità mentale che sarà molto utile in futuro. Io stesso ho intenzione di scegliere una facoltà scientifica per l'università, anche in virtù di quanto detto prima. Ti è stato richiesto un impegno molto gravoso? S.E. Quando ho frequentato il liceo classico non ho avuto un impegno molto gravoso, anche perché non studiavo molto. Però, per quel poco che ho studiato, ho ottenuto buoni risultati sia al liceo classico sia all’università.


II

n.1

M.G. L'impegno è necessario in qualsiasi attività, non si può fare una cosa senza esserne convinti o con poca passione, perché sarebbe deleterio. Dal mio punto di vista, posso dire, quindi, che il liceo classico è sì impegnativo, ma lo è come qualsiasi altro indirizzo. Credi che il latino e il greco siano lingue morte o è ancora utile leggere i testi antichi in lingua originale? Pensi che sarebbe meglio studiare altre lingue straniere al posto delle lingue classiche? S.E. Per me il latino ed il greco non sono lingue morte, poiché continuano a vivere nella nostra quotidianità e nel linguaggio medico o scientifico. Se qualcuno volesse apprezzare le opere degli autori antichi ovviamente dovrebbe leggerle in lingua originale, perché come una canzone tradotta perde il suo “valore”, anche i testi letterari greci e latini possono perdere quasi tutto attraverso una traduzione. Poi credo sia utile studiare altre lingue straniere come è utile studiare quelle classiche. Alla fine sono scelte che le persone fanno, ma tutto si può dire, tranne studiare il latino ed il greco sia inutile. M.G. Nella società moderna lo studio delle lingue straniere, come inglese, francese, spagnolo, tedesco, ecc., è molto importante, ma ciò non significa che bisogna trascurare lingue come il latino e il greco. Queste, infatti, non sono affatto, come molti le definiscono, lingue “morte”, poiché, se si guarda a ciò che hanno scritto autori come Cicerone o Seneca, si possono trovare messaggi morali e valori ancora attuali e moderni. Bisogna anche considerare che noi stessi, in quanto italiani, siamo eredi diretti della cultura e della tradizione romana, per questo non possiamo ignorare i loro preziosi insegnamenti e non conoscere la loro lingua.

Se potessi tornare indietro sceglieresti di nuovo questo indirizzo di studi? S.E. Se potessi tornare indietro io sceglierei indubbiamente il liceo classico; in terza media già lo pensavo, ma ora ne sono fortemente convinto: questa scuola, mi ha aiutato più di quanto avrebbe fatto un altro liceo o qualsiasi istituto tecnico! M.G. Sicuramente lo sceglierei di nuovo, dopo le medie non sapevo ancora cosa avrei fatto da grande ma volevo una scuola che mi permettesse di tenere aperte tutte le porte possibili per il futuro, e in questo il liceo classico è stata assolutamente la scelta migliore.


III

Seconda puntata: ...e di ieri Il liceo classico ti ha aiutato nel conseguire il tuo percorso di studi o nella tua professione? Se sì, in che modo? Anna Colella, ex studen- Claudia Lauretano, ex tessa del liceo classico, studentessa del liceo clasdocente di Scienze sico, laureata in Biologia. dell’alimentazione. “Sì, il liceo classico mi ha aiutato in entrambe le cose, per la laurea in Medicina (etimologia della maggior parte dei termini) e per la professione, in quanto sono convintissima che il liceo classico spalanchi gli orizzonti della conoscenza ed insegni, al di là delle discipline, l'amore per il sapere e io ritengo che solo chi sa è veramente libero.”

“Il liceo classico mi ha aiutato moltissimo in tutte le circostanze, per la mia laurea in biologia, e per la professione, in quanto dà un ottimo allenamento allo studio che è fondamentale per affrontare l’ università.”

S. C., studentessa del primo anno della facoltà di Biologia a Varese.

“Il liceo classico mi ha

lasciato molto e mi sta aiutando in questo primo anno all'università. E pensare che non volevo frequentarlo! Il liceo classico mi ha fornito un metodo di studio molto valido, e una forma mentis analitica ed elastica al tempo stesso.”

Ti è stato richiesto un impegno molto gravoso? Anna Colella

P.F., professionista ed ex “Non è stata una passeg- alunno del liceo classico giata. Ho frequentato una Matteo Camera. scuola salesiana dove si “Non mi è stato richiesto studiava tantissimo, italia- un impegno troppo gravono, latino e greco anche su so quando ho frequentato dispense universitarie, ma questo Liceo.” oggi ringrazio infinitamente le mie insegnanti (tutte suore). E' merito loro se ho un pizzico di cultura!”

S.C. “Le ore di studio, di impegno a casa occorrono in tutti i licei, in tutti gli istituti. No, non trascorrevo molte ore sui libri. Forse il ginnasio fu più complesso, più faticoso: dovevo acquisire il metodo di studio e imbattermi in materie nuove, come il greco. All’inizio è stato difficile.”

Credi che il latino e il greco siano lingue morte o è ancora utile leggere i testi antichi in lingua originale? Pensi che sarebbe meglio studiare altre lingue straniere al posto delle lingue classiche? P.F.

Claudia Lauretano

“Secondo me il Liceo Classico è ancora attuale poiché fornisce un metodo di studio grazie al quale, dopo la maturità, è possibile intraprendere ogni tipo di facoltà universitaria. Dovrebbero, però, ridurre le ore di latino e greco per inserire lingue straniere che, al giorno d'oggi, sono fondamentali.”

“Sì, il Liceo classico è ancora attuale e serve in primo luogo ad aprire la mente e ad allenarla. Io ho studiato biologia all’università e non tornerei indietro per scegliere un altro indirizzo di studi.”

Camilla Russo, studentessa cato, ma credo che ciò sia della Facoltà di Chimica e possibile solo dopo aver letTecnologie farmaceutiche. to i testi in lingua originale. “Penso che il latino e il gre- La conoscenza delle lingue co siano lingue tutt'altro che straniere è di primaria importanza, ma è altrettanto morte: le parliamo ogni necessario che essa sia afgiorno e neanche ce ne accorgiamo. Da ex studentessa fiancata (se non preceduta) del liceo classico una delle da una piena padronanza della nostra lingua, ed è procose che più mi piace è la possibilità di imbattermi in prio lo studio delle lingue una nuova parola e di riusci- cosiddette “morte” a garanre a comprenderne il signifi- tircene pieno possesso.”


n.1

IV

L’economista Ichino, nel processo al liceo classico che si è tenuto a Torino nel 2014, ha aperto la sua arringa sostenendo che tale indirizzo di studi non dà una preparazione migliore agli studenti che vogliono intraprendere studi scientifici. Da questo punto di vista, il percorso di studi classico è ancora attuale? Anna Colella

Claudia Lauretano

“Sì, come si fa a non commuoversi per una fanciulla come Antigone? Quanto la amo! Per me i testi classici sono ancora oggi attuali e chi non riconosce ciò può avere mille lauree, ma è un ignorante nel senso latino del termine... Anche le lingue straniere sono importanti, quindi mi chiedo: "Non si possono studiare insieme alle classiche? Magari come progetti?"

“Il latino e il greco sono lingue importanti e leggere i testi antichi aiuta la mente e a far propri importanti valori delle epoche passate. Tuttavia integrerei lo studio di queste materie con l'inglese poiché questa lingua è oramai di primaria importanza. A mio parere bisognerebbe soffermarsi non solo sullo studio della grammatica, ma soprattutto della conversazione in lingua inglese. Una scuola al passo con i tempi deve dare la possibilità all'alunno di imparare una delle lingue più parlate al mondo, una conoscenza, questa, che viene richiesta sia nel mondo universitario che in quello lavorativo.”

Camilla Russo “Ammetto che nei primi mesi di studio, trovandomi di fronte a materie puramente scientifiche quali fisica, informatica, matematica, mi é capitato, a volte, di pensarla come l’economista Ichino: “Forse, se avessi frequentato il liceo scientifico sarebbe stato tutto più facile”. Con il passare del tempo, tuttavia, mi sono (volentieri) dovuta ricredere. Mi sono resa conto che gli studi classici hanno preparato la mia mente ad affrontare qualunque tipo studi: mi hanno dotata di costanza, applicazione, metodo ed elasticità mentale. Pertanto mi sento, oggi, di contraddire Ichino: da questo punto di vista gli studi classici sono e saranno sempre attuali.”

Se potessi tornare indietro sceglieresti di nuovo questo indirizzo di studi? tante in una società come “Per altre cento vite. Salvia- quella d’oggi nella quale si è manipolati costantemente dai mo la conoscenza!” più potenti, che condizionano le nostre scelte e idee. Quindi Claudia Lauretano ognuno dovrebbe pensare con “Già da piccola volevo fare il la propria testa e avere il coraggio di contrastare le opiclassico. E questa mia idea con il passare del tempo non è nioni altrui.” cambiata. Sono stata sempre P.F. affascinata dalle materie uma- “Probabilmente se tornassi nistiche, in particolare il gre- indietro sceglierei il Liceo co, lingua assai più semplice Scientifico solo perché, avendel latino. do frequentato la facoltà di veterinaria, mi avrebbe prepaSono stata decisa sulla mia rato maggiormente nelle mascelta, mai mi sono pentita, ancora ora non mi pento asso- terie appunto scientifiche come la matematica e la fisica. lutamente. Secondo me il classico è il migliore fra tutti Per il resto ritengo il Liceo gli indirizzi, in quanto ti apre Classico una scuola molto la mente, cosa molto impor- valida.” Anna Colella

Camilla Russo “Certo, se potessi tornare indietro sceglierei di nuovo di frequentare il liceo classico: sono contenta della mia formazione e forse, a posteri, proprio alla luce della mia esperienza universitaria, ho addirittura cominciato a coglierne più a fondo i benefici, avendo avuto prova tangibile di come gli studi classici non si riducano a mera conoscenza del latino, del greco, della letteratura, ma concorrano a rendere le nostre menti più sveglie, critiche, curiose,

più aperte a recepire qualunque genere di informazione. Scriveva Calvino nel suo libro “Perché leggere i classici”: “ I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più, quando si leggono davvero, si trovano nuovi, inaspettati, inediti.”. E’ quanto, credo, si possa dire degli studi classici in generale!” S.C. “Sì! Se potessi tornare indietro, non avrei dubbi! Sono convinta che è stata la scelta migliore per me.”


V

Una sorgente che non deve disseccarsi

Terza puntata Il liceo classico l’ha aiutata nel conseguire il suo percorso di studi (o la sua professione)? Se sì, in che modo? Il liceo classico è strutturalmente preordinato non tanto a preparare un lavoratore, quanto a formare una persona, perché il suo compito è quello di trasmettere non “anticaglie”, ma il meglio della nostra storia con lo sguardo vigile al presente e al futuro. Ne deriva un patrimonio culturale che punta ad aprire la mente per sviluppare competenze profonde e trasversali, non legate soltanto all' hic et nunc, ma ad uno spettro ideale molto ampio, che nel lungo periodo può risultare e risulta, in base ai comuni dati di esperienza, sicuramente vincente. Chi frequenta questa scuola ne trae largo giovamento in termini di flessibilità mentale e capacità continua di apprendimento, per cui non subisce passivamente le trasformazioni vorticose di una realtà mutevole e cangiante, ma entra in possesso di una duttilità intellettuale e di un'impalcatura razionale atte a dominare gli inevitabili mutamenti della vita professionale e sociale. Si sia o meno professionisti, l'acquisizione di un habitus teoretico ed applicativo di forte respiro, che si può attingere dal vastissimo serbatoio dell’umanesimo classico, aiuta nell'esercizio di qualsiasi attività, dando vita ad un approccio sano e serio a tutto quanto si intraprende, anche sulla base di uno spirito critico saldo e alieno da ogni superficialità. L'economista Ichino, nel processo al liceo classico che si è tenuto a Torino nel 2014, ha aperto la sua arringa sostenendo che questo indirizzo di studi non dà una preparazione migliore agli studenti che vogliono intraprendere studi scientifici. Da questo punto di vista, il percorso di studi classici è ancora attuale? Il percorso di studi classici è indubbiamente attuale, perché è antistorico e irrealistico disconoscere che il significato profondo e i fondamenti del sapere, anche di quello scientifico, hanno una radice umanistica e che la cultura greca e latina è un piacevole e necessario bagaglio che ha contraddistinto la civiltà occidentale, permeandola financo nelle tappe evolutive del suo progresso tecnologico. Pertanto, l’affermazione del professor Ichino è per lo meno discutibile, se non addirittura infondata, alla luce di una innegabile realtà storica e di una temperie culturale dalla solida ossatura, proprio perché è di comune accezione che il proprium della paideia liceale è quello della maturazione di un impianto di conoscenza integrale, che va ben oltre la spendibilità immediata. Le cosiddette lingue morte sono in realtà delle lingue storicamente concluse, ma conservano un potenziale di ricettività e di sapere che costituisce, come ha scritto lo storico greco Tucidide, uno κτῆμα εἰς αἰεί, cioè una conquista perenne, che vale al di là di un puro utilitarismo pratico. E’ una scuola che richiede un impegno molto gravoso? Fermo restando che qualsiasi scuola richiede uno sforzo di apprendimento, il liceo classico ha indubbiamente una marcia in più per chi lo frequenta in quanto per il buon esito dello studio del latino e del greco, come per quello della matematica, della fisica e delle scienze naturali, è necessaria una disciplina mentale radicata nell’attenzione e capace di allenare il pensiero e l’azione con un rigore metodologico e storicocritico, che dura tutta la vita. In questo senso il liceo classico è la scuola per eccellenza, matrice storica di tutte le altre e risponde pienamente all'etimo greco σχολή che significa appunto palestra, allenamento. Se potesse tornare indietro, sceglierebbe di nuovo questo indirizzo di studi? Non solo vale la pena di sceglierlo di nuovo alla luce dell'esperienza vissuta, ma occorre mirare ad una maggiore vivacità culturale del corpo docente e ad una più lungimirante intelligenza manageriale dei dirigenti per progettare e realizzare percorsi didattici innovativi, anche al fine di rendere più attuale e più aderente alla sensibilità odierna la preziosa e insostituibile eredità del mondo classico. Un paladino del Liceo classico


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.