Il Sommelier n.1/2015

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il Sommelier Rivista di enologia, gastronomia e turismo

Anno XXXIII - Numero 1 - 2015 - Dir. Resp. Roberto Rabachino - Reg. Trib. Pisa n. 21 del 15.11.1983 - Lg. 47/1948

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sommario ®

sarinrosa

®

Un grande evento che può cambiare l’immagine del nostro Paese Dir. Resp. Roberto Rabachino Lettera del Presidente Nazionale Giorgio Pennazzato

pag. 2 3

Parola all’esperto ®

FEDERAZIONE Vedere® la pianta dalla parte delle radici: perché sono necessari nuovi ITALIANA portinnesti S O M M Eper L I E R la vite - Attilio Scienza ALBERGATORI

R I SUruguay TORATORI Si scrive ma si legge Tannat - Marco Ferrari

Intervista a Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella - Luisella Rubin

Turismo nel Mondo

Hawaii: storia, leggenda di un paradiso - Jimmy Pessina

6 8 12 16

Il piatto

L’uva? Non solo vino! Enza Bettelli - con abbinamento vini a cura di Nicola Masiello

26

Facce da Chef

Ristorante Le Giare a Montiano, emozioni in cucina e non solo Alessandra Meldolesi e Lido Vannucchi

Emozioni nel bicchiere

Giovani progetti: Fattoria Kappa tra il mare e Volterra - Davide Amadei MareDiVino: la grande vetrina dei vini della Costa degli Etruschi Davide Amadei

29 32

Il Nebbiolo di Langhe e Roero conquista Volterra - Davide Amadei

36 42

Un territorio, una storia, unVino - Nicola Masiello

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- Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV Signori del Vino, per un servizio pubblico di qualità di Gladys Torres Urday

50 54

Anteprime Toscane 2015 ANTEPRIMA VERNACCIA 2015 San Gimignano DOCG - Nicola Masiello Anteprima Chianti DOCG - Riccardo Margheri Chianti Classico Collection 2015 - Davide Amadei Anteprime di Toscana 2015 - Nicola Masiello

58 62 64 68 72

Un Vinitaly 2015 da incorniciare! - Ufficio Stampa Vinitaly

78

Due verticali emozionanti al Corso DUF: il Fiano di Caggiano ed il Terre Brune di Santadi Augusto Gentilli e Davide Amadei

80

fis@rnews - Le notizie dalle Delegazioni

86

Il vinO Bianco E I SUOI TERRITORI - Nicola Masiello

Il CTN comunica - Primo Corso per Degustatori Ufficiali Fisar Davide Amadei

100

Programma VINITALY 2015

102

Convocazione Assemblea Soci

103


di Roberto Rabachino (fonte Expo 2015) direttore@ilsommelier.com

Un grande evento che può l’immagine del nostro Paese

cambiare

Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di evento, oltre 130 partecipanti, un sito espositivo sviluppato su una superficie di un milione di metri quadri per ospitare gli oltre 20 milioni di visitatori previsti.

E

xpo Milano 2015 è un’Esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno a un tema decisivo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Un evento unico che incarna un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile, tecnologico e incen2

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trato sul visitatore. Concentrandosi sull’individuo, che con la sua vita e il suo lavoro contribuisce alla trasformazione dell’ambiente naturale in cui vive, Expo 2015 rappresenta l’energia vitale che il cibo, simbolo di ospitalità, di comunità e di celebrazione della vita, porta con sé. Fin dalla sua prima edizione, tenutasi a Londra nel 1851 e ospitata all’interno del Crystal Palace, l’Esposizione Universale è stata il palcoscenico ideale dei traguardi più ambiziosi raggiunti dall’Uomo e dai popoli nel corso del tempo, l’occasione per condividere innovazione, avanzamenti tecnologici e scoperte di grande ispirazione, progetti architettonici e movimenti artistici, ma anche per creare luoghi e spazi che si sono trasformati in veri e propri simboli della cultura e della storia dell’epoca. Basti pensare alla Torre Eiffel, eretta a Parigi per l’Esposizione del 1889. A differenza dalla altre edizioni, Expo Milano 2015 sarà la prima esposizione mondiale della storia a

essere ricordata non solo per i manufatti realizzati ma soprattutto per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse a livello planetario. Sarà una manifestazione di natura non commerciale, mirata a creare una piattaforma per un dialogo internazionale tra i cittadini, i Paesi e le istituzioni intorno a un tema d’attualità e di interesse universale. I visitatori, coinvolti in prima persona in percorsi tematici e approfondimenti sul complesso mondo dell’alimentazione, hanno l’opportunità di compiere un vero e proprio viaggio intorno al mondo attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della Terra. Indiscutibilmente, al netto di tutte le polemiche e dei vergognosi scandali, Expo rappresenta per il Sistema Italia un’occasione unica per rilanciare non solo economicamente il nostro Paese ma soprattutto, se tutto funzionerà come previsto, a rilanciare la nostra immagine.


di Giorgio Pennazzato presidente.nazionale@fisar.com

Lettera del Presidente Nazionale

Giorgio Pennazzato

Il mio saluto a tutti Voi, Soci, a tutti i livelli, Amici, Simpatizzanti, Collaboratori, Partners, Alleati della FISAR!

Q

uali sentimenti ed emozioni provo nell’intraprendere la carica di Presidente? Quali impegni mi assumo nei Vostri confronti? Quali obiettivi vorrei realizzare nei prossimi mesi? Il primo sentimento che sento vivo in me è l’interpretazione che dò a questa carica: per me non rappresenta l’esercizio di un “potere” fine a se stesso, ma significa piuttosto il mettermi a disposizione dei Soci per realizzare assieme gli obiettivi associativi che desideriamo raggiungere. La mia assunzione di carica è perciò dettata da un grande senso di responsabilità nei Vostri confronti. Ed ho accettato con serenità questo impegno, consapevole di quanto il Consiglio Nazionale ha fatto nei suoi primi 27 mesi, dando appoggio al Presidente Del Debbio per attuare le varie delibere. Prima di muovere dei passi in avanti, mi viene spontaneo quindi dare

un’occhiata indietro, alla strada percorsa. E qui vedo la figura dal mio predecessore, Mario Del Debbio, che ha scelto di lasciare la sua carica. Le sue positive visioni di sviluppo, che meritano il nostro apprezzamento, hanno favorito un nuovo dinamismo associativo, rivolto al conseguimento di traguardi di qualità. Grazie quindi a Mario per il bene che ha fatto per FISAR, supportato dalla fattiva collaborazione di Graziella Cescon, Vicepresidente, dal Segretario Claudia Marinelli, da tutti i componenti il CN e la Segreteria Nazionale. E ora dobbiamo andare avanti, dobbiamo portare la nostra Associazione ad appropriarsi del suo posto al sole. Ci aspetta il prossimo Vinitaly, per poi passare all’Assemblea del soci ad Aprile ed infine il grande impegno di EXPO 2015, per traguardare ad ottobre con il massimo risultato possibile, sia in termini di comunicazione che di immagine, tenendo conto delle Vostre utili indicazioni e proposte, con il fine di condividere e proseguire il cammino che abbiamo iniziato assieme. In definitiva, il mio impegno è perciò proteso verso l’attuazione dei progetti evidenziati nella scorsa gestione, è orientato a far fiorire e maturare tante sementi già sparse, ed ora bisognose di calore, di acqua, di cure. E parlando di fioriture mi viene spontaneo pensare al nostro “fiore all’occhiello”: la FISAR IN ROSA, l’unione delle nostre splendide Sommelier, che tante soddisfazioni

ci hanno dato (e continueranno a darci) grazie allo sprint profuso dal Consigliere Luisella Rubin e dalle sue collaboratrici. Un aspetto fondamentale cui vorrei dedicarmi in special modo, nei prossimi mesi, è un maggior contatto tra gli organi istituzionali e le Delegazioni, che rappresentano “la forza” della FISAR, che ne consentono l’alimento, che ne garantiscono l’afflusso di linfa vitale. Cercherò ogni utile opportunità per trovarmi con i Delegati delle varie parti d’Italia, che, giorno per giorno, sono in “trincea” per portare avanti il buon nome di FISAR, vorrò ascoltare le loro esigenze e proposte. E poi cercherò di cogliere i suggerimenti che mi perverranno dai Coordinatori di area e dai Responsabili di Zona, cinghia di collegamento col CTN, degnamente rappresentato dal prof. Silvio Dalla Torre. Ho la profonda convinzione che FISAR abbia delle notevoli potenzialità di ulteriore sviluppo, grazie al costante e infaticabile contributo dei propri Soci, ai vari livelli, e ai nostri validi Sommelier; FISAR ha davanti a sé tante opportunità che attendono di essere valorizzate per essere colte. Stringiamoci dunque le mani, scambiamoci uno sguardo sorridente di intesa e… avanti assieme!

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il Sommelier

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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Registr. Tribunale di Pisa n° 21 del 15.11.1983 ®

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Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori

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La rivista viene inviata a tutti i Soci F.I.S.A.R., a tutti gli organi di informazione, a tutti i giornalisti dei gruppi di specializzazione di settore, a tutte le Istituzioni, a tutte le Associazioni di settore e a tutti gli IPSSAR che ne facciano richiesta tramite spedizione gratuita in abbonamento postale.

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DOVE ETERNAMENTE FIORISCE LA VITE... Vi aspettiamo al Vinitaly dal 22 al 25 marzo Padiglione 6 - Stand C5

Il Prosecco è da molto tempo coltivato nella fascia collinare della marca trevigiana, e più precisamente sulle colline che si estendono tra Valdobbiadene e Conegliano. La storia di un vino, soprattutto se di origine antica, è intimamente legata non solo alla terra che lo produce, ma anche alle vicende che nel corso del tempo hanno segnato la vita delle generazioni che si sono succedute nel territorio di produzione.

Strada delle Treziese, 1 » 31049 S. Stefano di Valdobbiadene (TV) » ITALY Tel. +39.0423.975291 » Fax +39.0423.975571 » info@colvetoraz.it » www.colvetoraz.it


di Attilio Scienza – Università degli studi di Milano

Vedere la pianta dalla parte delle radici: perché sono necessari nuovi portinnesti per la vite L’approfondimento degli studi di fisiologia e di genomica, relativi al ruolo dell’apparator adficale nella regolazione e nel funzionamento dei processi vegetativi e riproduttivi della chioma, hanno in questi anni aperto delle nuove prospettive nel miglioramento genetico dei portinnesti, considerati non solo per la resistenza alla fillossera o al calcare attivo, ma per le loro capacità di modulare il rapporto interattivo del vitigno con i vari ambienti di coltivazione.

Q

uando nella seconda metà dell’800 l’arrivo della fillossera in Europa impose l’innesto su piede americano i “tradizionalisti” videro la mediazione del portainnesto come una “contaminazione” della purezza della qualità del vino prodotto dalle viti europee. Tale atteggiamento è ormai un ricordo, a tal punto che anche Paesi di recente viticoltura dove la fillossera non è ancora una minaccia, 6

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preferiscono piantare i nuovi vigneti con barbatelle innestate e stanno sviluppando programmi di miglioramento genetico per la creazione di nuovi portinnesti, per un migliore adattamento della vite alle caratteristiche dei loro suoli. Al miglioramento delle doti di adattamento è inoltre necessario associare al portainnesto anche la capacità di ridurre gli imput energetici quali l’impiego di fertilizzanti utilizzando la grande

variabilità delle diverse specie del genere Vitis nell’assorbimento selettivo di alcuni elementi minerali, sia per ridurre il rischio di carenze che per evitare gli eccessi che potrebbero nel caso dell’azoto, favorire l’insorgenza di malattie crittogamiche, botrite in primis. La viticoltura contemporanea, non solo è stata fortemente delocalizzata in luoghi molto diversi da quelli delle origini, ma anche in altri continenti dalle


condizioni pedo-climatiche difficilmente confrontabili con quelle europee, che hanno quindi bisogno di portinnesti dalle caratteristiche particolare, che non sono presenti nei genotipi oggi moltiplicati. Benché la disponibilità di portinnesti ammessi alla coltivazione, sia molto elevata (circa una quarantina), attualmente la gran parte della viticoltura mondiale ne utilizza non più di 5-6, che sono scelti per le loro doti di rusticità (in gran parte legate alla tolleranza allo stress idrico ed al calcare attivo) e per la facilità di moltiplicazione, aspetto non trascurabile dall’attività vivaistica. Il progetto Ager-Serres è partito da questi presupposti per conseguire due importanti risultati: valutare le prestazioni di quattro nuovi genotipi (serie M) ottenuti alla fine degli anni ’80, soprattutto nei confronti dello stress idrico, relativamente alla risposta adattativa di alcuni vitigni in alcune zone significative italiane ed individuare alcuni marcatori molecolari per la diagnosi precoce (MAS) di nuovi genotipi ottenuti da programmi di breeding sviluppati in questi anni presso il DiSAA dell’Università di Milano ed in via di valutazione fenotipica per la tolleranza alle ridotte disponibilità idriche, ai livelli elevati di cloruri nel suolo ed alla clorosi ferrica. Attualmente in Europa operano quattro gruppi di ricerca nazionali con l’obiettivo di creare nuovi portinnesti (Italia il gruppo di ricerca di Ager-Serres, la Germania con l’Università di Geisenheim e il BAZ Geilweilerhof, la Francia con l’INRA e l’Università di Bordeaux e l’Università di Montpellier, l’Ungheria con l’Università della Pannonia,) e due gruppi nel Nuovo Mondo, rispettivamente al Dipartimento di Viticoltura ed Enologia di Davis, in California ed il CSIRO in Australia. Grazie ad un progetto SERRES

“Selezione di nuovi portainnesti della vite resistenti agli stress abiotici mediante lo sviluppo e la valutazione di marcatori fisiologici e molecolari” il progetto SERRES vede coinvolti più partner. Oltre all’Università degli Studi di Milano (capofila), all’Università degli Studi di Padova, all’Università degli Studi di Torino, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, al Centro CRA-Ricerca per la Viticoltura di Conegliano (TV) e alla Fondazione Eni Enrico Mattei. Il progetto, oltre ad aver valutato in ambienti significativi italiani le prestazioni dei portinnesti della serie M confrontandoli con alcuni portinnesti commerciali, ha preparato il dossier per la richiesta

di iscrizione di questi genotipi al Registro Nazionale delle varietà autorizzate alla coltivazione, ottenendo la pubblicazione in G.U. del Decreto che iscrive i portinnesti della serie M (M 1,M 2,M 3,M 4) il 4 giugno 2014 con il N° 127.I quattro nuovi portinnesti, che sono già a disposizione dei viticoltori, anche per l’iniziativa di un gruppo qualificato di aziende viticole italiane che ha costituito una società, la Winegraft, con lo scopo di valorizzare commercialmente i risultati di questa innovazione genetica e con i proventi della vendita dei diritti di moltiplicazione, contribuire ad un ulteriore sviluppo dei programmi di miglioramento genetico dei portinnesti.

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di Marco Ferrari

Si scrive Uruguay ma si legge Tannat Il Tannat è un vitigno coltivato originalmente in due AOC a ridosso dei Pirenei, versante francese, il Madiran e la piccola Irouleguy.

P

arlare dell’Uruguay significa

originalmente in due AOC a ridosso

agli appassionati di Bacco; in realtà

fare un viaggio in una nazione

dei Pirenei, versante francese, il

sembra che le barbatelle fossero

dalle ricche tradizioni e dalle

Madiran e la piccola Irouleguy; il

arrivate dall’Argentina, che le prime

peculiarità uniche, conoscendo

rosso prodotto in purezza o con

non si adattarono molto bene e fu

meglio questo paese e la sua gente

l’apporto di Cabernet Sauvignon

solo in seguito a non pochi tentativi

non ci si stupisce se il maggior

e, alle volte, Cabernet Franc è

che il Tannat fu adottato come

rappresentante dell’Uruguay nella

generalmente molto tannico e

vitigno principe dell’Uruguay.

comunità internazionale sia una

speziato, necessitando di lunghi

Comunque sia, oggi il Tannat

figura unica come Pepe Mujica, il

mesi di affinamento per poter

occupa più di un terzo degli attuali

presidente – contadino che dona

domare i tannini potenti. Da questa

9.000 ettari di area vitata, oltre agli

la maggior parte del suo stipendio

regione, la cui viticoltura rimonta

onnipresenti internazionali Cabernet

alle comunità di bisognosi del suo

addirittura all’epoca Gallo- Romana,

Sauvignon, Cabernet Franc,

paese.

l’immigrante basco–francese Don

Merlot ed ai vitigni a bacca bianca

Piccola nazione situata tra il 30º ed

Pascual Harriague, portò alcune

Chardonnay, Sauvignon Blanc e

il 35º parallelo Sud, in perfetta linea

barbatelle di Tannat per poterle

Viognier; da ciò possiamo dedurre

con altri eccelsi produttori di vino

piantare nella sua futura dimora,

che, grazie al Tannat, l’Uruguay è in

mondiale, quali la Nuova Zelanda,

l’Uruguay; era la seconda metà del

grado di offrire vini singolari e unici,

per esempio, l’Uruguay è celebre

secolo XIX.

distanziandosi dalle poco originali

per un vitigno dalle origini oscure,

Come sempre quando si parla di

proposte nuovomondiste a base

non aprezzatissimo nella sua terra

vino questa è la versione adattata

di varietali internazionali e/o tagli

d’origine, ignorato o quasi dal

della storia, che mischia verità

bordolesi con barrique francesi e/o

mercato mondiale, il Tannat.

e leggenda per creare il clima di

americane eccetera eccetera.

Il Tannat è un vitigno coltivato

bucolico romanticismo tanto caro

La geografia uruguaiana è più

8

Il Sommelier n. 1 / 2015


propizia all’allevamento dei bovini

maturazione e permette di ottenere

dell’Uruguay, copre circa l’80% del

che non alla viticoltura, per lo meno

vini con buoni livelli di acidità, una

territorio, nonchè la prima area a

alla nozione di viticoltura tipicamente

maturazione fenolica soddisfacente

svilupparsi economicamente grazie

nostrana che predilige la collina,

e una non eccessiva maturazione

alla vicinanza con il più importante

l’elevazione e le diversità che tale

alcolica, ed ecco svelata l’equazione

mercato consumatore, Montevideo

topografia offre. Terreno tipicamente

che fa dei Tannat uruguaiani

appunto, dotato di porto per

pianeggiante, a perder di vista,

interessanti vini freschi e gradevoli,

l’export, a testimonianza che il vino,

questa è la geografia che si ripete

dalla gradazione alcolica moderata

oltre ad essere una cultura ed una

in tutte e quattro le zone vinicole

e con uno spiccato accento

passione mondiale dell’umanità,

uruguaiane, la differenza la fa la

gastronomico, prendendo ampie

è anche, o forse soprattutto, ma

vicinanza o meno di bacini idrici di

distanze dalle bombe alla frutta

questo dipende dai punti di vista, un

grandi proporzioni sia per l’Atlantico

tipiche di Argentina e Cile, per

business.

del Sud, con le sue correnti

esempio.

Oltre a Canelones, è degna di nota

gelate che giungono direttamente

Un’altra componente interessante è

la tradizionale regione di Colonia,

dall’Antartide, sia per il Rio de

il suolo, prevalentemente argilloso e

circa 1.100 ettari nel sud-ovest,

La Plata le cui acque divide con

sabbioso, ricco in calcare, cosa rara

situata lungo il Rio de La Plata e

l’Argentina.

in America del Sud, ma abbondante

vicino alla dirimpettaia Buenos Aires,

L’umidità rappresentata dalla

nella zona di Canelones, che ingloba

sull’altra sponda del fiume, che si

vicinanza dei grandi corsi d’acqua

il territorio della capitale Montevideo

può raggiungere agevolmente via

influisce sulle temperature

e si estende per oltre 6.000 ettari

Ferry.

pomeridiane, le quali scendono

di superficie nel sud del paese.

Risalendo il fiume si arriva alla zona

sensibilmente dopo le mattinate

Canelones è la più importante

di Salto e Paysandu, nel caldo

soleggiate e calde, ciò rallenta la

e sviluppata regione vitivinicola

nord-ovest, dove si contano circa

Il Sommelier n. 1 / 2015

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250 ettari. Salto è una regione di

50 ettari. Le temperature elevate

e soggetta alle fredde brezze

grande importanza storica, fu da

e l’eccellente drenaggio dei terreni

antartiche che ne influenzano

queste parti che, attorno al 1870,

sabbiosi che dominano Rivera,

il clima ed il vino, è la regione

ebbe inizio la saga uruguaiana del

fanno di questa zona l’ideale per

enologicamente più giovane

Tannat per merito del già citato

Tannat più potenti che eleganti,

dell’Uruguay. 250 ettari di vigneti e

Don Pascual Harriague; in questa

ricchi di frutta e tannino che

molti altri di oliveti, arricchiscono una

regione di temperature mediamente

possono eccellere in qualità quando

geografia insolitamente ondulata,

più alte rispetto al sud e di grande

sono sottoposti ad un adeguato

quando comparata alla distese

escursione termica, la vitivinicoltura

invecchiamento.

pianeggianti che caratterizzano il

è rifiorita recentemente, dopo aver

Per finire il nostro viaggio,

panorama, con questo particolare

vissuto decenni di abbandono,

interpretando la geografia in senso

aspetto qualcuno ha ribattezato

sostituita da più redditizi agrumeti.

orario, si arriva a Maldonado, a

Maldonado la “Toscana uruguaiana”.

La zona più a nord è anche la più

ridosso della famosa città balneare

Grazie all’escursione termica e

piccola; Rivera, alla frontiera con il

di Punta del Este. Affacciata

all’abbondante ventilazione, oltre

Brasile, si estende per non più di

direttamente sull’Oceano Atlantico

all’onnipresente Tannat e altri

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Il Sommelier n. 1 / 2015


vitigni rossi che lo accompagnano, in Maldonado si producono alcuni eccellenti Sauvignon Blanc e Viognier. Se possiamo definire il Tannat dell’Uruguay, domandando scusa per la generalizzazione che nel mondo del vino sappiamo bene non essere gradita, possiamo dire che si tratta di un rosso più civilizzato rispetto ai rustici francesi di Madiran o Iroleguy, la frutta si fa più presente, l’eleganza soppianta la forza, anche se il nerbo tannico e la veemente acidità, sapientemente dosata dall’uso indispensabile del legno, non si fano pregare per apparire quando

SELECT BIO È REALIZZATO CON MATERIALI BIOPLASTICI D E R IVA NTI D A LLA CA NNA D A Z U C C H E R O

devono scortare con gloria il piatto nazionale uruguaiano, la carne assada alla “parrilla”, una griglia tipica che, a differenza della cugina prima argentina, è alimentata a legna, anzichè a carbone. Per terminare vorrei collocare alcuni paletti che danno al vino uruguaiano un’identità che si discosta dallo stereotipo Nuovo Mondo (per quello che ciò possa valere), di vini molto alcolici e carichi di frutta, quando

La prima chiusura al mondo senza impronta di carbonio

non di marmellata e confetture (vedi certi esemplari di Malbec argentini o Syrah cileni, per non parlare di California e Australia), conditi con dosi massicce di legno nuovo e non. Ecco, il vino uruguaiano non è cosí, lo stesso Patricio Tapia, importante critico sud-americano, nella sua guida “Descorchados” (“stappati” in spagnolo), definisce i vini uruguaiani come “...specialmente freschi e generalmente privi delle alte gradazioni alcoliche che presentano i vini in altre regioni dell’America del Sud, oltre a ciò la tannicità trasmessa dal Tannat ne fa dei candidati ideali per un invecchiamento più lungo”, mi trovo totalmente d’accordo con lui quando, nella sua analisi, sceglie di individuare nel clima temperato, a volte piovoso in eccesso ed ai suoli argillosi e sabbiosi con componente calcarea, ciò che fa risaltare la struttura del vino, marcandone l’austerità, piuttosto che il sapore e l’aroma fruttato. Altra grande differenza, sta nell’ambiente uruguaiano della vitivinicoltura, famigliare, manuale ed artigianale, le aziende sono mediamente piccole, in stile europeo, caratteristica che fa del Tannat uruguaiano il vino pensato per la butique, per l’enofilo curioso e per l’appassionato e si discosta dalle preferenze e dalle mode che il gusto standardizzato della grande massa

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di Luisella Rubin, coordinatrice nazionale FISAR in ROSA ®

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI

Intervista a

Olga Bussinello,

direttore del Consorzio

Tutela Vini Valpolicella Vini Buoni d’Italia, guida edita dal Touring, le ha conferito il premio “DONNE PER LE DONNE”, progetto che vuole valorizzare il ruolo delle donne nel mondo del vino

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Il Sommelier n. 1 / 2015


L

à, dove l’occhio si perde

costruire progetti semplici, mai

infatti, che ogni azienda cerchi di

tra le dolci colline ricoperte

banali ed innovativi. Non c’è noia,

“personalizzare” il vino per lasciarsi

di splendidi vigneti,

c’è molto entusiasmo e molta

distinguere dal consumatore. Si

nell’area racchiusa da tre vallate a

condivisione con lo staff dell’ufficio

tratta comunque di finezze che non

nord ovest di Verona, alle pendici

negli impegni quotidiani e negli

mutano le caratteristiche dei vini

dei monti Lessini, si incontra

obiettivi da raggiungere.

DOP Valpolicella. Il richiamo della tradizione e della territorialità è

la terra di grandi vini rossi: la Valpolicella. Nel cuore del Veneto,

È vero che la Valpolicella

sempre molto forte per i produttori

a due passi dal lago di Garda,

risulta tra le mete più gettonate

della Valpolicella ed è forse

questa terra generosa, coltivata a

dall’enoturista?

proprio questo il suo punto di

vite già in epoca romana, veniva

Si, l’Amarone, ma anche il

forza. Semmai, dovendo trovare un

chiamata Vallis Pollis Cella-

Valpolicella Ripasso, il Superiore

minimo comune denominatore tra

Valpolicella-cioè valli dalle molte

ed il Recioto sono un buon volano

le scelte delle aziende, direi che

cantine, da cui, secondo alcuni

per un territorio che in realtà offre

c’è una spinta generalizzata verso

storici, sembra derivi l’attuale

molto: cultura, arte, natura, cibo,

la qualità della materia prima e

nome, a testimonianza dell’antica

musica. Cinque sensi parimenti

nella gestione della cantina.

tradizione enologica presente sul

coinvolti da percorsi ed itinerari

territorio.

magnifici. Per chi fosse interessato,

L’Amarone incontra il gusto

E di cantine, oggi, se ne contano

suggerisco la nostra applicazione

femminile?

molte. Numerose sono pure le

mobile “Valpolicella Wines”,

Indubbiamente l’Amarone fra i

aziende associate al Consorzio

scaricabile gratuitamente con tutti i

vini rossi premium e a gradazione

di Tutela Vini Valpolicella, il cui

sistemi operativi.

alcolica sostenuta raccoglie

direttore Olga Bussinello, è

Quali elementi qualificano il vino

larghi consensi. Ho trovato

una delle poche donne italiane

della Valpolicella e come spiega

molto interessante il report su

a ricoprire un incarico così

il grande successo riscosso

un questionario commissionato

importante.

dall’Amarone in tutto il mondo?

a Vinarius, l’associazione delle

Cosa significa essere donna

Autoctonia, territorio e microclima,

enoteche italiane, che ha tracciato

e ricoprire una carica così

vale a dire non riproducibilità del

l’identikit delle Amarone-lovers.

prestigiosa nella direzione di un

vino della Valpolicella in nessun’

Si tratta di donne moderne,

Consorzio vinicolo?

altra regione del mondo. Per il

indipendenti e di carattere, tra i 35

Il mondo del vino e tutto quello

consumatore è un calice di un vino

e i 50 anni. Il dato interessante è

che ruota attorno ad esso è

esclusivo che, come dice Fellini,

che in Italia le donne superano gli

affascinante e ricco di stimoli

“È come un bel film: dura un istante

uomini, rappresentando ben il 69%

professionali. Le donne, per

e ti lascia in bocca un sapore di

dei consumatori appassionati di

indole, amano occuparsi di più

gloria”.

Amarone.

e ciò in questo ruolo accade

È vero che il vino in questi anni

Quali sono i mercati che danno

quotidianamente.

è cambiato, rispetto al passato,

più soddisfazione?

perché sono cambiati i gusti dei

Mi piacerebbe dire quello italiano,

Cosa l’affascina di più del suo

consumatori?

anche se in realtà è quello che in

lavoro?

Non voglio fare valutazioni sul

questo momento commercialmente

La dinamicità delle relazioni interne

vino in generale, ma rimanendo in

sta soffrendo di più. Su dieci

ed esterne all’associazione e

Valpolicella bisogna distinguere

bottiglie prodotte, nove vanno

la possibilità, nel dialogo con il

tra tipicità del prodotto e stile

all’estero. Anche qui è bene citare

Consiglio di Amministrazione, di

delle aziende. È innegabile,

i dati del nostro osservatorio.

cose contemporaneamente

Il Sommelier n. 1 / 2015

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Il primo paese in Europa per il

nell’estensione dell’area di

lotta ai parassiti e ai patogeni della

consumo è la Germania, seguita

produzione vini a DOP Valpolicella,

vite a basso impatto ambientale.

da Danimarca, Regno Unito e

che presenta altitudini ed

Se è vero infatti che il Consorzio

Finlandia; mentre, per i paesi extra

esposizioni talmente variegate

ha investito nell’assistenza tecnica

UE, Canada, Stati Uniti, Svizzera,

da non poter mai formulare una

e nella consulenza, i nostri soci

Svezia e Russia.

valutazione assoluta.

hanno messo a disposizione le proprie aziende per un percorso di

Parlando di Amarone,

Il Consorzio si è impegnato negli

crescita del territorio. Quest’anno

considerata l’estate anomala per

ultimi anni ad accrescere l’eco-

circa 2300 ettari su 7500 sono

l’eccessiva piovosità, come si

sostenibilità della produzione

gestiti a lotta integrata e molte

potrà definire l’annata 2014?

vitivinicola del territorio: quali

aziende si stanno dotando di

Sarà un’annata che

sono i risultati raggiunti?

macchinari per la distribuzione

complessivamente sarà

Il primo e più importante risultato

di fitosanitari in linea con le più

penalizzata più dalla quantità

è il coinvolgimento dei nostri

moderne tecniche di contenimento

che dalla qualità. Quest’ultima,

associati in un percorso di

dello spreco e di riduzione

contrariamente alle aspettative,

riqualificazione del vigneto,

nell’utilizzo dei prodotti, da qui il

potrà riservare anche piccole

attraverso scelte virtuose

nome del nostro programma “RRR-

sorprese. La ragione sta

nell’utilizzo di prodotti e sistemi di

Riduci, Risparmia, Rispetta”.

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Il Sommelier n. 1 / 2015


Disponibile su ordinazione anche per formati Magnum, Jeroboam e Salmanazar

Amorim Excellence: perché un grande vino si merita un grande tappo. E viceversa. I tappi Excellence sono in sughero naturale monopezzo, frutto di un’accurata selezione delle migliori plance presenti in natura, individuato direttamente da Amorim nelle sugherete del Portogallo e sottoposto ai più scrupolosi controlli qualità da parte del reparto Ricerca&Sviluppo. La strategia preventiva-curativa con il sistema R.O.S.A. Evolution integrata dall’insostituibile contributo umano garantisce l’assenza totale del TCA da ogni singolo pezzo.

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Testo e foto di Jimmy Pessina

Hawaii: storia, leggenda di un paradiso

L’unico Stato degli USA con un vero re dove si può sciare al mattino e fare il bagno al mare il pomeriggio.

P

er molti, l’Arcipelago delle Hawaii viene ricordato per le sue spiagge e la famosa battaglia di Pearl Harbour. Questo Stato ha anche una storia di dinastie reali. Infatti Ë l’unico Stato degli Stati Uniti d’America ad avere avuto dei veri Re, il primo fu Kamehameha I, detto il Grande, la dinastia dei Kamehameha dal 1798 al 1872, si esaurì con Kamehameha V, dopo 77 anni di regno. Nel 1873 inizia una nuova dinastia, quella di Re William Charles Kunaina Lunalilo, chiamato più˘ comunemente “Principe Bill” o il “Re del Popolo”, Mori a solo 39 anni a Waikiki dopo solo due anni di regno. Come era accaduto alla morte di Kamehameha V, il parlamento si riunì ancora una volta per eleggere un nuovo Re. E il 12 febbraio 1874 il parlamento elesse il Re Kalakaua. Regnando con uno stile di ostentazione di ricchezza gli procurarono l’appellativo di “Re Felice delle Hawaii”. Tuttavia, nonostante questi accessi regali, Sua Altezza

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David Kalakaua si distinse anche come un uomo la cui accattivante bonomia si fondeva con una raffinata sensibilità. Il 20 gennaio 1891 l’ultimo Re delle Hawaii si spense in una suite del S. Francisco Palace Hotel in California, dove si era recato per cure. Prima di lasciare le Hawaii, nel novembre de 1890, Re Kalakaua aveva nominato reggente la sua legittima erede, la sorella Principessa Lydia Liliuokalani, che alla morte del fratello divenne la prima regina regnante delle Hawaii e il loro ultimo monarca. Nel novembre del 1897venne eletto a presidente degli Stati Uniti d’America William McKinley e il Congresso, entrambi repubblicani, si trovarono d’accordo sulla questione dell’annessione, e il destino delle Hawaii divenne evidente e il 7 luglio 1898, McKinley firmo un accordo unitario di annessione, che autorizzava gli Stati Uniti ad accettare queste isole. Più˘ tardi l’ex presidente degli Stati Uniti Cleveland così

commenti l’annessione: “Le Hawaii sono nostre. Ma se ripenso al modo in cui inizia questo meschino affare e ai mezzi usati per portare a compimento questo oltraggio, ne provo vergogna”. E nel IV secolo dopo Cristo, dalle vicine isole Marchesi arrivò l’uomo. Genti polinesiane, eredi della diaspora che nella mitica Hawaiki (l’attuale Samoa) portarono un popolo di navigatori e scultori a civilizzare l’intera Polinesia. Non conoscevano la ruota ma percorrevano l’oceano in canoa usando come carta nautica un cielo tempestato di stelle. Erano fermi al Neolitico ma intagliavano nel legno statue di divinità dall’aspetto grottesco in cui incastonavano occhi di madreperla per poi decorarle con fibre di cocco. I caratteri esteticosimbolici delle sculture, insieme alla lingua e al cannibalismo rituale, accumunano gli hawaiani alle diverse popolazioni maori sparse tra Nuova Zelanda, Samoa, Tonga, Cook, Tahiti e Marchesi.


In isole popolate da uccelli non volanti, facilissime prede, questo popolo navigatore si trasformò in cacciatore, provocando le prime alterazioni dell’ambiente. Il moa, fonte di grande quantità di carne, venne inseguito nelle foreste e cacciato fino alla sua estinzione. Dopo il moa scomparvero altre varietà di pennuti non volanti.

Al di là dell’aspetto ambientale, gli hawaiani erano la perfetta immagine del “buon selvaggio felice”. Vivevano nudi in isole in cui i frutti crescevano da soli sulle piante la caccia era faci9le i mari pescosissimi, le malattie infettive sconosciute. Non conoscevano la proprietà‡ privata, la terra era un bene collettivo e ogni isola

era governata da codici dettati da re e sacerdoti. Non sapevano scrivere ma inventarono la musica e ballavano la “hula”, una danza incentrata sul movimento rotatorio del sedere, quella che a noi appare un’arte sensuale, fu inventata a Molokai, l’isola della dea Luna, come un rituale sacro per ingraziarsi le divinità del cielo.

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Poi dal mare arrivarono gli europei. Il primo fu Giovanni Gaetano, un italiano al servizio della Spagna, che raggiunse l’arcipelago nel 1542 alla ricerca di tesori per la Corona. Sul diario di bordo scrisse che le isole erano di nessun interesse perché prive di oro. Il 7 dicembre 1941. Poco prima delle ore 8 del mattino, due ondate di aerei giapponesi, in tutto 360, sbucarono dalla coltre di nubi che copriva il cielo di Hoahu e attaccarono tutte le principali postazioni militari dell’isola. L’attacco a sorpresa dei bombardieri Val (Aichi D3AI Modello II), Kates (Nakajjma B5N2) e Zekes o Zero (l’A6M2 Zerosen della Mitsubishi) distrusse le forze aeree e navali statunitensi nel pacifico e diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale nell’Oceano Pacifico. Una commissione 18

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d’inchiesta militare istituita alla fine della guerra riferì che l’entità delle perdite subite dagli USA a Oahu fu talmente superiore rispetto al nemico che quella battaglia costituì la grande disfatta militare e navale della storia degli Usa. Sempre secondo quel rapporto “le forze statunitensi subirono 3.435 perdite (1.107, solo sulla nave da guerra Arizona), 188 aerei americani furono distrutti contro i 28 giapponesi, 8 navi da guerra, 3 incrociatori, 3 cacciatorpediniere e altre 4 imbarcazioni annientate; il Giappone solo 28 aerei e 5 sommergibili. Quello stesso giorno, a seguito dell’attacco il Presidente Franklin Delano Roosevelt dichiarò guerra al Giappone e alle 11.30. il Generale Walter Short, annuncio agli hawaiani l’entrata in vigore della legge marziale. Circa 68 abitanti di Oahu persero la vita o furono feriti durante l’attacco a

Pearl Harbour e ad altre parti di Honolulu. Nelle sette settimane successive, altre navi furono silurate in acque hawaiane da sottomarini giapponesi. All’1,45 pomeridiane di martedì 14 agosto 1945, le sirene antiaeree, le campane, i clacson, i petardi e le grida dei civili e dei militari festeggiarono la notizia della resa incondizionata del Giappone a seguito del lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Il giorno è passato alla storia come V-J-Day, “Victory over Japan Day” e fu celebrato con parate improvvisate nelle strade di Honolulu. Il 12 marzo 1959, il congresso sottopose al Presidente Dwight Eisenhower, un progetto di legge di trasformazione delle Hawaii nel cinquantesimo stato degli Stati Uniti d’America, in attesa dell’accettazione delle popolazione. La legge approvata


ad ogni vendemmia

ph. Renato Borocci

la natura si fa arte

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dalla camera con 323 voti contro 89 e dal senato 76 contr0 15. La storia moderna di questo arcipelago nel centro dell’Oceano Pacifico, la si deve al Capitano James Cook, il quale a bordo delle navi inglesi Resulution e Discovery, fu il primo occidentale che il 17 gennaio 1779, sbarcò nella Baia di Kealakekua. Il Capitano Cook, morì con un gruppo di 5 marinai nel pomeriggio del 22 febbraio 1779, nei bassi fondali della baia di Kaelakekua. Dopo la morte del Capitano Cook, Kamehameha, 20

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il grande re, riuscì ad unire tutte le isole dell’arcipelago, viene ricordato con una grande festa l’11 giugno ad Honululu; la sua statua dorata di fronte al palazzo di giustizia, viene ornato con un “lei” di oltre dieci metri. Segue uno straordinario corteo lungo Kalakaua Avenue, con carri e cavalieri che indossano i colori e i fiori delle loro isole. Ma basta con la storia. Il vostro aereo della United Airlines si e’ appena fermato all’estremità della Reef Runway (pista della scogliera)

e il pilota non ha ancora diretto a uno dei terminal, che già gli altoparlanti di bordo cominciano a farvi il lavaggio del cervello con una dolce miscela di musica hawaiana. “Ragazza di Honolulu, dove hai preso quegli occhi... Voglio tornare alla mia piccola capanna a Kealakekua... oltre la scogliera”; tutto come previsto, ma malgrado ciò ci vorrà anche una boccata di balsamica aria tropicale e un po’ di profumo inebriante di “plumaria” (frangipane) e “piace” (gelsomino) per addolcire il vostro


scetticismo pre-hawaiano. “Aloha!” dice il cartello bianco, rosso e blu che indirizza verso la dogana: “Welcome to Honolulu, Hawaii, U.S.A.”. Aloha! Anche all’interno del terminal computerizzato e, mentre su scale mobili d’acciaio attraversate da piani di cemento armato e di fluorescente efficienza; poi, tra musica quadrifonica e vividi colori al laser, una ragazza del luogo, una wahine dalla lunga chioma fulva, gli occhi neri e le cosce color cioccolata, spuntando da chissà dove vi si

avvicina, vi cinge il collo con una “lei” di orchidee e con un bacio effettuoso scaccia definitivamente da voi quella freddezza da jetset. Ora andiamo alla scoperta di queste meravigliose isole. Le Isole Hawaiane, situate a circa 4,200 chilometri dagli Stati Uniti, non sono altro che ciò che emerge dall’acqua di una catena di montagne di origine vulcanica, ormai quasi completamente sommersa, che si articola per ben 3.216 km nell’Oceano Pacifico. L’arcipelago comprende oltre

20 fra isole e atolli, tuttavia soltanto 8, Oahu, Hawaii, Kauai, Molokai, Lanai, Kahoolawe e Niihau, compongono lo Stato di Hawaii. Sei di queste isole sono aperte al turismo, mentre Niihau e proprietà privata e Kahoolawe viene utilizzata per scopi militari. Dire Oahu è dire Honolulu, dire Honolulu e dire Waikiki, la spiaggia più leggendaria del mondo, e da qui iniziamo il nostro tour. Un tempo luogo di incontro della nobiltà delle isole, Oahu è il centro più importante del Pacifico. L’isola, che ospita lo State Capitol, è un centro commerciale e registra la più elevata densità di popolazione dell’arcipelago. Honolulu, la città che costituisce la principale via d’accesso a questa regione, si affaccia su una baia, nella parte occidentale di Oahu. Honolulu presenta tutte le caratteristiche di una città moderna, grattacieli rilucenti, grandi “shopping-center”, night-club dalle insegne luminose e ristoranti assai quotati. La città dispone, inoltre, di numerose spiagge alla moda, nella famosa zona di “Waikiki”. Oahu però non finisce a Waikiki. Paesaggi agresti e splendide spiagge isolate possono essere raggiunti in 20/25 minuti. Il giro completo dell’isola di Oahu, con soste presso i luoghi di maggior interesse, può essere effettuato in un solo giorno. per coloro che dispongono di maggior tempo la visita dell’isola può essere suddivisa in più giorni: il primo, dedicato ad Honolulu; il secondo, alla visita di Koko Head, percorrendo (andata e ritorno) la Pali Highway e il terzo, alla parte maggiore dell’Isola. Alcune visite da non perdere: il Bishop Museum, comprende una vasta collezione di oggetti d’arte hawaiana e dell’artigianato del Pacifico. Il Diamond Head, Il Sommelier n. 1 / 2015

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rappresenta l’attrazione naturale più famosa dell’isola, il cratere del vulcano ormai spento domina l’intera spiaggia di Waikiki. Le acque cristalline di Hanauma Bay è una delle baie più pittoresche; formatasi da un cratere, è attualmente una riserva per la tutela di numerose varietà ittiche tropicali caratterizzate da splendidi colori. Iolani Palace, l’unico palazzo reale degli Stati Uniti, fu completato nel 1882 durante il regno di Re KalaKaua. La Kawaiahao Church è ricca di storia delle Hawaii. Consacrata nel 1840, la chiesa, costruita in corallo, viene definita l’Abbazia di Westminster delle Hawaii. Il suggestivo National Memorial Cementery of the pacific, più comunemente noto con il nome di “Punchbowl”. Degni di nota sono anche i murali che riproducono le piante delle battaglie combattute e i nomi dei caduti e dei veterani della seconda Guerra Mondiale, della Guerra di Corea e della Guerra del Vietnam. Paradise Park, offre una panoramica esauriente della flora e degli uccelli tropicali. La tristemente famosa Pearl Harbour, la base navale vasta e imponente che venne ceduta agli Stati Uniti dal re delle Hawaii nel 1887. Battelli da crociera con partenza da Xexalo Basin effettuano giri turistici della baia con visita all’Arizona Memorial. Situato fra le scogliere a picco di Makapuu Point, si trova il Sea Life Park, un vero e proprio paradiso marino. Nell’ampia vasca marina, vivono numerosi squali, murene e oltre 2.000 esemplari di fauna ittica. Durante l’inverno a Waimea Beach, le onde raggiungono un’altezza di 10/12 metri, rendendola così meta ideale dei professionisti del surf. Da molti anni l’International Market Palace, al numero 2330 di Kalalua

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Avenue, è stato ufficiosamente nella “Times Square di Waikiki”, Oltre che numerose trattorie e negozi alla moda, chioschi che vendono di tutto. All’interno si trova il Museo di Elvis Presley. Maui, o Isola della Valle come viene comunemente chiamata, è la seconda isola dell’arcipelago per grandezza. L’isola trae il proprio soprannome dalla valle centrale, che si estende fra due dei principali vulcani, il Puu Kuki ad est e Heleakala ad ovest. A Maui è particolarmente fiorente la coltivazione della canna da zucchero e dell’ananas. La maggior attrazione di Maui e l’Haleakala National Park, oltre ai sentieri predisposti per il trekking, sono le due terrazze panoramiche situate alla sommità del vulcano inattivo Haleakala alto 3.055 metri. Naturalmente non mancano le spiagge. L’Isola di Hawaii possiede due soprannomi che la distinguano dallo Stato di Hawaii. A causa delle sue dimensioni, è anche conosciuta con il nome di “Grande Isola” e talvolta viene chiamata “l’Isola delle Orchidee”, perché’ detiene il primato del numero di esemplari di questo fiore esotico, coltivato e venduto in tutto il mondo. Da vedere l’Hawaii Volcanoes National Park, dove si trovano le due vette più alte dello Stato: il Mauna Kea, 4.246 m. e il Mauna Loa, 4.028 m. e le Akaka Falls, alte 135 m., le maggiori in altezza dell’intero Stato. Interessanti le Black Sand Beaches (Spiagge di Sabbia Nera) di Kalapana e Punaluu. Molokai, l’Isola Accogliente, emana lo “Spirito di Aloha”. Un’isola dove la vita trascorre tranquilla e serena. Anche a Kuanakakai, il principale centro di Molokai, l’atmosfera e

rilassata. Il Molokai Ranch Wildlife Park, una riserva di 342 ettari, che ospita il libertà oltre 100 specie di animali africani in via di estinzione, e bellezze ancora del tutto incontaminate, la rendono meta preferita dagli amanti della vita all’aria aperta. Lanai, assomiglia a un gioiello: lo smeraldo. Il soprannome di Lanai deriva dalle distese geometricamente ordinate, della più grande piantagione di ananas del mondo. La Dole, famosa per l’ananas in scatola è nata in quest’isola nel 1924. Percorrendo una pista lunga quasi 5 chilometri, si arriva alle rovine del villaggio di Kuanolu residenza estiva del Re Kamehameha. Luogo archeologico tra i più interessanti delle Hawaii. Kauai è chiamata “l’Isola Giardino” per la vegetazione lussureggiante che ne ricopre i canyon e le valli. L’isola è inoltre la dimora leggendaria dei “Menehunes”, il popolo dei folletti hawaiani dai poteri magici. Le attrazioni di maggior interesse sono: la Fern Grotto, il cui interno è fittamente rivestito di felci, è considerato uno scenario molto romantico. La Hanalei Valley, situata sulla costa settentrionale dell’isola, offre un’ambiente imponente immerso in una quiete solenne. Il Waimea Canyon, noto come il “Gran Canyon del pacifico”, assomiglia per i colori a quello omonimo situato nell’Arizona. Avvertenze La compagnia aerea americana American Airlines, collega giornalmente Honolulu dall’Italia, con la possibilità di una sosta nell’andata a Los Angeles e al ritorno a San Francisco o viceversa. Il Passaporto deve essere valido


almeno sei mesi dalla scadenza, ricordarsi di pagare all’Ambasciata o Consolato la tassa d’ingresso negli USA. Per la valuta non vi sono problemi, negli USA sono gradite le carte di credito internazionali. Per il clima non vi sono vere e proprie stagioni alle Hawaii, nell’arcipelago la temperatura varia tra i 25 e 33 gradi. Il mare e gli alisei di nordest hanno la funzione di condizionamento naturale. Numerose e convenienti le agenzie che noleggiano auto e moto, ricordarsi la patente internazionale.

può rivolgersi a: American Hawaii Cruises, presso Ala Moana Blvd, peer 8, Honolulu.

Come spostarsi tra le isole In aereo i voli interni sono serviti dalla compagnia Aloha Airlines e dall’Hawaiian Airlines e da diverse piccole compagnie private. Economico e suggestivo e, sicuramente, il mezzo migliore per vedere le isole anche nelle parti inaccessibili è l’elicottero. Le due compagnie principali sono: Papillon Helicopters e Kenai Helicopters. Da poco si può visitare anche Niihau, l’isola proibita, con la Niihau Helipcoters. Via mare si può visitare tutto l’arcipelago in crociera, su navi moderne o velieri d’epoca. Per coloro che desiderano affittare barche con o senza Skippersi

si formano onde giganti, oltre 12 metri d’altezza: entrambi per esperti. Sempre sull’isola di Ohau, i più temerari sfidano le onde di Cliffs, proprio davanti al Diamond Head Park, sul lungomare, c’è sempre una gran folla ad ammirare le evoluzioni dei surfisti. Pubblico numeroso anche per chi cavalca i marosi a Queens, davanti alla celebre spiaggia di Waikiki. La vera star di Oahu, però si chiama Banzai Pipeline, sulla costa nord. Ogni surfista sogna di riuscire ad attraversare incolume le fantastiche onde a tubo che la caratterizzano e che si infrangono vicino alla spiaggia. Per gli sport dell’isola di Kauai, si inizia da Polihale, sulla

Sport acqua Surf e Windsurf, sport hawaiani per eccellenza, vanno praticati qui con consapevolezza e preparazione atletica, a causa delle potenze delle onde e delle correnti. Un numero di telefono l’836.1952, fornisce informazione ai surfisti. I posti migliori sono Kailua Bay, dove ogni anno si svolgono i campionati mondiali, e Kawaiola Beach in questo tratto di oceano

costa ovest una spiaggia di sabbia lunga 15 km che comprende tanti punti da rendere la scelta difficile anche ai più appassionati. Un trittico entusiasmante, non alla portata dei principianti, è costituito da Lunghouse, Centers e Acid Drop, sulla costa sud. Hawaii o Big Island, la più grande isola dell’arcipelago, è quella che offre meno ai surfisti, infatti gli spot sono pochi e difficili da raggiungere. Ricordiamo gli sport di Honolili Beach, Kealoa Beach, Hapuna Beach e Magic Sands Beach.

Golf Campi da golf, se ne trovano su tutte le isole, alcuni in spettacolari zone. Sport neve Da dicembre a maggio, a Big Island, si scia sulle piste più alte del mondo, si può sciare al mattino e tuffarsi in un tonificante bagno nell’Oceano nel pomeriggio. Le piste del Mauna Kea sono sia per principiante che per esperti sciatori. L’attrezzatura si può noleggiare allo Ski Guides Hawaii di Waimea, che propone guide e escursioni di un giorno. L’esperienza è per veri appassionati, il vento soffia forte a 5.000 metri, il sole e otto volte più Il Sommelier n. 1 / 2015

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potente di quello che si prende sulla spiaggia. Inoltre su tutte le isole è possibile fare trekking, tennis, equitazione, pesca d’altura e sub.

Dove mangiare La cucina hawaiana è molto simile a quella polinesiana, con uso abbondante di pesce, maiale, verdura e frutta. Fra i piatti locali: il terriyaki, piatto di carne al ginger (piccantino); il saimin, zuppa a base di spaghetti di riso; l’opakapaka, pesce cotto al vapore; il lomi lomi, pesce crudo marinato; il kalua, maiale al forno; il pu-pu antipasti hawaiani; il lau-lau, stufato di maiale e pesce; lilikoi pie, dolce di pata sfoglia e frutta. Fra i tanti cocktail locali il più

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hawaiano è il mai-tai, a base di frutti tropicali. Una chicca: lo champagne d’ananas. Abbondanti gli influssi americani con uso e abuso di hamburger, hot-dog e fish & chips. In tutto l’arcipelago c’è comunque una vasta gamma di ristoranti per tutti i gusti e per tutte le tasche. L’aperitivo più “in” di Honolulu si beve al Beach Bar del Moana Hotel, il drink più snob al Bagwells Loungue dell’Hyatt Regency. Mentre il bar più noto che offre una varietà eccezionale di cocktail, di birre e di pupus (tipico stuzzichino hawaiani), è il Lewers Loungue dell’Hotel Halekulani. Shopping Oahu, più di ogni altra isola delle Hawaii, è un fantastico contenitore

di razze diverse, e per gli acquisti non c’è che l’imbarazzo della scelta. Attenzione però, esiste un altro tipo d’imbarazzo, quello del denaro: i prezzi, infatti, sono “american style”. L’artigianato locale (dipinti su tela di paesaggi dell’isola: sculture in legno o pietra lavica; ceramiche, vetri e i quilt, le belle trapunte ricamate a mano) hanno costi da “opera d’arte” più che da souvenir. Più abbordabili libri, musicassette con le musiche locali, i parei indossati dagli uomini (lava-lava) e i grembiuli indossati dalle donne (muu-muu) e le aloha shirt, le camice della serie Magnum P.I., con disegni tropicali in technicolor. Belli e abbastanza a buon mercato i gioielli di corallo e di perle coltivate.


Hai mai gustato un vino sostenibile?

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Magis identifica quei vini italiani prodotti seguendo un avanzato protocollo di sostenibilità, tracciando e controllando tutto dal vigneto alla cantina, fino alla certificazione di un ente terzo indipendente. Perché la sostenibilità dev’essere un fatto dimostrabile, e non solo una parola. Per fare un vino sostenibile Magis, ogni produttore può disporre infatti delle migliori conoscenze disponibili, aggiornate anno dopo anno. Magis è agricoltura di precisione, che vuol dire fare solo quello che serve, solo quando e dove serve, con equilibrato e rispettoso “senso della misura”. Così lo faranno anche i figli dei nostri figli.


L’uva? di Enza Bettelli con l’abbinamento dei vini a cura di Nicola Masiello

Non solo vino! Bianchi, rossi o rosati, i dolci acini dell’uva hanno una fantastica versatilità e, oltre a gustarli al naturale, si possono utilizzare indifferentemente per realizzare vini pregiati o per aggiungere freschezza ai piatti di selvaggina, e non solo.

L’

uso di completare un piatto di carne con una spruzzata di vino

è prassi abituale in cucina, poiché selvaggina, manzo e pollame ne trattengono il bouquet aromatico mentre l’alcol evapora per effetto del calore. Utilizzando, invece, gli acini, si aggiunge al piatto la fresca morbidezza della polpa dell’uva e l’insieme prende un caratteristico e accattivante sapore agrodolce che tempera quello deciso di alcune carni, come per esempio quella di cinghiale, ma anche con il coniglio, il pesce e con il fegato di vitello e di anatra. Entrambi gli accostamenti conferiscono eleganza al piatto finito e spesso si utilizzano prima il vino per aromatizzare e poi gli acini per addolcire i toni selvatici della carne. Tuttavia, come si sceglie un vino

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non dozzinale per aromatizzare, così bisogna dare la preferenza solo a uva di qualità. Innanzitutto i grappoli debbono essere integri e non troppo fitti, con acini sodi e maturi che si riconoscono dal colore tipico della varietà, ma intenso e omogeneo, senza macchie e muffe. Tra le diverse varietà le preferite sono la bianca Italia, dai chicchi grossi, croccanti e saporiti, la Thompson che è priva di semi mentre i piccoli acini dorati e dolcissimi dell’uva Moscato sono adatti per le ricette più delicate. Per ottenere i risultati migliori l’uva va lavata e asciugata con cura, prima di

staccare gli acini dal grappolo. Quindi, perché non scoppino cuocendo, gli acini vanno privati della pellicina o almeno tagliati a metà, controllando allo stesso tempo che non vi siano semi, che vanno asportati. A questo punto si possono aggiungere direttamente all’intingolo, verso fine cottura perché si insaporiscano senza spappolarsi. Se la ricetta prevede carne bianca o pesce, gli acini, pelati o tagliati a metà, si possono insaporire a parte nel burro e servire come contorno al piatto finito.


VINITALY PAD 4 E2


L’abbinamento di Nicola Masiello, Presidente Emerito FISAR L’uva fresca in cucina è da sempre una consuetudine o meglio dire una pratica stagionale legata al ciclo vegetativo della vite che in un particolare momento porta a maturazione il suo frutto: l’uva. Siamo in autunno, dove la cucina tradizionale comincia a riprendere forma dopo il periodo estivo, un periodo che nella civiltà contadina era fatto di duro lavoro con poco tempo da dedicare alla tavola. In questo contesto, l’uva entra in cucina come complemento del piatto e non come ingrediente principale, quindi va a ricoprire un ruolo di elemento comprimario il cui utilizzo serve per apportare una nota dolce od aromatica del vitigno, in contrapposizione all’ elemento di durezza di un piatto data dalla speziatura o dall’aromaticità. Può servire anche per apportare una nota acida (data soprattutto dai vitigni a bacca rossa) in contrapposizione alla grassezza del piatto. Resta inteso che quale complemento del piatto, l’uva fresca non sopporta lunghe cotture che ne annullerebbe le caratteristiche sopra elencate, conferendo al piatto solo una leggera concentrazione in più. Quindi su preparazioni tradizionali, l ’abbinamento va fatto sul tipo di ingrediente principale che è la carne nelle sue classificazioni, bianca: una suprém di tacchino in salsa di moscato, rossa: controfiletto di vitello di latte ai profumi d’autunno, nera: fagiano ubriaco; al tipo di cottura, breve o lunga; alla componente di grassezza e concentrazione. I vini, parlando di carni, saranno soprattutto rossi sia giovani che invecchiati, di basso grado alcolico i primi o caldi quando si arriva alla cacciagione. Tirando le somme è necessario abbinare

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Il Sommelier n. 1 / 2015

non sull’uva ma sulla base del piatto. Anche la cucina moderna prevede l’uso dell’uva e in questo caso bisogna valutare quanto abbiamo detto prima sull’uva quale complemento di un piatto. Questo tipo di cucina propone cotture innovative quali il sottovuoto, la cottura lenta a bassa temperatura fino alla cucina destrutturata degli ingredienti, tutte pratiche che mettono in evidenza le caratteristiche della carne, del pesce e di tutti gli altri ingredienti con particolare attenzione all’inserimento delle verdure nella ricetta. Queste tecniche di cottura favoriscono soprattutto la salubrità dei piatti che risultano meno grassi e più leggeri. Anche in questo caso, l’abbinamento lo faremo sulla tipologia del piatto (pesce o carne) e ci regoleremo di conseguenza privilegiando sicuramente i vini bianchi freschi e profumati là dove sono presenti pesce e carni bianche, vini rossi giovani e freschi, talvolta leggermente tannici, raramente di grande struttura, con le carni rosse. Parlando di cucina moderna, possiamo inserire anche i vini spumanti o petillan, non molto impegnativi, di basso grado alcolico e buona freschezza, ottenuti con metodo Charmat, dove la componente anidride carbonica gioca il ruolo di protagonista.

Delizioso mosto

Anche il succo dell’uva è un ottimo alleato per valorizzare e arricchire le ricette, soprattutto i dessert. Dopo avere schiacciato e lasciato riposare gli acini di uva per circa 24 ore in un recipiente non metallico, il succo filtrato che se ne ricava è il mosto fresco, una bevanda tonica, energetica e dissetante. Se invece lo si fa

cuocere a fuoco bassissimo per alcune ore, fino a ridurlo a consistenza sciropposa, è perfetto per irrorare i dolci in sostituzione del miele (come per esempio le tipiche carteddate pugliesi). E continuando la cottura finché il mosto diventa molto denso, lo si può versare nelle coppette e lasciare rassodare per ottenere l’antico suc emiliano.


Le Giare di Alessandra Meldolesi - Fotografie di Lido Vannucchi

Ristorante a Montiano,

emozioni in cucina e non solo In posizione panoramica, la terrazza offre un bello scorcio sulla costa, mentre gli ambienti interni di moderna eleganza accolgono un’ottima cucina, tra terra e mare.

A

lla fine delle colline che

scoprire, fra le cui bellezze si

cucine. Rampollo di una famiglia

degradano, la striscia blu

celano materie prime incomparabili

del mestiere (i suoi mandano avanti

del mare: è il paesaggio

e sincere. Il patron Claudio

una trattoria nelle Marche, dove ha

che si profila dietro le vetrate

Amadori vi ha portato anche una

mosso letteralmente i primi passi),

ininterrotte delle Giare, ristorante

cantina originale e un grande,

Gorini si è formato con Paolo

di design del primo entroterra

giovane talento. Quello di Gianluca

Teverini e Paolo Lopriore, di cui è

romagnolo. Una zona tutta da

Gorini, da due anni alla guida delle

stato lungamente secondo.

Il Sommelier n. 1 / 2015

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Risotto zucca e semi di zucca Ingredienti per 4 persone 240 gr di riso rosa Marchetti 1 zucca 140 gr di semi di zucca 30 cl di olio di semi di zucca 50 gr di mandarino mostardato Amaretto di Saronno q.b. 0,500 cl di vino bianco 40 gr di parmigiani reggiano grattugiato 90 gr di butto acido (ottenuto amalgamando 80 gr di burro con 40 cl di aceto di vino bianco e 40 cl di vino bianco, precedentemente ridotti al peso di 10 gr) 20 gr di burro Sale Preparazione

Centrifugare la zucca molto lentamente in modo da ottenere un composto consistente. Lasciare colare in una stamina. Trasferire la parte solida in un contenitore, la parte liquida in uno spruzzino da olio. Tostare i semi di zucca in forno a 180°C per 30 minuti. Pestare nel mortaio unendo l’olio di semi di zucca. Tritare il mandarino molto finemente e sistemarlo dentro una tasca da pasticceria. In una pentola da risotto tostare il riso molto lentamente con il burro e sfumare con il vino bianco. Portare avanti la cottura con l’acqua bollente e mantecare con burro acido e parmigiano. Lasciare riposare il risotto coperto per due minuti. Su un piatto di portata fondo sistemare un cucchiaio di purea di zucca aromatizzata con l’amaretto e due punte di mostarda di mandarino.

Aggiungere il risotto che dovrà risultare ben all’onda e rifinire il tutto con un cucchiaio di semi di zucca tostati. Ultimare con il succo di zucca vaporizzato.

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Il Sommelier n. 1 / 2015


Il risultato è una cucina

fra cui il premio Chef Emergente

gestisce una cantina che conta

contraddistinta da pulizia

per la Guida Touring Club Italiano

centinaia di etichette, molte di esse

adamantina e inflessibile rigore,

2013 e della guida Identità

rappresentano i territori più vocati

che sa affondare il mestolo a fondo

Golose 2014. Claudio Amadori,

sia italiani sia francesi, un occhio

nella tradizione, fino a enuclearne

patron e sommelier delle Giare,

di riguardo ai piccoli vigneron e

la carica di modernità. Insignita nel

si sa muovere bene fra i tavoli

una passione smisurata per i vini

2014 di numerosi riconoscimenti,

di questo rinomato ristorante,

naturali.

Il Sommelier n. 1 / 2015

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di Davide Amadei

Giovani progetti: Fattoria Kappa tra il mare e Volterra Spesso i produttori emergenti sanno stupire più dei grandi vini e sono in grado di far scoprire territori non ancora svelati. È sicuramente il caso della Fattoria Kappa a cavallo tra le Province di Livorno e Pisa, che ha presentato il proprio lavoro in una verticale del suo vino Kappa Toscana IgT dal 2007 al 2012.

L’

azienda ha tre soci, due svizzeri, entrambi con il cognome che inizia per

“K” (da cui il nome), ed uno livornese, Andrea Di Maio, enologo consulente di varie aziende in tutta Italia. Il progetto parte nel 2005 con uve acquistate da viticoltori della zona Nord della Provincia di Livorno; successivamente, vengono presi in affitto vari ettari di vigneti, in origine a Rosignano Marittimo, fino ai 14 ha e mezzo di oggi, tra Castellina Marittima e Volterra in Provincia di Pisa.

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Il Sommelier n. 1 / 2015


La scelta è, appunto, quella

de Marchi a Isole e Olena e poi,

Kappa (il vino migliore) e Lambda

di affittare vigne, strutture,

nella tenuta di Valgiano con

(quello meno strutturato e ricco).

attrezzature, per evitare di fare

Saverio Petrilli, ha compreso che

Oltre a questi due vini, dal 2010

“passi più lunghi della gamba”,

la biodinamica può garantire

l’azienda produce ogni anno un

anche finanziari: la vinificazione è

naturalità e vitalità ai suoli ed alla

Syrah in purezza, da acini piccoli

sempre avvenuta in locali di altre

vite, per uve ricche ma fini, minerali

scelti in vigna, per aver maggiore

aziende, e solo dal 2010 l’azienda

ed eleganti.

concentrazione, evitando pratiche

ha preso, sempre in affitto, una

In punto di densità di impianto,

di cantina “concentranti” (tipo

struttura di vinificazione per suo

la scelta è quella di avere 5.000

il salasso); ne viene una sola

uso esclusivo; sempre nel 2010 ha

o 6.000 piante per ettaro, per

barrique, il vino è messo in bottiglia

acquistato un nastro di cernita per

lavorare con un trattore normale;

con le sue fecce, ed è quasi un

una sempre più accurata selezione

solo in un vigneto particolare

divertimento.

delle uve.

hanno 10.000 piante, ma il costo

La volontà dell’azienda e di Andrea

È interessante notare che le vigne

di gestione è eccessivo, occorre

Di Maio in particolare è quella di

da prendere in locazione non

un trattore ad hoc, scavallante,

produrre un vino di territorio, che

sono scelte sulla base dei vitigni

più suscettibile di rompersi con

“senta” il calore mediterraneo,

che vi sono impiantati, bensì per

difficoltà di reperire i mezzi di

ma che sia comunque sempre

le caratteristiche del suolo e del

ricambio, per cui il “gioco non vale

elegante e fresco.

sottosuolo: la convinzione è quella

la candela”.

Per questo, nel 2007 il vino

della prevalenza del terroir sull’uva,

In cantina, per l’affinamento negli

fu prodotto da un vigneto a

che ne è soltanto uno strumento.

anni 2007 e 2008 venivano usate

Rosignano Marittimo, subito a

Ed allora in vigna si trovano

barriques di rovere francese,

Sud di Livorno, con terreni sciolti,

Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot,

in parte nuove; oggi, dal 2010,

sabbiosi, che davano finezza, ma

Cabernet Franc, Petit Verdot, ma

vengono usati tonneaux da

mancavano potenza e struttura;

anche Rebo, Refosco, Teroldego,

più di 500 litri e cemento. In

così, già nel 2008, fu usato un

piantati sulla base dei gusti anche

particolare, in tonneaux si svolge

vigneto a Collemezzano (Cecina),

originali dei proprietari.

la malolattica, poi il vino resta in

dal suolo ricco di terra rossa con

La conduzione dei vigneti è

legno fino all’agosto successivo

sasso e argilla, a completare

integralmente biodinamica; del

alla vendemmia; quindi si fanno

l’assemblaggio. Ma poi è arrivata

resto, Andrea Di Maio ha imparato

gli assemblaggi in vasche di

l’annata calda 2009, poco adatta

l’amore per la vigna con Paolo

cemento, con la separazione tra

all’argilla, ed allora Fattoria Kappa

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

1° Master Management dell’Azienda Vitivinicola

Completando l’offerta formativa nel settore Food & Wine, la Business School del Sole24ORE organizza a Milano il prossimo autunno il 1° Master Management dell’Azienda Vitivinicola, a partire dal 19 ottobre per 12 giornate formative infrasettimanali. L’obiettivo del percorso è formare imprenditori, manager e consulenti del settore vitivinicolo, trasferendo loro competenze specifiche di management per una gestione efficiente dell’attività aziendale, sotto il profilo della previsione e del controllo dei costi, delle strategie di posizionamento e di sviluppo commerciale in Italia e all’estero e dei metodi di distribuzione e logistica specifici delle varie tipologie di business. La docenza è affidata a manager, consulenti e professionisti del settore. Per ulteriori informazioni consultare il sito

www.bs.ilsole24ore.com 33

oppure scrivere a: Il Sommelier n. 2 / 2014 roberta.lazzara@ilsole24ore.com


ha cercato altre vigne, più in alto,

conseguenti alle uve impiegate e,

Regola dell’azienda dei F.lli Nuti.

per maggiori profumi, acidità e

soprattutto, ai vigneti utilizzati. Ma

Introdotta dallo scrivente, la

freschezza, spostandosi verso

è stata anche l’occasione della

l’interno (Castellina Marittima,

conferma delle grandi potenzialità

degustazione è stata fatta presso

Riparbella, Montecatini Val di

(ed attualità!) del territorio

Cecina, Volterra).

dell’entroterra della Costa degli

La “verticale” ha consentito di

Etruschi, con particolare riguardo

ripercorrere la storia e l’evoluzione

alla zona di Castellina Marittima

dell’azienda e del suo progetto,

e Riparbella, così come durante

da Claudio Corrieri, Ristoratore e

con una progressiva precisazione

la manifestazione MareDiVino era

Collaboratore della Guida I Vini

delle scelte aziendali e le diversità

emerso con la verticale del vino La

d’Italia dell’Espresso.

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Il Sommelier n. 1 / 2015

la Delegazione FISAR di Livorno. È stata guidata, insieme ad Andrea Di Maio, da Riccardo Margheri, della Guida Vini Buoni d’Italia, e


Gli assaggi

Kappa 2007 Prodotto in due diverse versioni (etichetta bianca e grigia), dalla prima vigna presa in affitto dall’azienda a Rosignano Marittimo. Uno ha prevalenza di cabernet sauvignon e si presenta con colore rosso granato, con note calde al naso, ma anche mentolate fresche; in bocca è ancora fresco, ha tannino ben risolto, bell’equilibrio, con finale non lunghissimo ma invitante, buon succo, con ritorni di frutto nero maturo. Pur trattandosi solo della terza annata aziendale, il vino stupisce per vitalità e presenza. L’altro, con prevalenza di syrah, è un po’ stanco, al naso ha cenni di spezie dolci, pepe e note mediterranee, ma anche note evolute e di vegetale cotto; in bocca è un po’ smagrito, il tannino è amaro e nel finale compare calore. Kappa 2008 Alle uve dalle vigne di Rosignano Marittimo si aggiungono quelle di Collemezzano, che ha Cabernet Sauvignon e Syrah, con piccole parti di Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot, Rebo e Teroldego; 1/3 di barriques nuove per l’affinamento. Cenni minerali e balsamici (canfora), frutto nero maturo, non complesso; bella rotondità all’ingresso in bocca, tannino piuttosto fine, poi fresco; finale con note di grafite, senza concessioni all’alcol; struttura e dolcezza, frutto maturo e cenni balsamici per un insieme mediterraneo e godibile. Kappa 2009 Naso fine, frutto nero, note mediterranee fresche, grafite, anche cenni floreali; in bocca ha un’inaspettata agilità e piacevolezza, il tannino è fine; ha minor struttura del 2008, ma è più sfumato ed elegante; c’è calore ma anche sapidità minerale a creare contrasto e bevibilità. Kappa 2010 Si inseriscono uve da vigne più alte, in collina a 350 m., in una zona molto bella, oltre che più fresca e

con sottosuolo marino, verso Volterra; qui, nel 2008 il Cabernet Franc è stato vendemmiato a metà ottobre, mentre le zone più basse a fine settembre avevano già tolto tutto. E si passa all’affinamento in tonneaux, abbandonando le barriques. Impenetrabile alla vista, rosso rubino concentrato; al naso, complesso, ha bel frutto nero maturo, prugna, mora, ma anche ciliegia; balsamico fresco, mentolato e canfora; bocca davvero succosa e di equilibrio, tannino fine e giovane; ha una bella esplosione di frutto, con finale rinfrescante e pulito. Vino equilibrato e fine, succoso e piacevole; per molti il miglior assaggio della serie. Kappa 2011 Annata con estate molto calda, dopo una primavera fresca; ha frutto netto, anche in confettura, e note floreali, canfora; evidente la dolcezza di frutto in bocca, il sorso è un po’ monolitico, mancano complessità e sfumature, il tannino ha sensazioni verdi ma resta comunque di buona grana e la struttura è notevole. Prove 2012 Prove di vendange entière (a grappolo integro, con raspo) sul cabernet franc, per cercare note speziate e freschezza vegetale. Viene da un’annata molto calda, ma tale fin dalla primavera, per cui le viti hanno trovato un loro equilibrio, si sono adattate alle condizioni climatiche estreme, evitandosi così le “cotture” del 2011. Ancora poco espresso al naso, ha comunque un bel frutto nero maturo (non in confettura), note minerali scure, piuttosto fine; nel bicchiere pian piano esce, si apre, si evolve. La bocca è senza cedimenti, ha freschezza sapida e tannino di buona presa sul palato, da levigare, appena amaro nel finale, che è comunque molto lungo; la materia è tanta, ed anche in bocca, ai successivi riassaggi, la complessità aumenta.

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

Isolabella della Croce nel terroir unico di Loazzolo

I

solabella della Croce sorge in un anfiteatro naturale tra le colline dell’Alta Langa Astigiana a Loazzolo, paese famoso per l’omonima piccola DOC. Nota per la produzione del Moscato d’Asti e del Loazzolo DOC, la cantina si dedica inoltre alla coltivazione di vigneti siti a Calamandrana da cui ottiene 3 Barbera d’Asti: la “Maria Teresa” affinata Il Sommelier 35 n.Il in acciaio, la

Superiore “Serena” e la Superiore Nizza “Augusta”. Un occhio di riguardo va ai bianchi Sauvignon e Chardonnay che esprimono appieno le peculiarità territoriali derivanti dai vigneti loazzolesi. Infine il

“Bricco del Falco”, 100% Pinot nero vinificato in rosso, vino su cui l’azienda sta investendo negli ultimi anni, completa la carta dei vini. L’azienda offre ai propri visitatori appassionanti wine tours con passeggiate guidate tra boschi e irti vigneti e degustazioni con prodotti tipici, accompagnate da una meravigliosa vista sulla vallata.

BORGO ISOLABELLA s.s.

Regione Caffi, 3 Loc. Saracchi 14051 LOAZZOLO (AT) Tel. 014487166 Sommelier 1 /- 2014 2 2015 n. 2 / 2014 35

www.isolabelladellacroce.it


di Davide Amadei

MareDiVino: la grande vetrina dei vini della Costa degli Etruschi Grande l’afflusso di pubblico. MareDiVino si conferma l’unico evento che raduna tutta la produzione enologica e gastronomica di Livorno e provincia. La prossima edizione sarà il 28-29 novembre 2015.

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Il Sommelier n. 1 / 2015



L’

importanza che i prodotti

Colline Metallifere, ponendosi

al Porto di Livorno.

della Provincia di Livorno

in continuità geologica con i

È soprattutto la grande

hanno avuto nella

terreni molto minerali dell’Elba,

degustazione al banco a dare

storia recente del vino italiano

con le ondulazioni e le variegate

agli appassionati la possibilità di

è indiscussa: quando, per vari

esposizioni di Suvereto, il versante

assaggiare e conoscere i vini delle

motivi, alla fine degli anni 1960

a Mezzogiorno della zona di

varie zone, con più di 60 aziende,

molte denominazioni erano in

Piombino, le alture di Campiglia

dalle più blasonate alle più piccole,

profonda crisi di immagine e di

Marittima. Le Isole esaltano il

tradizionali o recenti, spaziando

qualità, il Sassicaia, vino da tavola

vitigno Aleatico, soprattutto in

tra bianchi da Vermentino,

della Tenuta San Guido di Bolgheri,

versione passita, con i terreni

rosati, rossi semplici, grandi

fece da traino per il rilancio della

ferrosi ed il sole dell’Elba ed i suoli

rossi da vitigni internazionali,

viticoltura ed enologia di alto

vulcanici dell’Isola di Capraia.

qualche bel Sangiovese, e gli

profilo, e non solo per la Toscana.

Nel Nord della Provincia la doc

intriganti vini dolci da Aleatico.

Sempre di più la Provincia di

Terratico di Bibbona cerca di

I produttori hanno, dal canto

Livorno, comprensiva delle Isole

carpire le influenze mediterranee

loro, l’opportunità di presentare

(Elba e Capraia), ed i territori pisani

della macchia e del mare.

il territorio, il proprio lavoro e i

limitrofi (Riparbella in particolare)

È appunto il mare che unifica

loro prodotti a tanti consumatori,

hanno scoperto le enormi

questi territori, con la sua azione

appassionati, assaggiatori, ma

potenzialità del proprio territorio,

regolatrice del clima, con il sale

anche a molti operatori (ristoratori,

con le sue diversità e peculiarità

e gli altri elementi minerali, con i

enotecari, distributori, agenti),

ma un elemento in comune: il

suoi riflessi di luce, e da cinque

particolarmente presenti in

mare.

anni la Delegazione FISAR di

quest’ultima edizione.

È la Costa degli Etruschi, i quali

Livorno ha creato “MareDiVino”, la

Attorno alla grande degustazione

già avevano intuito le potenzialità

grande vetrina dei vini della Costa

al banco ruotano tante occasioni

della zona per la viticoltura e

degli Etruschi, realizzato con la

di promozione della cultura

producevano vino e olio di qualità,

collaborazione delle istituzioni e di

enogastronomica. In questa

tanto da adorare un apposito dio,

Slow Food Livorno, per radunare

quinta edizione si sono svolte

Fufluns, protettore della bevanda

in un contesto unitario tutte le

due degustazioni guidate: una

frutto dell’uva (il Dioniso dei Greci,

espressioni e valorizzare le diverse

a cura del Gruppo Matura, ed in

Bacco dei Romani).

ricchezze del territorio.

particolare dell’agronomo Stefano

Bolgheri è una sorta di teatro

Alla sua quinta edizione,

Dini e degli enologi Giacomo

naturale dove si incanalano

MareDiVino si è svolto il 29 e 30

Cesari e Valentino Ciarla, con vini

brezze e venti, che mitigano il

novembre 2014 negli ambienti

“con il mare dentro”, da territori

calore estivo sempre elevato e

moderni ed ampi del Terminal

toscani dove un tempo c’era il

diffondono gli influssi marini. La

Crociere e in quelli antichi e

mare e dove in vigna si trovano

Val di Cornia è caratterizzata dal

affascinanti della Fortezza Vecchia,

conchiglie e fossili; l’altra dedicata

fiume Cornia e dalla cornice delle

non a caso direttamente sul mare,

a “La Regola”, vino dell’omonima

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Il Sommelier n. 1 / 2015



azienda dei Fratelli Flavio e Luca Nuti, con assaggio in verticale di dieci annate di un prodotto “faro” dell’area di Riparbella. Ampio spazio è stato dedicato alla gastronomia, con un tripudio di formaggi, salumi, ortaggi, pani, miele, confetture e tanto altro. Di alto livello i cookingshow, con grandi chef a svelare i propri segreti e mostrare le

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Il Sommelier n. 1 / 2015

proprie creazioni. Frequentatissimi i laboratori per bambini, alla scoperta della cucina e del gusto. Nell’ambito di MareDiVino si svolge anche un concorso enologico davvero originale: è “Rosso Buono per Tutti”, che ha alla base l’idea di sottoporre al giudizio non di tecnici, ma di consumatori e appassionati, i vini rossi più “abbordabili”, reperibili nelle enoteche ad un prezzo non superiore ai 18 Euro: il vino di maggior consumo, quello destinato ad accontentare un pubblico ampio, attento ma non specializzato, il vino “base”, o comunque più facilmente acquistabile sul mercato. Hanno partecipato più di cinquanta vini, suddivisi in cinque batterie da dieci e degustati “alla cieca”; ogni avventore che ha assaggiato ha indicato, nell’ambito della propria batteria, tre vini ritenuti più buoni, ed alla fine, mettendo insieme tutte le schede, è risultato vincitore “Il Peccato” Val di Cornia Rosso 2008 di Jacopo Banti, con secondo posto del “Lambda” 2012 della giovane Fattoria Kappa delle Badie a Vada-Campiglia M.ma. È stato grande l’afflusso di pubblico, tra appassionati e operatori: così la manifestazione ha raggiunto il suo scopo,

istituzionale, di promuovere il vino come prodotto e ambasciatore del territorio della Costa degli Etruschi e delle isole livornesi, e MareDiVino si conferma l’unico evento che raduna, nella città capoluogo, tutta la produzione enologica, ma anche gastronomica, della Provincia di Livorno. Arrivederci alla sesta edizione, 28-29 novembre 2015!


TUTELA LA BIODIVERSITà E AIUTA L’EXPORT IN CANADA Magis rappresenta oggi per una crescente community di cantine italiane il simbolo dell’impegno concreto a favore di uno sviluppo sostenibile, per rispondere alle esigenze del presente senza pregiudicare la capacità e le risorse delle future generazioni.

P

er questo motivo l’impegno di tutti gli attori aderenti al protocollo Magis è massimo ed è in continua evoluzione per garantire ai consumatori e ai cittadini un vino buono e sano ed un ambiente migliore. Il protocollo Magis fornisce una vera e propria guida pratica per la gestione sostenibile del vigneto che garantisce il principale patrimonio di ogni viticoltore: il terreno dove sono impiantati i vigneti. Grazie a questo sforzo collettivo, è stata possibile la definizione di un protocollo di sostenibilità che definisce le linee guida indispensabili per poter entrare nel percorso della certificazione di sostenibilità da parte di un ente terzo indipendente. Ma la viticoltura si innova, guarda alle sue origini, e fa tesoro dei progressi raggiunti. Per questa ragione, dopo il traguardo della certificazione dei propri vini sostenibili e in linea con il significato di Magis, “di più, sempre meglio”, le prime aziende aderenti hanno fatto un altro passo del percorso di sostenibilità, rivolto alla tutela della biodiversità. Esistono metodi semplici per verificare autonomamente il livello di biodiversità del proprio vigneto, che è strettamente legato alla sostenibilità, e Magis li mette in pratica. Per la prima volta con Magis il “focus” cade sul Terzo paesaggio della viticoltura, i 60 cm a cavallo del piano di coltivazione dove si osserva la maggior parte della biodiversità in un vigneto, quel luogo dove si compiono i

cicli degli elementi e dove gli organismi terricoli svolgono la loro funzione per mantenere la fertilità del terreno. Quando si parla di vino e sostenibilità, alcuni mercati, più di altri, sono particolarmente attrattivi e ambiti. I mercati regolati dai Monopoli di Stato per la commercializzazione del vino, soprattutto in quei contesti internazionali particolarmente sensibili ai temi ambientali e di sostenibilità, rappresentano un elemento cruciale nelle strategie di esportazione dei produttori del vino. Dopo il recente riconoscimento da parte del SAQ (Société des alcools du Québec), il Monopolio per la commercializzazione del vino nella regione del Québec, Magis riesce a fare di più anche per i produttori interessati all’export in Canada. Quella del Québec è la principale regione canadese importatrice e consumatrice di vino italiano. Le aziende che adottano il protocollo Magis possono dunque ottenere punteggi aggiuntivi nei tenders organizzati dal Monopolio e veder riconosciuti i propri vini sostenibili certificati come “Responsible Choice” a dimostrazione della qualità e sostenibilità del prodotto, aspetto riconosciuto e ricercato dal consumatore canadese. Magis si prende cura dell’ambiente e garantisce bontà e qualità al vino italiano per noi e per i nostri figli. Per maggiori informazioni sul protocollo e su come aderire a Magis, visita la sezione “Contatti” del sito www.magisvino.it.

Magis rientra nelle attività di Food Chain Partnership di Bayer CropScience, azienda capofila del progetto, volte ad affiancare i produttori nell’adozione di un approccio produttivo sostenibile verificato da DNV GL, per poter avere il giusto riconoscimento da parte dei consumatori spesso ignari dell’impegno che sta dietro l’agroalimentare “Made in Italy”. Dal 2009, sotto la guida di Attilio Scienza, Magis ha stimolato e poi accompagnato un pool di aziende pioniere a lavorare insieme per individuare come gestire i vigneti in modo sostenibile. Attraverso una sperimentazione pluriennale, sono state identificate le aree di intervento e le tecniche da seguire per massimizzare il risultato produttivo in termini quali-quantitativi con il miglior rapporto costo/beneficio, razionalizzando il numero di interventi in campo, quindi anche i consumi energetici e impiegando meglio le risorse, senza mai perdere la qualità e l’identità di ogni singolo vino.


Il Nebbiolo di Langhe e Roero conquista Volterra di Davide Amadei

A Volterra la Delegazione FISAR locale, condotta da Flavio Nuti, ha organizzato una serata dedicata al Nebbiolo, il grande vitigno piemontese, con la degustazione di alcune sue declinazioni dei territori di Langhe e Roero. A condurre la serata è arrivato dal Piemonte il Delegato FISAR di Torino.

I

l Delegato di Torino, Roberto

dei grandi Borgogna: non più vini

cugini d’Oltralpe.

Rabachino, è un grande

rossi dolci, con importante residuo

Nel Novecento, il Nebbiolo ha fatto

affabulatore ed ha conquistato

zuccherino, ma prodotti complessi

da apripista per il vino italiano

i presenti con tanti racconti ed

che sappiano leggere e tradurre

nei grandi mercati mondiali,

aneddoti, oltre che dati storici ed

il territorio di provenienza. Così,

soprattutto negli U.S.A.: Giovanni

economici, sulle aziende dei vini

il vino non può che chiamarsi

Gaja, sindaco per molti anni di

in assaggio e più in generale sulla

con il nome del luogo da cui

Barbaresco e padre di Angelo, e

storia del Nebbiolo e sulla gente di

provengono le uve, che nel 1800

Michele Coppo, andavano spesso

Langhe e Roero.

è in particolare il paese di Barolo.

in America per far conoscere e

Ed allora ecco Giulia Colbert,

Di questo vino, la Marchesa dà

vendere il Barolo.

sposa del Marchese Falletti di

alla casa reale Savoia una botte

Oggi il Nebbiolo è il “re” delle uve

Barolo, che nella prima metà

al giorno, esclusi i quaranta giorni

piemontesi, anche se è piantato in

dell’Ottocento si affida all’enologo

di Quaresima, e dunque 325 botti;

minor quantità rispetto a Barbera

francese Oudard ed avvicina il

altrettante ne manda in Francia, a

e Dolcetto, vitigni per i vini della

vino da Nebbiolo all’impostazione

testimoniare lo stretto legame con i

tavola piemontese; di Barolo si

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Il Sommelier n. 1 / 2015


producono circa 11 milioni di

questa terra privilegiata, da poco e

partecipanti.

bottiglie all’anno, di Barbaresco

meritatamente divenuta Patrimonio

La serata è stata accompagnata

4 milioni; di Roero poco meno di

Mondiale dell’Umanità UNESCO

800.000, ma occorre contare i

(Langhe, Roero e Monferrato).

da una sontuosa cena presso il

4 milioni di bottiglie di Nebbiolo

Non è facile, per un innato

d’Alba che si producono per lo più

campanilismo dei Toscani, far

nel medesimo territorio.

apprezzare vini piemontesi da

Con tutto ciò l’oratore ha tramesso

nebbiolo nella terra del sangiovese

l’ambiente, il contesto, la cultura

o dei tagli bordolesi; ma a Volterra

che ruotano attorno al Nebbiolo

la Delegazione FISAR, con Flavio

pappardelle al colombaccio al

del Sud Piemonte, per ritrovare nei

Nuti, grazie al Delegato di Torino

cinghiale in umido, ben abbinati ai

bicchieri i profumi ed il carattere di

c’è riuscita, emozionando i

profumi e ai tannini dei nebbioli.

prestigioso ristorante del Park Hotel Le Fonti di Volterra, luogo della degustazione, con ottimi piatti della tradizione toscana e pisana, dalla zuppa alla trippa, dalle

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

Con la Viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra a conoscere le “Colline della Barbera”

M

entre si stanno confermando in cantina le confortanti previsioni di fine anno sulla qualità “straordinaria nella sua normalità” dei vini nati dalla vendemmia 2014, la Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra sta mettendo a punto i dettagli organizzativi per l’ennesima sfida della sua storia. Quella che la vedrà impegnata nell’insolito e forse sorprendente ruolo di Agenzia di promozione del territorio. Lo stesso che, inserito lo scorso anno nella lista Unesco dei Patrimoni dell’Umanità, vede la Cantina al centro della “core zone” Nizza e la Barbera. Per l’inizio dell’ormai prossima stagione primaverile saranno infatti operativi i programmi di visita delle Colline della Barbera che, partendo dal rinnovato e funzionale Punto

Vendita, accompagnerà gli enoappassionati alla conoscenza diretta dei vigneti in cui nascono gli straordinari prodotti della Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra. CANTINA SOCIALE DI VINCHIO-VAGLIO SERRA E Z.L. SCA Regione San Pancrazio, 1 - 14040 VINCHIO (AT) Tel. 0141 95.09.03 - 95.06.08 - Fax. 0141 95.09.04 43 Il Sommelier Il Sommelier n. 2 1 / 2014 2015 n. 2 / 2014 43 www.vinchio.com - info@vinchio.com


Gli assaggi Gli assaggi Roero Rosso Riserva docg “Sudisfà” 2010 - Angelo Negro Selezione dei migliori Nebbioli dei vigneti aziendali in Roero (Monteu, Santo Stefano e Canale), sulle colline a più di 300 m. di altitudine, con età media delle viti di 35 anni. Naso fine, elegante, ricco di frutti rossi, anche piccoli, ciliegia in confettura delicata, cenni speziati e balsamici freschi; in bocca ha struttura importante, tannini giovani privi di amaro, molto fresco ed equilibrato, soprattutto succoso nel finale, rinfrescante e sapido, con sensazioni anche di fiori rossi; un sorso pieno, elegante, preciso. La famiglia Negro è un vero e proprio punto di riferimento del territorio del Roero, fin dal lontano 1670; oggi ha circa 60 ha di vigneti con uve autoctone piemontesi (Favorita e Arneis a bacca bianca; Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Bonarda, Brachetto a bacca nera) tra la storica Cascina Perdaudin a Monteu Roero, la Cascina San Vittore a Canale, sempre nel cuore del Roero, ed il famoso cru Basarin a Neive per il Barbaresco. Nebbiolo d’Alba doc “San Ponzio” 2009 Poderi Gianni Gagliardo Si rimane nel Roero, sulla collina di San Ponzio nel Comune di Monticello d’Alba. Al naso il vino ha cenni marini interessanti, spezie fini, toni officinali a conferire eleganza; in bocca il tannino è netto, giovane, appena asciugante nel finale, dove emerge un po’ il calore dell’annata non perfettamente contrastato dalla sapidità. Nel bicchiere esce poi il frutto, su note di ciliegia matura, ad arricchire ulteriormente il quadro

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Il Sommelier n. 1 / 2015

olfattivo. Azienda moderna, molto dinamica ed internazionale, da quando Gianni Gagliardo, sposo di Marivanna Colla nel 1973, la conduce con la propria innata capacità imprenditoriale ed il suo amore per le vigne di Langhe e Roero e per il Nebbiolo in particolare. Barbaresco “Palazzina” docg 2009 - Montaribaldi Dal vigneto “Palazzina” nel famoso cru Starderi a Neive, a 240 m. s.l.m.; perfetta esposizione a Sud e terreno con marne grigiobiancastre di origine sedimentaria marine; 4.400 ceppi per ettaro impiantati nel 1985. Inizialmente segnato dal rovere al naso, con spezie dolci e cenni smaltati, via via nel bicchiere si apre, cresce in definizione e finezza, con piccoli frutti rossi maturi, note terrose e medicinali, erbe aromatiche; in bocca il tannino da legno ha da essere digerito e genera lievi sensazioni amare nel finale, ma la struttura sapida è notevole. L’azienda è gestita con entusiasmo dai giovani Luciano e Roberto Taliano, che, pur muniti di rotomaceratori e legni anche piccoli, ricercano prodotti legati alla tradizione langarola. Barolo “460” docg 2007 Cascina Bric Da uve provenienti prevalentemente da vigneti tra i 420 e i 500 m. di altitudine sopra Barolo (Bricco delle Viole, Vergne, Fossati), in zona fresca con escursioni termiche importanti; tant’è che il nome del vino, “460”, deriva proprio dall’altitudine della

Cascina a Vergne, la proprietà più elevata nel Comune, che in epoca napoleonica era un monastero e poi, ai primi del ’00, divenne importante borgo agricolo. Oggi l’azienda è condotta con dinamismo ed attenzione dal giovane viticoltore ed enologo Giancluca Viberti. Il vino ha colore granato tipico, ed all’olfatto, pur non complesso, è classico, territoriale, nebbiolesco, con qualche cenno balsamico e di menta fresca; in bocca il tannino è piuttosto fine, non manca la materia, ma il finale ha il calore dell’annata, anche questa piuttosto calda, e chiude appena asciugante, sia pure con ritorni balsamici e floreali invitanti. Da segnalare l’originalità della bottiglia, fuori regola rispetto alla tradizione ed al disciplinare, non essendo né una “albeisa” né una bordolese come normalmente si usa in Langa. Barolo doc Riserva Speciale 1970 - Pira Secondo “Riserva speciale” è una dizione particolare, non prevista dai disciplinari, per significare che si trattava del vino messo in botte da Secondo Pira che poi, l’anno successivo, sarebbe morto: una sorta di dedica affettuosa della famiglia al viticoltore scomparso, padre di Luigi Pira, attuale produttore di Serralunga d’Alba. Colore granato scarico, piuttosto trasparente, ma vivo; al naso è complesso e si apre sempre di più, con note agrumate (tamarindo), di tabacco dolce, cenni di malto d’orzo; in bocca ha eccezionale finezza, è inaspettatamente


fresco, ha tannino evoluto ma non polveroso; escono sensazioni di camomilla, sottobosco; molto persistente e pulito il finale, con allungo anche minerale e agrumato, invitante. Coup de coeur della serata, da ricordare a lungo: finezza e longevità del nebbiolo, “fedele nei secoli”, come è stato definito nella completa dispensa che ha preparato per la serata. Un’emozione nel bicchiere. Le bottiglie degustate provengono dalla cantina personale del Dottor Giuseppe Santo, socio della Delegazione di Torino. Barolo doc 1968 Marchesi di Barolo Netti cenni ossidativi, ma non è minata la piacevolezza dell’olfatto, con fungo secco e terra; anche in bocca mostra stanchezza, il tannino è un po’ polveroso; la struttura c’è ancora, non manca acidità a sostenere l’assaggio;

vino bevibile, presente, con cenni di terra, sottobosco, malto, è però senz’altro in fase calante. È il vino di un’azienda legata a doppio filo alla storia del Barolo e delle Langhe: nel 1864, alla morte di Giulietta Colbert, la dinastia dei Falletti, marchesi di Barolo, si estinse e per perpetuarne il ricordo e l’attività benefica, fu creata l’Opera Pia Barolo con sede a Torino; poco dopo, il lungimirante e capace Pietro Abbona, produttore di vino insieme ai fratelli Ernesto, Marina e Celesina nelle cantine parterne “Cavalier Felice Abbona e Figli” ai piedi del Castello Falletti in Barolo, acquistò l’Agenzia della Tenuta Opera Pia con le antiche cantine di affinamento dei Marchesi di Barolo; l’azienda, con questo nome, è giunta di padre in figlio fino ai nostri giorni, con immutata passione per la produzione di vini di territorio. Le bottiglie degustate provengono dalla cantina personale del Dottor

Giuseppe Santo, socio della Delegazione di Torino. Barolo Chinato - Terre di Barolo Dolce e fresco, ricco di erbe officinali, con china in giusta evidenza, ha buona struttura e dolcezza misurata per abbinarsi perfettamente al dessert similsacher proposto dalla cucina. Un prodotto tradizionale di Langa, da quanto alla fine dell’Ottocento il farmacista Dott. Giuseppe Cappellano di Serralunga, con il collega Mario Zabaldano di Monforte, aromatizzò con china calissaia ed altre erbe aromatiche il Barolo della sua famiglia, creando un vino particolare, unico al mondo, inimitabile. Terre di Barolo è una grande azienda industriale, con sede sulla via di comunicazione Alba-Barolo a Castiglione Falletto, nota per vini commerciali ma anche per vere e proprie perle enologiche come questo intrigante Barolo Chinato.

Il Sommelier n. 1 / 2015

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di Nicola Masiello

Un territorio, una storia, un

ino V

Sono queste tre parole le chiavi magiche per aprire una porta su una verticale di un grande vino Italiano quale l’Amarone.

U

n Territorio Quello della Valpolicella, unico per conformazione

orografica, dove i monti Lessini a nord la riparano dalle correnti fredde settentrionali, dove il lago di Garda ad ovest riesce a fare volano termico, mitigando le stagioni attraverso la temperatura e le correnti, che formandosi tra il lago e la Val d’Adige portano ad un clima mediterraneo in una zona collinare con altitudini oltre i 500/600 mt. e dove, oltre alla

origine vulcanica, atta alla

ideologici e di ritirarsi da amici

produzioni di vini ricchi di

che nella Borgogna producevano

mineralità soprattutto bianchi,

vino. Questa non fu una scelta

espressione massima nel vino

occasionale ma venne sfruttata

Soave;

come momento di studio e di

- la zona centrale, basaltica/ marmorea, ricoperta per circa

cui i Bertani erano prima di tutto

40 cm da uno strato di terreno

appassionati. Passarono quattro

di origine marina dovuto al

anni prima del rientro in patria e

sollevamento del territorio e ricco

più precisamente nelle loro tenute

di calcarei-cretosi e scheletro

in Valpolicella, dove, grazie alla

marino: una situazione ottimale

loro passione ed all’apprendimento

per la produzione di vini fini e

delle nuove tecniche di cantina

longevi quali l’Amarone ed il

acquisite, cominciarono un nuovo

Recioto della Valpolicella.

percorso enologico.

vite, l’ulivo riveste una grande importanza.

ricerca nel mondo enologico di

Inizia così a storia dei Bertani nel

Una storia

mondo del vino.

Nella conformazione morfologica del terreno si distinguono tre zone

Quella della Famiglia Bertani,

alla prima annata di Amarone

principali:

originaria della città di Verona che,

prodotto in azienda nel 1958 ed è

- il lago di Garda ad ovest con

a causa di alcuni dissapori con la

da qui che comincia quel grande

terreni morenici adatti alla

politica del tempo, era la metà del

viaggio qualitativo che, sostenuto

produzione di vini di pronta beva,

XIX sec. , decise, per così dire,

da una costante ricerca che si

Bardolino in testa;

di spostarsi dalla città per un po’

tramanda fino ad oggi, porta ad un

di tempo, al fine di evitare scontri

prodotto di qualità frutto di continui

- la zona del Soave ad est di

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Il Sommelier n. 1 / 2015

Ci sono voluti 100 anni per arrivare


studi e selezioni effettuati sui 200 ettari di vigneti tutti di proprietà.

Un vino L’Amarone, prodotto di eccellenza dell’Enologia Italiana, nato si dice per un errore di cantina, viene anche chiamato nel dialetto locale, vino ”scapà” come dire scappato o sfuggito. Si narra che un cantiniere si fosse dimenticato di una botte

di Recioto, il quale, continuando la fermentazione alcolica con la conseguente trasformazione degli zuccheri in alcol, era diventato amaro e di qui il nome Amarone. Personalmente, e credo di trovare consensi, ringrazio dell’errore, un errore importante che ha segnato la nascita di un grande vino. L’Amarone è il fratello del Recioto, sono entrambi ottenuti con lo stesso procedimento dell’appassimento nei fruttai e con le stesse uve: - Corvina o Corvinone Veronese vitigni ideali per l’appassimento. - Rondinella per la componente aromatica. - Molinara (non più obbligatoria dal 2.000) per la freschezza acida che apporta.

- Altre a vitigni a bacca rossa considerati “complementari” previsti dal disciplinare di produzione. La differenza sta nel fatto che il primo è secco mentre il secondo è dolce. Sono pochi i vini secchi prodotti con la tecnica dell’appassimento, dove le uve vengono raccolte a mano e riposte ad appassire fino ai mesi di Febbraio o Marzo, con il risultato di concentrare una grande

rosso rubino carico e denso. Al naso intenso, complesso, fine, con note di frutta rossa appassita, in prevalenza prugna, accompagnata da frutti rossi piccoli e note leggere, speziate di liquirizia e cioccolato. Al gusto è caldo, robusto, di corpo, fresco vivo, secco, sapido, non molto equilibrato per dominante acidità. Molto giovane.

quantità di zuccheri che poi, attraverso una lunga fermentazione in botte grande, si trasformano in alcol, dandoci un vino di grande strutturaalcolico e longevo.

Stabile con condizioni climatiche buone ed in linea con gli standard del territorio. Settembre piovoso con alternanza pioggia/sole, buona ventilazione e ideale lo sbalzo termico giorno/notte che ha favorito la qualità del frutto , facilitato lo sviluppo delle sostanze olfattive e contribuito ad accentuare la nota tannica. Il vino si presenta di un bel rubino carico e denso e poco trasparente. Al naso intenso, complesso, fine e persistente, si apre con frutta rossa matura, con prevalenza di prugna e ciliegia, sentori eleganti di spezie dolci, cacao, frutta secca. Al gusto è caldo, di corpo, acidità vestita, tannino vellutato, buona sapidità. Stranamente equilibrato rispetto alle aspettative dell’annata,

Note di degustazione Annata 2006 Buona sotto l’aspetto climatico, con un Agosto leggermente piovoso che ha portato ad un buon accrescimento dei grappoli, vendemmia ottimale, senza piogge che ha favorito la salubrità delle uve. Il vino si presenta di un bel colore

Annata 2005

Il Sommelier n. 1 / 2015

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piacevole la sensazione di freschezza

Annata 2003

Annata 2001

e gioventù legata alla qualità di un

Annata notoriamente secca, con

Andamento stagionale perfetto, estate

vino maturo.

scarse precipitazioni durante il

calda con piovosità nella media.

periodo estivo, temperature molto

Settembre ed Ottobre poca pioggia e

Annata 2004

alte, poca escursione termica con 38°

temperature calde che hanno favorito

Fase vegetativa regolare, buona

di giorno e 30° notte, situazione che

sia la vendemmia che l’appassimento.

produzione di uve sotto l’aspetto

ha portato stress alla vite, con uve

Colore rosso cupo con riflessi granati,

quantitativo, vendemmia asciutta,

cotte e conseguente difficoltà nella

poco scorrevole. Al naso complesso,

con uve sane e mature ottimali per

gestione degli zuccheri nel frutto.

intenso, persistente; grande ricchezza

l’appassimento.

Difficoltà nella fase di appassimento.

di aromi di frutta rossa matura,

Vino di colore rosso rubino con

Colore rosso cupo con riflesso

tendente al cotto, con sottobosco

riflesso violaceo, denso.

violaceo, denso.

in evidenza; buona la speziatura

Al naso intenso, persistente,

Al naso complesso, intenso e

che volge al vegetale con richiamo

complesso, note di frutta rossa

persistente. Grande la forza

alla foglia di thè e frutta secca da

matura di prugna, confettura di

aromatica che richiama ad un ampio

guscio, si percepisce chiaramente

ciliegia e sottobosco; chiude

ventaglio di frutti rossi, confettura

l’evoluzione verso il boisè con note di

l’elegante speziatura dolce con

con ribes nero e mora in evidenza,

balsamico appena accennate.

leggero vegetale secco.

speziatura dolce con note di cacao e

Al gusto molto caldo, rotondo ed

Al gusto è caldo, rotondo, persistente

liquirizia.

equilibrato, sapido con tannini

con leggera dominanza acida legata

Al gusto molto caldo, robusto,

eleganti e ben legati, grande

a tannini puliti, sapido e secco,

equilibrato, sapido, beva asciutta e

persistenza aromatica e pienezza di

sicuramente un vino di grande

fin di bocca molto lungo, buona la

bocca. Un vino che lascia presagire

spessore e longevità.

prospettiva di miglioramento.

ancora piacevoli emozioni.

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Il Sommelier n. 1 / 2015


UN TERRITORIO FERTILE DI TRADIZIONI E VINI FAMOSI www.enzopancaldi.it - Ph: Carlo Guttadauro, Archivio www.lambrusco.net


le notizie di enogastronomia e turismo

VINO SOSTENIBILE E MERCATI INTERNAZIONALI: MAGIS OTTIENE IL RICONOSCIMENTO DEL MONOPOLIO CANADESE DEL QUÉBEC

L’esportazione verso i più importanti mercati internazionali rappresenta per oltre 80% dei produttori vitivinicoli italiani un’attività di importanza critica. Quando si parla di vino e sostenibilità, alcuni mercati, più di altri, sono particolarmente attrattivi e ambiti. I mercati regolati dai Monopoli di Stato per la commercializzazione del vino, soprattutto in quei contesti internazionali particolarmente sensibili ai temi ambientali e di sostenibilità, rappresentano un elemento cruciale nelle strategie di esportazione dei produttori del vino. Oggi Magis riesce a “fare di più, sempre meglio” anche per quei produttori interessati all’esportazione in Canada nella regione del Québec: il protocollo di sostenibilità Magis è stato infatti inserito all’interno della lista dei programmi internazionali di sostenibilità riconosciuti dal SAQ (www.saq.com) – Société des alcools du Québec – poiché in possesso dei requisiti necessari per garantire al consumatore un vino sostenibile, sano e prodotto rispettando l’ambiente. Magis prevede infatti un piano di controllo e tracciabilità delle attività in campo volto alla razionalizzazione degli interventi fitoiatrici attraverso l’approccio della difesa integrata. Inoltre, il protocollo definisce linee guida per garantire la sicurezza delle persone coinvolte nel processo produttivo vitivinicolo, dei consumatori e, non meno importante, la biodiversità. I vini Magis commercializzati attraverso il monopolio del Québec otterranno dunque l’etichetta di “Responsible Choice” a dimostrazione della qualità e sostenibilità del prodotto, aspetto riconosciuto e ricercato dal consumatore canadese. Il riconoscimento da parte del SAQ permetterà ai produttori di vini sostenibili certificati Magis, interessati all’esportazione nella regione del Québec, di ottenere punteggi aggiuntivi nei Tenders organizzati dal Monopolio, garantendo una maggiore spinta verso l’esportazione. Per info sul protocollo e per aderire a Magis, visitare la sezione “Contatti” del sito www.magisvino.it

IL LAMBRUSCO SPUMEGGIANTE DI CANTINE CECI

La Cantine Ceci di Torrile, in provincia di Parma, negli ultimi anni ha segnato l’evoluzione del Lambrusco, ed è diventata a pieno diritto una delle cantine di riferimento del territorio. Il vino che li ha posti all’attenzione del grande pubblico, fin dagli anni ’90, è il “Terre Verdiane 1813”, un Lambrusco da vitigni Maestri e Marani, dedicato alla musica spumeggiante di Giuseppe Verdi. Sull’onda di quel successo, la creatività della famiglia Ceci si è spinta nella sperimentazione di una macerazione sulle bucce di Lambrusco Maestri per circa una settimana ricavando un vino dal

a cura della redazione di

colore violaceo quasi impenetrabile, ma dagli splendidi profumi di viola e di fragola, lamponi e freschi frutti di bosco, l’Otello NerodiLambrusco 1813. Ed è stato subito un grande successo, celebrato persino dalle più importanti Guide dei Vini, sempre restie a premiare questa tipologia di vino, a torto considerato troppo “facile”. Vendemmiato nei primi giorni di ottobre, presenta un buon residuo zuccherino che mitiga la tannicità e permette abbinamenti ideali con la cucina parmense. La gamma Otello è stata successivamente impreziosita da un Rosé dal colore accattivante e brillante, con una spuma ricca e densa e deliziosi profumi di fragoline di bosco, rose delicate e viole. In bocca è fresco e con una piacevole acidità. L’abbinamento si allarga anche ai piatti di pesce ed ai fritti, ma sorprenderà positivamente con la pizza. Per finire, una piacevole curiosità, il recente omaggio a Papa Francesco di una magnum di Otello NerodiLambrusco a lui dedicata, ricoperta in velluto, ovviamente di colore bianco, e con il nome del Pontefice e i simboli del Vaticano in cristallo Swarowsky giallo. CANTINE CECI S.p.A. - www.lambrusco.it

GERARDO CESARI:

L’ELEGANZA DELLA VALPOLICELLA

L’eleganza nel calice. È questo quanto potrà scoprire il pubblico del prossimo Vinitaly, degustando i vini Gerardo Cesari. Prodotti di straordinaria eleganza che nascono nel cuore della Valpolicella, il cui simbolo è l’Amarone Bosan, un prodotto eccezionale che solo a distanza di anni è pronto a dare il meglio di sé. Lo confermano i recenti successi: il concorso internazionale MUNDUS Vini 2014 ha assegnato all’Amarone Bosan 2006 Riserva il titolo di “Bester Amarone” mentre “The Wine Advocate” Robert Parker, massima autorità nel mondo del vino, lo ha premiato con un giudizio da 95 punti. Un vino, l’Amarone Bosan, che esprime l’impegno della Gerardo Cesari nella valorizzazione del patrimonio vitivinicolo veronese, come dimostra la partecipazione della cantina ad Opera Wine, evento internazionale che si terrà a Verona il 21 marzo 2015. Per il terzo anno consecutivo, infatti, la Gerardo Cesari è stata inserita da Wine Spectator tra le 100 migliori aziende italiane che parteciperanno all’appuntamento veronese e che racconteranno, con i loro vini, una preziosa identità territoriale fatta di storia, cibo, arte e tradizioni. Vinitaly, Pad. 5 - stand F5 GERARDO CESARI S.P.A. - www.cesari-spa.it


le notizie di enogastronomia e turismo

La “Rivoluzione Rosé” del Bardolino Chiaretto

Imperdibile appuntamento per gli appassionati dei grandi rosati italiani, è andata in scena ai primi di marzo a Lazise, sulla sponda veronese del lago di Garda, una doppia, inedita Anteprima in rosa: nello storico salone della Dogana Veneta il Consorzio di tutela del Bardolino ha presentato al pubblico il Chiaretto 2014, figlio di quella “Rivoluzione Rosé” che ha condotto i produttori del classico vino rosato gardesano a scegliere un colore molto più tenue rispetto al passato e una gamma di profumi e di aromi che spaziano dai fiori bianchi, agli agrumi, alle erbe officinali mentre nella vicina sala civica del municipio si è svolta l’Anteprima di un’altra tipica interpretazione in rosa del vino italiano: il Rosato del Salento 2014. Presenti circa ottanta aziende, una settantina per il Bardolino e dodici per il Salento, per un totale di duecento vini. “Per l’edizione 2015 della nostra Anteprima – spiega il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino e del Chiaretto, Franco Cristoforetti – abbiamo avuto il piacere di ospitare i produttori del Salento. Ci accomuna una grande tradizione di vini rosati figli di straordinari vitigni autoctoni e di territori che vedono i vigneti affacciarsi verso splendidi scenari d’acqua, come il mare della Puglia e il nostro lago di Garda. Sia noi sia i colleghi pugliesi – conclude Cristoforetti – abbiamo a cuore la crescita della cultura dei rosati autoctoni italiani e sono certo che questa collaborazione saprà contribuire a costruire un nuovo importante tassello nella scoperta dei grandi vini in rosa della nostra Italia”. Accanto alle due espressioni della grande tradizione del rosato italiano figlio di uve autoctone (la Corvina Veronese per il Chiaretto e il Negroamaro per il Salento), è stata proposta in Anteprima anche l’annata 2014 del Bardolino, il vino rosso delle colline del Garda orientale. CONSORZIO TUTELA VINO BARDOLINO DOC www.ilbardolino.com

GRENACHES DU MONDE: i risultati della 3a edizione!

Si è svolto nel febbraio 2015 a Perpignan, il Concorso Internazionale dei GRENACHES DU MONDE. Manifestazione unica e di portata internazionale, è un confronto planetario che permette di rivelare la ricchezza e la diversità dei vini provenienti da questo vitigno. Aperto a tutti i tipi di vini ad Indicazione Geografica (vini tranquilli, effervescenti, liquorosi, dolci naturali) e colori (bianco, rosato, rosso), elaborati con un minimo di 60% di vitigno Grenache e/o tutti i suoi sinonimi ufficiali: in Italia (ad es.: Cannonau in Sardegna, Tai rosso in Veneto, Gamay perugino in Umbria, Granaccia in Liguria ecc.) secondo il Registro Nazionale delle varietà d’uva pubblicato dal Mipaaf. A questa 3a edizione sono stati ammessi 485 campioni da 221 operatori di 6 paesi (Francia, Spagna,

Italia, Repubblica di Macedonia, Australia e Sudafrica). 64 medaglie sono state attribuite ai Grenaches francesi, 70 alla Spagna e 14 per l’Italia ai Cannonau sardi e a due suoi cugini il cui stretto legame è meno noto ai più: un Tai rosso dei Colli Berici e una medaglia d’oro per un Gamay del Trasimeno. La prossima edizione di GRENACHES DU MONDE avverrà a Campo di Borja (Aragona - Spagna). Il Dott. Renzo Peretto, Delegato dell’Ass. Regionale Agricoltura della Sardegna, ne ha annunciato la candidatura ufficiale quale regione organizzatrice per l’ed. 2017. Durante il Vinitaly si svolgerà, lunedì 23 marzo 2015 alle h. 15.30, la consegna dei premi delle cantine italiane distintesi nell’edizione 2015, con successiva degustazione libera dei vini premiati, presso lo spazio Istituzionale della Reg. Sardegna, al primo piano dello stand regionale, pad. 8. A presenziare, Elisabetta Falchi Assessore all’Agricoltura Regione Sardegna, Fabrice Rieu, Presidente del Conseil Interprofessionnel des Vins du Roussillon e Yves Zier, direttore degli eventi Grenaches du Monde e del Concorso. GRENACHES DU MONDE www.grenachesdumonde.com/it

PRIMA EDIZIONE DI TERROIR MARCHE AD ASCOLI (16-17 MAGGIO)

Incontri, degustazioni guidate e laboratori con grandi esperti del settore per imparare a conoscere le peculiarità delle diverse aree di produzione delle Marche e scoprire un nuovo modo di intendere il vino, che ha portato undici vigneron di Ancona, Ascoli, Macerata e Pesaro a stringere un patto comune nel segno di un’agricoltura “etica e biologica”. Sabato 16 e domenica 17 maggio andrà in scena ad Ascoli la prima edizione di “Terroir Marche – Vini e vignaioli bio in fiera”: per l’intera durata del week-end all’interno del prestigioso Palazzo dei Capitani, nel cuore del centro storico piceno, saranno allestiti banchi d’assaggio con vini e prodotti tipici delle Marche e si svolgeranno degustazioni aperte al pubblico con la possibilità di acquistare le bottiglie preferite. Sul sito www.terroirmarche.com è possibile prenotarsi ai cinque laboratori guidati da grande firme del giornalismo italiano ed europeo che si terranno durante l’evento: “Il Montepulciano racconta le Marche”, “Castelli di Jesi Gran Cru”, “La montagna delle Marche”, “Il lato bianco del Piceno” e un “Fermento Marche, confronto laico su lieviti e terroir”. TERROIR MARCHE - www.terroirmarche.com

a cura della redazione di


le notizie di enogastronomia e turismo

PRESENTATO AL CAFFÈ QUADRI DI VENEZIA L’ULTIMO LIBRO DI PATRICIA GUY “I COLLI EUGANEI” Quello che Patricia Guy, nota woman writer di fama internazionale, ha voluto cogliere con il suo nuovo volume “I Colli Euganei” è il legame storico che queste colline dalla forte vocazione enologica hanno sempre avuto con la Serenissima. Magnifica signora che si specchia su una laguna, chiusa alla sue spalle proprio da questi ormai sopiti vulcani divenuti nei millenni dolci e sinuose colline immerse nel verde ordinato dei vigneti degli oliveti e delle rigogliose macchie boschive che completano la bellezza paesaggistica. In evidenza 11 itinerari sulla Strada del Vino, da percorrere a piedi, in bici o in auto, con i punti di interesse del territorio bene evidenziati e l’utile elenco di tutti i soci della Strada del Vino con foto e descrizione. Insomma un libro che diventa guida ma anche un ricordo prezioso di questi luoghi da cui attingere aneddoti interessanti. Soprattutto per gli ospiti anglofoni, che hanno a disposizione anche il testo in inglese. Utilissima anche l’app (solo in italiano) interamente dedicata alla Strada del Vino, ai suoi itinerari, agli associati e agli eventi. Non ultima, la pubblicazione della mappa topografica dei Colli Euganei per programmare al meglio un viaggio fra gli Euganei e i vini di questo importante angolo enologico d’Italia.

PODERE LA REGOLA, LAVORI IN CORSO E PREMI È iniziata la costruzione della nuova cantina di Podere La Regola, che vedrà la luce a fine 2015 in coincidenza con il termine del percorso di conversione dei terreni al biologico, che saranno certificati già con l’annata 2015. La cantina è il termine di un lungo cammino di crescita dell’azienda di Riparbella (PI), dagli iniziali 2 ettari nel 1990 - anno della nascita - agli attuali 20 ettari, con in programma l’aumento della superficie vitata fino a 25/30 ettari per armonizzare l’investimento e proiettarsi in modo costante anche nel mercato estero. E la crescita riguarda anche i vini. È di quest’anno l’affermazione del rosso La Regola IGT Costa Toscana 2011, da Cabernet Franc più una piccola percentuale di Merlot e Petit Verdot, che consegue la promettente votazione di 17/20 da L’Espresso e 2 Bicchieri rossi, oltre ad essere finalista della Guida dei Vini d’Italia del Gambero Rosso, vi è inoltre da rimarcare la

a cura della redazione di

grande valutazione del Passito Sondrete 2005 “Super Tre Stelle” Veronelli, 2 Bicchieri Gambero Rosso e Gold Medal Merano WineFestival - e la buona affermazione del bianco Steccaia e dei rossi Ligustro e Syrah (15/20). L’Avvocato Flavio Nuti, che con il fratello Luca gestisce l’Azienda Agricola, esprime soddisfazione per “…l’ottima la votazione (16,5/20 su L’Espresso - 2° spumante toscano) ottenuta già al secondo anno di produzione del Vino Spumante Brut annata 2011, ottenuto da uve Chardonnay (10%) e Gros Manseng (90%). Noi siamo l’unica azienda toscana che coltiva e spumantizza questo interessante vitigno francese. Lo Spumante affina 24 mesi sui lieviti e ulteriori 6 mesi in bottiglia, interamente realizzato in azienda con il sistema della doppia fermentazione con stoccaggio sulle “pupitre” secondo il Metodo Classico. Presenta piacevoli note agrumate, buona acidità e una bollicina fine e persistente” PODERE LA REGOLA Soc. Agr. Semplice www.laregola.com

BESPOKE E IL GRUPPO NOËL ASSUMONO IL CONTROLLO DI NOMACORC

Bespoke Capital Partners ha annunciato un investimento in Nomacorc LLC, leader mondiale nella produzione di tappi sintetici per v i n o . Bespoke si è unita al fondatore e presidente di Nomacorc, Marc Noël, per ricapitalizzare l’impresa e rilevare le partecipazioni di Summit Partners, acquisendo così il controllo dell’intera azienda. Noël è attualmente a capo del Gruppo Noël, leader mondiale nella trasformazione di materiali sintetici. L’investimento offre a Nomacorc la base e le risorse con le quali migliorare la propria posizione di leader globale. Verranno così accelerati gli straordinari sforzi di ricerca e sviluppo per i tappi e per le soluzioni per la gestione dell’ossigeno, in modo da favorire la crescita globale e aiutare l’azienda a sfruttare l’enorme opportunità a lungo termine costituita dal consolidamento di alcuni particolari settori appetibili del settore globale del vino. Per questo motivo, Bespoke ha ideato su misura un’attenta strategia di investimento a lungo termine. Marc Noël afferma: “Sono entusiasta della collaborazione con Bespoke e dell’entrata di Nomacorc nella sua prossima fase di crescita. L’esperienza, la solida storia e l’approfondita conoscenza del settore del vino che li caratterizzano supporteranno la crescita delle infrastrutture aziendali e favoriranno l’espansione globale. Il modello Bespoke è molto allettante per gli imprenditori che, come me, sono alla ricerca di un partner attento e di soluzioni fondate su capitali strutturati che permettano di accelerare la creazione del valore e di concentrare gli sforzi sul potenziale a lungo termine dell’impresa”. NOMACORC S.A. - it.nomacorc.com


le notizie di enogastronomia e turismo

LA RINALDI DISTRIBUISCE I VINI DELL’AZIENDA AGRICOLA MORODER

Originari della Val Gardena, i Moroder giunsero nelle Marche nel XVIII secolo, e vi acquistarono l’attuale proprietà. Oggi l’Azienda costituisce una delle eccellenze regionali assolute ed è membro del Comitato Grandi Cru d’Italia. Situata a ridosso del Monte Conero, che ne addolcisce il clima, la tenuta copre 50 ettari, di cui 32 vitati; il Montepulciano rappresenta gran parte della superficie vitata, ma non mancano vitigni rossi internazionali e bianchi aromatici. La cantina settecentesca, sottoposta a un rispettoso restauro, è integrata dalla nuova struttura sotterranea, costruita secondo i canoni più moderni di ecosostenibilità. Questi i vini: ROSSO CONERO D.O.C. - VINO BIOLOGICO. Montepulciano 100%. Affinato 24 mesi in rovere e 6 mesi in bottiglia. All’olfatto tipici sentori di visciola selvatica e di viola. Palato gradevolmente secco, caldo e morbido, equilibrato. CONERO RISERVA D.O.C.G. – VINO BIOLOGICO. Montepulciano 100%. Affinamento più prolungato rispetto al Rosso Conero D.O.C. Ai tipici sentori floreali e fruttati si uniscono note più evolute. Palato ampio, secco, caldo, armoniosamente intenso e persistente. ANKON - MARCHE ROSSO I.G.T. Montepulciano 50%, Merlot 25%, Cabernet Sauvignon 25%. Affinato 36 mesi in barrique, 3 mesi in assemblaggio, 24 mesi in bottiglia. Profumi floreali e di frutti a bacca rossa, con delicati sentori erbacei e, sul finale, di eteri e spezie. Palato sapido, di buon tenore alcolico, morbido e finemente tannico. DORICO - CONERO RISERVA D.O.C.G. Montepulciano 100%. Affinato 30 mesi in barrique, 3 mesi in assemblaggio, 15 mesi in bottiglia. Gradevoli sensazioni di amarena passita, eteri e spezie. Palato elegante, sapido, armoniosamente caldo, dai tannini perfetti F.LLI RINALDI IMPORTATORI S.P.A. - www.rinaldi.biz

ZÝMĒ FESTEGGIA LA NUOVA CANTINA CON UNA STORICA VERTICALE DI HARLEQUIN

Grande verticale di Harlequin, vino simbolo di Celestino Gaspari, per celebrare a fine gennaio il termine dei lavori della nuova cantina della sua Azienda Agricola “Zýmē” - lievito, in greco - a San Floriano, nel cuore della Valpolicella Classica. Sette le annate prodotte, dal 1999 al 2008, solo le più importanti. “Vino simbolo, ma anche una provocazione” – racconta Celestino – “Volevo produrre un vino mai fatto prima. Soprattutto un vino espressione del territorio, con un leggero appassimento naturale, fino a 40 giorni, fermentazione con lievito indigeno a temperature naturali in vasca di cemento e doppio affinamento in barrique nuove (200%) per un totale di 30 mesi”. Un vino, il primo a marchio Zýmē, che è diventato subito un “must”, prodotto con minimo 15 vitigni, 4 bianchi - Chardonnay, Garganega, Sauvignon Blanc, Trebbiano toscano - e 11 rossi - Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Corvina, Corvinone, Croatina, Marzemino,

Merlot, Oseleta, Rondinella, Sangiovese, Syraz, Teroldego - tutti da vigneti Zýmē nella Provincia di Verona. Note di degustazione: emergono sentori di frutti rossi e marmellata, spezie, caffè, cacao, alcuni vini con la dolcezza della carruba, altri con la maggior predominanza di liquirizia, intensamente balsamici e mentolati, con note di muschio e minerali. In bocca sono caldi, vellutati; quelli più datati hanno comunque un’acidità ancora evidente, che garantisce serbevolezza, con tannini eleganti, morbidi e ben distribuiti, quelli più giovani presentano note erbacee e frutti rossi anche freschi, con tannini ancora verdi e astringenti. Spezie, noce moscata, chiodi di garofano, frutta cotta e ciliegie chiudono in un finale lunghissimo e di delicata dolcezza. Tra le sette annate, tutte eccellenti, risaltano straordinarie la 2003 e la 2006. Ma Zýmē non è solo Harlequin: dai 30 ettari controllati, Celestino Gaspari ricava attualmente 80.000 bottiglie con il 90% della produzione esportato fuori Europa. 11 le tipologie prodotte: 3 bianchi, tra i quali l’insolito “From black to white”, prodotto con uve originariamente rosse, ma colte in fase di mutazione genetica naturale, la Rondinella bianca, e 8 rossi; tra questi spicca un autentico fuoriclasse, l’Amarone Classico Riserva “La Mattonara”. AZ. AGR. ZYME DI CELESTINO GASPARI - www.zyme.it

MORMORAIA SAN GIMIGNANO, UNA EMOZIONE DA VIVERE E DA DEGUSTARE

Mormoraia, è una meravigliosa azienda che si estende su 100 ettari complessivi, di cui 40 coltivati a vigneti e 10 a oliveti. È immersa nel cuore della Toscana, sulle Colline del Chianti. Anticamente era un convento, oggi è un agriturismo elegante dove trascorrere una vacanza all’insegna della degustazione di ottimi vini, premiati e recensiti da Wine Spectator, e del relax. Acquistata dalla famiglia Passoni negli anni ’90, produce vini unendo immagine, numeri, qualità. La Vernaccia di San Gimignano è sicuramente la protagonista indiscussa del profilo produttivo di Mormoraia, vinificata in tre versione, (Base, Riserva, Selezione Ostrea). La Vernaccia di San Gimignano Ostrea è di un bel giallo paglierino, con riflessi dorati, rivela un naso con spiccati sentori di vaniglia e note di argilla che ci raccontano la sua territorialità. In bocca è fresco, armonico, equilibrato, di buon corpo, elegante, con una buona acidità, sapidità e persistenza. Recensita da Wine Spectator con 88 punti, segnalata da Bruce Sanderson nella Top Values List. Completano la produzione cinque vini rossi: Syrah, Chianti Colli Senesi DOCG, Neitea Red Super Tuscan, Mytilus (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot). Da non dimenticare la produzione di olio da cultivar Moraiolo, Frantoio, Leccino. MORMORAIA - www.mormoraia.it

a cura della redazione di


di Gladys Torres Urday – fotografie di Lido Vannucchi

Signori del Vino, per un servizio pubblico di qualitĂ

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Il Sommelier n. 1 / 2015


Da un’idea di Marcello Masi e Rocco Tolfa, direttore e vicedirettore del TG2, è nato un nuovo format tv dedicato al mondo enologico italiano. Un viaggio alla scoperta del meglio dell’Italia del vino.

I

l programma racconta le storie

genesi e la nemesi del programma.

entrambi abbiamo ripercorso in un

di passione, fatica, cultura e

Un’intervista classica “a domanda

lampo la nostra vita professionale.

tradizione custodite dai più

risponde” ai due conduttori,

Arriviamo dalla redazione politica,

Marcello Masi e Rocco Tolfa.

entrambi siamo giornalisti. Il

grandi produttori vinicoli italiani. Storie di uomini e donne che

giornalista per definizione osserva

hanno contribuito alla crescita

Cosa vi ha spinto a pensare ad

e laicamente racconta. Vive la

di questo importante comparto.

una trasmissione dedicata al

notizia con un professionale

Storie di coraggio, di impegno

vino.

distacco. La parola umiltà e

sul territorio, di lavoro in vigna

Siamo due enocuriosi, due

passione poche volte si declina

e in cantina. Ogni settimana su

innamorati del vino in tutte le sue

con la politica. E poi entrambi

Rai2 (il sabato alle ore 23:45 con

declinazioni. Crediamo entrambi

non siamo abituati a ricevere

replica alle ore 8:30) i due cronisti

che il vino, oltre a rappresentare

complimenti per il nostro lavoro. Il

conducono i telespettatori alla

uno dei comparti più importanti

sentire dalla viva voce del grande

scoperta delle meraviglie vinicole e

della nostra economia, sia uno

Carlin i suoi complimenti (e ricordo

paesaggistiche dell’Italia.

dei simboli del modo di vivere, del

che il Presidente Internazionale

nostro modo di pensare. L’Italia

di Slow Food non è mai stato

La prima serie sarà di dieci puntate

è considerata da tutti la culla

troppo tenero sulle trasmissioni

per dieci regioni: Piemonte, Sicilia,

dell’eccellenza. Credo che questo

televisive che trattano argomenti

Emilia Romagna, Friuli Venezia

basti per “giustificare” l’interesse

legati al cibo e il vino…) ci ha

Giulia, Lazio, Toscana, Trentino

nostro in quanto giornalisti e della

profondamenti commossi e ci

Alto Adige, Lombardia, Veneto

RAI quale ente titolare del servizio

ha convinto che la strada da noi

e Abruzzo. Una dopo l’altra

pubblico.

intrapresa è quella giusta.

verranno documentate attraverso

“Il vino italiano ha bisogno di

Girando dieci regioni italiane

uomini, donne e giovani, tra

essere raccontato con passione

avete incontrato uomini e donne,

cantine storiche e territori unici. Il

e umiltà e voi due l’avete fatto in

scoperto luoghi e vissuto

programma vede l’infaticabile

maniera encomiabile!”. Queste

emozioni. Che cosa vi portate

Elena Russo quale coautrice, la

sono le parole pronunciate

dentro dopo questa straordinaria

regia di Luca Nannini e il contributo

da Carlin Petrini, presidente

esperienza.

in video di Marco Simonit e la

internazionale di Slow Food,

Hai detto bene Gladys, abbiamo

collaborazione quali esperti del

alla presentazione del vostro

davvero vissuto un’esperienza

programma di Paolo Lauciani e

programma a Pollenzo. Che

straordinaria. Abbiamo incontrato

del direttore della nostra rivista

effetto vi ha fatto ricevere questo

donne ed uomini che hanno

Roberto Rabachino.

eccezionale endossement da un

lasciato un profondo segno dentro

Abbiamo pensato di far raccontare

indiscutibile guru mondiale?

di noi. Indipendentemente dalla

direttamente ai protagonisti la

Ci siamo guardati increduli e

Regione, dall’importanza del vino

queste regioni vinicole italiane

Il Sommelier n. 1 / 2015

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Il Sommelier n. 1 / 2015


prodotto, dalla grandezza dell’azienda, chi abbiamo incontrato ci ha trasmesso emozioni positive. I produttori di vino italiani sono motivati, determinati, concreti e sognatori insieme, innovatori e difensori delle migliori tradizioni. Credono nel lavoro e nella fatica come unica strada per arrivare al successo. Tutti, e sottolineiamo tutti, hanno a cuore il territorio che li circonda e intervengono non solo per tutelarlo ma, dove è necessario, anche per migliorarlo. Abbiamo incontrato famiglie unite, con valori forti come la solidarietà estesa a tutti i lavoratori. Il nostro viaggio ci ha rassicurato e dato nuove speranza per il futuro del nostro Paese. Il modello del mondo del vino italiano non solo è vincente in termini qualitativi e quantitativi, ma è un modello che andrebbe preso in considerazione da molti altri comparti produttivi. Anzi permettici, alla fine di questo lungo e bellissimo viaggio, di ringraziare tutti i nostri “Signori e Signore del Vino”, forse anche noi grazie a loro siamo diventati giornalisti migliori.

Chiudiamo quest’articolo con la speranza che questo sia solo l’inizio di un percorso che veda la comunicazione legata al vino, e ai personaggi che hanno fatto grande questo prodotto, protagonista del rilancio economico e d’immagine del nostro Paese. Alla RAI quale ente di servizio pubblico chiediamo di continuare e moltiplicare queste straordinarie esperienze (ricordo a tutti che Masi e Tolfa sono due “risorse interne della RAI”…). Lo chiediamo al Ministero dell’Agricoltura che con intelligenza e lungimiranza ha per primo creduto nel progetto “Signori del Vino”. Lo chiediamo perché crediamo fortemente che questi tipi di percorsi siano fondamentali per valorizzare i territori della nostra Italia e per salvaguardare le nostre tradizioni e la nostra cultura.


di Nicola Masiello

ANTEPRIMA

VERNACCIA 2015 San Gimignano DOCG Un’annata, la 2014, molto particolare per il fatto della piovosità e delle stranezze climatiche che hanno portato un po’ dappertutto, problemi legati alla produzione del vino di qualità.

D

overoso fare dei distinguo

perdite in termini quantitativi. È

gusto caldo, fresco di buona

nel senso della tipologia,

venuta fuori un’annata interessante

sapidità. Accattivante la riserva

Bianchi o Rossi, e

sotto l’aspetto di profumi con

2013 dove la scala del colore

dei territori. Da questa analisi,

una buona spalla acida ma un

giallo sale fino al riflesso dorato,

considerando le fasi di lavorazione,

po’ carente nella struttura, ben

grande complessità dei profumi

sia in vigna che in cantina, i vini

compensato dalla mineralità e

che virano verso la banana matura

bianchi hanno meglio sopportato

salinità tipica della Vernaccia ma

e fiore di camomilla, chiude con

l’annata visto che le vendemmie

ancora in divenire. Particolare

un agrumato candito piacevole.

sono anticipate rispetto ai vini

attenzione è stata dedicata da

Di corpo, caldo ed equilibrato

prodotti con uva a bacca rossa.

alcuni produttori nel portare in

esalta la sapidità. Un classico del

Ne deriva che il prodotto è risultato

degustazione vini puliti ed eleganti,

territorio.

generalmente buono e anche di

in alcuni casi già pronti, mentre altri

FORNACELLE: di un giallo

quantità.

hanno proposto vini interessanti

paglierino cristallino e trasparente

Anche San Gimignano ha sfruttato

con buona sapidità e acidità.

al naso è pulito con sentori di

il fattore “vitigno bianco” riuscendo,

frutta matura (banana) e di rosa.

grazie alla sua collocazione

I nostri migliori assaggi:

geografica ed alla sua altitudine

FALCHINI: “Vigna a Solatio”: giallo

mineralità.

a portare a maturazione il vitigno

paglierino con riflessi verdognoli,

PODERI ARCANGELO: Terra

VERNACCIA in buono stato di

luminoso, al naso schietto, intenso,

del Lago 2013: giallo paglierino

salute, senza subire particolari

con richiami di frutta matura. Al

intenso, scorrevole, all’olfatto

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Il Sommelier n. 1 / 2015

fresco vivace, persistente, note di


Distillati Roner: Dalla tavolozza della Natura Capolavori di Gusto

www.roner.com


elegante con richiami floreali dolci

IL COLOMBAIO DI SANTA

e di corpo, già in equilibrio con

e frutta matura a pasta gialla. Di

CHIARA “Campo della Pieve”

piacevole nota sapida.

corpo, caldo ed equilibrato con

2013: giallo paglierino, trasparente,

CESANI: giallo paglierino con

una fresca acidità e una piacevole

intenso, al naso schietto, fine,

sensazione di salinità.

sottile, con richiami al sentore

riflessi verdolini, scorrevole,

TENUTA LA VIGNA: limpido,

di fiori freschi e frutta bianca. In

trasparente giallo paglierino con

bocca è piacevole, equilibrato, con

riflessi verdognoli, profumi di frutta

una dosata mineralità

verde e agrumi; in bocca richiami

LA LASTRA riserva 2013: limpido,

di mineralità, sapido, caldo ed

di un colore giallo paglierino, al

equilibrato.

naso intenso e complesso con

TOLLENA: degustazione dedicata

TENUTA LE CALCINAIE:

floreale di biancospino e frutta

alle riserve 2011 e 2010

luminoso nella sua tonalità di

matura gialla; in bocca presenta

2011: colore giallo dorato, pulito

giallo paglierino, al naso intenso

una buona struttura, caldo ed

e netto, al naso grande intensità e

con note floreali di ginestra e

equilibrato offre una buona

complessità con la frutta che volge

frutta gialla non matura. Piacevole

persistenza.

al giallo maturo e candito molto

acidità in bocca con note minerali

CASE ALLE VACCHE: giallo

fine, al gusto è caldo e rotondo con

che insieme ad una sensazione

paglierino verdognolo, scorrevole,

salina conferisce persistenza ed

al naso intenso e persistente

la spalla acida, persistente e lungo

eleganza.

con note di frutta a pasta bianca

TORRE PRIMA: cristallino,

acidula, di corpo e caldo ha una

trasparente, intenso al naso, quasi

piacevole sapidità e persistenza

setoso nei suoi richiami di odori

gustativa.

floreali e frutta matura bianca.

TERRUZZI&PUTHOT: giallo

Buona struttura in bocca con una

paglierino con riflesso verdognolo,

vegetali fresche di cedrino e lievito.

fresca vivacità ed una sapidità

al naso complesso con fiori

Al gusto è caldo, robusto con un

che conferiscono una piacevole

bianchi e fruttato bianco, leggere

senso di grassezza ed avvolgenza,

sensazione.

note minerali, al gusto è caldo

equilibrato e minerale.

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Il Sommelier n. 1 / 2015

limpido, al naso sentori di frutto agrumato e leggero vegetale fresco, piacevole il floreale bianco, al gusto, caldo, equilibrato, fresco vivo, buona persistenza e sapidità.

nella note saline. 2010: il giallo volge al dorato carico, limpido e poco denso, le note floreali volgono alla ginestra e la frutta verso quella secca, note


a cura della redazione di

FOLLADOR

lancia la nuova linea

‘Ca’ dei Noni’

Una gamma di vini di alta qualità Follador rinnova la propria presenza a Vinitaly che continua ad essere una delle vetrine più rappresentative del settore e lo fa con una grande novità di produzione presentata in esclusiva.

‘F

iere di spessore come questa – commenta Cristina Follador, responsabile marketing per l’azienda di famiglia – ci permettono di condividere col resto del mondo la nostra storia legata al nome di nostro padre Gianfranco Follador, uno dei pionieri del Prosecco in Valdobbiadene, tra i primi nell’area D.O.C.G. ad orientarsi verso la spumantizzazione secondo il Metodo Charmat. Oltre a questo siamo lieti di cogliere questa occasione per presentare la nuova linea vini ‘Ca’ dei Noni’. Follador è ormai un nome consolidato nella produzione di vini spumanti Prosecco ed in particolare del Superiore D.O.C.G.: consapevoli di questo si è voluto studiare una linea dalla precisa identità in grado di distinguersi fin da subito da quella sobria ed austera di Follador grazie a un’immagine completamente diversa, vivace, fresca, contemporanea. Un packaging accattivante pensato sia per consumatori adulti sia per giovanissimi amanti del buon vino. Partendo da questa idea è nata la

SIAMO PRESENTI AL VINITALY PAD. 5 STAND B2

linea Ca’ dei Noni, una gamma di vini di alta qualità selezionati e provenienti da differenti Terroirs ognuno dei quali rivela bouquet ricchi di fruttato e straordinari sapori, vinificati con particolare cura e dedizione. La linea ‘Ca’ dei Noni’ è costituita da vini bianchi e rossi provenienti dalle zone viticole vocate e rappresentative del nostro paese: dal Prosecco D.O.C. Treviso la cui area storica di produzione è la sede dell’azienda Follador, al Lugana D.O.C. le cui uve provengono dalla prima fascia di area calcareo argillosa della sponda più meridionale del Lago di Garda, al Passito vino dolce proveniente dalla pedemontana vicentina, alla gamma dei Cabernet in particolare il Montello – Colli Asolani D.O.C. le cui uve provengono dai vigneti di famiglia, per completare col Ripasso dal cuore della Valpolicella Classica. Tutti vini importanti ed eleganti provenienti da Terroirs che oltre a vantare paesaggi incantevoli sono espressione della migliore tradizione enologica italiana.

Martino. Gianfranco Follador è a capo della vinificazione, la moglie e i quattro figli sono parte integrante nella gestione dell’Azienda. Col San Martino è una piccola frazione situata nella parte settentrionale della provincia di Treviso, a circa 60km da Venezia, proprio nel cuore della zona di produzione del Prosecco D.O.C.G. Il Prosecco Follador è perfetto come aperitivo, ideale per i ricevimenti e le occasioni speciali e importanti. Per maggiori informazioni, visitate il sito: www.folladorprosecco.com Azienda Vinicola Follador Via Gravette 42, 31010 Col San Martino, Treviso, ITALIA Email: info@folladorprosecco.com Web: www.folladorprosecco.com Tel. +39 0438 898222 Fax +39 0438 989520

Follador Follador è una delle più prestigiose aziende di Prosecco. Vinificatori dal 1769, la Cantina di proprietà della famiglia Follador, ha sede a Col San Il Sommelier n. 1/2015

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Il vino Bianco di Nicola Masiello

E I SUOI TERRITORI 15 - 16 Febbraio 2015: Anteprima della Vernaccia di San Gimignano e non solo…

L

a mattina di lunedi 16

protagoniste della mattinata con

Bouzeron è l’unico comune a non

infatti, nella Sala Dante

i loro prodotti, così lontane sia

avere tale appellativo anche per

del Palazzo Comunale,

geograficamente che per vitigni

la sua storia relativamente recente

nell’ambito del tema “IL VINO

si legano nella acidità, salinità,

come AOC (Appellation Comunale)

BIANCO E I SUOI TERRITORI”,

mineralità.

assegnatatogli nel 1998.

ormai giunta alla X edizione,

La Côte Chalonnaise, in Borgogna,

Qui è ammessa la coltivazione solo

si è svolta una degustazione

non è altro che la continuazione

del vitigno Aligotè che in fondo,

comparativa-conoscitiva che

geografica della Côte D’Or

rispetto agli altri due, ha trovato nel

riguardava “La Vernaccia di

verso Sud ma nel tempo la sua

territorio un habitat ideale: vallata

San Gimignano e i vini della

produzione ha visto momenti alti

lunga e stretta, vitata da ambo

Côte Chalonnaise: cronache dai

e bassi dovuti ad eventi storici, al

i lati, umida e con gelate anche

magazzini del sale”.

sopraggiungere della Fillossera,

primaverili, suoli molto poveri e

La degustazione guidata da

a motivi economici critici. I suoi

magri.

Armando Castagno è risultata

prodotti, un tempo di buon rilievo

Ciò dà ai suoi vini un bouquet

una interessante esplorazione

quantitativo e qualitativo, non

molto fresco ed agrumato con

dal momento che l’assaggio dei

hanno oggi la risonanza di quelli

intensa acidità, sapidità Rully,

vini è avvenuto alla cieca, senza

ben più quotati della Côte d’Or

Mercurey, Givry e Montagny hanno

sapere nulla della provenienza:

anche se il distretto si è ripreso

invece una collocazione più alta

solo un numero sul bicchiere che

ed è in grado con i suoi vitigni:

con una esposizione più soleggiata

al termine delle 12 degustazioni,

Chardonnay, Aligotè, Pinot Noir, di

(SUD, SUD-EST) ed i bianchi,

avrebbe avuto anche un nome.

offrire vini di notevole livello.

da uve Chardonnay, sono vini

È stato un piacevole percorso

I comuni viticoli della Côte

interessanti, fruttati, sapidi, con una

di profumi e sapori e non si

Chalonnaise sono 5: Bouzeron e

fresca acidità ed una maggiore

può negare che la proposta di

Rully nella parte settentrionale,

struttura. Tutti inoltre lasciano note

degustazione solleticava nel suo

Mercurey e Givry nella zona

di mineralità per il sottosuolo con

essere la curiosità di scoprire e

centrale, Montagny a Sud.

terreni geologicamente molto

sapere.

Quasi tutti registrano vigne

antichi formati da placche di

Le due tipologie infatti,

dall’appellativo di “Premier CRU”.

marna calcarea o calcari, strati

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Il Sommelier n. 1 / 2015


argillosi e sabbiosi. Il territorio sangimignanese, formatosi anch’esso in epoca molto antica (tre milioni e mezzo di anni fa) e nella conformazione molto simile al terreno della Côte Chalonnaise, ha una collocazione geografica più favorevole ed il disciplinare della Vernaccia prevede in 500 mt. l’altitudine massima di un vigneto in atto. Il clima ha caratteristiche mediterranee, con notevole ventilazione, estati alquanto asciutte con inverni prevalentemente miti. Il vino si presenta con un bouquet elegante e primaverile con caratteristiche di acidità, salinità, mineralità che lo riconducono a quello delle terre francesi.

Non c’è dubbio, è stata un’esperienza veramente interessante, seguita poi nella mattinata dalla degustazione delle Vernacce in anteprima.

VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO 2011 Podere Canneta VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO 2013 San Quirico VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO FIORE 2012 Montenidoli VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIGNA A SOLATIO 2013 Casale Falchini VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIGNA IN FIORE 2013 Ca’ del Vispo VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO CAMPO DELLA PIEVE 2012 Il Colombaio di Santa Chiara. BOUZERON 2012 Domaine Aubert et Pamela De Villaine GIVRY BLANC EN VEAU 2013 Domaine Joblot GIVRY BLANC CLOSDES VIGNES RONDES 2012 Domaine Francois Lumpp MERCURY BLANC LES CAUDROYES 2012 Louis Max/ Domaine de la Marche RULLY BLANC EN VILLERANGE 2012 Domaine Claudie Jobard MONTAGNY 1 CRU LES MONTCUCHOTS 2011 Domaine Feuillet - Julliot


di Riccardo Margheri

Anteprima Chianti DOCG

Evento doveva essere, evento è stato. Annunciata da una campagna mediatica che ha raggiunto capillarmente anche chi di vino non si occupa, l’Anteprima del Chianti, si è svolta strategicamente il 14 febbraio scorso a Firenze nei locali “post-industriali” della ex Manifattura Tabacchi alle Cascine (funzionali gli spazi, un po’ tetro l’allestimento, o meglio la mancanza di esso...).

L’

apertura al pubblico ha

svilito nella qualità percepita: la

Ma non è un caso, soprattutto

coinvolto i frequentatori

sua immagine di vino semplice,

per le etichette di più rapido

della movida fiorentina

beverino, legato alla tradizione

assorbimento dal mercato, che

e non solo: appassionati e non,

e, all’estero, a un’immagine un

numerosi produttori rinuncino

modaioli che non si perdono

po’ oleografica dell’Italia non

all’indicazione della sottozona

un “evento” e chi era capitato lì

rende giustizia agli sforzi dei

e si rifugino nella immediata

attratto dalla pubblicità, hanno

produttori di innalzare il livello

riconoscibilità del Chianti DOCG.

avuto l’opportunità di trasformare

medio delle etichette, sempre

La seguente disamina non

l’occasione della consueta “bevuta

più rendendole espressione delle

pretende di essere un capillare

fuori” in un confronto tra diversi

proprie peculiarità territoriali.

od esaustivo rendiconto degli

produttori, tipologie, stili, e di farsi

Punto dolente questo: il Chianti

assaggi. La mancanza di tempo

intrigare dalla qualità proposta.

è una denominazione ombrello

(peraltro abbreviato dal caos

Un intelligente investimento in

che ha il potere di coalizzare le

seguito all’apertura al pubblico), e

promozione presso il consumatore

molteplici risorse dei tantissimi

l’iniziale impossibilità di degustare

finale, che si è remunerato nel suo

produttori aderenti in una massa

con il servizio dei sommelier

stesso farsi.

imponente. Ma dover differenziare

hanno impedito a chi scrive

Su un piano più strettamente

le attività promozionali in mille

un’adeguata copertura delle

inerente all’assaggio, l’occasione

rivoli corrispondenti alle diverse

sottozone dei Colli Fiorentini e dei

ha riproposto l’ambiguità di fondo

sottozone e rispettive specificità

Colli Senesi, meritevoli di ben altra

di una denominazione che nella

è una fatica di Sisifo di incerta

attenzione. Anche per altre aree

sua stessa essenza trova il suo

remunerazione. Ecco spiegata

le considerazioni qui riportate si

punto di forza e al contempo di

la strategia dell’evento fiorentino:

giovano di assaggi effettuati in

debolezza. Ovvero Chianti come

esaltazione del brand generico,

ulteriori, vicine occasioni. Pure,

brand pervasivamente conosciuto

e occasione per il pubblico

da circa più di cento campioni

a livello internazionale, ma

che ne avesse avuto voglia

degustati qualche conclusione si

proprio per quello ingiustamente

di approfondire le differenze.

può trarre, per come segue.

64

Il Sommelier n. 1 / 2015


Sugli scudi il Chianti Rufina.

nei profumi, con una verace

Don 2009, Villa di Colognole:

Notoriamente zona capace di

componente terrosa ed ematica;

intelligentemente non ancora

produrre Sangiovese magari

tannino fittissimo, allungato al

in commercio, in quanto forse

scontroso in gioventĂš ma

palato dalla sapiditĂ , poderoso

per il momento in difetto di

meraviglioso alla prova del tempo,

nella massa alcolica che ne

focalizzazione aromatica. Ma giĂ

e in questo differenziantesi da

sostiene ed equilibra il corpo, con

splendido per gli intriganti toni di

altri contesti piĂš o meno votati a

un impianto che mi ha ricordato un

scorza di arancia e cenere che

una beva piĂš pronta, al punto che

vino del Rodano.

fanno da pendant alla dolcezza

la loro presenza contemporanea

del frutto e per la presa del tannino

allo stesso evento creava una

Chianti Rufina Ris. 2009,

che armoniosamente si accoppia

sensazione di incongruitĂ . Una

Frascole: vino quintessenziale

alla suadenza al palato.

recente esaustiva degustazione,

di una certa idea di Sangiovese,

svoltasi a Roma lo scorso gennaio,

e di Sangiovese della Rufina in

Meritevoli di citazione anche la

di ben 14 Chianti Rufina Riserva su

particolare. Deliziosamente facile

Ris. Lastricato 2010 del Castello

un totale di 20 produttori aderenti

da bere, accattivante nella sua

del Trebbio (annata in cui la

alla denominazione ha riscontrato

vinositĂ e nelle personalissime

raggiunta maturazione tannica

una qualitĂ media altissima,

note di alloro e di ginepro, anche

esalta le caratteristiche componenti

peraltro confermata dai riassaggi

se forse addirittura non ancora del

floreali); la Ris. Tegolaia 2010 di

all’Anteprima.

tutto espresso nel suo potenziale

Travignoli (impeccabile impianto

aromatico.

“moderno� al palato, ma anche personale carattere di humus e

Chianti Rufina Ris. Bucerchiale 2011, Fattoria Selvapiana: maturo

Chianti Rufina Ris. Riserva del

cereali al naso);

ÂŽ

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la Ris. 2009 de Il Lago (rinfrescanti

Tra le Riserve, impressionante

campionature fresche di bottiglia

note vegetali varietali all’olfatto,

l’acidità che alleggerisce e rende

di Chianti 2014, ad es. di

bocca slanciata da acidità e

elegante il 2007 della Tenuta

Varramista (per fittezza tannica e

sapidità, di buona corrispondenza

di Morzano: aromaticamente

accattivante dolcezza, anche se

aromatica); la Ris. 2011 de I

la balsamicità di un legno

un po’ costruita), San Gervasio

Veroni (a dispetto dell’annata

comunque “aristocratico” sfuma su

(piacevolissima scorrevolezza), e

calda profumi articolati sulla

affascinanti toni esotici di sandalo.

Fattoria Uccelliera (una garanzia

florealità; palato di apprezzabili

Alla fine, i Chianti Montespertoli

di gradevolezza di beva nella

presa e sapidità, ancora da

annata cercano di coniugare una

riconoscibilità dei toni varietali,

distendersi).

fruttata bevibilità con una struttura

compresa l’annata 2013, più

leggermente superiore a un mero Solo lo spazio impedisce

strutturata). Più ambiziosi i Chianti

Chianti DOCG: ottimo esempio

di nominare altre etichette

Superiore, tipologia qui frequente.

di questo tentativo il 2013 di

assolutamente gradevoli, anche

Due menzioni: ancora in vasca

Poggio Capponi (buon volume ed

per i Chianti Rufina annata e i

il 2013 di Pieve de’Pitti, prima

equilibrio, piacevole fragranza).

Chianti DOCG di base (ad es.

Il Chianti Montalbano era

prova della entusiasta proprietaria

il neonato 2014 del Castello del

praticamente rappresentato

Trebbio, e il Puro senza solfiti

solo dall’azienda agricola Betti

stessa annata della Fattoria di

(oltre che da un produttore di

Lavacchio, ammirevolmente pulito).

Carmignano, per cui si tratta

Il Chianti Montespertoli (inteso

di una produzione residuale).

come areale) mostra la consueta

Questa sottozona è poco praticata:

dicotomia tra etichette di annata

piccole le dimensioni, forse minore

di pronta beva e riserve più

rispetto ad altri areali la vocazione

ambiziose, anche in termini

pedoclimatica (con tutto il rispetto

di potenziale longevità: la

per chi ci vive e ci lavora). Degli

conseguente ricerca di struttura

assaggi effettuati, meglio i Chianti

tannica di queste ultime richiede più lunghi affinamenti in legno che possono mortificare la fragranza del frutto. Tra i vini “immediati” bene il 2014 dell’azienda Casa di Monte, nella sua succosità e stuzzicante speziatura rappresentativo dei risultati di un’annata apparsa per fortuna meno disastrosa di quanto si poteva temere sulle prime. Da notare che il vino citato esce semplicemente come Chianti DOCG: scelta questa seguita da più di un produttore per le cause più diverse, tra le quali come detto anche l’intento di sfruttare sui mercati esteri (e non solo) l’appeal del brand Chianti in termini di marketing. 66

Il Sommelier n. 1 / 2015

Montalbano annata della Riserva, con anche la campionatura in affinamento vendemmia 2014 tendente a toni particolarmente maturi, di ciliegia sotto spirito. Anche la sottozona Colline Pisane non appare particolarmente in auge: oltre alla concorrenza della ancora nuova DOP Terre di Pisa (altro brand commercialmente ben spendibile all’estero, a causa della Torre Pendente), molti produttori optano per il Chianti DOCG. E sì che in questo caso è possibile caratterizzare i Sangiovese locali con le peculiarità organolettiche di freschezza e sapidità, dovute ai terreni sciolti e di origine marina.

Gli assaggi: bene le

Caterina Gargari nelle vesti di enologo responsabile al 100%; maturità piacevole ma spinta dei profumi al naso, dunque lo slancio dell’acidità al palato è gradevole sorpresa. L’altro 2013 di Usiglian del Vescovo piace per l’equilibrio e la dolcezza (un po’ semplice) dell’attacco di bocca. Infine, la Provincia di Arezzo: anche qui molti più Chianti DOCG che indicazioni di sottozona Colli Aretini, Ma più di un vino ben focalizzato in termini di equlibrio, con il plus di profondità di una non banale sapidità. Molto bene l’azienda Buccia Nera con due vini tra l’altro ad alta tiratura: un Chianti 2014 da 200.000 bt. prodotte molto composto, maturo ma anche fragrante e piacevolmente balsamico nel finale; e la selezione sorella (stessa annata) Tenuta di Campriano (qui 60.000 bt), morbida, dolce di frutto, con rinfrescante vegetale varietale nel fin di bocca. Una doverosa menzione anche per Camperchi, con il Chianti 2014 deliziosamente piacione, di buona presa tannica, e il 2013 Sassolupaio lungo e sapido.


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di Davide Amadei

Chianti Classico Collection 2015 149 aziende produttrici per 517 etichette in degustazione. In particolare sono state presentate le annate 2013 e 2012 del Chianti Classico, 2012 e 2011 del Chianti Classico Riserva e 2011 e 2010 del Chianti Classico Gran Selezione.

P

er la Chianti Classico

Vignamaggio), a Paula Cook

Chianti Classico Gran Selezione.

Collection 2015 il

(proprietaria e winemaker di Le

L’annata 2013 ha dato vini di

Consorzio ha scelto

Miccine), e Sebastiano Capponi

grande freschezza, equilibrio

una comunicazione forte e

(titolare di Villa Calcinaia). Persone

e bevibilità. La vendemmia del

molto evocativa: la parola che

molto diverse tra loro, come le

Sangiovese è stata piuttosto

campeggia a caratteri cubitali sui

aziende di cui sono titolari o

tardiva, agli inizi del mese di

manifesti è “TOGETHER” (insieme),

responsabili, per scelte di vita, stili

ottobre, così come in primavera

ed il grande tendone che separa

produttivi, criteri di produzione,

era stata tardiva la fioritura.

l’area degustazione è stato

territorio di provenienza delle uve,

L’andamento climatico dell’estate

realizzato con i ritratti fotografici dei

ma accomunate da una grande

è stato regolare, caldo senza

produttori, a costituire come in un

unità di intenti per la promozione

eccessi, ed a settembre si sono

puzzle l’immagine del Gallo Nero.

del territorio e del vino Chianti

avute importanti escursioni

Tutto ciò vuol manifestare la ricerca

Classico.

termiche, che hanno permesso

di unità nella diversità e varietà dei

Alla Leopolda erano presenti

acidità e profumi, con maturazione

tanti uomini e territori del Chianti

149 aziende produttrici, per 517

equilibrata. Vini di grande

Classico.

etichette in degustazione. In

bevibilità, freschezza ed eleganza.

Ecco che allora, nel talk-show

particolare sono state presentate

Di alta qualità anche i prodotti

del 17 febbraio 2015 alla

le annate 2013 e 2012 del Chianti

dell’annata 2012: le piogge di

Stazione Leopolda condotto dal

Classico, 2012 e 2011 del Chianti

settembre hanno fatto raggiungere

giornalista Nicola Porro, hanno

Classico Riserva e 2011 e 2010 del

equilibrio e freschezza dopo

partecipato anime molto diverse

un’estate molto calda e secca,

dello stesso territorio, da Paolo

per cui nei vini si percepisce la

Cianferoni (Caparsa) a Laura

maturità del frutto, in bocca ci

Bianchi (Castello di Monsanto),

sono sensazioni morbide, ma non

da Patrice Taravella (presidente

mancano eleganza e contrasto

del consiglio di amministrazione

acido. Così anche le riserve

68

Il Sommelier n. 1 / 2015


2012 sono riuscite senz’altro

esaltare l’elevata qualità delle uve,

possibilità dell’indicazione delle

molto bene. L’assaggio dei

selezionate o da singola vigna.

sottozone territoriali o delle aree

vini 2011 ha confermato che la

Da segnalare una piacevole

comunali: Sergio Zingarelli,

mano dei migliori vignaioli ed i

sorpresa o conferma: dagli

Presidente del Consorzio, ha

terroir più vocati hanno saputo

assaggi alla cieca è emersa una

dichiarato espressamente che

compensare e rimediare al calore

coerenza nella valutazione dei vini

presto saranno delineate le sotto-

estivo, soprattutto in fase di

della stessa azienda, a significare

denominazioni sulla base di una

maturazione delle uve, per vini di

che quando territorio e uomo-

zonazione geologica e climatica in

ottima struttura tannica e notevole

produttore si incontrano i prodotti

corso di definizione, e egli stesso

equilibrio.

sono sempre di alto livello, sia pure

porterà alla prossima assemblea

Dalla degustazoine sono emerse,

nelle rispettive tipologie. Inoltre,

del Consorzio la proposta di

poi, la crescita qualitativa e la

se si guarda alle valutazioni dei

riconoscimento.

precisazione della tipologia Gran

vini assaggiati, è risultata una

Selezione, che ormai riguarda il

qualità superiore del territorio

4% della produzione (rispetto al

di Lamole, veramente un Grand

23% di riserva e 73% di annata)

Cru del Chianti Classico; come

e 68 aziende. Lo scorso anno,

sempre, poi, è uscita confermata

alla loro prima uscita, i vini

la riconoscibilità dei vini prodotti

Gran Selezione avevano una

nelle alte colline del Comune di

Cianti Classico Riserva

caratterizzazione incerta, indefinita,

Radda in Chianti, sempre dotati di

“Poggio delle Rose” 2010

dove la confezione era spesso

freschezza, eleganza e bevibilità,

CASTELL’IN VILLA

prevalente sul frutto e sul territorio;

ma senza mancare di struttura e

Cenni terziari, tabacco e spezie,

ora, invece, appaiono davvero

profondità.

oltre a frutto rosso maturo e rosa;

i top aziendali, con un di più di

Infine, qualcosa si muove anche

bocca di grande equilibrio, ricca

struttura, complessità ed eleganza;

a livello istituzionale del Consorzio

di frutto; ingresso avvolgente,

i legni sono più discreti, per

verso il riconoscimento della

subito contrastato dalla freschezza

I migliori assaggi (su 90 vini alla cieca)

Il Sommelier n. 1 / 2015

69


acida; finale invitante, rinfrescante,

“Capraia” 2011

Naso con bella freschezza,

sapidissimo, profondo. Ogni anno,

TENUTA DI CAPRAIA

molto fine, soprattutto minerale,

sempre Castell’In Villa al top.

Elegante, fine, balsamico

ma anche rosmarino ed alloro,

fresco e ciliegia, fiori e terra; in

fiori freschi, piccoli frutti rossi,

Chianti Classico Riserva “Il Campitello” 2012

bocca è di carattere, struttura e

intrigante; bocca che ha materia,

freschezza ben equilibrate, finale

tannino di presa sul palato,

MONTERAPONI

pulito e molto succoso; vitigno e

acidità netta, finale sapido e

Ciliegia sotto spirito, ma anche

territorio perfettamente tradotti nel

succosissimo; molto giovane.

violetta e sensazioni rocciose, poi

bicchiere.

Eccellente anche la Riserva 2011: elegante all’olfatto, territoriale,

caramella d’orzo; bocca ficcante, scorrevole, di bella tensione acida;

Chianti Classico Riserva 2010

fiori freschi e secchi, terra umida

finale molto sapido, succoso, con

CASTELLO DELLA PANERETTA

e mineralità; bocca di carattere,

ritorni floreali e minerali. Uno dei

Caramellina di lampone, cenni

molto Sangiovese purosangue,

migliori assaggi.

agrumati freschi, netta viola,

con netta sapidità; finale lungo,

davvero intenso ed intrigante;

con ritorni minerali e cenni di erbe

bocca molto elegante, progressiva,

aromatiche.

Chianti Classico Riserva

affusolata; il tannino è vellutato e la salivazione abbondante, il finale è

Chianti Classico Gran Selezione

ricco, complesso, invitante.

“Il Solatio” 2011 CASTELLO D’ALBOLA

Chianti Classico 2013 e 2012

All’olfatto emergono terra umida

VAL DELLE CORTI

e resine, mineralità, leggera

Il 2013 (campione di botte)

affumicatura piacevole, lampone

ha colore scarico ma rosso

ed altri piccoli frutti rossi maturi;

rubino brillante; naso floreale,

bocca eccellente, colpisce per

molto elegante; bocca agile e

equilibrio, netta spina acida che

soffusa ma finissima, con acidità

sostiene un sorso ricco, diffuso,

tagliente; finale preciso, invitante,

molto sapido, con finale di grafite

rinfrescante, con cenni anche

e fiori rossi. Sugli stessi livelli

minerali, pietrosi; non lungo

d’eccellenza anche il Chianti

ma piacevolissimo. Il 2012 ha

Classico 2011: balsamico fresco,

balsamico fresco, fiori ed alloro,

cenni terrosi, bella marasca;

arbusti aromatici, intrigante

grande struttura, ingresso

all’olfatto; bocca ficcante,

pervasivo, centro bocca sul frutto,

scorrevole ma strutturata, con

con grande salivazione; finale

allungo sapido, floreale e minerale,

sapido e rinfrescante, persistente,

gastronomico. Tutta la tipicità,

con ritorni minerali. Uno dei migliori

freschezza e riconoscibilità del

“base” assaggiati.

territorio di Radda nel bicchiere.

70

Il Sommelier n. 1 / 2015

Chianti Classico 2012

Chianti Classico Gran Selezione

CASTELLINUZZA E PIUCA

Vigneto di Campolungo 2010


LAMOLE DI LAMOLE

Naso con frutto rosso “dolce”,

aromatiche, alloro e timo, viola e

Sentori minerali netti, anche

caramella al lampone, ma anche

marasca, sentori marini; bocca

cinerei, con frutto rosso piccolo

erbette di campo e fiori rossi

ben espresso, viola mammola; in

eleganti; bocca scattante, fresca,

bocca è soffuso, ha tatto gentile

con notevole struttura sapida,

e tanta freschezza sapida, con

persistente il finale, succoso e

progressione netta verso un finale

pulito su note di piccoli frutti rossi

aperto e complesso, fine. Della

e fiori.

stessa azienda eccellente anche

agile e ficcante, dinamica e in progressione, con finale continuo, aperto e gastronomico. Chianti Classico Gran Selezione 2011 - TENUTA DI LILLIANO

il Chianti Classico Riserva 2011

Chianti Classico Gran Selezione

(campione di botte): elegante mix

“Il Puro” 2011

di piccoli frutti maturi (fragola,

Ciliegia netta e sentori di erbe

lampone) e sentori balsamici

aromatiche, molto fine, anche

freschi; bocca agile e fresca,

cenni marini; in bocca colpisce per

e molto fine, l’acidità è notevole,

finale pulito, non lunghissimo, ma

la netta sapidità minerale, che crea

quasi tagliente, ha allungo sapido

succoso e fine, aperto sul frutto

grande freschezza ed allunga il

con ritorni floreali e succosità

rosso.

finale, molto aperto.

Chianti Classico Riserva

Chianti Classico Riserva 2011

“Bugialla” 2012 - POGGERINO

I FABBRI

Rosa e violetta, intrigante, cenni

Sensazioni iodate, marine e

ROCCA DI MONTEGROSSI

minerali, marini e iodati, ma anche

minerali, con piacevole marasca

Bel naso territoriale, fresco e

alloro ed erbe aromatiche; in bocca

e cenni floreali; bocca affilata,

fine, con alloro ed altri arbusti

ha netto tannino ma di grana molto

tannino molto fine, colpisce

fine; quasi salato a centro bocca, il

per equilibrio, con una lunga

finale, succosissimo, è molto lungo.

scia sapida nel finale, anche floreale. Notevole anche il Chianti

Qualche cenno vegetale fine, piccoli frutti rossi, piuttosto fresco al naso; in bocca ha tannino netto

nettissima. Chianti Classico 2013

aromatici, oltre a piccoli frutti rossi di bosco; al palato ha netta sapidità, è scattante verso un finale

Chianti Classico Riserva 2011

Classico Gran Selezione 2011:

minerale, freschissimo, di buona

CASTELLO DI VOLPAIA

naso elegante con cenni di erbe

complessità, piuttosto persistente. Il Sommelier n. 1 / 2015

71


di Nicola Masiello

Anteprime di Toscana 2015 Vendemmia 2014. Montepulciano e Montalcino assegnano le stelle.

L

a 2014 è annata da ricordare purtroppo, per la piovosità e l’andamento

climatico generalmente atipico per questi territori. I vini prodotti sono frutto di un lavoro fatto in vigna ed in cantina, molto importante sia dal punto di vista economico, con molti trattamenti ed in alcuni casi con bassa resa di uva/ha, sia qualitativo con vini generalmente con basso grado alcolico, acidità limitata, poca struttura e poca parte tannica; anche la

più allungandone il periodo, ha portato in cantine uve salubri e con maggior concentrazione zuccherina e relativi corredi. Anche i terreni permeabili e di buon esposizione avranno un ruolo importante sulla qualità finale dell’annata. Rimaniamo fiduciosi che nonostante tutto si possa apprezzare il prodotto di chi ha volutamente fatto scelte mirate e che al momento della messa in commercio si possa confermare almeno per buona parte di prodotto le tre stelle di oggi.

concentrazione lascia poco spazio alla futura qualità. Se totalmente le quantità di uve prodotte nei territori segna un lieve segno negativo, sotto l’aspetto della produzione dei vini a docg (nobile e brunello) avremo dei cali quantitativi dovuti a scelte aziendali, mentre nelle doc(rosso di Montepulciano e rosso di Montalcino) avremo certamente un incremento dovuto alla scarsa possibilità del vino di un buon invecchiamento. Anche le altre denominazioni minori (igt) avranno stesso incremento. Resta il fattore importante della vendemmia; sicuramente chi ha avuto il coraggio di rischiare di 72

Il Sommelier n. 1 / 2015

Montepulciano ROSSO DI MONTEPULCIANO 2013 DOC I vini presentati rispecchiano sicuramente la tipologia ed il territorio. Sono vini dove la parentela al Sangiovese si fa sentire, dove la percentuale è alta, si nota già al colore una bella vivacità e luminosità su un colore rosso rubino, al naso è presente la nota floreale di viola e violetta con frutta rossa non matura, al gusto caldo con le note acide e tanniche

ancora poco in linea, leggera disarmonia. Là dove altri vitigni riescono ad addomesticare in parte il Sangiovese, ritroviamo colori più carichi, le note di floreale meno intense e le note fruttate rosse vanno sul leggermente maturo e piccolo sottobosco. Al gusto proviamo maggior equilibrio con la trama tannica ancora presente ma in evoluzione, meno aggressiva ad inizio bocca che mette in evidenza la parte sapida.

I nostri migliori assaggi: ANTICO COLLE: rosso rubino, luminoso al naso intenso di frutto rosso appena maturo, floreale al gusto caldo, fresco vivo leggermente tannico ma gradevole, pronto. DEI: rosso Rubino, riflesso violaceo poco denso al naso prevale la nota floreale e fruttata elegante, al gusto caldo e di corpo, poco equilibrato per eccesso di gioventù, sapido e persistente. Deve maturare. ROMEO: carica cromatica elevata, buona luminosità, al naso complesso e persistente nelle note nette di fiore e frutto rosso, al gusto, caldo di corpo, ricca mineralità.


LA BRACCESCA: rosso rubino riflesso vivace e violaceo, al naso complesso e fine nei sentori tipici al gusto caldo, rotondo, equilibrato pronto LOMBARDO: rosso rubino carico poco denso, al naso piacevoli note di frutto rosso con marasca in evidenza, al gusto è caldo, di corpo, prevale la nota tannica già piacevole LUNADORO: rosso rubino, riflesso violaceo, poco denso, al gusto netto e deciso nel fruttato rosso ricco di polpa, al gusto rotondo ed equilibrato, lascia spazio a miglioramenti. VECCHIA CANTINA: rosso rubino, brillante, scorrevole al naso intenso e fruttato con prugna matura, al gusto è caldo ed equilibrato, pronto e piacevole di beva.

NOBILE DOCG 2012 Annata già a 5 stelle che suscita da subito curiosità. Sicuramente l’andamento stagionale del 2012 ha prodotto uve di buona qualità, che vinificate hanno da subito destato interesse. Oggi all’assaggio la curiosità si stempera leggermente in quanto si nota una discreta disparità di livello qualitativo. Certamente è il lavoro nel vigneto o dell’enologo che sposta la qualità del vino soprattutto nella finezza olfattiva e nell’equilibrio gustativo. I vini, con grado alcolico non elevato ed in parte non arrivati a completa maturazione, con la parte ACIDA/ TANNICA IN DISARMONIA, danno una degustazione disomogenea che a volte spiazza il degustatore. Resta sicuramente la certezza di un Il Sommelier n. 1 / 2015

73


prodotto con qualità alta, dove la

POGGIO ALLA SALA: rosso

pazienza di aspettare alcuni mesi,

rubino carico, al naso complesso,

renderà sicuramente piacevoli

pulito nei suoi sentori di frutta rossa

sensazioni.

matura e spezie; caldo rotondo,

I nostri migliori assaggi: VINO NOBILE 2012 docg

giustamente tannico, sapido. PALAZZO VECCHIO-MAESTRO: rosso rubino con riflessi aranciati, denso al naso intenso e persistente

VINO NOBILE di MONTEPULCIANO 2011 RISERVA SALCHETO (campione da botte): rosso rubino intenso, denso, al naso leggermente chiuso con note eleganti di frutta e spezie anche pungenti, in bocca di corpo,

DEI: riflessi rubino violaceo, poco

con frutta rossa matura floreale

denso, intenso, complesso nei

da vitigno, speziatura elegante,

profumi piacevole nota fruttata

molto caldo, robusto, trama tannica

con legno dolce, al gusto caldo

importante.

di corpo, con buona persistenza

BARBANERA: rosso rubino carico,

aromatica.

complesso, al naso frutta matura

FATTORIA DEL CERRO: di colore

cotta, balsamico; in bocca molto

rubino carico, al naso fragrante

caldo, di corpo, giustamente

con note mentolate, caldo di corpo,

tannico.

leggermente tannico, equilibrato.

TIBERINI - Podere le CAGGIOLE:

CONTUCCI (campione da botte)

CASALE DAVIDDI: rosso rubino

rosso rubino carico, denso, fine,

rosso rubino, limpido, denso, al

intenso, poco trasparente, al naso

al naso frutta rossa matura molto

naso complesso e netto con note

intenso, complesso, con profumi

caldo, elegante, armonico.

di legno in evidenza su speziatura

fruttati rossi maturi, sentori di

Le BERNE: rosso rubino carico

marcata, e pulita, al gusto caldo,

legno grosso; in bocca caldo

e denso, al naso fine, schietto

di corpo, giustamente tannico,

rotondo equilibrato nelle note

complesso, al gusto caldo, di

persistente nella fin di bocca.

acide e tanniche, sapido e molto

corpo, giustamente tannico e

persistente.

lungo.

POLIZIANO: rosso rubino intenso,

CANNETO (campione da botte):

al naso pulito con sentori di frutta

rosso rubino carico con riflessi

rossa matura, elegante, caldo, di

vivi, scorrevole, al naso intenso,

corpo, con note tanniche ancora

persistente con frutta rossa in

MONTALCINO ROSSO 2013 DOC

evidenti, giovane.

evoluzione, sottobosco e spezie.

I rossi si presentano con una

LA CIARLIANA: rosso rubino con

Di corpo, robusto, tannico, buona

bella carica cromatica dove

riflessi aranciati, intenso, al naso

sapidità, con ampi margini di

padroneggia il rosso rubino carico,

sentore di frutta matura rossa,

evoluzione.

con riflessi violacei, abbastanza

spezie, molto caldo robusto,

caldo, fresco, sapido, molto lungo, grande trama tannica setosa ed in progressione, piacevole alla beva. CROCE DI FEBO-AMORE MIO: rosso rubino, limpido, poco denso, al naso intenso con frutta e spezie ben legate, al gusto, molto caldo, robusto, setoso nel tannito, di buona trama, sapido e lungo.

Montalcino

scorrevole e brillante segno di

SANTA CATERINA: rosso rubino,

VINO NOBILE di MONTEPULCIANO 2012 SELEZIONE

fine, schietto, complesso, in bocca

TENUTA VAL DIPIATTA

viola e violetta, il legno dove ben

di corpo caldo, equilibrato nella

VIGNA D’ALFIERO: rosso rubino,

dosato regala piacevolezza.

sua acidità e tannicità.

leggermente granato all’unghia,

Sono caldi, fresco vivo di acidità,

GODIOLO: rosso rubino con

denso al naso fine e schietto con

parte tannica penetrante con finale

riflessi violacei, limpido, fine, al

sentori di frutta rossa matura, netto

lungo; non ancora in equilibrio,

naso complesso con sentori di

nella speziatura dolce, persistente.

danno buona salivazione e

frutta e leggermente mentolato;

al gusto caldo, rotondo, elegante

sensazioni di sapido.

caldo, equilibrato, giustamente

nel tannino, fresco, e sapido.

In alcuni casi si nota una

tannico, fresco vivo.

Buona evoluzione.

concentrazione maggiore che

sapido, equilibrato. TENUTA TRE ROSE

GATTAVECCHI 74

Il Sommelier n. 1 / 2015

freschezza e gioventù. Al naso lineare nei sentori di frutta rossa appena matura e buon floreale di

segna tutta la linea gustativa,


dando completezza al vino, abbassando le caratteristiche peculiari del vino in questa sua fase evolutiva, facendolo sembrare più grande del dovuto.

I nostri assaggi: VILLA I CIPRESSI: rosso rubino, intenso, al naso complesso e persistente, con frutta rossa tendente al maturo, buon floreale. Al gusto caldo, robusto, con note non del tutto evolute, buona acidità, non ancora in equilibrio. VILLA LE PRATA: colore rosso rubino carico, poco trasparente, al naso intenso, persistente elegante, al gusto caldo, giustamente tannico, leggera acidità marcata, non ancora pronto. BELLARIA: rosso rubino, limpido con riflessi violacei, al naso complesso e persistente, al gusto pulito, caldo, giustamente tannico con buona sapidità. CASTELLO ROMITORIO: rosso rubino, limpido e scorrevole, al naso schietto, intenso e complesso nei suoi profumi con frutti rossi e piccoli in evidenza e note di speziatura; al gusto caldo, robusto, leggermente tannico, già piacevole con largo margine di miglioramento. CASTIGLION DEL BOSCO: rosso rubino all’unghia violaceo, limpido, al naso intenso e fruttato, con frutto rosso in evoluzione e sentore di vegetale; è al gusto caldo, giustamente tannico, sapido, abbastanza equilibrato. IL PARADISO di MANFREDI: rosso rubino carico, riflessi violacei, al naso complesso, intenso, elegante sia nel frutto che nel fiore, al gusto caldo, rotondo,

buon equilibrio, sapido.

BRUNELLO 2010 DOCG Unanime riconoscimento ad una annata, la 2010, nata sotto i migliori auspici, che si è migliorata e che, oggi, 2015, si mostra in tutto il suo splendore. Da una parte sembra un risultato scontato o, preferiremmo dire un “predestinato” alla massima espressione gustativa anche perché il 2009 è stata (e non sono molto d’accordo) bistrattata da molti di noi in un senso generale accorato mentre tante aziende sono riuscite a produrre vini interessanti e particolari; chiusa parentesi e andiamo avanti. Dicevamo una 2010 eccezionale, si, ma non su tutto il fronte! Abbiamo infatti riscontrato vini di sicuro futuro successo ma ancora non pronti, altri decisamente sotto lo standard, piccoli, senza concentrazione nel frutto e molto scorrevoli al bicchiere e ci chiediamo chissà e per quali congiunzioni astrali siano arrivati tutti allo stesso giudizio unanime. Questo è solo un piccolo neo che, nel mare di apprezzamenti, rimane sicuramente in ombra e sarà il mercato a darne risposta. Abbiamo fatto tante degustazioni con il piacere della scoperta anche del territorio di provenienza, sulla collocazione altimetrica dell’azienda e così via, riscontrando uniformità nel colore, complessità olfattiva che spazia dal frutto rosso maturo, tipico del Sangiovese a piccoli frutti rossi di sottobosco e melograno, note speziate dolci e pungenti, grandi strutture, alcol presente molto ben

integrato con la trama tannica arrogata in bocca e che chiude con eleganza e persistenza. La componente sapido-minerale è piacevole e lunga. In definitiva annata importante, con margini di miglioramento che andremo a verificare l’anno prossimo con la Riserva 2010.

I nostri assaggi:

VILLA POGGIO SALVI: rosso rubino intenso, poco scorrevole al naso intenso e persistente, fruttati di frutti rossi e piccoli di sottobosco, sentori di spezie, corpo elegante, al gusto caldo, equilibrato, giustamente tannico, buona sapidità. ARGIANO: rosso rubino con riflessi violacei, limpido e schietto al naso, complesso, aromatico con sentori di frutta matura e spezie. In bocca molto caldo, morbido e giusta acidità, sapido con tannicità vestita, di buona beva, lungo. BANFI: rosso rubino carico, limpido e poco trasparente, al naso complesso, fine, schietto, aroma floreale di mammola legato a speziatura dolce, al gusto caldo, rotondo, già in grande equilibrio con la parte tannica evoluta, lungo. CANNETA: colore rosso rubino, limpido, scorrevole, al naso complesso, intenso persistente con le note frutta-spezie eleganti, al gusto caldo, robusto, abbastanza equilibrato per tannicità presente, sapido, lungo. CASTELLO di VELONA: rosso rubino vivo, carico, poco trasparente, al naso intenso, elegante con frutta matura rossa di prugna matura e sottobosco, al gusto caldo, robusto, sapido, in equilibrio e persistente. CITILLE di SOPRA: rosso rubino Il Sommelier n. 1 / 2015

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con riflessi aranciati, limpido trasparente, al naso intenso, fine elegante con sottobosco e vaniglia in evoluzione, note di pepe. In bocca di corpo, caldo, rotondo, lungo, persistente, equilibrato. FORNACINA: rosso rubino carico poco trasparente, al naso complesso, persistente, fine, piacevole il frutto maturo e sottobosco e mineralità; al gusto caldo, rotondo, equilibrato, tannino evoluto, persistente. LE RAGNAIE: rosso rubino carico,aranciato all’unghia, poco denso, al naso Intenso e persistente con note speziate eleganti e balsamiche, al gusto caldo, avvolgente con lunga persistenza e mineralità. PACENTI FRANCO CANALICCHIO: rosso rubino, limpido e denso, al naso complesso con frutto rosso maturo tendente a confettura, speziato. Al gusto, caldo e robusto, lega bene tannicità e sapidità, di buona beva. SALVIONI: rosso rubino carico, poco trasparente, profondo, al naso intenso con prevalenza di polpa rossa e frutti rossi piccoli maturi. Al gusto, caldo, di corpo, robusto, tannini eleganti, lungo e sapido.

BRUNELLO SEL. 2010 DOCG CASTIGLION DEL BOSCO CAMPO DEL DRAGO: rosso rubino intenso, poco trasparente, al naso complesso, persistente, piacevole il frutto maturo e sottobosco con note di mineralità; al gusto caldo, rotondo, equilibrato, tannino evoluto, persistente. DONATELLA CINELLI COLOMBINI PRIME DONNE: colore rosso rubino con riflessi aranciati, limpido. All’esame olfattivo, fine schietto, con sentori in prevalenza di frutta matura e aromi terziari. Al gusto fresco, sapido, ben equilibrato, persistente. IL MARRONETO MADONNA DELLA GRAZIE: rosso rubino intenso, limpido, poco scorrevole, al naso intenso, complesso, schietto e fine nel suo boisè di profumi e note mentolate. Richiami importanti a sottobosco maturo e spezie. In bocca caldo, rotondo, persistente, con trama tannica elegante e in progressione. Buono il finale di bocca e persistente. “La classe del Sangiovese a Montalcino”. SAN POLINO-HELICHRYSUM: rosso rubino, poco scorrevole, al naso complesso ed intenso con frutta e note vegetali muschio, al gusto caldo di corpo, fine, mineralità misurata e sapido. TENUTE SILVIO NARDI V. Poggio Doria: rosso rubino carico, leggermente aranciato all’unghia poco trasparente, al naso complesso con evidenza di frutta rossa surmatura e piccoli frutti di melograno, al gusto, molto caldo, di corpo, giustamente tannico e fine.

BRUNELLO 2009 RISERVA DOCG SESTI-PHENOMENA: colore rosso rubino con riflesso appena aranciato all’unghia, poco denso, al naso complesso e persistente con frutta matura e note vegetali di muschio, piacevole le note di cacao e caffè, al gusto, molto caldo, quasi carnoso con tannini evoluti e puliti. Un classico aziendale. TENUTA LA FUGA-LE DUE SORELLE: rosso rubino carico, denso, al naso intenso e fruttato molto presente con note di sottobosco. Al gusto caldo e rotondo in equilibrio, robusto con note elevate di sapidita e frutto cotto.

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Il Sommelier n. 1 / 2015

Le degustazioni complete sul sito: www.fisar.org


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Un Vinitaly 2015 da incorniciare! da Ufficio Stampa VeronaFiere / www.vinitaly.com

Un giro d’Italia e del mondo in quattro giorni attraverso la degustazione dei migliori vini, questo sarà la 49a edizione di Vinitaly, in programma dal 22 al 25 marzo 2015.

I

l Salone del vino e dei distillati più importante a livello internazionale sarà ancora una volta l’appuntamento da non perdere per gli operatori del settore, siano essi buyer o ristoratori, chef, sommelier, albergatori, titolari di winebar e locali, aziende del foodservice. A tutti Vinitaly offre il plus della sinergia con Sol&Agrifood ed Enolitech, le due manifestazioni che si svolgono in contemporanea e che completano l’offerta alla filiera con I prodotti agroalimentari di qualità e gli “strumenti del mestiere” per la produzione di vino e olio, ma anche per l’offerta al consumatore, come arredi per cantine ed enoteche, bicchieri, dispenser. Ricco anche quest’anno il calendario delle degustazioni.

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Il Sommelier n. 1 / 2015


Si inizia alla vigilia di Vinitaly, il 21 marzo, con OperaWine, Finest Italian Wines: 100 Great Producers, l’evento che apre le porte a coloro che vogliono scoprire in poche ore un concentrato dell’eccellenza vinicola italiana. Domenica 22 marzo inaugura Vinitaly la grande degustazione in

collocato nella Galleria Castelvecchio tra i padiglioni 2 e 3, con i vini espressamente selezionati dalle aziende per il mercato internazionale. Da vivere con spirito da wine lover, invece, Vinitaly and the City, il FuoriSalone che da quest’anno si svolgerà nelle suggestive

Paesi dove Vinitaly International ha realizzato specifiche iniziative di promozione; delegazioni arriveranno dagli Usa, una delle quali con importatori solo dal Texas, e dal Canada, di cui una dall’Ontario, e poi da Russia, Alpe Adria (Slovenia, Croazia e alcune regioni di Austria,

modalità walk around dei vini della Guida 3 Bicchieri, con i migliori vini selezionati dal Gambero Rosso. Un’altro tasting walk around chiuderà Vinitaly mercoledì 25 marzo, con i 400 vini della Guida Vini d’Italia dell’Associazione Italiana Sommelier, che festeggia con questo evento i suoi 50 anni. Confermata l’iniziativa Tasting ex… press, con le proposte delle più importanti riviste internazionali di settore. Altre degustazioni sono in programma nel Padiglione Vininternational su iniziativa delle aziende estere espositrici. Occasioni di assaggio saranno possibili anche nelle enoteche allestite all’interno di Vinitalybio (padiglione 11), dove saranno disponibili tutti i vini biologici presentati a Vinitaly, e presso l’International Buyers’ Lounge,

piazze del centro storico e con un calendario più ampio: da venerdì 20 a martedì 24 marzo, dalle 18,30 alle 23. Un’occasione per gustare alcuni tra i migliori vini e le più gustose specialità gastronomiche artigianali italiane, seguendo un itinerario storico e artistico unico al mondo.

Germania, Ungheria), Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Portogallo, Repubblica Ceca, Hong Kong, Paesi Asean (Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia), Corea del Sud, Cina, Sud Africa, Camerun, America Latina, Regno Unito, Mozambico, Uzbekistan, Colombia, Argentina, Paesi Scandinavi e Baltici, Francia, Spagna, Romania, Bulgaria, India, Egitto, Serbia, Polonia, Australia e Giappone. Grazie all’ampia rosa di Paesi rappresentati nelle delegazioni invitate, Veronafiere è in grado di organizzare appuntamenti b2b adatti ad ogni specifica esigenza. I buyer ospiti saranno impegnati, all’interno dell’International Buyers’ Lounge nell’iniziativa Taste&Buy Vinitaly, in incontri con le aziende espositrici.

Tra i convegni di Vinitaly 2015, da segnalare i focus su Australia e Giappone dedicati alle imprese interessate ad esportare su quei mercati e due convegni sui vini biologici e sulle vendite di vino nella gdo italiana ed estera. Al fine di favorire nuovi contratti tra domanda e offerta, Veronafiere continua di anno in anno il potenziamento della sua attività di incoming mirato in tutto il mondo, con inviti a delegazioni provenienti da Germania, Svizzera e Austria,

Il Sommelier n. 1 / 2015

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di Augusto Gentilli e Davide Amadei

Due verticali emozionanti al Corso DUF: il Fiano di Caggiano ed il Terre Brune di Santadi Augusto Gentilli, sommelier della Delegazione di Alessandria, è risultato il migliore all’esame finale del Corso DUF (Degustatori Ufficiali Fisar), tenutosi a Conegliano dal 23 al 25 gennaio 2015. A lui è stata affidata la redazione di questo articolo per descrivere soprattutto le due degustazioni verticali che si sono svolte durante la lezione di sabato 24 pomeriggio, tenuta dal giornalista Maurizio Valeriani.

80

Il Sommelier n. 1 / 2015


E

mozioni nel bicchiere:

accinge a descrivere un grande

Strabone, che suggerisce come

difficilmente mi è capitato

territorio o un grande vino,

terra di origine del Fiano un’antica

di scrivere in una rubrica il

decidere quali siano gli aspetti

cittadina del Peloponneso,

cui titolo meglio rappresenti cosa

da approfondire maggiormente

chiamata Apia. Attualmente,

sia significato – e cosa significhi

allo scopo, non certo di dar

l’ipotesi più accreditata suggerisce

– aver partecipato a queste due

sfoggio di cultura, bensì di fornire

che il nome derivi dal paese di

verticali (Béchar, Fiano d’Avellino

chiavi di lettura capaci di fare

Lapio, anticamente detto Appia,

Docg - Cantine Antonio Caggiano;

apprezzare al meglio tutti gli attori

dove sembra anche essersi anche

Terre Brune, Carignano del Sulcis

che contribuiscono – a mio avviso

originatosi, rendendolo così una

Superiore Doc - Cantina Santadi),

in egual misura – a dare vita a un

varietà realmente autoctona del

durante lo svolgimento del Corso

grande vino: vitigno, suolo, clima,

territorio irpino. Recenti analisi

da Degustatori Ufficiali F.I.S.A.R., e

tradizioni. Il Fiano è, in tal senso,

genetiche sulle varietà campane

trovarmi qui, oggi, per raccontare

assolutamente emblematico: è

collocano il Fiano, pur se con

un’esperienza che tanto ha lasciato

un vitigno antico, dalle grandi

legami molto labili, all’interno

in me come persona, sommelier e

potenzialità e coltivato in un

di un vasto gruppo di varietà

degustatore.

territorio estremamente articolato

comprendente, tra le molte altre,

Difficile esprimere cosa sia stato

nel quale, anche a brevi distanze,

Aglianico, Falanghina beneventana

più emozionante, se trovarsi

si susseguono suoli, quote e climi

e Tintore di Tramonti. Storicamente

insieme a 30 colleghi giunti da

assai differenti e che necessitano,

le prime prove documentarie

tutta Italia - da Biella a Catania

pertanto, approcci in vigna e

riguardanti un vitigno detto Fiano

- per seguire questo Corso

in cantina differenti ma sempre

sono datate 1240 e si riferiscono

nella speranza di poter iniziare,

finalizzati a valorizzare al massimo

a contratti di acquisto per la corte

arricchiti nelle competenze e nella

il vero protagonista di questo

dell’Imperatore Federico II di

sensibilità, un nuovo viaggio nel

territorio: il Fiano stesso.

Svevia.

mondo del vino, oppure il ritrovarsi

L’origine del nome Fiano è assai

ad affrontare un esame che,

controversa e comprende ipotesi

Il territorio di produzione del Fiano

come tutti ben sappiamo, sempre

che lo vogliono veder derivato

di Avellino Docg, interamente

ci riporta ad un passato, più o

dalle Vitis apianae menzionate già

compreso nella provincia di

meno lontano, fatto di Maturità e

da Plinio il Vecchio e Columella e

Avellino, si estende su 26

Università. Emozionante, come

probabilmente portate in Irpinia

comuni a nord del Capoluogo

sempre, il silenzio – rotto solo

dalle tribù di ceppo ligure stanziate

e riguarda esclusivamente i

da pochi bisbigli – di tutti noi,

originariamente nelle zone

vigneti collinari caratterizzati da

concentrati nel tentativo di cogliere

delle Alpi Apuane e, in seguito,

idoneo orientamento. I suoli della

il racconto di terre, uve e uomini

deportate in Campania da parte

porzione centrale della zona di

che giunge ai sensi da ogni grande

delle legioni di Roma. Altra ipotesi,

produzione sono principalmente

vino. Emozionante – da ultimo ma

a lungo sostenuta e citata da

caratterizzati dalla presenza

sopra ogni cosa – trovarmi qui

Plinio il Vecchio nella sua Naturalis

di depositi di origine vulcanica

oggi a scrivere queste righe sulla

Historia¸ vorrebbe che il vitigno

quali cineriti e depositi di pomici;

nostra Rivista, per raccontare di

prendesse il proprio nome dalle api

localmente, emergono strati tufacei

una magnifica esperienza e di sei

che sembrerebbero apprezzarne

e porzioni di argillose o marnose

grandi bicchieri.

particolarmente la dolcezza

con possibile presenza di gessi.

delle bacche. Molto discussa

La fascia occidentale vede parti

è anche l’origine geografica di

caratterizzate da analoghe cineriti

Il Fiano di Avellino Docg: un grande figlio di Irpinia

questa varietà: tra le ipotesi più

depositatesi, però, su un substrato

lungamente sostenute vale la

calcareo; sempre all’interno

È sempre difficile, quando ci si

pena di ricordare quella citata da

di questa fascia, si osserva

Il Sommelier n. 1 / 2015

81


localmente la presenza di arenarie

Col tempo il Fiano Docg tende

l’imbottigliamento prima della

alternate a marne.

a sviluppare inizialmente sentori

messa in commercio

La fascia orientale, troppo

minerali riconducibili alla pietra

complessa per essere descritta

focaia che evolvono ulteriormente,

2013

nel dettaglio, vede la presenza, al

con il gli anni, verso note fumé e di

Il primo approccio a questo

suo interno, sia di argille ed argille

idrocarburo.

bicchiere è assolutamente

marnose, talvolta arricchite dalla

affascinante grazie al color

presenza di gessi, sia di ambiti

paglierino arricchito da marcati

Cantine Antonio Caggiano

rilessi dorati che riempie il

argille varicolori poggiate su strati detrici o calcarei.

L’amore per il bello, per la propria

Il naso, fine e intenso, riporta

terra vista con gli occhi di un uomo

alla mente gli agrumi nonché

L’intera zona è caratterizzata da

che per tanti anni ha fotografato

i frutti gialli e tropicali ancora

clima mediterraneo montano,

il mondo nei suoi aspetti più veri,

fragranti unitamente a note

vale a dire da estati relativamente

hanno portato Antonio Caggiano

floreali sia bianche che gialle.

miti e inverni rigidi con escursioni

a fondare, agli inizi degli anni ’90,

Il tempo – amico dei grandi vini

termiche molto pronunciate nel

una propria Azienda vitivinicola

– consente alle eleganti note

periodo tra luglio e settembre. La

a Taurasi. Cantine scavate nella

minerali e a lievi ricordi di erbe

media annuale delle temperature

roccia, capaci di coniugare

officinali di completare il già

è normalmente compresa fra gli 11

il fascino della tradizione con

complesso panorama olfattivo.

e i 13°C. Le precipitazioni annue

il meglio delle innovazioni

In bocca, rivela subito grande

complessive si attestano intorno ai

enologiche degli ultimi decenni,

stoffa grazie alla marcatissima

1.100mm totali delle quali circa il

per dar vita a prodotti capaci di

sapidità e alla tagliente freschezza

70% è concentrato tra autunno e

raccontare il territorio valorizzando

felicemente equilibrate da un

inverno mentre solo il 6% si verifica

i vitigni tradizionali proprio là dove

corpo reso rotondo dall’evidente

durante l’estate.

sono in grado di esprimere le loro

presenza glicerica; di grande

migliori caratteristiche.

piacevolezza il fin di bocca e più

Da giovane il Fiano di Avellino

Oggi al timone dell’Azienda siede

che soddisfacente la persistenza

Docg si mostra, come è lecito

il figlio Giuseppe che, sempre

si mostra ancora giovane ma con

attendersi, di colore giallo

con ausilio dell’esperienza, della

le giuste caratteristiche per poter

verdolino ma è con il passare degli

passione e dell’aiuto di Giovanni,

crescere negli anni

anni cha assume il colore giallo

continua il percorso di conoscenza

luminoso che lo caratterizza.

e valorizzazione dei grandi vitigni

2010

In gioventù il Fiano Docg si

irpini.

Ecco il Fiano! Questo il primo

caratterizzati dalla presenza di

bicchiere quasi illuminandolo.

caratterizza per un profilo

pensiero mentre vedevo versare

sensoriale dominato dalle note

questo vino che, nel bicchiere, si mostrava di un colore dorato

e nocciola; meno espresse, pur

Béchar Fiano d’Avellino Docg

se ovviamente presenti e ben

Questo vino è ottenuto da uve

fascino. Il naso, anche in questo

percepibili, sono le note floreali.

prodotte nei vigneti di Lapio – nel

caso decisamente fine e intenso,

È importante sottolineare che

cuore della zona più vocata per

è ormai decisamente connotato da

proprio la nocciola tende ad

la produzione di questo grande

note di pietra focaia e idrocarburo,

essere il descrittore più tipico

bianco – siti a circa 400m di quota

sostenute e impreziosite da sentori

della fasi giovanili di questo vino,

su suoli argilloso - calcarei con

di nocciola tostata e pompelmo

differenziandolo profondamente

esposizione a sud-ovest.

giallo; sono ancora, inoltre, ben

da altri due importanti vini campani

Prodotto interamente in

percepibili i profumi di fiori gialli

quali il Greco di Tufo Docg e

acciaio, questo vino trascorre

a cui si aggiungono lievi note

la Falanghina del Sannio Doc.

in vetro almeno tre mesi dopo

balsamiche. In bocca rivela una

di miele, vaniglia, mela, ananas

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Il Sommelier n. 1 / 2015

carico e cristallino di grande


grande stoffa e una beva molto

molto mature, oltre che di sentori

recentissima monografia utilizza

piacevole, risultando ancora

di miele e della sempre presente

come primo nome Mazuelo,

fresco e molto sapido e, nel

nocciola tostata. In bocca colpisce

a rimarcarne la chiara origine

contempo, di grande equilibrio, in

per la giovanile irruenza – pur

spagnola, nella provincia

virtù dell’ottimo corpo e della sua

se equilibrata dalla raggiunta

d’Aragona; attualmente è coltivato

elegante morbidezza. Il retrogusto

maturità – dovuta alla freschezza

nei cinque continenti.

regala note fini di miele sostenute

ancora nervosa – ancor più che

Nonostante la sua indiscutibile

dagli evidenti sentori minerali e

nel precedente assaggio - e alla

importanza, poco è noto sulle

balsamici che persistono a lungo a

marcata sapidità. La chiusa è

sue parentele, anche se nuovi

fine degustazione.

connotata dall’eleganza della nota

studi lo collocano in relazione con

fumé che porta i nostri pensieri ai

il Traminer tramite il Sauvignon

2007

fumi di torba scozzesi nonché dalle

blanc e il Cabernet sauvignon.

Sette vendemmie sono trascorse

tipiche sensazioni tostate.

Recentemente, è stato messo in

da quando questo Fiano ha visto la

sinonimia con il Bovale grande

luce. Oggi, fin dal primo sguardo,

(o di Spagna) finora, al contrario, ritenuto sinonimo della Tintilia nera.

riempire il bicchiere con il proprio

Il Carignano del Sulcis Doc: il rosso dono del Mediterraneo

luminoso colore dorato carico a

72 nomi: ecco quanti sono

nelle province di Carbonia-Iglesias

preannunciare un vino ancora in

i sinonimi riportati dal Vitis

e di Cagliari e i vigneti iscritti

grado di stupire. Le aspettative,

International Variety Catalogue

all’Albo, allevati esclusivamente ad

infatti, non sono certo deluse

sotto la voce Carignan noir.

alberello e alberello appoggiato

quando, avvicinato il bicchiere al

Nomi di chiara origine italiana si

se destinati alla tipologia

naso, siamo inizialmente avvolti

alternano ad altri, in grandissima

Superiore, occupano le porzioni

dalle eleganti note di idrocarburo,

parte francesi e spagnoli, tanto

più vocate di questo territorio

questa volta decisamente più fumé

da rendere difficile perfino capire

sempre al di sotto dei 400m di

rispetto ai più giovani assaggi

quale debba essere il suo nome

quota; nella Denominazione sono

precedenti; una breve rotazione e

ufficiale: ad esempio, una delle

comprese le isole di San Pietro

il panorama olfattivo si arricchisce

maggiori ampelografe mondiali

e Sant’Antioco, quest’ultima di

nuovamente di note agrumate

– Jancis Robinson – in una sua

origine prevalentemente vulcanica.

mostra tutta la propria non sopita energia giovanile. Eccolo infatti

In Sardegna, la Doc Carignano del Sulcis, è interamente compresa

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

“Ri Da Roca” medaglia d’oro alla Douja d’Or

“R

i Da Roca” opera nel Roero, da poco nominato dall’UNE- di 24 mesi che gli conferisce profumi e sapori inconfondibili che lo SCO patrimonio dell’umanità, uno dei più suggestivi e rendono un vino elegante e apprezzato da tutti. pittoreschi paesaggi al confine con la Langa e l’Astigiano. L’azienda, ancora a conduzione famigliare, produce eccellenti vini coniugando perfettamente tecnologia e tradizione. Dai pregiati vigneti dell’Azienda Agricola “Ri Da Roca”, viene proposta un’ampia selezione di vini, i profumati bianchi, Roero Arneis D.O.C.G., Langhe Favorita D.O.C., e i vellutati rossi, Roero D.O.C.G., Langhe Nebbiolo D.O.C., Barbera d’Asti D.O.C.G. e Barbera d’Alba D.O.C.. Alla 42° edizione del concorso enologico nazionale “Douja d’Or”, svoltasi nel AZ. AGR. “RI DA ROCA” di LUIGI RABINO 2014, l’azienda ha conseguito la medaglia d’oro per quello che è il - SAN DAMIANO D’ASTI (AT) loro vino più rappresentativo, il Roero. Prodotto dal vitigno Nebbio- Frazione Valdoisa 66/SP58a 83 Il Sommelier Il Sommelier n. 2 1 / 2014 2015 n. 2 / 2014 83 lo, padre dei più nobili vini piemontesi, subisce un invecchiamento Tel. 0141983897 - www.ridaroca.it - info@ridaroca.it


Il Sulcis rappresenta un tipico

Il clima è di tipo mediterraneo

viticoltura dell’area, è rivestita dai

ambiente costiero evoluto su un

sub-continentale, caratterizzato da

venti carichi di salsedine.

substrato di sedimenti litoranei

temperature medie annue molto

Il Carignano non viene citato tra

e di retro spiaggia, derivati

vicine ai 17°C, con una piovosità

dallo smantellamento di rocce

che spesso non raggiunge i 600

metamorfiche a oriente e calcareo-

mm di pioggia annua. Un ruolo

dolomitiche a meridione.

importante nel clima, e nella

i vitigni coltivati nell’Isola sino al 1946, quando viene riportata la presenza di questa varietà nei nuovi vigneti postfillosserici; nonostante la sua recente introduzione sull’Isola, il Carignano è stato oggetto di una rapida espansione tanto che, nel 2009, già occupava ben 1860ha, l’89% dei quali nel Sulcis. È degna di nota la presenza di vigneti a piè franco, in virtù della tessitura sabbiosa dei suoli.

Cantina Santadi Era il 1960 quando un gruppo di produttori di uva del Sulcis decise, con l’aiuto di un Ente della Regione Sardegna, di dare vita a questa cantina con lo scopo di trasformare le proprie uve. Gli anni passarono e la produzione si spostò sempre più verso vini di alta qualità, tanto da iniziare, verso la metà degli anni ’70, una collaborazione con Giacomo Tachis: fu proprio grazie al suo contributo che nacque il Terre Brune.

Terre Brune - Carignano del Sulcis Superiore Doc Questo vino è prodotto da uve Carignano (95%) e Bovaleddu - cioè Graciano (5%) - allevate ad alberello presso Porto Pino, in provincia di CarboniaIglesias; le uve utilizzate per la sua produzione, ancora oggi, provengono da vigne a piè franco grazie alla sabbia su cui vengono coltivate. In cantina, la

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Il Sommelier n. 1 / 2015


sua maturazione in barriques si

degna di rilievo la persistenza e di

millennio, il Terre Brune 2001

protrae fino a circa 18 mesi per

grande piacevolezza il fin di bocca.

sembra, fin dall’esame visivo, più giovane del precedente,

essere seguita da un affinamento in bottiglia di almeno un anno prima

2006

mostrandosi di un color granato un

della commercializzazione.

Il colore granato intenso di questo

po’ meno intenso ma più luminoso.

vino ci ricorda che quattro anni

Il naso è elegante, intrigante e ben

2010

ci separano dal precedente

espresso: si caratterizza, oltre che

Questo Terre Brune, dal bel

assaggio. Il naso, inizialmente

per il frutto rosso maturo, per le

colore rubino intenso, rivela

chiuso, si apre a seguito del felice

note balsamiche impreziosite da

immediatamente il proprio

incontro fra vino e ossigeno,

profumi di potpourri di fiori rossi,

atavico legame col Mediterraneo

connotandosi di profumi scuri che

spezie dolci ed erbe officinali. Il

regalandoci profumi di macchia

riportano alla china, alla ciliegia

tempo rende il bouquet di questo

mediterranea, erbe aromatiche

matura nonché alla confettura di

vino ancora più complesso,

ed eleganti note agrumate e di

mora e prugna. Il tempo continua a

permettendoci di apprezzare

spezie dolci. Questi fini sentori si

trascorrere ed il vino a concedersi:

sentori di tabacco, liquirizia,

sommano armoniosamente con

il panorama olfattivo si arricchisce

cioccolato unitamente a ricordi di

gli immancabili sentori di frutta

così di note di sottobosco e spezie

china. All’assaggio le sensazioni

rossa e nera arricchiti da note

dolci. Al gusto è pieno, ampio,

– e le emozioni – si rincorrono e

tostate, che riportano al cacao,

compiuto, di gran corpo e ottima

sovrappongono: l’ingresso è ampio

e dai primi sentori di tabacco. In

armonia; i tannini sono eleganti e

e armonico, il corpo robusto è

bocca colpisce per ampiezza,

la persistenza decisamente degna

sorretto da una spalla acida ancora

armonia ed eleganza: il tannino,

di nota.

indomita e da un tannino preciso e vellutato; il finale è lungo, pulito,

molto fine e avvolgente, sostiene il corpo importante e rotondo, aiutato

2001

succoso e sapido. Un grande vino

dall’evidente freschezza e da una

Considerata l’annata migliore di

figlio del calore di questa terra

spiccata sapidità; decisamente

questo primo scorcio di terzo

magnifica.

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

Ligabue Class Reggiano Lambrusco Dop 2014 Cantina Sociale Di Gualteri

B

uon sangue non mente! È proprio il caso di dirlo per il Lambrusco Reggiano Doc Ligabue Class 2014 della Cantina Sociale di Gualtieri. Il vino di punta dedicato al grande pittore di casa Antonio Ligabue, di cui proprio quest’anno si festeggerà il 50° anniversario dalla morte con una serie di eventi che vedranno coinvolta anche la Cantina, si riconferma un’etichetta di gran classe: un’ottima interpretazione del territorio, in grado di coniugare intensità e raffinatezza con una sorprendente ricercatezza di profumi e sapori fruttati. Spuma ricca e delicata, grande bevibilità, grande equilibrio e un finale fresco e piacevole sono i tratti più convincenti di questo lambrusco, destinato a primeggiare nella sua categoria dopo

gli importanti riconoscimenti ottenuti nei concorsi e sulle guide di settore. Ideale da gustare con paste ripiene, stupisce anche con preparazioni più complesse come anatra all’arancio e arrosti. Cantina Sociale di Gualtieri Via San Giovanni, 25 - 42044 Gualtieri (RE) Tel. 0522.828161/828579 85 Il Sommelier Il Sommelier n. 2 1 / 2014 2015 n. 2 / 2014 85 www.cantinasocialegualtieri.it - info@cantinasocialegualtieri.it


Notizia inviata da Nadia Salvador della Delegazione FISAR PORTOGRUARO LISON

CENA DEGLI AUGURI FISAR PORTOGRUARO E CONSEGNA ATTESTATI

M

emorabile serata

a noi dedicata. Nell’attesa di tutti

all’insegna dell’amicizia e

ci ha accolto un aperitivo a buffet

condivisione di una grande

con “schie” e verdurine fritte con

passione:il vino! Con l’occasione di

polentina tenera accompagnato da

scambiarci gli auguri di Natale sono

metodo Classico sloveno Bjana. A

stati consegnati gli attestati di 1

seguire Carpaccio di Branzino con

livello. Questa volta il nostro socio,

insalatina di Avocado e Bjana Brut

amico e grande chef Luca Faraon

- Polipo con patate e Pomodorini

ha superato sé stesso con un menu

e MetodoClassico Raboso Nesio

di pesce superlativo, ospiti nel suo

Casa Roma – Risotto al Branzino

ristorante Il Carro a Duna Verde

con salsa al vino bianco e Sauvignon

Caorle in una sala completamente

Tenuta Pinni - Tagliolini alle Canoce e

Trancio di Ombrina in crosta di erbe aromatiche con tortino di Patate e Lison Doc La Zerbaia Walter Nardin 12 mesi in barrique. Per finire una torta spettacolare con logo Fisar in zucchero e cioccolato dalle mani di Luca anche maitre chocolatier abbinato a Moscato Saracco 2014. I vini serviti dai ns sommelier Antonio Piasentin e Fedora Zoccarato e spiegati di volta in volta dal delegato Luigi Franco e da Nadia Salvador si sono dimostrati pienamente all’altezza dei piatti creando in bocca una piacevole armonia. Quanti sorrisi, quanto buonumore e andando qua e là tra gli ospiti il filo conduttore della serata sempre lui: il vino nelle sue mille sfumature (e non di grigio!) Per finire a sorpresa il nostro delegato Luigi Franco ha omaggiato tutti i membri del consiglio con dell’ottimo Riso Nero di Lomellina della Tenuta San Giovanni invitandoci a creare una ricetta con un vino abbinato, vedremo cosa ne uscirà!!!

Notizia inviata da Filippo Terenzi della Delegazione FISAR Roma e Castelli Romani

Consegna diplomi a Velletri

S

erata di festa per la consegna dei diplomi ai primi sommelier Fisar completamente formati a Velletri presso la Cantina Sperimentale dalla Delegazione di Roma e Castelli Romani. La nostra delegazione ha accolto alla FISAR ben 23 nuovi sommelier che d’ora in poi potranno fare della propria passione anche un lavoro. La cena di consegna dei diplomi, tenutasi presso il ristorante Casale 86

Il Sommelier n. 1 / 2015

della Regina di Velletri, è stata soprattutto una festa visto lo spirito che ha unito questa prima classe di sommelier formatisi a Velletri. Non si ferma comunque qui il lavoro della Fisar a Velletri visto che è già partito un nuovo corso di primo livello, sono in programma degustazioni a tema. Dal corso tenuto a Velletri sono entrati nella grande famiglia della FISAR: Vittorio Bagaglini, Tania Cesaroni, Fabio Ciarla,

Gianni Ciavardini, Roberto Dominizi, Giuseppe Duci, Sabrina Fiacchi, Gabriele Gasbarri, Marco Guidi, Ilse Just, Angela Maglione, Francesca Marinelli, Matteo Mele, Ernesto Mellone, Francesco Montecuollo, Andrea Palma, Antonella Palumbo, Angelo Paolicelli, Eduart Pashuku, Rina Pennacchini, Roberto Pollari, Giuseppe Rori e Maria Cecilia Serra. Auguri a tutti.


Notizia inviata da PAOLA CAPPELLINI della Delegazione FISAR PRATO

CoNSEGNA ATTESTATI A PRATO

B

ella serata Martedì 10 Febbraio 2015 al Ristorante “ DA DELFINA”che ha riunito i partecipanti ai 2 corsi di primo 1° livello per Sommelier, svoltisi contemporaneamente uno a Prato e l’altro a Carmignano, Un bell’impegno per la nostra Delegazione ma anche grande soddisfazione. I 57 corsisti hanno partecipato alle lezioni con interesse e curiosità ed hanno dimostrato entusiasmo per le iniziative della Delegazione. Il Ristorante dove si è svolta la cena si trova nel borgo di Artimino nel comune di Carmignano, in un luogo ricco di storia e di antica vocazione

viticola, e deve la sua nascita al coraggio imprenditoriale di “nonna Delfina” che negli anni quaranta iniziò con il preparare desinari per i cacciatori nella sua casa. Sul finire degli anni cinquanta, con l’avvento dei primi turisti, comincia un successo crescente per cui la casa si trasforma in una trattoria e poi in un quotato ristorante frequentato da personaggi famosi e menzionato nelle più importanti riviste gastronomiche. Deliziose crocchette di manzo ed una farinata di cavolo nero serviti con Blanquette de Limoux hanno dato inizio alla cena. Poi il primo, un delicato risotto ai porri

e Castelmagno, abbinato ad un Verdicchio dei Castelli di Jesi 2013 dell’Azienda Colonnara. A seguirie la “Braciola della nonna in inzimino” gustosa specialità accompagnata da un Sangiovese in purezza al governo toscano 2013 dell’Azienda San Leonino. Per finire gelato con salse alla frutta e Ghirighio dolce tipico fatto con farina di castagne. Il servizio è stato assicurato dai Sommelier Fabrizio Fabbri, Luigi Scarpellini e Alessio Vitale. Alla fine consegna degli attestati da parte dei due Direttori di Corso Monalda Cerfeda e Simona Orlandi e foto gruppo tra gli applausi.

Il Sommelier n. 1 / 2015

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Notizia inviata da Laura Grossi della Delegazione FISAR di Milano

DEGUSTAZIONE SUPERTUSCANS A MILANO

È

stato un eccezionale viaggio alla scoperta dei Supertuscans quello organizzato da FISAR Milano lo scorso 28 novembre con una degustazione speciale magistralmente guidata dall’enologo Giampaolo Zuliani del Centro Tecnico Fisar. Dopo un’approfondita introduzione sulle origini del neologismo coniato dalla stampa anglofona negli anni ’70 che identifica il nuovo “Rinascimento del vino italiano” a cui i Supertoscani fecero da traino e una contestualizzazione del fenomeno che si evolse di pari passo in due zone strategiche della Toscana, Chianti e Bolgheri, abbiamo avuto l’onore di degustare alcuni dei più significativi vini che esprimono al meglio la complessità e la portata di quella che fu definita la “new wave vitivinicola italiana”. La nostra degustazione orizzontale ha, infatti, previsto l’assaggio di 5 vini dell’annata 2001 (una delle migliori annate degli ultimi vent’anni) con i primi 2 vini, Vigorello e Le Pergole

Torte, quali esempi di Supertoscani

il primo vino Italiano ad affermarsi

prodotti nella zona Chiantigiana;

con successo all’estero diventando

mentre i seguenti 3 vini, Paleo, Ornellaia e Sassicaia, prodotti nei pressi di Bolgheri. Dal Vigorello, che

il capostipite di questa nuova famiglia di vini italiani, nonché

rappresentò il primissimo tentativo di

uno dei più ricercati nel mondo.

vinificare solo vitigni a bacca rossa

Ufficialmente consacrati dalla critica

(in netta controtendenza rispetto

anglosassone, i Supertuscans,

alla usanza chiantigiana dell’epoca) e che quindi può essere a tutti gli effetti considerato il precursore

da qui in avanti saranno, infatti, apprezzati in tutto il mondo e

dei Supertuscans, siamo quindi

competeranno, a testa alta, con i più

arrivati al celebre Sassicaia che fu

stimati vini esteri.

Notizia inviata da Gianni Longoni della Delegazione FISAR Milano

FISAR MILANO, UN 2014 DA FESTEGGIARE

L

a fine del 2014 segna per

proponga cultura e socialità.

conoscenza.

la nostra Delegazione

Ebbene, la Delegazione ha

Nell’ultimo anno ha organizzato

un traguardo davvero

accettato con entusiasmo questa

numerosi corsi: 3 di primo livello,

importante.

sfida e, nonostante una situazione

3 di secondo e 2 di terzo, oltre a

Milano è una realtà ricca di

generale del Paese piuttosto

3 mini corsi, per un totale di quasi

opportunità ma anche densa

complicata, è riuscita prima a

300 corsisti coinvolti, e già arrivano

di proposte per ogni esigenza;

suscitare, e poi a raccogliere,

le adesioni per i corsi di primavera!

rappresenta quindi una piazza

l’interesse per il mondo del vino

Questo significa che si sta

molto difficile per chiunque

e la voglia di approfondirne la

affermando lo “stile” FISAR, fatto

88

Il Sommelier n. 1 / 2015


di corsi a numero limitato, per dedicare ad ognuno la giusta attenzione, così da costruire quella community di coinvolgimento in numerose iniziative e approfondimento dei diversi temi, che rappresenta il nucleo fondante della grande famiglia FISAR. La pazienza e la qualità pagano: di questo va dato merito a un nucleo di soci appassionati che collaborano attivamente e all’uso di strumenti adeguati, in primo luogo un sito internet costantemente aggiornato (180.000 visitatori nel 2014), dal quale derivano newsletter e mail personalizzate che formano la

strategia di comunicazione e

sempre meglio il nostro lavoro ed

di fidelizzazione dei soci FISAR

i risultati che man mano otteniamo

Milano.

ci riempiono di soddisfazione,

Ben consapevoli che si può

oltre a darci un buon motivo per

sempre migliorare, abbiamo

festeggiare e soprattutto brindare

cercato e stiamo cercando di fare

al nuovo anno!

Notizia inviata da Roberto Donadini della Delegazione FISAR TREVISO

Fisar Treviso festeggia i neo Sommelier

S

i è svolta lo scorso gennaio, in un’atmosfera di festa, la consegna di 34 diplomi ai neo Sommelier della Fisar Delegazione di Treviso, a fare da sfondo alla cerimonia è stata la sala medioevale di Castelbrando a Cison di Valmarino. La consegna dei diplomi rappresenta il punto d’arrivo di un lungo percorso

di alta formazione, suddiviso in tre livelli, che presuppone il superamento di una serie di impegnativi esami, teorici e di degustazione, durante i quali gli aspiranti devono dare prova di aver acquisito la sensibilità e le conoscenze necessarie per vedersi riconosciuto il titolo di sommelier professionale.

Ai neo Sommelier: Giuliano Andreatta, Thomas Baldasso, Bortolotto Luisa, Dario Buoro, Sonia Camillo, Mauro Carniel, Emidio Corbetta, Fabio Cosentino, Gilberta Cuch, Enrico Dal Bianco, Lara De Anna, Jean Michel De Bortoli, Cristina Dorigo, Enrico Dota, Daniela Fantin, Mario Giampetruzzi, Michele Laurito, Andrea Maman, Mauro Narder, Roberto Orsillo, Giulia Ortolan, Irene Patruno, Arrigo Piana, Marina Pizzol, Leonardo Sonego, Anna Rita Speranza, Diana Spinelli, Valentina Tommasini, Fabrizio Torazza, Cinzia Valle, Lamberto Zanardo, Chiara Zanco, Orietta Zilli, Vladimira Chrastova. Il delegato Roberto Donadini augura ai nei diplomati ogni successo come ambasciatori del buon bere, ruolo chiave nella valorizzazione delle tante eccellenze enologiche che il mondo ci invidia. Il Sommelier n. 1 / 2015

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Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione FISAR Pisa e Litorale

Festa degli auguri a Vicopisano

U

n riuscito ritorno al ristorante “La Rocca” di Vicopisano in occasione della tradizionale festa degli Auguri organizzata da Liana Benini per la FISAR di Pisa e Litorale. Si è iniziato con il calice di benvenuto Spumante Brut, Gran Cuvée di Mastio Loggia con buffet di bocconcini caldi: pasta fritta, verdure fritte e pizzette variegate della casa. Quindi il sommelier FISAR Lorenzo Mariotti, coadiuvato da Andrea Somigli, ha introdotto la scelta degli abbinamenti con soddisfacenti e pertinenti spiegazioni. All’assortito antipasto di Crostini di fegato di pollo e Polenta fritta con funghi porcini, di prosciutto Pratomagno e Salame spagnolo con assaggio di pappa al pomodoro è stato abbinato il Chianti Superiore Santa Cristina di Antinori, che ha accompagnato anche le successive Pappardelle alla lepre risultando vincente. Con le Troffie alla cinta senese e radicchio amaro è stato servito il Nemorino

di Giusti e Zanza, Sirah con poco

con crema al Calvados bagnato da

Sangiovese e Merlot, annata 2013

un Moscato d’Asti di Prunotto.

e barricato, assai persistente e

Al termine il delegato Mariacristina

dai tannini prevalenti che ben

Messina ha ringraziato i bravissimi

legavano col radicchio. Sulla

Sommeliers, Liana Benini, la

Tagliata toscana con riduzione

Brigata di cucina ed il Rango di

di Brunello e contorno di patate

sevizio per la gradevole serata

arrosto e rucola non poteva

chiamando ai meritati applausi gli

mancare il Veneroso della Tenuta

chef Sira Nencioni e Tiziano Redini

di Ghizzano, re della serata, Gran

e il capo sala Vincenzo Riccio.

Cru del 2010, 13,5 gradi, 70%

Al momento del congedo è stato

Sangiovese e restante Cabernet

offerto alle rappresentanti del

Sauvignon. La cena è terminata

gentil sesso un grazioso cadeau

con un ottimo Tortino di castagne

confezionato da Barbara Poli.

Notizia inviata da Francesca Gallerini della Delegazione FISAR Pontedera-Valdera

PIACEREDIVINO 2015

2

a

edizione di

PiacerDiVino, un team di persone

la conoscenza della cultura

PiacereDiVino svolta

affiatatissime, appassionate di vino

enogastronomica del nostro

il 22 Febbraio 2015 al

e di buona cucina.

territorio e non solo.

Blackline di Bientina, organizzata

PiacerDiVino è il salone

Un’esperienza degustativa che

da Fisar Pontedera-Valdera

enogastronomico della provincia

ha come punto di partenza

in collaborazione con Eventi

di Pisa con l’obiettivo di ampliare

l’incontro diretto tra produttore

90

Il Sommelier n. 1 / 2015


e consumatore, sommelier e semplici appasionati e chissà, futuri soci Fisar. PiacerDiVino 2015, 300mq di spazio espositivo, 170 euro di montepremi in palio, 50 produttori disposti su 3 aree con 5 laboratori tematici tra vino, birra e cibo; oltre 400 visitatori, tra cui appassionati, giornalisti, tv, radio, blogger. Questi sono i numeri di questa edizione che si è conclusa con risultati che vanno al di là di ogni rosea aspettativa. La soddisfazione più grande non sono i numeri: è

complimenti ricevuti dai produttori,

edizione, La delegazione di

l’aver visto le persone partecipare

questo è lo spirito Fisar che ci

Pontedera-Valdera ringrazia tutti

piacevolmente all’evento, i tanti

rappresenta. Pronti per la prossima

per il grande lavoro svolto.

Notizia inviata da Gino Luigi Rosset della Delegazione FISAR Pordenone

PORDENONE FESTEGGIA I NUOVI SOMMELIER

D

omenica 1 febbraio ore 13:00 tutti a pranzo presso l’Eurohotel **** Palace di Maniago (Pn) per festeggiare i nuovi Sommelier di Pordenone. L’ambiente raffinato, la mise en place impeccabile, il menù a base di pesce con il taglio a vista del gran polipo e gli ottimi vini scelti per l’occasione hanno fatto da cornice a una splendida giornata di festa. Ospiti d’onore Luisella Rubin, Consigliere nazionale e Coordinatrice FISARINROSA e Giampiero Rorato noto giornalista, scrittore e apprezzato Relatore FISAR. I veri festeggiati ovviamente erano i nuovi Sommelier di cui si elencano i nomi: Andrea Buffolo, Mirco De Nardi, Anila Dibra, Sonia Mazzoli, Daniele Meneghin, Alessandra Miniutti, Simone Peloi, Lisa

Piccoli, Sabrina Poletto, Riccardo Polo Pardise, Anna Scorza e Alex Vicenzini. Il momento più emozionante pero è stato durante il rito della consegna degli attestati di qualifica, effettuata dal Direttore del Corso Giordano Bazzo, quando hanno ricevuto il sospirato Tastevin da parte del Delegato

Gino Luigi Rosset e da Luisella Rubin. Una splendida giornata che sicuramente ricorderanno a lungo. Un particolare ringraziamento va rivolto a tutti quelli che hanno contribuito all’ottima riuscita della giornata e non per ultimo ai Sommelier che hanno eseguito un impeccabile servizio. Il Sommelier n. 1 / 2015

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Notizia inviata da Graziella De Anna della Delegazione FISAR di Pordenone

Un perfetto connubio tra “Cucina Giordana” e un “Friulano dei Colli Orientali”

A

i nostri tempi siamo bombardati da tante rubriche culinarie, guide

gastronomiche, trasmissioni televisive in cui chef stellati insegnano come abbinare i ricci di mare alla cioccolata… o la salsiccia ai marron glacé … tant’è che qualche volta c’è il rischio di perdere tradizioni e buon gusto. Ed è così che noi fisariani, in questo panorama gastronomico, curiosi come sempre nel provare quella tal specialità da abbinare a un buon vino, abbiamo accolto la proposta del ristorante “Da Issa” a Cavasso Nuovo (Pn), per assaporare la “Cucina Giordana” accompagnata da vini del nostro territorio, il Friuli. L’ambiente è particolare, l’accoglienza speciale, i cibi curati sono accompagnati da una grande presentazione e competenza dal titolare stesso “Issa Gweinat” che ha un grande amore e passione per la sua terra di origine. La Cucina Giordana che ha origini beduine e fa parte dell’eredità culinaria araba non prevede vino, solo acqua o the, ed è per questo che il nostro gruppo Fisar ha pensato bene di portarsi dei vini in abbinamento. La cena ha avuto inizio con una grande varietà di antipasti (mezzeh) ricchi di verdure e legumi

Precisazioni

accompagnati da meravigliose salse speziate, il tutto gustato con la “Pita” pane arabo sia piatto sia rotondo con i vari vini Traminer aromatico, Sauvignon, Chardonnay. Dopo un’infinità di antipasti ai quali ci siamo impegnati a trovare il giusto abbinamento ecco arrivare il piatto forte in una coreografia straordinaria, degno di un grande Chef, l’agnello cotto al forno con erbe aromatiche e numerose e saporite verdurine adagiato su riso speziato. E qui l’abbinamento perfetto, un “Friulano” dei Colli Orientali il “Myo”, un vino profumato, strutturato e allo stesso

tempo fresco e sapido. Per ultimo il preziosissimo dolce alle mandorle, miele, noci e pistacchi accompagnato dal caffè aromatizzato al cardamomo “L’Ambrosia”. Il Delegato Gino Luigi Rosset in nome del Consiglio e dei partecipanti nel consegnare una targa del buon ricordo ha ringraziato “Issa” e la moglie Luciana di averci accolto come ospiti di riguardo, regalandoci con la loro professionalità e simpatia, profumi e gusti inconsueti ma coinvolgenti. Una serata indimenticabile… da ripetere.

Nel numero 4/2014 a pag. 34 è stato erroneamente riportato il Garganega quale vitigno principale del Colli Euganei “Fiori d’Arancio”. Il vitigno principale è il Moscato Giallo. Ci scusiamo con i lettori. Sempre nel numero 4/2014 a pag. 17 a rettifica si precisa che “il decreto del Mipaaf del 13/08/2012 anticipa la commercializzazione dal 6 novembre al 30 ottobre indicando che il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell'uva intera deve riguardare almeno il 40% del vino” 92

Il Sommelier n. 1 / 2015


Notizia inviata da Patrizia Loiola Consigliere della Delegazione FISAR San Donà di Piave

Fisar va in scena per l’inaugurazione del nuovo Teatro Metropolitano Astra

U

na squadra di sommelier

alla nostra delegazione: un evento

della nostra Delegazione,

storico, dopo 12 anni di chiusura

guidata dal caposervizi

a San Donà di Piave ha riaperto

Marco Muletto con la supervisione

lo storico teatro. Un capolavoro di

della Consigliera Patrizia Loiola, ha

architettura moderna, realizzato

avuto l’onore di partecipare, con un

dell’archistar Goncalo Byrne, padre

servizio a buffet, all’inaugurazione

del Museo National di Lisbona.

del nuovo Teatro Metropolitano

Domenica 21 dicembre alle 16.30

Astra della città che dà il nome

si è alzato il sipario sul nuovo

teatro cittadino, che sorge sulle ceneri storiche dell’ottocentesco Teatro Sociale, distrutto durante la Grande Guerra e rinato nel 1921 nell’attuale collocazione come Teatro Moderno, poi Teatro Verdi, distrutto ancora nella Seconda Guerra Mondiale e risorto nel 1951 come Cinema Teatro Astra. Il concerto inaugurale ha visto la partecipazione dell’orchestra Gran Teatro della Fenice. I nostri sommelier hanno fatto fronte con professionalità alle 490 persone intervenute alla prima con il tutto esaurito, per il brindisi inaugurale alla presenza del sindaco Andrea Cereser, della Presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e della Ministra per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta. Brindisi a base di prosecco e buffet della tradizione locale offerto dallo storico ristoratore cittadino Nicola Boschin dell’Antica Trattoria da Nicola.

Notizia inviata da Flavio Nuti della Delegazione FISAR Volterra

UNA ECCEZIONALE DEGUSTAZIONE DI GRANDI VINI PIEMONTESI

S

i è svolta in dicembre

rivista trimestrale della Fisar “il

appartenute alla riserva di Giovanni

presso l’Hotel Le Fonti una

sommelier”appunto. Piemontese di

Agnelli nelle cantine di quel

degustazione di grandi

nascita e cultura e appassionato

castello di Francia a Bodeaux fra i

annate di vini Piemontesi . A

collezionista di etichette di grande

più prestigiosi al mondo Château

presentarla è stato proprio il dott.

prestigio ci ha voluto donare

Margaux. Una suggestione aprire

Rabachino Roberto, alcuni mesi

una serata indimenticabile nella

e decantare le due annate di

fa insignito del premio letterario

quale fra importanti produttori di

Barolo quasi di mezzo secolo

jarro in occasione di Volterragusto,

Nebbiolo, Barolo e Barbaresco

(vedi foto): - Barolo DOCG, annata

giornalista e presidente dell’ASA

sono spiccate due bottiglie

1970 di Giuseppe Pira, una riserva

(Stampa agroalimentare italiana)

particolari della collezione

speciale non in commercio nata

sommelier e direttore della

personale di Giuseppe Santo,

in memoria del fondatore ed il Il Sommelier n. 1 / 2015

93


Barolo DOCG, annata 1968 dei Marchesi di Barolo, quest’ultimo in particolare ancora integro nonostante il colore scarico e di una acidità ancora persistente

.Anche gli altri vini degustati ( per la cronaca - Nebbiolo d’ Alba DOC, annata 2009, “San Ponzio” di Gianni Gagliardo;Roero Riserva DOCG, annata 2010 “Sudisfà” di

Negro Angelo e Figli; Barbaresco DOCG, annata 2009, “Palazzina” di Montaribaldi e Barolo DOCG, annata 2007, “460” di Cascina Bric)sono stati all’altezza delle aspettative per qualità e struttura. Rabachino ha introdotto la degustazione facendo una breve storia dei vini piemontesi e come questi vini, prima di tutti gli altri, si sono fatti conoscere all’estero ed hanno fatto parlare della produzione Italiana nel mondo. Ha descritto con minuziosità le differenti denominazioni con cui il vitigno nebbiolo si è fatto conoscere e le zone di produzione. Dulcis in fundo un assaggio di Barolo chinato accompagnato ad una ottima sacher realizzata dal giovane pasticciere Duccio Gremigni .

Notizia inviata da Flavio Nuti della Delegazione FISAR Volterra

LA NONA EDIZIONE DELLE CENE GALEOTTE

I

naugurata in ottobre la nona edizione delle cene galeotte (www.cenegaleotte.it). La manifestazione è organizzata dall’Amministrazione penitenziaria in collaborazione con la Fisar delegazione storica di Volterra e dall’Unicoop Firenze. Patron di questa rassegna di beneficenza la direttrice dell’istituto Dott.ssa Maria Grazia Giampiccolo, socio onorario Fisar, che ha creduto in questo progetto che unisce solidarietà e finalità di riabilitazione per i detenuti del carcere. Infatti il ricavato di ogni cena viene donato per progetti umanitari e per situazioni di emergenza sociale. Ad oggi sono stati raccolti poco meno di 100.000 euro. Otto cene all’interno della

94

Il Sommelier n. 1 / 2015

Fortezza Medicea che ospita il carcere di Volterra realizzate dagli stessi detenuti, sotto la direzione di grandi chef, che si alternano in cucina e nel servizio di cameriere ai tavoli. Proprio in occasione dei 40 anni dalla Fondazione della Federazione, festeggiati a Volterra, 10 fra detenuti e agenti di custodia hanno sostenuto un corso di avvicinamento al vino ed oggi accompagnano il servizio dei vini insieme ai nostri sommelier. Risultato del progetto: trenta detenuti lavorano stabilmente in strutture di ristorazione e ricettive della città come cuochi, camerieri e sommelier e durante le cene effettuano il servizio dei vini a testimoniare, quindi, il fine anche rieducativo della pena e non solo repressivo. Questa edizione terminerà nel giugno 2015 e vedrà a partire dal mese di marzo quattro fra le più importanti firme del panorama ristorativo italiano: ROY CACERES (Ristorante Metamorfosi, Roma - venerdì 27 marzo), FILIPPO LA MANTIA (venerdì 17 aprile), ALESSANDRO DAL DEGAN (Ristorante La Tana, Asiago (VI) - venerdì 15 maggio) e CRISTINA BOWERMAN (Glass Hostaria, Roma - venerdì 26 giugno). Tra le aziende vinicole importanti che hanno offerto i loro vini abbiamo Le tenute Marchesi De Frescobaldi (vedi foto), Castello di Monsanto, Varramista, Cantine Leonardo e Badia di Morrona.


fis@r

news

®

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI

la chiocciolina che informa

il servizio fisar News ti terrà informato sulle novità del mondo fisar. Sconti, convenzioni, eventi, corsi di aggiornamento, master, tutto ciò che c’è da sapere sempre a portata di un click.

fisar cloud entra nel sito ufficiale www.fisar.org ed accedi all’area riservata soci utilizzando USER e password che ti abbiamo inviato. Verifica i tuoi dati ed inserisci il tuo indirizzo e-mail così potrai scaricare la modulistica ed altri documenti di tuo interesse.

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Notizia inviata da Cinzia Vanzan della Delegazione FISAR Venezia

F.I.S.A.R. VENEZIA CONSEGNA GLI ATTESTATI DI 3° LIVELLO

S

erata di gala al Ristorante “Da Odino” di Quarto d’Altino per i soci della delegazione di Venezia. Un raffinato menu rigorosamente di pesce ha scandito il ritmo di una serata iniziata con l’aperitivo in piedi: frizzanti bollicine accompagnate da gustosi stuzzichini; a seguire lo chef Valentina Pasini ha proposto piatti del territorio: antipasti di mare della cucina tipica veneziana, risotto ai frutti di mare, filetto di pesce al forno e frittura con polentina. La serata ha riunito i 2 corsi svoltisi rispettivamente a Venezia presso il “Ristorante Lounge Al Graspo De Ua” di Alessandro Mazzonetto e a Zelarino presso il “Centro Pastorale Cardinale G. Urbani”. Alla fine della cena hanno ricevuto attestato e taste-vin: Shkelqim Balliu, Romena Brugnerotto, Anna Cardin, Lorenza Li Donni, Elisa Lucano, Daniele Spezzamonte, Igor Vesco, Filippo Zammattio (Corso Venezia - DCSF Stefano Dal Corso)

e Stefano Aversa, Sabina Biasuzzo, Fabio Cabianca, Angela Callegaro, Lorenzo De Faveri, Andrea Forino, Enrico Lazzaretto, Giacomo Lorato, Milena Monici, Cristina Moretto, Andrea Passarella, Adriana Romagnolo, Donato Rosiello, Marco Sabbadin, Francesco Serafini (corso Mestre - DCSF Marco De Marchi). Esame superato positivamente anche per la corsista Cinzia Sargentini della Delegazione di Prato. Hanno ricevuto il

premio come migliori corsisti rispettivamente: per il corso di Venezia Anna Cardin e per il corso di Mestre Adriana Romagnolo. Per entrambe un cofanetto della Carpene’ Malvolti, storico sponsor di FISAR. Bravi tutti con una menzione aggiuntiva alle ragazze: …a Venezia le quote rosa sono una bellissima realtà!!! Il gruppo di neo sommelier nella foto di Marcello Longhino.

Notizia inviata da Cinzia Vanzan della Delegazione FISAR Venezia

F.I.S.A.R. VENEZIA visita le aziende Garbellotto e Bortolin

V

isitare l’azienda Garbellotto significa ripercorrere la storia non solo dell’enologia italiana dal 1775, anno in cui l’azienda è nata, fino ad oggi, ma anche la storia del nord est italiano attraverso gli ultimi secoli. Sopra l’ingresso ci accoglie il motto: “Experientia, diligentia, honestas, in labore felicem dant exitum”. Piero Garbellotto, uno dei 3 figli di Pietro

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Il Sommelier n. 1 / 2015

e Gregoria ci fa da cicerone ed è veramente emozionante sentirlo raccontare ma soprattutto vedere il legno, dapprima accatastato nel magazzino-segheria, trasformarsi, per mezzo di un’arte tramandata nei secoli, in quelle botti che l’azienda esporta in tutto il mondo e dove ci capita molto spesso di vedere invecchiare il vino delle migliori cantine. Sono di Garbellotto

le botti più grandi del mondo; Iscritti nel Libro dei Guinnes dei Primati dapprima nel 2010 con “Magnifica” e successivamente, nel 2013, con “Romeo e Giulietta”; entrambe si trovano oggi in cantine della Valpolicella. Sorprendente vedere come le botti vengono assemblate e tostate con un grande fuoco acceso al loro interno. Infine due artigiani


dell’azienda le sigilleranno in modo ermetico facendosi chiudere al loro interno, dal quale emergeranno uscendo da un’unica minuscola apertura. Non un gioco di magia ma il frutto di secoli di lavoro. La ns giornata prosegue poi con la visita dell’azienda Bortolin Angelo dove abbiamo la possibilità di visitare le vigne, grazie anche ad una giornata di sole più estiva che di inizio autunno, e le cantine. A seguire degustazione dei vini prodotti dall’azienda. Alla fine tutti a concludere degnamente la giornata al Ristorante Casa Caldart gustando le specialità del posto. Nella foto il momento della chiusura della botte Garbellotto

Fotografia di Lucio Chiaranda

Notizia inviata da Emma Lami della Delegazione FISAR VALDICHIANA

A

lla cantina “DEI” di Montepulciano l’ultima lezione dei corsi di 1° e 2° livello per Sommelier della Delegazione Valdichiana. La visita, svoltasi nell’ambito delle attività di coinvolgimento e avvicinamento alla realtà del mondo del vino, ha portato i due gruppi di aspiranti sommelier a ritrovarsi, in periodi diversi, all’interno dell’Azienda di Caterina Dei che ci ha accolto

LA DELEGAZIONE VALDICHIANA IN VISITA ALLA CANTINA “DEI” personalmente e che gestisce le proprietà di famiglia con quell’amore per la terra ed i suoi vigneti, da fare come suo obiettivo principale quello di produrre vini eccellenti ed eleganti che rappresentino il terroir. La visita si è svolta prevalentemente all’interno della cantina che è stata realizzata completamente con il travertino le cui sfumature richiamano i colori dei terreni dai quali provengono le uve.

Dopo la visita ai vari ambienti, che ha costituito il percorso che l’uva compie dai vigneti alla bottiglia nel periodo della vendemmia e dopo…, non sono mancate le degustazioni dei prodotti aziendali: ROSSO DI MONTEPULCIANO 2013 DOC VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG 2011 VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO - Riserva BOSSONA DOCG 2008 SANCTA CATHARINA IGT 2009 Tutti vini che esprimono al meglio le qualità di quel vitigno unico che è il sangiovese che a Montepulciano prende il nome di Prugnolo Gentile, quel vitigno che grazie alla sua poliedricità nell’affinamento ci porta ad avere nei vini degustati dei prodotti di grande finezza e qualità, capaci di rappresentare al meglio il territorio. Il Sommelier n. 1 / 2015

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S E RV I

Z

A

I s.

r. l .

FIS

R

La Fisar servizi srl è nata per volontà del Consiglio Nazionale della Fisar associazione, nell’anno 2005; ha per oggetto l’organizzazione, la realizzazione, la gestione di corsi, seminari e stage di ogni genere e grado sia in Italia che all’estero; la commercializzazione di materiale didattico ed editoriale. E proprio su quest’ultimo stiamo studiando delle strategie innovative di rilancio di tutto il materiale federativo che saremo lieti presentarvi dal prossimo numero.

coinvolgere unicità tastevin posizionamento spilla volantino comunicare matita smoking valori facebook calici foulard visibilità rilanci degustazione depliants cravatt� orologi sommelier shop on line sacchetto valigette termometro

totem

levatappi

innovazione

quaderno degustazione


Gran Ripasso del Sommelier

©

Programma ufficiale per la preparazione all’esame di sommelier F.I.S.A.R. ideato da V. FRABETTI

er li e m m o S i t an ir sp a i gl er p Un valido strumento ; e er en st o s a d i m a es i gl a e n io z nella prepara

i” at en ll a “ i s er en t a i at m lo p i per i Sommelier già d ! o in v l e d o d n o m l e n i at e aggiorn

Gran Ripasso del Sommelier è il programma ufficiale F.I.S.A.R. che aiuta gli aspiranti Sommelier negli esami da sostenere nei tre livelli di studio. Questo programma serve, effettuando i vari test, per apprendere quelle che possono essere le domande d'esame; ripassare le zone di produzione dei vari vini con quiz inerenti le D.O.C.G. e le D.O.C.; gli uvaggi; i tipi di allevamento; le pratiche di cantina; i vini "speciali"; i distillati; gli abbinamenti; la terminologia F.I.S.A.R. ecc. Per i Sommelier già diplomati, serve come ripasso su tutto quello che è il mondo del vino; e tenersi aggiornati sui nuovi disciplinari di produzione (Nuove D.O.C. e D.O.C.G.).

prezzi riservati ai soci FISAR per info segreteria.nazionale@fisar.com


Il CTN Comunica - di Davide Amadei

Fotografie di Davide Amadei e Lucio Chiaranda

Primo Corso per Degustatori Ufficiali Fisar Fortemente voluto da Fisar per qualificare al suo interno alcuni propri sommelier per rispondere alle crescenti richieste che provengono dal mondo dell’enogastronomia.

N

ei giorni 23-25 gennaio

seminario intensivo, con esame

della teoria della tecnica di

2015 si è svolto il primo

finale, sulla degustazione in tutte

degustazione. Vero Maestro è stato

Corso per Degustatori

le sue forme. È stato fortemente

il Prof. Vanino Negro, enologo,

Ufficiali Fisar (chiamato in breve

voluto da Fisar per qualificare al

docente universitario e membro

“DUF”), a Conegliano, nella sede

suo interno alcuni propri sommelier,

del CTN Fisar, che ha condotto

del Centro Interdipartimentale

soprattutto per rispondere alle

per mano gli allievi attraverso

per la Ricerca in Viticoltura ed

crescenti richieste che provengono

colori dei vini, profumi e aromi,

Enologia (C.I.R.V.E.) dell’Università

dal mondo dell’enogastronomia:

difetti e alterazioni, tannini e

di Padova.

membri di commissioni di concorsi

acidità, e quant’altro necessario

Ideato da Claudia Marinelli,

enologici, gruppi d’assaggio

a conoscere i segreti dell’esame

Davide Amadei e Davide Cecio,

per guide, organizzazione e

visivo, olfattivo e gustativo. Sabato

progettato con Silvio Dalla Torre

conduzione di degustazioni,

mattina la dott.ssa Deborah

e Vanino Negro del CTN, e poi

collaborazioni con riviste.

Franceschi, dell’Università

realizzato con il coordinamento di

La prima giornata è stata dedicata

di Padova, ha approfondito il

Giorgio Pennazzato, si tratta di un

al ripasso ed all’approfondimento

tema della analisi sensoriale.

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Il Sommelier n. 1 / 2015


Partendo dall’individuazione del

Nel pomeriggio è stata la volta

scheda a punti dell’Associazione

concetto di qualità, ha descritto le

del giornalista Maurizio Valeriani,

Enologi e la scheda descrittiva

modalità dell’analisi e valutazione

attualmente responsabile per

Fisar; di un vino per ogni batteria

sensoriale del prodotto-vino, con la

la Sardegna della Guida Slow

è stato redatto un breve testo

formazione del panel di assaggio,

Wine e collaboratore di numerose

libero, “letterario”, per presentarne

le caratteristiche del panel-leader,

testate enogastronomiche, che ha

l’assaggio; alla fine della mattinata

l’idoneità dell’ambiente, precisando

offerto un diverso, ed altrettanto

i candidati hanno svolto un test

i comportamenti degli assaggiatori,

fondamentale, punto di vista:

con varie domande sugli argomenti

i condizionamenti e gli errori da

come si organizza e si guida una

approfonditi nei giorni di corso.

evitare. Ha guidato i corsisti nella

degustazione; come si assaggiano

Nel pomeriggio, ciascun allievo

esecuzione dei test su campioni,

vini per una guida o per un articolo

ha sostenuto la breve ma intensa

uno gustativo (sui quattro sapori

giornalistico; cosa sono le verticali,

prova orale: in sei minuti ciascuno

fondamentali) ed uno olfattivo, e

le orizzontali, gli assaggi alla cieca;

ha presentato un vino, scelto tra

poi su un vino, anche mostrando

ha sottolineato l’importanza della

varie bottiglie con etichetta palese,

come si forma un “profilo

responsabilità e della umiltà nella

descrivendolo e degustandolo.

sensoriale”, in particolare mediante

valutazione di un vino, suggerendo

La tre-giorni è stata assistita da

esame delle schede degli

come parlare del vino, del suo

Lucio Chiaranda, con funzione

assaggiatori e calcoli statistici.

territorio, dell’azienda che lo ha

di direttore, ed i vini sono stati

Successivamente, il Dott.

prodotto. Ovviamente, ogni lezione

preparati e serviti dai sommelier

Marzio Pol, enologo e docente

è stata completata dall’assaggio di

della Delegazione di Treviso,

nell’Università di Padova, ha

numerosi vini, per fare esperienza

guidati da Roberto Donadini.

condotto un esame analitico

pratica di quanto esposto in teoria,

Il Corso DUF va a completare

delle schede di degustazione

dalla redazione delle schede a

il quadro dell’offerta didattica e

e di analisi sensoriale, con

punti alla descrizione discorsiva

formativa Fisar e rappresenta

particolare riferimento a quella

e giornalistica. La domenica è

un ulteriore passo in avanti

dell’Associazione Enologi

stata dedicata all’esame finale.

dell’associazione e dei suoi

Enotecnici Italiani (A.E.E.I.) da

L’impegnativa prova scritta è

sommelier verso la qualità

utilizzare nei concorsi enologici,

consistita in due batterie di sei vini

e l’eccellenza nel mondo

per attribuire punteggi.

coperti da valutare compilando la

dell’enogastronomia. Il Sommelier n. 1 / 2015

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®

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI

Stand Istituzionale della FISAR:

Area D Stand D1

Verona 22/25 Marzo Vinitaly 2015

Stand della rivista Il Sommelier:

Area Stampa CS. Erbe Stand 19

Domenica 22 marzo 2015 - ore 13:30 / Stand Istituzionale FISAR - Area D Stand D1 Il saluto del Presidente Nazionale FISAR Giorgio Pennazzato. Presentazione del libro IL VINO È SPIRITOSO con la presenza dell’autrice Dr. essa Alice Lupi. Alice Lupi è sommelier della Delegazione di Roma oltre ad essere giornalista. Il suo libro è stato oggetto della “ menzione speciale 2014 OIV”. Presentazione a cura di Roberto Rabachino - direttore rivista Il Sommelier. Brindisi augurale di buon inizio Vinitaly 2015.

Domenica 22 marzo 2015 - ore 15:00 / Sala C

1° piano Pad.10 / Area CentroServizi “Bra” FISAR IN ROSA - WINE TASTING/ TAVOLA ROTONDA AL FEMMINILE I grandi spumanti italiani metodo classico prodotto da vitigni autoctoni Interverranno: Graziella Cescon - Vicepresidente Nazionale FISAR Luisella Rubin - Referente dell’evento e Coordinatrice Nazionale della FISAR IN ROSA Vinzia Novara di Gaetano - Produttrice Casa Vinicola Firriato – Sicilia con degustazione dello spumante “Gaudensius” Brut Etna Doc 2011 Stephanie Grance - Produttrice Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle - Valle d’Aosta con degustazione dello spumante “Extreme” ex-Brut Vallée d’Aoste Doc 2011 Francesca Oliverio - General Manager DUBL, Feudi di San Gregorio - Campania con degustazione dello spumante “Dubl+” Brut Millesimato 2011 Chiara Soldati - Produttrice Azienda Agricola La Scola - Piemonte con degustazione dello spumante “D’Antan” Brut riserva 2001 Marta Lugano - Produttrice della Bisson Società Agr. di Lugano Marta & C.S.A.A. - Liguria con degustazione dello spumante “Abissi” Portofino Doc 2012 Daniela Sorana - Produttrice Colonnara Soc. Coop. Agricola - Marche con degustazione dello spumante “Ubaldo Rosi” Brut Riserva Verdicchio Doc 2008 I vini saranno raccontati dalla sommelier e FISAR Ambassador Karen Casagrande Antonio Deviitis ha curato la parte organizzativa e logistica. La tavola rotonda sarà moderata dalla giornalista Alice Lupi.

La partecipazione alla tavola rotonda e alla degustazione è gratuita sino ad esaurimento dei posti disponibile. Prenotazione obbligatoria scrivento una email a Luisella RUBIN: luisellarubin@libero.it / Mobile +39 347 8202834

Lunedì 23 marzo 2015 - ore 14:00 / Stand Istituzionale FISAR - Area D Stand D1 Il saluto del Presidente Nazionale FISAR Giorgio Pennazzato. Come raccontare il vino: intervista al Sommelier dell’Anno FISAR 2014 Livio Del Chiaro. Saranno degustati e commentati alcuni vini scelti dalla Guida Slow Wine 2015, guida che vede la collaborazione della FISAR. Presentazione a cura di Roberto Rabachino – direttore rivista Il Sommelier.

Martedì 24 marzo 2014 - ore 14:00 / Stand Istituzionale FISAR - Area D Stand D1 Il saluto del Presidente Nazionale FISAR Giorgio Pennazzato. Il Nuovo Mondo si racconta. Incontro con Dr. Edegar Scortegagna - enologo brasiliano e direttore di concorsi internazionali OIV in Brasile. Saranno degustati tre vini Nuovo Mondo raccontati dal Sommelier dell’Anno 2014 Livio Del Chiaro. Presentazione a cura di Roberto Rabachino - direttore rivista Il Sommelier.


19 Aprile

convocazione assemblea ®

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI

Ore 09:15 Accredito dei partecipanti Ore 10:00 Inizio Assemblea Soci Ore 11:00 Apertura del seggio per la elezione dei componenti del Collegio dei Revisori e del Collegio dei Probiviri per il prossimo triennio 2015-2018 Ore 13:00 Light Lunch (da prenotare alla Segreteria Nazionale) Ore 14:00 Ripresa dei lavoriAiAssembleari Sigg. Soci Lorodei Indirizzi e Riunione Annuale Delegati Ore 17:00 Chiusura dei Seggi Elettorali

Prot. Nr. 90 Asciano, 20 febbraio 2015

Oggetto: Convocazione in Assemblea del 19 aprile 2015 I Signori Soci sono invitati a partecipare alla Assemblea Nazionale ordinaria (elettiva) che avrà luogo alle ore 05:00 del giorno 18 aprile 2015 presso A Point Arezzo Park Hotel - A1 Arezzo exit. Loc. Battifolle 36/T 52100 AREZZO – tel. 0575/96041 ed occorrendo in seconda convocazione alle ore 10.00 del 19 aprile 2015 nel medesimo luogo per discutere e deliberare il seguente: ORDINE DEL GIORNO 1. Saluto e relazione del Presidente Nazionale. 2. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea. 3. Nomina della Commissione Elettorale (Presidente, Segretario e degli Scrutatori) per

4. 5. 6.   7. 8.

l’elezione degli Organi Statutari, relativamente al Collegio dei Revisori e al Collegio dei Probiviri. Presentazione dei Candidati a costituire rispettivamente il Collegio dei Revisori e il Collegio dei Probiviri. Apertura del seggio (dalle ore 11,00 alle ore 17,00) per la elezione dei componenti del Collegio dei Revisori e del Collegio dei Probiviri per il prossimo triennio 2015-2018 Lettura del Bilancio Consuntivo e della relazione al 31 dicembre 2014: Lettura della Relazione del Collegio dei Revisori Approvazione della relazione e del bilancio Consuntivo al 31 dicembre 2014 Varie ed eventuali Conclusione delle operazioni di scrutinio e proclamazione degli eletti al Collegio dei Revisori e al Collegio dei Probiviri

Cordiali saluti

Giorgio Pennazzato Presidente nazionale Fisar


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