il Sommelier Rivista di enologia, gastronomia e turismo
Anno XXXIII - Numero 1 - 2015 - Dir. Resp. Roberto Rabachino - Reg. Trib. Pisa n. 21 del 15.11.1983 - Lg. 47/1948
Vinitaly
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sommario ®
sarinrosa
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Un grande evento che può cambiare l’immagine del nostro Paese Dir. Resp. Roberto Rabachino Lettera del Presidente Nazionale Giorgio Pennazzato
pag. 2 3
Parola all’esperto ®
FEDERAZIONE Vedere® la pianta dalla parte delle radici: perché sono necessari nuovi ITALIANA portinnesti S O M M Eper L I E R la vite - Attilio Scienza ALBERGATORI
R I SUruguay TORATORI Si scrive ma si legge Tannat - Marco Ferrari
Intervista a Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella - Luisella Rubin
Turismo nel Mondo
Hawaii: storia, leggenda di un paradiso - Jimmy Pessina
6 8 12 16
Il piatto
L’uva? Non solo vino! Enza Bettelli - con abbinamento vini a cura di Nicola Masiello
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Facce da Chef
Ristorante Le Giare a Montiano, emozioni in cucina e non solo Alessandra Meldolesi e Lido Vannucchi
Emozioni nel bicchiere
Giovani progetti: Fattoria Kappa tra il mare e Volterra - Davide Amadei MareDiVino: la grande vetrina dei vini della Costa degli Etruschi Davide Amadei
29 32
Il Nebbiolo di Langhe e Roero conquista Volterra - Davide Amadei
36 42
Un territorio, una storia, unVino - Nicola Masiello
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- Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV Signori del Vino, per un servizio pubblico di qualità di Gladys Torres Urday
50 54
Anteprime Toscane 2015 ANTEPRIMA VERNACCIA 2015 San Gimignano DOCG - Nicola Masiello Anteprima Chianti DOCG - Riccardo Margheri Chianti Classico Collection 2015 - Davide Amadei Anteprime di Toscana 2015 - Nicola Masiello
58 62 64 68 72
Un Vinitaly 2015 da incorniciare! - Ufficio Stampa Vinitaly
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Due verticali emozionanti al Corso DUF: il Fiano di Caggiano ed il Terre Brune di Santadi Augusto Gentilli e Davide Amadei
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fis@rnews - Le notizie dalle Delegazioni
86
Il vinO Bianco E I SUOI TERRITORI - Nicola Masiello
Il CTN comunica - Primo Corso per Degustatori Ufficiali Fisar Davide Amadei
100
Programma VINITALY 2015
102
Convocazione Assemblea Soci
103
di Roberto Rabachino (fonte Expo 2015) direttore@ilsommelier.com
Un grande evento che può l’immagine del nostro Paese
cambiare
Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di evento, oltre 130 partecipanti, un sito espositivo sviluppato su una superficie di un milione di metri quadri per ospitare gli oltre 20 milioni di visitatori previsti.
E
xpo Milano 2015 è un’Esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno a un tema decisivo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Un evento unico che incarna un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile, tecnologico e incen2
Il Sommelier n. 1 / 2015
trato sul visitatore. Concentrandosi sull’individuo, che con la sua vita e il suo lavoro contribuisce alla trasformazione dell’ambiente naturale in cui vive, Expo 2015 rappresenta l’energia vitale che il cibo, simbolo di ospitalità, di comunità e di celebrazione della vita, porta con sé. Fin dalla sua prima edizione, tenutasi a Londra nel 1851 e ospitata all’interno del Crystal Palace, l’Esposizione Universale è stata il palcoscenico ideale dei traguardi più ambiziosi raggiunti dall’Uomo e dai popoli nel corso del tempo, l’occasione per condividere innovazione, avanzamenti tecnologici e scoperte di grande ispirazione, progetti architettonici e movimenti artistici, ma anche per creare luoghi e spazi che si sono trasformati in veri e propri simboli della cultura e della storia dell’epoca. Basti pensare alla Torre Eiffel, eretta a Parigi per l’Esposizione del 1889. A differenza dalla altre edizioni, Expo Milano 2015 sarà la prima esposizione mondiale della storia a
essere ricordata non solo per i manufatti realizzati ma soprattutto per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse a livello planetario. Sarà una manifestazione di natura non commerciale, mirata a creare una piattaforma per un dialogo internazionale tra i cittadini, i Paesi e le istituzioni intorno a un tema d’attualità e di interesse universale. I visitatori, coinvolti in prima persona in percorsi tematici e approfondimenti sul complesso mondo dell’alimentazione, hanno l’opportunità di compiere un vero e proprio viaggio intorno al mondo attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della Terra. Indiscutibilmente, al netto di tutte le polemiche e dei vergognosi scandali, Expo rappresenta per il Sistema Italia un’occasione unica per rilanciare non solo economicamente il nostro Paese ma soprattutto, se tutto funzionerà come previsto, a rilanciare la nostra immagine.
di Giorgio Pennazzato presidente.nazionale@fisar.com
Lettera del Presidente Nazionale
Giorgio Pennazzato
Il mio saluto a tutti Voi, Soci, a tutti i livelli, Amici, Simpatizzanti, Collaboratori, Partners, Alleati della FISAR!
Q
uali sentimenti ed emozioni provo nell’intraprendere la carica di Presidente? Quali impegni mi assumo nei Vostri confronti? Quali obiettivi vorrei realizzare nei prossimi mesi? Il primo sentimento che sento vivo in me è l’interpretazione che dò a questa carica: per me non rappresenta l’esercizio di un “potere” fine a se stesso, ma significa piuttosto il mettermi a disposizione dei Soci per realizzare assieme gli obiettivi associativi che desideriamo raggiungere. La mia assunzione di carica è perciò dettata da un grande senso di responsabilità nei Vostri confronti. Ed ho accettato con serenità questo impegno, consapevole di quanto il Consiglio Nazionale ha fatto nei suoi primi 27 mesi, dando appoggio al Presidente Del Debbio per attuare le varie delibere. Prima di muovere dei passi in avanti, mi viene spontaneo quindi dare
un’occhiata indietro, alla strada percorsa. E qui vedo la figura dal mio predecessore, Mario Del Debbio, che ha scelto di lasciare la sua carica. Le sue positive visioni di sviluppo, che meritano il nostro apprezzamento, hanno favorito un nuovo dinamismo associativo, rivolto al conseguimento di traguardi di qualità. Grazie quindi a Mario per il bene che ha fatto per FISAR, supportato dalla fattiva collaborazione di Graziella Cescon, Vicepresidente, dal Segretario Claudia Marinelli, da tutti i componenti il CN e la Segreteria Nazionale. E ora dobbiamo andare avanti, dobbiamo portare la nostra Associazione ad appropriarsi del suo posto al sole. Ci aspetta il prossimo Vinitaly, per poi passare all’Assemblea del soci ad Aprile ed infine il grande impegno di EXPO 2015, per traguardare ad ottobre con il massimo risultato possibile, sia in termini di comunicazione che di immagine, tenendo conto delle Vostre utili indicazioni e proposte, con il fine di condividere e proseguire il cammino che abbiamo iniziato assieme. In definitiva, il mio impegno è perciò proteso verso l’attuazione dei progetti evidenziati nella scorsa gestione, è orientato a far fiorire e maturare tante sementi già sparse, ed ora bisognose di calore, di acqua, di cure. E parlando di fioriture mi viene spontaneo pensare al nostro “fiore all’occhiello”: la FISAR IN ROSA, l’unione delle nostre splendide Sommelier, che tante soddisfazioni
ci hanno dato (e continueranno a darci) grazie allo sprint profuso dal Consigliere Luisella Rubin e dalle sue collaboratrici. Un aspetto fondamentale cui vorrei dedicarmi in special modo, nei prossimi mesi, è un maggior contatto tra gli organi istituzionali e le Delegazioni, che rappresentano “la forza” della FISAR, che ne consentono l’alimento, che ne garantiscono l’afflusso di linfa vitale. Cercherò ogni utile opportunità per trovarmi con i Delegati delle varie parti d’Italia, che, giorno per giorno, sono in “trincea” per portare avanti il buon nome di FISAR, vorrò ascoltare le loro esigenze e proposte. E poi cercherò di cogliere i suggerimenti che mi perverranno dai Coordinatori di area e dai Responsabili di Zona, cinghia di collegamento col CTN, degnamente rappresentato dal prof. Silvio Dalla Torre. Ho la profonda convinzione che FISAR abbia delle notevoli potenzialità di ulteriore sviluppo, grazie al costante e infaticabile contributo dei propri Soci, ai vari livelli, e ai nostri validi Sommelier; FISAR ha davanti a sé tante opportunità che attendono di essere valorizzate per essere colte. Stringiamoci dunque le mani, scambiamoci uno sguardo sorridente di intesa e… avanti assieme!
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il Sommelier
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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Registr. Tribunale di Pisa n° 21 del 15.11.1983 ®
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JDW.it
DOVE ETERNAMENTE FIORISCE LA VITE... Vi aspettiamo al Vinitaly dal 22 al 25 marzo Padiglione 6 - Stand C5
Il Prosecco è da molto tempo coltivato nella fascia collinare della marca trevigiana, e più precisamente sulle colline che si estendono tra Valdobbiadene e Conegliano. La storia di un vino, soprattutto se di origine antica, è intimamente legata non solo alla terra che lo produce, ma anche alle vicende che nel corso del tempo hanno segnato la vita delle generazioni che si sono succedute nel territorio di produzione.
Strada delle Treziese, 1 » 31049 S. Stefano di Valdobbiadene (TV) » ITALY Tel. +39.0423.975291 » Fax +39.0423.975571 » info@colvetoraz.it » www.colvetoraz.it
di Attilio Scienza – Università degli studi di Milano
Vedere la pianta dalla parte delle radici: perché sono necessari nuovi portinnesti per la vite L’approfondimento degli studi di fisiologia e di genomica, relativi al ruolo dell’apparator adficale nella regolazione e nel funzionamento dei processi vegetativi e riproduttivi della chioma, hanno in questi anni aperto delle nuove prospettive nel miglioramento genetico dei portinnesti, considerati non solo per la resistenza alla fillossera o al calcare attivo, ma per le loro capacità di modulare il rapporto interattivo del vitigno con i vari ambienti di coltivazione.
Q
uando nella seconda metà dell’800 l’arrivo della fillossera in Europa impose l’innesto su piede americano i “tradizionalisti” videro la mediazione del portainnesto come una “contaminazione” della purezza della qualità del vino prodotto dalle viti europee. Tale atteggiamento è ormai un ricordo, a tal punto che anche Paesi di recente viticoltura dove la fillossera non è ancora una minaccia, 6
Il Sommelier n. 1 / 2015
preferiscono piantare i nuovi vigneti con barbatelle innestate e stanno sviluppando programmi di miglioramento genetico per la creazione di nuovi portinnesti, per un migliore adattamento della vite alle caratteristiche dei loro suoli. Al miglioramento delle doti di adattamento è inoltre necessario associare al portainnesto anche la capacità di ridurre gli imput energetici quali l’impiego di fertilizzanti utilizzando la grande
variabilità delle diverse specie del genere Vitis nell’assorbimento selettivo di alcuni elementi minerali, sia per ridurre il rischio di carenze che per evitare gli eccessi che potrebbero nel caso dell’azoto, favorire l’insorgenza di malattie crittogamiche, botrite in primis. La viticoltura contemporanea, non solo è stata fortemente delocalizzata in luoghi molto diversi da quelli delle origini, ma anche in altri continenti dalle
condizioni pedo-climatiche difficilmente confrontabili con quelle europee, che hanno quindi bisogno di portinnesti dalle caratteristiche particolare, che non sono presenti nei genotipi oggi moltiplicati. Benché la disponibilità di portinnesti ammessi alla coltivazione, sia molto elevata (circa una quarantina), attualmente la gran parte della viticoltura mondiale ne utilizza non più di 5-6, che sono scelti per le loro doti di rusticità (in gran parte legate alla tolleranza allo stress idrico ed al calcare attivo) e per la facilità di moltiplicazione, aspetto non trascurabile dall’attività vivaistica. Il progetto Ager-Serres è partito da questi presupposti per conseguire due importanti risultati: valutare le prestazioni di quattro nuovi genotipi (serie M) ottenuti alla fine degli anni ’80, soprattutto nei confronti dello stress idrico, relativamente alla risposta adattativa di alcuni vitigni in alcune zone significative italiane ed individuare alcuni marcatori molecolari per la diagnosi precoce (MAS) di nuovi genotipi ottenuti da programmi di breeding sviluppati in questi anni presso il DiSAA dell’Università di Milano ed in via di valutazione fenotipica per la tolleranza alle ridotte disponibilità idriche, ai livelli elevati di cloruri nel suolo ed alla clorosi ferrica. Attualmente in Europa operano quattro gruppi di ricerca nazionali con l’obiettivo di creare nuovi portinnesti (Italia il gruppo di ricerca di Ager-Serres, la Germania con l’Università di Geisenheim e il BAZ Geilweilerhof, la Francia con l’INRA e l’Università di Bordeaux e l’Università di Montpellier, l’Ungheria con l’Università della Pannonia,) e due gruppi nel Nuovo Mondo, rispettivamente al Dipartimento di Viticoltura ed Enologia di Davis, in California ed il CSIRO in Australia. Grazie ad un progetto SERRES
“Selezione di nuovi portainnesti della vite resistenti agli stress abiotici mediante lo sviluppo e la valutazione di marcatori fisiologici e molecolari” il progetto SERRES vede coinvolti più partner. Oltre all’Università degli Studi di Milano (capofila), all’Università degli Studi di Padova, all’Università degli Studi di Torino, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, al Centro CRA-Ricerca per la Viticoltura di Conegliano (TV) e alla Fondazione Eni Enrico Mattei. Il progetto, oltre ad aver valutato in ambienti significativi italiani le prestazioni dei portinnesti della serie M confrontandoli con alcuni portinnesti commerciali, ha preparato il dossier per la richiesta
di iscrizione di questi genotipi al Registro Nazionale delle varietà autorizzate alla coltivazione, ottenendo la pubblicazione in G.U. del Decreto che iscrive i portinnesti della serie M (M 1,M 2,M 3,M 4) il 4 giugno 2014 con il N° 127.I quattro nuovi portinnesti, che sono già a disposizione dei viticoltori, anche per l’iniziativa di un gruppo qualificato di aziende viticole italiane che ha costituito una società, la Winegraft, con lo scopo di valorizzare commercialmente i risultati di questa innovazione genetica e con i proventi della vendita dei diritti di moltiplicazione, contribuire ad un ulteriore sviluppo dei programmi di miglioramento genetico dei portinnesti.
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di Marco Ferrari
Si scrive Uruguay ma si legge Tannat Il Tannat è un vitigno coltivato originalmente in due AOC a ridosso dei Pirenei, versante francese, il Madiran e la piccola Irouleguy.
P
arlare dell’Uruguay significa
originalmente in due AOC a ridosso
agli appassionati di Bacco; in realtà
fare un viaggio in una nazione
dei Pirenei, versante francese, il
sembra che le barbatelle fossero
dalle ricche tradizioni e dalle
Madiran e la piccola Irouleguy; il
arrivate dall’Argentina, che le prime
peculiarità uniche, conoscendo
rosso prodotto in purezza o con
non si adattarono molto bene e fu
meglio questo paese e la sua gente
l’apporto di Cabernet Sauvignon
solo in seguito a non pochi tentativi
non ci si stupisce se il maggior
e, alle volte, Cabernet Franc è
che il Tannat fu adottato come
rappresentante dell’Uruguay nella
generalmente molto tannico e
vitigno principe dell’Uruguay.
comunità internazionale sia una
speziato, necessitando di lunghi
Comunque sia, oggi il Tannat
figura unica come Pepe Mujica, il
mesi di affinamento per poter
occupa più di un terzo degli attuali
presidente – contadino che dona
domare i tannini potenti. Da questa
9.000 ettari di area vitata, oltre agli
la maggior parte del suo stipendio
regione, la cui viticoltura rimonta
onnipresenti internazionali Cabernet
alle comunità di bisognosi del suo
addirittura all’epoca Gallo- Romana,
Sauvignon, Cabernet Franc,
paese.
l’immigrante basco–francese Don
Merlot ed ai vitigni a bacca bianca
Piccola nazione situata tra il 30º ed
Pascual Harriague, portò alcune
Chardonnay, Sauvignon Blanc e
il 35º parallelo Sud, in perfetta linea
barbatelle di Tannat per poterle
Viognier; da ciò possiamo dedurre
con altri eccelsi produttori di vino
piantare nella sua futura dimora,
che, grazie al Tannat, l’Uruguay è in
mondiale, quali la Nuova Zelanda,
l’Uruguay; era la seconda metà del
grado di offrire vini singolari e unici,
per esempio, l’Uruguay è celebre
secolo XIX.
distanziandosi dalle poco originali
per un vitigno dalle origini oscure,
Come sempre quando si parla di
proposte nuovomondiste a base
non aprezzatissimo nella sua terra
vino questa è la versione adattata
di varietali internazionali e/o tagli
d’origine, ignorato o quasi dal
della storia, che mischia verità
bordolesi con barrique francesi e/o
mercato mondiale, il Tannat.
e leggenda per creare il clima di
americane eccetera eccetera.
Il Tannat è un vitigno coltivato
bucolico romanticismo tanto caro
La geografia uruguaiana è più
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Il Sommelier n. 1 / 2015
propizia all’allevamento dei bovini
maturazione e permette di ottenere
dell’Uruguay, copre circa l’80% del
che non alla viticoltura, per lo meno
vini con buoni livelli di acidità, una
territorio, nonchè la prima area a
alla nozione di viticoltura tipicamente
maturazione fenolica soddisfacente
svilupparsi economicamente grazie
nostrana che predilige la collina,
e una non eccessiva maturazione
alla vicinanza con il più importante
l’elevazione e le diversità che tale
alcolica, ed ecco svelata l’equazione
mercato consumatore, Montevideo
topografia offre. Terreno tipicamente
che fa dei Tannat uruguaiani
appunto, dotato di porto per
pianeggiante, a perder di vista,
interessanti vini freschi e gradevoli,
l’export, a testimonianza che il vino,
questa è la geografia che si ripete
dalla gradazione alcolica moderata
oltre ad essere una cultura ed una
in tutte e quattro le zone vinicole
e con uno spiccato accento
passione mondiale dell’umanità,
uruguaiane, la differenza la fa la
gastronomico, prendendo ampie
è anche, o forse soprattutto, ma
vicinanza o meno di bacini idrici di
distanze dalle bombe alla frutta
questo dipende dai punti di vista, un
grandi proporzioni sia per l’Atlantico
tipiche di Argentina e Cile, per
business.
del Sud, con le sue correnti
esempio.
Oltre a Canelones, è degna di nota
gelate che giungono direttamente
Un’altra componente interessante è
la tradizionale regione di Colonia,
dall’Antartide, sia per il Rio de
il suolo, prevalentemente argilloso e
circa 1.100 ettari nel sud-ovest,
La Plata le cui acque divide con
sabbioso, ricco in calcare, cosa rara
situata lungo il Rio de La Plata e
l’Argentina.
in America del Sud, ma abbondante
vicino alla dirimpettaia Buenos Aires,
L’umidità rappresentata dalla
nella zona di Canelones, che ingloba
sull’altra sponda del fiume, che si
vicinanza dei grandi corsi d’acqua
il territorio della capitale Montevideo
può raggiungere agevolmente via
influisce sulle temperature
e si estende per oltre 6.000 ettari
Ferry.
pomeridiane, le quali scendono
di superficie nel sud del paese.
Risalendo il fiume si arriva alla zona
sensibilmente dopo le mattinate
Canelones è la più importante
di Salto e Paysandu, nel caldo
soleggiate e calde, ciò rallenta la
e sviluppata regione vitivinicola
nord-ovest, dove si contano circa
Il Sommelier n. 1 / 2015
9
250 ettari. Salto è una regione di
50 ettari. Le temperature elevate
e soggetta alle fredde brezze
grande importanza storica, fu da
e l’eccellente drenaggio dei terreni
antartiche che ne influenzano
queste parti che, attorno al 1870,
sabbiosi che dominano Rivera,
il clima ed il vino, è la regione
ebbe inizio la saga uruguaiana del
fanno di questa zona l’ideale per
enologicamente più giovane
Tannat per merito del già citato
Tannat più potenti che eleganti,
dell’Uruguay. 250 ettari di vigneti e
Don Pascual Harriague; in questa
ricchi di frutta e tannino che
molti altri di oliveti, arricchiscono una
regione di temperature mediamente
possono eccellere in qualità quando
geografia insolitamente ondulata,
più alte rispetto al sud e di grande
sono sottoposti ad un adeguato
quando comparata alla distese
escursione termica, la vitivinicoltura
invecchiamento.
pianeggianti che caratterizzano il
è rifiorita recentemente, dopo aver
Per finire il nostro viaggio,
panorama, con questo particolare
vissuto decenni di abbandono,
interpretando la geografia in senso
aspetto qualcuno ha ribattezato
sostituita da più redditizi agrumeti.
orario, si arriva a Maldonado, a
Maldonado la “Toscana uruguaiana”.
La zona più a nord è anche la più
ridosso della famosa città balneare
Grazie all’escursione termica e
piccola; Rivera, alla frontiera con il
di Punta del Este. Affacciata
all’abbondante ventilazione, oltre
Brasile, si estende per non più di
direttamente sull’Oceano Atlantico
all’onnipresente Tannat e altri
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Il Sommelier n. 1 / 2015
vitigni rossi che lo accompagnano, in Maldonado si producono alcuni eccellenti Sauvignon Blanc e Viognier. Se possiamo definire il Tannat dell’Uruguay, domandando scusa per la generalizzazione che nel mondo del vino sappiamo bene non essere gradita, possiamo dire che si tratta di un rosso più civilizzato rispetto ai rustici francesi di Madiran o Iroleguy, la frutta si fa più presente, l’eleganza soppianta la forza, anche se il nerbo tannico e la veemente acidità, sapientemente dosata dall’uso indispensabile del legno, non si fano pregare per apparire quando
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devono scortare con gloria il piatto nazionale uruguaiano, la carne assada alla “parrilla”, una griglia tipica che, a differenza della cugina prima argentina, è alimentata a legna, anzichè a carbone. Per terminare vorrei collocare alcuni paletti che danno al vino uruguaiano un’identità che si discosta dallo stereotipo Nuovo Mondo (per quello che ciò possa valere), di vini molto alcolici e carichi di frutta, quando
La prima chiusura al mondo senza impronta di carbonio
non di marmellata e confetture (vedi certi esemplari di Malbec argentini o Syrah cileni, per non parlare di California e Australia), conditi con dosi massicce di legno nuovo e non. Ecco, il vino uruguaiano non è cosí, lo stesso Patricio Tapia, importante critico sud-americano, nella sua guida “Descorchados” (“stappati” in spagnolo), definisce i vini uruguaiani come “...specialmente freschi e generalmente privi delle alte gradazioni alcoliche che presentano i vini in altre regioni dell’America del Sud, oltre a ciò la tannicità trasmessa dal Tannat ne fa dei candidati ideali per un invecchiamento più lungo”, mi trovo totalmente d’accordo con lui quando, nella sua analisi, sceglie di individuare nel clima temperato, a volte piovoso in eccesso ed ai suoli argillosi e sabbiosi con componente calcarea, ciò che fa risaltare la struttura del vino, marcandone l’austerità, piuttosto che il sapore e l’aroma fruttato. Altra grande differenza, sta nell’ambiente uruguaiano della vitivinicoltura, famigliare, manuale ed artigianale, le aziende sono mediamente piccole, in stile europeo, caratteristica che fa del Tannat uruguaiano il vino pensato per la butique, per l’enofilo curioso e per l’appassionato e si discosta dalle preferenze e dalle mode che il gusto standardizzato della grande massa
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di Luisella Rubin, coordinatrice nazionale FISAR in ROSA ®
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Intervista a
Olga Bussinello,
direttore del Consorzio
Tutela Vini Valpolicella Vini Buoni d’Italia, guida edita dal Touring, le ha conferito il premio “DONNE PER LE DONNE”, progetto che vuole valorizzare il ruolo delle donne nel mondo del vino
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Il Sommelier n. 1 / 2015
L
à, dove l’occhio si perde
costruire progetti semplici, mai
infatti, che ogni azienda cerchi di
tra le dolci colline ricoperte
banali ed innovativi. Non c’è noia,
“personalizzare” il vino per lasciarsi
di splendidi vigneti,
c’è molto entusiasmo e molta
distinguere dal consumatore. Si
nell’area racchiusa da tre vallate a
condivisione con lo staff dell’ufficio
tratta comunque di finezze che non
nord ovest di Verona, alle pendici
negli impegni quotidiani e negli
mutano le caratteristiche dei vini
dei monti Lessini, si incontra
obiettivi da raggiungere.
DOP Valpolicella. Il richiamo della tradizione e della territorialità è
la terra di grandi vini rossi: la Valpolicella. Nel cuore del Veneto,
È vero che la Valpolicella
sempre molto forte per i produttori
a due passi dal lago di Garda,
risulta tra le mete più gettonate
della Valpolicella ed è forse
questa terra generosa, coltivata a
dall’enoturista?
proprio questo il suo punto di
vite già in epoca romana, veniva
Si, l’Amarone, ma anche il
forza. Semmai, dovendo trovare un
chiamata Vallis Pollis Cella-
Valpolicella Ripasso, il Superiore
minimo comune denominatore tra
Valpolicella-cioè valli dalle molte
ed il Recioto sono un buon volano
le scelte delle aziende, direi che
cantine, da cui, secondo alcuni
per un territorio che in realtà offre
c’è una spinta generalizzata verso
storici, sembra derivi l’attuale
molto: cultura, arte, natura, cibo,
la qualità della materia prima e
nome, a testimonianza dell’antica
musica. Cinque sensi parimenti
nella gestione della cantina.
tradizione enologica presente sul
coinvolti da percorsi ed itinerari
territorio.
magnifici. Per chi fosse interessato,
L’Amarone incontra il gusto
E di cantine, oggi, se ne contano
suggerisco la nostra applicazione
femminile?
molte. Numerose sono pure le
mobile “Valpolicella Wines”,
Indubbiamente l’Amarone fra i
aziende associate al Consorzio
scaricabile gratuitamente con tutti i
vini rossi premium e a gradazione
di Tutela Vini Valpolicella, il cui
sistemi operativi.
alcolica sostenuta raccoglie
direttore Olga Bussinello, è
Quali elementi qualificano il vino
larghi consensi. Ho trovato
una delle poche donne italiane
della Valpolicella e come spiega
molto interessante il report su
a ricoprire un incarico così
il grande successo riscosso
un questionario commissionato
importante.
dall’Amarone in tutto il mondo?
a Vinarius, l’associazione delle
Cosa significa essere donna
Autoctonia, territorio e microclima,
enoteche italiane, che ha tracciato
e ricoprire una carica così
vale a dire non riproducibilità del
l’identikit delle Amarone-lovers.
prestigiosa nella direzione di un
vino della Valpolicella in nessun’
Si tratta di donne moderne,
Consorzio vinicolo?
altra regione del mondo. Per il
indipendenti e di carattere, tra i 35
Il mondo del vino e tutto quello
consumatore è un calice di un vino
e i 50 anni. Il dato interessante è
che ruota attorno ad esso è
esclusivo che, come dice Fellini,
che in Italia le donne superano gli
affascinante e ricco di stimoli
“È come un bel film: dura un istante
uomini, rappresentando ben il 69%
professionali. Le donne, per
e ti lascia in bocca un sapore di
dei consumatori appassionati di
indole, amano occuparsi di più
gloria”.
Amarone.
e ciò in questo ruolo accade
È vero che il vino in questi anni
Quali sono i mercati che danno
quotidianamente.
è cambiato, rispetto al passato,
più soddisfazione?
perché sono cambiati i gusti dei
Mi piacerebbe dire quello italiano,
Cosa l’affascina di più del suo
consumatori?
anche se in realtà è quello che in
lavoro?
Non voglio fare valutazioni sul
questo momento commercialmente
La dinamicità delle relazioni interne
vino in generale, ma rimanendo in
sta soffrendo di più. Su dieci
ed esterne all’associazione e
Valpolicella bisogna distinguere
bottiglie prodotte, nove vanno
la possibilità, nel dialogo con il
tra tipicità del prodotto e stile
all’estero. Anche qui è bene citare
Consiglio di Amministrazione, di
delle aziende. È innegabile,
i dati del nostro osservatorio.
cose contemporaneamente
Il Sommelier n. 1 / 2015
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Il primo paese in Europa per il
nell’estensione dell’area di
lotta ai parassiti e ai patogeni della
consumo è la Germania, seguita
produzione vini a DOP Valpolicella,
vite a basso impatto ambientale.
da Danimarca, Regno Unito e
che presenta altitudini ed
Se è vero infatti che il Consorzio
Finlandia; mentre, per i paesi extra
esposizioni talmente variegate
ha investito nell’assistenza tecnica
UE, Canada, Stati Uniti, Svizzera,
da non poter mai formulare una
e nella consulenza, i nostri soci
Svezia e Russia.
valutazione assoluta.
hanno messo a disposizione le proprie aziende per un percorso di
Parlando di Amarone,
Il Consorzio si è impegnato negli
crescita del territorio. Quest’anno
considerata l’estate anomala per
ultimi anni ad accrescere l’eco-
circa 2300 ettari su 7500 sono
l’eccessiva piovosità, come si
sostenibilità della produzione
gestiti a lotta integrata e molte
potrà definire l’annata 2014?
vitivinicola del territorio: quali
aziende si stanno dotando di
Sarà un’annata che
sono i risultati raggiunti?
macchinari per la distribuzione
complessivamente sarà
Il primo e più importante risultato
di fitosanitari in linea con le più
penalizzata più dalla quantità
è il coinvolgimento dei nostri
moderne tecniche di contenimento
che dalla qualità. Quest’ultima,
associati in un percorso di
dello spreco e di riduzione
contrariamente alle aspettative,
riqualificazione del vigneto,
nell’utilizzo dei prodotti, da qui il
potrà riservare anche piccole
attraverso scelte virtuose
nome del nostro programma “RRR-
sorprese. La ragione sta
nell’utilizzo di prodotti e sistemi di
Riduci, Risparmia, Rispetta”.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Disponibile su ordinazione anche per formati Magnum, Jeroboam e Salmanazar
Amorim Excellence: perché un grande vino si merita un grande tappo. E viceversa. I tappi Excellence sono in sughero naturale monopezzo, frutto di un’accurata selezione delle migliori plance presenti in natura, individuato direttamente da Amorim nelle sugherete del Portogallo e sottoposto ai più scrupolosi controlli qualità da parte del reparto Ricerca&Sviluppo. La strategia preventiva-curativa con il sistema R.O.S.A. Evolution integrata dall’insostituibile contributo umano garantisce l’assenza totale del TCA da ogni singolo pezzo.
Prima di raggiungere il controllo qualità ogni singolo pezzo segue una scrupolosa selezione manuale, viene pesato, sottoposto ad un processo di timbratura e lubrificazione, recentemente revisionato secondo una tecnologia all’avanguardia, e infine confezionato con un packaging esclusivo e prestigioso finalizzato ad esaltare l’unicità del pezzo.
“Già da diversi anni – spiega Carlos Santos a.d. di Amorim Cork Italia - stiamo lavorando per arrivare a un sistema di gascromatografia individuale, un progetto iniziato con una spin-off dell’Università di Cambridge specializzata proprio in questa tipologia di analisi. La sfida in futuro è quella di industrializzare il processo di analisi arrivando a garantire il 100% di affidabilità per tutti i nostri tappi di alta gamma.”
“Excellence è la nostra linea più esclusiva presente sul mercato – aggiunge Carlos Santos – appositamente pensata per soddisfare le richieste delle cantine più esigenti. Una scelta che abbiamo fatto per aiutare i nostri clienti a proteggere i loro gioielli più preziosi”. Amorim ha deciso di allargare la gamma Excellence anche ai grandi formati come Magnum, Jeroboam o Salmanazar. Per trasformare così una bottiglia speciale in una bottiglia unica.
100% TRATTATO R.O.S.A. EVOLUTION TIMBRATURA A INDUZIONE ELETTRICA AD ALTA PRECISIONE STABILITÀ SENSORIALE SERIE LIMITATA
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PERFORMANCE MECCANICA NEL TEMPO
Amorim Cork Italia ha creato Excellence, una nuova ed esclusiva linea di chiusure prodotta in serie limitata e pensata per valorizzare i grandi vini italiani di lunga maturazione, punte di diamante della produzione nazionale.
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ANALISI CHIMICA TCA IN GASCROMATOGRAFIA NELLE VARIE FASI DEL PROCESSO PRODUTTIVO LUBRIFICAZIONE SPECIFICA PER STOCCAGGIO ORIZZONTALE DI LUNGA DURATA BOLLITURA CONVEX-VCT E VAPORIZZAZIONE RINTRACCIABILITÀ TOTALE ASSICURAZIONE SU OGNI SINGOLO PEZZO
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CI ABBIAMO MESSO IL NASO
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Testo e foto di Jimmy Pessina
Hawaii: storia, leggenda di un paradiso
L’unico Stato degli USA con un vero re dove si può sciare al mattino e fare il bagno al mare il pomeriggio.
P
er molti, l’Arcipelago delle Hawaii viene ricordato per le sue spiagge e la famosa battaglia di Pearl Harbour. Questo Stato ha anche una storia di dinastie reali. Infatti Ë l’unico Stato degli Stati Uniti d’America ad avere avuto dei veri Re, il primo fu Kamehameha I, detto il Grande, la dinastia dei Kamehameha dal 1798 al 1872, si esaurì con Kamehameha V, dopo 77 anni di regno. Nel 1873 inizia una nuova dinastia, quella di Re William Charles Kunaina Lunalilo, chiamato più˘ comunemente “Principe Bill” o il “Re del Popolo”, Mori a solo 39 anni a Waikiki dopo solo due anni di regno. Come era accaduto alla morte di Kamehameha V, il parlamento si riunì ancora una volta per eleggere un nuovo Re. E il 12 febbraio 1874 il parlamento elesse il Re Kalakaua. Regnando con uno stile di ostentazione di ricchezza gli procurarono l’appellativo di “Re Felice delle Hawaii”. Tuttavia, nonostante questi accessi regali, Sua Altezza
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David Kalakaua si distinse anche come un uomo la cui accattivante bonomia si fondeva con una raffinata sensibilità. Il 20 gennaio 1891 l’ultimo Re delle Hawaii si spense in una suite del S. Francisco Palace Hotel in California, dove si era recato per cure. Prima di lasciare le Hawaii, nel novembre de 1890, Re Kalakaua aveva nominato reggente la sua legittima erede, la sorella Principessa Lydia Liliuokalani, che alla morte del fratello divenne la prima regina regnante delle Hawaii e il loro ultimo monarca. Nel novembre del 1897venne eletto a presidente degli Stati Uniti d’America William McKinley e il Congresso, entrambi repubblicani, si trovarono d’accordo sulla questione dell’annessione, e il destino delle Hawaii divenne evidente e il 7 luglio 1898, McKinley firmo un accordo unitario di annessione, che autorizzava gli Stati Uniti ad accettare queste isole. Più˘ tardi l’ex presidente degli Stati Uniti Cleveland così
commenti l’annessione: “Le Hawaii sono nostre. Ma se ripenso al modo in cui inizia questo meschino affare e ai mezzi usati per portare a compimento questo oltraggio, ne provo vergogna”. E nel IV secolo dopo Cristo, dalle vicine isole Marchesi arrivò l’uomo. Genti polinesiane, eredi della diaspora che nella mitica Hawaiki (l’attuale Samoa) portarono un popolo di navigatori e scultori a civilizzare l’intera Polinesia. Non conoscevano la ruota ma percorrevano l’oceano in canoa usando come carta nautica un cielo tempestato di stelle. Erano fermi al Neolitico ma intagliavano nel legno statue di divinità dall’aspetto grottesco in cui incastonavano occhi di madreperla per poi decorarle con fibre di cocco. I caratteri esteticosimbolici delle sculture, insieme alla lingua e al cannibalismo rituale, accumunano gli hawaiani alle diverse popolazioni maori sparse tra Nuova Zelanda, Samoa, Tonga, Cook, Tahiti e Marchesi.
In isole popolate da uccelli non volanti, facilissime prede, questo popolo navigatore si trasformò in cacciatore, provocando le prime alterazioni dell’ambiente. Il moa, fonte di grande quantità di carne, venne inseguito nelle foreste e cacciato fino alla sua estinzione. Dopo il moa scomparvero altre varietà di pennuti non volanti.
Al di là dell’aspetto ambientale, gli hawaiani erano la perfetta immagine del “buon selvaggio felice”. Vivevano nudi in isole in cui i frutti crescevano da soli sulle piante la caccia era faci9le i mari pescosissimi, le malattie infettive sconosciute. Non conoscevano la proprietà‡ privata, la terra era un bene collettivo e ogni isola
era governata da codici dettati da re e sacerdoti. Non sapevano scrivere ma inventarono la musica e ballavano la “hula”, una danza incentrata sul movimento rotatorio del sedere, quella che a noi appare un’arte sensuale, fu inventata a Molokai, l’isola della dea Luna, come un rituale sacro per ingraziarsi le divinità del cielo.
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Poi dal mare arrivarono gli europei. Il primo fu Giovanni Gaetano, un italiano al servizio della Spagna, che raggiunse l’arcipelago nel 1542 alla ricerca di tesori per la Corona. Sul diario di bordo scrisse che le isole erano di nessun interesse perché prive di oro. Il 7 dicembre 1941. Poco prima delle ore 8 del mattino, due ondate di aerei giapponesi, in tutto 360, sbucarono dalla coltre di nubi che copriva il cielo di Hoahu e attaccarono tutte le principali postazioni militari dell’isola. L’attacco a sorpresa dei bombardieri Val (Aichi D3AI Modello II), Kates (Nakajjma B5N2) e Zekes o Zero (l’A6M2 Zerosen della Mitsubishi) distrusse le forze aeree e navali statunitensi nel pacifico e diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale nell’Oceano Pacifico. Una commissione 18
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d’inchiesta militare istituita alla fine della guerra riferì che l’entità delle perdite subite dagli USA a Oahu fu talmente superiore rispetto al nemico che quella battaglia costituì la grande disfatta militare e navale della storia degli Usa. Sempre secondo quel rapporto “le forze statunitensi subirono 3.435 perdite (1.107, solo sulla nave da guerra Arizona), 188 aerei americani furono distrutti contro i 28 giapponesi, 8 navi da guerra, 3 incrociatori, 3 cacciatorpediniere e altre 4 imbarcazioni annientate; il Giappone solo 28 aerei e 5 sommergibili. Quello stesso giorno, a seguito dell’attacco il Presidente Franklin Delano Roosevelt dichiarò guerra al Giappone e alle 11.30. il Generale Walter Short, annuncio agli hawaiani l’entrata in vigore della legge marziale. Circa 68 abitanti di Oahu persero la vita o furono feriti durante l’attacco a
Pearl Harbour e ad altre parti di Honolulu. Nelle sette settimane successive, altre navi furono silurate in acque hawaiane da sottomarini giapponesi. All’1,45 pomeridiane di martedì 14 agosto 1945, le sirene antiaeree, le campane, i clacson, i petardi e le grida dei civili e dei militari festeggiarono la notizia della resa incondizionata del Giappone a seguito del lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Il giorno è passato alla storia come V-J-Day, “Victory over Japan Day” e fu celebrato con parate improvvisate nelle strade di Honolulu. Il 12 marzo 1959, il congresso sottopose al Presidente Dwight Eisenhower, un progetto di legge di trasformazione delle Hawaii nel cinquantesimo stato degli Stati Uniti d’America, in attesa dell’accettazione delle popolazione. La legge approvata
ad ogni vendemmia
ph. Renato Borocci
la natura si fa arte
www.vinieleva.it
dalla camera con 323 voti contro 89 e dal senato 76 contr0 15. La storia moderna di questo arcipelago nel centro dell’Oceano Pacifico, la si deve al Capitano James Cook, il quale a bordo delle navi inglesi Resulution e Discovery, fu il primo occidentale che il 17 gennaio 1779, sbarcò nella Baia di Kealakekua. Il Capitano Cook, morì con un gruppo di 5 marinai nel pomeriggio del 22 febbraio 1779, nei bassi fondali della baia di Kaelakekua. Dopo la morte del Capitano Cook, Kamehameha, 20
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il grande re, riuscì ad unire tutte le isole dell’arcipelago, viene ricordato con una grande festa l’11 giugno ad Honululu; la sua statua dorata di fronte al palazzo di giustizia, viene ornato con un “lei” di oltre dieci metri. Segue uno straordinario corteo lungo Kalakaua Avenue, con carri e cavalieri che indossano i colori e i fiori delle loro isole. Ma basta con la storia. Il vostro aereo della United Airlines si e’ appena fermato all’estremità della Reef Runway (pista della scogliera)
e il pilota non ha ancora diretto a uno dei terminal, che già gli altoparlanti di bordo cominciano a farvi il lavaggio del cervello con una dolce miscela di musica hawaiana. “Ragazza di Honolulu, dove hai preso quegli occhi... Voglio tornare alla mia piccola capanna a Kealakekua... oltre la scogliera”; tutto come previsto, ma malgrado ciò ci vorrà anche una boccata di balsamica aria tropicale e un po’ di profumo inebriante di “plumaria” (frangipane) e “piace” (gelsomino) per addolcire il vostro
scetticismo pre-hawaiano. “Aloha!” dice il cartello bianco, rosso e blu che indirizza verso la dogana: “Welcome to Honolulu, Hawaii, U.S.A.”. Aloha! Anche all’interno del terminal computerizzato e, mentre su scale mobili d’acciaio attraversate da piani di cemento armato e di fluorescente efficienza; poi, tra musica quadrifonica e vividi colori al laser, una ragazza del luogo, una wahine dalla lunga chioma fulva, gli occhi neri e le cosce color cioccolata, spuntando da chissà dove vi si
avvicina, vi cinge il collo con una “lei” di orchidee e con un bacio effettuoso scaccia definitivamente da voi quella freddezza da jetset. Ora andiamo alla scoperta di queste meravigliose isole. Le Isole Hawaiane, situate a circa 4,200 chilometri dagli Stati Uniti, non sono altro che ciò che emerge dall’acqua di una catena di montagne di origine vulcanica, ormai quasi completamente sommersa, che si articola per ben 3.216 km nell’Oceano Pacifico. L’arcipelago comprende oltre
20 fra isole e atolli, tuttavia soltanto 8, Oahu, Hawaii, Kauai, Molokai, Lanai, Kahoolawe e Niihau, compongono lo Stato di Hawaii. Sei di queste isole sono aperte al turismo, mentre Niihau e proprietà privata e Kahoolawe viene utilizzata per scopi militari. Dire Oahu è dire Honolulu, dire Honolulu e dire Waikiki, la spiaggia più leggendaria del mondo, e da qui iniziamo il nostro tour. Un tempo luogo di incontro della nobiltà delle isole, Oahu è il centro più importante del Pacifico. L’isola, che ospita lo State Capitol, è un centro commerciale e registra la più elevata densità di popolazione dell’arcipelago. Honolulu, la città che costituisce la principale via d’accesso a questa regione, si affaccia su una baia, nella parte occidentale di Oahu. Honolulu presenta tutte le caratteristiche di una città moderna, grattacieli rilucenti, grandi “shopping-center”, night-club dalle insegne luminose e ristoranti assai quotati. La città dispone, inoltre, di numerose spiagge alla moda, nella famosa zona di “Waikiki”. Oahu però non finisce a Waikiki. Paesaggi agresti e splendide spiagge isolate possono essere raggiunti in 20/25 minuti. Il giro completo dell’isola di Oahu, con soste presso i luoghi di maggior interesse, può essere effettuato in un solo giorno. per coloro che dispongono di maggior tempo la visita dell’isola può essere suddivisa in più giorni: il primo, dedicato ad Honolulu; il secondo, alla visita di Koko Head, percorrendo (andata e ritorno) la Pali Highway e il terzo, alla parte maggiore dell’Isola. Alcune visite da non perdere: il Bishop Museum, comprende una vasta collezione di oggetti d’arte hawaiana e dell’artigianato del Pacifico. Il Diamond Head, Il Sommelier n. 1 / 2015
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rappresenta l’attrazione naturale più famosa dell’isola, il cratere del vulcano ormai spento domina l’intera spiaggia di Waikiki. Le acque cristalline di Hanauma Bay è una delle baie più pittoresche; formatasi da un cratere, è attualmente una riserva per la tutela di numerose varietà ittiche tropicali caratterizzate da splendidi colori. Iolani Palace, l’unico palazzo reale degli Stati Uniti, fu completato nel 1882 durante il regno di Re KalaKaua. La Kawaiahao Church è ricca di storia delle Hawaii. Consacrata nel 1840, la chiesa, costruita in corallo, viene definita l’Abbazia di Westminster delle Hawaii. Il suggestivo National Memorial Cementery of the pacific, più comunemente noto con il nome di “Punchbowl”. Degni di nota sono anche i murali che riproducono le piante delle battaglie combattute e i nomi dei caduti e dei veterani della seconda Guerra Mondiale, della Guerra di Corea e della Guerra del Vietnam. Paradise Park, offre una panoramica esauriente della flora e degli uccelli tropicali. La tristemente famosa Pearl Harbour, la base navale vasta e imponente che venne ceduta agli Stati Uniti dal re delle Hawaii nel 1887. Battelli da crociera con partenza da Xexalo Basin effettuano giri turistici della baia con visita all’Arizona Memorial. Situato fra le scogliere a picco di Makapuu Point, si trova il Sea Life Park, un vero e proprio paradiso marino. Nell’ampia vasca marina, vivono numerosi squali, murene e oltre 2.000 esemplari di fauna ittica. Durante l’inverno a Waimea Beach, le onde raggiungono un’altezza di 10/12 metri, rendendola così meta ideale dei professionisti del surf. Da molti anni l’International Market Palace, al numero 2330 di Kalalua
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Avenue, è stato ufficiosamente nella “Times Square di Waikiki”, Oltre che numerose trattorie e negozi alla moda, chioschi che vendono di tutto. All’interno si trova il Museo di Elvis Presley. Maui, o Isola della Valle come viene comunemente chiamata, è la seconda isola dell’arcipelago per grandezza. L’isola trae il proprio soprannome dalla valle centrale, che si estende fra due dei principali vulcani, il Puu Kuki ad est e Heleakala ad ovest. A Maui è particolarmente fiorente la coltivazione della canna da zucchero e dell’ananas. La maggior attrazione di Maui e l’Haleakala National Park, oltre ai sentieri predisposti per il trekking, sono le due terrazze panoramiche situate alla sommità del vulcano inattivo Haleakala alto 3.055 metri. Naturalmente non mancano le spiagge. L’Isola di Hawaii possiede due soprannomi che la distinguano dallo Stato di Hawaii. A causa delle sue dimensioni, è anche conosciuta con il nome di “Grande Isola” e talvolta viene chiamata “l’Isola delle Orchidee”, perché’ detiene il primato del numero di esemplari di questo fiore esotico, coltivato e venduto in tutto il mondo. Da vedere l’Hawaii Volcanoes National Park, dove si trovano le due vette più alte dello Stato: il Mauna Kea, 4.246 m. e il Mauna Loa, 4.028 m. e le Akaka Falls, alte 135 m., le maggiori in altezza dell’intero Stato. Interessanti le Black Sand Beaches (Spiagge di Sabbia Nera) di Kalapana e Punaluu. Molokai, l’Isola Accogliente, emana lo “Spirito di Aloha”. Un’isola dove la vita trascorre tranquilla e serena. Anche a Kuanakakai, il principale centro di Molokai, l’atmosfera e
rilassata. Il Molokai Ranch Wildlife Park, una riserva di 342 ettari, che ospita il libertà oltre 100 specie di animali africani in via di estinzione, e bellezze ancora del tutto incontaminate, la rendono meta preferita dagli amanti della vita all’aria aperta. Lanai, assomiglia a un gioiello: lo smeraldo. Il soprannome di Lanai deriva dalle distese geometricamente ordinate, della più grande piantagione di ananas del mondo. La Dole, famosa per l’ananas in scatola è nata in quest’isola nel 1924. Percorrendo una pista lunga quasi 5 chilometri, si arriva alle rovine del villaggio di Kuanolu residenza estiva del Re Kamehameha. Luogo archeologico tra i più interessanti delle Hawaii. Kauai è chiamata “l’Isola Giardino” per la vegetazione lussureggiante che ne ricopre i canyon e le valli. L’isola è inoltre la dimora leggendaria dei “Menehunes”, il popolo dei folletti hawaiani dai poteri magici. Le attrazioni di maggior interesse sono: la Fern Grotto, il cui interno è fittamente rivestito di felci, è considerato uno scenario molto romantico. La Hanalei Valley, situata sulla costa settentrionale dell’isola, offre un’ambiente imponente immerso in una quiete solenne. Il Waimea Canyon, noto come il “Gran Canyon del pacifico”, assomiglia per i colori a quello omonimo situato nell’Arizona. Avvertenze La compagnia aerea americana American Airlines, collega giornalmente Honolulu dall’Italia, con la possibilità di una sosta nell’andata a Los Angeles e al ritorno a San Francisco o viceversa. Il Passaporto deve essere valido
almeno sei mesi dalla scadenza, ricordarsi di pagare all’Ambasciata o Consolato la tassa d’ingresso negli USA. Per la valuta non vi sono problemi, negli USA sono gradite le carte di credito internazionali. Per il clima non vi sono vere e proprie stagioni alle Hawaii, nell’arcipelago la temperatura varia tra i 25 e 33 gradi. Il mare e gli alisei di nordest hanno la funzione di condizionamento naturale. Numerose e convenienti le agenzie che noleggiano auto e moto, ricordarsi la patente internazionale.
può rivolgersi a: American Hawaii Cruises, presso Ala Moana Blvd, peer 8, Honolulu.
Come spostarsi tra le isole In aereo i voli interni sono serviti dalla compagnia Aloha Airlines e dall’Hawaiian Airlines e da diverse piccole compagnie private. Economico e suggestivo e, sicuramente, il mezzo migliore per vedere le isole anche nelle parti inaccessibili è l’elicottero. Le due compagnie principali sono: Papillon Helicopters e Kenai Helicopters. Da poco si può visitare anche Niihau, l’isola proibita, con la Niihau Helipcoters. Via mare si può visitare tutto l’arcipelago in crociera, su navi moderne o velieri d’epoca. Per coloro che desiderano affittare barche con o senza Skippersi
si formano onde giganti, oltre 12 metri d’altezza: entrambi per esperti. Sempre sull’isola di Ohau, i più temerari sfidano le onde di Cliffs, proprio davanti al Diamond Head Park, sul lungomare, c’è sempre una gran folla ad ammirare le evoluzioni dei surfisti. Pubblico numeroso anche per chi cavalca i marosi a Queens, davanti alla celebre spiaggia di Waikiki. La vera star di Oahu, però si chiama Banzai Pipeline, sulla costa nord. Ogni surfista sogna di riuscire ad attraversare incolume le fantastiche onde a tubo che la caratterizzano e che si infrangono vicino alla spiaggia. Per gli sport dell’isola di Kauai, si inizia da Polihale, sulla
Sport acqua Surf e Windsurf, sport hawaiani per eccellenza, vanno praticati qui con consapevolezza e preparazione atletica, a causa delle potenze delle onde e delle correnti. Un numero di telefono l’836.1952, fornisce informazione ai surfisti. I posti migliori sono Kailua Bay, dove ogni anno si svolgono i campionati mondiali, e Kawaiola Beach in questo tratto di oceano
costa ovest una spiaggia di sabbia lunga 15 km che comprende tanti punti da rendere la scelta difficile anche ai più appassionati. Un trittico entusiasmante, non alla portata dei principianti, è costituito da Lunghouse, Centers e Acid Drop, sulla costa sud. Hawaii o Big Island, la più grande isola dell’arcipelago, è quella che offre meno ai surfisti, infatti gli spot sono pochi e difficili da raggiungere. Ricordiamo gli sport di Honolili Beach, Kealoa Beach, Hapuna Beach e Magic Sands Beach.
Golf Campi da golf, se ne trovano su tutte le isole, alcuni in spettacolari zone. Sport neve Da dicembre a maggio, a Big Island, si scia sulle piste più alte del mondo, si può sciare al mattino e tuffarsi in un tonificante bagno nell’Oceano nel pomeriggio. Le piste del Mauna Kea sono sia per principiante che per esperti sciatori. L’attrezzatura si può noleggiare allo Ski Guides Hawaii di Waimea, che propone guide e escursioni di un giorno. L’esperienza è per veri appassionati, il vento soffia forte a 5.000 metri, il sole e otto volte più Il Sommelier n. 1 / 2015
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potente di quello che si prende sulla spiaggia. Inoltre su tutte le isole è possibile fare trekking, tennis, equitazione, pesca d’altura e sub.
Dove mangiare La cucina hawaiana è molto simile a quella polinesiana, con uso abbondante di pesce, maiale, verdura e frutta. Fra i piatti locali: il terriyaki, piatto di carne al ginger (piccantino); il saimin, zuppa a base di spaghetti di riso; l’opakapaka, pesce cotto al vapore; il lomi lomi, pesce crudo marinato; il kalua, maiale al forno; il pu-pu antipasti hawaiani; il lau-lau, stufato di maiale e pesce; lilikoi pie, dolce di pata sfoglia e frutta. Fra i tanti cocktail locali il più
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hawaiano è il mai-tai, a base di frutti tropicali. Una chicca: lo champagne d’ananas. Abbondanti gli influssi americani con uso e abuso di hamburger, hot-dog e fish & chips. In tutto l’arcipelago c’è comunque una vasta gamma di ristoranti per tutti i gusti e per tutte le tasche. L’aperitivo più “in” di Honolulu si beve al Beach Bar del Moana Hotel, il drink più snob al Bagwells Loungue dell’Hyatt Regency. Mentre il bar più noto che offre una varietà eccezionale di cocktail, di birre e di pupus (tipico stuzzichino hawaiani), è il Lewers Loungue dell’Hotel Halekulani. Shopping Oahu, più di ogni altra isola delle Hawaii, è un fantastico contenitore
di razze diverse, e per gli acquisti non c’è che l’imbarazzo della scelta. Attenzione però, esiste un altro tipo d’imbarazzo, quello del denaro: i prezzi, infatti, sono “american style”. L’artigianato locale (dipinti su tela di paesaggi dell’isola: sculture in legno o pietra lavica; ceramiche, vetri e i quilt, le belle trapunte ricamate a mano) hanno costi da “opera d’arte” più che da souvenir. Più abbordabili libri, musicassette con le musiche locali, i parei indossati dagli uomini (lava-lava) e i grembiuli indossati dalle donne (muu-muu) e le aloha shirt, le camice della serie Magnum P.I., con disegni tropicali in technicolor. Belli e abbastanza a buon mercato i gioielli di corallo e di perle coltivate.
Hai mai gustato un vino sostenibile?
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Magis identifica quei vini italiani prodotti seguendo un avanzato protocollo di sostenibilità, tracciando e controllando tutto dal vigneto alla cantina, fino alla certificazione di un ente terzo indipendente. Perché la sostenibilità dev’essere un fatto dimostrabile, e non solo una parola. Per fare un vino sostenibile Magis, ogni produttore può disporre infatti delle migliori conoscenze disponibili, aggiornate anno dopo anno. Magis è agricoltura di precisione, che vuol dire fare solo quello che serve, solo quando e dove serve, con equilibrato e rispettoso “senso della misura”. Così lo faranno anche i figli dei nostri figli.
L’uva? di Enza Bettelli con l’abbinamento dei vini a cura di Nicola Masiello
Non solo vino! Bianchi, rossi o rosati, i dolci acini dell’uva hanno una fantastica versatilità e, oltre a gustarli al naturale, si possono utilizzare indifferentemente per realizzare vini pregiati o per aggiungere freschezza ai piatti di selvaggina, e non solo.
L’
uso di completare un piatto di carne con una spruzzata di vino
è prassi abituale in cucina, poiché selvaggina, manzo e pollame ne trattengono il bouquet aromatico mentre l’alcol evapora per effetto del calore. Utilizzando, invece, gli acini, si aggiunge al piatto la fresca morbidezza della polpa dell’uva e l’insieme prende un caratteristico e accattivante sapore agrodolce che tempera quello deciso di alcune carni, come per esempio quella di cinghiale, ma anche con il coniglio, il pesce e con il fegato di vitello e di anatra. Entrambi gli accostamenti conferiscono eleganza al piatto finito e spesso si utilizzano prima il vino per aromatizzare e poi gli acini per addolcire i toni selvatici della carne. Tuttavia, come si sceglie un vino
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Il Sommelier n. 1 / 2015
non dozzinale per aromatizzare, così bisogna dare la preferenza solo a uva di qualità. Innanzitutto i grappoli debbono essere integri e non troppo fitti, con acini sodi e maturi che si riconoscono dal colore tipico della varietà, ma intenso e omogeneo, senza macchie e muffe. Tra le diverse varietà le preferite sono la bianca Italia, dai chicchi grossi, croccanti e saporiti, la Thompson che è priva di semi mentre i piccoli acini dorati e dolcissimi dell’uva Moscato sono adatti per le ricette più delicate. Per ottenere i risultati migliori l’uva va lavata e asciugata con cura, prima di
staccare gli acini dal grappolo. Quindi, perché non scoppino cuocendo, gli acini vanno privati della pellicina o almeno tagliati a metà, controllando allo stesso tempo che non vi siano semi, che vanno asportati. A questo punto si possono aggiungere direttamente all’intingolo, verso fine cottura perché si insaporiscano senza spappolarsi. Se la ricetta prevede carne bianca o pesce, gli acini, pelati o tagliati a metà, si possono insaporire a parte nel burro e servire come contorno al piatto finito.
VINITALY PAD 4 E2
L’abbinamento di Nicola Masiello, Presidente Emerito FISAR L’uva fresca in cucina è da sempre una consuetudine o meglio dire una pratica stagionale legata al ciclo vegetativo della vite che in un particolare momento porta a maturazione il suo frutto: l’uva. Siamo in autunno, dove la cucina tradizionale comincia a riprendere forma dopo il periodo estivo, un periodo che nella civiltà contadina era fatto di duro lavoro con poco tempo da dedicare alla tavola. In questo contesto, l’uva entra in cucina come complemento del piatto e non come ingrediente principale, quindi va a ricoprire un ruolo di elemento comprimario il cui utilizzo serve per apportare una nota dolce od aromatica del vitigno, in contrapposizione all’ elemento di durezza di un piatto data dalla speziatura o dall’aromaticità. Può servire anche per apportare una nota acida (data soprattutto dai vitigni a bacca rossa) in contrapposizione alla grassezza del piatto. Resta inteso che quale complemento del piatto, l’uva fresca non sopporta lunghe cotture che ne annullerebbe le caratteristiche sopra elencate, conferendo al piatto solo una leggera concentrazione in più. Quindi su preparazioni tradizionali, l ’abbinamento va fatto sul tipo di ingrediente principale che è la carne nelle sue classificazioni, bianca: una suprém di tacchino in salsa di moscato, rossa: controfiletto di vitello di latte ai profumi d’autunno, nera: fagiano ubriaco; al tipo di cottura, breve o lunga; alla componente di grassezza e concentrazione. I vini, parlando di carni, saranno soprattutto rossi sia giovani che invecchiati, di basso grado alcolico i primi o caldi quando si arriva alla cacciagione. Tirando le somme è necessario abbinare
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Il Sommelier n. 1 / 2015
non sull’uva ma sulla base del piatto. Anche la cucina moderna prevede l’uso dell’uva e in questo caso bisogna valutare quanto abbiamo detto prima sull’uva quale complemento di un piatto. Questo tipo di cucina propone cotture innovative quali il sottovuoto, la cottura lenta a bassa temperatura fino alla cucina destrutturata degli ingredienti, tutte pratiche che mettono in evidenza le caratteristiche della carne, del pesce e di tutti gli altri ingredienti con particolare attenzione all’inserimento delle verdure nella ricetta. Queste tecniche di cottura favoriscono soprattutto la salubrità dei piatti che risultano meno grassi e più leggeri. Anche in questo caso, l’abbinamento lo faremo sulla tipologia del piatto (pesce o carne) e ci regoleremo di conseguenza privilegiando sicuramente i vini bianchi freschi e profumati là dove sono presenti pesce e carni bianche, vini rossi giovani e freschi, talvolta leggermente tannici, raramente di grande struttura, con le carni rosse. Parlando di cucina moderna, possiamo inserire anche i vini spumanti o petillan, non molto impegnativi, di basso grado alcolico e buona freschezza, ottenuti con metodo Charmat, dove la componente anidride carbonica gioca il ruolo di protagonista.
Delizioso mosto
Anche il succo dell’uva è un ottimo alleato per valorizzare e arricchire le ricette, soprattutto i dessert. Dopo avere schiacciato e lasciato riposare gli acini di uva per circa 24 ore in un recipiente non metallico, il succo filtrato che se ne ricava è il mosto fresco, una bevanda tonica, energetica e dissetante. Se invece lo si fa
cuocere a fuoco bassissimo per alcune ore, fino a ridurlo a consistenza sciropposa, è perfetto per irrorare i dolci in sostituzione del miele (come per esempio le tipiche carteddate pugliesi). E continuando la cottura finché il mosto diventa molto denso, lo si può versare nelle coppette e lasciare rassodare per ottenere l’antico suc emiliano.
Le Giare di Alessandra Meldolesi - Fotografie di Lido Vannucchi
Ristorante a Montiano,
emozioni in cucina e non solo In posizione panoramica, la terrazza offre un bello scorcio sulla costa, mentre gli ambienti interni di moderna eleganza accolgono un’ottima cucina, tra terra e mare.
A
lla fine delle colline che
scoprire, fra le cui bellezze si
cucine. Rampollo di una famiglia
degradano, la striscia blu
celano materie prime incomparabili
del mestiere (i suoi mandano avanti
del mare: è il paesaggio
e sincere. Il patron Claudio
una trattoria nelle Marche, dove ha
che si profila dietro le vetrate
Amadori vi ha portato anche una
mosso letteralmente i primi passi),
ininterrotte delle Giare, ristorante
cantina originale e un grande,
Gorini si è formato con Paolo
di design del primo entroterra
giovane talento. Quello di Gianluca
Teverini e Paolo Lopriore, di cui è
romagnolo. Una zona tutta da
Gorini, da due anni alla guida delle
stato lungamente secondo.
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Risotto zucca e semi di zucca Ingredienti per 4 persone 240 gr di riso rosa Marchetti 1 zucca 140 gr di semi di zucca 30 cl di olio di semi di zucca 50 gr di mandarino mostardato Amaretto di Saronno q.b. 0,500 cl di vino bianco 40 gr di parmigiani reggiano grattugiato 90 gr di butto acido (ottenuto amalgamando 80 gr di burro con 40 cl di aceto di vino bianco e 40 cl di vino bianco, precedentemente ridotti al peso di 10 gr) 20 gr di burro Sale Preparazione
Centrifugare la zucca molto lentamente in modo da ottenere un composto consistente. Lasciare colare in una stamina. Trasferire la parte solida in un contenitore, la parte liquida in uno spruzzino da olio. Tostare i semi di zucca in forno a 180°C per 30 minuti. Pestare nel mortaio unendo l’olio di semi di zucca. Tritare il mandarino molto finemente e sistemarlo dentro una tasca da pasticceria. In una pentola da risotto tostare il riso molto lentamente con il burro e sfumare con il vino bianco. Portare avanti la cottura con l’acqua bollente e mantecare con burro acido e parmigiano. Lasciare riposare il risotto coperto per due minuti. Su un piatto di portata fondo sistemare un cucchiaio di purea di zucca aromatizzata con l’amaretto e due punte di mostarda di mandarino.
Aggiungere il risotto che dovrà risultare ben all’onda e rifinire il tutto con un cucchiaio di semi di zucca tostati. Ultimare con il succo di zucca vaporizzato.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Il risultato è una cucina
fra cui il premio Chef Emergente
gestisce una cantina che conta
contraddistinta da pulizia
per la Guida Touring Club Italiano
centinaia di etichette, molte di esse
adamantina e inflessibile rigore,
2013 e della guida Identità
rappresentano i territori più vocati
che sa affondare il mestolo a fondo
Golose 2014. Claudio Amadori,
sia italiani sia francesi, un occhio
nella tradizione, fino a enuclearne
patron e sommelier delle Giare,
di riguardo ai piccoli vigneron e
la carica di modernità. Insignita nel
si sa muovere bene fra i tavoli
una passione smisurata per i vini
2014 di numerosi riconoscimenti,
di questo rinomato ristorante,
naturali.
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di Davide Amadei
Giovani progetti: Fattoria Kappa tra il mare e Volterra Spesso i produttori emergenti sanno stupire più dei grandi vini e sono in grado di far scoprire territori non ancora svelati. È sicuramente il caso della Fattoria Kappa a cavallo tra le Province di Livorno e Pisa, che ha presentato il proprio lavoro in una verticale del suo vino Kappa Toscana IgT dal 2007 al 2012.
L’
azienda ha tre soci, due svizzeri, entrambi con il cognome che inizia per
“K” (da cui il nome), ed uno livornese, Andrea Di Maio, enologo consulente di varie aziende in tutta Italia. Il progetto parte nel 2005 con uve acquistate da viticoltori della zona Nord della Provincia di Livorno; successivamente, vengono presi in affitto vari ettari di vigneti, in origine a Rosignano Marittimo, fino ai 14 ha e mezzo di oggi, tra Castellina Marittima e Volterra in Provincia di Pisa.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
La scelta è, appunto, quella
de Marchi a Isole e Olena e poi,
Kappa (il vino migliore) e Lambda
di affittare vigne, strutture,
nella tenuta di Valgiano con
(quello meno strutturato e ricco).
attrezzature, per evitare di fare
Saverio Petrilli, ha compreso che
Oltre a questi due vini, dal 2010
“passi più lunghi della gamba”,
la biodinamica può garantire
l’azienda produce ogni anno un
anche finanziari: la vinificazione è
naturalità e vitalità ai suoli ed alla
Syrah in purezza, da acini piccoli
sempre avvenuta in locali di altre
vite, per uve ricche ma fini, minerali
scelti in vigna, per aver maggiore
aziende, e solo dal 2010 l’azienda
ed eleganti.
concentrazione, evitando pratiche
ha preso, sempre in affitto, una
In punto di densità di impianto,
di cantina “concentranti” (tipo
struttura di vinificazione per suo
la scelta è quella di avere 5.000
il salasso); ne viene una sola
uso esclusivo; sempre nel 2010 ha
o 6.000 piante per ettaro, per
barrique, il vino è messo in bottiglia
acquistato un nastro di cernita per
lavorare con un trattore normale;
con le sue fecce, ed è quasi un
una sempre più accurata selezione
solo in un vigneto particolare
divertimento.
delle uve.
hanno 10.000 piante, ma il costo
La volontà dell’azienda e di Andrea
È interessante notare che le vigne
di gestione è eccessivo, occorre
Di Maio in particolare è quella di
da prendere in locazione non
un trattore ad hoc, scavallante,
produrre un vino di territorio, che
sono scelte sulla base dei vitigni
più suscettibile di rompersi con
“senta” il calore mediterraneo,
che vi sono impiantati, bensì per
difficoltà di reperire i mezzi di
ma che sia comunque sempre
le caratteristiche del suolo e del
ricambio, per cui il “gioco non vale
elegante e fresco.
sottosuolo: la convinzione è quella
la candela”.
Per questo, nel 2007 il vino
della prevalenza del terroir sull’uva,
In cantina, per l’affinamento negli
fu prodotto da un vigneto a
che ne è soltanto uno strumento.
anni 2007 e 2008 venivano usate
Rosignano Marittimo, subito a
Ed allora in vigna si trovano
barriques di rovere francese,
Sud di Livorno, con terreni sciolti,
Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot,
in parte nuove; oggi, dal 2010,
sabbiosi, che davano finezza, ma
Cabernet Franc, Petit Verdot, ma
vengono usati tonneaux da
mancavano potenza e struttura;
anche Rebo, Refosco, Teroldego,
più di 500 litri e cemento. In
così, già nel 2008, fu usato un
piantati sulla base dei gusti anche
particolare, in tonneaux si svolge
vigneto a Collemezzano (Cecina),
originali dei proprietari.
la malolattica, poi il vino resta in
dal suolo ricco di terra rossa con
La conduzione dei vigneti è
legno fino all’agosto successivo
sasso e argilla, a completare
integralmente biodinamica; del
alla vendemmia; quindi si fanno
l’assemblaggio. Ma poi è arrivata
resto, Andrea Di Maio ha imparato
gli assemblaggi in vasche di
l’annata calda 2009, poco adatta
l’amore per la vigna con Paolo
cemento, con la separazione tra
all’argilla, ed allora Fattoria Kappa
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1° Master Management dell’Azienda Vitivinicola
Completando l’offerta formativa nel settore Food & Wine, la Business School del Sole24ORE organizza a Milano il prossimo autunno il 1° Master Management dell’Azienda Vitivinicola, a partire dal 19 ottobre per 12 giornate formative infrasettimanali. L’obiettivo del percorso è formare imprenditori, manager e consulenti del settore vitivinicolo, trasferendo loro competenze specifiche di management per una gestione efficiente dell’attività aziendale, sotto il profilo della previsione e del controllo dei costi, delle strategie di posizionamento e di sviluppo commerciale in Italia e all’estero e dei metodi di distribuzione e logistica specifici delle varie tipologie di business. La docenza è affidata a manager, consulenti e professionisti del settore. Per ulteriori informazioni consultare il sito
www.bs.ilsole24ore.com 33
oppure scrivere a: Il Sommelier n. 2 / 2014 roberta.lazzara@ilsole24ore.com
ha cercato altre vigne, più in alto,
conseguenti alle uve impiegate e,
Regola dell’azienda dei F.lli Nuti.
per maggiori profumi, acidità e
soprattutto, ai vigneti utilizzati. Ma
Introdotta dallo scrivente, la
freschezza, spostandosi verso
è stata anche l’occasione della
l’interno (Castellina Marittima,
conferma delle grandi potenzialità
degustazione è stata fatta presso
Riparbella, Montecatini Val di
(ed attualità!) del territorio
Cecina, Volterra).
dell’entroterra della Costa degli
La “verticale” ha consentito di
Etruschi, con particolare riguardo
ripercorrere la storia e l’evoluzione
alla zona di Castellina Marittima
dell’azienda e del suo progetto,
e Riparbella, così come durante
da Claudio Corrieri, Ristoratore e
con una progressiva precisazione
la manifestazione MareDiVino era
Collaboratore della Guida I Vini
delle scelte aziendali e le diversità
emerso con la verticale del vino La
d’Italia dell’Espresso.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
la Delegazione FISAR di Livorno. È stata guidata, insieme ad Andrea Di Maio, da Riccardo Margheri, della Guida Vini Buoni d’Italia, e
Gli assaggi
Kappa 2007 Prodotto in due diverse versioni (etichetta bianca e grigia), dalla prima vigna presa in affitto dall’azienda a Rosignano Marittimo. Uno ha prevalenza di cabernet sauvignon e si presenta con colore rosso granato, con note calde al naso, ma anche mentolate fresche; in bocca è ancora fresco, ha tannino ben risolto, bell’equilibrio, con finale non lunghissimo ma invitante, buon succo, con ritorni di frutto nero maturo. Pur trattandosi solo della terza annata aziendale, il vino stupisce per vitalità e presenza. L’altro, con prevalenza di syrah, è un po’ stanco, al naso ha cenni di spezie dolci, pepe e note mediterranee, ma anche note evolute e di vegetale cotto; in bocca è un po’ smagrito, il tannino è amaro e nel finale compare calore. Kappa 2008 Alle uve dalle vigne di Rosignano Marittimo si aggiungono quelle di Collemezzano, che ha Cabernet Sauvignon e Syrah, con piccole parti di Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot, Rebo e Teroldego; 1/3 di barriques nuove per l’affinamento. Cenni minerali e balsamici (canfora), frutto nero maturo, non complesso; bella rotondità all’ingresso in bocca, tannino piuttosto fine, poi fresco; finale con note di grafite, senza concessioni all’alcol; struttura e dolcezza, frutto maturo e cenni balsamici per un insieme mediterraneo e godibile. Kappa 2009 Naso fine, frutto nero, note mediterranee fresche, grafite, anche cenni floreali; in bocca ha un’inaspettata agilità e piacevolezza, il tannino è fine; ha minor struttura del 2008, ma è più sfumato ed elegante; c’è calore ma anche sapidità minerale a creare contrasto e bevibilità. Kappa 2010 Si inseriscono uve da vigne più alte, in collina a 350 m., in una zona molto bella, oltre che più fresca e
con sottosuolo marino, verso Volterra; qui, nel 2008 il Cabernet Franc è stato vendemmiato a metà ottobre, mentre le zone più basse a fine settembre avevano già tolto tutto. E si passa all’affinamento in tonneaux, abbandonando le barriques. Impenetrabile alla vista, rosso rubino concentrato; al naso, complesso, ha bel frutto nero maturo, prugna, mora, ma anche ciliegia; balsamico fresco, mentolato e canfora; bocca davvero succosa e di equilibrio, tannino fine e giovane; ha una bella esplosione di frutto, con finale rinfrescante e pulito. Vino equilibrato e fine, succoso e piacevole; per molti il miglior assaggio della serie. Kappa 2011 Annata con estate molto calda, dopo una primavera fresca; ha frutto netto, anche in confettura, e note floreali, canfora; evidente la dolcezza di frutto in bocca, il sorso è un po’ monolitico, mancano complessità e sfumature, il tannino ha sensazioni verdi ma resta comunque di buona grana e la struttura è notevole. Prove 2012 Prove di vendange entière (a grappolo integro, con raspo) sul cabernet franc, per cercare note speziate e freschezza vegetale. Viene da un’annata molto calda, ma tale fin dalla primavera, per cui le viti hanno trovato un loro equilibrio, si sono adattate alle condizioni climatiche estreme, evitandosi così le “cotture” del 2011. Ancora poco espresso al naso, ha comunque un bel frutto nero maturo (non in confettura), note minerali scure, piuttosto fine; nel bicchiere pian piano esce, si apre, si evolve. La bocca è senza cedimenti, ha freschezza sapida e tannino di buona presa sul palato, da levigare, appena amaro nel finale, che è comunque molto lungo; la materia è tanta, ed anche in bocca, ai successivi riassaggi, la complessità aumenta.
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Isolabella della Croce nel terroir unico di Loazzolo
I
solabella della Croce sorge in un anfiteatro naturale tra le colline dell’Alta Langa Astigiana a Loazzolo, paese famoso per l’omonima piccola DOC. Nota per la produzione del Moscato d’Asti e del Loazzolo DOC, la cantina si dedica inoltre alla coltivazione di vigneti siti a Calamandrana da cui ottiene 3 Barbera d’Asti: la “Maria Teresa” affinata Il Sommelier 35 n.Il in acciaio, la
Superiore “Serena” e la Superiore Nizza “Augusta”. Un occhio di riguardo va ai bianchi Sauvignon e Chardonnay che esprimono appieno le peculiarità territoriali derivanti dai vigneti loazzolesi. Infine il
“Bricco del Falco”, 100% Pinot nero vinificato in rosso, vino su cui l’azienda sta investendo negli ultimi anni, completa la carta dei vini. L’azienda offre ai propri visitatori appassionanti wine tours con passeggiate guidate tra boschi e irti vigneti e degustazioni con prodotti tipici, accompagnate da una meravigliosa vista sulla vallata.
BORGO ISOLABELLA s.s.
Regione Caffi, 3 Loc. Saracchi 14051 LOAZZOLO (AT) Tel. 014487166 Sommelier 1 /- 2014 2 2015 n. 2 / 2014 35
www.isolabelladellacroce.it
di Davide Amadei
MareDiVino: la grande vetrina dei vini della Costa degli Etruschi Grande l’afflusso di pubblico. MareDiVino si conferma l’unico evento che raduna tutta la produzione enologica e gastronomica di Livorno e provincia. La prossima edizione sarà il 28-29 novembre 2015.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
L’
importanza che i prodotti
Colline Metallifere, ponendosi
al Porto di Livorno.
della Provincia di Livorno
in continuità geologica con i
È soprattutto la grande
hanno avuto nella
terreni molto minerali dell’Elba,
degustazione al banco a dare
storia recente del vino italiano
con le ondulazioni e le variegate
agli appassionati la possibilità di
è indiscussa: quando, per vari
esposizioni di Suvereto, il versante
assaggiare e conoscere i vini delle
motivi, alla fine degli anni 1960
a Mezzogiorno della zona di
varie zone, con più di 60 aziende,
molte denominazioni erano in
Piombino, le alture di Campiglia
dalle più blasonate alle più piccole,
profonda crisi di immagine e di
Marittima. Le Isole esaltano il
tradizionali o recenti, spaziando
qualità, il Sassicaia, vino da tavola
vitigno Aleatico, soprattutto in
tra bianchi da Vermentino,
della Tenuta San Guido di Bolgheri,
versione passita, con i terreni
rosati, rossi semplici, grandi
fece da traino per il rilancio della
ferrosi ed il sole dell’Elba ed i suoli
rossi da vitigni internazionali,
viticoltura ed enologia di alto
vulcanici dell’Isola di Capraia.
qualche bel Sangiovese, e gli
profilo, e non solo per la Toscana.
Nel Nord della Provincia la doc
intriganti vini dolci da Aleatico.
Sempre di più la Provincia di
Terratico di Bibbona cerca di
I produttori hanno, dal canto
Livorno, comprensiva delle Isole
carpire le influenze mediterranee
loro, l’opportunità di presentare
(Elba e Capraia), ed i territori pisani
della macchia e del mare.
il territorio, il proprio lavoro e i
limitrofi (Riparbella in particolare)
È appunto il mare che unifica
loro prodotti a tanti consumatori,
hanno scoperto le enormi
questi territori, con la sua azione
appassionati, assaggiatori, ma
potenzialità del proprio territorio,
regolatrice del clima, con il sale
anche a molti operatori (ristoratori,
con le sue diversità e peculiarità
e gli altri elementi minerali, con i
enotecari, distributori, agenti),
ma un elemento in comune: il
suoi riflessi di luce, e da cinque
particolarmente presenti in
mare.
anni la Delegazione FISAR di
quest’ultima edizione.
È la Costa degli Etruschi, i quali
Livorno ha creato “MareDiVino”, la
Attorno alla grande degustazione
già avevano intuito le potenzialità
grande vetrina dei vini della Costa
al banco ruotano tante occasioni
della zona per la viticoltura e
degli Etruschi, realizzato con la
di promozione della cultura
producevano vino e olio di qualità,
collaborazione delle istituzioni e di
enogastronomica. In questa
tanto da adorare un apposito dio,
Slow Food Livorno, per radunare
quinta edizione si sono svolte
Fufluns, protettore della bevanda
in un contesto unitario tutte le
due degustazioni guidate: una
frutto dell’uva (il Dioniso dei Greci,
espressioni e valorizzare le diverse
a cura del Gruppo Matura, ed in
Bacco dei Romani).
ricchezze del territorio.
particolare dell’agronomo Stefano
Bolgheri è una sorta di teatro
Alla sua quinta edizione,
Dini e degli enologi Giacomo
naturale dove si incanalano
MareDiVino si è svolto il 29 e 30
Cesari e Valentino Ciarla, con vini
brezze e venti, che mitigano il
novembre 2014 negli ambienti
“con il mare dentro”, da territori
calore estivo sempre elevato e
moderni ed ampi del Terminal
toscani dove un tempo c’era il
diffondono gli influssi marini. La
Crociere e in quelli antichi e
mare e dove in vigna si trovano
Val di Cornia è caratterizzata dal
affascinanti della Fortezza Vecchia,
conchiglie e fossili; l’altra dedicata
fiume Cornia e dalla cornice delle
non a caso direttamente sul mare,
a “La Regola”, vino dell’omonima
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Il Sommelier n. 1 / 2015
azienda dei Fratelli Flavio e Luca Nuti, con assaggio in verticale di dieci annate di un prodotto “faro” dell’area di Riparbella. Ampio spazio è stato dedicato alla gastronomia, con un tripudio di formaggi, salumi, ortaggi, pani, miele, confetture e tanto altro. Di alto livello i cookingshow, con grandi chef a svelare i propri segreti e mostrare le
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Il Sommelier n. 1 / 2015
proprie creazioni. Frequentatissimi i laboratori per bambini, alla scoperta della cucina e del gusto. Nell’ambito di MareDiVino si svolge anche un concorso enologico davvero originale: è “Rosso Buono per Tutti”, che ha alla base l’idea di sottoporre al giudizio non di tecnici, ma di consumatori e appassionati, i vini rossi più “abbordabili”, reperibili nelle enoteche ad un prezzo non superiore ai 18 Euro: il vino di maggior consumo, quello destinato ad accontentare un pubblico ampio, attento ma non specializzato, il vino “base”, o comunque più facilmente acquistabile sul mercato. Hanno partecipato più di cinquanta vini, suddivisi in cinque batterie da dieci e degustati “alla cieca”; ogni avventore che ha assaggiato ha indicato, nell’ambito della propria batteria, tre vini ritenuti più buoni, ed alla fine, mettendo insieme tutte le schede, è risultato vincitore “Il Peccato” Val di Cornia Rosso 2008 di Jacopo Banti, con secondo posto del “Lambda” 2012 della giovane Fattoria Kappa delle Badie a Vada-Campiglia M.ma. È stato grande l’afflusso di pubblico, tra appassionati e operatori: così la manifestazione ha raggiunto il suo scopo,
istituzionale, di promuovere il vino come prodotto e ambasciatore del territorio della Costa degli Etruschi e delle isole livornesi, e MareDiVino si conferma l’unico evento che raduna, nella città capoluogo, tutta la produzione enologica, ma anche gastronomica, della Provincia di Livorno. Arrivederci alla sesta edizione, 28-29 novembre 2015!
TUTELA LA BIODIVERSITà E AIUTA L’EXPORT IN CANADA Magis rappresenta oggi per una crescente community di cantine italiane il simbolo dell’impegno concreto a favore di uno sviluppo sostenibile, per rispondere alle esigenze del presente senza pregiudicare la capacità e le risorse delle future generazioni.
P
er questo motivo l’impegno di tutti gli attori aderenti al protocollo Magis è massimo ed è in continua evoluzione per garantire ai consumatori e ai cittadini un vino buono e sano ed un ambiente migliore. Il protocollo Magis fornisce una vera e propria guida pratica per la gestione sostenibile del vigneto che garantisce il principale patrimonio di ogni viticoltore: il terreno dove sono impiantati i vigneti. Grazie a questo sforzo collettivo, è stata possibile la definizione di un protocollo di sostenibilità che definisce le linee guida indispensabili per poter entrare nel percorso della certificazione di sostenibilità da parte di un ente terzo indipendente. Ma la viticoltura si innova, guarda alle sue origini, e fa tesoro dei progressi raggiunti. Per questa ragione, dopo il traguardo della certificazione dei propri vini sostenibili e in linea con il significato di Magis, “di più, sempre meglio”, le prime aziende aderenti hanno fatto un altro passo del percorso di sostenibilità, rivolto alla tutela della biodiversità. Esistono metodi semplici per verificare autonomamente il livello di biodiversità del proprio vigneto, che è strettamente legato alla sostenibilità, e Magis li mette in pratica. Per la prima volta con Magis il “focus” cade sul Terzo paesaggio della viticoltura, i 60 cm a cavallo del piano di coltivazione dove si osserva la maggior parte della biodiversità in un vigneto, quel luogo dove si compiono i
cicli degli elementi e dove gli organismi terricoli svolgono la loro funzione per mantenere la fertilità del terreno. Quando si parla di vino e sostenibilità, alcuni mercati, più di altri, sono particolarmente attrattivi e ambiti. I mercati regolati dai Monopoli di Stato per la commercializzazione del vino, soprattutto in quei contesti internazionali particolarmente sensibili ai temi ambientali e di sostenibilità, rappresentano un elemento cruciale nelle strategie di esportazione dei produttori del vino. Dopo il recente riconoscimento da parte del SAQ (Société des alcools du Québec), il Monopolio per la commercializzazione del vino nella regione del Québec, Magis riesce a fare di più anche per i produttori interessati all’export in Canada. Quella del Québec è la principale regione canadese importatrice e consumatrice di vino italiano. Le aziende che adottano il protocollo Magis possono dunque ottenere punteggi aggiuntivi nei tenders organizzati dal Monopolio e veder riconosciuti i propri vini sostenibili certificati come “Responsible Choice” a dimostrazione della qualità e sostenibilità del prodotto, aspetto riconosciuto e ricercato dal consumatore canadese. Magis si prende cura dell’ambiente e garantisce bontà e qualità al vino italiano per noi e per i nostri figli. Per maggiori informazioni sul protocollo e su come aderire a Magis, visita la sezione “Contatti” del sito www.magisvino.it.
Magis rientra nelle attività di Food Chain Partnership di Bayer CropScience, azienda capofila del progetto, volte ad affiancare i produttori nell’adozione di un approccio produttivo sostenibile verificato da DNV GL, per poter avere il giusto riconoscimento da parte dei consumatori spesso ignari dell’impegno che sta dietro l’agroalimentare “Made in Italy”. Dal 2009, sotto la guida di Attilio Scienza, Magis ha stimolato e poi accompagnato un pool di aziende pioniere a lavorare insieme per individuare come gestire i vigneti in modo sostenibile. Attraverso una sperimentazione pluriennale, sono state identificate le aree di intervento e le tecniche da seguire per massimizzare il risultato produttivo in termini quali-quantitativi con il miglior rapporto costo/beneficio, razionalizzando il numero di interventi in campo, quindi anche i consumi energetici e impiegando meglio le risorse, senza mai perdere la qualità e l’identità di ogni singolo vino.
Il Nebbiolo di Langhe e Roero conquista Volterra di Davide Amadei
A Volterra la Delegazione FISAR locale, condotta da Flavio Nuti, ha organizzato una serata dedicata al Nebbiolo, il grande vitigno piemontese, con la degustazione di alcune sue declinazioni dei territori di Langhe e Roero. A condurre la serata è arrivato dal Piemonte il Delegato FISAR di Torino.
I
l Delegato di Torino, Roberto
dei grandi Borgogna: non più vini
cugini d’Oltralpe.
Rabachino, è un grande
rossi dolci, con importante residuo
Nel Novecento, il Nebbiolo ha fatto
affabulatore ed ha conquistato
zuccherino, ma prodotti complessi
da apripista per il vino italiano
i presenti con tanti racconti ed
che sappiano leggere e tradurre
nei grandi mercati mondiali,
aneddoti, oltre che dati storici ed
il territorio di provenienza. Così,
soprattutto negli U.S.A.: Giovanni
economici, sulle aziende dei vini
il vino non può che chiamarsi
Gaja, sindaco per molti anni di
in assaggio e più in generale sulla
con il nome del luogo da cui
Barbaresco e padre di Angelo, e
storia del Nebbiolo e sulla gente di
provengono le uve, che nel 1800
Michele Coppo, andavano spesso
Langhe e Roero.
è in particolare il paese di Barolo.
in America per far conoscere e
Ed allora ecco Giulia Colbert,
Di questo vino, la Marchesa dà
vendere il Barolo.
sposa del Marchese Falletti di
alla casa reale Savoia una botte
Oggi il Nebbiolo è il “re” delle uve
Barolo, che nella prima metà
al giorno, esclusi i quaranta giorni
piemontesi, anche se è piantato in
dell’Ottocento si affida all’enologo
di Quaresima, e dunque 325 botti;
minor quantità rispetto a Barbera
francese Oudard ed avvicina il
altrettante ne manda in Francia, a
e Dolcetto, vitigni per i vini della
vino da Nebbiolo all’impostazione
testimoniare lo stretto legame con i
tavola piemontese; di Barolo si
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Il Sommelier n. 1 / 2015
producono circa 11 milioni di
questa terra privilegiata, da poco e
partecipanti.
bottiglie all’anno, di Barbaresco
meritatamente divenuta Patrimonio
La serata è stata accompagnata
4 milioni; di Roero poco meno di
Mondiale dell’Umanità UNESCO
800.000, ma occorre contare i
(Langhe, Roero e Monferrato).
da una sontuosa cena presso il
4 milioni di bottiglie di Nebbiolo
Non è facile, per un innato
d’Alba che si producono per lo più
campanilismo dei Toscani, far
nel medesimo territorio.
apprezzare vini piemontesi da
Con tutto ciò l’oratore ha tramesso
nebbiolo nella terra del sangiovese
l’ambiente, il contesto, la cultura
o dei tagli bordolesi; ma a Volterra
che ruotano attorno al Nebbiolo
la Delegazione FISAR, con Flavio
pappardelle al colombaccio al
del Sud Piemonte, per ritrovare nei
Nuti, grazie al Delegato di Torino
cinghiale in umido, ben abbinati ai
bicchieri i profumi ed il carattere di
c’è riuscita, emozionando i
profumi e ai tannini dei nebbioli.
prestigioso ristorante del Park Hotel Le Fonti di Volterra, luogo della degustazione, con ottimi piatti della tradizione toscana e pisana, dalla zuppa alla trippa, dalle
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
Con la Viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra a conoscere le “Colline della Barbera”
M
entre si stanno confermando in cantina le confortanti previsioni di fine anno sulla qualità “straordinaria nella sua normalità” dei vini nati dalla vendemmia 2014, la Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra sta mettendo a punto i dettagli organizzativi per l’ennesima sfida della sua storia. Quella che la vedrà impegnata nell’insolito e forse sorprendente ruolo di Agenzia di promozione del territorio. Lo stesso che, inserito lo scorso anno nella lista Unesco dei Patrimoni dell’Umanità, vede la Cantina al centro della “core zone” Nizza e la Barbera. Per l’inizio dell’ormai prossima stagione primaverile saranno infatti operativi i programmi di visita delle Colline della Barbera che, partendo dal rinnovato e funzionale Punto
Vendita, accompagnerà gli enoappassionati alla conoscenza diretta dei vigneti in cui nascono gli straordinari prodotti della Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra. CANTINA SOCIALE DI VINCHIO-VAGLIO SERRA E Z.L. SCA Regione San Pancrazio, 1 - 14040 VINCHIO (AT) Tel. 0141 95.09.03 - 95.06.08 - Fax. 0141 95.09.04 43 Il Sommelier Il Sommelier n. 2 1 / 2014 2015 n. 2 / 2014 43 www.vinchio.com - info@vinchio.com
Gli assaggi Gli assaggi Roero Rosso Riserva docg “Sudisfà” 2010 - Angelo Negro Selezione dei migliori Nebbioli dei vigneti aziendali in Roero (Monteu, Santo Stefano e Canale), sulle colline a più di 300 m. di altitudine, con età media delle viti di 35 anni. Naso fine, elegante, ricco di frutti rossi, anche piccoli, ciliegia in confettura delicata, cenni speziati e balsamici freschi; in bocca ha struttura importante, tannini giovani privi di amaro, molto fresco ed equilibrato, soprattutto succoso nel finale, rinfrescante e sapido, con sensazioni anche di fiori rossi; un sorso pieno, elegante, preciso. La famiglia Negro è un vero e proprio punto di riferimento del territorio del Roero, fin dal lontano 1670; oggi ha circa 60 ha di vigneti con uve autoctone piemontesi (Favorita e Arneis a bacca bianca; Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Bonarda, Brachetto a bacca nera) tra la storica Cascina Perdaudin a Monteu Roero, la Cascina San Vittore a Canale, sempre nel cuore del Roero, ed il famoso cru Basarin a Neive per il Barbaresco. Nebbiolo d’Alba doc “San Ponzio” 2009 Poderi Gianni Gagliardo Si rimane nel Roero, sulla collina di San Ponzio nel Comune di Monticello d’Alba. Al naso il vino ha cenni marini interessanti, spezie fini, toni officinali a conferire eleganza; in bocca il tannino è netto, giovane, appena asciugante nel finale, dove emerge un po’ il calore dell’annata non perfettamente contrastato dalla sapidità. Nel bicchiere esce poi il frutto, su note di ciliegia matura, ad arricchire ulteriormente il quadro
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Il Sommelier n. 1 / 2015
olfattivo. Azienda moderna, molto dinamica ed internazionale, da quando Gianni Gagliardo, sposo di Marivanna Colla nel 1973, la conduce con la propria innata capacità imprenditoriale ed il suo amore per le vigne di Langhe e Roero e per il Nebbiolo in particolare. Barbaresco “Palazzina” docg 2009 - Montaribaldi Dal vigneto “Palazzina” nel famoso cru Starderi a Neive, a 240 m. s.l.m.; perfetta esposizione a Sud e terreno con marne grigiobiancastre di origine sedimentaria marine; 4.400 ceppi per ettaro impiantati nel 1985. Inizialmente segnato dal rovere al naso, con spezie dolci e cenni smaltati, via via nel bicchiere si apre, cresce in definizione e finezza, con piccoli frutti rossi maturi, note terrose e medicinali, erbe aromatiche; in bocca il tannino da legno ha da essere digerito e genera lievi sensazioni amare nel finale, ma la struttura sapida è notevole. L’azienda è gestita con entusiasmo dai giovani Luciano e Roberto Taliano, che, pur muniti di rotomaceratori e legni anche piccoli, ricercano prodotti legati alla tradizione langarola. Barolo “460” docg 2007 Cascina Bric Da uve provenienti prevalentemente da vigneti tra i 420 e i 500 m. di altitudine sopra Barolo (Bricco delle Viole, Vergne, Fossati), in zona fresca con escursioni termiche importanti; tant’è che il nome del vino, “460”, deriva proprio dall’altitudine della
Cascina a Vergne, la proprietà più elevata nel Comune, che in epoca napoleonica era un monastero e poi, ai primi del ’00, divenne importante borgo agricolo. Oggi l’azienda è condotta con dinamismo ed attenzione dal giovane viticoltore ed enologo Giancluca Viberti. Il vino ha colore granato tipico, ed all’olfatto, pur non complesso, è classico, territoriale, nebbiolesco, con qualche cenno balsamico e di menta fresca; in bocca il tannino è piuttosto fine, non manca la materia, ma il finale ha il calore dell’annata, anche questa piuttosto calda, e chiude appena asciugante, sia pure con ritorni balsamici e floreali invitanti. Da segnalare l’originalità della bottiglia, fuori regola rispetto alla tradizione ed al disciplinare, non essendo né una “albeisa” né una bordolese come normalmente si usa in Langa. Barolo doc Riserva Speciale 1970 - Pira Secondo “Riserva speciale” è una dizione particolare, non prevista dai disciplinari, per significare che si trattava del vino messo in botte da Secondo Pira che poi, l’anno successivo, sarebbe morto: una sorta di dedica affettuosa della famiglia al viticoltore scomparso, padre di Luigi Pira, attuale produttore di Serralunga d’Alba. Colore granato scarico, piuttosto trasparente, ma vivo; al naso è complesso e si apre sempre di più, con note agrumate (tamarindo), di tabacco dolce, cenni di malto d’orzo; in bocca ha eccezionale finezza, è inaspettatamente
fresco, ha tannino evoluto ma non polveroso; escono sensazioni di camomilla, sottobosco; molto persistente e pulito il finale, con allungo anche minerale e agrumato, invitante. Coup de coeur della serata, da ricordare a lungo: finezza e longevità del nebbiolo, “fedele nei secoli”, come è stato definito nella completa dispensa che ha preparato per la serata. Un’emozione nel bicchiere. Le bottiglie degustate provengono dalla cantina personale del Dottor Giuseppe Santo, socio della Delegazione di Torino. Barolo doc 1968 Marchesi di Barolo Netti cenni ossidativi, ma non è minata la piacevolezza dell’olfatto, con fungo secco e terra; anche in bocca mostra stanchezza, il tannino è un po’ polveroso; la struttura c’è ancora, non manca acidità a sostenere l’assaggio;
vino bevibile, presente, con cenni di terra, sottobosco, malto, è però senz’altro in fase calante. È il vino di un’azienda legata a doppio filo alla storia del Barolo e delle Langhe: nel 1864, alla morte di Giulietta Colbert, la dinastia dei Falletti, marchesi di Barolo, si estinse e per perpetuarne il ricordo e l’attività benefica, fu creata l’Opera Pia Barolo con sede a Torino; poco dopo, il lungimirante e capace Pietro Abbona, produttore di vino insieme ai fratelli Ernesto, Marina e Celesina nelle cantine parterne “Cavalier Felice Abbona e Figli” ai piedi del Castello Falletti in Barolo, acquistò l’Agenzia della Tenuta Opera Pia con le antiche cantine di affinamento dei Marchesi di Barolo; l’azienda, con questo nome, è giunta di padre in figlio fino ai nostri giorni, con immutata passione per la produzione di vini di territorio. Le bottiglie degustate provengono dalla cantina personale del Dottor
Giuseppe Santo, socio della Delegazione di Torino. Barolo Chinato - Terre di Barolo Dolce e fresco, ricco di erbe officinali, con china in giusta evidenza, ha buona struttura e dolcezza misurata per abbinarsi perfettamente al dessert similsacher proposto dalla cucina. Un prodotto tradizionale di Langa, da quanto alla fine dell’Ottocento il farmacista Dott. Giuseppe Cappellano di Serralunga, con il collega Mario Zabaldano di Monforte, aromatizzò con china calissaia ed altre erbe aromatiche il Barolo della sua famiglia, creando un vino particolare, unico al mondo, inimitabile. Terre di Barolo è una grande azienda industriale, con sede sulla via di comunicazione Alba-Barolo a Castiglione Falletto, nota per vini commerciali ma anche per vere e proprie perle enologiche come questo intrigante Barolo Chinato.
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di Nicola Masiello
Un territorio, una storia, un
ino V
Sono queste tre parole le chiavi magiche per aprire una porta su una verticale di un grande vino Italiano quale l’Amarone.
U
n Territorio Quello della Valpolicella, unico per conformazione
orografica, dove i monti Lessini a nord la riparano dalle correnti fredde settentrionali, dove il lago di Garda ad ovest riesce a fare volano termico, mitigando le stagioni attraverso la temperatura e le correnti, che formandosi tra il lago e la Val d’Adige portano ad un clima mediterraneo in una zona collinare con altitudini oltre i 500/600 mt. e dove, oltre alla
origine vulcanica, atta alla
ideologici e di ritirarsi da amici
produzioni di vini ricchi di
che nella Borgogna producevano
mineralità soprattutto bianchi,
vino. Questa non fu una scelta
espressione massima nel vino
occasionale ma venne sfruttata
Soave;
come momento di studio e di
- la zona centrale, basaltica/ marmorea, ricoperta per circa
cui i Bertani erano prima di tutto
40 cm da uno strato di terreno
appassionati. Passarono quattro
di origine marina dovuto al
anni prima del rientro in patria e
sollevamento del territorio e ricco
più precisamente nelle loro tenute
di calcarei-cretosi e scheletro
in Valpolicella, dove, grazie alla
marino: una situazione ottimale
loro passione ed all’apprendimento
per la produzione di vini fini e
delle nuove tecniche di cantina
longevi quali l’Amarone ed il
acquisite, cominciarono un nuovo
Recioto della Valpolicella.
percorso enologico.
vite, l’ulivo riveste una grande importanza.
ricerca nel mondo enologico di
Inizia così a storia dei Bertani nel
Una storia
mondo del vino.
Nella conformazione morfologica del terreno si distinguono tre zone
Quella della Famiglia Bertani,
alla prima annata di Amarone
principali:
originaria della città di Verona che,
prodotto in azienda nel 1958 ed è
- il lago di Garda ad ovest con
a causa di alcuni dissapori con la
da qui che comincia quel grande
terreni morenici adatti alla
politica del tempo, era la metà del
viaggio qualitativo che, sostenuto
produzione di vini di pronta beva,
XIX sec. , decise, per così dire,
da una costante ricerca che si
Bardolino in testa;
di spostarsi dalla città per un po’
tramanda fino ad oggi, porta ad un
di tempo, al fine di evitare scontri
prodotto di qualità frutto di continui
- la zona del Soave ad est di
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Ci sono voluti 100 anni per arrivare
studi e selezioni effettuati sui 200 ettari di vigneti tutti di proprietà.
Un vino L’Amarone, prodotto di eccellenza dell’Enologia Italiana, nato si dice per un errore di cantina, viene anche chiamato nel dialetto locale, vino ”scapà” come dire scappato o sfuggito. Si narra che un cantiniere si fosse dimenticato di una botte
di Recioto, il quale, continuando la fermentazione alcolica con la conseguente trasformazione degli zuccheri in alcol, era diventato amaro e di qui il nome Amarone. Personalmente, e credo di trovare consensi, ringrazio dell’errore, un errore importante che ha segnato la nascita di un grande vino. L’Amarone è il fratello del Recioto, sono entrambi ottenuti con lo stesso procedimento dell’appassimento nei fruttai e con le stesse uve: - Corvina o Corvinone Veronese vitigni ideali per l’appassimento. - Rondinella per la componente aromatica. - Molinara (non più obbligatoria dal 2.000) per la freschezza acida che apporta.
- Altre a vitigni a bacca rossa considerati “complementari” previsti dal disciplinare di produzione. La differenza sta nel fatto che il primo è secco mentre il secondo è dolce. Sono pochi i vini secchi prodotti con la tecnica dell’appassimento, dove le uve vengono raccolte a mano e riposte ad appassire fino ai mesi di Febbraio o Marzo, con il risultato di concentrare una grande
rosso rubino carico e denso. Al naso intenso, complesso, fine, con note di frutta rossa appassita, in prevalenza prugna, accompagnata da frutti rossi piccoli e note leggere, speziate di liquirizia e cioccolato. Al gusto è caldo, robusto, di corpo, fresco vivo, secco, sapido, non molto equilibrato per dominante acidità. Molto giovane.
quantità di zuccheri che poi, attraverso una lunga fermentazione in botte grande, si trasformano in alcol, dandoci un vino di grande strutturaalcolico e longevo.
Stabile con condizioni climatiche buone ed in linea con gli standard del territorio. Settembre piovoso con alternanza pioggia/sole, buona ventilazione e ideale lo sbalzo termico giorno/notte che ha favorito la qualità del frutto , facilitato lo sviluppo delle sostanze olfattive e contribuito ad accentuare la nota tannica. Il vino si presenta di un bel rubino carico e denso e poco trasparente. Al naso intenso, complesso, fine e persistente, si apre con frutta rossa matura, con prevalenza di prugna e ciliegia, sentori eleganti di spezie dolci, cacao, frutta secca. Al gusto è caldo, di corpo, acidità vestita, tannino vellutato, buona sapidità. Stranamente equilibrato rispetto alle aspettative dell’annata,
Note di degustazione Annata 2006 Buona sotto l’aspetto climatico, con un Agosto leggermente piovoso che ha portato ad un buon accrescimento dei grappoli, vendemmia ottimale, senza piogge che ha favorito la salubrità delle uve. Il vino si presenta di un bel colore
Annata 2005
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piacevole la sensazione di freschezza
Annata 2003
Annata 2001
e gioventù legata alla qualità di un
Annata notoriamente secca, con
Andamento stagionale perfetto, estate
vino maturo.
scarse precipitazioni durante il
calda con piovosità nella media.
periodo estivo, temperature molto
Settembre ed Ottobre poca pioggia e
Annata 2004
alte, poca escursione termica con 38°
temperature calde che hanno favorito
Fase vegetativa regolare, buona
di giorno e 30° notte, situazione che
sia la vendemmia che l’appassimento.
produzione di uve sotto l’aspetto
ha portato stress alla vite, con uve
Colore rosso cupo con riflessi granati,
quantitativo, vendemmia asciutta,
cotte e conseguente difficoltà nella
poco scorrevole. Al naso complesso,
con uve sane e mature ottimali per
gestione degli zuccheri nel frutto.
intenso, persistente; grande ricchezza
l’appassimento.
Difficoltà nella fase di appassimento.
di aromi di frutta rossa matura,
Vino di colore rosso rubino con
Colore rosso cupo con riflesso
tendente al cotto, con sottobosco
riflesso violaceo, denso.
violaceo, denso.
in evidenza; buona la speziatura
Al naso intenso, persistente,
Al naso complesso, intenso e
che volge al vegetale con richiamo
complesso, note di frutta rossa
persistente. Grande la forza
alla foglia di thè e frutta secca da
matura di prugna, confettura di
aromatica che richiama ad un ampio
guscio, si percepisce chiaramente
ciliegia e sottobosco; chiude
ventaglio di frutti rossi, confettura
l’evoluzione verso il boisè con note di
l’elegante speziatura dolce con
con ribes nero e mora in evidenza,
balsamico appena accennate.
leggero vegetale secco.
speziatura dolce con note di cacao e
Al gusto molto caldo, rotondo ed
Al gusto è caldo, rotondo, persistente
liquirizia.
equilibrato, sapido con tannini
con leggera dominanza acida legata
Al gusto molto caldo, robusto,
eleganti e ben legati, grande
a tannini puliti, sapido e secco,
equilibrato, sapido, beva asciutta e
persistenza aromatica e pienezza di
sicuramente un vino di grande
fin di bocca molto lungo, buona la
bocca. Un vino che lascia presagire
spessore e longevità.
prospettiva di miglioramento.
ancora piacevoli emozioni.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
UN TERRITORIO FERTILE DI TRADIZIONI E VINI FAMOSI www.enzopancaldi.it - Ph: Carlo Guttadauro, Archivio www.lambrusco.net
le notizie di enogastronomia e turismo
VINO SOSTENIBILE E MERCATI INTERNAZIONALI: MAGIS OTTIENE IL RICONOSCIMENTO DEL MONOPOLIO CANADESE DEL QUÉBEC
L’esportazione verso i più importanti mercati internazionali rappresenta per oltre 80% dei produttori vitivinicoli italiani un’attività di importanza critica. Quando si parla di vino e sostenibilità, alcuni mercati, più di altri, sono particolarmente attrattivi e ambiti. I mercati regolati dai Monopoli di Stato per la commercializzazione del vino, soprattutto in quei contesti internazionali particolarmente sensibili ai temi ambientali e di sostenibilità, rappresentano un elemento cruciale nelle strategie di esportazione dei produttori del vino. Oggi Magis riesce a “fare di più, sempre meglio” anche per quei produttori interessati all’esportazione in Canada nella regione del Québec: il protocollo di sostenibilità Magis è stato infatti inserito all’interno della lista dei programmi internazionali di sostenibilità riconosciuti dal SAQ (www.saq.com) – Société des alcools du Québec – poiché in possesso dei requisiti necessari per garantire al consumatore un vino sostenibile, sano e prodotto rispettando l’ambiente. Magis prevede infatti un piano di controllo e tracciabilità delle attività in campo volto alla razionalizzazione degli interventi fitoiatrici attraverso l’approccio della difesa integrata. Inoltre, il protocollo definisce linee guida per garantire la sicurezza delle persone coinvolte nel processo produttivo vitivinicolo, dei consumatori e, non meno importante, la biodiversità. I vini Magis commercializzati attraverso il monopolio del Québec otterranno dunque l’etichetta di “Responsible Choice” a dimostrazione della qualità e sostenibilità del prodotto, aspetto riconosciuto e ricercato dal consumatore canadese. Il riconoscimento da parte del SAQ permetterà ai produttori di vini sostenibili certificati Magis, interessati all’esportazione nella regione del Québec, di ottenere punteggi aggiuntivi nei Tenders organizzati dal Monopolio, garantendo una maggiore spinta verso l’esportazione. Per info sul protocollo e per aderire a Magis, visitare la sezione “Contatti” del sito www.magisvino.it
IL LAMBRUSCO SPUMEGGIANTE DI CANTINE CECI
La Cantine Ceci di Torrile, in provincia di Parma, negli ultimi anni ha segnato l’evoluzione del Lambrusco, ed è diventata a pieno diritto una delle cantine di riferimento del territorio. Il vino che li ha posti all’attenzione del grande pubblico, fin dagli anni ’90, è il “Terre Verdiane 1813”, un Lambrusco da vitigni Maestri e Marani, dedicato alla musica spumeggiante di Giuseppe Verdi. Sull’onda di quel successo, la creatività della famiglia Ceci si è spinta nella sperimentazione di una macerazione sulle bucce di Lambrusco Maestri per circa una settimana ricavando un vino dal
a cura della redazione di
colore violaceo quasi impenetrabile, ma dagli splendidi profumi di viola e di fragola, lamponi e freschi frutti di bosco, l’Otello NerodiLambrusco 1813. Ed è stato subito un grande successo, celebrato persino dalle più importanti Guide dei Vini, sempre restie a premiare questa tipologia di vino, a torto considerato troppo “facile”. Vendemmiato nei primi giorni di ottobre, presenta un buon residuo zuccherino che mitiga la tannicità e permette abbinamenti ideali con la cucina parmense. La gamma Otello è stata successivamente impreziosita da un Rosé dal colore accattivante e brillante, con una spuma ricca e densa e deliziosi profumi di fragoline di bosco, rose delicate e viole. In bocca è fresco e con una piacevole acidità. L’abbinamento si allarga anche ai piatti di pesce ed ai fritti, ma sorprenderà positivamente con la pizza. Per finire, una piacevole curiosità, il recente omaggio a Papa Francesco di una magnum di Otello NerodiLambrusco a lui dedicata, ricoperta in velluto, ovviamente di colore bianco, e con il nome del Pontefice e i simboli del Vaticano in cristallo Swarowsky giallo. CANTINE CECI S.p.A. - www.lambrusco.it
GERARDO CESARI:
L’ELEGANZA DELLA VALPOLICELLA
L’eleganza nel calice. È questo quanto potrà scoprire il pubblico del prossimo Vinitaly, degustando i vini Gerardo Cesari. Prodotti di straordinaria eleganza che nascono nel cuore della Valpolicella, il cui simbolo è l’Amarone Bosan, un prodotto eccezionale che solo a distanza di anni è pronto a dare il meglio di sé. Lo confermano i recenti successi: il concorso internazionale MUNDUS Vini 2014 ha assegnato all’Amarone Bosan 2006 Riserva il titolo di “Bester Amarone” mentre “The Wine Advocate” Robert Parker, massima autorità nel mondo del vino, lo ha premiato con un giudizio da 95 punti. Un vino, l’Amarone Bosan, che esprime l’impegno della Gerardo Cesari nella valorizzazione del patrimonio vitivinicolo veronese, come dimostra la partecipazione della cantina ad Opera Wine, evento internazionale che si terrà a Verona il 21 marzo 2015. Per il terzo anno consecutivo, infatti, la Gerardo Cesari è stata inserita da Wine Spectator tra le 100 migliori aziende italiane che parteciperanno all’appuntamento veronese e che racconteranno, con i loro vini, una preziosa identità territoriale fatta di storia, cibo, arte e tradizioni. Vinitaly, Pad. 5 - stand F5 GERARDO CESARI S.P.A. - www.cesari-spa.it
le notizie di enogastronomia e turismo
La “Rivoluzione Rosé” del Bardolino Chiaretto
Imperdibile appuntamento per gli appassionati dei grandi rosati italiani, è andata in scena ai primi di marzo a Lazise, sulla sponda veronese del lago di Garda, una doppia, inedita Anteprima in rosa: nello storico salone della Dogana Veneta il Consorzio di tutela del Bardolino ha presentato al pubblico il Chiaretto 2014, figlio di quella “Rivoluzione Rosé” che ha condotto i produttori del classico vino rosato gardesano a scegliere un colore molto più tenue rispetto al passato e una gamma di profumi e di aromi che spaziano dai fiori bianchi, agli agrumi, alle erbe officinali mentre nella vicina sala civica del municipio si è svolta l’Anteprima di un’altra tipica interpretazione in rosa del vino italiano: il Rosato del Salento 2014. Presenti circa ottanta aziende, una settantina per il Bardolino e dodici per il Salento, per un totale di duecento vini. “Per l’edizione 2015 della nostra Anteprima – spiega il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino e del Chiaretto, Franco Cristoforetti – abbiamo avuto il piacere di ospitare i produttori del Salento. Ci accomuna una grande tradizione di vini rosati figli di straordinari vitigni autoctoni e di territori che vedono i vigneti affacciarsi verso splendidi scenari d’acqua, come il mare della Puglia e il nostro lago di Garda. Sia noi sia i colleghi pugliesi – conclude Cristoforetti – abbiamo a cuore la crescita della cultura dei rosati autoctoni italiani e sono certo che questa collaborazione saprà contribuire a costruire un nuovo importante tassello nella scoperta dei grandi vini in rosa della nostra Italia”. Accanto alle due espressioni della grande tradizione del rosato italiano figlio di uve autoctone (la Corvina Veronese per il Chiaretto e il Negroamaro per il Salento), è stata proposta in Anteprima anche l’annata 2014 del Bardolino, il vino rosso delle colline del Garda orientale. CONSORZIO TUTELA VINO BARDOLINO DOC www.ilbardolino.com
GRENACHES DU MONDE: i risultati della 3a edizione!
Si è svolto nel febbraio 2015 a Perpignan, il Concorso Internazionale dei GRENACHES DU MONDE. Manifestazione unica e di portata internazionale, è un confronto planetario che permette di rivelare la ricchezza e la diversità dei vini provenienti da questo vitigno. Aperto a tutti i tipi di vini ad Indicazione Geografica (vini tranquilli, effervescenti, liquorosi, dolci naturali) e colori (bianco, rosato, rosso), elaborati con un minimo di 60% di vitigno Grenache e/o tutti i suoi sinonimi ufficiali: in Italia (ad es.: Cannonau in Sardegna, Tai rosso in Veneto, Gamay perugino in Umbria, Granaccia in Liguria ecc.) secondo il Registro Nazionale delle varietà d’uva pubblicato dal Mipaaf. A questa 3a edizione sono stati ammessi 485 campioni da 221 operatori di 6 paesi (Francia, Spagna,
Italia, Repubblica di Macedonia, Australia e Sudafrica). 64 medaglie sono state attribuite ai Grenaches francesi, 70 alla Spagna e 14 per l’Italia ai Cannonau sardi e a due suoi cugini il cui stretto legame è meno noto ai più: un Tai rosso dei Colli Berici e una medaglia d’oro per un Gamay del Trasimeno. La prossima edizione di GRENACHES DU MONDE avverrà a Campo di Borja (Aragona - Spagna). Il Dott. Renzo Peretto, Delegato dell’Ass. Regionale Agricoltura della Sardegna, ne ha annunciato la candidatura ufficiale quale regione organizzatrice per l’ed. 2017. Durante il Vinitaly si svolgerà, lunedì 23 marzo 2015 alle h. 15.30, la consegna dei premi delle cantine italiane distintesi nell’edizione 2015, con successiva degustazione libera dei vini premiati, presso lo spazio Istituzionale della Reg. Sardegna, al primo piano dello stand regionale, pad. 8. A presenziare, Elisabetta Falchi Assessore all’Agricoltura Regione Sardegna, Fabrice Rieu, Presidente del Conseil Interprofessionnel des Vins du Roussillon e Yves Zier, direttore degli eventi Grenaches du Monde e del Concorso. GRENACHES DU MONDE www.grenachesdumonde.com/it
PRIMA EDIZIONE DI TERROIR MARCHE AD ASCOLI (16-17 MAGGIO)
Incontri, degustazioni guidate e laboratori con grandi esperti del settore per imparare a conoscere le peculiarità delle diverse aree di produzione delle Marche e scoprire un nuovo modo di intendere il vino, che ha portato undici vigneron di Ancona, Ascoli, Macerata e Pesaro a stringere un patto comune nel segno di un’agricoltura “etica e biologica”. Sabato 16 e domenica 17 maggio andrà in scena ad Ascoli la prima edizione di “Terroir Marche – Vini e vignaioli bio in fiera”: per l’intera durata del week-end all’interno del prestigioso Palazzo dei Capitani, nel cuore del centro storico piceno, saranno allestiti banchi d’assaggio con vini e prodotti tipici delle Marche e si svolgeranno degustazioni aperte al pubblico con la possibilità di acquistare le bottiglie preferite. Sul sito www.terroirmarche.com è possibile prenotarsi ai cinque laboratori guidati da grande firme del giornalismo italiano ed europeo che si terranno durante l’evento: “Il Montepulciano racconta le Marche”, “Castelli di Jesi Gran Cru”, “La montagna delle Marche”, “Il lato bianco del Piceno” e un “Fermento Marche, confronto laico su lieviti e terroir”. TERROIR MARCHE - www.terroirmarche.com
a cura della redazione di
le notizie di enogastronomia e turismo
PRESENTATO AL CAFFÈ QUADRI DI VENEZIA L’ULTIMO LIBRO DI PATRICIA GUY “I COLLI EUGANEI” Quello che Patricia Guy, nota woman writer di fama internazionale, ha voluto cogliere con il suo nuovo volume “I Colli Euganei” è il legame storico che queste colline dalla forte vocazione enologica hanno sempre avuto con la Serenissima. Magnifica signora che si specchia su una laguna, chiusa alla sue spalle proprio da questi ormai sopiti vulcani divenuti nei millenni dolci e sinuose colline immerse nel verde ordinato dei vigneti degli oliveti e delle rigogliose macchie boschive che completano la bellezza paesaggistica. In evidenza 11 itinerari sulla Strada del Vino, da percorrere a piedi, in bici o in auto, con i punti di interesse del territorio bene evidenziati e l’utile elenco di tutti i soci della Strada del Vino con foto e descrizione. Insomma un libro che diventa guida ma anche un ricordo prezioso di questi luoghi da cui attingere aneddoti interessanti. Soprattutto per gli ospiti anglofoni, che hanno a disposizione anche il testo in inglese. Utilissima anche l’app (solo in italiano) interamente dedicata alla Strada del Vino, ai suoi itinerari, agli associati e agli eventi. Non ultima, la pubblicazione della mappa topografica dei Colli Euganei per programmare al meglio un viaggio fra gli Euganei e i vini di questo importante angolo enologico d’Italia.
PODERE LA REGOLA, LAVORI IN CORSO E PREMI È iniziata la costruzione della nuova cantina di Podere La Regola, che vedrà la luce a fine 2015 in coincidenza con il termine del percorso di conversione dei terreni al biologico, che saranno certificati già con l’annata 2015. La cantina è il termine di un lungo cammino di crescita dell’azienda di Riparbella (PI), dagli iniziali 2 ettari nel 1990 - anno della nascita - agli attuali 20 ettari, con in programma l’aumento della superficie vitata fino a 25/30 ettari per armonizzare l’investimento e proiettarsi in modo costante anche nel mercato estero. E la crescita riguarda anche i vini. È di quest’anno l’affermazione del rosso La Regola IGT Costa Toscana 2011, da Cabernet Franc più una piccola percentuale di Merlot e Petit Verdot, che consegue la promettente votazione di 17/20 da L’Espresso e 2 Bicchieri rossi, oltre ad essere finalista della Guida dei Vini d’Italia del Gambero Rosso, vi è inoltre da rimarcare la
a cura della redazione di
grande valutazione del Passito Sondrete 2005 “Super Tre Stelle” Veronelli, 2 Bicchieri Gambero Rosso e Gold Medal Merano WineFestival - e la buona affermazione del bianco Steccaia e dei rossi Ligustro e Syrah (15/20). L’Avvocato Flavio Nuti, che con il fratello Luca gestisce l’Azienda Agricola, esprime soddisfazione per “…l’ottima la votazione (16,5/20 su L’Espresso - 2° spumante toscano) ottenuta già al secondo anno di produzione del Vino Spumante Brut annata 2011, ottenuto da uve Chardonnay (10%) e Gros Manseng (90%). Noi siamo l’unica azienda toscana che coltiva e spumantizza questo interessante vitigno francese. Lo Spumante affina 24 mesi sui lieviti e ulteriori 6 mesi in bottiglia, interamente realizzato in azienda con il sistema della doppia fermentazione con stoccaggio sulle “pupitre” secondo il Metodo Classico. Presenta piacevoli note agrumate, buona acidità e una bollicina fine e persistente” PODERE LA REGOLA Soc. Agr. Semplice www.laregola.com
BESPOKE E IL GRUPPO NOËL ASSUMONO IL CONTROLLO DI NOMACORC
Bespoke Capital Partners ha annunciato un investimento in Nomacorc LLC, leader mondiale nella produzione di tappi sintetici per v i n o . Bespoke si è unita al fondatore e presidente di Nomacorc, Marc Noël, per ricapitalizzare l’impresa e rilevare le partecipazioni di Summit Partners, acquisendo così il controllo dell’intera azienda. Noël è attualmente a capo del Gruppo Noël, leader mondiale nella trasformazione di materiali sintetici. L’investimento offre a Nomacorc la base e le risorse con le quali migliorare la propria posizione di leader globale. Verranno così accelerati gli straordinari sforzi di ricerca e sviluppo per i tappi e per le soluzioni per la gestione dell’ossigeno, in modo da favorire la crescita globale e aiutare l’azienda a sfruttare l’enorme opportunità a lungo termine costituita dal consolidamento di alcuni particolari settori appetibili del settore globale del vino. Per questo motivo, Bespoke ha ideato su misura un’attenta strategia di investimento a lungo termine. Marc Noël afferma: “Sono entusiasta della collaborazione con Bespoke e dell’entrata di Nomacorc nella sua prossima fase di crescita. L’esperienza, la solida storia e l’approfondita conoscenza del settore del vino che li caratterizzano supporteranno la crescita delle infrastrutture aziendali e favoriranno l’espansione globale. Il modello Bespoke è molto allettante per gli imprenditori che, come me, sono alla ricerca di un partner attento e di soluzioni fondate su capitali strutturati che permettano di accelerare la creazione del valore e di concentrare gli sforzi sul potenziale a lungo termine dell’impresa”. NOMACORC S.A. - it.nomacorc.com
le notizie di enogastronomia e turismo
LA RINALDI DISTRIBUISCE I VINI DELL’AZIENDA AGRICOLA MORODER
Originari della Val Gardena, i Moroder giunsero nelle Marche nel XVIII secolo, e vi acquistarono l’attuale proprietà. Oggi l’Azienda costituisce una delle eccellenze regionali assolute ed è membro del Comitato Grandi Cru d’Italia. Situata a ridosso del Monte Conero, che ne addolcisce il clima, la tenuta copre 50 ettari, di cui 32 vitati; il Montepulciano rappresenta gran parte della superficie vitata, ma non mancano vitigni rossi internazionali e bianchi aromatici. La cantina settecentesca, sottoposta a un rispettoso restauro, è integrata dalla nuova struttura sotterranea, costruita secondo i canoni più moderni di ecosostenibilità. Questi i vini: ROSSO CONERO D.O.C. - VINO BIOLOGICO. Montepulciano 100%. Affinato 24 mesi in rovere e 6 mesi in bottiglia. All’olfatto tipici sentori di visciola selvatica e di viola. Palato gradevolmente secco, caldo e morbido, equilibrato. CONERO RISERVA D.O.C.G. – VINO BIOLOGICO. Montepulciano 100%. Affinamento più prolungato rispetto al Rosso Conero D.O.C. Ai tipici sentori floreali e fruttati si uniscono note più evolute. Palato ampio, secco, caldo, armoniosamente intenso e persistente. ANKON - MARCHE ROSSO I.G.T. Montepulciano 50%, Merlot 25%, Cabernet Sauvignon 25%. Affinato 36 mesi in barrique, 3 mesi in assemblaggio, 24 mesi in bottiglia. Profumi floreali e di frutti a bacca rossa, con delicati sentori erbacei e, sul finale, di eteri e spezie. Palato sapido, di buon tenore alcolico, morbido e finemente tannico. DORICO - CONERO RISERVA D.O.C.G. Montepulciano 100%. Affinato 30 mesi in barrique, 3 mesi in assemblaggio, 15 mesi in bottiglia. Gradevoli sensazioni di amarena passita, eteri e spezie. Palato elegante, sapido, armoniosamente caldo, dai tannini perfetti F.LLI RINALDI IMPORTATORI S.P.A. - www.rinaldi.biz
ZÝMĒ FESTEGGIA LA NUOVA CANTINA CON UNA STORICA VERTICALE DI HARLEQUIN
Grande verticale di Harlequin, vino simbolo di Celestino Gaspari, per celebrare a fine gennaio il termine dei lavori della nuova cantina della sua Azienda Agricola “Zýmē” - lievito, in greco - a San Floriano, nel cuore della Valpolicella Classica. Sette le annate prodotte, dal 1999 al 2008, solo le più importanti. “Vino simbolo, ma anche una provocazione” – racconta Celestino – “Volevo produrre un vino mai fatto prima. Soprattutto un vino espressione del territorio, con un leggero appassimento naturale, fino a 40 giorni, fermentazione con lievito indigeno a temperature naturali in vasca di cemento e doppio affinamento in barrique nuove (200%) per un totale di 30 mesi”. Un vino, il primo a marchio Zýmē, che è diventato subito un “must”, prodotto con minimo 15 vitigni, 4 bianchi - Chardonnay, Garganega, Sauvignon Blanc, Trebbiano toscano - e 11 rossi - Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Corvina, Corvinone, Croatina, Marzemino,
Merlot, Oseleta, Rondinella, Sangiovese, Syraz, Teroldego - tutti da vigneti Zýmē nella Provincia di Verona. Note di degustazione: emergono sentori di frutti rossi e marmellata, spezie, caffè, cacao, alcuni vini con la dolcezza della carruba, altri con la maggior predominanza di liquirizia, intensamente balsamici e mentolati, con note di muschio e minerali. In bocca sono caldi, vellutati; quelli più datati hanno comunque un’acidità ancora evidente, che garantisce serbevolezza, con tannini eleganti, morbidi e ben distribuiti, quelli più giovani presentano note erbacee e frutti rossi anche freschi, con tannini ancora verdi e astringenti. Spezie, noce moscata, chiodi di garofano, frutta cotta e ciliegie chiudono in un finale lunghissimo e di delicata dolcezza. Tra le sette annate, tutte eccellenti, risaltano straordinarie la 2003 e la 2006. Ma Zýmē non è solo Harlequin: dai 30 ettari controllati, Celestino Gaspari ricava attualmente 80.000 bottiglie con il 90% della produzione esportato fuori Europa. 11 le tipologie prodotte: 3 bianchi, tra i quali l’insolito “From black to white”, prodotto con uve originariamente rosse, ma colte in fase di mutazione genetica naturale, la Rondinella bianca, e 8 rossi; tra questi spicca un autentico fuoriclasse, l’Amarone Classico Riserva “La Mattonara”. AZ. AGR. ZYME DI CELESTINO GASPARI - www.zyme.it
MORMORAIA SAN GIMIGNANO, UNA EMOZIONE DA VIVERE E DA DEGUSTARE
Mormoraia, è una meravigliosa azienda che si estende su 100 ettari complessivi, di cui 40 coltivati a vigneti e 10 a oliveti. È immersa nel cuore della Toscana, sulle Colline del Chianti. Anticamente era un convento, oggi è un agriturismo elegante dove trascorrere una vacanza all’insegna della degustazione di ottimi vini, premiati e recensiti da Wine Spectator, e del relax. Acquistata dalla famiglia Passoni negli anni ’90, produce vini unendo immagine, numeri, qualità. La Vernaccia di San Gimignano è sicuramente la protagonista indiscussa del profilo produttivo di Mormoraia, vinificata in tre versione, (Base, Riserva, Selezione Ostrea). La Vernaccia di San Gimignano Ostrea è di un bel giallo paglierino, con riflessi dorati, rivela un naso con spiccati sentori di vaniglia e note di argilla che ci raccontano la sua territorialità. In bocca è fresco, armonico, equilibrato, di buon corpo, elegante, con una buona acidità, sapidità e persistenza. Recensita da Wine Spectator con 88 punti, segnalata da Bruce Sanderson nella Top Values List. Completano la produzione cinque vini rossi: Syrah, Chianti Colli Senesi DOCG, Neitea Red Super Tuscan, Mytilus (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot). Da non dimenticare la produzione di olio da cultivar Moraiolo, Frantoio, Leccino. MORMORAIA - www.mormoraia.it
a cura della redazione di
di Gladys Torres Urday – fotografie di Lido Vannucchi
Signori del Vino, per un servizio pubblico di qualitĂ
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Da un’idea di Marcello Masi e Rocco Tolfa, direttore e vicedirettore del TG2, è nato un nuovo format tv dedicato al mondo enologico italiano. Un viaggio alla scoperta del meglio dell’Italia del vino.
I
l programma racconta le storie
genesi e la nemesi del programma.
entrambi abbiamo ripercorso in un
di passione, fatica, cultura e
Un’intervista classica “a domanda
lampo la nostra vita professionale.
tradizione custodite dai più
risponde” ai due conduttori,
Arriviamo dalla redazione politica,
Marcello Masi e Rocco Tolfa.
entrambi siamo giornalisti. Il
grandi produttori vinicoli italiani. Storie di uomini e donne che
giornalista per definizione osserva
hanno contribuito alla crescita
Cosa vi ha spinto a pensare ad
e laicamente racconta. Vive la
di questo importante comparto.
una trasmissione dedicata al
notizia con un professionale
Storie di coraggio, di impegno
vino.
distacco. La parola umiltà e
sul territorio, di lavoro in vigna
Siamo due enocuriosi, due
passione poche volte si declina
e in cantina. Ogni settimana su
innamorati del vino in tutte le sue
con la politica. E poi entrambi
Rai2 (il sabato alle ore 23:45 con
declinazioni. Crediamo entrambi
non siamo abituati a ricevere
replica alle ore 8:30) i due cronisti
che il vino, oltre a rappresentare
complimenti per il nostro lavoro. Il
conducono i telespettatori alla
uno dei comparti più importanti
sentire dalla viva voce del grande
scoperta delle meraviglie vinicole e
della nostra economia, sia uno
Carlin i suoi complimenti (e ricordo
paesaggistiche dell’Italia.
dei simboli del modo di vivere, del
che il Presidente Internazionale
nostro modo di pensare. L’Italia
di Slow Food non è mai stato
La prima serie sarà di dieci puntate
è considerata da tutti la culla
troppo tenero sulle trasmissioni
per dieci regioni: Piemonte, Sicilia,
dell’eccellenza. Credo che questo
televisive che trattano argomenti
Emilia Romagna, Friuli Venezia
basti per “giustificare” l’interesse
legati al cibo e il vino…) ci ha
Giulia, Lazio, Toscana, Trentino
nostro in quanto giornalisti e della
profondamenti commossi e ci
Alto Adige, Lombardia, Veneto
RAI quale ente titolare del servizio
ha convinto che la strada da noi
e Abruzzo. Una dopo l’altra
pubblico.
intrapresa è quella giusta.
verranno documentate attraverso
“Il vino italiano ha bisogno di
Girando dieci regioni italiane
uomini, donne e giovani, tra
essere raccontato con passione
avete incontrato uomini e donne,
cantine storiche e territori unici. Il
e umiltà e voi due l’avete fatto in
scoperto luoghi e vissuto
programma vede l’infaticabile
maniera encomiabile!”. Queste
emozioni. Che cosa vi portate
Elena Russo quale coautrice, la
sono le parole pronunciate
dentro dopo questa straordinaria
regia di Luca Nannini e il contributo
da Carlin Petrini, presidente
esperienza.
in video di Marco Simonit e la
internazionale di Slow Food,
Hai detto bene Gladys, abbiamo
collaborazione quali esperti del
alla presentazione del vostro
davvero vissuto un’esperienza
programma di Paolo Lauciani e
programma a Pollenzo. Che
straordinaria. Abbiamo incontrato
del direttore della nostra rivista
effetto vi ha fatto ricevere questo
donne ed uomini che hanno
Roberto Rabachino.
eccezionale endossement da un
lasciato un profondo segno dentro
Abbiamo pensato di far raccontare
indiscutibile guru mondiale?
di noi. Indipendentemente dalla
direttamente ai protagonisti la
Ci siamo guardati increduli e
Regione, dall’importanza del vino
queste regioni vinicole italiane
Il Sommelier n. 1 / 2015
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Il Sommelier n. 1 / 2015
prodotto, dalla grandezza dell’azienda, chi abbiamo incontrato ci ha trasmesso emozioni positive. I produttori di vino italiani sono motivati, determinati, concreti e sognatori insieme, innovatori e difensori delle migliori tradizioni. Credono nel lavoro e nella fatica come unica strada per arrivare al successo. Tutti, e sottolineiamo tutti, hanno a cuore il territorio che li circonda e intervengono non solo per tutelarlo ma, dove è necessario, anche per migliorarlo. Abbiamo incontrato famiglie unite, con valori forti come la solidarietà estesa a tutti i lavoratori. Il nostro viaggio ci ha rassicurato e dato nuove speranza per il futuro del nostro Paese. Il modello del mondo del vino italiano non solo è vincente in termini qualitativi e quantitativi, ma è un modello che andrebbe preso in considerazione da molti altri comparti produttivi. Anzi permettici, alla fine di questo lungo e bellissimo viaggio, di ringraziare tutti i nostri “Signori e Signore del Vino”, forse anche noi grazie a loro siamo diventati giornalisti migliori.
Chiudiamo quest’articolo con la speranza che questo sia solo l’inizio di un percorso che veda la comunicazione legata al vino, e ai personaggi che hanno fatto grande questo prodotto, protagonista del rilancio economico e d’immagine del nostro Paese. Alla RAI quale ente di servizio pubblico chiediamo di continuare e moltiplicare queste straordinarie esperienze (ricordo a tutti che Masi e Tolfa sono due “risorse interne della RAI”…). Lo chiediamo al Ministero dell’Agricoltura che con intelligenza e lungimiranza ha per primo creduto nel progetto “Signori del Vino”. Lo chiediamo perché crediamo fortemente che questi tipi di percorsi siano fondamentali per valorizzare i territori della nostra Italia e per salvaguardare le nostre tradizioni e la nostra cultura.
di Nicola Masiello
ANTEPRIMA
VERNACCIA 2015 San Gimignano DOCG Un’annata, la 2014, molto particolare per il fatto della piovosità e delle stranezze climatiche che hanno portato un po’ dappertutto, problemi legati alla produzione del vino di qualità.
D
overoso fare dei distinguo
perdite in termini quantitativi. È
gusto caldo, fresco di buona
nel senso della tipologia,
venuta fuori un’annata interessante
sapidità. Accattivante la riserva
Bianchi o Rossi, e
sotto l’aspetto di profumi con
2013 dove la scala del colore
dei territori. Da questa analisi,
una buona spalla acida ma un
giallo sale fino al riflesso dorato,
considerando le fasi di lavorazione,
po’ carente nella struttura, ben
grande complessità dei profumi
sia in vigna che in cantina, i vini
compensato dalla mineralità e
che virano verso la banana matura
bianchi hanno meglio sopportato
salinità tipica della Vernaccia ma
e fiore di camomilla, chiude con
l’annata visto che le vendemmie
ancora in divenire. Particolare
un agrumato candito piacevole.
sono anticipate rispetto ai vini
attenzione è stata dedicata da
Di corpo, caldo ed equilibrato
prodotti con uva a bacca rossa.
alcuni produttori nel portare in
esalta la sapidità. Un classico del
Ne deriva che il prodotto è risultato
degustazione vini puliti ed eleganti,
territorio.
generalmente buono e anche di
in alcuni casi già pronti, mentre altri
FORNACELLE: di un giallo
quantità.
hanno proposto vini interessanti
paglierino cristallino e trasparente
Anche San Gimignano ha sfruttato
con buona sapidità e acidità.
al naso è pulito con sentori di
il fattore “vitigno bianco” riuscendo,
frutta matura (banana) e di rosa.
grazie alla sua collocazione
I nostri migliori assaggi:
geografica ed alla sua altitudine
FALCHINI: “Vigna a Solatio”: giallo
mineralità.
a portare a maturazione il vitigno
paglierino con riflessi verdognoli,
PODERI ARCANGELO: Terra
VERNACCIA in buono stato di
luminoso, al naso schietto, intenso,
del Lago 2013: giallo paglierino
salute, senza subire particolari
con richiami di frutta matura. Al
intenso, scorrevole, all’olfatto
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Il Sommelier n. 1 / 2015
fresco vivace, persistente, note di
Distillati Roner: Dalla tavolozza della Natura Capolavori di Gusto
www.roner.com
elegante con richiami floreali dolci
IL COLOMBAIO DI SANTA
e di corpo, già in equilibrio con
e frutta matura a pasta gialla. Di
CHIARA “Campo della Pieve”
piacevole nota sapida.
corpo, caldo ed equilibrato con
2013: giallo paglierino, trasparente,
CESANI: giallo paglierino con
una fresca acidità e una piacevole
intenso, al naso schietto, fine,
sensazione di salinità.
sottile, con richiami al sentore
riflessi verdolini, scorrevole,
TENUTA LA VIGNA: limpido,
di fiori freschi e frutta bianca. In
trasparente giallo paglierino con
bocca è piacevole, equilibrato, con
riflessi verdognoli, profumi di frutta
una dosata mineralità
verde e agrumi; in bocca richiami
LA LASTRA riserva 2013: limpido,
di mineralità, sapido, caldo ed
di un colore giallo paglierino, al
equilibrato.
naso intenso e complesso con
TOLLENA: degustazione dedicata
TENUTA LE CALCINAIE:
floreale di biancospino e frutta
alle riserve 2011 e 2010
luminoso nella sua tonalità di
matura gialla; in bocca presenta
2011: colore giallo dorato, pulito
giallo paglierino, al naso intenso
una buona struttura, caldo ed
e netto, al naso grande intensità e
con note floreali di ginestra e
equilibrato offre una buona
complessità con la frutta che volge
frutta gialla non matura. Piacevole
persistenza.
al giallo maturo e candito molto
acidità in bocca con note minerali
CASE ALLE VACCHE: giallo
fine, al gusto è caldo e rotondo con
che insieme ad una sensazione
paglierino verdognolo, scorrevole,
salina conferisce persistenza ed
al naso intenso e persistente
la spalla acida, persistente e lungo
eleganza.
con note di frutta a pasta bianca
TORRE PRIMA: cristallino,
acidula, di corpo e caldo ha una
trasparente, intenso al naso, quasi
piacevole sapidità e persistenza
setoso nei suoi richiami di odori
gustativa.
floreali e frutta matura bianca.
TERRUZZI&PUTHOT: giallo
Buona struttura in bocca con una
paglierino con riflesso verdognolo,
vegetali fresche di cedrino e lievito.
fresca vivacità ed una sapidità
al naso complesso con fiori
Al gusto è caldo, robusto con un
che conferiscono una piacevole
bianchi e fruttato bianco, leggere
senso di grassezza ed avvolgenza,
sensazione.
note minerali, al gusto è caldo
equilibrato e minerale.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
limpido, al naso sentori di frutto agrumato e leggero vegetale fresco, piacevole il floreale bianco, al gusto, caldo, equilibrato, fresco vivo, buona persistenza e sapidità.
nella note saline. 2010: il giallo volge al dorato carico, limpido e poco denso, le note floreali volgono alla ginestra e la frutta verso quella secca, note
a cura della redazione di
FOLLADOR
lancia la nuova linea
‘Ca’ dei Noni’
Una gamma di vini di alta qualità Follador rinnova la propria presenza a Vinitaly che continua ad essere una delle vetrine più rappresentative del settore e lo fa con una grande novità di produzione presentata in esclusiva.
‘F
iere di spessore come questa – commenta Cristina Follador, responsabile marketing per l’azienda di famiglia – ci permettono di condividere col resto del mondo la nostra storia legata al nome di nostro padre Gianfranco Follador, uno dei pionieri del Prosecco in Valdobbiadene, tra i primi nell’area D.O.C.G. ad orientarsi verso la spumantizzazione secondo il Metodo Charmat. Oltre a questo siamo lieti di cogliere questa occasione per presentare la nuova linea vini ‘Ca’ dei Noni’. Follador è ormai un nome consolidato nella produzione di vini spumanti Prosecco ed in particolare del Superiore D.O.C.G.: consapevoli di questo si è voluto studiare una linea dalla precisa identità in grado di distinguersi fin da subito da quella sobria ed austera di Follador grazie a un’immagine completamente diversa, vivace, fresca, contemporanea. Un packaging accattivante pensato sia per consumatori adulti sia per giovanissimi amanti del buon vino. Partendo da questa idea è nata la
SIAMO PRESENTI AL VINITALY PAD. 5 STAND B2
linea Ca’ dei Noni, una gamma di vini di alta qualità selezionati e provenienti da differenti Terroirs ognuno dei quali rivela bouquet ricchi di fruttato e straordinari sapori, vinificati con particolare cura e dedizione. La linea ‘Ca’ dei Noni’ è costituita da vini bianchi e rossi provenienti dalle zone viticole vocate e rappresentative del nostro paese: dal Prosecco D.O.C. Treviso la cui area storica di produzione è la sede dell’azienda Follador, al Lugana D.O.C. le cui uve provengono dalla prima fascia di area calcareo argillosa della sponda più meridionale del Lago di Garda, al Passito vino dolce proveniente dalla pedemontana vicentina, alla gamma dei Cabernet in particolare il Montello – Colli Asolani D.O.C. le cui uve provengono dai vigneti di famiglia, per completare col Ripasso dal cuore della Valpolicella Classica. Tutti vini importanti ed eleganti provenienti da Terroirs che oltre a vantare paesaggi incantevoli sono espressione della migliore tradizione enologica italiana.
Martino. Gianfranco Follador è a capo della vinificazione, la moglie e i quattro figli sono parte integrante nella gestione dell’Azienda. Col San Martino è una piccola frazione situata nella parte settentrionale della provincia di Treviso, a circa 60km da Venezia, proprio nel cuore della zona di produzione del Prosecco D.O.C.G. Il Prosecco Follador è perfetto come aperitivo, ideale per i ricevimenti e le occasioni speciali e importanti. Per maggiori informazioni, visitate il sito: www.folladorprosecco.com Azienda Vinicola Follador Via Gravette 42, 31010 Col San Martino, Treviso, ITALIA Email: info@folladorprosecco.com Web: www.folladorprosecco.com Tel. +39 0438 898222 Fax +39 0438 989520
Follador Follador è una delle più prestigiose aziende di Prosecco. Vinificatori dal 1769, la Cantina di proprietà della famiglia Follador, ha sede a Col San Il Sommelier n. 1/2015
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Il vino Bianco di Nicola Masiello
E I SUOI TERRITORI 15 - 16 Febbraio 2015: Anteprima della Vernaccia di San Gimignano e non solo…
L
a mattina di lunedi 16
protagoniste della mattinata con
Bouzeron è l’unico comune a non
infatti, nella Sala Dante
i loro prodotti, così lontane sia
avere tale appellativo anche per
del Palazzo Comunale,
geograficamente che per vitigni
la sua storia relativamente recente
nell’ambito del tema “IL VINO
si legano nella acidità, salinità,
come AOC (Appellation Comunale)
BIANCO E I SUOI TERRITORI”,
mineralità.
assegnatatogli nel 1998.
ormai giunta alla X edizione,
La Côte Chalonnaise, in Borgogna,
Qui è ammessa la coltivazione solo
si è svolta una degustazione
non è altro che la continuazione
del vitigno Aligotè che in fondo,
comparativa-conoscitiva che
geografica della Côte D’Or
rispetto agli altri due, ha trovato nel
riguardava “La Vernaccia di
verso Sud ma nel tempo la sua
territorio un habitat ideale: vallata
San Gimignano e i vini della
produzione ha visto momenti alti
lunga e stretta, vitata da ambo
Côte Chalonnaise: cronache dai
e bassi dovuti ad eventi storici, al
i lati, umida e con gelate anche
magazzini del sale”.
sopraggiungere della Fillossera,
primaverili, suoli molto poveri e
La degustazione guidata da
a motivi economici critici. I suoi
magri.
Armando Castagno è risultata
prodotti, un tempo di buon rilievo
Ciò dà ai suoi vini un bouquet
una interessante esplorazione
quantitativo e qualitativo, non
molto fresco ed agrumato con
dal momento che l’assaggio dei
hanno oggi la risonanza di quelli
intensa acidità, sapidità Rully,
vini è avvenuto alla cieca, senza
ben più quotati della Côte d’Or
Mercurey, Givry e Montagny hanno
sapere nulla della provenienza:
anche se il distretto si è ripreso
invece una collocazione più alta
solo un numero sul bicchiere che
ed è in grado con i suoi vitigni:
con una esposizione più soleggiata
al termine delle 12 degustazioni,
Chardonnay, Aligotè, Pinot Noir, di
(SUD, SUD-EST) ed i bianchi,
avrebbe avuto anche un nome.
offrire vini di notevole livello.
da uve Chardonnay, sono vini
È stato un piacevole percorso
I comuni viticoli della Côte
interessanti, fruttati, sapidi, con una
di profumi e sapori e non si
Chalonnaise sono 5: Bouzeron e
fresca acidità ed una maggiore
può negare che la proposta di
Rully nella parte settentrionale,
struttura. Tutti inoltre lasciano note
degustazione solleticava nel suo
Mercurey e Givry nella zona
di mineralità per il sottosuolo con
essere la curiosità di scoprire e
centrale, Montagny a Sud.
terreni geologicamente molto
sapere.
Quasi tutti registrano vigne
antichi formati da placche di
Le due tipologie infatti,
dall’appellativo di “Premier CRU”.
marna calcarea o calcari, strati
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Il Sommelier n. 1 / 2015
argillosi e sabbiosi. Il territorio sangimignanese, formatosi anch’esso in epoca molto antica (tre milioni e mezzo di anni fa) e nella conformazione molto simile al terreno della Côte Chalonnaise, ha una collocazione geografica più favorevole ed il disciplinare della Vernaccia prevede in 500 mt. l’altitudine massima di un vigneto in atto. Il clima ha caratteristiche mediterranee, con notevole ventilazione, estati alquanto asciutte con inverni prevalentemente miti. Il vino si presenta con un bouquet elegante e primaverile con caratteristiche di acidità, salinità, mineralità che lo riconducono a quello delle terre francesi.
Non c’è dubbio, è stata un’esperienza veramente interessante, seguita poi nella mattinata dalla degustazione delle Vernacce in anteprima.
VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO 2011 Podere Canneta VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO 2013 San Quirico VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO FIORE 2012 Montenidoli VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIGNA A SOLATIO 2013 Casale Falchini VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIGNA IN FIORE 2013 Ca’ del Vispo VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO CAMPO DELLA PIEVE 2012 Il Colombaio di Santa Chiara. BOUZERON 2012 Domaine Aubert et Pamela De Villaine GIVRY BLANC EN VEAU 2013 Domaine Joblot GIVRY BLANC CLOSDES VIGNES RONDES 2012 Domaine Francois Lumpp MERCURY BLANC LES CAUDROYES 2012 Louis Max/ Domaine de la Marche RULLY BLANC EN VILLERANGE 2012 Domaine Claudie Jobard MONTAGNY 1 CRU LES MONTCUCHOTS 2011 Domaine Feuillet - Julliot
di Riccardo Margheri
Anteprima Chianti DOCG
Evento doveva essere, evento è stato. Annunciata da una campagna mediatica che ha raggiunto capillarmente anche chi di vino non si occupa, l’Anteprima del Chianti, si è svolta strategicamente il 14 febbraio scorso a Firenze nei locali “post-industriali” della ex Manifattura Tabacchi alle Cascine (funzionali gli spazi, un po’ tetro l’allestimento, o meglio la mancanza di esso...).
L’
apertura al pubblico ha
svilito nella qualità percepita: la
Ma non è un caso, soprattutto
coinvolto i frequentatori
sua immagine di vino semplice,
per le etichette di più rapido
della movida fiorentina
beverino, legato alla tradizione
assorbimento dal mercato, che
e non solo: appassionati e non,
e, all’estero, a un’immagine un
numerosi produttori rinuncino
modaioli che non si perdono
po’ oleografica dell’Italia non
all’indicazione della sottozona
un “evento” e chi era capitato lì
rende giustizia agli sforzi dei
e si rifugino nella immediata
attratto dalla pubblicità, hanno
produttori di innalzare il livello
riconoscibilità del Chianti DOCG.
avuto l’opportunità di trasformare
medio delle etichette, sempre
La seguente disamina non
l’occasione della consueta “bevuta
più rendendole espressione delle
pretende di essere un capillare
fuori” in un confronto tra diversi
proprie peculiarità territoriali.
od esaustivo rendiconto degli
produttori, tipologie, stili, e di farsi
Punto dolente questo: il Chianti
assaggi. La mancanza di tempo
intrigare dalla qualità proposta.
è una denominazione ombrello
(peraltro abbreviato dal caos
Un intelligente investimento in
che ha il potere di coalizzare le
seguito all’apertura al pubblico), e
promozione presso il consumatore
molteplici risorse dei tantissimi
l’iniziale impossibilità di degustare
finale, che si è remunerato nel suo
produttori aderenti in una massa
con il servizio dei sommelier
stesso farsi.
imponente. Ma dover differenziare
hanno impedito a chi scrive
Su un piano più strettamente
le attività promozionali in mille
un’adeguata copertura delle
inerente all’assaggio, l’occasione
rivoli corrispondenti alle diverse
sottozone dei Colli Fiorentini e dei
ha riproposto l’ambiguità di fondo
sottozone e rispettive specificità
Colli Senesi, meritevoli di ben altra
di una denominazione che nella
è una fatica di Sisifo di incerta
attenzione. Anche per altre aree
sua stessa essenza trova il suo
remunerazione. Ecco spiegata
le considerazioni qui riportate si
punto di forza e al contempo di
la strategia dell’evento fiorentino:
giovano di assaggi effettuati in
debolezza. Ovvero Chianti come
esaltazione del brand generico,
ulteriori, vicine occasioni. Pure,
brand pervasivamente conosciuto
e occasione per il pubblico
da circa più di cento campioni
a livello internazionale, ma
che ne avesse avuto voglia
degustati qualche conclusione si
proprio per quello ingiustamente
di approfondire le differenze.
può trarre, per come segue.
64
Il Sommelier n. 1 / 2015
Sugli scudi il Chianti Rufina.
nei profumi, con una verace
Don 2009, Villa di Colognole:
Notoriamente zona capace di
componente terrosa ed ematica;
intelligentemente non ancora
produrre Sangiovese magari
tannino fittissimo, allungato al
in commercio, in quanto forse
scontroso in gioventĂš ma
palato dalla sapiditĂ , poderoso
per il momento in difetto di
meraviglioso alla prova del tempo,
nella massa alcolica che ne
focalizzazione aromatica. Ma giĂ
e in questo differenziantesi da
sostiene ed equilibra il corpo, con
splendido per gli intriganti toni di
altri contesti piĂš o meno votati a
un impianto che mi ha ricordato un
scorza di arancia e cenere che
una beva piĂš pronta, al punto che
vino del Rodano.
fanno da pendant alla dolcezza
la loro presenza contemporanea
del frutto e per la presa del tannino
allo stesso evento creava una
Chianti Rufina Ris. 2009,
che armoniosamente si accoppia
sensazione di incongruitĂ . Una
Frascole: vino quintessenziale
alla suadenza al palato.
recente esaustiva degustazione,
di una certa idea di Sangiovese,
svoltasi a Roma lo scorso gennaio,
e di Sangiovese della Rufina in
Meritevoli di citazione anche la
di ben 14 Chianti Rufina Riserva su
particolare. Deliziosamente facile
Ris. Lastricato 2010 del Castello
un totale di 20 produttori aderenti
da bere, accattivante nella sua
del Trebbio (annata in cui la
alla denominazione ha riscontrato
vinositĂ e nelle personalissime
raggiunta maturazione tannica
una qualitĂ media altissima,
note di alloro e di ginepro, anche
esalta le caratteristiche componenti
peraltro confermata dai riassaggi
se forse addirittura non ancora del
floreali); la Ris. Tegolaia 2010 di
all’Anteprima.
tutto espresso nel suo potenziale
Travignoli (impeccabile impianto
aromatico.
“moderno� al palato, ma anche personale carattere di humus e
Chianti Rufina Ris. Bucerchiale 2011, Fattoria Selvapiana: maturo
Chianti Rufina Ris. Riserva del
cereali al naso);
ÂŽ
BINA "CCJHMJBNFOUP 7JB 3PNB 1PSDBSJ -VDDB
XXX CJOBXFC JU mTBS!CJOBXFC JU 5FM
la Ris. 2009 de Il Lago (rinfrescanti
Tra le Riserve, impressionante
campionature fresche di bottiglia
note vegetali varietali all’olfatto,
l’acidità che alleggerisce e rende
di Chianti 2014, ad es. di
bocca slanciata da acidità e
elegante il 2007 della Tenuta
Varramista (per fittezza tannica e
sapidità, di buona corrispondenza
di Morzano: aromaticamente
accattivante dolcezza, anche se
aromatica); la Ris. 2011 de I
la balsamicità di un legno
un po’ costruita), San Gervasio
Veroni (a dispetto dell’annata
comunque “aristocratico” sfuma su
(piacevolissima scorrevolezza), e
calda profumi articolati sulla
affascinanti toni esotici di sandalo.
Fattoria Uccelliera (una garanzia
florealità; palato di apprezzabili
Alla fine, i Chianti Montespertoli
di gradevolezza di beva nella
presa e sapidità, ancora da
annata cercano di coniugare una
riconoscibilità dei toni varietali,
distendersi).
fruttata bevibilità con una struttura
compresa l’annata 2013, più
leggermente superiore a un mero Solo lo spazio impedisce
strutturata). Più ambiziosi i Chianti
Chianti DOCG: ottimo esempio
di nominare altre etichette
Superiore, tipologia qui frequente.
di questo tentativo il 2013 di
assolutamente gradevoli, anche
Due menzioni: ancora in vasca
Poggio Capponi (buon volume ed
per i Chianti Rufina annata e i
il 2013 di Pieve de’Pitti, prima
equilibrio, piacevole fragranza).
Chianti DOCG di base (ad es.
Il Chianti Montalbano era
prova della entusiasta proprietaria
il neonato 2014 del Castello del
praticamente rappresentato
Trebbio, e il Puro senza solfiti
solo dall’azienda agricola Betti
stessa annata della Fattoria di
(oltre che da un produttore di
Lavacchio, ammirevolmente pulito).
Carmignano, per cui si tratta
Il Chianti Montespertoli (inteso
di una produzione residuale).
come areale) mostra la consueta
Questa sottozona è poco praticata:
dicotomia tra etichette di annata
piccole le dimensioni, forse minore
di pronta beva e riserve più
rispetto ad altri areali la vocazione
ambiziose, anche in termini
pedoclimatica (con tutto il rispetto
di potenziale longevità: la
per chi ci vive e ci lavora). Degli
conseguente ricerca di struttura
assaggi effettuati, meglio i Chianti
tannica di queste ultime richiede più lunghi affinamenti in legno che possono mortificare la fragranza del frutto. Tra i vini “immediati” bene il 2014 dell’azienda Casa di Monte, nella sua succosità e stuzzicante speziatura rappresentativo dei risultati di un’annata apparsa per fortuna meno disastrosa di quanto si poteva temere sulle prime. Da notare che il vino citato esce semplicemente come Chianti DOCG: scelta questa seguita da più di un produttore per le cause più diverse, tra le quali come detto anche l’intento di sfruttare sui mercati esteri (e non solo) l’appeal del brand Chianti in termini di marketing. 66
Il Sommelier n. 1 / 2015
Montalbano annata della Riserva, con anche la campionatura in affinamento vendemmia 2014 tendente a toni particolarmente maturi, di ciliegia sotto spirito. Anche la sottozona Colline Pisane non appare particolarmente in auge: oltre alla concorrenza della ancora nuova DOP Terre di Pisa (altro brand commercialmente ben spendibile all’estero, a causa della Torre Pendente), molti produttori optano per il Chianti DOCG. E sì che in questo caso è possibile caratterizzare i Sangiovese locali con le peculiarità organolettiche di freschezza e sapidità, dovute ai terreni sciolti e di origine marina.
Gli assaggi: bene le
Caterina Gargari nelle vesti di enologo responsabile al 100%; maturità piacevole ma spinta dei profumi al naso, dunque lo slancio dell’acidità al palato è gradevole sorpresa. L’altro 2013 di Usiglian del Vescovo piace per l’equilibrio e la dolcezza (un po’ semplice) dell’attacco di bocca. Infine, la Provincia di Arezzo: anche qui molti più Chianti DOCG che indicazioni di sottozona Colli Aretini, Ma più di un vino ben focalizzato in termini di equlibrio, con il plus di profondità di una non banale sapidità. Molto bene l’azienda Buccia Nera con due vini tra l’altro ad alta tiratura: un Chianti 2014 da 200.000 bt. prodotte molto composto, maturo ma anche fragrante e piacevolmente balsamico nel finale; e la selezione sorella (stessa annata) Tenuta di Campriano (qui 60.000 bt), morbida, dolce di frutto, con rinfrescante vegetale varietale nel fin di bocca. Una doverosa menzione anche per Camperchi, con il Chianti 2014 deliziosamente piacione, di buona presa tannica, e il 2013 Sassolupaio lungo e sapido.
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di Davide Amadei
Chianti Classico Collection 2015 149 aziende produttrici per 517 etichette in degustazione. In particolare sono state presentate le annate 2013 e 2012 del Chianti Classico, 2012 e 2011 del Chianti Classico Riserva e 2011 e 2010 del Chianti Classico Gran Selezione.
P
er la Chianti Classico
Vignamaggio), a Paula Cook
Chianti Classico Gran Selezione.
Collection 2015 il
(proprietaria e winemaker di Le
L’annata 2013 ha dato vini di
Consorzio ha scelto
Miccine), e Sebastiano Capponi
grande freschezza, equilibrio
una comunicazione forte e
(titolare di Villa Calcinaia). Persone
e bevibilità. La vendemmia del
molto evocativa: la parola che
molto diverse tra loro, come le
Sangiovese è stata piuttosto
campeggia a caratteri cubitali sui
aziende di cui sono titolari o
tardiva, agli inizi del mese di
manifesti è “TOGETHER” (insieme),
responsabili, per scelte di vita, stili
ottobre, così come in primavera
ed il grande tendone che separa
produttivi, criteri di produzione,
era stata tardiva la fioritura.
l’area degustazione è stato
territorio di provenienza delle uve,
L’andamento climatico dell’estate
realizzato con i ritratti fotografici dei
ma accomunate da una grande
è stato regolare, caldo senza
produttori, a costituire come in un
unità di intenti per la promozione
eccessi, ed a settembre si sono
puzzle l’immagine del Gallo Nero.
del territorio e del vino Chianti
avute importanti escursioni
Tutto ciò vuol manifestare la ricerca
Classico.
termiche, che hanno permesso
di unità nella diversità e varietà dei
Alla Leopolda erano presenti
acidità e profumi, con maturazione
tanti uomini e territori del Chianti
149 aziende produttrici, per 517
equilibrata. Vini di grande
Classico.
etichette in degustazione. In
bevibilità, freschezza ed eleganza.
Ecco che allora, nel talk-show
particolare sono state presentate
Di alta qualità anche i prodotti
del 17 febbraio 2015 alla
le annate 2013 e 2012 del Chianti
dell’annata 2012: le piogge di
Stazione Leopolda condotto dal
Classico, 2012 e 2011 del Chianti
settembre hanno fatto raggiungere
giornalista Nicola Porro, hanno
Classico Riserva e 2011 e 2010 del
equilibrio e freschezza dopo
partecipato anime molto diverse
un’estate molto calda e secca,
dello stesso territorio, da Paolo
per cui nei vini si percepisce la
Cianferoni (Caparsa) a Laura
maturità del frutto, in bocca ci
Bianchi (Castello di Monsanto),
sono sensazioni morbide, ma non
da Patrice Taravella (presidente
mancano eleganza e contrasto
del consiglio di amministrazione
acido. Così anche le riserve
68
Il Sommelier n. 1 / 2015
2012 sono riuscite senz’altro
esaltare l’elevata qualità delle uve,
possibilità dell’indicazione delle
molto bene. L’assaggio dei
selezionate o da singola vigna.
sottozone territoriali o delle aree
vini 2011 ha confermato che la
Da segnalare una piacevole
comunali: Sergio Zingarelli,
mano dei migliori vignaioli ed i
sorpresa o conferma: dagli
Presidente del Consorzio, ha
terroir più vocati hanno saputo
assaggi alla cieca è emersa una
dichiarato espressamente che
compensare e rimediare al calore
coerenza nella valutazione dei vini
presto saranno delineate le sotto-
estivo, soprattutto in fase di
della stessa azienda, a significare
denominazioni sulla base di una
maturazione delle uve, per vini di
che quando territorio e uomo-
zonazione geologica e climatica in
ottima struttura tannica e notevole
produttore si incontrano i prodotti
corso di definizione, e egli stesso
equilibrio.
sono sempre di alto livello, sia pure
porterà alla prossima assemblea
Dalla degustazoine sono emerse,
nelle rispettive tipologie. Inoltre,
del Consorzio la proposta di
poi, la crescita qualitativa e la
se si guarda alle valutazioni dei
riconoscimento.
precisazione della tipologia Gran
vini assaggiati, è risultata una
Selezione, che ormai riguarda il
qualità superiore del territorio
4% della produzione (rispetto al
di Lamole, veramente un Grand
23% di riserva e 73% di annata)
Cru del Chianti Classico; come
e 68 aziende. Lo scorso anno,
sempre, poi, è uscita confermata
alla loro prima uscita, i vini
la riconoscibilità dei vini prodotti
Gran Selezione avevano una
nelle alte colline del Comune di
Cianti Classico Riserva
caratterizzazione incerta, indefinita,
Radda in Chianti, sempre dotati di
“Poggio delle Rose” 2010
dove la confezione era spesso
freschezza, eleganza e bevibilità,
CASTELL’IN VILLA
prevalente sul frutto e sul territorio;
ma senza mancare di struttura e
Cenni terziari, tabacco e spezie,
ora, invece, appaiono davvero
profondità.
oltre a frutto rosso maturo e rosa;
i top aziendali, con un di più di
Infine, qualcosa si muove anche
bocca di grande equilibrio, ricca
struttura, complessità ed eleganza;
a livello istituzionale del Consorzio
di frutto; ingresso avvolgente,
i legni sono più discreti, per
verso il riconoscimento della
subito contrastato dalla freschezza
I migliori assaggi (su 90 vini alla cieca)
Il Sommelier n. 1 / 2015
69
acida; finale invitante, rinfrescante,
“Capraia” 2011
Naso con bella freschezza,
sapidissimo, profondo. Ogni anno,
TENUTA DI CAPRAIA
molto fine, soprattutto minerale,
sempre Castell’In Villa al top.
Elegante, fine, balsamico
ma anche rosmarino ed alloro,
fresco e ciliegia, fiori e terra; in
fiori freschi, piccoli frutti rossi,
Chianti Classico Riserva “Il Campitello” 2012
bocca è di carattere, struttura e
intrigante; bocca che ha materia,
freschezza ben equilibrate, finale
tannino di presa sul palato,
MONTERAPONI
pulito e molto succoso; vitigno e
acidità netta, finale sapido e
Ciliegia sotto spirito, ma anche
territorio perfettamente tradotti nel
succosissimo; molto giovane.
violetta e sensazioni rocciose, poi
bicchiere.
Eccellente anche la Riserva 2011: elegante all’olfatto, territoriale,
caramella d’orzo; bocca ficcante, scorrevole, di bella tensione acida;
Chianti Classico Riserva 2010
fiori freschi e secchi, terra umida
finale molto sapido, succoso, con
CASTELLO DELLA PANERETTA
e mineralità; bocca di carattere,
ritorni floreali e minerali. Uno dei
Caramellina di lampone, cenni
molto Sangiovese purosangue,
migliori assaggi.
agrumati freschi, netta viola,
con netta sapidità; finale lungo,
davvero intenso ed intrigante;
con ritorni minerali e cenni di erbe
bocca molto elegante, progressiva,
aromatiche.
Chianti Classico Riserva
affusolata; il tannino è vellutato e la salivazione abbondante, il finale è
Chianti Classico Gran Selezione
ricco, complesso, invitante.
“Il Solatio” 2011 CASTELLO D’ALBOLA
Chianti Classico 2013 e 2012
All’olfatto emergono terra umida
VAL DELLE CORTI
e resine, mineralità, leggera
Il 2013 (campione di botte)
affumicatura piacevole, lampone
ha colore scarico ma rosso
ed altri piccoli frutti rossi maturi;
rubino brillante; naso floreale,
bocca eccellente, colpisce per
molto elegante; bocca agile e
equilibrio, netta spina acida che
soffusa ma finissima, con acidità
sostiene un sorso ricco, diffuso,
tagliente; finale preciso, invitante,
molto sapido, con finale di grafite
rinfrescante, con cenni anche
e fiori rossi. Sugli stessi livelli
minerali, pietrosi; non lungo
d’eccellenza anche il Chianti
ma piacevolissimo. Il 2012 ha
Classico 2011: balsamico fresco,
balsamico fresco, fiori ed alloro,
cenni terrosi, bella marasca;
arbusti aromatici, intrigante
grande struttura, ingresso
all’olfatto; bocca ficcante,
pervasivo, centro bocca sul frutto,
scorrevole ma strutturata, con
con grande salivazione; finale
allungo sapido, floreale e minerale,
sapido e rinfrescante, persistente,
gastronomico. Tutta la tipicità,
con ritorni minerali. Uno dei migliori
freschezza e riconoscibilità del
“base” assaggiati.
territorio di Radda nel bicchiere.
70
Il Sommelier n. 1 / 2015
Chianti Classico 2012
Chianti Classico Gran Selezione
CASTELLINUZZA E PIUCA
Vigneto di Campolungo 2010
LAMOLE DI LAMOLE
Naso con frutto rosso “dolce”,
aromatiche, alloro e timo, viola e
Sentori minerali netti, anche
caramella al lampone, ma anche
marasca, sentori marini; bocca
cinerei, con frutto rosso piccolo
erbette di campo e fiori rossi
ben espresso, viola mammola; in
eleganti; bocca scattante, fresca,
bocca è soffuso, ha tatto gentile
con notevole struttura sapida,
e tanta freschezza sapida, con
persistente il finale, succoso e
progressione netta verso un finale
pulito su note di piccoli frutti rossi
aperto e complesso, fine. Della
e fiori.
stessa azienda eccellente anche
agile e ficcante, dinamica e in progressione, con finale continuo, aperto e gastronomico. Chianti Classico Gran Selezione 2011 - TENUTA DI LILLIANO
il Chianti Classico Riserva 2011
Chianti Classico Gran Selezione
(campione di botte): elegante mix
“Il Puro” 2011
di piccoli frutti maturi (fragola,
Ciliegia netta e sentori di erbe
lampone) e sentori balsamici
aromatiche, molto fine, anche
freschi; bocca agile e fresca,
cenni marini; in bocca colpisce per
e molto fine, l’acidità è notevole,
finale pulito, non lunghissimo, ma
la netta sapidità minerale, che crea
quasi tagliente, ha allungo sapido
succoso e fine, aperto sul frutto
grande freschezza ed allunga il
con ritorni floreali e succosità
rosso.
finale, molto aperto.
Chianti Classico Riserva
Chianti Classico Riserva 2011
“Bugialla” 2012 - POGGERINO
I FABBRI
Rosa e violetta, intrigante, cenni
Sensazioni iodate, marine e
ROCCA DI MONTEGROSSI
minerali, marini e iodati, ma anche
minerali, con piacevole marasca
Bel naso territoriale, fresco e
alloro ed erbe aromatiche; in bocca
e cenni floreali; bocca affilata,
fine, con alloro ed altri arbusti
ha netto tannino ma di grana molto
tannino molto fine, colpisce
fine; quasi salato a centro bocca, il
per equilibrio, con una lunga
finale, succosissimo, è molto lungo.
scia sapida nel finale, anche floreale. Notevole anche il Chianti
Qualche cenno vegetale fine, piccoli frutti rossi, piuttosto fresco al naso; in bocca ha tannino netto
nettissima. Chianti Classico 2013
aromatici, oltre a piccoli frutti rossi di bosco; al palato ha netta sapidità, è scattante verso un finale
Chianti Classico Riserva 2011
Classico Gran Selezione 2011:
minerale, freschissimo, di buona
CASTELLO DI VOLPAIA
naso elegante con cenni di erbe
complessità, piuttosto persistente. Il Sommelier n. 1 / 2015
71
di Nicola Masiello
Anteprime di Toscana 2015 Vendemmia 2014. Montepulciano e Montalcino assegnano le stelle.
L
a 2014 è annata da ricordare purtroppo, per la piovosità e l’andamento
climatico generalmente atipico per questi territori. I vini prodotti sono frutto di un lavoro fatto in vigna ed in cantina, molto importante sia dal punto di vista economico, con molti trattamenti ed in alcuni casi con bassa resa di uva/ha, sia qualitativo con vini generalmente con basso grado alcolico, acidità limitata, poca struttura e poca parte tannica; anche la
più allungandone il periodo, ha portato in cantine uve salubri e con maggior concentrazione zuccherina e relativi corredi. Anche i terreni permeabili e di buon esposizione avranno un ruolo importante sulla qualità finale dell’annata. Rimaniamo fiduciosi che nonostante tutto si possa apprezzare il prodotto di chi ha volutamente fatto scelte mirate e che al momento della messa in commercio si possa confermare almeno per buona parte di prodotto le tre stelle di oggi.
concentrazione lascia poco spazio alla futura qualità. Se totalmente le quantità di uve prodotte nei territori segna un lieve segno negativo, sotto l’aspetto della produzione dei vini a docg (nobile e brunello) avremo dei cali quantitativi dovuti a scelte aziendali, mentre nelle doc(rosso di Montepulciano e rosso di Montalcino) avremo certamente un incremento dovuto alla scarsa possibilità del vino di un buon invecchiamento. Anche le altre denominazioni minori (igt) avranno stesso incremento. Resta il fattore importante della vendemmia; sicuramente chi ha avuto il coraggio di rischiare di 72
Il Sommelier n. 1 / 2015
Montepulciano ROSSO DI MONTEPULCIANO 2013 DOC I vini presentati rispecchiano sicuramente la tipologia ed il territorio. Sono vini dove la parentela al Sangiovese si fa sentire, dove la percentuale è alta, si nota già al colore una bella vivacità e luminosità su un colore rosso rubino, al naso è presente la nota floreale di viola e violetta con frutta rossa non matura, al gusto caldo con le note acide e tanniche
ancora poco in linea, leggera disarmonia. Là dove altri vitigni riescono ad addomesticare in parte il Sangiovese, ritroviamo colori più carichi, le note di floreale meno intense e le note fruttate rosse vanno sul leggermente maturo e piccolo sottobosco. Al gusto proviamo maggior equilibrio con la trama tannica ancora presente ma in evoluzione, meno aggressiva ad inizio bocca che mette in evidenza la parte sapida.
I nostri migliori assaggi: ANTICO COLLE: rosso rubino, luminoso al naso intenso di frutto rosso appena maturo, floreale al gusto caldo, fresco vivo leggermente tannico ma gradevole, pronto. DEI: rosso Rubino, riflesso violaceo poco denso al naso prevale la nota floreale e fruttata elegante, al gusto caldo e di corpo, poco equilibrato per eccesso di gioventù, sapido e persistente. Deve maturare. ROMEO: carica cromatica elevata, buona luminosità, al naso complesso e persistente nelle note nette di fiore e frutto rosso, al gusto, caldo di corpo, ricca mineralità.
LA BRACCESCA: rosso rubino riflesso vivace e violaceo, al naso complesso e fine nei sentori tipici al gusto caldo, rotondo, equilibrato pronto LOMBARDO: rosso rubino carico poco denso, al naso piacevoli note di frutto rosso con marasca in evidenza, al gusto è caldo, di corpo, prevale la nota tannica già piacevole LUNADORO: rosso rubino, riflesso violaceo, poco denso, al gusto netto e deciso nel fruttato rosso ricco di polpa, al gusto rotondo ed equilibrato, lascia spazio a miglioramenti. VECCHIA CANTINA: rosso rubino, brillante, scorrevole al naso intenso e fruttato con prugna matura, al gusto è caldo ed equilibrato, pronto e piacevole di beva.
NOBILE DOCG 2012 Annata già a 5 stelle che suscita da subito curiosità. Sicuramente l’andamento stagionale del 2012 ha prodotto uve di buona qualità, che vinificate hanno da subito destato interesse. Oggi all’assaggio la curiosità si stempera leggermente in quanto si nota una discreta disparità di livello qualitativo. Certamente è il lavoro nel vigneto o dell’enologo che sposta la qualità del vino soprattutto nella finezza olfattiva e nell’equilibrio gustativo. I vini, con grado alcolico non elevato ed in parte non arrivati a completa maturazione, con la parte ACIDA/ TANNICA IN DISARMONIA, danno una degustazione disomogenea che a volte spiazza il degustatore. Resta sicuramente la certezza di un Il Sommelier n. 1 / 2015
73
prodotto con qualità alta, dove la
POGGIO ALLA SALA: rosso
pazienza di aspettare alcuni mesi,
rubino carico, al naso complesso,
renderà sicuramente piacevoli
pulito nei suoi sentori di frutta rossa
sensazioni.
matura e spezie; caldo rotondo,
I nostri migliori assaggi: VINO NOBILE 2012 docg
giustamente tannico, sapido. PALAZZO VECCHIO-MAESTRO: rosso rubino con riflessi aranciati, denso al naso intenso e persistente
VINO NOBILE di MONTEPULCIANO 2011 RISERVA SALCHETO (campione da botte): rosso rubino intenso, denso, al naso leggermente chiuso con note eleganti di frutta e spezie anche pungenti, in bocca di corpo,
DEI: riflessi rubino violaceo, poco
con frutta rossa matura floreale
denso, intenso, complesso nei
da vitigno, speziatura elegante,
profumi piacevole nota fruttata
molto caldo, robusto, trama tannica
con legno dolce, al gusto caldo
importante.
di corpo, con buona persistenza
BARBANERA: rosso rubino carico,
aromatica.
complesso, al naso frutta matura
FATTORIA DEL CERRO: di colore
cotta, balsamico; in bocca molto
rubino carico, al naso fragrante
caldo, di corpo, giustamente
con note mentolate, caldo di corpo,
tannico.
leggermente tannico, equilibrato.
TIBERINI - Podere le CAGGIOLE:
CONTUCCI (campione da botte)
CASALE DAVIDDI: rosso rubino
rosso rubino carico, denso, fine,
rosso rubino, limpido, denso, al
intenso, poco trasparente, al naso
al naso frutta rossa matura molto
naso complesso e netto con note
intenso, complesso, con profumi
caldo, elegante, armonico.
di legno in evidenza su speziatura
fruttati rossi maturi, sentori di
Le BERNE: rosso rubino carico
marcata, e pulita, al gusto caldo,
legno grosso; in bocca caldo
e denso, al naso fine, schietto
di corpo, giustamente tannico,
rotondo equilibrato nelle note
complesso, al gusto caldo, di
persistente nella fin di bocca.
acide e tanniche, sapido e molto
corpo, giustamente tannico e
persistente.
lungo.
POLIZIANO: rosso rubino intenso,
CANNETO (campione da botte):
al naso pulito con sentori di frutta
rosso rubino carico con riflessi
rossa matura, elegante, caldo, di
vivi, scorrevole, al naso intenso,
corpo, con note tanniche ancora
persistente con frutta rossa in
MONTALCINO ROSSO 2013 DOC
evidenti, giovane.
evoluzione, sottobosco e spezie.
I rossi si presentano con una
LA CIARLIANA: rosso rubino con
Di corpo, robusto, tannico, buona
bella carica cromatica dove
riflessi aranciati, intenso, al naso
sapidità, con ampi margini di
padroneggia il rosso rubino carico,
sentore di frutta matura rossa,
evoluzione.
con riflessi violacei, abbastanza
spezie, molto caldo robusto,
caldo, fresco, sapido, molto lungo, grande trama tannica setosa ed in progressione, piacevole alla beva. CROCE DI FEBO-AMORE MIO: rosso rubino, limpido, poco denso, al naso intenso con frutta e spezie ben legate, al gusto, molto caldo, robusto, setoso nel tannito, di buona trama, sapido e lungo.
Montalcino
scorrevole e brillante segno di
SANTA CATERINA: rosso rubino,
VINO NOBILE di MONTEPULCIANO 2012 SELEZIONE
fine, schietto, complesso, in bocca
TENUTA VAL DIPIATTA
viola e violetta, il legno dove ben
di corpo caldo, equilibrato nella
VIGNA D’ALFIERO: rosso rubino,
dosato regala piacevolezza.
sua acidità e tannicità.
leggermente granato all’unghia,
Sono caldi, fresco vivo di acidità,
GODIOLO: rosso rubino con
denso al naso fine e schietto con
parte tannica penetrante con finale
riflessi violacei, limpido, fine, al
sentori di frutta rossa matura, netto
lungo; non ancora in equilibrio,
naso complesso con sentori di
nella speziatura dolce, persistente.
danno buona salivazione e
frutta e leggermente mentolato;
al gusto caldo, rotondo, elegante
sensazioni di sapido.
caldo, equilibrato, giustamente
nel tannino, fresco, e sapido.
In alcuni casi si nota una
tannico, fresco vivo.
Buona evoluzione.
concentrazione maggiore che
sapido, equilibrato. TENUTA TRE ROSE
GATTAVECCHI 74
Il Sommelier n. 1 / 2015
freschezza e gioventù. Al naso lineare nei sentori di frutta rossa appena matura e buon floreale di
segna tutta la linea gustativa,
dando completezza al vino, abbassando le caratteristiche peculiari del vino in questa sua fase evolutiva, facendolo sembrare più grande del dovuto.
I nostri assaggi: VILLA I CIPRESSI: rosso rubino, intenso, al naso complesso e persistente, con frutta rossa tendente al maturo, buon floreale. Al gusto caldo, robusto, con note non del tutto evolute, buona acidità, non ancora in equilibrio. VILLA LE PRATA: colore rosso rubino carico, poco trasparente, al naso intenso, persistente elegante, al gusto caldo, giustamente tannico, leggera acidità marcata, non ancora pronto. BELLARIA: rosso rubino, limpido con riflessi violacei, al naso complesso e persistente, al gusto pulito, caldo, giustamente tannico con buona sapidità. CASTELLO ROMITORIO: rosso rubino, limpido e scorrevole, al naso schietto, intenso e complesso nei suoi profumi con frutti rossi e piccoli in evidenza e note di speziatura; al gusto caldo, robusto, leggermente tannico, già piacevole con largo margine di miglioramento. CASTIGLION DEL BOSCO: rosso rubino all’unghia violaceo, limpido, al naso intenso e fruttato, con frutto rosso in evoluzione e sentore di vegetale; è al gusto caldo, giustamente tannico, sapido, abbastanza equilibrato. IL PARADISO di MANFREDI: rosso rubino carico, riflessi violacei, al naso complesso, intenso, elegante sia nel frutto che nel fiore, al gusto caldo, rotondo,
buon equilibrio, sapido.
BRUNELLO 2010 DOCG Unanime riconoscimento ad una annata, la 2010, nata sotto i migliori auspici, che si è migliorata e che, oggi, 2015, si mostra in tutto il suo splendore. Da una parte sembra un risultato scontato o, preferiremmo dire un “predestinato” alla massima espressione gustativa anche perché il 2009 è stata (e non sono molto d’accordo) bistrattata da molti di noi in un senso generale accorato mentre tante aziende sono riuscite a produrre vini interessanti e particolari; chiusa parentesi e andiamo avanti. Dicevamo una 2010 eccezionale, si, ma non su tutto il fronte! Abbiamo infatti riscontrato vini di sicuro futuro successo ma ancora non pronti, altri decisamente sotto lo standard, piccoli, senza concentrazione nel frutto e molto scorrevoli al bicchiere e ci chiediamo chissà e per quali congiunzioni astrali siano arrivati tutti allo stesso giudizio unanime. Questo è solo un piccolo neo che, nel mare di apprezzamenti, rimane sicuramente in ombra e sarà il mercato a darne risposta. Abbiamo fatto tante degustazioni con il piacere della scoperta anche del territorio di provenienza, sulla collocazione altimetrica dell’azienda e così via, riscontrando uniformità nel colore, complessità olfattiva che spazia dal frutto rosso maturo, tipico del Sangiovese a piccoli frutti rossi di sottobosco e melograno, note speziate dolci e pungenti, grandi strutture, alcol presente molto ben
integrato con la trama tannica arrogata in bocca e che chiude con eleganza e persistenza. La componente sapido-minerale è piacevole e lunga. In definitiva annata importante, con margini di miglioramento che andremo a verificare l’anno prossimo con la Riserva 2010.
I nostri assaggi:
VILLA POGGIO SALVI: rosso rubino intenso, poco scorrevole al naso intenso e persistente, fruttati di frutti rossi e piccoli di sottobosco, sentori di spezie, corpo elegante, al gusto caldo, equilibrato, giustamente tannico, buona sapidità. ARGIANO: rosso rubino con riflessi violacei, limpido e schietto al naso, complesso, aromatico con sentori di frutta matura e spezie. In bocca molto caldo, morbido e giusta acidità, sapido con tannicità vestita, di buona beva, lungo. BANFI: rosso rubino carico, limpido e poco trasparente, al naso complesso, fine, schietto, aroma floreale di mammola legato a speziatura dolce, al gusto caldo, rotondo, già in grande equilibrio con la parte tannica evoluta, lungo. CANNETA: colore rosso rubino, limpido, scorrevole, al naso complesso, intenso persistente con le note frutta-spezie eleganti, al gusto caldo, robusto, abbastanza equilibrato per tannicità presente, sapido, lungo. CASTELLO di VELONA: rosso rubino vivo, carico, poco trasparente, al naso intenso, elegante con frutta matura rossa di prugna matura e sottobosco, al gusto caldo, robusto, sapido, in equilibrio e persistente. CITILLE di SOPRA: rosso rubino Il Sommelier n. 1 / 2015
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con riflessi aranciati, limpido trasparente, al naso intenso, fine elegante con sottobosco e vaniglia in evoluzione, note di pepe. In bocca di corpo, caldo, rotondo, lungo, persistente, equilibrato. FORNACINA: rosso rubino carico poco trasparente, al naso complesso, persistente, fine, piacevole il frutto maturo e sottobosco e mineralità; al gusto caldo, rotondo, equilibrato, tannino evoluto, persistente. LE RAGNAIE: rosso rubino carico,aranciato all’unghia, poco denso, al naso Intenso e persistente con note speziate eleganti e balsamiche, al gusto caldo, avvolgente con lunga persistenza e mineralità. PACENTI FRANCO CANALICCHIO: rosso rubino, limpido e denso, al naso complesso con frutto rosso maturo tendente a confettura, speziato. Al gusto, caldo e robusto, lega bene tannicità e sapidità, di buona beva. SALVIONI: rosso rubino carico, poco trasparente, profondo, al naso intenso con prevalenza di polpa rossa e frutti rossi piccoli maturi. Al gusto, caldo, di corpo, robusto, tannini eleganti, lungo e sapido.
BRUNELLO SEL. 2010 DOCG CASTIGLION DEL BOSCO CAMPO DEL DRAGO: rosso rubino intenso, poco trasparente, al naso complesso, persistente, piacevole il frutto maturo e sottobosco con note di mineralità; al gusto caldo, rotondo, equilibrato, tannino evoluto, persistente. DONATELLA CINELLI COLOMBINI PRIME DONNE: colore rosso rubino con riflessi aranciati, limpido. All’esame olfattivo, fine schietto, con sentori in prevalenza di frutta matura e aromi terziari. Al gusto fresco, sapido, ben equilibrato, persistente. IL MARRONETO MADONNA DELLA GRAZIE: rosso rubino intenso, limpido, poco scorrevole, al naso intenso, complesso, schietto e fine nel suo boisè di profumi e note mentolate. Richiami importanti a sottobosco maturo e spezie. In bocca caldo, rotondo, persistente, con trama tannica elegante e in progressione. Buono il finale di bocca e persistente. “La classe del Sangiovese a Montalcino”. SAN POLINO-HELICHRYSUM: rosso rubino, poco scorrevole, al naso complesso ed intenso con frutta e note vegetali muschio, al gusto caldo di corpo, fine, mineralità misurata e sapido. TENUTE SILVIO NARDI V. Poggio Doria: rosso rubino carico, leggermente aranciato all’unghia poco trasparente, al naso complesso con evidenza di frutta rossa surmatura e piccoli frutti di melograno, al gusto, molto caldo, di corpo, giustamente tannico e fine.
BRUNELLO 2009 RISERVA DOCG SESTI-PHENOMENA: colore rosso rubino con riflesso appena aranciato all’unghia, poco denso, al naso complesso e persistente con frutta matura e note vegetali di muschio, piacevole le note di cacao e caffè, al gusto, molto caldo, quasi carnoso con tannini evoluti e puliti. Un classico aziendale. TENUTA LA FUGA-LE DUE SORELLE: rosso rubino carico, denso, al naso intenso e fruttato molto presente con note di sottobosco. Al gusto caldo e rotondo in equilibrio, robusto con note elevate di sapidita e frutto cotto.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Le degustazioni complete sul sito: www.fisar.org
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Sommelier” raggiungi l’obiettivo nel miglior rapporto target/prezzo.
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Un Vinitaly 2015 da incorniciare! da Ufficio Stampa VeronaFiere / www.vinitaly.com
Un giro d’Italia e del mondo in quattro giorni attraverso la degustazione dei migliori vini, questo sarà la 49a edizione di Vinitaly, in programma dal 22 al 25 marzo 2015.
I
l Salone del vino e dei distillati più importante a livello internazionale sarà ancora una volta l’appuntamento da non perdere per gli operatori del settore, siano essi buyer o ristoratori, chef, sommelier, albergatori, titolari di winebar e locali, aziende del foodservice. A tutti Vinitaly offre il plus della sinergia con Sol&Agrifood ed Enolitech, le due manifestazioni che si svolgono in contemporanea e che completano l’offerta alla filiera con I prodotti agroalimentari di qualità e gli “strumenti del mestiere” per la produzione di vino e olio, ma anche per l’offerta al consumatore, come arredi per cantine ed enoteche, bicchieri, dispenser. Ricco anche quest’anno il calendario delle degustazioni.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Si inizia alla vigilia di Vinitaly, il 21 marzo, con OperaWine, Finest Italian Wines: 100 Great Producers, l’evento che apre le porte a coloro che vogliono scoprire in poche ore un concentrato dell’eccellenza vinicola italiana. Domenica 22 marzo inaugura Vinitaly la grande degustazione in
collocato nella Galleria Castelvecchio tra i padiglioni 2 e 3, con i vini espressamente selezionati dalle aziende per il mercato internazionale. Da vivere con spirito da wine lover, invece, Vinitaly and the City, il FuoriSalone che da quest’anno si svolgerà nelle suggestive
Paesi dove Vinitaly International ha realizzato specifiche iniziative di promozione; delegazioni arriveranno dagli Usa, una delle quali con importatori solo dal Texas, e dal Canada, di cui una dall’Ontario, e poi da Russia, Alpe Adria (Slovenia, Croazia e alcune regioni di Austria,
modalità walk around dei vini della Guida 3 Bicchieri, con i migliori vini selezionati dal Gambero Rosso. Un’altro tasting walk around chiuderà Vinitaly mercoledì 25 marzo, con i 400 vini della Guida Vini d’Italia dell’Associazione Italiana Sommelier, che festeggia con questo evento i suoi 50 anni. Confermata l’iniziativa Tasting ex… press, con le proposte delle più importanti riviste internazionali di settore. Altre degustazioni sono in programma nel Padiglione Vininternational su iniziativa delle aziende estere espositrici. Occasioni di assaggio saranno possibili anche nelle enoteche allestite all’interno di Vinitalybio (padiglione 11), dove saranno disponibili tutti i vini biologici presentati a Vinitaly, e presso l’International Buyers’ Lounge,
piazze del centro storico e con un calendario più ampio: da venerdì 20 a martedì 24 marzo, dalle 18,30 alle 23. Un’occasione per gustare alcuni tra i migliori vini e le più gustose specialità gastronomiche artigianali italiane, seguendo un itinerario storico e artistico unico al mondo.
Germania, Ungheria), Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Portogallo, Repubblica Ceca, Hong Kong, Paesi Asean (Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia), Corea del Sud, Cina, Sud Africa, Camerun, America Latina, Regno Unito, Mozambico, Uzbekistan, Colombia, Argentina, Paesi Scandinavi e Baltici, Francia, Spagna, Romania, Bulgaria, India, Egitto, Serbia, Polonia, Australia e Giappone. Grazie all’ampia rosa di Paesi rappresentati nelle delegazioni invitate, Veronafiere è in grado di organizzare appuntamenti b2b adatti ad ogni specifica esigenza. I buyer ospiti saranno impegnati, all’interno dell’International Buyers’ Lounge nell’iniziativa Taste&Buy Vinitaly, in incontri con le aziende espositrici.
Tra i convegni di Vinitaly 2015, da segnalare i focus su Australia e Giappone dedicati alle imprese interessate ad esportare su quei mercati e due convegni sui vini biologici e sulle vendite di vino nella gdo italiana ed estera. Al fine di favorire nuovi contratti tra domanda e offerta, Veronafiere continua di anno in anno il potenziamento della sua attività di incoming mirato in tutto il mondo, con inviti a delegazioni provenienti da Germania, Svizzera e Austria,
Il Sommelier n. 1 / 2015
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di Augusto Gentilli e Davide Amadei
Due verticali emozionanti al Corso DUF: il Fiano di Caggiano ed il Terre Brune di Santadi Augusto Gentilli, sommelier della Delegazione di Alessandria, è risultato il migliore all’esame finale del Corso DUF (Degustatori Ufficiali Fisar), tenutosi a Conegliano dal 23 al 25 gennaio 2015. A lui è stata affidata la redazione di questo articolo per descrivere soprattutto le due degustazioni verticali che si sono svolte durante la lezione di sabato 24 pomeriggio, tenuta dal giornalista Maurizio Valeriani.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
E
mozioni nel bicchiere:
accinge a descrivere un grande
Strabone, che suggerisce come
difficilmente mi è capitato
territorio o un grande vino,
terra di origine del Fiano un’antica
di scrivere in una rubrica il
decidere quali siano gli aspetti
cittadina del Peloponneso,
cui titolo meglio rappresenti cosa
da approfondire maggiormente
chiamata Apia. Attualmente,
sia significato – e cosa significhi
allo scopo, non certo di dar
l’ipotesi più accreditata suggerisce
– aver partecipato a queste due
sfoggio di cultura, bensì di fornire
che il nome derivi dal paese di
verticali (Béchar, Fiano d’Avellino
chiavi di lettura capaci di fare
Lapio, anticamente detto Appia,
Docg - Cantine Antonio Caggiano;
apprezzare al meglio tutti gli attori
dove sembra anche essersi anche
Terre Brune, Carignano del Sulcis
che contribuiscono – a mio avviso
originatosi, rendendolo così una
Superiore Doc - Cantina Santadi),
in egual misura – a dare vita a un
varietà realmente autoctona del
durante lo svolgimento del Corso
grande vino: vitigno, suolo, clima,
territorio irpino. Recenti analisi
da Degustatori Ufficiali F.I.S.A.R., e
tradizioni. Il Fiano è, in tal senso,
genetiche sulle varietà campane
trovarmi qui, oggi, per raccontare
assolutamente emblematico: è
collocano il Fiano, pur se con
un’esperienza che tanto ha lasciato
un vitigno antico, dalle grandi
legami molto labili, all’interno
in me come persona, sommelier e
potenzialità e coltivato in un
di un vasto gruppo di varietà
degustatore.
territorio estremamente articolato
comprendente, tra le molte altre,
Difficile esprimere cosa sia stato
nel quale, anche a brevi distanze,
Aglianico, Falanghina beneventana
più emozionante, se trovarsi
si susseguono suoli, quote e climi
e Tintore di Tramonti. Storicamente
insieme a 30 colleghi giunti da
assai differenti e che necessitano,
le prime prove documentarie
tutta Italia - da Biella a Catania
pertanto, approcci in vigna e
riguardanti un vitigno detto Fiano
- per seguire questo Corso
in cantina differenti ma sempre
sono datate 1240 e si riferiscono
nella speranza di poter iniziare,
finalizzati a valorizzare al massimo
a contratti di acquisto per la corte
arricchiti nelle competenze e nella
il vero protagonista di questo
dell’Imperatore Federico II di
sensibilità, un nuovo viaggio nel
territorio: il Fiano stesso.
Svevia.
mondo del vino, oppure il ritrovarsi
L’origine del nome Fiano è assai
ad affrontare un esame che,
controversa e comprende ipotesi
Il territorio di produzione del Fiano
come tutti ben sappiamo, sempre
che lo vogliono veder derivato
di Avellino Docg, interamente
ci riporta ad un passato, più o
dalle Vitis apianae menzionate già
compreso nella provincia di
meno lontano, fatto di Maturità e
da Plinio il Vecchio e Columella e
Avellino, si estende su 26
Università. Emozionante, come
probabilmente portate in Irpinia
comuni a nord del Capoluogo
sempre, il silenzio – rotto solo
dalle tribù di ceppo ligure stanziate
e riguarda esclusivamente i
da pochi bisbigli – di tutti noi,
originariamente nelle zone
vigneti collinari caratterizzati da
concentrati nel tentativo di cogliere
delle Alpi Apuane e, in seguito,
idoneo orientamento. I suoli della
il racconto di terre, uve e uomini
deportate in Campania da parte
porzione centrale della zona di
che giunge ai sensi da ogni grande
delle legioni di Roma. Altra ipotesi,
produzione sono principalmente
vino. Emozionante – da ultimo ma
a lungo sostenuta e citata da
caratterizzati dalla presenza
sopra ogni cosa – trovarmi qui
Plinio il Vecchio nella sua Naturalis
di depositi di origine vulcanica
oggi a scrivere queste righe sulla
Historia¸ vorrebbe che il vitigno
quali cineriti e depositi di pomici;
nostra Rivista, per raccontare di
prendesse il proprio nome dalle api
localmente, emergono strati tufacei
una magnifica esperienza e di sei
che sembrerebbero apprezzarne
e porzioni di argillose o marnose
grandi bicchieri.
particolarmente la dolcezza
con possibile presenza di gessi.
delle bacche. Molto discussa
La fascia occidentale vede parti
è anche l’origine geografica di
caratterizzate da analoghe cineriti
Il Fiano di Avellino Docg: un grande figlio di Irpinia
questa varietà: tra le ipotesi più
depositatesi, però, su un substrato
lungamente sostenute vale la
calcareo; sempre all’interno
È sempre difficile, quando ci si
pena di ricordare quella citata da
di questa fascia, si osserva
Il Sommelier n. 1 / 2015
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localmente la presenza di arenarie
Col tempo il Fiano Docg tende
l’imbottigliamento prima della
alternate a marne.
a sviluppare inizialmente sentori
messa in commercio
La fascia orientale, troppo
minerali riconducibili alla pietra
complessa per essere descritta
focaia che evolvono ulteriormente,
2013
nel dettaglio, vede la presenza, al
con il gli anni, verso note fumé e di
Il primo approccio a questo
suo interno, sia di argille ed argille
idrocarburo.
bicchiere è assolutamente
marnose, talvolta arricchite dalla
affascinante grazie al color
presenza di gessi, sia di ambiti
paglierino arricchito da marcati
Cantine Antonio Caggiano
rilessi dorati che riempie il
argille varicolori poggiate su strati detrici o calcarei.
L’amore per il bello, per la propria
Il naso, fine e intenso, riporta
terra vista con gli occhi di un uomo
alla mente gli agrumi nonché
L’intera zona è caratterizzata da
che per tanti anni ha fotografato
i frutti gialli e tropicali ancora
clima mediterraneo montano,
il mondo nei suoi aspetti più veri,
fragranti unitamente a note
vale a dire da estati relativamente
hanno portato Antonio Caggiano
floreali sia bianche che gialle.
miti e inverni rigidi con escursioni
a fondare, agli inizi degli anni ’90,
Il tempo – amico dei grandi vini
termiche molto pronunciate nel
una propria Azienda vitivinicola
– consente alle eleganti note
periodo tra luglio e settembre. La
a Taurasi. Cantine scavate nella
minerali e a lievi ricordi di erbe
media annuale delle temperature
roccia, capaci di coniugare
officinali di completare il già
è normalmente compresa fra gli 11
il fascino della tradizione con
complesso panorama olfattivo.
e i 13°C. Le precipitazioni annue
il meglio delle innovazioni
In bocca, rivela subito grande
complessive si attestano intorno ai
enologiche degli ultimi decenni,
stoffa grazie alla marcatissima
1.100mm totali delle quali circa il
per dar vita a prodotti capaci di
sapidità e alla tagliente freschezza
70% è concentrato tra autunno e
raccontare il territorio valorizzando
felicemente equilibrate da un
inverno mentre solo il 6% si verifica
i vitigni tradizionali proprio là dove
corpo reso rotondo dall’evidente
durante l’estate.
sono in grado di esprimere le loro
presenza glicerica; di grande
migliori caratteristiche.
piacevolezza il fin di bocca e più
Da giovane il Fiano di Avellino
Oggi al timone dell’Azienda siede
che soddisfacente la persistenza
Docg si mostra, come è lecito
il figlio Giuseppe che, sempre
si mostra ancora giovane ma con
attendersi, di colore giallo
con ausilio dell’esperienza, della
le giuste caratteristiche per poter
verdolino ma è con il passare degli
passione e dell’aiuto di Giovanni,
crescere negli anni
anni cha assume il colore giallo
continua il percorso di conoscenza
luminoso che lo caratterizza.
e valorizzazione dei grandi vitigni
2010
In gioventù il Fiano Docg si
irpini.
Ecco il Fiano! Questo il primo
caratterizzati dalla presenza di
bicchiere quasi illuminandolo.
caratterizza per un profilo
pensiero mentre vedevo versare
sensoriale dominato dalle note
questo vino che, nel bicchiere, si mostrava di un colore dorato
e nocciola; meno espresse, pur
Béchar Fiano d’Avellino Docg
se ovviamente presenti e ben
Questo vino è ottenuto da uve
fascino. Il naso, anche in questo
percepibili, sono le note floreali.
prodotte nei vigneti di Lapio – nel
caso decisamente fine e intenso,
È importante sottolineare che
cuore della zona più vocata per
è ormai decisamente connotato da
proprio la nocciola tende ad
la produzione di questo grande
note di pietra focaia e idrocarburo,
essere il descrittore più tipico
bianco – siti a circa 400m di quota
sostenute e impreziosite da sentori
della fasi giovanili di questo vino,
su suoli argilloso - calcarei con
di nocciola tostata e pompelmo
differenziandolo profondamente
esposizione a sud-ovest.
giallo; sono ancora, inoltre, ben
da altri due importanti vini campani
Prodotto interamente in
percepibili i profumi di fiori gialli
quali il Greco di Tufo Docg e
acciaio, questo vino trascorre
a cui si aggiungono lievi note
la Falanghina del Sannio Doc.
in vetro almeno tre mesi dopo
balsamiche. In bocca rivela una
di miele, vaniglia, mela, ananas
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Il Sommelier n. 1 / 2015
carico e cristallino di grande
grande stoffa e una beva molto
molto mature, oltre che di sentori
recentissima monografia utilizza
piacevole, risultando ancora
di miele e della sempre presente
come primo nome Mazuelo,
fresco e molto sapido e, nel
nocciola tostata. In bocca colpisce
a rimarcarne la chiara origine
contempo, di grande equilibrio, in
per la giovanile irruenza – pur
spagnola, nella provincia
virtù dell’ottimo corpo e della sua
se equilibrata dalla raggiunta
d’Aragona; attualmente è coltivato
elegante morbidezza. Il retrogusto
maturità – dovuta alla freschezza
nei cinque continenti.
regala note fini di miele sostenute
ancora nervosa – ancor più che
Nonostante la sua indiscutibile
dagli evidenti sentori minerali e
nel precedente assaggio - e alla
importanza, poco è noto sulle
balsamici che persistono a lungo a
marcata sapidità. La chiusa è
sue parentele, anche se nuovi
fine degustazione.
connotata dall’eleganza della nota
studi lo collocano in relazione con
fumé che porta i nostri pensieri ai
il Traminer tramite il Sauvignon
2007
fumi di torba scozzesi nonché dalle
blanc e il Cabernet sauvignon.
Sette vendemmie sono trascorse
tipiche sensazioni tostate.
Recentemente, è stato messo in
da quando questo Fiano ha visto la
sinonimia con il Bovale grande
luce. Oggi, fin dal primo sguardo,
(o di Spagna) finora, al contrario, ritenuto sinonimo della Tintilia nera.
riempire il bicchiere con il proprio
Il Carignano del Sulcis Doc: il rosso dono del Mediterraneo
luminoso colore dorato carico a
72 nomi: ecco quanti sono
nelle province di Carbonia-Iglesias
preannunciare un vino ancora in
i sinonimi riportati dal Vitis
e di Cagliari e i vigneti iscritti
grado di stupire. Le aspettative,
International Variety Catalogue
all’Albo, allevati esclusivamente ad
infatti, non sono certo deluse
sotto la voce Carignan noir.
alberello e alberello appoggiato
quando, avvicinato il bicchiere al
Nomi di chiara origine italiana si
se destinati alla tipologia
naso, siamo inizialmente avvolti
alternano ad altri, in grandissima
Superiore, occupano le porzioni
dalle eleganti note di idrocarburo,
parte francesi e spagnoli, tanto
più vocate di questo territorio
questa volta decisamente più fumé
da rendere difficile perfino capire
sempre al di sotto dei 400m di
rispetto ai più giovani assaggi
quale debba essere il suo nome
quota; nella Denominazione sono
precedenti; una breve rotazione e
ufficiale: ad esempio, una delle
comprese le isole di San Pietro
il panorama olfattivo si arricchisce
maggiori ampelografe mondiali
e Sant’Antioco, quest’ultima di
nuovamente di note agrumate
– Jancis Robinson – in una sua
origine prevalentemente vulcanica.
mostra tutta la propria non sopita energia giovanile. Eccolo infatti
In Sardegna, la Doc Carignano del Sulcis, è interamente compresa
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
“Ri Da Roca” medaglia d’oro alla Douja d’Or
“R
i Da Roca” opera nel Roero, da poco nominato dall’UNE- di 24 mesi che gli conferisce profumi e sapori inconfondibili che lo SCO patrimonio dell’umanità, uno dei più suggestivi e rendono un vino elegante e apprezzato da tutti. pittoreschi paesaggi al confine con la Langa e l’Astigiano. L’azienda, ancora a conduzione famigliare, produce eccellenti vini coniugando perfettamente tecnologia e tradizione. Dai pregiati vigneti dell’Azienda Agricola “Ri Da Roca”, viene proposta un’ampia selezione di vini, i profumati bianchi, Roero Arneis D.O.C.G., Langhe Favorita D.O.C., e i vellutati rossi, Roero D.O.C.G., Langhe Nebbiolo D.O.C., Barbera d’Asti D.O.C.G. e Barbera d’Alba D.O.C.. Alla 42° edizione del concorso enologico nazionale “Douja d’Or”, svoltasi nel AZ. AGR. “RI DA ROCA” di LUIGI RABINO 2014, l’azienda ha conseguito la medaglia d’oro per quello che è il - SAN DAMIANO D’ASTI (AT) loro vino più rappresentativo, il Roero. Prodotto dal vitigno Nebbio- Frazione Valdoisa 66/SP58a 83 Il Sommelier Il Sommelier n. 2 1 / 2014 2015 n. 2 / 2014 83 lo, padre dei più nobili vini piemontesi, subisce un invecchiamento Tel. 0141983897 - www.ridaroca.it - info@ridaroca.it
Il Sulcis rappresenta un tipico
Il clima è di tipo mediterraneo
viticoltura dell’area, è rivestita dai
ambiente costiero evoluto su un
sub-continentale, caratterizzato da
venti carichi di salsedine.
substrato di sedimenti litoranei
temperature medie annue molto
Il Carignano non viene citato tra
e di retro spiaggia, derivati
vicine ai 17°C, con una piovosità
dallo smantellamento di rocce
che spesso non raggiunge i 600
metamorfiche a oriente e calcareo-
mm di pioggia annua. Un ruolo
dolomitiche a meridione.
importante nel clima, e nella
i vitigni coltivati nell’Isola sino al 1946, quando viene riportata la presenza di questa varietà nei nuovi vigneti postfillosserici; nonostante la sua recente introduzione sull’Isola, il Carignano è stato oggetto di una rapida espansione tanto che, nel 2009, già occupava ben 1860ha, l’89% dei quali nel Sulcis. È degna di nota la presenza di vigneti a piè franco, in virtù della tessitura sabbiosa dei suoli.
Cantina Santadi Era il 1960 quando un gruppo di produttori di uva del Sulcis decise, con l’aiuto di un Ente della Regione Sardegna, di dare vita a questa cantina con lo scopo di trasformare le proprie uve. Gli anni passarono e la produzione si spostò sempre più verso vini di alta qualità, tanto da iniziare, verso la metà degli anni ’70, una collaborazione con Giacomo Tachis: fu proprio grazie al suo contributo che nacque il Terre Brune.
Terre Brune - Carignano del Sulcis Superiore Doc Questo vino è prodotto da uve Carignano (95%) e Bovaleddu - cioè Graciano (5%) - allevate ad alberello presso Porto Pino, in provincia di CarboniaIglesias; le uve utilizzate per la sua produzione, ancora oggi, provengono da vigne a piè franco grazie alla sabbia su cui vengono coltivate. In cantina, la
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Il Sommelier n. 1 / 2015
sua maturazione in barriques si
degna di rilievo la persistenza e di
millennio, il Terre Brune 2001
protrae fino a circa 18 mesi per
grande piacevolezza il fin di bocca.
sembra, fin dall’esame visivo, più giovane del precedente,
essere seguita da un affinamento in bottiglia di almeno un anno prima
2006
mostrandosi di un color granato un
della commercializzazione.
Il colore granato intenso di questo
po’ meno intenso ma più luminoso.
vino ci ricorda che quattro anni
Il naso è elegante, intrigante e ben
2010
ci separano dal precedente
espresso: si caratterizza, oltre che
Questo Terre Brune, dal bel
assaggio. Il naso, inizialmente
per il frutto rosso maturo, per le
colore rubino intenso, rivela
chiuso, si apre a seguito del felice
note balsamiche impreziosite da
immediatamente il proprio
incontro fra vino e ossigeno,
profumi di potpourri di fiori rossi,
atavico legame col Mediterraneo
connotandosi di profumi scuri che
spezie dolci ed erbe officinali. Il
regalandoci profumi di macchia
riportano alla china, alla ciliegia
tempo rende il bouquet di questo
mediterranea, erbe aromatiche
matura nonché alla confettura di
vino ancora più complesso,
ed eleganti note agrumate e di
mora e prugna. Il tempo continua a
permettendoci di apprezzare
spezie dolci. Questi fini sentori si
trascorrere ed il vino a concedersi:
sentori di tabacco, liquirizia,
sommano armoniosamente con
il panorama olfattivo si arricchisce
cioccolato unitamente a ricordi di
gli immancabili sentori di frutta
così di note di sottobosco e spezie
china. All’assaggio le sensazioni
rossa e nera arricchiti da note
dolci. Al gusto è pieno, ampio,
– e le emozioni – si rincorrono e
tostate, che riportano al cacao,
compiuto, di gran corpo e ottima
sovrappongono: l’ingresso è ampio
e dai primi sentori di tabacco. In
armonia; i tannini sono eleganti e
e armonico, il corpo robusto è
bocca colpisce per ampiezza,
la persistenza decisamente degna
sorretto da una spalla acida ancora
armonia ed eleganza: il tannino,
di nota.
indomita e da un tannino preciso e vellutato; il finale è lungo, pulito,
molto fine e avvolgente, sostiene il corpo importante e rotondo, aiutato
2001
succoso e sapido. Un grande vino
dall’evidente freschezza e da una
Considerata l’annata migliore di
figlio del calore di questa terra
spiccata sapidità; decisamente
questo primo scorcio di terzo
magnifica.
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
Ligabue Class Reggiano Lambrusco Dop 2014 Cantina Sociale Di Gualteri
B
uon sangue non mente! È proprio il caso di dirlo per il Lambrusco Reggiano Doc Ligabue Class 2014 della Cantina Sociale di Gualtieri. Il vino di punta dedicato al grande pittore di casa Antonio Ligabue, di cui proprio quest’anno si festeggerà il 50° anniversario dalla morte con una serie di eventi che vedranno coinvolta anche la Cantina, si riconferma un’etichetta di gran classe: un’ottima interpretazione del territorio, in grado di coniugare intensità e raffinatezza con una sorprendente ricercatezza di profumi e sapori fruttati. Spuma ricca e delicata, grande bevibilità, grande equilibrio e un finale fresco e piacevole sono i tratti più convincenti di questo lambrusco, destinato a primeggiare nella sua categoria dopo
gli importanti riconoscimenti ottenuti nei concorsi e sulle guide di settore. Ideale da gustare con paste ripiene, stupisce anche con preparazioni più complesse come anatra all’arancio e arrosti. Cantina Sociale di Gualtieri Via San Giovanni, 25 - 42044 Gualtieri (RE) Tel. 0522.828161/828579 85 Il Sommelier Il Sommelier n. 2 1 / 2014 2015 n. 2 / 2014 85 www.cantinasocialegualtieri.it - info@cantinasocialegualtieri.it
Notizia inviata da Nadia Salvador della Delegazione FISAR PORTOGRUARO LISON
CENA DEGLI AUGURI FISAR PORTOGRUARO E CONSEGNA ATTESTATI
M
emorabile serata
a noi dedicata. Nell’attesa di tutti
all’insegna dell’amicizia e
ci ha accolto un aperitivo a buffet
condivisione di una grande
con “schie” e verdurine fritte con
passione:il vino! Con l’occasione di
polentina tenera accompagnato da
scambiarci gli auguri di Natale sono
metodo Classico sloveno Bjana. A
stati consegnati gli attestati di 1
seguire Carpaccio di Branzino con
livello. Questa volta il nostro socio,
insalatina di Avocado e Bjana Brut
amico e grande chef Luca Faraon
- Polipo con patate e Pomodorini
ha superato sé stesso con un menu
e MetodoClassico Raboso Nesio
di pesce superlativo, ospiti nel suo
Casa Roma – Risotto al Branzino
ristorante Il Carro a Duna Verde
con salsa al vino bianco e Sauvignon
Caorle in una sala completamente
Tenuta Pinni - Tagliolini alle Canoce e
Trancio di Ombrina in crosta di erbe aromatiche con tortino di Patate e Lison Doc La Zerbaia Walter Nardin 12 mesi in barrique. Per finire una torta spettacolare con logo Fisar in zucchero e cioccolato dalle mani di Luca anche maitre chocolatier abbinato a Moscato Saracco 2014. I vini serviti dai ns sommelier Antonio Piasentin e Fedora Zoccarato e spiegati di volta in volta dal delegato Luigi Franco e da Nadia Salvador si sono dimostrati pienamente all’altezza dei piatti creando in bocca una piacevole armonia. Quanti sorrisi, quanto buonumore e andando qua e là tra gli ospiti il filo conduttore della serata sempre lui: il vino nelle sue mille sfumature (e non di grigio!) Per finire a sorpresa il nostro delegato Luigi Franco ha omaggiato tutti i membri del consiglio con dell’ottimo Riso Nero di Lomellina della Tenuta San Giovanni invitandoci a creare una ricetta con un vino abbinato, vedremo cosa ne uscirà!!!
Notizia inviata da Filippo Terenzi della Delegazione FISAR Roma e Castelli Romani
Consegna diplomi a Velletri
S
erata di festa per la consegna dei diplomi ai primi sommelier Fisar completamente formati a Velletri presso la Cantina Sperimentale dalla Delegazione di Roma e Castelli Romani. La nostra delegazione ha accolto alla FISAR ben 23 nuovi sommelier che d’ora in poi potranno fare della propria passione anche un lavoro. La cena di consegna dei diplomi, tenutasi presso il ristorante Casale 86
Il Sommelier n. 1 / 2015
della Regina di Velletri, è stata soprattutto una festa visto lo spirito che ha unito questa prima classe di sommelier formatisi a Velletri. Non si ferma comunque qui il lavoro della Fisar a Velletri visto che è già partito un nuovo corso di primo livello, sono in programma degustazioni a tema. Dal corso tenuto a Velletri sono entrati nella grande famiglia della FISAR: Vittorio Bagaglini, Tania Cesaroni, Fabio Ciarla,
Gianni Ciavardini, Roberto Dominizi, Giuseppe Duci, Sabrina Fiacchi, Gabriele Gasbarri, Marco Guidi, Ilse Just, Angela Maglione, Francesca Marinelli, Matteo Mele, Ernesto Mellone, Francesco Montecuollo, Andrea Palma, Antonella Palumbo, Angelo Paolicelli, Eduart Pashuku, Rina Pennacchini, Roberto Pollari, Giuseppe Rori e Maria Cecilia Serra. Auguri a tutti.
Notizia inviata da PAOLA CAPPELLINI della Delegazione FISAR PRATO
CoNSEGNA ATTESTATI A PRATO
B
ella serata Martedì 10 Febbraio 2015 al Ristorante “ DA DELFINA”che ha riunito i partecipanti ai 2 corsi di primo 1° livello per Sommelier, svoltisi contemporaneamente uno a Prato e l’altro a Carmignano, Un bell’impegno per la nostra Delegazione ma anche grande soddisfazione. I 57 corsisti hanno partecipato alle lezioni con interesse e curiosità ed hanno dimostrato entusiasmo per le iniziative della Delegazione. Il Ristorante dove si è svolta la cena si trova nel borgo di Artimino nel comune di Carmignano, in un luogo ricco di storia e di antica vocazione
viticola, e deve la sua nascita al coraggio imprenditoriale di “nonna Delfina” che negli anni quaranta iniziò con il preparare desinari per i cacciatori nella sua casa. Sul finire degli anni cinquanta, con l’avvento dei primi turisti, comincia un successo crescente per cui la casa si trasforma in una trattoria e poi in un quotato ristorante frequentato da personaggi famosi e menzionato nelle più importanti riviste gastronomiche. Deliziose crocchette di manzo ed una farinata di cavolo nero serviti con Blanquette de Limoux hanno dato inizio alla cena. Poi il primo, un delicato risotto ai porri
e Castelmagno, abbinato ad un Verdicchio dei Castelli di Jesi 2013 dell’Azienda Colonnara. A seguirie la “Braciola della nonna in inzimino” gustosa specialità accompagnata da un Sangiovese in purezza al governo toscano 2013 dell’Azienda San Leonino. Per finire gelato con salse alla frutta e Ghirighio dolce tipico fatto con farina di castagne. Il servizio è stato assicurato dai Sommelier Fabrizio Fabbri, Luigi Scarpellini e Alessio Vitale. Alla fine consegna degli attestati da parte dei due Direttori di Corso Monalda Cerfeda e Simona Orlandi e foto gruppo tra gli applausi.
Il Sommelier n. 1 / 2015
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Notizia inviata da Laura Grossi della Delegazione FISAR di Milano
DEGUSTAZIONE SUPERTUSCANS A MILANO
È
stato un eccezionale viaggio alla scoperta dei Supertuscans quello organizzato da FISAR Milano lo scorso 28 novembre con una degustazione speciale magistralmente guidata dall’enologo Giampaolo Zuliani del Centro Tecnico Fisar. Dopo un’approfondita introduzione sulle origini del neologismo coniato dalla stampa anglofona negli anni ’70 che identifica il nuovo “Rinascimento del vino italiano” a cui i Supertoscani fecero da traino e una contestualizzazione del fenomeno che si evolse di pari passo in due zone strategiche della Toscana, Chianti e Bolgheri, abbiamo avuto l’onore di degustare alcuni dei più significativi vini che esprimono al meglio la complessità e la portata di quella che fu definita la “new wave vitivinicola italiana”. La nostra degustazione orizzontale ha, infatti, previsto l’assaggio di 5 vini dell’annata 2001 (una delle migliori annate degli ultimi vent’anni) con i primi 2 vini, Vigorello e Le Pergole
Torte, quali esempi di Supertoscani
il primo vino Italiano ad affermarsi
prodotti nella zona Chiantigiana;
con successo all’estero diventando
mentre i seguenti 3 vini, Paleo, Ornellaia e Sassicaia, prodotti nei pressi di Bolgheri. Dal Vigorello, che
il capostipite di questa nuova famiglia di vini italiani, nonché
rappresentò il primissimo tentativo di
uno dei più ricercati nel mondo.
vinificare solo vitigni a bacca rossa
Ufficialmente consacrati dalla critica
(in netta controtendenza rispetto
anglosassone, i Supertuscans,
alla usanza chiantigiana dell’epoca) e che quindi può essere a tutti gli effetti considerato il precursore
da qui in avanti saranno, infatti, apprezzati in tutto il mondo e
dei Supertuscans, siamo quindi
competeranno, a testa alta, con i più
arrivati al celebre Sassicaia che fu
stimati vini esteri.
Notizia inviata da Gianni Longoni della Delegazione FISAR Milano
FISAR MILANO, UN 2014 DA FESTEGGIARE
L
a fine del 2014 segna per
proponga cultura e socialità.
conoscenza.
la nostra Delegazione
Ebbene, la Delegazione ha
Nell’ultimo anno ha organizzato
un traguardo davvero
accettato con entusiasmo questa
numerosi corsi: 3 di primo livello,
importante.
sfida e, nonostante una situazione
3 di secondo e 2 di terzo, oltre a
Milano è una realtà ricca di
generale del Paese piuttosto
3 mini corsi, per un totale di quasi
opportunità ma anche densa
complicata, è riuscita prima a
300 corsisti coinvolti, e già arrivano
di proposte per ogni esigenza;
suscitare, e poi a raccogliere,
le adesioni per i corsi di primavera!
rappresenta quindi una piazza
l’interesse per il mondo del vino
Questo significa che si sta
molto difficile per chiunque
e la voglia di approfondirne la
affermando lo “stile” FISAR, fatto
88
Il Sommelier n. 1 / 2015
di corsi a numero limitato, per dedicare ad ognuno la giusta attenzione, così da costruire quella community di coinvolgimento in numerose iniziative e approfondimento dei diversi temi, che rappresenta il nucleo fondante della grande famiglia FISAR. La pazienza e la qualità pagano: di questo va dato merito a un nucleo di soci appassionati che collaborano attivamente e all’uso di strumenti adeguati, in primo luogo un sito internet costantemente aggiornato (180.000 visitatori nel 2014), dal quale derivano newsletter e mail personalizzate che formano la
strategia di comunicazione e
sempre meglio il nostro lavoro ed
di fidelizzazione dei soci FISAR
i risultati che man mano otteniamo
Milano.
ci riempiono di soddisfazione,
Ben consapevoli che si può
oltre a darci un buon motivo per
sempre migliorare, abbiamo
festeggiare e soprattutto brindare
cercato e stiamo cercando di fare
al nuovo anno!
Notizia inviata da Roberto Donadini della Delegazione FISAR TREVISO
Fisar Treviso festeggia i neo Sommelier
S
i è svolta lo scorso gennaio, in un’atmosfera di festa, la consegna di 34 diplomi ai neo Sommelier della Fisar Delegazione di Treviso, a fare da sfondo alla cerimonia è stata la sala medioevale di Castelbrando a Cison di Valmarino. La consegna dei diplomi rappresenta il punto d’arrivo di un lungo percorso
di alta formazione, suddiviso in tre livelli, che presuppone il superamento di una serie di impegnativi esami, teorici e di degustazione, durante i quali gli aspiranti devono dare prova di aver acquisito la sensibilità e le conoscenze necessarie per vedersi riconosciuto il titolo di sommelier professionale.
Ai neo Sommelier: Giuliano Andreatta, Thomas Baldasso, Bortolotto Luisa, Dario Buoro, Sonia Camillo, Mauro Carniel, Emidio Corbetta, Fabio Cosentino, Gilberta Cuch, Enrico Dal Bianco, Lara De Anna, Jean Michel De Bortoli, Cristina Dorigo, Enrico Dota, Daniela Fantin, Mario Giampetruzzi, Michele Laurito, Andrea Maman, Mauro Narder, Roberto Orsillo, Giulia Ortolan, Irene Patruno, Arrigo Piana, Marina Pizzol, Leonardo Sonego, Anna Rita Speranza, Diana Spinelli, Valentina Tommasini, Fabrizio Torazza, Cinzia Valle, Lamberto Zanardo, Chiara Zanco, Orietta Zilli, Vladimira Chrastova. Il delegato Roberto Donadini augura ai nei diplomati ogni successo come ambasciatori del buon bere, ruolo chiave nella valorizzazione delle tante eccellenze enologiche che il mondo ci invidia. Il Sommelier n. 1 / 2015
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Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione FISAR Pisa e Litorale
Festa degli auguri a Vicopisano
U
n riuscito ritorno al ristorante “La Rocca” di Vicopisano in occasione della tradizionale festa degli Auguri organizzata da Liana Benini per la FISAR di Pisa e Litorale. Si è iniziato con il calice di benvenuto Spumante Brut, Gran Cuvée di Mastio Loggia con buffet di bocconcini caldi: pasta fritta, verdure fritte e pizzette variegate della casa. Quindi il sommelier FISAR Lorenzo Mariotti, coadiuvato da Andrea Somigli, ha introdotto la scelta degli abbinamenti con soddisfacenti e pertinenti spiegazioni. All’assortito antipasto di Crostini di fegato di pollo e Polenta fritta con funghi porcini, di prosciutto Pratomagno e Salame spagnolo con assaggio di pappa al pomodoro è stato abbinato il Chianti Superiore Santa Cristina di Antinori, che ha accompagnato anche le successive Pappardelle alla lepre risultando vincente. Con le Troffie alla cinta senese e radicchio amaro è stato servito il Nemorino
di Giusti e Zanza, Sirah con poco
con crema al Calvados bagnato da
Sangiovese e Merlot, annata 2013
un Moscato d’Asti di Prunotto.
e barricato, assai persistente e
Al termine il delegato Mariacristina
dai tannini prevalenti che ben
Messina ha ringraziato i bravissimi
legavano col radicchio. Sulla
Sommeliers, Liana Benini, la
Tagliata toscana con riduzione
Brigata di cucina ed il Rango di
di Brunello e contorno di patate
sevizio per la gradevole serata
arrosto e rucola non poteva
chiamando ai meritati applausi gli
mancare il Veneroso della Tenuta
chef Sira Nencioni e Tiziano Redini
di Ghizzano, re della serata, Gran
e il capo sala Vincenzo Riccio.
Cru del 2010, 13,5 gradi, 70%
Al momento del congedo è stato
Sangiovese e restante Cabernet
offerto alle rappresentanti del
Sauvignon. La cena è terminata
gentil sesso un grazioso cadeau
con un ottimo Tortino di castagne
confezionato da Barbara Poli.
Notizia inviata da Francesca Gallerini della Delegazione FISAR Pontedera-Valdera
PIACEREDIVINO 2015
2
a
edizione di
PiacerDiVino, un team di persone
la conoscenza della cultura
PiacereDiVino svolta
affiatatissime, appassionate di vino
enogastronomica del nostro
il 22 Febbraio 2015 al
e di buona cucina.
territorio e non solo.
Blackline di Bientina, organizzata
PiacerDiVino è il salone
Un’esperienza degustativa che
da Fisar Pontedera-Valdera
enogastronomico della provincia
ha come punto di partenza
in collaborazione con Eventi
di Pisa con l’obiettivo di ampliare
l’incontro diretto tra produttore
90
Il Sommelier n. 1 / 2015
e consumatore, sommelier e semplici appasionati e chissà, futuri soci Fisar. PiacerDiVino 2015, 300mq di spazio espositivo, 170 euro di montepremi in palio, 50 produttori disposti su 3 aree con 5 laboratori tematici tra vino, birra e cibo; oltre 400 visitatori, tra cui appassionati, giornalisti, tv, radio, blogger. Questi sono i numeri di questa edizione che si è conclusa con risultati che vanno al di là di ogni rosea aspettativa. La soddisfazione più grande non sono i numeri: è
complimenti ricevuti dai produttori,
edizione, La delegazione di
l’aver visto le persone partecipare
questo è lo spirito Fisar che ci
Pontedera-Valdera ringrazia tutti
piacevolmente all’evento, i tanti
rappresenta. Pronti per la prossima
per il grande lavoro svolto.
Notizia inviata da Gino Luigi Rosset della Delegazione FISAR Pordenone
PORDENONE FESTEGGIA I NUOVI SOMMELIER
D
omenica 1 febbraio ore 13:00 tutti a pranzo presso l’Eurohotel **** Palace di Maniago (Pn) per festeggiare i nuovi Sommelier di Pordenone. L’ambiente raffinato, la mise en place impeccabile, il menù a base di pesce con il taglio a vista del gran polipo e gli ottimi vini scelti per l’occasione hanno fatto da cornice a una splendida giornata di festa. Ospiti d’onore Luisella Rubin, Consigliere nazionale e Coordinatrice FISARINROSA e Giampiero Rorato noto giornalista, scrittore e apprezzato Relatore FISAR. I veri festeggiati ovviamente erano i nuovi Sommelier di cui si elencano i nomi: Andrea Buffolo, Mirco De Nardi, Anila Dibra, Sonia Mazzoli, Daniele Meneghin, Alessandra Miniutti, Simone Peloi, Lisa
Piccoli, Sabrina Poletto, Riccardo Polo Pardise, Anna Scorza e Alex Vicenzini. Il momento più emozionante pero è stato durante il rito della consegna degli attestati di qualifica, effettuata dal Direttore del Corso Giordano Bazzo, quando hanno ricevuto il sospirato Tastevin da parte del Delegato
Gino Luigi Rosset e da Luisella Rubin. Una splendida giornata che sicuramente ricorderanno a lungo. Un particolare ringraziamento va rivolto a tutti quelli che hanno contribuito all’ottima riuscita della giornata e non per ultimo ai Sommelier che hanno eseguito un impeccabile servizio. Il Sommelier n. 1 / 2015
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Notizia inviata da Graziella De Anna della Delegazione FISAR di Pordenone
Un perfetto connubio tra “Cucina Giordana” e un “Friulano dei Colli Orientali”
A
i nostri tempi siamo bombardati da tante rubriche culinarie, guide
gastronomiche, trasmissioni televisive in cui chef stellati insegnano come abbinare i ricci di mare alla cioccolata… o la salsiccia ai marron glacé … tant’è che qualche volta c’è il rischio di perdere tradizioni e buon gusto. Ed è così che noi fisariani, in questo panorama gastronomico, curiosi come sempre nel provare quella tal specialità da abbinare a un buon vino, abbiamo accolto la proposta del ristorante “Da Issa” a Cavasso Nuovo (Pn), per assaporare la “Cucina Giordana” accompagnata da vini del nostro territorio, il Friuli. L’ambiente è particolare, l’accoglienza speciale, i cibi curati sono accompagnati da una grande presentazione e competenza dal titolare stesso “Issa Gweinat” che ha un grande amore e passione per la sua terra di origine. La Cucina Giordana che ha origini beduine e fa parte dell’eredità culinaria araba non prevede vino, solo acqua o the, ed è per questo che il nostro gruppo Fisar ha pensato bene di portarsi dei vini in abbinamento. La cena ha avuto inizio con una grande varietà di antipasti (mezzeh) ricchi di verdure e legumi
Precisazioni
accompagnati da meravigliose salse speziate, il tutto gustato con la “Pita” pane arabo sia piatto sia rotondo con i vari vini Traminer aromatico, Sauvignon, Chardonnay. Dopo un’infinità di antipasti ai quali ci siamo impegnati a trovare il giusto abbinamento ecco arrivare il piatto forte in una coreografia straordinaria, degno di un grande Chef, l’agnello cotto al forno con erbe aromatiche e numerose e saporite verdurine adagiato su riso speziato. E qui l’abbinamento perfetto, un “Friulano” dei Colli Orientali il “Myo”, un vino profumato, strutturato e allo stesso
tempo fresco e sapido. Per ultimo il preziosissimo dolce alle mandorle, miele, noci e pistacchi accompagnato dal caffè aromatizzato al cardamomo “L’Ambrosia”. Il Delegato Gino Luigi Rosset in nome del Consiglio e dei partecipanti nel consegnare una targa del buon ricordo ha ringraziato “Issa” e la moglie Luciana di averci accolto come ospiti di riguardo, regalandoci con la loro professionalità e simpatia, profumi e gusti inconsueti ma coinvolgenti. Una serata indimenticabile… da ripetere.
Nel numero 4/2014 a pag. 34 è stato erroneamente riportato il Garganega quale vitigno principale del Colli Euganei “Fiori d’Arancio”. Il vitigno principale è il Moscato Giallo. Ci scusiamo con i lettori. Sempre nel numero 4/2014 a pag. 17 a rettifica si precisa che “il decreto del Mipaaf del 13/08/2012 anticipa la commercializzazione dal 6 novembre al 30 ottobre indicando che il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell'uva intera deve riguardare almeno il 40% del vino” 92
Il Sommelier n. 1 / 2015
Notizia inviata da Patrizia Loiola Consigliere della Delegazione FISAR San Donà di Piave
Fisar va in scena per l’inaugurazione del nuovo Teatro Metropolitano Astra
U
na squadra di sommelier
alla nostra delegazione: un evento
della nostra Delegazione,
storico, dopo 12 anni di chiusura
guidata dal caposervizi
a San Donà di Piave ha riaperto
Marco Muletto con la supervisione
lo storico teatro. Un capolavoro di
della Consigliera Patrizia Loiola, ha
architettura moderna, realizzato
avuto l’onore di partecipare, con un
dell’archistar Goncalo Byrne, padre
servizio a buffet, all’inaugurazione
del Museo National di Lisbona.
del nuovo Teatro Metropolitano
Domenica 21 dicembre alle 16.30
Astra della città che dà il nome
si è alzato il sipario sul nuovo
teatro cittadino, che sorge sulle ceneri storiche dell’ottocentesco Teatro Sociale, distrutto durante la Grande Guerra e rinato nel 1921 nell’attuale collocazione come Teatro Moderno, poi Teatro Verdi, distrutto ancora nella Seconda Guerra Mondiale e risorto nel 1951 come Cinema Teatro Astra. Il concerto inaugurale ha visto la partecipazione dell’orchestra Gran Teatro della Fenice. I nostri sommelier hanno fatto fronte con professionalità alle 490 persone intervenute alla prima con il tutto esaurito, per il brindisi inaugurale alla presenza del sindaco Andrea Cereser, della Presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e della Ministra per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta. Brindisi a base di prosecco e buffet della tradizione locale offerto dallo storico ristoratore cittadino Nicola Boschin dell’Antica Trattoria da Nicola.
Notizia inviata da Flavio Nuti della Delegazione FISAR Volterra
UNA ECCEZIONALE DEGUSTAZIONE DI GRANDI VINI PIEMONTESI
S
i è svolta in dicembre
rivista trimestrale della Fisar “il
appartenute alla riserva di Giovanni
presso l’Hotel Le Fonti una
sommelier”appunto. Piemontese di
Agnelli nelle cantine di quel
degustazione di grandi
nascita e cultura e appassionato
castello di Francia a Bodeaux fra i
annate di vini Piemontesi . A
collezionista di etichette di grande
più prestigiosi al mondo Château
presentarla è stato proprio il dott.
prestigio ci ha voluto donare
Margaux. Una suggestione aprire
Rabachino Roberto, alcuni mesi
una serata indimenticabile nella
e decantare le due annate di
fa insignito del premio letterario
quale fra importanti produttori di
Barolo quasi di mezzo secolo
jarro in occasione di Volterragusto,
Nebbiolo, Barolo e Barbaresco
(vedi foto): - Barolo DOCG, annata
giornalista e presidente dell’ASA
sono spiccate due bottiglie
1970 di Giuseppe Pira, una riserva
(Stampa agroalimentare italiana)
particolari della collezione
speciale non in commercio nata
sommelier e direttore della
personale di Giuseppe Santo,
in memoria del fondatore ed il Il Sommelier n. 1 / 2015
93
Barolo DOCG, annata 1968 dei Marchesi di Barolo, quest’ultimo in particolare ancora integro nonostante il colore scarico e di una acidità ancora persistente
.Anche gli altri vini degustati ( per la cronaca - Nebbiolo d’ Alba DOC, annata 2009, “San Ponzio” di Gianni Gagliardo;Roero Riserva DOCG, annata 2010 “Sudisfà” di
Negro Angelo e Figli; Barbaresco DOCG, annata 2009, “Palazzina” di Montaribaldi e Barolo DOCG, annata 2007, “460” di Cascina Bric)sono stati all’altezza delle aspettative per qualità e struttura. Rabachino ha introdotto la degustazione facendo una breve storia dei vini piemontesi e come questi vini, prima di tutti gli altri, si sono fatti conoscere all’estero ed hanno fatto parlare della produzione Italiana nel mondo. Ha descritto con minuziosità le differenti denominazioni con cui il vitigno nebbiolo si è fatto conoscere e le zone di produzione. Dulcis in fundo un assaggio di Barolo chinato accompagnato ad una ottima sacher realizzata dal giovane pasticciere Duccio Gremigni .
Notizia inviata da Flavio Nuti della Delegazione FISAR Volterra
LA NONA EDIZIONE DELLE CENE GALEOTTE
I
naugurata in ottobre la nona edizione delle cene galeotte (www.cenegaleotte.it). La manifestazione è organizzata dall’Amministrazione penitenziaria in collaborazione con la Fisar delegazione storica di Volterra e dall’Unicoop Firenze. Patron di questa rassegna di beneficenza la direttrice dell’istituto Dott.ssa Maria Grazia Giampiccolo, socio onorario Fisar, che ha creduto in questo progetto che unisce solidarietà e finalità di riabilitazione per i detenuti del carcere. Infatti il ricavato di ogni cena viene donato per progetti umanitari e per situazioni di emergenza sociale. Ad oggi sono stati raccolti poco meno di 100.000 euro. Otto cene all’interno della
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Fortezza Medicea che ospita il carcere di Volterra realizzate dagli stessi detenuti, sotto la direzione di grandi chef, che si alternano in cucina e nel servizio di cameriere ai tavoli. Proprio in occasione dei 40 anni dalla Fondazione della Federazione, festeggiati a Volterra, 10 fra detenuti e agenti di custodia hanno sostenuto un corso di avvicinamento al vino ed oggi accompagnano il servizio dei vini insieme ai nostri sommelier. Risultato del progetto: trenta detenuti lavorano stabilmente in strutture di ristorazione e ricettive della città come cuochi, camerieri e sommelier e durante le cene effettuano il servizio dei vini a testimoniare, quindi, il fine anche rieducativo della pena e non solo repressivo. Questa edizione terminerà nel giugno 2015 e vedrà a partire dal mese di marzo quattro fra le più importanti firme del panorama ristorativo italiano: ROY CACERES (Ristorante Metamorfosi, Roma - venerdì 27 marzo), FILIPPO LA MANTIA (venerdì 17 aprile), ALESSANDRO DAL DEGAN (Ristorante La Tana, Asiago (VI) - venerdì 15 maggio) e CRISTINA BOWERMAN (Glass Hostaria, Roma - venerdì 26 giugno). Tra le aziende vinicole importanti che hanno offerto i loro vini abbiamo Le tenute Marchesi De Frescobaldi (vedi foto), Castello di Monsanto, Varramista, Cantine Leonardo e Badia di Morrona.
fis@r
news
®
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
la chiocciolina che informa
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Fisar Segreteria Nazionale @FISARsommelier
Notizia inviata da Cinzia Vanzan della Delegazione FISAR Venezia
F.I.S.A.R. VENEZIA CONSEGNA GLI ATTESTATI DI 3° LIVELLO
S
erata di gala al Ristorante “Da Odino” di Quarto d’Altino per i soci della delegazione di Venezia. Un raffinato menu rigorosamente di pesce ha scandito il ritmo di una serata iniziata con l’aperitivo in piedi: frizzanti bollicine accompagnate da gustosi stuzzichini; a seguire lo chef Valentina Pasini ha proposto piatti del territorio: antipasti di mare della cucina tipica veneziana, risotto ai frutti di mare, filetto di pesce al forno e frittura con polentina. La serata ha riunito i 2 corsi svoltisi rispettivamente a Venezia presso il “Ristorante Lounge Al Graspo De Ua” di Alessandro Mazzonetto e a Zelarino presso il “Centro Pastorale Cardinale G. Urbani”. Alla fine della cena hanno ricevuto attestato e taste-vin: Shkelqim Balliu, Romena Brugnerotto, Anna Cardin, Lorenza Li Donni, Elisa Lucano, Daniele Spezzamonte, Igor Vesco, Filippo Zammattio (Corso Venezia - DCSF Stefano Dal Corso)
e Stefano Aversa, Sabina Biasuzzo, Fabio Cabianca, Angela Callegaro, Lorenzo De Faveri, Andrea Forino, Enrico Lazzaretto, Giacomo Lorato, Milena Monici, Cristina Moretto, Andrea Passarella, Adriana Romagnolo, Donato Rosiello, Marco Sabbadin, Francesco Serafini (corso Mestre - DCSF Marco De Marchi). Esame superato positivamente anche per la corsista Cinzia Sargentini della Delegazione di Prato. Hanno ricevuto il
premio come migliori corsisti rispettivamente: per il corso di Venezia Anna Cardin e per il corso di Mestre Adriana Romagnolo. Per entrambe un cofanetto della Carpene’ Malvolti, storico sponsor di FISAR. Bravi tutti con una menzione aggiuntiva alle ragazze: …a Venezia le quote rosa sono una bellissima realtà!!! Il gruppo di neo sommelier nella foto di Marcello Longhino.
Notizia inviata da Cinzia Vanzan della Delegazione FISAR Venezia
F.I.S.A.R. VENEZIA visita le aziende Garbellotto e Bortolin
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isitare l’azienda Garbellotto significa ripercorrere la storia non solo dell’enologia italiana dal 1775, anno in cui l’azienda è nata, fino ad oggi, ma anche la storia del nord est italiano attraverso gli ultimi secoli. Sopra l’ingresso ci accoglie il motto: “Experientia, diligentia, honestas, in labore felicem dant exitum”. Piero Garbellotto, uno dei 3 figli di Pietro
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Il Sommelier n. 1 / 2015
e Gregoria ci fa da cicerone ed è veramente emozionante sentirlo raccontare ma soprattutto vedere il legno, dapprima accatastato nel magazzino-segheria, trasformarsi, per mezzo di un’arte tramandata nei secoli, in quelle botti che l’azienda esporta in tutto il mondo e dove ci capita molto spesso di vedere invecchiare il vino delle migliori cantine. Sono di Garbellotto
le botti più grandi del mondo; Iscritti nel Libro dei Guinnes dei Primati dapprima nel 2010 con “Magnifica” e successivamente, nel 2013, con “Romeo e Giulietta”; entrambe si trovano oggi in cantine della Valpolicella. Sorprendente vedere come le botti vengono assemblate e tostate con un grande fuoco acceso al loro interno. Infine due artigiani
dell’azienda le sigilleranno in modo ermetico facendosi chiudere al loro interno, dal quale emergeranno uscendo da un’unica minuscola apertura. Non un gioco di magia ma il frutto di secoli di lavoro. La ns giornata prosegue poi con la visita dell’azienda Bortolin Angelo dove abbiamo la possibilità di visitare le vigne, grazie anche ad una giornata di sole più estiva che di inizio autunno, e le cantine. A seguire degustazione dei vini prodotti dall’azienda. Alla fine tutti a concludere degnamente la giornata al Ristorante Casa Caldart gustando le specialità del posto. Nella foto il momento della chiusura della botte Garbellotto
Fotografia di Lucio Chiaranda
Notizia inviata da Emma Lami della Delegazione FISAR VALDICHIANA
A
lla cantina “DEI” di Montepulciano l’ultima lezione dei corsi di 1° e 2° livello per Sommelier della Delegazione Valdichiana. La visita, svoltasi nell’ambito delle attività di coinvolgimento e avvicinamento alla realtà del mondo del vino, ha portato i due gruppi di aspiranti sommelier a ritrovarsi, in periodi diversi, all’interno dell’Azienda di Caterina Dei che ci ha accolto
LA DELEGAZIONE VALDICHIANA IN VISITA ALLA CANTINA “DEI” personalmente e che gestisce le proprietà di famiglia con quell’amore per la terra ed i suoi vigneti, da fare come suo obiettivo principale quello di produrre vini eccellenti ed eleganti che rappresentino il terroir. La visita si è svolta prevalentemente all’interno della cantina che è stata realizzata completamente con il travertino le cui sfumature richiamano i colori dei terreni dai quali provengono le uve.
Dopo la visita ai vari ambienti, che ha costituito il percorso che l’uva compie dai vigneti alla bottiglia nel periodo della vendemmia e dopo…, non sono mancate le degustazioni dei prodotti aziendali: ROSSO DI MONTEPULCIANO 2013 DOC VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG 2011 VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO - Riserva BOSSONA DOCG 2008 SANCTA CATHARINA IGT 2009 Tutti vini che esprimono al meglio le qualità di quel vitigno unico che è il sangiovese che a Montepulciano prende il nome di Prugnolo Gentile, quel vitigno che grazie alla sua poliedricità nell’affinamento ci porta ad avere nei vini degustati dei prodotti di grande finezza e qualità, capaci di rappresentare al meglio il territorio. Il Sommelier n. 1 / 2015
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S E RV I
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I s.
r. l .
FIS
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La Fisar servizi srl è nata per volontà del Consiglio Nazionale della Fisar associazione, nell’anno 2005; ha per oggetto l’organizzazione, la realizzazione, la gestione di corsi, seminari e stage di ogni genere e grado sia in Italia che all’estero; la commercializzazione di materiale didattico ed editoriale. E proprio su quest’ultimo stiamo studiando delle strategie innovative di rilancio di tutto il materiale federativo che saremo lieti presentarvi dal prossimo numero.
coinvolgere unicità tastevin posizionamento spilla volantino comunicare matita smoking valori facebook calici foulard visibilità rilanci degustazione depliants cravatt� orologi sommelier shop on line sacchetto valigette termometro
totem
levatappi
innovazione
quaderno degustazione
Gran Ripasso del Sommelier
©
Programma ufficiale per la preparazione all’esame di sommelier F.I.S.A.R. ideato da V. FRABETTI
er li e m m o S i t an ir sp a i gl er p Un valido strumento ; e er en st o s a d i m a es i gl a e n io z nella prepara
i” at en ll a “ i s er en t a i at m lo p i per i Sommelier già d ! o in v l e d o d n o m l e n i at e aggiorn
Gran Ripasso del Sommelier è il programma ufficiale F.I.S.A.R. che aiuta gli aspiranti Sommelier negli esami da sostenere nei tre livelli di studio. Questo programma serve, effettuando i vari test, per apprendere quelle che possono essere le domande d'esame; ripassare le zone di produzione dei vari vini con quiz inerenti le D.O.C.G. e le D.O.C.; gli uvaggi; i tipi di allevamento; le pratiche di cantina; i vini "speciali"; i distillati; gli abbinamenti; la terminologia F.I.S.A.R. ecc. Per i Sommelier già diplomati, serve come ripasso su tutto quello che è il mondo del vino; e tenersi aggiornati sui nuovi disciplinari di produzione (Nuove D.O.C. e D.O.C.G.).
prezzi riservati ai soci FISAR per info segreteria.nazionale@fisar.com
Il CTN Comunica - di Davide Amadei
Fotografie di Davide Amadei e Lucio Chiaranda
Primo Corso per Degustatori Ufficiali Fisar Fortemente voluto da Fisar per qualificare al suo interno alcuni propri sommelier per rispondere alle crescenti richieste che provengono dal mondo dell’enogastronomia.
N
ei giorni 23-25 gennaio
seminario intensivo, con esame
della teoria della tecnica di
2015 si è svolto il primo
finale, sulla degustazione in tutte
degustazione. Vero Maestro è stato
Corso per Degustatori
le sue forme. È stato fortemente
il Prof. Vanino Negro, enologo,
Ufficiali Fisar (chiamato in breve
voluto da Fisar per qualificare al
docente universitario e membro
“DUF”), a Conegliano, nella sede
suo interno alcuni propri sommelier,
del CTN Fisar, che ha condotto
del Centro Interdipartimentale
soprattutto per rispondere alle
per mano gli allievi attraverso
per la Ricerca in Viticoltura ed
crescenti richieste che provengono
colori dei vini, profumi e aromi,
Enologia (C.I.R.V.E.) dell’Università
dal mondo dell’enogastronomia:
difetti e alterazioni, tannini e
di Padova.
membri di commissioni di concorsi
acidità, e quant’altro necessario
Ideato da Claudia Marinelli,
enologici, gruppi d’assaggio
a conoscere i segreti dell’esame
Davide Amadei e Davide Cecio,
per guide, organizzazione e
visivo, olfattivo e gustativo. Sabato
progettato con Silvio Dalla Torre
conduzione di degustazioni,
mattina la dott.ssa Deborah
e Vanino Negro del CTN, e poi
collaborazioni con riviste.
Franceschi, dell’Università
realizzato con il coordinamento di
La prima giornata è stata dedicata
di Padova, ha approfondito il
Giorgio Pennazzato, si tratta di un
al ripasso ed all’approfondimento
tema della analisi sensoriale.
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Il Sommelier n. 1 / 2015
Partendo dall’individuazione del
Nel pomeriggio è stata la volta
scheda a punti dell’Associazione
concetto di qualità, ha descritto le
del giornalista Maurizio Valeriani,
Enologi e la scheda descrittiva
modalità dell’analisi e valutazione
attualmente responsabile per
Fisar; di un vino per ogni batteria
sensoriale del prodotto-vino, con la
la Sardegna della Guida Slow
è stato redatto un breve testo
formazione del panel di assaggio,
Wine e collaboratore di numerose
libero, “letterario”, per presentarne
le caratteristiche del panel-leader,
testate enogastronomiche, che ha
l’assaggio; alla fine della mattinata
l’idoneità dell’ambiente, precisando
offerto un diverso, ed altrettanto
i candidati hanno svolto un test
i comportamenti degli assaggiatori,
fondamentale, punto di vista:
con varie domande sugli argomenti
i condizionamenti e gli errori da
come si organizza e si guida una
approfonditi nei giorni di corso.
evitare. Ha guidato i corsisti nella
degustazione; come si assaggiano
Nel pomeriggio, ciascun allievo
esecuzione dei test su campioni,
vini per una guida o per un articolo
ha sostenuto la breve ma intensa
uno gustativo (sui quattro sapori
giornalistico; cosa sono le verticali,
prova orale: in sei minuti ciascuno
fondamentali) ed uno olfattivo, e
le orizzontali, gli assaggi alla cieca;
ha presentato un vino, scelto tra
poi su un vino, anche mostrando
ha sottolineato l’importanza della
varie bottiglie con etichetta palese,
come si forma un “profilo
responsabilità e della umiltà nella
descrivendolo e degustandolo.
sensoriale”, in particolare mediante
valutazione di un vino, suggerendo
La tre-giorni è stata assistita da
esame delle schede degli
come parlare del vino, del suo
Lucio Chiaranda, con funzione
assaggiatori e calcoli statistici.
territorio, dell’azienda che lo ha
di direttore, ed i vini sono stati
Successivamente, il Dott.
prodotto. Ovviamente, ogni lezione
preparati e serviti dai sommelier
Marzio Pol, enologo e docente
è stata completata dall’assaggio di
della Delegazione di Treviso,
nell’Università di Padova, ha
numerosi vini, per fare esperienza
guidati da Roberto Donadini.
condotto un esame analitico
pratica di quanto esposto in teoria,
Il Corso DUF va a completare
delle schede di degustazione
dalla redazione delle schede a
il quadro dell’offerta didattica e
e di analisi sensoriale, con
punti alla descrizione discorsiva
formativa Fisar e rappresenta
particolare riferimento a quella
e giornalistica. La domenica è
un ulteriore passo in avanti
dell’Associazione Enologi
stata dedicata all’esame finale.
dell’associazione e dei suoi
Enotecnici Italiani (A.E.E.I.) da
L’impegnativa prova scritta è
sommelier verso la qualità
utilizzare nei concorsi enologici,
consistita in due batterie di sei vini
e l’eccellenza nel mondo
per attribuire punteggi.
coperti da valutare compilando la
dell’enogastronomia. Il Sommelier n. 1 / 2015
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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Stand Istituzionale della FISAR:
Area D Stand D1
Verona 22/25 Marzo Vinitaly 2015
Stand della rivista Il Sommelier:
Area Stampa CS. Erbe Stand 19
Domenica 22 marzo 2015 - ore 13:30 / Stand Istituzionale FISAR - Area D Stand D1 Il saluto del Presidente Nazionale FISAR Giorgio Pennazzato. Presentazione del libro IL VINO È SPIRITOSO con la presenza dell’autrice Dr. essa Alice Lupi. Alice Lupi è sommelier della Delegazione di Roma oltre ad essere giornalista. Il suo libro è stato oggetto della “ menzione speciale 2014 OIV”. Presentazione a cura di Roberto Rabachino - direttore rivista Il Sommelier. Brindisi augurale di buon inizio Vinitaly 2015.
Domenica 22 marzo 2015 - ore 15:00 / Sala C
1° piano Pad.10 / Area CentroServizi “Bra” FISAR IN ROSA - WINE TASTING/ TAVOLA ROTONDA AL FEMMINILE I grandi spumanti italiani metodo classico prodotto da vitigni autoctoni Interverranno: Graziella Cescon - Vicepresidente Nazionale FISAR Luisella Rubin - Referente dell’evento e Coordinatrice Nazionale della FISAR IN ROSA Vinzia Novara di Gaetano - Produttrice Casa Vinicola Firriato – Sicilia con degustazione dello spumante “Gaudensius” Brut Etna Doc 2011 Stephanie Grance - Produttrice Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle - Valle d’Aosta con degustazione dello spumante “Extreme” ex-Brut Vallée d’Aoste Doc 2011 Francesca Oliverio - General Manager DUBL, Feudi di San Gregorio - Campania con degustazione dello spumante “Dubl+” Brut Millesimato 2011 Chiara Soldati - Produttrice Azienda Agricola La Scola - Piemonte con degustazione dello spumante “D’Antan” Brut riserva 2001 Marta Lugano - Produttrice della Bisson Società Agr. di Lugano Marta & C.S.A.A. - Liguria con degustazione dello spumante “Abissi” Portofino Doc 2012 Daniela Sorana - Produttrice Colonnara Soc. Coop. Agricola - Marche con degustazione dello spumante “Ubaldo Rosi” Brut Riserva Verdicchio Doc 2008 I vini saranno raccontati dalla sommelier e FISAR Ambassador Karen Casagrande Antonio Deviitis ha curato la parte organizzativa e logistica. La tavola rotonda sarà moderata dalla giornalista Alice Lupi.
La partecipazione alla tavola rotonda e alla degustazione è gratuita sino ad esaurimento dei posti disponibile. Prenotazione obbligatoria scrivento una email a Luisella RUBIN: luisellarubin@libero.it / Mobile +39 347 8202834
Lunedì 23 marzo 2015 - ore 14:00 / Stand Istituzionale FISAR - Area D Stand D1 Il saluto del Presidente Nazionale FISAR Giorgio Pennazzato. Come raccontare il vino: intervista al Sommelier dell’Anno FISAR 2014 Livio Del Chiaro. Saranno degustati e commentati alcuni vini scelti dalla Guida Slow Wine 2015, guida che vede la collaborazione della FISAR. Presentazione a cura di Roberto Rabachino – direttore rivista Il Sommelier.
Martedì 24 marzo 2014 - ore 14:00 / Stand Istituzionale FISAR - Area D Stand D1 Il saluto del Presidente Nazionale FISAR Giorgio Pennazzato. Il Nuovo Mondo si racconta. Incontro con Dr. Edegar Scortegagna - enologo brasiliano e direttore di concorsi internazionali OIV in Brasile. Saranno degustati tre vini Nuovo Mondo raccontati dal Sommelier dell’Anno 2014 Livio Del Chiaro. Presentazione a cura di Roberto Rabachino - direttore rivista Il Sommelier.
19 Aprile
convocazione assemblea ®
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Ore 09:15 Accredito dei partecipanti Ore 10:00 Inizio Assemblea Soci Ore 11:00 Apertura del seggio per la elezione dei componenti del Collegio dei Revisori e del Collegio dei Probiviri per il prossimo triennio 2015-2018 Ore 13:00 Light Lunch (da prenotare alla Segreteria Nazionale) Ore 14:00 Ripresa dei lavoriAiAssembleari Sigg. Soci Lorodei Indirizzi e Riunione Annuale Delegati Ore 17:00 Chiusura dei Seggi Elettorali
Prot. Nr. 90 Asciano, 20 febbraio 2015
Oggetto: Convocazione in Assemblea del 19 aprile 2015 I Signori Soci sono invitati a partecipare alla Assemblea Nazionale ordinaria (elettiva) che avrà luogo alle ore 05:00 del giorno 18 aprile 2015 presso A Point Arezzo Park Hotel - A1 Arezzo exit. Loc. Battifolle 36/T 52100 AREZZO – tel. 0575/96041 ed occorrendo in seconda convocazione alle ore 10.00 del 19 aprile 2015 nel medesimo luogo per discutere e deliberare il seguente: ORDINE DEL GIORNO 1. Saluto e relazione del Presidente Nazionale. 2. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea. 3. Nomina della Commissione Elettorale (Presidente, Segretario e degli Scrutatori) per
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l’elezione degli Organi Statutari, relativamente al Collegio dei Revisori e al Collegio dei Probiviri. Presentazione dei Candidati a costituire rispettivamente il Collegio dei Revisori e il Collegio dei Probiviri. Apertura del seggio (dalle ore 11,00 alle ore 17,00) per la elezione dei componenti del Collegio dei Revisori e del Collegio dei Probiviri per il prossimo triennio 2015-2018 Lettura del Bilancio Consuntivo e della relazione al 31 dicembre 2014: Lettura della Relazione del Collegio dei Revisori Approvazione della relazione e del bilancio Consuntivo al 31 dicembre 2014 Varie ed eventuali Conclusione delle operazioni di scrutinio e proclamazione degli eletti al Collegio dei Revisori e al Collegio dei Probiviri
Cordiali saluti
Giorgio Pennazzato Presidente nazionale Fisar
orologi Fisar.
L’eleganza a tuo Servizio.
per lui Art. F1770 Orologio analogico al quarzo, cassa in acciaio, dim 28x36 mm, quadrante a due livelli, numeri e index applicati, fondello in acciaio a pressione, vetro minerale, cinturino in vera pelle stampa cocco, movimento Miyota 2035
per lei Art. M8042 Orologio analogico al quarzo, cassa in acciaio, diametro 42 mm, quadrante con datario, numeri e index applicati, fondello in acciaio a pressione, vetro minerale, cinturino in vera pelle, movimento Miyota 2115
w w w . f i s a r . o r g / s h o p - o n - l i n e /
A Vinexpo nel 2015, venite a scoprire un salone rinnovato, ridisegnato. Nuovi spazi originali, concetti di degustazione inediti. Incontrate degli operatori indispensabili per sviluppare il vostro business nel settore dei vini e dei distillati. Lasciatevi sorprendere da una nuova “experience�!
TASTE THE UNEXPECTED
IL SALONE INTERNAZIONALE DEL VINO E DEI DISTILLATI
vinexpobordeaux.com Per ulteriori informazioni: Saloni Internazionali Francesi S.r.l. Tel.: 02/43 43 53 26 E-mail: mtajroldi@salonifrancesi.it