il Sommelier Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXII - Numero 1 - 2014 - Dir. Resp. Roberto Rabachino - Reg. Trib. Pisa n. 21 del 15.11.1983 - Lg. 47/1948
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Rivista Ufficiale della FISAR - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Perugia
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sommario Lotta all’Italian Sounding - Dir. Resp. Roberto Rabachino
pag. 2
SEMPLICE - L’opinione del Presidente Nazionale Mario Del Debbio
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Aggiungi un posto a tavola Si sente spesso parlare di “apericena”, ma sapete di cosa si tratta? - Tiziana Stefanelli
Parola all’Enologo
Enologo: una professione, una passione - Attilio Pagli
Turismo nel Mondo
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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER
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Alsazia da bere - Enza Bettelli
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L’immigrazione e il vino in America Latina - Marco Ferrari
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Louis Roederer: ciò che lo distingueA Ldagli altri Champagne - Gladys Torres Urday ALBERGATORI BERGATORI
Il piatto
RISTORATORI
RISTORATORI
Facce da Chef
Vito Mollica, il galantuomo della cucina italiana - Lido Vannucchi
Emozioni nel bicchiere ®
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La Biblioteca
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®
i nostri
- Gladys Torres Urday
Assaggi
SPECIALE ANTEPRIME TOSCANE - Nicola Masiello, Davide Amadei, Claudio Corrieri
Degustando - a cura della Redazione Centrale
INTERVISTA A Rossano Boscolo - Lara Loreti ®
®
36
Mosella: tutto il fascino del Riesling - Davide Amadei ®
sarinrosa
29
RISTORATORI
Lo Gnocco Emiliano - Enza Bettelli - con abb. vini a cura del Pres. Emerito Nicola Masiello
arinrosa
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Cambogia, giungla di pietra - Jimmy Pessina
®
ALBERGATORI
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- Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV
LA SEGRETERIA COMUNICA - Segretario Nazionale Claudia Marinelli ALBERGATORI
ISTORATORI UfficioRMarketing comunica - Resp. Marketing Davide Cecio
Le donne e il vino - Resp. Naz. Fisar in Rosa Luisella Rubin
Professione Sommelier
INTERVISTA AD UN SOMMELIER FISAR - a cura dell’Ufficio Stampa Nazionale
Eventi e Manifestazioni
Cresce il successo di maredivino - a cura dell’Ufficio Stampa Nazionale
fis@rnews - Le notizie dalle Delegazioni
55 70 78 82 86 91 92 96 101 103
di Roberto Rabachino direttore@ilsommelier.com
Lotta all’Italian Sounding Il patrimonio agroalimentare italiano è unico al mondo per qualità ed assortimento.
L
a cultura gastronomica e i prodotti agroalimentari italiani sono famosi ed apprezzati dai consumatori di molti paesi. Come conseguenza di questa popolarità, è cresciuta via via negli anni un’economia parallela che, sottraendo quote di mercato ai prodotti tutelati, determina pesanti danni alle aziende italiane. Tale fenomeno, è conosciuto come “Italian Sounding”, ovvero l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti affatto riconducibili al nostro Paese. Esso rappresenta la forma più eclatante di concorrenza sleale e truffa nei confronti dei consumatori,
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Il Sommelier n. 1 / 2014
soprattutto nel settore agroalimentare. Il fenomeno del falso agroalimentare ha
prodotti da mettere nel carrello della spesa, a controllare l'origine degli
raggiunto un fatturato di quasi 14 miliardi di euro, mentre solo due anni fa questa cifra si attestava intorno ai 12 miliardi di euro. Ma spesso quando ci troviamo di fronte ad alimenti confezionati non abbiamo quasi mai la percezione di acquistare un prodotto contraffatto, eppure potremmo aver comprato un panettone prodotto con grassi vegetali insaturi idrogenati come il grasso di palma invece del burro o un formaggio che diventa un latticino utilizzando una crema trattata con fermenti e sale da cucina, invece di un formaggio prodotto esclusivamente con latte intero. In sostanza, il consumatore che acquista cibo contraffatto non è consapevole di averlo fatto, in quanto a differenza di altre tipologie di prodotti, molti alimenti non sempre sono caratterizzati da un costo notevolmente più basso rispetto a quelli non taroccati. È necessario quindi sensibilizzare ed educare i consumatori a prestare attenzione alla scelta dei
alimenti e le loro modalità di produzione e conservazione. La questione dell'etichettatura dei prodotti diventa sempre più importante per la tutela dalle agropiraterie. Occorre, infatti, per i prodotti che riportano la lista degli ingredienti, controllare la denominazione di vendita, il luogo di produzione, verificare la data di scadenza o attenersi alle indicazioni relative al consumo entro la data riportata sulla confezione. Secondo la normativa vigente, l'apposizione dei marchi DOP ed IGP richiede la certificazione della provenienza di tutte le materie prime impiegate, nonché la localizzazione del processo produttivo. L'assenza di regolamenti chiari in materia di origine, soprattutto nell'ambito dei beni primari, incentiva i produttori a trovare soluzioni di approvvigionamento a basso prezzo, salvo poi sfruttare l'apposizione di un marchio di riconoscimento "italiano".
Sang
iovese
• Ch
ianti
di Mario Del Debbio presidente.nazionale@fisar.com
SEMPLICE Un valore spesso poco considerato ma sempre alla base di ogni successo
N
on è solo una foto artistica quella che abbiamo scelto per questo primo numero della rinnovata rivista Il Sommelier. Un rinnovo che non si ferma ad un restyling grafico ma rispecchia il rinnovamento che la Fisar tutta sta vivendo nei contenuti, nella volontà, nei progetti sempre più ambiziosi. C’è sempre, in questi casi, un tema di fondo, un qualcosa che è al tempo stesso fonte di ispirazione e punto di riferimento. Il nostro punto di riferimento, quello che ci siamo posti come obiettivo, è la semplicità.
Una semplicità che vogliamo perseguire
superare ancora i record delle presenze.
nell’accezione più nobile della parola,
Un terzo di queste sarà costituito da
non partendo dal gradino più basso
operatori esteri a conferma della salute
fermandoci quindi all’ovvia equazione:
del settore agroalimentare che vale,
“semplice uguale facile” ma partendo
lo ricordiamo, qualcosa come il 15%
dall’alto, eliminando il non necessario, le
del PIL, e che è tra i pochi a registrare
ridondanze, gli orpelli fintamente estetici
segni positivi. Quello che il mercato
e regalare allo sguardo il vero valore della
estero cerca è proprio la nostra qualità
semplicità attraverso un lavoro di analisi
contraddistinta da prodotti fortemente
e di sintesi.
legati al territorio di produzione e
Ecco il perché di questa copertina
quindi riconoscibili e riconducibili a
dunque, di quella tavola di marmo,
quello specifico territorio. E le aziende
ricordo dei tavoli delle vecchie osterie,
maggiormente premiate sono proprio
di quei piccoli bicchieri da vino, quelli
quelle che hanno scelto un approccio
che in Toscana chiamiamo “gottini”
olistico per la loro produzione ed
ordinati e bevuti a raffica nei bar di
usano il nostro stesso messaggio per
paese, e poi l’uovo, emblema assoluto
comunicare i loro prodotti. Vincere sul
della semplicità in cucina, ma anche
mercato estero e ripartire di slancio sul
simbolo stesso di vita. Accanto a questi
mercato interno.
elementi una bottiglia di vino, un calice
Andiamo a Verona con questi intenti
professionale da degustazione ed
per guardare con fiducia al proseguio
un cavatappi, strumento principe dei
di questo 2014. Noi siamo pronti
Sommelier. Semplicità e professionalità
consapevoli del ruolo delicato al quale
questi gli obiettivi ai quali vogliamo
siamo chiamati per aiutare il comparto
guardare. Obiettivi che vogliamo
vitivinicolo.
ricercare anche nelle nuove rubriche di
Venite a trovarci nel nostro nuovo
questa nostra rivista. Crediamo davvero,
stand, per condividere con noi progetti
e non siamo i soli, che in un periodo
ed ideali. Velenitaly è un titolo che
difficile come questo i valori di base
non vogliamo più leggere. Il prossimo
debbano riconquistare un ruolo assoluto.
dedicato a questa fiera e al vino italiano
Si stanno per aprile le porte di una nuova
vogliamo che sia “Vincitaly”, non più
edizione di Vinitaly che si appresta a
veleni ma solo voglia di vincere.
Il Sommelier n. 1 / 2014
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il Sommelier
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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Registr. Tribunale di Pisa n° 21 del 15.11.1983 ®
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il Sommelier
Rivista Ufficiale della FISAR Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori
di Tiziana Stefanelli
Si sente spesso parlare di ”, “ ma sapete di cosa si tratta?
apericena
Tiziana Stefanelli avvocatessa e appassionata di cucina sin da bambina è una sommelier onoraria FISAR. Grazie alla lettura di libri di chef pluristellati e ai suoi numerosi viaggi ha potuto sperimentare nuove tecniche e nuove materie ove con creatività, passione e competenza è riuscita a vincere la seconda edizione di Masterchef Italia. Tiziana ha scritto un interessante libro di ricette dal titolo “Avvocato in Cucina”. Le ricette di un’avventuriera del gusto.
È
cocktail rinforzato, che inizia normalmente all’ora dell’aperitivo ma dura tutta la serata perché prevede il susseguirsi di snacks e piccole porzioni di piatti
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caldi che soddisferanno gli ospiti
piacere.
in sostituzione della classica cena.
Per stabilire il numero massimo di
È divertente perché varia, allegra,
invitati, occorre analizzare lo spazio
informale. Svolgendosi in piedi,
disponibile nella propria abitazione,
consente di invitare molte persone ed è
ottimizzandolo anche con piccoli
quindi la formula adatta per festeggiare
spostamenti di mobili, senza mai
un compleanno, un anniversario o una
spersonalizzare e stravolgere
laurea, magari con accompagnamento
l’ambiente. Quando ricevo amo offrire
di musica live.
ai miei amici la possibilità accomodarsi,
Organizzare una apericena può
se lo desiderano. Pertanto, applico
mettere ansia ai padroni di casa
la regola di avere almeno una seduta
meno esperti nell’arte del ricevere,
ogni due persone invitate, tra divani,
ma prendendoci la mano può essere
poltrone, puff, sgabelli e sedie. In ogni
divertente e gratificante. L’importante è
caso, il numero dei partecipanti non
non farsi sopraffare dall’ansia e vivere
dovrebbe mai essere tale da creare
la preparazione della serata come un
difficoltà di circolazione.
Se avete la fortuna di disporre di uno spazio esterno, terrazza o giardino che sia, considerate di utilizzarlo anche in inverno con l’ausilio di funghi a gas o simili. Individuato il numero giusto di ospiti per la vostra casa, stendete una lista degli invitati, facendo in modo che abbiano qualcosa in comune, se possibile. Questo faciliterà il vostro compito durante la serata, perché sarete voi a dovervi preoccupare di presentare tra loro i vostri amici dandogli il giusto aggancio per iniziare una conversazione interessante. Trovo sempre gradevole l’abitudine di far recapitare un cartoncino di invito, almeno un paio di settimane prima, ma potrete formularo anche via email o con una telefonata. Ricordate di segnare sulla lista degli invitati le eventuali defezioni, in modo da avere un numero certo. La casa deve essere ordinatissima e curata in ogni dettaglio, candele, profumi per ambiente e fiori daranno un tocco caldo alla serata. Non dimenticate i dettagli, come uno standino per i cappotti (vietato gettarli sul letto o divani!) o le salviettine da ospite nel bagno. Sempre gradito un sottofondo musicale. Sarebbe opportuno reclutare
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Il Sommelier n. 1 / 2014
aiuto domestico, per godere della compagnia dei vostri amici e non trascurarli durante la serata. L’ideale sarebbe avere una persona in cucina per impiattare, una per servire girando tra gli invitati, una per togliere i piattini e i bicchieri sporchi, una addetta alle bevande, di grande effetto un sommelier in divisa! Potrete anche allestire una postazione per posizionare i vostri fingers, che nel loro insieme di forme e colori saranno un colpo d’occhio. A questo punto decidete i vini (bollicine, un bianco e un rosso), eventuali cocktails (spriz, daiquiri, mojito e capirinha sono i miei preferiti), le bevande non alcoliche (acqua liscia, acqua gassata, succhi di frutta o centrifugati) e dei fingers semplici e d’effetto. Per i fingers esistono in commercio bellissimi piattini e bicchierini di plastica, di varie forme e misure, con piccola posateria coordinata. Sono usa e getta, quindi molto pratici e divertenti. Se invece state organizzando una serata più formale potrete affittare o acquistare l’occorrente in porcellana. Vi consiglio di optare per pietanze facili da assemblare e impiattare all’ultimo minuto in piccolissime porzioni. Dovrete pensare ad almeno dodici piatti, di cui quattro freddi, quattro caldi
e quattro dessert. L’ultima volta che ho organizzato una apericena per il compleanno di mio marito ho proposto il seguente menù: 1. insalata fredda di cous cous, agrumi, erbe aromatiche e mandorle; 2. tartine di pane di segale con formaggio fresco alla barbabietola, salmone affumicato e aneto 3. gaspacio di pomodoro e anguria con verdurine e germogli 4. cestini di pasta fillo con crema di formaggio, dadolata di sedano, miele e noci 5. carbonara di ricci di mare; 6. tortelli cacio e pepe con guanciale croccante su crema di topinambur; 7. bocconcini di maiale all’aceto balsamico con crema di zucca e pistacchio di Bronte; 8. polpettine di seppia su crema di patate e cipolla rossa all’alloro in agrodolce 9. mini cheesecake agli agrumi 10. macaron al tea macha 11. cremoso al caffè con crumble alle nocciole 12. panna cotta alle fragole Ovviamente potrete proporre qualsiasi altro piatto stuzzichi la vostra fantasia e il vostro appetito, basta che possa essere preparato prima e finalizzato facilmente durante la serata dalla persona che vi aiuterà in cucina.
Magis certifica i buoni vini sostenibili, prodotti con un rispettoso ed equilibrato senso della misura. Dalla collaborazione tra le cantine italiane e i maggiori esperti del mondo del vino nasce magis, il primo modello di produzione sostenibile che riconosce in etichetta la loro capacità di produrre bene un vino di qualità. I vini magis, riconoscibili dal marchio di certificazione in etichetta, sono ottenuti seguendo un protocollo dove ogni intervento è misurato, controllato e tracciato, all’insegna di una produzione responsabile e trasparente. Così li puoi bere “ad occhi chiusi”. www.magisvino.it
di Attilio Pagli
Enologo: una professione, una passione Questa professione ha a che fare con una materia viva, con un frutto che si trasforma in una delle bevande più incredibili del mondo e parlare di una trasformazione di questo tipo senza soffermarci sulla sua complessità e sulla difficoltà nel capire queste trasformazioni fino in fondo, sarebbe di una presunzione senza pari. controlli per la manutenzione. È responsabile dell’applicazione delle norme di igiene e di conservazione degli alimenti.” Partendo da questa definizione, letta sulla Gazzetta del Lavoro del 11 aprile 2010, mi sono più volte chiesto se veramente si ha un’idea
P
rima che questo mio contributo entri nel merito di tematiche ben più affascinanti mi preme cercare di dare qualche informazione in più sulla figura dell’enologo e iniziamo col darne una definizione: “l’enologo è colui che segue una o più fasi del processo di trasformazione, produzione ed invecchiamento del vino all’interno di aziende vitivinicole (cantine) fino alla commercializzazione. Fanno parte del suo lavoro si la verifica che il controllo del corretto funzionamento dei macchinari per la lavorazione dell’uva e la predisposizione dei
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corretta di quelle che sono le varie sfaccettature di un “mestiere” affascinante, complesso e spesso sopravalutato sia in positivo che in negativo! Questa professione ha a che fare con una materia viva, con un frutto che si trasforma in una delle bevande più incredibili del mondo e parlare di una trasformazione di questo tipo senza soffermarci sulla sua complessità e sulla difficoltà nel capire queste trasformazioni fino in fondo, sarebbe di una presunzione senza pari. Pensare di poter gestire l’interazione che passa tra svariate migliaia di composti chimici
in continua evoluzione, mi pare
regole molto strette alle quali i
ambasciatori della nostra ricchezza
veramente un esercizio da infantile
produttori devono attenersi e per
culturale nel mondo.
Super Io. Certo so perfettamente
farle rispettare ci sono tanti, TROPPI,
Quindi non parliamo di metanolo, di
che ci sono tanti che pensano che
organi di controllo che fanno si che
vini adulterati con varie sostanze e/o
un enologo abbia la possibilità di
il vino sia senza dubbio uno dei
tagli, ecc… non è questa la sede,
stravolgere la materia prima da cui
prodotti alimentari più controllati,
vorrei confrontarmi sul positivo, sulla
parte, o che possa cambiare le sorti
pertanto non voglio nascondere il
meraviglia dei nostri territori e sulla
di un prodotto/produttore con le sue
capo sotto la sabbia, ma non mi
straordinarietà dei nostri produttori.
alchimie o con i suoi segreti, quasi
interessa qui parlare di chi opera
Allora cosa facciamo noi enologi?
che possa ripetere il miracolo delle
delle frodi, i furfanti ci sono in ogni
Nozze di Cana, ma è poi così che
dove, ma appunto sono fuori-legge
Le caratteristiche che sono
stanno le cose?
e io voglio invece parlare della
necessarie sono: conoscenza
Iniziamo a mettere alcuni punti fermi.
miriade di persone oneste che
scientifica, curiosità e umiltà.
Ci sono dei disciplinari di produzione
operano nel nostro settore e che
La conoscenza si acquisisce tramite
delle diverse denominazioni con
fanno del vino italiano uno degli
lo studio e l’aggiornamento continuo
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su ciò che il mondo della ricerca pubblica continuamente, è un lavoro ininterrotto di revisione delle proprie conoscenze che credevamo acquisite. La curiosità riguarda la parte più ludica del nostro mestiere, l’assaggio. È fondamentale assaggiare tanto e di tutto per capire cosa c’è nel mondo, come si stanno sviluppando i vini ed i vari territori. Con Giulio Gambelli che è stato per me, senza dubbio esempio e Maestro, assaggiavamo continuamente i vini “della concorrenza” sempre alla ricerca
e assaggiando le uve rimasi colpito dalla fragranza del Ciliegiolo (uva in pratica scomparsa all’epoca) e fu così che iniziò la mia passione per gli autoctoni e non perché creda che siano in assoluto i migliori, ma perché sono certo che non sono in assoluto i peggiori che si possano coltivare e spesso hanno una sinergia con il Territorio veramente incredibile. Da quell’incontro e dalla curiosità di provarci sono poi nate le mie esperienze con il Sagrantino in Umbria o con il Malbec in Argentina, con la Passerina nelle Marche o con il Carmenere in Cile; senza mai
Chandon in Napa Valley, dove ebbi l’onore di conoscere André Tchelistcheff, che non ha certo bisogno di presentazioni. Questo signore, che aveva scritto pagine storiche dell’enologia mondiale, a 91 anni era lì seduto a domandare ad un pischello di 30 anni come aveva fatto quel Brunello Salvioni del 1987 e ad incoraggiarmi con parole emozionanti a continuare in questa strada, beh che dire grande Lezione! Con tutto questo bagaglio inizia quindi il lavoro sul campo e la prima cosa, almeno per quanto mi riguarda, è di parlare ed assaggiare con il produttore che mi contatta, devo cercare di capire cosa ha in mente, come sono i vini che gli piacciono, quale è lo “stile” che sta ricercando, per me il vino è del produttore non dell’enologo, io posso cercare di aiutarlo a tirar fuori il suo vino dalle sue uve. Semplificando (so di attirarmi ire e critiche) ci sono due correnti di enologi, una analitica ed una degustativa, le due partono comunque dal fatto che è essenziale una gestione accurata del vigneto del suo equilibrio, della sua sanità e del giusto grado di maturazione del frutto. La conoscenza delle fasi fenologiche, della corretta gestione agronomica e fitosanitaria e del
del positivo, cercando di capire com’erano stati fatti. La curiosità è anche ciò che permette di fare esperienze sempre nuove, di non dare mai per scontato nulla. Nel 1988 in Toscana si parlava di Merlot, Cabernet, Chardonnay e pareva che il futuro potesse essere solo con questi vitigni. Camminando per un vigneto di Rascioni & Cecconello nella Maremma Toscana
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dimenticare i nostri grandi classici come il Sangiovese, Montepulciano ecc. Per quanto riguarda l’umiltà, questa è una caratteristica che mi preme particolarmente e su cui ho due importanti riferimenti che me la richiamano continuamente, uno è stato mio padre che ringrazio ogni giorno, l’altro è stato un incontro nel 1992 al ristorante della cantina
microclima del luogo di produzione è quindi essenziale per ottenere un’uva che permetta di raggiungere l’obiettivo prefissato. Qui è, principalmente, dove si gioca lo “stile” del produttore, si cerca più o meno concentrazione, più o meno tannicità, ecc.. A questo punto, decisa l’epoca di vendemmia, inizia il lavoro giornaliero di assaggi, di uso di
tecniche di estrazione (rimontaggi,
dicono naso e palato!
pochi eletti abbiano la capacità,
delestage, follature), di gestione
A questo punto mi piacerebbe
“senza far nulla”, di ottenere
della temperatura, di controllo della
aprire un dibattito con tutti quelli
fermentazione alcolica prima e
che parlano di enologi e che credo
dei grandi vini, ma molto più
malo-lattica poi, di macerazioni più o
spesso non hanno nessuna idea di
meno lunghe, di uso dei legni, ecc…
cosa stiano dicendo, noi cerchiamo di guidare la frutta che arriva in
realisticamente servono grandi conoscenza e grande sensibilità per far si che il nostro mondo possa
Tutto questo lavoro è quello che
cantina per ottenere un vino con le
continuare ad essere il testimone
differenzia un enologo dall’altro,
caratteristiche che quel frutto può
di una enorme biodiversità e di una
la mia estrazione è sicuramente
dare, dobbiamo capire ed accettare
strabiliante ricchezza culturale.
di tipo degustativo, il mio maestro
che un succo d’uva se lasciato a se
Voglio chiudere questa piccola
Giulio Gambelli, mi ha insegnato ad
stesso molto raramente si trasforma
riflessione con la speranza che
assaggiare, ad aspettare l’evoluzione
in vino, normalmente si trasforma
nel bicchiere, a cercare di capire
in aceto è quindi necessario
possa finire la lotta tra “Modernisti e
cosa succede nel tempo e quindi il
l’intervento dell’uomo per far si che
mio lavoro si svolge essenzialmente
possa diventare quel meraviglioso
con un bicchiere in mano, certo
mondo di sensazioni che il vino può
le analisi chimiche mi servono per
essere.
la grandezza di una nazione come
capire come vanno le cose, ma le
Certo è romantico pensare che il
l’Italia che può vantare la più grande
decisioni le prendo su ciò che mi
vino si faccia da solo e che solo
biodiversità viti-vinicola del mondo.
Tradizionalisti” tra “Piccoli e Grandi” tra “campanili” troppo spesso usati per dividere anziché per esaltare
Attilio Pagli “La forza del Gruppo con l’Autonomia del Singolo” questo è lo spirito del Gruppo Matura.
si è diplomato nel 1983 a Siena ha iniziato a lavorare come collaboratore di Giulio Gambelli. Nei 30 anni di carriera ha seguito progetti vitivinicoli in Italia e in diversi paesi del mondo, ottenendo importanti riconoscimenti sia da parte dei produttori con cui lavora sia da parte della critica di settore. È stato fra i primi enologi a credere nelle potenzialità dei vitigni Autoctoni, già nel 1988 con il Ciliegiolo e nel 1990 con il Sagrantino, sviluppando progetti tesi a valorizzare queste uve ed i loro territori. Nel 1997 fonda con Alberto Antonini il Gruppo Matura, che riunisce diverse professionalità (enologi e agronomi) che si confrontano costantemente per la crescita professionale dei singoli. “La forza del Gruppo con l’Autonomia del Singolo” questo è lo spirito del Gruppo Matura. Oggi collabora con molte aziende nelle maggiori zone vitivinicole Italiane, dell’Argentina, del Cile e della Romania, con particolare attenzione al connubio Vitigno – Territorio – Uomini.
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di Jimmy Pessina pessina@ilsommelier.com
Cambogia, giungladi pietra Se si milita in quella vasta armata di turisti che, simili a piloti da guerra, collezionano sul passaporto le tacche (leggi visti d’ingresso) dei Paesi abbattuti (leggi visitati), la Cambogia è un luogo inutile.
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A
ll’arrivo nella capitale Phnom Penh, il visto è ritirato e del passaggio
in uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti del pianeta non rimane traccia burocratica. La Cambogia è insignificante anche per quelli in cerca di bungalow sulla spiaggia, che nel Paese mancano, come spesso manca la luce, una strada decente, un luogo senza zanzare, il cibo per gli abitanti. C’è anche gente che
Angkor Wat - tempio khmer, all’interno del sito archeologico di Angkor, in Cambogia
non fa parte di questa colonia di turisti-termiti e che, visitando Angkor, uno dei centri mondiali della storia spirituale dell’umanità, non ne trae suggestioni particolari. Troppe pietre sono disperse su un territorio troppo vasto, troppa solitudine e abbandono. Eppure, quei 300 templi costruiti nell’arco di oltre 300 anni, dall’879 al 1200, in thma phok (la pietra di fango, dall’aspetto poroso e dal colore rosa) sono un appuntamento onirico, un ritorno sconvolgente alle origini. Radici, bassorilievi, statue, acque stagnanti, portali, liane,
Angkor - particolare di un tempio
umidità, religione, guerra, fiori di loto, lavacri sacerdotali, pappagalli: tutto ondeggia nel disfacimento di una grandiosa e millenaria mollezza tropicale. Un viaggio in Cambogia, Paese che attraversa la Storia, lasciandosi dietro una dolorosissima Via Crucis, è un’esperienza straordinaria. Prima di essere un turista, il viaggiatore è un pellegrino in visita ai luoghi dello spirito e a quelli della tragedia che qui hanno scavato il corpo e i ricordi della gente. Solo i mutilati sono 40.000, uno ogni 250 abitanti, in proporzione la più alta percentuale al mondo. E aumentano al ritmo di otto il giorno
Angkor - Monaci
Il Sommelier n. 1 / 2014
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perché, secondo un rapporto
1989, ma essa trovò resistenza; le
suolo cambogiano, l'intervento delle
attendibile, nei campi e nella foresta
truppe del regime di Heng Samrin
Nazioni Unite a visionare il cessate il
giacciono ancora dieci milioni di mine,
furono afflitte da una vasta diserzione
fuoco e la presa di contromisure
eredità di una guerra che non si
e dal morale basso; il resto delle
verso i Khmer Rossi. Sotto l'egida
decide a finire. Dopo la cacciata dal
truppe Khmer Rossi eluse l'esercito
dell'ONU si svolsero nel marzo 1993
potere dei Khmer Rossi, il 10 gennaio
vietnamita e si rifugiarono nelle regioni
le elezioni e parteciparono al voto più
1979 il Vietnam mise Heng Samrin a
di confine. Il ritiro delle truppe
di quattro milioni di persone (ovvero
capo della neonata Repubblica
vietnamite iniziò nel 1986 e finì nel
più del 90% degli aventi diritto al voto)
Popolare di Kampuchea, suo stato
settembre 1989. Le successive
nonostante le forze degli Khmer Rossi
satellite e l'occupazione vietnamita
trattative di pace stabilirono il ritiro
cercassero di impedire alla
del paese durarono fino al settembre
completo delle truppe vietnamite dal
popolazione di andare a votare. Il 24
16
Il Sommelier n. 1 / 2014
settembre 1993 fu promulgata la
Siem Reap, città nata come centro di
Lang Ka, recentemente ristrutturato.
nuova costituzione che faceva della
gestione dei templi e oggi in cerca di
L'orgoglio della città è senz'altro la
Cambogia una monarchia
un'identità che non si riduca a hotel di
spettacolare Pagoda d'argento, una
costituzionale a struttura democratica
lusso e ostelli. I rinomati templi di
delle poche opere d'arte della
e di Norodom Sihanouk re. Nel 1997
Angkor, la più importante attrazione
Cambogia, testimonianza della
gran parte dei guerriglieri Khmer
turistica della Cambogia, sono ciò
genialità e della ricchezza della cultura
Rossi accettò l'amnistia e deposero le
che rimane di circa 100 edifici sacri
khmer, a essere stata risparmiata
armi, ponendo fine a trent'anni di
che in passato facevano parte di un
dalla guerra (di tutto il patrimonio
guerra civile. Nel 2004 Norodom
vasto centro religioso e
khmer, se n’è "salvato" solo il 40%).
Sihanouk ha abdicato per problemi di
amministrativo. I templi, costruiti tra il
Le guglie dorate del Palazzo Reale, le
salute. Il Concilio reale del trono, il 14
IX e il XIII secolo, furono eretti per
fluttuanti tonache color zafferano dei
ottobre ha nominato nuovo re
celebrare l'ascesa al trono di vari re
monaci, lo scintillante lungofiume - e il
all'unanimità, Norodom Sihamoni,
khmer. Gran parte di Angkor fu
fiume naturalmente è il Mekong: c'è
uno dei figli di Sihanouk, che è stato
abbandonata nel XV secolo e i templi
tutto questo nell'ipnosi collettiva che il
incoronato il 29 ottobre di quell'anno.
furono gradualmente inghiottiti dalla
fascino della capitale cambogiana
Angkor Wat è il regno degli dèi, ma
giungla. Il sito destò interesse negli
evoca. Ecco tre idee per vedere la
anche uno dei complessi di templi più
studiosi solo alla fine del XIX secolo,
città. Fare shopping sotto l'immensa
fotografato al mondo. La Cambogia
dopo la pubblicazione del libro
cupola dello Psar Thmei, il mercato
non è sola questo. Varcata la sua
Voyage á Siam e dans le Cambodge
centrale, e autentico capolavoro art-
frontiera, ti aspettano molte altre
da parte del naturalista francese Henri
déco. O ricordare il lato oscuro della
avventure. Ecco le nostre mete
Mouhot. Furono compiuti molti sforzi
Cambogia visitando il Museo Tuol
preferite, a cominciare proprio dalla
per liberare i monumenti dalla giungla
Sleng, che racconta la storia ancora
massima espressione del genio
che rischiava di distruggerli
troppo recente dei campi di sterminio
khmer: Angkor Wat, l'Olimpo degli
completamente, e l'opera di
voluti dai khmer rossi tra il 1975 e il
induisti, chi lo definisce il complesso
ristrutturazione continua ancora oggi.
1978. E ritrovare poi il piacere per il
di templi più importante del mondo
Oltre all'Angkor Wat, gli altri due
bello e l'armonia delle cose
non sbaglia. E nemmeno i due milioni
magnifici templi da visitare sono
ammirando le 5000 preziose piastrelle
di visitatori che arrivano qua da
Bayon e Ta Prohm. Troverete alberghi
che impongono il nome alla Pagoda
novembre a febbraio, l'alta stagione
e ristoranti a Siem Reap, situata a
d'Argento - un modo per chiudere il
turistica (ma non l'unica, perché
pochi chilometri dai templi. Phnom
cerchio e fare pace con le cartoline,
anche luglio e agosto sono molto
Penh, oltre la solita cartolina, la
perché questo splendore si trova
piacevoli). Le esperienze da non
capitale cambogiana possiede ancora
proprio all'interno del Palazzo Reale.
perdere sono almeno tre: vedere il
un indiscutibile fascino, nonostante il
La zona del mercato centrale, che
sole che sorge sulle meravigliose
suo passato turbolento e spesso
comprende Monirong Blvd, meta del
forme in arenaria dell'Angkor Wat,
violento. Edifici in stile coloniale, alcuni
turismo a basso costo, ospita
farsi permeare dalla serenità e dallo
fatiscenti e in parte già restaurati con
numerosi alberghi economici e
splendore del vicino Bayon, tempio
gusto, fanno da attraente sfondo ai
bancarelle di cibo. In uno dei mercati
del leggendario sovrano della
frequentatissimi caffè della zona del
della città (sono dodici) potrete
Cambogia, Jayavarman VII, e
lungofiume, sviluppatasi di recente e
acquistare, previa contrattazione,
costatare come la natura sia stata in
particolarmente piena di vita il venerdì
gioielli, oggetti d'antiquariato e le
grado di riappropriarsi delle pietre
e sabato sera. In città sorgono alcuni
onnipresenti kramas (sciarpe di
presso le misteriose rovine del Ta
imponenti wat (templi-monasteri), tra
cotone a quadretti). Nei locali sul
Prohm. L'area dell'Olimpo induista,
cui il Wat Ounalom (sede centrale del
lungofiume troverete pasti e birre a
che ha il suo vertice nell'Angkor Wat,
patriarcato buddhista cambogiano), il
prezzi bassi. Le spiagge di
trabocca di splendore. La base
Wat Phnom (la pagoda sulla collina
Sihanoukville non sono certo
migliore per visitare tutto questo è
da cui la città prende il nome) e il Wat
paragonabili a quelle della Thailandia,
Il Sommelier n. 1 / 2014
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e i luoghi interessanti sono davvero
villaggi vicini. Si tratta di un centro
del tardo pomeriggio, oppure
scarsi, ma essendo l'unico porto
minore lungo la strada che collega la
catturalo avvolto dal tramonto
marittimo della Cambogia, costituisce
Thailandia al Vietnam e, se mai fosse
salendo sulla collina del tempio di
un'ottima base per esplorare la costa
potenziata l'autostrada numero sei da
Phnom Krom. Arrivare qui da Siem
meridionale e il vicino Parco Nazionale
Poipet a Siem Reap, Battambang
Reap è facile, per esempio in taxi o in
Ream. Sul litorale sorgono quattro
perderebbe ulteriormente
moto (motocicletta con conducente,
spiagge, Ochheuteal, Sokha,
d’importanza. La sua attrattiva
mezzo di trasporto molto diffuso in
Independence e Victory; il porto di
turistica risiede nella presenza di
Cambogia). Sihanoukville, fa' rotta
pescatori è molto spettacolare alla
numerosi negozi francesi, antichi e
decisa verso sud ed eccoti
luce del tramonto e dell'alba. La città
pieni di fascino, che si affacciano sul
all'estremità orientale del Golfo di
ospita anche alcuni centri sub e, a
tratto di lungofiume, oltre ai diversi
Kompong Som. Qui, si trova
un'ora di macchina, si trova una
wat che sorgono in vari punti della
Sihanoukville, con le sue spiagge
cascata ai piedi della quale è possibile
città. Il piccolo museo ospita una
tropicali, le sue isole e i suoi
fare il bagno. Nelle vicinanze, lungo le
collezione di oggetti d'artigianato
autostoppisti, che arrivano per
sponde del fiume, sorge la tranquilla
dell'era Angkor, e sulle colline dei
realizzare un sogno ormai
stazione climatica di stampo coloniale
dintorni sorgono alcuni templi, ancora
plurigenarazionale fatto d’indolenza,
di Kampot, e i resti particolarmente
un numero maggiore di wat e un
dolce vita, feste sulla spiaggia e tutte
spettrali della marina di Kep.
grande lago. Battambang, a 293 km
le altre cose che popolano
Sihanoukville, situata a 232 km dalla
dalla capitale, è raggiungibile con una
l'immaginario di un edonista. Il nostro
capitale, sono raggiungibili con un
corsa in taxi collettivo (la strada è in
angolo preferito è Serendipity Beach,
regolare servizio di autobus. La
pessime condizioni), oppure con volo
in altre parole la spiaggia delle felici e
seconda città più grande della
in partenza ogni giorno tranne il
casuali scoperte. Nei localini della
Cambogia, Battanbang è un'elegante
martedì. Villaggio galleggiante di
zona le onde arrivano a pochi metri
stazione climatica fluviale, ricca
Chong Kneas, Questo famoso
dai tavoli, creando un'atmosfera
d’importanti edifici coloniali in ottimo
villaggio galleggiante sul lago Tonlé
molto romantica, soprattutto nelle ore
stato di conservazione. Fino a poco
Sap è diventato una meta molto
del tramonto. Chong Kneas, questo
tempo fa Battambang non rientrava
frequentata dai viaggiatori che
famoso villaggio galleggiante sul lago
negli itinerari turistici, ma grazie al
desiderano ampliare il punto di vista
Tonlé Sap è diventato una meta
recente sviluppo delle sue
sui dintorni di Siem Reap dopo aver
molto frequentata dai viaggiatori che
infrastrutture oggi la città rappresenta
centellinato la bellezza dei templi.
desiderano ampliare il punto di vista
un'ottima base per visitare i templi e i
Visitalo nella luce calda del mattino o
sui dintorni di Siem Reap dopo aver
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
Borgo Isolabella La Borgo Isolabella è una piccola azienda sita in Loazzolo (AT), al confine tra Langa e Monferrato. Nata nel 2001, per opera dell’Avvocato Lodovico Isolabella e di sua moglie Maria Teresa, si è dedicata alla produzione dei vini del territorio, tra cui il “Valdiserre” Moscato d’Asti, il “Solìo” Loazzolo DOC Vendemmia Tardiva e il “36” Brachetto d’Acqui. Le tre barbera, derivanti dai vigneti di Calamandrana, sono dedicate alle Donne della famiglia: “Augusta” la Barbera Nizza affinata in barriques, “Serena” la Superiore affinata in botte grande, “Maria Teresa” la Barbera d’Asti realizzata anche con uve loazzolesi che ne esaltano il frutto. Dal 2005 l’azienda si è dedicata alla sviluppo di un Pinot nero che ha portato, nel 18 Il Sommelier n. “La 1 / Vela”. 2014 2008, all’impianto di un vigneto da 11000 ceppi/ettaro denominato 18 Il Sommelier n. 1 / 2014 BORGO ISOLABELLA s.s. - Regione Caffi, 3 Loc. Saracchi - 14051 LOAZZOLO (AT) - Tel. 014487166 - www.isolabelladellacroce.it
www.vinchio.com
centellinato la bellezza dei templi.
Cambogia sono le escursioni guidate
gentili, da trattare con assoluto
Visitalo nella luce calda del mattino o
del progetto ecologista Elephant
rispetto. I mesi ideali per visitare la
del tardo pomeriggio, oppure
Valley Project. Il fine è nobile, perché
Cambogia sono dicembre e gennaio,
catturalo avvolto dal tramonto
in questo modo gli animali sono
quando il tasso di umidità è
salendo sulla collina del tempio di
sottratti ad altri lavori spesso duri e
sopportabile, le temperature più
Phnom Krom. Arrivare qui da Siem
sfibranti. Portati un cuscino, perché il
fresche e le precipitazioni meno
Reap è facile, per esempio in taxi o in
dorso di un pachiderma diventa
abbondanti. Da febbraio in poi il caldo
moto (motocicletta con conducente,
piuttosto scomodo dopo un paio
è più opprimente e in aprile diventa
mezzo di trasporto molto diffuso in
d'ore. Nasce tra gli altipiani del Tibet
insopportabile. La stagione delle
Cambogia). Trekking a dorso di
e attraversa tutta l'Indocina con il suo
piogge (da maggio a ottobre), anche
elefante, lontana anni luce dalle
maestoso corso fatto di anse, ampie
se parecchio umida, è un buon
pianure, la provincia di Mondulkiri si
gole, città portuali, acque limpide o
periodo per visitare Angkor: in questi
trova quasi al confine con il Vietnam
sacche fangose. Il Mekong ha fascino
mesi i fossati sono piena e la
ed è il vero "selvaggio est" del paese.
da vendere, ma non è l'ambiente in
vegetazione lussureggiante. State
Si tratta di una regione a sé, dal
cui ti aspetteresti di incontrare dei
invece alla larga dalle regioni nord-
punto di vista climatico e culturale.
delfini. E invece eccoli qui. Si tratta
orientali: in questa stagione le piste
Manca il caldo delle pianure e buona
più propriamente di orcelle, delfini
diventano veri e propri acquitrini e
parte del sapore del viaggio è data
oceanici che risalgono il fiume e
sono del tutto impraticabili. Vale la
dall'incontro con il popolo bunong (o
arrivano fino alla provincia
pena assistere alla festa più
pnong) e i suoi nobili elefanti.
cambogiana di Kratie, nell'est del
importante del paese, Bon Om Tuk,
L'esperienza per vivere al meglio la
paese. Hanno un caratteristico capo
che si tiene ogni anno ai primi di
provincia meno popolosa della
arrotondato e sono animali miti e
novembre fino a marzo.
La Qualità
Una Passione per Due vini. I Tre Vescovi
ALWAYS QUALITY ORIENTED
di Enza Bettelli
Alsazia da bere
Da Thann a Markenheim, la Strada dei Vini d’Alsazia si snoda, tra villaggi tradizionali, ridenti cittadine e centinaia di cantine circondate a perdita d’occhio dai vigneti e sempre aperte per un assaggio di ottimi vini.
F
rancese ma con inclinazione tedesca, influenzata dalla sua posizione geografica
che la colloca proprio al confine tra Germania e Svizzera, questa caratteristica regione è attraversata per quasi la sua intera lunghezza dalla più antica strada dei vini della Francia, che nel 2013 ha festeggiato i 60 anni. La città più famosa d’Alsazia è senz’altro Strasburgo, perché sede delle Nazioni, con un imponente palazzo di vetro che spicca tra le tipiche costruzioni della città, attraversata da canali e viuzze che sono il cuore del quartiere della Petite France. Ed è ugualmente imponente la storica cantina degli Hospices Civils di Strasburgo, fondata nel 1395 per dare asilo e assistenza medica ai bisognosi. Dopo alterne vicende, dalla fine del Novecento l’edificio è stato in parte recuperato con la produzione di alcuni vini e la cantina ha conservato alcune antiche e magnifiche botti, decorate e istoriate. Le altre città, più o meno
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Il Sommelier n. 1 / 2014
Amorim Cork Italia
Excellence, il tappo perfetto sotto ogni sfaccettatura Amorim crea una nuova esclusiva linea di tappi in sughero naturale per sigillare i vini più prestigiosi Amorim Cork Italia ha creato Excellence, una nuova ed esclusiva linea di chiusure prodotta in serie limitata e pensata per valorizzare i grandi vini italiani di lunga maturazione, punte di diamante della produzione nazionale. I tappi Excellence sono in sughero naturale, frutto di un’accurata selezione del miglior sughero presente in natura, individuato direttamente da Amorim nelle sugherete del Portogallo e sottoposto ai più scrupolosi controlli qualità da parte del reparto Ricerca&Sviluppo. La garanzia TCA�FREE è totale, l’assenza di TCA è assicurata non solo dall’avanzata tecnologia Amorim che prevede una strategia preventiva e curativa con l’utilizzo dell’innovativo sistema R.O.S.A. Evolution, in grado
di eliminare l’80% del TCA eventualmente presente nei tappi monopezzo, ma è integrata da un insostituibile contributo umano: ogni singolo pezzo infatti viene sottoposto ad una specifica analisi sensoriale operata da esperti degustatori, tecnici altamente specializzati selezionati per la loro peculiare sensibilità olfattiva. “Già da diversi anni – spiega Carlos Santos a.d. di Amorim Cork Italia - stiamo lavorando per arrivare a un sistema di gascromatografia individuale, un progetto iniziato con una spin-off dell’Università di Cambridge specializzata proprio in questa tipologia di analisi. La sfida in futuro è quella di industrializzare il processo di analisi arrivando a garantire il 100% di affidabilità per tutti i nostri tappi di alta gamma.” Prima di raggiungere il controllo qualità ogni singolo pezzo segue una scrupolosa selezione manuale, viene pesato, sottoposto ad un processo di timbratura e lubrificazione, recentemente revisionato secondo una tecnologia all’avanguardia, e infine confezionato con un packaging esclusivo e prestigioso finalizzato ad esaltare l’unicità del pezzo. “Excellence è la nostra linea più esclusiva presente sul mercato – afferma Carlos Santos, a.d. Amorim Cork Italia – appositamente pensata per soddisfare le richieste delle cantine più esigenti”.
Amorim Cork Italia S.p.A. Via C. Bianchi Z.I. Scomigo 31015 Conegliano (TV) Tel. 0438.394971 www.amorimcork.com E-mail: mail.acit@amorim.com
Amorim. Il sughero del futuro, un po’ prima
grandi, che punteggiano il percorso
nel XIV secolo è nata la Confrérie
producono i vini in modo autonomo,
della Strada del Vino, sono tutte
Saint-Etienne, costituita allora dai
nel rispetto del territorio e delle sue
caratterizzate dalle tipiche case
notabili che avevano il compito di
caratteristiche. Gli aderenti sono
a graticcio, che ospitano spesso
vigilare sulla qualità dei vini prodotti
presenti in varie regioni di Francia
sui tetti nidi di cicogne, altro
in città. La confraternita si è trasferita
e propongono i loro vini, con il logo
elemento distintivo della regione.
40 anni fa nel Castello di Kientzheim
dell’Associazione sulla bottiglia,
E, naturalmente, sono conosciute
con le stesse antiche regole e vi
anche in degustazioni presso
perché strettamente legate al mondo
organizza interessanti degustazioni
cantine, fattorie e ristoranti della
del vino. A cominciare da Colmar,
di vini alsaziani.
zona di produzione.
capitale dei vini d’Alsazia, che ospita
A Turckheim, Guebwiller e
L’Alsazia si estende su un territorio
un interessante museo ad essi
Riquewihr hanno sede importanti
relativamente limitato, ma offre
dedicato presso la Maison des Vins
cantine sociali. A Soultz-Les
comunque una grande varietà di
e la Borsa dei Vini d’Alsazia.
Bains è presente una delle sedi
paesaggi, con i rilievi dei Vosgi
A Ammerschwihr, vicino a Colmar,
dei Vignerons Indépendants, che
ricchi di foreste, le pianure e le valli
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Il Sommelier n. 1 / 2014
Gastronomia di carattere
dove scorre il Reno e i vigneti che
per la maggior parte a AOC,
in prossimità della Strada del Vino
la Denominazione di Origine
si estendono a perdita d’occhio,
Controllata alsaziana. I DOC Grand
inglobando villaggi, cittadine e
Cru sono invece i vini prodotti in
castelli.
terroirs eccezionalmente vocati e
Questa ricchezza di vigneti e il
rappresentano circa il 4% dell’intera
prodotto con il fegato d’oca (bianca
clima caratteristico, che è rigido
produzione in Alsazia.
d’Alsazia o grigia di Tolosa) oppure
in inverno ma molto soleggiato in
I DOC Crémant hanno subito
con quello dell’anatra della Francia
estate, permettono di ottenere vini
una seconda fermentazione e
atlantica. Molto interessanti i
particolarmente aromatici e fruttati,
si presentano delicatamente
formaggi, tra i quali il più conosciuto
con in più un inconfondibile tocco
effervescenti e vivaci. I Vendage
è il Munster, dal nome dell’omonima
floreale in quelli bianchi.
Tardives e i Sélections de Grains
I vitigni principali sono sette:
Nobles d’Alsace completano in
Sylvaner, Pinot bianco, Riesling,
crescendo la carrellata dei vini della
Moscato d'Alsazia, Tokay Pinot
regione con la loro eccezionale
grigio, Gewürztraminer e Pinot nero.
ricchezza di profumi che ricorda
Tutti i vini di questa regione (eccetto
frutta secca, confetture esotiche
e robusta, ma comunque facile da
il Crémant) sono imbottigliati nella
e spezie e una speciale struttura
accompagnare ai vini della regione
classica bottiglia detta “vino del
data dai grappoli raccolti in
e all’eccellente birra che viene
Reno” o flûte d’Alsazia e sono
sovramaturazione.
ugualmente prodotta in Alsazia. Il
Oltre che per i vini, l’Alsazia è rinomata per il foie gras, che viene
cittadina. La cucina è a metà strada tra quella francese e quella tedesca, con piatti che hanno una connotazione decisa
piatto più noto è probabilmente la choucroute, preparata con vari parti di carne di maiale e salsicce, tutto affumicato. Ugualmente robusto è il Baeckaoffe, che però è a base di carni miste e viene cotto nella tipica casseruola ovale di ceramica decorata. Più leggera la carpa fritta, specialità di Sundau, nel sud della regione, e alla quale è addirittura dedicata una strada gastronomica. La tarte flambée è una specie di focaccia sottile guarnita con pancetta e cipolle. Il Kougelhopf è un dolce lievitato e soffice, cotto nel tipico stampo a corona, servito però un po’ a tutte le ore, anche all’aperitivo, insieme agli immancabili Bretzel. I locali più caratteristici dove gustare queste specialità sono i Winstub dove in inverno è servito anche il vino caldo, insieme ai tipici biscotti speziati. Il Sommelier n. 1 / 2014
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di Marco Ferrari
L’immigrazione e il vino in America Latina
La storia del vino nell’America del Sud è indissolubilmente legata alla storia dell’immigrazione europea, soprattutto italiana; se da un lato è vero che l’arrivo del vino a queste terre coincide con lo sbarco delle caravelle dei colonizzatori spagnoli e portoghesi , , negli anni tra la fine del 400 e l’inizio del 500, è altrettanto vero che ad imprimerne una svolta di qualità saranno gli immigranti italiani giunti nel periodo che va dalla seconda metà dell’800 fino agli anni venti del secolo scorso.
D
opo viaggi di varie
giornaliera sulla tavola dei nostri
la passione che devotavano al vino,
settimane, a bordo degli
immigranti, nonché prodotto di
senza paura di esagerare possiamo
antichi bastimenti a vapore,
grande rilevanza economica.
affermare che oggi, dietro la maggior
migliaia di italiani, provenienti da
Secondo alcuni storici furono proprio
parte delle grandi bottiglie argentine
Nord e Sud, sbarcavano nei porti
loro a portare con sé alcune sementi
o brasiliane, si nasconde il lavoro
di Santos in Brasile, di Montevideo
per dare inizio alla nuova vita
umile di generazioni di immigranti
in Uruguay e di Buenos Aires in
d’oltremare e, tra semi di melanzane,
italiani.
Argentina; sfuggivano da una vita
ortaggi ed insalate, ci sarebbe
di stenti, dall’estrema crisi del
stato posto per alcune piantine di
lavoro agricolo e dalle carestie
vite, da far germogliare nel ventre
che colpivano un’Italia giovane e
fertile della nuova terra; secondo
povera. A muoverli era la speranza
altre fonti invece se ció accadde
principale destino dell’immigrazione
di una vita migliore e sopratutto la
non riscosse molto successo, la
nostrana, a cavallo tra il secolo XIX
possibilitá, per la prima volta nella
viticultura si sarebbe sviluppata a
ed il secolo XX quasi un milione e
loro storia di braccianti, di poter
partire da varietá autoctone di vitis
mezzo di italiani scelsero questo
diventare proprietari di un pezzo
labrusca, popolarmente conosciuta
paese per ricominciare una nuova
di terra, prospettiva irrealizzabile in
come uva americana, che sarebbe
vita e per la storia del vino brasiliano
Italia, ma perfettamente possibile in
entrata sulla scena solo alcuni anni
il loro apporto fu fondamentale.
paesi tanto vasti quanto poco abitati.
dopo. Il fatto é che con il passare del
A partire dal 1875, dalle cittá del
Ma si diceva del vino, presenza
tempo gli italiani si identificarono per
trentino, allora provincia austriaca
24
Il Sommelier n. 1 / 2014
BRASILE
In Sudamerica il Brasile fu il secondo
Credit W
ikipedia
- Argenti
na
Il Sommelier n. 1 / 2014
25
ile
ia - C
ikiped
it W Cred
di lingua italiana, inizió un vero e
Abituati tradizionalmente al consumo
La singolaritá di questa storia é
proprio esodo con destinazione
quotidiano di vino, piú come
che la vitivinicultura in Brasile é
il Brasile, verso una zona bem
complemento alimentare che come
cresciuta e si é sviluppata a livelli
specifica, montagnosa e coperta di
fonte di piacere, essi non tardarono
oggi internazionali, a partire da una
boschi, la Serra Gaucha, all’estremo
a piantare le prime vigne, dapprima
regione specifica, la Serra Gaucha
sud del paese. Di caratteristiche
a partire da varietá di vitis americana
appunto, ad opera di un gruppo di
geografiche che ricordano i monti
come Isabel, Bordô e Niagara e con
immigranti italiani provenienti da una
d’origine, peró con climi assai
il passare del tempo sostituite dai piú
unica regione, arrivati in uno spazio
piú miti, la serra vide il formarsi di
nobili varietali di vitis vinifera. Cosí si
relativamente corto di tempo, con
varie colonie di italiani che qua si
stabilirono gli aromatici della famiglia
pochissime “infiltrazioni” posteriori,
stabilirono e, in quasi completo
dei Moscati, il non molto conosciuto
quest’aspetto é curioso anche
isolamento, costruirono strade e
Riesling Italico e gli onnipresenti
sotto il profilo delle tradizioni, come
villaggi, dando vita ad una regione
internazionali Chardonnay, Pinot
il dialetto veneto comunemente
fino ad allora selvaggia e disabitata,
Noir, Cabernet Sauvignon, Cabernet
parlato in famiglia, o la culinaria,
oggi tra le piú prospere del Brasile.
Franc e Merlot.
moderna rilettura di piatti tipici del Veneto rurale riprodotti a partire da ingredienti locali, ma anche le musiche, le danze popolari e gli abiti tradizionali usati nelle feste campestri, sono testimonianze di una cultura preservata che arricchisce il patrimonio italiano, anche a migliaia di chilometri di distanza. Tra i vini di maggior spicco gli spumanti occupano una posizione di tutto rilievo, prodotti tanto con il metodo Charmat come con il metodo Tradizionale, si distinguono per l´esuberanza dei sentori fruttati e vibranti, spiccano piú per la freschezza che non per la sapiditá; anche i dolci spumanti Moscatel, prodotti con il metodo Charmat corto, sono di eccellente qualitá e godono della fama e del riconoscimento dei mercati internazionali. Il vino bianco di spicco é lo Chardonnay ricco di aromi di frutta tropicale, tra cui si riconoscono facilmente l’ananas ed il melone, il suolo ed il clima ne risaltano la potenza al naso e la freschezza al palato, complessi e suntuosi quando affinati in barrique. Tra i rossi citiamo il Merlot, che si adatta perfettamente alle bizze climatiche della serra gaucha, con estati calde e autunni
Credit Wikipedia - Brasile
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Il Sommelier n. 1 / 2014
Passaporto
piovosi che, spesso, colgono di sorpresa i vitigni rossi tardivi.
ARGENTINA
La maggior colonia italiana dell’America Latina, l’Argentina fu la meta di quasi tre milioni di italiani partiti in cerca di fortuna; oggi si puó dire che metá degli argentini hanno qualche legame di origine italiana, l’altra metá vanta nelle vene sangue spagnolo. Con simili origini non é da stupirsi se oggi l’Argentina é il quinto produttore di vino al mondo e il primo del Sudamerica, qui gli immigrati italiani hanno mostrato, con il passare del tempo, di avere letteralmente la vitivinicoltura nel loro
DNA, tanto che tantissime Bodegas
qualitá impensabili fino a pochi
argentine sono state fondate da
anni prima, le Bodegas crescono,
italiani e, ancor oggi, sono condotte
si modernizzano, tanto in vigneto
dai discendenti, possiamo perció
come in cantina ed oggi l’Argentina
evincere che la dedicazione e,
mantiene si un forte mercato
sopratutto, la vocazione per il vino,
interno per vini di ogni prezzo, ma
appartenesse piú agli italiani che non
allo stesso tempo occupa uno
agli spagnoli.
spazio invidiabile nei migliori indirizzi
L’Argentina, fino agli anni settanta -
enologici di tutto il mondo.
ottanta, era molto piú preoccupata
Le vicende altalenanti dell’economia
in produrre vini a costo accettabile
argentina degli ultimi anni hanno
per placare la sete interna, che
lasciato il segno anche in quel
viaggiava allora – ed anche oggi,
di Mendoza, principale zona
sebbene in calo – su livelli europei,
produttrice, bodegas storiche hanno
vale a dire stabilmente al di sopra
dovuto vendere a gruppi stranieri,
dei 30 litri/anno a persona – una
famiglie tradizionali di viticoltori
quantitá enorme quando comparata
hanno ceduto i loro prestigiosi
al consumo brasiliano, attorno ai 2
marchi a gruppi di investitori
litri. La qualitá era ció che potremmo
internazionali. Tutto ció ha portato si
definire un accettabile compromesso
ad una maggior qualitá in funzione
tra il fabbisogno ed il prezzo,
dei capitali investiti, ma d’altro canto
basso, completando un quadro che
ha imposto ai proprietari di media
preclude a priori qualunque sbocco
grandezza – finanziariamente piú
sul mercato internazionale.
deboli – la sfida di dare un’identitá
Con gli anni novanta e l’apertura
al loro vino per non scomparire,
dei mercati, dopo la fine della
per questo é in atto in questi
sanguinosa dittatura, l’Argentina
ultimi tempi una vera e propria
scopre, grazie anche ad investitori
valorizzazione dei vini d’origine,
stranieri, il grande potenziale di
dove il vitigno non é piú visto come
qualitá del suo splendido terroir;
l’unico protagonista, ma si cerca di
il Malbec, sempre considerato
evidenziare come i differenti e ricchi
vitigno di serie B nella nativa patria
tipi di terroir esistenti nell’altopiano
transalpina, s’impone a livelli di
mendocino, possano produrre una
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
Villa Montepaldi Montepaldi ha visto, in 1000 anni di storia documentata, l’avvicendarsi di Acciaioli, Medici e Corsini. Nell’89 l’Università di Firenze elesse l’azienda a sede di attività didattiche istituzionali e sperimentali con partner internazionali, trasformandola oggi in laboratorio di ricerca, che collega la produzione del futuro all’innovazione tecnica. Ad oggi l’azienda ha 45 ha. circa di vigneto specializzato, 45 ha. di oliveto, 6 ha. di frutteto, 100 ha. di seminativi e 100 ha. tra bosco e arboreti da legno. L’azienda dell’Università di Firenze si dedica oltretutto alla produzione di Vini Rossi e Bianchi raffinati di qualità superiore tra cui spicca il più rappresentativo e premiato Chianti Classico Tagliafune, raffinati Olii Extravergini, pasta di antiche varietà di grani e i tradizionali Vinsanti tipici del territorio. 27 Il Sommelier n. 1 / 2014 Villa Montepaldi - Frazione Montepaldi - 50026 San Casciano V.P. (FI) - Tel. 055/82.28.128 - info@villamontepaldi.it
qualitá distinta di Malbec, a partire dalle differenti componenti del suolo e dall’altitudine del vigneto d’origine; per un paese del Nuovo Mondo, questa é una realtá per nulla scontata. Per finire una curiositá sull’altopiano di Mendoza, i vigneti occupano una vasta regione a clima desertico, con indice pluviometrico di 300 mm/anno ed altitudini che vanno dai 750 metri di Mendoza cittá fino agli oltre 1.800 della regione piú vicina alla Cordigliera delle Ande, il lato curioso é che, per arrivare fin lá, la strada non fa neppure una curva!
URUGUAY
Uno dei piú piccoli paesi del Sudamerica, quarto produttore della regione, ha ricevuto un rispettabile contingente di immigrati italiani nello stesso periodo di Argentina e Brasile, anzi Montevideu era la fermata prima di Buenos Aires, visto che le due cittá sono affacciate alle sponde dello stesso fiume, il Rio de La Plata. Molto grande fu l’impatto degli immigrati italiani nella vita di questo piccolo paese, pensate che oggi si contano circa un milione e mezzo di oriundi, numero che corrisponde al 40% della popolazione uruguaia. Anche in questo caso la vocazione
peró molto piú gradevoli e fruttati dei
attenuare gli effetti che eventuali
tannat di Madiran, sua terra d’origine.
– seppur rare - bizze climatiche
Se i vicini argentini, nell’altopiano
possano avere sugli obbiettivi della
di Mendoza, contano con il freddo
compagnia. Cosí facendo negli anni il
notturno delle altitudini andine per
Cile si é costruito la fama di affidabile
rinfrescare le uve, ecco che nei vigneti
produttore di vino, con eccezionale
pianeggianti e di bassa altitudine
rapporto qualitá – prezzo, presente
dell’Uruguai, il provvidenziale
nei principali mercati, con spicco per
beneficio dell’escursione termica si
quelli anglosassoni.
deve alle freddi correnti d’aria che,
Per quello che riguarda l’influenza
dall’Antartide, soffiano direttamente
dell’immigrazione italiana é quasi
sull’Oceano Atlantico, dalla cui
nulla, come in tutto il mondo anche
influenza il clima uruguaiano é
in Cile ci sono italiani che vivono e
condizionato.
lavorano, ma non in numero tale da
CILE
poter influenzare gli usi e costumi
É il secondo produttore del
arrivarono nei periodi storici in cui
Sudamerica, con una vocazione
si diede la grande migrazione verso
specifica per il business e per
l’America.
l’export, il vino in Cile é pensato e
Vale la pena spendere alcune parole
pianificato nei lussuosi grattacieli
sul Cile che, oltre ad essere un
di Santiago, dove hanno sede le
importante produttore per i motivi
corporazioni del vino, molto piú che
di cui sopra s’é scritto, é un paese
nele cantine vere e proprie. Qualche
che sta scoprendo come un settore
numero ci puó aiutare a capire meglio
nevralgico quale il vino, quando
di questo paese e, sopratutto, non
ció che ho scritto poc’anzi; la maggior
interpretato a scopi puramente
per la vitivinicultura degli italiani fu
companhia, giacché parlare di cantina
commerciali, possa indurre ad
determinante per il diffondersi della
puó far sorridere, é la mondialmente
una crisi d’identitá. Questo spiega
cultura del vino, anche l’Uruguai
famosa Viña Concha y Toro che
perché, ormai da alcuni anni, tanto le
infatti conta con una media di
possiede oltre 6.000 ettari di vigneti
corporazioni, come giovani enologi
consumo elevato, praticamente sui
sparsi fra le principali valli cilene, il
independenti, vadano alla ricerca del
livelli della vicina Argentina. Il grande
gruppo San Pedro – Tarapacá arriva
vino d’autore, quel vino che trasmette
responsabile per il vitigno principe
ad oltre 3.000 ettari ed esporta in
la personalitá e la tipicitá che solo il
dell’Uruguai peró non fu un italiano, il
tutto il mondo. Con queste dimensioni
rispetto e la cura per la territorialitá ci
Tannat fu infatti portato per la prima
le aziende produttrici cilene, che
puó dare. Ultimo commento é che, in
volta in queste pianure dall’immigrato
dominano di fatto il mercato, hanno
generale, per accedere alle bottiglie
basco – francese Don Pascual
una struttura corporativa nella quale
cilene realmente d’autore, si debba
Harriague. Fin da allora a suo agio
tutto si svolge secondo un piano
spendere cifre abbastanza elevate,
il Tannat produce interessanti vini,
predeterminato, con batterie di
come sappiamo le corporazioni non
di gran corpo, con tannini potenti,
enologi e agronomi operando per
sono dedite agli sconti.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
di Gladys Torres Urday
Louis Roederer: ciò che lo distingue dagli altri
Champagne
Attualmente la Società Champagne Louis Roederer è una delle poche società totalmente indipendente e famigliare. La prestigiosa rivista francese Revue du vin de France l’ha classificata al 1o posto tra le maison di champagne.
N
ella regione della
non è formata da una sola grande
vin de France” la vede al 1o posto
Champagne l’area destinata
estensione di terreno. Le vigne sono
assoluto in una competizione che
alla coltivazione viticola è
infatti ripartite in varie zone di diversa
vedeva concorrere 700 champagne,
rigorosamente determinata da una
importanza, ciascuna con le sue
68 marchi diversificato e 300 case
legge che risale al 22 luglio 1927.
caratteristiche. La maggior parte
vinicole.
Tale estensione rappresenta circa
dei vigneti sorgono nel dipartimento
il 2% di tutta la superficie francese
della Marna, situato a est di
Attualmente la Società Champagne
destinata alla viticoltura.
Parigi e le principali sottozone di
In Champagne ogni parcella di
produzione in cui si differenzia l’area
terreno idonea alla coltivazione di
a denominazione Champagne sono
uva destinata alla produzione di
la Montagna di Reims, la Valle della
vino a denominazione d’origine
Marna e la Cote des Blancs.
Champagne è catalogata e descritta
Louis Roeders è diretta dal Signor Jean-Claude Rouzaud con al fianco il figlio Frédéric. Chef de Cave è il Signor Jean-Baptiste Lecaillon. La maison commercializza attualmente circa 2,6 milioni di
minuziosamente nel Repertorio del
In questo panorama morfologico
bottiglie in più di 60 paesi.
Comune di appartenenza.
e pedoclimatico sono impiantati i
In Italia la distribuzione è affidata alla
vigneti di questa storica azienda
Sagna in Revigliasco Torinese, una
L’insieme dei vigneti non si
raggiunta nei mesi scorsi dalla
SpA di importatori fondata nel 1928
presenta in maniera omogenea e
notizia che la prestigiosa “Revue du
dal Barone Amerigo Sagna.
Il Sommelier n. 1 / 2014
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(Pinot Noir: uva nera) - 75 ettari Côte des Blancs (Chardonnay: uva bianca) Questa ottima suddivisione tra le tre principali zone è essenziale. Infatti ognuna di queste regioni dà vini con diverse caratteristiche di corpo, di struttura, di bouquet, di eleganza, di finezza, tutte indispensabili per la produzione di uno Champagne perfettamente equilibrato.
LA VENDEMMIA Per effettuare la vendemmia che inizia tra la fine di Settembre e il principio d'Ottobre (100 giorni dopo la fioritura), la Casa Roederer assume ogni anno 600 persone, alle quali viene dato vitto e alloggio nei sette appositi centri (di cui quattro muniti di impianti di torchiatura) di proprietà Roederer. Ciò lascia facilmente immaginare una organizzazione rigorosa ... La vendemmia dura da dieci a quindici giorni: è un duro lavoro che termina in ogni paese della Champagne con grandi feste.
LA TORCHIATURA
Frédéric Rouzaud, Direttore Generale e proprietario
I VIGNETI La Casa Roederer possiede circa 200 ettari di vigne. Tale proprietà, tra le più grandi della Champagne,
Questa situazione è del tutto eccezionale, poiché la maggior parte delle grandi Case di Champagne ha vigne insufficienti ed è quindi
Le uve raccolte nei tradizionali panieri da 50 Kg. sono immediatamente trasportate ai torchi della Società. La Legge impone che vengano pressati 4.000 Kg. d'uva
costretta ad acquistare altrove
le garantisce la quasi totalità del
alla volta, con una resa massima di
le uve ed i vini. Inoltre i vigneti
suo fabbisogno di uve. La Casa
2.550 litri di mosto. I primi 2.050 litri
Roederer, situati nei migliori cru,
Roederer è quindi nella rara
costituiscono la parte migliore : “la
sono armoniosamente ripartiti tra le
condizione di poter effettuare un
Cuvée”. I restanti 500 litri (le “Tailles”)
principali zone di produzione della
sono di qualità inferiore e vengono
controllo assoluto su tutto il ciclo
Champagne:
generalmente rivenduti dalla Casa
di lavorazione dei suoi prodotti:
- 65 ettari nella Montagne de Reims
Roederer o scambiati con mosti di
dal ceppo della vite alla tavola del
(Pinot Noir: uva nera)
“Cuvée” provenienti dai migliori cru
consumatore.
- 65 ettari nella Vallée de la Marne
della Champagne.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
LA PRIMA FERMENTAZIONE La prima fermentazione inizia nelle cantine Roederer a Reims il giorno successivo alla vendemmia e dura varie settimane. La prima fermentazione permette di ottenere un vino bianco tranquillo. In primavera lo “Chef des Caves” ed i suoi collaboratori assaggiano il vino di ogni singolo cru, separatamente l'uno dall'altro, in modo da determinarne le qualità specifiche.
LA CUVÉE Operazione importantissima che racchiude in sé i segreti della Casa, consiste nell'unire tra loro venti, trenta o talvolta quaranta cru differenti, in modo da ottenere un vino perfettamente equilibrato e di qualità costante. Nella composizione degli Champagne non millesimati viene aggiunta alla cuvée una certa proporzione di vini invecchiati detti “Vins de Réserve”, provenienti da precedenti vendemmie di alta qualità. L'apporto dei “Vins de Réserve” dà alla cuvée più finezza, rotondità e complessità, contribuendo ad assicurare un costante livello
Jean-Claude Rouzaud, proprietario
qualitativo, nel rispetto dello “stile” che contraddistingue la Casa Roederer. La Louis Roederer possiede riserve importantissime di vini invecchiati provenienti da vendemmie eccezionali e ciò permette ai suoi Champagne “non millesimati” come lo Champagne
annate più favorevoli si elaborano cuvée composte esclusivamente dai migliori cru e non si utilizzano i “Vins de Réserve”. Si ottengono così preziosi “Champagne Millésimé” come il famosissimo “CRISTAL ROEDERER”.
LOUIS ROEDERER BRUT PREMIER, di essere conosciuti in tutto il mondo
Per esaltare il carattere e la
LA “PRISE DE MOUSSE”
personalità dei vini, solamente nelle
Al momento dell'imbottigliamento,
per il loro altissimo standard di qualità.
alla cuvée viene aggiunta una piccola quantità di zucchero di canna e di lieviti. I lieviti lentamente trasformano lo zucchero in alcool e in gas, provocando in pratica una seconda fermentazione. Il gas carbonico che si sviluppa, restando nella bottiglia chiusa a stretto contatto con il vino, si discioglie in esso, producendo la spuma ed il perlage che ben conosciamo. 6 km di cantine accolgono in seguito le bottiglie. Qui il vino per quattro, Il Sommelier n. 1 / 2014
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è quasi verticale ed il deposito, scollatosi dalle pareti, è scivolato completamente nel collo, a ridosso del tappo.
IL DEGORGEMENT Questa operazione viene effettuata immergendo il collo della bottiglia in una soluzione refrigerante in modo da permettere la formazione di un pezzo di ghiaccio che imprigiona il deposito contro il tappo. Stappando la bottiglia sarà la pressione interna ad espellere sia il ghiaccio sia il deposito. Il vuoto che viene così a formarsi è colmato con vino della stessa cuvée al quale si aggiunge una piccola quantità di “liqueur” (zucchero di canna sciolto in vino vecchio). Le diverse percentuali di “liqueur” faranno dello Champagne un Brut, un Sec o un Demi-Sec. Dopo quest'ultima operazione la bottiglia viene definitivamente tappata e lo Champagne è praticamente pronto.
Jean-Baptiste Lecaillon, Chef de Cave
cinque anni o più, resta al buio, al riparo da correnti d'aria e ad una temperatura costante di 10°C.
IL REMUAGE
La seconda fermentazione provoca la formazione di un deposito che aderisce alle pareti della bottiglia e che deve essere rimosso ed eliminato per evitare che intorbidisca il vino. Per effettuare questa
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Il Sommelier n. 1 / 2014
operazione assai delicata, le bottiglie sono disposte con il collo inclinato verso il basso, su speciali cavalletti detti “pupitre”. I “remueurs“, operai competenti e specializzati, imprimono giornalmente o ogni due giorni, a ciascuna bottiglia, un ottavo di giro a destra o a sinistra, avendo cura di inclinare sempre più la bottiglia con l'avanzare dell'operazione.
HABILLAGE E SPEDIZIONE Alcuni mesi dopo il “dégorgement”, quando il “liqueur” si sia ben amalgamato al vino, le bottiglie sono etichettate con capsula, “collerette”, etichetta e “médaillon”, quindi imballate per essere spedite in Francia e nei 60 paesi del mondo dove sono distribuiti gli Champagne
Dopo uno o due mesi la bottiglia
LOUIS ROEDERER.
Il Sommelier n. 1 / 2014
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La storia
Façade extérieure Louis Roederer
Società Champagne Louis Roederer 1776 La Società viene fondata a Reims dai Signori Dubois ed in seguito venduta a Nicolas Schreider. 1827 Il Signor Louis Roederer, nato a Strasburgo nel 1798 e nipote del Signor Schreider, entra in Società con lo zio. 1833 Alla morte del Signor Schreider il nipote eredita la Società e le dà il proprio nome. L'intraprendenza del Signor Louis Roederer dà un grande impulso agli affari della Società e, negli anni seguenti, la Casa di Reims si sviluppa notevolmente. 1868 La Casa Roederer vende ogni anno più di due milioni e mezzo di bottiglie, principalmente in Russia, ma anche negli Stati Uniti ed in tutta Europa. 1870 Alla morte del Signor Louis Roederer I° subentra il figlio, Louis Roederer II°. Egli ha una grande passione per i libri: la sua biblioteca, ricca di opere e disegni originali del Settecento, è considerata la più completa di Francia, dopo quella del Castello di Chantilly. 1873 Le spedizioni di Champagne Louis Roederer per la Russia e la Corte degli Zar raggiungono il livello record di 666.386 bottiglie, cioè il 27% della produzione totale. 1876 Su espressa richiesta di S.A. lo Zar Alessandro II°, viene creata la Cuvée “Cristal”, destinata esclusivamente alla Corte di Russia. Nasce così la prima ”Cuvée de Prestige” dello Champagne. 1880 Morto improvvisamente Louis Roederer II°, le redini della ditta passano nelle mani della sorella Léonie Olry Roederer, poi di suo figlio, Léon Olry Roederer. 1917 La Casa Roederer perde, con la rivoluzione di Ottobre, il suo principale mercato: la Russia. 1932 Muore Léon Olry Roederer, ben conosciuto all'epoca per il suo equipaggiamento per la caccia a cavallo, considerato allora il più elegante di Francia. La vedova, Signora Camille Olry Roederer, assume la direzione della Società, che condurrà per 42 anni. Donna particolarmente intelligente e brillante, frequentatrice abituale dei salotti mondani dell'alta società, contribuisce ad aumentare il prestigio della Casa Roederer. 1965 La scuderia di trottatori della Signora Roederer è una delle più famose al mondo, grazie al famoso cavallo Jamin. Attualmente - È diretta dal nipote della Signora Olry Roederer, il Signor Jean-Claude Rouzaud, affiancato dal figlio Frédéric.
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Il Sommelier n. 1 / 2014 Il Sommelier n. 1 / 2014
Degustato per voi Champagne Louis Roederer Brut Millésimé Vintage 2006
Viene prodotto solo nelle annate migliori, con uve provenienti da vigneti di proprietà della casa Louis Roederer. Composto per il 65% da Pinot Nero e per il restante 35% da Chardonnay, il Brut Millésimé matura per almeno cinque o sei anni in cantina prima di essere commercializzato. La liqueur de dosage è oggetto di grandi cure ed attenzioni: viene elaborata a partire da 8 - 10 vini provenienti dai migliori cru di Roederer, invecchiati in legno da 4 a 10 anni. Come d’abitudine per la casa Roederer ulteriori 6 mesi di riposo vengono concessi dopo il dégorgement per permettere al vino di perfezionare la sua maturazione amalgamandosi con la liqueur d’expédition.
Note di degustazione Aspetto:
oro giallo con riflessi oro antico. Perlage finissimo che si sviluppa in file di bollicine sottilissime.
Naso:
vivace ed intrigante, con sentori di frutti maturi. Calde reminiscenze di torta di mele, con note di brioche e miele.
Bocca:
il primo impatto è superbo ed articolato. Ampio, rotondo e di superba vinosità. Sapori di frutti maturi compatibili ai vitigni utilizzati. Finale lungo ed aristocratico.
Note
Prima di essere uno champagne, il Brut Millésimé di Louis Roederer è un grandissimo vino, complesso ed evoluto, destinato a conoscitori in grado di apprezzare un grande Champagne. L’ampiezza e la ricchezza del Brut Millésimato ne fanno un eccellente vino da tutto pasto. Si accompagnerà meravigliosamente con pesci cucinati, anche in salsa, e carni bianche. Sarà meglio apprezzato se degustato tra i 10 e gli 11°. Degustatore Roberto Rabachino
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Il Sommelier n. 1 / 2014
Il Sommelier n. 1 / 2014
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di Enza Bettelli con abbinamento dei vini a cura di Nicola Masiello
Lo Gnocco Emiliano
È solo un pezzo di pasta fritta, ma stupendo nella sua semplicità che ne fa un boccone gustosissimo e versatile, assolutamente perfetto per accompagnare ed esaltare la morbida sapidità dei salumi.
L
a ricetta è quasi elementare:
ed è diventato (o ridiventato) anche
morbidi e tipici, le salsiccette fatte
farina, acqua, un pizzico
uno dei pezzi forti dello street food
saltare in padella o alla griglia.
di bicarbonato ed
perché a casa, al bar, al ristorante o
Tuttavia è una delizia da non perdere
eventualmente un poco di lardo
per strada è d’obbligo mangiarlo con
anche gustato da solo, ancora caldo
fuso o strutto. Stesa e tagliata a
le mani.
e fragrante, ben gonfio e morbido
losanghe, ma anche a quadrati o
I suoi compagni inseparabili sono gli
ma assolutamente non imbevuto di
a rettangoli, la pasta si butta poi
ottimi salumi della regione, i formaggi
olio.
nella padella con l’olio fumante che ormai sta soppiantando il più caratteristico strutto. Si prepara più o meno ancora così in tutta l’Emilia Romagna, con la differenza che non si frigge più nella padella appesa alla catena del camino che la faceva scendere sopra alla fiamma. Il nome cambia da provincia a provincia e se a Bologna si chiama gnocco,
Nella terra di re Porcello Le estese e fertili pianure che caratterizzano l’Emilia Romagna ne hanno fatto una regione dall’economia prevalentemente agri-
come a Parma, Reggio Emilia e a
cola, con l’allevamento dei suini tra le attività principali. Oltre ai
Piacenza, a Ferrara si chiama invece
ben noti salumi e insaccati, il lardo, lo strutto e i suoi stretti deri-
pincino. Ma può anche capitare
vati, i ciccioli, hanno per secoli aggiunto gusto e morbidezza al
di sentirlo chiamare pasta fritta o
semplice cibo del popolo. Lo strutto conferisce alla frittura aro-
crescente e quest’ultimo nome aveva colto impreparato perfino il grande Artusi che la prima volta
ma e sapore inconfondibili e la lascia leggera e croccante, più di qualunque altro grasso. Vale quindi la pena provare a utilizzarlo
che lo sentì pensava gli stessero
di tanto in tanto, non solo per lo gnocco ma anche per i dolci di
parlando della luna.
Carnevale, approfittando del prodotto industriale in vendita nei
Lo gnocco fritto è sempre stato
supermercati che, pur se raffinato, riesce ancora a rievocare gli
parte integrante del pasto o al tavolo
antichi sapori del mondo contadino.
delle osterie come compagno di un buon bicchiere di vino. Oggi ha valicato i confini della sua regione
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Il Sommelier n. 1 / 2014
Gnocchi fritti
Il Sommelier n. 1 / 2014
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L’abbinamento di Nicola Masiello, Presidente Emerito FISAR
Lo Gnocco Fritto è una preparazione che esprime tutte le sue qualità sia da solo, nella versione dolce, ma soprattutto come complemento insieme ad altre pietanze.
altre tipologie di vini, che
Nella versione dolce il suo
o su un “Trebbianino Val
abbinamento ideale lo troviamo
pur mantenendo un grado alcolico moderato, sappiano legare elegantemente le note aromatiche dei salumi esaltate dallo gnocco caldo con le componenti del vino che deve avere nella parte olfattiva un buon ventaglio di profumi e nella parte gustativa una alcolicità moderata, con una “spalla” acida importante senza farsi mancare una buona sapidità. Per questi motivi io mi orienterei su un “Ortrugo doc frizzante” Trebbia doc” entrambi dei Colli
in vini prodotti con uva moscato
Piacentini.
naturale o spumante. L’oltrepò
Passando ad abbinamenti non
pavese “Fiori d’arancio doc”
tipici, i vini rispondenti alle nostre
è senza dubbio il meglio che
esigenze li possiamo trovare
si possa desiderare,dove alla
nel vicino Veneto o Trentino,
leggera untuosità, alla fragranza
con un buon “Nosiola” dal
e friabilità dello gnocco (data
tipico sentore di nocciola o
dalla cottura), si sposano la
mandorla amara, leggermente
fragranza del vino, l’aromaticità
floreale e di buona acidità e
del vitigno e la nota sgrassante
persistenza. Non per ultimo un
dell’anidride carbonica. Alla poca
“Chiaretto del Garda doc” per
concentrazione del piatto uniamo
la sua componente aromatica
il basso grado alcolico del vino.
tipica dell’uvaggio e per la sua
Se invece lo Gnocco
componete acida, minerale e
accompagna i salumi grassi e
sapida tipica del terreno che il
dolciastri con note aromatiche
terreno.
leggere o i formaggi a pasta
A voi il piacere di provare al fine
molle dell’Emilia Romagna
di apprezzare fino in fondo il vino
l’abbinamento si sposta su
e il piatto.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
di Lido Vannucchi
Vito Mollica, il galantuomo della cucina italiana In questo momento se c’è uno chef che mette d’accordo tutti: clienti, colleghi, maestranze lavorative, su chi sia il galantuomo, la bella e brava persona della cucina italiana, Vito Mollica vince alla grande.
L’
Executive Chef Vito Mollica è entrato nel team di pre-apertura del Four
Seasons Hotel Firenze nel 2007 e guida il ristorante stellato Michelin Il Palagio sin dalla sua apertura nel 2008. È un veterano del Four Seasons, avendo già festeggiato 15 anni con la Four Seasons Hotels & Resorts in cui ha iniziato il suo mandato nella sede di Milano nel 1996, prima di trasferirsi al Four Seasons Hotel Praga nel 2000. Nel novembre del 2011 il ristorante Il Palagio del Four Seasons Hotel Firenze ha conquistato la sua prima stella Michelin, entrando nella lista dei ristoranti stellati del 2012 e iniziando così una nuova ed entusiasmante avventura culinaria per la brigata di cucina capitanata da Vito.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
Firenze. Chef Vito Mollica
MODENA, IL TERRITORIO DEI LAMBRUSCHI DOP
Lambrusco di Sorbara Lambrusco Salamino di Santa Croce Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Lambrusco di Modena Aziende consorziate CHIARLI 1860 italia@chiarli.it - www.chiarli.it
www.enzopancaldi.it
CANTINA DI S. CROCE info@cantinasantacroce.it - www.cantinasantacroce.it CANTINA SOC. LIMIDI SOLIERA E SOZZIGALLI cantinasocialelimidi@libero.it CANTINA SETTECANI-CASTELVETRO info@cantinasettecani.it - www.cantinasettecani.it CANTINA DI SORBARA info@cantinasorbara.it - www.cantinasorbara.it CANTINA SOC. DI CARPI info@cantinasocialecarpi.it - www.cantinasocialecarpi.it CAVICCHIOLI U. & FIGLI S.r.l. cantine@cavicchioli.it - www.cavicchioli.it CANTINA SOC. FORMIGINE PEDEMONTANA info@lambruscodoc.it - www.lambruscodoc.it CANTINE RIUNITE & CIV - Stab. di Modena info@civeciv.com - www.riunite.it C.A.V.I.R.O. - Stab. di Savignano s. P. (MO) caviro@caviro.it - www.caviro.it CANTINA SOC. MASONE-CAMPOGALLIANO Stab. di Campogalliano (MO) info@cantinamasonecampogalliano.com www.cantinamasonecampogalliano.com
ristorante Il Palagio del Four Seasons Hotel Firenze
Lo Chef Mollica e la sua brigata
di zucca, Scampi arrostiti su crema
Per garantire che tutto nella sua
hanno guadagnato fama
cavolfiori, lardo di Cinta Senese e
cucina rispetti questo credo, Vito
internazionale per la realizzazione
olio alle nocciole, Pici tirati a mano
ama recarsi personalmente in
di piatti cult come i ‘Cavatelli
con ragout di lepre e spugnole,
mercati regionali, in giro per la
Cacio e Pepe con gamberi rossi
Lingotto al mascarpone con arachidi
campagna toscana in cerca di
e calamaretti marinati’, vincitore
caramellate e gelato al malaga.
produttori che condividano la sua
del premio “Piatto dell'Anno”
passione per la qualità.
nell'edizione 2013 guida ai ristoranti
“Il valore principale di ogni piatto è
dell’Espresso.
la qualità degli ingredienti”, è l’umile
Il Four Seasons è un autentico
Altri sono i piatti che rendono onore
filosofia dello chef, un approccio al
ristorante di charme, vi saprà
al nostro chef come: Il piccione cotto
cibo che risale a quando da ragazzo
accogliere con delicatezza, offrendo
in vescica di maiale, lesso rifatto “la
guardava sua madre preparare
una sicura cucina di qualità
Francesina” con lenticchie e crema
specialità italiane meridionali.
affiancata da una superba cantina.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
La ricetta
Metodo
In un recipiente d’acciaio mettete a marinare per 24 ore la lepre a pezzi con il vino rosso e tutti gli aromi. Separare il lombetto dal resto della lepre. Cuocerlo in un sacchetto sottovuoto a 60° per 15 min. Raffreddare. Scolate bene la lepre dalla marinata, asciugatela e adagiatela in un’ampia casseruola; copritela completamente con l’olio di semi. Portatela a cottura, prestando attenzione a non superare la temperatura dell’olio di 68°. Raffreddate il tutto e dividete le ossa dalla carne. A tal punto regolate la carne con sale e pepe e adagiatela in uno stampo da terrina; metteteci sopra un peso e lasciate riposare in frigo per 24 ore. Fatto ciò, sformartela con delicatezza e tagliatela in rettangoli. Arrostitela da entrambi i lati. Per la salsa, arrostite le ossa e le verdure separatamente. Quando ben rosolate, unitele e coprite il tutto con acqua fredda. Portate a bollore e lasciate ridurre per 5/6 ore. Filtrate il tutto e portate a densità desiderata la salsa. Per rendere quest’ultima più lucida e gustosa aggiungetevi qualche pezzo di cioccolato fondente.
Civet di L e sedano epre con crema di rapa Mele Ristora
nte Il Pala gio dell’Hot el Four S Chef Vito easons Fir Mollica enze
Ingredienti
Per la ma rinata: • 1 Lepre • 1 Bottiglia di vino ross o • 1 Gambo di sedano • 2 carot e • 1 cipolla • 2 Stecc he di cann ella • 10 Bacch e di ginepro • 2 Punte di anice st ellato • 4 Chiodi di garofan o • 25 gr. C ioccolato fondente al 70%
Per la crema di mele, fate cuocere quest’ultime intere in forno a 160° per 20 minimo, eliminate la buccia ed il cuore e frullate tutto al blender aggiungendo una noce di burro. Per la crema di sedano rapa fate bollire quest’ultimo tagliato in pezzi in acqua e latte per 15 min. Frullate il sedano rapa aggiungendo poco alla volta il liquido di cottura necessario. Impiattare la terrina ben arrostita, il lombetto e le due creme, formando delle piccole quenelles. Irrorare la carne con la salsa ben calda e completare grattugiando del cioccolato fondente al 70%.
Crema sed ano rapa: • 1 sedano rapa • 1 lt latte latte • 1 lt acqu a minerale Crema di mele: • 2 mele t ipo Grann y Smith • 20 gr bu rro
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Abbinamento Walter, esperto sommelier del Four Seasons Hotel Firenze, ha scelto per il Civet di Lepre con crema di mele e sedano rapa un Brunello di Montalcino, Cupano 2008. Un vino dalle note eleganti, molto suadente, forse ancora un po’ giovane, di buona mineralità e con un sicuro potenziale.
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Ligabue Class Reggiano Lambrusco Dop 2013 Cantina Sociale di Gualteri Buon sangue non mente! È proprio il caso di dirlo guardando all’ultima annata di uno dei vini di punta della Cantina Sociale di Gualtieri. Il Lambrusco Reggiano Doc Ligabue Class 2013, dedicato al grande pittore di casa Antonio Ligabue (1899-1965), si riconferma un’etichetta di gran classe, ottima interpretazione del territorio in grado di coniugare intensità e raffinatezza con una sorprendente ricercatezza di profumi e sapori fruttati. Spuma ricca e delicata, grande
bevibilità, grande equilibrio e un finale fresco e piacevole sono i tratti più convincenti di questo lambrusco, destinato a primeggiare nella sua categoria dopo gli importanti riconoscimenti ottenuti nei concorsi e sulle guide di settore. Ideale da gustare con paste ripiene, stupisce anche con preparazioni più complesse come anatra all’arancio e arrosti. Cantina Sociale di Gualtieri Via San Giovanni, 25 - 42044 Gualtieri (RE) Tel. 0522.828161/828579 www.cantinasocialegualtieri.it - info@cantinasocialegualtieri.it
di Davide Amadei
amadei@ilsommelier.com
Mosella: tutto il fascino del
iesling R
Un fiume che scorre lento e pacioso, le vigne che sembrano finire nell’acqua, i paesi puliti e precisi, con le case a graticcio e le piazzette animate.
T
utto contribuisce a creare
cristallina; in altri (come l’Erdener
la natura del suolo può dare, pur
un ambiente unico ed
Treppchen) domina l’ardesia rossa,
mantenendo una elevata acidità. Il
oggettivamente bello, e, per
con vini più rotondi e avvolgenti.
fiume, poi, di notte cede il calore
il vino, a realizzare un vero e proprio
È interessante notare che i ciottoli di
accumulato durante le ore del
terroir, in cui le difficili condizioni
ardesia sembrano duri, ma in realtà
giorno, ad evitare che le uve abbiano
climatiche, i pendii ripidissimi e
si sgretolano alla pressione, per cui
l’influenza del fiume necessitano del
gli elementi minerali si diffondono
troppo freddo.
lavoro quasi eroico dell’uomo per
facilmente nel terreno e soprattutto
prodotti di grande classe.
il drenaggio dell’acqua è sempre
L’ardesia è l’elemento dominante
ottimo.
di suolo e sottosuolo dei vigneti,
Le vigne, perlopiù esposte a Sud,
ma poi i suoi vari colori, la differente
sono in ripido pendio, spesso
capacità di riflettere la luce, insieme
davvero impressionante: ciò
alle diverse quantità d’acqua, alla
garantisce una perfetta insolazione,
presenza o meno di roccia dura o di
con la luce solare che può arrivare
sassi, determinano le sfumature e le
sulle piante nel modo più diretto, a
franco: la fillossera non sopravvive
diversità delle uve.
novanta gradi.
nei suoli ben drenati che dominano
In particolare, in alcuni pendii (come
Le condizioni climatiche settentrionali
la Mosella, ed è una delle poche
il lungo versante da Bernkastel a
di freschezza causano una lenta
regioni europee dove è possibile
Zelting) prevale l’ardesia blu, che
maturazione delle uve, che così
coltivare viti non innestate su piede
dà acidità tagliente e mineralità
si arricchiscono di tutto quanto
americano.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
La latitudine comporta anche che, nel periodo di maturazione dei grappoli, le giornate sono piuttosto lunghe, e notevoli le escursioni termiche tra giorno e notte, con tutto quel che ne consegue in termini di complessità aromatica ed acidità. Molti ceppi di vite sono a piede
Distillati Roner: Dalla tavolozza della Natura Capolavori di Gusto
www.roner.com
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Il Sommelier n. 1 / 2014
I vigneti (cru) in etichetta sono
(Qualitätswein mit Prädikat. Vini di
di alcol, o secco, se tutto o quasi lo
indicati con il loro nome preceduto
qualità con il predicato): prima si
zucchero è stato svolto (per natura
dal riferimento al villaggio in cui
colgono le uve per i Kabinett, poi
o per scelta) in alcol; ed un Kabinett,
si trovano: ad esempio Wehlener
per gli Spätlese, poi per gli Auslese
spesso secco, può altre volte essere
Sonnenuhr è il vigneto Sonnenuhr
(ed infine i grappoli botritizzati in
dolce e di bassa gradazione.
(= meridiana) di Bernkastel-Wehlen,
annate particolari per Beerenauslese
In cantina, le fermentazioni
esistendo altri Sonnenuhr (come il
e Trockenbeerenauslese). Non si
avvengono quasi sempre in acciaio;
contiguo Zeltinger o il più lontano
tratta, come il nome (spät-lese) nel
se alcuni usano il legno, si tratta di
Brauneberg Juffer).
suo significato originario potrebbe
contenitori molto grandi e vecchi,
Rispetto alla classificazione
suggerire, di una vendemmia
idonei soltanto ad una minima
tradizionale, che rimane, si
tardiva: non si lascia l’uva in pianta
microssigenazione; normalmente
è recentemente aggiunta la
oltre la maturazione, ma la si coglie
si evita la malolattica per preservare
possibilità di indicare in etichetta
nel momento della sua perfetta
l’acidità dell’uva e del vino,
la qualificazione del vigneto come
maturità; alcuni acini maturano
fondamentale per l’equilibrio, la
Grosses Gewächs, quasi un grand
prima (e saranno usate per produrre
bevibilità e la longevità dei riesling di
cru, per significarne la particolare
Kabinett), altri dopo (e daranno uno
Mosella.
vocazione e qualità.
Spätlese o un Auslese), e questi
Ed è sempre questo che colpisce
Tutte le aziende compiono le
ultimi sono evidentemente più ricchi
nei vini di Mosella: l’eccezionale
lavorazioni in vigna a mano, e non
di zucchero ed estratti.
equilibrio tra zucchero e freschezza,
potrebbe essere altrimenti, vista
Poi subentrano le diverse scelte
con la struttura minerale a fare
la pendenza dei terreni che rende
stilistiche: più o meno alcol,
da spina dorsale; la bevibilità è
anche rischioso l’uso dei mezzi
maggiore o minore residuo
quasi sempre irresistibile, e così,
meccanici. In generale, per la
zuccherino, ricerca della prevalenza
insieme alla sua grande capacità
raccolta, si fanno diversi passaggi
di frutto o di mineralità.
di evoluzione in bottiglia e di
in vigna, giorno dopo giorno, per
Ecco che un Auslese, da uve ricche
arricchimento col tempo, il riesling
scegliere i chicchi d’uva per produrre
di zucchero e materia, può essere
esprime al massimo il suo carattere
i diversi livelli di qualità dei vini QmP
dolce, con percentuale molto bassa
e tutto il suo fascino.
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Santa Sofia Amarone Gioè: l’annata 2007 rilasciata a 50 anni dalla prima produzione “Cinquant’anni fa, nel 1964, ho avuto l’idea di produrre un vino di qualità realmente superiore, che abbinasse ad una stoffa poderosa i profumi più eleganti e morbidezza del gusto.” È l’incipit della presentazione che Giancarlo Begnoni, enologo e proprietario della storica azienda veronese Santa Sofia, dedica all’Amarone Gioè, annata 2007. “Da allora, solo diciassette volte si sono ripetute le condizioni stagionali e microclimatiche indispensabili alla maturazione delle uve che danno vita al Gioè - continua Giancarlo - Ho scelto di produrlo solo nelle annate migliori e questa del 2007, con cui festeggio i 50 anni [1964-2014], è speciale, quella che si dice un’ottima annata: uve sane, con acini pieni, appassimento ben riuscito, maturazione lenta in botti di rovere di Slavonia e in botti di rovere francese di primo e secondo passaggio, nelle quali è maturato il Recioto della Valpolicella. E poi lungo affinamento in bottiglia, per circa due anni, nelle nostre cantine.” Nelle migliori enoteche. Il Sommelier n. 1 / 2014 Per informazioni: www.santasofia.com - ProWein 2014 - Halle 3 N6549- Vinitaly 2014 - Pad. 5 Stand D4
Emozioni
WILLI SCHAEFER
(Graach-an-der-Mosel) L’azienda si trova a Graach-an-der-Mosel, frazione di Bernkastel. È piccola e familiare, ha solo 4 ettari in vigneti particolarmente vocati e rinomati di Davide Amadei amadei@ilsommelier.com quali il Domprobst e l’Himmerleich di Graach, piantati esclusivamente con riesling. Delle vigne, più della metà sono vecchie, e molte sono pre-fillossera. Gli Schaefer hanno più di cento parcelle di vigneto selezionate ed individuate con numeri diversi, anche se poi la vinificazione avviene per lotti simili, per gruppi di parcelle con caratteristiche analoghe. Usano botti da 1000 litri di rovere tedesco, vecchie di 40 / 50 anni, usate sia per la fermentazione sia per l’affinamento sui lieviti, per sei mesi circa, prima dell’imbottigliamento, che normalmente è effettuato a maggio dell’anno successivo alla vendemmia. Il legno determina una minima microssigenazione in fase fermentativa, ma non influisce in alcun modo sugli aromi del vino: Willi e suo figlio ricercano chiarezza, trasparenza, freschezza del riesling, tant’è che la malolattica, nella loro filosofia, è esclusa ed evitata. Quanto allo stile prescelto, gli Schaefer non amano molto i vini secchi, in cui lo zucchero sia interamente svolto, ed hanno l’obiettivo di mantenere sempre elevata l’acidità. A seconda delle diverse caratteristiche delle uve e della loro maturità, la fermentazione perciò è fermata quando ritengono che ci sia l’equilibrio voluto tra zucchero, frutto, alcol e acidità, evitando vini grassi e alcolici, spesso pesanti, ricercando leggerezza, purezza, eleganza.
nel
Bicchiere
La degustazione dei vini dell’ultima annata sconta la gioventù e la chiusura olfattiva, ma struttura e acidità lasciano presagire un futuro radioso; è per questo che il primo vino proposto ha più di quindici anni, per fornire un evidente punto di riferimento.
1997 Graacher Domprobst Auslese (100 gr/l di zucchero; 7% alcol) - Si parte “col botto”, forse per dare la misura di ciò che il riesling può dare col tempo. Ha un lato agrumato intrigante, leggero idrocarburo e fungo, netta mineralità, poi escono note di sottobosco (muschio) e spezie. In bocca è agile, fresco, privo di elementi asciuganti, piuttosto persistente, pulito e, soprattutto, finissimo.
2012 Graacher Himmerleich Spätlese Ha naso agrumato fresco (cedro, lime), oltre a note minerali cristalline; la bocca è progressiva, tutta in crescendo, fresca e molto sapida, con zucchero (75 gr/l) integratissimo.
2012 Graacher Domprobst Spätlese Naso segnato da una netta mineralità affumicata (come nel Kabinett dello stesso vigneto), ancora da esprimersi, con note fresche di frutta esotica; in bocca è vibrante, ricco, di bella persistenza e progressione, con scia sapida e cenni balsamici, senza alcuna asciugatura.
2012 Graacher Domprobst Auslese Poca botrytis, naso “stretto”, chiuso, da espimersi, ma nettamente roccioso. Al gusto è dinamico, di precisa integrazione delle componenti, sapido e molto lungo, con sensazioni marine, quasi iodate, sassose.
2012 Graacher Himmerleich Auslese Al contrario del suo vicino, ha molta botrytis al naso (la maggiore degli ultimi anni, riferisce Andrea Schaefer), è già piuttosto espresso, complesso, con note lattiche, zafferano, frutta bianca; in bocca è ricco, preciso, tagliente, decisamente persistente su note anche di tè e camomilla.
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JOH.JOS.PRÜM (Bernkastel-Wehlen) Fondata nel 1911, l’azienda oggi diretta da Manfred Prüm è divenuta un punto di riferimento per i riesling che produce. Conta su 21 ettari di vigneto, soprattutto lungo il ripido pendio che da Bernkastel arriva a Zeltinger con esposizione a Sud. Le viti hanno un’età media di 80 anni, con molte zone in cui arrivano ai 100. Per mantenere l’equilibrio dei vecchi ceppi, non procedono mai all’espianto totale di un vigneto, ma sostituiscono soltanto le singole piante malate. Anche per questo è difficile precisare quale sia la densità di ceppi per ettaro, visto che spesso una pianta è rimpiazzata con due giovani barbatelle. Vendemmiano dopo tutti gli altri produttori: tengono i grappoli sulla pianta quanto più a lungo possibile, e fintanto che le uve sono sane non raccolgono. La vendemmia dura mediamente quattro settimane, con la rigorosa selezione dei grappoli e degli acini sulla base della maturità raggiunta. La degustazione è introdotta e guidata dalla sig.ra Katharina Prüm, moglie di Manfred, e dalla sua collaboratrice Petra Pahlings. Dopo, con una piacevole sorpresa ed estrema gentilezza, la sig.ra Prüm con la sua auto conduce il gruppo in alto a vedere le vigne e toccare l’ardesia, a completamento di un’esperienza istruttiva memorabile. Dei vini in assaggio, ben undici (con due bicchieri, per poter confrontare ogni vino con il precedente ed il successivo), hanno colpito la grande finezza e l’eccezionale equilibrio tra dolcezza e acidità: è lo “stile Mosella” più classico e tradizionale.
2009 Graacher Himmerleich Kabinett Colore scarico, quasi bianco carta; olfatto ricco, con idrocarburi, funghi, netta mineralità anche affumicata, rocciosa e cristallina, con intriganti note di cenere; in bocca emerge anche frutta matura (albicocca), è rotondo e freschissimo, zucchero tanto e bilanciatissimo, molto lungo il sapido finale.
2008 Bernkasteler Badstube Spätlese Varie erbette aromatiche segnano un olfatto molto fine, in cui emergono note di idrocarburo; in bocca ha beva che rapisce, dolce e tagliente, con tanta struttura e persistenza.
2007 Wehlener Sonnenuhr Spätlese Da un’annata ricca e completa, tipica, di alta acidità, molto frutto e mineralità, viene un vino già molto complesso al naso, con idrocarburo, frutti bianchi, fieno, netti fiori bianchi, roccia; in bocca è carezzevole, avvolgente, teso e dinamico, irradiante nel lungo finale, con tanta vita davanti.
2004 Wehlener Sonnenuhr Auslese Naso aperto, con leggera frutta secca, pietra, camomilla, susina bianca matura; in bocca è ricco, con preciso bilanciamento delle componenti, persistente e rinfrescante.
2003 Wehlener Sonnenuhr Auslese Un vino quasi miracoloso per l’annata calda ed anomala in Mosella: all’inizio, spiega la sig.ra Prüm, non si percepiva acidità, come l’annata avrebbe fatto presumere, ma il marito diceva di aspettare, di avere pazienza, ed infatti, con gli anni, l’acidità è cresciuta, è emersa, a dare un inaspettato equilibrio. Il vino al naso è complesso, ben espresso, con frutta ben matura ma anche note minerali e sottobosco; la bocca è rotonda e fresca, decisamente persistente.
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MARKUS MOLITOR (Bernkastel-Wehlen) L’azienda è una delle più grandi cantine private della zona, vantando 50 ettari di vigna piantati a riesling per il 92%, e a pinot bianco e pinot nero rispettivamente per il 4%. Questa disponibilità di territori e uve consente a Markus Molitor, grande appassionato di vino che gestisce l’azienda dai primi anni 1980, di produrre tutti gli “stili” della Mosella, dai vini più secchi e taglienti a quelli più fruttati e dolci. Stupisce la modalità della degustazione, da prendere ad esempio: ben 16 vini in batterie da 3 (o 2) assaggi, con schede successive e didattiche per conoscere il riesling, i diversi stili, le differenze tra i vigneti e i terreni. Così, con incalzante progressione, si assaggiano: tre vini per introduzione al riesling della Mosella, dal citrino Schiefersteil 2012, con riferimento all’ardesia nel nome, passando per il Wehlener Klosterberg Kabinett 2011, dal vigneto dietro il castello, al più completo e sapido Alte Reben Mosel 2011, da vigne di 65 anni di media; poi tre vini per comprendere i diversi livelli di qualità (Kabinett – Fuder 6 -, Spätlese, Auslese, tutti secchi, del vigneto Zeltinger Sonnenuhr 2011, in un crescendo di struttura ed equilibrio); tre vini per mostrare i diversi stili, tutti Spätlese, ma con diverso residuo zuccherino ed alcol (secco 12,5%, “feinherb” 10,5% e dolce 7%) e da tre diversi vigneti dello stesso versante (Graacher Domprobst, Bernkasteler Badstube, Wehlener Sonnenuhr); due vini del medesimo stile (Spätlese feinherb) per far capire le differenze di terroir (Wehlener Klosterberg e Graacher Himmerleich); un mini-verticale per apprezzare l’importanza dell’evoluzione del riesling in bottiglia (Zeltinger Sonnenuhr Spätlese dolce 2008, 2007 e 2003, con aumento di complessità); infine, due grandi vini dolci, un Beerenauslese ed un Eiswein.
2011 Graacher Himmerleich Spätlese Feinherb Naso nettamente roccioso, cristallino, in bocca è molto teso, ha un bel contrasto tra le componenti, grande equilibrio ed energia, il finale, pietroso, è piuttosto lungo (il Wehlener Klostenberg, stessa annata e stile, gioca invece su note di fiori bianchi e lavanda, è meno minerale, leggermente caldo nel finale, comunque sapido)
2003 Zeltinger Sonnenuhr Spätlese dolce Naso dolce, suadente, ricco, con tè, camomilla, albicocca, frutti tropicali, accenni di idrocarburo; in bocca ha equilibrio rimarchevole, con precisa integrazione delle componenti dolci e fresche, lunga persistenza. Il 2008 si presenta già ben espresso al naso, con frutta bianca, camomilla e note fresche mentolate; in bocca ha equilibrio e tanto frutto, con finale balsamico invitante; il 2007, ancora poco aperto, ha note minerali affumicate evidenti, ed in bocca è ricco e decisamente strutturato, solo appena dolce nel lungo finale.
2003 Erdener Treppchen Beerenauslese Tanta frutta disidratata e secca in perfetta integrazione con le sensazioni minerali ed una leggera nota di botrytis; in bocca è teso, fresco, di grande salivazione, con un lunghissimo finale dolce e sapido, preciso ed invitante.
2007 Wehlener Klosterberg Eiswein Al naso rapisce con le sue finissime note di funghi secchi, frutta bianca, fiori bianchi; la bocca è sussurrata, felpata, fresca, interminabile e ricca di fiori che ritornano di continuo. Una vetta di eleganza e finezza.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
DR.LOOSEN (Bernkastel) Accoglie i visitatori Michael Stalmann, responsabile degustazioni e vendita dell’azienda di Ernest Loosen. Spiega che dalla madre del titolare, della famiglia Prüm, proviene il patrimonio di vigne del pendio che si estende da Bernkastel a Zelting; della parte del padre sono invece i vigneti attorno ad Ürzig, così che oggi l’azienda può contare su sei differenti singoli vigneti e su una significativa varietà di terreni: ardesia rossa, ardesia blu, roccia vulcanica, evidenziate nei vini proposti in degustazione per comprenderne le peculiarità. Le piante di riesling nei vigneti di Dr.Loosen sono tutte a piede franco, che consente una vita molto più lunga rispetto al portainnesto americano; l’età media è di 60 anni, con vigne anche di 90 anni e più (come nel caso del Wehlener Sonnenuhr Grosses Gewächs). La vinificazione avviene per il 50% in acciaio, per preservare totalmente l’acidità, e per il 50% in botti di legno da 2000 litri; dopo sei mesi circa di sosta sui lieviti, per far acquisire maggiore e migliore struttura, si assemblano i vini per poi essere imbottigliati. Le botti hanno l’età media di dieci anni: non si vuole alcuna cessione di sentori da parte del legno, per cui quando le botti sono nuove vengono utilizzate per pinot bianco, grigio o nero, e poi, quando non rilasciano alcunché, per il riesling. Il legno serve dunque soltanto per la microssigenazione, che consente al vino di acquisire spessore; l’uso del solo acciaio – secondo Loosen – dà grande freschezza acida, ma il vino avrebbe una sola dimensione, sarebbe monocorde, mentre è importante consentirgli complessità. Dei vini colpisce la grande struttura, la estrazione minerale, la profondità, per esprimere il carattere del terreno e le specificità di ogni annata.
2011 Wehlener Sonnenuhr Grosses Gewächs Da vigne di 90 anni, viene un vino davvero complesso, con naso ricco di pietra, frutto, netti fiori bianchi, sentori vegetali e balsamici freschi (menta, timo); in bocca ha grande struttura ed equilibrio, è profondo, lungo e senza alcuna nota fuori posto.
2012 Ürziger Würzgarten Riesling Kabinett Alcol 8%, zucchero 50 gr/l, dal vigneto chiamato “giardino di spezie” sopra il paese di Ürzig, ben esposto a Sud, unico caratterizzato da suolo vulcanico. Al naso è cristallino, pietroso, speziato, balsamico, intrigante anche se ancora contratto; in bocca non presenta alcuna asciugatura, è teso, tagliente, largo ma freschissimo, con finale contrastato e persistente.
2012 Erdener Treppchen Riesling Spätlese Naso dolce, pieno d’agrumi maturi, arancia, oltre a note rocciose; in bocca è ricco, dinamico ed equilibrato, elegante e molto lungo, con zucchero evidente ed integratissimo.
Altri assaggi
(alla Weinhaus di Treviri, davanti alla casa natale di Karl Marx)
2012 Brauneberger Juffer Spät lese - FRITZ HAAG Bella nota minerale, ma soprattutto tanti fiori bianchi e frutta, leggero balsamico fresco, oltre a sensazioni agrumate; il lato dolce in bocca è evidente, con leggera rifermentazione, ma tutto è molto equilibrato da una vena acida continua, con finale lungo senza concessioni alla dolcezza.
2005 Oberemmeler Hütte Saar Riesling Auslese 2005 - VON HÖVEL Si esce dalla Mosella in senso stretto per assaggiare un vino dell’area dell’affluente Saar, di un’azienda che Carlin Petrini definisce “piccolo ricercatissimo viticoltore con un’azienda due volte secolare e vini straordinari per rispetto della tradizione e qualità”. Al naso è aperto, complesso, maturo, con roccia, idrocarburo, sottobosco, albicocca matura; in bocca lo zucchero è perfettamente integrato, ha una bella sapidità, il finale è pulito e preciso, non lungo ma invitante.
2012 Scharzhofberger Kabinett - EGON MÜLLER Di nuovo lungo la Saar, affluente della Mosella. Olfatto ricco con intriganti sentori di rosa canina, fresca e pietrosa mineralità, note balsamiche, fiori bianchi, agrumi freschi, molto intenso; in bocca è avvolgente, ha grande preogressione gustativa, con evidente sapidità e freschezza tagliente, il finale, complesso e molto lungo, ha ritorni fruttati (agrumi) e balsamici. Un vino davvero grande.
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La Biblioteca di Gladys Torres Urday – gladys@torresurday.com
La Storia di ciò che mangiamo di Renzo Pennati - Daniela Piazza Editore Nel libro di Renzo Pellati gli alimenti sono raggruppati secondo l’ordine con cui di solito compaiono nei pasti quotidiani: le bevande, i primi piatti, le carni, le verdure, i dessert, la frutta. Con questa impostazione la lettura è snella e riesce a coinvolgere facilmente il lettore. La storia del cibo è enorme e dispersa in mille fonti: dall’archeologia alla biologia, dall’economia alla tecnologia, dalla gastronomia alla tecnica culinaria; le nozioni di agraria, zoologia, botanica si intersecano con la bromatologia, la fisiologia, l’igiene, la patologia. Questo è un libro di storia che non si rivolge agli storici; vuole incuriosire il lettore dandogli notizie vere, reali, documentate, stimolanti per accrescere il desiderio di conoscere ciò che utilizziamo ogni giorno per poter vivere nel migliore dei modi.
Storie di coraggio 12 incontri con i grandi italiani del vino di Oscar Farinetti e Hayashi Shigeru - Mondadori Electa Oscar Farinetti è considerato oggi uno dei più grandi imprenditori italiani, un visionario trascinatore che è riuscito a diffondere e valorizzare nel mondo il Made in Italy del cibo e del vino. Nel suo nuovo libro Farinetti ci accompagna alla scoperta di dodici tra i più blasonati ed ammirati produttori vinicoli dei nostri tempi. Un viaggio dal Nord al Sud deIla penisola per raccontare le storie di donne e uomini coraggiosi che sono stati i pionieri del vino italiano, tutti accomunati da un modello di agricoltura sostenibile, rispettoso dell’ambiente ed eticamente corretto. Nelle esperienze che si raccontano non aspettatevi gesti eclatanti e clamorosi. C’è leggerezza e armonia nei vignaioli che ho intervistato. C’è famiglia, c’è impegno, c’è futuro, ma anche passato, c’è l’amore, c’è l’Italia, il mondo, c’è la politica, c’è la speranza. Ma c’è soprattutto tanto coraggio.
Slow Wine - guida 2014 Storie di vita, vigne, vini in Italia - 1909 cantine recensite, 23000 vini degustati Slow Food Editore Sei un appassionato di vini? Vuoi avvicinarti di più al mondo del vino? Con Slow Wine 2014 potrai avere sempre a portata di mano una guida pratica e completa dei migliori vini d’Italia, la lista delle migliori cantine e i nomi dei produttori su cui poter fare affidamento nella scelta di un vino. Slow Wine ha rivoluzionato il modo di fare critica enologica. Non più solo giudizi e descrizioni organolettiche sulle etichette, ma una vera e propria narrazione del vino dove la conoscenza profonda e diretta delle cantine e dei vini è assoluta protagonista. In Slow Wine 2014 troverete i vini slow, portatori di valori qualitativi, culturali, di tradizione e di sostenibilità, i grandi vini, etichette eccellenti, e i vini quotidiani, il meglio a meno di 10 euro in enoteca. E per le aziende gli stessi valori sono espressi da tre simboli: la chiocciola, la bottiglia e la moneta.
I Vini d’Italia nella Guida 2014 Le guide dell’Espresso Molto attesa e altrettanto stimata da chi ama il vino o gli si avvicina da neofito, la Guida dei Vini dell’Espresso, firmata dai curatori Ernesto Gentili e Fabio Rizzari, è una fotografia, puntuale e ricca di dettagli, dell’attualità vinicola dello Stivale, risultato di un assaggio di oltre 25mila vini. Quasi a dispetto della crisi questa dodicesima edizione della Guida mostra che però in crisi non è la qualità. Il numero complessivo dei vini eccellenti è il più elevato di sempre: o siamo diventati meno severi noi o è migliorata la qualità dei vini. Propendiamo, è ovvio, per la seconda ipotesi. I motivi? I vigneti impiantati a cavallo del secolo cominciano a offrire una materia prima migliore; molti produttori hanno compiuto in questi anni una crescita sul piano culturale, non solo colturale; si sono succedute alcune ottime annate.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
i nostri
Assaggi Speciale Anteprime Toscane
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Il Sommelier n. 1 / 2014
di Nicola Masiello
Montepulciano E Montalcino
ASSEGNANO LE STELLE ALL’ANNATA 2013 Senza alcun dubbio la vicinanza delle due città del Sangiovese, Montepulciano con il Prugnolo Gentile e Montalcino con il Sangiovese grosso, hanno di fatto assegnato entrambe le 4 stelle all’annata 2013.
S
ono molte le affinità che
abbassamento delle temperature,
notoriamente è un vitigno dalla
legano Nobile e Brunello
ha portato un ritardo nella fase
vendemmia medio-tardiva. L’aspetto
per questa annata. Prima di
vegetativa. Il successivo periodo
di produttività ha segnato un segno
tutto l’andamento climatico che ha
ha visto un costante innalzamento
registrato nel periodo invernale una
delle temperature fino ad arrivare
piovosità elevata che ha arricchito
a valori di 36°/37°, fattore questo
appunto all’andamento climatico.
notevolmente la falda acquifera in
che ha permesso di recuperare
All’assaggio i campioni 2013 sono
modo da garantire nel successivo
parte del ritardo vegetativo e di
risultati già netti nel colore e nelle
periodo estivo una buona riserva
maturazione; in queste condizioni
idrica del terreno. La fase primaverile
la struttura dei terreni ha giocato un
note olfattive tipiche del vitigno, la
è risultata nella norma, con piovosità
ruolo fondamentale. La vendemmia
frequente ed a volte accentuata.
è stata posticipata rispetto alle due
È stato il periodo Maggio-
precedenti ed è risultata più in linea
corpo sotto misura e carica tannica
Giugno quello che, a causa di un
con l’esigenza del Sangiovese che
elevata anche se in evoluzione.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
negativo in percentuale dovuto
parte gustativa non omogenea con punte elevate di acidità a fronte di un
Montepulciano Valutazione delle anteprime: Rosso di Montepulciano doc 2012: I vini dell’annata si presentano con un colore rosso rubino con riflessi ancora violacei,limpidi e scorrevoli; al naso la persistenza olfattiva viene limata da una alcoolicità prevalente, si ritrovano le note tipiche del vitigno che richiamano il frutto rosso non ancora maturo con marasca e prugna, il floreale di mammolo bene in linea, in alcuni casi note speziate dolci che danno eleganza e finezza. Al gusto predominano le note dure di acidità e tannino a discapito del corpo e dell’equilibrio, l’alcol si fa sentire dando un buon grado di caldo. Sicuramente un vino fresco,ancora non pronto per essere apprezzato al meglio con margine di miglioramento.
I nostri migliori assaggi: Le Bertille, Le Berne, Vecchia Cantina di Montepulciano “Redi”, Cavalierino organic winery, Barbanera, Lombardo. Vino Nobile di Montepulciano Docg 2011: Annata poco piovosa e calda soprattutto nel periodo estivo che ha riscontrato uno stress idrico importante e che ha spostato la vendemmia in anticipo di almeno 10 giorni. Il fattore “caldo” ha segnato l’annata con vini che richiamano la sensazione di cotto più o meno accentuata a seconda della permeabilità del terreno e delle zone dandoci sensazioni diverse all’assaggio. Il vino si presenta con colore rosso rubino a volte carico, a volte con riflesso vivace, segno di buona freschezza e buona fluidità. Al naso prevalgono le note di frutto
rosso molto maturo e sentori di frutto piccolo sempre maturo, note floreali accennate, piacevoli note balsamiche e mentolate. Al gusto sono caldi, di corpo, con tannini già evoluti, buona freschezza acida leggermente coperta dalla struttura e dalla concentrazione, lunghi e persistenti.
I nostri migliori assaggi: Icario, Ruffino “Lodola Nuova”, Poliziano, Fattoria del Cerro, Croce di Febo, La Ciarlana, Gattavecchi.
Nei campioni da botte (personalmente molto numerosi): Casale Daviddi, Canneto, Salcheto, Il Conventino, Tiberini “Podere le Caggiole”, Dei Boscarelli, Palazzo Vecchio “Maestro”.
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Per le Selezioni sempre 2011: Bindella “I Quadri”, Gattavecchi “Parceto” Vino Nobile di Montepulciano 2010: Tiberini “Podere le Caggiole”, Villa S. Anna Sel. “Poldo”, Salcheto Sel. “Salco”, Antico Colle.
Vino Nobile di Montepulciano 2007: Romeo Sel.”Lipitiresco”.
Montalcino
Valutazione di Benvenuto Brunello: Vino Nobile di Montepulciano 2010 Riserva: Il Conventino, Canneto, Lunadoro “Quercione”, La Braccesca “Santa Pia”, Tenuta Gracciano della Seta. Campioni da botte: Contucci, Fattoria di Talosa, Nottola “Il Fattore”, Dei “Bossona”, Tenuta Valdipiatta. Vino Nobile di Montepulciano 2009 Selezione: Tenute Trerose “Simposio”, Fattoria del Cerro “Antica Chiusina”, Vino Nobile di Montepulciano 2008 riserva: Vecchia cantina “Briareo-Redi”
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Rosso di Montalcino Doc 2012: Annata nel complesso buona che risente dell’andamento climatico. Essendo il rosso fratello minore del Brunello, questo si presenta sempre con caratteristiche diverse, giocando soprattutto sulla sua “gioventu”. Apprezziamo il colore rubino vivace con riflesso violaceo, una buona scorrevolezza segno di freschezza acida e la limpidezza. Al naso prevalgono le note di frutta rossa non matura, un floreale tipico ed una buona persistenza. Non mancano riduzioni dovute al recente imbottigliamento. Al gusto sono caldi, talvolta molto
caldi, con acidità pronunciata e la nota tannica non pulita, pochi quelli in equilibrio, segno inequivocabile di mancanza di tempo per affinarsi e per trovare equilibrio, molto persistenti. Non sono questi segnali negativi, ma vanno presi come segnali positivi perché sicuramente fra qualche mese saranno pronti e piacevoli soprattutto al gusto. I nostri migliori assaggi: Il Marroneto, Il Colle, La Poderina, Palazzo, Renieri, Citille di Sopra, Poggio Rubino, Sisti, Talenti, Argiano, Belpoggio, Capanna, Pian delle Querci, Terre nere. Brunello di Montalcino Docg 2009: Annata non statica e non omologabile; fanno la differenza sicuramente i suoli e le altitudini/ esposizioni. Si passa da vini freschi a vini più complessi e corposi, la nota dominante è l’alcol anche se a dire il vero sono ormai 4, 5 le annate con alcolicità pronunciata, dovuto
sicuramente ad un cambiamento climatico a cui non sfugge nemmeno Montalcino ed il suo Brunello. Quindi su queste note i vini si presentano con coloro rosso rubino carico, limpidi e talvolta brillanti, scorrevoli nonostante il grado alcolico. Al naso la frutta matura marasca e prugna che sconfina sul confettura, i frutti rossi piccoli maturi e persistenti su una speziatura dai toni eleganti, non manca certo la mineralità soprattutto sul versante amiatino. Al gusto sono molto caldi con la spalla acida presente, di buon livello per corpo e struttura,al palato si riscontrano le note olfattive con presenza di sapidità, molto persistenti.
I nostri migliori assaggi: Greppone Mazzi-Ruffino, Il Palazzone, La Lecciaia, La Rasina, Pian delle Vigne, Pacenti Franco-Canalicchio, Collelceto, Castiglion del Bosco, Piombaia, Sasso di sole, Solaria, Aglietta, Vigna poggio Salvi, Brunelli. Sulle selezioni 2009 sale decisamente il tono, all’aspetto visivo c’è maggiore concentrazione cromatica, poco riflesso, poca scorrevolezza. Al naso prevale la fragranza del frutto rosso molto maturo, il sottobosco è più deciso e netto nella specificità del frutto, eleganti le note speziate con grande persistenza. Al gusto sono molto caldi, robusti anche carnosi con freschezza acida bilanciata, i tannini sono evoluti quasi pronti, lunghi e persistenti.
I nostri migliori assaggi: Tiezzi “Vigna Soccorso”, Val di Suga “Poggio al Granchio”, Villa i Cipressi “Sel.Zebras”, Banfi “Poggio alle Mura”, La Mannella “I Poggiarelli”. Brunello di Montalcino Docg 2008 riserva Annata difficile per una “riserva”, si notano difformità fra le varie aziende dovuto soprattutto ad un fattore di territorio.
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Da sottolineare il coraggio e la volontà dei produttori di mettersi in gioco su un’annata che già nel suo prodotto di base evidenziava delle criticità importanti. Sicuramente vini diversi fra di loro, l’aspetto visivo ci mostra un vino dal colore rosso aranciato, poco intenso, scorrevole. Al naso note olfattive terziarie, complesse, con sottobosco e soprattutto speziatura e legno da botte grande, fine. Al gusto l’alcolicità li lega tutti in maniera forte e marcata quindi molto caldi, strutturati con acidità vestita; i tannini puliti, buona sapidità.
I nostri migliori assaggi: La Poderina “Poggio Abate, Lisini “Ugolaia”, Donatella Cinelli Colombini, Collemattoni “Fontelontano”
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Moscadello di Montalcino doc: È senza dubbio il vino più vecchio in assoluto che si produce a Montalcino e come tutti i grandi “vecchi” si presenta nel tempo con alti e bassi legati alla fascia storica di riferimento. Nella sua versione primaria questo vino ottenuto da uve moscato era un vino dolce di pronta beva, fruibile nel contesto famigliare che non aveva grande spessore qualitativo. I tempi sono cambiati, oggi il prodotto nel contesto di Montalcino rappresenta solamente la voglia di pochissimi produttori di rimanere legati alla storia ed alla tradizione Ilcinese, non considerando il Moscadello un valore in termini economici e di volumi. Le aziende che hanno proposto in degustazione il Moscadello sono soltanto 8, nelle versione naturale dove si riscontra un colore paglierino scarico con
riflessi verdolini, buona limpidezza e cristallino; al naso grande fragranza tra fruttato e floreale, intenso; al gusto dolce, rotondo, leggermente acidulo di buona persistenza. Nelle versioni vendemmia tardiva il colore si presenta di un bel giallo dorato con riflessi oro, poco scorrevole; al naso complesso, intenso, fruttato di frutta gialla matura,miele,note floreali molto pungenti di acacia e gelsomino, buona mineralità; al gusto caldo e rotondo, dolce, la spalla acida in equilibrio con gli zuccheri, grande persistenza, sapido ed elegante.
Gli assaggi: Villa Poggio Salvi, Banfi, Capanna, Col D’Orcia, La Fiorita, La Rasina, Caprili, La Poderina. Tutte le degustazioni su www.fisar.org
dal nostro inviato Davide Amadei
Anteprima Chianti Classico 2014: il debutto della Gran Selezione Alla stazione Leopolda, nell’ambito della settimana delle Anteprime Toscane, il 18 e 19 febbraio si è svolta l’Anteprima del Chianti Classico, denominata “Chianti Classico Collection 2014”.
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I
n assaggio i 142 produttori
in fase di definizione, si mostra
fresco hanno portato giovamento
del Consorzio hanno proposto
più felice, con “nasi” molto fini,
alla qualità delle uve. L’annata
soprattutto i Chianti Classico
dove spesso i piccoli frutti rossi
2011 mostra alcuni limiti, dovuti al
annata 2012, in molti casi campioni
emergono con intensità; in bocca,
caldo estivo eccessivo, soprattutto
di botte o appena imbottigliati, e
anche se in generale senza grandi
nella fase finale di maturazione
2011 (con qualche 2010), nonché
strutture, emergono buone doti
delle uve, anche se in molti casi
le riserve 2011 e 2010 (con
di equilibrio e di freschezza, con
la mano dei migliori vignaioli ha
qualche 2009 e precedente).
tannini levigati. Dopo un’estate
potuto far produrre vini piacevoli,
2011 e 2012 sono state entrambe
molto siccitosa, a fine-agosto e a
con tannini di buona maturità,
annate calde. Ma la 2012, sia pure
settembre la pioggia e poi luce e
soprattutto nei terroir di maggior
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altitudine ed escursione termica. Invece, dagli assaggi dei vini figli dell’annata 2010, sia base sia riserva o Gran Selezione, si conferma perlopiù la superiorità del millesimo, con buon corpo, eleganza olfattiva ed equilibrio gustativo. In generale, poi, cresce ancora la sincerità territoriale dei vini del Chianti Classico e del loro principale protagonista che è il sangiovese: con le varie differenze tra zone e produttori, è ormai generalizzata la capacità dei vini di leggere il territorio, con le sue sfumature e la sua eleganza, ed è rarissima la
Chianti Classico
prevalenza della confezione (ad es. legno nuovo e sue cessioni). Il lavoro del Consorzio in questo senso pare davvero fruttuoso, anche con manifestazioni di presentazione e promozione come quella della Leopolda. Ma la Collection 2014 è stata soprattutto la “prima” per la Gran Selezione: si tratta della tipologia, presentata lo scorso anno ed in via di inserimento nel Disciplinare, che vuole essere il “top di gamma” delle aziende del Chianti Classico, il vertice qualitativo della denominazione, con la vinificazione di uve provenienti soltanto dai vigneti di proprietà o conduzione dell’azienda, 30 mesi di affinamento (contro i ventiquattro della Riserva) e più elevati parametri di qualità. In numeri, si tratta di quasi il 10% della produzione, per un fatturato tra i 70 e 100 milioni di euro annui. Molti hanno dedicato i propri assaggi proprio ai 35 vini Gran Selezione per comprenderne caratteristiche e potenzialità. L’impressione è quella di vini di struttura, con grande attenzione e lavoro in vigna, per notevoli maturità ed estrazioni, con un salto ulteriore in avanti per
la qualità della denominazione; si deve anche osservare che in molti casi l’uso del rovere nuovo è importante, le note boisée al naso ed le sensazioni del legno in bocca devono essere digeriti. In proposito, occorre dare atto che, nel mondo del Chianti Classico e dei suoi studiosi, produttori ed estimatori, c’è fermento anche in un’altra direzione: la diversità geologica e climatica dei vari territori del comprensorio, riconducibile ai Comuni della denominazione, può e deve essere valorizzata nella
Si tratta di una prospettiva compatibile con la Gran Selezione, e ne sono ben consapevoli i dirigenti del Consorzio, che durante la conferenza stampa hanno confermato come il futuro debba guardare proprio alla zonazione territoriale ed alla valorizzazione in etichetta delle denominazioni comunali.
produzione dei vini e in etichetta. Prendendo esempio dalla Borgogna, dove la qualità si eleva se dalla denominazione generica Bourgogne si passa all’A.O.C. comunale, anche per il Chianti Classico potrebbe trovarsi nel vino ed in etichetta la distinzione tra i terroir dei vari Comuni: Radda in Chianti dà vini diversi da quelli di Castelnuovo Berardenga, così come il pinot nero di Chambolle-Musigny ha caratteri peculiari rispetto a quelli di NuitsSaint-Georges.
Chianti Classico
I migliori assaggi (di circa 80 vini assaggiati alla cieca).
Annata
Chianti Classico Docg 2012 SAN GIUSTO A RENTENNANO Belle note balsamiche fresche (eucalipto), terra, frutto, piuttosto complesso e fine; bocca ricca, ingresso morbido, centro bocca di grande presa e presenza, tannino netto ma fine, evidente sapidità territoriale, finale persistente sul frutto rosso. Il Sommelier n. 1 / 2014
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invitare all’assaggio. Anche qui c’è tutta la finezza e la tensione delle alte colline di Radda. Forse il miglior assaggio della giornata. Chianti Classico Docg Riserva 2011 CASTELLO DI SAN DONATO IN PERANO Naso intrigante, con netto alloro ed altre erbe aromatiche, ciliegia e corbezzolo, cenni terrosi; tanto equilibrio, non lunghissimo, ma teso e sapido, preciso e succoso, con piena corrispondenza e ritorni anche floreali. Della stessa azienda su alti livelli anche il Chianti Classico 2012, molto fine e sfaccettato all’olfatto con sentori fragranti coerenti con quelli della riserva, elegante e lungo all’assaggio.
Chianti Classico Gran Selezione
Chianti Classico Docg 2012 MONTERAPONI Naso molto elegante, lampone e terra umida, fiori rossi e note iodate, intriganti erbette aromatiche fresche; in bocca entra discreto, “in punta di piedi”, e poi si allunga, in progressione, con un finale rinfrescante, sapido e persistente, floreale e arioso. Grande sincerità territoriale, con tutta l’eleganza di Radda nel bicchiere. Chianti Classico Docg 2012 ROCCA DI MONTEGROSSI Colpisce al naso per l’eleganza dei sentori minerali affumicati, quasi cinerei, oltre ai piccoli frutti rossi; al gusto è di bella struttura, fresca e sapida, con finale pulito ed invitante, succoso, complesso, floreale e minerale. Chianti Classico Docg 2011 CASTELLO DELLA PANERETTA Fine all’olfatto, leggera affumicatura minerale, salmastro, erbette e
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Il Sommelier n. 1 / 2014
fiori, cenni eterei; bocca di beva irresistibile, freschissima e molto sapida, struttura tannica presente e di grana fine, non lunghissimo il finale, ma molto piacevole. Chianti Classico Docg 2010 CASTELLINUZZA E PIUCA È netta la fragolina di bosco che arriva al naso, in un contesto balsamico fresco e floreale; bocca ficcante, di bevibilità immediata, quasi marino il finale, succoso e rinfrescante.
Riserve Chianti Classico Docg Riserva 2011 - VAL DELLE CORTI Olfatto ricco ed elegante, minerale marino e cinereo, ciliegia matura, menta fresca e toni balsamici, alloro e rosa rossa; bocca di grande equilibrio, ficcante e profonda, tannino felpato, finale slanciato e complesso su eleganti sentori di piccoli frutti rossi, lampone e fragolina di bosco, e di menta ad
Chianti Classico Docg Riserva 2011 - PODERE CASTELLINUZZA Frutta rossa dolce e leggeri cenni evoluti, che poi nel bicchiere cedono il passo a sensazioni floreali e minerali, con erbe aromatiche fresche piacevoli; bocca affusolata, tannino fine, presenza sapida importante ad allungare il finale, che è rinfrescante e floreale. Chianti Classico Docg Riserva 2010 - CASTELLO DI SELVOLE Cenni balsamici e medicinali anche di china, netta viola, ricordi di fragolina; bocca tesa e tutta in crescendo, con deciso allungo nel finale che si apre su piccoli frutti, note minerali e tanti fiori; di bel carattere territoriale. Alto livello anche per il Chianti Classico 2011, pervasivo in bocca, molto sapido e persistente. Chianti Classico Docg Riserva 2010 - FIETRI Naso ancora fragrante e fruttato, netti fiori rossi (rosa), bella mineralità,
Chianti Classico Docg Riserva 2010 - LAMOLE DI LAMOLE Netta ciliegia, ma anche mora fresca, cenni di liquirizia e balsamici; tannino netto ma di grana molto fine, giovane; fresco e di buona profondità, con netto allungo e ritorni anche leggermente affumicati oltre che fruttati. Chianti Classico Docg Vigneto La Selvanella Riserva 2010 MELINI MACHIAVELLI
L SOMMELIER pubb 212x152,5 [2014]
25-02-2014
Naso fresco, leggeri toni medicinali, erbette aromatiche, fiori rossi freschi e secchi, lampone; grande equilibrio gustativo, componenti ben integrate, finale decisamente succoso, pulito e lungo, su note anche di menta fresca oltre che di piccoli frutti rossi e melagrana. Una delle prime vigne ad essere individuata come vero e proprio cru nel Chianti Classico ed indicata in etichetta non delude e si conferma un interprete classico del territorio chiantigiano.
Gran Selezione Chianti Classico Docg Antico Lamole Vigna Grospoli Gran Selezione 2011 - FATTORIA DI LAMOLE Naso giocato su terziari eleganti, balsamico, canfora, ma anche
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sensazioni salmastre e floreali; bocca densa e ricca, di bella freschezza sapida e finale lungo e polposo, in crescendo, con sentori terrosi e di alloro intriganti. Meno convincente l’altro Gran Selezione dell’azienda, il Lama della Villa 2011, molto strutturato ma frenato dal rovere. Chianti Classico Docg Vigna La Prima Gran Selezione 2010 CASTELLO DI VICCHIOMAGGIO Olfatto di bella espressione territoriale e di sangiovese, terroso, con frutti rossi e fresca balsamicità; in bocca è pervasivo e rotondo, subito fresco, ma colpisce soprattutto la buona sapidità a contrastare il netto alcol; finale piuttosto lungo ed appena asciugato dal giovane tannino.
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Qualità
la progettiamo, la costruiamo, la imbottigliamo
E la coltiviamo fino dal 1946, attraverso una costante innovazione progettuale e costruendo con cura e passione ogni singolo pezzo delle nostre macchine. È la stessa qualità che inizia in vigna e finisce in bottiglia, perché Gai nasce e cresce a fianco delle più grandi realtà vitivinicole mondiali, ed è legata a loro grazie agli oltre 100 rivenditori e centri assistenza sparsi nel mondo. Oggi la nostra ricerca ci permette di affrontare l’imbottigliamento con soli due monoblocchi: uno per sciacquare, deaerare, riempire, iniettare gas e chiudere la bottiglia; l’altro per lavare, asciugare, capsulare ed etichettare. Una ricerca lunga oltre 60 anni, una ricerca senza fine.
Verona, 6-9 aprile 2014 Padiglione F / Enolitech
GAI DAL 1946 MACCHINE IMBOTTIGLIATRICI DA 1.000 A 15.000 BOTTIGLIE/ORA fraz. Cappelli, 33/b - 12040 Ceresole d’Alba (Cn) tel. +39 0172 574416 fax +39 0172 574088 - e-mail: gai@gai-it.com - website: www.gai-it.com MACCHINE IMBOTTIGLIATRICI
Scriba Studio / ph Paolo Marchisio
decisamente fine e sfaccettato; bocca di grande freschezza acida, vibrante, il tannino è soffice e fine, progredisce verso un finale invitante, di buona complessità e continuo su sensazioni floreali e minerali eleganti. Puro sangiovese chiantigiano.
di Claudio Corrieri
Anteprima
Vernaccia di San Gimignano Durante la consueta Anteprima della Vernaccia di San Gimignano, come sempre ben orchestrata dalla Elisabetta Borgonovi e dallo staff del Consorzio, abbiamo potuto valutare i nuovi vini in uscita sul mercato sia bianco annata sia bianco riserva.
I
dati aggiornati sulla
giornaliera.
particolarmente aromatici e fruttati,
denominazione ci indicano in
Ma è soprattutto il sottosuolo di
tipo Gewurtztraminer, Müller-
800 gli ettari vitati a Vernaccia
questa zona che dona un imprinting
Thurgau ma anche Chardonnay
per un totale di 172 produttori iscritti
sapido al bicchiere di Vernaccia, con
per citarne qualcuno, la Vernaccia
all’Albo e una produzione media di
la sua origine tufacea e sabbiosa,
sembra aver ritrovato una nuova
58.000 quintali di uva,ovvero 40.000
con poco scheletro e qualche
dimensione legata alla cucina e alle
ettolitri di vino( circa 4 milioni di
stratificazione qua e là argillosa
dinamiche degli aperitivi e dei wine-
bottiglie). I mercati di sbocco sono
a dare compattezza al substrato
bar.
per il 40% all’estero, principalmente
magro e povero di sostanze
Soprattutto pare aver ritrovato
Germania, Usa e Olanda, e per il
organiche.
nelle ultime versioni arrivate sul
60% in Italia, quota suddivisa fra San
Il territorio di San Gimignano
mercato una sua profonda e intima
Gimignano 40 %, Toscana 30% e
storicamente ha dimostrato
piacevolezza, data da una maggior
resto d’Italia 30%.
di dar vita a bianchi di bella
perizia dei produttori in fase di
Il clima con le sue estati calde,
caratterizzazione e solidità con
vinificazione grazie sopratutto all’uso
ma non torride è decisamente
tenuta nel tempo ma anche buona
delle macerazioni a freddo e ad un
mediterraneo con gli inverni mai
bevibilità nell’immediato.
uso dei vasi vinari più equilibrato e
troppo freddi e con una distribuzione
Seppur questa tipologia ci allontana
consapevole.
delle piogge che difficilmente
dai canoni odierni per i quali il
Ed anche se il disciplinare
creano grossi problemi fitosanitari
grande pubblico si è riversato
permette un’intrusione di altre uve,
soprattutto per la buona ventilazione
negli ultimi anni ad acquistare vini
assolutamente non aromatiche, per
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Il Sommelier n. 1 / 2014
un massimo del 15%, è comunque
attraverso i propri canali specializzati
metà Settembre per le zone più
la matrice “vernaccesca” che dona
e la diffusione del vino nella
fresche, ma al contempo con buoni
luminosità al vino sia quando è
ristorazione e nelle enoteche dia
livelli di acidità.
mitigata da sauvignon o chardonnay,
l’opportunità alla Vernaccia di San
L’annata 2012 invece si è
sia quando è in purezza.
Gimignano di trovare la giusta e
caratterizzata per la grande calura
A partire da queste considerazioni
meritata collocazione qualitativa nel
estiva e per i picchi di caldo
i vini proposti hanno dimostrato
territorio italiano e all’estero.
raggiunti nei mesi di agosto,
buone risorse in termini di sapidità e
creando problemi di aridità ai vigneti
di verticalizzazioni de gustative, con
Gli assaggi:
risultati da buoni a molto buoni con
La 2013 per i bianchi di San
zone di San Gimignano. Laddove i
punte di eccellenza.
Gimignano si prospetta una buona
produttori hanno lavorato bene con
Si può dunque parlere ormai di
annata, di quelle tardive come non si
interventi mirati o accorgimenti in
un comprensorio dove viene fuori
vedevano da diverso tempo durante
vigna, le uve sono maturate bene
una identità nei vini riconoscibile
le quali, al di là dei soliti piccoli
dando luogo a vini interessanti e
e catalogabile, dove complessità,
e localizzati problemi fitosanitari
profondi adatti anche alla nascita
propensione all’invecchiamento
derivanti da piogge varie, l’uva ha
delle riserve. In altri casi i vini hanno
e articolazione sono dei tratti
lentamente ma progressivamente
presentato problemi di maturazione
distintivi che invitano i consumatori
raggiunto buoni livelli di maturità.
e di scarsa acidità dando luogo a
all’acquisto.
Annata quindi a maturazione lenta
vini larghi e paciosi, seppur piacevoli
Si auspica vivamente che la
e con periodi di raccolta a partire
nell’immediato ma con scarsa
comunicazione del settore,
da inizio Settembre fino a ben oltre
attitudine all’invecchiamento.
e appassimenti in vigna in varie
Il Sommelier n. 1 / 2014
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Vsg Docg Casa alla Vacche 2013 I Macchioni Una vena austera lunga e tipica, bella polpa cerealicola, aspetti sapidi interessanti buona presa al palato anche una certa ruvidità e rusticità sul finale. Vsg Docg 2013 Cesani Profumi freschi e leggeri orzo e fiori gialli,molto lungo e verticale, bel carattere e buona struttura dal tipico carattere Pancolese, sapido e dinamico, bella interpretazione. Vsg Docg 2013 Fontaleoni Oro colore intenso carbonica bella presa e bella tensione matura l’uva ma anche bella freschezza e carattere iodato e cerealicolo, bene direi. Vsg Docg Casanuova 2013 Fontaleoni Aromi dolci, lieviti, pan brioche pochi profumi in questa fase, attacco deciso ma in equilibrio, sicura mano nell’esecuzione, corpo snello in sottrazione finale delicato da finto semplice. Vsg Docg Il Colombaio di Santa Chiara 2013 Selvabianca Sulle fecce fini ancora di bella eleganza e verticalità, bene la maturità della materia raccolta, mano tecnica e sicura che da un lodevole imprinting nordico al vino seppur le tracce cerealicole e torbate nel vino oltre a una bella sapidità ci riportano al territorio di San Gimignano Vsg Docg 2013 - La Lastra Fiori bianchi al naso oltre a mandorla e pesca, tesa da subito in
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bocca si stacca per verticalizzazione e ficcante acidità citrina senza essere sgarbato o eccessivamente rigido. Buona polpa e ritmo di beva incalzante con il finale che ancora reclama bottiglia per ampliarsi e distendersi. Vsg Docg 2013 Panizzi Dolce matura paciosa, più orizzonatale che verticale, integra e matura fra pesca gialla e mela ma anche grano e torba non molta acidità ma nel complesso piacevole e di buon approccio gustativo. Vsg Docg 2013 San Quirico Bell’intensità aromatica al naso fra cereale torba pera e glicine, buona materia, dolce e matura non esibisce una complessità superiore con un finale amarognolo, buccioso ma con una sapidità rinfrescante. Vsg Docg 2013 Le Calcinaie Gentile molto gentile al naso fra fiori di pesco,pera glicine e nocciolina; anche al palato rimane un sorso fresco quasi balsamico tenero non molto polposo ma con una dinamica incalzante e ben contrastata dall’aspetto acido-salino. Vsg Docg Colombaio di Santa Chiara 2012 La Pieve Un po’ crudo al naso, alcune note vegetali di troppo, pepe bianco e aspetto citrico in evidenza, in bocca si denota maggior compiutezza con presa al palato grintosa e verticale e con finale marino iodato molto rinfrescante e di estrema lunghezza. Vsg Docg Riserva Ori 2012 Il Palagione Bella materia e buona maturità di
frutto, bene lo sviluppo, filo di legno sul finale in integrazione con la polpa; bella grazia espositiva. Vsg Docg Riserva 2012 La Lastra Dopo una iniziale piccola riduzione si apre su aromi netti e puri di mela,pera fiori bianchi e note sapido iodate, civile intenso con bella reattività al palato e sale sul finale dove si staglia lungo e tenace per un sorso di grande armonia Vsg Docg Riserva La Ginestra 2012 Signano Già al naso è evidente la fase involutiva, legata all’affinamento e alla necessità di maggior bottiglia, mentre in bocca mostra già la sua natura legata a una estrazione di frutta matura e polposa, vino muscolare ma anche aggraziato e sapido. Vsg Docg Vigna i Sassi 2011 Le Calcinaie Buoni profumi articolati e sfumati,fiori gialli e bianchi, tocco di frutta bianca, bocca carnosa e ampia, ma anche tesa e salina bella grinta e carattere, vino che non cede in bocca anzi rilancia composto e rigoroso senza essere rigido con finale scoppiettante. Vsg Docg I Mocali Riserva 2011 Vagnoni Colore giallo oro pieno, naso che da subito mostra aspetti terrosi, cerealicoli e torbati, energico e dirompente in bocca non ha una grazia femminile ma un suo stile muscolare e dirompente che fa del carattere e della forza il suo tratto distintivo con un allungo poderoso sul finale buccioso e quasi tannico di galoppante lunghezza.
Degustando a cura della Redazione Centrale
Italo Cescon
Svejo 2013 - Veneto Igt www.cesconitalo.it
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Scacciadiavoli
Montefalco Sagrantino 2008 docg www.scacciadiavoli.it
Tradizione, passione ed innovazione sono i valori che dal 1957 alimentano il sodalizio e la storia di questa famiglia, originaria di San Polo di Piave (TV), con il mondo enoico e guidano il loro lavoro, dalla cura del vigneto alle attenzioni in cantina. Il Manzoni Bianco 6.0.13 è un vitigno autoctono nativo dell’Area Doc Piave e, come la gente delle terre da cui proviene, è schietto ed autentico. Giallo paglierino con evidenti sfumature verdoline. Al naso sentori di agrumi, pesca, albicocca, ananas, fiori e spezie. In bocca una buona ed equilibrata acidità che si contrappone con eleganza ad una piacevole nota di mela cotogna.
È una delle più antiche aziende del territorio di Montefalco. Vino prodotto con Sagrantino in purezza lasciato 24 mesi ad affinare in legno. Il colore è profondo, il bouquet è sensuale e il corpo è vigoroso. Vino la cui raffinatezza si apprezza da giovane, quando il frutto e le spezie si fondono al gusto del legno, nel quale il Sagrantino è stato elevato. Crediamo che tra qualche anno si potrà apprezzare pienamente il suo, quando interverranno note balsamiche e i tannini si ammorbidiranno completando la polimerizzazione degli stessi.
Bottiglie prodotte: 20.000 Prezzo medio in enoteca: 18,00 euro
Bottiglie prodotte: 50.000 Prezzo medio in enoteca: 20,00 euro
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Negro Angelo e Figli
Castello Romitorio
Barbaresco Cascinotta 2010 docg
Brunello di Montalcino 2008 docg www.castelloromitorio.com
www.negroangelo.it
L’imponente e massiccia fortezza trecentesca di Castello Romintorio a Montalcino è oggi una rinomata azienda vitivinicola. Come da disciplinate il Sangiovese è in purezza. Invecchiato per 5 anni di cui 12 mesi tonneaux francesi e 14 mesi in botti grandi di Slavonia. Il colore è rosso con leggere sfumatura aranciate. Naso fresco ed invitante con sentori di frutta rossa, note speziate di vaniglia, chiodi di garofano e liquirizia. Tannino levigato e di ottima struttura ben sorretto dall’acidità. Finale dalla piacevole corrispondenza olfattiva e di sorprendente persistenza.
Già dal 1670 la famiglia Negro coltiva vigneti sulle colline del Roero e lavora per valorizzare questo splendido angolo di Piemonte. Il Barbaresco Casinotta è un 100% Nebbiolo Lampia e Michet Nebbiolo prodotti nel Comine di Neive che matura 18 mesi in legno. 50% botti di rovere, 50% di barili di 2 ° e 3 ° passaggio. Imbottigliamento senza chiarifica e filtrazione. Rosso intenso e carico il suo colore con profumo di frutti rossi di sottobosco, mentolo con una netta sensazione di vaniglia. Il gusto è ben equilibrato, con tannini eleganti e morbidi. Un vino importante che sicuramente il tempo renderà unico e inimitabile.
Bottiglie prodotte: 24.600 Prezzo medio in enoteca: non dichiarato
Bottiglie prodotte: 15.000 Prezzo medio in enoteca: 25,00 euro
Tenuta Ca’ Bolani
Traminer Superiore 2012 - Friuli Aquilea doc www.cabolani.it La Tenuta Ca’ Bolani sorge nel cuore della Doc Aquileia e rappresenta la più importante estensione a vigna del Nord Italia con una superficie totale di circa 600 ettari vitati. Fu la prima realtà vitivinicola acquisita nel 1970 al di fuori del Veneto dalla famiglia Zonin che l’ha riportata al massimo splendore facendone una della gemme più preziose della vitivinicoltura friulana. Il vino, Traminer aromatico in purezza, purezza è ottenuto dalla fermentazione a temperatura controllata e rimane per quattro mesi sui propri lieviti naturali fino al raggiungimento del suo equilibrio biochimico e organolettico. Il colore si presenta di giallo paglierino con riflessi dorati. Profumo floreale, aromatico, con ricordi di acacia e miele. In bocca garbatamente asciutto e aromatico, con piacevole vena amarognola nel finale. Bottiglie prodotte: 36.000 Prezzo medio in enoteca: 11,00 euro
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Cantina Sociale di Vinchio e Vaglio Serra
Barbera d’Asti Superiore docg - I tre Vescovi www.vinchio.com La Cantina Cooperativa costituita il 26 febbraio 1959 da 19 viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra, attualmente annovera 185 soci conferenti, proprietari e conduttori di circa 420 ettari di vigneto in coltura specializzata. Il Superiore, 100% Barbera, è affinato in fusti di rovere per un lasso di tempo variabile (minimo sei mesi) stabilito da degustazioni periodiche. Con l’invecchiamento in legno questo vino subisce una evoluzione del profumo e una variazione dell’intensità colorante che lo rendono più stabile nel tempo. Si presenta di colore rosso rubino, di ottima struttura, ha un profumo intenso di frutta secca e di ciliegia matura. In bocca oltre a buon equilibrio di percepiscono le sensazioni dei frutti di sottobosco. Asciutto e persistente. Bottiglie prodotte: 330.000 Prezzo medio in enoteca: 13,00 euro
Az. Agricola Uberti G. & G.A. Franciacorta docg - Sublimis www.ubertinivini.it Eredi di una dinastia di viticoltori in Erbusco sin dal lontano 1793, la famiglia si è affacciata sulla moderna scena vitivinicola intorno al 1980. Attualmente la superficie vitata, in seguito alle acquisizioni di nuovi terreni ben esposti, è di 25 Ha. Questo 100% Chardonnay è ottenuto con la fermentazione del mosto in tini di rovere naturale da 32 Hl esenti da cessioni di note speziate e di tostatura e solo dopo un lungo periodo minimo di 60 - 72 mesi a contatto con i propri lieviti viene proposto nell’unica tipologia “Dosaggio Zero” e messo in commercio dopo almeno 6 mesi dalla sboccatura. Colore giallo paglierino con ancora sfumature verdi con spuma abbondante e cremosa e un perlage sottile e persistente. Profumo intenso, quasi impercettibili gli effluvi riconducibili al legno. Piacevoli le note evolutive. Bottiglie prodotte: 6.600 Prezzo medio in enoteca: 35,00 euro
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Azienda Agricola Tenute Chiaromonte Elé - Puglia Igt
www.tenutechiaromente.com La storia delle Tenute Chiaromonte nasce nel lontano 1826, pochi anni dopo il riconoscimento ufficiale del vitigno primitivo. Una piccola azienda di famiglia di pochi ettari, portata avanti di padre in figlio e strettamente legata alla vita rurale e contadina del tempo. Uvaggio di Primitivo per l’85% e Aglianico per il restante passa per 12 mesi in inox per poi riposare altre due mesi in bottiglie prima di essere posto in commercio. Vino rosso rubino, aromatico e dai profumi intensi, con sentori di frutta a bacca rossa e note speziate. Al palato risulta fresco ed elegante. Bottiglie prodotte: 50.000 Prezzo medio in enoteca: 9,5 euro
Degustando
dejavu.it
DIMONIOS, DIAVOLO ROSSO. Fierezza, orgoglio, senso di appartenenza e generosità. Valori che accomunano Bevi Sella&Mosca responsabilmente.
i ‘Diavoli Rossi’, gli eroici combattenti della Brigata Sassari, e il nostro vitigno sardo per eccellenza, il Cannonau. Come loro, Dimonios è orgoglioso delle proprie origini mediterranee e le difende con la qualità e la personalità che lo contraddistinguono. Agli eroi della nostra Isola Sella&Mosca dedica questo vino ardito e fiero. E a tutti noi che amiamo e onoriamo la nostra storia.
Cannonau Riserva Dimonios. Inno alla Sardegna. PRODOTTO UFFICIALE
www.sellaemosca.com
a cura dell’Ufficio Stampa Vinitaly
Un Vinitaly pieno di novità Vinitaly torna a fare di Verona la capitale mondiale per vino e distillati.
L
a 48ª edizione della
bicchieri, accessori e attrezzature per
Nuova Zelanda, oltre a Gran
manifestazione, dal 6 al 9
la cantina e l'enoteca.
Bretagna, Ucraina, Slovenia, Russia,
aprile 2014, si presenta al
Tra le novità di Vinitaly 2014 è forte
Azerbaijan, Argentina, Cile, Spagna,
pubblico di operatori specializzati con
il focus sul mondo del biologico,
Kosovo. Nell’area è prevista una zona
un salone sempre più internazionale
grazie al debutto di Vinitalbio,
tasting per degustazioni dedicate ai
e una grande attenzione al mondo
l’inedito salone specializzato
buyer e spazi di incontro per gli affari.
del biologico. Gli spazi espositivi
dedicato ai vini biologici certificati,
A Vinitaly 2014 debutta anche
hanno fatto registrare so ld out
che vede la collaborazione di
l’International Buyers' Lounge,
e con il nuovo padiglione di 'i' di
FederBio. Nel padiglione 11 sono
spazio dedicato agli incontri b2b
Vininternational e il raddoppio del
presenti oltre 70 espositori sia
(nella galleria tra i padiglioni 2 e
padiglione A che ospita Lazio e
italiani che esteri, portabandiera
3) tra un centinaio di aziende e
Irpinia, vengono superati per la prima
delle produzioni enologiche che
consorzi italiani e buyer stranieri
volta i 100mila metri quadrati di
rispettano le norme del regolamento
selezionati da Vinitaly. In programma
superficie netta.
UE n. 203/2012 sul vino biologico,
due iniziative specifiche: Taste
Vinitaly si conferma ancora una volta
entrato in vigore il 1° agosto 2012.
and Buy, per il b2b wine&spirit e
l’appuntamento irrinunciabile per
All’enoteca bio sono in calendario
l'enoteca dell'International Buyers'
aziende e top buyer del panorama
una serie di degustazioni organizzate
Club, con degustazione libera di
enoico internazionale: nel 2013
da Federbio e rivolte agli operatori
vini appositamente selezionati dalle
gli espositori sono stati 4.100, i
esteri che vogliono approfondire la
aziende per i mercati internazionali.
visitatori 148.000 dei quali 53.000
conoscenza dei vini biologici.
Protagoniste in ogni edizione, anche
da 120 Paesi, con oltre 2.700 i
A Vinitalybio si affianca Vivit
nel 2014 tornano le degustazioni
giornalisti accreditati. Come sempre
(padiglione 12) vetrina esclusiva dei
guidate, con un ricco calendario,
completano l’offerta di Vinitaly, le due
vini artigianali, frutto del lavoro di
da sempre punto di riferimento per
rassegne co-protagoniste dell’evento,
quei produttori che si riconoscono
sommelier e operatori del canale
rivolte anche ai professionisti
nell’autenticità di un territorio e nella
horeca che ogni anno rappresentano
dell'hotellerie e della ristorazione:
individualità.
oltre il 10% dei visitatori della
Sol&Agrifood, la rassegna
Altra importante novità è
manifestazione.
dell'agroalimentare di qualità,
Vininternational, che per la prima
Nel padiglione Vininternational, tra gli
ed Enolitech, che oltre ai mezzi
volta dà organicità alla presenza
altri, vanno in scena due
tecnici per la produzione di vino e
degli espositori esteri provenienti
appuntamenti, uno organizzati dalla
olio extravergine di oliva propone
da Francia e Australia, Sud Africa,
rivista Winestate sui vini australiani
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ph. ales&ales
e uno dal prestigioso gruppo Iwsc. Oltre all’iniziativa organizzata da Fisar (sala C, padiglione 10), confermato anche Tasting Ex…Press, il giro del mondo attraverso la degustazione dei migliori vini scelti da Gambero Rosso, Civiltà del bere, Euposia, Decanter, Der Winzer, Vince Magazine e The Wine Picker. Novità assoluta è Young&Young, evento che vede i giornalisti Paolo Massobrio e Marco Gatti, guidare tre sessioni di degustazione con quattro giovani produttori e una platea di wine blogger che twittano in tempo reale le proprie impressioni. Infine, sul fronte delle iniziative fuori salone, torna OperaWine con il grand tasting a invito “Finest Italian Wines, 100 Great Producers”. Organizzato in collaborazione con Wine Spectator, si svolge alla vigilia dell'inaugurazione di Vinitaly, il 5 aprile nel palazzo della Gran Guardia, nel cuore storico di Verona. Sempre il palazzo della Gran Guardia torna ad ospitare Vinitaly and the city, l’evento che il 6 e 7 aprile, dalle 18 alle 23, propone al pubblico dei wine lover degustazioni di wine&food.
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di Lara Loreti
INTERVISTA A
Rossano Boscolo
Che vino e cibo vadano a braccetto non è una novità. Ma se a farlo sono Fisar e Boscolo, allora ne deriva un matrimonio con i fiocchi.
C
hef e sommelier alleati in un
basa su una parola magica: formazione.
Fisar che avranno l’occasione prestigiosa
percorso speciale, tutto da
L’accordo, fortemente voluto dal
di scendere in campo accanto a
scoprire, che ha preso il via nel
presidente nazionale Fisar Mario Del
un marchio di qualità come quello
suggestivo teatro comunale di Tuscania,
Debbio, è stato siglato nelle scorse
di Boscolo. Dall’altra l’estro di chef
sede della Boscolo Etoile Academy, e
settimane a Tuscania, in presenza del
affermati e in erba che si mettono alla
che si prepara a esplorare sentieri nuovi,
numero uno della Etoile Academy, il
prova ogni giorno con il top della cucina
fatti di abbinamenti inediti e tutti da
grande chef Rossano Boscolo. Da una
nazionale e internazionale. Ed ecco che
gustare. Una formula vincente perché si
parte la professionalità dei sommelier
la Fisar sta per organizzare il “minicorso”
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di avvicinamento al vino e il corso vero e
Formazione al primo posto dunque ed è
successo e fondatore nel 1985
proprio di sommelier proprio all’interno
con questo spirito che sarà organizzata
della scuola per la formazione di
dell’Academy. Sarà un corso pensato
una serie di corsi nelle varie regioni
professionisti dell’arte culinaria, l’Etoile
apposta per realtà alberghiere o ristoranti
d’Italia ed eventi ad hoc. Lo scopo è
Boscolo Academy, Rossano Boscolo è
che volessero professionalizzare in tempi
contribuire alla divulgazione del più
entusiasta delle nozze di Tuscania con
brevi il proprio personale. Inoltre Boscolo
grande patrimonio italiano: cucina e vino.
la Fisar. Dalle “secrete stanze” del suo
ha predisposto suoi corsi di cucina in collaborazione con la Fisar che, metterà
«L’accordo Fisar-Boscolo deve
a disposizione il suo brand e la sua
concretizzarsi nella capacità di saper
consulenza.
formare professionisti di sempre più alto livello – aggiunge Del Debbio – Anche
Exedra Boscolo Hotel, in piazza della Repubblica a Roma, un gioiello di lusso e ricercatezza, frequentato da star come Sophia Loren (a cui è dedicata un’intera suite) e grandi nomi dello spettacolo e
«Cibo e vino sono da sempre un binomio
perché oggi è improponibile pensare
indissolubile e noi siamo pronti ad
ad uno chef come semplice uomo da
andare oltre - sottolinea il presidente
fornelli o ad un sommelier solo come
Fisar Del Debbio - Fisar e Boscolo
colui che è addetto al servizio del vino.
non hanno fatto altro che unire le loro
Siamo di fronte a professionalità da
pluriennali esperienze nei rispettivi settori
valorizzare sempre di più e perché no,
Cosa si aspetta da questo nuovo progetto?
al fine di poter dare una formazione
insieme, nell’obiettivo comune della
«Il vino sarà il nostro valore aggiunto.
completa a chi si avvicina per lavoro
promozione dell’agroalimentare italiano».
L’alleanza con i sommelier per noi è
dell’imprenditoria, Boscolo dice la sua sul progetto e non solo.
un’occasione di completamento. Il cibo
all’enogastronomia. Come Fisar siamo lieti di metterci a disposizione di un
Ma cosa pensa di questa liaison il rettore
non può prescindere da un buon calice
progetto che ha un grande potenziale di
dei fornelli, Rossano Boscolo?
di vino, quello giusto per quel boccone e
sviluppo».
Nato a Chioggia, imprenditore di
per quell’occasione... ».
Qual è il ruolo del sommelier in un ristorante? «Un vero sommelier deve essere discreto e anche un po’ psicologo... Ad esempio, se si trova di fronte a una coppia in un momento d’intimità, deve assolutamente evitare di intromettersi. Deve capire qual è il momento giusto per servire il vino: le regole sono importanti, l’assaggio, il servizio da destra e così via, ma non devono mai venire prima del rispetto per il cliente, che deve sempre sentirsi a suo agio: è questa la priorità in una cena».
Da quasi 20 anni la sua vita è dedicata all’insegnamento. Qual è il segreto di un vero chef? «L’umiltà, la passione. L’essere tecnici e il ricordarsi che l’obiettivo ultimo non è esibirsi, ma far star bene gli altri. Lo chef deve tenere presente che in un ristorante non si va per mangiare, ma per passare una bella serata. L’obiettivo da porsi è far uscire il cliente soddisfatto dal locale». 80
Il Sommelier n. 1 / 2014
Negli ultimi anni la cucina ha dominato nelle tv. È giusto o lo chef deve rimanere ai fornelli? «Rispetto al passato le cose sono molto cambiate. Prima lo chef doveva stare nel retro perché il suo ruolo era solo di servizio. Ora si è preso la sua rivincita, finalmente gli è stato riconosciuto l’alto valore che deve avere. Per questo in televisione c’è un boom di programmi sulla cucina e non credo che questa moda smetterà. Cesseranno forse gli show basati sull’audience come Masterchef, ma non le trasmissioni sulla qualità della cucina».
®
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Cosa riserva il futuro alla cucina, ci sono nuove frontiere?
Buona cucina fa rima con grande spesa?
«L’avanguardia è “La terza cucina” basata sulla salute: ho già
«No. Ci sono grandi locali in grado di produrre ottima qualità
depositato il brevetto. Piatti buoni e sani, dietetici ma gustosi,
anche a 15 euro, con formule ad hoc».
con spezie ed erbe. Basta con i divieti del medico: se ho dei problemi di salute non vuol dire che devo mangiare male. Bisogna cambiare approccio: deve essere lo chef a darti la ricetta alternativa, disintossicante e appetitosa. La terza cucina arriva dopo la prima, che era quella regionale/tradizionale, e la seconda, quella della creatività, fatta da personaggi che rivisitano i piatti, curando molto anche il profilo estetico, con uno sguardo anche all’etnico».
Chef si nasce o si diventa? «Come in tutte le cose occorre lo studio. Ma se si parla di talento allora si va su un altro piano: ci sono bravi cuochi e poi ci sono grandi chef, che riescono a fare creazioni differenti pur avendo a disposizione le stesse cose. Ciò che conta non è solo fare buoni piatti e soddisfare il palato del cliente: ciò che conta è suscitare delle emozioni: sono quelle che restano quando il
Cucina italiana e cucina internazionale: due posizioni che si possono integrare?
piatto è finito».
«La cucina di oggi è sempre più etnica e le fonti di ispirazioni
Una cena a due, dove andrebbe ?
sono infinite. L’importante è non appiattirsi e non standardizzare,
«Dipende dalla compagnia. Se dovessi uscire con una bella
mettere sempre passione rispettando l’originale».
donna la porterei alla Pergola a Roma». Il Sommelier n. 1 / 2014
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le notizie di enogastronomia e turismo
IL DECALOGO DEL SIMBIOTICO
Dal greco SIN (CON) e BIOS (VITA) significa vivere insieme. Applicato al vino simbiotico indica un metodo di armonizzazione tra l’ambiente e l’intervento dell’uomo. Consapevoli che la naturalità dell’uva dipende dalla tutela dei terreni, le Tenute dell’Arcipelago Muratori hanno adottato un sistema di fertilizzazione che ristabilisce l’equilibrio microbiologico del terreno, grazie a famiglie fungiformi dette micorrize. La micorrizazione è andata oltre la fase sperimentale ed ha raggiunto significativi risultati tanto da consentire la nascita di una nuova linea di vini, i “simbiotici”: un Franciacorta Brut della tenuta Villa Crespia, un Sangiovese toscana IGT della tenuta Rubbia al Colle in Val di Cornia Suvereto ed un Campania IGT della tenuta Oppida Aminea del Sannio beneventano, tre vini “simbiotici” senza solfiti aggiunti. Il Simbiotico è mitico perché: 1) riesce a ricostituire in vigna un ambiente microbiologicamente attivo e probiotico. 2) riesce a coltivare riducendo progressivamente l’uso di sostanze di sintesi ma soprattutto curando il terreno verso la sua fertilità naturale 3) riesce a trasferire capacità di autodifesa nelle viti attraverso un terreno vivo 4) riesce a coltivare a a produrre in vigna uva sana e salubre. 5) riesce a vinificare senza l’uso di SO2 6) riesce a vinificare solo esclusivamente con lieviti indigeni 7) riesce a produrre senza uso di altri additivi e coadiuvanti 8) riesce a non filtrare i vini. 9) riesce a lavorare in cantina con energia prodotta dal sole e riducendo tutte le forme di dispersione energetica 10) riesce a confezionare il vino riducendo sprechi nel packaging Az. Agr. F.lli Muratori - www.arcipelagomuratori.it
manuale di sostenibilità magis
In occasione di Fieragricola (VR) Bayer CropScience ha organizzato, in collaborazione con magis, la presentazione del “Manuale di sostenibilità” del vino italiano, uno strumento a disposizione della viticoltura italiana e di chi vorrà compiere un primo passo verso la certificazione del prodotto. Il vino italiano sta ottenendo grandi soddisfazioni, raggiungendo il primato delle esportazioni e i trend di settore dimostrano come la qualità e l’innovazione influenzino le scelte dei consumatori sempre più attenti a ciò che comprano. “Il nostro esempio di eccellenza è magis un perfetto esempio di come in Italia si può fare sistema, grazie alla collaborazione tra i maggiori esperti del comparto ed aziende normalmente concorrenti che hanno visto in magis
a cura della redazione di
la valorizzazione del lavoro fatto in campo ed il riconoscimento della qualità. Continueremo a lavorare insieme alle aziende che fanno parte di magis per espandere il concetto della sostenibilità dal vigneto alla cantina fino alla commercializzazione.” ha detto Karina von Detten, Amministratore Delegato di Bayer CropScience in Italia. Magis, è il primo e più avanzato processo produttivo sostenibile nella vitivinicoltura in Italia con oltre 200 aziende vitivinicole aderenti al progetto e circa 20 aziende che vantano già vini sostenibili certificati ed è oggi sinonimo di sostenibilità in vitivinicoltura. Un protocollo tra i più innovativi al mondo che offre la possibilità alle aziende che vogliono differenziare il proprio vino di suggellarne il valore attraverso un nuovo percorso di certificazione verificato da DNV Business Assurance, ente di certificazione indipendente tra i leader a livello mondiale. BAYER CROPSCIENCE - www.bayercropscience.it
BIO VIO: DALLE ERBE AROMATICHE AI VINI BIOLOGICI
A Bastia d’Albenga (SV), la porta delle Valle Arroscia, nella Liguria dei profumi, delle erbe aromatiche e del Pigato, Giobatta Vio, Aimone per gli amici, la moglie Chiara e le figlie Caterina, Camilla e Carolina hanno da tempo fatto una scelta “culturale”, produrre biologico, certificati fin dal 1989. E i risultati di questa loro fondamentale scelta sono di grande soddisfazione: un delicato e fruttato olio della pregiatissima monocultivar “taggiasca”, un ventaglio di splendidi vini - Grenaccia, Rossese, Vermentino e Pigato - alcuni dei quali di vera eccellenza come il “Bonin da Bon”, un Pigato da vendemmia tardiva di uve selezionate e vinificate con metodi “d’antan”, e la valorizzazione delle erbe aromatiche tipiche del territorio, maggiorana (in ligure “erba persa”), basilico, timo, rosmarino, salvia e tante altre, apprezzate ed esportate fresche in tutto il mondo. La visita alla loro cantina è una esperienza appagante, ti trasmette la cura e l’amore di un produttore per le sue “creature”, i vini appunto, e il trasporto con cui ne parlano e la passione che li guidano danno la percezione di quello che si ritroverà nel bicchiere, profumi “aromatici” e sapidità dovuta al vicino mare, intensità ed eleganza, struttura e persistenza. La produzione è limitata e le enoteche e i ristoranti del territorio, e non solo, hanno da tempo individuato i loro vini come grande espressione di questa zona della Liguria, prodotti da una Azienda che, escludendo l’uso di pesticidi, diserbanti e concimi chimici, ha svoltato nella direzione “verde”, verso questa oramai consolidata realtà di produzione. AZ. AGR. BIOLOGICA VIO GIOBATTA - www.biovio.it
le notizie di enogastronomia e turismo
LA PRIMA VERTICALE DI CHAMPAGNE ENCRY
La Maison Vue Blanche Estelle CHAMPAGNE ENCRY ha partecipato al recente Milano FOOD&WiNE come unica etichetta francese proveniente dalla rinomata regione della Champagne. Tra i 250 vini in degustazioni e 24 cuochi la Maison si è proposta con 3 Cuvée al numeroso pubblico giunto da tutta Italia. I Brut Blanc de Blancs, Zero Dosage Blanc de Blancs e il Grand Rosé Grand Cuvée hanno affascinato operatori del settore e wine lovers che hanno potuto scoprire questi preziosi vini, provenienti dal cuore della Côte des Blancs, dall’elegante e raffinato perlage. Per rendere ancora più unico questo appuntamento è stata organizzata una degustazione verticale con giornalisti, Ambassadeur de Champagne e addetti al settore, presentata dal proprietario, l’italiano Enrico Baldin. Per la prima volta la Maison si è mostrata in tutto il suo stile con 5 Blanc de Blancs prodotti nelle annate 1998, 2000, 2002, 2004 e 2005. Vini dai colori intensi e dorati che riportano, in chi li assaggia, sensazioni vibranti di sapide brezze marine unite a quelle intensamente minerali tipiche del terroir. In poco più di un'ora si è passati da note di immensi cesti di frutta tropicale stramatura con mango, pompelmo, agrumi rossi allo zenzero caramellato, al miele e ai fiori di tiglio. Sensazioni pregiate che si evolvono e si confermano nel tipico finale ammandorlato che caratterizza le Cuvée Champagne ENCRY. MAISON VUE BLANCHE ESTELLE CHAMPAGNE ENCRY www.champagne-encry.com
RUCHÈ MONTALBERA 211 HAPPY HOURS DA BERE FREDDO
Prendi il concetto dell’innovation nel mondo del vino, l’estro firmato Franco Morando, ed ecco nascere un’etichetta “scintillante” per un happy hours infinito. Un Ruchè presentato in “tappo a vite” per comunicare l’immediata fruibilità e freschezza. Il “vino rosso” dell’aperitivo estivo, fresco, petali rosati colti di prima mattina, fragolina aromatica di sublime eleganza. Setoso, armonico ed elegante, un ottimo compagno di viaggi estivi. Parla Franco Morando: “una bellissima etichetta, vinificare un vino rosso come un vino bianco è stato il vero successo. Ci siamo divertiti un sacco, come faranno
i nostri followers nel degustarlo in una sicura scintillante estate!!! Prosit”. Presentazione ufficiale Vinitaly 2014, Pad. 10 – Piemonte – Stand L4. SOCIETÀ AGRICOLA MONTALBERA S.R.L. www.montalbera.it
SALOTTI DEL GUSTO: PERLE DEL MADE IN ITALY IN TOSCANA
Salotti del Gusto, il Circuito più friendly e attuale ideato da Raffaella Corsi Bernini, dopo il successo di Capri sceglie la dimora Medicea di Artimino, Villa La Ferdinanda, per la prossima grande rassegna che il 25 e 26 aprile convoglierà in Toscana oltre cento produttori vinicoli e agroalimentari di ogni distretto e tipologia. Piccole e medie aziende selezionate per identità, peculiarità e artigianalità dei prodotti, che in Salotti del Gusto trovano il modo di raggiungere concretamente addetti ai lavori e appassionati. Alessandra Veronesi, maître sommelier del Principe di Savoia di Milano, ha dedicato la prima pagina della sua Carta Acanto alle etichette Salotti del Gusto; obiettivo centrato per il Circuito che promuove e valorizza le “perle” spesso nascoste del patrimonio enogastronomico italiano. Tanti i protagonisti dei laboratori, gli chef Vito Mollica, Marco Stabile, Davide Oldani, i campioni del mondo Luca Martini e Davide Comaschi, solo per citarne alcuni. Caccia al tartufo, percorsi on e offroad sulle nuove Jeep Grand Cherokee, main partner, per esplorare gli 80 ettari di vigneti e le 24.000 piante della più vasta tenuta Medicea. E una originale sezione dedicata ai più piccoli dove mettere le mani in pasta sarà d’obbligo! Biglietti in prevendita a 18 euro per un evento imperdibile. www.salottidelgusto.com - segreteria@salottidelgusto.com
a cura della redazione di
le notizie di enogastronomia e turismo
LE NUOVE GRAPPE DI VIN SANTO DI NANNONI
La Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna presenta due nuove Grappe nella gamma Nannoni: la Grappa di Vin Santo e la Grappa di Vin Santo Riserva, entrambe a 42% vol. e confezionate in bottiglia da mezzo litro. Grappa di Vin Santo Morbida e gentile, porta in sé i profumi e la dolcezza delle uve stese ad appassire sui graticci. L’esigua quantità di materia prima disponibile e la bassa resa in alcool (un terzo rispetto alle normali vinacce distillate) ne fanno un prodotto estremamente prezioso e raro. Grappa di Vin Santo Riserva L’affinamento in legno, in botticelle dove è stato a riposare il Vin Santo, aumenta la complessità di questa particolare acquavite di vinaccia, che rispetta gli aromi propri delle vinacce provenienti da uve sottoposte ad appassimento e che arricchisce il suo bouquet di note delicate di vaniglia, di mandorla e di spezie. In Toscana si era riservata da sempre scarsa cura ai distillati, finché il Maestro Distillatore Gioacchino Nannoni, consapevole delle potenzialità aromatiche e delle proprietà organolettiche delle vinacce toscane, con particolare attenzione a quelle di Brunello e di Chianti, diede lustro alla “grappa di fattoria”: un prodotto pensato e realizzato per garantire il rispetto dei profumi e dei sapori peculiari di ogni tipo di vitigno o di uvaggio. Grazie alla profonda conoscenza dell’arte della distillazione, ma ancor più grazie alla perfetta padronanza nella realizzazione degli stessi impianti, Gioacchino Nannoni riuscì a creare prodotti per i quali il suo nome, associato ad aziende di primaria importanza, è ormai conosciuto in tutto il mondo. Oggi l’eredità produttiva di Gioacchino Nannoni è stata raccolta dall’allieva prediletta, Priscilla Occhipinti, che alla memoria del suo grande mentore ha voluto dedicare una bottiglia speciale, “La Saggezza del Maestro”. La Distilleria Nannoni si trova nella piccola località di Aratrice, nel verde della campagna toscana, a breve distanza da Grosseto e da Siena. F.LLI RINALDI IMPORTATORI - www.rinaldi.biz
IL MERANO WINEFESTIVAL CONQUISTA MILANO
Identità Milano va in archivio con un 40% in più di iscritti al congresso e una presenza di circa 10mila persone. Un buon viatico per preparare Identità Chicago e Identità New York a ottobre, il Roma Food&Wine Festival (29 novembre-1 dicembre)
a cura della redazione di
e poi l’Expo nel 2015. L’edizione 2014 del FOOD&WINE Festival ha portato una grande affluenza di pubblico e la creatura di Helmut Köcher e di Paolo Marchi, rispettivamente per il Merano WineFestival e Identità Golose, ha fatto centro. Tre giorni densi e coinvolgenti che hanno portato sulla piazza milanese chef e produttori di primo livello. Cibo e vino quindi, nell’immagine di un matrimonio perfetto, celebrato sulla tavola ideale dei tantissimi che hanno presenziato agli eventi. Milano si dimostra quindi piazza attenta e competente, in questi pre-riscaldamenti enogastronomici - non dimentichiamo il congresso Identità Golose alla sua decima edizione svoltosi in coerente contemporanea - che la porteranno direttamente all’Expo. Interessante il corner di Mondadori che, con il suo FoodExperience, ha presentato show-cooking e degustazioni estremamente apprezzati. www.foodwinefestival.it - www.identitagolose.it
L’UVA PULITA DI TEO COSTA
“Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei”, recita la frase finale stampata su un cartoncino inserito sul collo della bottiglia “Madre Natura Rosé Brut”, metodo classico di Nebbiolo in purezza vinificato in rosa, e che spiega con chiarezza la “filosofia produttiva” che guida l’Azienda Agricola Teo Costa, storica azienda di Castellinaldo (CN). Questo è “il vino della natura”, con i vigneti coltivati con tecniche non invasive e che producono uve nel rispetto dell’ambiente, senza aggiunta di solfiti perché nel loro protocollo produttivo i conservanti non sono previsti. E dato che, come dicevano i nostri “vecchi”, “…se ti comporti bene sarai premiato”, Teo Costa il premio l’ha avuto davvero: è l’unico italiano ad essere stato inserito dal Financial Times nell’elenco dei ventidue spumanti e champagne giudicati come i “migliori acquisti di stagione” a livello mondiale. E la scelta è stata fatta dal “Master of Wine” Jancis Robinson, la più nota critica enologica inglese, coautrice dell’Atlante mondiale del Vino, che lo definisce “il più caratteristico degli aperitivi…la combinazione di 100% nebbiolo e zero solfiti produce uno spumante piemontese davvero delicato, insolito e profumato di rosa…”. “Consideriamo questa attenzione della grande degustatrice – commenta soddisfatto Roberto Costa - un
le notizie di enogastronomia e turismo successo per un vino che è nato da un preciso progetto di campagna basato sulla pratica di un’agricoltura sostenibile e legato alla tradizione nelle operazioni di cantina. “Madre Natura Rosé Brut” viene prodotto solo con uve nebbiolo pulite e selvagge. Fermenta sui lieviti autoctoni e non contiene solfiti aggiunti”. AZIENDA AGRICOLA TEO COSTA - www.teocosta.it
FASCETTA DI STATO PER IL VALPOLICELLA
GEWÜRZTRAMINER DA CHEF
Il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella conclude il percorso di tracciabilità della denominazione, a tutela del consumatore, con l’apposizione della fascetta di Stato alle bottiglie di Valpolicella. Un iter iniziato con l’introduzione delle fascette nel 2008 per l’Amarone e il Recioto della Valpolicella, seguito a fine 2011 dal Valpolicella Ripasso. Consapevole che il Valpolicella è un efficace testimonial internazionale del territorio, il Consorzio di Tutela ha in programma una massiccia campagna promozionale, in considerazione del ruolo indispensabile che esso ricopre nella piramide produttiva del territorio. Nell’ultimo decennio la produzione di uve destinate al Valpolicella si è mantenuta più o meno agli stessi livelli, a fronte dell’impennata delle uve destinate all’appassimento per produrre Amarone. A testimoniare questo trend sono i numeri, che attestano come nel 2005 i quintali di uva destinata a Valpolicella siano stati quasi 440mila, scesi leggermente nelle annate successive, per poi attestarsi intorno ai 500mila nelle annate più recenti. Fa eccezione il 2013 con 543mila quintali, segno di un ritorno di considerazione da parte dei viticoltori valpolicellesi. Consorzio Tutela Vini Valpolicella - info@consorziovalpolicella.it
Da vino per intenditori è diventato oggi una delle etichette cult sulle tavole più stimate al mondo. Lo si scopre seguendo la storia di una decina di piatti nati in suo onore. La loro qualità, spesso stellata, non ammette compromessi ed esige un accostamento perfetto trovando risposte positive nelle etichette proposte da Cantina Tramin. Questo vino gioca un ruolo di primo piano nel supportare e amplificare gli aromi del piatto: ne è convinto Norbert Niederkofler, del leggendario Relais & Châteaux Rosa Alpina di San Cassiano: “In realtà non ho avuto bisogno di riflettere a lungo: la combinazione più brillante di Gewürztraminer Nussbaumer è con una variazione su fegato di pollame e d’anatra. Semplicemente imbattibile per la moderata acidità, l’aromaticità e la mineralità ben strutturata”. Entusiasmo confermato anche da Massimiliano Alajmo, tre stelle per il Ristorante Le Calandre, che lo abbina ad un risotto allo zafferano con un tocco di liquirizia: “E’ molto raro imbattersi in un vino con tale personalità: il Nussbaumer è un vero e proprio caleidoscopio di profumi: note di rosa, mango, lychee, miele e arancia”. Per Yashimi Hidaka, dell’Acqua Pazza di Tokyo, “…offre un magnifico accompagnamento con i crostacei, che richiedono un vino di struttura e corpo”. Così come per Masaharu Morimoto di New York e il “Sashimi Tramin”. Dice Aaron von Roccia, sommelier del Lincoln a New York: “Quando la scelta di un vino è difficile, spesso il Gewürztraminer è la soluzione. Piatti davvero particolari come terrine, crostacei, pesce affumicato e formaggi hanno aromi che entrano in perfetta armonia con il Nussbaumer Tramin”. I Gewürztraminer di Cantina Tramin si distinguono per la particolare eleganza e freschezza al bicchiere e le note intense e profonde, cariche di minerali che bilanciano i toni persistenti di cannella, frutta tropicale e chiodi di garofano. Tramin ha dato grande importanza a questo vitigno, offrendo due declinazioni, il Classico e la selezione Nussbaumer. CANTINA TRAMIN www.cantinatramin.it
IL VIN SANTO DI GAMBELLARA SCOMMETTE SUL FUTURO
Un tour di degustazioni regionale per far conoscere il Vin Santo di Gambellara e sostenere il progetto di ricerca condotto dal Consorzio Tutela Vini locale, in collaborazione con l’Università di Verona, che ha permesso la scoperta del lievito autoctono (battezzato “Zygosaccharomyces gambellarensis”) decisivo per la produzione di questa perla enologica del Veneto e notevoli miglioramenti nel processo di vinificazione. In tempi di crisi e spending review quattro giovani produttori del consorzio diventano ambasciatori del loro territorio per finanziare attraverso il ciclo di eventi “Sapore di Vin Santo” le microvinificazioni sperimentali frutto della ricerca, presentate in anteprima assoluta in abbinamento a prodotti gastronomici tipici. Un percorso del gusto partito a febbraio e che in futuro potrebbe varcare i confini regionali, presentando a winelover e appassionati anche altre ottime etichette rappresentative del territorio, come il Gambellara Classico e il Gambellara Spumante. CONSORZIO TUTELA VINI GAMBELLARA consorziovinigambellara@inwind.it
a cura della redazione di
di Claudia Marinelli
segretario.nazionale@fisar.com
La Segreteria Comunica Il 2014 è così che me lo immagino: anno di concretizzazioni e cambiamenti.
I
l primo cambiamento importante
durante l’anno, una fucina di
un progetto definito il primo e più
su cui vorrei focalizzare la
proposte ed idee da concretizzare.
avanzato per la sostenibilità della
vostra attenzione è la nostra
La presenza di tutti i nostri Soci ci
produzione del vino in Italia, e sarà
partecipazione al Vinitaly 2014,
darà un’ulteriore stimolo a produrre
interessante conoscere da vicino
quest’anno ci vede protagonisti
attività e momenti a loro dedicati,
cosa questo può significare. Inoltre
di un nuovo impegno, infatti la
per questo gli incontri importanti
sarà presente il nostro Sommelier
nostra presenza sarà garantita
saranno molteplici una su tutte la
dell’Anno 2013, Francesco Villa, il
attraverso uno spazio rinnovato e
degustazione organizzata dalla Fisar
quale ci condurrà nelle degustazioni
più grande dove ci sarà permesso
in Rosa, che avrà come protagonisti:
guidate; insomma una bella
di avere partner importanti che
“grandi vini rossi Italiani…giovani
opportunità per ritrovarci insieme.
condivideranno con noi questi giorni,
produttrici”. Ci faranno compagnia
Altro appuntamento importante sarà
dove la visibilità dell’associazione
allo stand, con iniziative varie, la
l’Assemblea Nazionale di aprile,
sarà ai massimi livelli. Il Vinitaly è per
Boscolo Etoile Academy con la
dove tutti i Delegati sono chiamati
noi un momento dove si possono
quale abbiamo appena iniziato un
a partecipare, oltre che per la parte
fare conoscenze nuove e stringere
percorso comune, e Magis la quale
istituzionale dell’approvazione del
rapporti che si possono sviluppare
raccoglie diversi produttori uniti in
bilancio, che per un momento di
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
Sardus Pater Nella lingua sarda IS ARENAS significa “le sabbie”. L’isola di Sant’Antioco nella sua parte nord orientale presenta infatti dei suoli prevalentemente sabbiosi, sui quali sono coltivati, in piccoli appezzamenti di terra, vigneti di Carignano allevato su piede franco con la tecnica dell’alberello latino. In questo terroir tale vitigno ha trovato la sua zona di elezione, dando vita ad un vino estremamente elegante e sinuoso. IS ARENAS è una RISERVA prodotta nella DOC CARIGNANO del SULCIS, le cui uve provengono da vigneti che hanno un’età media di circa 80 anni e delle rese produttive estremamente basse, che in rari casi superano i 50 quintali per ettaro. La lavorazione enologica è estremamente attenta e mira alla valorizzazione delle qualità organolettiche prodotte in vigna e quindi al rispetto della tipicità e della territorialità della materia prima. Solo dopo un’accurata fase di affinamento sul legno ed in bottiglia questo vino è pronto per raggiungere la sua massima espressione evolutiva CANTINE SARDUS PATER Soc. coop. Agricola - Via Della Rinascita 46 09017 Sant’Antioco (CI) 86 86 IlIlSommelier Sommelier n. n.11//2014 2014 Tel. 0781 800274 - FAX0781 83055 - www.cantinesarduspater.it info@cantinesarduspater.it
confronto utile per tutta l’associazione: l’annuale Riunione dei Delegati, occasione di dovere associativo a cui è impensabile poter mancare. Per quanto riguarda le concretizzazioni, confermiamo la rivisitazione del Minicorso di Avvicinamento al Vino in Cinque Incontri, in arrivo a tutte le delegazioni. Oltre
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che al riesame della parte grafica e l’aggiornamento dei contenuti, la vera innovazione è il programma utilizzato per la creazione di questo prodotto, un PDF interattivo che ci permetterà una migliore efficienza su tutti i sistemi operativi, evitando problemi sulle visualizzazioni. Altro goal raggiunto e il Work Shop sulla Terminologia in Inglese, che a partire da maggio avrà la sua prima sessione di svolgimento. Questo momento formativo è stato pensato per tutti quei Sommelier che vorranno implementare la terminologia tecnica in inglese attraverso un percorso di due giorni di totale concentrazione sulle parole e sulla degustazione, quindi Welcome to “Words&Wine an English workshop for Sommelier”. Come sempre l’impegno è tanto ma le soddisfazioni pure, non posso non fare anche un accenno a questo primo numero della nostra Rivista che è
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davvero stata immaginata per un contesto più
La prima chiusura al mondo senza impronta di carbonio
ampio di valorizzazione delle nostre attività, che
devono andare a toccare tutti i settori che il nostro acronimo rappresenta, pertanto FISAR, racconta tutto quello che noi siamo, non solo sommellerie, ma anche ristorazione-cucina-grandi chef, hotel-
accoglienza-luoghi di piacere, intesi come mete per favorire la nostre conoscenze culturali. “Il Sommelier” sarà una rivista di settore specializzato che oltre ad avere contenuti importanti possa trasmettere quella dimensione globale di cui noi facciamo parte e consapevolmente amiamo.
Polimeri rinnovabili di origine vegetale
100 % riciclabili
Mi piace pensare a tutto quello che stiamo facendo come a qualcosa che deve crescere piano piano, con i nostri tempi, a volte anche lunghi ma sempre consapevoli di quello che stiamo facendo e che le difficoltà sono sempre dietro l’angolo, ma non per questo ci dobbiamo arrendere, anzi questo ci stimola a fare meglio, poiché capendo gli errori, si arriva a migliorare le situazioni ed a migliorarci come persone.
“Le difficoltà superate sono opportunità guadagnate” Winston Churchill
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Programma dell’Assemblea dei Soci 13 aprile 2014
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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Presso Hotel 500 Firenze • Via di Tomerello, 1 Campi Bisenzio (FI)
Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 12,45 Ore 13,00 Ore 14,45
Arrivo partecipanti registrazione e Welcome Coffee Inizio lavori congressuali Assemblea Soci e Riunione dei Delegati Break Light Lunch con degustazione vini e prodotti tipici Breve cerimonia per la consegna degli attestati di sommelier ai Corsisti che hanno frequentato il Corso Coppa, Conoscenze per Ottenere la Preparazione Professionale per Abbinamenti Cibo – Vino. Il Corso Coppa è il 1° corso per sommelier indirizzato a persone diversamente abili. In questo percorso siamo stati impegnati a portare a termine questo progetto insieme alla Regione Toscana, Provincia di Pisa, Cescot Toscana Nord e l’Associazione Assofly.
Ore 15,15
Ripresa dei lavori assembleari e al termine rientro verso le proprie destinazioni
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi direttamente alla segreteria nazionale: segreteria.giovanni@fisar.com
HOTEL 500 FIRENZE / via di Tomerello, 1 / 50013 Campi Bisenzio - Firenze Tel. +39 055 8803500 - Fax +39 055 8803533 reservation@hotel500firenze.com / w w w. h o t e l 5 0 0 f i r e n z e . c o m
S E RV I
Z
A
I s.
r. l .
FIS
R
La Fisar servizi srl è nata per volontà del Consiglio Nazionale della Fisar associazione, nell’anno 2005; ha per oggetto l’organizzazione, la realizzazione, la gestione di corsi, seminari e stage di ogni genere e grado sia in Italia che all’estero; la commercializzazione di materiale didattico ed editoriale. E proprio su quest’ultimo stiamo studiando delle strategie innovative di rilancio di tutto il materiale federativo che saremo lieti presentarvi dal prossimo numero.
coninvolgere unicità tastevin posizionamento spilla volantino comunicare matita smoking valori facebook calici foulard visibilità rilanci degustazione depliants cravatt� orologi sommelier shop on line sacchetto valigette termometro
totem
levatappi
innovazione
quaderno degustazione
di Davide Cecio
Ufficio Marketing
comunica Interpretare il cambiamento significa renderci autenticamente unici e assolutamente professionali.
I
n queste ore è ancora forte e
trascorso di esperienze fatte e c’è
innovazione, perché nessuno
vivo in me l’eco della nostra
una quantità di cose che si pensa
rimanga indietro o peggio solo,
partecipazione all’iniziativa di
di difficile realizazzione. Vincere la
richiede da parte di tutti una comune
Slow Food, 10000 orti in Africa,
paura di un cambiamento è la vera
volontà, e una propensione al non
dove, espressamente indicati dal
sfida che ci si prospetta da qui alla
negarsi nuove opportunità. Ecco
suo Presidente, Carlo Petrini, la Fisar
scadenza del mandato. Eppure la
allora che dovremo immaginare
è stata chiamata a contribuire ad un
nostra esperienza ci dice che dallo
sempre più e sempre meglio, di
progetto di natura internazionale.
stesso vitigno ci possono essere
aprire nuove opportunità formative,
Rifletto come l’incarico, conferitomi
infinite espressione di vino. Ecco,
non solo nel mondo del vino,
da settembre di Responsabile
interpretare il cambiamento per me
dove stiamo immaginando altri
Marketing e Sviluppo Comm.
significa renderci autenticamente
percorsi, ma anche lasciando che
le della Fisar mi ha impegnato
unici nel panorama e assolutamente
altri si avvicinino alla nostra realtà
su e giù per l’Italia, con l’intento
professionali. Il Consiglio Nazionale
magari da passioni vicine. In questo
di accompagnare, all’indubbia
tutto è ripartito con la volontà di
senso la crescita associativa deve
crescita qualitativa, una crescita
darsi un codice etico ed estetico
necessariamente passare dal
quantitativa, e di relazioni, per un
della Fisar, uno spazio immaginato
renderci accattivanti non solo sul
associazione che abbia l’ambizione
affinchè il nostro linguaggio e il
piano dell’immagine, ma anche e
di ritagliarsi uno spazio autentico nel
nostro modo di interpretare l’attività
soprattutto dei contenuti, e dunque
mondo della Sommelierie. Questa
di sommelier, giochi sempre
abbiamo programmato per il
dunque per me l’occasione per fare
più sull’efficacia di una modalità
prossimo futuro un nuovo percorso
il punto sul già fatto, il già in atto
pienamente comprensibile e di
chiamato “la seduzione dei sensi”
e il possibile. Fisar è una famiglia
facile fruizione. Da questa volontà,
che ci vedrà presto confrontarci
da oltre 40 anni, l’espressione
strutturare politiche conseguenti,
con altri mondi: la Birra, i Distillati,
usata non è casuale perché come
richiede da parte nostra lo sforzo
la Cioccolata, il Caffè e perché no i
in tutte le realtà, così immaginate,
di ripensarci dalle fondamenta.
Sigari.
la complessità è enorme. C’è un
Coniugare dunque tradizione e
Ad maiora!
Il Sommelier n. 1 / 2014
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Le donne e il vino di Luisella Rubin
®
consigliere.rubin@fisar.com
®
FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Oggi, la crescente presenza delle donne nel mondo del vino, è una realtà ampiamente riconosciuta e qualificata. Nessuno, trenta anni fa, avrebbe potuto credere ad una loro ascesa così rilevante, per essere state capaci di ricoprire ruoli importanti da protagoniste nel vasto settore vitivinicolo, storicamente di impronta maschile.
I
dati dicono che il 30% delle
Rosa”, per favorire il coinvolgimento
squadra; organizzare convegni,
aziende vitivinicole italiane è
del mondo femminile nel settore
degustazioni di vini a tema, abbinate
condotto da donne e che il 59%
vitivinicolo in un’ottica di pari
a programmi culturali di musica,
delle imprenditrici agricole conduce
opportunità e per valorizzare la
teatro, arte, in collaborazione
aziende di famiglia. Numerose sono
figura della donna sommelier
con consorzi, enti locali, cantine,
produttrici, enologhe, agronome,
Fisar, la cui presenza nella nostra
associazioni di settore; partecipare
enotecarie, sommelier, giornaliste,
federazione rappresenta il 35%
a manifestazioni enogastronomiche
ristoratrici, esperte di marketing
dei soci. E’un numero destinato a
locali, nazionali ed internazionali ed
e comunicazione, le quali con
crescere, viste le numerose richieste
utilizzare canali mediatici per una
grande sensibilità, passione e
di corsi di formazione di sommelier
comunicazione efficace, al fine di
professionalità, contribuiscono a
da parte delle donne, che sono
diffondere il marchio Fisar in Italia e
promuovere il vino e a valorizzare
molto interessate a conoscere, ad
all’estero.
i prodotti tipici della nostra terra;
approfondire e a divulgare la cultura
Sono attività volte ad affermare
una terra ricca di cultura, storia e
del vino. Per la nostra associazione
competenze e professionalità nel
tradizioni.
ciò rappresenta un valore aggiunto.
far degustare al grande pubblico
A tale scopo la” Fisar in Rosa” si
l’eccellenza enologica italiana e a
propone di: promuovere incontri
valorizzare la figura del sommelier,
conviviali con le sommelier delle
che ha l’importante compito di saper
A questo proposito cito l’Associazione delle Donne del Vino come una delle realtà più rappresentative nel panorama viticolo italiano, che conta oltre
varie delegazioni d’Italia, per favorire
comunicare il vino, trasmettendo
la conoscenza tra loro e lo scambio
emozioni.
di esperienze, creando momenti
Sappiamo che in questi ultimi anni,
significativi di aggregazione, per
l’influenza femminile ha contribuito
Recentemente, la FISAR ha
condividere progetti e obiettivi
a dar vita e a potenziare un
promosso il progetto “Fisar in
comuni e per poter operare in
cambiamento ed una trasformazione
700 professioniste che vi operano attivamente.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
culturale all’interno della filiera dal punto di vista sia della produzione, con l’innovazione della viticoltura e dell’enologia, sia quello della comunicazione e del marketing. La presenza “rosa”ha quindi dimostrato di essere una preziosa risorsa per lo sviluppo culturale ed economico del nostro Paese, per aver dato nuovo impulso al settore, coltivando certi aspetti che prima non erano stati presi in considerazione quali l’accoglienza, le pubbliche relazioni, l’organizzazione di eventi culturali in cantina, le manifestazioni enogastronomiche, la cura di un packaging accattivante e raffinato, il turismo enogastronomico, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, stimolando in tal modo la curiosità del consumatore ad avvicinarsi sempre più all’affascinante mondo enoico, con la consapevolezza e il piacere di trovare nel bicchiere la storia del vino e del suo territorio. Applaudiamo perciò alle donne tenaci che con impegno, passione, creatività e sensibilità, hanno la prerogativa di saper promuovere il vino nel nostro Paese e nel Mondo, offrendo sempre più un contributo importante e originale alla crescita del settore vitivinicolo.
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Il Sommelier n. 1 / 2014
Domenica 6 Aprile 2014 ore 15.00 Sala C 1° piano Pad.8/9 Area CentroServizi “Bra” Titolo della degustazione:
F.I.S.A.R. IN ROSA WineTasting - Tavola Rotonda
”GRANDI VINI ROSSI ITALIANI… GIOVANI PRODUTTRICI” Organizzatore:
F.I.S.A.R. - Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori Presentazione Alcuni fra i numerosi grandi vini rossi italiani, ottenuti da vitigni autoctoni, saranno raccontati da giovani e appassionate produttrici dei territori viticoli più rappresentativi del nostro Paese. È un incontro esclusivo con sei donne protagoniste del mondo del vino che con dedizione, competenza e professionalità, contribuiscono a dare prestigio alla viticoltura italiana. Sono imprenditrici vitivinicole nuove, che guardano al futuro in modo innovativo, nel rispetto della tradizione, producendo vini di alta qualità, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Tali eccellenze enologiche, per la varietà di profumi, sapori e sensazioni che regalano, rappresentano l’espressione autentica della terra in cui nascono.
L’evento è inserito nel Programma 2014 della FISAR IN ROSA.
Interverranno: MARIO DEL DEBBIO PRESIDENTE NAZIONALE FISAR VALENTINA ARGIOLAS PRODUTTRICE - AZ. VITIVINICOLA ARGIOLAS - Serdiana (CA) TURRIGA IGT ISOLA DEI NURAGHI 2009 VIOLANTE GARDINI PRODUTTRICE – DONATELLA CINELLI COLOMBINI - AZ. AGR. CASATO PRIME DONNE – Montalcino (SI) FATTORIA DEL COLLE – Trequanda (SI) Presidente del Movimento Turismo del Vino della Toscana BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG CASATO PRIME DONNE 2008 DANIELA MASTROBERARDINO PRODUTTRICE – AZ. VINICOLA TERREDORA - Montefusco (AV) Presidente Nazionale del Movimento Turismo del Vino TAURASI FATICA CONTADINA DOCG 2007 FRANCESCA PLANETA PRODUTTRICE - AZIENDE AGRICOLE PLANETA SS - Menfi (AG) SANTA CECILIA 2009 NERO D’AVOLA DOC NOTO CAMILLA ROSSI CHAUVENET PRODUTTRICE - AZ. AGRICOLA MASSIMAGO - Mezzane di Sotto (VR) AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG 2010 MASSIMAGO
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SARA VEZZA SAFFIRIO PRODUTTRICE - AZ. AGRICOLA JOSETTA SAFFIRIO – Monforte d’Alba (CN) BAROLO DOCG RISERVA 2008 Millenovecento48 GLADYS TORRES URDAY MODERATRICE - GIORNALISTA - REFERENTE “FISAR IN ROSA” ITALIA NORD OVEST KAREN CASAGRANDE SOMMELIER NAZIONALE - FISAR AMBASSADOR LUISELLA RUBIN CONSIGLIERE NAZIONALE FISAR IN ROSA - REFERENTE DELL’EVENTO La partecipazione al WineTasting - TavolaRotonda è su prenotazione fino a esaurimento posti. Ns. riferimenti per info e prenotazioni: Rubin Luisella mobile: +39 347 8202834 e-mail: consigliere.rubin@fisar.com
da Domenica 6 a Mercoledì 9 Aprile Vi aspettiamo numerosi presso i nostri stand:
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AREA D
STAND
C1/C2
Galleria 4-5 Stand 19
(riservato alla rivista Il Sommelier)
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FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI
Il Sommelier n. 1 / 2014
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a cura dell’Ufficio Stampa Nazionale
Il Sommelier FISAR
Filippo Franchini ci racconta un pezzo della sua vita. Quella legata alla FISAR...!
Filippo Franchini dopo aver vinto il Concorso Rastal 2012 quale miglior sommelier FISAR 2012 si è classificato pochi giorni fa al 5° posto assoluto nel concorso nazionale “Personaggio dell’anno 2013 Premio Italia a Tavola cat. Maitre e Sommelier” con 3.445 voti a suo favore lasciandosi dietro titolati personaggi del settore. In tutte le categorie i votanti sono stati più di 110.000. 96
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T
utto è iniziato da un divertente equivoco. La sera della presentazione del
corso di primo livello per aspiranti Sommelier, credevo di recarmi ad un corso per barman, invece mi ritrovai in una stanza piena di persone tutte interessate al mondo del vino e della ristorazione. Così è iniziata la mia avventura all’interno della FISAR e se l’equivoco ha dato inizio a questa mia avventura, il destino ha fatto tutto il resto. Provengo da una famiglia che per decenni ha prodotto vino ed il Chianti, terra da cui provengo, rappresenta la mia infanzia, la mia formazione, il mio presente. Vitigni, sesti d’impianto, potature erano (e sono) parole ben radicate nel mio dna e se le scelte fatte mi avevano portato a perseguire strade differenti, quella sera si erano magicamente rincontrate, facendomi capire che forse la mia strada era proprio il vino. Ebbene si il cerchio si era chiuso. A dire il vero non fu proprio amore a prima vista ma non potevo certo dire “scusate mi sono sbagliato” e quindi decisi di provare. Chiamatelo destino, chiamatela casualità, ma quell’incredibile equivoco aveva
pubbliredazionale a cura di Quality ADV
Villa Matilde Villa Matilde da oltre sessant'anni si fa portavoce della Campania Felix nel mondo. Il centro aziendale è a Cellole (CE), nell'antico Ager Falernus, ma l'azienda ha vigneti anche nelle province di Benevento ed Avellino. La cultura della qualità, del territorio e della tradizione, unite al rispetto dell’Ambiente sono i punti di forza di Villa Matilde che ogni giorno consolida la sua leadership nella produzione del vino Falerno con quote di export crescenti. Un’azienda dinamica, dove l’innovazione segue progetti per la tutela dell’Ambiente: a fine 2013 si è concluso il progetto “Emissioni Zero”, per ridurre l’impatto ambientale e produrre vini in maniera eco-compatibile. Villa Matilde punta sulla classe, non produce vini seriali, ma vini d’elite apprezzati da chi di vino se ne intende per cultura o per passione. Villa Matilde - S.S. Domitiana, 18 - 81030 Cellole (CE) - tel. +39 0823.932 088 97 Il Sommelier n. 1 / 2014 info@villamatilde.it - www.villamatilde.it
colpito da tanta cultura, da tanta professionalità da tanta umiltà. Dalle sue parole trasudavano passione ed emozione, le quali avevano scatenato dentro di me sensazioni particolari che difficilmente dimenticherò. Di fatto, quella sera, uscito dalla lezione, ero più che convito di aver fatto la scelta giusta. Ma sarei ingrato se mi limitassi a ringraziare solo Marzio. Nel mio cammino di formazione, ho avuto la fortuna di incontrare tanti docenti preparati, capaci e professionali i quali mi hanno trasmesso tanta tanta passione per il mondo del vino, persone di cui oggi mi vanto di essere amico. Giampaolo Zuliani è sicuramente uno di questi. Se Marzio mi ha sgrossato come alunno, Giampaolo ha terminato quel paziente lavoro di cesello per farmi apprendere quel poco che so. A lui ho dedicato la vittoria del Sommelier dell’anno perché senza il suo prezioso supporto non avrei mai raggiunto un traguardo così ambizioso. Ricordo ancora le notti insonne passate a leggere appunti, a studiare Francia, Germania, Austria, ad abbinare vini alle varie pietanze; giorni e giorni ad immaginare cosa sarebbe successo durante il concorso. Non rimpiango niente di quanto fatto e del sonno perduto, deciso e scritto il mio futuro, di cui
posto della consueta cravatta ed un
avevo un obiettivo da raggiungere
però ero del tutto ignaro. Non ero
forte accento Livornese iniziò la sua
e nessuno mi avrebbe distolto dal
del tutto convinto della mia scelta
lezione; Marzio Berrugi mi conquistò!
perseguirlo.
quando all’ultima lezione del corso,
Pura e vera poesia. Due ore e forse
E che dire di Luigi Mastrocicco e
quella sulla birra e le altre bevande,
più di quella che per me fu (e rimane)
Claudia Marinelli? Ero un Sommelier
incontrai colui che fugò ogni mio
la più bella lezione che abbia mai
come tanti altri, di una Delegazione
dubbio, ogni mia perplessità, ogni
ascoltato! Fu un incredibile viaggio
come tante in Italia. La FISAR mi
mio residuo scetticismo ed a cui
attraverso un mondo che davvero
ha dato la possibilità di crescere,
dovete attribuire ogni colpa se il
non conoscevo.
di imparare, di apprendere ma
sottoscritto ha deciso di continuare.
Ecco, se dovessi stabilire il momento
soprattutto di formarmi come
Ricordo benissimo quella sera; un
in cui decisi di proseguire senza
Sommelier. Quel sabato mattina
signore di mezza età, distinto, barba
indugi direi che fu senza dubbio
quando io e Claudia salimmo sul
bianca, con un perfetto papillon al
questo. Rimasi affascinato e
treno che portava a Napoli dove
98
Il Sommelier n. 1 / 2014
lei e Luigi avrebbero tenuto un
aveva deciso di organizzare il
fa brutti scherzi e ti fa capire quanto
aggiornamento sul servizio, capii
Congresso Nazionale in terra di
sia stupido sottovalutare la difficoltĂ
che stavo iniziando un importante
Siena e visto la stupenda occasione,
di un impegno cosĂŹ importante. Il
viaggio; quel viaggio ancora non si è
l’allora Consiglio di Delegazione
titolo andò piÚ che meritatamente
concluso e spero si concluda il piĂš
approvò con stima e fiducia la mia
all’amico e collega Luca Canapicchi
tardi possibile!
partecipazione al concorso Miglior
mentre io mi leccavo le ferite per la
Facce, volti, persone a cui sono
Sommelier dell’anno Fisar. Non
pessima figura fatta. Sinceramente
legato, e tutto questo lo devo alle
immaginate la mia gioia a questa
non mi bruciava l’aver perso da un
mille anime incontrate girando per
bella notizia! Profeta in patria. Avevo
collega piĂš bravo e preparato, ma
l’Italia avendo come unico comune
la possibilitĂ di potermi giocare il
avevo la convinzione di aver tradito
denominatore il vino. Ma non è oro
titolo in casa, di poter far saltare
la fiducia di tutte quelle persone
tutto quello che luccica.
il banco come aveva fatto l’anno
che avevano creduto in me. Fu un
prima Karen a Treviso! Insomma
grasso smacco non lo nascondo.
Ăˆ proprio vero, le piĂš belle
sarebbe stata un’apoteosi per tutta
Ricordo ancora quando a passo
soddisfazioni spesso nascono da
la Delegazione, la consacrazione
lento raggiunsi la stanza in albergo.
cocenti sconfitte, da situazioni
di un movimento che pian piano
Togliermi quello smoking fu come
che possono segnarti a lungo e
stava riconquistando il posto che
togliermi una grossa colpa di dosso,
per le quali potresti essere pronto
meritava. Quella che doveva essere
anche perchĂŠ ero cosciente di non
a lasciare tutto. Ăˆ quello che è
una semplice passerella fatta di
aver fatto tutto il possibile per ben
successo a me durante il Congresso
congratulazioni e strette di mano,
figurare. Avevo tradito la fiducia
Nazionale svoltosi a Siena qualche
si rivelò come una vera e propria
riposta in me. Di questo ne ero
anno fa. La mia Delegazione
Caporetto! Delle volte la presunzione
consapevole.
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XXX CJOBXFC JU mTBS!CJOBXFC JU 5FM
Forse fu proprio questo che fece scattare la molla della rivalsa. Avevo fallito, avevo tradito chi con tanta speranza mi aveva dato fiducia. Dovevo dimostrare che quella fiducia non era stata mal riposta. Non mi importava vincere per me, non importava che Filippo Franchini arrivasse a quel titolo per semplice soddisfazione personale, lo dovevo a tutta la Delegazione FISAR Siena Valdelsa a tutti coloro che con tanto calore mi avevano sostenuto. Venezia doveva essere la mia rivincita, in Veneto non avrei fallito, era più che una promessa e così fu. Quando Nicola Masiello, allora Presidente della Federazione, nel 2012 pronunciò il mio nome nel bellissimo salone del Casinò di Venezia, trovo difficoltà a ricordare cosa successe in quei momenti concitati pieni di incredulità e stupore. Ero come sospeso, come se tutto quello non stesse succedendo a me. Applausi, strette di mano, congratulazioni fecero da cornice ad un’ora di completo delirio e nonostante avessi sognato quel momento per un intero anno mi sentivo impreparato ed
inadeguato. Di quella sera fatta
concorso della rivista Italia a Tavola,
come detto da tanti volti amici, da
indetto per stabilire il personaggio
tanti attestati di apprezzamento
dell’anno in quattro diverse
porto dentro di me due istantanee
categorie: Cuochi, Opinion Leader,
che difficilmente dimenticherò: la
Maitre e Sommelier, Barman.
prima è il volto del mio Delegato,
Con mio grande stupore nella
Giuseppe Troilo, che sobbalzato
categoria Maitre e Sommelier mi
dalla sedia era più incredulo di me ma felicissimo di quanto accaduto; la seconda è il volto di una carissima amica e stimata collega, Francesca Corsi che fissai solo al momento della proclamazione del vincitore. Per tutta la premiazione evitai volutamente il suo sguardo; lei sapeva quanto tenessi a quel concorso e se lo avessi incrociato mi sarei sciolto come neve al sole
sono aggiudicato il quinto posto assoluto davanti a “mostri sacri” come Luca Gardini e Luca Martini. La loro professionalità e capacità è fuori discussione e mi piacerebbe fare solo un decimo di ciò che hanno fatto loro. 3445 grazie uno per ogni voto ricevuto, vorrei abbracciare davvero tutti coloro mi hanno dimostrato il loro affetto
lasciandomi andare ad un pianto
e la loro stima, spiegarvi cosa ho
liberatorio, cosa che feci poco
provato leggendo il risultato sarebbe
dopo lontano da occhi indiscreti.
un’impresa titanica! Ma tutto questo
Difficilmente si dimenticano certi
non deve assolutamente distogliermi
momenti, ancora più bello è viverli,
ne dai miei doveri di responsabile
perché ci sono sensazioni, emozioni
dei servizi della mia Delegazione,
e sentimenti che le parole non
ne dalle docenze, tanto meno dalle
possono e non devono descrivere.
responsabilità di direttore di corso.
Sono la cosa più preziosa che
Quel poco che ho fatto deve
custodisco gelosamente nel mio
semplicemente servirmi come
cuore. L’impegno in Delegazione,
stimolo per cercare di migliorare,
serate passate a macinare chilometri
di colmare le mie mille lacune
in macchina per raggiungere il luogo dove hai una lezione oppure per una semplice degustazione, tutto questo rubando del tempo ai tuoi cari e alla tua famiglia semplicemente per inseguire una passione perché è di questo che stiamo parlando, una bella, insostituibile passione! Questo è il mio significato di Sommelier FISAR, uno spirito di appartenenza che solo indossando uno smoking si riesce a spiegare e forse anche
cercando di apprendere tante cose nuove che mi saranno utili per il proseguo di questo meraviglioso cammino in FISAR. Mi piacerebbe poter trasmettere ai nuovi corsisti tutta quella passione che a suo tempo i vari docenti sono riusciti a trasmettere a me, riuscire a parlare di vino nel linguaggio più facile possibile per dare la possibilità a tutti di potersi avvicinare a
a capire. E poi inaspettatamente
questo meraviglioso mondo. Tanti
arrivano gratificazioni a cui non osi
obiettivi, tante idee da sviluppare
nemmeno pensare in quanto troppo
nel prossimo futuro. So bene però
inarrivabili per il sottoscritto.
che la strada per me è ancora molto lunga, consapevole di essere
L’occasione e stato l’annuale 100
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soltanto all’inizio del sentiero.
di Mario Albano, Delegato FISAR Livorno
Cresce il successo di a Livorno, alla sua Quarta Edizione MareDiVino è la grande vetrina dei vini della Provincia di Livorno, proposti in degustazione al pubblico di operatori e di appassionati, ed è un’occasione unica di conoscenza, promozione e confronto della migliore produzione enologica del territorio livornese, attraverso percorsi di assaggio liberi e guidati.
L
a manifestazione è nata da un’idea dei sommelier della Delegazione di Livorno della FISAR, Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori, che ha come proprio scopo associativo principale quello di diffondere e valorizzare la cultura enologica ed intende promuovere il vino di qualità come prodotto della terra e del lavoro dell’uomo: preso atto dell’esistenza sul territorio livornese costiero ed insulare di vini divenuti emblema di eccellenza a livello nazionale ed internazionale, l’associazione ha deciso di ideare e proporre questo evento, per creare un’occasione sistematica annuale di presentazione nella città capoluogo dei prodotti e dei produttori dell’intera Provincia. Il 30 novembre e 1° dicembre 2013 si è svolta la Quarta Edizione di MareDiVino, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo,
organizzata da Fisar Livorno, presieduta dal Delegato Mario Albano, con il contributo di Fisar Nazionale, e con la collaborazione di Slow Food Livorno, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Livorno. La grande degustazione al banco, con gli stand di più di 50 produttori della Provincia di Livorno e qualche incursione pisana, ha visto la partecipazione di centinaia di appassionati, attenti e consapevoli, e di numerosi operatori (ristoratori ed enotecari in particolare), che hanno affollato la grande Sala del Mare. Si è avuta la possibilità di assaggiare i vini di Bolgheri, della Val di Cornia, del Nord della Provincia, nell’area del Terratico di Bibbona, dell’Elba e della Capraia, spaziando per i bianchi da Vermentino, i rosati, i rossi semplici, i grandi rossi da vitigni internazionali, gli intriganti vini dolci da Aleatico. Ospiti
stranieri alcuni produttori della Renania, con i loro intriganti riesling, ma anche rossi da syrah davvero particolari, presi d’assalto dagli assaggiatori. Grazie alla perfetta regia di Fabio Baroncini, consigliere di Delegazione, si sono svolti vari cooking show: Loretta Fanella, regina italiana della pasticceria, con il perfetto torrone ed i macarons; Paolo Ciolli ed il “fingher fudde” alla livornese; Luciano Zazzeri e Deborah Corsi con il pesce di stagione; I’Ciocio e Andrea Campani, chef de Il Borro, con la “disfida della Chianina”; la pasta fatta in casa con Domenico Russo; e lo school cooking sulla panificazione dell’intera giornata del 7 dicembre. Veri e propri spettacoli, in cui i cuochi hanno potuto esprimere la propria arte e passione, descrivendo passo dopo passo la realizzazione della preparazione ad un pubblico numeroso ed attentissimo. Tutto ciò accanto Il Sommelier n. 1 / 2014
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a vari stand gastronomici, con tanti prodotti tipici della Provincia di Livorno e varie occasioni di approfondimento della cultura del cibo e del gusto. Il tutto-esaurito hanno registrato i laboratori del gusto per bambini, con i riconoscimenti delle confetture, la pasta all’uovo, i muffin, i pesci, la pittura con la frutta ed il vino e tanto divertimento. Tutti i servizi sono stati svolti con grande professionalità dai sommelier FISAR della Delegazione di Livorno, sotto l’attento coordinamento del Responsabile dei Servizi, Sommelier dell’Anno Fisar 2011, Luca Canapicchi. L’elevato numero degli appassionati e degli operatori, che hanno potuto incontrare i produttori presenti ed assaggiare, anche grazie ai sommelier FISAR, vari e diversi vini
tecnici, ma di consumatori, i vini rossi prodotti dalle aziende della Provincia di Livorno reperibili nelle enoteche ad un prezzo non superiore ai 18 Euro: il vino di maggior consumo, quello destinato ad accontentare un pubblico ampio, attento ma non necessariamente specializzato, il vino “base”, sebbene tutti i prodotti presentati fossero di qualità tale da non poter essere costretti in una definizione del genere. Oltre duecento i partecipanti, che hanno assaggiato e valutato i quaranta vini rossi forniti dai produttori. I vini sono stati suddivisi in quattro batterie di dieci e sono stati degustati rigorosamente “alla cieca”. Ogni “giurato” ha indicato tre vini tra quelli degustati: i tre che più lo hanno colpito, i tre che ha ritenuto “i più
della costa degli Etruschi, dimostra che la FISAR, realizzando MareDiVino, ha svolto un servizio al territorio in cui opera per farne emergere la qualità, la cultura enogastronomica e le persone che con passione vi operano.
buoni”. Il vino più votato è stato il Poggio A’ Bugni 2011 (Merlot) dell’azienda Valdamone di Suvereto; al secondo posto il Rosso Sterpaie IGT Toscana (Cabernet Franc) 2011 della giovanissima azienda Tenuta Sterpai di Fausto e Catia Miccio, di Cecina, entrambi caratterizzati da immediata piacevolezza e fresca bevibilità. LE DEGUSTAZIONI GUIDATE Di alta qualità sono state le degustazioni guidate. Sabato 30 novembre si è svolto un laboratorio ideato e condotto dai professionisti del Gruppo Matura, associazione
IL CONCORSO ENOLOGICO “ROSSO BUONO PER TUTTI” Nell’ambito della manifestazione MareDiVino si è svolta anche la Quarta Edizione del concorso enologico a giuria popolare “Rosso buono per tutti”. L’idea alla base del Concorso è quella di sottoporre al giudizio non di
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di agronomi ed enologi uniti dalla passione e dalla ricerca della maturità dell’uva per produrre vini di sincerità territoriale ed equilibrio: 15 prodotti delle varie coste ed isole di Italia, con un filo conduttore fornito dalla vicinanza al mare, per confrontarli con il territorio della costa degli Etruschi e delle isole livornesi. Domenica 1° dicembre si è festeggiato il “compleanno” dell’Arnione, il Bolgheri Superiore di Campo alla Sughera, con la verticale integrale delle dieci annate prodotte, dal 2001 al 2010: guide d’eccezione sono stati l’Enologo dell’azienda, Giovanni Bailo, ed Ernesto Gentili, Curatore della Guida I Vini d’Italia dell’Espresso. Venerdì 6 dicembre si è svolta un’altra serata di cultura del vino: da un’idea di Michele Satta, noto produttore di Bolgheri, per misurare il giovane terroir bolgherese con i più “anziani” Montalcino e Langa, si sono assaggiate le tre grandi “B” del vino, Bolgheri, Brunello e Barolo, con tre annate per ognuno dei tre vini: il Bolgheri Piastraia di Satta (2009, 2005, 2000); il Barolo Bussia di Giacomo Fenocchio (2009, 2004, 2000); il Brunello di Valdicava (2006, 2005, 2004), tutti estremamente caratterizzati e coerenti nelle varie annate. Presenti, oltre a Michele Satta, l’Enologo Attilio Pagli, che segue Valdicava, e Riccardo Gabriele, che cura la comunicazione dell’azienda Giacomo Fenocchio. MareDiVino è stato però inaugurato da un evento indimenticabile, venerdì 29 novembre: la degustazione di cinque grandi Champagne blanc de blancs della Côte des Blancs, tra i quali gli inarrivabili, per prezzo, reperibilità e qualità, Clos-du-Mesnil di Krug nell’annata 2000 e Salon, con l’eccezionale millesimo 1996. Un territorio lontano, imparagonabile, rispetto alla Costa degli Etruschi, per una serata che ha “lanciato” la manifestazione a servizio dei vini e dei produttori della Provincia di Livorno.
速
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Notizia inviata da Toschi Roberto della Delegazione FISAR Lucca-Garfagnana
La Delegazione di Lucca e Garfagnana presente al “Settembre Lucchese”
I
l 7 Settembre è stata inaugurata, nella suggestiva cornice del Loggiato di Palazzo Pretorio in Piazza S. Michele, la tradizionale mostra che si ripete ormai da più di 30 anni, rientra fra gli appuntamenti storici dedicata alla promozione dei prodotti tipici locali nel programma delle manifestazioni del “Settembre Lucchese”. La manifestazione, promossa dalla Camera di Commercio di Lucca e organizzata dalla Strada del vino e dell’olio di Lucca Montecarlo e Versilia, si è svolta tutti i giorni dalle ore 12.00 alle ore 20.00; è iniziata il 7
Settembre ed è terminata il 6 di Ottobre ed è stata una grande vetrina per presentare e per far conoscere il territorio ed i prodotti della lucchesia ai numerosi turisti che affollano la città durante il mese di settembre. Infatti oltre ai prodotti in mostra vengono distribuite pubblicazioni, dèpliant e itinerari che fanno conoscere meglio la città, il territorio circostante e gli altri eventi e manifestazioni in programma. Quest’anno si è registrato un aumento consistente di degustazioni e di presenze rispetto ai risultati già
soddisfacenti registrati nella scorsa edizione. Alla mostra è stato presente un banco di assaggio e di degustazione e vendita permanente di vini e olio extravergine di oliva delle colline lucchesi e di Montecarlo gestito interamente da sommelier Fisar della Delegazione di Lucca e Garfagnana che hanno saputo guidare i visitatori presenti alla degustazione dei vini e dell’olio facendo scoprire il sapore ed il profumo dei prodotti del nostro territorio; anche quest’anno le numerose aziende intervenute alla mostra hanno partecipato con oltre 110 etichette.
Vino sotto le stelle con la Delegazione di Lucca
I
l 10 e l’11 di agosto nell’ambito della manifestazione calici di stelle 2013, si sono svolte due serate organizzate dalla Delegazione di Lucca-Garfagnana, in collaborazione con il Comune di Capannori e la Strada del Vino e dell’Olio di Lucca, Montecarlo, Versilia. Più di due mila persone hanno potuto degustare i migliori vini prodotti dalle 30 aziende associate per un totale di oltre 100 etichette, guidate dai sommelier della federazione e dai produttori delle aziende. Le degustazioni di vino, olio, miele, pane, dolci e sigari si sono tenute nel giardino della splendida e suggestiva Villa Lazzareschi, dimora storica del ‘700 nella frazione di Camigliano di
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Capannori, un luogo prestigioso e raffinato per un evento veramente speciale. Nel retro della villa, in una zona buia appositamente allestita, i partecipanti hanno potuto osservare le stelle guidati dal Direttore dell’Osservatorio AstronomicoAmbientometrico del comune di Capannori, Matteo Santangelo. Un piccolo salotto sotto una secolare magnolia è stato riservato al “Club amici del Toscano”, per degustare in tranquillità il piacere e il gusto del sigaro italiano, mentre nel gazebo della splendida limonaia è stata allestita una mostra di dipinti e di sculture e alcune esposizioni di articoli correlati al mondo del vino. A completare la serata, il Comune di Capannori ha messo a disposizione dei presenti una mongolfiera per
provare l’emozione del volo vincolato mentre dal Conservatorio di Musica Elettronica “L.Cherubini” di Firenze, la giovane allieva Margherita, ha allietato i numerosi presenti con note classiche e opere liriche, contribuendo a rendere ancora più magica e senza tempo l’atmosfera. All’uscita uno spazio è stato dedicato alla prevenzione grazie alla presenza della Polizia Municipale di Capannori, che su richiesta ha dato la possibilità di utilizzare l’etilometro per diffondere la cultura del bere consapevole nel rispetto della vita; un bel successo visto che molti partecipanti prima di andare via si sono messi in fila per verificare il proprio tasso alcolemico.
Inviata da Flavio Nuti della Delegazione storica di Volterra
I
l 26/27 ottobre ed il 1-2-3novembre si è svolta a Volterra la XVI edizione della rassegna enogastronomica Volterra Gusto su iniziativa dell’amministrazione comunale e dell’associazione tartufai, che ci vede da alcuni anni, come delegazione, quali partner istituzionali. Quest’anno ci siamo particolarmente impegnati per dare voce ad un territorio poco conosciuto, ma espressione di vini importanti, con il laboratorio dei vini delle terre del tartufo, tenutosi presso l’enoteca “le cantine di palazzo Viti”, del nostro socio Massimo passatelli, che ha visto la partecipazione di 5zaziende produttrici di Volterra e dell’Alta Val di Cecina : Moterosola, Marcampo, Terre dei Pepi,Poderi Castaldi e Castello di Bucignano, a confronto con i vini di 4 importanti aziende di San Miniato (Beconcini, Cosimo Maria Masini, Agrisole, tenuta di Cusignano. Il laboratorio è stato condotto dal giornalista Giampaolo Gravina, vice curatore della guida “Vini D’Italia “ dell’espresso ed al giornalista Paolo Valdastri. Altrettanto significativa è stata, lo stesso 26 ottobre, la presentazione
Da “Volterra Gusto” alle “Cene Galeotte” del libro scritto da Gravina (il primo in italiano del suo genere) sulle “terre e vini di Borgona” zona enologica fra le più prestigiose al mondo, tenutasi nel Foyer del teatro Persio Flacco con un numeroso pubblico di appassionati e sommelier interessati a conoscere i segreti dei grandi cru francesi. Un successo è stato anche il banco di assaggio da noi gestito dei vini dei produttori di Volterra e della Val di Cecina (IGT toscana e Costa toscana, IGT Montecastelli e Doc Montescudaio) nei 5 giorni della rassegna enogastronomica sempre al teatro Persio Flacco con la collaborazione dei prodotti tipici della filiera corta volterrana offerti in degustazione dal negozio “Emporio del Gusto”. Momento clou è stata la consegna del premio “Jarro” (pseudonimo di Giulio Piccini scrittore ed enogastronomo) alla giornalista Anna Scafuri del TG1, curatrice della rubrica Terre& Sapori per il suo impegno nella divulgazione della cultura enogastronomica. Come lei sono stati premiati in passato tra gli altri Marcello Masi direttore del TG2 e Antonio Burdese, presidente slow food. La serata si è conclusa con un Cena di Gala
all’interno dello storico Palazzo Viti (nelle cui sale fu girato da Luchino Visconti il film vaghe stelle dell’Orsa) con un menù a base di tartufo bianco di Volterra, curato da Mirko Dipaolantonio, figlio d’arte (suo padre Nicola grande ristoratore e cavaliere della Fisar-vedi Foto). eravamo presenti come delegazione ed anche alla cena di Gala che si è tenuta nel prestigioso Palazzo Viti a cura del catering Don Beta. Non ultima anche la degustazione dei vini e distillati in abbinamento con il sigaro toscano che si è svolta domenica 3 novembre nello storico Palazzo dei Priori in collaborazione con le manifatture del sigaro toscano e l’associazione lucchese C.L.F. Un sentito ringraziamento a tutti i sommelier della nostra delegazione che hanno dato la loro disponibilità ed hanno offerto il loro tempo nei 5 giorni della rassegna . Insieme al coordinatore dei servizi Renzo Bartolini, a cui va il mio speciale encomio, ringrazio i sommelier: Enrico Del Testa, Sonia Gallo, Lucia Pedrini,Luciano Fiaschi, Simona Bruschi, Paolo Gazzarri,Michele Senesi,Renzo Nuti,Pasquale Acquafredda e Mauro Pisani . Anche per questa edizione siamo stati coinvolti come delegazione nella organizzazione delle cene galeotte 2013-2014 ( la prima è iniziata il 22 novembre scorso vedi programma www.cenegaleotte.it ), nonché nell’evento “degusta il teatro” che ci ha visto partecipare con un banco di assaggio al Teatro Persio Flacco insieme ad un banco di prodotti tipici dell’Emporio del Gusto per tutta la programmazione della stagione di prosa nei sette spettacoli. Il Sommelier n. 1 / 2014
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Notizia inviata dalla Delegazione FISAR Costa Etrusca
Attività delegazione Costa Etrusca
G
iovedi 14 novembre
lardo di colonnata, quattro formaggi
la Delegazione Costa
(mozzarella, stracchino, brie e
Etrusca ha organizzato
fontina), margherita e pizza “della
per i propri soci la serata dedicata all’abbinamento Pizza e Champagne. La cena si è tenuta presso il ristorante “La Lega Navale” situato a ridosso del suggestivo
casa” (frutti di mare, polpo, gamberi e verdure). Ad accompagnare le pietanze lo champagne Bernard Remy “Carte Blanche”,
porticciolo di Marina, nel cuore
dell’omonima azienda.
del centro storico di Piombino.
Il 20 dicembre si è tenuta presso
Nata da un’idea della delegazione,
il Ristorante “Al Baccanale” di
degli chef Massimo e Vania e dei
Piombino la tradizionale cena di
titolari del locale, la serata è stata
Natale di delegazione. Nel corso
un’ottima occasione per testare un abbinamento tanto inconsueto quanto interessante tra prodotti rappresentativi di due paesi. Durante la cena, a cui hanno preso parte i
della serata è stato consegnato il Calice D’Oro ai sommelier Giovanna De Stefano e Gianfranco Scampuddu per il raggiungimento
soci della delegazione con relativo
dei 50 servizi.
accompagnatore, sono state servite
Congratulazioni da parte di tutta la
4 tipologie di pizza: bianca con
Delegazione!
Notizia inviata da Luigi Piaggesi della Delegazione FISAR Varazze (SV)
NUOVI SOMMELIER ALLA DELEGAZIONE DI VARAZZE
I
l 28 novembre scorso la
rivisitato in chiave moderna ed
entusiasmo hanno portato a
Delegazione Fisar di Varazze ha
originale.
termine il loro impegnativo percorso
festeggiato i suoi neo sommelier
Ricca la selezione di vini per
formativo.
con una cena tenuta presso il
accompagnare i piatti, dall’aperitivo
L’ambito riconoscimento è stato
Ristorante Benita di Cogoleto (GE).
al dessert.
consegnato dal Direttore del Corso
Lo chef Salvatore Perrone,
Una serata davvero piacevole, sia
Antonio Zinno e dal Delegato Luigi
coadiuvato in sala dalla moglie
dal punto di vista eno-gastronomico,
Piaggesi, alla gradita presenza di
Monica, ha dato sfoggio delle sue
che conviviale, conclusa con la
Omero Ceccardi, membro del CTN
doti culinarie preparando un menu
consegna dei diplomi ai nove allievi
FISAR e Responsabile per la Liguria.
che attingeva dalla tradizione ma
del terzo livello che con grande
Complimenti quindi ai neo
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sommelier: Bertolotti Massimo, Caviglia Valter, Corelli Federico, Fiabane Walter, Lorenzelli Ennio, Minelli Silvana, Parodi Riccardo, Patrone Nicolò e Zamagni Massimo. L’augurio che vogliano condividere ancora per lungo tempo la passione per il vino e la sua cultura, passione che Fisar, con questo corso, ha cercato di accrescere e consolidare con professionalità.
Notizia inviata da Gino Luigi Rosset della Delegazione FISAR Pordenone
La Delegazione di Pordenone consegna gli attestati
N
ella serata di venerdì 13 dicembre presso il Ristorante "Cialde Brent", posto sopra una collina immersa in un verdeggiante parco a Polcenigo sito nel cuore del Friuli Venezia Giulia vicino alle incantevoli sorgenti del fiume Livenza, in un'atmosfera affascinante, arricchita da una natura di rara bellezza, centro turistico e borgo medievale in provincia di Pordenone, si è svolta la Cerimonia della consegna degli attestati di Primo Livello. Ecco i nomi dei festeggiati: Babuin Edi, Cigana Claudia, Ciprian Massimo, De Cesare Salvatore, Eltero Lisa, Meneghin Daniele, Miniutti Alessandra, Moro Alessandro, Pagura Giovanni, Peloi llaria, Peloi Piero, Peloi Simone, Piccin Thomas, Piccoli Giulia, Ros Sara, Roveredo Arianna, Sartori Marco, Seravalle Erica, Stefanutto Sara, Vicenzini Alex e Visentin Michele. La consegna degli Attestati è
awenuta per merito di Gino Luigi Rosset Delegato, Giordano Bazzo Vicedelegato, Daniele Romanin Direttore del Corso, Massimiliano Loca Relatore e Graziella De Anna Tesoriere. Nella stessa occasione sono stati insigniti del Tulipano d'Argento ai Sommelier: Geremia Andrea, Moras Celio e Romanin Daniele che con professionalità e maestria hanno
servito tutta la successione deivini abbinandoli correttamente al cibo. Al termine della serata è stata servita la torta raffigurante il logo della FISAR preparata dallo Chef del ristorante e poi è stata fatta una piccola lotteria mettendo in palio delle bottiglie di vino. Un sentito ringraziamento va rivolto a tutti i partecipanti sia Soci sia Sostenitori sia ai graditi ospiti.
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Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione FISAR Pisa
XIIIa edizione “I Pisani più Schietti”: Targa premio ai produttori pisani
“I
Pisani più Schietti”, l'ormai consueta manifestazione che classifica le produzioni enoiche del territorio pisano, organizzata dalla delegazione di Pisa e Litorale, è giunta alla XIIIesima edizione ricalcando il solito successo di partecipazione. Il delegato, Maria Cristina Messina, dopo aver puntualmente illustrato i propositi dell'iniziativa fisariana , ha presentato la giuria e ringraziato in special modo tutti coloro che, con passione e sacrificio, hanno dato il proprio contributo rimanendo dietro le quinte e senza i quali l'evento non sarebbe realizzabile. La giuria, presieduta da Davide Mustaro e composta da Franco Barsotti, Liana Benini, Francesco Bondielli, Paola Carella, Tiziana Duè, Umberto Chericoni, Paolo Del Guerra, Giuseppe Ferroni, Valdo Filippi, Giovanni Giannecchini, Laura Leone, Maria Cristina Messina, Stefano Micheletti, Piero Ristori e Pietro Vattiata, attraverso la compilazione delle schede di valutazione, ha esaminato centinaia di bottiglie suddivise nelle 5 categorie classiche: Bianco delle Colline Pisane, Chianti delle Colline Pisane, Rosso non elaborato IGT, Rosso affinato IGT, e Vin Santo . “I risultati delle valutazioni hanno superato le aspettative e per alcune selezioni si è reso necessario una seconda collegiale per definire il primo posto- ha esordito Davide Mustaro- tanto i punteggi erano
vicinissimi”. Quindi ha comunicato il lavoro della giuria che ha classificato ai primi posti delle categorie sopracitate i seguenti vini: Cenaja 2012, azienda Torre a Cenaia Terre di Casanova 2012, azienda Podere lsa Chiesa di Terricciola, Genuino 2012, azienda Podere Marcampo di Volterra, Poggio alla Pietra 2009, azienda Fattoria Uccelliera di Fauglia La cerimonia della premiazione ha visto consegnare le targhe d'oro ai rappresentanti delle aziende che sono in ordine: l'addetto stampa Paola Verratti, socio Maurizio Iannanantuono, socia Palma Tonacci, la figlia Claudia Genuino, l'addetto stampa Tiziana Bulleri in supplenza: il docente universitario Giuseppe Ferroni. Nel contempo si è svolta la consueta cena con degustazione dei vini vincitori nella sala ai piani superiori di Villa Poschi il cui lo Chef ha prodotto un menù di carne e prodotti tipici toscani. I vini, nell'ordine dato sono stati abbinati, serviti alle giuste temperature dai
bravissimi Sommeliers FISAR Giovanna Caporali, Marco Cuocci e Alberto Nannizzi, ai seguenti piatti: Ventaglio di antipasti (Rosette di vitello con mousse di formaggio, Sfoglia calda con paté di tartufo, Torta salata e Bruschetta al lardo di Colonnata). Come primi piatti la Minestra di Farro e Maccheroni alla Cinta senese, a seguire Stinco di vitello con patate fondenti e Flan di cavolfiore. In chiusura un ricco dessert dove il Vin santo ha accompagnato, oltre ai classici Cantuccini, un assortimento di dolci natalizi come Panettone, Panforte e Torta co' bischeri. Al termine i produttori hanno concesso le bottiglie di vino, rimaste dopo la degustazione, per una raccolta di fondi che la Delegazione pisana ha devoluto all' ”Associazione Grazia Deledda”, in aiuto alle popolazioni sarde colpite dall'eccezionale cataclisma. Il ricavato è stato consegnato nelle mani della Vice-Presidente Piera Angela Deriu , che a sua volta ha tenuto a ringraziare la FISAR e tutti i presenti.
Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione FISAR Pisa e Litorale
Con la Delegazione di Pisa alla scoperta del VINO Nobile di Montepulciano
L
a FISAR di Pisa e Litorale ha organizzato, in collaborazione con il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, all'interno del viaggio sulle tipicità dei vini italiani, un laboratorio
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di approfondimento con una degustazione di cinque vini, guidata da Davide Mustaro, responsabile dei laboratori, e Marco Barbi, direttore commerciale del Consorzio poliziano. L'origine dell'epiteto “Nobile” deriva
dal fatto che per secoli i principali produttori del vino sono stati esponenti delle famiglie nobili locali per lo più appartenenti al mondo ecclesiastico di questa piccola area del sud - est della Toscana, dove
nascono vini di eccezionale pregio, che fanno apparire questa terra quasi come "privilegiata". Il Consorzio è nato nel 1965 con l'obbiettivo di tutelare e promuovere l'immagine del Vino Nobile di Montepulciano in Italia e nel mondo ed in seguito pure del Rosso e del Vin santo. Attualmente i viticoltori soci del Consorzio sono 230 e rappresentano oltre il 90% della superficie vitata, ovvero quasi la sua totalità. Gli imbottigliatori soci sono 72 su un totale di 89. Il Rosso di Montepulciano Doc fa riferimento a un disciplinare del 1988. Un vino relativamente giovane, ma ricco di sorprese e di caratteristiche qualitative. Tra le varie iniziative svolte dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano vi è la creazione e gestione dell'Enoteca consortile situata in Piazza Grande, alle spalle del magnifico Pozzo dei Grifi e dei Leoni. Grazie ai contributi dello Stato e della CEE, con i quali le aziende hanno riconvertito gli impianti vitati secondo le esigenze dettate dalla DOC (1966), si assiste al risveglio della vitivinicultura indirizzata soprattutto verso la produzione di Vino Nobile piuttosto che del Chianti. Il riconoscimento come DOCG arriva nel 1980 e il Vino Nobile comincia una nuova vita basandosi sulle caratteristiche fondamentali dei vitigni del vino che risultano essere i seguenti: Sangiovese (Prugnolo Gentile) per un minimo del 70% con la concorrenza per il rimanente 30% di vitigni complementari a bacca rossa idonei alla coltivazione nella Regione Toscana e di vitigni a bacca bianca, purchè non superino il 5%. La resa massima per ettaro di vigneto è di 80 quintali. Il vino può essere messo in commercio solamente dopo due anni di maturazione e tre per la riserva. L'istituzione della Doc Rosso di Montepulciano si affianca in aggiunta a quella del Vino Nobile
di Montepulciano, distinguendosi da essa unicamente per quanto riguarda resa per ettaro, gradazione alcolica ed invecchiamento, mentre l'area di produzione è la stessa; è data facoltà ai singoli produttori di indirizzarsi ad una delle due DOC, in considerazione dell'esposizione dei terreni, della posizione altimetrica, del decorso climatico della stagione e di tutti gli altri elementi che possono rendere più adatto l'impiego delle uve per la produzione dell'uno o dell'altro vino. La terza D.O.C. del territorio del “Nobile”, il Vin Santo di Montepulciano, inizia col primo disciplinare di produzione che risale al 1996, modificato il 9 novembre 2010, anche se la sua tradizione è secolare. Se ne distinguono tre denominazioni: Vin Santo di Montepulciano, Vin Santo di Montepulciano – riserva, Vin Santo di Montepulciano – Occhio di Pernice. Per le prime due specie vengono utilizzate uve di Malvasia bianca, Grechetto bianco (a Montepulciano viene detto il “Pulcinculo”) e Trebbiano toscano. Diversa combinazione si ha per la tipologia “Occhio di Pernice” che si ottiene da un minimo di 50% di Sangiovese unito ad altri vitigni presenti nel territorio d’origine. Le uve raccolte vengono messe ad appassire in locali posti ad una certa temperatura e con un particolare tasso di umidità. In base al disciplinare l’uva viene poi ammostata non prima del primo dicembre per la tipologia Vin Santo di Montepulciano e non prima del 1 gennaio per le altre due tipologie; quindi messa ad invecchiare in recipienti di legno (caratelli) di una
capacità che in base alla tipologia va da un minimo di 75 litri (per l’Occhio di Pernice) a un massimo di 300 litri (per il Vin Santo di Montepulciano). Il periodo di invecchiamento va da un minimo di tre anni per il Vin Santo di Montepulciano, passando per i cinque anni della riserva fino a sei per l’Occhio di Pernice. Nel corso della degustazione i fisariani hanno potuto constatare le differenzazioni organolettiche dei 5 Nobili prescelti: il Poliziano, il Conventino, il Boscarelli, la Braccesca tutti delle omonime aziende produttrici e la Riserva Briareo della Vecchia Cantina di Montepulciano. I convenuti hanno riscontrato una varietà di colore, profumi, aromi, sentori, strutture, consistenza, piacevolezza, persistenza e retrogusti. Sono queste differenziazioni che costituiscono la ricchezza del Nobile e sono riuscite a stupire i palati dei presenti che si sono confrontati e relazionati con i conduttori della degustazione, disquisendo pure sulle emozioni che questi vini inevitabilmente provocavano loro. Infine un grazie al Consorzio Poliziano che oltre a svolgere in maniera pregevole il proprio ruolo istituzionale di propaganda e difesa delle zone di appartenenza, esplicita una vera cultura, non solo enoica, ma di vita e tradizione, raccontando i terroir con i loro usi e costumi, diffondendo in tutto il mondo un tipico modello di vita tramandata dalla storia che ha segnato nella pietra del tempo i relativi ed imprescindibili valori universali. Il Sommelier n. 1 / 2014
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Notizia inviata da Paola Cappellini della Delegazione FISAR Prato
A Prato si consegnano gli attestati
V
enerdi 13 Dicembre 2013 nell’elegante cornice di Villa La Costaglia si è
tenuta la cena per fare gli auguri di Natale ai soci e agli amici della Delegazione Fisar di Prato e contemporaneamente sono stati consegnati gli attestati ai 24 partecipanti al corso di 2° livello appena terminato. Anche quest’anno la scelta della location è stata fatta con cura guardando alle meravigliose dimore che sorgono nei dintorni di Prato ed è caduta su Villa La Costaglia, un’incantevole residenza costruita agli inizi del 1600 dalla famiglia Lenzoni de’ Medici che ne è ancora proprietaria e che si trova ai piedi del Montalbano al centro di un parco secolare circondata dalla sua azienda agricola. Ed è sempre guardando al territorio ed alle sue tradizioni che è stata fatta la scelta del menù della cena e dei vini che l’hanno accompagnata. I vini sono quelli dell’azienda Dievole, una tenuta di 400 ettari alle porte del borgo medioevale di Vagliagli nella campagna chiantigiana dove la viticoltura risale all’undicesimo secolo. Questi sono stati sapientemente abbinati ai piatti cucinati con cura dallo chef Patrizio del catering “l’Oste Gentiluomo”. Un ricco e scelto buffet con bignè calde alle creme, selezione di salumi
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Il Sommelier n. 1 / 2014
toscani, focaccine calde, varietà di bruschettine, e antichi piatti contadini rivisitati accompagnati da un Bianco 2012 Igt e un Chianti Classico 2010 Docg ha accolti i convenuti. La cena è poi proseguita con il servizio ai tavoli con un primo interessante, un risotto ai fegatini e fico di Carmignano che, dopo lo sconcerto iniziale, ha riscosso il plauso dei commensali e a cui il Broccato 2009 Igt ha dato il giusto risalto. Si è passati poi allo Stracotto al Chianti con cipolline in agrodolce, seguito da un tagliere di formaggi con gelatine al Chianti Classico il
tutto abbinato al Chianti Classico Riserva “Novecento” 2009 Docg, un vino dotato di eccellente struttura e tannicità, complesso ed elegante. Alla fine varietà di biscottini dello chef con un Vin Santo del Chianti Classico dal colore giallo dorato con sentori di frutta secca, mela, miele dal gusto dolce e peristente. A conclusione una lotteria con ricchi premi messi in palio dagli sponsor dell’evento. La serata ha avuto termine fra gli applausi e i complimenti rivolti a tutto lo staff del Catering e ai 3 Sommelier della Delegazione che hanno effettuato il servizio con impeccabile professionalità.
Notizia inviata da Roberto Donadini della Delegazione FISAR TREVISO
Nuovi sommelier: la Delegazione di Treviso consegna i diplomi
G
iornata ricca di emozioni
per il risultato raggiunto e l’impegno
e anche per l’anno in corso i progetti
per la delegazione di
sostenuto, dal delegato Roberto
sono numerosi. Congratulazioni ai
Treviso quella del 12
Donadini. Grande soddisfazione per
nostri neo-sommelier perché dopo
Gennaio scorso. Si è svolta infatti,
la nostra delegazione che vede un
un percorso difficile ma ricco di
presso il ristorante “La Cucina di
numero di soci sempre crescente e
soddisfazioni possano continuare a
Crema”, la cerimonia di celebrazione
una partecipazione sempre più attiva
trasmettere la loro passione e la loro
per i neo-sommelier. Ben 50 i neo
ai corsi della federazione. 19 sono
professionalità e proseguire il loro
diplomati che sono stati premiati,
stati infatti i corsi promossi nel 2013
viaggio nel mondo del vino!
Notizia inviata dalla Delegazione FISAR Pontedera Valdera
S
abato 15 Febbraio 2014 ore 16 presso le Distillerie Morelli - Forcoli (PI) incontro di Vini e Distillati con un contorno di prodotti tipici offerti dalle aziende del Consorzio Toscana Sapori Italian Food Wine. La Delegazione Storica Pontedera Valdera rinnova la collaborazione con Toscana Sapori presentando i cru delle 12 aziende aderenti al consorzio. Con la partecipazione del Degustatore Internazionale Paolo Baracchino, del Giornalista Enogastronomico Giorgio Dracopulos e del
“VIVERE diVINO IN VALDERA”
Coordinatore Premio “Piazza de’ Cavoli” Gr.Uff. Umberto Moschini.
Ospite d’Onore S.E. il Prefetto di Pisa Dott. Francesco Tagliente Il Sommelier n. 1 / 2014
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Nuova applicazione per iPhone e iPad targata Massimo Bracci by FISAR
Un utilissimo strumento di informazione e consultazione per esperti e per semplici appassionati del vino È un utilissimo strumento di informazione e consultazione per i sommelier, gli esperti del settore e per semplici appassionati del vino sviluppata da sommelier Massimo Bracci. DOCG vi permetterà di avere aggiornati sul vostro iPhone o iPad tutte le DOC, DOCG e IGT d’Italia con specificato in forma sintetica il relativo disciplinare con vitigni e tipologie previste. Inoltre dei veri e propri articoli informativi, alcuni tratti dalla rivista Il Sommelier, House Organ della FISAR, completano l’informazione con notizie geografiche, storiche e tecniche. Massimo Bracci è un sommelier FISAR, docente qualificato nei corsi e storico collaboratore della rivista Il Sommelier dove, insieme a Luca Iacopini, tratta in ogni numero tematiche legate alle DOC e alle DOCG. A scadenza periodica il database è continuamente aggiornato con tutte le novità e modifiche inerenti ai disciplinari. Un potente motore di ricerca vi permetterà inoltre di ottenere tantissime interessanti informazioni incrociando parametri come: vitigno, regione, tipologia, anno, nome e molto altro. Previsto a breve l’inserimento delle cartine enologiche per ogni regione. Il programma è disponibile su AppleStore a 0,89 euro.
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