"METROPOLIS" (2017)

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METROPOLIS di Giulia Micacchi Collezione autunno-inverno 2018/2019


Ho chiamato la mia collezione METROPOLIS prendendo spunto dal film di Fritz Lang del 1927, ispirandomi agli elementi delle spettacolari scenografie del film che sono una sintesi delle maggiori correnti artistiche del primo ventennio del novecento. Il Cubismo, le geometrie del Bauhaus, gli interni decò , per non parlare della corrente del Futurismo. Tutte fuse insieme in uno stile unico. In particolar modo per riallacciarmi al futurismo e alla corrente di pensiero che esso stesso ha rappresentato, proprio all’inizio del XX secolo in Italia, Marinetti pubblica il suo Manifesto Futurista. Il Futurismo si diffuse presto in tutta Europa. Numerosi fattori (presenti anche all’interno del film) ne furono elementi scatenanti. Le guerre, le trasformazioni sociali dei popoli, i cambiamenti politici, le nuove scoperte tecnologiche (radio, cineprese, telefono senza fili). tutti fattori che arriveranno a cambiare completamente le concezioni e le percezioni di distanza e tempo, avvicinando tra loro i continenti. I futuristi volevano tagliare con il passato, concentrandosi solo sul presente dinamico e sul futuro. Questa corrente ebbe influenza su tutte le altre arti: teatro, pittura, scultura, fotografia, danza e moda. In particolare per quest’ ultima sono Giacomo Balla e Fortunato Deparo a introdurre il concetto di moda futurista. Balla presenta il «MANIFESTO DEL VESTITO ANTINEUTRALE» nel 1914. Il vestito è l medium perfetto tra arte, vita e propaganda futurista. Sono da abolire quei tratti noiosi e borghesi ormai troppo ottocenteschi. Via i colori sbiaditi, la simmetria nei tagli, i bottoni inutili, i risvolti, i polsini, l’uniformità. I vestiti devono trasmettere vitalità, i colori devono essere brillanti, le linee dinamiche, il movimento del corpo deve essere favorito, non ostruito. Abiti semplici e comodi, facili da mettere e da togliere, per le nuove vite futuriste ad alta velocità.


Eredità futurista indelebile e concreta è la tuta del futurista Ernesto Michahelles. Il primo schizzo è del 1919, e Thayaht - questo era il suo nome d’arte - la concepisce in maniera del tutto rivoluzionaria. Pensa ad una tuta unisex, cucita da un unico pezzo di stoffa, e la indossa per primo lui stesso. Realizzata con stoffe semplici e tagli dritti, con l’intento di dare un abito a tutti. Thayaht dà vita ad un capo intramontabile. Proprio nella sua Firenze nascono quindi i tutisti primi pionieri della tuta che diventerà poi di jeans, nonché simbolo di una classe intera, quella operaia. Un’altra innovazione tipica del futurismo fu il taglio in sbieco, applicandolo a interi vestiti che diventano così fascianti e sensuali. Abiti che cambiano il modo di vestire la donna. Una veloce e vertiginosa serie di cambiamenti e intuizioni illuminati fanno del futurismo uno dei movimenti che più ha saputo influenzare la moda: il collo a V nel 1913, le cravatte di metallo, l’uso di quei materiali non convenzionali, come carta, metallo, caucciù.


Intanto Vincenzo Fani pubblicava il 29 febbraio 1920 in «Roma Futurista» il Manifesto della moda femminile futurista. “La donna futurista dovrà avere nel portare le nuove fogge di abbigliamento, lo stesso coraggio, che noi avemmo nel declamare le nostre parole in libertà, contro la ribelle asineria delle platee italiane e straniere. La moda femminile non sarà mai abbastanza stravagante. Anche qui noi cominceremo con abolire la simmetria. Faremo dei decolletés a zig zag, maniche diverse l’una dall’altra, scarpe di forma colore e altezza differenti.”


Queste sono le calzature realizzata da Ferragamo nel periodo futurista:

Inoltre analizzando la storia della calzatura, ho appreso che durante agli inizi del XX secolo, proprio quando nasce il futurismo, il decolletè e il tacco diventano una vera e propria moda, grazie a: -PINET ( riportò in voga il tacco alto dopo anni di oblio) - FERRAGAMO (valorizzò il tacco alto con l’utilizzo di nuovi materiali) -PERUGIA (creò una collezione di tacchi futuristici nel 1937)


Questa collezione si ispira al film Metropolis di Fritz Lang del 1927. Sono stati ripresi alcuni temi iconografici presenti nel film, che reinterpretati, sono stati usati per creare il disegno, caratterizzante della mia collezione. Perche Metropolis? Perché il film cosi come concepito e realizzato ha al suo interno immagini scenografiche progettate per essere utilizzate in qualsiasi momento storico, basti guardare il video di Madonna “express yourself” del 1989 che riprende chiaramente il film Metropolis e lo trasforma in un video pop di una dell’icone della musica mondiale. Per la mia collezione ho cercato di estrapolare “sensazioni” o meglio, un segno… un immagine o un effetto scenografico per trasformarlo in un qualcosa che applicato con un disegno su una struttura desse vita alla mia idea di calzatura.

ISPIRAZIONE DECORAZIONE 1 TOMAIA

ISPIRAZIONE DECORAZIONE 2 TOMAIA

ISPIRAZIONE DECORAZIONE 3 TOMAIA


Manifesto per campionatura colori e materiali TEXTURE CAMPIONE (pelle, tessuto con paillettes ,tacchi in perspex pieno,cabochon in avventurina verde tondo liscio, pelle nera lucida per rifiniture )








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