La valle di mezzane

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La valle di Mezzane Attraverso la scrittura: storia di Mezzane e dei suoi dintorni

Prof. G. Borghesani

UNIPOP- Vago a.a 2012-13


LEPIA


1.L’abitato preistorico, terramara, si trova su un’altura quasi circolare dell'Età del Bronzo Recente. 2.La Porcilana, strada romana, anticamente congiungeva la Via Postumia con la Via Emilia. 3.È denominata anche Porcillana o Imperiale nel Medioevo, quando vi sorgeva un convento; il nome le deriva dall’antica denominazione di Belfiore, chiamato Porcile fino al 1867.


ILLASI


Arano Fine dell’Età del Rame (seconda metà del III millennio) e l’Antica Età del Bronzo (f1900 a.C.). , fra l’argine del torrente Prognolo e la strada della Levà. Sepolture in posizione fetale, circondati da un recinto di ciottoli di fiume e di massi sopra


Su un livello piĂš antico, un acciottolato a triangolo isoscele e tre sepolture sulla linea di base, prive di corredo. Analoghe strutture megalitiche sono solo a Sionne (Svizzera) a St. Martin de CorlĂŠans,(Aosta), a Velturno in Alto Adige e per alcuni elementi a Sovizzo (Vicenza). Il triangolo simboleggia forse un pugnale e i tre sepolti alla base personaggi di rango, o rappresenta una prua di nave per traghettare i defunti verso il tramonto, il regno dei morti. (etĂ del Rame (2.500-2.200 a.C.)


monumenti romani delle sepolture dei Sertori, emersi in località Cisolino dopo una piena del Progno nel 1789 e oggi al museo Maffeiano cippo di Salvia custode del tempio, collocato dal compagno Sisto A Sorcè di Sotto negli anni Trenta si trovarono sepolture con un’olla di terracotta e 80 monete di bronzo del tardo Impero. Tombe longobarde nello scavo delle fondamenta per la costruzione della parrocchiale e parte del corredo è a Castelvecchio.


COLOGNOLA AI COLLI


« Sul Castejon - affermò Angelo Tregnaghi nel 1967- quando go impiantà le vigne e sarà quaranta ani, go fato un fosso soto el marognon verso la Mota e gavemo catà pignate rote e meso saco de corni de cervo con su de le scrite ».

Il Castejon viene riutilizzato a fortilizio romano, per segnalare con fuochi e fumate tra il Castejon e Soave. Da Colognola ai Colli passava una variante alla Via Postumia che proseguiva poi per le frazioni Pescaria, Fontana del Castejon, scendeva a Soave, e continuava verso il vicentino.


scale


Lo Zagàta nel 1745 scrive che nel 1236 «el Castegion da Colognola fò dato al Conte Rizzardo di Sambonifacio per Filippo fiolo de Bonaìgo» e precisa: « cioè un Forte, che serviva come vanguardia al Castello. Ritiene ancora quel Monte sopra del quale era edificato; ed ora è posseduto dalla Famiglia Felisi».


TREGNAGO


A est della contrada Lago a Cogollo di Tregnago un pianoro arginato con manufatti litici, secondo il Solinas era abitato nel Paleolitico. Inoltre l’anfiteatro collinare formato dal monte, I Comuni e dal colle del Castel ha restituito oggetti preistorici. Il prof. Olivieri sui suoi, “Studi di toponomastica Veneta” fa derivare il nome Cogollo da Cucullus culmine, cappuccio». Sul “Castel” frammenti di vasi, ossa lavorate, cuspidi, raschiatoi di selce


CASTAGNE’


Due frontoni di stele funerarie nel campanile di Castagnè: uno mostra due conigli. Nel timpano è una conchiglia, con ai lati due delfini. Vi è reincisa la data di costruzione del campanile. Nel fregio del secondo fram. ci sono due conigli che rodono l’uva e due grifi con una zampa alzata su un cantaro


La vita organizzata riprese nel X sec. tracce scritte ci sono per la frazione di Castagnè : “in finibus veronensis” e nella valle chiamata pretoriense. Nell’XI secolo la si cita come Castanedo in un atto fra residenti e XII appare per la prima volta il toponimo Mezzane come Mezane de Subtu, in Mezane de Supra con l'aggiunta di Postumanus. Nel 1145 un atto pontificio riconosce al vescovo la pieve di Mezzane cum cappellis et decimis et castello at familiis.


Mezzane ha origini antichissime. Numerosi reperti litici confermano che la zona era abitata nella preistoria


Il suo toponimo, riconducibile a Metianus, prediale del personale latino Metius, testimonia la presenza romana nella zona.


La ricchezza di acqua nella valle ha favorito fin da allora l’insediamento umano.


Casal Farinati: Strumenti musteriani del Paleolitico Medio e strumenti di tipo campignano


San Mauro - Dosso Folesani. Villaggio preistorico del Bronzo Medio: un muro di crollo di un torrione o podio (per difesa o per culto) probabilmente a rettangolo. I resti della cinta continuano per circa 150 m. sullo sperone che si affaccia sulla Valle di Mezzane. Si hanno ceramiche, raschiatoi e elementi di falcetto in selce, punteruoli in osso, frammenti di pugnale, ossa di animali.


Tavoletta enigmatica


Nel 1846 a San Briccio l’ingegner Mazzotto rinvenne ÂŤun singolare parallelepipedo di argilla medio, ornato in testa di una croce diagonale profondamente incisa, non meno di 3 m. sottoterra, fra grandi pezzi di corna cervine, ed un corno di caprioloÂť. Â


Relazioni del sig. ispettore conte C. Cipolla intorno alle nuove scoperte fatte in San Briccio di Lavagno 15 Novembre 1883, accompagnato dal cavalier Stefano De’ Stefani


I lavori intrapresi per ordine del Ministero della Guerra, con uno scopo ben diverso dal nostro, accrescono le difficoltà. Debbo professare nondimeno molta gratitudine alla Direzione del Genio militare, pel modo con cui secondò la mie ricerche; ma è pure necessario confessare, che non è possibile applicare a questi scavi tutte le precauzioni desiderabili. Anzi tutto godo di poter manifestare la mia riconoscenza al sig. tenente del Genio nob. Luigi Giuria, e quindi all’assistente sig. Giuseppe Foradori.



Tra la fine del VI e per tutto il V sec. a.C. nell’area prealpina veneta si è costituita una fitta rete di villaggi sulle dorsali che si irradiano verso la pianura dalla Lessinia alle Prealpi giuliane; un sistema territoriale organico, gerarchico di insediamenti principali e centri satelliti, raggruppati in comprensori a vocazione economica diversificata, solcati dalle direttrici preferenziali di traffico e dotati di luoghi di culto e di mercato.


I Veneti ripopolano la fascia prealpina, bacino di risorse economiche, soprattutto per i pascoli d’altura e i filoni metalliferi, e perché territorio critico di «frontiera», confinante con la regione abitata ora dai Reti.


I luoghi di culto della pedemontana veneta, S. Briccio, Trissino e Magrè (IV-I sec. a.C.), sono accomunati da caratteristiche ambientali e da ex voto ottenuti da corno di cervo e da ossa di animali attestati anche in Valsugana (V-IV sec. a.C.), con dediche in caratteri nord-etruschi.



Varianti dell’alfabeto reto - etrusco


Reti Discendenti, forse, da Etruschi ritirati nelle Alpi spinti dai Galli. Ăˆ una cultura locale, (V-I sec. a.C.), in contatto con le culture etrusco- padane, da cui assimila: scrittura, ideologia del simposio, beni suntuari e iconografia di culto. Citati in relazione al vino sono localizzati, sopra Como e Verona fino al lago di Costanza: a questi, divisi in comunitĂ , si attribuiscono Trento, Feltre e Verona (Strabone, Plinio e Livio).


La Lessinia con la Valpolicella, l’altovicentino e l’alto-trevigiano restituiscono iscrizioni in alfabeto retico mentre il versante vicentino prospiciente la pianura e il Bellunese, fino al santuario di Lagole di Cadore e di Gurina, afferiscono al venetico, evidenziando una linea «di frontiera» discontinua e ambigua tra queste due entità etno-politiche di cui la fascia prealpina costituisce la cerniera.


Periodo romano

Via Cara, dalla Postumia al castrum di S. Mauro di Saline Una contrada Postuman, derivazione dalla via omonima In loc. i Ruini tombe con ossa combuste, tegoloni, mattoni e olle vinarie Strada delle Tombole tombe, un compasso ed una moneta di Gallieno. Loc. Torcolo nel 1949: murature, mattoni, una lucerna e un cammeo d’ametista con un nudo inciso A Fiui, nel 1954, murature romane, pavimento a mosaico a tessere bianche e frammenti d’intonaco affrescato. Loc. Casai, Casette, Rotonda e Colombara vetri, cotto, un frammento bronzeo con una testa di cavallo. In loc. Guaite monete dell’età consolare.


Il Mommsen nel suo Corpus Iscriptionum Latinarum ricostruĂŹ la storia di un delubrum, un tempietto, dedicato a Jupiter Jovis, in loc. Torre, con resti di abitazioni


alla dea Giunone


E al dio Silvano Deriva dal dio etrusco Selvans, protettore della Natura e delle attivitĂ agresti, pericoloso per neonati e partorienti. Venerato dai contadini, si placava prima di dissodare un terreno, con una triplice cerimonia per invocare la protezione su pascoli, dimore e terreni. Il suo culto era vietato alle donne.


Stele funeraria a Mezzane di Sotto. Ristorante La Torre. Il gentilizio Quinctius risulta abbastanza diffuso in Italia settentrionale, attestato anche a Verona nella seconda metà del I secolo d.C.


La parrocchia di Lavagno è una delle più antiche pievi fuori delle mura di Verona. Nella bolla 17 maggio 1145, però, Eugenio III confermò al vescovo Tebaldo i possedimenti e i diritti della chiesa veronese, ma la chiesa di Lavagno non si diceva PIEVE, solo: «dimidiam curtem Lavanei cum ecclesiis et decimis».


Nel Medioevo diviene possedimento dei vescovi di Verona. La via Cara, importante in età romana, fu il mezzo per le invasioni cosiddette barbariche, che crearono un periodo di decadenza. Diversamente da altre parti della provincia non vi sono tracce dell’età longobarda.


Legata agli Scaligeri e alle vicende comuni al territorio veronese, non fu coinvolta negli eventi bellici, grazie alla sua posizione decentrata.


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