Vivere Lavagno Periodico trimestrale - Anno 2 - Numero 1 - Aprile 2011 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno Reg. Trib.VR n° 1871 - Redazione e progetto grafico Federico Zenari - Stampa Arti Grafiche Studio 83 Srl, Vago di Lavagno (VR)
L’editoriale Cari lettori, da poco c’è stato l’equinozio di primavera, il ventuno di marzo. Il giorno pieno di luce e profumi ha la stessa durata della notte misteriosa. Fra poco vivremo la Santa Pasqua. Auguriamo momenti sereni a tutta la nostra comunità. Sboccia la bella stagione e invita ad uscire di casa. La nostra Università organizza diversi eventi per conoscere il nostro territorio: dalla visita guidata alla basilica di San Zeno, gioiello dell’arte romanica a Verona, alla giornata dedicata alla passeggiata tra le bellezze architettoniche e paesaggistiche di San Pietro di Lavagno, la storia della sua chiesa parrocchiale e le sue pertinenze, ricche di tradizione, che si concluderà al suono del suo nuovo organo con un evento musicale. Andremo alle storiche Fortificazioni veneziane di Verona e infine a Zevio, per analizzare il “territorio del fiume”. Le uscite culturali sono da anni denominatore comune che ci fa crescere come centro di aggregazione; è la forza del volontariato, che molto dà al sociale in termini di crescita e di benessere, usando minime risorse economiche. Gli altri temi evidenziati in questo numero sono la presenza e lo sviluppo di una società multietnica anche a Lavagno, caratterizzata da una forte religiosità. Quindi alcune proposte per continuare ad evolvere spiritualmente, culturalmente e moralmente per tutta la vita senza temere l’avanzare dell’età, assicurandosi così il benessere psicofisico, ingrediente fondamentale di un’esistenza felice. Maria Grazia Belli belli@lavagnounipop.it
I ricordi dei giochi de na olta I racconti, le emozioni e le risate di tre generazioni di Lavagnesi «Aspetàr che vegna a casa un fradel par metarse le sò scarpe par ndar fora parchè no ghe n’era de scarpe!» o «con le sgalmare con le brocche sotto perchè non le se consumasse». Nei ricordi di molte donne e uomini della nostra zona, che hanno vissuto la loro infanzia nella prima metà del secolo scorso, si sentono spesso frasi simili, sintomo di una povertà vissuta in prima persona, una povertà fatta di privazioni, di stenti e di freddo. Preoccupazioni comuni per la... (continua a pag. 10 e 11)