Vivere lavagno

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VIVERE LAVAGNO

Periodico trimestrale - Anno quarto - Numero III - Dicembre 2014 Editore Università Popolare di Lavagno - Reg Trib.n° 1871 Direttore responsabile Emanuele Delmiglio - Progetto grafico Giuliano Bergamini - Arti Grafiche Studio 83 S.r.l. - Lavagno, VR

Università Popolare, p. 4 e 6-7 Opere di sistemazione idrografica, p. 5 La nostra gente, p. 8-9 Velo - Roverè, p. 10 PAT Lavagno, p. 11 Forte San Briccio, p. 12 e 14-17


Dicembre 2014

L’EDITORIALE

Cari lettori,

Giovedì culturali

scorrendo le pagine dense di notizie e illustrate da foto colorate e molto pregnanti, vediamo una luminosa vetrina delle iniziative culturali, sportive, sociali, che pullulano numerose nella nostra bella comunità. Traspare amore di noi cittadini per il nostro territorio, la nostra buona volontà di realizzare opere concrete e di salvaguardare le nostre tradizioni, nella speranza di trasmetterle alle nuove generazioni. Esclusive le ricerche sulla fauna del piccolo ecosistema naturalistico che si sta rivelando il Forte di San Briccio, di cui pubblichiamo qui sotto le foto satellitari che evidenziano come il Forte stia tornando agli splendori di una volta. Maria Grazia Belli Presidente dell’associazione All’Ombra del Forte

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L’ULTIMA FARFALLA Nuovi personaggi e nuove

storie del paese di Vago e dintorni di Renzo Zerbato, scritto con la collaborazione del prof. Giuseppe Corrà

Il libro sarà presentato dall'amministrazione comunale in sala civica a Vago venerdì 19 dicembre alle ore 20,30

Dopo Ierilaltro, in questo nuovo libro l’autore ritorna a raccontarsi per raccontare nuovi personaggi e nuove storie del paese di Vago e dintorni. Il testo si snoda in tre diversi capitoli. Nel primo capitolo Zerbato Giuseppe Corrà in attesa del tram davanti alla villa Renzo Zerbato Poggiani per andare a scuola a Verona, ritorna con la memoria sui luoghi dell’infanzia. Ricorda il tempo della guerra, della malattia che l’ha colpito, della miseria, della scuola elementare, dei giochi, della ripresa economica fino alle prime lavatrici e ai primi jeans. Nel viaggio della memoria incontra nuovi personaggi e racconta nuove storie. Nel secondo capitolo Zerbato è diventato adulto e il racconto, pur girando intorno al punto di partenza dove l’autore ha vissuto, si allarga al suo primo lavoro fuori paese, alla costruzione dell’autostrada e alle prime ferie. In questo periodo troviamo memoria di storie scritte per non dimenticare. Storie di uomini che ci sono passati accanto e se ne sono andati in silenzio lasciando orme di cultura e di impegno sociale inconfondibili, di uomini tornati dalle sofferenze di guerre mai capite e dalla prigionia. L’autore non diLa copertina del nuovo libro mentica i nomi di chi, da questi territori della follia, non è più tornato. Altri personaggi vengono descritti a volte con quella caratterizzazione ironica bonaria necessaria per farli rivivere come avrebbero desiderato. Il capitolo si conclude con una dissacrante parodia delle scene cha accompagnano gli auguri di Natale in certi ambiti lavorativi. Il terzo capitolo del libro è dedicato all’ultimo da Lisca del Busolo. Attraverso interviste al suo ultimo maggiordomo viene ricostruita la storia di questa importante antica famiglia del Trecento, originaria di Firenze, i cui suoi ultimi inquilini hanno da poco tempo terminato d’essere protagonisti terreni. Il libro è ricco di mappe e di testimonianze fotografiche. www.viverelavagnonline.it


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Giovedì culturali

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Come sindaco di Lavagno, è indubbia la mia “fortuna” per aver trovato in Renzo Zerbato e in Giuseppe Corrà, due validi raccontatori della storia del nostro territorio e delle persone che lo hanno abitato e in non pochi casi reso migliore. Negli ultimi cinque anni del mio mandato ho avuto l’onore e il piacere di sponsorizzare tre dei loro lavori. Il primo, nel 2012, All’Ombra del forte, nato dall’esigenza di inserire la storia del forte di San Briccio all’interno del programma di valorizzazione richiesto dal Demanio e dalla Soprintendenza. Il lavoro si è reso necessario per valutare se il Comune di Lavagno avesse i requisiti indispensabili per la cessione di questo bene patrimoniale da tanti anni oggetto di tentativi mai andati in porto. Ora il forte è nostro gratuitamente. Adesso il Comune, coadiuvato da un valido gruppo di volontari, lo sta recuperando dal degrado causato da anni di incuria e abbandono, per destinarlo alle attività culturali e ricreative della nostra gente. A questo primo volume, sono seguite altre due pubblicazioni nel 2013: Memorie sotto la polvere, degli stessi autori. Poi, nel 2014, Ierilaltro, di Zerbato con la collaborazione di Corrà. La prima racconta mille anni di storia di San Briccio e dintorni, la seconda come, in soli pochi decenni è cambiato il paese di Vago e il modo Arch. S. Albi di vivere. Nel presente lavoro dal titolo L’ultima farfalla, Zerbato, sempre coadiuvato da Corrà, ancora una volta, si racconta per raccontare. Altri tempi in villa da Lisca del Busolo Ritorna, cioè, sul “luogo del delitto” per far rivivere altri personaggi e altre storie non comprese nel libro precedente. Storie di uomini di cultura e di impegno sociale indimenticabili. Molto interessante è pure la parte finale del libro dove l’autore, accompagnato dai racconti del maggiordomo del conte Giorgio da Lisca, “entra” nella villa del Busolo, luogo che, nei secoli, ha visto il susseguirsi di nascite, vite e morti di tanti proprietari. Luogo oggi vuoto dopo la morte del conte Giorgio, ultimo discendente di questo antico casato, un personaggio che aveva fatto del Busolo la propria amata dimora. Tutto, ancora una volta, per non dimenticare.

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Università Popolare

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INAUGURAZIONE ATTIVITÀ ANNO ACCADEMICO 2014-2015 UNIVERSITÀ POPOLARE DI LAVAGNO di Giuliano Bergamini

Il 16 ottobre scorso presso la Sala Civica di Vago si è svolta la cerimonia di apertura del nuovo anno accademico dell’Università Popolare di Lavagno. L’incontro è stato scandito da intrattenimento musicale, proposto in modo originale e multimediale dal titolo “Radio Killed the video star”. Ricca di novità e di relatori d’eccezione, la rassegna degli incontri presentata quest’anno, denominata “giovedì culturali”, che ci accompagnerà fino a metà maggio 2015. Sono stati inoltre presentati gli insegnanti dei nuovi corsi, con orario in fascia serale e che sono: “Total Body”, un’attività fisica che unisce la bellezza dei balli latino-americani al benessere dato dalla tonificazione di tutto il corpo; “Danzaterapia”, una disciplina che favorisce attraverso la danza, libera dai canoni tradizionali, l’espressione della creatività personale, celata in ognuno di noi; “Poesia in cucina” una proposta simpatica ed accattivante per accostarsi alla poesia e alla scrittura creativa e ”Mani in pasta “, il corso di cucina di successo, dedicato all’arte della pasta in tutte le sue varietà, già iniziato a livello sperimentale in primavera e che si svolge presso la baita degli Alpini di

Vago, che gentilmente ci ospitano. È stata poi presentata la gita culturale che ci porterà nella prossima primavera tre giorni a conoscere la Napoli nascosta, esoterica, con tutte le curiosità dello sviluppo sotterraneo della città partenopea, ricco di storia e di civiltà. Si visiterà anche la reggia di Caserta e la piccola reggia di Carditello. “Il nostro programma - ha afferma la presidente Maria Grazia Belli - è ricco, vario Dany Chiocchetta ma soprattutto aderente alle tematiche che la gente vuole approfondire e che serve alla vita di ogni giorno, nostra e delle

Pubblico all’inaugurazione

nostre famiglie. Abbiamo programmato attività concrete e soprattutto sostenibili, che abbiano un ritorno sociale in termini di informazione e prevenzione alla salute e al benessere collettivo”.

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Alluvione 2013

OPERE DI SISTEMAZIONE IDROGRAFICA REALIZZATE DOPO L’ALLUVIONE DI MAGGIO 2013

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Interventi di tutela a San Martino Buon Albergo e in val Squaranto ...da un comunicato stampa del consigliere regionale Bruno Cappon

«OTTIMO LAVORO DELLA REGIONE PER RISOLVERE LE CRITICITÀ DEL TERRITORIO»: interventi di tutela a San Martino Buon Albergo e in val Squaranto,

Venezia 30 ottobre 2014 – «La Regione, di concerto con il Consorzio Alta Pianura Veneta, il Servizio Forestale di difesa idrogeologica e le amministrazioni locali, ha svolto un lavoro eccellente per la messa in sicurezza del territorio di San Martino Buon Albergo e della Val Squaranto, che ha beneficiato di una serie di interventi di enorme importanza contro il rischio di nuovi allagamenti». E’ quanto afferma il consigliere regionale veronese di Lega Nord Bruno Cappon, in merito alle opere di sistemazione idrografica finora realizzate tra San Martino Buon Albergo e Montorio Veronese, nelle aree più colpite dall’alluvione dei Bruno Cappon torrenti Squaranto, Fibbio e Rosella del maggio 2013. «Gli interventi ad oggi realizzati sono il frutto dell’interessamento della Regione, che in fase di bilancio ha stanziato una somma considerevole per la salvaguardia idrogeologica del territorio – spiega Cappon -. Le opere eseguite sono il risultato delle scelte condivise durante il tavolo tecnico istituito dal Comune di San Martino Buon Albergo, al quale hanno partecipato altri attori tra cui il Consorzio Alta Pianura Veneta, l’Autorità di Bacino del fiume Adige, il Servizio Forestale di difesa idrogeologica, il Comune di Verona e alcuni rappresentanti dei Comitati. Sono la dimostrazione della buona volontà e dell’impegno speso in questo tempo a difesa di un’area particolarmente sensibile dal punto di vista idrogeologico. A tutti questi soggetti e all’Assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte va il SPONDA SERGIO mio ringraziamento per Stone Workshop Val Squaranto dal satellite gli ottimi risultati ottenuti. Anzitutto – aggiunge l’esponente della Lega Nord –, si è fatto il ripristino della funzionalità degli alvei, sono stati ricostruiti e potenziati parti di argini del Fibbio, della Rosella e dello Squaranto, così da contenere le piene, e sono state installate delle paratoie motorizzate e sensori di livello per il controllo dello stato di apertura. Inoltre, a breve sarà realizzata una briglia filtrante in località Rocchetta che impedirà il passaggio di ramaglie e detriti che a valle potrebbero bloccare il deflusso dell’acqua. A rappresentare un ulteriore valido aiuto – continua Cappon - sono anche la stazione meteorologica finanziata dal Comune di Verona, che darà indicazioni sulle condizioni del tempo, e la telecamera che sarà installata in località Confin al fine di visionare il livello dello Squaranto, che sarà monitorato dalla sala operativa dei vigili del Lavorazione accurata Comune di Verona, in modo tale da poter dare subito l’allerta alla di monili d’arte Protezione civile e a tutti gli enti predisposti a intervenire in caso con pietre dure e preziose di necessità». «Mi auguro che si continui ad operare in questa direVago di Lavagno (Vr) zione – conclude Cappon – all’insegna della sinergia tra i vari enti tel. 045 983116 cell. 3480155808 e a favore della salvaguardia del territorio». www.viverelavagnonline.it


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I nostri corsi

Un ripieno semplice e veloce. Funghi in padella. Quando sono cotti unire lo spek e tritare il tutto. Amalgamare con ricotta e formaggio grana, una aggiustatina di sale. Condire con burro e salvia per esaltarne il gusto. E buon appetito!! Ciao, Ornella..

MANI IN PASTA

LUISA BURATO

e i suoi famosi SAMPLER

Ecco i simpatici lavori che crea Luisa Burato Dal Lago interpretando i famosi “Sampler”, tradizionali lavori a punto croce. Il termine Sampler deriva dal latino “exemplum” ossia esempio. in Francia venne chiamato “marquoir”, da point de marque, nome dato al punto croce perché serviva a marcare, ossia a siglare con un’iniziale, la biancheria. Sono piccoli teli di lino o cotone ricamati da intere generazioni di ragazze e signore che li hanno decorati ad ago e filo con alfabeti e monogrammi, scritte augurali e dediche, fiori, animali, amorini e quant’altro la fantasia suggeriva loro.

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ASTROFISICA, poesia dell’universo

di Giuliano Bergamini “Astrofisica: poesia dell’Universo”è il titolo dell’incontro che il prof. Agostino Milani ha tenuto a Vago il 27 novembre A. Milani nell’ambito dei giovedì culturali dell’Università Popolare di Lavagno. Il docente riporta una affermazione di Albert Einstein “Molto spesso l’arte ha anticipato la scienza. Chi non è in grado di provare nè stupore nè sorpresa è per così dire morto: i suoi occhi sono spenti”. Parlare di fisica è sempre con Ornella Adami una scommessa. Se poi il contenuto è diretto ai non addetti ai lavori, le probabilità di rendere un concetto chiaro, utilizzando solo le parole, sono sicuramente inferiori. Un aforisma di Einstein recita: “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei riuscito a spiegarlo a tua nonna”. Poi è passato all’argomento illustrando le 4 forze che regolano il mondo della natura, cioé la forza gravitazionale, elettrostatica, nucleare debole e nucleare forte e la loro interazione. Forse non ce ne siamo accorti ma molti disegni, quadri, hanno anticipato le teorie scientifiche. Kandinky, ad esempio, in “Circles” dà l’immagine di come è fatta la materia; in “Blu du ciel” mostra come dentro di noi ci siano come degli animaletti, delle particelle che formano l’universo, è l’interpretazione di quello di cui siamo fatti: per loro noi siamo un grande cielo. www.viverelavagnonline.it


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I nostri corsi TOTAL BODY...

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tenersi in forma piacevolmente

Il corso di Total Body unisce la bellezza dei balli latino-americani al benessere dato dalla tonificazione di tutto il corpo. Questa attività fisica consente di tonificare tutti i muscoli principali (di addome, glutei, spalle, braccia e gambe), tenere il peso sotto controllo, migliorare il coordinamento e l’equilibrio, allenare il fiato e mantenere il cuore in salute. La tipica lezione di total body si svolge così: Riscaldamento (circa dieci minuti), si comincia con una marcia sul posto cui si aggiungono rotazioni delle spalle, passi laterali alternati con aperAnna Zanini e le corsiste in azione tura sincronizzata delle braccia all’altezza delle spalle, saltelli sul posto, sollevando in modo alterno le ginocchia verso il petto. Allenamento (circa 40 minuti), si susseguono serie di esercizi per allenare le gambe, le braccia, l’addome e i muscoli dorsali. Rilassamento (circa dieci minuti), si fanno esercizi di stretching dando particolare enfasi all’allungamento dei muscoli più sollecitati dagli esercizi della giornata.

Il corso si svolge presso la sala civica di Vago ogni giovedì dalle ore 19.00 alle 20.00 e dalle 20.30 alle 21.30. Si chiede un contributo di 20 euro ogni mese.

DIRETTIVO GRUPPO ALPINI DI VAGO

Il nuovo direttivo del Gruppo Alpini di Vago è ricco di buone intenzioni: avere cura della baita e farla diventare sempre più attrezzata ed utile a tutti. Nell’arco dei dieci mesi che sono passati dall’insediamento del nuovo direttivo, si sono realizzate molte iniziative. Nei primi mesi di quest’anno si è acquistato un pulmino con il contributo anche dell’Associazione Combattenti e Reduci con il loro presidente Cesare, utile per Pulmino degli alpini svolgere diversi lavori a favore della baita degli Alpini, ma disponibile anche per altre realtà sociali. È stato messo a disposizione alcune volte, nell’estate scorsa, anche dei ragazzi del campus estivo di Vago. Si è creata anche una collaborazione con la scuola primaria di Vago. Il corpo degli Alpini custodisce la memoria storica di chi “è andato avanti” e si adopera per il domani al fine di costruire un “futuro di pace”. www.viverelavagnonline.it


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La nostra gente

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"amma" EMILIA: una straordinaria sconosciuta di Margherita Todeschini (pronipote) Suor Emilia Mantovani, "amma Emilia" per gli indù, nacque a Badia Calavena il 12.7.1905 quarta di sei fratelli. Si trasferì con tutta la famiglia nel 1923 a Lavagno in località Montimusoi, ed è qui che nacque in Lei la vocazione religiosa. Il 15.3.1928 entrò a far parte della Congregazione religiosa "Francescane Missionarie di Maria" di Grottaferrata in Roma e il 20.11.1930 fu inviata in India con la prospettiva di non farne più ritorno. I primi anni nel Sud dello stato indiano, poi nel 1933 a nord nella regione del Kashmir. Lavora sempre instancabile

presso l’Ospedale S. Joseph e nei villaggi di quella zona che raggiungerà solo a dorso di mulo pur di riuscire a dispensare cure e medicinali. Ben presto l’area da servire raggiunse una popolazione di trentamila abitanti. Il Kashmir, che si colloca in un’area racchiusa dalla catena dell'Himalaya, fredda e umida, fu oggetto di invasioni violente negli anni 30 provenienti da nord da parte di tribù nomadi cinesi e successivamente afghane. Da ricordare l'eccidio nel 1947 dove

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“amma” Emilia

Lei fu l’unica a salvarsi riparando nella foresta, da un gruppo armato afghano che fece strage all’interno del-


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La nostra gente

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l’ospedale di pazienti e sanitari. Non abbandonò mai il suo popolo e la paura non prese mai il sopravvento. A dicembre 1984 l’ultima sua visita ai fratelli in Italia per non farvi più ritorno. Era orgogliosa di mostrare il suo passaporto italiano ma scelse di morire in India dicendo "questa è casa mia". Nel mese di dicembre 2003 le venne diagnosticata una calcolosi, rifiutò ogni cura e chiese di essere "lasciata morire in pace". Il 16.1.2004 all’età di 98 anni, dopo 75 anni di servizio ai poveri, morì tra le braccia delle sue consorelle, confortata nella fede. Pur parlando perfettamente l’inglese, l’urdu, e l’indù, le sue ultime parole furono pronunciate in italiano e nessuno dei presenti seppe mai tradurle a noi. Ai funerali furono presenti personalità del governo, ufficiali delle forze armate e molti abitanti dei villaggi di tutta la regione. Suor Emilia ebbe un ruolo fondamentale di mediazione politica tra i governanti della regione del Kashmir (indù) e quelli dello stato del Pakistan confinante (musulmani) che ancor oggi si contendono con le armi quelle aree. Nipoti e pronipoti nel 10° anniversario della sua morte vogliono ricordarLa e farla conoscere ai Lavagnesi, affinché il suo servizio ai poveri ed emarginati rimanga come esempio di comunione tra i popoli. www.viverelavagnonline.it


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Dal territorio

VELO E ROVERÈ UNITI DALLA CULTURA NASCE L’UNIVERSITÀ POPOLARE di Tezza Riccardo

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relatori presenti, intitolava un brano del suo vasto repertorio. La vicepresidente dell’Università Popolare di Lavagno, Fausta Croce, ha presentato la sua lezione ed ha salutato la comunità di Velo, paese che ha visto la sua infanzia. Al termine, tra un Partecipanti all’inaugurazione spuntino e l’altro al buffet, il tesoriere Dany Chiocchetta ha raccolto le numerose iscrizioni. In sala era presente anche Dario Sartori in rappresentanza dell’associazione “All’Ombra del Forte” che gestisce il ripristino e la valorizzazione del Forte di San Briccio a Lavagno. Ringraziamo tutte le persone che hanno deciso di appoggiare ed iscriversi alla nostra iniziativa, speriamo di fornire alle nostre comunità delle informazioni interessanti e piacevoli, un’arricchimento culturale rivolto a qualsiasi età. Le iscrizioni sono aperte durante tutte le lezioni. Per informazioni visitare la nostra pagina facebook:

www.facebook.com/unipopvelorovere

Sabato otto novembre è stata una serata speciale per le comunità di Velo Veronese e Roverè Veronese. Di fronte ad una sala con pubblico delle grandi occasioni, i quattro responsabili: Zara Pomari, Leonardo Finetto, Riccardo Tezza ed Anselmo Aganetti hanno illustrato l’innovativo progetto. Dopo mesi di studio e lavoro, è nata l’Università Popolare, spazio culturale aperto a tutti che si svolgerà tra la Sala Polifunzionale di Velo e il Teatro San Nicolò di Roverè Veronese. In collaborazione con l’Università Popolare di Lavagno, il Circolo Teatro San Nicolò, e il Comune di Velo Veronese, l’iniziativa presenterà nelle serate invernali da novembre a giugno, nel giorno di mercoledì alle 20.30, quindici conferenze di cultura generale che spaziano dalla letteratura alla storia, dal diritto alla medicina. Lezioni che si alterneranno a laboratori, uscite didattiche, dibattiti ed appuntamenti al sabato. Le parole di saluto della presidentessa Maria Grazia Belli, hanno rinnovato l’amicizia tra la montagna e Lavagno, ricordando come un lavoro svolto insieme sia fruttifero ed importante per tutti. Il saluto del sindaco di Velo, dott. Mario Varalta ha invece sottolineato l’importanza dell’unione dei due paesi, Velo e Roverè, e come questa sia una speranza in più per la valorizzazione della nostra montagna. La presentazione si è poi conclusa in un clima di festa e musica, animata dal coro polifonico maschile “La Stele” di Roverè Veronese che, ad ogni introduzione dei www.viverelavagnonline.it


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Territorio

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Prima variante al PAT. Una nuova gestione edificatoria sostenibile e nel rispetto del nostro territorio Assessorato all’Urbanistica

Giovedì 6 Novembre è stata votata l’adozione della prima variante al PAT ( piano di assetto del territorio) in Consiglio Comunale. L’iter di questo strumento di pianificazione è indicato nella nuova legge regionale del 23 aprile 2004 n. 11 “ Norme per il governo del territorio”, essa stabilisce che i comuni debbano dotarsi di un nuovo strumento urbanistico in sostituzione al vecchio PRG. Questo strumento è di tipo programmatico e individua le problematiche e gli indirizzi di carattere generale, non ha quindi il compito di raccogliere i bisogni e le necessità individuali dei cittadini, sarà compito del PI ( Piano degli Interventi), ma pone l’attenzione su tematiche generali. Usando una terminologia di tipo tecnico, non è “conformativo”, cioè non va a modificare o conformare il nostro territorio. Ha una prevalente funzione ricognitiva e di studio degli aspetti ambientali e territoriali specifici. Il comune di Lavagno preso atto di questa nuova legge, nel 2007 ha sottoscritto un accordo di co-pianificazione con la Regione unitamente ai comuni di Belfiore, Caldiero e Colognola ai Colli per la realizzazione del PATI ossia del Piano di Assetto del Territorio Intercomunale. Nel 2010 l’amministrazione comunale incarica all’architetto Andrea Mantovani, tecnico e professionista esterno al Comune, la stesura della nuova variante prendendo come base i dati anagrafici, dimensionali e statistici dello stesso anno. I sei anni di gestione del piano regolatore comunale da parte dell’amministrazione hanno evidenziato alcune criticità di carattere generale, a tal scopo il nuovo strumento è caratterizzato dai seguenti obiettivi strutturali : 1) la suddivisione del territorio in soli tre A.T.O. seguendo la struttura morfologica attuale e in considerazione alla modesta superficie del Comune: A.T.O. 1A San Briccio Montecurto, di Ambito Pedecollinare con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale e paesaggistico, A.T.O. 2A San Pietro, di Interesse Culturale con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo, A.T.O. 3A Vago, Misto a Dominante residenziale, con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo. 2) Riponteziamento della volumetria ammessa in relazione ai nuovi residenti ed assunzione di un parametro volumetrico per alloggio/famiglia compreso tra i mc.350/400 confermando il dato assunto dallo strumento previgente, puntando ad unità residenziali di maggior dimensione e qualità. 3) Ricalcolo della Superficie Agricola Trasformabile. 4) Adeguamento delle normative in modo, anche avvalendoci dell'esperienza maturata, da poter gestire il governo del territorio in ordine alla distribuzione dei volumi e la collocazione delle destinazioni d'uso mantenendo comunque la struttura originaria dell'articolato urbanistico. Con questo strumento, l’amministrazione comunale, rispettando l’accordo di co-pianificazione sottoscritto con la Regione Veneto ed i principi di fondo del precedente PATI, ha adottato questa variante con l’impegno e l'obiettivo di recuperare quanto già cementificato, con una gestione più sostenibile e sensibile del territorio e invitando tutti i soggetti portatori di interessi, ad una costruttiva collaborazione tramite osservazioni ed integrazioni. L'attuale amministrazione comunale, non ripeterà gli errori compiuti nel passato, con “cementificazioni” sia quantitativamente che qualitativamente insostenibili, e fra l'altro con contributi di perequazione pubblico/privato (rappresetati da opere pubbliche e/o monetizzazioni) di dubbio interesse e sostenibilità. L'attività di pianificazione avrà invece una primaria e pressochè unica linea di sviluppo verso la soluzione di esigenze di tipo familiare e di completamento di ambiti urbanistici già serviti e raggiunti da idonee infrastrutture, tali richieste dovranno essere sempre attente e rispettose di parametri urbanistici e volumetrici modesti e ben definiti, con perequazioni in favore della collettività di elevata sostenibilità. Inoltre, su taluni aree e località del Comune particolarmente sensibili dal punto di vista ambientale o altre zonizzazioni dove in passato si è svolta una massiccia opera di urbanizzazione, sarà impedita qualsiasi ulteriore attività edificatoria. Su tali presupposti e principi, posso garantire fin d'ora, che l'attività di vigilanza da parte dell'amministrazione comunale sarà particolarmente attenta e rigorosa. www.viverelavagnonline.it


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Forte San Briccio

Le insegne mancanti di Raffaele Favatà

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Per insegne del forte si intende il nome applicato sul frontale di accesso del forte stesso, nome datogli a suo tempo già in fase di progettazione. Il nome era costituito da lettere in bronzo di fusione in conchiglia, applicate dai mastri costruttori poco prima dell’inaugurazione celebrata nell’anno 1888. Dalla dismissione del forte da parte dell’esercito, av- Frontale del Forte secondo la ricostruzione di Raffaele Favatà venuta nell’anno 1978, non si hanno tracce delle insegne e delle lettere e nessuno ricorda chi le abbia tolte e che fine abbiano fatto. La mia ricerca potrebbe sembrare fuori luogo... "beh se sono sparite mettetene delle altre", ma non è così semplice, perché ci sono regole e burocrazie da rispettare. Pertanto per ridare nuove insegne al forte, bisogna fare scrupolosamente le dovute ricerche storiche. Ad oggi però le ricerche effettuate presso la Caserma Duca di Montorio, presso l'Associazione Ufficiali in Forte San Briccio attualmente... Congedo di Montorio e presso il Genio Militare di Padova non hanno dato risultato e nessuno ha notizie in merito. Inoltre bisogna aggiungere che non ci Ricerca caratteri in uso sono fotografie della facciata con le insegne. Ho allora tentato di ricostruire le lettere basandomi sui fori nei quali erano fissate e documentandomi sui caratteri di scrittura in uso militare all’epoca controllando anche vari altri forti costruiti in quegli anni. Il forte di San Briccio però è l’unico a essere stato costruito dagli italiani su progetto di un ingegnere austriaco ed è pertanto difficile stabilire quale carattere sia stato scelto. Forte San Marco per esempio ha una impronta ben visibile del suo nome sul frontale, ma questo è dovuto al fatto che le sue insegne sono state tolte negli ultimi anni e le intemperie non hanno fatto ancora in tempo a cancellare l’impronta delle lettere che si distinguono chiare! Contrariamente a quello che è avvenuto per il Forte di San Briccio dove delle impronte non c’è alcuna traccia. Così ho scattato varie foto del frontale nel punto esatto dove erano alloggiate le lettere che ne componevano il nome per avere la possibilità di risalire tramite il rilievo della foratura e sua composizione, all’identificazione del tipo di carattere usato. Dopo molteplici tentativi sono riuscito ad identificare il carattere usato e la sua grandezza. Il metodo usato è stato quello di sovrapporre ogni singola lettera sulla foratura esistente; per fare questo ho usato sul computer Mac il programma Illustrator CS3 della Adobe, importando l’immagine ad alta risoluzione della foratura, dove era a suo tempo posizionato il nome e, posizionando sui vari segni della foratura il carattere ROMANO, lettera per lettera, procedendo ad ingrandirla fino ad arrivare alla completa copertura di ogni singola foratura presente, rilevando così la sua grandezza. La ricostruzione virtuale delle insegne Lettera dopo lettera, il nome prendeva forma in "FORTE S. BRICCIO". Sono soddisfatto per il risultato ottenuto anche se la perfezione non è assoluta, perché a quel tempo molti maestri fondevano i caratteri su conchiglie fatte a mano, non standardizzate, pertanto solo le vecchie lettere originali potrebbero coprire con perfezione le forature a suo tempo eseguite, ma sappiamo che questo è impossibile. Adesso l’ultima parola spetta alla Sovrintendenza. Sono però convinto che L’Associazione farà tutto il possibile per dare finalmente al Forte le sue insegne, in lettere di bronzo fuso. La ricerca continuerà per riuscire a scoprire il corpo di appartenenza del forte, anche lui mancante all’appello! Spero che tutto si concluda presto e il Forte ritorni ad avere la sua originale immagine. www.viverelavagnonline.it


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A.G.S.M.

La convenienza degli impianti fotovoltaici per le famiglie

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Conferenza dell’ing. Enrico Cavattoni presso l’Università Popolare di Lavagno dell’11 novembre 2014, di Giuliano Bergamini

Dopo un breve ma suggestivo excursus delle attività dell'Azienda dalla sua origine nel 1899 ad oggi col supporto di belle ed esplicative immagini, l'ing. Enrico Cavattoni ha illuIng. E. Cavattoni strato brevemente le diverse fonti di energia e distino tra fonti rinnovabili e non rinnovabili ed ha spiegato perché passare alle rinnovabili: "Tutto il nostro attuale modello di sviluppo è centrato sul generoso utilizzo delle risorse fossili. Ma tutti siamo coscienti che questo modello potrebbe entrare in crisi a causa dei problemi generati dalla durata delle riserve mondiali di energia fossile: carbone, petrolio, gas naturale e dall'inquinamento atmosferico ed effetto serra; da ultimo i problemi legati all'approvvigionamento delle risorse (dipendenza energetica, instabilità geopolitica). Cosa fare per “sposare” la grande richiesta di energia con la salvaguardia dell’ambiente? Occorre il contenimento e riduzione dei consumi, operando sia nel senso del risparmio energetico (consumare meno) che nel senso dell’efficientamento energetico (utilizzare meglio) e la sostituzione, nella produzione di energia, di percentuali importanti di combustibile fossile con risorse rinnovabili, quali il

vento, il sole, l’acqua, etc.. Occorre il coinvolgimento di un numero elevatissimo di cittadini, imprese, istituzioni, Paesi. L'Europa si è data un grande ed ambizioso obiettivo: il “20 – 20 – 20” vale a dire: Coprire con energia da FONTI RINNOVABILI il 20% dei consumi finali lordi; Ridurre del 20% le emissioni di gas serra (CO2) rispetto ai livelli del 1990; Aumentare l’efficienza energetica, con l’obiettivo di risparmio dei consumi energetici dell’UE del 20% rispetto alle proiezioni per il 2020. In particolare l'Italia, a proposito dell'obiettivo "20-20-20" si propone di intervenire sui tre comparti del riscaldamento, dei trsporti e dell'elettricità. In quest'ottica si è preso in considerazione il funzionamento di un impianto fotovoltaico. Il calcolo del ritorno economico di un impianto fotovoltaico domestico presuppone l'analisi di di due concetti fondamentali: l'AUTOCONSUMO, se consumo energia nello stesso istante in cui produco ho un forte risparmio in bolletta, e lo SCAMBIO, se produco energia elettrica mentre non consumo,

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l’energia mi viene pagata come «scambiata» ad un prezzo però inferiore a quella autoconsumata. Infine sono state considerate le Detrazioni fiscali che rientrano nel regime di detrazioni più generale previsto per tutti i “lavori di ristrutturazione e recupero edilizio”. La detrazione del 50% in dieci anni è stata prorogata fino al 31/12/2015, per una spesa massima di 96.000 € e per impianti di potenza inferiore a 20 kW per abitazione. Se ad un impianto fotovoltaico viene abbinata la pompa di calore anche per riscaldamento nelle mezze stagioni, si ha una riduzione della bolletta del gas e una riduzione dei contributi provenienti dallo scambio sul posto. Complessivamente il vantaggio calcolato è in una riduzione di circa 2 anni di tempo di ritorno.


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Forte San Briccio

La fauna del Forte di San Briccio, Lavagno (Verona) di Elena Moscardo e Raffaele Favatà

Falena dell’edera

Grillo di cespuglio

Ape

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La posizione del Forte di San Briccio sulla sommità di una collina boscosa, circondata da coltivi e prati e la sua struttura possente con ambienti interni ampi e capaci di garantire adeguate condizioni di riparo dalle correnti d’aria e dagli sbalzi di temperatura, nonché dal diFarfalla Pretino sturbo, hanno fatto sì che, negli anni di abbandono dell’edificio, molte specie animali, alcune di particolare interesse faunistico per l’Unione Europea, vi trovassero casa. Tra gli animali che si possono osservare nel Forte e nell’area verde circostante ci sono molti insetti diurni dai magnifici colori come la falena dell’edera (Callimorpha quadripunctaria) (foto Dal Zovo N.) dalle inconfondibili ali anteriori verde scuro con riflessi metallici, attraversate da bande bianco-giallastre e ali posteriori di un bel rosso vermiglio, la farfalla Pretino (Amata phegea) con il suo splendido colore nero-blu con piccole macchie bianche (foto Dal Zovo N.) e il simpatico grillo di cespuglio (Leptophyes punctatissima) che guidato dalle sue lunghe antenne preferisce passeggiare anziché saltare. Ma i più coraggiosi possono incontrare nei locali dell’edificio anche molti ragni di dimensioni ragguardevoli (genere Tegerania) che costruiscono delle tele che ricordano dei lenzuoli distesi al sole (foto Moscardo E) e scorpioni neri e rossi (genere Ragno genere Tegerania Euscorpius) che si aggirano nell’oscurità sulle pareti e sul terreno alla ricerca delle loro prede. (foto Favatà)

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Dicembre 2014

Forte San Briccio

I chirotteri o pipistrelli ospiti del Forte di San Briccio di Elena Moscardo e Raffaele Favatà

Il Forte è dimora e sito di caccia anche della grande e silenziosa Poiana comune (Buteo buteo) e di rapaci notturni come la civetta (Athene noctua) e l’allocco (Strix aluco). Tra le creature che si aggi-

Strix aluco o allocco

rano sulla bella collina boscosa di San Briccio sono state trovate le tracce o avvistati anche numerosi mammiferi come lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), la volpe (Vulpes vulpes), il cinghiale (Sus scrofa), la

lepre (Lepus europaeus), l’arvicola (Arvicola terrestris), il riccio (Erinaceus europaeus) e l’istrice (Hystrix cristata). Un altro importante e prezioso ospite degli ambienti interni dell’edificio del Forte, è il pipistrello, che qui ha trovato un luogo tranquillo e protetto dove ripararsi a dormire durante il giorno e cacciare durante la notte. A causa della progressiva riduzione dei loro rifugi naturali non è rara la presenza di pipistrelli anche nelle costruzioni dell'uomo (edifici, ponti, viadotti,

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ecc.) e così è successo anche per il Forte di San Briccio. Il Forte, infatti, si è dimostrato essere per la chirotterofauna un rifugio artificiale con caratteristiche analoghe agli ambienti di grotta (volumi cospicui, non disturbati, con soffitti adatti all'appiglio, bui, con temperatura e tasso di umidità idonei e assenza di

Chirottero o pipistrello

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Forte San Briccio

correnti d'aria) e siti di questo tipo dellato a formare un’ala perfetta. sono purtroppo sempre più rari. Le Proprio per questo motivo essi venspecie che frequentano questo tipo gono chiamati con il nome scientidi rifugi dimostrano spesso, nei loro fico di Chirotteri, una parola confronti, un'estrema fedeltà, tor- derivata dal greco che significa nando a utilizzarli regolarmente, “mano alata”. Un’altra caratteristica nello stesso periodo, ogni anno. Per tale ragione la distruzione/alterazione di un sito di rifugio può avere esiti estremamente negativi: per anni i pipistrelli (che sono longevi, per alcune specie è dimostrato il Forte San Briccio, foto Nicola Dal Zovo superamento dei 40 anni di vita) possono cercare unica dei pipistrelli è quella di essere ostinatamente di ritornare al rifugio predatori notturni: essi sanno cacscomparso o reso inutilizzabile e ciare mentre si spostano in volo non trovare una valida alternativa, nella completa oscurità, grazie ad un andando incontro a decremento de- sofisticatissimo sistema di ecolocamografico e, nell'ipotesi peggiore, zione. Nel buio questi animali ‘veall'estinzione locale. Purtroppo la dono’ usando la percezione dell’eco mancanza di cultura e le conseguenti dei suoni molto acuti, gli ultrasuoni false credenze hanno dipinti per se- (suoni non udibili dall’uomo) che coli nel mondo occidentale i pipi- essi stessi emettono dalla bocca (Vestrelli come demoniaci vampiri, spertilionidi) e dal naso (Rinolofidi); legati al demonio e al maligno, ge- le onde ultrasoniche urtano contro nerando nella gente diffidenza e ri- gli ostacoli o le prede fiuto, fino ad arrivare ad attività posti sulla loro traiettovolontarie atte a perseguitarli e al- ria e ritornano sotto lontanarli dai loro rifugi, con gravi forma di eco; l’eco danni per gli ecosistemi in cui vive- viene catturata dai loro vano. E’ invece importante cono- grandi padiglioni auriscere meglio questi amici della colari, trasformata in notte, capirne la “bellezza” e l’im- impulsi nervosi ed elaportanza imparando alcune cose su borata dal cervello, che di loro e il loro comportamento, per- è in grado di ricostruire ché solo in questo modo potremo ri- una mi nuziosa immaspettarli. I Pipistrelli sono un gruppo gine tridimensionale di Mammiferi molto evoluti, gli dell’ambiente. Quindi, unici in grado di volare, grazie ad niente paura! Quella che i pipistrelli una mano che l’evoluzione ha mo- vadano a sbattere contro cose o perwww.viverelavagnonline.it

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sone o addirittura possano ingarbugliarsi nei capelli, è solo una diceria, che non ha mai trovato riscontro scientifico: i pipistrelli sono macchine volanti estremamente sofisticate ed efficienti, con una probabilità d’errore pari quasi allo zero. Questi animali sono, inoltre, estremamente socievoli tra loro, anche tra individui appartenenti a specie differenti. Essi dormono a migliaia nello stesso ambiente (grotta o altro luogo adatto), per scaldarsi e proteggersi a vicenda, e collaborano nella ricerca del cibo di notte grazie ad un complesso sistema di comunicazione ancora in gran parte sconosciuto. Nelle colonie riproduttive tra giugno e agosto moltissime femmine raggruppate allevano i piccoli (generalmente 1 o al massimo 2 piccoli per madre) partoriti dopo una gestazione media di circa due mesi e mezzo. I nuovi nati restano aggrappati all’addome materno, e da lì comodamente sistemati e protetti possono succhiare direttamente il latte dalle mammelle della madre almeno per quattro volte al giorno, finché, dopo circa un mese, sono pronti a sperimentarsi nelle prime

Colonia di chirotteri

prove di volo. Le colonie riproduttive sono luoghi estremamente im-


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Forte San Briccio

portanti per i chirotteri, perché le femmine tornano sempre a riprodursi nel luogo dove esse stesse sono nate. A fine estate comincia il periodo degli accoppiamenti e in autunno inoltrato, verso fine novembre, i chirotteri cadono in letargo, una condizione di assenza di attività e di rallentamento generale di tutto il metabolismo (come temperatura corporea, atti respiratori, battiti car-

Coppia di chirotteri

diaci, ecc.), e così addormentati restano fino alla primavera successiva. Il disturbo arrecato da fattori esterni a questi animali durante il periodo di letargo può essere così deleterio da causarne la morte e per questo motivo i chirotteri scelgono luoghi molto protetti e nascosti, addirittura in alcune specie, i rifugi invernali utilizzati non sono ancora noti agli studiosi. Finalmente riconosciuto il valore dei Chirotteri europei per l’insostituibile ruolo di principali predatori

notturni di insetti e altri artropodi, capaci di evitare l’aumento incontrollato delle popolazioni di alcuni di essi (come le zanzare!) e l’importanza strategica per la conservazione della biodiversità, oggi numerose leggi nazionali ed europee prevedono la salvaguardia di tutte le specie di pipistrelli e puniscono ogni atto volto a minacciarne la sopravvivenza. In Italia i Chirotteri costituiscono circa un terzo delle specie di mammiferi selvatici terrestri e sono, purtroppo, uno dei gruppi faunistici più minacciati: soffrono a causa dell'uso dei pesticidi (tutte le specie europee sono insettivore), dell'alterazione degli ambienti che producono le loro prede (soprattutto boschi e zone umide) e dei siti naturali che frequentano per riposare di giorno, andare in letargo d’inverno e svolgere le varie fasi del loro ciclo riproduttivo (grotte, fenditure delle pareti rocciose e cavità arboree). La legge italiana vigente ascrive tutti chirotteri italiani alla fauna "particolarmente protetta", disponendone la tutela degli esemplari e

Forte di testata

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dei siti di rifugio (Direttiva 92/43/CEE; D.P.R. 357/1997 e s.m.i. art. 13). Inoltre, come ogni Stato dell'Unione Europea, l'Italia ha l'obbligo di monitorare lo stato di conservazione dei chirotteri e di produrre rendicontazioni periodiche in merito; allo stesso fine, le Regioni devono fornire rapporti annuali al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (L.234/2012, art.43). Ulteriori adempimenti riguardano l'applicazione dell'Accordo sulla conservazione delle popolazioni di pipistrelli europei, costantemente seguita da un comitato internazionale nel quadro UNEP/EUROBATS. Già dalla scorsa estate 2014 il monitoraggio delle diverse specie animali che hanno scelto il Forte come ‘casa’, è seguito attivamente dai Volontari dell’Associazione all’Ombra del Forte, con la collaborazione esperta del Dr. Leonardo Latella, curatore della Sezione Zoologia del Museo Civico di Storia Naturale di Verona e di altri esperti naturalisti, come la Dott.ssa Carlotta Fassina e il Dr. Giulio Piras del GIRC (Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri). Queste importanti attività volte all’identificazione delle specie animali presenti, consentirà di valutare al meglio come intraprendere azioni di tutela e di valorizzazione mirate della fauna come importante patrimonio naturalistico e culturale del Forte di San Briccio.


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Dal territorio

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DANZATERAPIA Laboratorio con gli amici dell’Associazione UILDM (Unione Italiana Lotta alla distrofia muscolare) di Verona Vicepresidente UILDM Verona Onlus Davide Tamellini

Ascoltiamo il ritmo del nostro corpo. Ascoltiamo il nostro cuore. È iniziato con questo obiettivo il laboratorio di danzaterapia, che si è tenuto sabato 14 novembre ore 15.00 in sala civica di Vago, organizzato dall’Università Popolare di Lavagno e che ha coinvolto alcuni giovani con disabilità con i loro volontari dell’associazione “Unione Italiana Lotta alla distrofia muscolare” di Verona. La danzaterapeuta Anna Schibuola ci ha accompagnati in un pomeriggio rilassante, lontano da ogni stress, e ci ha insegnato ad aver uno sguardo attento verso il nostro corpo. Siamo vivi e dobbiamo avere cura di noi. Ogni persona, compresa chi ha una disabilità grave possiede un ritmo, quello del cuore e del respiro. Non dobbiamo cadere nel pericolo dell’eccessiva razionalità, ma porci in ascolto di sé e dell’altro. Questo laboratorio ci ha permesso di farci conoscere e di far nascere una nuova amicizia. L’associazione UILDM Verona Onlus è impegnata da più di quarant’anni nell’assistenza sociosanitaria verso le persone colpite da una malattia neuromuscolare (in particolare Distrofia Muscolare e Sclerosi Laterale Amiotrofica). Oltre ad offrire un’assistenza sanitaria si ritiene importante coinvolgere i nostri utenti attraverso varie attività sociali. Il laboratorio di danzaterapia è stato l’occasione per sperimentare qualcosa di nuovo. Mentre fuori pioveva, abbiamo passato un pomeriggio soleggiato. Un grazie a Maria Grazie Belli e all’insegnante Anna Schibuola per l’ospitalità. Alla prossima occasione!

SQUADRA CAMPANARIA DI VAGO

La squadra di Vago è composta da 11 suonatori e 28 soci, tesserati all’Associazione Suonatori di Campane a Sistema Veronese, che conta circa 2800 iscritti. I suonatori svolgono la loro attività di volontariato presso la Parrocchia di Vago e il in azione... tempo impiegato è poco più di mezz’ora alla settimana. I componenti tuttavia non sono in numero sufficiente per suonare a tutte le ricorrenze religiose domenicali e a quelle più importanti, servono braccia nuove. La squadra invita chiunque a venire il sabato sera alle ore 18,25 in campanile per vedere e magari provare, prima di dire: suonare le campane è una cosa sorpassata e noiosa, siete tutti invitati a provare, ragazzi e ge- e dopo aver suonato... nitori, mettetevi alla prova, la sfida è aperta. L’associazione organizza rassegne, gare e manifestazioni in tutta la provincia di Verona e provincie limitrofi. Non è tempo perso tenere viva una delle tradizioni più antiche, non fare che venga dimenticata. Per info tel. n° 3495672645

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Varie

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AFFIDO FAMILIARE - FAMIGLIE CHE SI METTONO IN GIOCO PER I GIOVANI ADOLESCENTI di Fabio Montoli

Il progetto TEEN CARE nasce dall'esperienza della Cooperativa Energie Sociali che da anni si occupa delle problematiche connesse all'adolescenza. Il progetto Teen Care ha durata di di 24 mesi con l'obbiettivo di trovare famiglie disponibili all'esperienza dell'affido di preadolescenti e di adolescenti segnalati dai Servizi Sociali. Teen care riguarda l'affido professionale che a differenza dall'affido classico si propone di Fabio Montoli formare le famiglie affidataria sulle tematiche riguardanti le adolescenze e nel contempo dare strumenti concreti per gestire la relazione affettiva-educativa. Da oggi anche questi ragazzi avranno un supporto concreto e reale. La coop Energie Sociali in collaborazione con 3 Comuni veronesi tra cui San Martino Buon Albergo, promuove il servizio di affido familiare professionale, della durata di due anni, in grado di assicurare, a minori preadolescenti e adolescenti temporaneamente allontanati dalla famiglia d’origine, protezione, mantenimento, educazione, istruzione e le relazioni affettive di cui hanno diritto e bisogno, offrendo contesti familiari supportati e preparati nella sfida che questa esperienza comporta. Le famiglie della nostra vallata che sono interessate ad aderire al progetto possono rivolgersi direttamente a Energie Sociali o per il Comune di San Martino all’Isac, e saranno individuate sulla base di criteri d'idoneità, motivazione, capacità e disponibilità e, "la bellissima novità è che non necessariamente i coniugi della famiglia accogliente devono essere sposati, ma possono essere anche coppie conviventi, con o senza figli, e addirittura single, "afferma il responsabile del progetto per il territorio di San Martino Fabio Montoli, “L'affido familiare - aggiunge Montoli -, è una risorsa importante per dare una risposta significativa a quei giovani che si trovano in situazioni di grande difficoltà familiare. Il servizio ha l’obiettivo di permettere loro di intraprendere un cammino verso l'autonomia e la vita adulta, e di soddisfare non solo i loro diritti, ma anche i loro bisogni. “La famiglia viene affiancata da un tutor, operatore della cooperativa”, prosegue Stefano Castellani di Energie Sociali, “con esperienza nel lavoro con minori preadolescenti e adolescenti che accompagna la famiglia affidataria durante tutto il percorso, garantendo sostegno nelle problematiche giornaliere e nella gestione delle relazioni.” Le famiglie che sono interessate devono presentare la richiesta di adesione al progetto utilizzando l’apposito modello predisposto, disponibili sul sito internet dedicato al progetto (www.teencare.it) e sui siti di Energie Sociali (www.energiesociali.it) www.viverelavagnonline.it


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