VIVERE LAVAGNO
Periodico trimestrale - Anno quarto - Numero II - Maggio 2014 Editore Università Popolare di Lavagno - Reg Trib.n° 1871 Direttore responsabile Emanuele Delmiglio - Progetto grafico Giuliano Bergamini - Arti Grafiche Studio 83 S.r.l. - Lavagno, VR
Forte San Briccio p. 2 e 6 La nostra gente p. 3 Tradizioni popolari p. 4 - 5 Viaggi p. 7 Alpini p. 10 - 11 Natura sorprendente p. 8 - 9
Lavagno click p. 13
Maggio 2014
Forte San Briccio
Il Museo Contadino nel Forte di San Briccio torna a vivere
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di Giuliana Borghesani
Dalla scuola di Lavagno al colle di San Briccio e al suo Forte c’è una strada frequentata da tempo: il “Progetto Forte”, che ha fatto nascere un CD con un ipertesto, parola allora nuova e ormai quasi desueta, poi un libro (La corsa pazza degli animali del bosco, ed. Il grappolo), con una serie di filastrocche, dove gli animali del Forte indicavano ai bambini la via lungo un sentiero naturalistico e, alla fine, all’interno del Forte la “danza degli spaventapasseri, li accoglieva. Un altro libro “Il calderone della strega Briccia” ha portato in Umbria, vincendo un premio letterario, le suggestioni locali. Corse
L’EDITORIALE
Cari lettori,
con questo numero iniziamo una nuova rubrica che presenterà volti e personaggi del nostro paese e della nostra vallata che si distinguono per il loro impegno in ambiti di interesse sociale, culturale, scientifico e tecnologico. Cominciamo dai giovani, a cui consegniamo le nostre aspettative per il futuro della nostra terra. Presentiamo in questa edizione un volto femminile, Alessandra Sponda, giovane laureata in architettura che opera attivamente anche nella redazione di questo periodico trimestrale e nelle attività dell’Università Popolare di Lavagno. Vi invitiamo a segnalare alla nostra redazione persone meritevoli del nostro territorio, che vorreste mettere in luce. Sempre molto attive le associazioni di Lavagno, che con la loro opera promuovono sviluppo, solidarietà e crescita culturale. In evidenza il nuovo libro dal titolo “Ierilaltro” scritto e illustrato da Renzo Zerbato, in collaborazione con Giuseppe Corrà. Maria Grazia Belli Presidente dell’associazione All’Ombra del Forte
Giuliana Borghesani, Alessandra Sponda e Chiara Gasparini
campestri hanno spesso avuto come palcoscenico il Forte e nella recita de “La Marantega” i nostri ragazzi hanno ottenuto molti applausi. Oggi “Una storia… Forte”, libro per ora digitale sul sito del I.C. don Milani, con racconti, disegni, brevi cenni storici e schede botaniche è l’ultimo prodotto di questo binomio Scuola – Forte. Oggi il Forte deve vivere una nuova vita: oltre al Museo della cultura contadina, ri-
vificato, può trovare sede anche un museo che narri le varie fasi della sua storia, si dovrà collegare in rete con i forti della Lessinia, diventare centro di studio, aprirsi alla cultura alta, chiamare l’Università a studiare le sue particolarità biologico- naturalistiche, diventare centro didattico e sede, magari, di cicli di conferenze e, perché no, di convegni, creando una rete tale da costituire una riserva economica della zona. L’Europa può aiutare!
Museo Archeologico Virtuale di Chiara Gasparini
COLLE SAN BRICCIO: REPERTI ARCHEOLOGICI Correva l’anno 1883 quando i primi scoppi di dinamite, atti a saggiare il terreno per la costruzione del Forte, squarciarono la sommità del colle di San Briccio, rivelando segreti custoditi là sotto per millenni. I primi reperti archeologici affiorarono in superficie, testimoniando l’esistenza di un villaggio già dal VII-VI secolo a.C., se non prima, dall’età del bronzo. I ritrovamenti richiamarono l’attenzione degli ispettori, il conte Carlo Cipolla e il cavaliere Stefano De Stefani, i quali raccolsero e registrarono i reperti rinvenuti nei due anni di scavi che seguirono. La maggior parte dei reperti che furono messi in luce sono frammenti di oggetti ceramici: orli, anse, fondi, non manca tuttavia vasellame integro. Furono ritrovati anche oggetti in metallo, bronzo e ferro e pochi oggetti in vetro, meno difwww.viverelavagnonline.it
fusi della ceramica perché più costosi. Numerose sono anche le monete, soprattutto di età romana. Oggi alcuni di questi manufatti, tra cui il famoso corno di cervo inciso con una breve iscrizione euganea, sono visibili al Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Purtroppo non è più possibile ricostruire un quadro complessivo dell’evoluzione dell’abitato, né determinare i vari passaggi tra un periodo e l’altro poiché gran parte dei materiali sono andati perduti al momento stesso della scoperta e le strutture e le fondamenta sono state distrutte dal frettoloso sbancamento per la costruzione del Forte. L’intento dell’associazione “ All’ombra del forte” è di riportare, almeno virtualmente, i reperti nel loro ambiente originario, allestendo in alcune stanze del forte un museo archeologico e creando un percorso virtuale tra le civiltà che nei secoli si avvicendarono sul colle.
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La nostra gente
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Con questa edizione del nostro giornale diamo vita ad una nuova rubrica, dedicata a volti e personaggi del nostro paese e della nostra vallata che si distinguono o si sono distinti per il loro impegno in ambiti di interesse sociale, culturale, scientifico e tecnologico.
Alessandra Sponda
La Redazione di "Vivere Lavagno" ha intervistato Alessandra Sponda, una giovane donna determinata a partecipare attivamente alle attività sociali del proprio territorio.
Alessandra, raccontaci un po’ di te... Ho 23 anni e dalla nascita abito a Vago al n. 5 di via Machiavelli. Qui vivo con la mia famiglia: il papà Sergio, la mamma Maria Grazia Belli, i fratelli Riccardo di 22 anni e Costanza di 16, che gioca a pallavolo nella Ajace Volley, sezione di Lavagno, under 16. Ho conseguito la Laurea in Architettura al Politecnico di Milano, effettuando come previsto dal corso di laurea, un periodo di tirocinio gratuito, che io ho chiesto di svolgere presso l’ufficio tecnico del Comune di Lavagno, dove ho avuto modo di conoscere le problematiche urbanistiche ed edilizie del nostro territorio. Cosa ci racconti della attività che svolgi nell’ambito del sociale? Io amo il mio territorio e mi piace stare fra le persone. Fin da adolescente mi sono interessata con dedizione, silenziosamente, come è opportuno per ogni attività svolta nel volontariato, alle attività promosse dall'associazione Uni-
versità Popolare di Lavagno. Da tre anni collaboro al doposcuola della scuola media “Don Lorenzo Milani”, che è stato istituito ed è gestito dall'Università Popolare. Collaboro alla redazione di ”Vivere Lavagno”, una rivista di divulgazione attenta all'associazionismo e alla promozione culturale del territorio del nostro Comune di Lavagno e della Val Mezzane. In quali altre attività sei coinvolta? Da quando, un anno fa, il Forte di San Briccio è stato assegnato dal Demanio al Comune di Lavagno, con l’Associazione di volontariato ”All’Ombra del Forte" partecipo con entusiasmo al lavoro del gruppo dei giovani restauratori, tutti laureati o diplomati nelle discipline del restauro ligneo, lapideo ed architettonico, che si occupano del ripristino del Museo della Cultura Contadina nel Forte di San Briccio oltre alla creazione di un museo virtuale. Cosa auspichi per il futuro del tuo Comune? Credo che noi giovani dobbiamo assumere un ruolo importante, dobbiamo rimboccarci le maniche, essere
propositivi e ottimisti, impegnarci per creare benessere e prosperità. Per ciò che mi riguarda sono a disposizione per dedicare il mio tempo e le mie energie alle istituzioni ed alla collettività.
Giovani restauratori al lavoro nel Forte di San Briccio
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Tradizioni popolari
Presentazione del libro “Ierlaltro” di Renzo Zerbato
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Com’è cambiato il nostro mondo, il nostro piccolo paese di Vago. Come siamo cambiati noi soltanto in pochi decenni. Quanti ricordi abbiamo lasciato per strada. Questo libro li raccoglie affinché non ne vada perduta la memoria. Il libro racconta 40 anni della storia recente di Vago compresi tra la Seconda Guerra Mondiale e gli anni 80 del Novecento, con qualche incursione nel passato più lontano per meglio capire il presente. Accompagnati dalla vicenda personale dell’autore e testimone. Alla sua realizzazione hanno collaborato anche molte persone di Vago raccogliendo materiale e testimonianze prima che il tempo le cancelli. Il libro è arricchito da tante illustrazioni dell’autore.
Un vecchio aratro
Un contadino affila la falce
Nella sua prima parte il libro segue una parte della vita dell’autore e testimone in corte Broglia. In quella realtà agricola troviamo gli animali, il lavoro in campagna, i filò in stalla, le feste sull’aia, le cure naturali per uomini e bestie. E ancora, il tempo della guerra, del dopoguerra, della fame e dei passatempi dei ragazzi.
Raccoglitori occasionali di marasche
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Lavabo da camera
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Tradizioni popolari
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La seconda parte del libro ricorda le novità con della vita in paese: l’acqua prelevata dal pozzo, il suo arrivo sul secchiaio di casa, la corrente elettrica, la radio, il giradischi, la televisione, riservata a pochissime case o presente nei luoghi pubblici, dove per poterla guardare si doveva consumare qualcosa.
Monega con scaldaletto
Secchiaio con scolaora (scolapiatti)
Magnarone
Sono ricordati gli strumenti con i quali si catturavano uccelli, si pescavano i magnaroni, piccoli pesci, molto sensibili all’inquinamento e molto gustosi fritti in padella, dei quali erano ricche le limpide acque dei nostri fossati. Sono raccontate le fiere e le sagre del paese, i personaggi famosi che hanno abitato o frequentato i luoghi attorno alle sponde del rio Dugal.
Uno sguardo al riscatto economico di Vago, al considerevole numero di negozi e di osterie-trattorie sorte in poco tempo, ai personaggi caratteristici che vivacizzavano le osterie. Un cenno anche al forte di San Bricco che, con il suo carico di munizioni e di polveri, costituì un serio pericolo per tutto il Territorio. Interessante nel libro anche la ricerca sul perché e quando la Prognella è stata deviata dal suo corso naturale
Ricordo della Trattoria al Busolo
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Forte San Briccio
FORTE SAN BRICCIO: conservazione, catalogazione... di Jessica Givanni
Catalogazione delle attrezzature per la produzione di vino
Proseguono al forte i lavori di conservazione, catalogazione e messa in sicurezza delle opere del museo delle arti e delle tradizioni contadine. In data odierna è stata eseguita una documentazione fotografica con relativo numero di inventario di alcuni strumenti agricoli situati sotto il portico in entrata, altri invece sono stati recuperati e fotografati evidenziandone lo stato di conservazione nel loro contesto originario. Successivamente sono stati trasportati in ambienti coperti per evitare che le loro condizioni peggiorassero.
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Catalogazione degli attrezzi agricoli
Attrezzi agricoli del portico in entrata
Documentazione fotografica dell'ambiente originale delle attrezzature
Sono inoltre state ripulite alcune stanze che erano state adibite a museo e alcuni oggetti sono stati liberati dalla polvere, ragnatele e sporco accumulatosi nel tempo. Per il recupero delle opere è previsto un intervento conservativo che prevede una documentazione iniziale che fornirà i dati identificativi degli oggetti e lo stato di conservazione. In seguito verrà elaborato un piano di intervento per la preservazione e stabilizzazione delle opere ed infine verranno proposte alcune indicazioni per una futura manutenzione.
Pulitura superficiale di un laccio in cuoio
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Viaggi
Pellegrinaggio di una settimana, a piedi, verso la Cattedrale di Santiago di Compostela di Franco Mendocino Bella iniziativa di un gruppo di nostri compaesani che dal 22 al 29 agosto prossimo faranno un pellegrinaggio di una settimana, a piedi, verso la Cattedrale di Santiago di Compostela, in Spagna, partendo dalla città di Sarria, in Galizia.
Franco Mendocino alla partenza...
Come è ormai noto la Cristianità riconosce tre località dove i fedeli possono recarsi in pellegrinaggio: Roma, Gerusalemme ed appunto Santiago di Compostela. Ma non tutti sanno che i veri pellegrini sono quelli che si recano a Santiago, mentre quelli che vanno a Roma si chiamano Romei e quelli che optano per Gerusalemme si chiamano palmieri. In Spagna ci sono moltissimi “camini”, proprio così, con una “m” sola, che vanno verso Santiago, collegandosi con svariate arterie per lo più sterrate, che si diramano da ogni parte d'Europa. Per secoli di pellegrini hanno percorso la via Francigena, costellata di alberghi di
Dany Chiocchetta Segretaria ed organizzatrice dei corsi dell’Università Popolare di Lavagno (tel. 329 6040157)
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fortuna, o rifugi, dove si può riposare, stu- postela. diare e meditare ma anche di chiese e cat- Una volta giunti a Santiago l'emozione è veramente tanta, la stanchezza pure, ma tedrali antichissime . Il nostro gruppo è composto da 9 persone la gioia e la soddisfazione di avercela che gravitano, come lavoro, intorno al- fatta ripagano abbondantemente ogni forma di sofferenza. l'Istituto Comprensivo di Lavagno. Il percorso che ci prefig- Le motivazioni sono molteplici e variano giamo di fare copre quasi da persona a persona. tutta la Galizia, regione nel Possono essere culturali, religiose, storinord ovest della Spagna pa- che, etnologiche e perchè no, anche sporragonabile, come posizione, tive tenuto conto dello sforzo fisico che alla Valle d'Aosta, ma con si richiede. meno monti e qualche scolli- Il gruppo fa capo a Franco Mendicino, innamento intorno ai 900-100 segnante in pensione, che ha fatto entrambi i camini più noti cioè il camino metri d'altitudine. Regione bellissima, dal sa- Francese partendo da Roncisvalle, nei Pipore antico, dove il camino è renei, e quello Aragonese, partendo da completamente accompa- Somport località dei Pirenei alle spalle di gnato da eucalipti secolari Lourdes che sprigionano un profumo Una settimana di vita spartana, giorni durante i quali non sei mai da solo, perchè inconfondibile. Piatto tipico della Galizia è il al tuo fianco cammina gente di ogni parte pulpo gallego, preparato e servito nelle pulperie. Partendo da Sarria, faremo 112 chilometri in 6 giorni di cammino, percorrendo 1820 chilometri al giorno come media. Partendo tra le 6 e le 7 del mattino, verso mezzogiorno o poco più si può terminare la passeggiata quotidiana e fermarsi ad un albergue dei peregrinos, così si chiamano. Qui si esibisce la credenziale Arrivo a Santiago di Compostela sulla quale viene apposto il sello, timbro, dell'albergue e scritta la del mondo che fa amicizia, la diversità di data. All'arrivo a Santiago di Compostela, lingua è veramente l'ultimo dei problemi. tra le varie incombenze c'è anche quella di portare la credenziale con i selli, cioè i timbri, all'Ufficio che rilascia la Compostela. Qui un addetto controlla i timbri, prende una pergamena prestampata, dove appone il nome, in latino, del pellegrino e gli rilascia la Comwww.viverelavagnonline.it
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Natura Sorprendente
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"CI SONO DUE POSSIBILTA’: O SIAMO SOLI NELL’UNIVERSO O NON LO SIAMO … ENTRAMBE CI SPAVENTANO” Isaac Asimov
di Serafino Zanderigo KEPLER-16B. Non è un codice o una password ma il nome di un pianeta sorprendente; si pensava non potesse esistere, ma c’è e si stanno scoprendo suoi nuovi compagni. Se qualcuno si ricorda del film “ Guerre Stellari”, vi appariva un pianeta con due soli; noi, che ci siamo arrovellati per anni per risolvere “il problema dei tre corpi” senza che le loro orbite diventassero caotiche, pensavamo che fosse solo un mondo fantastico. I pianeti che girano attorno a due soli esistono davvero. Fino agli ultimi anni del secolo scorso sembrava una cosa molto strana che solo la nostra stella avesse pianeti, ma pensando che per millenni abbiamo considerato la nostra Terra come il centro dell’universo, non c’è da meravigliarsi se a porsi il problema fossero solo alcuni astrofisici. Alla fine degli anni ottanta si ebbero le prime prove che attorno alle stelle più vicine ruotavano dei corpi. Si conoscevano già sistemi multipli di stelle e questi corpi potevano essere ”Nane brune”, cioè una categoria di stelle molto piccole. Sappiamo, però, che sotto una certa massa, la fusione nucleare non può innescarsi, pertanto si doveva dimostrare chi i corpi in questione fossero di massa inferiore a questo limite. Dopo alcuni annunci, dimostratisi in parte poi veri, si fa risalire la prima scoperta certa di un pianeta extrasolare o esopianeta al 5 ottobre 1995 ad opera di due astronomi dell’ osservatorio di Ginevra. Il pianeta ruota attorno alla stella “51 Pegasi”, della costellazione Pegaso. Il 12 ottobre seguente, due astronomi americani con osservazioni separate confermavano ufficialmente la scoperta. Gli esopianeti non li possiamo VEDERE nel senso classico del termine, se non nel caso che siano per pianeti molto grossi e distanti dalla loro stella. Ci sono diversi metodi per accertarsi della presenza di un pianeta. Il primo usato è stato quello della misurazione della posizione di una stella nel cielo o ASTROMETRIA.
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Sempre vicina al nostro territorio
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Maggio 2014
Natura Sorprendente
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Se una stella ha un compagno, nel cielo non è ferma, ma si sposta per bilanciare l’attrazione gravitazionale del pianeta; si comporta come noi quando, tenendoci per le mani, giriamo uno attorno all’altro. Conoscendo la distanza, possiamo calcolare la massa dei due o più corpi, i tempi di rivoluzione e altri parametri importanti. Il secondo è la VELOCITA’ RADIALE, usato quando il piano di rivoluzione dell’esopianeta è parallelo alla linea di vista. La stella si allontana e si avvicina a noi per il motivo precedente; misurando questo spostamento, sfruttando “ l’effetto Doppler”, otteniamo risultati analoghi al metodo precedente. Il terzo è il METODO DEL TRANSITO, il pianeta passa tra noi e la stella e poi viene eclissato; le variazioni di luminosità ci permettono di misurare le dimensioni del pianeta, i tempi di rivoluzione e anche la presenza di una eventuale atmosfera. Altri metodi più complessi sono: -VARIAZIONI di EMISSIONI di UNA PULSAR, -MICROLENTE GRAVITAZIONALE , -DISCHI CIRCUMSTELLARI e PROTO PLANETARI. Le scoperte sono continuate, aumentando in maniera esponenziale con l’ausilio di nuovi strumenti dedicati. Il più importante, finora, è stato il satellite Kepler, inviato nel Punto di Lagrange L2 nel 2009, che ha concluso la sua missione, per problemi tecnici, nel 2013. Il satellite ha portato alla scoperta di alcune migliaia di potenziali esopianeti che, al 12 marzo 2014, erano 1782 confermati e si trovano in 1101 sistemi planetari ( di cui 462 multipli, come il nostro sistema solare). Aumentando le potenzialità degli strumenti di ricerca, si possono scoprire esopianeti sempre più piccoli, anche della dimensione della nostra Terra. Alcuni sono già stati individuati e per quelli che si trovano alla giusto distanza dalla propria stella, con atmosfera e temperatura compresa tra 0 e 100 gradi centigradi, si cerca l’eventuale presenza di forme di vita.
Da calcoli statistici, si ipotizza che i pianeti ,solo nella nostra galassia, ammontino a circa trecento miliardi di cui almeno dieci milioni di Terre come la nostra. Tornando all’ esopianeta KAPLER-16B, questo si trova alla giusta distanza dalle sue due stelle. E’ bello immaginare che qualcuno là possa godere del sorgere e del tramontare di due soli.
Nota. Le immagini sono, ovviamente, di fantasia. Per avere quelle reali basta solo qualche secolo....speriamo."
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Alpini di Vago
Completamento del piazzale della Baita degli Alpini di Vago di Giuliano Bergamini
Accompagnato da Alesssandra Sponda, ho incontrato lunedì 28 aprile presso la Baita degli Alpini di Vago il capogruppo Francesco Lonardi che ha illustrato la realizzazione del nuovo piazzale della Baita. Sono presenti all’incontro anche il vice capogruppo Maurizio Valbusa ed i preziosi collaboratori Rino Castagna e Rino Cappelletti. La costruzione della Baita, ad opera del Comune ma col contributo di tutti, era iniziata nel 2006 e fu terminata con l’inaugurazione nel 2009. Il piazzale tuttavia non era stato realizzato per mancanza di fondi e, nei momenti di pioggia presentava problemi alla mobilità. Ora finalmente è stato realizzato e il capogruppo Lonardi, in carica dall’inizio dell’anno 2014, vuole ringraziare pubblicamente le Ditte ed i volontari che nella seconda metà di marzo, in pochi giorni, hanno realizzato gratuitamente l’opera. In particolare la Ditta Andreis ha fornito il materiale necessario, la Ditta Fiore si è occupata dei trasporti e la Ditta Albertini, con propri macchinari movimento terra ha realizzato il piazzale; successivamente volontari alpini hanno spianato il terreno davanti all’ingresso della Baita e posato il manto erboso.
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Alpini San Pietro
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Ampliamento della baita degli Alpini di San Pietro di Maria Grazia Belli
Il gruppo Alpini di San Pietro sta ampliando la sua baita per adeguare gli spazi, costruire la nuova cucina ed i servizi igienici a norma. Infatti, essendo aumentata in questi ultimi anni la popolazione del nostro paese e non essendoci a Lavagno molta offerta di spazi di aggregazione, gli Alpini hanno duplicato la loro baita, così da mettere a disposizione delle associazioni o a gruppi di cittadini una sala riunioni con locali confortevoli ed a norma. Si sta costruendo una struttura antisismica, di classe energetica elevata. Le rifiniture dell’ampliamento saranno stilisticamente simili, anche nei particolari, alla baita esistente, che proviene da Gavazzo Carnico, Udine. Infatti i nostri Alpini di San Pietro, dopo che i terremotati del Friuli si sono ricostruiti le abitazioni, per il devastante evento sismico che ha colpito il Friuli, aiutati dal comune di Lavagno e versando un contributo, si sono portati in paese questa baita, posizionandola nello spazio verde, dove ora si trova, vicino alla scuola media ”Don Lorenzo Milani”.
Lo sapevi che...
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Maggio 2014
Impariamo insieme
Le mani in pasta... per alimentarsi bene di Ornella Adami
L’università Popolare di Lavagno, cogliendo il desiderio di molte persone di alimentarsi in modo sano e naturale, conoscendo e scegliendo gli ingredienti dei cibi con cui regolarmente si nutrono, organizzerà un corso articolato in 4 incontri a partire dal 7 maggio 2014. Gli incontri si svolgeranno il mercoledì in orario serale, con inizio alle ore 20,30. Il corso sarà gentilmente ospitato dalla baita degli Alpini di Vago, che metterà a disposizione per l’occasione, la sua cucina, molto ben attrezzata. Queste lezioni sono propedeutiche al corso annuale di “pasta fatta a mano”, che si terrà a partire dal
prossimo novembre. L’insegnante Ornella Adami e Giusy la sua collaboratrice, vi introdurranno nell’arte pastaia. Sarà un modo per valorizzare anche tradizioni diverse. Si imparerà a preparare e lavorare l’impasto fatto di farine di vario tipo: la classica “00”, la farina di grano duro, la farina integrale, la farina di camut. Si partirà spiegando le basi e i dosaggi per l’impasto, tirare la sfoglia con la nonna papera, strumento caro alle nostre mamme, o impastare usando il robot di casa. Quindi si faranno le fettuccine e le tagliatelle, le farfalline e i garganelli. Si insegneranno quindi le basi per la pasta ripiena: tortellini e tortelloni a triangolo o a raggio di sole, i famosi ciuffetti e le caramelle. Trattando i ripieni si comincerà dalle ricette più semplici. Alla fine di ogni incontro, che sarà di due ore circa, ci sarà la cottura e l’assaggio di ciò che si è preparato. Sarà richiesto un piccolo contributo per lo svolgimento e gli ingredienti. Per informazioni e prenotazioni sign.ra Adami Ornella cell. 3493429311
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LAVAGNO CLICK
Ti piace fotografare? La fotografia è il tuo hobby? Vorresti che una tua foto diventasse la copertina del prossimo numero di “Vivere Lavagno”? Se hai foto del tuo Paese, anche antiche, da scannerizzare, ed hai piacere che vengano pubblicate, tra esse potrebbe essere scelta la futura copertina. Invia i file, assieme da una breve descrizione, a redazione.viverelavagno@gmail.com
Le altre meritevoli saranno pubblicate nel sito
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Varie
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Due Papi Santi ed un battesimo...
Il 27 aprile Papa Francesco, alla presenza del papa emerito Ratzinger, ha canonizzato santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, davanti ad una folla immensa e ai grandi della terra, definendoli "Uomini coraggiosi pieni di misericordia". L'eccezionalità dell'evento ha spinto una famiglia di Lavagno a rendere pubblico un gioioso ricordo di un fatto successo diciannove anni fa, non segreto ma custodito nel privato, a conoscenza di pochi amici e dei parenti. La famiglia Benini, composta da papà Francesco, la mamma Margherita Todeschini ed i figli Alessandro allora di tre anni e la neonata Beatrice, l'otto gennaio millenovecentonovantacinque si trovavano a Roma, per un evento per loro eccezionale, il battesimo della loro figlia per mano dell'allora papa Giovanni Paolo II, oggi santo.
Giovanni Paolo II battezza Beatrice Benini, Cappella Sistina 8-01-1995
Beatrice oggi, assieme alla mamma Margherita Todeschini in Benini
La cerimonia, ricordo di sensazioni ed emozione indelebili, si svolse nello splendore della Cappella Sistina riportata ai suoi colori originari, da poco aperta al pubblico dopo il lungo restauro conservativo. Nonostante la solennità della cerimonia e le attenzioni per il papa ormai anziano, un piccolo episodio, col senno di poi emozionante ma potenzialmente rischioso, allietò il momento: il piccolo Alessandro, nonostante i bambini dovessero essere tenuti per mano affinché non si avvicinassero al papa ormai malfermo sulle gambe, sfuggì dal controllo dei nonni e, per primo, corse verso il pontefice, gli prese la mano e gliela baciò, dando il via alla corsa degli altri bambini. La scena fu ripresa dalle telecamere e mostrata dalla RAI ripetutamente come momento topico dei battesimi.
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Lavagno estate
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