Vivere lavagno 05 2015

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VIVERE LAVAGNO

Periodico trimestrale - Anno quinto - Numero I - Maggio 2015 Editore Università Popolare di Lavagno - Reg Trib.n° 1871 Direttore responsabile Emanuele Delmiglio - Progetto grafico Giuliano Bergamini - Arti Grafiche Studio 83 S.r.l. - Lavagno, VR

Cisterne sotterranee... p.3 Come difendere i propri risparmi p.4 Le criticità del torrente Mezzane p.6 Il Paese delle chiavi di pietra p.8-9 Esempio di buona integrazione p.11

Finalmente! Il Forte di San Briccio è visitabile... Velo e Roverè, p.12

Montorio, p. 15

San Martino e il Fibbio, p. 5


Maggio 2015

Il 25 aprile 1945

L’EDITORIALE

Cari lettori,

dedichiamo spazio in questo numero al territorio di alta pianura dell’est veronese, ricco di acque che scendono dalla Lessinia e che hanno reso fertile le nostre campagne. La conformazione geologica e la morfologia dell’ambiente, hanno richiesto, fin dai tempi della Repubblica Veneta, una manutenzione continua degli alvei e dei bacini di questi corsi d’acqua. Purtroppo oggi paghiamo le conseguenze dei tempi passati, quando si sono realizzati interventi davvero poco attenti all’interesse collettivo e spesso improvvisati. Riportiamo la proposta del sindaco Simone Albi di costituire un servizio sperimentale di monitoraggio, elaborando una procedura di preallertamento per la popolazione con un anticipo di 612 ore dall’evento calamitoso. Questa esperienza, potrebbe essere esportata in altri ambiti del territorio veneto e della provincia di Verona. In tal senso un gruppo spontaneo di cittadini delle Ferrazze e Montorio sta per iniziare un percorso di studio sul fiume Fibbio e Valpantena a tutela delle popolazioni dei comuni di Verona e S. Martino Buon Albergo. Maria Grazia Belli Presidente dell’associazione All’Ombra del Forte

Dany Chiocchetta

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PER NON DIMENTICARE IL 25 APRILE 1945 al Forte di San Briccio

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’associazione All’Ombra del Forte, sabato 25 aprile, ha aperto il Forte di San Briccio al pubblico per ricordare l’atto coraggioso compiuto nella notte del 24 aprile 1945, dai partigiani e dalla popolazione di San Briccio, e ha posato una corona di alloro ai piedi della lapide marmorea posta a memoria. Infatti quei cittadini valorosi, in quella fatidica notte, portarono fuori dal Forte il materiale esplo-

Volontari della Libertà. Hanno reso omaggio alla lapide i numerosi visitatori venuti in occasione dell’apertura, un po’ da tutta la provincia, fra cui anche un gruppo di Chioggia, appassionato di Forti militari. D’ora in avanti il Forte sarà aperto al pubblico ogni prima domenica del mese dalle 9 alle 12. Sono state inserite due fasce orarie per la visita domenicale. Dalle ore 09,00 alle 10,30 e dalle ore

Visitatori al Forte il 25 aprile

sivo in esso custodito e gli diedero fuoco nei campi, evitando così una tragedia annunciata. Infatti l’esercito tedesco in ritirata, aveva minato il Forte che sarebbe potuto esplodere. Il 26 aprile 1987, in occasione del 42°anniversario della Liberazione, in una parete del forte che si affaccia sulla prima corte d’armi, fu posta questa lapide di marmo bianco dal Comune di Lavagno, assieme alle associazioni dei Partigiani d’Italia e dei www.viverelavagnonline.it

10,30 alle 12,00. Si accederà dal cancello di ingresso a piedi, percorrendo il viale in leggera salita, presentandosi davanti all’entrata del portone d’accesso dove ci saranno gli incaricati ad attendervi. L’auto sarà parcheggiata fuori dal cancello di accesso al Forte nel parcheggio indicato dai rispettivi cartelli di segnalazione. Per visitare il Forte in altri momenti si prega di consultare il sito: www.fortesanbriccio.vr.it


Maggio 2015

Forte San Briccio

Scendendo nelle viscere del forte di San Briccio È iniziata l’esplorazione delle cisterne sotterranee di Giuseppe Corrà

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La discesa nella cisterna...

n po’ alla volta il forte di San Briccio svela i propri segreti. Emozionante il racconto fatto dai membri dell’associazione “All’ombra del forte” sull’esplorazione della cisterna principale creata al forte di San Briccio al fine di raccogliere l’acqua piovana. «Il 25 aprile scorso – scrive Raffaele Favatà – assieme all’ingegner Luca Zenari, abbiamo ispezionato la cisterna principale sotterranea del forte. Sapevamo già che doveva esserci per la presenza lungo la piazza d’armi principale ed il portico alla prova di varie aperture per il deflusso dell’acqua piovana collocate sulla pavimentazione. Conoscevamo anche che nel locale indicato dal numero 117 si trova un pozzo per l’estrazione di acqua destinata alla pulizia delle vettovaglie ed altri usi non alimentari della guarnigione del forte. In più, sempre nella piazza d’armi, avevamo già notato i segni dell’installazione di una pompa a mano in ghisa a pistone con leva di pompaggio, un chiaro indizio dell’esistenza di una cisterna nel sottosuolo. Una cisterna che doveva anche essere raggiunta da quelle tubazioni in ferro di diametro elevato che avevamo già notato sotto il ponte levatoio». Ma per verificare occorreva solle-

vare quell’ingente coperchio in pietra, scendere con una scala e, muniti di torce da minatori, incominciare l’avventura. «L'esplorazione è stata a dir poco emozionante», racconta l’ingegner Zenari. «Da un primo approccio avevo stimato si trattasse di una vasca rettangolare lunga circa 16 metri. Una volta scesi, invece, ci si è presentata una stanza sotterranea di 250 metri quadrati, un’opera di ingegneria idraulica degna del forte. Il locale della cisterna è rappresentato da un’unica stanza ad “L” con un lato corto di 15 metri e quello lungo di 35 metri circa. La sua larghezza è di 5 metri nel lato corto e 6 nel lato lungo. Il soffitto è di mattoni a volta, mentre le pareti sono cementate. Il volume massimo dell’accumulo di acqua si aggira sui 500 metri cubi (500mila litri)». La descrizione dell’ingegnere continua facendo rilevare che attualmente lo scarico di fondo della cisterna è aperto per cui non viene accumulata la massima quantità di acqua consentita. «Esiste - aggiunge - anche un muretto che sembra essere un livellatore per garantire pur nei periodi di secca o di apertura dello scarico di fondo la presenza nella cisterna di un livello minimo di acqua necessaria per il pozzo delle cucine. Gli scarichi del troppo pieno e di fondo appaiono azionabili dalle stanze superiori. Vedremo in seguito se lo sono ancora». L’ispezione del sistema di www.lavagnounipop.it

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raccolta dell’acqua piovana è appena all’inizio. A breve verranno visitati anche gli altri pozzetti presenti al fine di verificare la probabile presenza di altri accumuli e di vasche di decantazione o filtraggio. Si dovranno inoltre cercare eventuali vasche collegate al sistema di smaltimento dei liquami delle latrine perché di certo c’erano per poter garantire la presenza di una guarnigione di soldati che poteva arrivare fino a 290 uomini. «Il lavoro di rilievo e indagine del sistema idrico- sanitario – conclude Zenari - è fondamentale per il recupero e d il riuso del forte in quanto la riserva di acqua piovana potrà essere usata come vasca antincendio e come secondo sistema idrico non potabile destinato all’irrigazione, al lavaggio ed ai servizi igienici, al passo con le più attuali direttive in tema di sostenibilità ambientale. Anche perché l’approvvigionamento idrico del forte è complicato dalla quota superiore di questa costruzione rispetto a quella dell’acquedotto comunale. Il sistema di smaltimento delle latrine, poi, è di particolare interesse per rendere la struttura pienamente autosufficiente e rispettosa dell’ambiente». Così l’avventura continua alla ricerca di altri segreti che il forte custodisce gelosamente.

Ecco l’interno della cisterna


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Economia

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Come difendere i propri risparmi in quest’epoca di crisi economica. Intervento del sindaco Simone Albi all’Università Popolare di Lavagno di Giuliano Bergamini

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Sindaco arch. Simone Albi

n quest’epoca di forte crisi economica che colpisce un gran numero di persone alle prese con gravi problemi di lavoro, di pensione e con una forte tassazione, diventa particolarmente importante per le famiglie curare i propri risparmi. La cosa fondamentale, in un momento di bassa inflazione se non di deflazione, è salvaguardare il capitale accumulato, poi se possibile ottenere un qualche rendimento. Su questi argomenti di stretta attualità si è tenuta

presso l’Università Popolare di Lavagno una interessante conversazione, con relatore l’architetto Simone Albi, sindaco di Lavagno. Dopo aver precisato di non essere un professionista del settore finanziario ma di avere solo finalità didattiche e divulgative in favore delle famiglie, ha introdotto la conversazione precisando che ogni investimento comporta un certo rischio e che occorre sempre documentarsi in modo approfondito prima di prendere una decisione. “Spesso siamo molto più pignoli, attenti e scrupolosi nella scelta degli accessori di un'automobile da acquistare che nel decidere a chi affidare e come investire i nostri risparmi”. Vengono poi presentati alcuni strumenti finanziari: in particolare le obbligazioni e in carrellata i fondi comuni d'investimento, i conti deposito e la borsa. Per quest'ultima il sindaco Albi sottolinea l'importanza di non "resistere" quando un titolo scende

sperando in una futura risalita ma di abbandonare subito quel titolo. Oggi è forte la spinta pubblicitaria ad investire in borsa col "fai da te", è il cosiddetto "trading on line" che si pratica da casa, col proprio computer: ebbene, secondo dati ufficiali, il 90% degli investitori non solo non guadagna ma perde parte del capitale. In particolare il relatore sottolinea che “per difendere i risparmi investiti bisogna che il prodotto finanziario acquistato preveda sempre la restituzione del capitale versato inizialmente più un eventuale guadagno, tenuto conto dell'inflazione”. Due prodotti in questo periodo sembrano abbastanza sicuri (e quindi purtroppo offrono un profitto moderato): il conto deposito, garantito dal fondo interbancario fino a 100.000 euro circa e i buoni fruttiferi postali indicizzati all'inflazione, perché emessi dallo Stato. I consigli di chi si pone dalla parte della gente sono sempre apprezzati.

Lo sapevi che il 40% degli italiani ha un difetto visivo e non lo sa?

lo sapevi che...

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Problematiche del territorio

Piano di gestione del rischio di alluvioni e sistema di allertamento della popolazione di Simone Albi

impossibilitate nel definire in modo preciso un sistema di allertamento nei confronti di eventi di piena generati dai temporali. Per queste ragioni – a seguito dell’evento alluvionale del 16 maggio 2013 – il sindaco del Comune di Lavagno arch. Simone Albi, ha costituito un gruppo tecnico composto da L’arch. Simone Albi, sindaco di Lavagno tre esperti: uno in meteo, uno in ingegneria idraulica ed uno in Protee piene dovute a fenomeni meteo zione Civile. sono in genere di rapido sviluppo Innanzitutto, si è deciso di installare (al massimo qualche ora) e con picchi di piena intorno ai 50/70 m3/s indipen- una prima centralina pluviometrica (a dentemente dalla dimensione del ba- cui seguirà l'installazione di una seconda più a nord presso Velo V.se) al cino. Il bollettino, che arriva presso tutti i centro del bacino del torrente Mezzane Comuni, contenente gli Avvisi di Criti- in località Centro di Tregnago ed è stato cità idraulica diramato dalla Regione predisposto un servizio sperimentale di del Veneto, non è in grado di prevedere monitoraggio meteorologico ed idraucon precisione l’intensità e la localizza- lico elaborando una procedura di prezione di tali eventi. Le strumentazioni allertamento per la popolazione con un ufficiali ARPAV non risultano capillari anticipo di 6-12 ore dall’evento. Oltre e forniscono in genere il dato pluviome- alla preallerta, il gruppo tecnico ha svitrico orario, poco utilizzabile ai fini luppato una procedura di allarme in della valutazione dello sviluppo delle nowcasting basata su soglie pluviomeonde di piena. Il dato radar è di difficile triche e sulla simulazione dell’onda di interpretazione in termini di precipita- piena con un modello geomorfologico di trasformazione afflussi-deflussi. zioni cumulate. Dopo quasi un anno di sperimentaLe amministrazioni comunali, ma sozione, in cui si sono verificati numerosi prattutto i Sindaci quali responsabili del eventi meteorologici con formazione di servizio di protezione civile e di allertamento della popolazione, attraversate deflussi e onde di piena, i risultati sono da questi corsi d’acqua risultano quindi stati decisamente incoraggianti ed oggi

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Stazione meteorologica nel torrente Mezzane a Centro - Tregnago

si intende implementare tale sistema nel Piano Comunale di Protezione Civile in modo da organizzare le necessarie procedure per la tutela delle vite umane e per la limitazione dei danni. Questa esperienza, potrebbe essere esportata in altri ambiti del territorio Veneto e della Provincia di Verona che possono presentare le medesime problematiche inoltre, una economia di scala più ampia potrebbe abbattere sensibilmente i costi. In tal senso, nelle scorse settimane, si è svolto un primo incontro presso il Comune di Lavagno con un gruppo spontaneo di cittadini delle zone di Ferrazze e Montorio per iniziare un percorso di studio sul fiume Fibbio e Valpantena a tutela delle popolazioni di tali località principalmente dei Comuni di Verona e S. Martino B.A., e per un eventuale supporto alle rispettive Protezioni Civili.


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Criticità dei corsi d’acqua

IL TORRENTE MEZZANE NEL SUO GRANDE PUNTO DI CRITICITÀ: IL PONTE A VAGO

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Ponte a due arcate a Vago di Lavagno

er la messa in sicurezza del torrente Mezzane si evidenzia un punto di alta criticità nel ponte a due arcate sotto la strada regionale 11, a Vago, per cui ad oggi si deve ancora trovare una soluzione. Questo ponte si presta a creare una strozzatura che riduce sensibilmente il deflusso dell'acqua. Se non bastasse, dà origine a causa dell'arresto del materiale che arriva a valle, ad una vera e propria diga. Abbiamo intervistato il presidente di Veneto Strade avv. Roberto Turri (che è anche Sindaco del vicino Comune di Roncà) per chiedere cosa pensa della situazione del torrente Mezzane. Ci ha risposto che questa problematica è stata fin da subito evidenziata dopo l’alluvione del maggio del 2013 ed è stata a lungo oggetto di discussione in quanto tale intervento risulta al completa-

mento dell'opera di messa in sicurezza del corso d’acqua. I lavori che hanno visto la luce all'inizio di quest'anno a monte del corso d’acqua, verrebbero vanificati nei loro effetti se non fossero accompagnati dall'eliminazione della strozzatura rappresentata dal ponte sulla strada regionale 11. Perciò è stata sollecitata l'attenzione della Società che l’ha in gestione, Veneto Strade, il cui presidente si è mostrato solerte nel partecipare agli incontri organizzati in quel periodo sul tema, nello svolgere alcuni sopralluoghi e nel sottoscrivere, insieme al sindaco di Lavagno arch. Simone Albi, con la Regione, il consorzio Alta Pianura Veneta ed i Comuni di Mezzane, Caldiero e Lavagno un protocollo di intenti. È stata così predisposta una prima fase di progettazione che prevedeva la realizzazione di un nuovo ponte in sostituzione di quello esistente ed inadeguato. Purtroppo il progetto, in questa prima fase, ha però evidenziato come il costo dell'intervento sia di gran lunga superiore a quanto inizialmente si fosse immaginato. La somma complessiva sfiora i 900.000,00 di euro (oltre

“Torrente Mezzane: criticità, soluzioni, progetti” a San Pietro di Lavagno presso l'Auditorium della Scuola Media Don Lorenzo Milani nell' ottobre 2013. Al centro l’arch. Simone Albi, sindaco di Lavagno e a sinistra l’avv. Roberto Turri, sindaco di Roncà.

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500.000,00 euro per lavori) a fronte dei 300.000,00 ipotizzati. Ora, pur permanendo l'essenzialità di questo intervento per scongiurare il ripetersi di eventi altrettanto drammatici, occorre ricercare la somma necessaria alla realizzazione dell'opera. Il Presidente di Veneto Strade dopo avere appreso del costo necessario, ha avvisato le parti interessate perché ognuna per le proprie competenze, si adoperasse per recuperare le somme utili a finanziare l'intervento. Veneto Strade interverrebbe per procedere con le varie fasi di progettazione, esperire le operazioni di gara e nella direzione dei lavori. Sarà compito quindi, della futura Amministrazione Regionale impegnarsi nel reperimento delle somme necessarie affinché quest'intervento di fondamentale importanza per l'incolumità di un territorio che ha già mostrato la sua fragilità, possa vedere la luce. Rimaniamo fiduciosi in una continuità, se non in un incremento della sensibilità già dimostrata dalla Regione rispetto agli interventi di difesa del suolo, fondamentali al vivere sereno della nostra gente.


Maggio 2015

La nostra gente F

Francesca Zanderigo

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Giovanissima lavagnese che lavora presso la Columbia University di New York

rancesca Zanderigo nasce a Verona nel 1979 e a tre anni si trasferisce con i genitori a Lavagno. Frequenta la scuola elementare e media a Lavagno per poi iscriversi al Liceo scientifico Messedaglia di Verona. Si dimostra sempre un’alunna brillante e nel 1997 partecipa a un campo estivo in Toscana su invito della Scuola Normale di Pisa che l’ha inserita nella rosa dei migliori studenti d’Italia. Nel 1998 il diploma, con il massimo dei voti e la lode, miglior risultato per quell’anno nei licei veronesi. Prosegue gli studi all’Università di Padova, laureandosi in bioingegneria con 110 e lode e dopo la laurea incomincia un dottorato di ricerca sempre in bioingegneria presso l’Università di Padova, terminato nel 2007. Il gruppo di ricerca del quale Francesca faceva parte aveva iniziato una collaborazione con la Columbia University di New York ed è proprio da questo Istituto che la nostra ricercatrice riceve l’invito a recarsi negli Stati Uniti per continuare il lavoro. Evidentemente i ricercatori sono poco valorizzati nel nostro Paese, mentre sono apprezzati in altre realtà. Francesca vola così a New York, ed inizia la sua atFrancesca Zanderigo tività presso il dipartimento “molecular imaging and neuropathology” della Columbia University. Nel 2012 passa alla Stony Brook University con il ruolo di Assistant Professor, ma nel 2014 riceve nuovamente un’offerta di collaborazione con la Columbia University che la nomina Assistant Professor Director of the laboratori of imaging. Ma sentiamo Francesca: In che cosa consiste il tuo lavoro? “Una spiegazione veloce e abbastanza generale è che la mia ricerca si concentra sulla ideazione, sviluppo e validazione di nuovi metodi matematici e statistici e nuovi algoritmi per l'estrazione non invasiva di informazioni quantitative (che potremmo chiamare misure assolute) da immagini medicali in particolare ottenute con Risonanza Magnetica e Tomografia ad Emissione di Positroni, con lo scopo di migliorare diagnosi, trattamento e prevenzione di malattie. Dentro questo contenitore, in particolare i miei metodi vengono applicati allo studio del cervello e delle malattie ad esso connesse, con particolare attenzione rivolta a depressione e tendenza al suicidio, e al modo in cui tali malattie si trasmettono all'interno delle famiglie da una generazione alla successiva”. E per il futuro? “Chissà quali domande avrò in testa o quali problemi di analisi delle immagini dovrò affrontare tra 10 anni! Chissà quali tecnologie avremo a disposizione”! Complimenti! Brava Francesca!

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Cultura

Il Paese dalle chiavi di pietra

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di Renzo Zerbato e Giuseppe Corrà

San Pietro di Lavagno, le sue origini, i fatti e le persone che nei secoli hanno vissuto ed ancora oggi vivono in questo Paese sono l’oggetto di questo libro Presenta il libro Maria Vittoria Chiaramonti consigliere del Comune di Lavagno delegato alla Cultura, Comunicazione e Pubblica Istruzione

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an Pietro di Lavagno, le sue origini, i fatti e le persone che nei secoli hanno vissuto ed ancora oggi vivono in questo paese sono l’oggetto del presente libro, Il paese dalle chiavi di pietra. Per raccontare queste storie gli autori hanno scelto di suddividere il testo in tre parti. Nella prima si trovano notizie sparse qua e là del tempo che fu, tese a riscoprire la storia dell’antica chiesa sulle cui fondamenta è sorta quella attuale, come pure la nascita del Comune e della parrocchia, la presenza di strane malattie e la vita nelle nostre campagne con tutto ciò che è rima-

sto, forse ancora per poco, come con ciò che è già scomparso. La seconda parte s’inoltra in un tempo più recente e nel nostro, portandoci un mattino di venerdì in Campo San Rocco a Venezia, uno dei tanti slarghi di questa città di mare dove un nostro concittadino si esibisce cantando per due ore. Canta tenendo gli occhi chiusi e mimando con il movimento del viso rivolto verso il cielo e delle braccia quanto raccontano le sue canzoni. “Quando canto – dice – mi isolo dal mondo circo-

La trebbiatura del grano. Si cominciava all’alba e nel frastuono e nel gran polverone si continuava per tutto il giorno. La trebbiatrice veniva collocata in corte e poteva rimanere anche più giorni.

stante. Davanti a me ci possono essere mille persone come neanche una ed io dimentico le preoccupazioni e la strada mi regala un incredibile senso di libertà!”. Durante queste due ore attraversano le pagine del libro per rimanervi impresse nell’inchiostro persone e fatti di San Pietro che ancora oggi vivono o sono presenti nella memoria di tanti cittadini del paese.

Monumento ai caduti della Grande Guerra e della Seconda Guerra Mondiale di San Pietro di Lavagno, inaugurato il 5 novembre 1978, in pietra bianca della Lessinia.

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Cultura

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Nei giorni di sagra, giungevano dal Friuli le Canolare, che giravano con una grossa gerla sulle spalle per paesi e contrade per vendere la loro mercanzia che consisteva in ogni sorta di attrezzi di legno, per la cucina, per i lavori femminili, per la stalla e la cantina. Il nome deriva da “canoi” speciali tubicini che legati in cintura servivano alle donne per infilarvi i ferri per i lavori a maglia.

L’ultima parte racconta la storia di un uomo, forse di un altro tempo. Un uomo che, nato in condizioni sicuramente sfavorevoli, ha deciso di proseguire la vita fuori dalle regole convenzionali, a volte oltre il limite del lecito, altre volte dentro le stanze della follia, ma sempre pagando di tasca propria, anche con il carcere. Fino a che un giorno una donna, amandolo e dedicandogli tutta la propria vita, gli ha restituito ciò che anche la sorte gli aveva negato. In quest’ultimo racconto emerge ancora una volta come al male, a volte, si accompagni il bene, come da una disgrazia possa nascere la speranza, come un arcobaleno possa collegare la morte alla vita.

Banda musicale Carlo Montanari di Lavagno, fondata nel 1840. Nel 1856 rese gli onori all’imperatore Francesco Giuseppe ed alla moglie principessa Sissi, in visita a Verona

Presentazione del volume alla cittadinanza

15 maggio a San Pietro di Lavagno, nella Sala civica alle 20,30 22 maggio a Vago di Lavagno, nella Sala Civica alle 20,30

Saranno presenti gli autori Renzo Zerbato e Giuseppe Corrà

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Economia e territorio

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"Rent to Buy”, il metodo più aderente all'oggi per acquistare o vendere casa di Alessandra Sponda, assessore con delega all’Edilizia privata e Urbanistica

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Assessore Alessandra Sponda

artedì 24 febbraio 2015 presso la Sala Consiliare di San Pietro di Lavagno si è tenuta una interessante ed originale conferenza, organizzata dall’Assessorato all’Edilizia Privata e moderata dall’assessore Alessandra Sponda. L’argomento dell’incontro era : “Comperare casa senza mutuo: Rent to buy”, relatore il notaio Paolo Broccoli, con studio notarile a Colognola ai Colli. Prima di affrontare l’argomento principale dell’incontro, ovvero il RENT TO BUY, il notaio ha ripreso alcuni approfondimenti sulla garanzia dell’atto “preliminare” (o “compromesso”) e in particolare si è soffermato sulla distinzione tra REGISTRAZIONE e TRASCRIZIONE dell’atto. La Registrazione del preliminare è un atto obbligatorio che va effettuato entro 20 giorni dalla sottoscrizione dello stesso presso l'Agenzia delle Entrate, non attribuisce maggior efficacia al contratto e non tutela i diritti delle Parti in sede di giudizio. Invece il contratto preliminare autenticato dal notaio, oltre a essere registrato all’Agenzia delle Entrate, è anche trascritto nei Registri Immobiliari, e

vale come una vera e propria prenotazione di acquisto. Non è più soltanto un accordo privato tra acquirente e venditore, viene reso legalmente valido anche verso “terzi”. Ciò significa che il promittente venditore non potrà vendere l’immobile a qualcun altro, né concedere un’ipoteca sull’immobile. Gli eventuali creditori del venditore non potranno iscrivere un’ipoteca sull’immobile promesso in vendita, né pignorarlo. Dal momento della trascrizione del compromesso, l’immobile è “riservato” al futuro acquirente. Il notaio Broccoli suggerisce la trascrizione soprattutto quando si ha intenzione di effettuare il rogito dopo un lungo lasso di tempo o nel caso in cui sia stata versata una caparra molto consistente. Poi si è affrontato il contratto “Rent to buy”. Entra nel nostro ordinamento con l’articolo 23 del decreto «sblocca Italia» (decreto legge n. 133/2014). Questa nuova tipologia di contratto, di provenienza anglosassone, è particolarmente funzionale alla situazione finanziaria attuale in cui le banche sono restie a concedere finanziamenti o mutui per l’acquisto dell’abitazione. Il futuro proprietario, con questa tipologia di contratto, concordato il valore dell’immobile, abita subito la casa che ha scelto di acquistare versando al venditore (privato o costruttore) una somma mensile suddivisa in due quote: una per il godimento www.viverelavagnonline.it

del bene (potremmo dire “affitto”) e una che andrà a creare un deposito in conto futuro acquisto. Entro dieci anni l’inquilino futuro acquirente può decidere di acquistare l’immobile ma non è obbligato a farlo: se rinuncia, perde ovviamente le quote “rent” versate ma ha diritto alla restituzione della quota parte “buy” come da clausole stabilite nel contratto. La tipologia di contratto Rent to buy è ancora “giovane” e può presentare delle varianti, ad esempio può essere prevista una caparra iniziale che può essere trattenuta dal venditore nel caso in cui l’inquilino

Notaio Paolo Broccoli

decida di rinunciare all’acquisto. Comunque il contratto va registrato all’Agenzia delle Entrate come il preliminare ma, per una maggiore tutela dell’acquirente, è opportuno che sia trascritto con l’intervento del notaio. Successivamente il notaio Broccoli ha risposto a numerosi quesiti del pubblico inerenti i vantaggi e i rischi di questa nuova tipologia di contratto, sia per il venditore ( se costruttore e fallisce, se il valore dell’immobile aumenta, ecc.) che per l’acquirente (se smette di pagare ma non lascia la casa, se provoca danni, ecc.), suscitando notevole interesse nei partecipanti.


Maggio 2015

Territorio

Andrea al bar-gelateria Chocolat di Vago di Lavagno

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di Giuliano Bergamini

iamo venuti a conoscenza di un bell’esempio di integrazione sociale che mertia di essere portata a conoscenza. Presso il bar gelateria Chocolat a Vago di Lavagno, noto anche per le torte di cake-design, di proprietà della signora Franca, lavora Andrea, un ragazzo di 22 anni con sindrome di Down. Per tre giorni alla settimana lavora qui al Chocolat: prepara il caffè, serve ai tavoli, apparecchia, sparecchia. Un tempo a causa dei pregiudizi, c’era la tendenza a nascondere le disabilità; ora no, la visibilità diventa un valore: Andrea ha fatto e sta facendo molte esperienze che gli permettono di farsi conoscere, accettare ed apprezzare da tutti. Andrea ha frequentato la scuola alberghiera Berti, sede staccata di Soave per 5 anni e i suoi insegnanti

si sono sempre impegnati per inserirlo, invitandolo a servire in tavola ai pranzi sociali per i quali la scuola curava la preparazione dei cibi. Ha anche partecipato e partecipa lavorando alle cene sociali organizzate dalla parrocchia. Per due giorni la settimana frequenta i laboratori della cooperativa Monteverde di Badia Calavena ed ha partecipato al grande progetto “Geox for Valemour” che ha coinvolto ragazzi con disabilità in varie città, colorando a mano teli utilizzati successivamente per la creazione di pezzi unici di borse, scarpe, sciarpe, ecc. Ha partecipato a “La Grande Sfida” nell’ambito del progetto “Handicap & Sport” del Centro Sportivo Italiano, in collaborazione con il Comune di Verona, organizzata da Roberto Nicolis, nelle edizioni del 2013 e ‘14. Inoltre canta nel coro della parrocchia, frequenta il gruppo Scout, partecipa al gruppo teatrale “Il paese di Alice” di San Bonifacio. Da ottobre scorso lavora qui al Chocolat dove, per merito della sensibilità della proprietaria signora Franca, è molto ben accolto. La madre di Andrea, signora Marta, parla così dell’esperienza di suo figlio: “Questa bella integrazione è importante: lo www.lavagnounipop.it

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scopo è inserirlo positivamente nella realtà sociale in cui vive, prima per lui, per la soddisfazione personale di sentirsi accettato ed apprezzato, ma anche per mostrare alla comunità quanto la sua disabilità non sia freno alle sue capacità e qualità di ragazzo timido, volonteroso e sensibile”. È un inserimento S.I.L. (Servizio Integrazione Lavorativa della ULSS 20), un inserimento di tipo sociale che ha lo scopo di “potenziare nei soggetti disabili e svantaggiati l’autonomia sociale e lavorativa per il raggiungimento del pieno sviluppo della persona contrastando il rischio di emarginazione”. Questi ragazzi valgono ed è importante dare loro l’opportunità di inserimento, perché sono sufficientemente autonomi e possono svolgere bene lavori magari semplici ma gratificanti. La docu-fiction “Hotel 6 Stelle”, trasmessa verso la fine dello scorso anno su Rai 3 raccontava l’esperienza di sei ragazzi speciali, impegnati in un tirocinio formativo in un resort a cinque stelle di Villasimius, una delle più note località turistiche della Sardegna. Ebbene, anche a Vago di Lavagno, c’è un bellissimo esperimento per dare una opportunità ad Andrea…


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Velo e Roverè

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VELO E ROVERÈ VERONESE - Bilancio positivo del primo anno di attività dell’Università Popolare di Tezza Riccardo

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Velo Veronese

iamo partiti un anno fa timidi e titubanti, ma sperando di realizzare finalmente uno spazio culturale aperto a tutti, popolare fino in fondo, capace di creare l’unione tra le comunità di Velo e Roverè, cosa mai fatta prima in Lessinia. Abbiamo avuto l’appoggio per partire e per l’inquadramento istituzionale dall’Università Popolare di Lavagno, che ha fortemente incoraggiato il nostro progetto culturale. Arrivati alla tredicesima lezione, non possiamo che dirci soddisfatti del percorso svolto. Dopo i proverbi di Ezio Bonomi e le storie dei migranti della nostra terra con Nadia Massella, abbiamo ricordato il centenario della Grande Guerra con il film di Mario Monicelli a Velo e “uomini contro” di Francesco Rosi nell’accogliente teatrino di Roverè a cura di Paolo Pomari. Don Rino Breoni, lo scorso dicembre, ha regalato a tutti una serata di profonda spiritualità e modernità della Chiesa. La lezione successiva, colora delle fotografie della nostra magica Lessinia la sala polifunzionale

di Velo con Luca Signori. Le mani di Esther Weber che lavorano il feltro, ricalcano le mani di Mila Erbisti che cerca tra le fessure della roccia le tracce della Terra del passato. Spazio alla medicina con le malattie respiratorie a cura di Stefano Lucioni e l’interazione di farmaci col cibo di Francesco Fasoli. Poi viene la storia con i rievocatori napoleonici e il diritto con Flavia Pomari e la sua lezione, utile e precisa, sugli aspetti legalidelle successioni. Le prossime lezioni saranno sulle relazioni interpersonali e di gruppo con Donato de Silvestri e l’Abbazia di Badia Calavena con la relatrice Fausta Croce. Parteciperemo poi alla visita guidata a San Zeno con il prof. Mario Patuzzo, lunedì 1 giugno 2015. Mercoledì 10 giugno 2015 alle ore 20.30 ci sarà la serata di chiusura, al Teatro San Nicolò a Roverè Veronese, animata dal coro “Le Falìe di Velo Veronese”, per salutarci al prossimo anno ed illustrare le novità future; inutile dire che siete tutti invitati. L’anno appena trascorso è stato prezioso sotto tanti punti di vista. I ringraziamenti da fare sono numerosi: in primo luogo, ai miei colleghi responsabili Leonardo, Zara ed Anselmo; il loro aiuto è stato a dir poco fondamentale. Maria Grazia Belli e lo staff di Lavagno, che ci ha presi sotto la sua ala protettiva. Tutti i relatori, dal primo all’ultimo

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Roverè

che hanno saputo trasmettere conoscenze e saperi, spesso rivolti ai loro stessi compaesani. Il Circolo ed il Comune di Velo che ci hanno concesso gli spazi e la Parrocchia di Velo che ci ha prestato i mezzi per poter svolgere il miglior servizio alle comunità. Tutti i simpatizzanti ed associazioni che hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa. Ma soprattutto, volevo esprimere i miei più sentiti ringraziamenti a tutti gli iscritti e le persone che hanno assistito alle lezioni: numerosi, attenti ed interessati, ci hanno donato tante soddisfazioni e soprattutto la voglia di proseguire con questa avventura nell’anno che verrà, aumentando il numero di lezioni e delle uscite, invitando nuovi e vecchi esperti che ci illustreranno altrettanti argomenti ed notizie, davanti ad una montagna sempre più affamata di conoscenza. L’anno prossimo, al mercoledì sera, spegnete le televisioni e venite a Velo e a Roverè all’Università Popolare!


Maggio 2015

Fotografia

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Nicola Dal Zovo, un fotografo sempre attento a San Briccio e dintorni

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riginario di San Martino B.A., ho vissuto parecchi anni a San Pietro di Lavagno nel quartiere Fontana, ma da qualche anno mi sono trasferito a San Briccio dove vivo con i miei figli e mia moglie Sabrina, originaria della frazione. Sono un volontario dell'associazione All'Ombra del Forte e quando non ho impegni, il sabato mattina, mi reco assieme ad altri volonterosi cittadini di Lavagno e non, su al Forte, a tagliare cespugli, rovi, erbacce ed edere, che in questi anni di abbandono lo avevano praticamente sommerso. Sono da sempre appassionato di fotografia, ad ogni occasione porto con me la mia immancabile macchina fotografica, così, di volta in volta, ho creato un piccolo archivio fotografico con lo storico dei lavori eseguiti al Forte. Sono rimasto affascinato da San Briccio, dal Forte, dalla sua storia, dal paesaggio, dai vigneti, uliveti e dai suoi abitanti, così parallelamente alla documentazione dei lavori di disboscamento del nostro Forte, sto eseguendo atri scatti della frazione, del territorio, della gente e di manifestazioni religiose e non. Ho selezionato le immagini più interessanti e, durante l'ultimo appuntamento della tradizionale manifestazione Vino in Corte 2014, ho allestito una piccola mostra fotografica. Il posto dove è stata allestita la mostra era uno degli storici negozi di generi alimentari della frazione della signora "Elvira", ormai chiuso assieme agli altri, da molti anni. Con me, altri " Artisti del Paese" ( così è stata nominata la mostra) hanno esposto le loro opere: Renzo Ruffo ha messo in bella mostra le sue stupende miniature delle corti storiche della frazione, compresa la vecchia Pieve romanica sul colle, abbattuta per la costruzione del Forte; Sergio Negrini invece ha esposto presepi ambientati a San Briccio ma in chiave moderna, e altri particolari manufatti in legno; Vittorio Ceolaro invece ha colorato il tutto con le sue belle tele degli scorci più suggestivi di San Briccio. L'iniziativa è stata apprezzata e sarebbe bello ripeterla l'anno prossimo. Anche negli anni scorsi era presente al Vino in Corte una mostra fotografica all'aperto, in una corte della frazione dove sono stati esposti parecchi scatti effettuati diversi anni fa, che i generosi Sanbriccesi mi hanno messo a disposizione. Le vecchie foto, segnate dal tempo, sono state riprodotte, sistemate al computer e ristampate, lasciando così le copie originali ai proprietari. L’idea è stata ben accolta e l'interesse, specialmente delle persone più anziane, è stato al-

tissimo: chi si rivedeva da giovane, chi rivedeva un amico scomparso da tempo e chi riviveva momenti di gioco spensierato nella polverosa piazza non ancora asfaltata. Tutte queste foto sono facilmente visibili sul sito della associa-

San Briccio al tramonto

zione SBIF al link http://www.sbif.it comprese le immagini più significative di Vino in Corte 2014. Ho inoltre creato un blog tutto mio, dove è possibile vedere le altre foto relative alla mia passione fotografica, la natura, gli animali e la Lessinia. Questo è l' indirizzo: http://obbiettivolafoto.blogspot.it/

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Maggio 2015

Associazionismo

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Gli alpini all’opera nella potatura degli alberi presso gli orti comunali

G

li Alpini di Vago sono sempre disponibili a rimboccarsi le maniche e mettere a frutto il loro sapere e le loro capacità per migliorare la qualità della vita del loro paese. A Vago, vicino alla baita degli alpini, ci sono gli orti comunali. Il perimetro degli orti e del cortile della baita degli alpini, verso nord, confina con l’autostrada, ed è ingentilito da un filare di alberi molto alti e rigogliosi, ma ormai da potare perché troppo ingombranti. Vedendo che gli Alpini avevano potato il filare di alberi nel tratto di competenza del loro cortile, facendo e dopo la potatura Prima... un bel lavoro, gli assegnatari degli orti hanno chiesto agli alpini di tagliare anche i loro alberi. Per svolgere bene ed in sicurezza questo lavoro, gli alpini si sono muniti di guanti, casco ed occhiali protettivi e di una motosega con prolunga, per il taglio delle piante alte. Nei primi giorni di marzo Rino Cappelletti, Rino Castagna e Carpene Giorgio, coaudiuvati dagli altri alpini del gruppo, in un giorno e mezzo hanno portato a termine il lavoro a regola d’arte.

Le ricette della signora Ornella Pasta al “cacao meravigliao”

Ingredienti per 6/8 persone 500 grammi di farina per fare la sfoglia,100 grammi di cacao amaro e 6 uova. Procedimento…. Disponiamo la farina a fontana, aggiungiamo il cacao e le uova intere, impastiamo molto bene per una decina di minuti e lasciamo riposare il panetto, avvolto in una pellicola per una trentina di minuti. Tiriamo la pasta con la nonna papera o con il mattarello allo spessore desiderato, lasciandola asciugare un po’, tagliamola poi a lasagnette. Che condimento prepariamo? La pasta al cacao si sposa molto bene con il sugo ai peperoni, piselli, coniglio e cacciagione. Da provare e…buon appetito.. Vi aspettiamo al prossimo corso!

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Maggio 2015

Montorio Veronese

Montorio Veronese, tra storia e leggenda

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Rielaborazione Giuliano Bergamini

L

Fonti: Luigi e Gabriele Alloro e Giuseppe Ortolano

a primavera invita ad uscire di casa e tornare a godere della natura: allora perché non effettuare una visita alla bella rocca medievale che domina la frazione di Montorio? Costruita probabilmente nel 995 d.C., vantava ben otto torri, in parte distrutte dall'esercito austriaco nel 1859. Delle quattro sopravvissute, la meglio conservata è il mastio a base quadrata, alto ben 27 metri, che rappresentava l'ultimo baluardo difensivo del castello in caso d'assedio. Le altre torri sono decisamente meno imponenti e in peggior stato di conservazione. Tra queste si distingue la cosiddetta torre vescovile, alta circa 21 metri e misteriosamente collocata all'esterno delle mura, per motivi sino ad ora rimasti sconosciuti. Nelle sale del castello venne solennemente siglato, nel giugno del 1405, l'accordo di dedizione di Verona alla Serenissima Repubblica. La sua visita può essere accompagnata da una sosta al Piloton, una misteriosa pietra di forma fallica collocata dagli antichi abitanti della zona in un luogo a loro sacro. Effettivamente il castello di Montorio ed i colli circostanti, così ameni e rilassanti, hanno un qualcosa di misterioso, testimoniato dalle diverse leggende che proprio qui traggono origine. Una, sia pure poco documentata, narra che nel Castello di Montorio, in una cavità segreta, sia ancora nascosto uno degli ultimi esemplari del “libro del comando”: un volume con centinaia di formule magiche capaci di esaudire tutti i desideri di chi ne entra in possesso. Pare che questi libri fossero particolarmente diffusi sui colli veronesi, oltre che in Piemonte e nell’Italia Meridionale, tanto da scatenare le ire dei sacerdoti cattolici che periodicamente li raccoglievano per bruciarli perché considerati eretici. Ma, come si racconta, i libri, una volta gettati nel fuoco, prendevano vita iniziando a urlare e saltare, come esseri viventi. Laghetto Squarà

Castello di Montorio

Molto meglio documentata è la leggenda, tramandata anche oralmente, che vorrebbe che nel castello vi sia l’accesso ad una galleria sotterranea, una via di fuga, che, passando sotto il fiume Adige e parte dell’abitato della città, collegherebbe il castello stesso all’Arena di Verona. Ma… qualcosa di vero c’è: a valle del castello un condotto esisteva davvero! Si tratta dell’antico acquedotto di origine romana che, partendo dall’attuale laghetto Squarà a Montorio, giungeva fino alla città di Verona. Recentemente, grazie ad alcuni lavori di scavo, sono venuti alla luce alcuni tratti di questo acquedotto costituito da una galleria a forma di U rovesciata avente una larghezza interna di circa m. 0,70 ed un’altezza di m. 1,70. Ma la leggenda più romantica e lugubre assieme narra la storia di Florio e Biancofiore: due amanti sfortunati, protagonisti del Filocolo, romanzo scritto tra il 1336 e il 1339 dal grande letterato Giovanni Boccaccio. Ebbene la giovane coppia sarebbe seppellita proprio nel castello di Montorio: in un’arca nascosta sarebbero infatti contenute le ossa dei due celebri amanti. La conferma di questa leggenda si trova nei seguenti versi latini nella “Cronica” di Domenico Bordigallo, letterato cremonese forse di origini veronesi, vissuto tra il XV e il XVI secolo: Undique cinta jugis Arx eminet aethere claro Montauri et frugum vallis amoena viret Florius in Blancham florem percussus amore arsit: in archa iacent illic et ossa virum. Cinta da ogni parte da monti si eleva la rocca di Montorio e la sua valle amena verdeggia di frutti. Florio arse d’amore per Biancofiore: essi giacciono lì e in un’arca si trovano le ossa di questi due illustri personaggi.

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