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www.maryley.com
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01/2018 First Issue
ART & PHOTOGRAPHY DIRECTOR Flavio Torre GRAPHIC & WEB REDACTION Alessio Gilardi Stefano Gilardi FASHION STORYTELLER Silvia de Saraca WEB www.glamouraffair.com FACEBOOK www.facebook.com/glamouraffairpage INSTAGRAM www.instagram.com/_glamouraffair_ CONTACT review@glamouraffair.com
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The Novel of Nat ure MICHELA TAEGGI The Novel of Nature è una favola fotografica immersa in un ambiente onirico. È una narrazione per immagini in cui l’uomo affiora da una natura fantastica e diventa un tutt’uno con essa, assorbendo l’energia che ne scaturisce. Attori senza nome accompagnano lo sguardo dell’osservatore in un viaggio tra finzione e realtà, dove la natura si offre generosa e si mostra in tutta la sua essenzialità. The Novel of Nature vuole essere un invito al piacere di lasciarsi andare alla bellezza della natura e a immergersi in quell’alternarsi di luce e ombra che scandiscono il nostro tempo. 4
Si tratta di un romanzo visivo basato sul legame primitivo tra uomo e natura, considerata come fonte di creatività e bellezza, che si sviluppa su stagioni psicologiche oltre che temporali. Nasce da una ricerca personale volta a relazionare i sentimenti dell’uomo in costante evoluzione con i cambiamenti della Terra. In queste immagini c’è una presa di coscienza, un ritrovamento di se stessi, tutto permeato dalla malinconia di sentimenti svaniti e contemporaneamente, dalla frenesia di intraprendere un nuovo cammino.
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DIANE ARBUS (1923 - 1971)
“Personaggi per fiabe da adulti”: era la frase con cui Diane Arbus definiva i suoi soggetti. Nelle sue fotografie la Arbus racconta quella commedia umana di cui fanno parte persone ordinarie e, soprattutto, non ordinarie. Soggetti facilmente etichettabili come “freaks”: travestiti, ermafroditi, nani e giganti trovano spazio in un mondo scomodo al quale Diane Arbus si dedicherà dall’inizio degli anni ’60. Diane Nemerov nasce a New York il 14 marzo 1923 da genitori benestanti di origine polacca. A 18 anni sposa Allan Arbus, commesso in una delle pelliccerie di famiglia, dal quale avrà due figlie e impara il mestiere di fotografa, aprendo il loro studio di fotografia. I loro primi lavori nel mondo della moda portano a prestigiose pubblicazioni su riviste quali Vogue e Glamour, ma nel 1958 abbonda lo Studio Arbus separandosi dal marito. Da quel momento Diane Arbus inizia a maturare la sua vocazione personale, ritraendo persone stravaganti ed emarginate che incontra in strada, soggetti ai quali si dedicherà in maniera sistematica e pressoché esclusiva a partire dai primi anni Sessanta. La sua fama passerà poi per le due fondamentali esposizioni presso il Museum of Modern Art (Moma)
di New York, nel 1965 e nel 1967. Diane Arbus inizia a fotografare a partire dagli anni quaranta, utilizzando una Nikon 35 mm, ma solo grazie all’incoraggiamento della fotografa Lisette Model, della quale sarà anche per un certo tempo assitente, supera i suoi limiti. Possiamo idealmente far iniziare il lavoro personale di Diane Arbus già nel 1956, anno in cui inizia a numerare i suoi provini a partire dal nr.1. Catalgherà più di 7.500 rotolini. Fino al 1962 userà quasi esclusivamente il 35 mm che abbandonerà in modo definitivo nel 1963 in favore del medio formato 6x6 cm, una Rolleiflex Biottica e poi una Mamiya C33 biottica dotata di un comodo flash elettronico “di schiarita”, macchine con cui produsse le stampe quadrate che l’hanno resa una delle fotografe più celebri del novecento. La società contemporanea non accoglie immediatamente il lavoro di Diane Arbus e le sue foto destano scandalo. Divorzia ufficialmente dal marito nel 1969 e, depressa, muote suicida il 26 luglio 1971 a soli 48 anni. L’anno successivo alla morte, il Moma di New York le dedicherà una grande retrospettiva. La monografia che accompagna la mostra diventerà il libro di fotografia più venduto della storia.
“Una fotografia è un segreto che parla di un segreto. Più essa racconta, meno è possibile conoscere.”
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Child with Toy Hand Grenade in Central Park. New York (NY, USA), 1962
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A Young Man in Curlers at Home on West 20th Street. New York (NY, USA), 1966
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Identical Twins. Roselle (NJ, USA), 1967
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Patriotic young man with a flag. New York (NY, USA), 1967
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Tattooed Man at a Carnival (MD, USA), 1970
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Jewish Giant, Taken at Home with His Parents in the Bronx. New York (NY, USA), 1970
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FINO A DOMANI Mi siedo e aspetto che arrivi la marea a travolgere questo momento
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L’aria al mattino ha una luce speciale quella del silenzio che parla tra i capelli. Una leggera brezza per danzare su questa sabbia ancora fredda ma tiepida del mio calore. Il vestito mi sfiora la pelle leggero come un respiro. Mi siedo e aspetto che arrivi la marea a travolgere questo momento. Ti guardo...
Uno sguardo oltre il cielo nuvoloso. Oltre la libertà dei miei sogni. Se allontano questo cappello da me potresti vedere aldilà dei miei occhi. Così lo indosso a coprire i miei pensieri che questa luce incalzante rende più veri. Mi potresti vedere ma ancora no.... Almeno fino a domani.
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“Il vestito mi sfiora la pelle leggero come un respiro.�
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“Ti guardo...”
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Flavio Torre Vanessa Parisi
PHOTOGRAPHER: MODEL:
Elena Rossi OUTFIT: Foggi Jeans TEXT: Silvia de Saraca LOCATION: Oasi del Simeto (CT) MAKE-UP ARTIST:
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“Così lo indosso a coprire i miei pensieri che questa luce incalzante rende più veri.”
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VIAGGIO DENTRO
Un libro di Lucia Mimotti e Flavio Torre
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Ogni viaggio ha la sua storia e la storia di questo viaggio inizia nel 2016, quando sulla pagina di un social dedicata alla fotografia viene pubblicato un annuncio: "Fotografo cerca scrittore". Si conoscono in questo modo gli autori di questo libro e cosĂŹ inizia anche la loro amicizia. Fotografia e Poesia si prendono per mano e iniziano a camminare insieme, conservando la loro autonomia e indipendenza e rispondendo a un'unica regola: la natu-
ralezza. Nessuna forzatura, nessun sentiero obbligato, soltanto la voglia di viaggiare liberamente attraverso le immagini e le parole nel mondo interiore che abita ognuno di noi. CosĂŹ queste due forme espressive compiono un "Viaggio Dentro", sfiorandosi a ogni passo e regalando, attraverso la loro tangenza, una forma e una voce ancora piĂš intense a emozioni, sogni, visioni e ricordi.
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Tu non sai la preghiera eterna delle querce la resistenza delle ultime foglie Non sai il disegno contorto della scorza scolpito a forza dalla voce del vento Non sai quel pettirosso che viene a cantarmi la speranza sulla soglia del tramonto Non sai come muore lentamente anche questa notte tra le dita Non sai quel gorgo che ti inghiotte se sai lasciarti attraversare Tu guardi e non vedi perchĂŠ non cerchi mai di rubare il cielo con le mani 39
In ogni angolo di mondo che fa da sipario alla storia dell'uomo il mistero affida ad uno specchio dimenticato il miracolo dell'esistenza. Sullo sfondo - muta l'eterna poesia del cielo. 40
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Nelle tue albe annegano le mie notti - senza di noi - il giorno muore e muore ad ogni Ora Leggimi, dimenticami e dormi il sonno delle pietre che non sanno la carezza continua dell'onda che le leviga ancora Guardami guardami andare via fra tanti cosĂŹ, Sola.
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Apri le imposte del passato! Che entri una carezza di luce a ferire il volto quieto dell'assenza. Si scrosta il muro dei silenzi sotto le unghie ostinate del piĂš dolce ricordo.
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Dopo aver seppellito i nomi diedero un numero ai corpi. I giorni persero le ore, il cielo le sue albe, le bocche l'acqua, i bambini il loro latte. E a sfigurare il volto della memoria un grido eterno e muto di dolore. 46
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THE WIND ROSE Matteo Stucchi Designer
Questo progetto non è solo un progetto di design, ma una sfida contro il futuro di noi giovani. La crisi ha delocalizzato le grandi produzioni, il prodotto seriale viene fatto sempre meno in Italia, ma la cultura del progetto, patrimonio del nostro made in Italy, non può perdersi ed ecco che i giovani designer affrontano il rischio d’impresa, diventando “piccole aziende” e affrontando l’autoproduzione che da un valore aggiunto all’oggetto creato, non ha bisogno della grande industria per essere prodotto, ma va quasi nella direzione dell’altissimo artigianato. “In principio era donna”, questo è l’incipit della storia del desiderio che ha una
matrice femminile. Il femminile come oggetto del desiderio maschile, come luogo in cui trovano spazio i valori dell’amore, della vita e della bellezza a cui ogni arte aspira. Il progetto vuole essere un omaggio al principio del femminile come scintilla che muove la ricerca artistica e il desiderio vettore di ogni ispirazione. Così la materia primitiva per eccellenza, quella più vicina alle origini dell’uomo: la ceramica è qui utilizzata per raccontare le forme del femminile, in una tassonomia morfologica che è un inno alla varietà e alla bellezza molteplice delle donne tutte.
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“Avrei potuto chiamarmi Ladymultitasking, ma “suonava male”... E così, in una notte d’inverno buia e tempestosa, pensando a una versione femminile di Diabolik, è nata: Ladydiabolika!”
Glamour Affair: Lory, dichiari di essere una donna “multitasking” tra Design, Styling, Modeling, Make up e Hairstyling. Quale metteresti al primo posto? Lory: Innanzi tutto Buongiorno e grazie per lo spazio e il tempo che mi state dedicando. Mi dichiaro una donna “multitasking” perchè la mia professione prevede che mi occupi di ruoli anche molto differenti tra loro. Sinceramente non c’è un’occupazione che preferisco, mi appassionano tutte per motivi differenti e quando riesco a fonderle tra loro credo sia il massimo. Per carattere amo non fare sempre le stesse cose e quindi il fatto di potermi alternare in una cosa piuttosto che un’altra per me è un grosso stimolo, 60
mi obbliga ad uscire dalla mia “comfort zone”. Nella mia attività di design amo dar vita a delle idee spesso collegate a una visione fotografica, in effetti il mio modo di creare abbigliamento e accessori è strettamente connesso a questo mondo. La parte di design e di realizzazione dei miei capi è quella, se vogliamo, più divertente in quanto generalmente non legata a schemi specifici, anche se nel corso degli anni si sono delineate nettamente due tendenze nella mia produzione: una aggressiva e una decisamente più romantica. Come stylist amo fare ricerca di look su progetti volti a valorizzare la figura femminile, dall’intimo all’accessorio.
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Logicamente, a seconda del progetto, c’è modo di spaziare molto anche in questo contesto e spesso mi piace mixare le mie creazioni con articoli trovati durante le mie ricerche. Come modella mi piace ancora posare quando c’è ricercatezza nell’immagine o un progetto. Anche la fotografia è un mezzo formidabile per tenere viva la mia creatività, per mettermi alla prova e per confrontarmi anche con le esigenze di chi sta dietro l’obbiettivo. Certe problematiche che ho imparato a gestire su me stessa sul set sono state infinitamente utili anche nelle altre mie mansioni. Come make-up artist non posso non descrivervi la gioia che provo a valorizzare un viso, qualunque
viso. E’ molto diverso truccare una modella, un personaggio dello spettacolo o una persona che ricopre un ruolo istituzionale, una sposa o una persona nella quotidianità. Ogni sistuazione richiede un tipo di sensibilità e attenzione diversa, per questo trovo che anche questo ruolo sia costantemente pieno di stimoli. Come hairstylist il discorso non cambia, io lo vedo come un alleato del make-up, ci vuole la stessa dedizione se non anche di più a seconda del tipo di capello su cui si va a lavorare o sul tipo di immagine che si vuole ottenere. Anche in questo campo gli stimoli non mancano, bisogna sempre rimanere aggiornati e trovare le soluzioni più pratiche per creare un buon look nel minor tempo possibile. 61
GA: Credi nella tua nuova figura d’imprenditrice di moda o apprezzi solo il lato artistico della tua professione? L: Creare il mio marchio Ladydiabolika, una decina di anni fa, è stato un modo per iniziare a mettermi in gioco producendo outfit che nel corso degli anni hanno iniziato a delineare un mio stile. Ancora adesso il lato artistico credo che sia la parte che prediligo nella mia attività, tuttavia attualmente sono strutturata anche per la produzione su misura sartoriale dei miei prototipi che realizzo su richiesta del cliente. 2
GA: Tre aggettivi per definire la tua attività lavorativa? L: Creativa, versatile e affidabile. GA: Il tuo è uno stile impeccabile e riconoscibile nell’eleganza e nella sensualità anche sui dettagli. Hai mai avuto voglia di “cambiare” per seguire le tendenze imposte dalla moda? L: Le imposizioni mi sono sempre state strette un po’ in tutti i campi, ecco perchè no, non ho mai pensato di “cambiare”, semmai ampliare e migliorare la qualità della mia offerta.
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GA: Amore, successo, denaro: qual’è la tua classifica personale? L: Non vorrei cadere in un discorso retorico, ma il successo e il denaro non dovrebbero essere l’obiettivo delle nostre vite, di sicuro non sono quello della mia. Io ho scelto indubbiamente l’Amore per quello che faccio, altrimenti non sarei ancora qui dopo 10 anni dalla nascita del progetto Ladydiabolika. GA: Cosa significa oggi femminilità? C’è uno tuo abito che la rappresenta di più?
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L: La femminilità è soggettiva a mio parere e ogni donna ha il suo modo di esprimerla. Nel mio campo la femminilità è cura di sè, ma è anche un modo di porsi verso gli altri. Per essere femminili non occorre necessariamente essere anche sensuali, ma la mia sfera creativa spazia anche in questa dimensione. Per rappresentare la femminilità, più che un abito, sceglierei due materiali: pizzo e seta. Materiali che non mancano nelle mie creazioni più romantiche. GA: Quante ore dormi per notte? E Quante ore lavori al giorno?
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L: Quando posso, sono una persona che ama riposarsi. Quando invece devo lavorare, non ho veramente orari. Il mio lavoro infatti richiede spesso molta flessibilità.
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GA: Qual è il “particolare” nel tuo lavoro che fa la differenza rispetto agli altri? L: Vorrei porre l’attezione su quel detto :”Tutti sono utili, nessuno è indispensabile” e in effetti è così; tuttavia posso sicuramente dire in mio favore che, avendo maturato una discreta sensibilità in più campi il mio occhio è ben allenato e super attento sul campo, ho anche una discreta attitudine al problem solving, ecco perchè mi reputo una buona alleata nel contesto di un team lavorativo. GA: Ti commuovi di più davanti a un bel film, un tramonto al mare o un bozzetto che diventa abito? L: In tutte e tre le situazioni...ho la lacrima facile! GA: Dici che il tuo Brand è la sintesi delle tue abilità con un pizzico di provocazione: quali sono i tuoi piani futuri per continuare a “provocarci”? L: Solo seguendo i miei diabolici piani lo scoprirete, se volete approfondire vi aspetto sul mio sito web www.ladydiabolika.com e su tutti i miei canali social ;)
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PHOTO CREDITS: 1. Flavio Torre 2. Carlo Mari Studio 3. Roberto Bachis 4. Roberto Allavena 5. Enrico Ricciardi 6. Christophe Mourthè 7. Fabio De Angelis 8. Riccardo Tagliabue 9. Carlo Mari Studio 10. Maciej Kittel
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GAmate
è la modella che appare nella sezione TO BE FAMOUS come ragazza del mese di Glamour Affair Review. In questo numero vi presentiamo:
GAELLE MARINI
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MYSELF Dovunque vada Oltre l’orizzonte che guardo avanti a me Disegno le mie scelte Scrivo le emozioni che scorrono sulla mia pelle come fossero pagine. Un sorriso oppure no Uno sguardo al futuro Trovo in me le risposte che cerco Sono qui davanti a uno scatto Eccomi.... L’abito è per il momento Uno e tanti per parlare di me Per sentire addosso la freschezza e il calore la stoffa giusta per ricamare la mia storia Dovunque vada scelgo la mia via e indosso l’abito più vicino al mio cuore E mi invio un nuovo messaggio Dovunque vada .... sii te stessa.
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Gaia Marini
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CREMA DI FAGIOLI CON GAMBERI SALTATI Ingredienti 150 g di fagioli borlotti 150 g di fagioli cannellini 2 cucchiai di trito per il soffritto 1 spicchio di aglio 2 rametti di rosmarino 12 gamberi 4 cucchiai di olio extravergine di oliva sale e pepe Curcuma q.b.
Procedimento Per preparare la crema di fagioli con gamberi saltati, per prima cosa mettete in ammollo per tutta la notte i fagioli borlotti e i fagioli cannellini. In una casseruola mettete l’ olio extra vergine di oliva, il trito di odori ed i rametti di rosmarino. Fate soffriggere ed eliminate l’aglio ed il rosmarino. Aggiungete i fagioli e fate insaporire qualche istante. Ricopriteli d’acqua e fate cuocere i fagioli per 20 minuti. Trasferiteli ora in un frullatore ad immersione, aggiungete mezzo bicchiere di latte e riducete il tutto in crema. Regolate di sale e di pepe. Pulite i gamberi privandoli del carapace e dell’intestino. Lasciate la coda a scopo decorativo. Fateli marinare per 10 minuti in poco olio, sale e pepe e un pizzico di curcuma. Passati i 10 minuti, scottate i gamberi per pochi istanti in una padella antiaderente ben calda. Ora potete comporre il piatto mettendo sul fondo la crema di fagioli, adagiate sopra i gamberi e decorate con dell’erbe cipollina.
trovi le altre ricette di Luisa su
glamouraffair.com e tacchiepentole.com 78
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#GAddicted: l’Hashtag di Glamour Affair. Condividere un momento, un pensiero o soltanto un’immagine che descrive l’attimo. Una parola dà senso e forma compiuta ad un istante e lo veicola verso le persone. Un hashtag è uno strumento per diffondere non solo moda e tendenza, ma anche bellezza e idee. Glamour Affair ha lanciato #GAddicted per coinvolgere i propri followers e diffondere il suo mondo a 360°. Le foto condivise a dicembre 2017 sul nostro profilo instagram sono state 75 e di queste sono 20 le selezionate dal Team di Glamour Affair per comparire nella galleria del mese, nonostante fossero diversi gli scatti meritevoli. Vuoi diventare anche tu un GAddicted? Usa #GAddicted o tagga l’account instagram @_glamouraffair_
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REPOST: 1. 2. 3. 4. 5.
@ valeria.lepore_ph @ luigicataldo @ torreflavio @ melany_donadio ( @ chozo_ ) @ valevalentin92 ( @ _steffy00_)
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REPOST: 6. 7. 8. 9. 10.
@ giacomov4 @ laaurett_9 @ krissraff @ gilliesph ( @ allis.in.wonderland ) @ matilde_trassi
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REPOST: 11. 12. 13. 14. 15.
@ red_martina @ irene_sagona @ torreflavio @ lorenzoviolaph @ giorgiacoccia
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REPOST: 16. @ ivan_moisio 17. @ bolzon_marika ( @ chozo_ ) 18. @ schallschmidt_photographer_ 19. @ marianafrattale 20. @ ivan_moisio ( @ gemma.lenoci )
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www.milenaandrade.com
The Brand Milena Andrade - The Empowering Denim is the Italian brand famous for her perfect-fit Women Denim Collection: a true object of desire for a network of empowered women. It’s the woman wearing them, that makes these jeans special. Jeans shape up according to every woman’s body shape, thanks to the specialize cut and material hi quality. Born in 2015 and still based in Milan, Milena Andrade’s Jeans are the result of the great teamwork of a brillant and innovative Style Director and selected International professionals. These pair of jenas are all designed in Italy.
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