GlamourAffair Vision 2019_05.06

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2019/05.06 READ ON

glamouraffair.vision RIVISTA BIMESTRALE DI FOTOGRAFIA, ARTE E DESIGN BIMONTHLY REVIEW OF PHOTOGRAPHY, ART AND DESIGN

Registrazione al Tribunale di Milano n° 27 del 14/02/2019 Registration at the Law Court of Milan n° 27 of 14/02/2019

Cover Credits © ANA ARAGÃO

Editorial Staff Direttore responsabile | Editor in Chief ALESSIO GILARDI Direttore artistico | Art Director FLAVIO TORRE - satisfystudio photo Direttore digitale | Digital Director STEFANO GILARDI

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ANA ARAGÃO BIC Drawings LUCA EVA - Cyberdog Project NICOLE PIZZATO Mom & blogger DAMIANO DARGENIO Fashion Photographer MISS BEZIER Digital Artist ANNA STERLING Surreal Photo-Art DESIGUAL- ART BASEL MIAMI Fashion & Body Art VILLAGGIO VIVERE ALTRIMENTI Illustrated Architecture ANTHONY SAMANIEGO Landscape ULTRÀCHIC - DIEGO DOSSOLA Stylist interview JOSH S. ROSE Analog film BEATA SZCZECINSKA Abstract Artist GIULIA ROCAMBOLE Model ABDO HASSAN Digital Artist TMJ DESIGN STUDIO Studio ANGEL BLUE Opera Singer Interview #GADDICTED The Instagram selection


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Photos: Rui Manuel Vieira


BIC drawings

Ana Aragão è un architetto di Porto, laureata presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Porto (FAUP, 2009) e borsa di studio della FCT, ha frequentato il PhD del Dipartimento di Architettura dell’Università di Coimbra (2011-2014). La sua indagine grafica esplora il tema degli immaginari urbani e propone “architetture di carta”. Alcuni dei suoi progetti recenti includono la partecipazione alla Biennale di Venezia del 2014, la sua selezione da parte di Luerzer’s Archive come uno dei “200 Best Illustrators Worldwilde”, nonché collaborazioni con Vista Alegre, Porto Barros, Tapeçarias Ferreira de Sá, Jofebar, Centro Cultural de Belém, Casa da Memória de Guimarães, tra gli altri Musei e Istituzioni Culturali. Nel 2018 è stata invitata a fare una artistic residency e una mostra personale alla Fundação do Oriente, esibendosi per la seconda volta a Macao. Il tema che la accompagna nella sua vita, la rappresentazione di paesaggi urbani attraverso la lente della soggettività, assume diverse configurazioni in base al progetto. Il suo ultimo progetto (large scale Bic drawings) propone una visione fantastica delle strutture architettoniche che si innalzano verso il cielo, come se in un futuro sconosciuto non ci fosse più spazio per le città. La Reclamazione Verticale degli Spazi Individuali propone narrazioni non lineari di edifici enormi occupati o abbandonati; misteriosamente non abbiamo la possibilità di vedere le figure umane che hanno trasformato l’architettura in organismi viventi. Ciascuno dei disegni è carico di un senso di distopia, affermando l’incapacità dell’architettura moderna e postmoderna di soddisfare i bisogni degli esseri umani, suggerendo così il suo fallimento finale. A ben vedere, c’è conforto nel leggere che ogni individuo rivendica il proprio spazio di sopravvivenza trasgredendo l’estetica dell’autore e protendersi da ogni centimetro per ricercare la propria libertà. La sua fonte d’ispirazione era l’alloggio ad alta densità in qualche parte dell’Asia, con tutte le sue inclinazioni informali in extremis. Il tema di Ana è la città, invariabilmente, la relazione tra il piccolo e il globale, il piccolo dettaglio e la forma generale. Disegna tutto a mano, credendo che gli errori del lavoro manuale (non c’è un pulsante Annulla quando si lavora a mano) sono una variabile importante delle sue creazioni. Il suo processo di disegno molto prolungato è la chiave per articolare il tempo, il pensiero e l’indeterminatezza profondamente associati al suo lavoro grafico e concettuale. Ogni disegno è, per Ana, contemporaneamente il primo e l’ultimo assoluto. E poi ricomincia.

Ana Aragão is an architect from Porto, graduated from the Faculty of Architecture of the Porto University (FAUP, 2009) and scholarship-holder from FCT, attended the PhD of the Department of Architecture of the University of Coimbra (20112014). Her graphic investigation explores the theme of urban imaginaries and proposes paper architectures. Some of her recent projects include the participation in the Venice Bienal of 2014, her selection by Luerzer’s Archive as one of the “200 Best Illustrators Worldwilde”, as well as collaborations with Vista Alegre, Porto Barros, Tapeçarias Ferreira de Sá, Jofebar, Centro Cultural de Belém, Casa da Memória de Guimarães, among others Museums and Cultural Institutions. In 2018 she was invited to do an artistic residency and solo exhibition at Fundação do Oriente, exhibiting for the second time in Macau. Her longlife theme, the representation of urban scapes through the lens of subjectivity, assume different configurations according to the project. Her latest project (large scale Bic drawings) proposes a fantastic view of architectonic structures that rise towards the sky, as if, in an unknown future, there was no more ground space left for the cities to grow. Vertical Reclamation of Individual Spaces proposes non linear narratives of occupied or abandoned huge buildings; mysteriously, we don’t have the chance to see the human figures that transformed the architecture into living organisms. Each one of the drawings is charged with a sense of dystopia, stating the incapacity of modern and postmodern architecture to meet the needs of human beings thus suggesting its ultimate failure. On closer inspection, there is comfort in reading that each individual is claiming their own survival space by transgressing the authorial aesthetics and protruding from every inch to negotiate their freedom. Her inspiration was the high-density housing somewhere of Asia, with all its informal proclivities in extremis. Ana’s theme is the city, invariably, the relation of the small with the global, of the tiny detail and the overall shape. She draws everything by hand, believing that the errors of the manual work (there is no undo button when working by hand) are an important variable of her creations. Her very prolonged process of drawing is the key for articulating time, thought and the indeterminacy profoundly associated with her graphic and conceptual work. Every drawing is, for Ana, simultaneously the first one, and the absolute last. And then she starts again.

ANA ARAGÃO

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LUCA EVA CYBERDOG

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FIGLIE DEL TEMPO

DAUGHTERS OF TIME

Tra le dita laccate passa l’attimo e sparisce il fumo dalla mia bocca. Io sono i miei occhi e lo sguardo che non puoi fare a meno di guardare. Mi muovo sicura tra il giorno e la notte, conosco le strade, i suoi mostri e il ghigno della convenzione. Non sono la folla e scelgo i miei colori. Sulla pelle l’argento e il metallo, l’acciaio di una astronave tra le fluorescenze di una nuova galassia. Uno sparo in mezzo al muro è lo stile che indosso, senza regole.Anima i marciapiedi senza fermarsi. Fino alla sera, incessante come la musica tra neon di luce e ombre dove specchiarsi non fa paura. Sono un mondo di sensazioni aliene di desideri incontenibili. Non ho stagioni e il tempo passa dietro la mia parabola, ascendente più del successo, nuova dea della Wi-Fi. Nasco e rinasco dalle frequenze che mi appartengono. Cammino sulle sue onde senza sosta. Non passerò. È domani. Ma io sono già oltre.

The moment passes between the lacquered fingers and the smoke disappears from my mouth. I am my eyes and the look that you cannot help but look at. I move safely between day and night, I know the streets, its monsters and the grin of the convention. I’m not the crowd and I choose my colors. On the skin, silver and metal, the steel of a spaceship in the fluorescence of a new galaxy. A shot in the middle of the wall is the style I wear, without rules. It animates the sidewalks without stopping. Until the evening, incessant as the music between neon of light and shadows where mirroring is not scary. I am a world of alien feelings of uncontrollable desires. I have no seasons and time passes behind my dish, ascending more than success, new goddess of Wi-Fi. I was born and reborn from the frequencies that belong to me. I walk on its waves without stopping. I will not pass. It’s tomorrow. But I’m already over.

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Photographer: LUCA EVA | @lucaevastudio Styling: TERRY DAVY | @terry_davy Brand: CYBERDOG | @cyberdogofficial Models: BADA$$ B. | @badassb.official FISHBALL | @fishball_sg CHRISTINA BERTEVELLO | @christina.bertevello Texts: SILVIA DE SARACA | @1solodiseta Location: LONDON

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NICOLE PIZZATO

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Photo: Luca Mazzocco - Brand: Vicario Cinque


mom & blogger

Mamma, manager, donna: sono tanti i volti dell’influencer Nicole Pizzato. La sua è la storia di una ragazza determinata, cresciuta in Svizzera, che in Italia ha trovato la sua felicità nella vita professionale e sentimentale. Moda e comunicazione sono sempre state le sue passioni tanto che nel 2012, dopo aver lavorato come modella e scritto due libri di successo, ha scelto di unirle nel blog “Nichylove” nel quale ha deciso di affidare al web il suo diario di giovane donna in dolce attesa. Oggi che è un’affermata imprenditrice digitale, nonché mamma di Ginevra, il suo ricordo va al passato, all’inizio del suo blog e del suo modo di comunicare al mondo l’importante decisione di diventare mamma, ma anche al futuro di Nichylove. Mom, manager, woman: there are many faces of the influencer Nicole Pizzato. Her is the story of a determined girl, raised in Switzerland, which in Italy has found its happiness in professional and sentimental life. Fashion and communication have always been her passions, so that in 2012, after working as a model and writing two successful books, she chose to join them in the blog “Nichylove” in which she decided to entrust her diary of a young woman to the web sweet waiting. Today she is an established digital entrepreneur, as well as mother of Ginevra, her memory goes to the past, at the beginning of her blog and her way of communicating to the world the important decision to become a mother, but also to the future of Nichylove.

INTERVIEW BY SARA PANIZZON

S.P. Nicole cosa significa per te essere imprenditrice e mamma? N.P. Come madre penso di essere molto simile alla mia: cerco di essere una mamma presente ma soprattutto sto insegnando a mia figlia a raccontarmi il suo mondo, la voglio ascoltare dandole una giusta educazione. Come imprenditrice digitale, invece, coltivo ogni giorno la mia passione per la comunicazione. Il blog è cresciuto non solo grazie ai lettori, ma anche grazie ai brand che hanno creduto nei valori che desideravo trasmettere attraverso il mio blog. E’ stato un lavoro in salita, da affrontare passo dopo passo, anno dopo anno e c’è ancora molto da fare.

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Photo: Flavio Torre - Brand: Vicario Cinque


S.P. What is your relationship with fashion? N.P. I met the fashion world from a very young age after winning beauty contests. It was a very important period of personal growth and maturation even though my parents were always present at my every step. I worked as a model for a few years and also worked in a showroom: these experiences allowed me to get to know the environment and to be able to start talking about it on my blog and on my social media channels. My relationship with fashion is not just about knowledge, research and attention, but it is also a fun and transversal relationship: I love fashion and I choose the brands that carry on my own values. Fashion is important, but let’s always remember that we are talking about clothes and therefore I also try to teach the right value of things to my daughter and that appearance is not everything. S.P. Nelle tue attività appare anche Ginevra, ma l’attenzione per la tutela dell’immagine di tua figlia è sempre molto alta.. N.P. Ginevra ha un’immagine molto esposta sui social, anche se è tenuta lontana da questo mondo. Il mondo dei social può sembrare bellissimo, ma se non lo conosci realmente ti può fare molto male. Ecco perchè ho aderito al Movimento Etico Digitale che sta lavorando seriamente per informare i genitori e i giovani d’oggi in tutta Italia sulle potenzialità e i rischi sul web. I bambini non dovrebbero mai essere lasciati da soli davanti ad un computer, serve una maggiore educazione digitale non solo per loro anche per i genitori. S.P. Ginevra also appears in your activities, but the focus on protecting your daughter’s image is always very high.. N.P. Ginevra has a very exposed image on social media, even if it is kept very far from this world. The world of social media may seem beautiful, but if you don’t know it really it can hurt you a lot. That’s why I joined the Digital Ethical Movement, which is working very seriously to inform parents and young people throughout Italy today about the potential and risks on the web. Children should never be left alone in front of a computer, more digital education is needed, not just for their parents.

Photo for Movimento Digitale, Ambassador Photo: Luca Mazzocco

S.P. Qual è il tuo rapporto con la moda? N.P. Ho conosciuto il mondo della moda da giovanissima dopo aver vinto dei concorsi di bellezza. E’ stato un periodo molto importante di crescita e maturazione personale anche se i miei genitori erano sempre presenti ad ogni mio passo. Ho fatto la modella per alcuni anni e lavorato anche in uno showroom: queste esperienze mi hanno permesso di conoscere l’ambiente e di poterne iniziare a parlare anche nel mio blog e nei miei canali social. Il mio rapporto con la moda non è solo di conoscenza, ricerca e attenzione, ma è anche un rapporto divertente e trasversale: amo la moda e scelgo i brand che portano avanti i miei stessi valori. La moda è importante, ma ricordiamoci sempre che stiamo parlando di vestiti e quindi anche a mia figlia cerco di insegnare il giusto valore delle cose e che l’apparenza non è tutto.

Photo for Altabadia, Ambassador

S.P. Nicole what does it mean for you to be an entrepreneur and a mother? N.P. As a mother I think I am very similar to mine: I try to be a present mom but above all I am teaching my daughter to tell me about her world, I want to listen to her giving her a proper education. As a digital entrepreneur, instead, I cultivate my passion for communication every day. The blog grew not only thanks to readers, but also thanks to the brands that believed in the values I wanted to convey through my blog. It was an uphill work, to be tackled step by step, year after year and there is still a lot to do.

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Photo: Flavio Torre - Brand: Sposa Pronovias Photo: Luca Mazzocco - Brand: Vogue Eyewear Photo: Flavio Torre - Brand: Vicario Cinque 28

S.P. Come evolverà Nichylove? N.P. Non faccio passi più lunghi della gamba, lavoro in base alle mie potenzialità. Io cresco insieme al mio blog e mantenendo un rapporto costante e diretto con le persone che mi hanno permesso di fare di questa mia passione un vero e proprio lavoro. Mi piacerebbe trasformare il blog in un magazine. Inoltre vorrei sperimentare nuovi canali social per evolvere ulteriormente il mio modo di comunicare con i miei followers. Credo anche che la fotografia rimanga il mezzo espressivo con il quale trasmettere le emozioni in modo diretto. Le fotografie sono ricordi. S.P. If you had to give me two photos that represent your past and your present, which ones would you choose? N.P. A friend of mine sent me a photo of when I was 15 writing “how beautiful you were”: the truth is that at 15 I didn’t see myself as beautiful, I wasn’t satisfied with myself, as happens to all adolescents. If I had to give you a picture of my present, I would give you one of the family, as a mother from Ginevra and as a companion of Nicola, because today I am much more beautiful than then because the joy that my family gives me is all I could to desire. They complete me as a woman and an entrepreneur. S.P. Se dovessi darmi due istantanee, due foto che rappresentino il tuo passato e il tuo presente, quali sceglieresti? N.P. Una mia amica mi ha inviato una foto di quando avevo 15 anni scrivendo “quanto eri bella”: la verità è che io a 15 anni non mi vedevo bella, né ero soddisfatta di me stessa, come capita a tutte le adolescenti. Se dovessi darti una foto del mio presente, te ne darei una di famiglia, in veste di mamma di Ginevra e compagna di Nicola, perchè oggi sono molto più bella di allora in quanto la gioia che mi regala la mia famiglia è tutto ciò che potevo desiderare. Loro mi completano come donna e imprenditrice. S.P. If you had to give me two photos that represent your past and your present, which ones would you choose? N.P. A friend of mine sent me a photo of when I was 15 writing “how beautiful you were”: the truth is that at 15 I didn’t see myself as beautiful, I wasn’t satisfied with myself, as happens to all adolescents. If I had to give you a picture of my present, I would give you one of the family, as a mother from Ginevra and as a companion of Nicola, because today I am much more beautiful than then because the joy that my family gives me is all I could to desire. They complete me as a woman and an entrepreneur.

WEBSITE | www.nichylove.com INSTAGRAM | nicole_pizzato FACEBOOK | blognichylove TWITTER | nicolepizzato


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Photo: Luca Mazzocco - Brand: Vicario Cinque


Damiano Dargenio nasce a Milano nel marzo dell’ 82. Il suo interesse per la fotografia inizia quando alla fine degli studi come grafico pubblicitario scopre il modo per dar vita alla sua immaginazione. Sceglie un percorso un po’ fuori dagli schemi che lo proietta direttamente nel mondo del lavoro, dove impara sul “campo” tecniche e segreti del mestiere. Da subito curioso di sapere lavora a stretto contatto con professionisti della pellicola, la vera anima della fotografia. Nel suo percorso lavorativo passa dall’esposizione, lo sviluppo e la stampa fino alla post-produzione e modella uno stile personale, molto apprezzato nel mondo commerciale ed artistico. In continua evoluzione e ricerca sperimenta nuove tecniche, arrivando ad esplorare negli ultimi anni il mondo del video spesso nel ruolo di regista e direttore della fotografia per videoclip musicali, spot, fashion-movie e cortometraggi. Nel 2013 partecipa al Festival di Cannes nella sezione Short Film Corner. ! Nel 2010 l’incontro con 133ART determina l’esordio nelle esposizioni artistiche tra Milano e Londra con “NATIVE”, omaggio al popolo dei nativi americani. Nel 2012 entra a far parte della Galleria M&D arte e partecipa all’ Affordable Art Fair 2013 a Milano. Nel 2013 consolida una collaborazione con Cobra Art Company in Olanda. Nel 2014 espone all’ Affordable Art Fair il secondo progetto personale “Cyberpunk Effect” sia ad Amsterdam che Bruxelles, Honk Kong, Milano, Maastricht e New York. Nel 2017 espone in Galleria STATUTO13, in Brera, a Milano la sua prima retrospettiva personale dal titolo “Best Seller” a cura di Massimiliano Bisazza. ! ! Attualmente lavora con grandi aziende nel campo della moda, design e musica. Pubblica sui maggiori redazionali di moda, spettacolo e lusso. Insegna Fotografia Digitale e Fashion in LABA Libera Accademia Belle Arti di Brescia e organizza workshop fotografici itineranti in Italia. Fonda LAC, il primo contest fotografico sul territorio italiano con contenuti live e interventi dei più grandi artisti della fotografia d’autore

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DamianoDargenio born in Milan in March of 1982. His interest in photography begins when after he completed his studies as a graphic designer Advertiser, finds out how to bring his imagination to life. He chooses a path a little out of the box that projects him directly into the business, where he learns techniques and secrets of the trade on the field. His craving for knowledge takes him closely to film professionals, the true soul of photography. In his career he moved from exposure, development and printing to post-production and models a personal style, very appreciated in the commercial and artistic world. In continuous evolution and research, he experiments with new techniques, exploring in recent years the world of video often in the role of director and director of photography for music videos, commercials, fashion movies and short films. In 2013 he attended the Cannes Film Festival in the “Short Film Corner” section. In 2010 the cooperation with 133ART determines the debut in the art exhibitions between Milan and London with “NATIVE”, a tribute to the Native American people. In 2012 he joined the M&D Art Gallery and participated in the Affordable Art Fair 2013 in Milan. In 2013 he consolidated a collaboration with Cobra Art Company in the Netherlands. In 2014 he exhibited the second personal project “Cyberpunk Effect ”both in Amsterdam and in Brussels, Honk Kong, Milan, Maastricht and New York. In 2017 he exhibited in Galleria STATUTO13, in Brera, Milan his personal retrospective entitled “Best Seller” by Massimiliano Bisazza. He currently works with large companies in the fields of fashion, design and music. Publish on the major editorials on fashion, entertainment and luxury. He teaches Digital Photography and Fashion in the LABA Libera Academy of Fine Arts in Brescia and organizes traveling photo workshops in Italy. He establish LAC, the first photographic contest on the Italian territory with live contents and interventions of the greatest artists of author photography.


fashion photographer

model: GIORGIA ERBA

DAMIANO DARGENIO

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model: THOMAS SAOTTINI


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model: MARTINA TOSI


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model: VIRGINIA ECKLEBEN


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model: MARI COSTA


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model: MICOL RONCHI


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model: JUSTINE MATTERA, make up: CECILIA TONELLO


www.damianodargenio.com www.lac-contest.com

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model: MARTA & RICE, make up: MANUELA ROSIGNOLI


digital artist

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MISS BEZIER


“Selfie” series G.A. Ciao Miss Bezier. Eʼun vero piacere ospitarti su Glamour Affair Vision. Iniziamo subito, se si può, conoscendo il tuo vero nome, per poi passare a raccontarci le origini della tua passione artistica. M.B. Ciao GlamourAffair, il piacere è tutto mio. Il mio vero nome è Sissi. Non ricordo davvero quando è iniziato, ma immagino che la ragione sia perché è nata con me. I miei genitori potrebbero raccontarti un centinaio di storie della mia arte con vari amteriali. Ho iniziato a dipingere sui muri non appena ho potuto camminare (e non con la vernice). G.A. Hi Miss Bézier. It’s a real pleasure to host you on Glamor Affair Vision. Let’s start immediately, if you can, know your real name, then move on to tell us the origins of your artistic passion. M.B. Hi Flavio, the pleasure is all mine. Il mio vero nome e Sissi. I don’t really remember when art started for me, I guess the reason is because I was born with it. My parents could tell you a hundred stories of my making art with questionable materials. I was painting on the walls as soon as I could walk (and not with paint). G.A. Cinque “parole chiave” per descrivere Miss Bézier. M.B. La gente di solito descrive il mio lavoro con parole come bold, potente, forte, coraggioso, brillante, tecnico, sexy, ispirato. Credo che a livello superficiale, possano essere tutte quelle cose. Quello che sta succedendo per me è qualcosa di completamente diverso. Il mio lavoro è per me parte di un risveglio spirituale, una messa in discussione della mia programmazione subconscia. “Sono io che sono stato programmata per credere che io sia o sono completamente qualcos’altro?” La risposta che ho scoperto nel corso degli anni è che io sono la seconda. Quindi le mie cinque parole sarebbero “close-your-eyes-and-see”. G.A. Five “keywords” to describe Miss Bézier. M.B. People usually describe my work with words like bold, powerful, strong, brave, brilliant, technical, sexy, inspired. I believe that at a surface level, it can be all those things. What’s going on for me though, is something completely different. My work is for me part of a spiritual awakening, a questioning of my own subconscious programming. “Am I who I have been programmed to believe I am or am I something else entirely?” The answer I’ve been discovering over the years is that I am the latter. So my five words would be “close-your-eyes-and-see”. G.A. Nella tua serie “selfie” che troviamo in questa pagina cʼè molto della tua intimità, puoi raccontarci il messaggio che vuoi comunicare e perché? M.B. Sì, “Selfie”. Un inno alla mia autoindulgenza. Voglio dire, tutto il mio lavoro è autobiografico, ma “Selfie” è al culmine. È un’esplorazione esplicita del mio “yin”, la sua sessualità nel mio lato oscuro e femminile. Sento fondamentale per il mio equilibrio personale essere in grado di abbracciare sia la mia “luce” che i miei lati “oscuri” con la stessa apertura. Tabù sessuali, regole religiose, standard guidati da patriarcali non possono avere spazio nella mia vita, sono estremamente tossici e anti-spirituali. G.A. In your series “Selfie” that we find on this page there is a lot of your intimacy, can you tell us the message you want to communicate and why? M.B. Yes, “Selfie”. An ode to my own self-indulgence. I mean, all my work is autobiographical, but “Selfie” is at the pinnacle. It’s an explicit exploration of my “yin”, the sexuality of it in my dark, feminine side. I feel it paramount to my personal balance to be able to embrace both my “light” and my “dark” sides with the same openness. Sexual taboo, religious rule, patriarchal-driven standards cannot have room in my life, they are extremely toxic, and anti-spiritual.

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Pallas Athena 43


Aphrodite 44


G.A. Su Spotify possiamo ascoltare il tuo album “Tik”, esiste una relazione tra la musica e tuoi disegni? Sono due forme dʼarte che possono avere una sinergia tra loro? M.B. Sì, la sinergia è permanente. “Tik” fa parte della colonna sonora della collezione VIBRADIOS, omologa della mia serie “Sel fi”. Le opere che faccio come Miss Bézier diventano le immagini e i disegni tessili che utilizziamo a Vibradios. Descriverei Vibradios come un’esperienza integrale che fonde il design con le arti. In definitiva siamo un marchio di moda, ma lanciamo collezioni in gallerie d’arte anziché in passerelle. Ogni capo è in edizione limitata o unico nel suo genere. Realizziamo colonne sonore per ogni collezione e imprimiamo una traccia scansionabile su ogni capo e accessorio. Realizziamo film di moda. Facciamo spettacoli. Mia sorella María, che è la mia compagna e direttrice creativa del marchio, sogna scene e mondi in cui i miei personaggi prendono vita in modo straordinario.

Miss Moloko+

G.A. On Spotify we can listen to your album “Tik”, is there a relationship between music and your drawings? Are these two forms of art that can have a synergy between them? M.B. Yes, the synergy is permanent. “Tik” is part of the soundtrack to the VIBRADIOS collection, homologous with my series “Selfie”. The works I do as Miss Bézier become the images and textile designs we use at Vibradios. I would describe Vibradios as a wholistic experience that fuses design with the arts. We are ultimately a fashion brand, but we launch collections in art galleries instead of runways. Each garment is either a limited edition or one of a kind. We make soundtracks for each collection and imprint a scannable track onto each garment and accessory. We make fashion films. We do performances. My sister María, who is my partner and creative director of the brand, dreams up performances. My sister María, who is my partner and creative director of the brand, dreams up performancers and worlds where my characters come to life in remarkable ways. G.A. Sul profilo Instagram @vibradios_fashiondesign sei direttore artistico di questo brand, come nasce questa collaborazione? M.B. Mia sorella è una stilista, ha iniziato il marchio da sola. Poco dopo, ha iniziato a usare i miei dipinti e disegni come i suoi tessuti. Questa collaborazione naturale si è sviluppata in una vera partnership intorno al 2010.

Future Girl

G.A. On the Instagram profile @vibradios_fashiondesign you are art director of this brand, how is this collaboration born? M.B. My sister is a fashion designer, she started the brand on her own. Soon after, she began using my paintings and drawings as her textiles. This natural collaboration developed into an actual partnership around 2010. G.A. Dichiari che fai “esperimenti con curve” nelle tue opere, come ertichetti la tua forma dʼarte? I tuoi “sketching” sono fatti a matita per poi passare al digitale per poi ritornare alla stampa cartacea, cè un motivo particolare in questo tuo processo di creazione dellʼopera? M.B. Miss “Bézier”, dopo tutto. La mia carriera accademica è iniziata nella scuola di architettura. Per anni tutta la mia produzione è stata molto tecnica. Il software era autoCad, dove ho sviluppato una relazione molto intima con le curve di Bézier. Ma ho anche una formazione artistica classica che è iniziata nella mia adolescenza. Immagino sia da qui che deriva il mix di tecniche. I colleghi artisti continuano a dirmi di comprare un iPad Pro per disegnare, ma non mi considero ancora un artista digitale. Non mi considero in alcun modo un artista in particolare, a dire il vero. Non voglio etichettarmi, sarebbe un limite insopportabile.

Conversations 45


Good Boy

Belle of the Ball 03 46


Belle of the Ball 02 47


G.A. Declare that you do “experiments with curves” in your works, as ertichetti your art form? Your “sketching” are done in pencil and then go to digital and then return to print, there is a particular reason in this process of creating your work? M.B. Well, I am Miss “Bézier” after all. My academic career started in architecture school. For years all my output was very technical. The software was autoCad, where I developed a very intimate relationship with bézier curves. But I also have a traditional fine arts training that started in my teenage years. I guess that’s where the mix of techniques comes from. Fellow artists keep telling me to buy an iPad Pro to sketch on, but I still don’t see myself as a digital artist. I don’t see myself as any kind of artist in particular, to be honest. I don’t want to label myself, that would be unbearably limiting. G.A. Per concludere, se i nostri lettori vorrebbero acquistare le tue opere come possono fare? e quali sono i tuoi progetti per il futuro? M.B. Possono sempre contattarmi direttamente su instagram @missbezierart o andare al mio negozio Etsy. Il futuro? Il futuro è ora! G.A. To conclude, if our readers would like to buy your works, how can they do? and what are your plans for the future? M.B. They can always contact me directly on instagram @missbezierart or go to my Etsy store. The future? The future is now!

INSTAGRAM | @miss.bezier.art ETSY | MissBezierArt

Mistress 48


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surreal photo-art

ANNA

STERLING

Anna Sterling è una fotografa d’arte surreale con sede ad Amburgo, in Germania. Si concentra su autoritratti e manipolazioni di foto surreali, in particolare fotografia digitale all’aperto e fotografia con green screen. Anna si è immedesimata nella fotografia sin da quando era bambina ed ha sviluppato il suo stile nel corso degli anni. Attraverso l’elaborazione digitale delle immagini, traspone le idee d’immagine concrete in composizioni artistiche non invasive. Con le sue foto, racconta storie la cui profondità viene svelata soltanto dopo averle osservate più volte. Il suo obiettivo è offrire agli spettatori un ampio margine di interpretazione, lasciare che si esauriscano le storie e motivarli a pensare fuori dagli schemi. La vera ispirazione viene da avvenimenti scritti dalla vita stessa. La malinconia, i sogni e gli abissi dell’animo umano si riflettono nella fotografia surreale e senza tempo.

Anna Sterling is a surreal art photographer based in Hamburg/Germany. She focuses on self-portraits and surreal photo manipulations, especially digital outdoor photography and photography in front of a green screen. Anna has been involved in photography since she was a child and has developed her own style over the years. Through digital image processing, she transfoms concrete image ideas into unobtrusive, artistic compositions. With her pictures, she tells stories whose depth is only revealed after looking at them several times. She aims to give viewers plenty of leeway for interpretation, let them finish the stories themselves and thus motivate them to think outside the box. True inspiration comes from stories written by life itself. Melancholy, dreams and the abysses of the human soul are reflected in surreal and timeless photography. MY OWN DARKNESS 51


BY THE SEA

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COLORS OF THE WIND

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HEAD UP

MIND DRIFT 54


TAKE ME HOME

SHELTER 55


IN DREAMS

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FROZEN GARDEN

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WEBSITE | www.AnnaSterling.de INSTAGRAM | AnnaSterling.Art

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ONCE UPON A DREAM 59


BODY ART Il tuo corpo è una tela, riempilo di colore. Abbiamo cancellato i limiti e tra corpo e capo e abbiamo trasformato le nostre quattro protagoniste in vere opere d’arte. Desigual e il mondo dell’arte sono da uniti sempre. Sin dagli inizi abbiamo utilizzato la pittura, la tela o la musica come parte del nostro modo di esprimerci. Perciò, in occasione di Art Basel Miami 2018, abbiamo creato Desigual Colour House, uno spazio di co-creazione artistica dove dar sfogo alla creatività e reinterpretare l’universo Desigual attraverso guardi differenti.

La Body Art nasce come uno di questi progetti creativi: le artiste Miranda Makaroff e Claudia Sahuquillo hanno ricevuto l’incarico di infondere colore e dipingere i corpi dei nostri protagonisti, portandoli alla categoria di opere d’arte. Ora, in occasione della Giornata internazionale dell’arte che si festeggia in tutto il mondo il 15 aprile, presentiamo la nostra proposta creativa a cui hanno partecipato modelle e influencer di calibro internazionale, fotografate da Alejandro Sonoro e con lo styling di Laura Vandall.

GUINDI, WHEN ART MEANS FREEDOM L’antimodella spagnola, Marina Guindi, balla con diversi capi della capsule logomanía trasformati in gonna. Guindi riposa a Miami Beach con una giacca trucker di patchwork e delle infradito vintage.

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ELENA, ATYPICAL TROPICAL GIRL L’italiana Elena Bonamico passeggia sui lunghi viali di Miami con dei jeans con palme sfumate e una leggera camicia di voile. Elena guarda l’orizzonte con una trucker con maniche in tricot e degli shorts bianchi con strisce dorate laterali.

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ELENA, ATYPICAL TROPICAL GIRL L’italiana Elena Bonamico passeggia sui lunghi viali di Miami con dei jeans con palme sfumate e una leggera camicia di voile. Elena guarda l’orizzonte con una trucker con maniche in tricot e degli shorts bianchi con strisce dorate laterali.

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MIRANDA, LA REGINA DEL COLORE La sfaccettata artista Miranda Makaroff destruttura due giacche di maglia traforata per creare questo capo unico, con cui poter passeggiare senza timori nel quartiere Art DĂŠco di Miami. Le pennellate multicolore di Miranda vengono trasferite su questo vestito bianco con scollo a barca e schiena scoperta

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illustrated architecture

Villaggio Vivere Altrimenti è un laboratorio permanente sperimentale di costruzioni ecosostenibili inserite in un paesaggio incontaminato.È un ecovillaggio che ospita chi ricerca un modo di vivere altrimenti, un insediamento che recupera la ricchezza del luogo dove la magia del bosco si fa casa. “C’era una volta un progetto,di dodici rifugi, costruiti nel bosco, dodici come dodici sono le case del tempo, ed ogni dimora ci racconta di un mondo più antico, archetipico, di quando ancora le città non si pensavano, e di quando tutti si era una cosa sola con la natura. Dodici modi di affrontare l’idea della dimora, recuperando sistemi ed usi dalla tradizione antica del costruire, per ritornare ad una eco sostenibilità che fino a un secolo fa era parte integrante dello stesso processo costruttivo, e non andava ricercata. Una serie di rifugi esotici appartenenti a paesi lontani che come scrigni nascondono segreti ed incantesimi dove rifugiarsi per osservare i suoni e i silenzi della natura. Le belle fiabe come le buone architetture sono adornate di magia e di mistero e sorrette da una solida struttura. C’era una volta un mondo fatto di luci liquide e ombre solide, un mondo di geometrie danzanti e vuoti pieni di nuvole, un mondo dove la fantasia disegna e la immaginazione costruisce, un mondo chiamato architettura. L’idea è quella di utilizzare l’architettura e le sue forme per partecipare alla narrazione delle storie, trasformare dodici piccole case in “oggetti narrativi”. 12 architetture illustrate che danzano tra realtá e fantasia in un esercizio intuitivo e sensoriale dove ogni dettaglio architettonico è un piccolo tassello che svela informazioni sui personaggi e sulla storia.

Villaggio Vivere Altrimenti is a permanent experimental laboratory of eco-sustainable buildings set in an uncontaminated landscape. It is an ecovillage that hosts those looking for a way of life “otherwise”, a settlement that recovers the wealth of the place where the magic of the forest becomes home. “Once upon a time there was a project of twelve shelters, built in the woods, twelve as twelve are the houses of the time, and each house tells us of a more ancient, archetypal world, in wich cities didn’t exist, and when everyone was one with nature. Twelve ways to approach the idea of dwelling, recovering systems and uses from the ancient tradition of building, to return to an eco-sustainability that until a century ago was an integral part of the construction process itself, and should not have been sought. A series of exotic shelters belonging to distant countries that, as treasure chests, hide secrets and spells where to take refuge to observe the sounds and the silences of nature. Beautiful fairy tales, like good architecture, are adorned with magic and mystery and supported by a solid structure. Once upon a time there was a world of liquid lights and solid shadows, a world of dancing geometries and voids filled with clouds, a world where fantasy designs and imagination builds, a world called architecture. The idea is to use architecture and its forms to participate in storytelling, transform twelve small houses into “narrative objects”. 12 illustrated architectures that dance between reality and fantasy in an intuitive and sensorial exercise where every architectural detail is a small piece that reveals information about characters and history.

WEBSITE | federicobabina.com INSTAGRAM | fbabina © Federico Babina - Villaggio Vivere Altrimenti, Il “nido” 68


Federico Babina e Alessandro Di Simone

VILLAGGIO VIVERE ALTRIMENTI www.villaggioviverealtrimenti.org

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landscape

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Il fotografo Anthony Samaniego è alla costante ricerca della perfezione nel paesaggio urbano di Los Angeles. Laureato in economia prima di dedicarsi alla carriera “diurna” di graphic designer, Samaniego trascorre le sue notti per le strade del centro città o guidando attraverso le colline di Glendale al tramonto, catturando skylines e tramonti per le sue “City series” che definisce paesaggi da sogno. Fotografando su pellicola prevalentemente 35mm con una vecchia e robusta macchina fotografica Mamiya, Samaniego dona alle sue immagini movimento e vitalità imprimendo più esposizioni sullo stesso negativo, modificando poi i colori in fase di post-produzione. Il risultato è al tempo stesso bizzarro e dinamico, trasmettendo allo spettatore la sensazione di “una città che sembra viva”. Per spiegare l’origine di questa ricerca, Samaniego afferma: “Volevo davvero una foto di L.A. per il mio appartamento, e tutti quelle che ho guardato non sembravano giuste”, ha detto al Los Angeles Times. Nella sua serie Dreamscapes, Anthony Samaniego fotografa la sua amata città portandola alla vita in un modo straordinariamente unico. Le sue fotografie sono state esposte in una mostra personale - la prima dell’artista di 32 anni - alla Slow Culture Gallery di Highland Park.

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The Photographer Anthony Samaniego is constantly striving for perfection in the urban landscape of Los Angeles. Graduated in economics before turning to “daytime” careers as a graphic designer, Samaniego spends his nights on the streets of the city center or driving through the hills of Glendale at sunset, capturing skylines and sunsets for his defining “City series” dream landscapes. Photographing mainly 35mm film with an old and robust Mamiya camera, Samaniego gives his images movement and vitality, giving more exposures on the same negative, then changing the colors in post-production. The result is both bizarre and dynamic, conveying to the viewer the feeling of “a city that seems alive”. To explain the origin of this research, Samaniego states: “I really wanted a picture of L.A. for my apartment, and all the ones I looked at didn’t look right,” he told to the Los Angeles Times. In his Dreamscapes series, Anthony Samaniego photographs his beloved city bringing it to life in an extraordinarily unique way. His photographs were exhibited in a personal exhibition - the first of the 32-year-old artist - at the Slow Culture Gallery in Highland Park.


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WEBSITE | www.anthonysamaniego.com INSTAGRAM | @anthonysamaniego FLICKR | Anthony Samaniego BEHANCE | Anthony Samaniego

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stylist interview

Interview by Silvia De Saraca 84


DIEGO DOSSOLA Silvia De Saraca. Ciao Diego! Raccontaci di come nasce il nome ULTRÀCHIC. Diego Dossola. Ultràchic nasce 13 anni fa con la prima cosa che abbiamo fatto che erano tre sciarpe con i colori di Inter Milan e Juventus in cashmere. Per cui era Ultrà, il tifoso, Chic perché in cashmere. Per cui è un nome a funzione. Dopo le sciarpe, che hanno avuto un discreto successo entrando in una settantina di negozi molto belli, abbiamo deciso di fare le magliette sui mondiali. Il marchio è rimasto e così via nel tempo anche se sono cambiati i suoi obiettivi Silvia De Saraca. Hi Diego! Tell us about how the name ULTRÀCHIC is born Diego Dossola. Ultràchic was born 13 years ago with the first thing we did that were three scarves in the colors of Inter, Milan and Juventus made of cashmere. So “Ultrà” was the fan, “Chic” because in cashmere. Therefore it’s a function name. After the scarves, that were quite successful when we entered some seventy very beautiful stores, we decided to make t-shirts with the main theme of “The world championships”. The brand has remained set over time, even if its objectives have changed. S.D.S. Qual è la filosofia di ULTRÀCHIC e cosa vuole comunicare oggi? D.D. Dalle sciarpe diciamo che il discorso si è molto evoluto. Nel senso che adesso è una collezione completa, tantʼè che da tre stagioni sfiliamo in calendario durante la settimana della moda. Il contrasto tra lʼultrà e lʼelegante, quindi fra il mondo sportivo e il fashion, in qualche modo è rimasto. La donna che veste Ultràchic è sicuramente una donna molto consapevole di sé. Difficilmente abbiamo clienti sotto i 20 anni, anzi più facilmente dai 25 in su Il nostro tema centrale sono sempre le stampe, molto ironiche . La nostra cliente è una donna che non ama essere osservata ma vista. S.D.S. What is the philosophy of ULTRÀCHIC and what does it want to communicate today? D.D. From the scarves we say that the speech has evolved a lot. In the sense that now it is a complete collection, so much so that for three seasons we have been parading during the fashion week. The contrast between the ultra and the elegant, therefore between the sporting world and fashion, has somehow remained. The woman who wears Ultràchic is certainly a very self-conscious woman. We hardly have clients under the age of 20, rather more easily about 25 or older. Our central theme is always the very ironic prints. In short our client is a woman who does not like to be observed but seen. S.D.S. Come si pone Ultràchic nei confronti del Fashion System? D.D. Più che altro il rapporto è contrario, cioè come si pone il Fashion System nei confronti dei marchi in generale. Qualunque marchio tu possa fondare, allʼinizio racconti la tua storia la tua immagine. Poi il tema è non rimanere un prodotto eccessivamente di nicchia, eccessivamente di ricerca. Quindi è più il modo in cui reagisce il Fashion System a quello che fai. Cominciamo a far parte di questo sistema in maniera più strutturata. In qualche modo se ne fa parte dal primo giorno in cui si inizia a fare un prodotto, però crescendo e cominciando ad avere una vetrina internazionale come appunto la settimana della moda dove ULTRÀCHIC sfila da 3 stagioni con il supporto della Camera della Moda. S.D.D. How does Ultràchic approach the Fashion System? D.D. Mostly, form my point of view it’s reverse, in other words how the Fashion System stands in relation to brands in general. Whatever brand you can found, firstly you tell your story and your image. Then the theme is not to remain an overly niche product, excessively refined. So it’s more the way the Fashion System reacts to what you do. We begin to be part of this system in a more structured way. Somehow you are part of it from the first day when you start to make a product, until you grow and begin to have an international showcase like fashion week where ULTRÀCHIC has been parading for 3 seasons with the support of the Chamber of Fashion. S.D.S. Parlavi di omologazione... come si pone ULTRÀCHIC nei confronti dei social network, di Instagram, di Facebook? Molte Influencer e blogger propongono degli stili simili e omologati. Cosa ne pensi? D.D. Io ho 43 anni quindi non ho lʼetà per cui non li capisco, ma non ho neanche l’età per cui li capisco completamente. Sicuramente visti da fuori sembrano un modo per rendere tutto esternamente democratico, cioè dare le stesse possibilità a qualunque marchio, prodotto o abito di raggiungere un pubblico infinito. La realtà dei fatti è che non è esattamente così, nel senso che le dinamiche sono sempre quelle. Quelle che prima erano nella carta stampata ed oggi lo sono sui social network. Poi per Social network si intende Instagram al 90%. Per cui è vero che puoi raggiungere un pubblico molto ampio, ma è altrettanto vero che la velocità con cui il prodotto viene pubblicizzato è infinita.

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S.D.S. You were talking about homologation... how does ULTRÀCHIC deal with social networks, Instagram and Facebook? Many Influencers and bloggers offer similar and approved styles. What do you think about it? D.D. I am 43 years old so I don’t have the age for which I don’t understand them at all, but I don’t even have the age for which I completely understand them. Surely seen from the outside they seem a way to make everything externally democratic, giving the same possibilities to any brand, product or dress to reach an infinite public. The truth of the matter is that it’s not exactly like that, in the sense that the dynamics are always the same. Those that used to be printed today are on social networks. Then Social Network means 90% Instagram. So it is true that you can reach a very wide audience, but it is equally true that the speed with which the product is advertised is infinite. S.D.S. Con la velocità della fruizione secondo te un prodotto si svaluta? D.D. Non credo si svaluti. Certo non ha il tempo di consolidare la propria immagine. Un tempo probabilmente si ambiva ad avere una determinata borsa, adesso lʼambizione è avere la borsa di un determinato marchio e non più necessariamente quella borsa o quelle scarpe. Cioè non c’è proprio il tempo per far sì che un prodotto diventi unʼambizione. Si sogna il marchio, non più il prodotto singolo. Mi sembra che stia succedendo un poʼ quello. Non è favorita la divulgazione di un prodotto che ti faccia dire “non porto le cose che hanno tutti”. S.D.S. With the speed of use, do you think a product devalues? D.D. I don’t think it devalues. Of course it does not have the time to consolidate its image. Once we aspired to have specific bag, now the ambition is to have the bag of a certain brand and not necessarily that bag or those shoes. In other words, there is really no time to make a product become an ambition. We dream of the brand, no longer the single product. The dissemination of a product that makes you say “I don’t carry the things that everyone has” is not favored. S.D.S. La tua ultima collezione “At the traffic lights”. Una donna ferma al semaforo, una strada che nel nostro articolo ho chiamato “...irriverente con le convenzioni, ma che apprezza l’eleganza e lo stile” Parlami di questa collezione più nel dettaglio perché l’ho trovata molto interessante... D.D. Intanto grazie per lʼarticolo perché era bellissimo. Quello che secondo me contraddistingue un po’ e differenzia oggi il creativo da una persona che fa un mestiere diverso, è semplicemente la capacità di cogliere aspetti della vita quotidiana in maniera diversa. Quindi per poter fare questo hai bisogno di avere un’attenzione diversa, di fermarti a vedere altri aspetti di una cosa banale come appunto può essere stare fermi al semaforo. Di fatto si assiste a una sfilata di persone che attraversano la strada, ognuno con la propria personalità. Nella sfilata c’erano questi cerchietti con dei brevi messaggi, come a dire che ognuno pensa a qualcosa quando cammina. Quindi lʼidea era un poʼ quella di dare una forma a un pensiero. Per cui è lʼosservazione del quotidiano, di come vestono le persone è quello che a me serve, perché la moda che mi piace fare e le collezioni che disegno non sono nemmeno un unico stile. A me piace mischiare molto stili, colori, stampe. Un poʼ come un DJ fa con la musica: prendere colori diversi, forme diverse, stili diversi e metterli tutti in una centrifuga,cercando chiaramente di fare uscire poi un’immagine che abbia un senso. Per cui la strada mi sembrava l’habitat perfetto per una collezione Ultràchic. Poi scherzando, ascoltando i miei colleghi durante le interviste, sento che parlano sempre di viaggi, di storia, di colori, profumi, il mare, la Sicilia… Io ho trovato il semaforo rosso mentre partivo, per cui ho pensato... raccontiamo questo. Poi secondo me oggi vivere a Milano è davvero un momento fortunato, perché è una città molto dinamica, super viva, multiculturale. Percepisci proprio questa energia. Per cui mi sembrava proprio giusto raccontare la mia città attraverso questa collezione. Per cui, come dicevo prima, stili diversi, mondi diversi che si incontrano. Il punto di partenza però è

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Milano, una città dove la moda esiste da sempre, una delle due, tre città più importanti al mondo per tutto il Fashion System. Quindi mischiare l’eleganza milanese, che poi è il mio DNA, con contaminazioni esterne. S.D.S. Your latest collection “At the traffic lights”. A woman who stops at traffic lights, a road that in my article I call “... irreverent with conventions, but who appreciate elegance and style” Tell me about this collection in more detail because I found it very interesting. D.D. Meanwhile, thank you for the article because it was beautiful. What I think it’s a bit different and today differentiates the creative from a person, who does a different job, is simply the ability to grasp aspects of everyday life in a different way. So to be able to do this you need to have a different focus, to stop and see other aspects of a trivial thing like just being at a traffic light. In fact, there is a parade of people crossing the street, each with its own personality. In the show there were these circles with short messages, as if to say that everyone thinks of something when he walks. So the idea was a bit like giving a thought shape. Indeed it’s the observation of everyday life, how people dress is what I need, because the fashion I like to do and the collections I design are not even a single style. I like to mix a lot of styles, colors and prints. It’s a bit like a DJ does with music: take different colors, different shapes, different styles and put them all in a centrifuge, clearly trying to bring out an image that makes sense. So the street seemed like the perfect habitat for an Ultràchic collection. Then joking, listening to my colleagues during the interviews, I hear that they always talk about travel, history, colors, scents, the sea, Sicily ... I found the red light while I was leaving, so I thought ... let’s talk about this. Then I think today living in Milan is really a lucky moment, because it is a very dynamic city, super alive, multicultural. Feel this energy. So it just seemed right to tell my city through this collection. Indeed, as I said before, different styles, different worlds that meet each other. But the starting point is Milan, a city where fashion has always existed, one of the two, three most important cities in the world for the whole Fashion System. So mix Milanese elegance, which is my DNA, with external contamination. S.D.S. La strada richiede attenzione. Si devono dare delle risposte, e la tua è un’ottima risposta, perché chi sceglie il colore e lo mescola con stili diversi ha molto da comunicare. D.D. Lo penso anchʼio… S.D.S. The road requires attention. You have to give answers, and yours is an excellent answer, because those who choose color and mix it with different styles have a lot to communicate. D.D. Yes, I think so, too… S.D.S. Invece, per quello che riguarda la tua prossima collezione, che anticipi ci puoi dare? D.D. Come dicevo, sono solo 3 stagioni che sfiliamo, per cui di fatto sto imparando. Questo è un mestiere dove non si può mai pensare di aver capito tutto, di sapere tutto, come in tanti altri aspetti della vita. Io poi, in particolare, venendo da un mondo completamente diverso, non avendo fatto scuole di moda nè nulla, imparo sul campo giorno per giorno. Quindi sulla prossima collezione mi divertiva molto portare questo concetto, cioè quello che sto imparando della moda. Per cui sarà una specie di glossario, un dizionario della moda in chiave ironica, come sempre. Però è tutto ancora in fase embrionale. S.D.S. Instead, for what concerns your next collection, what advances can you give us? D.D. As I said, there are only 3 seasons that we show, so in fact I’m learning. This is a profession where you can never think you have understood everything or have known everything, as in so many other aspects of life. In particular, I came from a completely different world, I’ve never attended fashion schools or similar studies, I learn on the field day by day. So on the next collection, I will really enjoy underline this concept that is what I’m learning about fashion. So it will be a kind of glossary, an ironic fashion dictionary, as always. But everything is still in its infancy.

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S.D.S. Però già queste parole suscitano molto interesse! Unʼultima domanda... Vedendo tante stampe e colori, quali sono i tuoi artisti preferiti? D.D. Mi diletto a fare delle piccole opere dʼarte. Ho questa piccola casa in campagna, dove cerco di andare tutte le volte che posso. La vita in campagna è molto bella e molto diversa da quella che viviamo tutti i giorni, perché ha dei ritmi decisamente più lenti. Però è anche vero che cʼè sempre tanto da fare: la legna, lʼorto, un sacco di lavoretti. Però, spesso riesci a ritagliarti del tempo per te stesso. Allora, da 5 anni, ho incominciato ad occupare questo tempo facendo delle opere dʼarte. Per esempio qui in negozio, sopra la cassa cʼè un quadro di un metro per un metro fatto con i metri da sarta intrecciati.” Un metro quadro “un gioco di parole.... Una serie di quadri che ho fatto qualche anno fa erano dei Pollock, sempre in chiave ironica, erano dei polli in gomma per cani , incollati a una tela e dipinti poi alla maniera di Pollock, che senzʼaltro è unʼartista che mi piace molto. Banksy, di cui adesso cʼè la mostra a Milano, un genio assoluto. Rotella è anche un artista che mi piace molto. In generale sono una persona abbastanza curiosa per cui mi piace sia l’arte rinascimentale, piuttosto che quella contemporanea e mi diverte poi metterla insieme. Anni fa avevo fatto una collezione che si chiamava “The Middle Pop Age”, una collezione sull’arte medievale in chiave pop. La musica va di pari passo con lʼarte. Anche adesso le cose che funzionano sono ritmi “antichi”, jazz mischiato allʼhiphop... Nellʼarte stessa cambiano i supporti, ma i temi trattati sono sempre gli stessi. Così come nell’abbigliamento! Nellʼabbigliamento io tengo molto alla femminilità. A me piace guardare una donna che sia femminile, e la chiave in più che si può dare per non essere ripetitivi è appunto usare supporti diversi, stampe fuori contesto .... e questo è quello che mi piace fare. S.D.S. But these words already arouse much interest! One last question... Seeing so many prints and colors, which are your favourite artists? D.D. I enjoy making small works of art. I have this little house in the country, where I try to go as often as I can. Life in the countryside is very beautiful and very different from the one we live every day, because it has much slower rhythms. But it is also true that there is always so much to do: the wood, the garden, and a lot of small jobs. However, you can often make time for yourself. So, for 5 years from now, I have been occupying this time by doing works of art. For example, here in the shop, above the cash desk, there is a picture of a meter by a meter made with intertwined seamstresses. “A square meter” a play on words.... A series of paintings I made a few years ago were “Pollocks”, always in an ironic way, they were rubber chickens for dogs, glued to a canvas and then painted in the manner of Pollock, who is certainly an artist that I like very much. Banksy, of which there is now an exhibition in Milan, an absolute genius. Rotella is also an artist that I really like. In general I’m a pretty curious person so I like both Renaissance art rather than contemporary art and I enjoy having them together. Years ago I had made a collection called “The Middle Pop Age”, a collection on medieval pop art. Music goes hand in hand with art. Even now the things that work are “ancient” rhythms, jazz mixed with the hip-hop ... In art itself the supports change, but the topics are always the same. As in clothing! In clothing I care a lot about femininity. I like to look at a woman, who is feminine, and the extra key that can be given to not be repetitive is to use different supports, out of context prints ... and this is what I like to do. S.D.S. Grazie Diego, Grazie mille... D.D. Grazie a voi! S.D.S. Thank you Diego, thank you very much... D.D. Thanks to you!

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analog film

JOSH S. ROSE Josh S. Rose ha trascorso la prima parte della sua carriera come direttore creativo commerciale, lavorando su alcuni dei marchi più grandi e creativi del mondo: Volkswagen, Playstation, GM e molti altri. Rose è stata la forza creativa dietro il lancio dell’Affordable Care Act, negli Stati Uniti, e ha gestito tutti i social media per l’esercito degli Stati Uniti. Nel 2018, Rose ha rivoluzionato il suo occhio creativo verso il lavoro che ama di più: l’editoria concettuale e la fotografia di lifestyle. Il suo approccio creativo / collaborativo al tiro e all’emotività / metodo basato sulla storia di lavorare con il talento lo hanno reso uno dei nuovi fotografi più ricercati e lo ha portato a scattare per marchi come Nike, Ford, Major League Baseball, Leica, Los Angeles Dance Project e Ember, oltre a una varietà di clienti famosi. Il lavoro di Rose ha vinto numerosi premi ed è stato presentato in tutto il mondo, inclusi i recenti premi più importanti al Premio Spider Black and White Photography nella categoria delle Belle Arti. Rose è attualmente un’artista del 2019 al prestigioso California Institute for the Arts. Rose è rappresentata da crowdMGMT e può essere prenotata qui: contactus@crowdMGMT.com.

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Josh S. Rose spent the first part of his career as a commercial creative director, working on some of the biggest and most creative brands in the world: Volkswagen, Playstation, GM and many others. Rose was the creative force behind the launch of the Affordable Care Act, in the US, and ran all social media for the U.S. Army. In 2018, Rose turned his creative eye toward the work he loves most - concept-driven editorial and lifestyle photography. His creative/collaborative approach to shoots and emotion/story-driven method of working with talent have made him one of the most sought-out new photographers and has led him to shoots for brands like Nike, Ford, Major League Baseball, Leica, the Los Angeles Dance Project and Ember as well as a variety of celebrity clients. Rose’s work has won numerous awards and has been featured all over the world including recent top honors at the Spider Black and White Photography Award in the category of Fine Art. Rose is currently a 2019 artist-in-residence at the prestigious California Institute for the Arts. Rose is represented by crowdMGMT and can be booked here: contactus@crowdMGMT.com.


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WEBSITE | www.joshrose.photography INSTAGRAM | joshsrose

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BEATA SZCZECINSKA

abstract artist

Vive e lavora in Polonia. Diplomata alla la Facoltà di Tecniche Grafiche presso l’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Le sue opere creative hanno raggiunto la fama in molte pubblicazioni, esibizioni e visibilità in tutto il mondo, in particolare al Museo Oscar Niemeyer (Brasile) e alla Palaise de Tokyo (Parigi). Premiato con Grant / Ello Creative Exellence Award 2017. Los Angeles, California. Ha esposto in: Grand Prix Of Young Polish Print (Cracovia), Underdog Gallery (Londyn), Szyb Wilson Contemporary Art Gallery (Katowice), Galleria d’arte contemporanea BWA (Wroclaw), Soho Factory (Varsavia), tra gli altri. Tra i suoi singoli clienti ci sono: Puro Hotel (Polonia), Kinsterna Hotel (Grecia), Agency Double Decker (Londra), Agency WBL (Svezia), Good Looking Studio (Polonia). Alcune riviste di fama mondiale, quali: Elle Decoration (Regno Unito), Computer Arts Magazine (Regno Unito), Varoom Magazine (Regno Unito), Muse Magazine (Italia) e molti altri. Inoltre, i suoi lavori sono stati esposti in molte pubblicazioni ben note, tra cui: Illusive 2 (Die Gestalten Verlag Germany), Web Design Index 7 (Pepin Press, Olanda) o The Sourcebook of Contemporary Illustration, (Maomao, Spagna). Nel suo lavoro creativo, tocca temi legati alla civiltà contemporanea, trasformandoli nel linguaggio delle forme. È interessata a sentimenti legati alla mancanza di un’alternativa che ci offre il modello moderno del mondo della produzione di massa. Soluzioni formali, che simboleggiano il contenuto, elaborano immagini prese da Internet. Lei combina la leggibilità delle forme con l’astrazione, la formalità autonoma e narrativa.

Lives and works in Poland. Graduated from the Faculty of Graphic Techniques at The Academy of Fine Arts in Krakow. Her creative artworks have achieved reputation in many publications, featurings and worldwide exposure, most notably at the Oscar Niemeyer Museum (Brazil) and Palaise de Tokyo (Paris). Awarded with Grant / Ello Creative Exellence Award 2017. Los Angeles, California. She has been exhibiting in: Grand Prix Of Young Polish Print (Krakow), Underdog Gallery (Londyn), Szyb Wilson Contemporary Art Gallery (Katowice), Gallery Of Contemporary Art BWA (Wroclaw), Soho Factory (Warsaw), among others. Among her individual clients are: Puro Hotel (Poland), Kinsterna Hotel (Greece), Agency Double Decker (London), Agency WBL (Sweden), Good Looking Studio (Poland). Some world famous magazines, such as: Elle Decoration (UK), Computer Arts Magazine (UK), Varoom Magazine (UK), Muse Magazine (Italy) and many more. Also, her works got exposure in many well know publications, among others: Illusive 2 (Die Gestalten Verlag Germany), Web Design Index 7 (Pepin Press, Holland) or The Sourcebook of Contemporary Illustration, (Maomao, Spain). In her creative work, she touches upon topics related to contemporary civilisation, transforming them into the language of forms. She is interested in feelings related to the lack of an alternative that the modern model of the world of mass, over-mass production offers to us. Formal solutions, symbolising content, processing images taken from the Internet. She combines legibility of forms with abstraction, autonomous and narrative formality.

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SOCIAL - Collage mixed, 70 x 100 cm

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INTEGRATED CIRCUIT - Collage mixed, 70 x 100 cm

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MAZE - Collage mixed, 70 x 100 cm


CONVERSION - Collage mixed, 70 x 100 cm

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DISPERSION - Collage mixed, 70 x 100 cm

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GEOMETRICAL - Drawing, 70 x 100 cm


PERMEATION - Collage mixed, 70 x 100 cm

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Photo: ROBERTO DEMARIA - IG: @roberto_demaria

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OCAMBOLE

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Photo: FRANCESCO CAMPOPIANO - IG: @francescocampopianophoto, FB: Francesco Campopiano Photo

Giulia Rocambole è una fotomodella ed organizzatrice di eventi italiana. Nata e cresciuta a Ferrara, è appassionata di moda, fotografia, arte contemporanea e cinema d’altri tempi. Ottenuto il diploma presso il Liceo Artistico si avvicina al mondo della fotografia, prima come fotografa, successivamente posando come modella per servizi fotografici. Nel Marzo 2016 si Laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Ferrara con tesi sull’etica del fotogiornalismo, decide poi di rendere la propria passione per l’arte e la fotografia un vero e proprio mestiere. Diversi sono i progetti a cui ha preso parte come modella, dai concorsi e performance di face e body painting agli editoriali cartacei ed online. Nel Settembre 2017 si iscrive all’Accademia Nuove Professioni di Verona ed intraprende un nuovo stimolante percorso come organizzatrice di eventi e matrimoni completando il Master in Wedding & Event Planning nell’Ottobre 2018 e fondando successivamente “La Rocàmbole Events” con sede a Ferrara. Giulia attualmente svolge in parallelo il lavoro di modella in Italia e all’estero e quello di organizzatrice di eventi.

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Giulia Rocambole is an Italianphotomodel and event organizer. Born and raised in Ferrara, sheis passionate about fashion, photography, contemporary art and vintage cinema.Aftergraduating from the Art School, sheapproached the world of photography, first as a photographer, thenposingas a model for photo shoots. In March 2016 he graduated in CommunicationSciences and Technologies at the University of Ferrara with a thesis on the ethics of photojournalism, thendecided to makeherpassion for art and photography in areal job. There are severalprojects in whichshetook part as a model, from competitions and face and body painting performances to print and online editorials. In September 2017 she enrolledat the Accademia Nuove Professioni di Verona and embarked on a stimulating new journeyas an organizer of events and weddings by completing the Master in Wedding&Event Planning in October 2018 and subsequentlyfounding “La RocàmboleEvents” based in Ferrara. Giulia currentlyworksas a model in Italy and abroad and as an event organizer.

WEBSITES www.giuliarocambole.com www.larocambole.it INSTAGRAM @giuliarocambole @larocambolevents FACEBOOK Giulia Rocambole La Rocàmbole Wedding Events & more


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Photo: ANDREA GINGHIALI - IG: @andreaginghiali, FB: Andrea Ginghiali


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Photo: ANDREA GINGHIALI - IG: @andreaginghiali, FB: Andrea Ginghiali


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Photo: FRANCESCO CAMPOPIANO - IG: @francescocampopianophoto, FB: Francesco Campopiano Photo


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Lighthouse


digital artist

Abdo Hassan Da Il Cairo, Egitto. Nato il 19 Dec. 1996. Studente di Architettura e Artista digitale. About Ho iniziato a produrre arte surreale digitale dal 2015, ispirato dal mio distretto folk, che ha sviluppato la mia visione sui collage, sempre colorati, casuali ma comodi. Lavoro come senior graphic designer e Freelance Digital artist insieme al mio studio di architettura. Ho partecipato al festival Graphic Matters, Speak up, 3 Secs gallery, in Olanda, con un’opera d’arte su Aleppo e agli effetti bellici sui bambini. Ho partecipato in Ph.D per Dr.Heba Amin, Cairo Uni. Scuola di belle arti, Dipartimento di arte digitale Con esempi del mio lavoro sulle riflessioni nell’arte digitale. Il mio lavoro è stato pubblicato in libri e riviste. Ho realizzato pubblicazioni per raccogliere fondi per le vittime di calamità. Esco su Papercut magazine con un pezzo sulle donne mediorientali e sui loro problemi. Realizzo collage: rendere l’impossibile possibile sul digitale collage. Realizzo Collage mix e match sul collage digitale. Pubblico il Libro “Bombe di verità”, con pezzi sulle guerre nella zona mediorientale, specialmente le guerre dello Yemen e la Palestina. Quote Fare arte è grande, ma farlo per causa è più grande, credo che ogni artista sia un profeta, io un messaggio da consegnare, ho delle cause per cui lottare, così ho iniziato a creare collage per cause.

ABDO HASSAN 117


Deepress 118


New 119


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Medusa


Broken

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Killed

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People

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Abdo Hassan From Cairo, Egypt. Born in 19 Dec. 1996. Architecture student and Digital artist. About me Started doing digital surreal art since 2015, inspired from my folk district, that built my vision about collages, always colorful, random but comfy. Working as a Senior graphic designer, Freelance Digital artist, along with my architecture study. Participated in Graphic Matters festival, Speak up, 3 Secs gallery, in Netherlands, an artwork about Aleppo and war effects on children. Participated in Ph.D for Dr.Heba Amin, Cairo Uni. Fine arts college, Digital art Dep. With examples of my work about reflections in digital art. My work got published in some books and magazines. Make good magazine for raising money for disasters victims. Papercut magazine with a piece about Middle eastern women and their problems. Articulate magazine Collage: make the impossible possible about digital collage. Collage mix and match about digital collage.
 Truth bombs book, with pieces about the wars in middle east zone specially the Yemen wars and Palestine. Quote Doing art is great, but doing it for cause is greater, I believe that every artist is a prophet, I have a message to deliver, I have causes to fight for, so I started making collages for causes.

BEHANCE | AbdoHassan ELLO | abdohassan FACEBOOK | WilsonTheOwl

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On my skin


studio

www.tmjdesignstudio.com TMJ Design Studio 2 bis, Rue de Naples 75008 Paris 126


LO STUDIO TMJ Design Studio è un’agenzia di design globale con sede a Parigi dal 2011. Il suo approccio è multidisciplinare, combinando diverse scale e diverse modalità di espressione. Lavoriamo su Product Design, Interior Architecture, Scenography e più regolarmente in carica di direzioni artistiche delegate. La nostra visione del design è quella di un Gio Ponti, di un Frank Lloyd Wright o della coppia Charles e Ray Eames in cui possiamo disegnare e concepire l’oggetto o il prodotto e seguirlo nella sua messa in scena o nel suo ambiente. Ciò che ci fa vibrare più in particolare nel quotidiano è accompagnare i marchi portando loro una creatività adattata al loro DNA e spesso al loro mezzi di produzione. Rimaniamo principalmente al servizio dei nostri partner, a differenza dell’individualizzazione dei progettisti. I dettagli accurati e il lavoro dei materiali sono al centro di tutti i progetti sviluppati. L’artigianalità e la comprensione dei mestieri, insieme al mondo digitale e alle attuali innovazioni industriali sono tutti punti di riferimento nella nostra comprensione dell’attuale mondo creativo. Ieri e oggi, abbiamo accompagnato marchi leader nel settore del mobile (Promemoria in Italia, JNL in Belgio, Philippe Hurel in Francia), Letti di lusso (Vispring, And so To Bed in Inghilterra e a l’internazionale), nell’orologeria (Royal Quartz Group - Galerie Lafayette per il suo marchio di orologi Louis Pion). La scenografia, tra l’altro per la Galleria Hélène Bailly di Parigi, occupa anche una parte centrale della nostra vita quotidiana nella realizzazione di tutte le sue scenografie per le fiere internazionali d’arte. Noi percepiamo qualsiasi soggetto come un’architettura di cui solo la scala varia.

TMJ Design Studio is a global design agency located in Paris since 2011. His approach is multidisciplinary, combining different scales and different modes of expression. We work on Product Design, Interior Architecture, Scenography and more regularly on delegated Artistic directions. Our conception of design is the one of a Gio Ponti, Frank Lloyd Wright or the couple Charles and Ray Eames who thought that we could draw and design the object or the product and follow it in its staging or its environment. What makes us vibrate more particularly in everyday life is to accompany the brands by bringing them a creativity adapted to their DNA and often to their production tools. We remain primarily at the service of our partners, unlike the trend of individualization of the designers. Neat details and the work on materials/finishes are at the center of all the developed projects. Craftsmanship and understanding of crafts, coupled with the digital world and current industrial innovations are all benchmarks in our apprehension of the current creative world. Yesterday and today, we have accompanied leading brands in furniture industry (Promemoria in Italy, JNL in Belgium, Philippe Hurel in France), Luxury bedding (Vispring, And so To Bed in England and at international), in Timepieces design (Royal Quartz Group - Galerie Lafayette for its watch brand Louis Pion). Scenography for the Hélène Bailly Gallery in Paris, also occupies a central part of our daily life in the realization of all its staging for the international art fairs. We perceive any subject as an architecture of which only the scale varies.

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BRUNO

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SIMONE

LOUIS PION Design Orlogio in collaborazione con il graphic designer Thibault de Catheu, Paris Da quattro anni abbiamo rivisitato le collezioni di orologi di un marchio storico dell’orologeria francese risalente al 1928 e ora che appartiene al gruppo Galerie Lafayette. Il marchio è attualmente rappresentato in 170 punti vendita in Francia. Il lavoro di creazione e restyling è stato fatto a quattro mani con un amico di talento: Thibault de Catheu, graphic designer. Svegliare una principessa addormentata è la sfida stilistica che ci è stato affidato dalla direzione del marchio. Abbiamo portato lifestyle attuale, a volte codici e particolari di alta orologeria, colori e molti materiali e trame che arricchiscono il valore percepito di modelli accessibili. Le collezioni di orologi funzionano come quelle della moda con 18 mesi d’anticipo tra il primo design e il punto vendita. Questo rappresenta una vera sfida per anticipare le tendenze e crearle contemporaneamente. Ogni orologio ha un nome dato femminile e maschile al quale diamo sempre una particolare identità e carattere.

CHARLOTTE

LOUIS PION Timepieces Design in collaboration with graphic designer Thibault de Catheu, Paris Since four years we have re-visited the watch collections of a historic brand of French watchmaking dating back to 1928 and which now belongs to the Galerie Lafayette group. The brand is currently represented in 170 points of sale in France. The work of creation and re styling is done in four hands with a talented friend: Thibault de Catheu, graphic designer. Waking a sleeping princess is the challenge to the style that has been asked us by the brand management. We have brought lifestyle, sometimes haute horlogerie codes, color and many materials and textures enriching the perceived value of accessible models. Watch collections are like fashion ones with 18 months of anticipation between the first design and the store. This represents a real challenge to anticipate the trends and create them at once. Each watch has a feminine and masculine given name to which we always give an identity and a particular character.

BRUNE

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ELLIOT COMODINO (DETTAGLIO)

PHILIPPE HUREL Direzione artistica e Design Paris Philippe Hurel è uno dei più antichi mobilieri in Francia, la cui creazione risale al 1911. È una storia di famiglia che continua ed è rimasta un punto di riferimento nel piccolo mondo dei grandi Studio di interior design parigino e internazionale. Tutta questa ricca storia e la fiducia della famiglia Hurel sono i punti di partenza della nostra collaborazione. Nel 2014 abbiamo iniziato disegnando alcuni pezzi e iniziato la nostra storia comune. Da 18 mesi abbiamo preso la direzione artistica nel rinnovo delle collezioni e il supporto per l’internazionalizzazione di questa « Maison ». All’inizio del 2019 abbiamo rinnovato lil Flagship parigino a due passi dal Louvre e abbiamo respirato una ventata di aria fresca e creatività nel DNA del marchio. Lo sviluppo di finiture uniche in-house, la collaborazione con artigiani e i grandi marchi di lusso fanno parte del quotidiano per chi ha una clientela ultra esigente abituata all’eccezionale. Attualmente ci stiamo rivolgendo alla collezione 2020 per continuare a fare di Philippe Hurel uno dei marchi più prestigioso dell’élite dei mobilieri internazionali.

YSÉE LAMPADA DA TAVOLO (DETTAGLIO)

PHILIPPE HUREL Art Direction & Furniture

CASSETTIERA (DETTAGLIO)

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Design Paris Philippe Hurel is one of the oldest cabinetmaking in France, whose creation dates back to 1911. It is a family story that continues and has remained a reference in the small world of large Parisian and international interior design studios. All this rich history and the confidence of the Hurel family are the starting points of our collaboration. In 2014 we started by drawing some pieces and start our collaboration. Since 18 months now we represent the artistic direction in the renewal of collections and support for the internationalization of this « Maison ». In early 2019 we renovated the Parisian flagship showroom two steps from the Louvre and have breathed a breath of fresh air and creativity in the DNA of the brand. The development of unique in-house finishes, collaboration with art craftspeople and iconic luxury brands are part of a cutting-edge, ultra-demanding customer experience accustomed to the exceptional. We are currently turning to the 2020 collection to continue to list Philippe Hurel among the elite international furniture manufacturers.


MINA CASSETTIERA

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BIENNALE PARIS 2018

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ART PARIS 2017

PAD LONDON 2018

HELENE BAILLY GALLERY 71 Rue du Faubourg Saint-Honoré Paris Per la Galleria sviluppiamo tutta la sua scenografia per le Fiere internazionali come La Biennale (Paris Grand Palais), BRAFA (Bruxelles), Masterpiece (Londra), PAD (Parigi e Londra). Specializzato in Arte Moderna e Impressionismo, associamo la storia dell’arte e la creatività.

HELENE BAILLY GALLERY 71 Rue du Faubourg Saint-Honoré Paris For the Gallery we develop all its scenography on international fairs such as La Biennale (Paris Grand Palais), BRAFA (Brussels), Masterpiece (London), PAD (Paris & London). Specialized in Modern Art and Impressionism we associate Art history and creativity.

BIENNALE PARIS 2017

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SESTO POUF COMPONIBILE

JNL- VAN HAMME Direzione artistica Belgio

LOS ANGELES TWIN, LAMPADA DA PARETE

Marchio e creatore di mobili particolarmente apprezzato dagli Hopitality Design e dagli interior designer, JNL trae la sua forza dall’artigianato, dagli ordini speciali e dalla padronanza del suo strumento di produzione completamente integrato. La missione di direzione artistica globale ci ha portato a sviluppare le collezioni di mobili e ad integrare il marchio Van Hamme, il tappezziere più antico del Belgio all’interno della famiglia JNL. Rivisitare i grandi classici, fornire competenze in ebanisteria, materiali e finiture, creare da capo una collezione di mobili per esterni sono stati tutti progetti per tre anni di collaborazioni intense. Infine, la presentazione e la gestione delle collezioni due volte l’anno sui saloni Maison e Objet hanno sottolineato la stagionalità di questo marchio unica.

JNL- VAN HAMME Art Direction Belgium

WEEKS SEMAINER (MANIGLIA)

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As a furniture brand particularly appreciated by hotels and interior designers, JNL draws its strength from its craftsmanship, special orders and the mastery of its fully integrated production tool. The overall artistic direction mission led us to develop the furniture collections and to integrate the brand Van Hamme, the oldest upholsterer of Belgium within the JNL family. Revisiting great classics, providing expertise on cabinetmaking, materials and finishes, creating a collection of outdoor furniture were all projects for three years of collaboration. Finally, presenting and managing the collections twice a year on Maison and Objet Fairs punctuated the seasonality of this unique brand.


PRATO TAVOLO BASSO (DETTAGLIO)

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VISPRING Parte della direzione artistica, negozi, Shows & Product design, Londra - Plymouth. VI-Spring è uno dei marchi più prestigiosi di letto in tutto il mondo, che risale al 1901. Negli ultimi anni continua la sua internazionalizzazione, con letti gamme che sono naturalmente il lusso più grande. Dovete immaginare di dormire su uno strato sapiente e minuziosamente misto di strati di lana shetland, crine di cavallo, a volte seta, cashmere e persino alpaca! Il migliore di tutte le fibre naturali per un comfort unico. Con un terzo della nostra vita speso a dormire, il nostro corpo non merita il meglio? Nel 2013 la direzione del marchio ci ha chiesto di eseguire un’analisi dei loro prodotti per avvicinarli ai codici di lusso dell’industria del mobile. Da allora abbiamo implementato la qualità del lavoro, studiando particolari pregiati, disegnando nuove testate, una raccolta di esclusivi piedini, rinnovando i tessuti fornendo più esclusività, avviando collaborazioni con i principali produttori di tessuti (Dedar, Jab.Carlucci, Designers Guild). In parallelo abbiamo lavorato vicinissimo con il team di marketing alla messa in scena delle scenografie per le principale fiere del settore in Italia (Salone del Mobile di Milano), in Germania (Imm Cologne), in Francia e gli Stati Uniti (High Point e Las Las Vegas).Infine, dal 2015 contribuiamo allo sviluppo del nuovo store concept del marchio che stiamo implementando in tutto il mondo offrendo un servizio di adattamento personalizzato ai partner di Vispring. La relazione globale con Vispring in tutti gli aspetti creativi alla strategia retail design , ci offre un’esperienza preziosa per cui le ringraziamo ogni giorno.

VISPRING Part Of Art Direction, Stores, Shows & Product design, London - Plymouth. Vispring is one of the most prestigious bedding brands in the world, dating back to 1901. For a few years the brand has continued its internationalization with ranges of beds that are naturally of the greatest luxury. You must imagine sleeping on a skilful and carefully meticulous overlay of layers of Shetland wool, horse hair, sometimes silk, cashmere and even alpaca! The best of all natural fibers for unique comfort. With one third of our life spent on sleeping, doesn’t our body deserve the best? In 2013 the brand management asked us to perform an analysis of their products to bring them closer to the luxury codes of the furniture industry. Since then, we have implemented the major recommendations of this work by designing precious details, drawing new headboards, an exclusive collection of bed legs, renew the ranges of fabrics by bringing more exclusivity, starting collaborations with the greatest fabric editors (Dedar, Jab.Carlucci, Designers Guild). At the same time, we worked closely with the marketing teams to create the scenography for major trade shows in Italy (Salone del Mobile Milan), Germany (Imm Cologne), France and the United States (High Point & Las Vegas). Finally, since 2015 we have been contributing to the development of the new brand concept store that we are deploying around the world by offering a custom retail service to Vispring’s partners. The global relationship with Vispring in all aspects of creative and retail design strategy gives us valuable experience that we thank them every day.

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opera singer

ANGEL BLUE Interview by Tabata Caldironi

Abbiamo intervistato la soprano californiana Angel Blue mentre era impegnata al Teatro Alla Scala nel ruolo di Violetta ne La Traviata di Verdi. Considerata una delle migliori voci della sua generazione, Angel Blue ha incantato il pubblico Scaligero al fianco di Francesco Meli e Placido Domingo. Una bellezza statuaria e un sorriso luminoso che sono lo specchio della gentilezza e della grandezza di questa artista. We interviewed the Californian soprano Angel Blue whilst she was engaged at Teatro Alla Scala singing Violetta in Verdi’s La Traviata. Considered one of the outstanding voices of her generation, Angel Blue has enchanted the audience of La Scala singing alongside Francesco Meli and Placido Domingo. A statuesque beauty and a luminous smile that are the mirror of the kindness and greatness of this artist. T.C. Stiamo prendendo un caffè al Paper Moon Giardino, nel cuore della zona della moda di Milano, nel famoso “Quadrilatero”. Qual é la tua relazione con la moda? A.B. È come se la mia relazione con la moda sia stata di amore e odio! Ho avuto una piccolissima carriera come modella a seguito di alcuni concorsi di bellezza che ho fatto. Sono stata una reginetta circa 10 anni fa (Miss Hollywood, Miss California, etc). Sono alta circa 183 cm. All’epoca, ero al 100% presa dalla moda! Conoscevo gli stilisti, mi mantenevo informata sulle ultime tendenze, capelli e tutto quanto. Poi, buttandomi a capofitto nella mia carriera nell’Opera, ho perso qualunque tipo di senso della moda! Adesso, sto lavorando con un bravissimo stylist di New York. Si chiama Marlon… si è scandagliato il mio guardaroba e mi sta aiutando a migliorare la mia relazione con la moda, e penso che stia migliorando. Ci sto lavorando! (ride) Apprezzo molto la moda perché credo sia simile all’Opera, richiede una grande cura del dettaglio! È un lavoro dettagliatissimo. Quindi ho molto rispetto per la moda e per le persone che lavorano in questa industria. T.C. We are having coffee at Paper Moon Giardino in the heart of the “Quadrilatero” the famous fashion district in Milan. What is your relationship with fashion?

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A.B. I feel like I’ve had a love-hate relationship with fashion! I had a very tiny modelling career that came as a result of me doing beauty pageants. I was a beauty queen around 10 years ago (Miss Hollywood, Miss California, etc). I am 6 feet. At the time, I was 100% into fashion! I knew designers, and I kept up on everything like the latest trends, hairstyles and everything. Then, I went full throttle into my career in Opera,and I lost all sorts of fashion sense ever! Now, I am working with a great stylist who is in New York. His name is Marlon… he went through my closet and is helping me get my relationship with fashion better, and I think it is getting better. I am working at it! (laughs) I appreciate fashion because I think it is like Opera, it takes a lot of detail! It is a very detailed work. So I definitely have a lot of respect for it and the people who work in this industry. T.C. Questa è la terza volta a Milano al Teatro Alla Scala, ma questa è stata la tua prima Traviata. Come ci si sente a cantare in questo teatro? A.B. Alla grande! È un teatro d’opera fantastico per la sua storia e per quel che rappresenta. È un teatro importantissimo in cui cantare, penso non solo per me, ma per tutti i cantanti d’Opera e per il mondo della lirica in genere. Quindi la sensazione di cantare li è veramente bellissima. È una sensazione di realizzazione e di gratitudine. Una sensazione non di alterigia, ma di orgoglio… posso dire di essere una dei cantanti lirici che è stata sul celebre palco del Teatro Alla Scala. T.C. This is your third time in Milan at Teatro Alla Scala, but this has been your first Traviata. How does it feel to sing in this theatre? A.B. It feels great! It’s an amazing opera house for its history and what it represents. It is a great house to sing in, I think not just to me but to all Opera singers and to the Opera world as a whole. So the feeling of singing there is a really great one. It’s a feeling of accomplishment and of thankfulness. A feeling of not arrogance, but pride…I can say that I’m one of the Opera singers who’s been on the great stage of Teatro Alla Scala. T.C. …specialmente nel ruolo principale! Qual’è la tua relazione con Traviata?



A.B. Ho studiato questo ruolo da che avevo 16 anni. Credo di avere realmente iniziato a conoscere, capire e amare questa storia da una decina d’anni. Ma di essere in grado di cantarla veramente solo da tre anni! È una parte molto impegnativa. Essendo io una persona emotiva, non rimuovo questo aspetto nel mio canto. Anzi è un aspetto che lascio entrare nel mio canto! Mi piace questo personaggio. Mi piace Violetta. Mi piace chi lei è… quindi credo che questo mi sia d’aiuto quando devo portarla in scena. Non l’ho mai giudicata per essere una cortigiana o per aver vissuto la vita che ha vissuto. Penso che se fosse una persona reale, lei ed io saremmo amiche e staremmo qui a parlare come noi due! Quando sono sul palco, cerco di diventare lei, facendo onore alla sua persona. Penso che questo renda più facile cantare questo ruolo, anche se la sua parte in se è veramente difficile! T.C. …especially with a Title role! What is your relationship with Traviata? A.B. I’ve been studying this role since I was about 16 years old. I think I have really started knowing, understanding and loving the story for the last 10 years. But being able to really sing it - I’ve only been doing that for about the last three years! It’s a very challenging part. Being an emotional person, I don’t take that away from my singing. I actually let that go into my singing! I like the character. I like Violetta. I like who she is… so I think that helps when it comes to singing her. I’ve never judged her for being a courtesan or for living the life that she’s lived. I think that if she was a real person, she and I would be friends and would be here talking like you and me! When I am on stage, I try to become who she is, really honouring her person. I believe that makes it easier to sing the role, but the part itself is very challenging to sing. T.C. Quando e come mai hai deciso di diventare una cantante d’Opera? A.B. Avevo 4 anni quando vidi la mia prima Opera. Era Turandot, la vidi in forma di concerto. Dissi a mio padre che avrei voluto essere come “la signora sotto la luce” e mio padre mi disse “puoi certamente essere come la signora sotto la luce”. All’età di sei anni ho iniziato a prendere lezioni di canto. All’età di otto anni ho avuto il mio primo assolo nella versione per bambini del Messiah di Handel. Ho cantato per tutta la mia vita, è quello che ho sempre voluto fare, ma l’Opera mi piace in particolare per la sua drammaticità. Amo il fatto che ci sia della recitazione e della danza e non lo so, mi ha proprio presa! Sento come se fossi stata morsa dal ragno dell’Opera da bambina e non ho mai realmente voluto fare altro. T.C. Why and when did you decide to become an Opera singer? A.B. I was 4 years old when I saw my first Opera. It was Turandot, I saw it in a concert version. I actually said to my dad I would like to be like “the lady in the light” and my dad said “you most certainly can be like the lady in the light”. By the time I was six I started taking voice lessons. By the time I was eight I had my first solo in the children’s version of Handle’s Messiah. I just have been singing in my whole life, it’s what I’ve always wanted to do, but Opera in particular because I like the dramatics of it. I like the fact that there was acting and some dancing and I don’t know, it just gripped me! I feel like I was bitten by the Opera bug when I was a child and I just never really wanted to do anything else. T.C. Secondo te, cosa rende l’Opera “speciale”? A.B. L’Opera è composta da così tanti aspetti! Per esempio, una delle cose che amo dell’Opera è che veniamo introdotti a così tante lingue diverse che negli Stati Uniti non sentiamo di frequente. Penso che quando impari una lingua di qualcuno, impari anche qualcosa della sua cultura! Quindi grazie all’Opera posso conoscere meglio altre culture e la loro storia. Un altro aspetto dell’Opera che credo sia speciale è la componente teatrale. La maggior parte dei cantanti in America deve prendere lezioni di recitazione. Bisogna diventare degli eccellenti attori sul palco. Poi ci sono il balletto, la scenografia e l’aspetto visuale. È come se avesse tutte le arti al suo interno! Penso che ciò che mi faccia realmente amare l’Opera sia questa commistione delle arti.

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T.C. What makes Opera “special”, in your opinion? A.B. There are so many aspects that go into Opera! For instance, one of the things I like about Opera is that we are introduced to all these different languages that in the States we don’t hear often. I think when you learn someone’s language, you also learn about their culture! So I feel like I know a little more about different cultures and their history because of Opera. Another aspect I believe is special of Opera, is the theatrical part of it. Most of the singers in the United States have to take acting classes. One has to become an outstanding actor on stage. It includes ballet, the set and the visual art aspect of it. It sort of has everything, all the arts in it! I think what I really enjoy about Opera is that it offers a mixture of all the arts. T.C. La vita di un cantante comporta molti viaggi, che cosa non manca mai nella tua valigia? A.B. Penso che la parte difficile del viaggiare sia il fare le valigie e cercare di capire che cosa portare con sé. Sono fortunata di poter viaggiare, e sono fortunata di poter vedere il mondo e farlo cantando. Ciò che porto sempre con me è la mia Bibbia. Dentro ci tengo le foto di mio padre e della mia famiglia. Quindi questa è la cosa che devo avere assolutamente con me sempre. T.C.The life of a singer entails a lot of travelling, what is always in your suitcase? A.B. I think the hard part of travelling is the packing and trying to figure out what to take with you. I’m blessed to be able to travel, and I’m blessed to see the world and to do it singing. What I always take with me is my Bible. I have pictures in it of my dad and my family. So that’s the one thing I absolutely have to have always with me.

T.C. Ti piace viaggiare? A.B. Si e no. Sono grata perché posso dire “Oh, sono stata tipo in 40 paesi, è fantastico”. Mi piace vedere nuovi posti e incontrare nuove persone, e amo sentire lingue diverse. Come ho detto la parte difficile del viaggiare è il fare le valigie, e poi ci sono i voli che sono molto lunghi! Penso che il volo più breve che ho preso recentemente è probabilmente di 8 ore. Escludendo New York, che era stato 4 di ore. Ho fatto 14 ore per Sydney, e poi 14 ore per Abu Dhabi, poi 6 ore per il Kazakhstan e 12 ore per Seoul, e poi 12 ore dal Sud Corea per tornare a casa a Los Angeles. Viaggiare è divertente, ma a volte ti chiedi: Aspetta, che ore sono? Aspetta, dove sono? Di nuovo, che sto facendo? Ah già, sono in Italia! A parte questo, penso che viaggiare sia veramente bello! T.C. Do you like travelling? A.B. Yes and no. I am thankful because I get to say “oh, I have been to, like 40 countries, that’s cool”. I like seeing new places and meeting new people, and I love hearing different languages. As I said, the difficult part of travelling is packing, and then there are the flights that are very long! I think the shortest flight I’ve taken recently probably was about 8 hours. Apart from when I went to New York and that was 4 hours. But it was like 14 hours to Sydney, and then it was 14 hours to Abu Dhabi, but It was 6 hours to Kazakhstan in like 12 hours to Seoul, then 12 hours from South Korea back home to Los Angeles. Travelling is fun, but you sometimes ask yourself: Wait, what time is it? Wait, where am I? What am I doing again? Oh right, I’m in Italy! Other than that, I think travelling is really fun.

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T.C. Se potessi scambiare la tua vita con qualcuno per un giorno, chi sarebbe? A.B. Ci sono così tante persone che vorrei essere per un giorno! Mi chiedo com’era essere la cantante lirica, Leontyne Price. Mi chiedo come ci si possa sentire ad essere lei oppure Marian Anderson. Lei cantò di fronte al Lincoln Memorial nel 1939, e mi chiedo come si sia sentita a cantare davanti a quella folla. Mi chiedo anche come sarebbe essere stata Neil Armstrong. Mi chiedo com’è essere un astronauta e provare tutte quelle G-forces, andare super veloce! Amerei anche essere Verdi, nel giorno che finì di comporre La Traviata per sapere cosa pensasse. Era tipo “è un capolavoro” oppure “no, lo odio”? Ma c’è una canzone di Leonard Bernstein, che si intitola I’m so lucky to be me (Sono così fortunato ad essere me), che se potessi essere chiunque per un giorno, vorrei essere me stessa. Vorrei solo poter tornare indietro a quando ero bambina, e mio padre mi portava in macchina per negozi. Cantava mentre guidava e io dovevo copiare quello che lui stava cantando. Penso che questa sia una delle memorie a cui più tengo. Vorrei avere un altro di quei giorni! T.C. If you could swap lives for a day with someone, who would that be? A.B. I have so many people that I would like to be for one day! I wonder what it was like to be like the Opera singer, Leontyne Price. I wonder what it felt like being her or Marian Anderson. She sang in front of the Lincoln Memorial in 1939, and I wonder what that felt like when she sang in front of all of those people there. I also wonder what it would have been to be Neil Armstrong. I wonder what it’s like being an astronaut and experience all those G-forces, going super fast! I would also love to be Verdi on the day when he finished composing La Traviata to know what was he thinking. Was he like “this is a masterpiece” or “I hate it”? But there is this song by Leonard Bernstein, and it’s called I’m so lucky to be me, and if I could be anybody for one day again, I would want to be myself. I would want to go back to when I was a kid, and my dad would drive me to the store. He would sing while he was driving and I would have to copy what he was singing. I think that’s probably because it’s a Memory that I have that I really cherish. I would want to have one more day! T.C. I 10 preferiti di Angel Blue: Compositore preferito? Verdi e Puccini. Ruolo preferito che hai cantato? Ne ho 3: Mimì (La Bohème), Violetta (La Traviata) e Bess (Porgy and Bess) Ruolo preferito che non hai ancora cantato? Tosca Genere musicale preferito (al di fuori dell’opera)? Hard Rock! Cibo preferito? Pizza (ride) Momento preferito del giorno? La mattina Stagione preferita? Vengo dalla California. Non abbiamo le stagioni! (ride) Film preferito di tutti i tempi? Bolle di Sapone (1991) di Michael Hoffman con Sally Field, Kevin Kline, Robert Downey Jr, Elisabeth Shue, Whoopi Goldberg, Gary Marshall…un cast tutto di stelle! Libro preferito? Mi piacciono i legal thriller di John Grisham’s, e questo suonerà davvero smielato, mi piace il libro Come acquistare fiducia e avere successo di Norman Vincent Peale. Cosa preferita nel mondo? Dormire! T.C. Angel Blue’s 10 favourites: Favourite composer? Verdi and Puccini. Favourite role you have sung? I have 3: Mimì (La Bohème), Violetta (La Traviata) and Bess (Porgy and Bess) Favourite role you haven’t sung yet? Tosca Favourite music genre (outside opera)? Hard Rock! Favourite food? Pizza! (laughs) Favourite time of the day? Morning Favourite season? I’m from California. We don’t have seasons! (laughs)

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Favorite movie of all times? Soapdish (1991) by Michael Hoffman with Sally Field, Kevin Kline, Robert Downey Jr, Elisabeth Shue, Whoopi Goldberg, Gary Marshall…it’s an all-star cast! Favourite book? I like John Grisham’s suspense legal thrillers, and this is going to sound really cheesy, I like the book The Power of Positive Thinking by Norman Vincent Peale. Favorite thing in the world? Sleep! T.C. Dove ti vedremo prossimamente? A.B. Dopo questa produzione al Teatro Alla Scala, andrò in Canada ad interpretare Mimì nella Bohème al Canadian Opera Company di Toronto. Poi andrò ad Aix-En-Provence a cantare al Festival e debutterò nella mia prima Tosca. Dopo di che, avrò un Recital al Ravinia Festival di Chicago e questo sarà veramente speciale per me perché la mia famiglia è del Midwest e quindi saranno tutti presenti! Di seguito inaugurerò la stagione del Metropolitan Opera di New York con Porgy and Bess. T.C. Where will we see you next? A.B. After this production at Teatro Alla Scala, I go to Canada, I’m going to be Mimì in La Bohème at the Canadian Opera Company in Toronto. Then I go to Aix-En-Provence to sing at the Festival, and I’m singing my first Tosca. After that, I will have a Recital at the Ravinia Festival in Chicago, and that’s going to be really special for me because my family is from the Midwest, so they’re all going to be there! And then I’m opening the next season of New York’s Metropolitan Opera with Porgy and Bess.

Interview Photos credits: SIMONE BALDASSARI Tabata’s shoes: MANFREDI MANARA

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