GA Vision 2022_01.02

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FOLLINA (TV) | Proseccoland www.hoteldeichiostri.com

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2022/01.02 READ ON

glamouraffair.vision RIVISTA BIMESTRALE DI FOTOGRAFIA, ARTE E DESIGN BIMONTHLY REVIEW OF PHOTOGRAPHY, ART AND DESIGN Registrazione al Tribunale di Milano n° 27 del 14/02/2019 Registration at the Law Court of Milan n° 27 of 14/02/2019 Cover Credits © GIORGIO GALIMBERTI Editorial Staff Direttore responsabile | Editor in Chief ALESSIO GILARDI Direttore artistico | Art Director FLAVIO TORRE - satisfystudio photo Direttore digitale | Digital Director STEFANO GILARDI Collaborazioni | Collaborations ELEONORA ANNA BOVE GIULIA GRINCIA MONICA LANDRO CARLO DE MARCHI Contact WEBSITE | www.glamouraffair.vision E-MAIL | info@glamouraffair.vision FACEBOOK | www.facebook.com/glamouraffairpage INSTAGRAM | www.instagram.com/glamouraffair Publisher QUADRIFOLIUM GROUP Srl P.zza XX Settembre, 40 23900 Lecco - Italy www.quadrifoliumgroup.com info@quadrifoliumgroup.com © 2022 - All rights reserved Printer G&G srl Via Redipuglia, 20 35131 Padova

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GIORGIO GALIMBERTI interview AFFRESCATI COLLECTION interior finishes GIULIA GRINCIA artworks ACQUA SANTA reportage PENTHOUSE L house architecture ABSTRACTNESS art series LED WORLD photo project HAKUTEN [PRISM] installation DROWN IN TIME analog project LUIS PRIETO painter OIKOA MASSAGE BOUTIQUE interior design TÚLIO PINTO sculptor ANNA D’AGOSTINO editorial VAN GOGH – I GIRASOLI film premiere MARTA BEVACQUA photo series DOSSIER 01/2022 community selection


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GIORGIO GALIMBERTI

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La fotografia, per Giorgio Galimberti, deve essere un sogno. Col suo bianco e nero risulta assolutamente magnetica ed elegante agli occhi dello spettatore, capace di restituire sentimenti, emozioni profonde e la bellezza del mondo. Attualmente impegnato col suo progetto “Amor”, lo abbiamo intervistato prima dell’uscita del suo libro “George”, presentato presso il Photo Trieste Day. Photography, for Giorgio Galimberti, must be a dream. With its black and white it is absolutely magnetic and elegant in the eyes of the viewer, capable of returning feelings, deep emotions and the beauty of the world. Currently busy with his “Amor” project, we interviewed him before the release of his book “George”, presented at Photo Trieste Day. Eleonora Anna Bove: I tuoi scatti continuano ad essere, negli anni, rigorosamente in bianco e nero. Cosa rappresenta, dunque, per te esso? Giorgio Galimberti: Il bianco e nero, per me, è stata sicuramente una scelta di stile, dovuta all’estetica della fotografia: lo trovo molto più elegante e affascinante. Ciò mi ha portato a lavorare molto col bianco e nero, all’inizio anche con le scale di grigi per poi andare a sottrarre tutto e andare a portarlo in una versione più grafica. Mi sono sempre piaciuti i bianchi bruciati e i neri assoluti, che sono diventati un po’ il mio marchio di fabbrica. Il colore non lo escludo, tant’è vero che faccio alcuni lavori di questo tipo. Si tratta unicamente di una scelta estetica: dietro non c’è chissà quale pensiero o significato! Il tempo, poi, lo ha semplificato. Non è un vero bianco e nero: sono più toni che vanno poi a comporre il monocromatismo. Però, se vai poi a vedere, togliendo le scale dei grigi, rimane davvero il bianco e nero. Fotografo direttamente in bianco e nero, però ovviamente fotografando in digitale, quando vai ad esportare in programma di post-produzione vedi l’immagine a colori. Alcune volte è successo che il bianco e nero non mi soddisfa-

cesse pienamente in quanto va a sottrarre informazione all’immagine. Mi è capitato di realizzare tutto un lavoro su New York tra il 2018 e il 2019 in collaborazione con Lumix e le immagini stesse, la loro progettualità, così come l’idea, la voglia di comunicare, di gridare questa città erano sicuramente a colori per me. Così come non si può fotografare un arcobaleno in bianco e nero, alla stessa maniera la città americana per me è un’esplosione di colori. Se ho l’intenzione di fotografare una Cadillac in mezzo ad un deserto, non mi sognerei mai di farlo in bianco e nero. Il colore conferisce spesso delle informazioni che valorizzano indubbiamente l’immagine e la rendono fruibile allo spettatore. Diversamente, perderebbe di gusto e d’impatto. Per quanto riguarda il progetto menzionato, l’idea iniziale era quella di dedicarmi alla street photography, poi è seguita una parte più metafisica, che è quella che sicuramente preferisco. Quindi, una prima parte è a colori, mentre la seconda è in bianco e nero. Eleonora Anna Bove: Over the years, your shots continue to be strictly black and white. What, then, does it represent for you? Giorgio Galimberti: Black and white, for me, was definitely a style choice, due to the aesthetics of photography: I find it much more elegant and fascinating. This led me to work a lot with black and white, at first even with grayscale and then go and subtract everything and bring it in a more graphic version. I’ve always liked burnt whites and absolute blacks, which have become a bit of my trademark. I do not exclude color, so much so that I do some works of this type. It is only an aesthetic choice: there is no thought or meaning behind it! Time has simplified it. It is not a true black and white: there are more tones that then go to make up the monochromatism. However, if you then go and see, removing the gray scales, it really remains black and white. I photograph directly in black and white, but obviously by photographing digitally, when you go to export in the post-production program you see the image in color. Sometimes it has

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happened that black and white did not fully satisfy me as it steals information from the image. I happened to create a whole work on New York between 2018 and 2019 in collaboration with Lumix and the images themselves, their planning, as well as the idea, the desire to communicate, to shout about this city were certainly in color for myself. Just as you cannot photograph a rainbow in black and white, in the same way the American city is an explosion of colors for me. If I intend to photograph a Cadillac in the middle of a desert, I would never dream of doing it in black and white. Color often gives information that undoubtedly enhances the image and makes it accessible to the viewer. Otherwise, it would lose its flavor and impact. As for the project mentioned, the initial idea was to devote myself to street photography, then a more metaphysical part followed, which is certainly the one I prefer. Thus, a first part is in color, while the second is in black and white EAB: Gli spazi non risultano quasi mai vuoti, ma al contrario la presenza umana sembra di fondamentale importanza. Quali aspetti provi a cogliere maggiormente nei soggetti catturati nelle tue immagini? GG: Rispondo per gradi. Personalmente, non mi ritengo un fotografo di architettura, anzi, credo che la fotografia di quel tipo sia la più difficile in assoluto. Se osserviamo la fotografia con le balene - che poi è quella più nota - se avessi tolto il soggetto, avrei sicuramente tolto tutto. Un fotografo di architettura o un paesaggista avrebbe colto il Golfo Paradiso a Camogli senza all’interno la persona. Io faccio fatica a stare da solo e probabilmente la mia fotografia ne risente molto, cerca la figura umana. Soltanto quando fotografo mi piace la solitudine. Giorni fa ho girato tanto per Roma da solo, che

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tra l’altro risulta una città con una luce difficile da fotografare : adoro Piazza di Spagna, il Pincio, con questa luce che disegna delle ombre nette sui muri al calare del sole. Il progetto si chiama “Amor” e spero che divenga presto una pubblicazione. Le figure umane ritratte sono delle silhouette, esili, slanciate, eleganti. Mi piace catturarle con un bel cappotto o cappello, ad esempio. Rappresentano principalmente un aspetto estetico che conferisce, tuttavia, un fattore emozionale all’immagine, pathos. Ultimamente sono ossessionato dai sogni: la fotografia, per me, non è altro che un sogno. L’altro giorno mi ritrovavo ad assistere una lectio di Scianna che ha sostenuto che la fotografia è come la marmellata dove metterci dentro le mani con le albicocche. Tuttavia, mi piace catturare la realtà senza stravolgerne completamente i contenuti. Io credo che il punto debba metterlo lo spettatore: io, come fotografo, ti racconto la storia e ti lascio la porta socchiusa affinché tu ci riveda la tua storia. Questa è la cosa veramente interessante ed affascinante. EAB: The spaces are almost never empty, but on the contrary the human presence seems of fundamental importance. What aspects do you try to capture more in the subjects captured in your images? GG: I answer step by step. Personally, I don’t consider myself an architecture photographer, on the contrary, I believe that photography of that type is the most difficult of all. If we look at photography with whales - which is the best known - if I had removed the subject, I would have certainly removed everything. An architecture photographer or landscape designer would have captured the Golfo Paradiso in Camogli without the person inside. I find it hard to be alone and probably my


photography suffers a lot, it looks for the human figure. Only when I photograph do I like solitude. Days ago I traveled a lot around Rome alone, which among other things is a city with a light that is difficult to photograph: I love Piazza di Spagna, the Pincio, with this light that draws sharp shadows on the walls as the sun goes down. The project is called “Amor” and I hope it will soon become a publication. The human figures portrayed are silhouettes, slender, slender, elegant. I like to capture them with a nice coat or hat, for example. They mainly represent an aesthetic aspect that gives, however, an emotional factor to the image, pathos. Lately I have been obsessed with dreams: photography, for me, is nothing more than a dream. The other day I found myself attending a lectio by Scianna who argued that photography is like jam where you can put your hands with apricots in it. However, I like to capture reality without completely distorting its contents. I believe that the point should be put by the viewer: I, as a photographer, tell you the story and leave the door ajar for you to review your story. This is the really interesting and fascinating thing. EAB: Cosa hai appreso, fotograficamente parlando, da tuo padre? Cosa ti ha insegnato? GG: Fondamentalmente il rispetto e l’amore per la fotografia, l’ossessione per essa, il fatto di trattarla come una gioia e mai come un lavoro. Penso che, dopo mio figlio, la cosa più bella che ho è la fotografia. Se non avessi avuto la fotografia, avrei vissuto a metà. Essendo il figlio di Maurizio, ho avuto la fortuna di conoscere tantissimi autori del neorealismo italiano, crescendo e scherzando con loro: Mario Giacomelli, Franco Fontana, Nino Migliori, Giovanni Gastel, Piero Gemelli. Sono tutte persone che ho potuto conoscere un po’ di più.

EAB: What did you learn, photographically speaking, from your father? What did he teach you? GG: Basically the respect and love for photography, the obsession with it, the fact of treating it as a joy and never as a job. I think that, after my son, the best thing I have is photography. If I hadn’t had the photograph, I would have lived halfway. Being the son of Maurizio, I was lucky enough to meet many authors of Italian neorealism, growing up and joking with them: Mario Giacomelli, Franco Fontana, Nino Migliori, Giovanni Gastel, Piero Gemelli. They are all people I got to know a little more. EAB: Di Giovanni Gastel, qual è il ricordo che porti più a cuore? Qualche aneddoto? GG: Giovanni, prima di un grande fotografo, era un grande poeta, un esteta, un amante, un Signore. C’è poco da dire su di lui. Amava il bello e tutti i fotografi, che facciano still life o eventi, dovrebbero essere ossessionati dal bello. L’estetica era tutto per Giovanni. Ma a me piacevano veramente tanto le sue poesie: mi piacerebbe anzi acquistarne un libro; credo che una raccolta di poesie del bravo Gastel sia doveroso farla. EAB: What is the memory of Giovanni Gastel that you hold most dear to your heart? Any anecdotes? GG: Giovanni, before a great photographer, was a great poet, an esthete, a lover, a Lord. There is little to say about him. He loved beauty and all photographers, whether they make still life or events, should be obsessed with beauty. Aesthetics was everything for Giovanni. But I really liked his poems very much: I’d rather buy a book of them; I believe that a collection of poems by the good Gastel is a must.

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EAB: Cosa provi a trasmettere oggigiorno, sempre fotograficamente, a tuo figlio? GG: Tommaso è nato in un’epoca dove siamo bombardati da miliardi di immagini. La fotografia prima creava memoria e ricordi, oggi ha una vera e propria utilità. E’ partito col video, è uno youtuber, un gamer, è appassionato di editing, di programmi di post-produzione. Ma arriviamo sempre allo stesso punto: mi sarebbe piaciuto fare il regista, tant’è vero che oggi la mia fotografia si ispira tanto al cinema, alla pittura, alle mie emozioni, al mio sogno. Sempre Ferdinando Scianna, ha detto che le più belle foto sue sono quelle in cui copiava gli altri fotografi. Oggigiorno, tutti si ispirano a qualcuno e qualcosa. Ad esempio anche i grandi fotografi di moda si ispirano a Lindbergh. Ma non c’è nulla di male. La mia foto coi tuffatori si ispira chiaramente a Nino Migliore ed ho scritto espressamente che si trattava di un omaggio a lui. Pensiamo anche alle due foto simili di Bresson ed Erwitt: il salto del primo si dirige a destra e quello del secondo a sinistra. Mi dicono talvolta di essere la copia di Mario Giacomelli: posso ispirarmi a lui, ma sicuramente la visione resta la mia, con tutte le mie emozioni. EAB: What do you try to convey nowadays, always photographically, to your child? GG: Tommaso was born in an age where we are bombarded with billions of images. Before, photography created memory and remembers, today it has a real usefulness. He started with the video, he is a youtuber, a gamer, he is passionate about editing, post-production programs. But we always come to the same point: I would have liked to have been a director, so much so that today my photography is so much inspired by cinema, painting, my emotions, my dream. Also Ferdinando Scianna, said that the most beautiful photos of him are those in which he copied other photographers. Nowadays, everyone is inspired by someone and something. For example even the great fashion photographers are inspired by Lindbergh. But there is nothing wrong with that.

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My photo with the divers is clearly inspired by Nino Migliore and I wrote expressly that it was a tribute to him. We also think of the two similar photos of Bresson and Erwitt: the jump of the first goes to the right and that of the second to the left. Sometimes they tell me that he was a copy of Mario Giacomelli: I can draw inspiration from him, but surely the vision remains mine, with all my emotions EAB: Cosa credi che sia cambiato e cosa invece è rimasto inalterato all’interno della tua personale fotografia? GG: La mia fotografia è in continua evoluzione, così come la visione di ogni autore. Se pensiamo alle foto che si facevano all’inizio, mi sembrano terribili. Ma è normale, perché il mio occhio si è evoluto. Bresson diceva sempre che le prime 10000 fotografie erano da buttare via. E’ vero, ma non sono propriamente d’accordo. Io penso che poi vai a vedere perché hai fotografato così, vai a vedere la storia. Rivivi tantissime cose. Ci vorrebbero tantissimi grandi cestini in cui gettare le foto; le mie sono quasi tutte stampate, quelle buone ovviamente. Poi vai a sintetizzare. Ad esempio la copertina del libro di Berenga era un scarto: la collaboratrice l’ha vista e l’ha reputata bellissima per una cover. EAB: What do you think has changed and what has remained unchanged in your personal photography? GG: My photography is constantly evolving, as is the vision of each author. If we think about the photos they took at the beginning, they seem terrible to me. But that’s normal, because my eye has evolved. Bresson always said that the first 10,000 photographs were to be thrown away. That’s true, but I don’t really agree. I think then you go to see why you photographed like this, go to see the story. Relive so many things. It would take a lot of large baskets in which to throw the photos; mine are almost all printed, the good ones obviously. Then go synthesize. For example, the cover of Berenga’s book was a waste: the collaborator saw it and thought it beautiful for a cover.


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EAB: Cosa non fotograferesti mai? GG: La morte. Associo la fotografia al bello del quotidiano, alla gioia. Non sopporto ad esempio le foto realizzate da alcuni street photography sugli invalidi per strada. Ho realizzato dei progetti sul sociale ma non son per me. Poi, tanta fotografia di moda realizzata in modo freddo non mi appassiona. La trovo troppo veloce, senza creatività, ha avuto un declino incredibile. Se pensiamo a Gastel, Barbieri, Gemelli, c’era una ricerca, una collaborazione con gli stilisti e l’art director. EAB: What would you never photograph? GG: The death. I associate photography with the beauty of everyday life, with joy. For example, I can’t stand the photos taken by some street photography of disabled people on the street. I have done some social projects but they are not for me. Then, a lot of cold fashion photography does not appeal to me. I find it too fast, without creativity, it has had an incredible decline. If we think of Gastel, Barbieri, Gemelli, there was a research, a collaboration with the stylists and the art director. EAB: Di questo nuovo progetto su Roma cosa ci dici? GG: Lo realizzerò andando avanti e indietro da Milano. Mi sono stancato dei progetti mordi e fuggi. Ora uscirà anche il mio libro in occasione del Photo Trieste Day, George®. EAB: What do you tell us about this new project on Rome? GG: I will make it by going back and forth from Milan. I got tired of hit and run projects. Now my book on the occasion of Photo Trieste Day, George®, will also be released.

Intervista di / Interview by ELEONORA ANNA BOVE (@eleonoraannabove)

WEBSITE | giorgiogalimberti.it INSTAGRAM | @giorgio_galimberti FACEBOOK | giorgiogalimbertifotografo

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N O I T C E L L O C I T A C S E fin R e R F e F Aeramich C

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CERAMICHE REFIN RICREA L’INCANTO DEI GRANDI CAPOLAVORI ARTISTICI La nuova collezione di Ceramiche Refin, recentemente presentata al Cersaie di Bologna, è in grado di offrire un’interpretazione originale ed eclettica del patrimonio artistico italiano racchiuso nella tradizione delle decorazioni murali. Le molteplici qualità del gres hanno permesso, per la prima volta, di trasmettere a pavimento il fascino dell’affresco. La forza di una suggestione è in grado di sfidare le leggi del tempo e dello spazio, lasciando tracce profonde e impressioni durature, cariche di emozioni e rimandi a un passato ricco di bellezza. Per la creazione di Affrescati, Ceramiche Refin ha compiuto un emozionante viaggio nella bellezza dell’arte italiana, nella ricca storia dell’affresco, immergendosi completamente nelle antiche tecniche di pittura murale per dare vita ad una superficie originale e di grande carattere in grado di rivestire svariate tipologie di superfici, adattandosi perfettamente ad ogni contesto grazie alla versatilità del gres. Suggerimenti a distanza La storia di Affrescati inizia tanto tempo fa, da potenti suggestioni legate al fascino degli affreschi di Pompei, ai colori del Duomo di Amalfi e alla volta stellata della Cappella degli Scrovegni. È intimamente connesso alle impressioni raccolte durante una profonda immersione nella tradizione italiana della decorazione murale, eseguita soprattutto alla ricerca di nuovi modi di concepire gli spazi. Il risultato è un vero e proprio affresco, realizzato nel laboratorio all’avanguardia di Ceramiche Refin e trasformato in un’esclusiva superficie ceramica decorativa, profondamente materica e ricca di contrasti cromatici. La reazione tra la calce di fondo ed i pigmenti permette di attenuare i toni cromatici e generare una gamma di sfumature differenti, con un effetto leggermente consumato. Il patrimonio culturale

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dell’arte italiana e il valore storico dell’artigianato, nella collezione Affrescati, si fondono armoniosamente in un affresco che si inserisce con grazia in ogni contesto, apportando indiscussa raffinatezza e grande equilibrio estetico. I segni inconfondibili della tradizione La collezione si caratterizza per le sue superfici squisitamente materiche, arricchite da segni di spatola, onde impercettibili e un’attenta stratificazione cromatica che evocano in un unico momento il legame con mondi lontani, con il valore dei migliori patrimoni artistici della storia italiana. La tecnica della spugna, in particolare, trasforma ogni lastra in una superficie intrisa di lavorazione artigianale, dal carattere unico e imprevedibile. La sensazione di trovarsi davanti ad un affresco è ulteriormente rafforzata dalla presenza di crepe e reazioni chimiche che punteggiano le superfici, ma anche dalla scrupolosa scelta dei colori - Calce, Ocra, Ombra, Lapis e Terra -, tutte tonalità che richiamano chiaramente i colori dell’arte parietale, insieme al loro tipico patrimonio e all’aspetto invecchiato. Ogni dettaglio di Affrescati, studiato con la massima cura, è in grado di raccontare una storia a se stante, come un autentico affresco. La collezione è inoltre arricchita dal decoro Giotto, studiato appositamente per pareti e pavimenti, con il suo fondo blu monocromatico ispirato al cielo dipinto nella Cappella degli Scrovegni. La forza evocativa degli affreschi è stata proiettata nella modernità anche grazie alle qualità di un materiale come il gres, capace di catturare tutto il valore della tradizione artistica italiana e fissarla in un momento senza tempo. Grazie al gres, Affrescati è in grado di offrire superfici decorative versatili e suggestive, portando per la prima volta gli affreschi a pavimento. Con la nuova collezione di Ceramiche Refin, l’affresco diventa anello di congiunzione tra passato e presente, innescando nuove superfici di design e infondendo emozioni autentiche in ogni contesto.


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CERAMICHE REFIN RECREATES THE ENCHANTMENT OF GREAT ARTISTIC MASTERPIECES Ceramiche Refin’s new collection, recently presented at Cersaie in Bologna, is able to offer an original and eclectic interpretation of the Italian artistic heritage enclosed in the tradition of wall decorations. The multifaceted qualities of stoneware have made it possible, for the first time, to convey the charm of the fresco to the floor. The power of a suggestion is able to challenge the laws of time and space, leaving deep traces and lasting impressions, full of emotions and references to a past rich in beauty. For the creation of Affrescati, Ceramiche Refin has made an exciting journey into the beauty of Italian art, into the rich history of frescoes, immersing itself completely in the ancient techniques of mural painting to give life to an original surface with great character that can cover various types of surfaces, adapting perfectly to any context thanks to the versatility of stoneware. Distant suggestions The story of Affrescati starts so long ago, from powerful suggestions linked to the fascination of the frescoes of Pompeii, the colours of the Amalfi Cathedral and the starry vault of the Scrovegni Chapel. It is intimately connected to the impressions gathered during a deep immersion in the Italian tradition of wall decorations, performed above all to search for new ways of conceiving spaces. The result is a real fresco, created in the cutting-edge laboratory of Ceramiche Refin and transformed into an exclusive decorative ceramic surface, deeply textured and rich in colour contrasts. The reaction between the background lime and the pigments makes it possible to attenuate the chromatic tones and generate a range of different shades, with a slightly worn-out effect. The cultural

heritage of Italian art and the historical value of craftsmanship, in the Affrescati collection, blend harmoniously into a fresco that gracefully fits into every context, bringing undisputed refinement and great aesthetic balance. The unmistakable signs of tradition The collection is characterised by its exquisitely textured surfaces, enriched by spatula marks, imperceptible waves and a careful chromatic stratification that evoke in a single moment the link with distant worlds, with the value of the best artistic heritages of Italian history. The sponge technique, in particular, transforms each slab into a surface steeped in craftsmanship, with a unique and unpredictable character. The sensation of being in front of a fresco is further reinforced by the presence of cracks and chemical reactions dotting the surfaces, but also by the scrupulous choice of colours - Calce, Ocra, Ombra, Lapis and Terra -, all shades that clearly recall the colours of the wall art, together with their typical heritage and dusty appearance. Every detail of Affrescati, studied with the utmost care, is able to tell a story in itself, like an authentic fresco. The collection is also enriched by the Giotto decoration, especially designed for walls and floors, with its monochromatic blue background inspired by the sky painted in the Scrovegni chapel. The evocative power of the frescoes has been projected into modernity also thanks to the qualities of a material such as stoneware, capable of capturing all the value of the Italian artistic tradition and fixing it in a timeless moment. Thanks to stoneware, Affrescati is able to offer versatile and suggestive decorative surfaces, bringing the frescoes to the floor for the first time. With the new collection by Ceramiche Refin, the fresco becomes the link between past and present, triggering new design surfaces and instilling authentic emotions in every context.

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WEBTE | giuliagrincia.com INSTAGRAM | la_grincia

WEBSITE | refin.it INSTAGRAM | @ceramicherefin FACEBOOK | Ceramiche Refin spa Courtesy of v2com-newswire.com

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CERAMICHE REFIN Siamo un’azienda italiana e attiva sui mercati internazionali dal 1962. Facciamo parte del Gruppo Concorde, leader mondiale nel settore dell’industria ceramica. Lo scopo del nostro marchio è impreziosire gli spazi abitativi di tutto il mondo con la bellezza e l’emozione del design italiano, nel rispetto degli obiettivi dei nostri clienti, della società e dell’ambiente in cui viviamo. Il laboratorio è il cuore pulsante della nostra azienda, distinguendoci nel mercato grazie al nostro approccio unico e creativo. Crediamo che la sinergia tra innovazione tecnologica e sperimentazione artigianale sia la chiave per sviluppare un prodotto Made in Italy di altissima qualità estetica e tecnica. Mettiamo a disposizione del mondo dell’architettura e dell’interior design un’ampia gamma di soluzioni in gres porcellanato. Siamo in grado di soddisfare anche le esigenze più complesse dei nostri clienti garantendo la qualità dei nostri prodotti e tutti i relativi elementi di salute e sicurezza.

We are an Italian company and we are active on the international markets since 1962. We are part of Gruppo Concorde, a world’s leading group in the ceramic industry sector. Our brand purpose is to embellish living spaces around the world with the beauty and emotion of Italian design while respecting the goals of our stakeholders, society and the environment we live in. Our laboratory is the beating heart of our company and we stand out in the market thanks to our unique and creative approach. We believe that the synergy between technological innovation and artisan experimentation is the key to develop a Made in Italy product of the highest aesthetic and technical quality. We provide the world of architecture and interior design with a wide range of porcelain stoneware solutions. We are able to satisfy even the most complex needs of our customers while guaranteeing the quality of our products and all related elements of health and safety.

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GIULIA GRINCIA AND HER ART OF TRUE

Osservando il lavoro di un artista, ci si imbatte sempre prima o poi in un autoritratto. I dipinti di Giulia Grincia lo sono invece tutti. Giulia descrive ogni giorno nel suo studio i suoi sentimenti e la sua visione del mondo dipingendola su tela. Grincia, terminati i suoi studi all’Accademia Internazionale d’Alta Moda, ha iniziato la carriera come fashion designer ed illustratrice nell’ Haute Couture nel 2011 alternando incarichi in aziende di moda a periodi creativi all’estero. Iniziò a dipingere da bambina copiando i quadri della Parigini in casa dei suoi genitori, a Roma. Giulia sapeva fin da piccola che l’arte sarebbe diventata la sua carriera. Molti artisti hanno questo sogno ma, affinché sia più di una speranza, bisogna crederci fino in fondo. Grincia si immerge nei classici, nella mitologia e nelle fiabe di tutto il mondo per tornare a galla con i loro fascinosi personaggi. Sono preziose fonti d’ispirazione per le storie che racconta nelle sue tele. Molte persone sanno dipingere, ma solo artisti speciali sono in grado di far uso delle proprie abilità pittoriche per raccontare la propria storia. Giulia lo fa con facilità condividendo con noi la sua vita e le sue visioni. Il soggetto principale delle sue opere son sempre state figure femminili. Tutte diverse, ma sempre lei. Le opere riflettono però momenti e sentimenti che qualunque donna può vivere ogni giorno nella nostra società. Nelle sue ultime collezioni Giulia si è dedicata all’autoritratto in maniera più complessa, catapultata nel mondo fantastico di Lewis Carrol come Alice in “The Secret Kingdom”, o aprendo se stessa come in “The Sky Inside” uno dei suoi dipinti più sorprendenti e onesti. “Mi piace pensare al corpo come a un barattolo pieno di tutto ciò che sentiamo, le nostre convinzioni, i nostri momenti personali, ciò che abbiamo visto, amato, vissuto. Se rigido, il vaso risulta essere una gabbia. Il mio obiettivo è andare oltre la forma, come quella di un contenitore di materiale morbido trasparente che cambia forma a seconda di ciò che contiene. Mi piace pensare che le donne che dipingo siano informi, come l’acqua, infinite, sconfinate, pur mantenendo una figura fisica ben delineata”. dice Giulia. Elemento importante nei suoi dipinti è la linea dell’acqua. È la linea immaginaria tra il mare e il cielo. Giulia dice che l’acqua ci dà la vita, ma può anche toglierci la vita. Può proteggerci o farci annegare. Argomento predominante nella sua ultima collezione sono le maschere. La maschera ha per lei un’accezione positiva. Si può essere in un modo ma anche in un altro pur rimanendo se stessi. “Credo che ognuno di noi sia in un modo e in altri 100 mila modi. A volte ci vestiamo di armatura per proteggerci, altre da tigre per sedurre, ma fondamentalmente noi siamo anche tutte le maschere che indossiamo.” Spiega Giulia. Dietro tutte le opere potenti c’è sempre una personalità forte, capace di scendere nel profondo dell’animo umano, Giulia lo fa incitandoci anche solo per un momento a far lo stesso, a esplorare fino in fondo il nostro animo. Grincia sta attualmente esponendo una selezione delle sue opere d’arte nella Houska Gallery di St. Louis, USA. Puoi seguire il suo Instagram e il suo sito Web per vedere tutti i suoi meravigliosi dipinti e sbirciare nella sua vita e nel suo cuore. Craig Carlisle - Nashville Tennessee, USA

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IL GIARDINO DELLE CAMELIE, 2021. Oil on canvas, 100 x 120 cm

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FLOATING MASK, 2021. Oil on canvas, 50 x 50 cm

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THE SKY INSIDE, 2021. Oil on canvas

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SELFPORTRAIT, 2021. Oil on canvas, 60 x 40 cm


WHITE FOX, 2021. Oil on canvas, 40 x 40 cm

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SELFPORTRAIT, 2021. Oil on canvas, 40 x 40 cm

WEBSITE | giuliagrincia.com INSTAGRAM | @la_grincia

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When looking at an artist’s work the viewer can always know on some level a self portrait was created. The paintings of Giulia Grincia reflect her ability to deeply understand her heart without fear or regret. Writers and poets accomplish describing for us our feelings for love and self reflection, but Giulia does this in her studio each day with her oil paint. Grincia first realized her creative visions as a fashion designer and illustrator. She studied at the International Academy of High Fashion, and then began working in Haute Couture in 2011, alternating positions in fashion companies with creative periods overseas. As she continues this work, she also manages a full time painting studio in Roma. As a child she copied the paintings in her parents home, her favorites being the faces of Novella Parigini. Giulia knew from an early age that someday art would become her métier. Many artists have this dream, but to have it be more than just something to hope for, one has to be committed, and believe in their narrative. For Grincia, she has spent years drowning herself in the classics, mythology and fairy tales from all over the world, which have become the muse for her paintings. In all of her works one can see a story being told. “An important subject for my paintings has always been women. The artworks always reflect moments that a woman may feel each day in our society”, says Giulia. Most recently she has turned to self portraiture whether it be placing herself in Lewis Carol’s fantasy world as Alice with Giulia’s eyes in ‘The Secret Kingdom’, or in one of her most striking and unintentionally revealing paintings of the soul with the commanding titled, ‘The Sky Inside, Look at my Skin, But I am Made of Sky’. “I like to think of the body as a jar full of everything we feel, our

beliefs, our personal moments, what we have seen, loved, experienced. If rigid, the vase turns out to be a cage. My aim is to go beyond the form, as that of a container of transparent soft material that changes shape according to what it holds. I like to think that women I paint are shapeless, like water, endless, boundless, while maintaining a delineated physical figure.” Giulia says. The waterline is an important element in her paintings. It’s the imaginary line between the sea and the sky. Giulia says, “Water gives us life, but it can also take away life.” As she often presents this element in her paintings, we can see that it is often central and will give us insight into what Grincia, the artist, is feeling. Her consistent use of the waterline is remarkably clever and insightful. With all powerful artwork it takes a strong person, capable of looking into the mirror of self reflection, Giulia Grincia, does this for us so we can feel for a moment that maybe, just maybe, we can do this for ourselves. Giulia is a very ambitious and passionate artist who should always create freely, and be allowed to live and remain in her world of the fairy tale which she has created in her studio. To be a great artist, one must realize their story, their bliss, and build, draw, paint, sew, sing each day as if they live inside the artwork. Many can paint, but it is a special artist that can marry a natural skill, and translate their story onto the canvas. Giulia does all of this with ease because she is choosing to share her life and visions with us. Giulia Grincia is currently exhibiting a selection of her artwork with the Houska Gallery in St. Louis, Missouri, USA. You may follow her Instagram and on her website to see all of her wonderful paintings, and peeks into her process. Craig Carlisle - Nashville Tennessee, USA

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ACQUA SANTA

Gianfranco Ferraro 31


Culla della cultura indocinese sin dai tempi della preistoria, bagnata dalla “Madre delle acque” (così viene chiamato il fiume Mekong in questa zona) e inserita in una valle incantevole, la città di Luang Prabang è dal 1995 patrimonio dell’UNESCO. Ci troviamo nella Repubblica Popolare Democratica del Laos, stato del sud-est asiatico. Una leggenda narra di una sfida tra il dio del cielo, Kabinlaphom, e Thammabane, un ragazzo figlio di contadini, pena la decapitazione. Il ragazzo vince la sfida. Kabinlaphom prima di morire chiede alle sue sette figlie di custodire la sua testa nella grotta di Khanthoumali e di annaffiarla ogni anno ad aprile. Da questa leggenda nasce la festa più importante e sentita del Laos, il Pee Mai Lao (Capodanno Lao¬tiano) o Koudsongkhane (Festa dell’acqua) che si svolge ad Aprile.

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L’acqua, fonte di vita, simbolo “mitologico” e spirituale che ha sempre rappresentato lo scorrere del tempo e delle cose, rimane la protagonista assoluta di questi giorni di festa. Nei vari templi durante il Capodanno, le raffigurazioni di Budda vengono prelevate dai loro luoghi permanenti e collocate temporaneamente in luoghi facilmente raggiungibili, in modo che gli abitanti possano spruzzarle con acqua profumata da petali di fiori. L’acqua che cola dalle statue viene, poi raccolta e portata a casa, dove viene usata per bagnare parenti ed amici. In tal modo, si crede di benedire, pulire e purificare coloro che la ricevono. Uno dei momenti più significativi della festa è la processione del Phra Bang, una statua alta 83 cm, scolpita in bronzo e rivestita in oro, che raffigura il Budda in piedi con i palmi delle mani rivolti in avanti nell’atto di rassicurare e allontanare la paura.


Cradle of Indochinese culture since prehistoric times, bathed by the “Mother of the Waters” (as the Mekong River is called in this area) and nestled in an enchanting valley, the city of Luang Prabang has been a UNESCO World Heritage Site since 1995. We are located in the Lao People’s Democratic Republic, a state in Southeast Asia. A legend tells of a challenge between the god of the sky, Kabinlaphom, and Thammabane, a boy son of peasants, on pain of beheading. The boy wins the challenge. Before dying Kabinlaphom asks his seven daughters to keep his head in the cave of Khanthoumali and to water it every year in April. The most important and heartfelt festival in Laos was born from this legend, the Pee Mai Lao (Laotian New Year) or Koudsongkhane (Water Festival) which takes place in April.

Water, the source of life, a “mythological” and spiritual symbol that has always represented the passage of time and things, remains the absolute protagonist of these days of celebration. In the various temples during the New Year, the Buddha images are taken from their permanent places and placed temporarily in easily accessible places, so that the inhabitants can sprinkle them with water scented from flower petals. The water that flows from the statues is then collected and taken home, where it is used to bathe relatives and friends. In doing so, it is believed to bless, cleanse and purify those who receive it. One of the most significant moments of the festival is the Phra Bang procession, an 83 cm tall statue, sculpted in bronze and covered in gold, which depicts the standing Buddha with the palms of his hands facing forward in the act of reassuring and removing the fear.

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Un altro momento importante di questa festa, che richiama l’importanza del potere dell’acqua per questo popolo, è la danza dei mitici PouGneu e GnaGneu. Secondo la leggenda del luogo, i due spiriti, dalla faccia rossa, fecero apparire la terra calpestando l’immenso oceano che copriva il mondo e, grazie al piccolo leone catturato in Himalaya e poi domato, avrebbero eliminato una bestia che terrorizzava la città. Le funzioni che vengono svolte nei giorni del Capodanno Laotiano sono veramente tante, tutte particolarmente sentite e molto meditative. Esiste, anche, un aspetto ludico e festaiolo, probabilmente stimolato da un turismo sempre più importante e voluto fortemente dal governo, che si discosta dalla componente spirituale. Ed ecco che l’acqua profumata, l’acqua “santa”, pregna del

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potere del Budda, oltre ad essere versata sulle case e sugli stupa di sabbia in segno di purificazione per il nuovo anno, viene, colorata, caricata in secchi, in bidoni, dentro pistole e fucili di plastica, che in grandi quantità vengono venduti nei vari market locali, pronta per essere sparata da tutti su tutti, monaci compresi. Scene e gesta che in alcuni casi evocano, persino, immagini di guerra, ben lontane dal senso più profondo di questa festa ma che, tutto sommato, si accettano, un po’ perché la stagione estremamente calda lo permette e anche perché pur sempre ispirate da un senso di gioia e di condivisione. Anche se non sempre si è pronti a ricevere delle grandi secchiate d’acqua in faccia, è bene accettarle, in silenzio, anzi, sorridendo e augurando a tutti un felice anno nuovo, Souksan Van Pi Mai.


Another important moment of this festival, which recalls the importance of the power of water for this people, is the dance of the legendary Pou Gneu and Gna Gneu. According to the legend of the place, the two red-faced spirits made the earth appear by trampling the immense ocean that covered the world and, thanks to the small lion captured in the Himalayas and then tamed, they would have eliminated a beast that terrorized the city. The functions that are carried out in the days of the Laotian New Year are really many, all particularly heartfelt and very meditative. There is also a playful and festive aspect, probably stimulated by an increasingly important tourism strongly desired by the government, which deviates from the spiritual component. And here is that the perfumed water, the “holy” water, impreg-

nated with the power of the Buddha, in addition to being poured on the houses and on the sand stupas as a sign of purification for the new year, is colored, loaded in buckets, in bins, inside plastic guns and rifles, which are sold in large quantities in the various local markets, ready to be shot by everyone, including monks. Scenes and deeds that in some cases even evoke images of war, far from the deepest meaning of this festival but which, all in all, are accepted, partly because the extremely hot season allows it and also because they are still inspired by a sense of joy and sharing. Even if you are not always ready to receive large buckets of water in your face, it is good to accept them, in silence, indeed, smiling and wishing everyone a happy new year, Souksan Van Pi Mai.

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BIOGRAFIA Gianfranco Ferraro è nato a Vibo Valentia nel 1975 e nel 2012 si è trasferito a Milano, dove attualmente vive. Fotografo professionista, da oltre vent’anni si dedica al reportage, alla fotografia di scena e a quella commerciale. Sue sono le foto di scena del film Un Mondo d’Amore di Aurelio Grimaldi e dei corti: Solo i Sogni Sono Veri di Francesco Di Leva e Giganti di Fabio Mollo. Ha diretto inoltre la fotografia del corto Deformazione dell’emergente regista Giuliano Picciotto. Tra il 2011 e il 2012 ha collaborato a diversi progetti fotografici in Nigeria, Uganda, Etiopia e Kazakhstan e ha realizzato per ENI (Versalis) il calendario 2013, con il progetto Welcome intomy work. Nel 2018 il suo progetto/corto Il Signor Sindaco e la Città Futura è stato selezionato nell’ambito

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della 21a edizione di CinemAmbiente - Environmental Film Festival. Sempre nello stesso anno il suo progetto/corto Numeruomini riceve la menzione speciale della stampa estera nell’ambito della 58a edizione dei Globi d’oro. Nel 2020 il suo progetto Cronostasi, realizzato con Chiara Panariti, è stato riconosciuto come vincitore assoluto del festival Kaunas Photo Star. Tra le sue mostre personali ricordiamo nel 2012 Tra Noi e gli Ultimi (Montevarchi, Barletta e Beijing), nel 2013 Intomy work (Dusseldorf, e Milano),nel 2016 Il Signor Sindaco e la Città Futura (Milano, Venezia, Lodi, Vibo Valentia e nel 2017 Vienna), nel 2021Cronostasi (Auckland, Nuova Zelanda). Nel 2013 inoltre ha pubblicato il libro fotografico Le regole del Dolore (Edizioni Bam).


BIOGRAPHY Gianfranco Ferraro was born in Vibo Valentia in 1975 and moved to Milan in 2012, where he is currently living. He is a professional photographer, who has devoted himself to reportage, scene and commercial photography for over 20 years. He took the scene pictures of the film Un Mondo d’Amore by Aurelio Grimaldi and of the short films Solo iSogniSonoVeri by Francesco Di Leva and Giganti by Fabio Mollo. In addition, he was director of photography for the short film Deformazione by emerging director Giuliano Picciotto. He engaged in several photography projects in Nigeria, Uganda, Ethiopia and Kazakhstan between 2011 and 2012, and carried out the 2013 ENI (Versalis) calendar, with the project Welcome into my work. His project/short film Il Signor Sindaco e la CittàFutura was shortlisted during the

21st edition of CinemAmbiente - Environmental Film Festival in 2018. In the same year, his project/short film Numeruomini received a special mention in the foreign press during the 58th edition of the Italian Golden Globe award. His project Cronostasi, carried out with Chiara Panariti, was recognised as the overall winner of the Kaunas Photo Star festival in 2020. Among his personal exhibitions it is worth mentioning TraNoi e gliUltimi (Montevarchi, Barletta and Beijing) in 2012, Into my work (Dusseldorf and Milan) in 2013, Il Signor Sindaco e la CittàFutura(Milan, Venice, Lodi, Vibo Valentia and Vienna in 2017) in 2016, Cronostasi (Auckland, New Zealand) in 2021. Furthermore, he published the photography book Le regole del Dolore (published by Edizioni Bam) in 2013.

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WEBSITE | gianfrancoferraro.it FACEBOOK | gianfrancoferraroph INSTAGRAM | @gianfranco.ferraro LINKEDIN | gianfranco-ferraro-67b71047

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Destilat Design Studio

PENTHOUSE L


Un’emozionante interazione di materiali lussuosi e forme semplici è il filo conduttore che attraversa l’interno di questo attico. Il design si ispira alla posizione e alle caratteristiche della zona giorno di circa 165 m2 e della terrazza di 380 m2, che comprende una sauna all’aperto, una vasca idromassaggio e una piscina a sfioro. Situato al 9° e 10° piano di un nuovo edificio, l’appartamento e la sua terrazza su tre lati navigano come uno yacht sopra i tetti di Vienna in solitaria. Molti degli infissi in legno realizzati su misura sono percepiti come fluttuanti: dallo spogliatoio e dalla camera da letto con bagno privato, al boudoir con una lussuosa toletta. Una grande quantità di spazio per riporre oggetti e molte porte nascoste sono state incorporate nelle pareti utilizzando laminato di noce. Gli elementi in legno scuro creano un netto contrasto con i pavimenti: gres porcellanato lucido brillante e di grande formato (effetto marmo) nelle sale di rappresentanza e velluto a pelo lungo nelle sale private. Questi materiali, assieme agli specchi retroilluminati, offrono richiami agli anni ‘70. Anche la spaziosa cucina abitabile ha un aspetto simile a una nave. Dietro i frontali bianchi lucidi, il suo interno in noce scuro è stato progettato in modo complesso, fin nei minimi dettagli. L’elemento centrale del soggiorno è il camino a bioetanolo. Leggermente rialzato, incastonato in una base di marmo chiaro e sostenuto da una parete in gres porcellanato scuro di grande formato dall’aspetto marmoreo, che oltre alle fiamme riflette anche l’estetica materica del modernismo classico. La base è anche il primo gradino della scala metallica del piano superiore, la cui ringhiera in tondini assume un ruolo di supporto e fa apparire la struttura senza peso. Ancora una volta, questo progetto mira a distillare un insieme coerente dalle molte idee dei clienti, focalizzando la loro visione e guidandoli nel loro processo decisionale.

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An exciting interplay of luxurious materials and simple forms is the common thread running through the interior of this penthouse. The design is inspired by the location and characteristics of the approximately 165 m2 living area and 380 m2 terrace area, including an outdoor sauna, whirlpool, and infinity pool. Located on the 9th and 10th floors of a new building, the apartment and its three-sided terrace sail like a yacht above the rooftops of Vienna, and thus also a little aloof. Many of the custom-made wooden fixtures are perceived as floating – from the dressing room and bedroom with en-suite bathroom, to the boudoir with a luxurious dressing table. Plenty of storage space and many a hidden door have been invisibly built into the wall using laminated walnut. The earthy wood elements form a clear contrast to the floors: shiny bright and large-format porcelain stoneware (with a marble look) in the representation rooms, and high-pile velour in the private rooms. These materials offer subtle nods to the 70s, with backlit mirrors. The spacious eat-in kitchen also has a ship-like appearance. Behind white high-gloss fronts, its dark walnut interior has been intricately designed, down to the smallest detail. The central element of the living room is the bioethanol fireplace. Slightly elevated, set in a light marble base, it is backed by a large-format, dark porcelain stoneware wall with a marble look, which, in addition to the flames, also reflects the material aesthetics of classical modernism. The base is also the first step of the metal staircase to the upper floor, whose filigree strut railing takes on a supporting role and makes the structure appear weightless. Once again, this project was about distilling a coherent whole from the clients’ many ideas; focusing their vision and guiding them in their decision-making process.

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TECHNICAL SHEET Location: Vienna, Austria Construction completion: 2020 Area of project: 165 m2 living area and 380 m2 terrace area (1.800 sq.ft./4.100sq.ft. ) Project Team: Harald Hatschenberger, Sophie Kessler Client: privat Photographer: Monika Nguyen

DESTILAT Destilat è stata fondata nel 2008 da Harald Hatschenberger, Thomas Neuber e Henning Weimer. L’azienda sviluppa architettura, interior design e design di mobili per spazi privati e pubblici, sia per clienti locali che internazionali. Il marchio dello studio di design, con sede a Vienna e Linz, è un approccio olistico con cui i designer sviluppano concetti complessi. Destilat was founded in 2008 by Harald Hatschenberger, Thomas Neuber, and Henning Weimer. The company develops architecture, interior design, and furniture design for private and public spaces, for both local and international clients. The trademark of the design studio, headquartered in Vienna and Linz, is a holistic approach with which the designers develop complex concepts.

WEBSITE | destilat.at INSTAGRAM | @destilat.design.studio FACEBOOK | destilat.design.studio Courtesy of v2com-newswire.com

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ABSTRACTNESS Gabriel Prundeanu

ABSTRACT COMPOSITION. Acrylic on canvas, 200x250 cm

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ABSTRACT COMPOSITION. Collage, acrylic on canvas, 100x120cm


ABSTRACT COMPOSITION, 2021. Collage, acrylic on canvas

Gabriel Prundeanu è un pittore dei sensi, le sue opere suscitano sentimenti, emozioni, stati d’animo. La sua pittura non è rappresentativa o derivata da nulla. È puramente astratta. L’artista ama enfatizzare le divisioni tra le forme non solo con spesse macchie di colore o linee, ma anche con bruschi cambi di direzione dei suoi tratti, lavorando sul controllo di valori, toni e bordi. L’arte astratta di Prundeanu richiede agli spettatori di avere una mente aperta e indagatrice: il pubblico deve entrare nel dipinto e sentirne l’energia, le emozioni e le trame. Questo processo intensamente personale arricchisce l’esperienza dello spettatore dell’opera d’arte. La visione artistica di Gabriel Prundeanu di mescolare vari materiali sulla tela dipinta, si adatta al suo concetto di illustrare i contrasti della realtà circostante, offrendo elementi di ispirazione sia formali che informali. Gabriel Prundeanu invade lo spazio pittorico con frammenti di tessuto, cartone, tela, opponendo la propria corporeità alla diluizione cromatica e alla successione delle composizioni che suscitano il desiderio tattile dello spettatore. Il modo in cui dispone gli elementi del collage crea, oltre alle associazioni cognitive, gli accenti necessari per una composizione astratta di forza ed espressione lirica. Le sue composizioni portano quel potente senso di energia focalizzato su articolazioni minimaliste che incantano lo sguardo. Diana Roman, critico d’arte

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ABSTRACT COMPOSITION, 2020. Oil canvas

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ABSTRACT COMPOSITION, 2020. Oil canvas

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ABSTRACT COMPOSITION, 2021. Collage, acrylic on canvas

Gabriel Prundeanu is a painter of the senses, his works incite feelings, emotions, moods. His painting is not representative or derivative of anything. It is purely abstract.The artist likes to emphasizethe divisions between forms not just with thick splashes of color or lines, but also by abruptly changing the direction of his strokes, and utilizing and controlling values, tones, and edges. Prundeanu’s abstract artrequires the viewers to have an open, inquiring mind –the public must enter the painting and feel its energy, emotions and textures. This intensely personal process enriches the viewer’s experience of the artwork. Gabriel Prundeanu’s artistic vision of mixing various materials on the painted canvas, fits his concept of illustrating the contrasts of the surrounding reality, offering both formal and informal elements of inspiration. Gabriel Prundeanu invades the pictorial space with fragments of textile, cardboard, sackcloth, opposing their corporalities to the chromatic dilution and the dripping of the compositions that cause the viewer’s tactile desire. The way în which he disposes the collage elements creates, besides cognitive associations, the necessary accents for an abstract composition of lyrical force and expression. His compositions carry that powerful sense of energy focused on minimalist joints that enchant the eye. Diana Roman, art critic

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INSTAGRAM | @gabrielprundeanu Courtesy of ARTZ GALLERY, Shanghai www.artzspace.art | @artzgallerysh

ABSTRACT COMPOSITION. Collage, acrylic on canvas, 100x120cm

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INSTAGRAM | @patriziosqueglia FACEBOOK | patrizio.squeglia

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Led World è un progetto fotografico basato sulla manipolazione e l’elaborazione digitale di scatti a led wall usati durante concerti, contributi video trasmessi in TV o al cinema a personaggi pubblici e non, cose e/o animali. Sono dettagli e prospettive che raccontano forme e colori non necessariamente inerenti ad un elemento identificativo e riconoscibile. Gli scatti non hanno un titolo, un nome di riferimento. Tra questi saranno riconoscibili numerosi volti noti ma anche altri che lasceranno nel dubbio e forse susciteranno qualche curiosità, forse no, ma non ha importanza, è un dettaglio al quale non sento di dover dare troppa importanza. Led World non vuole trasmettere nessun messaggio profondo o subliminale, né competere con le grandi firme della macchina fotografica, Led World è solo un momento, una ricerca di dettagli e colori che raccolgo nel mio mondo... NULLA DI PIÙ!

Led World is a photographic project based on the manipulation and digital processing of LED wall shots used during concerts, video contributions broadcast on TV or in the cinema to public and non-public figures, things and / or animals. They are details and perspectives that tell shapes and colors that are not necessarily inherent to an identifying and recognizable element. The shots do not have a title, a reference name. Among these, numerous well-known faces will be recognizable but also others who will leave in doubt and perhaps arouse some curiosity, perhaps not, but it does not matter, it is a detail to which I do not feel I have to give too much importance. Led World does not want to convey any deep or subliminal message, nor compete with the big names in the camera, Led World is just a moment, a search for details and colors that I collect in my world ... NOTHING MORE!


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HAKUTEN

[Prism]

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HAKUTEN ha realizzato l’installazione [prisma] in un evento artistico tenutosi a SARUSHIMA, un’isola utilizzata a scopi militari fino alla seconda guerra mondiale. Sull’isola sono ancora presenti resti del passato, come il sito di una batteria di cannoni, a cui è ancora possibile accedere. HAKUTEN ha tentato di far rivivere i resti del passato dell’isola attraverso una installazione luminosa affascinante e colorata, come un panorama notturno. Quando viene colpito dalla luce diretta, il prisma diffonde luce colorata e HAKUTEN ha tentato di far rivivere meravigliosamente i ricordi del passato attraverso il prisma. Hanno mappato la spiaggia in base al profilo dell’isola e alle postazioni dei cannoni, quindi hanno disposto i prismi sulla spiaggia. I visitatori si sedevano sulla sabbia e manipolavano la luce creando numerose catene di luce che ricoprivano la spiaggia. La luce del prisma brillava dentro e fuori la sabbia, illuminando i cuori di coloro che guardavano. Insieme alla lontana vista notturna di Yokosuka dall’altra parte del fiume, la luce dell’opera ha dato vita ai ricordi scolpiti di Sarushima. Attraverso le sue installazioni, HAKUTEN spera di portare alla luce i ricordi di luoghi e cose e di riportarli in vita attraverso piacevoli esperienze. Durante il giorno, il prisma è visibile e appare il contorno dell’isola. Questa installazione utilizza materiali minimi. Il supporto è realizzato in legno riciclabile e la finitura è in sabbia locale. Le luci e i prismi saranno conservati e utilizzati per l’installazione del prossimo anno. L’installazione è stata completata gradualmente nel corso della mostra, durata circa un mese. È stato progettato per essere eventualmente sepolto nella sabbia e diventare parte del paesaggio. Molte persone sono venute a vedere l’installazione, rivitalizzando così l’area. Alcuni dei ricordi negativi della storia sono stati magnificamente trasformati attraverso il potere dell’arte e del design. Per i visitatori dall’estero, così come per i locali, questa installazione ha il potere di alterare la comprensione della storia da parte delle persone. Questo lavoro non cerca di glorificare la guerra. HAKUTEN crede semplicemente che sia importante preservare i ricordi del passato attraverso varie espressioni di arte e design che ne impediscano l’oblio. Vuole diffondere questo lavoro nel mondo come un’espressione che ci ricordi magnificamente i ricordi nati da un’eredità negativa.

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HAKUTEN exhibited the installation [prism] at an art event held on SARUSHIMA, an island used by the military until World War II. On the island, there are still remains from the past, such as the site of a gun battery, which can still be accessed. HAKUTEN attempted to revive the island’s remnants of the past through beautiful, colorful light, like a night scene. When hit by straight light, the properties of the prism disperse it into colorful light, and HAKUTEN attempted to revive memories of the past in beautiful ways through the prism. They mapped out the beach based on the outline of the island and the site of the gun emplacements, and then laid out the prisms on the beach. Visitors sat on the sand, manipulated the light, and stroked the beach in their own style, resulting in numerous chains of light covering the beach. The light from the prism shone in and out of the sand, illuminating the hearts of those watching. Coupled with the distant night view of Yokosuka on the other side of the river, the beautiful light of the work brought the memories engraved on Sarushima to life. Through their installations, HAKUTEN hopes to unearth the memories of places and things, and to bring them back to life through beautiful experiences. During the day, the prism is visible and the outline of the island appears. This installation uses minimal materials. The stand is made of renewable wood, and the finish is made of local sand. The lights and prisms will be kept and used for next year’s installation. The installation was completed gradually over the course of the exhibition, which lasted about a month. It was designed to eventually be buried in the sand to become part of the landscape. Many people came to see the installation, thus revitalizing the area. Some of the negative memories of history were beautifully transformed through the power of art and design. For visitors from abroad, as well locals, this installation has the power to alter people’s understanding of history. This work does not seek to glorify war. HAKUTEN simply believes that it is important to preserve memories of the past through various expressions of art and design that prevent them from being forgotten. They wish to spread this work to the world as an expression that beautifully reminds us of memories born from a negative legacy.

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HAKUTEN Le persone comunicano vari sentimenti ed emozioni attraverso nuovi incontri e processi di comprensione reciproca. Questa “esperienza in prima persona” condivisa è ciò che connette le persone. Con l’obiettivo di aumentare il valore del “luogo” e dell’”esperienza in prima persona” degli incontri faccia a faccia, Hakuten progetta varie “espressioni”, “mezzi” e “spazio” relativi alla comunicazione. Mira a sviluppare nuove possibilità e innovazioni nel campo delle comunicazioni mondiali. Attraverso la fornitura di migliori “Progetti di comunicazione”, la missione è contribuire a creare una società arricchita, rafforzata dalla sensibilità umana. People converse various feelings and emotions through new encounters and the process of understanding each other. This shared “firsthand experience” is what connects people. With an aim to increase the value of the “place” and “firsthand experience” of face-to-face encounters, Hakuten designs various communication-related “expressions,” “means” and “space.” We aim to develop new possibilities and innovations in the field of worldwide communications. Through the provision of better “Communication Designs”, our mission is to contribute to creating an enriched society, empowered by human sensitivity.

WEBSITE | hakuten.co.jp INSTAGRAM | @hakutencreative FACEBOOK | hakutencorp Courtesy of v2com-newswire.com

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DROWN IN TIME Lacerazioni, efflorescenze, patine, cadute di materia. Il mondo fragile e smarrito a cui Donzelli dà forma è uno specchio poetico che riflette le incertezze del vivere moderno. Drown in Time, ciclo di immagini frutto delle ricerche condotte da Donzelli durante i lockdown 2020/2021, è una lucida e disincantata riflessione sulle inquietudini dell’esistenza contemporanea. Le figure in cammino, anonime e isolate che popolano i paesaggi rarefatti di Donzelli, fanno eco alle esili silhouette delle opere di Alberto Giacometti. Sono immagini di uomini soli davanti al mondo che, privi di scopo, attraversano uno spazio incerto, atemporale, dove la natura sembra prevalere sugli individui. Sartre li avrebbe definiti uomini “condannati a essere liberi”, liberi di camminare nella direzione che solo loro hanno scelto e che implacabilmente determinerà il corso delle loro vite. Donzelli sa di dover fare i conti con i giganti del XX secolo. Indaga l’opera di Alberto Burri, ne conosce ogni suggestione, esplora le infinite possibilità espressive della materia per trovare la bellezza. Come un moderno alchimista, attraverso la manipolazione fisica delle immagini, Donzelli approda a un bilanciato equilibrio tra forma e caos, tra figurazione e astrazione. La craquelure, talvolta evidenziata attraverso l’ingrandimento delle immagini, diviene un cretto del tempo e della memoria, omaggio al grande maestro di Città di Castello. In una realtà perennemente connessa, il fotografo rifiuta la perfezione digitale, privilegia il medium analogico, sfida le tempeste di immagini che sommergono e disorientano l’uomo contemporaneo. Con le proprie mani Donzelli annega le sue Polaroid in un liquido amniotico che le trasforma, generando istantanee di luoghi atemporali, visioni oniriche, spazi della mente. (Marco Cerruti)

Lacerations, efflorescences, patinas, falls of matter. The fragile and lost world that Donzelli gives shape to is a poetic mirror that reflects the uncertainties of modern life. Drown in Time, the series of images resulting from the research conducted by Donzelli during the 2020/2021 lockdowns, is a lucid and disenchanted reflection on the anxieties of contemporary existence. The walking figures, anonymous and isolated that populate Donzelli’s rarefied landscapes, echo the slender silhouettes of Alberto Giacometti’s works. They are images of lonely men in front of the world who, aimlessly, cross an uncertain timeless space, where nature seems to prevail over individuals. Sartre would have defined them as men “condemned to be free”, free to walk in the direction that they only have chosen and that will inexorably determine the course of their lives. Donzelli knows he is dealing with the giants of the twentieth century. He investigates the work of Alberto Burri, knows every suggestion, explores the infinite expressive possibilities of the material to find beauty. Like a modern alchemist, through the physical manipulation of images, Donzelli achieves a balanced equilibrium between form and chaos, between figuration and abstraction. The craquelure, sometimes highlighted through the enlargement of the images, becomes a crack in time and memory - a tribute to the great master of Città di Castello. In a permanently connected reality, the photographer rejects digital perfection, he endorses the analogue medium, he defies the storm of images that overwhelm and disorient the contemporary man. With his own hands, Donzelli drowns the Polaroids into an “amniotic fluid” that transforms them, generating snapshots of timeless places, dreamlike visions, spaces of the mind.

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Matteo Donzelli 71


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Matteo Donzelli è nato a Bollate, in provincia di Milano, nel 1977. Fotografo professionista, ha lavorato per la rivista Rolling Stone e collaborato con diverse testate giornalistiche a tiratura nazionale. Le sue immagini sono state pubblicate su La Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa. Nel 2015, la mostra personale An Earth Odyssey è stata esposta a Milano presso la Casa delle Culture del Mondo e, nel 2021, il reportage Capo Verde: l’Arcipelago in Bianco e Nero è stato esposto presso Palazzo Pirola a Gorgonzola, all’interno della rassegna di fotografia d’autore Photofestival.

Matteo Donzelli was born in Bollate, in the province of Milan, in 1977. Professional photographer, he worked for Rolling Stone magazine and collaborated with various national newspapers. His images have been published in La Repubblica, Corriere della Sera and La Stampa. In 2015, the personal exhibition “An Earth Odyssey” was exhibited in Milan at Casa delle Culture del Mondo and, in 2021, the reportage “Cape Verde: the Archipelago in Black and White” was exhibited at Palazzo Pirola in Gorgonzola as part of Photofestival, the most important Milanese kermesse of fine art photography.

WEBSITE | matteodonzelli.com INSTAGRAM | @matteodonzelli_photography

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Luis Prieto 78


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CREATION, 2018 (detail). Acrylic and resin on canvas, 30 x 30 cm


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QUARTZ, 2018. Collage, oil, acrylic, PVC on canvas, 60 x 90 cm


LUCKY CHAIN, 2018. Collage, oil and acrylic on canvas, 80 x 100 cm

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COCONUT WATER, 2014. Oil on canvas, 100 x 120 cm


“Voglio dipingere composizioni pure e rivoluzionarie per mostrare alla gente che tutto è possibile”. “I want to paint pure and revolutionary compositions to show to the people that everything is possible”.

L’arte di Luis Prieto è accattivante per il suo amore per la forma pura e il colore. Ammettendo la sua forte influenza del cubismo e del futurismo, le opere di Luis Prieto enfatizzano la bidimensionalità della tela fratturando il soggetto dipinto (Canton tower, Quartz, ecc.) in forme geometriche, riallineando poi queste forme all’interno di una superficie in rilievo. Luis Prieto ha una visione molto chiara sulla costruzione di composizioni forti usando coni, sfere, piramidi ecc, rivelando una decostruzione molto metodica in sfaccettature tridimensionali sfumate, alcune cave altre convesse. Quindi, invece di un’immagine di un mondo esterno, ci viene dato un mondo a se stante, analogo alla natura ma costruito sul potere della mente di astrarre e sintetizzare le diverse impressioni del mondo in nuovi complessi L’amore, i cicli vitali, i sistemi energetici del Feng Shui e le idee di Rudolf Arnheim sull’armonia dei colori, sono alla base delle tavolozze e delle giustapposizioni di colori nelle sue potenti composizioni. Le opere di Luis Prieto sono innovazioni di materiali creativi e giocosi che combinano due e tre dimensioni e creano composizioni con un ritmo proprio. Colori vivaci e linee audaci rappresentano un modo emozionante di vedere e vivere il mondo attraverso i suoi occhi. Luis Prieto’s art is eye-catching for his love of pure form and color. Admitting his strong influence of Cubism and Futurism, Luis Prieto’s works emphasize the two-dimensionality of the canvas by fracturing the painted subject (Canton tower, a piece of quartz, etc) into geometric forms, and then he realigns these shapes within a shallow, relief like space. Luis Prieto has a very clear view on building strong compositions by using cones, spheres, pyramids etc., revealing a very methodical deconstruction into three-dimensional shaded facets, some caved others convex. So, instead of an image of an external world, we are given a world of its own, analogous to nature but built upon the mind’s power to abstract and synthesize the different impressions of the world into new wholes. Love, life cycles, Feng Shui’s energy systems and Rudolf Arnheim’s ideas about color harmony are behind the color palettes and juxtapositions in his powerful compositions. Luis Prieto’s artworks are innovations of creative and playful materials which combines 2 and 3 dimensions and result compositions with a rhythm of their own. Bright colors and bold lines represent an exciting way of seeing and experiencing the world through his eyes.

CANTON TOWER, 2013. Oil on canvas, 100 x 260 cm

Luis Prieto

Diana Roman, art critic

Courtesy of ARTZ GALLERY, Shanghai www.artzspace.art | @artzgallerysh

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OIKOA MASSAGE BOUTIQUE 84

concrete


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LA BOUTIQUE PER MASSAGGI OIKOA È APERTA! Oikoa, una nuova boutique di massaggi a Zwolle (nell’est dei Paesi Bassi), ha aperto i battenti. concrete ne ha disegnato gli interni e l’immagine, e il nome Oikoa è tutto incentrato sull’interiorità e sul benessere. Oikoa, la parola finlandese per “lisciare”, trasmette un regno introverso di calma. Un luogo che invita a lasciarsi alle spalle il mondo esterno e a ricaricarsi in un ambiente naturale e armonioso. La “boutique dei massaggi” è progettata come uno spazio tranquillo in cui gli ospiti possono concentrarsi su se stessi. Ciò è stato ottenuto ribaltando l’estroverso cubo di vetro esistente e collocando lo spazio centrale di forma organica nel cuore dell’edificio, con le sale per i trattamenti situate sul perimetro. Gli ospiti entrano direttamente nel cuore della boutique; un caldo spazio introspettivo rivestito da più pareti curve, rifinite in caldi listelli di rovere. Le pareti curve creano aree salotto intime, con panche rivestite in velluto verde muschio. Questi sono i punti perfetti per attendere in tutta comodità e prepararsi al trattamento. Oltre all’interno, concrete è responsabile dell’immagine di Oikoa, incluso il nome, il logo, il sito Web e tutti i materiali di stampa. concrete ha anche utilizzato il nome Oikoa, la parola finlandese per “lisciare”, basata sulla sensazione di calma che si prova dopo un trattamento quando il corpo è districato e si sente quasi “liquido”. Questa sensazione si riflette nel logo: una goccia di liquido oleoso abbinata a un carattere minimalista ma elegante. Fondali bianchi luminosi e verde pino enfatizzano l’ambiente naturale e armonioso del salone massaggi, che è ulteriormente valorizzato da una famiglia di colori secondari di gocce d’olio. Sia gli oli che i colori sono derivati ​​da elementi naturali finlandesi come felci, pioppi tremuli, more di rovo e campanule.

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OIKOA MASSAGE BOUTIQUE IS OPEN! Oikoa, a new massage boutique in Zwolle (in the east of the Netherlands), has opened its doors. concrete designed the interior and the graphic identity, and the name Oikoa is all about inner self and wellbeing. Oikoa, the Finnish word for ‘smooth correction, provides an introverted realm of calm. A place that invites you to leave the outer world behind, and to recharge in a natural and harmonious environment. The massage boutique is designed as a serene space where guests can focus on themselves. This was achieved by turning the existing extroverted glass cube inside out and placing the organic-shaped central space at the heart of the building, with the treatment rooms situated on the perimeter. Guests enter directly into the core of the boutique; a warm introspective space lined with multiple curved walls, finished in warm oak laths. The curved walls create intimate seating areas, with softly curved benches upholstered in moss green velvet. These are the perfect spots to wait in full comfort and prepare for treatment. In addition to the interior, concrete is responsible for the identity of Oikoa, including the name, logo, website, and all print materials. concrete also came up with the name Oikoa, the Finnish word for ‘smooth correction’, based on the feeling of calm one gets after a treatment when the body is untangled and almost feels ‘liquid’. This feeling is reflected in the logo: a liquid oil drop combined with a minimalistic but elegant font. Bright white backdrops and pine green emphasize the natural and harmonious environment of the massage salon, which is further enhanced by a secondary colour family of oil drops. Both the oils and colours are derived from Finnish natural elements such as ferns, aspen trees, cloudberries, and bellflowers.

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CONCRETE Dal 1997 concrete sviluppa concetti in architettura, interior design, sviluppo urbano e sviluppo del marchio. Lavoriamo con un team di 50 creativi multidisciplinari per aziende e istituzioni. Accanto a W Osaka, i progetti includono W Hotels a Londra e Verbier, hotel citizenM in tutto il mondo, Zoku Lofts, Virgin Voyages Scarlet Lady, Mongkok Skypark, Andaz Munchen e altro ancora. Since 1997 concrete develops concepts in architecture, interior design, urban development and brand development. We work with a team of 50 multidisciplinary creatives for corporations and institutions. Next to W Osaka, Projects include W Hotels in London and Verbier, citizenM hotels worldwide, Zoku Lofts, Virgin Voyages Scarlet Lady, Mongkok Skypark, Andaz Munchen and more.

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WEBSITE | concreteamsterdam.nl INSTAGRAM | @concreteamsterdam @oikoa.massageboetiek FACEBOOK | concrete architectural associates Courtesy of v2com-newswire.com

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TÚLIO PINTO

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CUMPLICITY #8, 2016. Steel and glass, 90 x 80 x 80 cm

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NADIR #8, 2014. Steel, glass, stones and rope, 204 x 260 x 80 cm


CUMPLICITY #16, 2018. Steel and glass, 98 x 120 x 165 cm

Nato nel 1974 a Brasilia, Túlio Pinto è un artista brasiliano contemporaneo che vive e lavora a Porto Alegre, in Brasile. Giocando con la gravità, esplora il sottile equilibrio di peso e materia attraverso installazioni e sculture. Utilizzando materiali di natura e comportamento opposti, traduce le pulsazioni del mondo degli oggetti per riflettersi (anche) nel mondo delle relazioni umane. Dopo essersi laureato all’UFRGS con una laurea in arti visive e specializzazione in scultura nel 2009, Túlio è incredibilmente focalizzato e prolifico; è anche cofondatore e membro dell’Atelier Subterrânea. Nell’ultimo decennio l’artista ha generato una tavolozza definita da cui crea: materiali nelle loro forme primordiali, variate dai loro stati di materia. Attraverso questa tavolozza rivela in modi inaspettati il potenziale invisibile di un materiale, evocando sorprendenti giustapposizioni tra materiale e forze di gravità. La pratica artistica di Pinto ruota attorno alle nozioni di equilibrio, forza, effimero, gravità e trasformazione. Usa materiali da costruzione e industriali come metallo, cemento, gomma e vetro, che combina in modi sorprendenti per portare un dialogo tra il materiale, lo spazio che abita e lo spettatore.

L’artista è spesso ispirato da oggetti a lui familiari, che potrebbero essere qualsiasi cosa, ad esempio un palloncino arancione brillante o una sedia. Li usa come punto di partenza per creare nuove esperienze e interrogativi posizionando gli oggetti in prospettive inaspettate. Quando si confronta con queste opere, lo spettatore è costretto a riflettere su questioni ordinarie e quotidiane da una nuova posizione. L’artista trasforma l’ambiente in un nuovo spazio immersivo in cui diversi contrasti di forze sono in gioco tra la materia, lo spazio, il tempo e la percezione interiore dello spettatore. Le tensioni tra i diversi temperamenti materiali, i loro limiti, ma anche la possibilità del loro impatto porta nello spettatore un nuovo senso di prospettiva che riflette tutta la ricerca artistica di Pinto fino ad oggi. L’artista ha ricevuto riconoscimenti e le sue opere si trovano in diverse collezioni nel mondo. Oggi Túlio Pinto è uno degli artisti promossi dalla Piero Atchugarry Gallery di Miami. PA Takeover è iniziato nel 2019, quando la Galleria Piero Atchugarry ha tenuto una mostra personale di Túlio Pinto presso Fondamenta Sant’Apollonia a Venezia durante la Biennale. Il programma PA Takeover organizza mostre satellite in tutto il mondo.

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HOLE IN THE SKY #4, 2020. Steel and glass, 35 x 70 x 30 cm

Born in 1974 in Brasilia, Túlio Pinto is a contemporary Brazilian artist living and working in Porto Alegre, Brazil. Playing with gravity, he explores subtle balance of weight and matter through installations and sculptures. Using materials of opposing nature and behavior, he translates the pulsation of the world of things to be reflected (also) in the world of human relations. Having only graduated from UFRGS with a degree in visual arts specializing in sculpture in 2009, Túlio is incredibly focused and prolific; He is also a co-founder and member of the Atelier Subterrânea. In the past decade the artist has created a distinct palette from which he creates: materials in their primordial forms, varied by their states of matter. Through this palette he reveals a material’s unseen potential in unexpected ways, conjuring striking juxtapositions between material and forces of gravity. Pinto’s artistic practice revolves around the notions of balance, strengths, ephemerality, gravity and transformation. He uses construction and industrial materials such as metal, concrete, rubber and glass, which he combines in astonishing manners to bring a dialogue between the material, the space it inhabits and the viewer. The artist is often inspired by objects familiar

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to him, which could be anything, for example a bright orange balloon or a chair. He uses them as starting point to create a new experiences and questionings by placing the objects in unexpected perspectives. When confronting these works, the viewer is forced to reflect on ordinary and everyday matters from a new stance. The artist turns the environment into a new immersive space where different contrast of forces are at play between the material, space, time and the viewer inner perception. The tensions between the different material temperaments, their limits, but also the possibility of their impact unto the viewer brings a new sense of perspectives that reflects all of Pinto artistic research up until today. The artist has received awards and his works can be found in several collections in the world. Today Túlio Pinto is one of the artists promoted by the Piero Atchugarry Gallery in Miami. PA Takeover began in 2019, when the Piero Atchugarry Gallery held a solo exhibition by Túlio Pinto at Fondamenta Sant’Apollonia in Venice during the Biennale. The PA Takeover Program organizes satellite exhibitions across the globe.


TÚLIO PINTO with ATHAR #3, 2018. Steel, glass AND stone, 280 x 150 x 245 cm

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SELECTED EXHIBITIONS 2019 Land Line, Fondamenta Sant’Apollonia with Piero Atchugarry Gallery, Venice, Italy Momentum, MARGS (Art Museum of Rio Grande do Sul, Porto Alegre, Brazil 2018 41°23’20’’N 2°10’34’’E e 41°25’21’’N 2°12’32’’E: Three Times, Senda Gallery and Piramidón, Centre d’Art Contemporani, Barcelona, Spain Athar, Piero Atchugarry Gallery, Garzón, Uruguay 2017 Ground Control, Humo Gallery, Zurich, Switzerland 2016 Azul e Unicórnio, Galeria Baró, São Paulo, Brazil 2015 Onloaded: Túlio Pinto, Phoenix Institute of Contemporary Art (phICA), Phoenix, Arizona, USA Deslocamentos, SESC Ribeirão Preto, Ribeirão Preto, São Paulo, Brazil

Courtesy of PIERO ATCHUGARRY GALLERY WEBSITE | pieroatchugarry.com INSTAGRAM | @thetuliopinto @pieroatchugarrygallery

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ANNA D’AGOSTINO 101


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Il servizio presentato è un lavoro che realizzato per una nuova linea di essenze per tessuti e pelle dell’azienda “Persentio”. Persentio Trama è una collezione di sei esclusive fragranze che si intrecciano ai momenti quotidiani di ciascuno di noi, creando trame dai mille colori, dalle infinite sensazioni e percezioni, come le sfaccettature dell’essere umano. Ogni fragranza è costruita legando le note olfattive ad uno stato emozionale positivo, è un invito a far crescere in noi la positività, l’energia, una ricerca di colore e luce che parte da dentro di noi per guardare il mondo con occhi diversi e spalancare le porte ad una rinnovata curiosità. Il profumo è strettamente legato all’emozione e alla comunicazione, la ricerca di una coerenza d’immagine è fondamentale poiché deve rispecchiare l’emozionalità della creazione olfattiva ed arrivare dove non è possibile far arrivare fisicamente il profumo. “Abbiamo trovato nella fotografia di Anna quella sintonia di arte ed emozione espressa armoniosamente attraverso luce, colore e composizione. Attraverso i suoi occhi abbiamo rivisto le nostre creazioni”. Donatella Mattarei, Owner di Persentio. The presented service is a work that she created for a new line of essences for fabrics and leather from the company “Persentio”. Persentio Trama is a collection of six exclusive fragrances that intertwine with the daily moments of each of us, creating textures of a thousand colors, with infinite sensations and perceptions, like the facets of the human being. Each fragrance is built by linking the olfactory notes to a positive emotional state, it is an invitation to make positivity, energy, a search for color and light grow in us, starting from within us to look at the world with different eyes and open wide the doors to a renewed curiosity. Perfume is closely linked to emotion and communication, the search for image coherence is essential since it must reflect the emotionality of the olfactory creation and go where it is not possible to physically get the perfume. “We found in Anna’s photography that harmony of art and emotion expressed harmoniously through light, color and composition. Through her eyes we have reviewed our creations“. Donatella Mattarei, Owner of Persentio

BIOGRAPHY Anna D’Agostino è nata a Castellamonte in provincia di Torino. Attualmente ha base in Veneto. Dopo qualche senso unico e molti vicoli ciechi, ha iniziato a cercare un suo linguaggio che le permettesse di esprimere tutti quei sentimenti che altrimenti sarebbero rimasti inespressi. L’ha trovato nella fotografia. Un percorso che ha inizio nel novembre 2018, tra studi e corsi di formazioni. Tra i professionisti che l’hanno formata, sicuramente Efrem Raimondi è stato quello che ha inciso maggiormente in tutto il percorso. Oggi è la sua professione a tutti gli effetti, trattando diversi generi fotografici, con un ruolo fondamentale per il ritratto in tutte le sue sfaccettature, che le ha permesso di portare davanti al suo obiettivo anche diversi artisti di fama internazionale. Anna D’Agostino was born in Castellamonte in the province of Turin. She is currently based in Veneto. After some one-way street and many dead ends, she started looking for a language of hers that would allow her to express all those feelings that otherwise would have remained unspoken. She found it in the photograph. A path that begins in November 2018, between studies and training courses. Among the professionals who trained her, Efrem Raimondi was certainly the one who made the most of the entire course. Today it is her profession in all respects, dealing with different photographic genres, with a fundamental role for the portrait in all its facets, which has allowed her to bring several internationally renowned artists to her camera.

WEBSITE | annadagostino.it INSTAGRAM | @annadagostino.it FACEBOOK | Anna D’Agostino Fotografa

CREDITS Photo: Anna D’Agostino Brand: Persentio Models: Giulia Beltrame, Francesca Pellegrini Staging: Pier Paolo Artuso Location: Vivai della Colombara, Cittadella (Pd) Accessories : Instabilelab (Santa Maria di Sala - Ve)

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VAN GOGH – I GIRASOLI La più grande storia mai dipinta I Girasoli di Vincent van Gogh sono tra le sue opere più famose, e sono alcuni dei dipinti più iconici del mondo. In una mostra straordinaria, il Van Gogh Museum ha presentato in un modo del tutto nuovo le cinque versioni, di proprietà pubbliche, dei girasoli in vaso. E ancora una volta, il Van Gogh Museum ha aperto le sue porte unicamente a Exhibition on Screen. Pur essendo immediatamente riconoscibili, il nostro film va oltre la superficie per esplorare le molte domande e i misteri che circondano queste opere. Perché, per esempio, Van Gogh

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Vincent van Gogh’s Sunflowers are among his most famous works, and are some of the most iconic paintings in the world. In an extraordinary exhibition, the Van Gogh Museum presented five publicly owned versions of potted sunflowers in a whole new way. And once again, the Van Gogh Museum has only opened its doors to Exhibition on Screen. While instantly recognizable, our film goes beyond the surface to explore the many questions and mysteries surrounding these works. Why, for example, did Van Gogh


ha scelto il girasole esotico con il suo lungo stelo e la corona dorata? Anzi, quando è arrivato in Europa quel fiore e come è stato visto dagli artisti precedenti? Cosa cercava di dire Van Gogh con le sue opere e come differisce una versione dall’altra? E quali segreti hanno scoperto gli scienziati quando hanno analizzato le opere nel dettaglio? Tutto è rivelato in questo affascinante film, che si è spostato da Amsterdam per arrivare fino a Tokyo, Philadelphia, Londra e Monaco per filmare, con dettagli incredibili in alta definizione, tutte e cinque le opere. Ogni dipinto è diverso e ha la sua storia unica, che abbraccia uno dei periodi più famosi e turbolenti della storia dell’arte. Tutti e cinque i dipinti si trovano in uno stato di conservazione così delicato che non ci sarà mai più nessuna mostra che li vedrà uniti insieme. Solo in questo film avrete la possibilità di vederli sullo schermo - nella nostra mostra virtuale. In questo modo, il film porta al pubblico molti nuovi livelli di comprensione sia sui dipinti che su Vincent van Gogh.

choose the exotic sunflower with its long stem and golden crown? Indeed, when did that flower arrive in Europe and how was it seen by previous artists? What was Van Gogh trying to say with his works and how does one version differ from another? And what secrets did scientists discover when they analyzed the works in detail? Everything is revealed in this fascinating film, which traveled from Amsterdam to Tokyo, Philadelphia, London and Munich to film all five works in incredible detail in high definition. Each painting is different and has its own unique history, spanning one of the most famous and turbulent periods in art history. All five paintings are in such a delicate state of preservation that there will never again be an exhibition that will see them joined together. Only in this film will you have the opportunity to see them on screen - in our virtual exhibition. In this way, the film brings the audience many new levels of understanding both about the paintings and about Vincent van Gogh.

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SINOSSI I Girasoli di Vincent van Gogh sono alcuni dei dipinti più iconici del mondo. Quelli che molti scambiano per un unico capolavoro, sono in realtà cinque dipinti di girasoli in vaso sparsi nelle gallerie di Amsterdam, Londra, Monaco, Philadelphia e Tokyo. Questo straordinario documentario riunisce la spettacolare serie sullo schermo in un modo mai visto prima. Lavorando a stretto contatto con il Van Gogh Museum di Amsterdam, Van Gogh – I Girasoli è più che una semplice “mostra virtuale”, scavando nelle ricche e complesse storie dietro ogni dipinto per svelare i misteri dei girasoli. Cosa significavano questi fiori per Van Gogh, e perché risuonano così tanto con il pubblico di oggi? Con una suggestiva rappresentazione dell’artista da parte dell’attore Jamie de Courcey e affascinanti approfondimenti da parte di storici dell’arte e botanici, il film offre una visione della vita e delle opere d’arte di Van Gogh.

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SYNOPSIS Vincent van Gogh’s Sunflowers are some of the most iconic paintings in the world. What many mistake for a single masterpiece are actually five potted sunflower paintings scattered across galleries in Amsterdam, London, Munich, Philadelphia and Tokyo. This stunning documentary brings the spectacular series together on screen in a way never seen before. Working closely with the Van Gogh Museum in Amsterdam, Van Gogh - The Sunflowers is more than just a “virtual exhibition”, delving into the rich and complex stories behind each painting to unravel the mysteries of sunflowers. What did these flowers mean to Van Gogh, and why do they resonate so much with today’s audiences? Featuring a striking portrayal of the artist by actor Jamie de Courcey and fascinating insights from art historians and botanists, the film offers insight into Van Gogh’s life and works of art.


NOTE DI REGIA - David Bickerstaff Ho avuto il privilegio di filmare il quadro dei Girasoli di Van Gogh diverse volte al Van Gogh Museum. Come molti altri, pensavo di conoscere quest’iconico dipinto estremamente bene, ma non avrei potuto sbagliarmi di più. È stato solo quando sono stato invitato a filmare l’opera senza la sua cornice che un’intera nuova narrazione si è rivelata davanti ai miei occhi. Tutta la storia del dipinto si è svelata con alcune sorprese inaspettate, e ha innescato un bisogno di sapere di più su questa serie di capolavori. Ci sono cinque quadri dei Girasoli che possono essere visti dal pubblico oggi, ma sono sparsi in cinque paesi diversi. Non sono mai stati esposti insieme, ma il privilegio di fare il film è stato quello di poter viaggiare in luoghi come Tokyo, Monaco, Londra, Amsterdam e Philadelphia e metterli insieme sulla pellicola. Vedendoli in questo modo si ottiene un’ineguagliabile e sorprendente nuova comprensione della vita e del lavoro dell’artista probabilmente più popolare del mondo. Mettendoli insieme sul grande schermo, è possibile confrontarli da vicino e vedere le differenze di ciascuno di essi, esaminando il potere della mano ossessiva dell’artista e la sua lotta con il colore e la composizione. È stata una tale gioia testimoniare quanto fosse unica ogni versione, prova dell’esuberanza di Van Gogh per la sperimentazione. Questo viaggio cinematografico ha messo a fuoco la serie dei girasoli e ha rivelato una nuova visione delle tragiche circostanze che portarono Van Gogh a litigare con Paul Gauguin, scatenando il famoso incidente in cui si tagliò l’orecchio in un raptus psicotico. Dramma, lotta e passione per la vita possono essere visti in ogni goccia di vernice dei Girasoli. Secondo la mia opinione, ogni dipinto mostra un’onestà e un virtuosismo che parla del potere duraturo di un artista straordinario, che ha vissuto una vita straordinaria.

DIRECTOR’S NOTES - David Bickerstaff I have had the privilege of filming Van Gogh’s Sunflowers painting several times at the Van Gogh Museum. Like many others, I thought I knew this iconic painting extremely well, but I couldn’t have been more wrong. It was only when I was invited to film the opera without its frame that a whole new narrative unfolded before my eyes. The whole history of the painting unfolded with some unexpected surprises, and sparked a need to know more about this series of masterpieces. There are five Sunflowers paintings that can be seen by the public today, but they are spread across five different countries. They were never exhibited together, but the privilege of making the film was being able to travel to places like Tokyo, Munich, London, Amsterdam and Philadelphia and put them together on film. Seeing them in this way gives us an unparalleled and surprising new understanding of the life and work of the probably most popular artist in the world. By putting them together on the big screen, it is possible to compare them closely and see the differences of each, examining the power of the artist’s obsessive hand and his struggle with color and composition. It was such a joy to witness how unique each version was, proof of Van Gogh’s exuberance for experimentation. This cinematic journey brought the sunflower series into focus and revealed a new insight into the tragic circumstances that led Van Gogh to quarrel with Paul Gauguin, sparking the famous incident in which he cut off his ear in a psychotic fit. Drama, struggle and a passion for life can be seen in every drop of Sunflowers paint. In my opinion, each painting displays an honesty and virtuosity that speaks of the enduring power of an extraordinary artist, who has lived an extraordinary life.

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BIOGRAFIA DEL REGISTA DAVID BICKERSTAFF David Bickerstaff è un artista e un premiato regista che ha fondato Atomictv nel 1997, organizzazione per lo sviluppo di progetti e collaborazioni di arte digitale. I suoi documentari e le sue video installazioni come The Lukhang, Hygieia, Heavy Water: a film for Chernobyl e Making War Horse sono stati trasmessi in Gran Bretagna e mostrati in molti festival e mostre internazionali, che includono la Wellcome Collection, Vitra Museum, Onedotzero, Festival International du Film sur L’Art Montreal, e i quindici documentari al Museum of Modern Art di New York. Negli ultimi anni, ha diretto e filmato una serie di brevi documentari sull’arte per Art360 Foundation che offre finanziamenti agli artisti per costruire un archivio del loro lavoro. David ha anche collaborato con il produttore Phil Grabsky all’innovativa EXHIBITION ON SCREEN, dirigendo, filmando e co-scrivendo dieci documentari/lungometraggi d’arte. Questa

popolare serie è stata distribuita in 63 paesi e proiettata in oltre 1500 cinema in tutto il mondo. Ogni film esamina un artista iconico e una grande mostra del suo lavoro in gallerie d’arte di fama mondiale. I titoli includono Van Gogh – I Girasoli, Lucian Freud: Un autoritratto, Van Gogh e il Giappone, Degas: Una passione per la perfezione, Michelangelo: Love and Death, Canaletto & The Art of Venice, insieme ad altri film su artisti come Claude Monet, Hieronymus Bosch e Francisco Goya. David è anche il direttore creativo di NewAngle Productions, uno studio di design che produce installazioni video e interattive per le attrazioni turistiche. Tra i clienti recenti ci sono la Royal Collection Trust, il British Museum, il Victoria and Albert Museum, l’Historic Royal Palaces, il Museum of London, il Royal Observatory e il National Maritime Museum. Ha vinto vari premi per i suoi progetti ed è membro della British Academy of Film and Television Arts.

BIOGRAPHY OF DIRECTOR DAVID BICKERSTAFF David Bickerstaff is an artist and award-winning director who founded Atomictv in 1997, an organization for the development of digital art projects and collaborations. His documentaries and video installations such as The Lukhang, Hygieia, Heavy Water: a film for Chernobyl and Making War Horse have been broadcast in Great Britain and shown in many international festivals and exhibitions, including the Wellcome Collection, Vitra Museum, Onedotzero , Festival International du Film sur L’Art Montreal, and the fifteen documentaries at the Museum of Modern Art in New York. In recent years, he has directed and filmed a series of short documentaries on art for the Art360 Foundation which offers funding to artists to build an archive of their work. David also collaborated with producer Phil Grabsky on the groundbreaking EXHIBITION ON SCREEN, directing, filming and co-writing ten documentaries / feature films. This popular series

was released in 63 countries and screened in over 1500 cinemas around the world. Each film examines an iconic artist and a large display of his work in world-renowned art galleries. Titles include Van Gogh - The Sunflowers, Lucian Freud: A Self Portrait, Van Gogh and Japan, Degas: A Passion for Perfection, Michelangelo: Love and Death, Canaletto & The Art of Venice, along with other films about artists such as Claude Monet, Hieronymus Bosch and Francisco Goya. David is also the creative director of NewAngle Productions, a design studio that produces video and interactive installations for tourist attractions. Recent clients include the Royal Collection Trust, the British Museum, the Victoria and Albert Museum, the Historic Royal Palaces, the Museum of London, the Royal Observatory and the National Maritime Museum. He has won various awards for his projects and is a member of the British Academy of Film and Television Arts.

Press Office DI MILLA MACCHIAVELLI WEBSITE | dimillamacchiavelli.com INSTAGRAM | @dimillamacchiavelli

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Production ADLER ENTERTAINMENT WEBSITE | adler-ent.com INSTAGRAM | @adler_entertainment


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MARTA BEVACQUA Ciò che gli umani lasciano dietro di sé e cosa accadrebbe se gli umani scomparissero dalla natura. What humans leave behind and what would happen if humans disappeared from nature. Svalbard, April 2019

Nel regno incantato del circolo polare artico, l’arcipelago delle Isole Svalbard. le terre abitate più a nord del pianeta Terra. Uno sconfinato castello di ghiaccio che va pian piano sciogliendosi. Svalbard la “costa fredda” è il luogo in cui, più di ogni altro, il tocco dell’uomo rimbomba. Con questa sequenza, la Bevacqua ci conduce negli invalicabili luoghi della coscienza umana. “Il maglione rosso rappresenta ciò che noi umani ci lasciamo dietro e cosa resterebbe se scomparissimo. Pur non essendoci più lasceremmo comunque qualcosa di visibile.” Il maglione rosso è ciò che irreparabilmente macchia la terra, ciò che resta. In the enchanted realm of the Arctic Circle, the archipelago of the Svalbard Islands. the northernmost inhabited lands of planet Earth. A boundless ice castle that slowly melts away. Svalbard the “cold coast” is the place where, more than any other, the touch of man resounds. With this sequence, Bevacqua leads us to the insurmountable places of human consciousness. “The red sweater represents what we humans leave behind and what would remain if we disappeared. Even if we no longer exist, we would still leave something visible.“ The red sweater is what irreparably stains the earth, what remains.

Torno a fissar le immagini e lo sguardo affonda nel vermiglio del maglione. Forse un giorno impareremo a lasciar quel maglione sulla nostra pelle, Forse un giorno impareremo ad ammirare senza invadere, A desiderare senza legare, Impareremo a lasciar che il ghiaccio sia ghiaccio… Giulia Grincia

Marta Bevacqua è nata e cresciuta a Roma, trapiantata a Parigi dal 2014. Lavora principalmente nella moda (editoriali e campagne pubblicitarie) e come regista (video clip e fashion film) ma realizza spesso anche progetti personali. Fotografare è più di una passione, per lei è quasi uno stile di vita, sentendo l’urgenza di creare in continuazione e la fotografia non è altro che il mezzo. Per i soggetti e la modalità in cui scatta, segue e ha sempre seguito l’istinto e il suo semplice gusto personale. Le piace rappresentare la bellezza per ciò che è: un qualcosa che non deve mai scusarsi, che risiede nei dettagli e nelle imperfezioni. Vuole raccontare storie tramite le fotografie, storie immaginarie che chiunque è in grado di sognare a proprio piacimento. Svalbard è più di un progetto, è un sogno divenuto realtà. Sì è recata in questo luogo già tre volte (e aspetta con impazienza la prossima occasione) e sempre in periodi diversi (ogni periodo dell’anno è diverso per luce, temperature e clima). Le ultime due volte (2018 e 2019) ha scattato delle fotografie che rappresentassero non solo il remoto nord ma anche la se stessa che lo esplora, lo respira e lo fa suo. Marta Bevacqua was born and raised in Rome, transplanted to Paris in 2014. She works mainly in fashion (editorials and advertising campaigns) and as a director (video clips and fashion films) but also often carries out personal projects. Photographing is more than a passion, for her it is almost a lifestyle, feeling the urge to create continuously and photography is nothing more than the means. For the subjects and the way she shoots, she follows and has always followed her instinct and simple personal taste. She likes to represent beauty for what it is: something that never has to apologize, which resides in the details and imperfections. She wants to tell stories through photographs, imaginary stories that anyone can dream of at will. Svalbard is more than a project, it is a dream come true. Yes, she has been to this place three times already (and looks forward to the next opportunity) and always at different times (every time of the year is different in light, temperature and climate). The last two times (2018 and 2019) she has taken photographs that represent not only the remote north but also herself who explores it, breathes it and makes it of her.

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WEBSITE | martabevacquaphotography.com INSTAGRAM | @martabevacqua FACEBOOK | Marta Bevacqua Photography

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Photo Credits: @matteobevilacquaph

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Gallery

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GRIDS

INSTAGRAM | @fpompei_architecture_photos

Francesca Pompei 127


WINDOWS

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TRIBUTE TO KAFKA


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GRID


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JUST IN BLUE


ORANGE TEXTURE

PARANOIA

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PHOTO CREDITS

Pag. 134 Cover

Pag. 138 Photo: @lalaura_sole79

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Photo: @nenerock_photo Model: @garofoloillustrations

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Photo: @fot.alina

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Photo: @mazzarolo_giuseppe Model: @angie.tomm

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Photo: @idamarinella

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6.

Photo: @ivananoto_

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Photo: @gergert_veronika

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Photo: @freedom_gallery_ph Model: @fortininiccolo

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Photo: @mirko.sperlonga.portrait Model: @kovaldianaa Assist: @serenadigirolamo_ Make up: @ilacar_promua

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Photo: @leonshaydulin Model: @_in_vina_veritas_ Location: @belkastrelka_spb

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Photo: @chozo___ Models: @___kael___ @annaisaprettygirl

Photo: @zanardi.lara

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Photo: @paolapadrond Model: @stephany_rguez Make up: @nicolemerito

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Photo: @marco_dex83 Model: @laura_manzan Make up: @angelacoco899

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Photo: @abollfazl_pix

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Photo: @rosycarletti_photography Model: @anastasia.kurlakova

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Photo: @savairisphoto

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Photo: @matteobevilacquaph Model: @elisaandr97




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