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2019/11.12 READ ON
glamouraffair.vision RIVISTA BIMESTRALE DI FOTOGRAFIA, ARTE E DESIGN BIMONTHLY REVIEW OF PHOTOGRAPHY, ART AND DESIGN
Registrazione al Tribunale di Milano n° 27 del 14/02/2019 Registration at the Law Court of Milan n° 27 of 14/02/2019
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JOSÉ ROBERTO BASSUL Architecture ILARIA FRANZA Painter KINDOF FURNITURE Presentation MAARTEN ROTS Visual artist DIUHN ELVIO GRŽEVIC Transhumanism FICT STUDIO | Fragment Series Furniture FEDERICA BERTONI TV presenter ANTONELLO MORI Landscape FRANCESCO LEONE Editorial DOTCOM SPACE Interior MURAT KUBLAY Portfolio SPATIAL MATTERS Soundscape YUKARI L. TAKATORI Analog BENIADA NISHANI Model & actress DESIGUAL Black: the sum of all colours #GADDICTED The Instagram selection
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architecture
JOSÉ ROBERTO BASSUL
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"Un'immagine promuove dialoghi, comunica idee e sentimenti e stimola le reazioni. La fotografia è quindi un linguaggio. Ma, come ha sottolineato Italo Calvino,"non esiste un linguaggio senza inganni", afferma il fotografo. "Coltivo i miei inganni. Per me, gli edifici sono persone. Si presentano, raccontano storie, posano, parlano, disdegnano, fingono. Inizialmente li osservo da lontano, cerimoniosamente. Mi allontano da alcuni di loro e mi avvicino ad altri. Quando rivolgo la mia attenzione agli ultimi ricevo in risposta poesie".
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"An image promotes dialogues, communicates ideas and feelings and stimulates reactions. Photography is language, therefore. But, as Italo Calvino has pointed out, "there is no language without deceit", says the photographer. "I cultivate my deceits. For me, buildings are persona. They introduce themselves, tell stories, pose, talk, disdain, pretend. I initially observe them from a distance, ceremoniously. I move away from some of them and approach others. When I address my attention to the last ones I receive poems in response".
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José Roberto Bassul
José Roberto Bassul
Architetto e fotografo, José Roberto Bassul è nato a Rio de Janeiro e vive a Brasilia. La sua fotografia si rivolge all'architettura, al paesaggio urbano e agli aspetti contemporanei della vita cittadina. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il 1° posto agli International Photography Awards - IPA 2018 (architettura-edifici), oltre a premi d'oro al Prix de la Photographie di Parigi - PX3 2016 e 2017 (architettura e belle arti) e al Mosca International Foto Awards - MIFA 2019 (architettura). Pubblicato in libri e riviste in Brasile, Francia, Stati Uniti, Inghilterra, Messico e Argentina, le sue opere sono state spesso esposte in festival, gallerie e musei, in mostre individuali e collettive in Brasile e all'estero. Nel 2018 ha pubblicato il fotolibro Concretist Cityscape, che è già esaurito. Ha lavorato in diverse importanti collezioni private e pubbliche, come quelle del Museo Nazionale della Repubblica, a Brasilia, e del Museo d'Arte di Rio - MAR.
Architect and photographer, José Roberto Bassul was born in Rio de Janeiro and lives in Brasilia. His photography turns to architecture, urban landscape and contemporary aspects of city life. He has received several awards, including the 1st place at the International Photography Awards – IPA 2018 (architecture-buildings), as well as gold awards at the Prix de la Photographie Paris - PX3 2016 and 2017 (architecture and fine art) and at the Moscow International Foto Awards – MIFA 2019 (architecture). Published in books and magazines in Brazil, France, USA, England, Mexico and Argentina, his works has often been exhibited in festivals, galleries and museums, in individual and collective shows in Brazil and abroad. In 2018 he published the photobook Concretist Cityscape, which is already sold out. He has works in several relevant private and public collections, such as those of the National Museum of the Republic, in Brasilia, and the Art Museum of Rio – MAR.
WEBSITE | www.joserobertobassul.com FACEBOOK | jrbassul INSTAGRAM | jrbassul
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photo: Lorenzo Pennati
Ilaria Franza
painter
Spazio HUS, Via Moscova, Milano. Mostra personale, 21 giugno 2019.
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Ilaria Franza nasce negli anni ottanta a Cantù, in provincia di Como. Si laurea all’accademia di belle arti di Brera da dove inizia il suo percorso artistico e sperimentale. Professionalmente legata anche al mondo del design e dell’arredamento, accompagna la sua attività di pittrice manifestando uno spiccato gusto per la ricerca e l’uso del colore. Per capire, e soprattutto sentire, le opere di Ilaria Franza, abbiamo la necessità di fare un esercizio di contemplazione. Abbiamo bisogno di trovare una dimensione dell’osservare, una prospettiva. Le opere di Ilaria Franza sembrano aprirci lo sguardo verso percorsi sommersi, luoghi inesplorati. Ci chiedono di essere guardate con attenzione. Da osservatore c’è qualcosa che ci attrae, ci costringe a scrutare, che spinge il nostro sguardo oltre il visibile. L’artista non fa altro, in realtà, che metterci davanti al più eterno dei soggetti: il paesaggio. Un.Limited è il titolo di tutti questi lavori. Un.Limited, come l’infinito che supera lo sguardo, che diventa orizzonte, paesaggio interiore, natura pura. Infinito come qualcosa che si modifica senza sosta in un ciclo continuo, fatto di gesti che ripetendosi, trasformano. Si ispira al romanticismo, Ilaria Franza, perdendosi nelle tempeste delle opere di William
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Turner, nelle vedute di Caspar David Friedrich. Osserva la natura e il paesaggio con il cuore e lo sguardo dei romantici. Si accorge, anche lei, di quel tumulto profondo, quel misto di sensazioni fisiche ed emotive, nate dalle cose che non si possono vedere, date da quello che si può solo sentire. Questi paesaggi ci permettono quindi di guardare oltre l’orizzonte e oltre il paesaggio stesso. Diventano luoghi dell’anima, vedute oniriche che si mischiano e fondono l’uno nell’altra; anima e sogno, come acquerello e acqua. E così i paesaggi reali diventano astratti ed emergendo dall’acqua rendono visibile l’invisibile. L’acqua è al centro di questo lavoro, ne è cardine. Non a caso l’artista fa dei colori liquidi il suo linguaggio privilegiato e dell’acqua il suo gesto iniziale. Perché è di questo che è fatto il lavoro di Ilaria Franza. Un lavoro paziente che affiora dalle acque, per fondersi con il colore. L’acqua e il colore vengono fatti scorrere, mossi, incanalati. Con gesti tecnici, concentrati, precisi, Ilaria muove la tela in una danza lenta, riflessiva e meticolosa. L’artista guida, conduce, muove. L’acqua si può, però, controllare, indirizzare, tentare di gestire, ma sarà sempre indipendente, dotata di una propria energia. Ilaria non si lascia spaventare da quest’acqua che scorre: si
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lascia trasportare, scorre insieme a lei. Ed è per questo che oltre all’acquerello, a volte si spinge fino all’uso dell’acrilico o dell’inchiostro. Osserva il confine tra cielo e terra, si collega con la sua dimensione inconscia, fatta di pensieri dimenticati, di silenzio. E da qui lascia gocciolare il colore, a volte con gesti aggressivi, a volte con gesti calmi e riflessivi. Poi il colore viene scosso, spostato, fatto slittare. Fa suo qualunque strumento: stracci, pennelli, spatole, contagocce. Agisce come un’acrobata, in lotta continua con la forza di gravità, in equilibrio precario tra il potere degli elementi e la necessità di controllarli. L’opera di Ilaria Franza è un divenire, come acqua che passa e che tramuta. Come quell’acqua che ha il potere di dissetarci o di annegarci, di distruggere o di appagare la terra. Nell’asciugarsi, i suoi quadri, rivelano forme nuove, prima nascoste. Lei non li perde di vista, ma li rinnova, li ottimizza, li corregge, delimita gli argini. E per farlo rimescola il colore e poi lo sposta, lo bagna. Aggiunge acqua sull’acqua. E poi si chiede: si può davvero costruire sull’acqua? E così cerca una stabilità, una base. L’artista resiste a tutto questo movimento e per questo in ogni sua opera troviamo, predominante, il colore nero. Nero come il colore del caos primigenio, dal quale tutto ancora
deve nascere, dal quale tutto sarà costruito. Di questo nero ne troviamo, a volte, una presenza decisa, forte. Lo vediamo spesso nella parte inferiore delle tele, come a voler sorreggere il resto, a cercare un inizio. In altri casi, invece, ne ritroviamo solo un debole ricordo, un’impronta che l’acqua ha lavato via, ma che comunque, in qualche modo, rievoca. Anche i colori, quindi subiscono un mutamento, come a volerci far presente che tutto è in trasformazione: l’acqua, il paesaggio, il colore, noi. E la trasformazione continua anche quando osserviamo le opere finite, poiché dopo ogni singola osservazione, si presentano a noi con elementi sempre nuovi. Il cambiamento è presente in tutto il percorso artistico di Ilaria Franza, dai primi lavori su carta, fino agli “un.Limited”. E oggi è come se avesse trovato la sua dimensione ideale, il suo percorso. Lei stessa si sente un essere in continua evoluzione, che è cambiato, ha imparato e per questo cresce, prendendosi cura del suo lavoro, diventandone lei stessa parte fisica integrante. Ha cercato di farsi medium della natura, con delicata poesia. Non a caso l’artista lavora al meglio en plein air, sul Lago d’Orta. Il lago, la montagna, il clima mite sono ispirazioni perfette per una pittrice come Ilaria Franza.
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Ilaria Franza was born in the 1980s in Cantù, province of Como, Italy. She qualified at the Brera academy of fine arts in Milan, in experimental arts. She works in interior and product design in conjunction with her work as an artist and painter, where she is know for her research and execution in the use of colour. To understand and really feel the works of Ilaria Franza, we need to undertake an exercise of contemplation, to find a new dimension of observation, and thought. The works of Ilaria Franza seem to open us up to look at submerged paths, unexplored places. They ask us to be looked at with care and attention. Upon observation there is something that draws us to scrutinise, that forces us to look beyond what we first see. The artist’s main objective, in reality, is to place us in front of the most eternal of objects: the landscape. Un.Limited is the title of this collection of works. Un.Limited, like the infinity that surpasses the view, that becomes horizontal, internal landscapes, nature in its purest form, infinite like something that has changed itself without doing so in a continuous cycle, made up of repeating gestures, they transform. Ilaria Franza is inspired by the romanticism, getting lost in the storm of William Turner’s work, in Caspar David Friedrich
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views. Observing nature and the landscape with the heart and the eyes of a romantic. She realises, too, in that deep turmoil, that mixture of physical and emotional, the unseen can emerge, brought out from things you can only feel. These landscapes thus allow us to look beyond the horizon and over the landscape itself. They become places of the soul, dream-like views that are mixed together and melt into each other; soul and dream, like watercolour and water. Therefore, the real landscapes become abstract, and by emerging from the water, in turn make the invisible visible. Water is at the heart of this work, it is pivotal. It is by no coincidence that the artist’s works are watercolours, and the language of water is its initial gesture. It is for this reason that this medium of Ilaria Franza’s works. A work of patience that emerges from the water, to blend with colour. The water and the colour is shifted, moved, channelled. With technical gestures, focused and precise, Ilaria moves the canvas in a slow dance, thoughtful and meticulous. As the artist, she leads and moves. The water can, however, control, direct, manage, but will always be independent, with its own energy. Ilaria is not afraid of this water flowing: drifting, running with her. Moreover,
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this is why in addition to watercolours, her work sometimes goes as far as using acrylic or ink. Observing the boundary between heaven and earth, connecting with its subconscious dimension, made up of forgotten thoughts, of silence. In addition, the colour drips, sometimes with aggressive gestures, sometimes with calm and thoughtful gestures. Then colour is shaken, moved, shifted. It makes her prone to using any instrument: rags, brushes, spatulas, droppers. It acts as an acrobat, in a constant struggle with the force of gravity, in a precarious balance between the power of the elements and the need to control them. The work of Ilaria Franza is a becoming, like water passing and turning. Like water that has the power to quench our thirst or drown us, to destroy or quench the earth. Drying with the air, her paintings reveal new forms, previously hidden. She does not lose sight of them, but renews them, optimises them, corrects them, delimits the levees. In addition, by shuffling the colour and then moving it, it gets wet. She adds water on water. Then we ask: can you really build on water? So look for stability, a base. The artist resists all this movement and for this reason in all her work, the colour black
is predominanat. Black as the colour of the original chaos, from which all things are yet to be born, from which everything is built. Of this black, we find, at times, a strong, strong presence. I often see at the bottom of the canvas, as if to hold the rest, to seek a beginning. In other cases, however, we find only a faint memory, an impression that water has washed away, but still, somehow, recalls. Even the colours undergo a change, wanting to point out that everything is in transformation: the water, the landscape, colour, us. The transformation continues even when we look at the finished works, because after each individual observation, they are presented to us with new elements. Change is present throughout the artistic career of Ilaria Franza, from the early works on paper, up until “un.Limited�. Today it is as if she has found her ideal size, its path. She feels a being in constant evolution, that has changed, has learned and why it grows, taking care of her work, becoming her own physical part. She tries to express the medium of nature with delicate prowess. No coincidence that the artist works best in the open air, on lake Orta. The lake, the mountains, the mild climate are perfect inspiration for a painter like Ilaria Franza.
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photo: Lorenzo Pennati
WEBSITE | www.ilariafranza.com INSTAGRAM | ilaria_franza_painting
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Event photos: Stefano Gilardi
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Kindof nasce sotto la direzione di Mattia e Luca Ghielmi, commercianti in materiali edili, e brevetta l’impiego di una singola bacchetta di tondino d’acciaio nervato - nato per le costruzioni in cemento armato - per realizzare invece elementi d’arredo e complementi, ampliandone la destinazione d’uso. Dal 2019 nuovo design director di KINDOF è l’arch. Giulio Ceppi, managing director di Totaltool Milano. Dice Luca Ghielmi, mente creativa di Kindof: “Una singola bacchetta di tondino nervato piegato in almeno tre piani svolge una funzione diversa da quella per cui nasce originariamente il materiale. Amo, anche se ho una conoscenza superficiale, lo shodo giapponese, la forza del segno nell’arte e della gestualità, e mi piace l’approccio wabi sabi: la perfezione nella imperfezione. Il minimalismo di Kindof nasce infatti dalla capacità stessa del materiale, che gli consente di sostenere carichi importanti con una singola bacchetta: propensione all’essenza artistica in un gesto, nata dalla mia forma mentis di ingegnere aeronautico che vuole sempre minimizzare il peso”. I modelli sono concepiti in Svizzera e prodotti in Italia: ogni pezzo è unico e lavorato prevalentemente a mano. Oggi la produzione Kindof è strutturata in 3 linee commerciali, per interni quanto per esterni: - KINDOF ORIGINALS Arredi e complementi destinati a luoghi privati e pubblici, su disegno originale. - KINDOF TRIBUTES Elementi ispirati ai grandi maestri dell’architettura e del design, liberamente interpretati attraverso la piegatura di una barra unica di tondino in acciaio nervato. - KINDOF ART Pezzi unici e serie limitate realizzate con la firma di artisti di livello internazionale, destinati in particolare al mercato dei collezionisti e delle gallerie, in collaborazione con Dip contemporary art. I prodotti KINDOF hanno qualità uniche e straordinarie, derivate dall’uso esclusivamente di tondino nervato in acciaio, che si esprimono al meglio in esterno, senza temere gli agenti atmosferici anche in condizioni climatiche estreme, ma che ovviamente non ne impediscono un uso appropriato in interni, privati o pubblici che siano. Il processo di produzione di un prodotto KINDOF è basato sulla massima cura e attenzione in ogni passaggio tecnico utile dell'intera filiera, al fine di garantirne un ciclo di vita esteso il più possibile. La sua semplicità apparente nasconde di fatto un’attenta esecuzione, rispettosa dell’ambiente e dei materiali impiegati, quanto delle persone coinvolte nella sua esecuzione. Kindof ha chiesto a Francesco Radino, considerato uno dei professionisti più eclettici nel panorama della fotografia contemporanea in Italia e autore di importanti reportage in Italia, di scattare una sequenza che illustrasse in sintesi le fasi produttive, raccontate dall’occhio di un grande maestro della fotografia italiana. Dice Giulio Ceppi, design director di Kindof: “Durante questi mesi abbiamo lavorato in maniera corale e sinergica con diversi attori per dare a KINDOF la riconoscibilità e il posizionamento che merita indubbiamente nel mondo del design: abbiamo rinnovato la gamma prodotto, gli strumenti di comunicazione on line ed offline, cercato touchpoints ed alleanze per poter rendere a tutti tangibile la forza espressiva e l’originalità dei suoi prodotti. Credo che per architetti, interior designer, aziende del contract, Kindof possa diventare un importante riferimento in un futuro davvero prossimo”. Inoltre da Ottobre 2019 sarà online il nuovo sito www.kindof.ch realizzato da Dotfarm, con in evidenza la possibilità di personalizzare uno dei modelli KINDOF in base alla dimensione, il colore e il livello di risposta elastica della seduta. Durante la serata dell’8 di ottobre, in occasione dei Brera Design Days, presso Metroquality in via Solferino 24 a Milano, sono stati esposti alcuni dei pezzi più rappresentativi della collezione KINDOF ed è stato raccontato da Luca Ghielmi e Giulio Ceppi il nuovo corso dell’azienda e la sua originale filosofia di progetto. Francesco Radino ha portato una testimonianza sul suo lavoro di reportage del processo produttivo KINDOF.
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Photos: Francesco Radino 27
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Kindof was born under the direction of Mattia and Luca Ghielmi, dealers in building materials, and patented the use of a single ribbed steel rod - born for reinforced concrete constructions - to create instead furnishing elements and accessories, expanding the intended use. From 2019 the new KINDOF design director is the arch. Giulio Ceppi, managing director of Totaltool Milan. Says Luca Ghielmi, Kindof's creative mind: "A single ribbed rod bent in at least three dimensions performs a different function than that for which the material was originally born. I love, even if I have a superficial knowledge, the Japanese shodo, the strength of the sign in art and gestures, and I like the wabi sabi approach: perfection in imperfection. Indeed, Kindof's minimalism arises from the very ability of the material, which allows it to support important loads with a single rod: a propensity for artistic essence in a gesture, born of my aeronautical engineer mindset that always wants to minimize weight " . The models are designed in Switzerland and produced in Italy: each piece is unique and mostly hand-made. Today, Kindof production is structured in 3 commercial lines, for interiors and exteriors: - KINDOF ORIGINALS Furnishings and accessories for private and public places, based on an original design. - KINDOF TRIBUTES Elements inspired by the great masters of architecture and design, freely interpreted through the folding of a single bar of ribbed steel rod. - KINDOF ART Unique pieces and limited series created with the signature of artists of international level, destined in particular for the collectors and galleries market, in collaboration with Dip contemporary art. KINDOF products have unique and extraordinary qualities, derived from the exclusively use of steel ribbed rods, which are best expressed externally, without fear of atmospheric agents even in extreme climatic conditions, but which obviously do not prevent appropriate use indoors, private or public. The production process of a KINDOF product is based on the utmost care and attention in every useful technical step of the entire supply chain, in order to guarantee an extended life cycle as much as possible. Its apparent simplicity actually hides careful execution, respectful of the environment and the materials used, and of the people involved in its execution. Kindof asked Francesco Radino, considered one of the most eclectic professionals in the panorama of contemporary photography in Italy and author of important reportages in Italy, to take a sequence that summarizes the production phases, told by the eye of a great master of Italian photography. Says Giulio Ceppi, design director of Kindof: "During these months we have worked in a choral and synergic way with different actors to give KINDOF the recognizability and positioning it undoubtedly deserves in the world of design: we have renewed the product range, the online and offline communication tools, searched for touchpoints and alliances to make the expressive strength and originality of its products tangible to all. I believe that for architects, interior designers, contract companies, Kindof can become an important reference in a very near future ". Furthermore, from October 2019 the new website www. kindof.ch created by Dotfarm will be online, highlighting the possibility of customizing one of the KINDOF models based on the size, color and elastic response level of the seat. During the evening of 8 October, on the occasion of the Brera Design Days, at the Metroquality in via Solferino 24 in Milan, some of the most representative pieces of the KINDOF collection were exhibited and it was told by Luca Ghielmi and Giulio Ceppi the new course of the company and its original design philosophy. Francesco Radino brought a testimony on his reportage work on the KINDOF production process.
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UNTITLED (Cologne), 2019
M A A R T E N
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R O T S
visual artist
Maarten Rots (Aalten (NL), 1982). Sono un artista visivo che lavora con la fotografia dei Paesi Bassi. Sono affascinato dalle qualità astratte che si possono trovare nella vita di tutti i giorni. Il mio amore per le forme grafiche è chiaramente visibile nel mio lavoro: le linee e le forme trovate in architettura hanno un ruolo importante nelle mie fotografie. Tutte le mie fotografie sono situazioni che trovo nella vita di tutti i giorni, spesso con l'architettura come ingrediente di spicco. Sono stupito di quanta bellezza si nasconda in bella vista e si rivelerà quando decidiamo di rallentare e cercarla. Trovare queste intricate composizioni nella realtà è una parte molto importante del processo, non vedo senso aggiungere o rimuovere elementi per arrivare all'immagine finale. Con grande attenzione ai dettagli e molta attenzione alla ricerca di una composizione avvincente utilizzando l'interazione tra luce e ombra su sfondi strutturati, creo immagini astratte per le strade che percorriamo quotidianamente. Utilizzando intenzionalmente l'effetto appiattimento della fotocamera, introduco l'ambiguità spaziale e spesso fornisco un minimo senso di scala che porta a un'immagine che rivela la bellezza astratta nel banale. Uso deliberatamente le trame da cui siamo circondati e non è raro che le persone confondano le mie fotografie con dipinti o disegni.
WEBSITES | www.maartenrots.nl www.marchandrock.com
UNTITLED (Rovereto), 2018
Maarten Rots (Aalten (NL), 1982). I'm a visual artist working with photography from the Netherlands. I am fascinated by the abstract qualities that can be found in everyday life. My love for graphical shapes is clearly visible in my work: lines and shapes found in architecture have an important role in my photographs. All of my photographs are of situations I find in everyday life, often with architecture as a prominent ingredient. I am amazed how much beauty is hiding in plain sight and will reveal itself when we decide to slow down and look for it. Finding these intricate compositions in reality is a very important part of the process, I see no point in adding or removing elements to get to the final image. With great attention to detail and a lot of focus on finding a compelling composition using the interplay between light and shadow on textured backgrounds I create abstract imagery on the streets we travel daily. By intentionally utilizing the flattening effect of the camera I introduce spatial ambiguity and often provide a minimal sense of scale which leads to an image that reveals the abstract beauty in the mundane. I deliberately make use of the textures we are surrounded by and it’s not uncommon for people to mistake my photographs for paintings or drawings.
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UNTITLED (Júzcar), 2018
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UNTITLED (Cologne), 2018
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UNTITLED (Cadiz), 2018
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UNTITLED (Rovereto), 2018
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UNTITLED (Berlin), 2019
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UNTITLED (Berlin), 2019
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UNTITLED (Albufeira), 2018
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UNTITLED (Cologne), 2018
transhumanism
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DIUHN
ASCENDED
Elvio Grzevic
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LIGHTPATH
Mi chiamo Elvio Grževic e sono nato a Trieste, classe ‘85. Proveniente da una formazione prettamente tecnica nel campo IT e del web design, mi sono successivamente occupato di graphic design. Negli ultimi anni ho avviato un approccio più artistico, lavorando principalmente con la grafica 3D. Appassionato di fantascienza e tecnologia, traggo ispirazione da argomenti come il transumanesimo, l’intelligenza artificiale, le opere visive e narrative distopiche e cyberpunk.
My name is Elvio Grževic and I was born in Trieste, class '85. Coming from a purely technical background in IT and web design, I subsequently worked on graphic design. In recent years I have started a more artistic approach, working mainly with 3D graphics. A science fiction and technology enthusiast, I draw inspiration from topics such as transhumanism, artificial intelligence, dystopian and cyberpunk visual and narrative works.
INSTAGRAM | diuhn
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JUST A DREAM
Artwork for the song "WANT YOU" by @samsmyers
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I'M WATCHING YOU BABE
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TYROSINE
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MINDFUL
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F ICT S T UDIO f ra g men t seri es
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Fict Studio FICT (from craft to industry) è uno studio di design indipendente fondato da Jang Hea Kyoung con base a Seoul, nella Repubblica di Corea. Hea Kyoung cerca elementi grezzi e realizza oggetti e mobili moderni attraverso il processo di progettazione sperimentale. Si avvicina alle cose con una mente curiosa e suggerisce una prospettiva diversa sebbene sia la sua stessa estetica. Fragment series La serie Fragment è un tentativo di far riemergere il valore dell'uso di pezzi frammentati dalla lavorazione del marmo. I frammenti di marmo che inevitabilmente escono dal processo di lavorazione del marmo perdono di valore, lasciandoli per lo piÚ abbandonati come rifiuti industriali. Tuttavia, abbiamo pensato che il frammento di marmo fosse un materiale bellissimo che non è stato lavorato artificialmente. Intendevamo trasmettere la bellezza unica del materiale usando frammenti di marmo e resina.
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Fict Studio FICT which stands for ‘From Craft to industry’ is an independent design studio founded by Jang Hea Kyoung based in Seoul, Republic of Korea. She searches for craft elements and makes modern object and furniture through the experimental designing process. She approaches the things in a curious mind and suggests a different perspective though she's own aesthetic. Fragment series Fragment series is an attempt to re-emerge the value of the use of fragmentary pieces from marble making processing. The marble fragments that inevitably come out of the process of marble making processing fall in the value of use, leaving most of them abandoned as industrial waste. However, we thought that the marble fragment is a beautiful material that is not artificially machined. We intended to convey the unique beauty of the material by using marble fragment and resin.
WEBSITE | fictstudio.com FACEBOOK | FICTstudio INSTAGRAM | fictstudio
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TV presenter
FEDERICA BERTONI CONDUTTRICE TV - PRESENTATRICE EVENTI
photo by Flavio Torre
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Friulana di Udine, Federica vive e lavora a Milano. Sin dai suoi primi passi nel mondo della televisione, a 18 anni, si dimostra molto eclettica e si trova sin da subito a spaziare dalla conduzione dei TG ai programmi sportivi, da quelli di carattere culturale, a quelli di intrattenimento musicale, sia su emittenti locali che satellitari. Senza farsi mancare, grazie alla sua spontaneità e preparazione, l'esperienza di speaker radiofonica. Laureata in Scienze della Produzione Animale, ramo di Medicina Veterinaria, Federica non tralascia mai questa sua passione, occupandosi di diversi documentari sull'argomento, sempre presente sul campo, per iniziative benefiche e di sensibilizzazione. Da sempre grande sportiva, tennista e pallavolista, decide di approfondire questa sua passione, diplomandosi anche in varie discipline del Fitness, acquisendo diversi brevetti da Coni, Fiefs, Fif, Csen. Al lavoro tra Roma e Milano ha collaborato con Rai, Mediaset e La7 come autrice, attrice, opinionista e conduttrice di format Tv innovativi. È spesso testimonial di vari brand, dalla moda alla cosmesi. Ha studiato per un anno all’ Accademia dei Filodrammatici della Scala di Milano e si è diplomata alla Pacs, Piccola Accademia dello Spettacolo di Stefano Jurghens. Ha condotto su La7 il primo Talent della rete televisiva, dedicato all' Automotive e alla guida sicura dal titolo "Chi Guida Meglio". Prosegue la sua attività di presentatrice di eventi tra cui Cncc Awards, Mostra Convegno Expocomfort, Fiera Fitness, Eicma e molti Gala' aziendali. Federica è molto apprezzata dalle aziende per la sua preparazione, eleganza e scioltezza su palco, in grado di presentare spettacoli e convention dai generi più diversi, dagli eventi più istituzionali, ai più sportivi, con professionalità e competenza. È lei l’ ingegnosa creatrice del nuovo Talk Show in onda su Sportitalia “Solo Chi c'ha Fede“ il Lato umano dello Sport, arrivato alla 4° Stagione, con i più grandi Campioni Mondiali ed Olimpionici Italiani, da lei anche scritto e condotto.
Federica Bertoni was born in Friuli, in the city of Udine, but lives and works in Milan. Since her first steps in the world of television, at the age of 18, she proves herself to be very eclectic and able to range from conducting the TG to sports programs, from cultural and musical entertainment to both national and satellite broadcasters. Also, thanks to her spontaneity and preparation, she has experience as a radio speaker. She graduated in Animal Production Sciences, branch of Veterinary Medicine, and never neglects this passion, dealing with various documentaries on the subject, always present in the field, for charity and awareness-raising initiatives. Always a great sportswoman, tennis player and volleyball player, she decides to deepen her passion, graduating also in various fitness disciplines, acquiring several patents from Coni, Fiefs, Fif, Csen. Working between Rome and Milan she collaborated with Rai, Mediaset and La7 as an author, actress, columnist and presenter of innovative TV formats. She is often testimonial of various brands, from fashion to cosmetics. She studied for a year at the Accademia dei Filodrammatici della Scala in Milan and graduated from Pacs, Little Academy of Performing Arts by Stefano Jurghens. He conducted the first TV network talent on La7, dedicated to Automotive and safe driving entitled "Chi Guida Meglio". She continues her activity as an Event Presenter including Cncc Awards, Mostra Convegno Expocomfort, Fiera Fitness, Eicma and many corporate Gala. Federica is much appreciated by companies for her preparation, elegance and ease on stage, able to present shows and conventions from the most diverse genres, from the most institutional events to the most sporting, with professionalism and competence. She is the ingenious creator of the new Talk Show broadcast on Sportitalia "Solo Chi c'ha Fede" the Human side of Sport, arrived at the 4th Season, with the greatest Italian World and Olympic Champions, also written and conducted by her. backstage photos by Luca Noto 59
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photos by Studio BFH
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photo by Studio BFH
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WEBSITE | www.antonellomoriphotography.com FACEBOOK | Antonello Mori INSTAGRAM | desert_elements | antonello_mori
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"Mi occupo di due generi fotografici in apparenza diversissimi tra di loro: il glamour che mi impegna quasi tutto il tempo ed il West. Non posso dire fotografia naturalistica in generale in quanto fotografo esclusivamente nel Colorado Plateau. Ho iniziato a fotografare molti anni fa documentando il mondo del jazz, sviluppando le pellicole e stampando personalmente ogni immagine in camera oscura. Un giorno mi ritrovo tra le mani un libro, "Il Negativo" di Ansel Adams, una leggenda tra i fotografi. È concepito come un manuale, ma io resto folgorato dalla bellezza e qualità delle immagini, in particolare di quelle riguardanti il SouthWest USA. Il fascino e' tale per cui inizio a recarmi regolarmente negli stessi luoghi. Allo scopo di ottenere il massimo in termini di risoluzione per ottenere stampe di grandi dimensioni di alta qualità, utilizzo una fotocamera 4"x5" a corpi mobili, e solo in epoca più recente un dorso digitale medio formato. In questo genere di fotografia dove la natura è il soggetto, è lei che decide. Non importa quanto ci siamo impegnati nel planning, se siamo in piedi dalle 2 del mattino e se stiamo a -10 gradi da ore, se il meteo non sarà favorevole, non avremo nulla di buono, se lo sarà avremo 3 o 10 o forse 15 minuti di condizione e poi tutto sarà finito, almeno per quel giorno. Il più delle volte per ottenere ciò che mi prefiggo, mi reco nello stesso punto decine di volte. Nonostante questo a certi fenomeni si assiste una volta nella vita. La sfida è trarre il bello da uno dei luoghi che nell'immaginario collettivo rappresenta il nulla. Questo ha prodotto una mole di immagini che hanno portato alla realizzazione di due libri "Dunes" e "Western Light", quattro mostre e ad una serie di stampe di grandi dimensioni.
"I deal with two apparently very different photographic genres, the glamour that engages me almost all the time, and the Wild West. I cannot say naturalistic photography in general as I work exclusively in the Colorado Plateau. I started photographing many years ago documenting the world of jazz, developing films and personally printing every image in a darkroom. One day I find myself in the hands of a book, "Il Negativo" by Ansel Adams, a legend among photographers. It is conceived as a manual, but I am struck by the beauty and quality of the images, in particular those concerning the SouthWest of the USA. The fascination is such, that I start going regularly to the same places. In order to get the maximum in terms of resolution to obtain high quality large prints, I use a 4x5" camera with moving bodies, and only in a more recent times, digital medium format. In this kind of photography where nature is the subject, it is it that decides. It does not matter how busy we are in planning, if we are standing at 2 am and if we are in -10 degrees C° for hours, if the weather will not be favorable, we will have nothing good, if it will be good we will have 3 or 10 or maybe 15 minutes of condition and then everything will end, at least for that day. Most of the times to achieve what I set for myself, I go to the same point dozens of times. Despite this, certain phenomena are witnessed once in life. The challenge is to draw beauty from one of the places that represents nothing in the collective imagination. This produced a wealth of images that they brought to the realization of two books "Dunes" and "Western Light", four exhibitions and a series of large prints.
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INSTAGRAM | francescoleone_photo
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FRANCESCO LEONE
I and I
IN SEARCH OF BEING
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Photographer: Francesco Leone Designer and Model: Claudia Molinari Project and Stylist: Marzia Di Palma Make-up artist: Ilenia Marchesani
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KEIJI AHIZAWA Keiji Ashizawa è nato nel 1973. Dopo la laurea presso il Dipartimento di architettura e scienze dell'edilizia del Yokohama National University College nel 1995, Keiji ha iniziato la sua carriera di architetto nello studio WORKSHOP, affinando la sua filosofia artigianale e sviluppando la sua abilità. Nel 2005 ha fondato il suo studio "Keiji Ashizawa Design". Nel 2011, per sostenere il restauro autonomo delle comunità locali a seguito del grande terremoto nel Giappone orientale, ha fondato lo studio fai-da-te "Ishinomaki Laboratory". Nel 2014 il laboratorio Ishinomaki è stato incorporato come marchio di mobili. Riconosciuto come un marchio di progettazione pratico che libera il potenziale dei materiali, l'"Honest Design" di Keiji per i progetti di architettura, ristrutturazione e arredamento ha vinto numerosi premi come il Premio Speciale Good Design Award dal Presidente del JDP (per Ishinomaki Laboratory nel 2011 ), 2010 AIA National Architecture Awards per Wall House con Peter Stutchbury Architecture.
LO STUDIO “Non progettare mai nulla che non possa essere realizzato”.- Jean Prouve Keiji Ashizawa Design è stato fondato nel 2005, con sede a Tokyo. Una citazione di Jean Prouve qui sopra riflette la filosofia del nostro studio di design, dove il design del prodotto si focalizza non solo sulla teoria ma anche sui processi pratici per generare progetti. La produzione di design dalla struttura e dai dettagli e l'assemblaggio nello spazio 3D offre maggiori possibilità attraverso la teoria e la praticità. Tale convalida e considerazione, date da molteplici aspetti, estraggono le buone caratteristiche del materiale e portano ricchezza di materiale e alta usabilità. Il valore condiviso attraverso la comunicazione è inoltre un principio importante alla base delle nostre opere. Approfondire la comprensione e condividere il valore e la visione tra i membri del nostro team, i clienti e i professionisti di terze parti, spingono le possibilità dei nostri progetti, consentendo un nuovo design senza compromessi da tutti i lati. Il nostro design è composto da 8 membri con diversi background. Ma tutti propongono un "design onesto", che si annida sinceramente vicino alle persone. Indipendentemente dalle forme di ogni progetto (come architetture, ristrutturazioni e progettazione del prodotto), il nostro studio continua a concentrarsi positivamente su più progetti con mentalità aperta.
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KEIJI AHIZAWA ― Keiji Ashizawa was born in 1973. After graduation from Yokohama National University College Department of Architecture and Building Science in 1995, Keiji started his career in architecture WORKSHOP and sharpened his craftsmanship philosophy and developed his skill in super robot. In 2005 he founded his own design studio, Keiji Ashizawa Design. In 2011 to support local communities’ autonomous restoration from the Great East Japan earthquake, he founded a DIY studio, Ishinomaki Laboratory. In 2014 Ishinomaki Laboratory was incorporated as a furniture brand. Recognized as a pronoun of succinct, practical design which unleashes the potential of material characters, Keiji’s “Honest Design” for architecture, remodeling and furniture projects won various awards such as Good Design Award Special Award from the Chairman of JDP (for Ishinomaki Laboratory in 2011), AIA’s 2010 National Architecture Awards(for Wall House with Peter Stutchbury Architecture.
THE STUDIO ― "Never design anything that cannot be made"-. Jean Prouve Keiji Ashizawa Design is established in 2005, based in Tokyo. A quotation from Jean Prouve above reflects the philosophy of our design studio, where product design, focusing not only on theory but also practical processes to generate designs. Producing design from structure and details and assembling it in 3D space results in wider possibilities through theory and practicality. Such validation and consideration from multiple aspects extract fine characteristics of material and lead richness of material and high usability. Shared value through communication is also an important principle underlying our works. Deepening understandings and sharing value and vision among our team members, clients, and third-party professionals push its possibility of our projects, enabling new design uncompromised on all sides. Our design consists 8 members who have various backgrounds. But all of them propose “Honest design”, which sincerely nestles close to people. Regardless of the forms of each project (such as architecture, renovation and product designing), our studio positively keeps focusing on multiple projects with open minds.
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Camminando per la strada di Harajuku, uno dei quartieri dello shopping più frequentati e di tendenza di Tokyo, ci si imbatte nell'edificio basso nel vicolo verde. Scendendo le scale, sentendo il suono del calpestìo sulla ghiaia, si vede lo spazio contemporaneo avvolto da un'atmosfera accogliente. Sul bancone in cemento, i bracci robotici che imitano i baristi professionisti preparano il caffè con un aroma ricco. Le persone sedute sulle panchine Ishinomaki aggiungono ritmo alla coerenza generata dall'elemento condiviso come parti in acciaio del telaio della finestra su misura, alcuni mobili e il controtelaio. La grande apertura invita la brezza e la luce stagionali ad entrare, mentre la bellezza del legno dei mobili del laboratorio Ishinomaki porta l'aria esterna nello spazio interno. La proposta su idea del cliente di utilizzare la tecnologia per adattarsi al lifestyle e alla natura, aggiungendo elementi organici alle linee pulite e succinte dello spazio, consente di connettere la tecnologia alle persone.
Walking down to the street in Harajuku, one of the busiest and trend-setting shopping districts in Tokyo, you encounter the low rise building in the greenery alley. Down to the stairs, hearing the sound of stepping on gravel, you see the contemporary space filled with a welcoming atmosphere. On the concrete made counter, robot arms that trace professional baristas brew coffee with a rich aroma. People sitting on Ishinomaki Bench adds rhythm to the consistency generated from the shared element as steel parts of the custom-made window frame, some furniture, and the counter-frame. The large opening invites seasonal breeze and light, while the beauty of wood of Ishinomaki Laboratory furniture brings outer air to the inner space. Under the client’s concept, the suggestion of technology to adapt to lifestyle and nature, adding an organic element to clean and succinct lines of the space enables comfortability connecting tech and people.
Location: Tokyo Architect: Keiji Ashizawa Design Project Architects: Keiji Ashizawa / Chaoyen Wu / Tsubasa Furuichi Design: Keiji Ashizawa Landscape: Hashiuchi Landscape Design Furnitures: ISHINOMAKI LAB, karimoku new standard Fabric: kvadrat Photo: Takumi Ota
FACEBOOK | dotcomspaceTokyo INSTAGRAM | dotcomspacetokyo
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Murat Kublay è un fotografo di moda che attualmente si trova in Turchia. Murat si è laureato presso il Dipartimento di fotografia e video dell'Università di Bahcesehir con borsa di studio completa come studente d'onore. Ha lavorato come assistente fotografo con diversi fotografi di moda e pubblicità per 3 anni. Ha preso parte a diverse mostre ed eventi fotografici nazionali e internazionali. Nel 2011 ha pubblicato un libro di fotografia intitolato "Modern Boundaries".Continua a lavorare su nuovi progetti di fotografia artistica mentre fotografa moda ed editoriali per diversi marchi e riviste di moda.
WEBSITE | www.muratkublay.com INSTAGRAM | muratkublay_official
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Murat Kublay is a fashion photographer currently located in Turkey. Murat graduated from Bahcesehir University Department of Photography and Video with full scholarship as a high honor student. Worked as an assistant photographer with several well known fashion and advertising photographers for 3 years. Took place in several national and international photography exhibitions and events. Published a photography book called “Modern Boundaries” in 2011. Still working on new artwork photography projects while shooting fashion and editorials for several fashion brands and magazines.
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S P A T I A L M A T T E R S Spatial Matters e’ un esperimento di artigianato generativo. Nasce dalla ricerca di un’espressione artistica al confine delle capacita’ espressive umane. Il suono e’ input di un algoritmo che simula complesse interazioni fra particelle e stringhe. Linee nello spazio che si deformano, si tendono, collassano in figure inattese. Una penna, il più semplice degli strumenti da disegno, traccia la storia di questa danza simulata nello spazio fisico e reale di un foglio grazie ad un braccio a controllo numerico che con sovrumana precisione traduce il dominio digitale in quello analogico. Una traduzione non sempre fedele che lascia spazio a inaspettate mescolanze di inchiostri e forme. Il concatenamento suono-artista-macchina-foglio mostra in un’occhiata il paesaggio sonoro che ha caratterizzato un preciso frammento temporale: una pausa pranzo, un bar su una strada trafficata, una musica. Il processo a meta' strada fra intenzionale e generativo, analogico e digitale solleva questioni legate alla paternità dell'opera e all' intenzionalità artistica. Spatial Matters is a generative craft experiment. Born from the search for an artistic expression on the border of human expressive capacities. The sound is input of an algorithm that simulates complex interactions between particles and strings. Lines in space that are deformed, stretched, collapse into unexpected figures. A pen, the simplest drawing tool, traces the history of this simulated dance in the physical and real space of a sheet thanks to a numerically controlled arm that with superhuman precision translates the digital domain into the analog one. A not always faithful translation that leaves room for unexpected mixtures of inks and shapes. The sound-artist-machine-sheet assemblage shows in a glance the soundscape that has characterized a precise temporal fragment: a lunch break, a bar on a busy street, a music. The process halfway between intentional and generative, analogical and digital raises questions related to the paternity of the work and artistic intentionality.
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INTERVIEW FROM PARATISSIMA TORINO 2019 Laura Tota: Le tue coordinate anagrafiche e geografiche. Nicola Lorusso: Nato ad Acquaviva delle Fonti il 27/05/88, sono cresciuto in un paese della Puglia murgiana, Gravina. Mi sono poi spostato a Milano dove ho studiato e lavorato per 9 anni. Da 4 anni vivo a Londra. Laura Tota: Your personal and geographical coordinates. Nicola Lorusso: Born in Acquaviva delle Fonti on 05/27/88, I grew up in a town in Puglia, Gravina. Then I moved to Milan where I studied and worked for 9 years. I have been living in London for 4 years. LT: Quale tipo di percorso formativo hai seguito, lineare o atipico? NL: Mi sono formato come architetto studiando al Politecnico di Milano e poi mi sono appassionato al design computazionale negli ultimi anni. Non vengo perciò da un percorso prettamente artistico sebbene sia cresciuto in una famiglia dove l'arte era apprezzata e coltivata, circondato dai quadri e le sculture di mio padre. L'approdo al mondo dell'arte e' arrivato di recente; e' il modo più diretto che ho trovato per soddisfare il mio desiderio di creare che l'architettura mi ha solo sporadicamente regalato. LT: What kind of training did you follow, linear or atypical? NL: I trained as an architect studying at the Polytechnic of Milan and then I became passionate about computational design in recent years. I do not come therefore from a purely artistic path although I grew up in a family where art was appreciated and cultivated, surrounded by the paintings and sculptures of my father. The arrival in the art world has recently arrived; it is the most direct way I found to satisfy my desire to create that architecture has only sporadically given me. LT: Hai un mezzo espressivo o una tecnica privilegiata? NL: La mia tecnica privilegiata e' la combinazione di programmazione digitale e un particolare metodo di stampa che fa uso di macchina a controllo numerico a due assi. Attraverso una serie di algoritmi, che ricevono input sonori dall’ambiente esterno, genero una simulazione digitale che mostra l’evoluzione di una curva nel tempo sotto la spinta di forze diverse. Il disegno che ne viene fuori e’ il compromesso fra digitale (le frequenze catturate dal microfono, la potenza computazionale necessaria per gestire la simulazione, la precisione millimetrica della stampa) e analogico (l’utilizzo di penna e inchiostro, il mio stesso intervento nello sviluppo del disegno). Per il momento l’inchiostro su carta deve ancora smettere di emozionarmi, quindi resto fedele a questo medium nonostante abbia iniziato a sperimentare con qualcosa di diverso che probabilmente proporrò al Paratissima di quest’anno. LT: Do you have an expressive medium or a privileged technique? NL: My privileged technique is the combination of digital programming and a particular printing method that uses a two-axis numerical control machine. Through a series of algorithms that receive sound inputs from the external environment I generate a digital simulation that shows the evolution of a curve over time under the pressure of different forces. The resulting design is the compromise between digital (the frequencies captured by the microphone, the computational power needed to manage the simulation, the millimetric precision of the print) and analog (the use of pen and ink, my own intervention in the design development). For the moment, the ink on paper has yet to stop exciting me, so I remain faithful to this medium despite having started experimenting with something different that I will probably propose to this year's Paratissima. LT: Da dove scaturiscono le idee di nuovi progetti o lavori? Cosa è che ti ispira maggiormente? Attualità, letture, circostanze casuali oppure ossessioni? NL: Sono inevitabilmente ispirato ed influenzato dalla produzione artistica contemporanea soprattutto in campo generativo. Qui mi appassiona la ricerca in campo di intelligenza artificiale che seguo con molto interesse.
Us and Them
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Grande fonte di ispirazione sono stati i disegni di Piranesi ed Escher, gli uni per la formidabile ricchezza di dettagli e gli altri per l'eleganza con cui riescono a piegare il concetto di realtà e giocare con i paradossi. La scienza e la filosofia poi sono due miei grandi muse. Trovo continua fonte di ispirazione nelle letture di Deleuze e nella divulgazione scientifica recente. LT: Where do the ideas for new projects or works come from? What is it that inspires you the most? News, readings, random circumstances or obsessions? NL: I am inevitably inspired and influenced by contemporary artistic production, especially in the generative field. Here, I am passionate about research in the field of artificial intelligence that I follow with great interest. Great inspiration was Piranesi (for the formidable wealth of details) and Escher's (for the elegance with which they manage to bend the concept of reality and play with paradoxes) drawings. Then, science and philosophy are two of my great muses. I find continuous inspiration in Deleuze's readings and in recent scientific dissemination. LT: Nel tuo fare arte cosa è inevitabilmente ricorrente come stile, materiale, forma, soggetto o messaggio? NL: Sono un cultore del cambiamento, mi ritrovo a leggerlo nelle parole di Kafka, a studiarlo nei testi di Deleuze, a farne esperienza diretta durante la mia pratica meditativa. I miei disegni sono il tentativo di tracciarne i contorni. Ho trovato che la curva nel dominio bidimensionale e il velo in quello tridimensionale sono due forme che funzionano molto bene per descrivere questa ricerca. Essi sono due facce della stessa medaglia essendo la seconda il prodotto emergente dello sviluppo nel tempo della prima. Ed e’ forse proprio il tempo il soggetto sfuggente che cerco di rappresentare nei miei disegni. LT: In your making art what is inevitably recurrent as style, material, form, subject or message? NL: I am a lover of change, I find myself reading it in Kafka's words, studying it in Deleuze's texts, experiencing it directly during my meditation practice. My drawings are an attempt to trace the outlines. I found that the curve in the two-dimensional domain and the veil in the three-dimensional domain are two forms that work very well to describe this research. They are two sides of the same coin being the second one the emergent product of the development in the time of the first. And it is perhaps precisely Time the elusive subject I try to represent in my drawings. LT: I tuoi punti di riferimento artistico? NL: I pionieri dell’arte generativa come Sol LeWitt o Manfred Mohr, Georg Nees sono sicuramente dei riferimenti importanti ma LT:Your artistic landmarks? NL: The pioneers of generative art such as Sol LeWitt or Manfred Mohr, Georg Nees are certainly important references. LT: Twitta il messaggio fondamentale sotteso al tuo lavoro, ovvero hai 140 caratteri a tua disposizione. NL: Non sono bravo con i tweet :) LT: Tweet the fundamental message underlying your work, or you have 140 characters at your disposal. NL: I'm not good with tweets :) LT: Stai lavorando ora a qualche progetto in particolare? NL: Sto collaborando con diversi musicisti per trasporre la loro musica su carta con la mia tecnica. Sto anche lavorando ad una serie di disegni legati alla letteratura ma il progetto che mi vedrà impegnato con più passione nei prossimi mesi sarà l’utilizzo di una tecnica antica, l’acquaforte, per produrre i miei lavori. A parte il mio personale amore per questa tecnica, mi piace l’idea di rivisitare una pratica tradizionale e combinarla con tecnologie digitali.
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Express 1917.1
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Like Someone You Love
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LT: Cosa è indispensabile per un artista agli esordi? NL: Disciplina, perseveranza e una motivazione che vada oltre il mero desiderio di un riconoscimento. Poi senz’altro tanta fortuna. Io trovo quasi necessario non dedicarmi ai miei disegni a tempo pieno. Ci ho provato per un po' ma per il mio benessere psico-fisico (oltre che economico) ho bisogno di avere qualcos’altro che mi impegni e dia stimoli diversi. L’architettura soddisfa molto bene questa necessita’. LT: What is essential for an artist at the beginning? NL: Discipline, perseverance and a motivation that goes beyond the mere desire for recognition. Then certainly a lot of luck. I find it almost necessary not to devote myself to my full-time drawings. I tried for a while but for my psycho-physical (as well as economic) well-being I need to have something else that engages me and gives different motivations. The architecture satisfies this need very well.
On The Luna
LT: Are you working on any particular project now? NL: I'm working with several musicians to put their music on paper with my technique. I am also working on a series of drawings related to literature but the project that will see me engaged with more passion in the coming months will be the use of an ancient technique, etching, to produce my works. Apart from my personal love for this technique, I like the idea of revisiting a traditional practice and combining it with digital technologies.
LT: Il rapporto/confronto tra artista emergente e curatore: necessario, occasionale o superfluo? NL: Non ne ho idea. Mi piacerebbe rispondere a questa domanda quando avrò più esperienza nel settore. Per il momento è un rapporto occasionale. Nell’ultima mostra collettiva, cui ho partecipato a Ruvo per il Linea Festival, ho trovato molto positivo il lavoro fatto dai curatori che hanno saputo attirare personalità di rilievo da tutta Italia nonché dare un filo conduttore ai lavori esposti. LT: The relationship / confrontation between emerging artist and curator: necessary, occasional or superfluous? NL: I have no idea. I would like to answer this question when I have more experience in the field. For the moment it is a casual relationship. In the last collective exhibition in which I participated in Ruvo for the Linea Festival I found the work done by the curators very positive, because they were able to attract outstanding personalities from all over Italy as well as giving a leitmotif to the works on display.
LT: What are your future projects? NL: Certainly at some point I would like to make a leap in scale by switching to larger formats. At the same time I am fascinated by the world of impromptu performances and I already have a couple of live projects related to music that I can't wait to have time to develop.
Bad Kingdom
LT: Quali sono i tuoi progetti futuri? NL: Sicuramente ad un certo punto vorrei fare un salto di scala passando a formati più grandi. Allo stesso tempo sono affascinato dal mondo delle performance estemporanee e ho già un paio di progetti live legati alla musica che non vedo l’ora di avere il tempo di sviluppare.
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Jigsaw (detail)
Nicola Lorusso è un architetto e artista generativo attivo in Inghilterra e Italia. Nasce nel 1988; pugliese di origini si trasferisce a Milano per studiare Architettura al Politecnico e lì lavora presso una delle più importanti firme internazionali, David Chipperfield Architects. Nel 2015 si sposta a Londra dove diventa Associate Partner presso lo studio Pilbrow&Partners e inizia a lavorare a progetti personali tra i quali diverse installazioni per fiere e festival di architettura come il FAV a Montpellier e il WAF ad Amsterdam. Si interessa al computational design e alla programmazione vedendone le infinite possibilità di impiego in campi anche lontani dall'architettura. Il suo focus è la contaminazione fra diverse discipline e nel 2018 fonda "Spatial Matters", studio di design che mira a dare una struttura alla sua ricerca multidisciplinare. Dalla contaminazione fra programmazione, fisica e musica nasce il suo ultimo progetto artistico dove la sperimentazione con simulazioni virtuali di particelle e forze si fonde con l'utilizzo di algoritmi di manipolazione audio. Il suo lavoro ha avuto un ottimo successo di pubblico nell'ultima edizione di Paratissima a Torino, dove uno dei suoi disegni era stato selezionato per il visual dell'intero evento. Nicola Lorusso is an architect and generative artist active in England and Italy. He was born in 1988; From Puglia he moved to Milan to study Architecture at the Polytechnic and worked them at one of the most important international brands, David Chipperfield Architects. In 2015 he moved to London where he became an Associate Partner at Pilbrow & Partners and began working on personal projects including several installations for fairs and architecture festivals such as the FAV in Montpellier and the WAF in Amsterdam. He is interested in computational design and programming, seeing the infinite possibilities of use in fields even far from architecture. His focus is the contamination between different disciplines and in 2018 he founded Spatial Matters, a design studio that aims to give a structure to his multidisciplinary research. From the contamination between programming, physics and music, his latest artistic project was born, where experimentation with virtual simulations of particles and forces merges with the use of audio manipulation algorithms. His work had a great public success in the last edition of Paratissima in Turin, where one of his drawings was selected for the visual of the entire event.
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YUKARI L.TAKATORI MISS. FILMMAKER
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"Miss Filmmaker ” Yukari L. Takatori è una regista nell'industria cinematografica della moda con sede a Tokyo. Identificandosi come "regista", fa tutto il processo di produzione da sola. Yukari è nata nelle Filippine da padre giapponese e madre filippina, si sono trasferiti in Giappone circa un anno dopo, quando era bambina. Era appassionata di qualsiasi tipo di arte e durante la sua infanzia ha vinto tanti premi per il disegno, la pittura e la calligrafia giapponese. Inoltre era sempre quel tipo di bambina che gioca con le fotocamere di suo padre. Dato che suo padre possedeva una macchina fotografica e un camcoder VHS da 8 mm, le è sempre piaciuto trovare la propria visione e creare il proprio mondo attraverso l'obiettivo. Ha portato la sua macchina fotografica ovunque sia andata e ha filmato qualsiasi cosa, anche se si era specializzata nei ritratti. Ha iniziato a prendere sul serio la fotografia e la videografia quando era nella sua tarda adolescenza. È entrata per la prima volta in una piccola società di produzione video nella sua città natale, Yamanashi. È stata la prima volta che ha usato attrezzature professionali. Dopo alcuni anni, si trasferisce in Italia per lavorare per una produzione di videografia / fotografia per alcuni mesi. Ha scoperto che la prospettiva italiana è molto diversa da quella giapponese e l'ha adorata. Dopo la sua esperienza in Italia, ha deciso di trasferirsi a New York City e lì ha incontrato il suo mentore. Ha lavorato per la sua società di produzione per circa 2 anni e si è formata come regista. Questa esperienza ha portato alla sua attuale carriera di regista. Dopo essere tornata in Giappone, ha iniziato la sua carriera a Tokyo. Ha realizzato film di moda per VOGUE JAPAN, NYLON JAPAN e altre riviste di moda e marchi di abbigliamento / cosmetici. Crede che la moda non debba essere solo nella fotografia, perché la videografia vale di più per raccontare storie. Il suo senso della femminilità sembra molto autonomo e quindi può attirarti.
“Miss. Filmmaker” Yukari L.Takatori is a filmmaker in fashion film industry based in Tokyo. As she identifies as “filmmaker”, she does all the production process by herself. Yukari was born in The Philippines to a Japanese father and a Filipino mother, they moved to Japan about a year later when she was a toddler. She was into any kinds of art and won so many awards for drawing, painting, Japanese calligraphing in her childhood. Also, she was always that kind of kid who plays with her father’s cameras. Since her father owned a film still camera and an 8mm VHS camcoder, she always enjoyed finding her own vision and creating her own world through the lens. She brought her camera everywhere she goes and filmed anything but was more into portraits. She started to get serious about photography and videography when she was in her late teen. She first entered a small video production company in her hometown,Yamanashi. That was the very first time for her to use professional equipments. After a few years, she moved to Italy to work for a videography/ photography production for few months. She found out that Italian perspective is very different to Japanese and she just loved it. After her experience in Italy, she decided to move to New York City and met her mentor there. She worked for his production company for about 2 years and got trained to be a director. This experience lead to her current career as a filmmaker. After she moved back to Japan, she started her career in Tokyo. She has been making fashion films for VOGUE JAPAN, NYLON JAPAN and more fashion magazines and apparel/cosmetic brands as well. She believes fashion should be not just in photography, because videography is more to tell stories. Her sense of femininity feels very self-contained, and so can draw you in.
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Beniada Nishani is a fine art, fashion and advertising model born in 1991 in Albania. She is currently based in Milan, Italy. Not only fashion model but also actress. In 2018 she made her debut in the film “Loro 2” by Paolo Sorrentino and currently studies Cinema. At the age of 3 she moved to Italy with his family. with her family. Since the childhood she has always had artistic passions, she studied dance and attended theater classes. At the age of 16 she began her journey in the fashion field. After graduating from art school and getting a degree in fashion design, she moved permanently to Milan. There are several publications and works with great photographers among which there’s Alberto Buzzanca. She appears in GQ and Maxim. She is invited and interviewed by Rai Due in the show “Detto Fatto”. There are several companies with which she collaborates, also through her Instagram profile, which boasts nearly 70 k followers.
INSTAGRAM | iambeniada WEBSITE | www.beniadajakic.it PERSONAL MAKEUP ARTIST: Yenny Rosales - IG: @rosales_makeup
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BENIADA NISHANI
Beniada Nishani è una modella nata a Durazzo, Albania nel 1991. Attualmente lavora a Milano. Non solo modella ma anche attrice. Nel 2018 fa il suo debutto sul grande schermo nel film di Paolo Sorrentino, “Loro 2” e attualmente studia per diventare attrice. Nasce in Albania e all’età di 3 anni si trasferisce in Italia con la sua famiglia. Fin da bambina ha sempre avuto passioni artistiche, studia danza e frequenta corsi di teatro. A 16 anni inizia il suo percorso nel campo della moda. Dopo il diploma al liceo artistico e una laurea in fashion design, si trasferisce definitivamente a Milano. Diverse sono le pubblicazioni e lavori con grandi fotografi, tra i quali Alberto Buzzanca. Gq e Maxim le dedicano un servizio. Viene invitata ed intervistata a Rai Due durante la trasmissione "Detto Fatto". Diverse sono le aziende con cui collabora, anche attraverso il suo profilo Instagram che vanta quasi 70 mila follower.
photo: Andrea Chemelli
model & actress
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photo: Fabio Bersani
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photo: Nino Di Bella | hairstyle: Nicolò Casalaro
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photo: Alberto Buzzanca
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photo: Andrea Chemelli
Black: the sum of all colours
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Il nero non è assenza di colore. Questa capsule lo dimostra. Trasformiamo i capi neri in universi pieni di dettagli: giochi di trasparenze, floccati, ricami o stampe tono su tono. Cappotti imbottiti (incluso gioiello), abiti di diversi modelli, pantaloni o maglioni e magliette che rivelano i loro dettagli solo quando indossati. Ogni capo è pensato per essere abbinato al nero o con altri capi della collezione. Questa idea si fa spazio anche per gli accessori e per le sneakers. Perché il nero non è sempre tinta unita. Questo è il nero Desigual.
Black is not the absence of color. This capsule proves it. We transform black clothes into universes full of details: transparencies games, flocked fabrics, embroidery or tone-on-tone prints. Padded coats (including jewelery), dresses of different models, trousers or sweaters and T-shirts that reveal their details only when worn. Each garment is designed to be combined with black or other items in the collection. This idea also makes room for accessories and sneakers. Because black is not always plain. This is the Desigual black
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#GAddicted THE GLAMOURAFFAIR INSTAGRAM SELECTION
photo: @bigeyesphotographyft model: @elisamegg⠀ make up: @lenora_makeupartist⠀ style: @danyela_maggio⠀ outfit: @anysia.official
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Photo: @mazzarolo Collab: @simone_colucciello⠀ Model: @mjobeten⠀
2. Photo: @pierotoff Model: @lorilagaert 3. Photo: @zanardi.lara Collab: @alfredospagna_fotografia Model: @carli_ghinato⠀ 4. Photo: @stefano.emme Model: @my_face_16_85 2
5. Photo: @schallschmidt_photographer_ Model: @poisonhipnotick_model_
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6. Photo & Model: @adebrune_ 7. 8. 9.
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