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ALTLANTE UMANO SICILIANO publication

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Atlante Umano Siciliano è il resoconto di un viaggio che restituisce, attraverso l’incontro con i luoghi e le persone che li abitano, la geografia di una Sicilia come territorio di frontiera sospeso tra il reale e l’immaginario. Francesco Faraci esplora, attraverso un indagare incessante fatto di immagini e parole, l’anima mediterranea, nella sua autentica bellezza, nella meraviglia dell’ordinario che si fa inconsueto, nel suo tendere oltre, oltre i luoghi comuni e al di là dei limiti geografici . Per Faraci essere siciliano oggi significa mettersi in cammino, scavare a fondo nella terra e, allo stesso tempo, aprire lo sguardo verso il mondo: «Sapendo che il mare, unico e definitivo confine, ha nella linea dell’orizzonte e nelle direzioni dei venti il suo unico limite». Un lavoro, in definitiva, che affonda nei contrasti : vita e morte, caos e silenzio, gioia e tristezza, rassegnazione e riscatto, amore e rabbia, nel tentativo di rappresentarli per dare un senso a questo nostro andare. Questo volume contiene 50 fotografie in bianco e nero accompagnate da un testo critico di Francesco Cito e dal poema inedito Canto della terra di Francesco Faraci.

Sicilian Human Atlas is the account of a journey that returns, through the encounter with the places and people who live there, the geography of Sicily as a frontier territory suspended between the real and the imaginary. Francesco Faraci explores, through an incessant investigation made of images and words, the Mediterranean soul, in its authentic beauty, in the wonder of the ordinary that becomes unusual, in its striving beyond, beyond commonplaces and beyond geographical limits . For Faraci being Sicilian today means setting out, digging deep into the earth and, at the same time, opening our gaze to the world: “Knowing that the sea, the only and definitive border, has in the line of the horizon and in the directions of the winds its only limit ». Ultimately, a work that sinks into contrasts: life and death, chaos and silence, joy and sadness, resignation and redemption, love and anger, in an attempt to represent them to give meaning to our going. This volume contains 50 black and white photographs accompanied by a critical text by Francesco Cito and by the unpublished poem Canto della terra by Francesco Faraci.

FRANCESCO FRANCI ATLANTE UMANO SICILIANO

Francesco Faraci CANTO DELLA TERRA

In silenzio che passa la bara, accompagnata dalla banda in tiro, un altro se ne va, lascia casa ricordi e un tavolo apparecchiato per cena. Un odore di assenza e formalina negli armadi. Il volto cinereo. Le mura incrostate. Un pianto interrotto. Saliva ingoiata. Terra mia che mi hai insegnato l’amore con la ferocia, l’acqua con il sangue, l’orizzonte dal buco di una serratura mentre in catene attendo la mia grazia. c’è un tempo per distruggere e uno per costruire. Uno per il dolore e uno per gioire. Uno per la semina e uno per la raccolta. Il tempo oggi è distratto, la pioggia batte sui cumuli di lamiere e tutto, tutto è sospeso nell’ipocrisia del mai. Quanto pesa un amore non vissuto? E quanto il cielo sopra di noi? Così pieno di lacrime, di odore di cordame, l’odore del Mediterraneo, e gelsomini e volti di marinai di un mare troppo vasto per la solitudine degli uomini.

Guarda, ancora una volta, tutte quelle anime dietro alle finestre, nella tregua di una faida. Occhi che scrutano, occhi che ingannano, che denudano, soddisfatte delle brevi agonie degli uomini, delle pene inconfessate di ognuno. Urla concitate, spari improvvisi e quelle mani che toccano il nervo scoperto del dolore, lo scompongono, lo stringono. Se un giorno avremo un figlio, amore, lo chiameremo Libero. Mischiano il sangue di diverso colore con un braccio diverso dall’altro. Sul bordo della frontiera fui incerto se partire, solo prevalsero alla fine le macerie di una memoria impazzita. Avrei potuto toccare le gambe a una sconosciuta, lasciare che la sua lingua si sciogliesse all’apertura della bocca. Pensieri contorti, polveri desolate, nasi corti, mari rossi, navigare è duro, a volte fai l’amore con le onde, sognando Khaifa pelle d’oliva. Canto per gli esiliati e per i reietti, per i fantasmi dietro la porta. Per i morti che parlano e per i vivi in silenzio. Canto la vita, ciò che più mi è congeniale, la fiducia nel mondo, per quanto a pezzi, negli esseri umani, l’amore delle donne, dei neon pieni di muffa nelle traverse dell’anima. Un segreto mette paura se esce dalla tua bocca appena sussurrato. Un segreto come una guerra silente scuote fragili fondamenta, che stanno in bilico sul castello di carta, che la mia anima s’inganna di continuo e sbatte senza pietà portata dai venti.

Giorni feroci, selvaggi. Di barche alla deriva. Maestrale che si porta via tutto, e poi il futuro affrontato di faccia. Felicità intraviste, occhi mai più veduti. Fermi lì, nel tempo assenti, ed eterni. Cammino su pezzi di vetro, per strade vuote, e sei già innamorato di lei che non ti importa se ha vent’anni, le hai lasciato tutto in un istante, appena un battito di ciglia. Mia madre aspetta l’autobus, sotto una pensilina di sogni infranti. Partiranno da lontano i fratelli nei barconi al ritmo imberbe degli aquiloni senza santi in paradiso, catene d’anarchia, felicità intime, piccole catastrofi. Dillo a chi ti incontra, sfioragli il braccio, lasciagli nelle ossa una goccia stentata di meraviglia. Alla conta dei denti mancano elementi per mettere ordine al caos, senza per questo volersi del male o assecondare paure e tremori. Durante il ballo chiamerò la futura sposa, le infilerò un anello. La regina del vento non può dire al padre che ha paura, l’ha promessa, combatterà per tirarsi indietro, forse fuggirà, attraverso le foglie di un atrio vacante. Per quelli che vivono in bilico su una gamba sola, in equilibrio su un filo, storie di uomini soli e donne in fiamme, che a poco a poco imparano a fare nodi all’esistenza, si esercitano alla resistenza. Verrà nuova a luce a rischiarare notti future. Verrà il futuro, e avrà gli occhi di un bambino appena nato. Il sapore dei passi incerti ma costanti, protesi alla scoperta del mondo, La pietà non deve avere invidia. È bello danzare insieme nell’incavo dei sogni.

Contrastare quindi l’offesa, riprendersi il fiato, libertà gridano i partigiani di oggi. Ecco il limite, il tanto agognato altrove, una nuova prospettiva incontra il cielo sgombro di nuvole, colmo di presagi. Origine inquieta, di contrabbando, rubo all’andare le chiavi di casa, colpevoli di spergiuro, di incatenare l’uomo al suo destino. Accusato d’incendio, di vilipendio, il mare urla a perdifiato il nome delle correnti. Invita a visitarlo al buio, mentre i pesci dormono appesi ai ganci dei sogni. Lo sguardo attrae il metronomo delle parole, scandisce il ritmo dei passi stesi al sole, chiede meraviglia. Per le sconfitte di mio padre, per la timida rassegnazione di mia madre e per i grani di un rosario. Ho provato a disegnare il tuo nome e s’è bruciata la mano. Dimmi chi sono allora, non com’ero, magari come saremo quando non torneremo più sui nostri passi. Lasciati plagiare da quegli occhi che ti guardano, sii spugna senza sentirti qualcuno, diventa un alibi, una scusa per il tuo amore, che risponde a se stesso, che di nuovo torneremo a bere il vino buono con le mani a forma di coppa. Forse saremo più stanchi, i capelli sai imbiancano, il volto si asciuga, ma la domanda inconsueta del vivere è in attesa di ubriacarsi insieme a noi, di meraviglia. Parleremo delle occasioni perdute. Diremo parole non dette, dei treni che ci passeranno davanti. Da domani sapremo che nulla è perduto, però, che continueremo ad amare la strada e il suo perdersi e ci accorgeremo che ciò che quel giorno chiamammo dolore in realtà era un tempo sospeso. Tralasceremo l’inferno, il muso dei cani arrabbiati e bavosi, la paura delle parole e in questa terra d’esilio, all’incrocio dei popoli sulla curva del Mediterraneo, arriverà di nuovo l’amore, questa notte, in Sicilia.

ATLANTE UMANO SICILIANO di Francesco Faraci

Pagine/pages: 112 + inserto 8 pag. Dimensioni/Size: 24x24 cm Peso: 550 gr. Edizione carta: euro 32,00 Isbn: 9788832007336

Editore/Publisher: emuse Collana: Portfolio Fotografie di: Francesco Faraci Testi di: Francesco Faraci, Francesco Cito, Angelo Cucchetto, Grazia Dell’Oro. Curatela: Angelo Cucchetto, Grazia Dell’Oro

Francesco Faraci nasce a Palermo nel 1983. Dopo gli studi umanistici in antropologia e sociologia, nel 2013 trova nella fotografia il suo mezzo d’espressione e si forma attraverso le immagini dei grandi fotografi di scuola francese e americana, nel tentativo di rinnovarne il linguaggio. Al centro del suo lavoro c’è la sua terra, la Sicilia, che percorre in lungo e in largo e della quale ama descrivere gli incroci culturali e i paradossi esistenziali: nascita e morte, gioia e violenza, la solitudine che si nasconde fra le pieghe della modernità. Riserva uno spazio particolare alle minoranze e ai minori che nascono, crescono e spesso si formano nelle zone disagiate e abbandonate delle città. Nel 2016 pubblica il suo primo libro fotografico Malacarne-Kids come first, edito da Crowdbooks a cura di Benedetta Donato, un viaggio di tre anni dentro le estreme periferie di Palermo, che riceve il secondo premio nella sezione libri fotografici al PX3 di Parigi e al MIFA di Mosca. Nel 2017 pubblica il suo primo romanzo Nella pelle sbagliata, edito da Leima Edizioni. Due sue fotografie vengono utilizzate per le copertine dei romanzi di Saviano “La paranza dei bambini” e “Bacio feroce” nell’edizione destinata ai Paesi Bassi. Nel 2019 partecipa al tour di Jovanotti “Jova Beach Party” per realizzare un reportage che, partendo dai concerti, potesse offrire una fotografia dell’Italia di oggi. Il lavoro è stato pubblicato da Rizzoli con il titolo Jova Beach Party: Cronache da una nuova era. I suoi lavori sono apparsi su The Guardian, Time Magazine, The Globe and Mail, La Repubblica, L’Espresso, Le Monde, Libération, VICE. Francesco Faraci was born in Palermo in 1983. After completing his studies in anthropology and sociology, in 2013 he turned to photography and learned from the great European and American photographers in order to develop his own photographic style. The focus of his work is his homeland of Sicily, which he travels far and wide, describing its cultural crossroads and existential paradoxes: birth and death, joy and violence, the solitude that hides among the folds of modernity. He has a particular interest in the minorities and children who are born and grow up in poor, abandoned neighbourhoods. In 2016 his first photographic book Malacarne-Kids come first was published by Crowdbooks and curated by Benedetta Donato: a three-year journey through the outskirts of Palermo, which received the second prize in the photo books section at PX3 in Paris and MIFA. In 2017 his first novel Nella pelle sbagliata (In the wrong skin) was published by Leima Edizioni. Two of his photographs are used for the covers of the Dutch editions of Saviano’s novels “La paranza dei bambini” (The Piranhas) and “Bacio feroce” (Savage Kiss). In 2019 he took part in Jovanotti’s “Jova Beach Party” tour to work on a reportage that, starting from the concerts, offered a picture of today’s Italy. The work is published by Rizzoli with the title Jova Beach Party: Cronache di una nuova era (Jova Beach Party: Chronicles of a new era). His work has appeared in The Guardian, Time, The Globe and Mail, La Repubblica, L’Espresso, Le Monde, Libération and VICE.

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