DALLA PROMOZIONE UMANA ALL'EVANGELIZZAZIONE di Lorenzo Milani

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Felice La Rocca

LE PIANTE OFFICINALI Risorse naturali per farci stare bene

libreria editrice fiorentina


Sommario Ringraziamenti

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Introduzione

7

Parte generale

10

Principali forme di utilizzazione

31

Consigli semplici per piccole patologie

37

Piccolo dizionario farmaceutico

114

Nota bibliografica

118

L’Autore

116


“Fu il Signore a far crescere le piante medicinali dalla terra e l’uomo saggio non le disprezza” (Ecclesiaste XXXVIII, 4)


Ringraziamenti L’Autore desidera vivamente ringraziare: la Biblioteca Accademia dei Georgofili di Firenze; la Biblioteca del Di.P.S.A. Università degli Studi di Firenze; Erboristeria Inglese Officine de’ Tornabuoni - Firenze; dott. Lorenzo La Rocca Fiesole (Firenze); dott. Filippo Pesciullesi Farmacia di Fiesole-Borgunto (Firenze); prof. Paolo Casini - Firenze.

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Introduzione La fitoterapia, dal greco phyton=pianta e therapeia=cura, da alcuni definita anche “fitomedicina” ha una lunghissima storia, che si fa risalire probabilmente a quando l’uomo primitivo cominciò a osservare il comportamento dei diversi animali; le loro abitudini, la capacità di nutrirsi, l’attitudine a scegliere i cibi buoni e sani scartando quelli velenosi e, soprattutto, la loro abilità istintiva a curarsi con erbe particolari per la tutela della salute. È noto come i bovini e gli ovini, allevati al pascolo brado, cerchino e bruchino la gramigna, che malgrado goda del nome di “erbaccia infestante epidemica” dei coltivi, è utilissima a questi animali per prevenire e /o dissolvere eventuali calcoli biliari, nonché per mantenere efficiente l’attività epatica e sopperire nel contempo a certe carenze nutrizionali. Anche i cani e i gatti, quando lasciati liberi di scorrazzare sui prati, spesso si soffermano a consumare foglioline tenere della stessa gramigna e di altre graminacee, allo scopo di aiutare la propria digestione o per necessità di rigettare cibi avariati. L’uso delle erbe a scopo curativo è antico quanto l’uomo, come testimoniano alcuni reperti ritrovati nelle palafitte di fiumi e laghi scoperti nella fascia alpina. Documentazioni certe sono state ritrova7


te anche in Cina, che risalgono all’epoca dell’imperatore Chin-Nung (terzo millennio a.C.), nelle quali si catalogavano circa 400 droghe vegetali diverse. Gli Assiri, i Babilonesi, i Greci e i Romani, hanno tramandato per secoli la loro grande capacità di trarre dalle erbe non solo gli alimenti ma anche importanti prodotti medicinali. In epoca più recente non bisogna dimenticare le ricerche e l’opera preziosa dei monaci che nei loro conventi sono stati i promotori degli Orti botanici e, con la loro perizia, hanno apportato valide conoscenze sulle specie di piante e sulle loro applicazioni terapeutiche. Un vecchio e saggio proverbio russo afferma che “per ogni malattia c’è sempre una pianta”. Ed oggi nelle condizioni ambientali stravolte e contaminate dalla civiltà industriale in cui vivono le popolazioni cittadine, si sente l’esigenza di un ritorno alla natura e si scopre di aver sempre più bisogno dei suoi meravigliosi frutti. Sul nostro pianeta sono note oltre ventimila varietà di piante utilizzate a scopi medicinali e ogni giorno i principi attivi medicinali estratti da nuove specie destano un notevole interesse per la cura di malattie più o meno gravi. I risultati ottenuti da recenti studi condotti, su di 8


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