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Ritrovano sempre la strada di casa
WILLIAM ZANASI E I SUOI COLOMBI VIAGGIATORI
I colombi (o piccioni) sono un elemento caratteristico, quasi folkloristico, delle nostre piazze e dei nostri cieli. L’ uomo li ha spesso allevati per la carne, lo sport e da tempi lontanissimi come viaggiatori porta messaggi per lo spiccato senso di orientamento, la fedeltà al proprio nido e la resistenza al volo. Possono essere trasportati anche molto distanti dalla loro colombaia, ma essi ritornano infallibilmente a casa. Ne parliamo con William Zanasi, correggese DOC di anni settantadue, presidente di gruppo della locale associazione “Dorando Pietri”: «La passione mi deriva dal papà; quando sono nato avevamo già i colombi. Ho anche un fratello con la stessa passione, ma ha novant’anni e ha smesso per raggiunti limiti di età. É un mondo meraviglioso, ma a volte se ne abusa. Questi colombi hanno il dono dalla natura dell’orientamento, come tanti animali che migrano per vivere e compiono tragitti di enormi. Noi facciamo le gare, che partono da distanze di cento chilometri per arrivare anche a mille. Arriviamo ad esempio fino a Lecce, ma c’è chi si spinge a lanciare diverse migliaia di colombi su delle zattere in mare. Non le dico quanti muoiono. In nazioni come l’India, il Pakistan, Cina e America. Voglio denunciare questo fatto, perché noi vogliamo un gran bene ai colombi, ma poi in pratica i limiti a volte saltano. Questo sport, «Nel 2019 è avvenuto un fatto eccezionale: abbiamo vinto un campionato
mondiale in Cina e un campionato
europeo in Portogallo, nella città di Mira. Ho iscritto, attraverso la federazione nazionale, i due nipoti ai due campionati ed abbiamo vinto: incredibile! Ci sono due categorie: giovani allevatori fino a venticinque anni e tutti gli altri, senza distinzione d’età. Due mesi fa, e questa è un’altra novità, è stato anche vinto un primo premio nazionale. In Italia esiste la cosiddetta “Colombaia Unica Nazionale”, un modo nuovo di unire gli appassionati del settore. Infatti sarebbe impossibile partecipare alle gare a gente distante come Sicilia e Piemonte. Alla colombaia unica si mandano i colombi novelli (cioè di meno di un anno d’età); tra l’altro è a Praticello, e a Reggio Emilia abbiamo anche la Federazione Nazionale. Alla gara si potevano iscrivere cinque novelli ed io ho iscritto due novelli per ognuno dei miei nipoti, Klaus Guerrieri e Alessio Donnarumma, con grande successo. Infatti un novello di Klaus ha vinto una gara: primo mondiale nei giovani e secondo generale; quello di Alessio ha vinto addirittura la finale, che aveva un montepremi di diecimila euro. I giovani colombi sono stati liberati a Marina di Lesina, cioè a 485 Km. di distanza. Dico sempre che ci vuole anche fortuna, ma tutti questi premi indicano, in una parola, “qualità”».
fino al dopoguerra era “da poveri”, che nel fine settimana avevano questa passione. Non è più così: medicine, integratori e allenamenti oggi sono diventati una spesa rilevante. In effetti, a volte, è più impegnativo che tenere una mucca nella stalla. Il numero degli appassionati è certamente in calo, ma molti nordafricani, albanesi e rumeni venuti da noi si sono portati con sè i colombi. La nostra storia inizia forse in Belgio, ma l’Emilia, (in particolare Reggio, Modena e Bologna) è sempre stata la culla del fenomeno. Le faccio un esempio: l’anno scorso a Modena c’è stata la consueta asta di colombi per di beneficenza e il signor Zanni Gino, veterinario di Rubiera, è andato in giro per l’Europa per realizzarla; lo fa dal 1979!».
Come si distinguono i colombi da gara dagli altri?
«All’inizio sono tutti colombi, che si incrociano tra di loro, hanno diversi colori, hanno un loro portamento, ma poi se ne distinguono alcune proprietà. I nostri sono tenuti selezionati, vivono nella loro colombaia. Forse sarebbe troppo lungo tornare agli anni cinquanta e ai personaggi illustri che tenevano i colombi: i Vezzani della Cemental, i Nelli di viale Saltini, gli Ognibene, i Corradini».
Scorgo in bella vista coppe, medaglie e trofei vinti coi suoi campioni.
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