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agricoltura, verde, ambiente: Torna la pioggia, la campagna si prepari
Nemmeno il tempo di iniziare a preoccuparsi per regolare il ripetersi di anni sempre più avari di piogge (nel quadriennio 2015-2018 è stato così), che già siamo obbligati a ricrederci. Questo se non altro per quanto riguarda le precipitazioni invernali che, da due anni a questa parte, rivelandosi puntuali ed abbondanti, hanno ristabilito una sor-
ta di normalità rispetto alla piovosità media della nostra pianu-
ra. Una media sempre più difficile da definire perché in continua evoluzione, anno dopo anno; questo anche in virtù dei nuovi parametri climatici che, necessariamente, vanno a modificarne le risultanze. Basti per esempio osservare che fino a due anni la fa piovosità
media del correggese dell’ultimo
decennio era di 692 millimetri, dati Arpa Meteo Emilia Romagna: oggi, grazie appunto agli ultimi due inverni, è salita a 711 millimetri. L’unico strumento che abbiamo per gestire gli eccessi climatici ed evitare che provochino danni rilevanti è quello di farci trovare preparati dal punto di vista delle sistemazioni idrauliche. Non a caso i nostri nonni avevano un vero e proprio culto della gestione degli scoli nelle campagne: in questo modo impedivano che i campi restassero troppo a lungo allagati, non tanto per l’impraticabilità degli appezzamenti quanto piuttosto per gli eventuali danni di asfissia che il ristagno avrebbe potuto provocare alle colture. Un culto a cui corrispondeva una regolare e scrupolosa manutenzione dei fossati di scolo di pertinenza dei rispettivi possedimenti, i cosiddetti frontisti, che dovevano essere complementari e sinergiche con quelle delle proprietà limitrofe. Oggi la meccanizzazione e le tecnologie hanno rivoluzionato i principi dell’idraulica agraria, non sempre positivamente: ci si affida per esempio a drenaggi tubolari sotterranei, che da un lato possono facilitare lo sgrondo
UNA PIOVOSITÀ SINGOLARE Quest’anno a Correggio sono stati registrati 99 giorni di pioggia,
vale a dire che è piovuto quasi un giorno su quattro. In questi giorni sono caduti mediamente 7,8 litri di acqua per metro quadro, con valori decisamente superiori nei periodi estivi; giugno, luglio ed agosto che sono stati caratterizzati da una torrenzialità delle precipitazioni, superando anche i 22 millimetri medi per giorno di pioggia. Dicembre a parte, che con i suoi 196,8 millimetri si è attestato come il mese più piovoso in assoluto, è stato proprio il periodo più caldo a risultare il più bagnato, con un agosto da 141,2 millimetri ed un giugno e luglio con precipitazioni superiori agli 80 millimetri ognuno. I mesi più siccitosi del 2020 sono stati Febbraio e Novembre: la piovosità media dell’ultimo decennio, tuttavia, stabilisce che febbraio è il mese più piovoso ed agosto quello più arido. Marzo, Giugno e Novembre sembrano essere i mesi statisticamente più stabili nel lungo periodo.
invernale delle acque in eccesso ma dall’altro favoriscono la perdita di umidità dei terreni nei periodi estivi. Per quanto riguarda invece la pulizia dei fossati di scolo, ovvero gli affluenti che indirizzano le acqua in eccesso verso i canali che poi le convoglieranno in Po, le cose sono un pò cambiate. Dal punto di vista pratico le macchine permettono oggi di ridurre la fatica e migliorare la precisione nel rispetto delle pendenze. Per contro però, soprattutto ai bordi
delle strade più trafficate, è enormemente aumentata la presenza
di rifiuti: in passato eravamo più civili, senza dubbio. Il cospicuo ammontare di immondizia, soprattutto bottiglie di plastica che vanno ad ostruire le tubazioni sotto i passi carrai, rende ancora più indispensabile la manutenzione: questa, peraltro, è normata da un regolamento comunale che la impone a tutti i frontisti poiché un solo mancato intervento vanifica il lavoro di tutti quelli che si trovano a monte rispetto alla direzione delle acque di scolo. Poi ci si potrebbe dilungare discutendo di interventi pubblici di pulizia dei fossati o sul corretto dimensionamento delle condotte, divenute troppo piccole in relazione al forte incremento delle superfici pavimentate che vi convogliano acqua (il cosiddetto processo di cementificazione). Al momento esiste una sola certezza:
se ognuno fa la sua parte, il nostro territorio è ancora un’isola felice rispetto a tante aree più sfortuna-
te di noi.