a cura di Luciano Pantaleoni
CULTURA POPOLARE
MA VA A CAGHÊR!
OVVERO LA FATICOSA RICERCA DI UN ARMONIOSO EQUILIBRIO La pariva sol na scurèsa… invece a gh’è gnu adré al fés. Sembrava solamente una scoreggia… invece gli è venuto dietro anche il fisso (altro...). Non di rado molte persone vivono l’espletamento di questo bisogno come un problema.
“Ma va a caghêr” è una delle espressioni più usate nel parlato comune, che assume toni e significati differenti a seconda del contesto e dell’intonazione della voce. Può esprimere stupore: ma va là?… ma cosa dici?... Risentimento: no assolutamente!... nemmeno per idea... Distacco: ma vai via... vattene lontano... Per alcuni è anche un augurio. Ho un amico, ogni volta che qualcuno gli dice “Ma va a caghêr”, risponde “Magari!”, lasciando tutti sorpresi. Per lui l’espletazione di questa funzione vitale è un problema e ogni cosa che la favorisce un sollievo. Sappiamo quanto sia importante avere un buon equilibrio intestinale. L’intestino è centrale per la nostra sopravvivenza: attraverso di lui il nostro corpo assimila e assorbe le sostanze nutritive vitali per la nostra salute e l’equilibrio biochimico che ci garantisce il benessere. (1) Inoltre vi è una stretta relazione tra intestino e cervello. Stress, ansie e paure possono incidere sul normale funzionamento dell’intestino e, al contrario, disordini e difficoltà intestinali possono avere ripercussioni sull’umore. In modo sintetico nella cultura popolare si diceva: Magna bein e chêga fort / e a n’aver paura ed la mort. Mangia bene e caga forte / e non aver paura della morte. In generale la necessità di defecare richiede una sollecita soddisfazione. È più pês na mêrda madura che un sach d’amsura. È più pesante da (sos)tenere una merda matura (che preme) / di un sacco di misura (un quintale). A volte, piccoli stimoli, nascondono più gravi situazioni.
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primo piano
STITICHEZZA Il termine stipsi deriva dal greco styphein (stretto) ed indica una difficoltà nell’espletamento della funzione intestinale. È una sindrome di cui soffre circa il 15 per cento della popolazione e, stando a diversi studi pubblicati, in modo particolare le donne. La me murosa l’è dura di corpo quand la gh’a da caghêr la punto forto la punta forto e la s’cianca l’erba e la va cun al cul in mèsa a la merda. La mia morosa è stitica / quando deve cagare spinge forte / spinge forte e strappa l’erba / e cade con il culo in mezzo alla merda. Le feci dure e gli sforzi per l’evacuazione possono provocare irritazioni e prolasso delle emorroidi. Porre rimedio a tanta sofferenza non era semplice in anni in cui non erano ancora disponibili specifici antiinfiammatori o creme lenitive. Si narra la storia di una resdora che, afflitta da questo grave disturbo, aveva adottato una soluzione naturale che serbava gelosamente in un angolo recondito della cantina: una fetta di grasso che, alla bisogna, teneva tra le chiappe. La storia vuole che una volta, in cui soffriva particolarmente, sia andata in cantina a prendere la sua “magica soluzione” ma non l’abbia più trovata. Qualcuno, preso da un raptus di fame e ignaro della funzione alla quale era destinato, aveva preso il prelibato boccone e se lo era mangiato. La stipsi crea disagio ed una fastidiosa pesantezza. Le persone afflitte da questo disturbo, pur di riuscire a “liberarsi”, si sottopongono a riti segreti personalissimi, a pratiche originali, a misteriose pozioni confezionate con erbe magiche, a supposte di glicerina, a potentissimi clisteri... DIARREA La diarrea è la condizione opposta alla stitichezza. È il meccanismo di difesa attraverso il quale il nostro organismo cerca di espellere, il più velocemente possibile, sostanze nocive dal nostro organismo. Il termine pare che derivi da una parola greca che significa scorrere attraverso e rende bene la condizione nella quale ci si ritrova. Quand la gh’vin, al gh’a da cureregh adré. Quando gli viene ci deve correre dietro (si deve affrettare). A cmanda più al cul che al Re. Comanda più il culo del Re (ai bisogni impellenti bisogna dare
giugno 2021