personaggio
Francesca Manzini
VIVERE D'ARTE SI PUÒ, QUI IN GERMANIA
VITA E TECNICA DI FRANCO ZANICHELLI, ILLUSTRATORE avere uno stile adattabile alle esigenze dei clienti pur mantenendo e coltivando il mio stile, che segue i miei interessi ed il mio percorso artistico personale. Normalmente i clienti li trovo io: ho fatto piccole mostre, alcune fiere come quella di Bologna, poi ho i miei siti personali. Fondamentali sono i portali specializzati in cui si possono trovare offerte di lavoro: mi sono abituato ad inviare lì i miei portfolio per far visionare i miei lavori. Una gran parte del lavoro è cercare i clienti. Ho avuto pochi clienti italiani, molti più spesso tedeschi ed inglesi».
La vena artistica è di famiglia, ma nel protagonista di questa intervista si è tradotta in una magistrale capacità di creare arte: l’arte dell’illustrazione. Franco Zanichelli, 31 anni, vive ad Amburgo da anni e lì lavora come illustratore, insegnante di italiano e di storia dell’arte. Il suo è un percorso comune a tanti: diploma al Blaise Pascal di Reggio Emilia, laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna ed in seguito un lavoro in ambito grafico... Ma poi? «Poi è arrivata la Germania – racconta Franco - dove avevo fatto un Erasmus e quindi conoscevo già l’ambiente, avevo contatti e soprattutto avevo notato una sensibilità artistica diversa in questo paese». Hai già pubblicato un primo libro con le tue illustrazioni, sei in procinto di realizzarne un altro? «In realtà ne ho già pubblicati due: il primo con una piccola casa editrice austriaca ed il secondo insieme all’au-
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trice che l’ha pubblicato in modo indipendente». Qual è il tuo stile preferito? E i soggetti? «Mi piace molto l’acrilico: consente di creare immagini forti e mi lascia molta libertà. Amo anche il bianco e nero con la china, una delle prime tecniche che ho imparato quando ho cominciato a disegnare. Fra i soggetti ho una preferenza per gli animali che si è sviluppata nel tempo, sia per la texture che per le forme. In realtà sono interessato a tutte le forme viventi. Mi attirano i gorilla perché sono una via di mezzo tra l’essere umano e la fiera, quindi si può lavorare sul lato psicologico/interiore ma anche sulla bestialità. Infine il fantasy, direi che queste sono le mie categorie preferite». Cosa vogliono i tuoi clienti e come li trovi? «I primi anni ho puntato soprattutto ad
Hai avuto collaborazioni con case editrici italiane? «Ancora non ho avuto collaborazioni con case editrici italiane, però mi piacerebbe. A volte mi è sembrato che la sfera editoriale italiana non sia totalmente aperta a stili particolari. Ho imparato a scuola a mettere nelle illustrazioni un po’ di me, del mio pensiero, mentre soprattutto nei libri per bambini si tende a preferire una tipologia di illustrazione un po’ stereotipata: disegni semplici ed immediati, perché c’è la credenza che al bambino piacciano solo quel tipo di immagini. Questo non è sempre vero, ai bambini piacciono anche immagini un po’ più realistiche, più forti o più colorate».
CARPI & CORREGGIO
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novembre 2021