1994
MICHAEL SCHUMACHER
BENETTON FORD B194 Per la prima volta Michael Schumacher vince il titolo, ma tutto il mondo della Formula 1 piange il campione Ayrton Senna.
Il Campionato In base ai nuovi accordi tra scuderie e F.I.S.A., vengono vietati alcuni “aiuti” elettronici, come le sospensioni “attive”, il controllo di trazione e il cambio con la frizione automatica. Sono consentiti i rifornimenti di carburante ai box. Senna sale su una monoposto Williams, già progettata e realizzata da Adrian Newey ma ormai priva di molti dispositivi elettronici. La macchina risulta rigida e difficile da guidare. Per di più, l’abitacolo è particolarmente stretto e scomodo per il pilota, che è costretto a richiedere vari aggiustamenti. Le prime due corse del Campionato (che si compone di sedici gare, disciplinate dalle stesse regole) sono appannaggio di Schumacher su una Benet-
CLASSIFICA PILOTI 1° M. Schumacher (Benetton Ford) 92 pt. 2° Damon Hill (Williams Renault) 91 pt. 3° Gerhard Berger (Ferrari) 41 pt.
4° Mika Häkkinen (McLaren Peugeot) 26 pt. 5° Jean Alesi (Ferrari) 24 pt.
CLASSIFICA COSTRUTTORI 1° Williams Renault 2° Benetton Ford 3° Ferrari
118 pt. 103 pt. 71 pt.
4° McLaren Peugeot 5° Jordan Hart
42 pt. 28 pt.
ton sviluppata in modo razionale ed efficiente da Rory Byrne e Ross Brawn. Senna invece deve ritirarsi per incidente in tutti e due i Gran Premi. Il terzo Gran Premio è quello di San Marino, a Imola. Senna appare nervoso e richiede ulteriori modifiche all’abitacolo e al piantone dello sterzo per migliorare il posto di guida. Dopo alcuni anni tranquilli (l’ultimo incidente mortale è stato quello di Elio De Angelis nel 1986), ferimenti e morti tornano a funestare il Campionato. Per lo sgonfiamento di un pneumatico in prova, Rubens Barrichello vola contro le barriere di protezione del pubblico e viene portato in ospedale per i controlli, dove riceverà anche la visita del suo connazionale Senna. Nelle prove ufficiali del sabato, la Simtek Ford di Roland Ratzenberger perde l’alettone anteriore e diventa inguidabile. Il pilota si schianta contro il muro a ridosso della curva “Villeneuve” a oltre 300 km/h e perde la vita.
Osservando il profilo della Benetton Ford B194, si notano le due novità aerodinamiche: il muso rialzato e i deflettori di flusso dietro le ruote anteriori.
1994 Alla partenza della gara, un incidente al via con pezzi in pista costringe la direzione a fare entrare la safety car. Alla ripartenza, Senna conserva la prima posizione su Schumacher ma al giro successivo la sua Williams, che ha cominciato a strisciare sull’asfalto con vistose scintille, non riesce a curvare al “Tamburello” e prosegue dritta verso il muro, anche se con una frenata di rallentamento sul cemento della via di fuga. Nell’urto (il punto è lo stesso degli incidenti occorsi a Piquet e a Berger), lo sfortunato pilota viene colpito da un braccetto della sospensione anteriore, in carbonio, che penetra nel casco all’attacco della visiera. La ferita è mortale. Le indagini successive evidenzieranno la rottura del piantone dello sterzo (lavorato ai box su richiesta
Muso alto con supporti di ancoraggio dell’alettone anteriore.
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di Senna) e la conseguente impossibilità per il corridore di curvare ed evitare lo schianto. Schumacher vince la gara. Conquista anche il Gran Premio di Monaco e poi altre quattro competizioni, per un totale di otto. Si aggiudica il titolo Piloti con un punto di distacco da Damon Hill, a quota sei Gran Premi.
Presa d’aria per i radiatori. Alettone posteriore multiplo a tre piani, con flap di diverse dimensioni.
L’alettone anteriore ha una lunga pinna e flap sagomati.
Un deflettore di flusso separa l’aria per il raffreddamento dei radiatori da quella che disturba l’aerodinamica del retrotreno.
BENETTON FORD B194 – GRAN PREMIO DEL CANADA – N° 6 – J.J. LEHTO
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La monoposto La Benetton, progettata da Byrne e Brawn, riesce a vincere il Campionato Piloti con Schumacher ma il titolo Costruttori è ancora appannaggio della Williams, che oltre alle sette vittorie (l’ultima con il rientrante Mansell, in sostituzione di Senna) può fare conto sui cinque secondi posti di Hill dietro Schumacher. Il motore Benetton è un Ford Zetec R con circa 730 CV a 14.300 giri/minuto, ormai allo stesso livello del motore Renault impiegato dalla Williams. Caratteristiche aerodinamiche sono il muso alto, i deviatori di flusso dietro le ruote anteriori, l’alettone posteriore multiplano.
Vista dall’alto della Benetton Ford B194. Scompare la coda “a coca-cola” e compaiono i deviatori di flusso. L’abitacolo della monoposto.
SCHEDA TECNICA Passo: Carreggiata anteriore: Carreggiata posteriore: Motore: Cilindrata: Alesaggio x corsa: Potenza: Alimentazione: Cambio: Telaio: Sospensioni: Freni: Pneumatici: Peso:
2880 mm. 1690 mm. 1618 mm. Ford Zetec R 8 cilindri a V di 75°, post. 3494 cc. 100 x 55,8 mm. 730 CV a 14.300 giri/minuto. iniezione elettronica Magnetti Marelli. Hewland a 6 marce + RM. monoscocca in composito a base di fibra di carbonio. a ruote indipendenti, con puntone e molle di torsione. a dischi di carbonio. Goodyear. 505 kg.
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L’avantreno della Benetton Ford B194 con il caratteristico muso rialzato.
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Vista del retrotreno della Benetton Ford B194, con il fondo allungato e diviso in tre canali di estrazione dell’aria.
Da ricordare inoltre… • Schumacher viene penalizzato con bandiera nera in Germania per avere superato un pilota durante il giro di formazione e non essersi fermato allo stop-and-go. In Belgio viene squalificato per il consumo del pattino in legno sul fondo della vettura oltre i limiti regolamentari. Essendo recidivo, non può partecipare ai successivi due Gran Premi. • Come quelli fra Prost e Senna, il duello tra Schumacher e Hill all’ultimo Gran Premio, in Australia, con le macchine che si urtano e devono ritirarsi, è sospetto perché il pilota tedesco ha un solo punto di vantaggio su Hill (92 contro 91). • La Ferrari, dopo 58 gare di digiuno, vince in Germania con Gerhard Berger, sulla 412 T1 progettata da John Barnard. • Scompare Carlo Chiti, progettista della Ferrari e di molte altre squadre. • La McLaren, passata al motore Peugeot, ottiene scarsi risultati e si piazza solo quarta sia nel Campionato Costruttori sia in quello Piloti, con Häkkinen.
Il muso alto e l’alettone anteriore supportato da due elementi rigidi sono la caratteristica aerodinamica di questa Benetton Ford B194.
GENEROSO SENNA Oltre a essere stato un grande pilota, il brasiliano è stato anche un uomo di straordinario altruismo.
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n altro mito per gli appassionati di automobilismo, la cui carriera purtroppo fu interrotta da un incidente mortale, è stato Ayrton Senna da Silva, rimasto nella storia della Formula 1 per le sue incredibili performances: su 162 Gran Premi ha vinto 41 volte, partendo 65 volte dalla pole position. Ayrton nacque a San Paolo il 21 marzo 1960 da una famiglia benestante che gli consentì di coltivare la passione per i motori e di gareggiare con i kart, laureandosi più volte Campione Nazionale. A 21 anni era pronto per salire sulle auto e si trasferì in Gran Bretagna, dove prese parte ai Campionati di Formula Ford, arrivando a quello di Formula 3. La sua presenza non passò inosservata, visto il gran numero di vittorie conquistate, e l’inevitabile passaggio alla Formula 1 avvenne con la Toleman, una delle squadre inglesi cosiddette minori ma capace di valorizzare i giovani piloti ottenendo risultati significativi. Alla fine della stagione Senna era nono, dopo essere salito tre volte sul podio ed essersi messo in luce soprattutto per le prestazioni sul bagnato. Proprio sotto l’acqua colse un fantastico secondo posto sul circuito stradale del Principato di Monaco alle spalle di Alain Prost, sul quale – al momento dell’interruzione a causa delle proibitive condizioni della pista – stava recuperando. La Lotus non si fece scappare il giovane ta-
lento e lo ingaggiò per la stagione 1985. La scelta si rivelò subito azzeccata, quando Senna vinse (sempre sotto la pioggia...) il Gran Premio del Portogallo. Ayrton fu sempre velocissimo, conquistando sedici pole position nelle tre stagioni alla guida della Lotus e realizzando sei giri veloci in gara. Furono, però, solo sei le vittorie, che non misero Senna nelle condizioni di lottare per il titolo mondiale, ragione che nel 1988 lo spinse a passare alla McLaren. Proprio in quella stagione la scuderia inglese adottò per la prima volta i motori Honda che si rivelarono imbattibili sulla McLaren, tanto che Senna e il suo compagno di squadra Prost lasciarono solo un Gran Premio (su 16) ai loro avversari. Grazie al gioco degli scarti – si teneva conto soltanto di undici risultati – Senna conquistò il suo primo titolo mondiale, nonostante il francese avesse totalizzato più punti. Non trovando avversari esterni, Senna e Prost pensarono bene di vivacizzare il Campionato 1989 duellando tra loro in modo anche molto vivace. Dopo la conquista del titolo da parte del francese, l’inverno fu caratterizzato da numerose polemiche per alcuni episodi – l’ultimo dei quali in occasione del Gran Premio del Giappone – accaduti nel corso della stagione. La rivalità tra i due proseguì anche nel 1990, quando Prost passò alla Ferrari, ma questa volta a imporsi fu il brasiliano. Il terzo titolo per Senna arrivò nel 1991
quando il fulcro centrale del Campionato fu il confronto tecnico tra la McLaren e una sempre più positiva Williams Renault. In quella stagione il rivale più diretto di Ayrton fu Nigel Mansell. Il Campionato 1992, che Senna disputò sempre alla guida della McLaren, si rivelò meno soddisfacente e per migliorare il brasiliano dovette aspettare l’arrivo del motore Ford in sostituzione di quello Honda. Anche se il titolo 1993 andò ad Alain Prost, Ayrton Senna disputò una delle più spettacolari stagioni della sua carriera. Il secondo posto nel Mondiale fu suo grazie a cinque vittorie. Alla fine del Campionato, Alain Prost si ritirò dalle corse e Senna prese il suo posto alla Williams, ma la scelta non fu delle migliori perché la vettura presentava alcune problematiche tecniche che impedirono a Senna di esprimersi al meglio. E la tragedia era alle porte. Nel Gran Premio di San Marino – lo stesso che in prova vide la morte di Roland Ratzenberger e in gara il grave incidente di Rubens Barrichello – alla curva del “Tamburello” Senna uscì di strada a forte velocità e finì contro un muro. Morì nel tardo pomeriggio all’ospedale di Bologna. Dopo la sua morte – che in Brasile provocò un vero shock – venne alla luce la grande generosità che da sempre lo aveva portato a destinare parte dei suoi guadagni in beneficenza, a favore dei bambini abbandonati del suo Paese.
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Dopo aver gareggiato con la Toleman, Ayrton Senna corse per tre anni con la Lotus, senza mai conquistare il titolo mondiale ma vincendo sei gare. Il brasiliano passò quindi alla McLaren con la quale si aggiudicò i suoi tre Campionati iridati, e da lì alla Williams per quella che sarebbe stata la sua ultima stagione.