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Collana «Grandi Romanzi»
IL DENARO NON MUORE MAI
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Marc Fiorentino
IL DENARO NON MUORE MAI romanzo
GREMESE
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Titolo originale: Un trader ne meurt jamais Pubblicato per la prima volta in Francia nel 2009 da Éditions Robert Laffont 24, avenue Marceau, 75008 Paris Copyright © Éditions Robert Laffont, S.A., Paris, 2009 Traduzione dal francese: Giulia Castorani Copertina: Purple Press Stampa: C.S.R. – Roma Copyright edizione italiana: GREMESE 2010 © E.G.E. s.r.l. – Roma www.gremese.com Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, registrata o trasmessa, in qualsiasi modo o con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso formale dell’Editore. ISBN 978-88-8440-655-2
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A Samuel e Laura Vi voglio bene
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«Il denaro non dorme mai». Gordon GEKKO Wall Street
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PROLOGO
Credevo di essere guarito. Otto anni. Otto anni senza neanche una dose. Otto anni senza adrenalina... Otto anni di morte lenta. Non ne posso più. Sto andando nel panico. Sto impazzendo. Ci ricasco. Non voglio morire in un letto. Non voglio morire in pensione. Voglio morire in rovina oppure miliardario. Devo speculare. Adesso. Immediatamente. Morire speculando non è morire, è vivere. Sono un trader, e un trader non muore mai.
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LUNEDÌ 24 MARZO 2008
Sempre la stessa canzone per svegliarmi. Ventura Highway, degli America. Non so se mi piace perché porta il mio nome oppure per il riff della chitarra. Il CD è nella sveglia da otto anni. Ormai dev’essersi incrostato. Impossibile toglierlo da lì. Anche il caffè mi dà ai nervi stamattina. Il rumore delle cialde che cadono mi ricorda quello delle monete in una slot machine di Las Vegas. Solo che non si vince mai il primo premio. Perché non ho pensato alle cialde Nespresso? Tra l’altro, quanto varranno le azioni Nestlé? Lunedì di Pasqua. Giorno festivo. La buona notizia di oggi è che non devo mettermi in giacca e cravatta: casual wear. Non ho neanche bisogno di radermi. Non ci sarà nessuno a vedermi. A parte gli schermi dei miei computer. Sono stufo di starmene da solo in casa. Divento scorbutico. Un’insalata veloce da Carette e poi via verso l’ufficio. Centocinquanta metri quadri nel centro d’affari di place du Trocadéro. Anche lì non c’è un cane. Non sembra un centro d’affari, ma una casa di riposo... La reception è deserta. La signorina sonnecchia, rimuginando sulla sua solitudine. Tutti i mercati europei sono chiusi, al contrario di quelli statunitensi. Il Dow Jones ha aperto in crescita. Il dollaro risale un po’. La settimana appena finita è stata probabilmente la più folle che io abbia mai visto. Un vero e proprio delirio. Un’accelerazione della storia finanziaria che si sperimenta solo una volta nella vita. Un giornalista radiofonico mi ha fatto una domanda in
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IL DENARO NON MUORE MAI
diretta, domenica sera: «È la fine del mondo?». Ho risposto: «No». Un no secco, senza appello. «I mercati risaliranno». La giornata di lunedì è stata apocalittica. La Borsa si è piegata, ma non ha ceduto. La risalita c’è stata. In un clima di nervosismo e di panico. Ho scommesso su questa risalita. Mi sono esposto parecchio. Ho affermato che non era la fine del mondo. Ovunque: in televisione, alla radio, sui quotidiani economici. Ho avuto quasi l’impressione di tornare in campo. E mi ha fatto sentire bene. Senza puntare denaro, certo, ma giocandomi la credibilità. Ho riscoperto il gusto dei mercati. Ho riscoperto il gusto del gioco. Una sensazione che non avevo più provato da molto tempo. Un po’ come le dita di un malato che tornano a muoversi dopo otto anni di coma. E ho deciso di iniziare questo diario. Per lasciare una traccia. Come un navigatore solitario che decide di affrontare Capo Horn. Che ne torni vivo o che sparisca lungo la strada. Per lasciare una traccia, e per vivere un’ultima avventura. Perché ho preso una decisione. La decisione. Rifarò fortuna. Ma, questa volta, poi non perderò. Terrò tutto. Voglio guadagnare del denaro, molto denaro. Speculando sui mercati. È l’unica cosa che so fare. Ho bisogno di mettere le mie idee su carta. Per mantenere la rotta. Per non perdermi lungo la strada. Per essere sicuro di arrivare in porto. Non ho quantificato il mio obiettivo. Ma voglio raggiungere una cifra che non lasci adito a dubbi, che non lasci neanche il minimo margine di discussione. Niente «Sì, non male, tutto sommato sono un sacco di soldi». No, voglio un sonoro «Wow! Ma è una vera fortuna!». Mi concederò qualche settimana. Non di più. Perché io so vincere solo nei periodi di crisi, di crac, di sconvolgimenti. E questo ciclone potrebbe impiegare non più di qualche mese per devastare il pianeta finanza. Dopo arriverà il momento della ricostruzione, e non sarà un ambiente a me propizio.
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LUNEDÌ 24 MARZO 2008
Parto con il mio piccone, la mia pala e il mio cavallo alla conquista dell’Eldorado. Voglio trovare l’oro. Molto oro. So che dorme in fondo a una miniera finanziaria. E io lo estrarrò. Ancora non so come, dove o con chi. Ma so che ci riuscirò. Sui mercati finanziari le fortune si fanno e si disfanno in continuazione, in ogni momento, in ogni continente. Io lo so bene. Per esperienza. Questa volta non mi lascerò sfuggire l’opportunità. Sarà il mio ultimo colpo. The Ultimate Fight. Se cadrò, non mi risolleverò più. Se vincerò, ricomincerò a vivere.
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