Philo Vance e il delitto al castello

Page 1

Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 1

Crimen PHILO VANCE E IL DELITTO AL CASTELLO


Philo Vance e il delitto.qxd

Collana CRIMEN diretta da Alessio Billi

24-05-2012

13:07

Pagina 2


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 3

S.S. Van Dine

PHILO VANCE E IL DELITTO AL CASTELLO


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 4

Titolo originale: The Winter Murder Case Traduzione dall’inglese: Alessia Accorrà Revisione a cura di: Alessio Billi Copertina: Giulia Arimattei Immagine di copertina: © Lukasz Pajor-Fotolia.com Fotocomposizione: Romano Bottini – Roma Stampa: Grafiche del Liri s.r.l. – Isola del Liri (FR) Copyright edizione italiana GREMESE 2012 © New Books s.r.l. – Roma www.gremese.com Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, registrata o trasmessa, in qualsiasi modo o con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso formale dell’Editore. ISBN 978-88-8440-719-1


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 5

PREFAZIONE

«Leggendo Van Dine torno continuamente ad ammirare l’eleganza del ragionamento con cui perviene alla soluzione dei suoi casi». Così Andrea Camilleri nel corso di un’intervista confessa la sua passione per lo scrittore americano, aggiungendo di preferirlo di gran lunga persino a Sir Arthur Conan Doyle. Gli innamoramenti per i romanzi di Van Dine non si fermano certo al padre del commissario Montalbano, se dagli anni Venti e per i due decenni successivi l’esponente più illustre della “stagione d’oro” del giallo ha rappresentato un fenomeno editoriale senza paragoni. In Italia a rinverdirne i fasti ci pensò nel 1974 una serie televisiva tratta dal ciclo letterario, interpretata con successo da Giorgio Albertazzi, e sono storia recente i numerosi cultori del mystery attratti da questo autore come da una potente calamita. Cosa rende Van Dine così seducente e attuale? Perché resta uno degli scrittori più letti e apprezzati nel vasto panorama del giallo? Innanzitutto il suo detective, Philo Vance, è uno di quei personaggi scolpiti nel quarzo, concepiti per restare impressi nella mente. Uno a cui i lettori vorrebbero assomigliare. Elegante e attraente, grande viaggiatore, ex capitano della squadra universitaria di scherma, eccellente giocatore di golf, Vance accompagna alle sue deduzioni investigative una mira infallibile e l’abilità nella lotta. Possiede in dote un singolare spirito umoristico, un’ironia alla Oscar Wilde e una cultura spropositata, che abbraccia l’egittologia, la –5–


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 6

Philo Vance e il delitto al castello

letteratura antica, la filosofia, l’antropologia, nozioni di economia e psicologia. E quando a Vance capita di osservare la folla che corre frenetica per le strade di New York, sul suo volto si affaccia un sorriso di superiorità, perché lui dispone di tutto il tempo che vuole e sa che per stare bene bisogna concedersi svaghi e ozi. Questo eccentrico investigatore, all’apparenza esteta e un po’ snob, è capace sul piano pratico di rovistare tra il fango e le pulsioni inconfessate della high society statunitense, ma a patto di non sporcarsi troppo le mani. La lingua è un altro ingrediente di successo nella produzione di Van Dine, imitata da schiere di epigoni. Un tono narrativo asciutto e austero, che si impone subito all’attenzione di devoti lettori. Una prosa sorvegliata ma musicale e quasi ritmata, che cattura per la sua semplicità e per l’alto potere evocativo. Uno stile che a tratti diventa raffinato e sfiora la magniloquenza, ma che si rifà a una lunga e consolidata tradizione culturale, rimanendo sempre fluido e scorrevole. Ma qual è la vera sfida che Van Dine porta al centro di tutte le sue opere? Sollecitare l’intelligenza di chi legge, invitarlo a rivaleggiare con l’abilità del protagonista. Il primo obiettivo dello scrittore, come di ogni giallista che si rispetti, è sviare il pubblico dalla soluzione dell’enigma. Quando nessuno riuscirà a sbrogliare l’intricata matassa, sarà Philo Vance a farsi avanti e a ricostruire, attraverso complicati percorsi deduttivi, come sono andati veramente i fatti. Philo Vance e il delitto al castello venne commissionato nel 1938 dalla Paramount, la nota casa cinematografica, per la quale il detective newyorchese era diventato la gallina dalle uova d’oro. Dunque un romanzo che si sarebbe presto trasformato in un film, facendo da trampolino di lancio per Sonja Henie, campionessa di pattinaggio sul –6–


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 7

Prefazione

ghiaccio. Ma le cose andarono diversamente. La sportiva tedesca fu scartata, quando dichiarò le sue simpatie per Adolf Hitler, e il povero Van Dine non fece in tempo a vedere tradotte sul grande schermo le sue fatiche, perché morì improvvisamente. Il suo ultimo romanzo manca della fase finale del lavoro di scrittura, che avrebbe portato a una maggiore «elaborazione di caratteri e atmosfera» e a un «riadattamento dei dialoghi». Come ci informa l’editore, Van Dine era solito lavorare per tre gradi successivi: stendeva l’intreccio completo in ogni suo dettaglio; poi procedeva a una minuziosa costruzione dei dialoghi, alla rifinitura di ogni particolare e al riempimento dell’intreccio; infine, riadattava gli stessi dialoghi. Nonostante la sua incompiutezza, o forse grazie a essa, Philo Vance e il delitto al castello è considerato unanimemente il miglior libro di Van Dine. Con una progressione incessante, simile a quella di un treno che corre verso la meta, il romanzo scorre rapido dall’iniziale attesa e sospensione, all’intrigante suspense, fino alla soluzione del mistero, attraverso dialoghi secchi, descrizioni concise e pennellate fulminee dell’autore. Il ritmo serrato nulla toglie al “fair play”, come lo chiamava lo scrittore, cioè alla possibilità, per chi legge, di dedurre la soluzione dell’enigma prima che il detective possa spiegare quali elementi l’abbiano condotto alla scoperta della verità. Ecco perché riproporre oggi Philo Vance e il delitto al castello non è un’operazione filologica o di archeologia letteraria. Al di là del rappresentare una pietra miliare del filone investigativo, questo best seller del 1939 è semplicemente un ottimo libro, un grande classico che non dovrebbe mancare nella libreria degli appassionati del genere né in quella di qualsiasi lettore. Alessio Billi –7–


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 8


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 9

1 RICHIESTA DI AIUTO Martedì 14 gennaio, ore 11.00

«Non ti piacerebbe trascorrere una breve vacanza in un bel posticino...? Sport invernali, compagnia piacevole, una casa accogliente in cui potersi rilassare... Ho qui un invito di questo genere proprio per te, Vance». Philo Vance aspirò una lunga boccata di fumo dalla sigaretta e sorrise. Eravamo appena arrivati nello studio del procuratore distrettuale Markham, in seguito a una sua telefonata fatta in tono allegro, ma che mi era sembrata stranamente pressante. Vance guardò l’amico e sospirò. «Le tue parole mi insospettiscono» disse. «Parla più chiaro, oracolo». «Il vecchio Carrington Rexon è preoccupato». «Ah!» fece Vance con affettazione. «Mai nessuna generosità, nessuna gentilezza disinteressata in questa vita. Veramente triste. In definitiva, io sono invitato nel Berkshire solo perché Carrington Rexon è nei guai e gli farebbe molto comodo avere un investigatore a disposizione. Gli servirebbe a calmarsi i nervi. Bell’invito, ma poco lusinghiero. No, grazie». «Non essere cinico, Vance». «E per quale motivo le inquietudini di Carrington Rexon dovrebbero starmi a cuore? Io non sono affatto preoccupato». «Bene, lo sarai presto» ribatté Markham con finta malignità. «Non puoi negare che i problemi degli altri ti interes–9–


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 10

Philo Vance e il delitto al castello

sino, perché fondamentalmente sei un individuo sadico; vivi per il crimine e la sofferenza, adori le preoccupazioni e moriresti di noia se la vita fosse troppo tranquilla». «Cosa vorresti insinuare? Niente sadismo. Io lotto sempre per ristabilire la pace e la calma. È la mia indole caritatevole e altruistica a spingermi all’azione». «Come vedi, non ho torto. Già mi accorgo, dallo scintillio dei tuoi occhi, che le ansie del vecchio Rexon ti interessano anche troppo». «Il suo Castello è un magnifico posto» osservò Vance pensoso. «Vedi, Markham, quello che non capisco è perché mai Rexon, con tutti i suoi milioni, la sua libertà, i suoi due idolatrati rampolli, i suoi possedimenti, la sua fama, il suo potere e il suo vigore dovrebbe essere preoccupato. Mi sembra una cosa impossibile e insensata». «Eppure il vecchio Rexon desidera che ti rechi da lui immediatamente». «Già » disse Vance, accomodandosi meglio nella soffice poltrona. «E immagino anche che la causa di tutto ciò siano i suoi smeraldi, o mi sbaglio?». Markham fissò sull’amico i suoi occhi acuti. «Adesso non metterti a fare il veggente, detesto chi tira a indovinare, soprattutto se si tratta di supposizioni così ovvie... Naturale che la colpa è di quei maledetti smeraldi!». «Allora parla, dimmi tutto. Non trascurare neanche il più piccolo particolare. Avanti». Markham accese un sigaro, ne aspirò qualche boccata per assicurarsi che tirasse alla perfezione, poi disse: «Immagino che sia inutile parlarti della famosa collezione di smeraldi appartenente a Rexon. Saprai già come viene custodita». «Sì, ho avuto occasione di ammirarla qualche anno fa. Ricordo che allora mi parve insufficientemente protetta». – 10 –


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 11

1. Richiesta di aiuto

«Ed è così anche oggi. Grazie al cielo, la tenuta di Rexon non è nella mia giurisdizione. Sarebbe un grosso grattacapo. Tempo fa cercai di convincerlo ad affidare la sua collezione a qualche museo». «Poco astuto da parte tua » ribatté Vance. «Rexon è un fanatico del suo tesoro e non vivrebbe più se ne dovesse restare lontano. Chissà perché esistono i collezionisti!». «Non lo so proprio. Sono una vera sventura, ma non ho creato io il mondo». «Un vero peccato...» sospirò Vance. «Ma continua a espormi la situazione». «Attualmente il Castello di Rexon è gremito di ospiti. Il giovane Richard Rexon è appena tornato dall’Europa, dove si è trattenuto parecchio tempo per studiare medicina nelle università e nelle cliniche più illustri. Suo padre ha voluto accoglierlo dando una serie di sontuosi ricevimenti...». «Lo so, e si dice anche che, al termine dei festeggiamenti, Rexon spera di poter annunciare il fidanzamento del suo rampollo con la nobile e affascinante Carlotta Naesmith... Dunque qual è il motivo delle sue preoccupazioni?». «Vedi, Vance, essendo rimasto vedovo da tempo, con una figlia invalida, Rexon ha pregato la signorina Naesmith, molto pratica di queste cose, di occuparsi dell’organizzazione dei festeggiamenti al Castello. Lei ha accettato con entusiasmo, però... ha messo insieme una compagnia variegata e piuttosto inadeguata alla compostezza del vecchio Rexon. Non è che lui sospetti degli ospiti, ma la loro vicinanza ai suoi preziosissimi smeraldi lo rende inquieto, ecco». «Tipo all’antica, direi...». Vance appariva divertito. «La nuova generazione è piena di incredibili possibilità. Ma non è troppo simpatica, in fondo... E Rexon sospetta di qualcuno in particolare?». – 11 –


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 12

Philo Vance e il delitto al castello

«Solo di un certo Bassett, che non gli piace. La cosa più strana, però, è che questo Bassett non fa parte della compagnia riunita dalla signorina Naesmith. È un amico di Richard. Sembra che i due giovani si siano conosciuti in Svizzera... Del resto, lo stesso Rexon ammette di non avere alcun motivo preciso per essere inquieto. Si sente un po’ nervoso, ecco tutto, e desidererebbe avere accanto una persona molto perspicace. Perciò mi ha telefonato per chiedermi aiuto e mi ha parlato di te». «Capisco. I collezionisti sono fatti così. A chi poteva rivolgersi Rexon, nel dubbio? Ah, già, al suo vecchio amico Markham! Lui possiede tutti i requisiti necessari per occuparsi di una questione così delicata. Requisito numero uno: dispone del signor Philo Vance, che sa portare discretamente l’abito da sera, non beve il caffè dal piattino e può confondersi tra gli ospiti e sorvegliarli con riservatezza, senza destare sospetti. Discrezione garantita. È quello che serve per fugare il pericolo di una minaccia, qualora esista...». Vance sorrise con aria rassegnata. «Questo più o meno è il nocciolo della telefonata interurbana che ti ha fatto il vecchio Rexon, o sbaglio?». «In linea di massima hai ragione. Soltanto, la forma era molto più cordiale. Sai benissimo quanta simpatia nutra per te il mio amico Rexon, e se avesse pensato che lo avresti gradito ti avrebbe invitato comunque». Con tono contrito, Vance rispose: «Mi fai vergognare di me stesso. Anch’io ho molta simpatia per Rexon. È un caro uomo... Bene, se proprio gli occorre il conforto della mia presenza, farò di tutto per spianare le rughe della sua nobile fronte».

– 12 –


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 13

2 AL CHIARO DI LUNA

Mercoledì 15 gennaio, ore 21.00 Markham avvertì senza indugio Carrington Rexon del nostro arrivo. Partimmo da New York il pomeriggio seguente, con l’Hispano-Suiza di Vance. La giornata era serena e fredda. In condizioni normali il viaggio verso Winewood, nel Berkshire, sarebbe durato circa cinque ore, ma durante la notte aveva nevicato abbondantemente e sulle strade si sprofondava nella coltre molliccia, perciò giungemmo al Castello di Rexon con notevole ritardo. Arrivammo al grande cancello di pietra che segnava l’inizio dell’enorme proprietà quasi alle nove di sera. Nel cielo limpidissimo e fitto di stelle, brillava una luna luminosa. Non c’era nessuno che potesse indicarci la strada e quando arrivammo sulla cima di una collinetta rocciosa Vance si mostrò perplesso sulla direzione da prendere; finché, scorgendo alla sua destra tracce di pneumatici semicancellate dalla neve, decise di seguirle. Circa un chilometro più avanti, la strada discendeva dolcemente in un valloncello tutto bianco di neve, oltre il quale il terreno tornava a salire ripidamente, sino a un altopiano coronato di alberi. Vance fece procedere silenziosamente la macchina lungo il pendio, e quando fummo giunti in fondo, una lieve ondata di musica ci raggiunse attraverso la cortina di alberi alla nostra sinistra. Nessuna abitazione era visibile da lì e quel tenue suono accentuava l’aspetto fiabesco del paesaggio. – 13 –


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 14

Philo Vance e il delitto al castello

Scendemmo dall’automobile incuriositi e ci avviammo in direzione di quelle note leggere. Avevamo percorso appena un centinaio di metri quando, attraverso gli alberi che ci nascondevano, scorgemmo un laghetto ghiacciato sul quale una ragazza stava pattinando. La musica proveniva da un piccolo grammofono portatile posato su una rustica panca posta in riva al lago. Nel tenue chiarore dato dalla luna e dalle stelle, la giovane, vestita di un bianco e semplicissimo costume da pattinatrice, sembrava un’apparizione. La ragazza stava eseguendo difficilissime figure e le ripeteva con serietà e applicazione, come se cercasse di perfezionare il suo stile. Vance si fece attentissimo. «Perbacco» sussurrò «pattina in modo magnifico». Rimase in silenzio a osservarla, quasi affascinato, sino a quando il disco finì. Allora, mentre la pattinatrice concludeva una complicata e difficile spirale, le si avvicinò per salutarla e complimentarsi. Dapprima la giovane parve spaventata, poi sorrise timidamente. «Voi dovete essere i nuovi ospiti attesi al Castello» ci disse. «Mi spiace di essermi lasciata sorprendere a pattinare. È una specie di segreto, sapete... Spero che non ne parlerete con nessuno» aggiunse con tono supplichevole. «Si capisce che manterremo il segreto, se voi ci tenete tanto» la rassicurò Vance, osservandola. «Ma credo di conoscervi... Quando venni al Castello, parecchi anni fa, non eravate l’amica e l’accompagnatrice della signorina Joan?». «Sì, è così. Lo sono ancora. Mi chiamo Ella Gunthar... Non mi ricordo di voi, lo confesso. Dovevo essere poco più di una bambina, quando veniste qui per la prima volta». «Io sono Philo Vance. Mi sono perso mentre mi recavo – 14 –


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 15

2. Al chiaro di luna

al Castello, e udendo la musica sono venuto qui con la speranza di trovare qualcuno in grado di rimettermi sulla giusta strada». «Non è difficile. Dovete tornare sulla sommità della collina e girare a destra. Dopo aver percorso circa un chilometro, vedrete il Castello proprio di fronte a voi». Vance ringraziò con calore la signorina Gunthar ma indugiò ancora un momento, non sembrava avere fretta di andare via. «Ditemi un po’, signorina. Se abitate al Castello come accompagnatrice di Joan, perché mai venite a pattinare su questo laghetto così lontano e isolato?». Il bel viso di Ella Gunthar si rannuvolò. «Vedete, non voglio ferire i sentimenti della mia amica» disse senza dare altre spiegazioni. «Ogni sera vengo qui a pattinare, quando il mio compito al Castello è finito». «Ma il grammofono?» fece Vance. «Sarà molto faticoso portarlo qui per un tratto così lungo». Ella si mise a ridere. «Oh, no davvero. Quello lo tengo laggiù. Il grammofono rimane sempre nella capanna di Jed, là, guardate, appena dietro la svolta del sentiero, dove c’è quel grande cipresso. Tengo lì anche i pattini e il costume. È un segreto tra Jed e me». Vance le sorrise per rassicurarla. «Bene. Vi prometto la più assoluta discrezione. È davvero un magnifico segreto. E credo che sappiate di essere una pattinatrice molto valida. Siete una delle più brave che abbia mai visto». Ella arrossì di piacere. Con semplicità rispose: «Pattinare è la mia più grande passione». Riprendemmo la strada e pochi minuti dopo la nostra macchina si fermò di fronte al Castello di Rexon, brillantemente illuminato. Mentre un maggiordomo calvo e attempato ci guidava – 15 –


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 16

Philo Vance e il delitto al castello

attraverso l’atrio, sentimmo provenire dal salotto una vivace confusione, fatta di risate, chiacchiere e brani di musica popolare. A giudicare da quei suoni allegri, gli ospiti dovevano divertirsi molto. Carrington Rexon era solo nel suo studio e ci accolse con grande cordialità, come un signore d’altri tempi. Era la prima volta che lo incontravo di persona, ma avevo visto spesso la sua immagine su giornali e riviste. Era un uomo alto e magro, di aspetto autorevole, sulla sessantina. C’era in lui qualcosa di severo e imponente, di vagamente feudale. Ricordava un po’ il famoso ritratto di Lord Ribblesdale eseguito da Sargent. «Oh, Vance! Siete stato molto cortese a venire. Forse riterrete poco giustificate le mie apprensioni...». In quel momento, l’uscio si aprì e sulla soglia comparve un giovane bruno, dall’espressione seria e dalla corporatura atletica. Rexon si voltò, senza mostrare alcuna sorpresa. «Mio figlio Richard» disse senza nascondere il suo orgoglio. Poi aggiunse: «Come mai, figliolo, hai abbandonato i nostri ospiti?». Scrollando le spalle, con un sorriso, il ragazzo rispose: «Sono un po’ stanco. Forse non sono abituato a questo genere di vita. È un tale cambiamento...». Una giovane donna, sui venticinque anni, comparve a sua volta sulla porta e si guardò intorno. Carrington Rexon sembrò perdere un po’ della sua rigidità e ci presentò subito la nuova venuta. Anche il bel volto di Carlotta Naesmith mi era noto, perché lo avevo visto infinite volte riprodotto nelle riviste mondane. Piena di vita, attiva, con grandi occhi sagaci e fluenti capelli color del rame, era una delle figure più in vista tra gli appartenenti al bel mondo di New York. – 16 –


Philo Vance e il delitto.qxd

24-05-2012

13:07

Pagina 17

2. Al chiaro di luna

La ragazza ci salutò appena con un indifferente cenno del capo, poi si rivolse al giovane Rexon, con tono che non esiterei a definire di rimprovero. «Già completamente a terra, Richard? L’allegria vi ha stancato? Via, via. Non dovete disertare la nave nel momento in cui il mare comincia a diventare tempestoso». «Credo che Carlotta abbia senz’altro ragione, Richard» disse Rexon. «Tieni presente che sei tornato a casa per distrarti. Dimentica dunque per qualche giorno microbi e bisturi e torna ai tuoi ospiti con Carlotta e il signor Vance... sono sicuro che sarà molto lieto di conoscere i tuoi amici».

– 17 –


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.