TREKKING&Outdoor 279

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LA RIVISTA DEL

Bimestrale Nr. 4 - Anno XXXI - Verde Network s.r.l. - 16121 Genova - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI

ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA

&OUTDOOR 279

CEVEDALE TREK 3 giorni di scenari maestosi

APPENNINO LUCANO Dal Tirreno al Pollino

ZAMBIA Un’Africa da scoprire

Euro 4,00 - Agosto / Settembre 2015

www.trekking.it

VERDE NETWORK


IN QUESTO NUMERO

RINFRESCHIAMOCI LE IDEE "Rinfreschiamoci le idee!”, è questa la parola d’ordine del numero 279 di TREKKING&Outdoor, imperativo sacrosanto in questa torrida estate 2015. Il nostro direttore Michele Dalla Palma non se lo è fatto ripetere due volte e, fedele alla linea come sempre, invece di comprarsi un Pinguino è andato a cercare refrigerio fra le valli del Cevedale, concedendosi quattro giorni di trekking sulle alte vie, in compagnia del figlio Attila: un’alternativa ecocompatibile al condizionatore, il cui costo non si calcola in kw/ora, ma in chilocalorie spese per superare i 3000 metri di dislivello che separano la canicola dalla frescura dell’aria sottile. Un po’ più soft la soluzione scelta da Fabio Guglielmi che ai ghiacciai perenni ha preferito il conforto bucolico delle pinete costiere e delle onde del basso adriatico, un vero e proprio toccasana per recuperare le energie dopo una giornata di appassionanti escursioni nell’assolata campagna del territorio del Sud Est Barese. Le splendide fotografie e i testi di Cesare Re ci richiamano ancora fra le alte vette, in uno degli angoli più selvaggi e meno conosciuti delle Alpi: quel Parco Nazionale della Val Grande che si estende ai piedi del Monte Rosa fra il Verbano e l’Ossola e che è considerato l’area wilderness più grande d’Europa. A mettere insieme mare e montagna ci pensa il caporedattore Enrico Bottino (sarà merito delle sue radici liguri?) che, nel bel mezzo del Mediterraneo, ha scovato l’anima alpina della Corsica: la Valle Restonica, incastonata fra alte montagne granitiche e rinfrescata dallo scrosciare di torrenti dalle

acque freschissime. Serafino Ripamonti il suo “locus amoenus” lo ha trovato invece all’ombra dei vicoli e delle piazzette dei borghi bianchi della Puglia, piccoli gioielli della Valle d’Itria, un incantato mondo rurale tutto da scoprire, camminando o pedalando lungo il dedalo delle stradine che si perdono fra gli olivi secolari, i vigneti, le antiche masserie e gli immancabili trulli. Sono ancora Italo Clementi insieme a Fabio Guglielmi a guidarci alla scoperta di altre montagne e altri insospettabili angoli di frescura. La regione è la Basilicata e il territorio è quello che si estende dalle celebri spiagge di Maratea fino propaggini meridionali dell’Appennino Lucano e alle vette più Alte del Pollino, dove il vento soffia sempre fresco all’ombra dei pini loricati. Le motivazioni che hanno portato l’antropologa Anna Rizzo e la fotografa Chiara Tebaldi nella Valle del Sagittario sono invece di natura scientifica. Ma anche il più rigoroso dei ricercatori non sarebbe potuto restare indifferente alla bellezza di un luogo che ha saputo ispirare scrittori e poeti come d’Annunzio. Il loro non è soltanto un interessante articolo culturale, ma un piacevolissimo omaggio all’incanto delle montagne abruzzesi. Come di consueto il nostro viaggio si chiude con un reportage dedicato alle mete più lontane. Il racconto e le straordinarie foto di Sandro Giaretta ci portano nel cuore dell’Africa meridionale, nello stato dello Zambia, per un’immersione completa nella natura più selvaggia e stupefacente. Buona lettura e buon cammino a tutti!

Michele Dalla Palma

Attila Dalla Palma

Cesare Re

Italo Clementi

Serafino Ripamonti

Sandro Giaretta

4 · TREKKING&Outdoor

Fabio Guglielmi

Enrico Bottino


SOMMARIO

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ARTICOLI

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Cevedale trek

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Natural..mete Sud Est Barese

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102

82 98 102

michele dalla palma fabio guglielmi

Val Grande cesare re

Valle Restonica - Cuore della Corsica enrico bottino

Valle d'Itria da vivere serafino ripamonti

Alla scoperta del sapere

italo clementi e fabio guglielmi

Valle del Sagittario anna rizzo

Zambia: un'Africa da scoprire sandro giaretta

RUBRICHE

IN COPERTINA in cammino verso il cevedale foto di michele dalla palma

6 12 16 20 24 26 32 34 36 44

Focus Opinione UniversitĂ della Montagna Obiettivo Outdoor Emozioni di carta FederTrek Intervista all'On.Stella Bianchi Punto di vista Laboratori del Camminare Intervista al Ministro Dario Franceschini


PIEMONTE ALTO TRENTINO - TRENTINO ADIGE Testoeefoto Testi FotodidiMichele Cesare e ReAttila Dalla Palma

CEVEDALE TREK Un autentico trekking di alta quota tra le montagne pi霉 alte del Trentino

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UN ITINERARIO GRANDIOSO TRA I GHIACCIAI DEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO PER TREKKERS ALLENATI E DESIDEROSI DI VIVERE TRE GIORNI DI SCENARI MAESTOSI IN AUTOSUFFICIENZA IN UNA DELLE PIÙ AFFASCINANTI AREE WILDERNESS DELLE ALPI.

S

ul prossimo numero ci manca un bell’articolo di montagna, quella “vera”, fatta di grandi dislivelli, solitudini, e paesaggi da “Grande Nord”, per difenderci da questo caldo tropicale!» Venerdì 3 luglio. Dall’altro capo del filo telefonico, l’inossidabile - nonostante le temperature africane che stanno flagellando tutto il Bel Paese - Caporedattore Enrico Bottino sollecita un mio intervento. «Dov’è il problema? Vado a farlo!» “La fai facile, tu” potrebbe obiettare qualcuno. In effetti, vivere in Val di Rabbi agevola un pò, se uno cerca quella tipologia di montagna: selvaggia e poco “socievole”, per i suoi dislivelli che portano ben oltre i 3000 metri, tra ghiacciai e morene di aspetto himalayano, e le grandi distanze che separano i rifugi sui tre versanti di Rabbi, Pejo e Val Martello, in Alto Adige. In questi primi giorni di luglio, anche a queste latitudini il meteo è orientato sul “bello stabile” e con temperature sicuramente inusuali, quasi torride anche in alta quota. Le condizioni ideali, quindi, per ipotizzare una magnifica traversata al cospetto dei gruppi montuosi più imponenti della regione. Allerto mio figlio Attila, che da qualche anno è il mio compagno ideale; crescendo, si è appassionato alle atmosfere e alle fascinazioni delle grandi vette, e, già da un pò, nelle nostre avventure, si è assunto il compito di “fare il passo” mentre io seguo, con la mia cadenza lenta ma inesorabile e inarrestabile di “vecchio montanaro”... TREKKING&Outdoor · 49


PUGLIA Testo di Fabio Guglielmi Foto di Gal Sud Est Barese

NATURAL…METE SUD EST BARESE Alla scoperta delle meraviglie del GAL IN PUGLIA, SI TROVA UN PATRIMONIO DI NATURA, ARTE E ARCHITETTURA, MA ANCHE DI FESTE RELIGIOSE, SAGRE, ARTIGIANATO, ENOGASTRONOMIA E PRODUZIONE AGRICOLA.

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griturismi, masserie didattiche, fattorie sociali, beni del patrimonio rurale dove la natura sfoggia un armonico alternarsi di altopiani, lame, colline e doline carsiche; una straordinaria biodiversità che alterna un paesaggio ricco di uliveti, mandorleti e ciliegeti tipico della bassa Murgia, a quello classico marino del mar Adriatico con le sue suggestive riserve naturali. Grotte, chiesette, torri, masserie fortificate, una varietà di luoghi che donano al paesaggio un elevato pregio non solo naturalistico. Arte, tradizioni e gastronomia si fondono tra loro per donare a questi luoghi quella autentica produzione che da sempre eccelle per sapore e varietà. Perché questa non è soltanto la terra del famo58 · TREKKING&Outdoor

sissimo e ottimo tarallo ma anche del vino primitivo, della cipolla rossa, delle squisite ciliegie o dell’uva da tavola dalla quale si distinguono eccellenze famose in tutto il mondo come Noicàttaro e Rutigliano. Sapori genuini che la terra pugliese e il suo sole donano ai suoi abitanti, gusti inconfondibili che si ritrovano ogni giorno sulle tavole pugliesi e nelle tradizionali sagre come quella dell’Uva che si svolge a Rutigliano nel mese di Settembre o la Sagra del polpo a Mola di Bari ad agosto.

IL PROGETTO “NATURAL-METE NEL SUD EST BARESE” Il territorio del sud-est barese è caratterizzato da un’elevata qualità paesaggistica e da un magnifico pa-


trimonio naturalistico che quotidianamente va difeso e mantenuto, attraverso opere di valorizzazione delle emergenze presenti ma anche attraverso una diffusione delle tradizioni culinarie e artigianali che vanno conservate e tramandate ai più giovani. Da sempre il Gal Sud Est Barese è impegnato nello sviluppo del suo territorio attraverso iniziative e progetti di grande importanza, primo fra tutti “Natural-mete nel sud est barese”. Attraverso questo progetto si vuole realizzare un sistema di mobilità cicloturistica a servizio di cittadini e turisti tramite la creazione di suggestivi itinerari che attraversano il territorio dei sei comuni che fanno parte del Gal (Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicàttaro e Rutigliano) toccando i principali punti di interesse storico, paesaggistico e naturalistico. Duecentodieci chilometri di percorsi e circuiti aperti in un sistema reticolare che collega tra loro le risorse infrastrutturali esistenti, per favorire la fruibilità e permettere ai visitatori di godersi

al massimo della libertà questi tracciati e loro emergenze più belle. Inoltre, i principali incroci dei persorsi individuati (nodi) sono stati numerati da 1 a 26, per facilitare l’individuazione del percorso ciclopedonale, e sono stati correlati da un’apposita segnaletica posta nelle principali aeree di interesse storico-naturalistico.

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

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PIEMONTE Testo e foto di Cesare Re

VAL GRANDE L’area wilderness più estesa d’Italia LA NATURA SELVAGGIA “A PORTATA DI MANO”, TRA L’OSSOLA E IL VERBANO, UN PARCO ANTICAMENTE COLONIZZATO DA PASCOLI E ALPEGGI, DOVE LA NATURA SI È RIAPPROPRIATA DI ASPRI PENDII E IRTI CRINALI.

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all’Alpe Scaredi lo sguardo è rapito dalla dorsale bianca del Monte Rosa e dalla sfilata ordinata delle rocce e dei ghiacci delle Alpi Lepontine. L’altipiano dell’alpe è un vero e proprio balcone panoramico. Poco più sotto, però, e molto più vicino, soprattutto, l’attenzione dell’escursionista è catturata da fittissimi boschi verdeggianti, impervi ed intricati, che sembrano voler celare il mistero di valli e rocce, di vecchi alpeggi, forre, torrenti e antichi sentieri, una volta percorsi sovente da pastori, cacciatori e cavatori. Oggi, in verità, si può dire sia stata la Val Grande stessa, come dotata di volontà propria, a riappropriarsi delle sue pendici, di vecchi alpeggi e teleferiche, inglobandoli nella vegetazione, quasi a farne perdere le

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BASILICATA Testi didiItalo Testo Enrico Clementi Bottinoe Fabio Guglielmi Foto di Alessandro Enrico Bottino Franza e Giovanni Marino

Alla SCOPERTA del SAPERE Viaggio tra i comuni lucani del GAL Cittadella del Sapere

SCENARI TIPICI DELL’APPENNINO E QUELLI MEDITERRANEI DELLA COSTA, UN MIX CHE REGALA A QUESTO TERRITORIO UNA DECISA ETEROGENEITÀ E UNA RICCHEZZA DI ELEMENTI UMANI E PAESAGGISTICI CHE CONTRADDISTINGUONO LE DIFFERENTI AREE TERRITORIALI. VENTISETTE COMUNI, OGNUNO DEI QUALI PORTA IL SAPORE DELLA STORIA, DELL’ARTE E DELLA TRADIZIONE MA TUTTI HANNO UN FILO CONDUTTORE: LA BELLEZZA E IL FASCINO CHE SI PROVA NEL VISITARLI!

comunità europea

Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

REGIONE BASILICATA


U

na straordinaria biodiversità che regala al territorio del GAL Cittadella del Sapere una grande varietà di elementi riguardanti tipicità, terra, prodotti e sapori. Nulla è immune da ciò e anche la stessa agricoltura presenta caratteri diversi in relazione alla conformazione orografica e alla fascia altimetrica in cui viene praticata: da quella silvo-pastorale del Pollino ad una orticoltura “di qualità” delle aree di fondovalle passando a quella di tipo estensivo dei comuni montani. Sono molte le specialità che rappresentano questa terra e che da anni, anche grazie al coinvolgimento attivo di operatori agricoli, consorzi e strutture ricettive, sono al centro di progetti di

miglioramento qualitativo e valorizzazione di alcune produzioni locali, come la melanzana, i prodotti da forno e la carne podolica. Ogni zona si distingue per le sue produzioni ma tutte conservano il carattere della tradizione e della genuinità delle antiche ricette: la Valle del Sinni si identifica con la produzione del peperone di Senise, un prodotto di qualità che ha ricevuto da circa dieci anni il riconoscimento IGP, mentre nel Serrapotamo l’indiscussa regina della tavola è la farina di Mischiglio PAT prodotta tra gli altri nei comuni di Castronuovo, Tena, Calvera e Carbone, da cui ne deriva l’omonima pasta fresca e secca. Nei comuni della Valle del Noce (soprattutto Lagonegro, Rivello e Trecchina), particolarmente significativa è l’attività di allevamento TREKKING&Outdoor · 83


PUGLIA Testo di Serafino Ripamonti Foto Archivio Trekking

VALLE D’ITRIA da VIVERE Alla scoperta della Murgia dei Trulli

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LE VIE DI CAMPAGNA CHE SI INOLTRANO NELL’AGRO DI MARTINA FRANCA, LOCOROTONDO E CISTERNINO SEGNANO LA DIREZIONE PER CHI VUOLE CONOSCERE IL VOLTO GENUINO DI UNO DEI PIÙ AFFASCINANTI TERRITORI PUGLIESI. GRAZIE AL PROGETTO REALIZZATO DAL GAL VALLE D’ITRIA OGGI QUESTE STRADINE SONO DIVENUTE UNA RETE DI PERCORSI PENSATI PER CHI AMA L’ESCURSIONISMO A PIEDI E LE DUE RUOTE.

N

on ci sono sentieri in Valle d’Itria. È una questione di proporzioni e armonie: l’ampia vallata carsica che occupa la parte meridionale dell’altopiano delle Murge, a cavallo fra le province di Bari, Brindisi e Taranto, è un luogo di grandi spazi, le sue dolci colline e i suoi ampi pianori non sono fatti per essere incisi da tracce anguste, che obbligano a camminare in fila indiana. A questo paesaggio dipinto a pennellate lunghe e distese si addice ben di più l’agio delle piste, delle mulattiere e dei passaturi, le viuzze che permettono il collegamento tra casali, masserie, jazzi e contrade.

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

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ZAMBIA Testo e foto di Sandro Giaretta

UN’AFRICA DA SCOPRIRE

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Adattarsi al ritmo della natura senza forzarlo, cercando di trovare similitudini con la filosofia di vita delle persone di questi luoghi, a cui invidi la purezza dei sorrisi e la felicità, nonostante la quotidianità sia scandita dalla fatica per concretizzare azioni essenziali come mangiare, dormire, curarsi. Questo è lo Zambia. Un condensato di sensazioni che vanno vissute fuori dagli schemi, e dove anche scegliere un trasferimento in auto piuttosto che in aereo consente di immergersi in una realtà da scoprire attimo dopo attimo. Perché la strada è fonte di vita, luogo di incontro, tra villaggi e mercati, e moltissimi gli spunti per il tuo essere uomo di un tempo presente e proiettato nel futuro, che però qui, in questo universo grandioso e ancora spontaneo, si ritrova a valorizzare e amare le cose semplici per cui tutti siamo nati e che troppo spesso, invece, dimentichiamo. Questo è il mal d’Africa, l’essenza della vita. (Giuseppe Tosin)


UNIVERSITÀ DELLA MONTAGNA

A cura di Anna Giorgi

UN “HUB SCIENTIFICO CULTURALE”

per una crescita sostenibile e duratura delle montagne

LA MARGINALIZZAZIO- IL DIALOGO CHE PORTA IN PRIMO PIANO IL VALORE NE È FRUTTO PRIMA DELLE MONTAGNE DI TUTTO DI UN ABIn collaborazione con l’IntergrupBANDONO CULTURApo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, Unimont ha LE - SOSTIENE ANNA presentato il proprio lavoro alla GIORGI, DIRETTRICE DI Camera dei Deputati, lo scorso 2 GESDIMONT - L’OBIET- luglio. Presenti per l’occasione le TIVO È DUNQUE QUEL- Università italiane (Torino, Brescia, Padova, Firenze) che operano in LO DI TRASFORMARE convenzione con Unimont sulle LA GRANDE RETE COtematiche di comune interesse, tre STRUITA FINO AD OGGI delle maggiori Fondazioni italiane che investono su Alpi e Appennini IN UN HUB CULTURALE (Cariplo, Compagnia di San Paolo e PER LE MONTAGNE Garrone) e Federazioni come Federbim e UNCEM che rappresentano CONNESSO CON IL tutti i Comuni italiani di montagna. CONTESTO EUROPEO L’incontro - che ha visto la presenza E INTERNAZIONALE”. di oltre 100 partecipanti tra univer16 · TREKKING&Outdoor

sità, istituzioni, enti e stakeholders - ha messo in luce la potenzialità delle “terre alte”, nell’ottica innovativa proposta da Unimont e dall’Intergruppo Parlamentare che va dall’azione diretta e dal presidio dei territori ad una dimensione nazionale ed internazionale delle montagne. L’On. Borghi, da sempre impegnato per la difesa e la valorizzazione dei territori montani, ha sottolineato come la formazione di alto livello e la ricerca applicata proposte da Unimont e dal suo network costituiscano un tassello fondamentale per l’avvio di imprese innovative capaci di innescare processi virtuosi. Unimont ha illustrato i risultati di sedici anni di lavoro, di cui gli ul-


timi quattro in attuazione dell’Accordo di Programma MIUR (Prot. n.1923 del 05/08/2011). Al centro dei corsi di laurea e post-laurea, dei progetti di ricerca e sviluppo, dei numerosissimi eventi nazionali ed internazionali, un’idea semplice: la montagna non è marginalità, ma un contesto ricco di risorse ad alto potenziale. Fondamentale sviluppare modelli che si basino sulle specificità e che le diverse realtà politiche, economiche, sociali e scientifiche facciano sistema per supportare una governance consapevole ed inclusiva per le montagne. La sfida è quella di fotografare la situazione reale e progettare un cambiamento per la crescita a partire da tematiche quali i giovani e l’impresa in montagna, la gestione della filiera bosco-legno e della frammentazione del fondo.

LO SCAMBIO FONDAMENTALE CON I TERRITORI

Unimont lavora quotidianamente perché la rete che abilita il dialogo ed il confronto cresca, siglando convenzioni come quella definita con le tre province interamente montane - in Regioni non autonome - di Belluno, Sondrio e Verbano Cusio Ossola. Queste province sono riconosciute come aree a cui assegnare funzioni fondamentali dalla Legge Delrio n.56 del 7 aprile 2014. Unimont si è resa disponibile per una collaborazione scientifica e operativa su tre tematiche fondamentali per le montagne: giovani e impresa; frammentazione del fondo;gestione della filiera bosco-legno. Ad oggi, non esiste una mappatura puntuale della situazione imprenditoriale, soprattutto per quanto riguarda le attività intraprese dai

giovani nelle aree di montagna, né è disponibile un’analisi sistemica dell’impatto delle realtà esistenti. Mancando una “fotografia” dello stato dell’arte, non sono disponibili nemmeno opportune linee guida e strategie condivise al fine di aumentare il potenziale delle imprese esistenti o in via di start-up. L’operazione consiste quindi nella realizzazione di una ricerca sull’imprenditorialità giovanile di montagna a partire dalle tre Province e la conseguente messa a disposizione delle buone pratiche, della performance economica e dell’impatto multisettore da queste generato. Il progetto è pensato a supporto delle strategie occupazionali e di sviluppo attuate anche nell’ambito dei piani di sviluppo territoriali. L’analisi multilivello dei parametri individuati nei diversi contesti territoriali potrà restituire

UNIVERSITÀ DELLA MONTAGNA L’Università della Montagna, Centro d’eccellenza dell’Università di Milano nasce con l’obiettivo di operare in montagna per la montagna. In linea con l’accordo di programma definito dal MIUR nel 2011, che l’ha riconosciuta come Centro per gli studi applicati e la gestione sostenibile e la difesa della montagna - GeSDiMont, sta costruendo in questi anni un’importante rete operativa, attraverso l’attivazione di network che includono istituzioni, università, enti territoriali, soggetti pubblici e privati in Italia o all’estero.

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OBIETTIVO OUTDOOR

LA FOT GRAFIA PANORAMICA FOTOGRAFIA PANORAMICA O FOTOGRAFIA DI PANORAMI

Che visione! Panorami d’ampio respiro! Paesaggi naturali a perdita d’occhio! Cosa esiste di più bello di un paesaggio di montagna? Dopo una lunga salita a piedi, una scalata, un’escursione o una semplice scarpinata, nulla è più appagante di concedersi qualche minuto per ammirare il panorama o la visione di una sfilata di imponenti vette. Anche una semplice radura in un bosco o una zona di pascolo, dall’estetica bucolica e di ampio respiro, sono panorami di grande interesse per ogni amante dell’Outdoor. Queste, in linea di massima, possono essere le definizioni di un panorama, ma non di una “fotografia panoramica”. La fotografia panoramica, infatti, non è la mera rappresentazione di un panorama, ma è un’immagine con una proporzione particolare tra il lato lungo e quello corto: possiamo definire “panoramica”, una fotografia che consenta una visione dilatata, con il lato lungo che misuri almeno il doppio del lato corto. Per capire appieno il significato di fotografia panoramica è sufficiente risalire all’etimologia della parola stessa: “visione globale” (dal greco PAN-tutto e ORAMA-veduta). Ma come si ottengono fotografie di questo tipo? Non ci soffermeremo a lungo sulla parte di post produzione, ma cercheremo di ragionare maggiormente su come ottenere delle belle panoramiche scattando con metodo, già in fase di ripresa. Insomma, diseguito riportiamo alcune metodologie per ottenere foto panoramiche, senza pretendere di essere totalmente esaustivi su quello che è uno degli argomenti più complessi, ma anche più affascinanti della fotografia di montagna. 20 · TREKKING&Outdoor

A cura di Cesare Re

· Metodo 1: il ritaglio dell’immagine

Il modo più semplice per scattare una foto panoramica, consiste nel ritagliare i bordi, superiore e inferiore, del lato lungo della foto. I puristi inorridirebbero, ma evidentemente non sono consapevoli, per esempio, che le immagini destinate ad uso editoriale (libri, riviste) vengono normalmente ritagliate per questioni di impaginato e di equilibrio di spazio tra immagini e testi. Se scattate con un obiettivo supergrandangolare, come un Fish Eye, tipo 15mm oppure 16mm (180 gradi di angolo di campo), otterrete foto paragonabili a quelle restituite da apposite fotocamere panoramiche analogiche, dette ad “obiettivo rotante”. Il limite può essere che tagliando l’immagine, si ottengono foto a risoluzione un pò più bassa.

· Metodo 2: fotocamere panoramiche

Esistono particolari fotocamere a rullino con obiettivi che, scattando, ruotano sul proprio asse, impressionando una parte di pellicola più lunga, restituendo


Non solo paesaggio in formato panorama, ma anche il soggetto umano, al cospetto del gruppo del Bianco, può essere ripreso in questo modo (Metodo 1)

Dolomiti, tramonto dal Passo Gardena. Unione di cinque scatti verticali, focale di 85 mm (Metodo 3)

immagini dilatate con il lato maggiore, lungo almeno il doppio di quello corto. Per esempio: Noblex e Horizon. Altri tipi di fotocamere panoramiche, come la nota Hasselblad X Pan, producono fotografie su pellicola 35mm (24 mm per 65 mm), sfruttando obiettivi in grado di coprire quel tipo di formato, originando panoramiche con effetti simile a quello del ritaglio di cui si parla al punto 1. Esistono anche fotocamere con possibilità di restituire immagini molto grandi: 6 cm per 12 cm, 6 cm per 17 cm, ecc. I costi di gestione sono alti, è necessario scattare in pellicola e poi scansire le foto, ma si ottengono immagini molto particolari. Sono anche strumenti “difficili da addomesticare” che richiedono molta pratica. Suggerisco di guardare alcuni libri di Marco Milani e Davide Camisasca.

· Metodo 3: unione di più scatti in post produzione

Il metodo di fusione di più immagini, accostate l’una all’altra, viene chiamato “stitching” ed è il più usato, in

epoca digitale. In questo modo si possono “fondere” moltissime immagini e creare panoramiche di dimensioni giganti. In definitiva, in ripresa si scattano più foto e in post produzione si uniscono. Esistono anche compatte e cellulari che originano delle panoramiche in automatico (modalità panorama assistito), con risultati discreti, anche se, una volta che le immagini vengono stampate oppure ingrandite, spesso si notano i punti di congiunzione tra foto e foto. Come si scattano, quindi, le diverse immagini che poi si uniranno al computer?

1 IMPOSTAZIONE “M”: impostare la macchina foto-

grafica con l’esposizione manuale, in genere indicata con “M”. Ovvero si impostano manualmente sia il diaframma, sia il tempo di posa. In questo modo avremo la stessa esposizione in tutte le fotografie e, quindi, colori molto simili tra le varie foto che poi comporranno la panoramica. Avremo, così, meno lavoro da fare in post, per uniformare le varie foto. TREKKING&Outdoor · 21


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