LA RIVISTA DEL
Bimestrale Nr.5 - Anno XXXII - Verde Network s.r.l. - 16121 Genova - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI
ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA
&OUTDOOR 292
SPECIALE AMATRICE DA VIVERE SCOPRIRE ASSAPORARE
NEPAL IL TREKKING DEI TRE PASSI
GIACCA TECNICA LA SCELTA GIUSTA
Euro 4,00 Ottobre / Novembre 2017
LA TECNICA PER CAMMINARE SUI TERRENI DIFFICILI COMBATTERE LO STRESS CAMMINANDO
www.trekking.it
VERDE NETWORK
SOMMARIO
ARTICOLI
22 42
22
Amatrice: invito al viaggio
42
Giacca tecnica: la scelta giusta
54
Valle Gesso - I luoghi segreti
62
Camminare sui terreni difficili
68
Sardegna millenaria
74
Combattere lo stress camminando
80
Operazione Mato Grosso
86
Lunga vita al cuore
92
Un mondo outdoor in Engandina
102
marco carlone
enrico bottino
claudio trova
serafino ripamonti
marino curnis
massimo clementi
giancarlo sardini
carlo rocca
ivo cestari
Nepal: il trekking dei Tre Passi francesco frascaro
RUBRICHE IN COPERTINA
LAGO SCANDARELLO FOTO ENRICO FERRI
6
Senza lasciare traccia
8
Obiettivo Outdoor
10
Cogli l’Attimo
12
Emozioni di carta
14
Federtrek
18
Ambiente e dintorni
20
Laboratori del Camminare
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INVITO AL VIAGGIO
AMA TRI CE
22 · TREKKING&Outdoor
C’è un luogo nel cuore d’Italia, dove la natura pulsa di colori vividi e tonalità calde, dove le tradizioni si tramandano da secoli e secoli, dove i piatti della cucina tradizionale riflettono i profumi e i sapori della montagna. Questo luogo è conosciuto in tutto il mondo grazie al piatto di pasta che dal suo toponimo prende il nome, ma oltre a questo c’è molto, molto di più. È Amatrice, scrigno appenninico che racchiude al suo interno un piccolo paradiso di natura, tradizioni ed eccellenze gastronomiche.
Castagneto presso Voceto, frazione di Amatrice (Ph E. Ferri)
TREKKING&Outdoor · 23
CONSIGLI DI TREKKING
LA SCELTA DEL GUSCIO
UN INSEPARABILE COMPAGNO TUTTO QUELLO CHE DOVETE SAPERE, O QUASI, SUI GUSCI TECNICI PER IL TREKKING E L’ALPINISMO.
Il segreto del GoreTex®? La dimensione del singolo poro della membrana è 700 volte più grande di quella della molecola di vapore acqueo, che può quindi liberamente passare. Al contrario, ogni singolo poro è di dimensione 20.000 volte più piccola della più piccola goccia d’acqua esistente in natura.
42 · TREKKING&Outdoor
T
utto il materiale è ormai di ottima qualità, sempre più resistente e leggero, ma il costo della ricerca e delle evolute tecnofibre si fa sentire anche sul portafoglio. È normale dover fare una scelta occulta, accurata e congeniale alla nostra attività outdoor preferita.
PRONTI A SCEGLIERE. ESCURSIONISMO O ALPINISMO? Rimanere sempre bene all’asciutto è una delle prime necessità di chi pratica attività all’aria aperta. Questa funzione è affidata soprattutto ai gusci tecnici realizzati con tessuti dall’elevata traspirabilità e impermeabilità, ma anche leggeri, confortevoli, resistenti e pratici da indossare e da riporre nello zaino, dove devono occupare il minimo ingombro. La scelta del nostro guscio ideale è vincolata non solo dalle sue prestazioni tecniche, ma anche dall’attività outdoor a noi più congeniale, quindi in un punto vendita specializzato sarà fondamentale la valutazione delle nostre esigenze specifiche e dell’utilizzo che faremo del capo: solo così il commesso potrà aiutarci nella scelta più corretta del guscio da acquistare. Dobbiamo considerare che alpinisti ed escursionisti hanno necessità diverse, anche in base alla stagione. Ad esempio, impermeabilità, isolamento dal vento e traspirabilità sono peculiarità comuni alle giacche per il trekking e per l’alpinismo, la robustezza e la resistenza dei tessuti sono invece fondamentali per attività su roccia o ghiaccio – dove abrasione e sfregamento sono frequenti – mentre la leggerezza è un aspetto che deve interessare soprattutto chi
pratica hiking e trekking. Anche i particolari sono importanti: se la nostra attività outdoor prevede ferrate, cascate di ghiaccio, progressione su ghiacciaio, bisogna scegliere un guscio con un cappuccio performante per il casco, per la fluidità del capo e la visibilità laterale. Non solo, l’imbrago, che garantisce sicurezza nell’esercizio delle attività sopra citate, deve lasciare libere le tasche, posizionate più in alto e sulla parte centrale del guscio. Oppure, se facciamo sci-escursionismo, o comunque ci piace camminare con le ciaspole, è fondamentale la chiusura dei polsini a velcro e la presenza della culisse in vita che impedisca alla neve di entrare nella giacca dal basso. Come potete vedere, i gusci, apparentemente tutti
www.shutterstock.com / Maridav
LA SCELTA DEL GUSCIO DEVE ESSERE OCULATA, IL SUO ACQUISTO COMPORTA UN GRANDE INVESTIMENTO ECONOMICO, NECESSARIO PERCHÉ RESPONSABILE DELLA NOSTRA SICUREZZA E DEL COMFORT IN MONTAGNA.
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Testi e foto di Enrico Bottino
TREKKING&Outdoor · 43
PIEMONTE Testo e foto di Claudio Trova
LUOGHI SEGRETI NELLE ALPI
MARITTIME
ESCURSIONI FACILI E PASSEGGIATE NELLA MEDIA E BASSA VALLE GESSO, PER CONOSCERE I DINTORNI DI VALDIERI ED ENTRACQUE DURANTE L’AUTUNNO, ALLA SCOPERTA DI INATTESE CURIOSITÀ PAESAGGISTICHE NEL GRUPPO DEL MONTE BUSSAIA.
54 · TREKKING&Outdoor
TREKKING&Outdoor · 55
CONSIGLI DI TREKKING LE TECNICHE DELL’ESCURSIONISMO
Shutterstock.com / My Good Images
CAMMINARE SUI TERRENI DIFFICILI
62 · TREKKING&Outdoor
“POI CH’ÈI POSATO UN POCO IL CORPO LASSO, RIPRESI VIA PER LA PIAGGIA DISERTA, SÌ CHE ‘L PIÈ FERMO SEMPRE ERA ‘L PIÙ BASSO” (LA DIVINA COMMEDIA – INFERNO – CANTO I)
N
on tutti i sentieri sono tappeti di velluto. Ce n’è di scivolosi, sassosi, fangosi, erbosi e avanti così, con tutti gli aggettivi che volete. Ce ne sono anche alcuni che sentieri non sono, o addirittura sono un niente, una direzione da tenere a occhio fra ghiaie, massi, prati o sul fogliame del bosco. Quando a qualcuna di queste caratteristiche aggiungiamo anche la pendenza, siamo indubbiamente di fronte a un terreno escursionistico che ha tutte le carte in regola per essere definito “difficile”. Per salire, scendere o traversare su questi terreni, senza che l’escursione si trasformi in un calvario di fatica e scivolate, non basta mettere un piede davanti all’altro: occorre un minimo di tecnica del camminare. Ovviamente l’esperienza è la sola maestra che vi potrà insegnare i segreti del perfetto camminatore off-road. Qui però vogliamo segnalarvi qualche consiglio, utile per accelerare un po’ l’apprendistato e magari evitare qualche “sederata” di troppo…
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Testo di Serafino Ripamonti
spesso dipendono proprio dal fatto che, su sentiero ripido e sdrucciolevole, l’istinto (o meglio, la paura!) ci spinge a frenare e a rifuggire dal “vuoto” che ci sta davanti, portando il busto, e quindi il baricentro, all’indietro, per stare il più possibile vicini e “aggrappati” al pendio. In questo caso però l’istinto è un pessimo consigliere! Perché, allontanandoci dal vuoto e portando il peso all’indietro, finiamo inevitabilmente per alleggerire la pressione che grava sui piedi, che perdono aderenza e scivolano in avanti. Sul terreno ripido, quindi, la regola è: avanti tutta! Non dobbiamo avere timore di sporgerci verso il vuoto. Procediamo quindi con le ginocchia leggermente piegate e il busto flesso in avanti; il baricentro resta così ben posizionato sopra i piedi, che si muovono compiendo passi tanto più corti quanto più ripido è il terreno di discesa.
AVANTI TUTTA!
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La stabilità della camminata sul sentiero non dipende solo dalla mescola, dalla scolpitura della suola dei nostri scarponi e dalle caratteristiche del terreno, ma anche dal peso che riusciamo a scaricare sui piedi: più pressione siamo in grado di esercitare sui punti di appoggio, minore diventa il rischio di scivolare. Le difficoltà della camminata su terreno ripido si incontrano prima di tutto in discesa, dove l’inclinazione del sentiero e un’errata posizione dell’escursionista sono spesso causa di scivolate poco piacevoli e talvolta pericolose. Le classiche sederate in discesa TREKKING&Outdoor · 63
SARDEGNA Testi e foto di Marino Curnis
SARDEGNA MILLENARIA
68 · TREKKING&Outdoor
GRANDI E PICCOLE ESPLORAZIONI HANNO LA LORO GENESI NEI SOGNI. LASCIATE DUNQUE CHE IL VOSTRO PROSSIMO VIAGGIO, ALLA SCOPERTA DELL’ENTROTERRA GALLURESE, PRENDA ORIGINE DALL’IMMAGINAZIONE E DALLA CURIOSITÀ. MA ATTENZIONE: TALVOLTA LA REALTÀ TRASCENDE LA FANTASIA...
I
mmaginatevi seduti all’ombra di un albero antico, piegato e contorto dai millenni. Una sughera? Banale per la Sardegna; un olivastro, S’otzastru. Immedesimatevi ora in quell’albero, arcaico di quasi quattromila anni. 4000 anni! Un’epoca oltre il tempo. Sotto le vostre fronde sono trascorse rincorrendosi vita e morte, uomini e dei, janas (le minuscole fate sarde) e giganti. Il paesaggio che ammirate dal vostro lungo silenzio è cambiato: la foresta ha ceduto il passo ad un bosco rado corrotto da pascoli. In esso altri Barbalbero “tolkiani” sono sopravvissuti allo scorrere degli anni, ma la vostra vetustà permette solo di definirli anziani: lì accanto due olivastri (forse progenie di quelle olive che ancora decorano i vostri rami in autunno), vi fanno compagnia rispettivamente da cinque e da venti secoli. Nei paraggi più recentemente sono apparsi il lago Liscia e la chiesa di San Baltolu. Forse la piccola chiesa campestre trae origini ancora più antiche, ma non ci è dato saperlo. Certo è che l’area di Luras (paese di 2500 abitanti che unico in Gallura parla il sardo logodurese e non il dialetto gallurese d’origine corsa), è colma di testimonianze ancestrali, le “sepolture dei giganti e dei paladini”: TREKKING&Outdoor · 69
CONSIGLI DI TREKKING
SALUTE E BENESSERE
COMBATTERE LO STRESS DELLA CITTÀ’
CAMMINANDO NEL VERDE
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74 · TREKKING&Outdoor
Testo di Massimo Clementi
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gli abitanti dei centri urbani abbiano una predisposizione all’insorgenza di queste patologie del 40% superiore rispetto a chi vive in aree naturali. Chi nasce e cresce in città ha, inoltre, il doppio delle probabilità di sviluppare la schizofrenia. L’insieme di questi dati e numeri hanno attirato l’attenzione di alcuni ricercatori, che si sono posti una domanda solo all’apparenza banale: “può l’esposizione ad un ambiente naturale migliorare la salute mentale?”
TI SENTI GIÙ? INIZIA A CAMMINARE NELLA NATURA!
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e popolazioni occidentali, negli ultimi 40 anni, si sono sempre più concentrate nei centri urbani. Le città hanno fatto spazio ai nuovi cittadini ingrandendo grigie e degradate periferie, regno dell’edilizia popolare selvaggia, che ha sempre preferito costruire grigi mostri di cemento eliminando sistematicamente ogni area verde, vista come uno spreco. Oggi più della metà della popolazione mondiale vive in ambienti urbani ed entro pochi decenni questa percentuale potrebbe salire fino al 70%, almeno nelle aree più sviluppate del pianeta (fonte: Population Reference Bureau). La percentuale di abitanti nei nostri centri urbani non è l’unica cosa ad essere aumentata. Infatti, di pari passo o quasi, è cresciuto il numero di soggetti affetti da disturbi mentali come l’ansia e la depressione. Questi due fenomeni sono tutt’altro che indipendenti, infatti le statistiche hanno mostrato come
I ricercatori dell’Università di Stanford sono stati i primi che hanno cercato di trovare una risposta a questa domanda e lo hanno fatto con metodo scientifico. Hanno infatti progettato una sperimentazione che aveva l’obiettivo dichiarato di indagare il legame tra il cammino nella natura e gli effetti positivi per la psiche umana. Diamo una piccola anticipazione: questo legame è stato effettivamente individuato, camminare nella natura riduce sensibilmente il rischio di ansia e depressione. Questa ricerca ha rappresentato un passo fondamentale per tutti i successivi studi che hanno messo in relazione la natura, il camminare e il benessere psico-fisico dell’uomo. Camminare in un bosco, in campagna o anche in un parco urbano può avere importanti effetti positivi sulla nostra mente, influendo sull’equilibrio chimico, fino a migliorare complessivamente la nostra salute mentale. Questo è quanto hanno capito i ricercatori di Stanford dopo aver svolto le sperimentazioni di cui ora parliamo.
UNA PRIMA TRACCIA DEL LEGAME TRA NATURA E BENESSERE PSICOLOGICO Proprio le statistiche sull’incidenza dei casi di complicazioni psicologiche negli abitanti dei grandi centri urbani hanno fornito lo spunto a Gregory Bratman, ricercatore della Emmett Interdisciplinary in Environment and Resources presso la Stanford University, per indagare gli effetti psicologici della vita all’interno dei grossi centri urbani. Un primo studio condotto da Bratman e dal suo team di ricercatori aveva evidenziato come gli studenti del campus universitario di Stanford che abitualmente camminavano in aree verdi erano meno soggetti a momenti di sconforto e di calo di attenzione rispetto ai colleghi che passavano quasi tutto il loro TREKKING&Outdoor · 75
CONSIGLI DI TREKKING
SALUTE E BENESSERE
LUNGA VITA AL CUORE, PASSO DOPO PASSO
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86 · TREKKING&Outdoor
Testo di Carlo Rocca
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amminare fa bene al cuore. Lo abbiamo letto e sentito dire tante volte sui giornali, in televisione, sul web. Ma è proprio così o si tratta solo di un vecchio adagio senza fondamento? È una verità scientifica o una frase buona per social network e amene discussioni da bar? Certo non era un tipo da bar (anzi da kapeleion, l’antica taverna greca) Ippocrate, padre della medicina e oggi studiato come precursore della cardiologia. L’antico medico di Kos fu il primo a occuparsi della questione e non aveva dubbi: camminare è la migliore medicina per l’uomo e per il suo spirito. Oggi, a più di duemila anni di distanza, le indagini della scienza hanno dimostrato che sì, Ippocrate aveva ragione.
CAMMINARE FA BENE AL CUORE, SEMPRE È toccato ad alcuni illustri pronipoti di Ippocrate, gli scienziati della Harvard Medical School, di fare chiarezza in una recente pubblicazione sui benefici del camminare per il cuore. Per mettere nero su bianco cosa dice la scienza in proposito, hanno sondato interi database. Ricerca dopo ricerca, hanno passato al setaccio il lavoro di decine di scienziati dal 1970 ad oggi. Il primo studio preso in considerazione è una poderosa metanalisi – uno studio che analizza altri studi - condotta dall’University College di Londra e pubblicata nel 2008. A questo scopo i ricercatori inglesi – sottolineano ad Harvard - passarono al vaglio ben 4295 articoli pubblicati su riviste scientifiche tra il 1970 e il 2007, per estrarne solo 18: un florilegio degli studi più significativi per comprendere se i benefici
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AL CUORE NON SI COMANDA MA ALLA RAGIONE SÌ. VEDIAMO COSA SUGGERISCE LA SCIENZA PER PRESERVARE IN SALUTE IL NOSTRO MUSCOLO PIÙ IMPORTANTE.
del camminare sul sistema cardiovascolare fossero o meno reali. La mole di dati raccolta fu enorme, tale da accreditare questa indagine come una delle più attendibili nel campo della salute legata allo stile di vita. I 459833 soggetti coinvolti avevano in comune il fatto di non presentare alcun tipo di malattia cardiovascolare. L’analisi prendeva inoltre in considerazione soltanto ricerche che includessero anamnesi dello stile di vita dei partecipanti, quali l’abitudine a camminare e l’essere o meno fumatori e consumatori di alcool, condotte unanimemente considerate a rischio e concause nel lungo termine di una più precoce mortalità. I partecipanti furono seguiti per una media di 11,3 anni. L’analisi dei risultati fu ed è inequivocabile. Si osservò innanzitutto che camminare riduce il rischio di eventi cardiovascolari del 31% e il rischio generale di morte del 32%. Questo significa che camminare, al di là dell’effetto benefico sul sistema cardiovascolare previene, in una sorta di circolo virtuoso, tutte le sindromi legate in un modo o nell’altro all’invecchiamento e alla degenerazione cellulare. Altro dato interessante: i benefici non sembrano discriminare tra uomini e donne, entrambi i sessi traendo vantaggio sostanzialmente allo stesso modo. Ma quanto si deve camminare per avere benefici? La buona notizia è che, in base ai risultati, non si deve essere podisti olimpici per stare bene. La protezione derivante dall’attività del camminare diventa evidente già a partire da circa 8-9 km percorsi a settimana ad un passo di poco più di 3 km l’ora. Se si tiene conto che con un’andatura media un adulto sano riesce a percorre circa 4 km in un’ora, TREKKING&Outdoor · 87
SVIZZERA Testo di Ivo Cestari Foto di Ivo Cestari e Nicola Pagano
Il Mistero della
DIAVOLEZZA
92 · TREKKING&Outdoor
L’ALTA ENGADINA E ST. MORITZ A METÀ OTTOCENTO ERANO APPANNAGGIO DELL’ARISTOCRAZIA E QUINDI DELL’ÉLITE DELLA BORGHESIA DEL XX SECOLO. OGGI, IL NASCENTE TURISMO MODERNO, CHE IN QUESTI LUOGHI HA FATTO I PRIMI PASSI, TROVA IN QUESTI AMBIENTI SPLENDIDI LA POSSIBILITÀ DI SEGUIRE GLI STESSI SENTIERI E AMMIRARE I GHIACCIAI CHE ATTRASSERO IN PASSATO PERSONAGGI FAMOSI IN TUTTA EUROPA PER LA LORO STORIA, LE LORO OPERE, I LORO PROGETTI E PENSIERI.
NEPAL Testo e foto di Francesco Frascaro
E V E R E ST IL TREKKING DEI TRE PASSI
UNO STRAORDINARIO VIAGGIO NEL CUORE DELL’HIMALAYA ATTRAVERSO I VALICHI PIÙ SPETTACOLARI DELLA REGIONE.
102 · TREKKING&Outdoor
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ntraprendere un trekking nell’Himalaya significa addentrarsi in un territorio caratterizzato da grandi spazi isolati, in cui si cammina per settimane salendo e scendendo gradualmente tra villaggi sherpa e valli glaciali, fino ad addentrarsi nel magnifico paesaggio alpino. Seguendo le tracce dei primi esploratori si attraversano luoghi sacri e si procede in percorsi in cui le emozioni sono provocate dall’estrema bellezza di un territorio straordinario, dall’incontro con altre etnie e dalla capacità di superare le difficoltà. Un’esperienza nella quale ognuno compie il proprio cammino individuale, fortificando passo dopo passo il proprio benessere fisico e spirituale.
IL TREKKING Questo viaggio di 21 giorni nel cuore delle montagne nepalesi compie il circuito completo del Khumbu e riunisce i tratti più spettacolari della regione dell’Everest. Dopo il volo da Kathmandu per l’aeroporto Tenzing-Hillary di Lukla, si percorre a piedi un attraversamento completo del gruppo montano himalayano, che permette di camminare all’ombra di alcune delle cime più alte della terra, in una topografia che supera valichi montani a quote molto elevate, per poi ridiscendere in gole profonde, attraversare fiumi e risalire nuovamente sui versanti opposti, tra ghiacciai e morene detritiche. Un trekking difficile, che transita in aree isolate e che implica sfida fisica e mentale, ma che alla fine andrà a occupare un posto speciale nel cuore per molto tempo. L’itinerario dei “tre passi” prevede da 3 a 7 ore di cammino giornaliere, durante le quali il corpo e la mente si adattano all’altitudine, mentre il fisico rinvigorisce. Percorrendo i sentieri ci si perde nella meraviglia di questi ambienti straordinari, attorniati dalla natura selvaggia e incontaminata. Gli iniziali incontri con i sorridenti bambini degli altopiani si sostituiscono con quelli dei pellegrini solitari più a monte e delle sempre meno frequenti carovane di yak, che discendono tintinnanti dagli alti valichi montani trasportando mercanzie nei villaggi, dove la vita quotidiana si svolge
È ONLINE IL TREKKING BOOK STORE! Abbiamo sempre lavorato ad ogni numero della rivista come fosse un pezzo unico, una pubblicazione da collezionare e conservare, magari da rileggere nel tempo. Ogni rivista è il racconto degli aspetti più caratteristici e intimi di un luogo, un territorio o una città da scoprire col passo lento e attento del camminatore. Le nostre storie, numero dopo numero, hanno narrato le tradizioni e le culture di popoli e terre vicine e lontane. Abbiamo creato un luogo adatto a contenere molti di questi racconti e storie, per farle scoprire o riscoprire ad ogni nostro lettore. Si chiama TREKKING BOOK STORE e lo trovate online!
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