Presentazione del numero 252 di TREKKING&Outdoor

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Euro 4 - Gennaio - Febbraio 2012 - Anno XXIX - Mensile Nr. 1 Clementi Editore s.r.l. - 43100 Parma Sped. in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Milano

www.trekking.it

LA RIVISTA DEL

ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA

252 TREKKING DEL R I V I S TA LA CLEMENTI EDITORE

20-12-2011

&OUTDOOR 252

NEVE CIASPOLE 58 itinerari sulla neve MERANO divertirsi d’inverno ETNA grandi emozioni STELVIO autentica natura alpina FONDO l’arte degli sci stretti

CLEMENTI EDITORE


NEVE 58 itinerari con le ciaspole

per scoprire lʼinverno dalle Alpi Il nuovo anno di TREKKING&Outdoor inizia all’insegna della neve, che cambia volto al paesaggio e regala la possibilità di scoprire un contesto outdoor unico, proprio in questa stagione. È il momento di preparare le ciaspole e sfogliare la rivista alla ricerca della proposta più adatta alle proprie esigenze: in esclusiva per i nostri lettori, un’ampia scelta di itinerari su neve e innumerevoli occasioni per conoscere il territorio in candida veste, alla ricerca della dimensione outdoor dell’inverno.


all始Appennino


Emozioni d’invern

FAMOSA DA SEMPRE PER IL SUO CLIMA MITE, CHE DAI PAESI DEL NORDEUROPA NEI SECOLI HA ATTIRATO DURANTE L’INVERNO SOVRANI, ARTISTI, LETTERATI E UNA FOLLA DI PERSONE IN CERCA DELLA SUA LEGGENDARIA “ETERNA PRIMAVERA”, MERANO OFFRE NEI SUOI DINTORNI UNO SPETTACOLARE VENTAGLIO DI OPPORTUNITÀ ANCHE PER GLI APPASSIONATI DI AUTENTICO INVERNO

ci, snowboard e fondo non sono gli unici protagonisti dell’inverno a Merano e nei suoi cinque comprensori sciistici. Le cime che svettano sopra le palme e i giardini sempre fioriti della città sulla riva del Passirio fanno intuire a chiunque guardi quei crinali, che da oltre 3000 metri di quota sembrano arrivare al limite delle case, la forza dell’inverno vero, fatto di montagne di neve e grandi emozioni.

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ALTO ADIGE

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TESTO DI MICHELE DALLA PALMA FOTO ARCHIVIO MERANO MARKETING / FRIEDER BLICKLE, MARIO ENTERO

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Rabbi e Pejo

TESTO DI MILENA LOMBARDO / FOTO ALBERTO PENASA, GUIDE ALPINE VAL DI SOLE E ARCHIVIO PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO / EMANUELA GASPERI, FRANCO BENETTI, BERNARD SCHOUWEY, FAUSTO CESTI, GIANFRANCO SCHIEGHI, PATRIZIA VALENZIANO, VINCENZO MARTEGANI, ALBERTO PENASA

nche il più insaziabile degli escursionisti non potrà rimanere deluso dalla vastissima offerta paesaggistica che caratterizza i 134.620 ettari del Parco Nazionale dello Stelvio. Protetto da una serie di imponenti gruppi rocciosi, tra i quali spicca l'Ortles-Cevedale, e da numerose e particolarissime valli note in tutto l'ambito alpino, questo ambiente spesso ancora incontaminato e primordiale sorprende il visitatore, impreparato a tanta varietà di flora, fauna e natura.

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ALPI

RETICHE MERIDIONALI

armonia montana


Neve sul Vulcano un ambiente unico tra panorami imbiancati TESTI DI GIUSEPPE AMENDOLIA E DOMENICO CACIOPPO FOTO DI GIUSEPPE AMENDOLIA

Etna non si distingue solo per il fascino delle colate laviche che ne segnano e ne modificano il territorio incessantemente. Tutta la zona del vulcano è resa unica da un universo vegetale che compone e scompone tutti i colori della tavolozza di Madre Natura, dalle tonalità del verde dei vigneti al giallo dei pometi, querceti e castagneti, ai colori scuri delle foreste di faggio e di betulla dove i raggi di sole penetrano incerti e flebili. Con l’aumentare della quota, la luce si riappropria dei suoi spazi: l’ambiente è dominato dal vulcano, lassù, dove le nuvole accarezzano i lapilli espulsi dalle viscere della Terra e la coltre di neve copre tutto.

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ETNA

e l始azzurro del mare


Benessere ad alta quota TESTO DI SILVIA DELLA ROCCA E ITALO CLEMENTI / FOTO M. DALLA PALMA

ormio, stazione di sport invernali oggi conosciuta in tutto il mondo per l'eccellenza delle sue piste, vanta in realtà un primato molto antico... già all'epoca degli imperatori romani, 2000 anni fa, era infatti un luogo rinomato e ricercato per le qualità “magiche” delle sue acque. Ancora oggi, coniugare sport e relax è una delle peculiarità che rendono unica questa località dell’Alta Valtellina.

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ALPI RETICHE ORIENTALI

Immersa nella grande vasca da idromassaggio, un grande “mastello” di legno posizionato al centro del magnifico parco del Gran Hotel Bagni Nuovi, alla periferia di Bormio, incurante della temperatura di parecchi gradi sotto zero, mi crogiolo nel dolce abbraccio dell'acqua che arriva direttamente dalle viscere della terra a una temperatura di 40 gradi, e osservo le ultime carezze di sole sfiorare le piste da sci e le creste innevate che circondano questo magnifico borgo antico nel cuore della Valtellina. Verso occidente, Cima Piazzi, coi suoi 3440 metri, domina l'orizzonte ancora inondata di luce. Solo poche ore fa, camminavo sulle straordinarie geometrie cristalline del ghiacciaio dei Forni, il più esteso delle Alpi, durante un'entusiasmante escursione con le ciaspole. Difficile trovare un altro luogo dove, nell'arco di una normale giornata, si possa passare dal brivido della velocità sulle piste da sci alle suggestioni di un'avventura ad alta quota con le ciaspole per poi lasciarsi catturare dalle atmosfere rilassanti di uno dei centri termali più famosi delle Alpi... questo, e molto altro, è una vacanza a Bormio. E per concludere, stasera mi aspetta un incontro con la miglior enogastronomia del territorio, un concentrato di gusti e sapori che sanno d'antico, arricchiti dal carattere aspro e forte del vino più alto d'Europa, quello della Valtellina. Bagni di Bormio, una storia antica

Le fonti termali che alimentano il sistema termale di Bormio si trovano circa due chilometri sopra il paese. A quale epoca risalga l’uso dei Bagni di Bormio è difficile precisare; molti storici concordano nel riconoscere in una frase di Plinio “in jugis Alpium” (Naturalis Historia, II, 103) il riferimento alle acque calde della località alpina. Il riconoscimento più importante delle loro virtù terapeutiche nel passato risale al VI sec. d.C., in una lettera che lo scrittore Aurelio Cassiodoro (segretario del re ostrogoto Teodorico) indirizza al conte Vinosiado invitandolo a recarsi “Ad aquas Burmias” per curarsi della gotta. Le acque termali scaturiscono dall’imponente massiccio dolomitico e calcareo del gruppo dell’Ortles, in una zona scoscesa, racchiusa fra gli scisti del torrente Braulio e la dolomia principale dell’Umbrail. Le acque fuoriescono da nove sorgenti -


si veste di bianco TESTO DI ELISA CANEPA / FOTO ARCHIVIO PARCO SASSO SIMONE E SIMONCELLO

aestosi e solitari, isole di calcare che emergono dalla candida trapunta di neve, gli affioramenti di Sasso Simone e Simoncello sono i guardiani silenziosi del Montefeltro, incantevole paesaggio appenninico tra le Marche e l’Emilia Romagna, reso ancora più affascinante dalla stagione invernale. L’abito bianco veste le dolci colline dal segreto cuore d’argilla, e disegna linee morbide e ondulate, superfici invitanti per gli appassionati di escursionismo con le racchette da neve.

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APPENNINO TOSCO-MARCHIGIANO

il Montefeltro


Nei mesi più freddi, i pascoli ampi e aperti diventano pianori immacolati e regalano un contatto intimo con la natura, ricco di atmosfere da fiaba. Indossate le ciaspole, o in alternativa gli sci da fondo escursionismo, si ammirano le pareti a strapiombo e i calanchi che circondano i due sassi e il monte Carpegna, dalla cima arrotondata, nel cuore dell’area protetta dei Sassi Simone e Simoncello (Tel. 0722.770073 www.parcosimone.it, Centro Visite di Pietrarubbia, Tel. 0722.75350, centrovisi-

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Itinerari

te@libero.it). Avanzando nell’aria tersa, seguendo le tracce di neve alla scoperta di questo ambiente incontaminato, può capitare di intravedere resti di torri e possenti mura che appaiono sullo sfondo bianco come in un sogno, per conservare la memoria dell’antichissima “città del sasso”, voluta da Cosimo dei Medici a metà del XVI secolo. La magia continua quando ci si immerge nella cerreta ai piedi dei due sassi, o tra i ricami di ghiaccio sulle aghifoglie della foresta demaniale del monte Carpegna fino alla solen-

sicurezza sui sentieri con

A14 Bologna – Taranto, uscita Cattolica – Gabicce segue SP35.

Panorami invernali dal monte Carpegna

Località di partenza Eremo della Madonna del Faggio (m 1235) Località di arrivo Calvillano (m 900) Difficoltà E Dislivello 200 metri circa 400 metri circa Tempo di percorrenza 4 ore Punti di appoggio Rifugio stazione sciistica Eremo Famiglia Parlanti, Tel. 0722.78143, apertura invernale, www.eremomontecarpegna.it Rifugio escursionistico Fontanelle Comunanza Agraria, per informazioni contattare il Parco, 2 posti letto CEA, Foresteria Parco Naturale Sasso Simone e Simoncello Tel. 0721.700224 Cell. 3351230615, apertura invernale, 64 posti letto, www.lamacina.it

talità del Montefeltro nella stagione fredda. Descrizione: con questa escursione si percorre la parte alta del monte Carpegna, con coste affacciate su panorami mozzafiato e dolci praterie sommitali ricoperte da un vellutato manto nevoso, fino a terminare nei pressi della secolare faggeta di Pianacquadio. Si fa base presso l’eremo della Madonna del Faggio, antico luogo di pellegrinaggio e culto mariano, immerso nelle praterie sommitali del monte Carpegna dove è anche possibile fare rifornimento di acqua. La località è inoltre sede di un’accogliente e attrezzata stazione sciistica. Dal ristorante/rifugio della stazione sciistica ci si dirige, attraversando i prati innevati, verso il passo del Trabocchino (m 1300), punto panoramico sul sottostante paese di Carpegna e sulla valle del Mutino. Camminando sulla costa, in salita, appaiono sulla sinistra i Sassi Simone e Simoncello e sulla destra si gode lo spettacolo dei morbidi prati sommitali, resi ancora più delicati dalla presenza della ne-

ve. Arrivati sulla sommità della costa (m 1406) si apre uno scorcio sul monte Canale e sull’imponente cerreta dei Sassi Simone e Simoncello. Da qui si continua verso Nord, in parallelo alla costa e ci si ritrova al Rifugio Fontanelle, realizzato con tronchi di legno e provvisto di due posti letto, tavolo e camino. Si riprende la strada imbiancata che sale lentamente di quota e si arriva al Passo dei Ladri. In questo punto si gode di uno splendido panorama che spazia sulla Valmarecchia: sono ben visibili gli abitati sottostanti di Pennabilli e Novafeltria, all’orizzonte il monte di Perticara e più a Ovest il monte Fumaiolo. Si continua in direzione del bosco di Pianacquadio: un’affascinante faggeta ad alto fusto che ospita esemplari secolari di notevoli dimensioni. Dal bosco si scende fino all’abitato di Calvillano (Montecopiolo) dove si trova il CEA (Centro di educazione ambientale) del Parco Sasso Simone e Simoncello che segna il punto di arrivo dell’escursione. Presso il CEA (m 950) è possibile degustare prodotti tipici locali in compagnia del caldo fuoco del camino. Come arrivare in auto: A14 Bologna – Taranto, uscita Cattolica – Gabicce. SP35 fino Morciano di Romagna, segue SP18 fino a Santa Maria del Piano . Da qui SP2 fino a Monte Cerignone e deviazione per Montecopiolo, Eremo della Madonna del Faggio.

La coltre bianca, i raggi caldi di un sole timido, l’aria pulita e il panorama unico. Lasciatevi incantare dallo spettacolo delle cime innevate, dall’abbraccio caldo del silenzio ovattato, dall’ospi-

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TESTI DI ITALO CLEMENTI E SERAFINO RIPAMONTI / FOTO PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE

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LOMBARDE

cavallo fra la provincia di Bergamo e la Valtellina, a poche decine di chilometri dalle grandi città della pianura, si snoda una catena di montagne impervie e valli dove d’inverno, anche lungo gli itinerari più semplici, si può ancora gustare il sapore dell’avventura.

Selvaggio è un aggettivo un po’ logoro. Noi che scriviamo di turismo e natura non ci siamo mai fatti troppi problemi ad appiccicarlo a qualsiasi luogo della Penisola dove crescano quattro fili d’erba e scorazzi un qualche animaletto di specie non proprio domestica. Per fortuna però esistono posti dove le parole e le cose ritrovano un po’ del loro significato. Le Alpi Orobie sono uno di questi. Non è una questione di geografia: l’Alta Val Seriana, dove si trovano gli itinerari che vi proponiamo, in fondo è solo a poche decine di chilometri dal groviglio urbanistico della pianura Padana. Forse è l’effetto di queste montagne così severe e allo stesso tempo lontane dalla maestosità un po’ patinata di certi altri luoghi arcinoti delle Alpi. Oppure sono le ombre e i silenzi d’altri tempi che la neve e il freddo portano fra le

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PREALPI

Orobie selvagge

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valli più impervie. Fatto sta che spesso basta mettere le ciaspole ai piedi per cominciare ad assaporare un poco il gusto dell’avventura. Non che fare un’escursione nel Parco delle Orobie Bergamasche (Info: Tel 035.224249 www.parcorobie.it) sia per forza roba da Tarzan: fino ad oggi nessun escursionista è mai venuto alle mani con grizzly, leoni o altre bestie feroci (anche se non è difficile avvistare o imbattersi nelle tracce dei rappresentanti più autorevoli della fauna alpina), però qui, soprattutto nella stagione invernale, anche lungo gli itinerari più semplici, si può percepire quel senso sottile di oppressione e insieme di libertà che si prova solo nei luoghi dove resiste ancora qualcosa di selvaggio, i luoghi dove non tutto è certo e dove non è sempre l’uomo ad essere misura di tutte le cose.

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Itinerari

sicurezza sui sentieri con

1° e 2° itinerario In auto. Da Bergamo SS671 della Val Seriana fino a Ponte Nossa

1° itinerario / Alta Val Seriana

Valzurio – Baite di Pegherola

Località di partenza Comune di Oltressenda Alta, frazione Valzurio (m 813) Località di arrivo Baita alta di Pagherola (m 1731) Difficoltà E Dislivello 920 metri Tempo di percorrenza 4 ore circa Esposizione Sud-Est

Il percorso si sviluppa lungo la Val Valzurio, una delle valli più integre e incontaminate del Parco delle Orobie Bergamasche. L’itinerario misura circa 9 chilometri lungo i quali non sono presenti rifugi o altri punti di appoggio, è quindi indispensabile essere ben attrezzati per l’escursionismo invernale ed avere con sé cibo e acqua. Descrizione: dal centro abitato di Oltressenda Alta si segue via Presolana, sino a raggiungere la frazione Valzurio, dove si lascia l’auto, per proseguire a piedi verso la frazione Spinelli (m 949), raggiungibile anche in auto in assenza di neve. Da qui si continua lungo la strada forestale che si sviluppa all’interno di boschi misti di latifoglie e abeti che per brevi tratti, in corrispondenza di pianori, lasciano intravedere stupendi scorci sulle montagne circostanti. Dopo circa un’ora si giunge alla splendida conca del Moschel (m 126), dove si trovano numerose baite private. Da qui si possono osservare diverse montagne tra cui il Timogno, il Vodala e l’Avert a Ovest, Ferrante e Ferrantino a Nord e la Presolana a Est. Proseguendo lungo il sentiero Cai nr 311 raggiungiamo la Baita bassa di Pagherola (m 1505) e successivamente la Baita di mezzo, dove larici e abeti diventano sempre più radi, sino a scomparire completamente. Con un ultimo tratto più ripido si giunge infine alla Baita alta, meta del percorso posta ad una quota 1731. Durante la meritata pausa si possono osservare panorami stupendi sulla Presolana e sulle vette circostanti e, con un pizzico di fortuna, potremo osservare qualche camo-

scio o quanto meno le numerose tracce lasciate nella neve. Come arrivare in auto: da Bergamo SS671 della Val Seriana fino a Ponte Nossa, segue SP49 fino a Villa d’Ogna. Da qui indicazioni per Oltressenda Alta. 2° itinerario / Alta Val Seriana

Valcanale – Lago Branchino

Località di partenza Valcanale, frazione di Ardesio (m 1050) Località di arrivo Lago Branchino (m 1780) Difficoltà E Dislivello 770 metri Tempo di percorrenza 3 ore circa Esposizione Nord-Est

L’itinerario si sviluppa lungo il Sentiero delle Farfalle, un percorso attrezzato con apposita cartellonistica informativa dal Parco delle Orobie Bergamasche per far conoscere agli escursionisti

la grande varietà di lepidotteri presenti nella zona. Descrizione: lasciata l’auto nei pressi del laghetto artificiale posto dopo l’abitato di Valcanale (m 1050), si imbocca l’ampio sentiero (Cai nr 220) che porta al rifugio Alpe Corte (m 1400). Questo primo tratto si sviluppa in un fitto bosco di abeti dove, con un po’ attenzione, si possono osservare le tracce delle volpi. Giunti nei pressi del rifugio, gli alberi diminuiscono lasciando il posto ad ampi spazi aperti. Da qui si prosegue verso il lago Branchino (sentiero Cai nr 218) e dopo 30 minuti circa di cammino si raggiungono le baite del Neel, prima la bassa (m 1565) e poi quella di mezzo (m 1615). A questo punto il percorso si fa un po’ più impegnativo ma la vista della Corna Piana e del Pizzo Arera rendono la salita un vero piacere. Dopo poco più di due ore dalla partenza si raggiungono dapprima la baita alta del Neel e poi la conca del lago Branchino (m 1780). L’ultimo tratto del percorso è quello che presenta pendenze maggiori e quindi deve essere affrontato con maggior prudenza pur non presentando grossi pericoli. Come arrivare in auto: da Bergamo SS671 della Val Seriana fino a Ponte Nossa, poi SP49 fino ad Ardesio dove si seguono le indicazioni per Valcanale.


Alpi del Sole

le cime che dominano il Mediterraneo

a si percepisce nei profili delle cime, nel sole che fa brillare la neve sui rami pesanti, negli orizzonti lontani: è una luce diversa, permeata dai toni caldi del Mediterraneo, un’atmosfera unica, impensabile altrove. Come una sinuosa mano di pietra, la catena alpina, al suo limite occidentale, sembra voler chiudere nel palmo le valli cuneesi, accarezzare la Liguria con le dita sottili di guglie e pinnacoli e spingersi in alto, con le sue vette già imbiancate, che amano spiare il mare.

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ALPI LIGURI / ALPI MARITTIME Le Alpi Liguri si congedano dall’Appennino presso il Colle di Cadibona e da qui, gradatamente, salgono in quota, fino a raggiungere i 2651 metri della punta del Marguareis, il gigante di roccia che si affaccia sulle valli Pesio e Tanaro. Un abito bianco, elegante e distinto, veste le montagne già dalle prime precipitazioni dell’inverno, mentre nell’aria ancora profumata di Mediterraneo si alzano sbuffi di neve che coprono le grandi conche carsiche e le valli incise dai torrenti. Tutelato dal Parco del Marguareis (Tel. 0171.734021, Cell.

334.6246213, parcomarguareis@ruparpiemonte.it), questo straordinario ambiente naturale si svela a chi sa avvicinarsi senza fare rumore, con il passo soffice delle ciaspole, sul manto candido e inviolato per cercare le tracce leggere della lepre, dell’ermellino, della pernice o i ricami di neve nei boschi di abete bianco, per secoli curati dai frati certosini. Oltre il colle di Tenda, fino al colle della Maddalena, le montagne del mare diventano Alpi Marittime, parte integrante dell’omonima area protetta (Tel. 0171.97397,

TESTI DI ENRICO BOTTINO, ERIKA CHIECCHIO E KATIA MUSSO /FOTO DI E. BOTTINO, E. CHIECCHIO, M. FISSORE, G. BERNARDI, A. RIVELLI, ARCHIVIO PARCO DEL MARGUAREIS E PARCO DELLE ALPI MARITTIME


Ciaspole

a due passi dal mare LO SANNO IN POCHI, MA LA LIGURIA PER CHI VUOLE CIMENTARSI

CON LE RACCHETTE DA NEVE OFFRE INTERESSANTI ITINERARI IN UNA ATMOSFERA MAGICA CHE FA GODERE APPIENO IL CONTATTO DIRETTO CON LA NATURA 56

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pochi chilometri dal litorale, Monesi di Triora e Santo Stefano d’Aveto danno vita a un esclusivo comprensorio tipico per gli sport invernali nordici grazie ai nuovi impianti di risalita e alle piste di discesa che si dipanano dal versante settentrionale del Saccarello, in Val Tanarello, e dalle pendici del monte Bue in Val d’Aveto, la più alpestre delle valli appenniniche liguri.

TESTO DI ENRICO BOTTINO E MONICA SAETTONE FOTO DI ENRICO BOTTINO, MONICA SAETTONE, MARCO CARRARO, ARCHIVI PARCHI AVETO, ANTOLA E BEIGUA

APPENNINO LIGURE

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Non solo: l’appassionato che privilegia spazi integri e incontaminati, può dilettarsi con fuoripista, gite di sci alpinismo e, soprattutto, in un ambiente incredibile qual è la Liguria, vivere un’esperienza unica camminando sulla neve lungo l’Alta Via dei Monti Liguri, di fronte al mare blu cobalto. Strumento indispensabile sono le ciaspole, grazie alle quali non è possibile sprofondare nella coltre di neve, rendendo così il tutto meno faticoso e più appagante. Al resto pensa la natura, che peraltro può riservare all’escursionista incontri davvero speciali, soprattutto con gli ungulati come caprioli e daini. Non è necessario allontanarsi troppo da casa, si può abbandonare l’idea di raggiungere la Valle d’Aosta o il Piemonte perché esiste una Liguria, quella dell’entroterra, dove le escursioni con le ciaspole riescono al meglio: l’aria frizzante mette voglia di camminare nelle aree protette della Val d’Aveto, dell’Antola, del Beigua e dell’alta Val Bormida, dove i Centri Visita dei Parchi organizzano passeggiate più o meno impegnative con la supervisione di guide abilitate che insegnano agli escursionisti come improvvisarsi detective della natura, visto che la neve trasforma il suolo in un libro aperto dove leggere le orme degli abitanti dei boschi in perenne lotta per la sopravvivenza. Gli itinerari non mancano e di seguito proponiamo solo alcuni dei tanti percorsi panoramici che salgono sulle cime dello spartiacque, con scorci suggestivi che si snodano per diversi chilometri. Naturalmente nessuno vieta di percorrere le piste secondo l’ispirazione del momento, tracciando da soli il proprio itinerario, con l’accortezza, sempre, di scegliere pendii non troppo ripidi e di essere sempre vigili e attenti, perché il rischio di valanghe e slavine esiste.


un manto di neve sopra un cuore di pietra TESTO DI MARCO FAZION E SILVIO PIORI / FOTO DI MARCO FAZION, SILVIO PIORIGO, BEATRICE GORETTI, IRMA MARCELLI

renta chilometri di gallerie, oltre novecento metri di profondità, un’esplorazione che dura da secoli e che forse non si potrà mai dire veramente conclusa. Monte Cucco, situato nell’Appennino centrale proprio al confine tra Umbria orientale e Marche, è un nome noto per lo più agli appassionati di speleologia e, recentemente, agli amanti del volo libero, due discipline che hanno reso celebre questo massiccio.

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Assai meno nota è la magia delle sue faggete, quando venti gelidi, dopo aver spazzato le piane siberiane, sormontano le alture slave per riversarsi sull’Adriatico, caricandosi di vapori e donando al Parco Regionale del Monte Cucco (Per info: tel 075/9177326; sito web www.discovermontecucco.it) imponenti nevicate. Così, per alcuni mesi, cessata l’attività di volo libero e resosi l’avvicinamento alle grotte difficoltoso, gli escursionisti con le ciaspole, o gli sci di fondo ai piedi, diventano i veri padroni della montagna. Sfruttando al massimo le poche ore di luce che offre la giornata invernale, si seguono le impronte nella neve che raccontano mille

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andirivieni notturni del “popolo di pelo e piuma” che abita il Parco da prima che l’uomo trovasse modo di transitare nei suoi boschi imbiancati. Non bisogna farsi ingannare dalla quota non eccelsa: questa montagna distante dal mare solo una cinquantina di chilometri nella stagione fredda può registrare minime e venti da “grande Nord”. Soli o accompagnati da una Guida esperta, non resta che immergersi nell’atmosfera da fiaba della faggeta innevata che rasserena l’animo e appaga di ogni fatica, per scoprire che la vita non si ferma nemmeno quando il gelo attanaglia le fronde, l’acqua delle fonti si fa di cristallo e i fiocchi che cadono lenti regalano una indescrivibile

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APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO

Monte Cucco


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Itinerari

notizie utili

sicurezza sui sentieri con

Da Roma SS3 Flaminia (Roma – Rimini), da Ancona SS76 della Val dʼEsino, da Perugia SS318, da Cesena E45 fino a Montecorona e poi SS298 per Pian dʼAssino.

Anello di Monte le Gronde

Località di partenza e arrivo Pian delle Macinare (m 1135) Difficoltà E Dislivello 415 metri Tempo di percorrenza 4 – 5 ore circa Periodo consigliato Gennaio/febbraio

È questo l’itinerario più semplice per chi desidera godere dei boschi e delle viste del Parco Regionale del Monte Cucco con le ciaspole. Descrizione: privo di difficoltà legate all’orienta-

Laboratorio del Camminare MONTE MERU

Assisi (PG) Marco Fazion Cell. 347.3782818 info@montemeru.it

mento, in quanto si sviluppa al fianco della pista da sci di fondo del cosiddetto “Anello della Fragolosa”, si svolge su un ampio fondo battuto, che nei periodi di massimo innevamento - che in queste zone non di rado raggiunge i 200 cm - agevola non poco la progressione. Basta quindi seguire i binari dei fondisti al fianco dei quali abbiamo almeno 3 - 4 metri di neve a nostra disposizione, per vivere le emozioni che riserva questo percorso. Quartier generale è il Rifugio di Pian delle Macinare (m 1135), dove si ha la possibilità di pranzare e di scaldarsi davanti al grande camino. Percorso in senso antiorario, il tracciato parte sul sentiero nr 4 (segnavia CAI bianco/rosso) in direzione della Fonte dell’Acqua Passera; dopo circa un chilometro scende all’eremo di San Girolamo, noi invece continuiamo sul sentiero nr 5 piegando verso Ovest. Dopo il bivio che porta alla valle delle Prigioni, della quale si ha una splendida vista dall’alto, la pista continua sul nr 21 fino a Pian di Spilli. Da qui verso Sud, si percorre il

fianco del monte Le Gronde esposto sull’Alto Chiascio, per poi ritornare verso Est, attraverso la bellissima faggeta, al rifugio. Alla nostra destra, in alto, la presenza del monte Cucco, imponente e bellissimo, ci accompagna fino alla meta. Come arrivare in auto: Raggiungere Costacciaro e seguire le indicazioni per Pian delle Macinare. Per raggiungere Costacciaro: da Roma, SS3 Flaminia (Roma – Rimini); da Ancona, SS76 della Val d’Esino; da Perugia SS318 fino a Fossato di Vico e poi SS3 Flaminia; da Cesena E45 (superstrada Ravenna - Orte) fino a Montecorona e poi SS298 per Pian d’Assino.

in libreria

SENTIERI DEL PARCO DEL MONTE CUCCO Una miniera di informazioni utili per ogni turista/escursionista, su sentieri, orografia, idrografia e strutture di ospitalità, punti di interesse archeologico, botanico o paleontologico, con descrizione in lingua italiana e inglese di itinerari e tante fotografie, e la localizzazione precisa di farmacie, punti informativi e di primo soccorso. Scala 1 : 25000 Carta a fibra lunga ad alta durevolezza e referenziata in diversi sistemi (UTM 33T – Europa 50 in reticolo, WGS84 ed ED50 in riporto sul margine), quindi utilizzabile facilmente con gps. Monte Meru Editrice – Euro 9

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Ciaspolare in

Immersi nel silenzio della Val Ventina

TESTO E FOTO DI CESARE RE

ira vento in Valmalenco. Un vento secco e gelido che mi costringe a muovermi a testa bassa, fissando la punta delle ciaspole. Ogni tanto mi fermo per volgere gli occhi al cielo color cobalto e ammirare lo spettacolo delle vette che mi circonda: la piramide del Pizzo Scalino (m 3323) che incombe sulla piana di Campagneda è vicinissima; poco più lontano troneggia l’elegante cima del monte Disgrazia (m 3678); qui il bianco della neve si confonde con le tonalità candide delle colate dei suoi ghiacciai.

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ALPI

RETICHE OCCIDENTALI

Valmalenco


TESTI DI DORA BONUCCELLI E FABIO VIVIANI / FOTO ARCHIVIO PARCO REGIONALE ALPI APUANE, FELICIANO RAVERA, PIERO ROSSI

e Apuane, chiamate Alpi per la loro morfologia, fanno da sfondo alle spiagge del Mar Tirreno, dalla foce del fiume Magra fino a quella del fiume Serchio. La visione della cima del Pisanino, del Pizzo d’Uccello, dell’Altissimo o della loro regina, la Pania (l’unica montagna al femminile), sono uno spettacolo maestoso: nella stagione fredda il candore della neve si mescola con il bianco dei ravaneti delle cave di marmo che hanno reso famose, nei secoli, queste montagne nel mondo grazie alle opere di artisti come Michelangelo e Henry Moore.

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Il Monte Pisanino, il Pizzo d’Uccello, il Grondilice e il Rometta

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APUANE

Michelangelo

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Le Montagne di


In inverno le Apuane rappresentano un’esperienza unica che si realizza avanzando sulle praterie d’altura innevate, scrutando le cime aguzze dove volteggia l’aquila reale o gli stormi di gracchi corallini, per poi scivolare con lo sguardo verso il mare che al tramonto regala all’orizzonte l’immagine lattescente della Corsica o dell’Isola d’Elba.

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Itinerari

Qui, nell’immensità della natura, dove il silenzio è sovrano, i rifugi e le altre strutture consigliate dal Parco delle Alpi Apuane per le loro scelte sostenibili, accolgono i visitatori con i piatti della tradizione a base di “formenton otto file”, zuppe di farro, salumi, “necci” o “castagnacci”. Il Parco tutela e promuove le peculiarità ambienta-

li e culturali di questo territorio: un obiettivo che gli ha valso il riconoscimento di Geoparco, sotto l’egida dell’Unesco. Nel programmare una visita è importante valutare attentamente la situazione meteo perché la vicinanza al mare crea fenomeni di alta variabilità, con formazione di ghiaccio in tempi brevissimi.

sicurezza sui sentieri con

1° itinerario A12 Genova-Livorno, uscita Versilia; si prosegue verso Seravezza.

L’Alpe di Pruno e la Foce di Mosceta

Località di partenza Pruno (m 468) di Stazzema (LU) Località di arrivo Rifugio CAI “Del Freo” (m 1180) Difficoltà E Dislivello 700 metri circa Tempo di percorrenza 2.30 ore Punti di appoggio Rifugio CAI “Del Freo” (1180 m) Tel. 0584.778007 Esposizione del percorso Sud-Est fino al Passo dellʼAlpino, Sud fino alla meta Cartografia Alpi Apuane – Carta dei sentieri e dei rifugi Ed. Multigraphic Firenze 1:25.000

dici del monte Forato (m 1223), particolarissima cima formata da due vette unite da un arco calcareo lungo 32 metri forgiato dagli agenti erosivi (entro il quale, in certi periodi dell’anno, è possibile veder passare il sole all’alba o al tramonto oppure la luna). Seguendo il sentiero CAI nr 122 si esce dal paese e si attraversano castagneti da frutto, raggiungendo in breve una strada che conduce in località Colle a Iapoli (m 745). Da qui si prosegue in salita sul sentiero, in ambiente di bosco misto a latifoglie, fino all'Alpe di Pruno dove iniziano le praterie d'altitudine, quindi si raggiunge il Passo dell'Alpino (m 1080), splendido punto panoramico sulle Apuane meridionali. Si

prosegue lungo il segnavia CAI nr 9 attraversando un’area molto frequentata dai mufloni e, oltrepassato un rimboschimento a conifere, si raggiunge la Foce di Mosceta (m 1188) e quindi, con breve deviazione a sinistra, il rifugio CAI "Del Freo" (m 1180), ubicato tra il monte Corchia (m 1677) e la Pania della Croce (m 1858), nel cuore del Parco delle Alpi Apuane. Come arrivare in auto: da Seravezza seguire SP10, poi Pontestazzemese e Pruno di Stazzema (LU). Per informazioni: Centri Visite Parco Alpi Apuane di Seravezza (Tel. 0584/757361 info@prolocoseravezza.it) e di Castelnuovo Garfagnana (Tel. 0583.644242 garfagnana@tin.it)

Campocatino

Escursione semplice, ma dal dislivello impegnativo, che ripercorre uno degli antichi tracciati che collegano i centri abitati dell’Alta Versilia agli alpeggi estivi e al versante interno delle Alpi Apuane. L’itinerario è caratterizzato dalla presenza di case sparse e piccole maestà votive che mantengono tracce della vecchia architettura rurale locale. Lungo il tracciato sono presenti pannelli esplicativi sugli aspetti paesaggistici (flora, fauna, geomorfologia) e sugli alpeggi. Descrizione: il percorso inizia dal paese di Pruno (m 468), caratteristico borgo medievale arroccato su un colle alle pen-

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Orizzonti imma ono linee morbide, forme di neve eleganti e gentili che si concedono solo a chi si avvicina in silenzio, con il ritmo delicato e rispettoso delle ciaspole. Sulla superficie perfetta, le orme inconfondibili delle racchette e dei bastoncini disegnano una trama leggera, in piena armonia con l’ambiente circostante.

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APPENNINO TOSCO-EMILIANO

TESTI DI ELISA MONTORSI, RICCARDO SEDOLA E NATASCIA ZAMBONINI FOTO DI ELISA MONTORSI, RICCARDO SEDOLA, ARCHIVIO PARCO NAZIONALE TOSCO-EMILIANO, ARCHIVIO PARCO NATURALE CORNO ALLE SCALE

Ph G. Marchetti

colati


Ciaspolate con vista

TESTO DI ALDO FREZZA E CARLO ROCCA / FOTO ARCHIVIO PARCO PREALPI GIULIE, PARCO REGIONALE DOLOMITI FRIULANE / P. PELLARINI, PARCO NAZIONALE DOLOMITI BELLUNESI / G. ZAMPIERO, D. CAMPIGOTTO, CTA - CFS

e Alpi sudorientali presentano caratteri di assoluta unicità; aspre e selvagge nel tratto friulano, ricche di foreste secolari in quello veneto. Quando la temperatura si abbassa e l’inverno arriva, gli appassionati della stagione fredda trovano innumerevoli spunti per svolgere attività sulla neve e sul ghiaccio, il modo migliore per immergersi nella natura, riscoprire un rapporto autentico con la montagna e lungo i sentieri ammirare panorami indimenticabili.

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ALPI SUD-ORIENTALLI

Dolomiti bellunesi, monti importanti

In inverno, quando la neve imbianca il profilo delle montagne, le Dolomiti bellunesi e i borghi che le punteggiano assumono un aspetto fiabesco. Il Parco omonimo vanta una eccezionale biodiversità e specie rare che vivono indisturbate nelle zone più elevate, negli altipiani, nelle buse di origine glaciale, in ambienti impervi. Gli appassionati dell’alta quota, all’ombra delle magiche cime della Marmolada, del monte Civetta e del Pelmo, avranno ben poco di che annoiarsi. Chi ama il passo lento delle ciaspole troverà innumerevoli piste per esplorare la montagna. Chi predilige il pattinaggio potrà testare la meravigliosa pista del Lago di Alleghe, mentre nel Comprensorio sciistico del Civetta, che dal 1993 fa parte del Dolomiti Superski, toccherà agli appassionati di sci alpino cimentarsi con 80 chilometri di piste tra Zoldo Alto, Palafavera e Selva di Cadore. Ancora sci o snowboard ai piedi per il “Tour della Grande Guerra”, lungo il quale si possono percorrere più di 77 chilometri nei luoghi dove si svolsero i combattimenti della Prima Guerra Mondiale. I fondisti infine avranno di che divertirsi sull’anello di Feltre, mentre a Nevegal è possibile sciare in notturna nella pista di Coca Bassa. Unʼarea naturale selvaggia: le Dolomiti friulane

Le Dolomiti friulane si ergono nel settore occidentale della catena montuosa che sovrasta l’alta pianura friulana racchiusa tra il Tagliamento e il Piave. L’elevato grado di wilderness delle estese vallate del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane, prive di viabilità principale e di centri abitati, consente agli escursionisti di allontanarsi dalla quotidianità e ritrovarsi felicemente immersi tra vette e torrioni dolomitici. Le più selvagge montagne del gruppo delle Alpi sudo-

rientali chiudono valli lunghe e impervie, che il tempo e i ghiacciai hanno disegnato come un’opera d’arte. Gli appassionati degli sport invernali avranno l’imbarazzo della scelta: dal fondo alle racchette da neve, dallo sci alpinismo alle scuole di arrampicata su cascate di ghiaccio, ce n’è per tutti i gusti. Il maggiore centro dell’attività sportiva invernale è quello del comprensorio intorno a Forni di Sopra, con le due aree del Davost, con piste più semplici e accessibili a tutti, e del Varmost, con percorsi adatti per i più esperti. Le piste del Varmost sono situate a circa 2000 metri di quota, le più alte della regione. Da non perdere poi i 13 chilometri di pista di fondo lungo il suggestivo percorso del Tagliamento e lo Snow Park dedicato ai bambini. Gli amanti delle racchette da neve troveranno invece il loro paradiso a Claut e nella Piana di Cimolais oltreché nelle valli del Tagliamento e del Cellina. Le Prealpi Giulie

Lunghe catene montuose si succedono come quinte degradanti verso la pianura friulana. Sono le Prealpi Giulie che da Est a Ovest registrano cime importanti, in primis il monte Canin con l’unico ghiacciaio della regione. A Sud i versanti del gruppo montuoso sono scoscesi mentre a Nord veri protagonisti sono i boschi di faggio, carpino nero e orniello – dove si segnala la presenza dell’orso – fino alle estese praterie in quota. Quest’area posta sotto la tutela del Parco regionale delle Prealpi Giulie si caratterizza per l’incontro di tre diverse aree biogeografiche: mediterranea, illirica e alpina. Per gli escursionisti è utile sapere che il Parco offre un servizio di noleggio ciaspole presso il Centro Visite di Resia e al Centro informativo di Pian dei Ciclamini a Lusevera; inoltre i Centri di Educazione Ambientale organizzano visite guidate anche d’inverno, adatte ai gruppi familiari ed alle scolaresche.


Alpi di Lanzo TESTO E FOTO DI ROBERTO BERGAMINO

chi segue le mode o ha una conoscenza superficiale delle Alpi Occidentali, le Valli di Lanzo sembreranno un “buco nero” sulla carta geografica, compreso tra la Val di Susa e il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Per chi invece la montagna la conosce e la frequenta in cerca della sua essenza più vera, questa zona rappresenta un piccolo paradiso da scoprire un po’ alla volta.

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Itinerari

Tra le oltre sessanta cime che superano i tremila metri di quota, i tantissimi laghi e laghetti alpini, i selvaggi valloni che si aprono sui fianchi delle tre vallate principali, autentici gioielli attendono l’escursionista appassionato e attento. Naturalmente, come ogni tesoro, la conquista costa fatica e qui il prezzo da pagare è costituito da notevoli dislivelli e sentieri non sempre in condizione ottimale. Nelle Valli di Lanzo, le cui riserve naturali da anni sono sotto la tutela del Parco Regionale La Mandria (Per info: 011.4993381 www.parcomandria.it) non troverete la montagna addomesticata e spogliata della sua essenza per essere trasformata in un luna park a duemila metri di quota. Gli impianti di risalita sono pochi e non invasivi e solo negli ultimi anni una non troppo fitta rete di strade poderali facilita l’accesso agli alpeggi da

parte di chi la montagna la vive tuttora portando mucche, capre e pecore in quota per la monticazione estiva (i pastori in queste valli si chiamano “margari”). L’inverno ha molto da offrire: oltre alle medio / piccole stazioni sciistiche adatte alle famiglie, che in questi ultimi anni sono state rivalutate grazie ai costi non proibitivi, in tutte e tre le valli principali (Val di Viù, Val d’Ala e Val Grande) ci sono belle piste per lo sci di fondo che consentono di passare giornate intere a contatto con la natura. Infine sono tornate di moda le racchette da neve (da secoli utilizzate dai montanari per muoversi su terreno innevato), che qui prendono il nome di “serc” o “serquiou” poiché un tempo, prima dell’avvento delle ciaspole ipertecnologiche, questi fantastici attrezzi nati per muoversi sulla neve avevano una forma arrotondata, a cerchio.

sicurezza sui sentieri con

Tangenziale Torino Nord, uscite Venaria Reale o Borgaro Torinese, segue SP1 o SP2 per Lanzo e Valli di Lanzo.

Val di Viù / Piemonte

In cima a Punta Sourela

Località di partenza Col San Giovanni (m 1116) Località di arrivo Punta Sourela (m 1776) Difficoltà E Dislivello 660 metri Tempo di percorrenza 2 ore circa

Punta Sourela non è altro che un marcato rilievo della cresta Nord–Est che scende dalla Torretta del Prete (m 2264 – Massiccio del Civrari). In inverno appare chiaramente dalla provinciale che risale la Val di Viù, in particolare prima di raggiungere il capoluogo, tra le frazioni Fubina e Mondrezza. Giunti in vetta si ha un interessante panorama su parte delle Valli di Lanzo e sul gruppo del Gran Paradiso. Come curiosità storica è da sottolineare come il paesino cui si parte, Col San

Giovanni, sia nominato in un documento del 1011 con il quale il vescovo di Torino Landolfo confermava le donazioni fatte dal suo predecessore ai monaci del monastero di S. Solutore. Il piccolo borgo, in posizione favorevolissima, è quindi molto antico e pare che abbia preso nome dai primi coloni inviati proprio dal Vescovo di Torino, che teneva signoria su queste contrade (S. Giovanni è il patrono di Torino). Descrizione: si può partire da Col San Giovanni (m 1116) sia passando in mezzo alle case (dalla fontana) oppure poco avanti, dai pressi del piccolo cimitero; la seconda soluzione è forse quella preferibile. Si sale a monte delle case o della carrozzabile (a seconda della scelta) per circa 200 metri su terreno aperto, punteggiato di baite e radi alberi. Si oltrepassa una fascia di vegetazione più fitta per poi piegare verso destra, andando così a raggiungere la dorsale che scende da Punta Sourela, nei pressi di una zona caratterizzata da cespugli e bassa vegetazione. Si sale verso sinistra per poi compiere, perso quota, una curva verso destra, sempre seguendo l’ampia spalla. La cresta si fa più evidente mentre il panorama si amplia a ogni passo: proseguendo a moderata pendenza, si giunge finalmente alla vetta di Punta Sourela (m 1776). Il ri-

torno avviene per mezzo della strada percorsa all'andata. Per informazioni: Consorzio Operator i Tu r i s t i c i V a l l i d i L a n z o www.turismoinvaldilanzo.it, Agenzia di accoglienza e promozione turistica del territorio della provincia di Torino – Tel. 012328080 (ufficio di Lanzo), Comunità montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone www.vallidilanzo.ti.it Come arrivare in auto: dopo Lanzo e Germagnano (se si segue la SP1 non è necessario passare per Lanzo) si trova la deviazione per la Val di Viù. Da Viù si seguono le indicazioni per Lemie, Usseglio e al bivio in frazione Fucine girare a sinistra (ponte) e seguire la strada principale che porta a Col San Giovanni.

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Lʼeco di antichi

TESTO DI MILENA LOMBARDO / FOTO DI CESARE RE, ARCHIVIO PARCO VAL GRANDE / MASSIMO MATTIOLI, GIANCARLO PARAZZOLI; AREE PROTETTE DELL'OSSOLA / MAURO DEL PEDRO, PAOLO VAIROLI, SANDRO PIROCCHI, EGIDIO PROLETTI

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ALPI LEPONTINE

percorsi

ncamminarsi alla scoperta di sentieri interamente immersi nella natura, rilassarsi nel silenzio e nella serenità che solo il contatto con un ambiente estraneo alla mano artificiale dell’uomo può trasmettere, esplorare con ognuno dei cinque sensi la gioia che flora e fauna di un puzzle territoriale dei più vari e colorati riescono facilmente a infondere: l’escursionista che si reca in Piemonte sulle Alpi Lepontine, nella zona nord-occidentale della catena, potrà facilmente incontrare una serie ininterrotta di meraviglie.

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atmosfere invernali

TESTI DI ANDREA PERCIATO, MARIO LUCIANO E ROBERTO PELLINO / FOTO DI ANDREA PERCIATO E ROBERTO PELLINO

l Cilento nella stagione fredda si presenta come un mondo a sĂŠ tra vallate inaccessibili, aspri rilievi e impenetrabili foreste. Paesini immutati nel tempo, posti ai margini delle antiche vie di comunicazione, riescono ancora oggi ad esprimersi secondo i ritmi di una volta; cicli e stagioni che la straordinaria atmosfera invernale del Cilento ogni anno ripropone.

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APPENNINO CAMPANO

Cilento e Matese


E se la natura selvaggia, incastonata in un ambiente che sembra non essere minimamente sfiorato dallo scorrere del tempo, costituisce la meta preferita dall’escursionista, i bianchi scenari offerti dai monti del Matese rappresentano un’altra scelta azzeccata. Questa zona situata tra la Campania ed il Molise è formata da una morfologia prevalentemente carsica, ricca di grotte, doline, inghiottitoi e laghi car-

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Itinerari

sici. I rilievi sono ammantati di faggete che ricoprono i versanti delle zone più elevate, mentre in basso domina il bosco misto con castagneti e macchia mediterranea. La vicinanza geografica di due aree climatiche diverse, quella continentale delle zone elevate e la bassa temperata dai venti caldi che giungono dalla costa, ne fa uno dei luoghi più ricchi di biodiversità dell’Appennino meridionale.

sicurezza sui sentieri con

1° itinerario – Cilento A3 Salerno - Reggio Calabria, uscita Battipaglia, segue SS18 Tirrenia Inferiore fino a Capaccio Scalo. 2° itinerario – Matese Da Nord, A1 Roma - Napoli, uscita a Caianiello, segue SS372 Telesina direzione Benevento; da Sud, A16, uscita Benevento, segue SS372 Telesina direzione Caianiello, uscita a Cerreto Sannita.

1° itinerario Appennino meridionale

Il monte Cervati

Località di partenza Fontana Caciocavalli (m 1230) Località di arrivo Rifugio monte Cervati (m 1596) Difficoltà EEA Dislivello 350 metri Tempo di percorrenza 4 ore (a/r)

Un’escursione magica sulla cima di una vetta del Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano proposta dal Laboratorio del Camminare Officinae Itineris. Descrizione: appena superata la fontana dei Caciocavalli, s’incontra la foresta. La pista attraversa tra enormi esemplari di faggio e scoscesi pendii un inconsueto labirinto creato da voragini e inghiottitoi nascosti dal sottobosco. Si prosegue attraverso il bosco composto in prevalenza da faggi, castagni, carpini, lecci e ontani. Salendo di quota la faggeta diventa predominante, con esemplari secolari, fino a guadagnare il pianoro dove alla nostra destra troviamo il rifugio Forestale del monte Cervati (m 1596), in pietra, incustodito d’inverno, ma fruibile richiedendo le chiavi al comune di Piaggine. Numerose conche, che alle prime abbondanti nevicate assumono una livrea bianco-perlata, caratterizzano il tipico paesaggio carsico dei piani d’altura; di notevole bellezza gli

scorci che si godono per la luminosità come per gli sconfinati orizzonti. Le radure erbose del Cervati, allo sciogliersi delle prime nevi, si ravvivano nuovamente dei muschi e delle numerose specie di orchidee che in quest’area fioriscono spontaneamente, creando paesaggi floreali di straordinaria bellezza con profumatissimi cespugli di timo, lavanda e policromi cuscini fioriti. I rari faggi che si spingono ad altezze maggiori assumono un portamento contorto e cespuglioso, modellati dagli agenti atmosferici che incidono notevolmente lungo i profili di cresta. Come arrivare in auto: da Capaccio Scalo seguire la SS166 degli Alburni fino a Roccadaspide, si attraversa il ponte sul Calore e il ponte sul Fasanella; superato quest’ultimo si devia a destra (seguire cartellonistica stradale) fino a Piaggine. 2° Itinerario Matese

Il monte Pastonico

Località di partenza e arrivo Bocca della Selva (m 1400) Difficoltà E Dislivello 250 metri Tempo di percorrenza 5 ore circa (a/r)

ca della Selva, frazione del comune di Cusano Mutri (BN), ci si incammina in direzione Sud-Ovest, verso la valle del torrente Titerno. Ad un bivio sulla destra, prima di giungere ad un Bed&Breakfast, si prende il sentiero in terra che dopo alcuni chilometri giunge nel Piano di Arvaneto. L’area che si attraversa è una fitta faggeta. La piana è di origine carsica, dovuta alla natura sedimentaria delle rocce carbonatiche che costituiscono l’intero massiccio del Matese. La salita alla cima del monte Pastonico è lieve nella prima parte per poi presentare una pendenza maggiore nella seconda tratta, fino alla cresta particolarmente panoramica: in direzione Sud-Ovest la vista può spaziare dalla sottostante valle del Titerno, fino al golfo di Napoli e al Vesuvio, in direzione Nord-Ovest si può guardare il lago Matese e le alte cime matesine fino ai rilievi molisani delle Mainarde. Il ritorno a Bocca della Selva può essere effettuato ripercorrendo la traccia dell’andata, o, in alternativa, dalla Piana di Arvaneto, seguendo un sentiero che inoltrandosi nella faggeta aggira il monte Porco (m 1605). Come arrivare in auto: da Piedimonte Matese, oppure Cerreto Sannita, seguire le indicazioni per Bocca della Selva.

notizie utili

Laboratorio del Camminare LERKA MINERKA

Roberto Pellino Cell. 347.8896433 www.lerkaminerka.com ziobacco@lerkaminerka.com

Ciaspolata nel Parco Regionale del Matese proposta dal Laboratorio del Camminare Lerka Minerka. Descrizione: dalla piccola località sciistica Boc-

Laboratorio del Camminare OFFICINAE ITINERIS Andrea Perciato - Cell. 339.7456795 Mario Luciano - Cell. 339.3707097 www.trekkingcampania.it trekkingcampania.oi@alice.it

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sci di fondo

OUTDOOR itinerari e viaggi nella natura

SONO TRACCE SULLA NEVE, BIANCO SU BIANCO QUASI A CONFONDERSI. SONO SCI DELICATI E SOTTILI, AFFASCINANTE INTERPRETAZIONE DELLʼOUTDOOR INVERNALE. TRA PICCOLE VALLI, NASCOSTE E SILENZIOSE, E IMMENSI PIANORI DOVE LO SGUARDO SI PERDE, NASCE LA PERFETTA SINTONIA TRA IL FONDISTA E LA NATU-

TESTI DI ELISA CANEPA, MICHELA DEL TORCHIO, ALDO FREZZA E CLAUDIO TROVA / FOTO GIACOMO CANEPA, CLAUDIO TROVA, ARCHIVIO ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA SCI FONDO USSEGLIO, ARCHIVIO CENTRO FONDO MONTE PANA, ARCHIVIO CONSORZIO TURISTICO ALTA PUSTERIA, ARCHIVIO SCI CLUB CITTADUCALE

ualcuno potrebbe pensare non fa per me. Il biglietto da visita di questa attività outdoor sembra essere, almeno in un primo momento, la fatica. Una giornata sulla neve senza impianti: tracce candide, lisce e perfette, corrono lontano ma gli sci si muovono grazie ad una combinazione leggera ed elegante di spinte, senza le quali diventa impossibile scivolare sulla superficie compatta.

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L’arte degli


SPECIALE

sci stretti TREKKING

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A CURA DI ITALO CLEMENTI

aboratori del L

per vivere natura e ambiente in compagnia I più esperti conoscitori del territorio, che aderiscono al progetto “Laboratori del Camminare”, sono i partners ideali per scoprire luoghi e suggestioni con la garanzia dellʼesperienza e competenza del marchio TREKKING&Outdoor. Con la nostra supervisione, guide alpine, escursionistiche, ambientali, organizzate in gruppi e società locali, offrono

Le proposte del mese

Laboratorio del Camminare AVANGUARDIE

Salvatore ed Emanuela hanno preparato anche per gennaio e febbraio innumerevoli occasioni per vivere ed esplorare la Puglia allʼaria aperta. Si comincia il 15 gennaio con il trekking ad anello nel Parco Regionale Naturale Isola di S. Andrea e Litorale di Punta Pizzo. Il parco naturale gallipolino conserva e tutela numerosi ambienti, piante e animali di grande fascino e interesse come le steppe salate di salicornia, una rarissima vulneraria (Anthyllis hermanniae) e colonie nidificanti di gabbiano corso (Larus audonii). Questo itinerario di trekking regala scenari naturali aperti sui colori infiniti con cui lo Ionio gioca davanti alla bella città, e lungo il percorso incontra una specchia (tumulo di pietre di probabile origine preistorica), antiche masserie, strade carraie adorne di rosmarino e una chiesa che la tradizione vuole fondata nel 1148 da un crociato al ritorno dalla Terra Santa. Insomma, ce nʼè per tutti i gusti! Si prosegue il 29 gennaio con un trekking ad anello nel Parco Regionale del Rauccio, unʼarea naturale circondata da oliveti secolari. Il parco conserva al suo

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interno zone umide e boschi di querce. Il 12 febbraio sarà la volta della gravina di S. Biagio, sede di un antico villaggio rupestre, in prossimità del quale è stato scoperto e studiato anche un riparo preistorico. Potete immaginare quindi che tesoro rappresenti il luogo dove si andrà a camminare, intreccio squisito tra aspetti naturali e culturali. Il 26 febbraio percorreremo le paludi sul Mar Ionio, lungo un itinerario circolare tra la costa e lʼentroterra, tra lʼacqua di mare e lʼacqua dolce, tra il blu ed il verde. Partendo dalla Salina dei Monaci, inclusa nella riserva regionale orientata “Salina e Dune di Torre Colimena”, si proseguirà entrando nella riserva naturale regionale “Palude del Conte e Duna Costiera” e affacciandosi a più riprese sul mare dellʼarea protetta che si estende tra i comuni di Nardò e Porto Cesareo si tornerà al punto di partenza, tra i grandi ginepri ed i piccoli limoni del Salento. Infine il 4 marzo in occasione della “V Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate” ci sarà un mini trekking con partenza da Poggiardo, un percorso ad anello tra ferrovia e tratturi. Si tratta di uno degli ultimi tratti delle Ferrovie del Sud Est con ancora le traversine di legno, ampi scorci di campagna, masserie, edifici in pietra a secco e muri fatti con pietre squadrate ed infisse verticalmente nel terreno. Unʼaria che parla la lingua megalitica accompagna quella di un poeta di questa terra, Fernando Rausa, di cui si leggeranno i versi. Per informazioni: Cell. 349.3788738 (Emanuela Rossi) Cell. 347.9527701 (Salvatore Totò Inguscio) info@avanguardie.net

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proposte e servizi escursionistici di alto livello per indimenticabili gite a piedi, in bicicletta o a cavallo. Non solo sport e attività ricreative nella natura, ma anche e soprattutto cultura del territorio sono le caratteristiche principali delle proposte offerte dai “Laboratori del Camminare”, in armonia con la filosofia che da sempre distingue TREKKING&Outdoor

www.avanguardie.net Laboratorio del Camminare CAMMINARE CON GUSTO

Gli amici del Laboratorio del Camminare con sede a Como ci accompagnano tra il 5 e lʼ8 gennaio e tra il 16 e il 19 febbraio alla scoperta delle selvagge foreste abruzzesi per imparare a conoscere la natura di questi luoghi e gli animali che le popolano. Lʼevento prende il nome di “In bocca al lupo”. Non c'è niente di meglio di un paio di racchette da neve che possa aiutarci a scoprire lʼaspetto invernale del Parco Nazionale dʼAbruzzo, nelle sue splendide faggete secolari. Seguiremo le tracce dei suoi abitanti e ne scopriremo la vita e le abitudini. A Pescasseroli incontreremo la guida per la sistemazione in albergo e la presentazione del trekking. Il secondo giorno vi sarà una classica escursione nella faggeta dei Boschi della Difesa, seguendo le tracce degli animali che la abitano per impararne la vita e le abitudini. Nel pomeriggio visiteremo il centro storico di Pescasseroli e degusteremo i prodotti tipici presso una bottega del centro. Il terzo giorno andremo alla scoperta della Riserva Integrale della Camosciara, primo nucleo del Parco dal 1922 con visita alle cascate delle Ninfe e delle Tre Cannelle e poi attraverseremo il bosco di Decon-

tra, per visitare l'azienda agricola La Grancia di S.Angelo e i laboratori di produzione di formaggi. Il quarto giorno incontreremo un apicoltore e degusteremo il miele, con una escursione nella splendida Val Fondello, habitat di numerose specie animali selvatiche e successiva visita alle sorgenti della Tornareccia. Il costo è di 290 euro a persona comprensivi di assistenza di guida, trattamento di mezza pensione (cena, pernottamento e colazione) in albergo a tre stelle o agriturismo, degustazioni, transfert, bagagli, racchette da neve e assicurazione (sono esclusi i trasporti da / per Pescasseroli, i pranzi e tutti gli extra di carattere personale). Per informazioni Cell. 338.6903250 Tel. 031.5001734 www.camminarecongusto.it info@camminarecongusto.it Laboratorio del Camminare GENIUS LOCI

Elisa e Valentina non ci lasciano nemmeno nella stagione fredda. Anzi, con il loro Laboratorio del Camminare Genius Loci ci portano alla scoperta dellʼAppennino emiliano al culmine dellʼinverno. Il 15 gennaio si cammina sulle orme dei “popoli della neve”. Dalle località Doccia di Fiumalbo e Valdare nel Parco del Frignano le nostre


Camminare dei migliori professionisti impronte si confondono nel tempo con quelle dei Celti e dei Friniates. Proveremo ad immedesimarci nelle fatiche che caratterizzavano la vita degli antichi sotto la fredda coltre bianca e impareremo anche a costruire un igloo. Il 29 gennaio si farà invece una bella passeggiata a Villa Sorra, per visitarne il meraviglioso giardino storico, magicamente vestito di bianco: il silenzio della neve sarà una soffice coperta su una natura da scoprire con passo leggero. Il 5 febbraio sarà la volta del Passo del Cerreto, nel Parco Nazionale dellʼAppennino tosco-emiliano. Andremo alla scoperta delle magiche sorgenti del fiume Secchia, che sgorgano in una incantevole conca modellata dai ghiacciai ed incastonata tra le vette del Monte Alto, dell'Alpe di Succiso e del Monte Casarola. Il 12 Febbraio sarà lʼoccasione per esplorare con le ciaspole il Monte Falterona nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, tra le più antiche dʼEuropa. Il 18 febbraio sarà invece di nuovo la volta del parco del Frignano: alle luci del tramonto saremo immersi nella panoramica del Monte Cervarola, e quando si farà notte, lungo il cammino, scopriremo storie e leggende, una per ogni specie di pianta, che sia castagno o agrifoglio, faggio, rosa o maggiociondolo. Il 25 e 26 febbraio toccherà alla giornata “Sulle tracce dei selvatici…forestieri!” Il sabato saremo ai piedi del Monte Cimone in cerca della tranquillità selvaggia che si ristabilisce nel bosco quando gli sciatori lasciano il campo libero ai lupi, alle lepri e ai ciaspolatori notturni mentre la domenica percorreremo la Via dei Forestieri, attraverso pendii boscosi, seguendo le tracce timide degli animali e sentieri di lontana memoria, percorse dagli uomini del passato. Infine il 4 marzo torneremo ancora al Parco del Frignano con “Passaggi celtici”. Saliremo verso il Cimone attraverso boschi, prati e piante di mirtilli dal lato meno conosciuto e più tranquillo, dove è ancora evidente come la storia degli antichi abitanti di questi luoghi sia stata forte-

mente plasmata dalla natura. Per informazioni Cell. 3477418152 (Valentina Parenti) Cell. 3393480730 (Elisa Montorsi) info@geniusloci-escursioni.it Laboratorio del Camminare GREENTHINK

Lʼinstancabile Riccardo Sedola, un vero vulcano di idee, ci porta alla scoperta dellʼAppenino modenese imbiancato dalla neve, con un occhio di riguardo per i bambini. Venerdì 6 gennaio si terrà infatti una ciaspolata per famiglie: bambini e genitori cammineranno insieme alla scoperta della magia della neve e dei segreti del bosco innevato, mentre la sera una ciaspolata notturna con la luna piena alla scoperta dei paesaggi lunari che il crinale innevato è in grado di regalarci e che si ripeterà sabato 7 gennaio e domenica 8 gennaio. La domenica successiva, 15 gennaio, saliremo invece con le ciaspole e scenderemo gareggiando con il bob a Fellicarolo di Fanano (Mo). Sabato 21 si farà una “ciaspolata con la luna nera”: senza luna il bosco sarà davvero completamente buio, ma il cielo si illumina di stelle, regalandoci un'emozione semplicemente indimenticabile. Domenica 22 gennaio ancora una ciaspolata per famiglie, “Nel regno del lupo”. Sabato 28 e domenica 29 gennaio andremo sempre con le ciaspole nelle foreste più belle d'Italia, due giorni e una notte in bivacco negli splendidi boschi del-

le Foreste Casentinesi. Sabato 3 e domenica 4 marzo potremo partecipare ad un corso di scialpinismo avanzato, mentre venerdì 9 e sabato 10 marzo ancora una ciaspolata con la luna piena. Domenica 11 marzo si ripeterà l'esperienza delle ciaspole a Fellicarolo con discesa sul bob e domenica 18 la ciaspolata per famiglie “Con passo felpato dove cacciano aquila e gufo”. Infine sabato 24 e domenica 25 marzo un interessante weekend sul crinale: 2 giorni con le ciaspole, passando dalla Valle di Ospitale alla Valle di Fellicarolo. Per informazioni: Telefono: 0536.941146 Cell. 338.7848453 (Riccardo Sedola) www.greenthink.it outdoor@greenthink.it Laboratorio del Camminare OFFICINAE ITINERIS

Lʼinverno in Campania è una stagione bellissima, utile per scoprire questo meraviglioso territorio in un ottica diversa. Lo sa bene Andrea Perciato, che ci guida ancora una volta alla scoperta della sua terra. Il primo appuntamento sarà lʼ8 gennaio con una giornata “Attraverso le Rue del Ducato” in Costa dʼAmalfi. Partendo da Atrani, uno dei comuni più piccoli dʼItalia, si andrà alla scoperta dellʼantica Università dei Duchi, che offrì alla marineria italiana abili naviganti stimati in tutto il Mediterraneo tra Medioevo e Rinascimento. Il 15 gennaio si andrà lungo la “Via dei Francesi”

TREKKING

a Punta Tresino (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni). Il percorso attraversa alcune tra le località più interessanti di tutta la regione cilentana di ponente. Domenica 22 gennaio sarà la volta del monte Monna (baluardo occidentale del Parco Regionale dei monti Picentini) La nostra meta è una di quelle particolari montagne del crinale appenninico meridionale che caratterizza, con la sua forma quasi piramidale, il paesaggio dell'intero golfo e dei territori del salernitano. Ben visibile dalle cime più elevate della provincia, esso si pone come baluardo occidentale nel complesso sistema orografico dei monti Picentini. Domenica 29 gennaio andremo in cammino lungo la “Via dei Benedettini” (Parco regionale dei monti Lattari). Dallʼoriente allʼoccidente, dallʼIslam al Cristianesimo, un panoramico itinerario lungo i primi terrazzamenti dei monti Lattari che si affacciano sul golfo di Salerno. Febbraio si apre domenica 5 con “Atmosfere Boreali”, una salita al monte Cervialto con le ciaspole (Parco Regionale dei monti Picentini). Il 12 febbraio sarà la volta di “Lassù… soli nelle immensità del bianco”, una lunga ciaspolata che vi condurrà a sfiorare il cielo, fino alla vetta del monte Cervati, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento. Acque sorgive, copiose foreste di faggio, cuscini di lavanda, paesaggi lunari, conche e pianori carsici dʼorigine glaciale, un antico santuario, una grotta appena accessibile che si apre

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