LA RIVISTA DEL
Bimestrale Nr. 5 - Anno XXXI - Verde Network s.r.l. - 16121 Genova - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI
ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA
SPECIALE CAMMINI D’EUROPA Turismo sostenibile e di qualità lungo itinerari storici e religiosi
&OUTDOOR 280
INTERVISTA A FRANCESCO GUCCINI
ETIOPIA Trekking nei Monti del Semièn
Euro 4,00 - Ottobre / Novembre 2015
www.trekking.it
VERDE NETWORK
SOMMARIO
ARTICOLI
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Intervista a Francesco Guccini
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Natural..mete Sud Est Barese
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82 90
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italo clementi
fabio guglielmi
Speciale - I Cammini d'Europa
e.bottino - s.ripamonti - l.compagnino
I Luoghi del Mito
fabio guglielmi - massimo clementi
Matese, sentieri senza confini
andrea perciato - maria rita liliano
Orizzonti
michele dalla palma
Etiopia Trekking nei Monti del Semièn laura colognesi
RUBRICHE
8 12 IN COPERTINA sassi di matera dalle grotte rupestri del vallone di ofra - foto di michele dalla palma
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Focus Senza lasciare Traccia Turismo sostenibile e dintorni UniversitĂ della Montagna
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Obiettivo Outdoor
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FederTrek
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Punto di vista
38
Emozioni di carta
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Laboratori del Camminare
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Ambiente e dintorni
IN QUESTO NUMERO
SULLE ANTICHE VIE Un numero dedicato in gran parte alle vie storiche, quei cammini che pellegrini e viandanti hanno tracciato, nei secoli, attraverso i territori d’Italia. La velocità non è cosa che appartiene a quella dimensione del vivere e del viaggiare. Fra le strade bianche delle campagne padane, le mulattiere dell’Appennino Tosco-emiliano, i tratturi abruzzesi, i sentieri dell’entroterra campano e i luoghi della fede delle terre pugliesi, l’andare rapidi sta in fondo alla lista delle certezze e dei valori. Nel nostro viaggio lungo le antiche vie, di fascinazioni da raccontarvi ne abbiamo trovate a ogni passo: scorci e dettagli che, viaggiando di fretta, sfuggono allo sguardo, e invece adesso sono lì, inamovibili pietre miliari del ricordo. In cerca di chi le vie della lentezza e del ricordo ha cominciato a batterle in tempi non sospetti, Italo Clementi ha incontrato Francesco Guccini, quasi un prologo, una guida alla comprensione del senso più autentico del viaggio; Fabio Guglielmi muove poi i primi passi di questo cammino fra i muretti a secco e gli olivi secolari del Sudest Barese, ricco di sapori, colori e infinite opportunità per gli appassionati delle escursioni a piedi e in bicicletta. La terra di Puglia è solo un antipasto del lungo viaggio sui cammini storici italiani nel quale ci accompagnano Enrico Bottino e Serafino Ripamonti: un itinerario nello spazio e nel tempo, lungo le direttrici delle antiche vie romane, in epoca medioevale percorse dai fedeli che, provenendo dal nord Europa, affrontavano i passi appenninici dell’Emilia e del-
Michele Dalla Palma
Laura Colognesi
Italo Clementi
Serafino Ripamonti
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la Romagna per recarsi verso la capitale della Cristianità. Saliremo poi le pendici selvagge della Majella, in cerca degli eremi solitari in cui trovò rifugio Celestino V, il Papa del “il gran rifiuto”, e cammineremo lungo i sentieri della Campania, incontrando i segni dei più antichi popoli italici e le testimonianze della devozione per l’Arcangelo Michele, particolarmente viva e diffusa nelle regioni meridionali della Penisola. Tornati in Puglia con Fabio Guglielmi, scopriremo la terra delle “gravine”, spettacolari canyon che solcano l’altopiano delle Murge custodendo splendide testimonianze d’arte e cultura di remote civiltà rupestri. L’esperienza di Andrea Perciato ci porta quindi sui monti del Matese, territorio di confine fra Molise e Campania, che nei secoli passati è stato uno snodo fondamentale dove si intrecciavano importanti vie commerciali. Non è delle vie già tracciate, ieri o mille anni or sono, che ci racconta il direttore Michele Dalla Palma. Protagonista della sua riflessione, scritta con le immagini, è lo spirito stesso del viaggio, il desiderio mai placato di perdersi in nuovi orizzonti, di acqua, di terra di vento e di fuoco… Cogliamo al balzo questa apertura di orizzonti per trasferirci fra le misteriose alture dell’Etiopia: Laura Colognesi ci porta fra i monti del Semièn, il “paese del freddo”, dove sgorga l’acqua che alimenta il Nilo Azzurro. Il nostro viaggio si conclude qui per ora, e lo condividiamo con voi in questo numero della rivista, che vi auguriamo sia per voi il primo passo verso nuovi emozionanti cammini.
Andrea Perciato - Maria Rita Liliano
Enrico Bottino
Fabio Guglielmi
INTERVISTA A
FRANCESCO
I
GUCCINI
ncontrare Francesco Guccini, magari bevendo insieme un buon bicchiere di vino, è una di quelle esperienze che arricchisce cuore e anima, un uomo di una grande umanità e ricchezza interiore, che sa affascinare e intrattenere l’interlocutore, avvolgendolo con storie e racconti, sempre carichi di suggestioni ed emozioni. Le stesse emozioni che trasmettono le sue canzoni, in grado di coinvolgere nel profondo e che, dietro ad una facciata di durezza, nascondono un cuore di autentica poesia. Ho avuto modo di incontrarlo a Monteacuto delle Alpi, un piccolo borgo dell’appennino bolognese, raggiungibile solo a piedi o in bici, oppure percorrendo l’unica strada che sale da Lizzano in Belvedere e che, curva dopo curva, diventa sempre più stretta e tortuosa, fino a svelare un piccolo paesino, perla dell’appennino. L’occasione dell’incontro è fornita
A cura di Italo Clementi
da una originale rassegna cinematografica del cinema noir dal nome “Sere Nere”, che meriterebbe una visita per il solo fatto di svolgersi nella suggestiva piazzetta del borgo di fronte al Corno delle Scale, in una cornice davvero emozionante per gli scorci che regala. Francesco Guccini, che ha deciso di lasciare la città per vivere l’appennino, abita proprio in un borgo vicino a Monteacuto e, ogni estate, non manca mai a questo appuntamento che, negli anni, ha visto passare importanti protagonisti del mondo del cinema, quali i registi Giuliano Montaldo, Antonio e Pupi Avati e, quest’anno, Marco Tullio Giordana. Per iniziare l’intervista rapisco Francesco portandolo via dalla piazzetta, con una certa delusione del pubblico che rumoreggia e ci accomodiamo all’interno di un locale, dove in compagnia di una buona bottiglia di vino rosato iniziamo la nostra chiacchierata.
Foto di Luigi Bernardi
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TREKKING&Outdoor 路 31
E SPECIARLOPA prima parte
I D’EU CAMMIN
I CAMMINI D’EUROPA Vie di conoscenza
Testi di Enrico Bottino, Serafino Ripamonti e Lucia Compagnino Foto di Enrico Bottino, archivio TREKKING e Cammini d’Europa
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I Cammini d’Europa diventano un’occasione per la conoscenza dell’identità culturale europea nei suoi aspetti storici, artistici e religiosi, oltre a rappresentare una vera opportunità di valorizzazione territoriale dei luoghi attraversati.
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PUGLIA Testo di Fabio Guglielmi Foto di Gal Sud Est Barese
NATURAL…METE SUD EST BARESE Alla scoperta delle meraviglie del GAL
Ci sono luoghi che più di altri si prestano per essere mete turistiche in grado di offrire accoglienza di qualità, zone e comuni che uniscono la semplicità dei prodotti della loro terra e la gentilezza che li contraddistingue con le bellezze paesaggistiche e artistiche che questo territorio possiede.
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uesto è il caso del comprensorio del GAL Sud Est Barese, un territorio forse meno conosciuto in termini mediatici ma che non ha nulla da invidiare alle più celebrate mete turistiche pugliesi. Un’accoglienza che si è rafforzata e consolidata anche grazie al lavoro che da anni il Gal sta portando avanti con il progetto “Natural-mete nel Sud Est Barese”, che ha portato alla creazione di itinerari che attraversano il territorio dei comuni di Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro e Rutigliano, toccando i principali punti di interesse storico, paesaggistico, naturalistico per un totale di duecentodieci chilometri. Circuiti “aperti” che mettono a sistema le 48 · TREKKING&Outdoor
risorse infrastrutturali esistenti, di facile lettura ed interpretazione grazie anche alle apposite segnaletiche poste nelle principali aeree di interesse storico-naturalistico. Si potrà visitare così la città di Acquaviva delle Fonti con lo spettacolo delle sue grotte, doline e gravi e le affascinati spiagge rosse e argilla. Molto interessante l’origine del suo nome, che deriva dalla presenza di una zona acquifera costituita da acque piovane che, vista la particolare conformazione del suolo di tipo calcareo, riescono a filtrare fino al contatto con gli strati di terreno impermeabile, dando origine alle “falde freatiche”, veri e propri serbatoi naturali d’acqua. Questo fenomeno ha fatto sì che la cittadina pugliese potesse sviluppare un sistema di antiche cisterne pubbliche per la raccolta
e la conservazione dell’acqua piovana, che, prima della costruzione dell’Acquedotto Pugliese, contava addirittura duemila pozzi, profondi da tre a dieci metri. Troviamo poi l’antico paese di Casamassima, con il suo borgo di chiara impronta medievale che si sviluppa attorno ad un’imponente dimora padronale. Singolare e pittoresco, si dipana tra viuzze lastricate di “chianche” e basse abitazioni, un tempo tutte tinteggiate di azzurro. Arroccata su una collina a 219 metri sul livello del mare, svetta poi Conversano, con il Castello dei Conti Acquaviva d’Aragona, inizialmente fortezza inespugnabile, con le sue maestose quattro torri. Un territorio che si distingue per la presenza della Riserva Naturale dei Laghi di Conversano, costituita da un sistema di undici falde acquifere di origine carsica, habitat ideale per la fauna anfibia e rettile. Arrivati poi a Mola di Bari, ridente cittadina a pochi chilometri dal capoluogo pugliese, sarete accolti dall’azzurro del mare Adriatico che fa da contorno alla moderna pista ciclabile costeggiata da alte
palme, punto di ritrovo per cittadini e turisti, dall’antico porto peschereccio, tra i più importanti della Puglia e dal Castello Angioino con la caratteristica struttura a poligono stellato e le possenti mura a scarpata. In un viaggio che vede tra le peculiarità da scoprire quella enogastronomica, non si può non passare da Noi-
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali
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ORIZZONTI
Infinito d’acqua sul Rio Paraguay, Argentina
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d’Acqua, di Terra, di Vento, di Fuoco
Testo e foto di Michele Dalla Palma
La domanda di sempre è: “Perchè?” Perchè, ancora adesso, dopo due terzi di vita passati a girovagare negli angoli più selvaggi e sperduti del pianeta, spesso mi scoppia dentro, improvviso, irrefrenabile, il desiderio di abbandonare la tranquilla sicurezza dei ritmi quotidiani, quella realtà “rassicurante” e conosciuta che tutti abbiamo imparato a vivere e interpretare fin da bambini, per rincorrere un’emozione.
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ETIOPIA
Testo e Foto di Laura Colognesi
TREKKING nei MONTI del SEMIÈN DAI MONTI DEL SEMIÈN, IL “PAESE DEL FREDDO”, I PIÙ ALTI DELL’ACROCORO ETIOPICO, UNO DEI POCHISSIMI LUOGHI IN AFRICA IN CUI NEVICA REGOLARMENTE, SGORGA L’ACQUA CHE ALIMENTA IL NILO AZZURRO.
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U
na natura immensa, carismatica e minacciosa, mai uguale a se stessa, a tratti struggente, che durante la stagione delle piogge è avvolta da nebbie malinconiche ed arcobaleni commoventi, limitata a nord e a est dal fiume Takkazé e a sud e a ovest dai suoi affluenti Balagas e Dequiquó, un legame stretto tra la terra e l’uomo, legato alla sopravvivenza, che qui non si è mai interrotto. Quasi a sottolineare la provvisorietà e la caducità della vita umana davanti all’immortalità della natura. Un isolamento così intenso da costringere a fare i conti con i propri limiti. A piedi si torna dove tutto è iniziato, in una terra dove ogni venti secondi una persona muore a causa della mancanza di acqua e, di conseguenza, anche per le insufficienti condizioni igieniche. Nell’attuale regione degli Afar fu scoperto nel 1974 Lucy, uno scheletro quasi completo di Australopithecus afarensis risalente a circa 3,5 milioni di anni fa, la più conosciuta antenata dell’uomo. Senza fretta, si percorrono sentieri polverosi non troppo ripidi che collegano i numerosi villaggi, unica via per scambiare i prodotti del luogo, in un Paese dove tutti i trasporti avvengono via terra, privato dallo sbocco sul Mar Rosso dalla secessione dell’Eritrea nel 1993. Ogni giorno è uguale all’altro, scandito dai ritmi della natura, dove la fretta perde ogni significato. Popoli primordiali, non ancora addomesticati, dove è possibile essere accolti in casa per fare quattro chiacchiere e scoprire le reciproche diversità. Nulla sembra turbare la loro tranquilla esistenza e le loro secolari tradizioni. Un’esperienza forte, intima e introspettiva, quasi una lezione di vita, per chi, come noi, è abituato al superfluo, di cui restano, anche a distanza di tempo, i sorrisi, mai forzati, e i gesti spontanei. La famiglia come fulcro della vita, dove la prevalenza di prole maschile costituisce motivo di prestigio. Innumerevoli eruzioni nel sottosuolo dell’Etiopia hanno creato, circa 40 milioni di anni fa, uno dei paesaggi più spettacolari del mondo, con montagne frastagliate che si ergono come fortezze con migliaia di torrioni, valli profonde e precipizi taglienti profondi oltre 1500 metri. TREKKING&Outdoor · 105
MOLISE / CAMPANIA Testi e Foto di Andrea Perciato e Maria Rita Liliano
MATESE, SENTIERI SENZA CONFINI
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STUPORE, AMMIRAZIONE E QUEL SENSO DI LIBERO VAGABONDARE ACCOMPAGNANO L’ESCURSIONISTA CHE S’INCAMMINA LUNGO I SENTIERI DI ANTICA FREQUENTAZIONE DEL MATESE, INTRECCIO D’IMPORTANTI VIE MERCANTILI CHE SEGUIVANO LA DORSALE APPENNINICA TRA CAMPANIA E MOLISE.
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Camminando verso il Miletto lungo le creste della Gallinola
arlare del Matese, ultimo tra i grandi giganti della dorsale appenninica, è come raccontare tutta la storia delle esplorazioni e dell’escursionismo nel Mezzogiorno italiano. Antichi sentieri e piste della transumanza s’intersecavano, si rincorrevano e si accavallavano lungo le pendici di questo massiccio dell’Appennino che si colloca per buona parte in terra molisana con ampie giogaie e valli profonde. Da queste montagne che hanno accolto da sempre l’uomo – dagli osci ai sanniti, dai dauni ai romani, tutti hanno saputo pazientemente adattarsi ad ambienti solo in apparenza ostili – s’impenna la cima più alta, quel poderoso Miletto (2050 m) che nelle conche sommitali reca tracce di antichi bacini glaciali. I fianchi meridionali del massiccio, ricadenti in Campania, culminano con la Gallinola (1923 m) e sono distribuiti tra le provincie di Caserta e Benevento; questi versanti a solatio non sono riparati dai venti che salgono dalla costa, quindi risentano di un clima particolarmente mite. Qui i lecci si aggrappano alle pendici della montagna, mentre la macchia offre le sue note caratteristiche ambientali, in cui domina il corbezzolo che si alterna ai cisti e all’asparago. Salendo in quota il manto verde cambia veste: immediatamente a ridosso delle macchie e dei coltivi subentrano gruppi di sorbo, acero, abete e frassino, ai TREKKING&Outdoor · 91
OBIETTIVO OUTDOOR
LA STRA POST PRODUZIONE I COLORI DELL’AUTUNNO FOTO DI PLASTICA E SFUMATURE DI CARTONE
Ma…..io la farei più scura. Qui c’è troppo contrasto. Questa nuvola non è abbastanza rossa, non sembra un tramonto. Questo albero non è ben nitido e, forse, non è a fuoco. Questa foto è composta male. Non c’è problema, tanto poi si fa tutto in post produzione! Questo è un normalissimo discorso che si può leggere sui vari forum o social network dedicati alla fotografia. Sembra quasi che con la post produzione si possa rimediare a qualsiasi tipo di errore o imperfezione avvenuta in ripresa. Sicuramente non è così. Un buono scatto in ripresa è un ottimo punto di partenza per qualsiasi tipo di post, ma è anche un punto d’arrivo, ovvero un file quasi pronto all’uso. Non sempre, però, è così. Oggi vediamo migliaia di immagini assurde, irreali, con colori falsati e impossibili, foto che non sono più foto, ma opere di arte grafica. Nessuno, oggi, può certo ritenere che la funzione della fotografia sia quella di rappresentazione della realtà, come agli albori della nascita di questa disciplina. Il tutto dipende, però, da quello che si intende comunicare e dal genere di fotografia che si scatta. Se parliamo di reportage sociale o di guerra è chiaro che la realtà e la notizia assume un aspetto rilevante e determinate, che si può anche definire etico. Il messaggio di una foto cambia radicalmente se un bambino è ritratto vicino ad un carro armato, oppure se il mezzo bellico viene escluso dall’inquadratura. Nel tipo di fotografia che analizziamo in queste pagine (Outdoor, Natura e Montagna), il problema è piuttosto relativo, ma comunque importante. Se fotografo un tramonto e poi lo elaboro in modo da accentuare in maniera esagerata le tonalità del cielo, a mio avviso, falso il risultato
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A cura di Cesare Re
estetico dell’immagine, restituendo una foto dai colori irreali. Se accentuo esageratamente il colore di un larice in autunno, falso la tonalità della foto. Anche in un cielo stellato, è possibile sbizzarrirsi e modificare l’effetto finale della foto, a seconda della rappresentazione della volta celeste, a striscia o puntiforme. E’ vero che ragionamenti di questo tipo, come l’accentuazione del colore e l’aumento del contrasto si sono sempre fatti, anche con la fotografia a pellicola, sia a colori sia in bianco e nero, ma c’era un limite operativo più netto e ben definito. Anche la tonalità del cielo poteva essere accentuata in vari modi, così come l’effetto seta dell’acqua o la sua immobilità risultavano comunque essere un modo di comunicazione irreale, ma comunemente accettato. La scelta, quindi, rimane sempre una questione di gusto personale e di intento di comunicazione. Rimane, però, quel sottile limite, a volte soggettivo, che trasforma una fotografia in “un’immagine d’arte grafica”, ovvero in un qualche cosa di diverso, a causa di un eccesso di lavorazione al computer. Foto di questo genere impazzano per
il web e, a mio avviso, tendono a mortificare la bellezza reale di un tramonto. In era pre-digitale, il tramonto doveva essere cercato e ricercato, con tutte le difficoltà del caso, aspettando le condizioni che ci regalava la natura. Si potevano ottenere foto particolari, uniche, anche grazie alle perfette condizione meteo e di luce a lungo ricercate e non esageratamente e irrealmente accentuate. La scelta e l’uso, e abuso, di post produzione rimane ovviamente soggettiva. Tantissimi fotografi paesaggisti dichiarano:“l’elemento fondamentale del mio modo di fotografare è la luce”. Guardando, però, le loro foto si evince, invece, che l’elemento fondamentale della loro fotografia non è la luce, ma Photoshop o Lightroom”. Quindi…..non più fotografia, ma arte grafica, non più fotografo, ma “artista grafico”.
IL COLORE DELL’AUTUNNO
Il sole del primo mattino è ancora basso, il cielo blu cobalto, intenso come può esserlo solo in autunno e inverno. Le tipiche foschie estive lasciano campo all’aria
ANCHE IL FORMATO DX HA IL SUO “NANO”
Il nuovo zoom AF-S DX NIKKOR 16–80mm f/2.8–4E ED VR (24-120mm equivalente) è il primo obiettivo formato DX a fregiarsi del trattamento anti riflesso “Nano Crystal Coat”, garantendo, quindi, una miglior resistenza ai riflessi, in situazioni difficili. La messa a fuoco è garantita dal motore “Silent Wave”, veloce e silenzioso, soprattutto utile per le riprese video. La sigla “VR” indica la stabilizzazione dell’ottica che, secondo Nikon, consentirebbe di scattare con tempi di posa inferiori di 4 stop, rispetto al tempo di sicurezza. Peso 480 grammi; lunghezza 86 mm.
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Abbonati e regala &OUTDOOR
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