TREKKING&Outdoor 283

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LA RIVISTA DEL

Bimestrale Nr. 2 - Anno XXXII - Verde Network s.r.l. - 16121 Genova - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI

ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA

VERDE NETWORK

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Euro 4,00 - Aprile / Maggio 2016

&OUTDOOR 283

SULLE ORME DI SIGERICO

LA VIA FRANCIGENA IN TOSCANA

APPENNINO LUCANO

UN GIOVANE PARCO DA VIVERE


SOMMARIO

58

ARTICOLI

58

Speciale Via Francigena in Toscana

78

Il sentiero della Madonna Nera

80

Appennino Lucano, vivere il Parco

88

Trekking ai piedi del Gran Sasso

92

Insieme si può

94

Cornovaglia, oltre l'orizzonte

104

80 IN COPERTINA SAN QUIRICO D'ORCIA COLLEGIATA DEI SANTI QUIRICO E GIULITTA (APT SIENA)

serafino ripamonti

tiziano testa

enrico bottino

massimo clementi

marco bailetti

andrea perciato e maria rita liliano

Bulgaria: la terra che guarda l'Asia marco carlone

RUBRICHE

6

Focus

14

L'opinione

26

Senza lasciare traccia

32

Obiettivo outdoor

38

FederTrek

42

Emozioni di carta

43

Ambiente e dintorni

44

Laboratori del Camminare

56

I consigli di TREKKING: allenamento e sicurezza

Turismo sostenibile e dintorni


IN QUESTO NUMERO

SENTIERI DI FEDE, TRADIZIONE E CULTURA Nell’anno del Giubileo della Misericordia anche noi di TREKKING&Outdoor non potevamo fare a meno di dedicare spazio ai cammini di fede, che tanta importanza hanno avuto nella storia del vecchio continente e che oggi si ripropongono come straordinaria esperienza per tutti gli appassionati di turismo lento e di cultura del territorio. In queste pagine abbiamo già presentato il progetto Cammini d’Europa lungo itinerari storici e religiosi dell’Emilia Romagna, Abruzzo, Campania e Puglia, su questo numero è la volta delle quindici tappe della Via Francigena in Toscana: uno speciale di 20 pagine di Serafino Ripamonti che rievoca le suggestioni legate alla più celebre delle vie dei pellegrini, in uno dei sui tratti più affascinanti, quello che dai valichi dell’Appennino tosco-emiliano scende fino alla Versilia, per poi attraversare le colline di Camaiore, la pianura di Lucca, le valli dell’Arno e dell’Elsa, approdando a Siena e da lì attraversare la Val d’Arbia e la Val d’Orcia, fino ai confini con il Lazio, ormai a pochi passi da Roma, la meta finale del viaggio francigeno. Alla devozione religiosa è legato anche l’itinerario proposto da Tiziano Testa: un viaggio alla scoperta delle tradizioni più autentiche dell’Abruzzo rurale, lungo i sentieri che da Pescasseroli risalgono verso il Santuario del Monte Tranquillo, meta, nell’ultima domenica di luglio, dell’antica processione de-

dicata alla Madonna. Enrico Bottino ci porta ancora più a sud, in Basilicata, fra i monti del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese, uno scrigno che custodisce straordinari tesori di biodiversità, tradizione e cultura. Torniamo ancora in Abruzzo con Massimo Clementi, nostra guida per il viaggio fra i borghi e i sentieri che fanno da corona al Gran Sasso. Siamo nel cuore dell’Italia mediterranea, ma, camminando sugli antichi tratturi, sembra di essere trasportati lontano, fra gli esotici altopiani del Tibet... Gli ultimi due articoli di questo numero ci conducono davvero in terre lontane, sempre lungo i sentieri della storia, della spiritualità e della cultura. Andrea Perciato cammina fra le strade di campagna che conducono alle ripide scogliere del luogo dove finisce la terra, “Land’s End”, l’angolo estremo della Cornovaglia, dove, fra i fari battuti dalla furia delle onde e la tranquillità dei piccoli cottage, aleggiano leggenda, mito e mistero. Il viaggio si conclude in un’altra terra di confine: Marco Carlone ci conduce in Bulgaria, un angolo d’Europa sconosciuto ai più e “affacciato” verso l’Asia e il Medio Oriente, un luogo dove la religiosità e le tradizioni della cristianità ortodossa convivono con la cultura musulmana e che riserva inattese e piacevoli sorprese e opportunità per gli amanti del camminare e del turismo rurale. Buona lettura e buon cammino!

Serafino Ripamonti

Andrea Perciato e Maria Rita Liliano

Tiziano Testa

Marco Carlone

Enrico Bottino

Massimo Clementi

4 · TREKKING&Outdoor


OBIETTIVO OUTDOOR

L’INTERPRETAZIONE DELL’ACQUA LA MAGIA DEL NOSTRO PIANETA È NELL’ACQUA. FOTOGRAFIAMOLA

ACQUA DI MONTAGNA E ACQUA DI MARE

L’inverno e il freddo, la neve e il ghiaccio, gli scogli e la sabbia sono scenari ed elementi ricchi d’acqua nei suoi diversi stati e nelle sue molteplici forme. Per il fotografo le occasioni non mancano. L’argomento “acqua” è interessantissimo in tutte le stagioni. In montagna e nei torrenti, gli spunti sono notevoli, soprattutto nella stagione fredda, vista la presenza di particolari forme di ghiaccio. Al mare, il periodo è piuttosto relativo; l’interesse dell’immagine dipende, infatti, dal moto ondoso, praticamente sempre presente, a meno di rare situazioni di calma piatta. L’acqua è semplice da trovare, almeno sulle nostre Alpi e sugli Appennini; si presta a molte interpretazioni a seconda del suo stato, della sua forma e del suo colore, tutte caratteristiche che in inverno divengono particolarmente mutevoli. Durante i mesi freddi nei corsi d’acqua di montagna spuntano, ovunque, interessanti e fotogeniche forme di ghiaccio, attorniate da cascatelle e giochi d’acqua: in pochi centimetri si concentrano una miriade di soggetti spesso irripetibili in quanto “nascono” di notte e, spesso, si sciolgono rapidamente, con l’innalzarsi della temperatura. Anche al mare, soprattutto dagli scogli, gli spunti fotografici per immortalare piccoli particolari d’acqua non mancano: rocce e alghe diventano quinte naturali di immagini con onde spumeggianti. In questo caso la mutevolezza del soggetto non dipende dall’orario e dalla luce del sole, ma piuttosto dall’intensità delle onde. Sia in montagna sia al mare, il risultato finale di questo genere d’immagini è determinato dalle scelte compositive e tecniche del fotografo, come spiegato passo passo nell’articolo. 32 · TREKKING&Outdoor

A cura di Cesare Re

IN MONTAGNA

Qualsiasi sia la quota del nostro torrente o fiume è necessario alzarsi di buon’ora e coprirsi parecchio. Spesso il greto del torrente è in ombra, o comunque in posizione tale da far sì che il sole arrivi piuttosto tardi. Oltretutto, capita di rimanere fermi per le normali operazioni fotografiche e la sensazione di freddo tende ad aumentare. Si scatta quasi sempre ad almeno qualche grado sotto lo zero, senza considerare che su Alpi e Appennini, temperature invernali di meno 10, meno 15 sono situazioni abbastanza normali. Sono, quindi, indispensabili guanti, giacca e scarponi con suola adeguata poiché, di frequente, ci si apposta su massi gelati o ricoperti di invisibile e infido verglass. Consiglierei anche bastoncini telescopici e un paio di ramponi (eventualmente anche quelli leggeri da escursionismo), altrimenti gli scivoloni sono garantiti, soprattutto se si deve saltare il torrente da un sasso all’altro. Anni fa, in un tratto isolato del torrente Màrmore (Valtournenche – Val d’Aosta), sono scivolato sbattendo un ginocchio


contro un macigno. Dopo essermi assicurato di non aver rotto o bagnato la reflex, ho cominciato a urlare tutto il mio dolore, pensando di dover uscire dal letto del fiume strisciando. Per fortuna non c’era nulla di grave e dopo alcuni minuti mi sono ripreso! Una volta in loco, per ottenere immagini che vadano al di là di quelle d’insieme, è necessario concentrarsi sui piccoli particolari, come anfratti, cascatelle minori o forme e disegni impressi sulle rocce. Spesso i soggetti che ci accingiamo a fotografare sono molto piccoli, quindi, se vogliamo avere una sufficiente profondità di campo, sarà necessario diaframmare molto (f11-16-22). I diaframmi chiusi consentiranno, inoltre, di avere un tempo di posa sufficientemente lungo per ottenere il mosso dell’acqua, ovvero l’effetto seta che contribuisce a creare immagini particolari e inconsuete. Visti i tempi di esposizione conseguentemente lunghi, a volte anche di alcuni secondi, sarà indispensabile utilizzare il cavalletto. L’effetto mosso dipende dalle dimensioni della cascatella, dalla quantità d’acqua e dalla lunghezza

I MACRO DI VENUS OPTICS

Il macro 60 mm f 2,8 ha un rapporto di riproduzione di 2:1, ovvero il soggetto viene riprodotto sul sensore al doppio delle sue dimensioni naturali. Il macro 15 mm f 4 è un decentrabile, ma è anche un macro, con rapporto di 1:1. Sono due tipi di obiettivi, con caratteristiche peculiari, prodotti solo da questo marchio e che non trovano corrispondenti nei cataloghi dei produttori originali. Le due ottiche saranno distribuite da Image Consult, con innesti per reflex Nikon F, Sony A, Sony FE, Canon EF, Pentax. www.imageconsult.it/Laowa+Venus+Optics TREKKING&Outdoor · 33


E SPECIaAinLtoscana

en francig

SULLE ORME DI SIGERICO

La Via Francigena in Toscana

Testo di Serafino Ripamonti Foto di Enrico Bottino, Filippo Galluzzi, Michele Dalla Palma, Archivio Toscana Promozione e APT Siena

58 路 TREKKING&Outdoor


DAI VALICHI DELL’APPENNINO SETTENTRIONALE AI CONFINI CON IL LAZIO, L’ANTICO CAMMINO DEI PELLEGRINI, DESCRITTO NEL CELEBRE RACCONTO DI VIAGGIO DEL VESCOVO SIGERICO, ATTRAVERSA I PAESAGGI PIÙ CARATTERISTICI E SUGGESTIVI DELLA TOSCANA, TOCCANDO ALCUNE FRA LE PIÙ NOTE CITTÀ D’ARTE, PICCOLI BORGHI E PIEVI, CHE CUSTODISCONO TESORI DI STORIA E CULTURA ANCORA TUTTI DA SCOPRIRE.

TREKKING&Outdoor · 59


BASILICATA Testo di Enrico Bottino e Elisa Canepa Foto di Massimo Piacentino e Antonio Conte

Un GIOVANE PARCO da VIVERE SULLA CARTA È UNA MACCHIA ALLEGRA E FANTASIOSA, UN PICCOLO ORIGAMI VERDE CUSTODITO GELOSAMENTE DAL PERIMETRO DELLA REGIONE BASILICATA, CROCEVIA DI TRADIZIONI, ARTE, CULTURA E FEDE. IL PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO LUCANO, CHE SI ESTENDE NELL’AMBITO DI TRE GRANDI BACINI IDROGRAFICI – IL BASENTO, L’AGRI E IL SINNI – È PRONTO A SVELARE TESORI UNICI, CELATI NELLA SUA NATURA INTATTA, NELLA SUA CULTURA ANTICA E NELL’ANIMO DELLA SUA GENTE. 80 · TREKKING&Outdoor


Da un antico lago pleistocenico ai moderni acquedotti, dalla magia di laghi incantati a cristalline sorgenti, si perpetua il millenario rapporto tra la Lucania e le sue acque.

I

l Parco Nazionale più giovane d’Italia tinge di verde la Lucania e contribuisce allo straordinario stato di conservazione degli ambienti naturali di questo tratto di Appennino. Complice di questa eccezionale biodiversità è l’ampio spettro di quote presenti, passando dal dolce paesaggio agricolo del fondovalle ai versanti pedemontani, dove rigogliose aree boschive e

ambienti carsici annunciano le vette montane che raggiungano con il monte Papa i 2005 metri di quota. Lo scorrere tortuoso del fiume Agri, l’antico Akiris, lambisce meravigliosi boschi caratterizzati, nei pressi della sorgente, da roverelle, ornielli e carpini neri; lungo il suo corso è poi possibile incontrare ontani neri, ontani napoletani, pioppi bianchi e neri, assieme ad alcune specie di salici che colorano la primavera di bianco, con la loro magnifica fioritura. L’area compresa tra i 1000 e i 1800 metri di altitudine offre un affascinante impatto visivo. In questa zona vive il faggio europeo, vero sovrano del parco, i cui boschi sono davvero singolari perché il ricco fogliame crea verdi “saloni” silenziosi dal sottobosco “pulito” e affascinante. A nord-ovest, nel territorio di Sasso di Castalda, alle pendici occidentali di monte Arioso, si trova il bellissimo esemplare di “Zi Michele”, pianta monumentale che nemmeno cinque persone riescono a cingere in tutta la sua circonferenza. Poco lontano, incontriamo il vasto patrimonio forestale della splendida Val Camastra, dominato dalla faggeta alle quote più alte, dove fioriscono gli ellebori, le dentarie, le stelline odorose e i ciclamini. Il paesaggio montano e collinare della Val Camastra disegna forme ora dolci ora aspre, passando per l’area turistica di Rifreddo, con il suo bel bosco di conifere, raggiungendo il monte Pierfaone (1737 m) e il monte Volturino (1835 m), dove nelle pareti calcaree non è difficile trovare l’achillea lucana millefoglie. Di notevole pregio è l’area dell’Abetina di Laurenzana, complesso forestale individuato dalla Società Botanica Italiana come biotipo di rilevante interesse naturalistico, classificato Riserva Naturale Regionale poiché tutela il più importante bosco di abete bianco in associazione con il faggio dell’Appennino meridionale (alcuni esemplari raggiungono anche i 4 metri di circonferenza). Verso ovest s’incontra l’area attraversata dal fiume Melandro, il cui aspetto ricorda tanto quello di un piccolo canyon naturale con l’acqua che si rincorre tra meandri e gole. Scendendo verso sud si trova il magnifico Bosco Faggeto di Moliterno, in cui alcuni esemplari di faggio superano addirittura i TREKKING&Outdoor · 81


DI TREKKING

&OUTDOOR

I VIAGGI

IL PICCOLO TIBET TREKKING AI PIEDI DEL GRAN SASSO

Testo di Massimo Clementi


L’ALTOPIANO ERBOSO SOPRA CUI SI INNALZA LA PIÙ ALTA CIMA APPENNINICA È UN LUOGO STRAORDINARIO, ALLO STESSO TEMPO ESOTICO E DOMESTICO: GLI ANTICHI BORGHI DEL TERRITORIO SONO UNO SCRIGNO CHE CUSTODISCE LA STORIA E LE TRADIZIONI PIÙ AUTENTICHE DELLE GENTI D’ABRUZZO, MA L’AMBIENTE NATURALE RICORDA QUELLO DELLE PIANURE D’ALTA QUOTA CHE SI ESTENDONO AI PIEDI DELL’HIMALAYA. È UN’IDEA, UNA PROPOSTA DI VIAGGIO PER UN TURISMO SOSTENIBILE ED ESPERIENZIALE, CHE NON LASCIA SOLO QUALCHE SCATTO DI “LUOGHI SIMBOLO” MA TANTI RICORDI DI “VITA VISSUTA”.

D

iviso tra le dolci coste dell’Adriatico e le vette di montagne aspre, l’Abruzzo presenta una significativa varietà climatica e paesaggistica, che lo rende una meta appetibile per gli amanti dello sport e della natura. Con ben tre parchi nazionali, un’area marina protetta e numerosi parchi regionali e riserve, merita a ragione l’appellativo di Regione dei Parchi. Domina questo complesso panorama geologico la catena del Gran Sasso, con il massiccio del Corno Grande, la montagna più alta degli Appennini (2912 m). I paesaggi di queste imponenti montagne vanno da quelli boscosi e ricchi di acque del versante teramano, a quelli più aridi e selvaggi del lato aquilano. Qui ampi altipiani serpeggiano tra vette aspre e rocciose. In primavera e in estate gruppi di alpinisti risalgono le tante vette della catena, turisti ed appassionati passeggiano lungo i pianori osservando animali al pascolo e le numerose specie floristiche presenti nel Parco. Il tutto tra la bellezza imponente di una natura che ha ispirato nel tempo la fantasia di registi del cinema nazionale e non solo, che hanno ambientato i loro film in quello che è soprannominato il “Piccolo Tibet”, l’altopiano di Campo Imperatore. Il versante meridionale del Gran Sasso è anche custode di TREKKING&Outdoor · 89


GRAN BRETAGNA

CORNOVAGLIA DOVE FINISCE LA TERRA! COLLOCATA NELLO SPIGOLO SUD OCCIDENTALE DELL’INGHILTERRA, LA CORNOVAGLIA, IN PARTICOLARE LA CORNWALL, È UNA TERRA CHE DA SEMPRE AFFASCINA PER LE SUE LEGGENDE, I SUOI MISTERI E I SUOI MITI; CULLA DI ARTISTI DA SEMPRE ATTRATTI DALLE BELLEZZE DI QUEST’ANGOLO DI TERRA PROTESO TRA DUE MARI.

Testi e foto di Andrea Perciato e Maria Rita Liliano

94 · TREKKING&Outdoor


La baia di Potheras Cove

TREKKING&Outdoor 路 95


BULGARIA Testo di Marco Carlone / Foto di Marco Carlone Ivo Radoev e Klearchos Kapoutsis

Le MONTAGNE che GUARDANO

L’ASIA

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NEL SUD-OVEST DELLA BULGARIA C’È UN ANGOLO DI EUROPA DIMENTICATO DAL TURISMO DI MASSA, LADDOVE SI ERGONO LE VETTE PIÙ ALTE DELLA PENISOLA BALCANICA E CONVERGONO TRE GRUPPI MONTUOSI SELVAGGI E INCONTAMINATI: I MONTI RODOPI, LA CATENA DEL PIRIN E IL MASSICCIO DEL RILA.

TREKKING&Outdoor · 105


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