LA RIVISTA DEL
Bimestrale Nr. 4 - Anno XXXII - Verde Network s.r.l. - 16121 Genova - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI
ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA
IL SISTEMA DEI CAMMINI DEL LAZIO
&OUTDOOR 285
MOLISE
VIE DI FEDE E TRANSUMANZA
NUOVI ORIZZONTI
DALMAZIA E MONTENEGRO
Euro 4,00 - Agosto / Settembre 2016
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VERDE NETWORK
SOMMARIO
ARTICOLI
46
46
Passi nella Storia
66
Argentario tra cielo e mare
70
Vie di fede e transumanza
92
Cearà: cuore antico del Brasile
96
Una finestra sul Paradiso
100
serafino ripamonti
marco carlone
marco carlone
carlo rocca
enrico bottino
Nuovi Orizzonti: Dalmazia e Montenegro enrico bottino
RUBRICHE
100 IN COPERTINA ARCO DI TREVI - LAZIO (FOTO MICHELE DALLA PALMA)
6
Focus
14
Opinione
20
Senza lasciare traccia
24
FederTrek
30
Cogli l’Attimo
32
Obiettivo Outdoor
36
Emozioni di carta
38
Ambiente e dintorni
40
Laboratori del Camminare
IN QUESTO NUMERO
TEMPO DI VIAGGIARE I giorni lunghi dell’estate sono un invito irresistibile al viaggio. Gli amanti del turismo lento sanno che la distanza dal quotidiano non si può stimare in chilometri lineari, ma in quella strana unità di misura “tridimensionale” che si potrebbe definire come “profondità”, nel tempo e nello spazio… In un best seller della letteratura fantasy di qualche decennio fa accadeva così: solo rallentando si poteva impedire che le ore e i minuti scivolassero via fra le dita, solo stando al passo di una lentissima tartaruga la piccola Momo poteva distanziare gli uomini grigi, famelici predoni del tempo degli uomini… Eccoci quindi sulle strade consuete, ma a passo lento. La magia non si fa attendere e succede che il viaggio di Serafino Ripamonti fra le vie e i sentieri del Lazio si trasformi in un’avventura che si immerge nel tempo sino a più di 2000 anni fa. I suoi passi ricalcano quelli dei pellegrini che per secoli hanno percorso i cammini di fede che attraversano la regione, diretti verso Roma. Lungo la strada, c’è tutto il tempo per incontrare culture, tradizioni e paesaggi che, di questa storia plurimillenaria, sono lo straordinario racconto vivente. Immersione profonda nel territorio è anche quella di Marco Carlone. Nella sottile striscia di terra del promontorio dell’Argentario, incastonato nel blu del Tirreno, fra Alto Lazio e Maremma, il nostro redattore ritrova i segni di una presenza antica dell’uomo: etruschi, romani, spagnoli, austriaci, persino gli
eserciti di Napoleone sono passati in questi luoghi e si sono lasciati incantare dalla bellezza di una natura ancora oggi potente e selvaggia. È sempre Carlone a portarci lontano dalle strade più trafficate verso le verdi campagne del Molise. Per chi viaggia a passo lento le stradine secondarie sono le vie più dirette per raggiungere il cuore del territorio, lontano dai luoghi comuni. Così la regione più piccola d’Italia svela la sua verità di immenso spazio di natura tutto da scoprire, teatro ideale per un grande viaggio, pieno di sorprese! Dall’incanto della campagna passiamo a quello delle alte quote, con il reportage firmato dal caporedattore Enrico Bottino e corredato dalle immagini dei fotografi di PixCube, a caccia della luce incomparabile e delle bellezze del Parco Nazionale Gran Paradiso. Con un balzo scavalchiamo addirittura l’Oceano Atlantico, per raggiungere le coste nord orientali del Brasile, dove Carlo Rocca ci propone l’affascinante esperienza di un viaggio responsabile a contatto con la vita quotidiana delle comunità di pescatori locali e delle popolazioni indigene. Concludiamo il nostro lungo cammino seguendo ancora le orme di Enrico Bottino, questa volta dirette a Est, dove sorge il sole, oltre l’Adriatico, alla scoperta di borghi, monumenti e storie della Dalmazia e del Montenegro. Si attraversano luoghi testimonianza dei combattimenti tra i più insensati della storia moderna, nella speranza di non vedere più i volti dei giorni del dolore.
Serafino Ripamonti
Michele Dalla Palma
Carlo Rocca
Marco Carlone
Enrico Bottino
Massimo Clementi
4 · TREKKING&Outdoor
OBIETTIVO OUTDOOR
IN MONTAGNA REFLEX O MIRRORLESS? I PRO E I CONTRO PER SCIOGLIERE IL NODO
La mirrorless ha un aspetto ibrido, tra quello di una compatta e di una reflex. La sua peculiarità è la mancanza dello specchio, sostituito da un mirino elettronico o ibrido che consente di realizzare una carrozzeria più piccola e sottile, con la possibilità di usufruire di obiettivi intercambiabili. Se la fotocamera è uno strumento per ottenere delle immagini, ad oggi, oltre alle compatte, alle bridge, alle telemetro e alle reflex, si sono aggiunti gli smartphone e, soprattutto, le mirrorless. Tralasciando l’argomento foto-cellulare, del quale vi parlerò, prossimamente, in maniera più approfondita (eh si parlerò anche di quello), mi soffermo sul sempre più atroce dubbio di foto-escursionisti, trekker e alpinisti: REFLEX o MIRRORLESS? Ovviamente non si tratta di un test tecnico e analitico, ma di alcuni ragionamenti più personali, maturati in esperienze decennali, per la reflex, e recentissime per le mirrorless. Personalmente, da diversi anni, sono abituato a scattare con la reflex, un pesante corredo Nikon, comprensivo di tutto ciò che serve per ogni genere fotografico, dal paesaggio alla macro, dalla foto panoramica agli scatti di animali. Ovviamente le varie ottiche vengono selezionate di volta in volta, a seconda del genere fotografico da affrontare. Personalmente ritengo che la reflex rimanga lo strumento fotografico d’elezione, il migliore e il più versatile per chi scatta in montagna o in natura. Le Mirrorless (conosciute anche come Evil, acronimo di Electronic Viewfinder Interchangeable Lens, mirino elettronico obiettivo intercambiabile), soprattutto alcune, sono macchine fotografiche di qualità, molto più leggere e poco ingombranti, per la maggior parte, dotate di ottiche intercambiabili. Muovendosi 32 · TREKKING&Outdoor
A cura di Cesare Re
in montagna, magari per escursioni o ascensioni impegnative, il minor peso, sicuramente, può fare la differenza. Una reflex professionale può pesare tranquillamente anche 1,5 kg, solo corpo. In media, possiamo dire che il peso di una fotocamera con sensore di formato FX (circa 36 x 24 mm, maggiore rispetto al formato 24 x 16 mm delle DX) sia di circa 800, 900 grammi, ai quali si devono, ovviamente, aggiungere peso e ingombro delle ottiche. Una mirrorless di qualità e già di per sé “pesante”, come la mia Fuji X E 1, pesa circa 350 grammi, solo corpo, per un ingombro di 129 x 75 x 38 mm. Si deve poi aggiungere il peso delle ottiche, ma il concetto di base non cambia: ovvero leggerezza e maneggevolezza rimangono la caratteristica migliore di queste fotocamere. Tra l’altro il sensore Fuji è decisamente grande, ovvero è un formato DX, come quello delle reflex aps-c. Durante un lungo trekking, come “AsinarLeAlpi 2013“, 160 km a piedi con gli asini dal Bianco al Rosa, una mirrorless, leggera, ma
La Roisettaz, in Valtournenche. In una giornata di brutto tempo, a volte si scatta poco o nulla e si preferisce lasciare la reflex a casa. Ci sono momenti, però, in cui il diradarsi delle nubi può creare effetti interessanti. Una maneggevole mirrorless nello zaino, pesa pochissimo e consente di non perdere l’attimo. Fuji XE 1; Fuji 55-200 3,5 / 4,8.
Durante AsinarleAlpi 2013, un lungo trekking di 160 km di sentieri, sarebbe stato comodo e più agevole utilizzare un corredo mirrorless, invece della pesante Nikon D800 con relative ottiche: 24 – 70 2,8; 70-200 4; fish eye 15 2,8.
Per la fotografia di animali, a mio avviso, il mirino della reflex e l’autofocus velocissimo e performante, rendono questo sistema ancora migliore, rispetto alle mirrorless.
Durante un’escursione in bicicletta, la trasportabilità e il ridotto ingombro sono elemento essenziale e rendono decisamente preferibile la mirrorless. Un corredo con macchina fotografica e un paio di ottiche si può riporre tranquillamente in una apposita sacca da bicicletta. Parco del Ticino. Fuji XE 1; Fuji 18-55 2,8 / 4
LE SPECIA ini del Lazio i Camm e d a m Il Siste
passi nella
Storia
LA COSTRUZIONE DELLE PRIME VIE DI COMUNICAZIONE INIZIÒ CON LE STRADE CONSOLARI, MUNICIPALI E VICINALI REALIZZATE DAI ROMANI, PICCOLE E GRANDI STRADE CHE NEL TEMPO HANNO ASSOLTO LA FUNZIONE STORICA DI SCAMBIO TRA CIVILTÀ DIVERSE E DI LUOGO D’INCONTRO. A DISTANZA DI DUEMILA ANNI, GRAZIE ALLA RETE DI CAMMINI E PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO E DELLE SUE ECCELLENZE, ANCHE AGROALIMENTARI, L’ESCURSIONISTA PUÒ SCOPRIRE PAESAGGI AFFASCINANTI E AMMIRARE ESPRESSIONI ARTISTICHE E MONUMENTALI CHE SONO FRUTTO DI ANNI DI STORIA E DI CULTURA DEL NOSTRO PAESE. Le case di Cantalice, aggrappate alla collina, incoronano la cima dominata dalla torre del Cassero e dalla bianca chiesa settecentesca dedicata a S. Felice
46 · TREKKING&Outdoor
Testo di Serafino Ripamonti Foto di Michele Dalla Palma e Agenzia Regionale
VALLE D’AOSTA Testo di Enrico Bottino / Foto PixCube
UNA FINESTRA SUL PARADISO NEL PARCO NAZIONALE GRAN PARADISO, INSIEME A PIXCUBE E NIKON FOR PARKS, FRA I BOSCHI INCANTATI DI SYLVENOIRE E LE CASCATE DI LILLIAZ
96 · TREKKING&Outdoor
D
ai contrafforti del massiccio del Gran Paradiso discendono impervi valloni che danno inizio sul versante valdostano alla Valle di Cogne, Valsavarenche e Val di Rhêmes, e sul lato piemontese alla Valle dell’Orco e alla Val Soana. Bastano pochi passi per accorgersi che queste valli pullulano di vita, perché nel Parco Nazionale è facile incontrare animali selvatici, soprattutto ungulati come il camoscio o lo stambecco che ha legato le sue sorti a quelle del primo parco istituito in Italia. Nel XIX secolo il massiccio del Gran Paradiso era terreno di caccia dei Savoia e in particolare Vittorio Emanuele II aveva creato la Riserva Reale del Gran Paradiso, tutelando così l’area ancora prima del 1922, anno di istituzione del Parco Nazionale. Oggi, grazie soprattutto alle comode mulattiere reali, gli escursionisti possono guadagnare quota facilmente, affrancandosi così dai semplici tragitti di fondovalle, comuni ad altri settori alpini. I più allenati possono addirittura avvicinarsi a quote importanti, dove iniziano a comparire i candidi ghiacciai perenni: è gratificante ad esempio giungere al rifugio Chabod, con i suoi rispettabili 2750 metri slm. In un paradiso naturale incontaminato, non resta che “impugnare” la nostra digitale e dedicarci alla fotografia naturalistica.
WORKSHOP FOTOGRAFICO NEL PARCO NAZIONALE Tra boschi incantati, torrenti e cascate, il 24 e 25 settembre, a Cogne, Pixcube.it e Nikon for Parks, in collaborazione con Federparchi e con l’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, organizzano un suggestivo workshop fotografico. In una valle di rara bellezza, la valle di Cogne, i partecipanti si applicheranno a fotografare la biodiversità del territorio, in particolare focalizzeremo gli esercizi immersi tra boschi incantati, torrenti e cascate. Un set ideale per esprime la propria creatività, attraverso un ricco programma di esercizi fotografici appositamente studiati, tra cui lunghe esposizioni, wide-angles, composizioni paesaggistiche, senza tralasciare esperimenti in digitale e post produzione. Inoltre, i partecipanti al workshop fotografico potranno cogliere gli aspetti più unici della biodiversità di questo Parco Nazionale.
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SE I L O M LE A I C E P S
TESORO NATURA e TRADIZIONI un di
scoprire
tutto da
Calde sfumature di toni gialli e verdi colorano la bellissima campagna molisana, mentre gli agricoltori lavorano pazientemente sotto il sole estivo
70 ¡ TREKKING&Outdoor
IL MOLISE, REGIONE DI BELLEZZE STRAORDINARIE E SCONOSCIUTE, SCRIGNO DI AUTENTICI SEGRETI CHE NON POSSONO LASCIARE INDIFFERENTE IL VISITATORE. È LA TERRA DELLE STRADE SECONDARIE, MEGLIO SE STERRATE, CHE SEGUENDO IL PROFILO ONDULATO DELLA REGIONE, HANNO PRESERVATO LE ANTICHISSIME TRADIZIONI LOCALI SALVANDOLE DALLE VIE DI COMUNICAZIONE PIÙ TRAFFICATE E DALLA GRANDE INDUSTRIA. GLI SPAZI CHE ALTROVE SONO COLONIZZATI DAL CEMENTO, QUI SONO RIMASTI INTATTI, TESTIMONI DI UNA NATURA INCONTAMINATA E DI UNA RICCHISSIMA BIODIVERSITÀ.
Testo e foto di Marco Carlone TREKKING&Outdoor · 71
DALMAZIA MONTENEGRO
NUOVI
ORIZZONTI IN VIAGGIO DA SPALATO A ULCINI Lasciamo a casa le nostre convinzioni, i nostri pregiudizi, mettiamoci in viaggio. Partenza, direzione est, dove sorge il sole, oltre l’Adriatico, alla scoperta di borghi, monumenti e storie. Attraversiamo luoghi testimonianza di combattimenti tra i più insensati della storia moderna. Oggi ogni angolo della Dalmazia e del Montenegro sembra il punto di fuga verso un infinito pieno di promesse. Non vogliamo più vedere i volti dei giorni del dolore. Negli anni ’90 gli inviati hanno raccontato la ferocia del conflitto dei Balcani occidentali, i fotoreporter hanno inquadrato il terrore stampato negli occhi di vecchi e bambini durante i violenti bombardamenti, coraggiosi giornalisti hanno mostrato al
100 · TREKKING&Outdoor
mondo città gravemente danneggiate come Dubrovnik, alcune rase al suolo come Vukovar in Slavonia, stragi di civili a Sarajevo, scontri violentissimi ed episodi di pulizia etnica in Croazia e in Bosnia-Erzegovina, queste sono le conseguenze di una sanguinosa guerra civile segnata da migliaia di morti. A distanza di più di vent’anni, a guerra finita, in Croazia è tornata la normalità, i turisti si riversano sulle spiagge e nelle Stari Grad delle città impreziosite da monumenti e opere artistiche, retaggio di tanti dominatori del passato, dall’Impero Romano alla Serenissima, dall’Ungheria all’Impero Ottomano, dalla Francia di Napoleone all’Impero Asburgico.
Testo e foto di Enrico Bottino
Il lago di Skadar, il bacino naturale più grande dei Balcani, è stato dichiarato Parco Nazionale
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