TREKKING&Outdoor 287

Page 1

LA RIVISTA DEL

Bimestrale Nr.6 - Anno XXXII - Verde Network s.r.l. - 16121 Genova - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI

ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA

&OUTDOOR 287

ORIZZONTI LONTANI LA FERROVIA DELLE ALPI TRENINO ROSSO DEL BERNINA

CAMBOGIA – CONGO – CALIFORNIA – CANARIE

LUPO DIAMOCI DEL TU

Euro 4,00 Dicembre 2016 / Gennaio 2017

www.trekking.it

VERDE NETWORK


SOMMARIO

ARTICOLI

54

40

Apuane: la pietra dei pellegrini

50

Colli Euganei: natura in campo

54

B.I.M. dell’Agide

60

Una nuova vita nell’Alpe Solcio

66

La ferrovia delle Alpi

76

Lupo: diamoci del tu!

82 90 98

90 IN COPERTINA IL BERNINA EXPRESS LUNGO IL LAGO BIANCO (COPYRIGHT BY FERROVIA RETICA BY-LINE: SWISS-IMAGE.CH/CHRISTOPH BENZ)

106

marco carlone

enrico bottino

redazione trekking&outdoor

cesare re

marco carlone

massimo piacentino

Canarie appartate sandra tubaro / ivo pecile Cambogia: il sorriso della pace interiore odetta carpi / oreste ferretti Congo: il risveglio del Virunga therese redaelli / elio pozzoli Sognando California carlo ferrari

RUBRICHE

8

12 16 20 24 26 29 30

Focus Cogli l’Attimo FederTrek Obiettivo Outdoor Punto di vista Ambiente e dintorni Emozioni di carta Laboratori del Camminare


IN QUESTO NUMERO

È SEMPRE TEMPO DI CAMMINARE Questo numero è un caleidoscopio di idee, dedicate a tutti gli appassionati di escursionismo e di viaggi. La prima proposta arriva da Serafino Ripamonti, dedicata al turismo storico – religioso nell’entroterra della Sardegna, nell’area di Laconi e di Iglesias. Michele Dalla Palma ci accompagna in Val di Fiemme fra sciate sotto le stelle, tramonti dolomitici, cene sulla neve ed esperienze nella natura. Il viaggio fra le perle delle Dolomiti continua sempre con il nostro Direttore in Val di Non, per gli “SLONS”, acronimo che sta per “Snow Lovers No Skiers”, appassionati della neve che non sciano. Il bianco delle montagne di cui ci parla Marco Carlone non è invece fatto di un soffice manto di neve, ma dal candore del marmo delle Alpi Apuane. Attorno a questi picchi si estende un contesto naturale di rara bellezza, tutelato da un Parco Regionale. Il verde della campagna, l’ambra e il rosso di alcuni fra i più pregiati vini veneti sono i colori che fanno da sfondo alle escursioni di Enrico Bottino nel Parco Regionale dei Colli Euganei, fra paesaggi bucolici, fortezze e ville sontuose. Il viaggio di Bottino non si ferma qui. A pochi chilometri di distanza dei Colli Euganei, infatti, andiamo a conoscere il Consorzio dei Comuni della Provincia di Trento – BIM dell’Adige, costeggiando i torrenti che costituiscono uno dei bacini imbriferi montani più importanti d’Italia. All’altro capo delle Alpi, in Val d’Ossola, seguiamo le impronte di Cesare Re, per l’incontro con Marina ed Enrico, gestori del Ri-

Serafino Ripamonti

Michele Dalla Palma

Oreste Ferretti - Odetta Carpi

4 · TREKKING&Outdoor

Marco Carlone

Carlo Ferrari

fugio Pietro Crosta, che hanno abbandonato la città per seguire il sogno di una vita a contatto con la montagna. Il viaggio di Marco Carlone corre invece fra i Grigioni e la Valtellina, sul mitico “Trenino Rosso del Bernina”, fra i panorami selvaggi e incontaminati delle Alpi Retiche. “Selvaggio” è l’aggettivo che meglio rappresenta il tema del dossier naturalistico firmato dalla penna e dall’obiettivo di Massimo Piacentino, dedicato all’animale simbolo della natura indomabile: il lupo. Lontano da luoghi comuni e addomesticati si muovono anche Sandra Tubaro e Ivo Pecile, che questa volta sono approdati sulle isole di El Hierro e La Gomera, le più piccole delle Canarie. Il viaggio prosegue con un servizio che apre la porta alla speranza: è quello di Odetta Carpi e Oreste Ferretti in Cambogia, anch’essa un tempo terra di atroci accadimenti, ma da dove oggi il viaggiatore torna con il ricordo di gente dal cuore puro e disponibile, capace di farti sentire sempre come se fossi a casa. Therese Redaelli e Elio Pozzoli invece ci portano in Congo, sui monti Virunga, ad ammirare la potenza della natura e riflettere sulla follia dell’uomo che, nei decenni passati, si è estesa fino a questi luoghi. Infine, sogno e leggenda sono le muse che hanno ispirato il viaggio di Carlo Ferrari in una California dove ogni nome sulla mappa è un richiamo ai miti americani. Buona lettura e buon viaggio!

Enrico Bottino

Massimo Piacentino

Therese Redaelli - Elio Pozzoli

Sandra Tubaro

Cesare Re


OBIETTIVO OUTDOOR

FOTOGRAFARE L’INVERNO L’inverno offre molte possibilità fotografiche. Il freddo non deve scoraggiare, anzi rende il paesaggio molto interessante. I tramonti e le albe, nelle giornate soleggiate, sono coloratissimi, perché l’aria è più limpida e tersa, soprattutto se c’è un po’ di vento. Anche nelle giornate nebbiose le opportunità non mancano; si possono, infatti, sfruttare le atmosfere ovattate e soffuse a scopo creativo. In questa stagione, tra l’altro, il sole è piuttosto basso all’orizzonte, consentendo di scattare immagini nitide e ben definite anche in orari centrali della giornata. Queste luci radenti rendono benissimo la forma delle immagini, la texture (materia in fotografia) e sono, quindi, perfette per i paesaggi. La luce invernale è, invece, più difficile da “addomesticare” per fotografare in città. È infatti, una luce dura e crea molte ombre che definiscono bene il soggetto, ma non consentono sempre l’illuminazione uniforme di un edificio. Può capitare, infatti, di trovare la facciata di una chiesa, o di un palazzo, in luce solo per metà. In questi casi è necessario tornare nella location in un momento più opportuno, con il sole che illumini la facciata per intero. Il vero classico dell’inverno è la neve, con paesaggi montani imbiancati che regalano atmosfere veramente particolari; il momento migliore per fotografare in questi casi è appena dopo una copiosa nevicata, quando gli alberi sono ancora ammantati di candida e bianca neve. Attenzione che alle prime ore di sole, molto probabilmente, la neve inizierà a colare dagli alberi, soprattutto dai larici che senza aghi non offrono molte superfici cui aggrapparsi; gli abeti, invece, mantenendo gli aghi anche in inverno, consentono ad una quantità maggiore di neve di continuare a decorarli più a lungo. 20 · TREKKING&Outdoor

A cura di Cesare Re

Come per tutti i generi di fotografia, oltre ai paesaggi di grande respiro, urbani o naturali, è interessante dedicarsi anche ai particolari. Oltre a fotografare un albero, per esempio, può essere interessante anche scattare immagini ad un particolare dello stesso. Identico ragionamento vale anche per la fotografia di soggetti urbani. Altro elemento immancabile della fotografia invernale è il ghiaccio, in tutte le sue declinazioni, ma soprattutto in ambiente naturale. La sua manifestazione più bella rimane comunque in fiumi, torrenti, cascate e in tutte le forme d’acqua. Calarsi in un torrente – attenzione agli scivoloni – può consentire al fotografo di ammirare un mondo nuovo, con una miriade di piccoli soggetti ghiacciati. In “ambiente acqua”, ovviamente, anche il mare, soprattutto quando è mosso, offre spunti interessanti, lontani dallo stereotipo della spiaggia estiva. Infine, per una rivista come la nostra, impossibile non ricordare la fotografia di escursionisti in ambiente innevato, un genere di immagini utili per illustrare un trekking o una gita fuori porta. Sembra banale, ma la cosa più


A sinistra: un gheppio, durante una nevicata. Quando nevica, spesso, gli uccelli si aggirano vicino ai centri abitati. A destra: un airone cenerino in decollo da un manto di galaverna. Immagini realizzate con: Nikon D800; Nikkor 80-400 4/5 / 5,6 Afd VR La luce si riflette sulla neve, agevolando gli scatti notturni, aumentandone la luminositĂ . Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6; AFG VR; Treppiede Il vento scuote i larici, illuminati dal controluce, questo valorizza uno scatto che diversamente risulterebbe anonimo Nikon D800; Nikkor 24-70 2,8 AFG


AMBIENTE E DINTORNI

RIPARTIRE SI PUÒ E SI DEVE A cura di Paolo Piacentini MENTRE SCRIVO LA TERRA NEL TRIANGOLO DEL SISMA CHE VA DA AMATRICE A NORCIA E FIN SU A VISSO E CAMERINO CONTINUA A FAR SENTIRE IL SUO TREMOLIO DANDO L’IMPRESSIONE CHE PASSERÀ MOLTO TEMPO PRIMA DI QUIETARSI. NONOSTANTE TUTTO BISOGNA IMMEDIATAMENTE RIMBOCCARSI LE MANICHE E PROVARE A RIPARTIRE, ANCOR PRIMA CHE SI AVVII LA RICOSTRUZIONE DELLE CASE E DEI TANTISSIMI MONUMENTI LESIONATI O DISTRUTTI. La speranza della ripartenza la danno, simbolicamente, quei campanili o quelle antiche torri che svettano verso i Sibillini fortemente lesionati ma che stanno ancora li come quelle tante persone che con coraggio hanno deciso di continuare a presidiare il territorio mantenendo in piedi l’allevamento di bestiame, l’attività artigianale, un servizio di 26 · TREKKING&Outdoor

ristorazione o altro ancora. C’è chi vuole ripartire fin da quest’inverno con l’attività turistica come il sindaco di Bolognola che ha dei piccoli impianti di risalita e proprio al turismo, soprattutto quello legato all’escursionismo, si affidano molte comunità per provare a ripartire fin dalla prossima primavera. Si susseguono inviti a visitare i Sibillini anche da parte di personaggi famosi, di tour-operator locali, di guide naturalistiche o di associazioni e altrettanto faremo come FederTrek partendo già dal periodo di Natale, magari segnalando località sicure a ridosso delle zone che per ora sono inaccessibili. In questo momento così difficile, in cui le polemiche sono sempre dietro l’angolo, bisogna trovare la retta via per fare rete tra le istituzioni preposte alla gestione del post terremoto, chi dovrà gestire la difficile partita della messa in sicurezza e della ricostruzione e le associazioni di volontariato mettendosi in ascolto delle reali esigenze delle comunità locali che devono sentirsi parte integrante del processo di rinascita. Non dobbiamo dimenticare, soprattutto come fautori ed esperti del turismo sostenibile, che


le aree colpite ricadono in due parchi nazionali molto importanti: Gran Sasso Monti della Laga e Parco dei Monti Sibillini. È una coincidenza che dovremmo ritenere fortuita mentre purtroppo, soprattutto per il Parco dei Sibillini, i responsabili dell’Ente lamentano di essere stati in qualche modo estromessi con il rischio che anche per il prossimo futuro le politiche di tutela e valorizzazione avviate negli ultimi anni possano subire un arretramento dovuto alla necessità di andare in deroga alle normative vigenti, giustificando il tutto con la messa in sicurezza del territorio ed una ricostruzione che può prevedere qualche nuova edificazione. L’auspicio è che in queste aree così fragili, che sono soggette anche a potenziali dissesti idrogeologici (oggi esistono mappe del rischio idrogeologico elaborate dall’ISPRA che sono molto dettagliate e che evidenziano tali criticità anche in queste zone), il modello di sviluppo su cui puntare sia sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale partendo proprio da quell’inestimabile valore di natura e paesaggio in cui le


TOSCANA Testo di Marco Carlone e foto di Emanuele Lotti In cammino sulla cresta che conduce alla vetta del Monte Corchia.

LA PIETRA DEI PELLEGRINI IL VOLTO SANTO E GLI ANTICHI CAMMINI DELLE ALPI APUANE

40 · TREKKING&Outdoor


MONTAGNE ANTICHISSIME CHE PROFUMANO DI MARE, INCASTONATE TRA LA COSTA DELLA VERSILIA E L’APPENNINO TOSCO-EMILIANO: SONO I PAESAGGI DEL PARCO DELLE ALPI APUANE, UNO DEI TERRITORI MONTUOSI PIÙ VARIEGATI ED UNICI DELLA PENISOLA ITALIANA. IL PARCO DELLE ALPI APUANE È NATURA INCONTAMINATA E SELVAGGIA, AFFACCIATA SULLE COSTE DEL MAR TIRRENO CON LE SUE ROCCE CANDIDE E MARMOREE, IMPONENTI E AUSTERE, CHE SI COLORANO DI MILLE SFUMATURE E ACCESE QUANDO IL SOLE CALA SUL PAESAGGIO COSTIERO E RIMANGONO ILLUMINATE SOLO LE CIME PIÙ ALTE.

www.parcapuane.it


VENETO Testo di Enrico Bottino Foto Archivio Parco Regionale Colli Euganei / Marco Pavarin

NATURA IN CAMPO NEL PARCO REGIONALE DEI COLLI EUGANEI

Ph Nicola Milani

50 · TREKKING&Outdoor


R

acchiuso nel perimetro del Parco Regionale dei Colli Euganei, il verde acquerella i poggi pettinati da rigogliosi filari di vite, sorvegliati dalle pietre merlate di stupendi manieri: il vero segreto dei Colli Euganei sta nell’uomo che ha saputo distillare l’anima di questa terra che si erge isolata, a sud-ovest di Padova, interrompendo la monotonia della pianura. Merlot, Cabernet-sauvignon e Carmenere sono figli di questi poggi, qui la vite spande al sole i suoi grappoli, le radici profonde sembrano arrivare al cuore del viticoltore, un saldo connubio capace di dare vini unici compresi nella DOC Colli Euganei e nella DOCG Colli Euganei Fior d’Arancio. Un ambiente seducente dove anche ulivi, ciliegi e boschi di castagno dialogano tra di loro e s’incontrano attraverso paesaggi ordinati e prorompenti macchie silvestri; in posizione dominante emergono pievi e fortificazioni di origine medioevale, entrati a far parte nel XV secolo dei Domini di Terraferma della Serenissima, insieme a corti e ville suntuose che ospitavano i patrizi veneti che andavano a passare l’estate sui Colli Euganei. Il massimo sviluppo demografico e urbanistico avvenne in epoca napoleonica: un’espansione che ha sempre rispettato il territorio circostante senza mai violarne la bellezza. Tutto sembra essere sospeso nel tempo e nello spazio in questi 19.000 ettari di area protetta, caratterizzati da un paesaggio unico nel suo genere, “forgiato” 35 milioni di anni fa, tra l’Eocene superiore e l’Oligocene inferiore, grazie ad una serie di processi vulcanici verificatisi nell’antico mare euganeo. Si sono formate colline che conservano aptici associati alle ammoniti nella zona di Fontanafredda. Ossa e denti di pesci preistorici, conchiglie e gusci di ricci di mare, conservati nei sedimenti del passato, rappresentano un grande “acquario” di fossili: il Museo


DOSSIER Testo e foto di Massimo Piacentino

IL LUPO GESTIONE DELLE PROBLEMATICHE DI CONVIVENZA

La biodiversità garantisce la sopravvivenza della vita sulla Terra, quindi la parola d’ordine è una sola: preservare gli ecosistemi e la loro diversità biologica, seriamente minacciata e in costante pericolo di rarefazione e impoverimento. Negli ultimi cinquant’anni molte specie sono scomparse, altre rischiano di estinguersi mettendo in crisi la sopravvivenza degli ecosistemi di cui fanno parte. L’uomo ha il dovere di preservare l’ambiente e le risorse della Terra per le generazioni future. Protagonista di queste pagine è il lupo, ma non quello malvagio che voleva fare di un solo boccone la piccola indifesa Cappuccetto Rosso e reso celebre dai fratelli Grimm che lo vollero sconfitto, nel più classico dei finali.


N

el 1974 venne pubblicata “Inchiesta sulle distribuzione del lupo (Canis lupus) in Italia” in cui l’autore, Luigi Cagnolaro ed i suoi collaboratori, dimostrarono con la loro indagine condotta tra il 1971 e 1973, che il lupo era scomparso da tutte le regioni dell’arco alpino già intorno al 1910 e che le uniche due popolazioni sopravvissute nell’Appennino centro-meridionale (principalmente in Abruzzo e Campania) erano oramai ridotte a meno di 100 esemplari. Oggi, dopo oltre 40 anni, siamo a conoscenza che il lupo in Italia ha ricolonizzato una buona parte dell’areale storico sugli Appennini, espandendosi pure nei versanti italiani, svizzeri e francesi delle Alpi occidentali e centrali, raggiungendo probabilmente gli

800-900 esemplari. Questa straordinaria e inaspettata esplosione demografica e geografica ha molteplici cause tra cui: la rigorosa protezione stabilita per legge fin dal 1971, i cambiamenti ecologici avvenuti a partire dal secondo dopoguerra nelle aree di montagna e alta collina a seguito dell’industrializzazione, urbanizzazione e abbandono dell’agricoltura tradizionale, l’espansione dei boschi e delle foreste, l’altrettanto rapida espansione della popolazione di ungulati selvatici (cinghiale, cervo, capriolo e daino) che rappresentano le principali prede naturali del lupo. La coesistenza con l’uomo non è semplice ma neppure insostenibile Un recente convegno tenutosi a Bologna in collaborazione tra regione Emilia Romagna ed Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, TREKKING&Outdoor · 77


SPAGNA Testo di Sandra Tubaro Foto di Ivo Pecile Barranco e Playa della Guancha, poco a meridione di San Sebastian de La Gomera

CANARIE APPARTATE

In cammino verso la “Fin del Mundo”

82 · TREKKING&Outdoor


UN TEMPO ERANO TRA I TERRITORI PIÙ OCCIDENTALI DEL MONDO CONOSCIUTO. OGGI PER IL VIAGGIATORE SONO ISOLE DALLA NATURA PRIMORDIALE E SORPRENDENTE. BENVENUTI A EL HIERRO E LA GOMERA.


BACINI IMBRIFERI MONTANI Stupenda silhouette sulle Pale di San Martino (Fototeca Trentino S.p.A) Pagina a destra: tipico paesaggio innevato della Val di Fiemme

B.I.M DELL’ADIGE A FAVORE DELLE POPOLAZIONI DI MONTAGNA

L

a montagna può generare una nuova e virtuosa fase di crescita economica e sociale, grazie all’idroelettrico può ambire ad un ruolo di primo piano nello sviluppo del Paese. Modernità, prosperità e tecnologia hanno modificato il rapporto tra uomini e montagna, non è più tempo di un’economia di sussistenza, quando le Alpi rappresentavano una risorsa importante per taglialegna, carbonai e pastori, la montagna si è trasformata per opera del turismo e perché i bacini imbriferi montani

BIM

dell’Adige

Bacino Imbrifero Montano Consorzio dei comuni della provincia di Trento

possiedono la nostra principale fonte di energia alternativa e rinnovabile. I laghi incastonati tra le Alpi, immersi in scenari da favola, rappresentano uno spazio vitale per gli amanti dell’outdoor, ma rispondono anche alla priorità della politica nazionale legata all’idroelettrico. L’importante è avvicinarsi in modo consapevole a questa indispensabile risorsa naturale che è l’acqua e il Trentino è il perfetto testimonial di questo binomio tra uomo e ambiente, un territorio “alto” non solo per la quota ma anche per i valori che ispira a chiunque lo venga a visitare.

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CONSORZI DI BACINO IMBRIFERO MONTANO


IL TERRITORIO DEL B.I.M DELL’ADIGE È RICCO DI RISORSE NATURALI, CULTURALI E SOCIALI, MA È ANCHE ALLA BASE DI TANTI ASPETTI DELLO SVILUPPO ECONOMICO DEI 114 COMUNI DEL CONSORZIO GRAZIE ALLA CORRETTA GESTIONE DELL’ACQUA E DELLE SUE RISORSE.

TREKKING&Outdoor · 55


PIEMONTE Testo di Cesare Re / Foto di Cesare Re, Marina Morandin e Enrico Sanson

ALPE SOLCIO una nuova vita in un angolo della Val d’Ossola, tra Veglia e il Cistella

60 · TREKKING&Outdoor


ISTI N O G A I PROT

Marina ed Enrico al Rifugio Crosta

D

opo una piacevole escursione nel bosco, quasi all’improvviso, la vegetazione si dirada, lasciando spazio ad una radura d’ampio respiro, punteggiata da alcune baite in pietra, proprio ai piedi delle rocce chiare del Cistella. Verso valle, invece, spicca la piana del solco vallivo della Val d’Ossola, sovrastata dalla catena di cime del Parco della Val Grande. Una di queste baite, al culmine di questo anfiteatro naturale, è il Rifugio Pietro Crosta all’Alpe Solcio, dall’estetica tipicamente ossolana, di pietra grigia, circondato da larici secolari, come guardiani di una “tranquillità” tanto voluta e ricercata da Marina ed Enrico, disposti ad un radicale cambio di vita, pur di vivere un “sogno di montagna”, un’insieme di sensazioni che potessero provare nel semplice quotidiano di una vita tra le alpi e le vette dell’Ossola. Questa sorta di romanticismo continua ad accompagnarli negli anni, con passo costante e cadenzato, come quando si sale una vetta, anche nelle concrete situazioni di vita che si prospettano ogni giorno nella gestione di un rifugio, attività non certo semplice che richiede anche un certo senso pratico che definirei come una sorta di “spirito contadino”, un “ingegno pratico” che si acquisisce con l’esperienza. Marina Morandin era istruttore di alpinismo del CAI di Treviso e lavorava come responsabile di produzione in una ditta


SPECIALE Testo di Marco Carlone – Foto di Marco Carlone, Romeo Lardi, Ferrovia Retica, Ente Turistico Valposchiavo

La FERROVIA delle Alpi CAMMINARE CON IL TRENO ROSSO DEL BERNINA

DAI VIGNETI DELLA VALTELLINA AI GHIACCIAI DEL BERNINA, DAL FONDOVALLE DI TIRANO ALL’ALTOPIANO DI SANKT MORITZ PASSANDO PER LE RIVE DEL LAGO BIANCO A 2.253 METRI SUL LIVELLO DEL MARE. È IL “TRENINO

ROSSO DEL BERNINA”, UN PATRIMONIO DELL’UMANITÀ UNESCO CHE CORRE INSTANCABILMENTE TRA LOMBARDIA E CANTONE DEI GRIGIONI, SEMPRE CIRCONDATO DAI PANORAMI SELVAGGI ED INCONTAMINATI DELLE ALPI RETICHE.

Il Trenino Rosso del Bernina corre tra le cime innevate a Ospizio Bernina, punto più alto della linea (foto Ferrovia Retica / Beppe Raso).


TREKKING&Outdoor · 67


CAMBOGIA Testo di Odetta Carpi Foto di Oreste Ferretti

IL

SORRISO DELLA

PACE INTERIORE

Angkor Tom, uno dei 216 volti in pietra di Lokesvara, signore protettore del mondo, la cui incarnazione terrena era lo stesso dio-kmer, il dio-re.


TREKKING&Outdoor · 91


ATALE A REGALATI REGALA 12 MESI con FAI L’ABBONAMENTO ENTRO IL 15 GENNAIO PER RICEVERE IL PRIMO NUMERO A FEBBRAIO!

e con soli

e

&OUTDOOR

per te

24

29,50

euro in più, fai felici i tuoi cari!

ABBONATI ANCHE ONLINE LEGGI IL QR-CODE CON IL TUO SMARTPHONE, OPPURE COLLEGATI AL SITO TREKKING.IT 6 · TREKKING&Outdoor

euro


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.