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SURROUNDED BY BEAUTY
from Biaf n.04
Angelo Tartuferi, director of the Museo di San Marco Angelo Tartuferi, direttore del Museo di San Marco
text MARTINA OLIVIERI
Apupil of Mina Gregori who worked closely with Miklós Boskovits from 1983 to 1990, one of the leading experts on Italian painting and the author of numerous monographs, essays and articles. Following assistant director (2009 to 2013), since May 2020 Angelo Tartuferi has been director of the Museo di San Marco, and here he tells us about its wonders. How did your love of art come about? It had been there since high school, but the turning point was one afternoon - I had just started university and didn’t really know what I wanted to do - when I heard Mina Gregori take my degree with her. co in Florence’s museum scene? It’s important in that it’s esteemed by a more educated audience, which Antonio Paolucci described explicitly as the “elite of Florentine tourism”. This place was loved by Cosimo de’ Medici the Elder and his family, and very dear to the Dominican order; over time it has been vonarola and Fra Bartolomeo. It’s a genuine of manuscripts. The museum contains valuable testimonies of “old Florence” rescued from demolition in the 19th century. In many ways it’s a true museum of the city. gone major restoration. What’s the outcome,
ONE OF THE LEADING EXPERTS ON ITALIAN PAINTING AND AUTHOR OF NUMEROUS ARTICLES AND SAYS
Allievo di Mina Gregori, collaboratore diretto di Miklós Boskovits dal 1983 al 1990, tra i maggiori esperti di pittura italiana, e autore Dopo esser stato vicedirettore della Galleria da maggio 2020 Angelo Tartuferi è il direttore del Museo di San Marco, di cui ci racconta tutta la sua meraviglia. Come è nato il suo amore per l’arte? C’era sin dagli anni del liceo, ma la svolta è capitata un pomeriggio, quando - appena entrato all’università e con le idee ancora non del tutto chiare - ho ascoltato per la prima volta una sarei laureato con lei. blico più preparato, che Antonio Paolucci de Vecchio de’ Medici e dalla sua famiglia; caro alle memorie dell’Ordine domenicano, abitato Angelico, da Fra Girolamo Savonarola a Fra Bartolomeo. Autentica culla della cultura uma ni ottocentesche. Si tratta per più versi di un autentico Museo della città. ed importanti restauri. Quanti e come sono stati possibili? -
Pala di Bosco ai Frati - Beato Angelico
and how was it possible? The restorations carried out in direct connection with the refurbishment of the room affect the Lamentation over the Dead Christ by the Company of St Mary of the Cross at the Temple, and a triptych painted by the Company of the Holy Cross, formerly in the main cloister of the Franciscan church of Santa Croce in Florence. Work is currently ongoing directly linked to the refurbishment was the restoration of the Bosco ai Frati altarpiece, a remarkable achievement funded by the Friends of Florence. What excites you most among the master The fact that many of them are still in their original positions; consider the Fra Angelico ter house, the celebrated series in the cells of the dormitory, or the surviving sections of the imposing San Marco altarpiece, painted by the master circa 1438-40 for the main altar of the church and today displayed in a dedicated room. Let’s enter the museum together: what should we not miss? no cloister and at the far end, you see the Fra Angelico fresco showing St Domenico at the to see everything by Fra Angelico! And, on the the only known three-dimensional image of
lestimento della sala sono stati quello del Compianto sul Cristo morto dipinto per la Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio e quello del trittico eseguito per la Compagnia della Santa Croce che si trovava nel primo chiostro del riallestimento è stato il restauro della Pala Cosa la emoziona di più dei capolavori pre Il fatto che molti di essi sono tuttora nella loro del Beato Angelico - da quelli al piano terra, capitolare al ciclo celeberrimo delle celle del Dormitorio - oppure le parti superstiti della grandiosa Pala di San Marco dipinta dal grandissimo artista nel 1438-40 circa per l’altar maggiore della chiesa e oggi esposte nella sala a lui dedicata. opere da non perdere? Quando il visitatore appena entrato si trova nel chiostro di Sant’Antonino vede in fondo l’affresco dell’Angelico con san Domenico ai Marco non si può perdere! E, al primo piano, dopo le celle affrescate, da non perdere l’unica immagine tridimensionale di Fra Girolamo Sa in terracotta dipinta, attribuito a Marco Della Robbia, accolto nel convento con il nome di Fra Mattia.
Beato Angelico at Museo di San Marco
attributed to Marco Della Robbia, known in the monastery as Fra Mattia. Is there a less famous work that’s really worth seeing? The large canvas that we now know is by Piero del Pollaiolo - previously unfairly overshadowed by his more famous brother Antonio - depicting St Antonino Pierozzi at the Foot of the Cruci and painted in 1483. The work was created for the tomb of the saint, much worshipped in Florence, in the church of San Marco, and was discovered in the monastery in 1907. Do you think social media can be an effective way to get young people into art? ity and duration of young people’s interest in art is a completely different matter. I’m well aware I’m expressing a minority opinion, but I much prefer quality over quantity. Is there a project you’d like to develop in the future? Having coordinated the refurbishment of the Fra Angelico Room, I’d like to do the same with the beautiful Refectory, which boasts a large fresco by Giovanni Antonio Sogliani painted in 1536 on the far wall, depicting the Miracle of the Dominicans Fed by the Angels, and an extensive collection of paintings by the so-called School of San Marco. I’d also like to organise an exhibition with a couple of colleagues, focusing on the fate of Fra Angelico in the 19th century and until the late 20th century. Your Florence in a single image? I can’t decide between the Baptistery and San Miniato al Monte… and I’m pretending I’ve forgotten about Santa Croce and Santa Maria Novella.
MUSEO DI SAN MARCO WAS LOVED BY COSIMO DE’ MEDICI AND VERY DEAR TO THE DOMINICAN ORDER
C’è un’opera meno conosciuta che vale assolutamente la pena vedere? Pollaiolo - soprattutto in passato ingiustamente oscurato dal più celebre fratello Antonio -, Sant’Antonino Pierozzi ai piedi del riscoperta all’interno del convento nel 1907. Pensa che i social possano essere un modo È stri. Completamente diverso il discorso sulla qualità e sulla durata di tale avvicinamento dei giovani all’arte. So benissimo di esprimere un’opinione minoritaria, ma io preferisco di gran lunga la qualità alla quantità. Un progetto che le piacerebbe sviluppare in futuro? Dopo aver coordinato il riallestimento della Sala del Beato Angelico vorrei riallestire anche la suggestiva Sala del Refettorio grande con il grande affresco di Giovanni Antonio Sogliani sulla parete di fondo dipinto nel Miracolo dei domenicani sfamati dagli angeli e con alle pareti un’importante rassegna di dipinti appartenenti alla cosiddetta Scuola di San Marco. E poi mi una mostra dedicata alla fortuna del Beato Novecento. La sua Firenze in un’immagine. Non mi so decidere tra il Battistero e San Mi mi di Santa Croce e di Santa Maria Novella.