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STILL IN TIME
from Biaf n.04
Our interview with Tomaso Montanari, president of the Ginori Museum La nostra intervista con Tomaso Montanari presidente del Museo Ginori
text TERESA FAVI
The Ginori Museum in Sesto Fiorentino is due to reopen in three years’ time. One of the world’s oldest industrial museums, it contains the most comprehensive collection of porcelain and tools, dating from the founding of the Manifattura di Doccia in 1737 to the present day. An industrial museum ante litteram and a museum of working life, as well as an extraordinary depository for the city and the region. In the meantime, an inventory has been carried out of the more than 9.000 items in the collection, communication and the visual image have been revamped and the gardens reopened as a public space in advance of the museum as a common asset for the future. We discuss all this with the museum’s president Tomaso Montanari, as the BIAF (Florence Biennale of Antiques) makes a major donation to the museum. A museum preserved, with all its contents and history. The opening is planned for 2025; how do you envisage it? As a public space, a cultural place open to all, where people can come and get involved in a cultural project. With staff on permanent contracts. A museum about work and the local area; a lively, modern place, a crucial testament to the long story of a working community. While we’re waiting, what projects will keep us in touch with the Ginori Museum? We’ll be working through our digital channels with podcasts and videos. We’ll be promoting
Entro tre anni a Sesto Fiorentino potrebbe riaprire il Museo Ginori, uno dei più antichi musei industriali del mondo con la più completa raccolta delle porcellane e degli strumenti di lavorazione della Manifattura di Doccia dalla nascita, di un museo d’impresa ante litteram ed anche un museo del lavoro, oltre che uno straordinario museo del territorio e della città. Nel frattempo, è stato completato l’inventario degli oltre 9mila pezzi della collezione, costruita l’immagine visuale, la comunicazione e riaperto il giardino, spazio pubblico che anticipa il futuro del museo pensato come bene comune. Ne parliamo con il Presidente Tomaso Montanari in occasione di un’importante donazione della Biaf ai capolavori del Museo. Un museo in salvo con tutte le sue opere e storie. Si parla di un’apertura nel 2025, lei come se lo immagina? Come uno spazio pubblico, un luogo di cultura aperto a tutti dove si viene per partecipare a un progetto culturale. Con dipendenti assunti a tempo indeterminato. Un museo del lavoro e del territorio, un luogo vivo e moderno, testimone vitale dell’epopea di una comunità di lavoratori. Quali progetti ci terranno legati al Museo Ginori nell’attesa? Lavoreremo attraverso i canali digitali con podcast e video. Saremo promotori di
Giuseppe Piamontini and workshop (attr), Sacrifice of Isaac, 1722, terracotta, Sesto Fiorentino, Museo Ginori (ph. Arrigo Coppitz/Amici di Doccia)
community initiatives, getting the collections out and about: we’ll be showing selections of items in various places in Florence on a rotational basis. We have two exhibitions planned, one at Palazzo Poldi Pezzoli in Milan and another in Florence in conjunction with our programme for promoting the collections and individual pieces. What’s your recollection of the museum before you took charge? I visited the museum many times in the past. But my clearest memory is when I arrived in 2015, 18 months after the closure, and saw the place in a mess, with buckets to catch the water coming in through the roof. It was a shock, and I even wrote an article in La Repubblica about it. Synergy between BIAF and the Fondazione Archivio Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia gave rise to a major restoration project. How does it work? I’m grateful to the Antiques Biennale and to Fabrizio Moretti for choosing the Ginori Museum. It’s a bold project, and not an obvious one: restoration of an 18th-century wax model by Vincenzo Foggini, depicting a scene from mythology with Apollo and Marsyas. It was damaged due to exposure to a heat source. We got the news during the scorching summer just past, and it seemed to me like a metaphor for the ongoing climate crisis: we were literally melting at temperatures of 38 and 40 degrees, and there’s the possibility, however remote, that we’re still in time to stop it.
Crater vase with view of the Doccia Factory, 1851 porcelain, 1851, Sesto Fiorentino, Museo Ginori iniziative per la comunità, facendo uscire le collezioni: a rotazione esporremo selezioni di opere in vari luoghi di Firenze. Ci sono in programma due mostre, una a Milano a Palazzo Poldi Pezzoli e una a Firenze in linea con il programma di valorizzazione delle collezioni e dei singoli pezzi. Qual è il suo ricordo del Museo prima di assumerne la presidenza? L’ho visitato molte volte in passato. Ma il ricordo più vivo è quando ci sono entrato nel 2015, a un anno e mezzo dalla chiusura, e l’ho visto distrutto, con i secchi per raccogliere l’acqua che entrava dal tetto. Fu uno shock, ne scrissi un articolo su La Repubblica. Una sinergia tra BIAF e Fondazione Archivio Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia ha dato avvio a un’importante campagna di restauro. Di cosa si tratta? Sono grato alla Biennale dell’Antiquariato e a Fabrizio Moretti per aver scelto il Museo Ginori. È un intervento coraggioso e non ovvio: il restauro di un modello settecentesco in cera di Vincenzo Foggini, una scena mitologica con Apollo e Marsia. Si è rovinato per l’esposizione a una fonte di calore. La notizia, arrivata nella caldissima estate alle spalle, mi ha rimandato a una metafora della crisi climatica in corso: noi che ci stavamo letteralmente sciogliendo a temperature di 38-40 gradi e la possibilità, sia pure remota, di essere ancora in tempo per fermarla.