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SERGIO TAMBORINI

He is the President-designate of Sistema Moda Italia, due to take office at the end of the summer trade show season, when SMI will complete the handover from Marino Vago to Sergio Tamborini, who continues his job as MD of Gruppo Ratti, one of Italy’s major textile companies. Sergio Tamoborini’s current job is one of great responsibility and pressure, having to take major decisions, some of which on the eve or during the pandemic, thus, in “non-normal” conditions, whatever the word “normal” means anymore. Some of these decisions had to do with working in synergy with other companies from the Como district, such as Mantero, or with the implementation of digital tools, from the Internet website to reading devices for holograms and wristbands to keep the company’s workers at safe distances. “These decisions were not forced by what happened- Tamborini explains- the pandemic sped up a process which had been underway for years. In the past months, we have experienced many changes and new practices, such as videoconferencing and casual clothing during working hours, but some of these changes had already begun. As for working in synergy with other local companies, there is a new awareness that the time when each company could rely on its own supply chain is long gone and that now is the time for working in partnership with the few suppliers left”. Was Ratti’s division into business areas decided before the pandemic too? The Group had been working on it for some time, while other choices were dictated by the current situation, such as the further and rapid growth of the online business, which changed market relations. We went from a huge world to a small one in which it was faster and cheaper to travel to London by plane than going from Milan to Bologna by car to a huge world again in which travelling is forbidden and distances, including social distance, have increased. But technology has immediately narrowed the distance between people and the world is back to being very small again. What business area will be the first to go back to normal? I believe we will never go back to the pre-pandemic “normal”, it will be a different sort of normality. There certainly are luxury brands which have now in China a better market than the one they had in 2019. Brands with a turnover of € 1 billion or above, which were already well-positioned both on the Chinese market and online. So, geographically speaking, markets in 2022 will be more or less the same as in 2019? Some countries will be stronger, others will be the same as in 2019. China’s growth is due to domestic consumption which, up to 2019, was partially affected by purchases made by the Chinese travelling abroad, either for leisure or business. Now that it is impossible to travel to China

E’ il presidente designato di Sistema Moda Italia ed entrerà in carica alla fine della tornata estiva delle fiere, quando l’Assemblea di SMI ratificherà il passaggio di consegne con Marino Vago ma in attesa di tutto questo Sergio Tamborini prosegue nel suo lavoro di AD del Gruppo Ratti, una delle principali aziende tessili italiane. E non è certo un ruolo esente da responsabilità e decisioni importanti, alcune delle quali prese alla vigilia o durante la pandemia, in condizioni quindi non “normali”, se mai questo aggettivo possa avere adesso la valenza che aveva in passato. Alcune di queste decisioni sono state la sinergia con altre aziende del distretto di Como, come ad esempio Mantero, o l’implementazione degli strumenti digitali, dal sito internet ai visori per ologrammi o ai braccialetti per la distanza di sicurezza anti Covid in azienda. “Non sono state decisioni forzate dagli eventi – spiega Tamborini – quanto piuttosto un’accelerazione data dalla pandemia ad un percorso già avviato in precedenza. In questi mesi abbiamo preso atto di tanti cambiamenti e di tante novità dalle videocall agli abiti informali durante "Le novità di le ore di lavoro, ma in parte questo era già iniziato. Per quanto riguarda gli accordi con altre aziende Ratti non sono del territorio si tratta della presa di coscienza che non è più il tempo dei distretti in cui ogni azienda state dettate aveva la propria filiera interna ed autonoma e che se vogliamo preservare quelle esistenti si può dall'emergenza operare anche in partnership” per la pandemia, Anche la nuova divisione in aree di business di Ratti era stata pensata erano già in prima della pandemia? Era già nelle corde del gruppo mentre alcune programma" riflessioni sono state dettate dalla situazione, come la crescita ulteriore e rapida dell’online che ha cambiato le relazioni di mercato. Siamo passati da un modo che da enorme era diventato piccolo, tanto che era più rapido e economico andare a Londra in aereo che da Milano a Bologna in auto, a un modo tornato grande, con gli spostamenti vietati e le distanze, anche sociali, aumentate. Ma subito la tecnologia ha ristretto queste distanza ed il mondo è tornato piccolissimo. Quale sarà l’area di business che ritroverà per prima la normalità? Non credo che ritroveremo la normalità di prima, sarà semplicemente una normalità diversa. Di certo ci sono brand del lusso che hanno nella Cina un mercato che per certi versi è già migliore di quello del 2019. Marchi da più di un miliardo di fatturato che erano già presenti e forti sia in Cina che nell’online. Quindi la geografia dei mercati nel 2022 ricalcherà quella del 2019? Alcuni Paesi saranno anche più forti, altri rifletteranno il 2019. L’esplosione della Cina è legata al consumo interno, una parte del quale fino al 2019 veniva assorbito dagli acquisti fatti dai cinesi all’estero, durante le vacanze o i viaggi di lavoro. Ora che entrare in Cina è impossibile ed uscirne per poi tornare comporta tre settimane di

Sergio Tamborini

Sergio Tamborini con la presidente Donatella Ratti

and going back and forth requires three weeks of quarantine, the Chinese focus on the domestic market, and they want to buy Chinese products, distancing themselves from certain European and Western models, in terms of both style and sustainability, thus, questioning the pre-pandemic status quo. China, however, is the factory of the world, we all depend on it as a supplier of textile raw materials, from the classic silk to cotton and polyester. Furthermore, it seems that certain barriers, both political and economic, between China and the rest of the world are being lifted, so we will have to assess if and how much this will impact on the markets and on which products. If you were given, as Ratti’s MD or as President of Sistema Moda Italia, the chance to choose how to use public money for the textile industry, such as the Recovery Fund, what would you suggest? First of all, I would set up a re-use and recycling supply chain for textile production. Then I would grant funds for professional training of the new generations, while helping those who, because of their age and skills, cannot adapt to the new working methods, to move out of the job market, gradually and as painlessly as possible. Concepts, such as digital marketing, come natural to young people who have just finished school, but are difficult to process for those who have been using pen and paper for ages. If I make a customer care app, a young person with digital skills will have no problem with the task, whereas someone less technologically-minded may actually worsen the app’s performance. What trade shows will Ratti be attending? Milano Unica and PV, although in a reduced capacity, and Proposte, for upholstery. The trade show system is one of those issues we will have to tackle in the near future, for the system was being questioned long before the pandemic. In-person trade shows remain an essential part, but digitization is going to play an important role in the field from now on. quarantena i cinesi consumano in patria. E vogliono consumare cinese, prendendo anche le distanze da certi modelli europei o occidentali, sia in fatto di stile che di sostenibilità e mettendo quindi in dubbio lo status quo precedente la pandemia. Però la Cina è la fabbrica del mondo, tutti noi ne dipendiamo troppo a iniziare dalla materie prime tessili, dalla “storica” seta per arrivare al cotone o al poliestere. Poi mi pare che certe barriere, economiche e politiche, tra la Cina ed il resto del mondo si stiano rialzando e quindi ci sarà da valutare se e quanto questi nuovi assetti influenzeranno i mercati e per quali prodotti. Da amministratore di Ratti o da presidente di Sistema Moda Italia immagini di avere la possibilità di scegliere due priorità di impiego dei soldi pubblici che arriveranno al tessile tramite misure come il Recovery Fund… Per prima cosa attiverei la filiera del riciclo di tutto quanto riguarda la produzione tessile. Poi darei fondi per la formazione professionale delle nuove generazioni, favorendo la contempo l’uscita graduale e indolore di chi, per età e competenze, non riesce più ad adattarsi ai nuovi metodi di lavoro. Concetti come il digital marketing, ad esempio, sono naturali per ragazzi che escono ora dal ciclo di studi e che invece sono difficili da assimilare a chi finora ha lavorato con carta e penna prima o le mail dopo. Se creo una app per il customer care per un giovane o una persona preparata nel digitale sarà facile e veloce gestire tutte le fasi del lavoro, per altri invece sarà una novità tecnologica che peggiorerà il rendimento. In quali fiere troveremo Ratti? Milano Unica, Première Vision sia pure in forma ridotta rispetto al consueto ed anche Proposte, per l’arredamento. Anche la questione delle fiere è una di quelle che andrà seguita in futuro, perché il sistema era sotto la lente di osservazione anche prima della pandemia. La fiera in presenza resta essenziale ma anche qui il digitale avrà un ruolo nuovo, accelerato da quanto successo.

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