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L ARTE DEI MESTIERI
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n. 43
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13 EDITORIALE
Incontri. Prato in televisione, nella letteratura e nel mondo. Tra personalità, novità e appuntamenti
15 SPETTACOLO
18 ARTE
20 LIBRI
22 LO SGUARDO DA FUORI
Rudy Pulcinelli. Viaggio in Oriente di Maria Lardara
24 LA LETTERATURA SALVERÀ IL MONDO
Edoardo Nesi ci racconta il suo mestiere, dal primo romanzo all’ultimo senza mai dimenticare la sua città di Matteo Parigi Bini
28 VADO A FARE IL REGISTA, TORNO SUBITO Giovanni Veronesi parla di sé e della nuova trasmissione in onda su Rai2 il giovedì in prima serata. Un progetto corale condiviso con una parata di amici di Teresa Favi
34 PASSATO PRESENTE L’anima di Prato in un close-up di Mila Montagni
42 MODA Remember... Fall/winter 2020 dalla moda al design purché il fascino sia tutto old style di Teresa Favi
50 UN POSTO A TEATRO 30 appuntamenti da non perdere per coltivare l’anima, il piacere della cultura e dello spasso
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56 LE FORZE SISMICHE DELLA CONTEMPORANEITA’ 69 SEGNI PARTICOLARI Il programma del Museo Pecci per la stagione 2019-2020 di Francesca Lombardi
60 SHANGHAI, IL FUTURO
Michele Cecchi, Console Generale, racconta la “sua” Cina di Matteo Grazzini
64 PER LUI
Viale Piave 3 Tailoring: tradizione e attualità
66 A ME GLI OCCHI, PLEASE!
Daniela Righi: il connubio tra tecnica e moda
68 SEGNI PARTICOLARI
Chiara Salimbeni. Sapori di una volta: dal Betti i panini al tonno vanno a ruba come 70 anni fa di Maria Lardara
Elisa Cintelli. Nel nuovo cake away di piazza Duomo, la merenda ha il gusto delle torte fatte in casa di Maria Lardara
70 I PIATTI DI PRATO Tre cult della cucina pratese e i posti migliori della città dove andare a gustarli di Niccolò Tempestini
74 SHOT ON SITE
77 PRATO ESSENTIAL GUIDE
79 ENGLISH VERSION
82 MESSAGGI DALLE STELLE
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prato
DIRETTORE RESPONSABILE
Matteo Parigi Bini MODA
CATALOGO CONFEZIONI REGALO 2020
Sabrina Bozzoni, Teresa Favi REDAZIONE
Matteo Grazzini, Maria Lardara, Francesca Lombardi Virginia Mammoli, Monia Mlah, Mila Montagni, Elisa Signorini CONTRIBUTORS
Claudio Cannistrà FOTOGRAFI
Agnese Fochesato, Silvestro Forasassi, Dario Garofalo, Francesco Giannella, Pasquale Paradiso, Martin Parsekian, Marco Russo, Giusi Sproviero GRAFICA
Martina Alessi, Melania Branca
Tante novità in arrivo...
TRADUZIONI
Centotraduzioni, Tessa Conticelli, NTL DIRETTORE COMMERCIALE
Alex Vittorio Lana PUBBLICITÀ
Gianni Consorti, Alessandra Nardelli SOCIETÀ EDITRICE
Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italia tel +39.0574.730203 - fax +39.0574.730204 redazione@gruppoeditoriale.com SEDE STORICA DI LABORATORIO E BOTTEGA Via Ricasoli 20-22, 59100 Prato MAIL info@antoniomattei.it | T. +39 0574 25756 MUSEO E BOTTEGA Via Porta Rossa 76R, 50123 Firenze MAIL firenze@antoniomattei.it | T. +39 055 0136203
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EDITORIALE
INCONTRI
P R AT O I N T E L E V I S I O N E , N E L L A L E T T E R AT U R A E NEL MONDO. TRA PERSONALITÀ, NOVITÀ E APPUNTAMENTI Anche in questo nuovo numero diamo voce a una città che ha sempre tante cose da raccontare. Il Settembre Prato è spettacolo ha portato grandi show in piazza Duomo, concerti e non solo. Ad aprire la kermesse infatti è stato Giovanni Veronesi, che dopo anni è tornato nella sua città, insieme a Sergio Rubini, Alessandro Haber e Rocco Papaleo, protagonisti di A ruota libera - quando si dice “un nome che è tutto un programma” - uno spettacolo che ora diventa una trasmissione televisiva: Maledetti Amici Miei, in onda su Rai2 dal 3 ottobre. Ma c’è un altro grande pratese che ha una novità: Edoardo Nesi, Premio Strega nel 2011 con Storia della mia gente - di cui sul primo numero di Pratoreview abbiamo pubblicato in anteprima uno dei capitoli -, che ci ha parlato dei suoi inizi, delle sue passioni e del suo nuovo imprevedibile libro, La mia ombra è tua. Legato alla sua città, anche se a 9.000 chilometri di distanza, è anche Michele Cecchi, il nostro ambasciatore in Cina, console di Shanghai, che abbiamo incontrato per farci raccontare la sua esperienza. Mai stanchi della bellezza di Prato, ci siamo divertiti a catturarne dettagli più o meno conosciuti, in un itinerario fotografico per guardarla, tra passato e presente, attraverso lenti anticonvenzionali. Con l’autunno si alza poi il sipario sulla nuova stagione teatrale, di cui vi proponiamo una selezione degli spettacoli più interessanti tra Metastasio, Camerata Strumentale, Politeama e Borsi. Sempre in tema di anticipazioni non potevamo non parlare del nuovo programma del Centro Pecci, che prevede, tra le altre mostre, le prime personali in Italia di due nomi internazionali: Simone Forti, artista, danzatrice, coreografa, la cui famiglia d’origine era di Prato e Sister Corita Kent, altro grande personaggio femminile. Infine una parentesi di sapore dedicata ai piatti tipici della cucina pratese e ai ristoranti ‘respect the tradition’ dove poterli gustare, ma anche ai locali dove ritrovare le merende di una volta.
13 PRATOREVIEW
AGENDA T E AT R O
OTTOBRE
Il Teatro Borsi apre la nuova stagione con una novità: un ciclo di talk show con ospiti illustri, il primo incontro è affidato al grande attore e regista, oltre che direttore artistico del Teatro della Pergola, Gabriele Lavia (14 ottobre). Le conversazioni al Borsi con attori di fama che ricordano insieme al pubblico le loro carriere è un’occasione per onorare quella di una attrice pratese, tra le più grandi del Novecento italiano, Sara Ferrati (1909-1982) alla cui memoria il Teatro istituisce per la prima volta un premio. Domenica 20 ottobre si inaugura presso la sede dell’associazione musicale Mesotonica la mostra dal titolo Segni, scatti, luci e matite con le fotografie di Marco Benvenuti e i disegni Marco Milanesi che da anni sanno trasformaro la loro passione per la musica in immagini poetiche ed evocative (fino all’8 dicembre), nello stesso pomeriggio ha luogo, alle 17.30, il primo dei cinque concerti del ciclo AutunnoAntiqua2019 quello di Teodoro Baù alla viola da gamba che durante il programma da titolo Reworkings Bach suonerà le Partite BWV 1002 e 1004 del più grande compositore barocco e, senza dubbio, uno dei più grandi compositori della storia. Segue l’apertura della stagione del Teatro Metastasio con Madre Coraggio e i suoi figli di Brecht (dal 24 al 27 ottobre), in una versione connotata da forti componenti musicali diretta da Paolo Coletta con Maria Paiato. Domenica 27 ottobre, ore 17.30, all’Associazione Mesotonica concerto L’anima nuda. Cantate sacre e spirituali della Controriforma italiana con Giovanni Bellini alla tiorba e Lila Hajosi mezzo soprano. Al Metastasio, va poi in scena la tragedia di Amleto riletta dalla sensibilità di Michele Sisini, una tragedia che sfugge all’analisi
mentre racconta di un uomo che non accetta nulla (31 ottobre e 1° novembre). Sisini è anche il primo artista di questa stagione con cui il Metastasio prosegue il progetto di conoscenza degli artisti durante le Piacevoli conversazioni, e il 31 ottobre presenterà i tre suoi lavori in programma nel cartellone del Met di quest’anno: Amleto appunto, Riccardo Iii/Now! da Shakespeare ed Edipo.
NOVEMBRE
La pagina che apre la Stagione della Camerata Strumentale Città di Prato al Teatro Politeama , è la Terza Sinfonia di Sibelius, diretta da Jonathan Webb (il 7 novembre) con la sua luminosa serenità e ottimismo, la presenza poi di un illustre amico della Camerata, il pianista Alessio Bax, è l’occasione per far seguire a Sibelius, uno dei grandi monumenti della musica romantica tedesca, il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra op. 83 di Brahms, sintesi mirabile d’architettura sinfonica e forma concertante. Il primo appuntamento di prosa al Teatro Borsi è un monologo, Animalesse, affidato al talento eclettico e magnetico di Lucia Poli (l’8 e il 9 novembre). La programmazione del cartellone di prosa del Politeama si apre invece con Flavio Insinna e la sua Macchina della felicità, show ricco di comicità, di racconti e di canzoni (il 16 e il 17 novembre). Mesotonica prosegue il suo ciclo di appuntamenti dedicati alla musica con le sue letture trasversali nelle quali concetto di ‘nicchia’ è il pretesto per solleticare la curiosità e ampliare gli orizzonti con appassionato spirito divulgativo: è proprio il caso di sabato 16 novembre alle 18.00 quando il musicologo Stefano Zenni uno dei didatti più amati dal pubblico italiano parlerà di Louis Moreau Gottschalk
©MartinChiang
C AMER ATA STRUMENTALE, TEODORO BAÙ, FL AVIO INSINNA , GABRIELE L AVIA
15 PRATOREVIEW
CHIUSO IL LUNEDÌ E IL SABATO A PRANZO
AGENDA T E AT R O
(1829-1869) il padre della moderna musica afroamericana nella conferenza da titolo L’eroe musicale dei due mondi: pianista virtuoso, viaggiatore apolide, musicista aperto e curioso, senza la sua musica non ci sarebbero il ragtime, il tango e le moderne tradizioni di musica cubana e brasiliana. A novembre al Metastasio, Antonio Latella dirige La valle dell’Eden tratto dal romanzo capolavoro di Steinbeck, uno spettacolo in due parti, presentate in due serate distinte e poi insieme nella maratona di domenica (20 e 21 novembre 1° parte, 22 e 23 novembre 2° parte, 24 novembre maratona). L’XI edizione del Festival Zipoli, rassegna biennale dedicata a Domenico Zipoli il più importante compositore pratese (nato nel 1688 e morto a Cordoba in Argentina nel 1726) e ‘star’ della musica settecentesca in America Latina, apprezzato anche da Papa Bergoglio, si apre sabato 23 novembre, alle 15.00 con una visita guidata all’antico organo della Cappella del Sacro Cingolo nel Duomo di Prato a cura di Olimpio Medori. Domenica 24 novembre alle 17.30 concerto all’associazione Mesotonica dal titolo Mademoiselle Nadia Boulanger. Maestra dei Maestri con il clarinettista Ugo Galasso e la pianista Sayuri Machida. Il secondo concerto della Camerata, diretto da Filippo Maria Bressan, nella Chiesa di San Francesco, rivelerà le meraviglie settecentesche della Suite orchestrale tratta da Les Boréades, il testamento teatrale di Jean-Philippe Rameau. Accanto a Rameau, il programma avanza di due secoli fino a Francis Poulenc che celebra nel suo Concerto per organo del 1938 la grande civiltà artistica coltivata in Francia intorno a quello strumento, principe delle cattedrali (28 novembre). Il secondo appuntamento del Festival Zipoli è venerdì 29 novembre alle
21.00, una conferenza alla Fondazione Opera Santa Rita in via dei Cappuccini dal titolo Domenico Zipoli tra Vecchio e Nuovo Mondo ieri e oggi a cura di Gabriele Giacomelli grande organista e musicologo, direttore artistico del Festival Zipoli oltre che dell’encomiabile ventennale rassegna di musica sacra O Flos Colende organizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze.
DICEMBRE
Il mese si apre con l’opera capolavoro di Puccini Turandot allestito dall’Associazione Pratolirica, in collaborazione con Politeama e la Scuola Comunale di Musica Verdi di Prato al Teatro Politeama (il 1° dicembre). Ancora nell’ambito del Festival Zipoli martedì 3 dicembre ore 20:45 Chiesa di San Francesco la lectio divina di padre Bernardo Gianni cui seguirà il concerto Dal Vecchio al Nuovo Mondo: musica e parole della Compagnia di Gesù con Cristina Borgogni e Paolo Lorimer voci recitanti, Gabriele Giacomelli all’organo. Domenica 8 dicembre alle 17.30, da Mesotonica è il momento di un bel concerto dell’Accademia degli Erranti (Davide Ferella-violino barocco, Barbara Altobelloviolino barocco, Gabriele Levi-clavicembalo) dedicato ai Virtuosi fiorentini. Sonate per mandolino, violino e basso. Fra i classici in programma al Metastasio segnaliamo invece Il gabbiano di Checov portato in scena da Licia Lanera (dall’11 al 15 dicembre). Martedì 24 dicembre ore 23.30 Natale con Zipoli S. Messa della Notte di Natale con il Coro e Orchestra della Scuola Comunale di Musica G. Verdi di Prato alla Chiesa di San Francesco. Un approfondimento sulla stagione teatrale è anche a pp. 54-59.
GABRIELE GIACOMELLI, PADRE BERNARDO GIANNI, STEFANO ZENNIN, TUR ANDOT
17 PRATOREVIEW
AGENDA MOSTRE
CENTRO PECCI
Si conferma la missione di luogo di ricerca aperto alle contaminazioni, il Centro, nel quale fino al 6 ottobre 2019 è allestito Caleidoscopio. Sguardi Cangianti, momento conclusivo del laboratorio dedicato alla fotografia e vincitore di un bando Mibac. Dal 12 ottobre all’8 dicembre sarà esposta l’opera Untitled (1999) di Eva Marisaldi, mentre dall’8 novembre al 3 maggio 2020 un programma di performance sarà parte di The Missing Planet. Visioni e revisioni dei ‘tempi sovietici’, primo riallestimento della collezione per rendere ancora più disponibile il patrimonio artistico del Centro. Luca Vitone. Romanistan, a cura di Cristiana Perrella ed Elena Magini, traccia il viaggio che Rom e Sinti - dall’India nord occidentale fino all’Italia - hanno compiuto tra l’VIII e il XIV secolo. Sempre dall’8 novembre al 2 febbraio 2020 è presentata la trilogia di Mario Rizzi Bayt Casa, un’attenta narrazione filmica di un universo femminile che sulle sponde del Mediterraneo deve trovare la sua identità. Eccezionale il reenactment della performance Fabio Mauri. Che cos’è il fascismo, in scena dal 12 dicembre al 27 gennaio 2020.
SCUOLA D’ARTE E MESTIERI LEONARDO
Il 31 ottobre di cento anni fa, ispirandosi al quarto centenario della morte di Leonardo, nacque la Scuola d’arte, che negli anni ha formato artisti e artigiani di valore come Leonetto Tintori, Quinto Martini e Oscar Gallo e in tempi recenti Andrea Martinelli, e Rinaldo Frank Burattin. La presidente della Scuola, Cinzia Menichetti, con il Direttore artistico Gerardo Gelardi, ha organizzato un programma di manifestazioni per il Centenario che va dalla presentazione di un
volume dedicato a La Leonardo 100 anni - La Scuola d’Arte e mestieri di Prato (Palazzo Pretorio, 19 ottobre) cui seguirà l’inaugurazione della mostra La Leonardo 100 anni - Gli artisti della 1° metà del 900 (Sala ovale della Provincia), alla mostra La Scuola Leonardo - Il cuore della raccolta Signal a Montemurlo, dall’8 novembre alla Signal (Montemurlo), cui farà seguito dal 10 novembre la mostra Leonetto Tintori a Montemurlo, nella Pieve al borgo della Rocca. Altre tre mostre: Oscar Gallo (dal 9 novembre in Palazzo Pretorio), La Leonardo 100 anni - gli artisti dagli anni 50 ai giorni nostri (dal 6 dicembre nella Sala Ovale della Provincia) e La Grafica alla Leonardo (dall’11 novembre nella Saletta Valentini in via Ricasoli 6 a Prato), completano il ventaglio dei festeggiamenti.
STUDIO CORTE 17
Una proposta originale, anche questo autunno, per consentire di comprendere il patrimonio storico del territorio, muovendo dal Progetto TAI (Tuscan Art Industry) 2019: Itinerari del contemporaneo presenta il 12 ottobre un percorso dedicato a “Il lungo Bisenzio e le fabbriche storiche della città di Prato”, secondo una linea naturalistica condotta dal biologo ambientale Andrea Vannini e secondo una architettonica guidata da Giuseppe Guanci.
ACCAVENTIQUATTRO
Nel “salotto” di via del Serraglio 27, dal 4 ottobre al 4 gennaio 2020, c’è Landscapes una “bipersonale” di Jiwei Yuan e Marco Scarpelli. Uno sguardo insoliteosul quotidiano e sui paesaggi che trovano la loro cifra tra il figurativo iperrealista e uno spazio neutro nel quale il visitatore diventa interlocutore e interprete.
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18 PRATOREVIEW
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AGENDA LIBRI
Le amiche della sposa
Viviano Vannucci Spumeggiante come richiede la tradizione dei matrimoni - nonostante pesanti cambiamenti sociali non manchino neppure in questa cerimonia che continua ad affascinare e costringe a riflettere - la storia che qui si racconta è filtrata dallo sguardo di Betty, la vivace parrucchiera al centro del romanzo di PSEditore e della vicenda che tiene in sospeso la memoria dell’immaginario paesino del Chianti in cui è ambientata. Un mistero scuote la vita di cinque donne, svelandosi durante la festa di addio al nubilato e scardinando le apparenze che avevano sostenute le loro vite. Euro 14.90
Antiche villeggiature. Val di Bisenzio e Montepiano tra Ottocento e Novecento Annalisa Marchi, Alessia Cecconi, Luisa Ciardi
L’Appennino settentrionale, con i suoi borghi dalla grazie un po’ ruvida e dai colori limpidi, è quello che le pagine di questo libro dal ricco apparato iconografico riescono mirabilmente a descrivere. Nell’Italia da poco unita la Vallata e Montepiano divennero meta di turisti, escursionisti e villeggianti dall’intera Toscana e addirittura dall’Italia e dall’estero, che si sommarono alle famiglie di signori fiorentini che qui frescheggiavano durante i mesi più caldi nelle villefattorie avite. L’emozione di veder rivivere la Vallata e la sua comunità, inserite in un’epoca che le vide protagoniste, rende la lettura di questo libro un’emozione. Euro 25
Louis Armstrong Satchmo: oltre il mito del jazz Stefano Zenni
L’autore, che presenta con Stampa Alternativa l’edizione ampliata di un suo prezioso volume, è dal 1998 il direttore artistico della rassegna Metastasio Jazz presso il Teatro Metastasio, uno degli appuntamenti con questo genere più apprezzati d’Italia. Alcuni capitoli completamente nuovi riescono ad aggiornare lo studio che analizza la musica dell’artista statunitense soprattutto per quanto riguarda quello che è considerato dai critici il suo periodo d’oro, mantenendo fissa l’attenzione sulle innovazioni da Armstrong portate nel jazz e affrontando le influenze meno note sulla sua musica, come le armonie dei quartetti vocali barbershop e l’influenza dell’opera italiana e quella della danza - il tap dancing praticato da artisti afroamericani. Euro 15
20 PRATOREVIEW
Pezze. Prato tra gli anni Settanta e Ottanta Fabio Panerai, Riccardo Cammelli
Questo libro di Pendragon narra, grazie a un ricchissimo corredo iconografico, il grande cambiamento che il tessuto storico degli ultimi secoli della città si è trovato ad affrontare. La storia di Prato sembra quasi poter qui sciogliere alcuni dei nodi che ancora la tengono avvinta a un passato dal fascino laborioso e intenso, difficile da dimenticare; le immagini scandiscono il definitivo abbandono delle campagne per la città e rifiutano un facile sentimentalismo, preferendo uno stile piuttosto documentario e rigoroso. Un momento storico in bianco e nero dall’odore intenso di stoffe appena lavorate. Euro 15
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LO SGUARDO DA FUORI
VIAGGIO IN ORIENTE
L’ A R T E D I R U D Y P U L C I N E L L I H A C O N Q U I S T A T O P E C H I N O UN’INSTALLAZIONE PERMANENTE NEL DISTRETTO ARTISTICO 798 DI MARIA LARDARA
CREATING DIALOGUES È L’INSTALL AZIONE REALIZZ ATA NEL 2015, IN OCC ASIONE DELL A FESTA DELL A REPUBBLIC A CINESE
22 PRATOREVIEW
LO SGUARDO DA FUORI
La sua America l’ha trovata ai piedi della Grande Muraglia. Una parabola per molti aspetti inversa rispetto a quella di tanti cinesi che atterrano con la valigia a Prato in cerca di fortuna. Classe 1970, l’artista Rudy Pulcinelli s’è fatto un nome a Pechino e dintorni. Installazione dopo installazione, la sua arte diventa metafora di un dialogo multiculturale scolpito attraverso le lettere di sette alfabeti, i più diffusi al mondo: latino, greco, cinese, cirillico, ebraico, giapponese e arabo. E’ del 2013 il primo viaggio nelle terre d’Oriente: Pulcinelli volò a Pechino per realizzare White Connections, installazione permanente al museo Baimamedo Tibetan Art Center, nel cuore del distretto artistico 798. Comunicazione, memoria e sette alfabeti. Qual è il nesso? Con il mio lavoro cerco di mettere in luce e sottolineare il valore del dialogo. Un fattore fondamentale, che purtroppo oggi sottovalutiamo o, ancora peggio, contrastiamo. Il confronto verbale tra persone come strumento per esprimere sentimenti diversi, discutere idee, rappresenta una vera e propria pratica sociale. Nella Babele contemporanea di popoli drammaticamente consumati da lotte intestine, cerco di legare il concetto di comunicazione a quello di memoria, utilizzando il simbolismo e le sagome delle lettere tratte dai sette alfabeti più diffusi al mondo. Vorrei far riflettere sulla necessità di investire sull’individuo, sulla sua storia e sul suo futuro, all’insegna della tolleranza e della valorizzazione delle particolarità di ciascuno, siano etniche, linguistiche, culturali. Una sua installazione, Creating Dialogues, è stata protagonista all’interno del distretto 798 Art Zone di Pechino. Ce la descrive? Un’installazione temporanea su un’area di circa 90 metri quadrati, composta da sette lettere di colore bianco, in legno laccato, con un’altezza di oltre due metri ciascuna. È stata realizzata nell’ottobre 2015, in occasione dei festeggiamenti per la Repubblica Cinese. L’opera è stata pensata e creata come un vero e proprio esperimento sociale, allo scopo di stimolare l’individuo a favorire il dialogo. Con questo progetto ho cercato di trovare dei presupposti per
stimolare un confronto e una condivisione. Il risultato di questo “esperimento sociale”? L’installazione è composta da sette enormi lettere, ciascuna simbolo di un alfabeto diverso: latino, greco, cinese, cirillico, ebraico, giapponese e arabo. Questo per sottolineare una volontà ben precisa, ovvero che può e deve esserci una sana convivenza e un rigoroso rispetto, anche nella più totale differenza religiosa, linguistica o etnica. L’installazione è stata collocata al centro di un quartiere particolare come quello del 798 Art Zone di Pechino. E’ stato un piacere vedere per tutta la settimana persone di tutte le età interagire con le sculture, soffermarsi a dialogare, giocare o mettersi in posa per una fotografia. Progetti futuri legati al Celeste Impero? Sto preparando il materiale per una personale che si inaugurerà a fine anno a Pechino, con una serie di opere su carta scelte da una raccolta di miei progetti. Nell’estate 2020 tornerò nella capitale cinese per sostenere una serie di workshop di scultura per studenti dell’Accademia e dell’Università dell’Arte. Prolungherò L’ARTISTA PORTA AVANTI il mio soggiorno per realizUNA RICERCA PERSONALE SUL VALORE DEL DIALOGO, zare una serie di sculture. ATTRAVERSO LE LETTERE Un po’ di Prato nella sua arte DEI SETTE ALFABETI PIÙ DIFFUSI multiculturale. Cosa le viene AL MONDO in mente? Trovo molte affinità fra la mia città e il mio lavoro. Da anni porto avanti un messaggio legato al dialogo, che riconosco molto nell’identità attuale di questa Prato multietnica. Mi piace pensare che, con il mio lavoro, è come se portassi in giro per il mondo valori molto forti, ereditati dalla mia terra.
23 PRATOREVIEW
EDOARDO NESI, PR ATESE DI PR ATO, CL ASSE 1964, PREMIO STREGA 2011 CON STORIA DELLA MIA GENTE
COVER C U LT U R A
ENGLISH VERSION
LA LETTERATURA SALVERÀ IL MONDO EDOARDO NESI CI RACCONTA IL SUO MESTIERE, D A L P R I M O R O M A N Z O A L L’ U LT I M O SENZA MAI DIMENTICARE LA SUA CITTÀ D I M AT T E O PA R I G I B I N I P H O T O D A R I O G A R O FA L O
Nel 2009 abbiamo pubblicato in anteprima assoluta Scuotere i cancelli, un capitolo del libro che lo ha poi portato al successo: Storia della mia gente, pubblicato nel 2010, Premio Strega nel 2011. Un libro che parla di Prato durante la crisi che l’ha profondamente cambiata. Una storia che Edoardo Nesi, ex imprenditore tessile, erede dell’azienda di famiglia, ha vissuto sulla propria pelle. In questi anni abbiamo seguito con passione l’uscita dei suoi libri e adesso, dopo 10 anni, alla vigilia dell’uscita della sua ultima fatica, La mia ombra è tua, lo incontriamo nella nostra redazione, qui a Prato, dove ci racconta degli inizi, del nuovo libro, delle sue passioni e della città. Come sei diventato scrittore? Ho cominciato con alcuni racconti. Avevo un grande esempio, quello di Sandro Veronesi. Era la dimostrazione vivente del fatto che un giovane potesse fare questo mestiere. Un giorno trovai il coraggio di fargli leggere i miei racconti. Li leggeva e li prendeva sul serio, ne parlavamo per ore, mi spiegava… è stata una scuola incredibile. Anche grazie a lui mi resi conto che tutte quelle pagine avevano qualcosa di simile, unicità di luogo, spazio, personaggi. Così li stampai, li misi in terra ed ebbi la sensazione che potessero diventare capitoli del mio primo romanzo. Cosa è cambiato dopo il Premio Strega? Il mio mondo è cambiato totalmente. Tu rimani lo stesso, però le persone, improvvisamente, si accorgono di te.
Raccontaci del libro Storia della mia gente. All’inizio era una sorta di piccolo tratto economico. Non c’era l’anima, non toccava da vicino le persone, era troppo asettico. Poi capii che serviva un personaggio che facesse da voce narrante e chi meglio di me poteva raccontare la crisi? Io che l’avevo vissuta in prima persona? Così mi misi dentro la narrazione e funzionò. Mi resi conto che la mia città era già una storia straordinaria. Una città che si muoveva così velocemente, che stava cambiando prima dell’Italia stessa. Una città che per decenni era stata vincente e che si trovava in crisi. E non sapeva stare in crisi, era nata per continuare a crescere. Se prendete i giornali di quegli anni trasudavano di orgoglio, tutti scrivevano che eravamo i più bravi del mondo a fare tessuti. Ed era vero. Questa storia andava raccontata. Cominciai a farlo nel 2005 con L’età dell’oro, ma mi resi conto che non era ancora abbastanza. L’economia è straordinariamente letteraria. Mi stupisco che altri scrittori non ci si tuffino. E Prato? Come vedi ora questa città? Non potrei vivere altrove. Ne sono innamorato, ora e sempre. È cambiata come sono cambiato io. Abbiamo perso quella sorta d’innocenza che ci faceva dire liberamente di essere i migliori. Parlaci di La mia ombra è tua. È la storia di un viaggio, da Firenze a Milano. Racconta di uno scrittore della mia età, che nel ’95 scrisse il suo primo romanzo, un successo planetario. Dopo quell’exploit non riesce a scrivere più niente e si è rinchiuso nella sua casa sulle colline
25 PRATOREVIEW
COME MAESTRO SANDRO VERONESI E DUE FIGLI CHE GLI FANNO VEDERE COME CAMBI IL MONDO
26 PRATOREVIEW
COVER C U LT U R A
ALCUNE DELLE COPERTINE DEI ROMANZI PIÙ AMATI DELL’AUTORE
fiorentine. Emiliano De Vito, neolaureato in lettere antiche con il massimo dei voti, scopertosi disoccupato, trova come unico lavoro quello di fare da assistente a questo famoso scrittore. Un rapporto che è da subito uno scontro. Ciò nonostante lo scrittore, Vittorio Vezzosi (il ragazzo delicato de L’estate infinita ndr), lo porta con sé, quando decide di interrompere il suo esilio letterario per ricercare Milena, la ragazza di cui è ancora innamorato. Questo l’inizio del libro, un viaggio dal finale imprevedibile. Un libro molto diverso da Storia della mia gente... Con questo romanzo volevo la stessa libertà che sentivo mentre scrivevo Fughe da fermo. È un libro che trasmette grande fiducia nella letteratura. Non è triste, è anche divertente. Ed è un libro che trova nella letteratura la sua stella. La letteratura salverà il mondo? Sì, la grande letteratura, il grande cinema, la grande musica sono un balsamo per l’anima. Davvero questo libro non è, almeno in parte, autobiografico? Non hai rischiato di chiuderti in te stesso con il Premio Strega? Tutti i romanzi sono autobiografici. Solo che io ho due figli, che non mi hanno mai permesso di fare lo scrittore eremita, che mi fanno vedere come cambia il mondo e come la nostalgia ti possa portare ad avere un atteggiamento perdente. Anche di questo parla il mio nuovo libro: della nostalgia. Una tema che ho cominciato ad approfondire nel 2015, quando ebbi la fortuna di conoscere un mito assoluto, Zygmunt Bauman, che stava presentando Retrotopia, dove appunto si distingue fra nostalgia personale - ad esempio la mancanza di un padre che non c’è più, un sentimento irreparabile, ma non necessariamente negativo - e la nostalgia politica, quella che sostiene che veniamo da un’età
dell’oro cui bisogna tornare e che quindi diventa restauratrice. E quest’ultima è negativa. Non solo perché non è possibile tornare al passato, ma perché scordi il presente e cancelli il futuro. Nomi di scrittori emergenti e nuovi talenti? Ci sono degli scrittori preziosi in Italia, che sono venuti fuori o stanno venendo fuori e che dicono delle cose diverse, che trovo interessanti. Penso a Teresa Ciabatti, Chiara Valerio, Veronica Raimo. Tra i fiorentini molto bravi sono Vanni Santoni e David Allegranti, che esordirà tra poco con un romanzo. Il tuo autore preferito? Ultimamente mi influenza molto la lettura di Joan Didion, una straordinaria scrittrice americana di 80 anni. Una scrittura così precisa, tagliente, sicuramente un’aspirazione. Prato. Un tour nostalgico, ma non troppo... Sono molto affezionato al Museo Pecci, credo che sia una buona parte del futuro di Prato e che ci si debba investire. Non solo come mostre, ma come luogo di frequentazione. Io e mio padre, con l’azienda, siamo stati tra i fondatori e ci abbiamo sempre creduto. Mi piacciono poi i piccoli paesi e le frazioni che la città sta piano piano inglobando, come Narnali, Galciana e Montemurlo, dove vivo. E l’avventura con La nave di Teseo? È il mio primo romanzo con questa casa editrice, nata dalla grande energia di Elisabetta Sgarbi e Umberto Eco, quando Bompiani venne acquisita da Mondadori. Alcuni pensavano sarebbe durata poco, invece sta andando molto bene. Ed Elisabetta non è un editore normale! Lei mi ha seguito per 15 anni senza un grande successo e non me l’ha mai fatto pesare. Poi, nel 2010, è arrivato lo Strega. Come fai a scordarti tutto questo? Oggi sono uno scrittore de La nave di Teseo!
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INTERVISTA SPETTACOLO
ENGLISH VERSION
VADO A FARE IL REGISTA TORNO SUBITO
G I O VA N N I V E R O N E S I PA R L A D I S É E D E L L A N U O VA T R A S M I S S I O N E I N O N D A S U R A I 2 I L G I O V E D Ì I N P R I M A S E R ATA . U N P R O G E T T O C O R A L E C O N D I V I S O C O N U N A PA R ATA D I A M I C I D I T E R E S A FAV I
SERGIO RUBINI, ALESSANDRO HABER, MARGHERITA BUY, GIOVANNI VERONESI, ROCCO PAPALEO E MA X TORTOR A
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INTERVISTA SPETTACOLO
Da anni Giovanni Veronesi non metteva piede a Prato quando è salito sul palco di piazza del Duomo a inaugurare Settembre Prato è spettacolo, insieme a Sergio Rubini, Alessandro Haber e Rocco Papaleo, un po’ mattacchioni come lui, e all’orchestra Musica da ripostiglio. Sembrava divertito, felice e anche emozionato tra le battute senza copione di quello spettacolo nato qualche anno fa all’ultimo minuto per un forfait di De Gregori sul Lago di Garda. A ruota libera appunto, due ore di svago teatrale durante le quali ognuno dai quattro racconta qualcosa della propria vita, della sua carriera, facendosi beffe dei colleghi e tra di loro. In mezzo al pubblico c’era anche Leonardo Pieraccioni e da un lato, sul palco, Giovanni il fratello di Francesco Nuti che a un certo punto ha cantato Puppe a pera dopo una introduzione piena di affetto da parte di Veronesi: “Se sono quello che sono lo devo a lui. Infatti la mia vita si divide in AN/Avanti Nuti e DN/ Dopo Nuti. Ancora adesso ogni volta che lo vedo il mio cuore va in iperventilazione”. Andato in scena nei teatri italiani per tre anni consecutivi, con un successo che nessuno di loro si sarebbe aspettato la sera in cui combinarono quella zingarata per aiutare un amico produttore (Marco Balsamo) a cui stava per saltare l’apertura di un teatro, A ruota libera ora diventa una trasmissione televisiva. Maledetti Amici Miei in onda, ogni giovedì in prima serata, su Rai2 dal 3 ottobre (prodotta da Rai2 in collaborazione con Ballandi) è un vero e proprio show corale dove l’anima è il racconto, abile, incantatore, goliardico, e diciamolo, anche un po’ stronzo. Quanto a lui, Veronesi, dopo questa esperienza in teatro e un lungo apprendistato in radio con Non è un paese per giovani, fa il grande salto tendendo al massimo le sue doti di showman rimaste nascoste forse per troppo tempo e liberando da ogni pudore il grande narratore di storie che è sempre stato in lui (sceneggiatore infatti oltre che regista). Attitudine del resto
condivisa con Sandro, suo fratello, lo scrittore che tutti conosciamo al pari di Giovanni. Chissà chi era il grande favellatore di famiglia… “Nostra madre era brava a raccontare le storie del passato - ricorda il regista di Viola bacia tutti e Manuale d’amore - ma credo che questa indole venga anche da più lontano, forse dal nonno materno Luigi che faceva l’attore con Gino Cervi. E comunque essere creativi, saper usare la fantasia, è una pratica che ci ha insegnato nostro padre anche se era ingegnere. Ma era un uomo speciale, un illuminato”. Veronesi, Rubini, Haber e Papaleo mettono in scena in ogni puntata uno spettacolo diverso, affiancati per la nuova occasione da due new entry d’eccezione, Margherita Buy e Max Tortora pronti a sopportare l’irriverenza dei padroni di casa. Ogni giovedì sera si avvicendano a turno molti altri grandi artisti. L’ultimo a salire a bordo nella prima puntata per fare da contraltare a Paolo Conte (che per inciso firma anche la sigla, lui che la televisione la scansa come un gatto l’acqua) è Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, altro grande amico di Giovanni Veronesi. Il resto è top secret. Veronesi partiamo da Prato, la sua città… Sono nato qua 57 anni fa, in via XIV Maggio da genitori entrambi bolognesi, dunque ho sangue bolognese. Però nascendo a Prato, vivendo a Prato e conoscendo i pratesi mi sento pratese a tutti gli effetti. La cosa che mi ricordo di più e che mi ha sempre colpito dei pratesi è che ai miei tempi quando le persone ti incontravano per strada invece di dirti ciao, ti toccavano il maglione o la giacca per sentire se era un cardato o un pettinato, e mentre strofinavano il tessuto tra le dita ti salutavano sempre in questo modo “Ehi come stai? Ah, è un pettinato, bello”. Quanta Prato c’è in questa esperienza ibrida fra teatro, show e zingarata a base di cinismo e cattiverie dell’amicizia? C’è tanta Toscana non solo in questo spetta-
“E’ UNA CONDANNA ESSERE PRATESE MA LA SCONTO VOLENTIERI”
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DUR ANTE LE PROVE DELL A TR ASMISSIONE MALEDET TI AMICI MIEI, AL CENTRO PAOLO CONTE AUTORE DELL A SIGL A
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INTERVISTA SPETTACOLO
QUESTA ESTATE I QUAT TRO HANNO PROVATO INSIEME ANCHE A ROCC AMARE, IN MAREMMA , DOVE IL REGISTA PR ATESE, LEGATO DA ANNI ALL’AT TRICE VALERIA SOL ARINO, TR ASCORRE ABITUALMENTE LE VAC ANZE
colo, ma in tutto quello che faccio. E’ sempre stato così, tutti dicono una battuta e alla fine arrivo io e la dico più cattiva degli altri e fa più ridere. E’ una condanna essere toscano e quindi pratese, ma è una condanna che sconto volentieri. Parliamo del titolo, qualche purista di Amici miei potrebbe aversene a male? Il titolo è evocativo del grande film di Monicelli, amico mio nonostante ci siamo conosciuti quando lui era parecchio avanti negli anni, perché l’amicizia come l’amore può essere una maledizione, per sempre, senza scampo. Nel bene e nel male. Che rapporto ha instaurato coi compagni di questo viaggio artistico? S’è formata un’amicizia vera, basata su scambi, convinzioni. Sappiamo improvvisare bene, procediamo senza rete, gli errori vengono parati da uno dei partner, ci siamo spalleggiati in questi anni in una mission impossible, accumu-
lando due ore di performance quasi al buio, con un canovaccio esile punteggiato solo da alcune canzoni di Papaleo e di Haber. Qual è il segreto dello spettacolo? Credo il fatto che recitiamo noi stessi. L’essere sinceri, chi bluffa viene smascherato “Non fare il fico, smettila”. La smitizzazione. La regola della semplicità. Come è cambiato negli anni il suo rapporto con il lavoro? Ora faccio solo quello che mi piace. Il cinema, la televisione, la radio: faccio solo cose che mi divertono. Ama ancora stare dietro la macchina da presa? Anni fa, qui a casa mia, scrissi su una lavagna “Vado a fare il regista torno subito”. Era il 1986 e nessuno ha più cancellato quella scritta. Quando alla fine di agosto sono tornato per lo spettacolo, era insomma la prima volta dopo 11 anni dalla morte dei miei genitori, la lavagna stava ancora lì. Allora l’ho guardata, l’ho cancellata e ho scritto “Sono tornato”.
“FACCIO QUELLO CHE MI PIACE”
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C O V E RL AS TCOI RT TYÀ T EI AT TI NREOR A R I O
PASSATO PRESENTE L’ A N I M A D I P R A T O I N U N C L O S E - U P D I M I L A M O N TA G N I P H O T O D I PA S Q U A L E PA R A D I S O
L A FORTEZZ A DI SANTA BARBAR A R ACCONTA AL MONDO L A LEALTÀ DELL A CIT TÀ ALL’IMPER ATORE AT TR AVERSO I MERLI GHIBELLINI CHE LO CORONANO
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COVER STORY T E AT R O
C APOL AVORO DEL PRIMO RINASCIMENTO, SANTA MARIA DELLE C ARCERI È STATA PROGET TATA DALL’ARCHITET TO PREFERITO DI LORENZO DE’ MEDICI, GIULIANO DA SANGALLO
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COVER STORY T E AT R O
INAUGUR ATA IL 21 NOVEMBRE 2009 L A BIBLIOTEC A ALLESTITA NELL’ANTIC A CIMATORIA C AMPOLMI È INTITOL ATA A MONSIGNOR L AZZERINI, PR ATESE E CERIMONIERE DEL PAPA , CHE L ASCIÒ ALL A CIT TÀ TUT A A ATI I SUOI LIBRI
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COVER STORY T E AT R O
GLI AFFESCHI DI C ASA DATINI FURONO REALIZZ ATI DA IMPORTANTI PIT TORI FIORENTINI COME AGNOLO GADDI E NICCOLÒ GERINI, NEL 1409 VI FURONO OSPITI PAPA ALESSANDRO V E LUIGI II D’ANGIÒ AAA
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NATO COME SEDE COMUNALE
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DEL TRIBUNALE, DELLE PRIGIONI E DELLE MAGISTR ATURE FORESTIERE, PAL AZZO PRETORIO A METÀ OT TOCENTO FU ABBANDONATO ALL’INCURIA , RISCHIANDO L A DEMOLIZIONE
COVER STORY T E AT R O
L A SPLENDIDA CIMINIER A DELL’EX C AMPOLMI CON I SUOI 40 METRI È L A PIÙ ALTA DI PR ATO E SI TROVA AL CENTRO DEL CORTILE INTERNO SPECCHIANDOSI NELL A GR ANDE VASC A PER L A R ACCOLTA DELLE ACQUE
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COVER STORY T E AT R O
L’EDIFICIO INDUSTRIALE CHE OSPITAVA UNA FABBRIC A DI TESSUTI È OGGI L A NUOVA C AMER A DI COMMERCIO, RESTAUR ATA SECONDO LE LINEE USCITE DA UN CONCORSO DI IDEE BANDITO NEL 2004A A A
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REMEMBER... FALL/WINTER 2020 DALLA MODA AL DESIGN PURCHÉ IL FASCINO SIA TUTTO OLD STYLE DI TERESA FAVI
IL FARFALLINO UN PEZZO UNICO DA CRAVATTE VINTAGE, DA VIALE PIAVE 3 TAILORING
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ISPIRATO AI FREGI DELLA BOUTIQUE DI PARIGI IL PIATTO DÉCO DI HERMÈS, DA SALVADORI
I GRANDI VALORI DELLA NOSTRA COSTITUZIONE AFFIDATE A UN FOULARD DI FALIERO SARTI
NUOVO ROLEX DAY‑DATE 36 LA QUINTESSENZA DEL PRESTIGIO DA CASSETTI GIOIELLI
LA BALLERINA ULTRAPIATTA SI ALLACCIA ALLA CAVIGLIA CON UN LUNGO NASTRO. DI VALENTINO
FASCINO BORGHESE E MAXISCRITTA, BIANCO SU NERO, LA SAC À MAIN GAËLLE PARIS DA LOGLI
IN ALTO: ANTONIO REZZ A . IN BASSO: ATERBALLET TO
T E AT R O STAGIONE
UN POSTO A TEATRO 30 APPUNTAMENTI DA NON PERDERE P E R C O LT I V A R E L’ A N I M A , I L P I A C E R E D E L L A C U LT U R A E D E L L O S P A S S O D I T E R E S A FAV I
Con l’autunno che incalza si alza il sipario sulla nuova stagione teatrale pratese, e per lasciarci alle spalle senza troppa nostalgia gli eventi open air dell’estate ecco un’anteprima delle proposte più interessanti, tra spettacoli e concerti con grandi nomi in scena. METASTASIO Dai quattro palcoscenici del Metastasio soffiano sul teatro di prosa venti di innovazione fra grandi classici riletti in chiave contemporanea e nuova drammaturgia. La stagione si apre con Madre Coraggio e i suoi figli di Brecht (Teatro Metastasio, dal 24 al 27 ottobre), opera su tutte le guerre, di ieri e di oggi in una versione molto musicale diretta da Paolo Coletta con Maria Paiato. A novembre Antonio Latella dirige La valle dell’Eden tratto dal romanzo capolavoro di Steinbeck, uno spettacolo in due parti (tutti conosciamo la seconda, nella versione cinematografica di Elisa Kazan), presentate in due serate e poi insieme nella maratona di domenica: una monumentale saga familiare che racconta la storia degli Stati Uniti tra la fine della guerra civile e gli ultimi anni della Prima guerra mondiale (Metastasio, 20 e 21 novembre 1° parte, 22 e 23 novembre 2° parte, 24 novembre maratona). A gennaio Antonio Rezza torna a Prato con due spettacoli al Fabbricone, 7-1421-28 (30 e 31 gennaio) e Anelante (1 e 2 febbraio) due giochi folli e allucinati come solo lui e Flavia Mastrella sanno fare. Poi arriva La Tempesta di Shakespeare in due spettacoli: il primo per la regia di Luca De Fusco con Eros Pagni (Metastasio, dal 6 al 9 febbraio), il
secondo nella versione dell’AterBalletto con 16 danzatori in scena per la coreografia di Giuseppe Spota e le musiche originali di Giuliano Sangiorgi (Metastasio, dal 26 al 29 marzo). Ancora Shakespeare e la nuova versione di Macbeth di Carmelo Rifici con Tindaro Granata, uno spettacolo che prova a costruire una dialogo tra pubblico e pulsioni alla base della tragedia scozzese (Metastasio, dal 5 all’8 marzo). Con Molière/Il Misantropo (ovvero Il nevrotico in amore) Valter Malosti rilegge la tragedia di un essere ridicolo, inadeguato alla realtà che si scontra con il femminile, complesso e modernissimo, di Anna Della Rosa (Fabbricone, dal 13 al 16 febbraio). Il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli L’armata Brancaleone sarà messo in scena da Roberto Latini con le musiche (Matastasio, dal 15 al 19 aprile). A fine stagione, vi segnaliamo al Magnolfi l’originale esperienza Teatro da mangiare? con gli attori della compagnia Il Teatro delle Ariette che da 21 anni raccontano la loro singolare storia di contadini-attori, seduti a un tavolo condividendo con il pubblico il cibo da loro prodotto in campagna (Teatro Magnolfi, 5 e 6 maggio). CAMERATA STRUMENTALE Un viaggio per arrivare all’incanto e all’armonia della natura è il filo conduttore della nuova stagione sinfonica della Camerata al Teatro Politeama che festeggia l’acquisto della nuova camera acustica (reso possibile anche grazie al crowdfunding La casa dei suoni) e l’avvio del ciclo sinfonico dedicato al compositore
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GLI SPETTACOLI PER UNDER 16 SONO IN PROGRAMMA IL SABATO POMERIGGIO AL MET E LA DOMENICA AL BORSI DALL’ALTO IN SENSO OR ARIO: FL AVIO INSINNA , DRUSILL A FOER, GIANFR ANCO JANNUZZO, TEATRO POLITEAMA PR ATESE
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T E AT R O STAGIONE
JONATHAN WEBB
finlandese Jean Sibelius. La pagina che apre la Stagione è infatti la sua Terza Sinfonia, la Pastorale del nord diretta da Jonathan Webb (7 novembre). Il secondo concerto, diretto da Filippo Maria Bressan, rivelerà le meraviglie settecentesche della Suite orchestrale tratta da Les Boréades, testamento teatrale di Jean-Philippe Rameau. Accanto a Rameau, il programma avanza di due secoli a Francis Poulenc che celebra nel suo Concerto per organo del 1938 la grande civiltà artistica coltivata in Francia intorno a quello strumento, principe delle cattedrali (Chiesa di San Francesco, 28 novembre). Ritroviamo Poulenc nel quarto evento di Stagione diretto da Webb con la luminosa Sinfonietta affiancata da Tombeau di Ravel rilancia in sinfonia il clavicembalo dell’antenato Couperin e dall’omaggio di Ottorino Respighi che ad altri antichi maestri della tastiera (23 gennaio). La collaborazione fra Camerata e Metastasio Jazz, porta la novità di Paolo Silvestri, autorità del jazz sinfonico in Italia, che affronta la partitura di Duke Ellington The River (concepita per una coreografia di Alvin Ailey con l’American Ballet Theatre nel 1970): una celebrazione della natura, apoteosi acquatica e simbolo del ciclo perpetuo della vita (27 febbraio). L’Orfeo di Gluck in forma di
concerto chiude la stagione con le voci di Antonio Giovannini (interprete eletto di Orfeo), di Rachael Birthisel e di Sophie Gallagher, guidate da Webb e la partecipazione attesa e immancabile ormai dei più di 100 elementi del Coro Cittadino (7 maggio). POLITEAMA PRATESE La programmazione del Teatro Politeama spazia con destrezza fra titoli leggeri e godibili e mattatori dello spettacolo. Il sipario si apre con Flavio Insinna e la sua Macchina della felicità, show ricco di comicità, racconti e canzoni (16 e 17 novembre). Segue il capolavoro di Puccini Turandot allestito dall’Associazione Pratolirica, in collaborazione con Politeama e Scuola Comunale di Musica Verdi di Prato (1° dicembre). A gennaio arriva la comicità intelligente e sofisticata di Coast to coast, il viaggio di Rocco Papaleo nel teatro-canzone da 25 anni (11 e 12 gennaio). Torna poi la spumeggiante Drusilla Foer in Venere Nemica un testo ispirato alla favola Amore e Psiche di Apuleio riletta in modo divertente e commovente (25 gennaio). Reduce del successo della scorsa stagione, Belle ripiene di Massimo Romeo Piparo è uno spettacolo di prosa tutto al femminile in cui le protagoniste, Rossella Brescia, Tosca D’Aquino,
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T E AT R O STAGIONE
SANCHO PANZ A GOBERNADOR
Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo, oltre a recitare, si cimentano in piatti che riflettono la loro provenienza geografica, da Roma a Napoli, dal Salento all’Alta Padana (1 e 2 febbraio). Nancy Brilli è protagonista di A cosa servono gli uomini diretta da Lina Wertmüller, una commedia musicale che con ironia e tante risate racconta l’avventura di una fecondazione artificiale (22 e 23 febbraio). In prima nazionale Sandro Querci porta in scena un classico L’impresario delle Smirne di Goldoni sotto forma di commedia musicale (7 e 8 marzo). Infine, con Recital dell’amato Gianfranco Jannuzzo vanno in scena le sfumature e la forza straordinaria dei dialetti italiani assicurando il divertimento in chiusura di Stagione (21 e 22 marzo). BORSI Il Teatro Borsi dedica la sua stagione al divertimento e alla leggerezza senza rinunciare la qualità dei titoli. La novità è un ciclo di talk show con ospiti illustri tra cui Gabriele Lavia (14 ottobre), Elena Sofia Ricci (2 dicembre), Lucia Poli (13 gennaio) e Massimo Dapporto (16 marzo) che raccontano la loro carriera in onore della grande attrice pratese Sara Ferrati (1909-1982). La stagione si apre con il monologo Animalesse affidato al talento magnetico
di Lucia Poli (8 e 9 novembre). Alla fine del mese va in scena Dio arriverà all’alba omaggio ad Alda Merini in un lungo viaggio interiore interpretato da una brava Antonella Petrone (15 e 16 novembre). Perché le salsicce cuociono più in fretta dell’arrosto? E perché il getto d’acqua dal rubinetto si restringe verso il basso? La matematica in cucina è un cabaret divertente, tratto dal libro di Enrico Giusti, per la regia di Angelo Savelli, con al centro la matematica che appare nella cucina di casa (3 e 4 gennaio). Ancora leggerezza con I marziani al mare: Beatrice Visibelli e Marco Natalucci vestono i panni di Mara e Alvaro, una coppia di fiorentini in vacanza negli anni ’60 alle prese con le novità in arrivo dalla Swingin London (31 gennaio e 1 febbraio). C’è attesa poi per Terre d’Irlanda, spettacolo di musica e danza irlandese della Compagnia TraBallante accompagnata dal duo Irish Swing (28 e 29 febbraio). E verso la fine della Stagione arriva Sancho Panza Gobernador una riscrittura in prosa del ‘Sancio Panza governatore dell’isola Barattaria’ (Vienna, 1733), ispirato a sua volta da un episodio del ‘Don Quijote’ di Cervantes, uno spettacolo satirico, colorato e veloce, con bei costumi ispirati all’epoca (8 e 9 maggio).
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AAA CHIAR A FUMAI, LESS LIGHT MY DEAR , 2019 (PH. BY MARTIN PARSEKIAN)
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MOSTRA ARTE
ENGLISH VERSION
LE FORZE SISMICHE DELLA CONTEMPORANEITÀ
IL PROGRAMMA DEL MUSEO PECCI PER LA STAGIONE 2019-2020 DI FRANCESCA LOMBARDI
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SOPR A: FABIO MAURI, CHE COSA È IL FASCISMO , 1993. SOT TO: EVA MARISALDI, UNTITLED , 1999
MOSTRA ARTE
Un programma importante quello del Museo Pecci per la stagione 2019 -2020, capace di dare vita a una piattaforma ideale di incontro e scambio di artisti appartenenti a generazioni diverse, in gran parte italiani: tra gli altri Jacopo Miliani, Eva Marisaldi, Fabio Mauri, Gio Ponti, Francesco Vezzoli, Martino Gamper, Mario Rizzi, Luca Vitone, Chiara Fumai, scelti per la loro capacità di guardare al proprio tempo, interpretarlo, incidere su di esso. Ma non solo, il Museo ospiterà le prime grandi personali in Italia di due artiste internazionali: la prima - progettata insieme all’artista stessa - per gli 85 anni di Simone Forti (Firenze, 1935), artista, danzatrice, coreografa, la cui famiglia era di Prato; e poi il lavoro di Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918 – Boston, 1986), suora della congregazione religiosa del Cuore Immacolato di Maria, artista, educatrice e attivista della giustizia sociale nella California degli anni Sessanta e Settanta. Ecco nel dettaglio cosa vedremo partendo proprio dalla mostra in corso: fino a metà ottobre Night Fever. Designing Club Culture 1960 – Today, progetto che esamina la storia del clubbing con un focus specifico su architettura e design. A partire dal 15 ottobre in occasione della mostra diffusa dedicata a Eva Marisaldi (Bologna, 1966) per la Quindicesima Giornata del Contemporaneo, il Centro Pecci ospiterà l’opera Untitled, 1999 che sarà esposta fino all’8 dicembre in dialogo con altre due opere dell’artista. Dall’8 novembre al 3 Maggio The Missing Planet. Visioni e revisioni dei ‘tempi sovietici’, il primo di una serie di riallestimenti della collezione, strutturati in vere e proprie mostre. Per The Missing Planet il curatore ospite sarà Marco Scotini. Stessa data per Romanistan di Luca Vitone: il racconto del viaggio compiuto da Vitone per ripercorrere a ritroso, da Bologna a Chandigar, il cammino di Rom e Sin-
ti dall’India nord occidentale fino all’Italia (fino all’8 febbraio) Il programma invernale del centro si inaugura il 12 dicembre con Fabio Mauri. Cos’è il fascismo, la storica performance, presentata per la prima volta nel 1971 a Roma e non più rappresentata dal 1997 che prende spunto dal ricordo della visita di Hitler a Firenze nel 1938. A febbraio Casa bella. Martino Gamper, Francesco Vezzoli e le ceramiche di Giò Ponti: nella mostra le ceramiche di Ponti saranno accostate a sculture di Vezzoli, di cui una parte realizzate appositamente per la mostra, in un allestimento progettato da Martino Gamper. La primavera sarà sotto il segno delle retrospettive dedicate a due personaggi femminili di spessore internazionale: Simone Forti. Senza Fretta, pensata in stretta collaborazione con l’artista e la cui famiglia era originaria di Prato, e Heroes and Sheroes. L’arte di Sister Corita Kent. La fine dell’estate 2020 sarà ancora al femminile con la retrospettiva Chiara Fumai. Poems I Will Never Releasea cura di Francesco Urbano Ragazzi e Milovan Farronato. La mostra sarà l’occasione per analizzare e approfondire la pratica radicale dell’artista e avrà un ruolo decisivo nell’indagine di una personalità che ha contribuito a sviluppare sia i linguaggi della performance sia l’estetica femminista del XXI secolo. Come spiega la direttrice del Museo Pecci, Cristiana Perrella: “Con il programma che annunciamo, il Centro Pecci conferma la sua missione di luogo di ricerca aperto alle contaminazioni, alla molteplicità di sguardi, al dialogo di più voci. Creazione, conoscenza, innovazione sono obiettivi che il nostro museo si propone da sempre. L’intenzione è ora di perseguirli con un’attenzione particolare ai grandi temi del presente, alle forze sismiche della contemporaneità, convinti che l’arte possa darne una lettura illuminante”
LUOGO DI RICERCA APERTO AL DIALOGO DI PIÙ VOCI
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CL ASSE 1973, MICHELE CECCHI HA INTR APRESO L A C ARRIER A DIPLOMATIC A SUBITO DOPO GLI STUDI UNIVERSITARI
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STORIE INTERVISTA
UN PRATESE A SHANGHAI
IL CONSOLE GENERALE MICHELE CECCHI R A C C O N T A L A “ S U A” C I N A D I M AT T E O G R A Z Z I N I
“In confronto a Shanghai anche Manhattan sembra Galciana”, disse alcuni anni fa un imprenditore tessile appena rientrato dalla Cina. Non poteva immaginare che, nel 2018, il console generale della megalopoli cinese sarebbe diventato proprio un pratese, che a 10.000 km dalla città natale rappresenta tutti gli italiani nel Consolato più importante al mondo, secondo forse solo a quello di New York. Michele Cecchi, classe 1973, ottimi trascorsi scolastici al Copernico prima e alla Cesare Alfieri poi con la laurea in Scienze Politiche, sposato con due figlie, oggi guarda Shanghai dall’alto del 19esimo piano del grattacielo che ospita il Consolato: uno studio con ampie vetrate che permettono allo sguardo di arrivare fino al Bund e al Financial Center, con i grattacieli più famosi tra gli ottomila che sono stati costruiti in città. Destino strano per chi arriva da un luogo famoso anche per la presenza di cinesi. Ma Cecchi, prima di Shanghai, si è guadagnato il prestigio sempre lontano da Prato: “Nel 1999, appena laureato - racconta il console, che ha anche ‘giurisdizione’ su Wenzhou - ho iniziato i venti anni di carrie-
ra diplomatica. Prima occupandomi di temi europei, poi primo segretario politico in Tunisia, in Slovenia come vice capo missione, a Roma come capo ufficio fondi azione esterna dell’Unione Europea, a Bruxelles durante il semestre di presidenza prima in competitività, poi giustizia e affari interni. Infine, da agosto 2018, Shanghai.” Come vive un pratese in una megalopoli come Shanghai? Il pratese tradizionalmente è aperto all’esterno, anche per vocazione commerciale, ma qui è come stare in una terrazza sul futuro. Shanghai è l’epicentro dell’innovazione e ti spinge a rinnovare e a raccontare l’Italia innovando. Ad esempio, siamo la prima sede all’estero ad aver sviluppato una app per Wechat per dialogare col Consolato e sbrigare pratiche amministrative. Con i luoghi iconici, racconta anche la storia degli italiani a Shanghai dal 1600 a oggi. Quanto è conosciuta Prato a Shanghai? Non molto, però lo sforzo fatto per la promozione è molto apprezzato. Una troupe di HanTang Culture ha visitato Prato e ha prodotto un video - in particolare sul Museo del Tessuto, Palazzo Pretorio e Museo dell’Opera del Duomo, oltre che sui can-
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STORIE INTERVISTA
INTERNO DEL MUSEO DEL TESSUTO: UNA TROUPE DI HANTANG CULTURE HA PRODOT TO UN VIDEO SULLE ECCELLENZE DI PR ATO
tuccini - che ha un pubblico potenziale di oltre un miliardo di persone. Sarà trasmesso in tutti gli aeroporti e in una trentina di canali tra tv e social. In che modo resta in contatto con Prato? Soprattutto grazie agli scambi commerciali. Tra vino di Carmignano e biscotti di Mattonella, ci sono qui almeno tre operatori nel food and beverage originari di Prato che importano prodotti. Per il tessile c’è la Beste che ha una joint venture a Shanghai, insieme ad altre aziende nei settori tecnologici. C’è un qualcosa di Shanghai che ricorda Prato? No, troppo diverse. Ma c’è un ponte sociale e culturale rappresentato dai cinesi nati a Prato e che, dopo aver fatto le superiori lì e l’università in Italia o nel mondo, adesso sono tornati in patria, soprattutto a Wenzhou, e occupano posti di rilievo e di
comando nelle relazioni commerciali italocinesi. In questo modo dimostrano alla comunità di origine che gli anni passati a Prato non sono stati di esilio ma di contributo alla crescita della Cina. Com’è la giornata tipo di un console pratese in Cina? Non esiste, qui l’innovazione è continua anche nell’agenda. Sveglia alle 6, ritorno a casa verso mezzanotte. Nel weekend riesco ad essere più libero e allora vado con la famiglia a passeggio in città, che è bellissima ed è la capitale culturale della Cina. L’anno prossimo festeggiamo i cinquant’anni delle relazioni diplomatiche Italia-Cina. Sarà l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina e quindi mi aspetto ancora più lavoro. Non sarebbe male pensare a un gemellaggio tra i siti Unesco pratesi e quelli cinesi.
POSSIBILE GEMELLAGGIO FRA I SITI UNESCO PRATESI E QUELLI CINESI NEL 2020
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SOPR A: VEDUTA DI SHANGHAI , “UNA TERR AZZ A SUL MONDO” PER CECCHI. SOT TO: TRE GR AT TACIELI DELL A METROPOLI
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ABITI, CAMICIE, MAGLIERIA E CAPISPALLA CURATI NEI MINIMI DETTAGLI. IN ALTO: I PROPRIETARI PAOLO GANUGI E MARCO BICCHI
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FOCUS FOOD
PER LUI
V I A L E P I AV E 3 TA I LO R I N G : T R A D I Z I O N E E AT T U A L I TÀ PHOTO FRANCESCO GIANNELLA
Dal 2010 Viale Piave 3 è una garanzia per gli uomini che amano vestire in maniera ricercata, ma assolutamente attuale. Si trova nel negozio la possibilità di indossare un’eleganza discreta, fatta anche di qualità eccellente. Paolo Ganugi e Marco Bicchi accolgono i clienti con competenza e garbo. Vantano tanta esperienza fatta anche prima del 2010 in negozi importanti per l’abbigliamento pratese, ma anche tanta ricerca sui mercati tra i migliori fornitori di tessuti e capi confezionati. Viale Piave 3 offre capi pronti e anche il servizio su misura per abiti, camicie, magliera in cashmere e capispalla. I tessuti sono sempre di altissima qualità, il servizio su misura è realizzato dalle sartorie Corneliani per i capispalla (abiti, giacche e cappotti), da quelle Alessandro Gherardi per le camicie e dalla Corte di Kel per la maglieria. Il cliente di questo piccolo scrigno di eleganza è un uomo di almeno trent’anni, che ama vestire in maniera ricercata, ma alla moda, che semmai sceglie di comprare un capo in meno, ma predilige la qualità duratura. “Abbiamo voluto fortemente uno spazio in questa via di Prato - commentano i due proprietari - perché è una bella zona, elegante, accessibile, ben frequentata e con negozi eccellenti, i nostri clienti hanno apprezzato la nostra scelta e ci sono fedeli, anche se indubbiamente negli ultimi anni abbiamo visto molti cambiamenti: innanzi-
tutto sullo stile, si è persa un po’ la cultura del ‘vestito buono’, dell’abito per le occasioni; in più c’è una maggiore attenzione al prezzo e agli acquisti, una parsimonia dettata dai tempi che tuttavia non porta a rinunciare alla qualità. Anzi i nostri clienti, spesso industriali pratesi che lavorano proprio nel campo del tessile, scelgono con attenzione i tessuti anche in base alle loro caratteristiche tecniche e ai risultati della ricerca più avanzata”. Ganugi e Bicchi cercano dunque di guidare il cliente verso l’armonizzazione tra una moda più informale e l’eleganza che resta un pregio dell’uomo in ogni epoca e che deve restare patrimonio personale. Oltre alla qualità dei capi venduti, Viale Piave 3 si distingue il servizio: l’occhio esperto di Ganugi rende il su misura un gioco da ragazzi, tanto che il negozio vanta clienti stranieri che grazie ai tester collaudati riescono a ricevere capi perfetti alla prima prova. In più il rapporto di fiducia e discreta consulenza che si instaura in negozio porta il cliente a fidelizzarsi e a condividere volentieri quei momenti che richiedono un abito che fa la differenza. Non a caso da Viale Piave 3 passano padri e figli, legati dalla trasmissione di uno stile e di una cultura del bello. Non a caso arrivano a Viale Piave 3 foto e biglietti di ringraziamento per aver collaborato a rendere un giorno davvero perfetto, in ogni suo dettaglio.
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DANIEL A RIGHI E L’ARTE DEGLI OCCHIALI PERFET TI, IN VIA GARIBALDI (DA POCO) 117
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FOCUS FOOD
A ME GLI OCCHI, PLEASE!
DANIELA RIGHI: IL CONNUBIO TRA TECNICA E MODA PHOTO FRANCESCO GIANNELLA
Daniela Righi è da quasi quarant’anni il ‘negozio per comprare gli occhiali’ dei pratesi. In via Garibaldi le sue vetrine mostrano modelli sempre nuovi e attuali, con le migliori soluzioni tecniche, e dietro al banco, insieme a competenti ottici e optometristi, la signora Daniela guida, consiglia e sceglie le proposte migliori. Perché quello con l’ottico è un rapporto di fiducia e confidenza che dura negli anni. Il negozio deriva dall’attività di fotografo del padre Piero che dal 1953 è stato attivo a Prato. Daniela ha presto sentito la necessità di differenziarsi e ha scelto la strada che sembrava più naturale, dato lo stretto legame che da sempre c’è tra ottica e fotografia. Prima un corner nel negozio del padre, poi la bottega autonoma. Oggi, anche se non la dimostra, Daniela ha un’età in cui molti vanno in pensione, ma non lei, che anzi rilancia con nuovi progetti. “Il segreto è quello di presentare un prodotto sempre diverso - commenta - da sempre facciamo ricerca e cerchiamo le soluzioni migliori sotto l’aspetto tecnico, senza però trascurare l’estetica e le tendenze moda. Oggi gli occhiali non sono più soltanto un ausilio, sono anche un accessorio e come tale deve essere accattivante e piacevole”. Da subito Daniela ha cercato questo connubio, precorrendo i tempi, tendendo sempre presente che gli ottici, anche se tecnicamente ausiliari del sistema sanitario, non possono ignorare l’aspetto. Il negozio è concessionario delle lenti più prestigiose, da Zeiss a Essilor, ma si serve anche di un laboratorio artigianale che fa lenti su mi-
sura e che risolve il problema della standardizzazione delle multinazionali. “Accanto ad una bella montatura, la lente è importante, per la sua qualità, ovviamente, ma anche per le sue caratteristiche - continua Daniela Righi - siamo in grado di consigliare la lente giusta a seconda del difetto visivo, delle esigenze del cliente, delle sue caratteristiche, sfruttando al massimo l’evoluzione della tecnica in questo campo”. Il negozio oltre agli occhiali ha a disposizione un’ampia gamma di lenti a contatto, si occupa di ortocheratologia, del controllo dell’efficienza visiva e della protezione attraverso lenti da sole. In più è membro del Consorzio ottico GreenVision, del cui consiglio Daniela Righi è membro con delega al prodotto montatura): il consorzio forma una rete di 600 ottici in Italia che garantisce al cliente un servizio eccellente, fatto di assistenza ovunque in Italia, promozioni, sconti, copertura assicurativa. Anche al di fuori del Consorzio il negozio di Daniela Righi garantisce un’assistenza postvendita: ogni 18 mesi c’è una sorta di ‘richiamo’ degli occhiali che vengono controllati e rimessi a posto, in più ogni lente è certificata, esiste una sorta di documento d’identità che espone cosa mettiamo davanti agli occhi. Daniela Righi non trascura neanche l’impatto economico di un acquisto di un occhiale: in negozio la gamma di scelta è vastissima e il rapporto qualità-prezzo sempre assicurato Non vanno poi dimenticati l’outlet per i più giovani, che offre prodotti più informali e più economici, e la succursale di Agliana.
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S E G N I PA R T I C O L A R I TIPS
CHIARA SALIMBENI
SAPORI DELLA TRADIZIONE: DAL BETTI I PANINI AL TONNO VANNO A RUBA COME 70 ANNI FA NEL 2017 LA PASTICCERIA S’È TRASFERITA DAL CENTRO STORICO DI PRATO A BAGNOLO Quanto sono buongustai i pratesi da uno a dieci? Nove. Cercano prodotti buoni, nel dolce e nel salato. Tre ricette che raccontano la vostra storia. I panini con il tonno e con i wurstel: il pane briosciato lo facciamo noi, così come la maionese. E poi le polacche ‘alla vecchia maniera’, con un goccio di marmellata che si scioglie in cottura. A merenda i bambini preferiscono... Ciambelline e gelato.
L’ora della merenda. Un suo ricordo da bambina. Pane, olio e aceto. I complimenti più ghiotti che ha ricevuto. “Mi hai fatto tornare piccina”. Me l’ha detto di recente una ragazza che, per il suo compleanno, ha voluto una torta Millefoglie con la glassa di bignoline. Una volta non c’era lo zucchero a velo… È il giorno di chiusura. Dove va Chiara Salimbeni a fare colazione? Premesso che non si chiude mai, una tappa irrinunciabile è il bar Papillon alla Querce: è di passaggio. Da Prato a Bagnolo. Cosa le manca più del centro storico? Il rapporto fra negozianti del centro storico: era come essere in famiglia.
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S E G N I PA R T I C O L A R I TIPS
ELISA CINTELLI
C’ERA UNA VOLTA LA SCHIACCHIATA DELLA BOTTEGA DI SCHIGNANO: NEL NUOVO CAKE AWAY DI PIAZZA DUOMO, LA MERENDA DEL CINTELLI HA IL GUSTO DELLE TORTE FATTE IN CASA Quanto sono golosi i pratesi da uno a dieci? Dieci. Amano farsi prendere per la gola. Tre ricette che raccontano la vostra storia. La Mantovana con le mele: senza non faccio colazione o merenda. Il crumble ai mirtilli che rispecchia la mia anima un po’ ‘british’. Infine, la torta della nonna farcita con la ricotta, anziché con la crema pasticcera: più genuina e casalinga, come facevano le nonne della Val di Bisenzio.
A merenda i bambini preferiscono... La torta di ricotta e nutella. Ma piacciono anche le crostatine. L’ora della merenda. Un suo ricordo da bambina. Pane e olio. I complimenti più ghiotti che ha ricevuto. “Ho assaggiato la torta di mia nonna”. E dopo mi sono emozionata. È il giorno di chiusura. Dove va Elisa Cintelli a fare colazione? Mi piace cambiare, di volta in volta. In centro solitamente giro tutti i bar: dal Nuovo Mondo al Caffè delle Logge. Da Schignano a Prato. Cosa le manca più della Vallata? La finestra sulla Calvana del mio laboratorio.
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1. PAPPARDELLE ALL’UOVO 2. SEDANI ALL A PR ATESE 3. RIBOLLITA 4. C AVOLO NERO, TIPICO SAPORE TOSC ANO 5. PAPPARDELLE AL SUGO DI ANATR A
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FOOD ITINERARIO
ENGLISH VERSION
PIATTI DI PRATO T R E C U LT D E L L A C U C I N A P R A T E S E E I POSTI MIGLIORI IN CITTÀ DOVE ANDARE A GUSTARLI DI NICCOLÒ TEMPESTINI
Filosofia green in cucina 2.0. Ovvero come fare di una materia prima povera e, talvolta, dagli avanzi, piatti pieni di gusto. È il mood da sempre alla base della cultura e della cucina pratese, che anche ai fornelli prende spunto dalla mentalità di questa città. Da secoli infatti l’economia si è fondata sul riutilizzo degli stracci e sulla trasformazione di questi in nuovi tessuti spesso di pregio, riducendo al minimo il consumo di nuove risorse. Come in fabbrica succedeva con gli “stracci”, in casa le massaie mettevano insieme pranzo e cena spesso utilizzando materie prime essenzialmente povere e spesso riutilizzando gli avanzi. E ne è un esempio eccellente la Ribollita, ovvero il ripasso in teglia di una zuppa di pane - nella quale non possono assolutamente mancare fagioli borlotti e cavolo nero - che veniva preparata dalle contadine in gran quantità affinché potesse bastare anche per i giorni successivi, semplicemente “riscaldandola” con l’aggiunta di un filo d’olio e cipollina fresca. E quando dici Ribollita, la più famosa è quella del ristorante Da Delfina ad Artimino; negli anni Cinquanta trattoria di
cacciatori e oggi ristorante “del buon ricordo” frequentato anche da celebrità, coadiuvato da una vista impareggiabile dalla terrazza (via della Chiesa, 1). In un viaggio del gusto attraverso i piatti più significativi di Prato intonati alla filosofia del riuso, non può mancare nemmeno quello citato anche negli scritti di Armando Meoni, ovvero il Sedano ripieno alla pratese, il piatto “della festa”, che veniva consumato il giorno della Madonna della Fiera, l’8 settembre. Un must della giornata più importante dell’anno per Prato e per i pratesi, insieme al Corteggio Storico e all’Ostensione della Sacra Cintola. Le origini storiche di questo piatto non sono certe, tuttavia le prime tracce di questa ricetta sembrano risalire addirittura al Medioevo; alla base, appunto, un frutto della terra povero come l’umile costola di sedano, scarto dei corposi sedani coltivati negli orti lungo le rive del Bisenzio. Oggi, reinterpretando in chiave più moderna la ricetta originaria - che prevedeva appunto l’impiego delle sole costole - quasi tutti i ristoranti di cucina tipica pratese lo propongono nel proprio menù; la versione più ricca - preparata utilizzando
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FOOD ITINERARIO
BAGHINO
il sedano per intero - è quella che si può degustare da Baghino, ristorante storico in pieno centro a Prato, non solo per la sua longeva attività (nata nel 1870), ma anche per il locale, situato in un antico palazzo del Quattrocento, antica sede di un convento (via dell’Accademia, 9). Una seconda versione dei sedani alla pratese è quella che li vede protagonisti di invitanti polpettine preparate utilizzando esclusivamente i rametti con le foglie: a proporle nel proprio menù, tra gli altri, è Il Capriolo (via Roma, 306), altro storico ristorante pratese aperto agli inizi degli anni Sessanta, che ha scelto di rivisitare la ricetta storica in chiave moderna mantenendone intatti i sapori. Ha un interessante collegamento con la tradizione tessile della città, e con gli “stracci” intesi come pezzi di stoffa, un altro piatto tipico della cucina pratese, ovvero gli Stracci sul papero: dalla base
di pasta fresca utilizzata per preparare le tagliatelle o le pappardelle, cambia solo il taglio, che deve essere il più possibile irregolare proprio per rievocare la forma degli stracci strappati a mano. Il condimento con il sugo di papero è una variante più strettamente legata al territorio del più conosciuto sugo d’anatra. Una tradizione sviluppatasi in tutte le fattorie sulle colline intorno a Prato, legata alla festa della mietitura o della vendemmia. Questa succulenta pietanza si trova nel menù di tanti ristoranti pratesi e in particolare da Soldano in Duomo, altro storico ristorante che ha visto la luce nel 1918, proprio in prossimità della cattedrale di Santo Stefano (via della Sirena, 10), qui gli stracci diventano “toppe” sempre rigorosamente con il sugo d’anatra o di papero, mentre i sedani sono presentati in “rocchini”, ovvero delle golose polpettine abbracciate anche queste dal ragù.
RIBOLLITA, SEDANI, SUGO DI PAPERO CON STRACCI
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1. IL C APRIOLO 2. SOLDANO 3. DA DELFINA
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FOOD RISTORANTE
ANNIVERSARIO DEI 10 ANNI DI PRATOREVIEW Il cocktail party per festeggiare i 10 anni della rivista lifestyle Pratoreview, celebrati con un numero speciale. Al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, negli spazi di Myo Bistrot dello chef Angiolo Barni, partner dell’evento, insieme a Prato Auto.
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ASCENSORI
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LITERATURE WILL SAVE THE WORLD In 2009, we published an exclusive preview of Scuotere i cancelli, a chapter of the book which brought him to mainstream success: Storia della mia gente, published in 2010 and awarded the Premio Strega in 2011. After ten years, on the eve of the publication of his latest book, La mia ombra è tua, we met with him at our editorial office, here in Prato, where we talked about his beginnings, his new book, his passions and his hometown. How did you become a writer? I began by writing some short stories. I had a great role model, Sandro Veronesi. He was the living proof that one’s never too young to be a writer. One day, I summoned up the courage to show him my stories. And thanks to him, I realized that all my stories had something in common, the same place, space, characters. So I printed them, spread out the pages on the floor and I had the feeling that they could become the chapters of my first novel. Please tell us about La mia ombra è tua. It is the story of a trip, from Florence to Milan, the sto-
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ry of a writer who, in 1995, writes his first novel which meets with worldwide success. This success, however, causes him to retire into himself, in a house in the hills of Florence, where he will never write another book again. Emiliano De Vito, a young man who has just graduated with honors in arts, is hired to be the writer’s assistant. A difficult relationship from the very beginning. Nonetheless, when the writer decides to interrupt his self-imposed exile to search for the woman he loves, he takes the young man with him. That’s the beginning of the book, which is about their trip. A novel with an unexpected ending. The book is obviously important to you, but why? It is similar to my first book, Fughe da fermo. I was looking for the same freedom of writing. This book inspires faith in literature. It is not sad at all, quite the opposite, it’s also funny. It’s a book which shows that literature can be a guiding star. Which is what happens to me: great literature, great movies, great music are balm for my soul. Can you name any young talented writers? Some female Italian writers: Teresa Ciabatti, Chiara Valerio, Veronica Raimo. Two very good Florentine writers are Vanni Santoni and Davide Allegranti, who will be soon publishing his first novel. Who is your favorite writer? Recently I’ve been very much influenced by Joan Didion, an extraordinary 80-year-old American writer.
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28 I’M GOING TO BE A FILM DIRECTOR, I’LL BE STRAIGHT BACK For years, Giovanni Veronesi had not set foot in Prato before going on stage in Piazza del Duomo to open the Settembre Pratese event, together with Sergio Rubini, Alessandro Haber and Rocco Papaleo, all of them a bit loony like him, and the Musica da Ripostiglio orchestra. He seemed to be having fun, happy and excited to be delivering one quip after another in that show without a script, put together at the last minute owing to a problem experienced by De Gregori on Lake Garda. A ruota libera (meaning freewheeling) in fact, two hours of theatre entertainment during which each of the four protagonists talk about their lives and careers, making fun of their colleagues and each other. Having toured Italian theatres for three years running, the show titled A ruota libera has now become a television programme. Maledetti Amici Miei, to be broadcast every Thursday on Rai 2 in prime viewing time starting from 3 October (produced by Rai2 in collaboration
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with Ballandi) is an authentic choral show whose spirit consists in the clever, fascinating, exuberant and, let’s be honest, quite bitchy art of narration. Veronesi, Rubini, Haber and Papaleo take a different show on stage with in each episode, flanked by two prestigious new entries, Margherita Buy and Max Tortora . Every Thursday evening, other great artists will make their appearance in turns. The last to come on board in the first episode to counterbalance Paolo Conte (who also puts his name to the theme song) is Giuliano Sangiorgi of the Negramaro, another great friend of Giovanni Veronesi. The rest is top secret. How much of Prato is there in this hybrid experience played out between theatre, show and gags, based on cynicism and the viciousness of friendship?
There’s a great deal of Tuscany, not only in this show, but in everything I do. That’s the way it always has been; everyone says something and then I come in at the end and deliver the most malicious line of all, which is the funniest. It’s a cruel destiny to be Tuscan, and crueller still to
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be from Prato, but it’s a sacrifice I am glad to make. How has your relationship with work changed in recent years? Nowadays, I just do the things I like. Cinema, TV, radio: I only do what is fun. Do you still like to be behind the camera? Years ago, at home here in Prato I wrote on a blackboard “I’m going to be a film director, I’ll be straight back”. It was 1986 and nobody had ever deleted those words. When I came back at the end of August for the show, it was the first time after 11 years from the death of my parents and the blackboard was still there. So I looked at it, rubbed out the words and wrote “I’m back”.
56 THE SEISMIC FORCES OF THE CONTEMPORARY WORLD A major program at the Pecci Museum for the 2019-2020 season, creating an ideal platform where artists from different generations, mostly Italians, can meet and exchange ideas. Participants include, among others, Jacopo Miliani, Eva Marisaldi, Fabio Mauri, Gio Ponti, Francesco Vezzoli, Martino Gamper, Mario Rizzi, Luca
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Vitone and Chiara Fumai, chosen thanks to their ability to observe their own time, interpret it and affect it. But that is not all. The Museum will also host the first large solo exhibitions of two international artists: the first – designed together with the artist herself – is dedicated to the 85 years of Simone Forti (Florence, 1935), the artist, dancer and choreographer, whose family was from Prato; then there is the work of Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918 – Boston, 1986), a nun from the religious congregation of the Immaculate Heart of Mary, artist, educator and activist for social justice in California in the ‘60s and ‘70s. The director of the Pecci Museum, Cristiana Perrella, explains: “With this program, the Pecci Center confirms its mission as a place of research open to contamination, to multiple points of view, to collective dialog. Creation, knowledge and innovation are the objectives that our museum has always aimed for. The intention is now to pursue with particular attention to the major issues of the present, the seismic forces of the contemporary world, convinced that art can give them an enlightened interpretation.” And she continues: “We also want to work more on promoting our heritage, not only the works of the collection - the protagonists of a new series of thematic exhibitions - but also the archives, the library, the valu-
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able resources for communities that have become ever more accessible and productive in terms of research generated. The desire is to be a national and international reference center for contemporary creativity.”
70 TYPICAL PRATO RECIPES Green philosophy in the kitchen 2.0. In other words, how to turn a humble ingredient, and sometimes leftovers, into dishes bursting with flavor. This mindset has always been the foundation of Prato’s cuisine. An excellent example is the Ribollita, a reheated bread soup with Borlotti beans and kale. It was originally prepared by peasants in large quantities so that it could be eaten over several days by simply warming it with a drizzle of oil and fresh chives. The most famous is that of the restaurant Da Delfina in Artimino. In the ‘50s it was a tavern for hunters and today it is a historic restaurant frequented by celebrities and offers unparalleled views from its terrace (Via della Chiesa 1). For a journey through the flavors of Prato’s most significant dishes, you cannot
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skip the recipe mentioned by the writer Armando Meoni: the Sedano ripieno alla pratese (Prato-style stuffed celery), the “festive” dish that was eaten on the feast of the Madonna della Fiera, on 8 September. Today, reinterpreting the recipe in a more modern key using only the ribs, almost all traditional restaurants in Prato have it on the menu. You can try the richer version—prepared using the whole stick of celery—at Baghino in the city center. This restaurant is historic not only thanks to the fact that it has been in business since 1870, but also due to its location, situated in an old 15th-century building that once housed a convent (Via dell’Accademia 9). Another version of the stuffed celery is that with the inviting meatballs prepared using only the small sticks with leaves: you can find these at Il Capriolo, among others (Via Roma 306). The Stracci sul papero (fresh pasta with duck sauce) have an interesting connection with the textile tradition of the city: it is made using the same fresh pasta used to make tagliatelle or pappardelle but they are cut as irregularly as possible to make them look like rags (stracci) torn by hand. The papero sauce is a local variation of the more famous duck sauce. This succulent dish can be found on the menu of many restaurants in Prato and in particular at Soldano in Piazza Duomo.
Enoteca & Winebar
To Wine Viale della Repubblica, 23 | Prato - tel. 0574 550462 To Wine in Piazzetta Via Cairoli, 15 | Prato - tel. 0574 965874
www.towine-prato.it • facebook: To Wine
OROSCOPO AUTUNNO 2019
MESSAGGI DALLE STELLE
Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri ARIETE (21 marzo - 20 aprile)
BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre)
Attraversate una fase delicata con tensioni e stress improvvisi, creati da Marte in Bilancia. Potete, però, superare gli ostacoli, grazie agli ultimi sprazzi del positivo trigono di Giove.
Fino al 18 novembre, le energie sono difficili da indirizzare: potete perdere la calma o lasciarvi andare a comportamenti poco ortodossi. Sappiate pazientare senza forzare le situazioni.
TORO (21 aprile - 20 maggio)
SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre)
La scarsa lucidità mentale, che nasce dall’opposizione di Mercurio in Scorpione, è bilanciata dalla continuità offerta dal trigono saturnino. Il periodo fine novembre/dicembre è carico di stress.
Il lungo transito di Mercurio, che si ferma nel segno fino al 9 dicembre, invita a privilegiare i contatti e la comunicazione in ogni forma. Tuttavia, Marte in dicembre richiede molta prudenza.
GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)
SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)
Se vivete problemi di amore e di relazioni cercate di ammorbidire la situazione e di risolverli in breve tempo, approfittando di Giove, che staziona fino al 2 dicembre nel vostro settimo campo.
Giove passa sui gradi del Sole dei nati tra l’11 e il 21 dicembre offrendo occasioni di miglioramento sociale. Inoltre, in novembre Venere nel segno accentua il… desiderio: è il momento di osare!
CANCRO (22 giugno - 22 luglio)
CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)
Ottobre e novembre vedono il transito di Marte ostile dalla Bilancia, che invita alla prudenza. A fine autunno con l’entrata del pianeta in Scorpione riacquistate energia, forza e determinazione.
I nati dal 5 al 13 gennaio vedono Saturno che si congiunge al loro Sole: prevalgono impegno e senso di responsabilità. Ostacoli e difficoltà si faranno sentire tra fine ottobre e inizio novembre.
LEONE (23 luglio - 23 agosto)
ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)
Marte e Giove vi appoggiano con forza nella prima metà dell’autunno, anche se il quadrato mercuriano vi rende poco organizzati. Terza decade in forma smagliante soprattutto in novembre.
Fino a metà novembre le energie marziane sono, di nuovo, a vostro favore. Indirizzatele in maniera costruttiva e per progetti a breve termine. La terza decade gode anche del potente sestile gioviano!
VERGINE (24 agosto - 22 settembre)
PESCI (20 febbraio - 20 marzo)
Alti e bassi, esorcizzati da Mercurio in buon aspetto per tutto l’autunno: un consigliere prezioso per viaggi, professione e danaro. In dicembre, anche Marte si aggiunge a darvi una mano!
Vi attende un autunno intrigante e creativo: Mercurio, Venere e Marte dallo Scorpione aiutano, seppure in tempi diversi, ad equilibrare energie, mente e affetti, mentre Saturno offre concretezza.
a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo” Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it 82 PRATOREVIEW
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