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Divertente, simpatico, impaziente, costante, intelligente e con un’ironia tutta sua. Chiunque conosce Filippo sa quanto lui sia tutto questo e sa quante cose riesca a nascondere dietro a quelle mezzi frasi sconnesse e a quel meraviglioso senso dell’umorismo così cinico e unico. A volte sembra anche svogliato, come se nulla potesse distogliere il suo interesse da quel suo piccolo mondo. Beh, provate a incastrarlo tra montagne e silenzio e provate a portarlo in mezzo a metri e metri di neve fresca… conoscerete un altro Filippo, un’instancabile, assurdo Filippo. Proprio quel Filippo che tutti hanno visto nei più famosi video mondiali, quel Filippo che pochi hanno l’onore di conoscere e pochissimi l’onore di ascoltare. Quello è il suo vero e silenzioso mondo. FILIPPO KRATTER BY ROBY BRAGOTTO IN ARLBERG, AUSTRIA
Chissà quanti ciclisti, quanti canottisti e quanti runner ha visto il fiume Pò passare sulle sue infinite rive, o magari chissà quanti tossici e quanti ubriachi hanno dormito e si sono pestati a sangue su quelle umide e fangose sponde. Nella sua vita prima di sfociare in mare, questo fiume ne avrà viste di tutti i colori, ma sono sicuro invece che non si sarebbe mai aspettato di vedersi un bel giorno Tommaso Lanza raidare un passamano che forse neache lui a capito cosa ci faceva li, in mezzo al nulla. TOMMASO LANZA BY denis piccolo AT TORINO
“Le strade per arrivare ai sogni sono tutte differentI” TXT: enrico santillo PIC: ROBY BRAGOTTO SPOT: ARLBERG. AUSTRIA
Forse è arrivata l’ora, scaramanzia a parte, forse è proprio arrivata l’ora esatta, l’ora giusta, l’ora perfetta, l’ora in cui dobbiamo farlo. Si perché i momenti capitano, passano, ci sfuggono dalle mani o più semplicemente spesso non riusciamo a coglierli. I momenti esatti sono fatti apposta per dare il giusto significato ed il giusto sapore alle cose, ai sentimenti, alle giornate, alle emozioni ed ai sogni. Un sapore ed un significato unico, che per alcuni semplici secondi potrebbe non essere più lo stesso. I sogni come ben sapete sono alla base di tutto, sono alla base di ogni cosa desiderata, sono quelli che ci donano la forza di credere, di reagire e di sperare. Vedere la luce in fondo al tunnel aiuta sempre, ma aiuta ancor di più esser postivi e andare incontro a quella luce immaginando di percorrere una strada già illuminata. Le strade per arrivare ai sogni ovviamente sono tutte differenti, come poi ogni sogno è differente dall’altro. Il mio era proprio quello di scrivere un edito in questa esatta posizione, in questo esatto luogo ed in questa esatta situazione. Intorno a me c’è solamente la luce del buio ed il suono del silenzio, un pò di fuoco acceso che scalda le mie mani, la mia mente ed il mio cuore, fondamentali ora per riuscire ad esprimere la mia calma e rilassata gioia, attraverso questo edito. La vostra gioia ora non so quale sia, non posso conoscerla e non posso pretendere di sapere, ma posso sicuramente immaginare che se avete queste pagine di fronte a vostri occhi e sentite questo stesso odore che ora sento io, vuol dire che anche il vostro sogno ha qualcosa a che fare con il mio. Lei questa notte è arrivata capiente, gioiosa e silenziosa, soffice e fresca, elegante, semplice e appariscente. E’ arrivata con la sua solita sensualità irresistibile, quella sensualità che ti colpisce dentro come poche cose riescono a fare. Questo numero di Sequence celebra finalmente l’arrivo della neve, della neve vera, quella
che riesce ad imbiancare ogni nostra montagna, dal Nord al Sud, senza alcuna eccezione, riuscendo così a donare a tutti noi la forza di credere ancora nei sogni e di percorrere strade illuminate dalla nostra stessa volontà di fare, credere e sperare. Partendo proprio dalla cover, non possiamo far altro che cogliere una vera e propria testimonianza di cosa voglia dire credere in tutto questo. Denis Piccolo e Nicolò Pezzato un fotografo affermato ed un giovanissimo rider. Il primo era anni che desiderava scattare una foto da cover nella sua città di origine, la città in cui è cresciuto, la città in cui ha immaginato e studiato quotidianamente spot da sogno completamente imbiancati. L’altro invece ha creduto e scelto di puntare verso la sua luce, una luce propria che gli ha permesso di distinguersi e raggiungere un obbiettivo molto importante. La Finlandia, la sua Helsinki e la sua gente, con Tommaso Lanza, Federico Iovanovich ed il fotografo Andrea Schilirò. Un’esperienza che secondo i loro racconti e le loro testimonianze è stata la realizzazione di un sogno che allo stesso tempo però, ha saputo donargli la forza e la sapienza di capire, credere e sperare di raggiungere un sogno nuovo ed ancor più lontano. Alberg, in Austria con la crew di Random, una selezione dei migliori scatti di Roberto Bragotto, che vedono protagonisti talenti come Simon Gruber, Lorenzo Buzzoni, Lukas Goller e Filippo Kratter. Non mancano di certo le nostre gallery, questa volta il tema è monocromatico, scatti in bianco e nero colmi di energia, atmosfera e romanticismo eseguiti da importanti fotografi come Matt Georges, Lorenzo Belfrond e lo stesso Denis. Allora il punto tornando a noi e all’origine di questo edito è sempre lo stesso, andare incontro a quella luce immaginando di percorrere una strada già illuminata. Guardate questa foto e applicateci sopra queste mie parole, forse grazie a lei potete riuscire a capire questo mio sentimento.
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EDITORI Denis Piccolo, Paolo Salvatore, Cristian Murianni direttore Denis Piccolo (denis@jpgedizioni.com) PHOTO EDITOR Cristian Murianni (murio@jpgedizioni.com) EDITOR MANAGER Roberto Bragotto ART DIRECTOR & ILLUSTRATOR George Boutall (george@evergreendesignhouse.com) traduzioni Paola De La Pierre WEB LIKEMILK Enrico Santillo (enrico@jpgedizioni.com) PHOTO SENIOR Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Cristian Scalco, Alo Belluscio. Eleonora Raggi Filmer Senior Gianfranco “Bruce” Battaglia DIRETTORE COMMERCIALE Paolo Salvatore (paolo@jpgedizioni.com) SEGRETERIA ABBONAMENTI Michaela Stefania CONTATTI ESTERI Martina Minetti Fotografi e filmer Denis Piccolo, Murio, Alessandro “Killer” Miniotti, Davide Spina, Arturo Bernardi, Alessandro Belluscio, Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Lorenz Holder, Andrea Rigano, Marco “Boiler” Boella, Luca Benedet, Vasco Coutinho, Matt Georges, Cyril, Marco Morandi EDITORE Jpg Edizioni di Salvatore Paolo, Piccolo Denis, Murianni Cristian Via Colle di Andromeda 4, 65016 Montesilvano (PE) Tel: (085) 9151471 | Fax: (085) 9151230 P.IVA: 01875110684 www.likemilk.com | benvenuti@jpgedizioni.com REDAZIONE Via Pellegrino Rossi 81, scala C, Milano STAMPA Grafiche Ambert Via per Chivasso 27, Verolengo (TO) 011 9149227 DISTRIBUZIONE Freepress Sequence Snowboarding rivista mensile registrato al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/15 COVER Nicolò Pezzato By Denis Piccolo in Torino
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BEHIND TH COVER RAINING DAYS PRO CHOICE BACKYARD SESSION A WEEK TO FORGET CHECK OUT FIAT FREESTYLE WEEK Ce qui est fait n’est plus à faire GIAN MARCO MAIOCCO SUPER TRICK OTHER SIDE OF THE BOUNDARY NICOLò PEZZATO CITY OF DREAMS GALLERY BOARDS HARDGOODS SOFTGOODS REMEMBER
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“non pensavo che avesse continuato a girare dopo quella cartella” txt & pic: denis piccolo RIDER: NICOLò PEZZATO TRICK: BS NOSESLIDE 450° OUT SPOT: TORINO
Ci sono degli spot incredibili che spesso fotograficamente non sai proprio come farli funzionare, dove i riders girano e collezionano cartelle su cartelle tutta la notte, per arrivare a chiudere trick spessi e complessi. Ci sono spot invece, dove sudano per portare a casa manovre che non hanno mai chiuso e provato prima di quel momento oppure esistono quegli spot più basici ed elementari che per un fotografo sono una manna dal cielo, un’iniezione di adrenalina, spot in luoghi perfettamente compatibili con le regole che la fotografia impone o vorrebbe imporre. Quando ho raggiunto il resto della ciurma a Torino sotto questo ponte ho subito intuito che eravamo di fronte ad uno spot per una possibile cover. Le geometrie della maestosa struttura con la luce tagliente del tardo pomeriggio in contrasto con la sponda del fiume completamente in ombra, erano una scenografia perfetta per un grande scatto. Sembra egoistico affermare che per un fotografo è più importante la scena e la luce di dove viene eseguito il trick piuttosto che il trick stesso, ma quasi sempre le più belle immagini di snowboard sono associate a trick basici. In quest’occasione
la mia idea era di fare lo scatto durante le ultime ore di luce del giorno, dove l’atmosfera è più cruda e tagliente, ma come ben sapete non è mai facile convincere i pro a non girare in uno spot pronto per essere raidato. Fortunatamente però gli street riders non sono mai mattutini, e come consuetudine dopo un panino ed una birra si è fatto tardi, anzi tardissimo. Il primo a girarci è Nicolò Pezzato, mentre Tato Chiala e Stefano Bergamaschi lo aiutano con il tiro del Banshee per prendere la giusta velocità. Il primo tentativo non è andato molto bene, Nicolò si spiattella completamente sulla parete di cemento, facendo uno stiloso grind con il mento su tutta la struttura. Devo essere sincero, non pensavo che avesse continuato a girare dopo quella cartella. Una volta esserci accertati che il suo bel musetto non avesse portato dei danni, siamo subito ripartiti. Pochi tentativi e Nic chiude perfettamente e con una fluidità impressionante un Backside Noseslide 450° Out. Tutta la crew si esalta, mentre tutti lo abbracciano e si complimentano con lui, Io dal monitor della mia Canon mi gusto e mi immagino già, una delle cover dei prossimi numeri di Sequence.
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155 -158 - 156w - 159w
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“un diluvio universale e una visibilità pessima CI HANNO FATTO DIVERTIRE COME NON MAI” TXT & PIC: ilaria troisi RIDER: GIAN MARCO MAIOCCO SPOT: PRATO NEVOSO
“Niente dura per sempre”, anche la fredda pioggia di Novembre, come dicevano i Guns N Roses nel lontano 1992. Il weekend che abbiamo trascorso a Prato Nevoso per filmare il primo episodio della serie Movie Tales con i Garbagers è stato uggioso ed impegnativo, non a caso i nfatti, Jhonny ha chiamato l’edit T- Raining Days! La mattina del Sabato pioveva, molto, pensavamo non la smettesse più per giorni, ma d’altronde il meteo l’aveva previsto! Dal balcone non si vedeva oltre le case di fronte, in faccia ci guardavamo e senza parlare lo stupore dei nostri occhi ci permetteva di comunicare. Ovviamente come sempre lo spirito che ci lega e la nostra forza di volontà ci hanno dato modo di rimboccarci le maniche e di uscire di casa con tutti i vari attrezzi del mestiere, saltare sul furgone di Devid e non pensare al resto. La White House, lo snowpark di Prato Nevoso e l’ospitale, gentile ed efficiente Gherry ci aspettavano insieme agli altri ragazzi della crew, che il giorno prima, avevano avuto la fortuna di dare sfogo alla propria creatività e predisporre un super set-up davvero divertente. Un diluvio infernale ed una visibilità veramente pessima inaspettatamente ci hanno fatto divertire come non mai, soprattutto a me e Johnny che costantemente dovevamo trovare riparo tra una ripresa e l’altra, andandoci addirittura a coprire sotto la pensilina dello chalet, in modo da non compromettere la vita di macchine e flash! Il tempo pur avendo giocato a nostro sfavore fino alla fine, non ci ha di certo scoraggiato o fatto cambiare idea sul da fare, così con sempre più motivazione e voglia di tornare a casa vincenti, abbiamo proseguito correndo avanti e dietro dalla tettoia. Come ben sapete, quando si è impegnati il tempo vola, e proprio in quel
caso non ci ha fatto nemmeno ricordare che l’ora di pranzo era ormai passata da un bel po’ di ore. Intorno alle quattro però, come vi dicevo prima, l’ospitale, gentile ed efficiente Gherry, ha pensato ancora una volta a noi, offrendoci un caldo e desiderato piatto di squisita pastasciutta! Dopo aver assaporato, gustato e commentato quella pietanza così semplice e pura, la luce del giorno aveva ormai fatto spazio al tardo pomeriggio, quello che ti accompagna fino all’arrivo della notte. Una doccia calda in pieno relax, una stesa ai vestiti umidi e bagnati e via di nuovo tutti insieme per una cena a base di pizza e qualche birretta. Le solite chiacchiere e risate tra amici, qualche partita a biliardo con un Gianmarco Maiocco degno di sponsor ed un paio di sguardi speranzosi fuori dalla finestra, dove un forte temporale ti dava modo di amare quelle mura e quel tetto intorno e sopra noi. “Buona notte ragazzi, a domani, la sveglia è presto!” Così, in questo modo, tutti siamo andati sotto le calde e morbide coperte. Al mattino inaspettatamente il sole ci ha regalato un sorriso a mille denti, permettendoci di godere anche di uno splendido panorama non ancora scoperto per via del cattivo tempo dei giorni scorsi. Chiaramente la pioggia aveva lasciato le sue tracce, con fango e pozze d’acqua proprio sotto il landing di ogni spot. Dal primo all’ultimo però, rider, fotografi e filmer, eravamo tutti così felici di poter girare senza alcun disturbo su un set up da urlo, costruito unicamente da noi. I ragazzi erano motivati e nonostante qualche caduta antipatica nel fango, hanno chiuso i loro soliti e stilosi tricks! Chi si è distinto tra tutti è stato il giovane Gianmarco che zitto zitto, si è meritato il premio di Best Rider!
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matteo zappaterra: “direi aggressivo e spericolato” itw: denis piccolo pic: lorenzo belfrond Spot: arlberg, austria
NATO: Bologna HOME RESORT: Livigno SPONSOR: Drake, Northwave, Iuter, Spy, Level ALTEZZA: 178 PESO: 65 STANCE: goofy 55 ANGLE: +12 -9 DESCRIVI IL TUO STILE DI RIDING: Direi aggressivo e spericolato LA TUA FOTO PUBBLICATA PREFERITA: Deve ancora uscire IL TUO TRICK PREFERITO: Fs 1080 doublecork LA TUA PRIMA TAVOLA ACQUISTATA: Tube, ma Ciccio di Neuroshock fu il primo a supportarmi con tavole migliori. LA PIU’ BELLA TAVOLA CON CUI HAI MAI SURFATO: Drake DF2 154 QUANTO E’ IMPORTANTE UNA BUONA ATTREZZATURA: Indispensabile per prevenire eventuali imprevisti indesiderati. QUANTE TAVOLE SPACCHI ALL’ANNO: Nell’ordine delle 2 o 3 ma dipende da molti fattori. CHE LUNGHEZZA USI: Fresca 159, Park 156, Street 152 RACCONTAMI LA STORIA PIU’ CURIOSA CHE TI E’ SUCCESSA CON LA TUA TAVOLA: Ritrovarmi a bordo pista, intendo proprio accanto ed essere infossato in quasi 2 metri di neve fresca.
IL TUO DAY PERFETTO: Quello senza pensieri CON CHI AMI GIRARE: Con la gente sorridente IL TUO VIAGGIO INDIMENTICABILE: Primo Usa snowboard trip IL TUO VIAGGIO PEGGIORE: Non ne ricordo COSA FARESTI AL TUO PEGGIOR NEMICO: Lascerei agire il karma LA TUA TAVOLA: Drake DF2 156 LA TUA MASCHERA: Spy Platoon I TUOI BINDINGS: DRAKE Fifty IL TUO BERRETTO: Iuter quattro LE TUE CUFFIE: Comprate IL TUO INTIMO: Comprato I TUOI PANTS: Vecchi e rotti I TUOI BOOTS: NORTHWAVE Legend SL I TUOI GUANTI: LEVEL Matrix under Mitt IL TUO VIDEO: “EVERYBODY IS IN” by Random Video Production IL TUO FILM PREFERITO: Donnie Darko IL TUO CELLULARE: Potrebbe non esistere LA TUA RELIGIONE: Potrebbe non esistere COSA NE PENSI DELLE DROGHE E DELL’ALCOOL: Durante la pratica sportiva non servono, nemmeno come vizi servono, ma purtroppo esistono sta a noi valutare con coerenza quello che si fa con il proprio corpo.
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“volete mettere la soddisfazione di uscire di casa e potersi divertire facendo pochi passi?” txt & pic: alessandro belluscio pic: martin russo Spot:torino
Una cosa che ho sempre invidiato a chi vive in montagna o nel nord Europa è la possibilità di potersi divertire nel cortile di casa propria, con la neve, facendo sport, senza dover per forza percorrere estenuanti kilometri. Va bene che il viaggiare è l’elemento che forse più di tutti stimola noi della neve a muoversi, però volete mettere la soddisfazione di uscire di casa e potersi divertire facendo pochi passi? La nevicata che l’anno scorso ha creato non pochi problemi a nord e in particolare a Torino, regalando quasi 1 metro di neve per circa quindici giorni, è stata l’occasione che ha fatto si che la mia invidia per un breve istante quasi svanisse. La collina di Torino ha sempre avuto il suo fascino. Le serate estive nei parchi in collina, il vecchio Jurassico per i bikers e questa volta il “kickerino della gloria” torinese. Daniele di Custom Made mi chiama in extremis “ti va di passare? forse si riesce a fare qualcosa”. Tempo 5 minuti ed ero già in auto in direzione collina, 10 minuti dopo ero sul posto. Mi immaginavo già qualcosa di assurdo, passaggi al limite del possibile, landing flat o improponibili o qualche altra assurda amenità sportiva. Invece in questo parchetto che si affaccia su corso Vittorio a Torino mi ritrovo Martin, Pierre e Simone già all’opera. Ok, non vorrei mai che qualcuno si fosse immaginato un mega kicker da invitational, da super session, sostanzialmente l’importante era riuscire a fare qualcosa davanti alla nostra città, tant’è che il kickerino che si è riusciti a tirar fuori ha fatto si che potessimo divertirci. Più o meno come fanno gli scandinavi a casa loro. Più o meno come avrei sempre voluto fare nel giardino di casa mia. Ci son voluti qualche minuto e qualche pala per tirare su il tutto. E devo dire che la consistenza della neve si prestava parecchio bene al nostro passatempo pomeridiano. La sotto il solito viavai cittadino si faceva sentire di continuo, senza tregua, e a noi sulla neve sembrava invece di essere lontani dalla civiltà, seppur in città. Una situazione strana. Tu sei li
a costruire un kicker e a immaginarti come scattare la foto, ad aspettare il tramonto, e la sotto il ritmo rimane sempre uguale. Tu sei li a goderti la stagione più bella, la sotto la gente corre come se non ci fosse alcuna distinzione tra ieri oggi e domani. Tu sei li che pensi che finalmente ha nevicato in città - dannazione era ora; chi è la sotto invece pensa che la morsa del gelo è dannosa, Studioaperto incute paura e disagio, l’inverno diventa addirittura pericoloso. Tu pensi che finalmente l’inverno si è ristabilito, la sotto qualcuno impreca che vorrebbe che fosse sempre estate. Prendo la macchina foto e inizio a scattare. Non mi interessa se il kicker è alto poco più di un metro e mezzo, non mi interessa se il trick più spesso è al massimo un 720, non mi interessa se non faccio immagini da copertina. L’importante è essere li, scattare, rilassarmi e divertirmi con i rider, amici, annullando temporaneamente l’invidia che ho sempre avuto per chi - posso dirlo - da questo punto di vista è più fortunato di me, di noi. Tutti si danno un gran da fare, tutti girano stimolati, il panorama è suggestivo, quel corso Vittorio che si impenna sotto i nostri occhi fa un po’ l’effetto di una folla desiderosa di vedere cosa sono in grado di fare. La situazione rasenta l’assurdo. Martin prende subito confidenza col kicker e il tramonto pian piano si avvicina. La foschia, l’umidità e il sole che si va ad adagiare a ovest, oltre la linea delle montagne, ricreano la pace che si percepisce in montagna nonostante un paio di milioni di persone corrano freneticamente su e giù per la città. Che bello, che pace. La luce è perfetta, e come tante cose belle finisce anche in fretta. Martin è ancora stimolato, gasato, e gira ancora. Tiro fuori questo scatto verso la fine, voglio ringraziare la città per avermi donato, seppur per un pomeriggio soltanto, la soddisfazione di poter dire: “anche io ho il mio cortile nel quale giocare”. Rientro, birretta - come l’après ski dei resort famosi - e torno a casa. Mi siedo alla scrivania, sorrido, ce l’ho fatta.
[RIDER: AYMERIC TONIN] WWW.PROTEST.EU
“l’unica cosa che ci restava da fare era inventarci qualcosa, inventarci tutto a dire il vero” TXT & PIC: ROBY BRAGOTTO rider: lorenzo buzzoni SPOT:livigno
Molte persone pensano che fare foto di snowboard sia qualcosa di veramente facile, semplice, veloce. C’è chi pensa che a volte basti essere nel posto giusto al momento giusto e che in compagnia di bravi atleti non serva altro per ottenere dei buoni scatti. E invece, in molti non sanno quanto questo lavoro possa anche essere fatto di attese, di tentativi, di giorni trascorsi senza produrre nessun genere di fotografia. A volte capita di passare intere giornate con il naso appoggiato alla finestra e con in testa la sola speranza che possa nevicare, oppure, più di rado, capita addirittura di sperare che possa smettere di nevicare. Mi sono capitate volte in cui non serve dire nulla perché ciò che è più appropriato fotografare è assolutamente visibile e sotto gli occhi di tutti… mi sono capitate altre situazioni in cui mancava qualsiasi cosa, strutture, neve, contesto… situazioni in cui mi sono dovuto totalmente inventare tutto. Come ormai tutti sanno, la scorsa stagione è stata davvero avara di precipitazioni per quanto riguarda la nostra penisola… prima di passare quasi due mesi ad Arlberg, ho trascorso le prime settimane di gennaio a casa di Matteo “Zappa” Zappaterra, a Livigno. La casa di Zappa, oltre che essere meravigliosa se si tratta di posizione, panorama, tepore e tranquillità, è anche assurdamente difficile da raggiungere… in particolare il giorno dopo la prima e unica nevicata annuale e soprattutto con sei valigie al proprio seguito. La fatica e l’entusiasmo iniziale, hanno purtroppo ben presto lasciato spazio allo sconforto: quasi tutta la neve caduta la sera precedente il mio arrivo, era stata spazzata via dal forte vento mattutino e quella che doveva essere una settimana produttiva e prolifica, si è
ben presto trasformata in una settimana di ricerca e di inventiva. Mancando la materia prima ed essendo accerchiati da una irritante brezza che non voleva smettere di soffiare e da un freddo glaciale che poche volte Livigno ha conosciuto, l’unica cosa che ci restava da fare era inventarci qualcosa, inventarci tutto a dire il vero. Siamo passati dal trasformare l’intero “giardino” di casa in un piccolo snowpark, oppure a fissare l’acquedotto alla ricerca di possibili atterraggi. Siamo arrivati a pensare di saltare piccole stradine isolate e immaginato di volare quasi oltre mezzo bosco… ma purtroppo nessun risultato finale ci appariva soddisfacente. Abbiamo pensato di attendere, di vedere se e come il meteo potesse darci una mano… ma niente sembrava venirci incontro. Giusto per non farci mancare nulla, si misero di mezzo anche dei piccoli e fastidiosi infortuni. Quello che però non abbiamo mai perduto, è stato il sorriso e la spensieratezza che ci ha accompagnati per l’intera settimana. E così, tra giorni di attesa, giorni di speranza, idee improbabili e prospettive fattibili, siamo comunque riusciti a portare a casa qualche scatto decente… forse non come avevamo preventivato, di certo non come avevamo sperato, ma di sicuro senza mai lasciarci scoraggiare dalle avversità dettate da tutto quello che sembrava circondarci. Per ottenere un buono scatto, a volte basta soltanto un pizzico d’immaginazione, un pizzico di follia e qualche tentativo che possa racchiudere quello che gli occhi intravedono nel contesto in cui si trovano. Non sempre è così facile, veloce, intuitivo. A volte è davvero un lavoro complicato. A volte è davvero un lavoro che bisogna assolutamente inventarsi.
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NICOLA LIVRIERO: “LO SNOWBOARD NON è UNA MODA!” ITW: DENIS PICCOLO PIC: emanuele bonapace SPOT: VAL SENALES
Nome: Nicola Cognome: Liviero Eta’: 13 anni Soprannome: Nick Sponsor: Nitro, Giro, 100-One Hobbies: Kite, Surf, Wake Piatto preferito: Crêpes con nutella Donna preferita: Megan Fox Miglior amico: Ale ed Edo Gruppo preferito: LMFAO Ascolti mentre snowboardi: Non ascolto musica quando faccio snowboard Spot preferito: Livigno Mottolino è per l’estate Les2alpes Anni di snowboard: Ho iniziato a 6 anni Home resort: Madonna di Campiglio Regular o goofie: Regular Stance: 60 cm Angle: +15 -15 Trick preferito: Backside 540 Cork Stalefish Trick da imparare: Troppi per poterli elencare tutti Voti: 7: park 7: freeride 0: street Rider sottovalutato: Marco Donzelli è un rider che meriterebbe più spazio da parte dei media del settore, io ho avuto la fortuna di vederlo girare e secondo me a molto stile. Come dovrebbe essere il tuo promodel: Il mio promodel dovrebbe essere una tavola camber classico, reattiva ma non troppo dura e magari con una grafica supercolorata disegnata da me. Rider italiano preferito: Simon Gruber e il rider italiano con più stile in assoluto. Rider straniero preferito: Seppe Smits.
Domanda a Simon Gruber: Simon passeresti una giornata in park con me? Risposta: Certo! La mia giornata perfetta: Sole, 2 gradi, tanta fresca per provare nuovi tricks e un park al top, logicamente con un gruppo di amici. La mia giornata peggiore: C ondizioni come la mia giornata perfetta a differenza che i miei amici girano in park mentre io sono a scuola a studiare. Vale la pena di vivere: Sicuramente dando sempre il massimo in tutto ciò faro’ Cosa faro fra 10 anni? Saperlo… Spero di poter avere una bella carriera come rider, ma sicuramente poter continuare a fare ciò che più mi piace. Miglior pregio: Saper ascoltare. Peggior difetto: Rovesciare sempre qualcosa. Se non fossi uno snowboarder? Sarei un kiter altrimenti boh... Non riesco ad immaginarmi, sicuramente praticherei qualche sport. Lo snowboard è solo una moda? Lo snowboard a mio avviso non è una moda ma e a tutti gli effetti uno sport che se praticato a certi livelli necessita di preparazione allenamento e anche sacrificio e tanto divertimento. Pensi che diventerai un super pro? Sicuramente e’ il mio sogno che è poi lo stesso che può avere un ragazzo che pratica un qualsiasi sport.
“incontrare Daniel Cardone, Roberto D’Amico, Stefano Munari e Marco Grigis è sempre una bella esperienza” TXT: PAOLO TESTA PIC: OLAF PIGNATARO rider: DANIEL CARDONE SPOT:FRANCE
Facciosnao Camp in estate è un luogo di incontri, gente che va e viene, personaggi noti della scena action sport internazionale ed eventi unici nel loro genere. Amori che nascono, amori che finiscono, sguardi maliziosi e gesti speranzosi. Sorrisi, capricci, piatti e pietanze a volontà, chef che pretendono il meglio per dare il meglio e centinaia di chili di pasta, patate e farina per dolci, che se ne vanno via ogni settimana, proprio quando avviene il cambio turno dei nostri speciali ospiti. Un servizio giovanile, fatto di pura semplicità, la stessa che riesce poi a farti sentire padrone di quelle mura, proprio come se fossi a casa, la tua intendo. Una ciurma di ragazzi al servizio di tutti, capitanati da chi di esperienza e gavetta negli anni, ne ha fatta un bel pò. La Sequence Week, l’occasione più importante per testare ogni anno le tavole della prossima stagione; Crackers Fly Fishing, un weekend di pesca a Mosca dove maestri qualificati insegnano i trucchi più importanti per tornare a casa e gustare il sapore della propria fatica. Ancora ed ancora camp, come quello di Bmx o quello di Skate, oppure l’evento Capita Week, dove gli importanti riders del team dormono e mangiano proprio sotto lo stesso nostro tetto. Tanto golf, una passione che da anni accomuna i vari pro di tutte queste discipline, compreso me che tanto pro non lo sono mai stato. Ripetere ogni anno la Fiat Freestyle Team Week può essere considerato un surrogato, ma incontrare ogni estate Daniel Cardone, Roberto
D’Amico, Stefano Munari e Marco Grigis è sempre una bella esperienza. E’ bello perché nonostante ogni volta non ci si veda da più di un anno, riusciamo sempre ad avere quella sintonia unica, che solo tra persone che si vogliono veramente bene si riesce a trovare. Sicuramente aprire il team a guest star è stata la carta vincente di questa edizione, Stefan Lantschner con la sua bmx ed Alex Sorgente con la sua tavola a rotelle si sono uniti a noi per dar spettacolo nelle infinite giornate sulle Alpi Francesi. Giornate di miracoli e arcobaleni. Partiti da 2 Alpes, direzione Grenoble, una “capatina” nelle bowl già visitate negli anni scorsi per aggiornare gli scatti con nuovi trick. Il fascino di un temporale estivo ci raggiunge mentre ci dirigiamo verso una bowl costruita a mano in un fazzoletto di terra tra la ferrovia e l’autostrada. Se la metafisica è andare oltre gli elementi dell’esperienza sensibile e cogliere le strutture fondamentali dell’essere, mai come in quel luogo ci si poteva sentire dentro. Metafisico era il cielo, metafisico era il rumore delle locomotive, e metafisici erano Stefan, Alex e Daniel che con un solo sguardo avevano già capito le linee da fare. Il tempo di asciugare lo spot con stracci e cartoni recuperati in loco, il tempo di alzare gli occhi al cielo per godersi l’aeronautico litigio tra il grigio e il celeste nei cumulo nembi ecco che arriva un arcobaleno riverente che regala ad Olaf e alla sua Nikon, il palcoscenico per i suoi scatti… Che i trick abbiano inizio!
B O S S E S
C A L L
T H E
H E A D S H O T S
/ EERO NIEMELA wears the PLATOON GOGGLE
TATO CHIALA
TXT & PIC: DENIS PICCOLO SPOT: BRIANCON, FRANCE
MATTEO ZAPPATERRA
Quando arrivano le prime nevicate di inizio stagione i primi riders a far squillare il telefono sono gli amanti del ferro. Non c’è bisogno di un sostanzioso fondo, non c’è bisogno di impianti o di skipass, bastano pochi centimetri di neve in città e centinaia di spot vengono sbloccati e messi a puntino per essere raidati. La street crew di Random del video “Everybody Is In” era composta fra i tanti anche dai protagonisti di questa piccola storia. Matteo Zappaterra e Lorenzo Barbieri con l’immancabile Lorenzo “Tato” Chiala mi hanno letteralmente tempestato di chiamate per raggiungerli a Brianson, raccontandomi di un giardino a bordo strada pieno zeppo di rail, con addirittura alcuni anche in sequenza; un vero e proprio parco giochi per snowboarder gasati! Incuriosito e con l’insaziabile voglia di far una colazione alla francese e sputtanarmi i soliti 3 Euri per un cappuccio, parto da Torino direzione Francia. Questa piccola cittadina si trova esattamente sulla strada per raggiungere Les 2 Alpes, generalmente durante il periodo estivo quando salgo in ghiacciaio mi fermo a pranzare in uno dei primi Mc Donald’s sorti nel paese del galletto, diciamocela tutta un panino a metà percorso proprio non si può rifiutare. Arrivato a Sestriere non c’era traccia di neve e iniziavo a sospettare di un nuovo pacco, ma appena uscito dal tunnel che sconfina in Francia incredibilmente oltre 20 centimetri di neve si erano depositati in strada e oltre un metro a bordo strada. Evidentemente questa potente perturbazione aveva deciso di non far visita alle nostre Alpi! Ancora qualche manciata di minuti ed eccomi arrivare al punto d’incontro, dove i ragazzi con a capo Alessandro Miniotti erano già pronti e belli carichi per girare. Il primo spot era stato già costruito e perfettamente shapeato, in pratica mancavo solo Io, la mia macchina fotografica ed i miei flash. Tato è il primo a partire, il suo obbiettivo era chiudere boardslide su un rail con quattro kink. La struttura in ferro era piccola e abbastanza bassa e per eseguire il trick serviva grande tecnica, precisione e stile, tutti elementi presenti nel ba-
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LORENZO BARBIERI
gaglio del Signor Chiala. E’ il turno di Zappa, inizialmente decide di scaldarsi con un classico 50-50, giusto per capire che aria tirava, ma poi dopo un numero considerevole di tentativi è riuscito a portarsi a casa 50-50 Bs 360 Out, con l’esaltazione ovviamente dei presenti! Ad essere sincero non ho potuto far altro che riguardare quella sequenza nel visore della mia Canon per chissà quante volte, non potevo credere come aveva potuto tenere quel maledetto trick su un landing praticamente solo di cemento! Nel frattempo Lollo ha finito di preparare il kicker per un rail infinito, la scenografia era semplicemente incredibile, lo spot era posizionato perfettamente al centro di una cornice di alberi, dove pochi raggi di luce riuscivano a passare per illuminare la breve rincorsa. Lollo era alle prime uscite stagionali e il suo talento era ancora un pò arrugginito dalla pausa estiva. Ricordo di averlo visto soffrire non poco per portare a casa quell’’indimenticabile e statuario Nosepress, attaccato ad inizio rail e tenuto fino in fondo, quasi che la tavola fosse su un binario. Zappa incuriosito ed avendo avuto a disposizione un pò di tempo decide anche lui di confrontarsi su quest’ultima struttura, forse attratto dalla presunta semplicità, ma anche lui, nonostante in giornata di grazia, si rende subito conto che non ci vorrà poco tempo per portarsi a casa un epico lipslide dal territorio francese. La luce ormai era un lontano ricordo e la stanchezza di un pomeriggio intenso di riding e di tante cartelle ci porta dritti al Mc Drive a rifocillarci di energia, ma con un solo pensiero che ci soddisfa enormemente... Perchè avremmo dovuto fare domani quello che abbiamo fatto oggi?
PHOTO: JOEL FRASER
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ITW & PORTRAIT: DENIS PICCOLO PICS: ROBY BRAGOTTO
TIGNES, FRANCE
BRIANCON, FRANCE
Com’è iniziata la tua storia di snowboarder? La mia storia di snowboarder è iniziata a 10 anni dopo aver fatto 6 anni di sci club. Fin dal primo giorno sono stato seguito dal mio allenatore Andrea “Sgnaffi” Catti che tutt’ora mi aiuta costantemente a migliorare il mio stile ed il mio livello di riding. Quando è arrivato il tuo primo contatto con gli sponsor? Raccontami com’è andata? Il primo contratto è arrivato alla fine del terzo anno di snowboard, avevo circa 14anni. Nitro Snowboards è stato il primo mio sponsor di alto livello e prestigio. Ricordo di essere stato selezionato durante una session di apertura in Val Senales. L’occhio di Max Gionco non sbaglia mai! Come ti trovi a girare per il team Nitro? Mi trovo da Dio! Il materiale è da paura e loro accontentano sempre ogni mia richiesta. Il team italiano è vasto, ma nonostante ciò non ci sono riders seriamente impegnati nello street riding. Possiamo dire che appartieni ad una famiglia di snowboarder. Tu, tua sorella Mariadelfina detta Bibi ed i tuoi fratelli Gianmaria e Gianmichele siete tutti ri-
ders e tutti sponsorizzati Nitro! Da dove nasce questa passione comune per lo snowboard? Il primo è stato Giamma! E’ lui che ci ha avvicinato tutti allo snowboard e di conseguenza a Nitro Snowboards !! Da dove arriva la passione è una domanda difficile, siamo amanti della montagna e per quanto mi riguarda mi piace impegnarmi al massimo in quel che mi riesce meglio! Toglimi una curiosità, c’è un quinto fratello di nome Gianluca, che da quanto ne sono però non è uno snowboarder. Come mai tua mamma vi ha chiamati tutti Gian... ? Gianluca va in snowboard, ma più semplicemente non è conosciuto come noi. Uhm.. la mamma ci ha chiamato tutti con il “Gian” perché evidentemente le piacciono i nomi composti!! Come mia sorella Maria Delfina, per gli amici Mary Dolfin! Ahhahah Negli ultimi tempi ti sei legato molto alla Garbage Family, hai fatto molti shooting e tour con loro. Come ti trovi a far parte di una crew e da loro cosa stai imparando? Io in street andavo da solo, facevo gli spot da solo e mi filmavo da solo!! Cosa che anche
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adesso faccio a dire il vero! Comunque con loro ho molta più visibilità, faccio spot più seri e mi diverto anche di più!! Evvai! Ormai ci conosciamo tutti bene, stiamo bene insieme avendo gli stessi interessi. Adesso come adesso la Garbage Family sta diventando lo specchio dello street riding italiano e diventerà sempre più potente! Nessuno potrà sconfiggerla! Nessuno! Ti stai impegnando sempre maggiormente nello street, hai definitivamente messo da parte i kicker e la powder o è solo un momento transitorio? Visto le cose come stanno preferisco fare la cosa letteralmente più conveniente! Dalle mie parti non ho slopestyle adatti al mio livello. In neve fresca o costruisco salti o ci vado poco, ci vado poco perché se faccio powder non torno a casa soddisfatto! Powder la fanno quelli che vogliono divertirsi, Io non vado in snowboard per divertirmi ma per spaccare! Uhm! Quale rider italiano ti ha ispirato e quale straniero invece? Perchè? Italiano nessuno! Comunque il migliore è senza dubbio Marchino Grigis. Straniero Keegan Valaika o Lucas M anche se Io punto a diventare come Dylan Thompson. Per un ragazzo come te che va a scuola il tempo per snowboardare è sempre poco, come riesci a gestire sia la scuola che lo snowboard? Vorresti avere più tempo?
Mi sto impegnando in street per questo, arrivo da scuola, prendo il treppiede, macchina fotografica, pala di mio zio e vado a disturbare qualche residente con il mio snowboard. Che dire, il tempo è quel che è, infatti non sono il primo della classe! I tuoi progetti per quest’inverno? IL 27 Settembre 2013 uscirà “Gian Marco Maiocco Project” un video completamente mio! Il video includerà la parte di Mary Dolfin, la parte di altri amici local ed infine la mia lunga 30mila minuti noiosissima e sdolcinata!! Questo video è in realtà una grossa perdita di tempo! Ma Io ci credo comunque! Dopo queste righe di futile pubblicità voglio dire che sto filmando con Francesca Casagrande per un video con rider stranieri, per adesso sta andando bene e mi diverto assai. Il progetto principale comunque sia è senza dubbio filmare con Different Vision Production e Garbage Family. Droghe e alcool sono spesso facili etichette che si appiccicano agli snowboarder, cosa ne pensi? Bah! Che dire, quello che dici è vero ma come tutto dipende da persona a persona!! Io sono un santo ad esempio! Ringrazio Nitro Snowboards, Giro, L1, Level, Nike Vapen, Facciosnao, Erika, Jhonny, Poldo, Franci Casagrande, Mitch, Mamma e Papà, i Nonni e saluto tutti quelli che hanno letto questa intervista, in particolare la classe 4 AL e tutti i prof!
2013
KIN G OF
Gara dopo gara, punto dopo punto, sali verso la vetta della classifica: solo così potrai diventare re o regina dell’ Obereggen Snowpark e vincere uno stagionale Val di Fiemme Obereggen 2013-2014 e agoggles. Be there, be King!
EVENTS: 06.01.2013 // KING OF OBEREGGEN 1/3 RAIL CONTEST 03.02.2013 // KING OF OBEREGGEN 2/3 HALFPIPE CONTEST 03.03.2013 // KING OF OBEREGGEN 3/3 SLOPESTYLE CONTEST 07.04.2013 // KING OF OBEREGGEN FESTA FINALE E PREMIAZIONI
PARK INFO: WWW.OBEREGGEN.COM FACEBOOK.COM/OBEREGGEN.SNOWPARK
BAGJUMP:
2 30.11.2012 – 02.12.201 GEN VALLE DI OBEREG ALLA STAZIONE A
03.2013 3 & 09.02.2013 – 10. 07.12.2012 – 06.01.201 RK PA OW SN EN PRESSO L’OBEREGG
PARK BUILT BY:
simon gruber PRESENTS:
Preperation Un frontside rodeo può essere un primo passo verso il cab9 double. Le cose che dovrete trovare sono essenzialmente due: uno spot ideale per provare un double e il coraggio di farlo. Per la seconda non vi posso aiutare, mentre per il kicker vi consiglio di cercare una bella gobba con tanta neve e costruire un super step up, che sicuramente è la struttura che vi darà più fiducia e sicurezza.
Approach
Quando decidete di droppare dovete essere concentrati sul trick e non pensare a velocità o traiettoria. Fate quindi qualche speed check in switch per prendere le misure. Solo quando siete pronti al 100% fate scorrere la tavola arrivando sul dente a gambe piegate.
Take Off
Ollate e date l’impulso necessario ad eseguire il trick. Questa è la fase più delicata e la spinta dovrà essere sopratutto all’indietro (classico barrel roll) e solo leggermente laterale (in cab).
Maneuver
Una volta staccato entrano in gioco gli addominali, perchè dovrete raccogliere le gambe e grabbare in mute (switch indy). Se avete dato il giusto impulso siete in half-cab e dovrete
rimanete compatti per girare il double. A metà del secondo barrel-roll, mollate il grab e portate lo sguardo in atterraggio.
Landing
A questo punto non vi resta che completare la rotazione di 90° con le gambe, tornare a testa in su e portare il peso verso il tail per atterrare perfettamente in un metro di neve fresca.
Remember
Solitamente è più facile imparare e sopratutto atterrare i trick in park, mentre nel caso di un double vi consiglio di provare in fresca o su qualche bag-jump, per evitare atterraggi sgradevoli.
After
Se hai imparato questo trick prova la versione specchiata e al prossimo slope stile puoi stupire la giuria con un cab 9double to fs9 double!
Consigli del photo editor Denis piccolo
Se state per droppare e provare questo trick ha insaputa del fotografo, ricordatevi di avvertire prima, questi trick è essenziale fare la sequenza, lo scatto singola non da la giusta resa!
Text: Enrico Cavada Pic: Roby Bragotto Location: Arlberg, Austria
tato chiala PRESENTS:
Preperation
Nel caso di un rail in street non si deve solo tenere conto del trick, ma anche il set-up gioca un ruolo importante. Il kicker non deve essere esageratamente alto, prima di tutto perchè risulta meno stiloso nello shooting e inoltre imparerete ad agganciare il rail ollando, guadagnando stabilità. Bisogna poi pensare all’ inrun e come prendere velocità, ultimamente va di moda il winch o il bungee, ma con un po di fantasia un modo si trova sempre.
Approach
Una volta preparato il setup sarà meglio fare qualche speed-check, per essere sicuri di arrivare in fondo alla struttura. Assicuratevi che tutti siano pronti a shootare e poi droppate rimanendo a tavola piatta e gambe piegate fino al momento di staccare.
Maneuver
Durante lo stacco avrete il rail dalla parte delle punte e una volta sul dente distendete le gambe, ollando abbastanza da portare la tavola sopra la struttura. Fate partire la rotazione dalle spalle in modo che la tavola ruoti di 90°, agganciate il rail in mezzo agli attacchi e tenete il peso centrale. Lo sguardo rimarrà invece in direzione dell’atterraggio.
Landing
Staccate ollando prima del kink per controllare meglio l’uscita e superare la parte in discesa del rail. Se siete riusciti a mantenere lo sguardo verso il landing gambe e spalle torneranno automaticamente in posizione di riding.
Remember
Quando fai un rail in street può capitare che gli spazi, inrun o landing, siano ristretti e dovrete sempre valutare se siete in grado di affrontare la struttura senza danneggiare cose, persone o voi stessi.
After
Non bloccate la rotazione con le spalle e uscite in 270° out.
Consigli del photo editor Denis piccolo
Cercate sempre di oscillare il meno possibile le braccia, perchè nel caso venisse pubblicata la sequenza si vedrebbe il movimento antiestetico e poco stiloso dei vostri arti superiori!
Text: Enrico Cavada Pic: Denis Piccolo Location: Torino
txt & pic: roby bragotto spot: arlberg, austria
marco concin
Per iniziare questo racconto ho bisogno di fare una premessa, una piccola premessa che potrebbe bastare per descrivere l’intero articolo: nessun testo, nessun riassunto e nessuna immagine, potrà mai descrivere pienamente ciò che hanno realmente significato quelle settimane trascorse ad Arlberg, in Austria. Questa premessa è necessaria per ricordare a qualsiasi lettore quanto possa essere difficile descrivere quello che per molti dei protagonisti è stato il migliore inverno della propria vita. Proprio così, lo scorso inverno, mentre tutte le Alpi italiane venivano evitate di proposito da ogni possibile e lontana perturbazione, l’Austria, e in particolar modo la zona di Arlberg, ne veniva travolta. Dai primi di gennaio fino a metà aprile, non c’è stata tregua. Continue, immense e ripetute nevicate. Ricordo come fosse ieri la telefonata e le parole di Filippo Kratter: “Roby, non puoi immaginare… sono qui da stamattina… parti subito, è incredibile”. Io, personalmente, così non l’avevo mai sentito Filippo. A dirla tutta, prima di allora pensavo di averlo sentito in tutti i modi e parlare di qualsiasi cosa con qualsiasi sfumatura di voce possibile…, ma con quell’entusiasmo, no, mai. Con tre parole mi aveva convinto e l’unica cosa che potevo fare era partire, subito. Immediatamente. Non ero mai stato ad Arlberg e di certo non potevo immaginare cosa potesse
I would like to start my story with a brief foreword to sum up the whole article: I believe that no text, no abstract and no image can fully describe what those weeks spent in Arlberg, Austria, meant. I mention this to explain to all readers how difficult it is to describe what for many participants was the best winter of their lives. That’s right: last winter, while bad weather avoided the Italian Alps with determination, Austria and the Arlberg region were totally hit by it. There was no respite between the beginning of January and the middle of April: heaps of snow kept falling non-stop. I remember, as if it happened yesterday, what Filippo Kratter told me on the phone, “Roby, you can’t imagine… I’ve been here since this morning, come straight away, it’s incredible”. I had never heard Filippo speak like that. To be honest, I thought I knew how he spoke, all the possible nuances of his words, but his enthusiasm was something else. He convinced me with three words and the only thing I could do was to leave immediately. I had never been to Arlberg and couldn’t imagine what to expect. Marco “Bambi” Concin was the only guy who seized his chance and understood Filippo’s enthusiasm from the word go. At dawn I was driving with him on the totally snow covered Austrian motorways. By contrast, on the Italian side of the Brenner pass there was no trace of snow.
simon gruber
filippo kratter
aspettarmi. L’unico che raccolse al volo l’occasione e che comprese l’entusiasmo di Filippo sin dal primo giorno, è stato Marco “Bambi” Concin. Con la prima luce dell’alba mi ritrovai in sua compagnia nel bel mezzo delle autostrade austriache che, a differenza di quelle nostrane del Brennero, erano totalmente imbiancate. Man mano che ci avvicinavamo alla piccola cittadina di Klosterle, nella quale avevamo appuntamento con Filippo, i centimetri di neve a bordo strada si trasformavano pian piano in metri. Esatto, metri di neve. Tutto ci appariva incredibilmente bianco, quasi avessimo dimenticato come fosse fatta, quasi avessimo scordato il suo profumo, la sua essenza. Erano soltanto le otto del mattino e puntuali ed entusiasti come non mai, ci ritrovammo tutti e tre nel bel mezzo del parcheggio degli impianti di Sonnenkopf… un nome allora tanto sconosciuto, così come quanto sarebbe tornato familiare a distanza di pochi mesi. Il primo giorno è stato tanto fantastico quanto tremendamente emozionante. Il comprensorio di Sonnenkopf non possiede cannoni spara neve, in pratica non ha mai avuto bisogno di averli; alla prima seggiovia del primo giorno ad Arlberg, ne capii subito il motivo: è un luogo incantato, incredibile, lontano dal tempo e da ogni possibile immaginazione. Per farvi capire in breve cosa potesse rappresentare,
As we were approaching the small town of Klosterle, where we would meet Filippo, the snow on the edge of the road was building up dramatically. That’s right, there were metres of snow. Everything looked so white, as if we had forgotten what snow looked like, smelt like, its essence. It was eight in the morning and the three of us met in the car park of Sonnenkopf’s lifts. At the time the place was unkown to us, but it became so familiar within a few months. The first day was so great and so moving. There are no snow cannons in the Sonnenkopf skiing area, because there is no use for them.
simon gruber
marco concin
solo durante la prima settimana ho visto Gigi Ruf nel suo ambiente naturale e Curtis Ciszek e Arthur Longo cercare di star dietro a quell’enorme talento. Ho visto Mads Jonsson scassinare la macchina di Filippo per recuperargli le chiavi che erano rimaste all’interno. Ho scambiato due chiacchiere con Fredi Kalbermatten e Victor De Le Rue nel parcheggio. A fine di ogni giornata ho conosciuto ragazzi come Simon Chamberlain, Seth Huot e molti altri direttamente al piccolo bar davanti alla partenza degli impianti. Dopo quella prima settimana, a noi tre si sono uniti anche Amedeo Viviani, Simon Gruber, Lukas Goller, Daniel Neulichedl, Lorenzo Buzzoni, Matteo Zappaterra, Alessandro Miniotti e Davide Spina. Chi più e chi meno, siamo rimasti lì più di un mese intero. Tutti noi abbiamo vissuto un inverno incredibile, siamo diventati una piccola famiglia, una vera famiglia. Un inverno che forse non ritornerà mai più, una famiglia che sicuramente non sarà mai più la stessa. Abbiamo camminato fino all’estremo delle forze, riso, lavorato, costruito, saltato, giocato. Ci siamo commossi, abbracciati, supportati, aiutati. Nel nostro piccolo abbiamo stretto un legame unico, che non ci abbandonerà mai. In un solo inverno ho conosciuto il vero paradiso. In un solo inverno abbiamo scoperto quello che avremo davvero voluto fare per tutta la vita.
lukas goller
When I was on my first chairlift I could see it: it’s an enchanted, incredible place removed from time and beyond the reach of our imagination. Just to put you in the picture, during our first week I saw Gigi Ruf in his natural habitat and Curtis Ciszek and Arthur Longo who tried to keep pace with his giant talent. I saw Mads Jonsson break into Filippo’s car to recover his keys that were locked in. I had a chat with Fredi Kalbermatten and Victor De Le Rue in the car park. At the end of each day I met people like Simon Chamberlain, Seth Huot and many more at the bar opposite the lifts. After the first week Amedeo Viviani, Simon Gruber, Lukas Goller, Daniel Neulichedl, Lorenzo Buzzoni, Matteo Zappaterra, Alessandro Miniotti and Davide Spina joined us. Most of us were there for more than a month. We had an incredible winter, we became a small family, a real family. Probably we won’t have another winter like that, nor the same family. We walked until we were exhausted, we laughed, worked, built, jumped, played. We were moved, we cuddled, we supported and helped one another. In our small way we built relationships that will never end. In a single winter I got to know a true paradise and we discovered what we would have liked to do all life long.
lorenzo buzzoni
filippo kratter
ITW: DENIS PICCOLO portrait: emanuele bonapace action: andrea schilirò spot: helsinki
TI RICORDI IL TUO PRIMO GIORNO DI SNOWBOARD? RACCONTAMI COM’E’ ANDATA E PERCHE’ QUEL GIORNO HAI DECISO DI INIZIARE A SNOWBOARDARE. Era il 1998 mi trovavo al “Dos del Mona” a Madonna di Campiglio, stanco di fare gare di sci e paletti decisi di provare qualcosa di più stimolante e così scelsi lo snowboard. Ero molto attratto dai vari snowboarder che se la spassavano in giro per le montagne anche perché essendo uno skater avevo proprio la necessità, l’istinto e la voglia di provare. Ricordo che entrai in uno dei classici rental dove affittai una tavola e presi lezione da un maestro per un paio d’ore. Fu molto stancante e traumatico dato che avevo circa 9 anni e ricordo che mi rifilarono una 158 con attacchi hard. Roba da pazzi, pensavo che fosse uno degli sport più difficili e scomodi di sempre, per me quella volta fu una vera schifezza! Non ci potevo credere che lo snowboard era così e proprio per questo scelsi di comprare una tavola molto più morbida e adatta alla mia statura, era un Sims, fu lei a darmi la gioia di scoprire la vera essenza dello snowboard. Nonostante avessi una casa a Campiglio, a snowboardare ci andavo solamente durante le vacanze di natale, per questo ci ho messo un po’ di tempo ad imparare i primi trick! Un bel giorno però mi sono buttato dentro il park di Campiglio, l‘Ursus Snowpark e da quel momento non mi sono più fermato. La mia strada di snowboarder alla fine è sempre stata tutta da autodidatta.
CAN YOU REMEMBER YOUR FIRST DAY ON A SNOWBOARD? HOW DID IT GO? WHY DID YOU DECIDE TO BECOME A SNOWBOARDER THAT DAY? It was in 1998. I was at “Dos del Mona”, Madonna di Campiglio bored with ski competitions and gates, so I decided to try something more exciting and chose snowboarding. I was attracted by all the snowboarders who were having fun up and down the mountains. Because I was a skater I felt the need, the instinct and the wish to try. I remember I went into one of those typical hire shops where I rented a board and then I had a couple of hours of tuition with an instructor. It was very tiring and traumatic since I was nine and I was given a 158cm board with hard boots. How crazy! I thought it was one of the most difficult and uncomfortable sports of my life, the worst day ever! I couldn’t believe snowboarding was like that, so I decided to buy a much softer board right for my height. It was a Sims that gave me the awesome opportunity to discover the true essence of snowboarding. Although I had a house at Madonna di Campiglio, I only went snowboarding at Christmas and it took me quite a long time to learn my first tricks. But one day I dived into the Campiglio Ursus Snowpark and I haven’t stopped since then. From the start I have always been a self-taught snowboarder.
COME SI E’ EVOLUTA LA TUA PASSIONE E QUANDO HAI CAPITO CHE ERI PORTATO PER SNOWBOARDARE? Iniziando come autodidatta e venendo dallo skateboard ho trovato molta somiglianza e divertimento nel farlo, ho capito che ero portato nel momento in cui apprendevo molto velocemente i vari movimenti e tricks. Guardavo una sequenza su un giornale e la imparava subito!
HOW DID YOUR LOVE FOR SNOWBOARDING EVOLVE AND WHEN DID YOU UNDERSTAND YOU HAD A FLAIR FOR IT? As a self-taught guy with a skateboarding background I found similarities between the two sports and had fun with snowboarding. I understood I had a flair since I could learn the actions and tricks very quickly. I would look at a sequence in a magazine and learn it straight away!
LA TUA PRIMA SPONSORIZZAZIONE E CHE RAPPORTO HAI CON I TUOI SPONSOR? La mia prima sponsorizzazione l’ho avuta da Bataleon nel 2005, grazie al negozio Madley di Gianni Simonini a cui devo molto, mi ha spronato lui a snowbordare. Collaborava con Pasi al progetto Bataleon in Italia e hanno deciso di darmi del materiale e portarmi a fare le prime gare. La mia prima gara è stata quella di Varese, lo Street Battle. Oggi con i nuovi sponsor ho un buon rapporto, K2 mi fornisce tavola e attacchi, Vans i boots e Stilosophic tutto lo Street. Inoltre The Garden mi supporta molto nelle mie uscite stagionali estive per allenarmi alle Les2Alpes. FINO A POCO TEMPO FA ERI SCONOSCIUTO A GRANPARTE DELLA SCENA, POI IN UN ANNO HAI FATTO UN SACCO DI COSE TRA CUI LA VIDEO PART NEL VIDEO RANDOM. DOV’E’ NATA E COME SI E’ SVILUPPATA L’IDEA DI FILMARE CON LORO? E’ nato tutto da una chiacchierata che ho fatto con Stefano Bergamaschi, da li è partita la proposta ad Alessandro Miniotti, filmer e ideatore di Random Video. Il fatto che nessuno mi cagava è perchè i primi anni preferivo girare ed imparare più trick possibili, quando filmi e fai foto spesso hai poco tempo per allenarti e imparare nuove manovre. Filmare con Random e shottare con voi di Sequence è stata una bellissima esperienza, spesso è stato faticoso ma mi sono divertito tantissimo anche perchè mi sono trovato molto bene con Alessandro e con il resto della crew di riders. CON STEFANO BERGAMASCHI, TOMMASO LANZA E FEDERICO JOVANOVICH SIETE VOLATI IN FINLANDIA PER MISURARVI CON IL GRANDE FREDDO MA SOPRATUTTO CON I FAMOSI RAIL MOLTO INCAZZATI. COSA HA RAPPRESENTATO PER TE QUESTO VIAGGIO? E’ stata un’esperienza divertente ed incredibile, soprattutto trovarsi negli spot dei video che ho sempre visto e ammirato. Scienza era sempre incazzato, Tommy trasmetteva tranquillità tantrica indù da Ganesh e Stefano era molto gay. Girare in Finlandia non è facile, fa un freddo incredibile anche se a fine
WHEN DID YOU START TO BE SPONSORED? WHAT RELATIONSHIP DO YOU HAVE WITH YOUR SPONSORS? I was sponsored by Bataleon for the first time in 2005, thanks to the Madley shop owned by Gianni Simonini, whom I owe a lot to, because he encouraged me to snowboard. Gianni collaborated with Pasi for the Bataleon project in Italy, so they decided to give me some equipment and took me to my first contests. My first contest was the Street Battle in Varese. At the moment I get on very well with my sponsors: K2 provide boards and bindings, Vans provide boots and Stilosophic all the street gear. Besides, Garden support me in my summer training at Les2Alpes. UNTIL RECENTLY YOU WERE VIRTUALLY UNKOWN TO THE SNOWBOARDING SCENE, BUT A YEAR AGO YOU DID A LOT OF STUFF, INCLUDING A VIDEO PART FOR THE RANDOM VIDEO. HOW DID IT HAPPEN? It all started with a chat with Stefano Bergamaschi and a proposal to Alessandro Minotti, Random Video’s filmer and creator. At the beginning nobody took any notice of me because I was busy practising and learning as many tricks as possible. When you film and have photo sessions you have little time left to learn new tricks. Filming with Randon and photo sessions with Sequence have been great, tiring at times, but I had a lot of fun with Alessandro and the rest of the crew of riders. YOU FLEW TO FINLAND WITH STEFANO BERGAMASCHI, TOMMASO LANZA AND FEDERICO JOVANOVICH TO FACE THE BIG COLD AND TRY THOSE FAMOUS TOUGH RAILS. HOW WAS THAT TRIP? It was an incredible fun experience, especially being part of those videos I have always watched and admired. Scienza was always angry. Tommy communicated a Ganesh type of hindu tantric peace and Stefano was very gay. It isn’t easy to film in Finland, it is
Marzo era comunque accettabile. La difficoltà principale è stata la situazione in generale, la neve era poca e ghiacciata e gli spot avevano sempre qualche insidia davvero pericolosa. Rispetto ai video che avevo osservato, l’impatto degli spot era totalmente diverso, quando vedi lo spot dal vero ti confronti con la cruda realtà e ti rendi conto che lo spot non è affatto facile come lo immaginavi. Magari avevi in mente di fare mille trick e mille variabili poi alla fine riesci solo a portare a casa un paio di trick base. Quest’anno ci voglio tornare e voglio confrontarmi con gli spot che mi avevano creato più difficoltà.
always incredibly cold, but I must say that the end-of-March temperature was bearable. The worst bit was the general conditions: there was just a bit of icy snow and the spots were always really dangerous. Compared to the videos I had watched, the impact of the spots was totally different. When you see the real spot you have to face reality: it is not as easy as you had expected. Maybe you wanted to try thousands of tricks and variations, but in the end you just managed to do a couple of basic tricks. This year I want to go back and tackle those spots that gave me a lot of trouble.
SNOWBOARDARE DUE SETTIMANE A HELSINKI QUANTO TI HA FATTO MIGLIORARE COME RIDER E COME PERSONA? Mi ha fatto capire molte cose, tra cui l’umiltà’ e la passione che ho per questo sport. Come persona penso di essere sempre stato umile, invece come rider ho imparato a controllare e valutare bene lo spot con tutte le sue variabili, invece di come facevo prima che giravo sempre in modo istintivo. Ora prima di provare il trikkone giro sullo spot con dei trick base per poi arrivare al trick che avevo in testa!
HOW DID YOU IMPROVE AS A RIDER AND AS A PERSON AFTER TWO WEEKS SNOWBOARDING IN HELSINKI? I understood a lot about humility and love for this sport. As a person I have always been humble, whilst as a rider I learnt to study and assess each spot and all its possibilities instead of riding following my instinct as I used to do. Now before trying a big trick I ride n a spot starting from basic tricks and gradually attempt to achieve what I have in mind.
DOPO ESSERTI MISURATO CON LA SCENA FINLANDESE, COSA PENSI ORA DELLA SCENA ITALIANA? Penso che abbiamo tanto da imparare da persone che vedono questo sport come uno svago, che sono fortissime e non hanno sponsor che li supportano. Nella scena italiana c’è troppa gente che non fa snowboard per passione, ma per avere gli sponsor e comparire sui giornali. Ad esempio ho girato con Yonne Heinonen che anche se non è sponsorizzato gira da paura in spot difficilissimi! Mi ha impressionato sul kink della scuola materna, fece Fs Boardslide con una facilità incredibile ed uno stile pulitissimo.
AFTER YOUR FINNISH EXPERIENCE WHAT DO YOU THINK ABOUT THE ITALIAN SCENE? We have to learn a lot from people who see snowboarding as entertainment, who are very strong and don’t have sponsors to support them. On the Italian scene there are too many guys who don’t snowboard because they love it, but in order to have sponsors and newspaper coverage. For example I rode with Yonne Heinonen who has no sponsors and is wonderful in very demanding spots! He was impressive on the nursery school kink. He did Fs Boardslides so naturally with an impeccable style.
IL TRICK PREFERITO DELLA SCORSA STAGIONE E IN CHE SPOT? Il mio trick preferito è stato fare una penna per Busto con una vecchia Graziella. Il secondo è stato Frontslide Noseslide sul triplo kink morbido ad Hellsinki. Quando l’ho chiuso ero super soddisfatto perchè prima di portarlo a casa l’ho dovuto provare quasi 30 volte! Ero sfinito, non pensavo di avere le forze per chiuderlo dopo tutte quelle ore.
CAN YOU TELL US ABOUT YOUR FAVOURITE TRICK AND SPOT OF THE LAST SEASON? My favourite trick was popping wheelies with my old Graziella bike. My second best was a Frontslide Noseslide on soft triple kink in Helsinki. When I did it I felt grand because I had tried it nearly thirty times! I was knackered, I didn’t think I could do it after so much trying.
TOGLIMI UNA CURIOSITA’ COME MAI TI CHIAMANO GIUPPLO? Stavo andando a Chiesa in Valmalenco, ero in ritardo (come sempre), dopo aver risposto alle prime due chiamate e aver detto “sto arrivando!!”, non ho risposto alle successive 10... all’undicesima rispondo e sento Ale Foglia e Ste Berga che mi cantano “rispondi al telefono o cadi dal balcone” seguito da “Madddouuu Giupplooo”. Che storia incredibile!
CAN YOU TELL ME WHY THEY CALL YOU GIUPPLO? I was on my way to Chiesa in Valmalenco, I was late (as usual). After answering the first two calls and saying “I’m on my way!!” I didn’t answer the next ten calls. At the eleventh calls I answered and heard Ale Foglia and Ste Berga who were singing “answer the phone or fall from the balcony” followed by “Madddouuu Giupplooo”. What a crazy story!!
CON CHI VORRESTI GIRARE UNA SETTIMANA IN STREET PER RUBARGLI I SEGRETI? Louis Paradis e Jed Anderson. Di Louis mi piace la precisione e la pulizia, invece di Jed la creatività e lo stile inimitabile. In Italia mi piace lo stile di Simon Gruber e Markino Grigis, secondo me loro si meritano tutto quello che hanno e anche di più.
WHO WOULD YOU LIKE TO STREET RIDE WITH IN ORDER TO STEAL THEIR SECRETS? Louis Paradis and Jed Anderson. I like Louis’s precision and neatness and Jed’s creativity and unique style. In Italy I like Simon Gruber and Markino Grigis: in my opinion they deserve all they have and even more.
IL LIVELLO IN GENERALE DELLO SNOWBOARD IN ITALIA E’ SICURAMENTE PIU’ BASSO DEL LIVELLO EUROPEO. IN PARTICOLARE COME VEDI LA SCENA STREET? La scena street Italiana deve crescere di molto, ma siamo sulla buona strada.
GENERALLY THE LEVEL OF ITALIAN SNOWBOARD IS LOWER THAN IN EUROPE. HOW DO YOU SEE THE STREET SCENE? Although the Italian street scene must grow a lot, we are on the right track.
PROGETTI PER QUESTO INVERNO? Sarò fisso a Campiglio, farò il pendolare verso Chiesa in Valmalenco, organizzerò il viaggio per Hellsinki in Finlandia. Farò più gare possibili e voglio imparare tricks nuovi. Vorrei filmare ancora ma non ho ancora degli accordi con nessuno, ma mi piacerebbe portare a casa una videopart più spessa dello scorso anno e altre foto in nuovi spot.
DO YOU HAVE ANY PLANS FOR THIS WINTER? I’ll be based at Campiglio and commute to Chiesa in Valmalenco; I’ll organise a trip to Helsinki, Finland; I’ll compete as much as I can and I want to learn new tricks. I would like to film more, but I don’t have anything arranged. I would like to get a bigger video part than last year and do some photo sessions in new spots.
TXT: TOMMY LANZA PICS: andrea schilirò spot: helsinki
STEFANO BERGAMASCHI
TOMMY LANZA
Non è stato facile mettere insieme quattro squinternati e organizzare questo viaggio, se poi contiamo che i quattro squinternati erano Federico Iovanovich, Stefano Bergamaschi, Nicolò Pezzato ed Io, Tommaso Lanza. L’impresa sembrava ancora più difficile, siamo partiti allo sbaraglio sapendo solo che stavamo andando su nel grande Nord, quello del famigerato ferro finlandese, il Nord di Helsinki, la città dei sogni per ogni snowboarder. I racconti di chi c’era già stato erano di un gran freddo, di rails perfetti ovunque e di come fosse difficile affrontarli. Inoltre da ogni racconto saltava fuori ogni volta la frase “Ragazzi, per voi sarà un’esperienza unica che vi lascerà un segno indelebile”. Beh, così è stato… Siamo arrivati la sera tardi immersi nel buio, ricordo la discesa con l’aereo su una distesa di alberi e neve, ricordo la pista ghiacciata ed il gran freddo appena usciti dall’areoporto. Ma quello che ricordo di più era lo stupore di noi quattro che nel tragitto dall’areoporto all’ostello abbiamo visto più rails che in tutta la nostra vita. Arrivati a destinazione ci rendiamo conto che la situazione non era delle migliori, ad attenderci ed ospitarci per l’intero viaggio c’era una stanza di circa 20 mq con incastrati 5 posti letto, uno a testa. Lo spazio era poco e la puzza era veramente tanta, soprattutto dopo
ogni session in street, dove sudore e fatica regnavano indiscussi. Il giorno seguente con il nostro bel furgone guidato dall’unico venticinquenne del viaggio, Federico Iovanovich, ci dirigiamo verso casa di Matteo Maggi, nel ruolo di filmer, cicerone e conoscitore di qualsiasi storia e leggenda legata a quegli spot, visti e rideati chissà quante volte dai migliori snowboarder al mondo. E’ stato davvero un piacere filmare con lui, è stato fin troppo paziente e accondiscendete con noi, banda di quattro pazzi che arrancavano ogni volta per arrivare a fine giornata con un trick stiloso e chiuso a dovere! Il primo giorno decidiamo di inaugurare il tutto scegliendo uno spot di quelli standard, dove un rail non troppo impegnativo ci avrebbe aiutato a ridurre un pò le tensioni del viaggio. Arrivati nello spot in piena foresta finlandese, troviamo un’altra crew che aveva avuto proprio la stessa idea circa 5 minuti prima di noi e così costretti a cambiare luogo decidiamo subito di fare le cose un pò più in grande, andando addirittura ad anticipare gli Helgason! Il famoso e lungo kink davanti alla ferrovia era ormai nostro, una bella sensazione arrivare prima dei due importanti fratelli finlandesi, non credete? Il secondo giorno ecco che arriva la nostra guida spirituale, l’uomo bionico, il corridore incallito, Andrea Schilirò. Avevo
FEDERICO IOVANOVICH
NICOLò PEZZATO
TOMMY LANZA
sempre sentito parlare di lui come fotografo e come personaggio legato al mondo delle bici, ma conoscerlo di persona è stato davvero un piacere e un onore. E’ una gran persona e un gran fotografo e lo ringrazio per aver convissuto con noi, per averci sopportato e per averci sempre spronato ad andare avanti e a chiudere tricks. Un motivatore vero e proprio, sia lui che Matteo, due persone che ci hanno dato modo di sconfiggere con grinta le paure portate dalla nostra piccola Italia, quella da cui abbiamo visto mille volte quegli spot così apparentemente semplici. Forse sarò troppo fuori tema e troppo noioso nel dire che è stato un viaggio molto utile a livello mentale più che a livello fisico, un viaggio che ci ha aiutato sicuramente a metterci in gioco di fronte ad ogni difficoltà, difficoltà che non avremmo mai potuto conoscere se non grazie a questa città ed i suoi spot. Tornando a noi, l’arrivo di Andrea ci diede la forza di scegliere come secondo spot, un lungo rail posizionato all’uscita di un garage, proprio sotto una scuola. Uno spot duro e puro, uno spot difficile da affrontare che però ha saputo regalarci molti insegnamenti e qualche tricks inaspettato. La cosa bella della Finlandia, è che ogni persona del luogo riusciva sempre a sorriderci ed incitarci durante le nostre session, al contrario dell’Italia dove spesso venia-
mo considerati come una sorta di veri e propri vandali incalliti. Ovviamente dopo un paio di giorni passati ad Helsinki non potevamo far altro che spostarci fuori città per andare alla ricerca dei famigerati down rails finnici. Usciti dalla metropoli, il paesaggio subisce un cambiamento radicale, autostrade immerse in boschi fittissimi pieni di neve e piccoli paesi o villaggi stracolmi anch’essi di rails perfetti da rideare. Il tempo ad Helsinki è veramente strano, è strano perché nel giro di una giornata si può passare da un bella nevicata, alla pioggia fino all’arrivo del sole. Pensate che abbiamo avuto anche “la fortuna” di farci un rail sotto un acquazzone di quelli seri, è stato veramente uno spasso trovarsi lì in quel momento, tranne che per il fatto che la neve sottostante era divenuta un’intera lastra di ghiaccio sulla quale cadere voleva dire morire. Dopo la prima settimana e il primo sabato di festa, come molti sapranno i nordici hanno l’abitudine di devastarsi di alcool nei weekend, siamo andati a fare un doppio kink in una scuola fuori Helsinki, in un paesino a dir poco incantevole. Incantevole perché vedere due bambini di 10 anni arrivare, settarsi l’ultima discesa del kink, filmarsi due tricks e tornarsene a casa è stato per noi davvero unico, dato che non siamo nemmeno riusciti a spiegarci il loro altissimo livello di ri-
STEFANO BERGAMASCHI
TOMMY LANZA
ding. Da quelle parti non c’era una montagna nel giro di chilometri e chilometri, per questo mi domando ancora come mai i più forti rider del pianeta vengono tutti da lì, quel posto stracolmo di neve ma senza montagne. Al di la di questo, potrei continuare ancora per chissà quante pagine a scrivervi e raccontarvi di spot e super trick, ma tutto questo non servirebbe a rendervi l’idea di cosa è stato per noi questo viaggio. Le fotografie e le immagini filmate in quei giorni sapranno sicuramente parlare meglio di me, raccontare meglio di me e trasmettervi ancor più emozioni di quelle trasmesse dalle mie parole. Dal mio punto di vista ho sempre trovato molto più interessante sapere come si affrontano queste situazioni, che lavoro c’è stato dietro allo spot, in mezzo a che cosa si trova il rail e come le persone possano reagire nel vederti salire su una ringhiera e cadere con la testa sui gradini. Tutte queste cose ti fanno crescere come rider e come persona. E’ l’esperienza del viaggio che conta, non i tricks. Per me non è facile trasmettere quell’insieme di emozioni e sensazioni vissute in ogni momento, non è facile darvi modo di interpretare nella stessa nostra maniera quello che abbiamo visto, ma comunque sia in ogni caso potrò sempre e comunque dirvi che è stato tutto fantastico. Quelle emozioni, quei
sapori, quegli sguardi e quegli odori riecheggeranno per tutta la vita dentro ognuno di noi, nei nostri cuori e nella nostra mente, di questo ne sono certo. Non immaginate nemmeno quanto era buona la birra bevuta sul pulmino al ritorno verso casa dopo una lunga giornata al freddo, quanto era faticoso ma allo stesso tempo bello fare le scale per salire al secondo piano dell’ostello e buttarsi sul letto stanchi morti ma soddisfatti. Quanto erano buone la mattina le Karjalanpiirakka o “fighette di riso” scegliete voi, quanto era bello arrivare agli spot e trovare già tutto pronto, quanto era bello andare a mangiare nei fast food appena finito di girare, quanto era bello perdersi a caso per trovare un rail, quanto era bello farsi una buona pasta all’italiana la sera e andare a letto pensando agli spot e ai tricks da fare il giorno seguente. Tutto questo è quello che ci ha fatto tornare a casa un po’ tristi ma felici, tutto questo e quello che ci a fatto salutare quella terra con un arrivederci e non con un addio. Tutto questo è quello che ci ha fatto osservare e capire con attenzione cosa è lo snowboard, tramite un’altra prospettiva ed un altro modo di guardare le cose. Il grande Nord ci è piaciuto, ci è rimasto veramente nel cuore, ci ha aiutato a conoscere ancor meglio noi stessi, le nostre paure, i nostri limiti e le nostre consapevolezze.
FEDERICO IOVANOVICH
NICOLò PEZZATO
STEFANO MUNARI BY DENIS PICCOLO AT LA MONGIE /FIAT PICTURE AWARDS
DENIS PICCOLO MORENZO BELFROND MATT GEORGES
MATTEO BORGARDT BY DENIS PICCOLO IN TORINO
FEDERICO IOVANOVICH BY LRENZO BELFROND IN NOVARA
TATO CHIALA BY DENIS PICCOLO AT MONGINEVRO, FRANCE
FILIPPO KRATTER BY MATT GEORGES AT VARS, FRANCE / FIAT PICTURE AWARDS
A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON
APO DRAGON
APO BLEND
burton DEJAVU’ RESTRICTED
burton SPLIFF
Grazie al suo Pop estremo, riuscirete ad eseguire degli Ollie veramente fuori dal comune. I Jumps sono decisamente il suo forte, pulita e precisa nella fase aerea, a dir poco stabile durante il Landing. Anche nelle session di Jibbing si comporta bene, il sistema W Rocker Camber, aiuta molto ad evitare i tremendissimi contro lamina!
Un rapporto qualità prezzo davvero impressionante, Il modello Blend è sicuramente la scelta adatta per i riders sentono l’esigenza di iniziare a girare in Park. Inizierete a vincere i vostri primi incontri con Rail e Box, passando poi direttamente a sfidare i primi Kicker impegnativi. Il sistema Rocker Camber vi darà modo di evitare qualche brutta facciata sui box!
Sarà come aver vissuto già la stessa e meravigliosa esperienza. La tavola che avete sempre sognato è pronta per stupirvi grazie al suo stile di riding morbido e rilassato. Molot versatile e polivalente, la Dejavù è ideale sia per il Freestyle che per la Powder.
Appartenente alla linea Restricted di Burton Snowboards, questa tavola risulta come un vero e proprio pezzo da collezione. Studiata insieme ai rider Jeremy Jones e Zak Hale, con lo scopo di proporre sul mercato 2013 una tavola perfetta per il Park Riding. Pop assoluto e Flex estremamente performante.
DC MEGA
DC PBJ
drake REGENT
drake EMPIRE
Con lei non ci si annoia di certo! Anche il grande Torstein Horgmo ne è pienamente soddisfatto! Vi sembrerà di fare una session di skate sulla neve, in Park è davvero unica, Kicker, Rail e Box non fa nessuna differenza. Riuscirà a donarvi lo stile che avete sempre sognato! Morbida, giocosa e reattiva. Per chi non riesce proprio a stare fermo!
Un mix assoluto tra i due stili di Riding All Mountain e Park ed un mix assoluto nella grafica. Se è possibile mixare e rendere una tavola ideale in ogni situazione perché non mixare nel design una pecora con una scimmia, un gatto con un ippopotamo o un panda con qualsiasi altro animale?
Qualsiasi sia il tuo avversario, la Regent saprà dimostrarti di essere una vera e propria arma da combattimento. Il suo Shape Twin direzionale dona controllo con una sensazionale durabilità data dalla particolare sciancratura Dual Progressive e dalle fibre di vetro biassali. Park, Freeride o Backcountry, nessuno potrà più fermarti!
Lei saprà aiutarti a migliorare ed affinare la tua tecnica, grazie anche Continuum Rocker Camber e al True Twin Shape, che rendono la surfata morbida, leggera e permissiva. Inoltre la soletta estrusa rimane di lunga durabilità e davvero semplice e veloce da riparare, in modo tale da permetterti di provare qualsiasi trick senza pensare alle conseguenze!
A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON
forum KITCHEN SINK
hostile DIRTY DAVE
nitro PANTERA
nitro PRO SERIES T1 JON
La nuova tavola Kitchen è la scelta ideale per i rider che esigono dalla propria tavola le più alte prestazioni nel Freestyle. Il suo Pop esagerato vi darà modo di eseguire degli Ollie davvero incredibili! Piatta sotto gli attacchi e Camber tradizionale al centro, per garantire la massima performance su ogni strutture intendiate rideare!
La tavola perfetta per le vostre scatenatissime Session in Park. Il suo spirito Freestyle è la scelta ideale per i rider che amano progredire ogni giorno divertendosi. Il sistema Penis Rocker, è ideale per evitare le sorprese più dure, quelle che a volte fanno passare la voglia di snowboardare. Fidatevi, con lei non ci si stanca mai!
Lo spirito Freeride racchiuso e messo in una tavola dal Camber Tradizionale, una larghezza Mid Wide ed uno Shape Direzionale. Modificata nei minimi dettagli, questa tavola si avvicina sempre più alla vera perfezione. I più importanti Freerider al mondo ne sono fieri, lei è un vera Pantera!
Il Pro Model di uno dei più stilosi e talentuosi Jibber della storia, è pronto per farvi lanciare per prendere il volo! Il suo Shape super versatile, la sua morbidezza e il Camber Zero, la rendono perfetta per uno stile di Rding Freestyle a 360° e fuori dal comune. Date sfogo alla vostra sapienza condita con un po’ di incoscienza, solo così spaccherete di brutto!
CAPITA STAIRMASTER
RIDE BERZEKER
SLASH STRAIGHT
SMOKIN BEST BUDS
Studiata per i più tradizionali che non amano tecnologie e forme troppo stravaganti. Anche lei viene considerata un pezzo forte dal team di Capita, data la sua morbidezza ed il suo design ideato principalmente per l’attività Freestyle e per il Park. Pop estremo, velocità massima e tenuta di lamina davvero impressionante. Provare per credere!
La tavola All Mountain per eccellenza progettata con il grande Pro Rider Jake Blauvelt. Il modello Berzeker risulta ideale sia per le giornate di snowboard più intense che per quelle in cui vorrete maggior relax. Anima in legno con inserti Pop Rods 2.0®, che donano un Pop ideale per un riding All Around!
La Straight è la soluzione perfetta per i veri amanti della montagna, per quelli che del Freeride e del rispetto per la natura, ne fanno una necessità di vita. Tavola direzionale con Flex duro, è costituita da un’anima ecologica rinforzata con fibre di lino e basalto, che garantisce una resistenza maggiore rispetto alle classiche fibre di vetro.
Grafica esagerata per questa Superpark Limited Edition! Flex intermedio per questa True Twin Tip, davvero veloce caratterizzata dalla soletta sinterizzata 6000 presente in tuttii modelli dello stiloso brand Smokin. Inoltre l’altissima ed elevata tenuta vi darà modo di condurre questa belva come non mai. Sarà un vero piacere distruggere il Park e varcare nuovi confini, insieme a lei.
A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON
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“due dei personaggi più positivi e tranquilli che la scena italiana abbia mai avuto” TXT & PIC: denis piccolo SPOT: cervinia
Cervinia estate 2003. Les 2 Alpes non aveva ancora il monopolio delle mete estive e il summer snowboard era ancora un periodo di allenamento in previsione della stagione invernale e non solo un party in alta quota. Agli inizi degli anni 2000 andava molto di voga Cervinia, i costi erano ancora contenuti e la stazione non disdegnava regalare skipass a pro e giornalisti, anche se poi si andava a snowboardare a Zermatt, ovvero sponda ghiacciaio svizzero, famoso per il suo perfetto a sempre ghiacciatissimo pipe. Quel giorno mi trovavo in ovovia con due dei personaggi più positivi e tranquilli che la scena italiana abbia mai avuto il piacere di avere, Stefan Senfter detto “Speck” e Francesco Colturi detto “Sghilli”, entrambi del team Burton Italia. Da molto non ho più notizie certe di loro, Speck dovrebbe aver aperto un ristorante tutto suo o perlomeno essere uno dei top chef in quello che lavora e Sghilli dovrebbe essere da poco tornato dopo un lungo viaggio di molti anni in India. Hanno scelto strade completamente diverse, ma la caratteristica che avevano in comune era sempre la gioia di snowboardare ed il loro approccio positivo alla vita ed a questo sport. Stefan era un rider completo e creativo, adorava girare in park, è stato uno dei primi italiani ad avere degli scatti in street ed in fresca non sfigurava! Francesco è stato un dei più forti talenti italiani mai sbocciati per colpa degli infortuni che lo perseguitavano, ancora oggi ricordo le sue session in park precise e potenti con il suo stile unico ed inconfondibile. Insomma, speriamo che grazie a questo remember riusciamo ad avere notizie più certe da parte loro! Vi terremo informati!
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photo: Tero Repo
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