PIC: Andrea schilirò FREE PRESS POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% PESCARA AUT. C/PE/55/2012
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California SportS- tel 0119277943 – www.CaliforniaSport.info Sport SpeCialiSt - oggiono // Maxi Sport Merate - liSSone // More fire - Viterbo // big one - peSCara // l & M Snow Shop - lonato // CaSSa Sport - CoMo // nenCini Sport - liVorno // predoni Shop - roVigo // boMboClat - Monza // loVe board Shop - Codroipo // zeroquattro - bardoneCChia // fakie - Merano
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Nitro Distribution Italia www.nitro.it / nitro@nitro.it FB: Nitro Distribution Italia
IN ITALIA CON FRIENDISTRIBUTION WWW.FRIENDISTRIBUTION.IT
Bambi è un altoatesino, un altoatesino di quelli di un tempo, di quelli classici, di quelli piccolini, di quelli della vecchia scuola. Bambi, come i suoi simili, ha imparato a non mollare mai, a non sentire la stanchezza, a sostituire le sue gambe con un vero e proprio impianto di risalita. Determinato, instancabile, caparbio, costante e assolutamente affidabile. Bambi è un mio grande amico, una persona che, lontano dalle apparenze, vale la pena di conoscere a fondo. Perché merita qualsiasi scatto, qualsiasi fatica, qualsiasi goccia di sudore gli si possa dedicare. Un vero altoatesino. Bambi… piefke du! marco concin BY ROBY BRAGOTTO IN ARLBERG, AUSTRIA
Il Morbido, chiamiamolo così per comodità, fa parte di quei riders molto talentuosi nel cercare gli spot. Due anni fa in questo stesso spot costruimmo una struttura molto grezza, e proprio mentre ci giravamo, sotto questo gazebo c’era su una bella griglia ardente con un pò di hamburgers. Qui avvenne l’illuminazione del Morbido che tutto di un tratto esclamò… Perchè non ce la bonkiamo? L’anno dopo siamo tornati ed il caro Dawid pagò la sua idea in maniera piuttosto cara… qualche giro, qualche trick chiuso e poi addio clavicola e di conseguenza addio Inverno! Dawid Gurbowicz BY denis piccolo IN bardonecchia
“siamo noi, siete voi e sono tutti quelli che non lo conoscono.” TXT: enrico santillo RIDER: MATT GEORGES PIC: DENIS PICCOLO SPOT:LE MONGIE
A distanza di un mese esatto dall’ultimo numero di Sequence Snowboarding, mi ritrovo qui nello stesso posto di prima, lo stesso luogo appunto, dove ho scritto anche l’edito di quello stesso numero. Un edito caratterizzato da un messaggio positivo, un messaggio che parlava di sogni e di strade illuminate da seguire. Probabilmente se avete letto quell’edito, ricorderete la frase “Andate incontro alla vostra luce, immaginando di percorrere una strada già illuminata”. Quella frase è stata scritta proprio per inviare a tutti voi un messaggio positivo, un messaggio da chi di più positivo di noi non è, Sequence Snowboarding. Il fatto è che Sequence Snowboarding siamo noi, siete voi e sono quelli che non lo conoscono. E’ un insieme di fattori e di elementi, che miscelati magicamente tra loro, riescono a creare un qualcosa di talmente astratto quanto concreto. Sequence è la neve, è la sua positività, è la sua casualità. Quella neve che casualmente appunto, oppure no (a voi la scelta…), è tornata proprio nello stesso momento in cui io stesso ho scritto quell’edito di cui parlavo sopra, quello stesso edito scritto proprio mentre le nostre montagne erano protagoniste di un’abbondante ondata di freddo e neve in tutta Italia. Oggi, sono qui di nuovo davanti la finestra ed insieme a me c’è di nuovo lei, che si appoggia a terra con la sua solita ed armonica eleganza. Forse una casualità, fortuna, o forse davvero essere positivi serve a qualcosa. La sua positività deriva dal fatto che come ho detto prima, Sequence siamo noi, siete voi e sono tutti e per questo motivo ha scelto di ascoltarvi. Lo ha fatto perché ama osservare le cose con un’ampia prospettiva e lo ha fatto tramite una votazione attraverso LikeMilk.com e Facebook dando così la possibilità a tutti voi di dire la vostra, su chi è sempre secondo voi, il vostro rider preferito. Stefano Bergamaschi, è lui, la sua grinta, la sua pazzia, il suo talento ed il suo essere. Questi ed altri aspetti sono le cose che hanno scelto i
nostri lettori di premiare. Bravi voi e bravo Stefano, te lo meriti! Ma i protagonisti di questa votazione sono più di uno, e tornando a noi, stavamo dicendo che Sequence ama osservare le cose con un’ampia prospettiva ed infatti ha scelto di far votare anche altre categorie tra cui quella di Miglior Rider Assoluto. A questo però sempre perché amiamo vedere le cose a modo nostro, ci ha pensato una giuria composta da ben dodici giornalisti ed esperti che lavorano a stretto contatto tutto l’anno con i pro italiani. Loro, hanno scelto di votare una serie di riders tra cui appunto anche il Miglior Rider Assoluto. Marco Grigis, uno che di positività ne ha da vendere. Ad oggi è il miglior rider italiano, non c’è dubbio, è quello più completo e quello che ama saper eccellere in tutto ed osservare le cose con una visione completa, nello stesso modo in cui lo facciamo noi. Casualità vuole che proprio sfogliando queste pagine, troverete un’altra delle nostre gallery fotografiche a tema. Fisheye. Una selezione delle migliori immagini immortalate dai nostri talentuosi fotografi, con appunto questa tipologia di obbiettivo, caratterizzato da un angolo di campo minimo di 180°. Un altro modo insomma di guardare le cose con una prospettiva piuttosto ampia, non credete? Sempre con la solita positività ed vasta visione, è stato scelto di caratterizzare questo terzo numero di stagione con una doppia cover dedicata ai due dei tre restanti protagonisti del viaggio in Finlandia. Tommaso Lanza e Federico Iovanovich, due rider che insieme a Nicolò Pezzato, protagonista del precedente numero, hanno avuto il coraggio di confrontarsi con una realtà differente dalla nostra, andando incontro alla loro luce percorrendo una strada già illuminata. Insomma a quanto pare Sequence pensa proprio a tutto e tutti, come i grandi campioni. Il segreto però è sempre lo stesso. Sequence siamo noi, siete voi e sono tutti quelli che non lo conoscono, per questo le cose ci riescono bene.
matt Georges - thermas de chillan
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TYLER
tyler chorlton
EDITORI Denis Piccolo, Paolo Salvatore, Cristian Murianni direttore Denis Piccolo (denis@jpgedizioni.com) PHOTO EDITOR Cristian Murianni (murio@jpgedizioni.com) EDITOR MANAGER Enrico Santillo ART DIRECTOR & ILLUSTRATOR George Boutall (george@evergreendesignhouse.com) traduzioni Paola De La Pierre WEB LIKEMILK Enrico Santillo (enrico@jpgedizioni.com) PHOTO SENIOR Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Cristian Scalco, Alo Belluscio. Eleonora Raggi Filmer Senior Gianfranco “Bruce” Battaglia DIRETTORE COMMERCIALE Paolo Salvatore (paolo@jpgedizioni.com) SEGRETERIA ABBONAMENTI Michaela Stefania CONTATTI ESTERI Martina Minetti Fotografi e filmer Denis Piccolo, Murio, Alessandro “Killer” Miniotti, Davide Spina, Arturo Bernardi, Alessandro Belluscio, Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Lorenz Holder, Andrea Rigano, Marco “Boiler” Boella, Luca Benedet, Vasco Coutinho, Matt Georges, Cyril, Marco Morandi EDITORE Jpg Edizioni di Salvatore Paolo, Piccolo Denis, Murianni Cristian Via Colle di Andromeda 4, 65016 Montesilvano (PE) Tel: (085) 9151471 | Fax: (085) 9151230 P.IVA: 01875110684 www.likemilk.com | benvenuti@jpgedizioni.com REDAZIONE Via Pellegrino Rossi 81, scala C, Milano STAMPA Grafiche Ambert Via per Chivasso 27, Verolengo (TO) 011 9149227 DISTRIBUZIONE Freepress Sequence Snowboarding rivista mensile registrato al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/15 COVER Federico Iovanovich & Tommaso Lanza by Andrea Schilirò
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BOOTS: Decade sl
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BEHIND TH COVER 32 boot camp PRO CHOICE il non luogo check out railway to heaven SUPER TRICK OTHER SIDE OF THE BOUNDARY smell of seagulls scienza vs tommy sequence riders awards top shots BOARDS HARDGOODS SOFTGOODS REMEMBER
FILIPPO KRATTER BY DENIS PICCOLO AT LA MONGIE
B O S S E S
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H E A D S H O T S
/ EERO NIEMELA wears the PLATOON GOGGLE
“Non lo nego, mi cagavo davvero sotto, è stato uno degli spot più grossi che abbia mai fatto” TXT: TOMMASO LANZA RIDER: NICOLò PEZZATO, TOMMASO LANZA, STEFANO BERGAMASCHI, FEDERICO IOVANOVICH PIC: ANDREA SCHILIRò SPOT:HELSINKI, FINLAND
Rivedo la foto e mi vengono i brividi. Quei brividi di freddo e di paura. Quella paura fottuta che avevo quando stavo per droppare. Non lo nego, mi cagavo davvero sotto, è stato uno degli spot più grossi e cattivi che abbia mai fatto. In video sembrava grosso, ma non così tanto, Ste c’è lo diceva che era enorme, che li era riuscito a fare solo 50 50, che si droppava da 3 metri e che tenere i trick era dura, ma noi ci siamo voluti andare lo stesso. Arrivavamo da una mattinata gloriosa, avevamo fatto il kink enorme all’uscita del garage ed eravamo tutti in forma per affrontare un altro spottone. Così nel pomeriggio siamo andati lì vicino a cercare lo spot. E’ sicuramente uno degli spot più particolari di Helsinki per posizione e geometrie, si trova all’uscita di un garage che spunta ai margini di un bosco, una posizione davvero insolita per una struttura simile e proprio di fronte c’è uno degli skatepark in legno più grossi che io abbia mai visto. Mi ricordo la scena di un furgone che arriva allo spot mentre noi stavamo spalando. Pensavamo tutti fossero un’ altra crew che voleva girare sul rail, invece erano due skater che muniti anche loro di pale, andavano a spalare via una linea di neve per poter skateare su alcune strutture. Skateare in inverno in Finlandia non è affatto facile! Tornando al nostro rail, quando siamo arrivati abbiamo capito subito che la situazione era davvero tosta, non c’era un filo di neve all’uscita del garage e dal punto in cui si attaccava il rail ci si trovava a 6 metri da quel flat senza neve ed in più il sole stava scendendo in fretta, iniziava a fare un freddo fottuto e la neve diventava sempre più dura. Eravamo disorientati, non eravamo molto sicuri di farlo, le condizioni non erano certo favorevoli, ma si sa, si vive una
volta sola e le possibilità di rifarlo erano pochissime. Quindi ci siamo dati una svegliata e abbiamo iniziato a spalare quantitativi di neve enormi per coprire il flat. Alla fine del lavoro ci siamo messi a girare solo io e Nico. Tutti e due eravamo stanchi dalla mattinata e dalle badilate, eravamo stressati perchè Matteo e Andrea riponevano tutta la loro fiducia in noi due e in tutto questo il rail di certo non aiutava. Nico è riuscito a portare a casa il suo BS Noseslide con molta sicurezza, provando fino allo sfinimento pretzel out, ma purtroppo l’atterraggio non lo ha aiutato. Io invece Fs Board l’ho sudato. Posso dire che è il mio safety trick ma quando lo provai la prima volta capii che non c’era davvero niente di safety, ogni volta che atterravo la mia schiena si incassava sempre di più, il mio sconforto cresceva, il freddo aumentava e soprattutto la luce stava andando via! Andrea da buon writer voleva scattarmi da dentro il garage rintanato nell’angolo per cercare di prendere il più possibile le tag, i pezzi, ma soprattutto il tramonto. Dopo un paio di prove aveva capito che lo scatto era perfetto, era quello giusto per la cover. Anche Matte che filmava mi continuava a dire che la ripresa era fantastica e che la luce era perfetta ma non sarebbe durata molto. Sentivo che la pressione su di me era alta, che non potevo sbagliare, ma ero davvero stremato. Ricordo come fosse ieri quando attaccavo il FS Board e vedevo il buco enorme dall’altra parte non appena provavo a rilassarmi con le mie pratiche yoga... Soprattutto ho un limpido ricordo di quella luce, di quel tramonto stupendo che scendeva dietro il bosco in lontananza e di come cercassi di rincorrere quel debole sole in una corsa contro il tempo per far catturare ad Andrea con i suoi scatti, quella luce stupenda...
[RIDER: AYMERIC TONIN] WWW.PROTEST.EU
“ci riuniamo ogni anno per stare insieme, testare materiale e ... festeggiare” TXT: denis piccolo PIC: Alberto Martinelli SPOT: bardonecchia
“La location qui a Bardonecchia è perfetta e l’organizzazione di Luca e lo staff della Friendistribution semplicemente unica. Ne avevamo già avuto prova la scorsa stagione con l’Euro Tour e sapevamo che tornare qui sarebbe stato un successo garantito. Il Boot Camp è localizzato proprio alla base degli impianti di risalita e del park e questo per testare diversi scarponi e attrezzatura è il massimo. Direi che forse è la migliore location fino ad ora mai avuta da un Boot Camp in Europa”. Così si presenta al mio arrivo Tassilo Hager, Team Manager Europe di ThirtyTwo. D’altronde come dargli torto, Bardo rappresenta logisticamente una location perfetta, arrivi in macchina (addirittura in treno da Torino) fino alla partenza delle seggiovia che ti porta all’entrata del park, sempre perfetto e impeccabile, curato anche nei minimi dettagli. Ideato, progettato e costruito dal Team Doors, vero gioiello per la scena freestyle tricolore e motivo d’orgoglio per noi Torinesi. I ragazzi di ThirtyTwo con Luca Angelucci ed il supporto dell’agenzia Rock in the Middle hanno veramente organizzato le cose in grande, non solo con un test materiale sulle piste, ma con un reale focus su ogni capo della collezione senza alcuna differenza, tutto a disposizione in ogni taglia e colore per le prove sul campo: giacche, pantaloni, scarponi, felpe e camice. Gli oltre 70 negozi proveniente da tutta Europa hanno potuto scegliere i prodotti che gli interessavano e testarli direttamente sulle piste e nel park proprio di fronte a loro, scoprendo così i pregi e i (pochi per la verità) difetti della collezione 2013/14. Ovviamente non sono mancati anche i meeting tra retailers e manager del brand, conditi da qualche discussione interessante sull’andamento del mercato, sopratutto quello italiano. Ovviamente come ogni ritrovo che
merita, la sera tutti in baita per cenare e fare un pò di festa con i colleghi che durante la stagione invernale per un motivo o per l’altro non si possono mai incontrare. Incrociando Jelle Mul (ovviamente al bancone del bar), Manager Europeo del brand, gli ho chiesto due battute ed il perchè di questo evento. Lui mi ha risposto così: “ThirtyTwo è un brand che per filosofia da sempre ritiene importante essere a stretto contatto con i propri clienti e ascoltare le loro opinioni in merito ai passi che fa. Per questo con i rivenditori più forti e anche quelli che reputiamo chiave per un determinato territorio ci riuniamo ogni anno per stare insieme, testare il materiale, discutere e perché no anche festeggiare. Tutto questo per ottenere il feedback più completo e sincero possibile sui nostri prodotti che ci permette eventualmente di correggere il tiro o addirittura modificare alcuni dettagli all’interno della collezione”. L’aspetto tecnologico che esalta la collezione è sicuramente la tecnologia idrorepellente STI Repel, che da quest’anno è presente in ogni singolo capo della collezione Apparel, che rende tutti i prodotti perfetti per un uso sportivo in montagna, anche nelle condizioni più critiche. Non potevo ovviamente fare a meno di notare le nuove grafiche della signature series dei top rider Jp Walker, Joe Sexton, Chris Grenier, Scott Stevens e Chris Bradshaw, che sono in realtà la punta di diamante di tutta la linea del prossimo anno, sono sicuro che anche voi ne sarete entusiasti! Per chi pensa che questa settimana sia solo stata chiacchere e cibo si sbaglia di grosso, perchè grazie ad alcuni riders del team europeo siamo anche riusciti a scattare un bel pò di immagini in park ed in street che accompagneranno le pagine del nostro magazine, quindi non fatevi scappare i prossimi numeri! See you soon!
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LORENZO BUZZONI: “l’importante è star bene con se stessi eD avere la coscienza pulita” ITW & PIC: DENIS PICCOLO SPOT: PRATO NEVOSO
NATO: 30/10/88 HOME RESORT: Livigno ALTEZZA: 172 PESO: 64 STANCE: Bho? ANGLE: +15-15 SPONSOR: Protest, Capita, Dc, Surf to Live, Spy, Union, Moskova DESCRIVI IL TUO STILE DI RIDING: Grosso LA TUA FOTO PUBBLICATA PREFERITA: Cab 900 mute in Austria di Lorenzo Belfront IL TUO TRIK PREFERITO: Swich Backside 180 LA TUA PRIMA TAVOLA ACQUISTATA: Sims LA PIU’ BELLA TAVOLA CON CUI HAI SURFATO: Capita Stairmaster Extreme 152 QUANTO E’ IMPORTANTE UNA BUONA ATTREZZATURA: Fondamentale! QUANTE TAVOLE SPACCHI ALL’ANNO: Nessuna CHE LUNGHEZZA USI IN FRESCA, PARK E STREET: 155 in powder, 152 in park e 149 in street RACCONTAMI LA STORIA PIU’ CURIOSA CHE TI E’ SUCCESSA CON LA TUA TAVOLA: Scendevo sbronzo da un apreski sulle piste a Obereggen con un’ amico sulle spalle e ho preso un controlamina ai 200 all’ora…..che stecca!!!!
IL TUO DAY PERFETTO: Giornata di powder e relax after snowboarding with my girlfriend!! CON CHI AMI GIRARE: Con Lorenzo Barbieri IL TUO VIAGGIO INDIMENTICABILE: La prima volta che sono stato in California IL TUO VIAGGIO PEGGIORE: Da Prato Nevoso a Flakauwinkel (non so neanche se si scrive così) COSA FARESTI AL TUO PEGGIOR NEMICO: Niente l’ importante e star sempre bene con se stessi e avere la coscienza pulita. LA TUA TAVOLA: Stairmaster Extreme 152 in park, Horrorscope 149 in street e Totally fk’n Awesome 155 in powder LA TUA MASCHERA: Spy I TUOI BINDINGS: Union Atlas IL TUO BERRETTO: Coal LE TUE CUFFIE: Bianche e nere IL TUO INTIMO: Moskova I TUOI PANTS: Protest Jasper rigorosamente neri I TUOI BOOTS: Dc Ceptor I TUOI GUANTI: Dc moffole IL TUO VIDEO: The Resistance!!! IL TUO FILM PREFERITO: Fai la cosa giusta di Spike Lee IL TUO CELLULARE: Ho un Nokia vecchio LA TUA RELIGIONE: Lo snowboard!!!
Rider: Fabio Montagner
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“Tra me e me pensavo a quanto fossimo soli lassù” TXT & PIC: ALESSANDRO BELLUSCIO rider: SIMON GRUBER SPOT: VAL SENALES
Spesso la montagna porta a lunghe attese. I motivi possono essere molteplici, ma sostanzialmente l’esito di queste attese oltre a permettere di osservare con più attenzione ciò che ci circonda e iniziare lunghe riflessioni. Un pensiero mi ha sempre appassionato, il capire o semplicemente l’immaginare - anche paragonando la situazione ad altri ambiti - a quanto un park può velocemente riempirsi e allo stesso tempo svuotarsi. Rimanere vuoto fino all’apertura successiva, che può essere a distanza di ore o anche mesi. Chi ha avuto la fortuna (o sfortuna) di vedere uno snowpark oltre l’orario si chiusura - ma questo vale anche per le piste - si sarà reso conto di quanta differenza esiste tra le due distinte fasi della giornata e del periodo. Durante il giorno spesso la musica riempie gli istanti di pausa tra una struttura e l’altra. Musica che talvolta arriva ad essere baccano. Le persone che girano vanno ognuno per la sua strada, come tante formiche impazzite. Sembrano impazziti, presi dalla frenesia, della lotta contro il tempo; ma come le formiche ognuno ha il suo percorso fa fare. Chi però, tra questi, si rende conto di cosa sta realmente succedendo intorno? Spesso si utilizzano gli snowpark solo per un breve momento della giornata, per poi ritrovarsi alla cosiddetta “casetta del park” e dimenticarsi di tutto ciò che c’è dietro. Del lavoro meticoloso, preciso e interminabile per portare ad avere la perfezione di un park come Senales. E’ incredibile. La F-Tech crew ha una precisione chirurgica nel realizzare le proprie opere d’arte che non sembra vera, e il valore aggiunto dei risultati che si ottengono oltre all’arte di Johannes Gogele è dato dalla mente iperattiva di Alex Bergher. E’ bello confrontarsi con Alex! Oltre a far divertire la gente con delle strutture che più volte rasentano la perfezione assoluta, tutto il team F-Tech partecipa in modo attivo alla realizzazione finale degli shooting. Illuminazioni, orari, logistica. Se il fine di un park è permettere alla gente di divertirsi, in modo sicuro, allo stesso tempo forse la troppa precisione fa passare
inosservati alcuni particolari e va a creare ulteriormente il fenomeno del nonluogo. Con Alex, seppur solamente per una sera, siamo riusciti a rimuovere il termine nonluogo dai 3200 metri del ghiacciaio. Il park in Senales è particolare, per accedervi l’unica soluzione è la funivia-ascensore. Una volta su e scesi nel vallone del park si è isolati dal mondo. A inizio stagione, periodo durante il quale abbiamo fatto questo shooting, il ghiacciaio si riempie e si svuota ogni giorni. Migliaia di sciatori, snowboarder, skiclub e riders affollano il ghiacciaio. Ogni mattina il ghiacciaio si riempie e ogni pomeriggio si svuota. Poi il silenzio. Quando siamo saliti per lo shooting il pomeriggio abbiamo avuto la fortuna di goderci ancora un tramonto che solo i 3000 metri sanno regalare. E allo stesso tempo abbiamo avuto modo di entrare in contatto da subito con il silenzio e provare ad abituarci alla stranezza, alla diversità. Tempo di settare tutto e l’unico rumore che si sentiva in lontananza era il generatore che illuminava a intermittenza (voluta) il kicker. Tra me e me, accucciato davanti al mio treppiede, pensavo a quanto fossimo soli lassù. A quanto quel nonluogo fosse nuovamente popolato di persone. A quanto il nonluogo in questione, che molti non considerano, fosse invece sotto la nostra più totale attenzione per far si che funzionasse e si vedesse tutto ciò che volevamo. Purtroppo, nonostante il buio, il cielo stellato e l’assenza totale di sciatori (tolti noi) che facevano pensare di essere veramente isolati dal mondo, la mia convinzione ha subito una smentita. Nelle foto, la dietro, quel rosso che si vede, ecco li c’è il paese, là c’è un altro paesello. Da fondo ghiacciaio si sente rumore di motori, stanno salendo i gatti a battere le piste. Non siamo soli. Io pensavo che il nonluogo fosse totale. Invece no, anche di notte ci sono più persone che vagano, apparentemente a caso, ma con ordine preciso, per il ghiacciaio. E li ho avuto la smentita. Tutto sommato, il nonluogo, in questo caso, è un ragionamento personale. Alla fine, dipende sempre dai punti di vista.
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Francesca Aragno per Hostile S.I.
BUNNY PONTE: PENIS ROCKER FEEL: 5 SHAPE: TWIN FLEX: TWIN CORE: TANK CORE FIBERGLASS: DOUBLE LAYER BASE: SINTERED SIDEWALL: SLANT 60° EDGES: STEEL GRIP SIZES: 140-145
HOSTILE .IT
ALBERTO TESSORE: “TROVARE UN METRO DI POWDER AD ARGENTERA E GIRARE CON GLI AMICI PIù PAZZI” itw: denis piccolo PIC: ALESSANDRO BELLUSCIO SPOT: BARDONECCHIA
Nome: Alberto Cognome: Tessore Eta’: 24 Soprannome: Abeet Sponsor: Prima Zio Zeman e Zio Gherry ora Zio Tato. Hobbies: Pit bike, surf e grigliate. Piatto preferito: Raviolini delle langhe al sugo d’arrosto. Donna preferita: Tonda al punto giusto, liscia e profumata. Miglior amico: Oltre Ted.. un pò di buoni amici ci sono. Gruppo preferito: Doors Ascolti mentre snowboardi: Niente musica solo tante storie spassose. Spot preferito: Lake Thaoe Anni di snowboard: 9 Home resort: Bardonecchia Regular o goofie: Regular Stance: 54 Angle: +18 -15 Trick preferito: Backside lipslide Trick da imparare: Gap backside 270 e moltissimi altri Voti: park: 6 freeride: 5 street: 6 Rider sottovalutato: Matteo Borgardt Come dovrebbe essere il tuo promodel: Colorato e pieno di fiori Rider italiano preferito: Massimo Galfrè
Rider straniero preferito: Frank April Domanda al tuo rider preferito? Fa meno male il ghiaccio o il cemento? Risposta: Il ferro. Right or wrong: Nel mondo dello snowboard, le jibbate e chi crede di essere un pro. Nella vita, il vino rosso e i parcheggi a pagamento. La mia giornata perfetta: Trovare un metro di powder ad Argentera e girare con gli amici più pazzi. La mia giornata peggiore: Quando passi tre giorni di ansia per poi non essere ammesso al corso maestri . Vale la pena di vivere: Per andare a girare a Mammoth Mountain. Cosa farò fra 10 anni? Spero di avere un lavoro e una famiglia che mi dia tanta soddisfazione. Miglior pregio: Socievole e generoso. Peggior difetto: Lento e permaloso. Se non fossi uno snowboarder? Mi piacerebbe lavorare nel campo della ristorazione. Lo snowboard è solo una moda? Per chi spende mille euro per andare solo un giorno a stagione, si, ma per molti di noi che vivono lo snowboard veramente, è il modo migliore dove trovare un po’ di serenità. Pensi che diventerai un super pro? Assolutamente no però spero di essere ricordato per qualcosa di stiloso.
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“l’IMPORTANTE NON è VINCERE MA RIDERE, SCHERZARE E FARE BELLE FOTO” TXT: ENRICO SANTILLO PIC: matteo ganora SPOT: PRATO NEVOSO
Il Railway To Heaven, si proprio il Railway To Heaven, di questo vogliamo parlarvi. Un evento o forse un contest, difficile capirlo, difficile capire come riuscire ad organizzare una tale e semplice giornata all’insegna dello snowboard ed ogni volta ottenere il meglio che un qualsiasi appassionato di questa disciplina possa aspettarsi. Nessun grande budget e nessuna grande pretesa, solamente puro e semplice divertimento con la tavola e gli amici di sempre. Quando il Natale arriva, si avvicina anche lui, con i suoi numerosi e spensierati partecipanti, di cui molti, tra i più importanti della scena snowboard nazionale. Un park tirato a lucido dal grande shaper e rider Matteo Ferraris, quello che gli amici di solito chiamano “Thugga” ed un’organizzazione a dir poco perfetta grazie al talento del patron di casa “The White House”, Gianluca “Gherry” Garberoglio. Da quanto ho capito, con le varie edizioni ed il passare degli anni, qui l’importante non è vincere, ma come dice il grande Alo, è ridere, scherzare e fare belle foto! Un big air di 17 metri ed una zona jibbing davvero divertente, con un set up composto da un box con double kink, un fun box, un quarter in legno ed un cisternone con doppio ingresso di cui uno a pool jam, ha dato modo agli affermati rider Tato Chiala, Lorenzo Buzzoni, Stefano Munari, Matteo Zappaterra e la super in forma Tania De Tomas, di spaccare alla grande e fare anche qualche bel cappottone di troppo. Esatto, di troppo perché il grande Munni oltre a dimostrare di avere uno stile unico nel fare trick, ci ha dimostrato anche di avere stile nel prendere cartelle, atterrando di faccia dopo un fantastico backflip 1.5! Grande Munny sei una roccia! Tor-
nando a noi e soprattutto all’evento, non possiamo dimenticarci nemmeno dei prato dollari ideati da Gherry con sopra la Merkel e Monti, e di tutti gli altri partecipanti, vecchi, giovani e alcolizzati come appunto quel simpaticissimo poser di Ivano Inglese! Oltre a loro abbiamo incontrato come vi dicevo, nuovi e vecchi volti della nostra scena, come le due promesse della nazionale Under 21 allenata da Aie Benussi, Emiliano Lauzi e Nicolino Dioli, che hanno saputo farsi valere e soprattutto rispettare anche dai più vecchi. Il nostro Bruce oltre a scatenarsi, ha fatto anche un video, uno di quelli “alla Bruce” intendo, con tanto di riprese action in campo e fuori campo, specialmente la sera dopo essersi bevuto i suoi soliti ed infiniti bicchierini di Jagermeister. Andate a cercarlo su LikeMilk, due risate non guastano mai! Super trick e super style anche da parte del giovane Luca Fiorini ed Elena Graglia, una rider assolutamente da non sottovalutare, che zitta zitta, continua imperterrita a farsi conoscere e rispettare grazie al suo modo di essere e di fare... Oltre alle rime, il Railway To Heaven è senz’altro uno dei contest più divertenti a cui partecipare, sia da spettatore, che da fotografo o da rider. Ogni singola persona incontrata in quel luogo, aveva la faccia di quelli che arrivano al villaggio il primo giorno di vacanza e che davanti a loro hanno ancora 10 o forse 20 giorni di pura e spensierata vita. Insomma, facendo due calcoli e tirando le somme, non possiamo far altro che complimentarci e ringraziare la mente di tutto questo, il grande Gherry, che grazie all’aiuto dei suoi fedeli collaboratori è riuscito a portare in Italia e nella nostra scena, qualcosa di sano che sicuramente serviva.
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ALESSANDRO BARBERO “YOU KNOW I AM A BAD BOY!” TXT: denis piccolo PIC: Claudio sasso
CIAO ALE, E’ DA UN BEL PO’ DI ANNI CHE NON CI SI VEDE. FORSE DAL VIAGGIO IN CALIFORNIA CON FIAT?! Infatti… hai ragione! Sicuramente quegli anni sono stati determinanti per il proseguo della mia carriera sulla BMX, tutti quei viaggi mi hanno fatto scoprire cose nuove e capire cosa volevo veramente!!! Lì con Fiat si stava bene anche se ora non faccio più parte del team!!!
CHE DIFFERENTI SENSAZIONI VIVI FACENDO FREESTYLE IN BMX E IN SNOWBOARD? Sono comunque sport in un certo senso molto vicini, questo lo sento da come muovi le gambe nelle transizioni, è una cosa molto simile, credo che qualsiasi cosa che ti faccia sentir bene e divertire ti lasci sempre provare delle buone sensazioni. Io cerco sempre di raggiungere l’essenza delle cose che si trasformano in sensazioni uniche! Il benessere!
Sei un pro di bmx freestyle, sei riconosciuto a livello internazionale, dovessi giudicarti, a che livello sei e in cosa devi migliorare? Ho avuto la fortuna e la bravura di arrivare a gareggiare negli States con ottimi risultati anche se per gli europei è difficile integrarsi, l’ultima gara pesante che ho vinto è stato il FISE del 2010 lì c’erano davvero tutti e c’è l’ho fatta... è stato più di che realizzare un sogno potercela fare. Per poter stare a livello bisogna migrare in USA, se vivi li negli States frequenti tutt’altra scuola e livello di riding rispetto all’Italia.
COSA NE PENSI DEL LIVELLO DI BMX E SNOWBOARD IN ITALIA? In Italia non sta crescendo molto il livello della BMX e nemmeno quello dello snowboard. Le nuove generazioni hanno altre premure eccetto pochissimi casi! Però sono cicli, chissà cosa succederà fra qualche hanno, poi il fattore delle strutture e delle competizioni è determinante per far crescere lo sport in entrambi i casi!
UNA VOLTA GIRAVI CON OLIVER MONDINO E ZEMAN GALFRE’. ERI MOLTO PORTATO IN SNOWBOARD. RIESCI ANCORA A SNOWBOARDARE SPESSO DURANTE L’INVERNO? Ultimamente dipende, quando c’è neve non ci rinuncio, ma comunque non manca mai occasione di passare delle splendide giornate a Prato Nevoso con il mio amico Gherry e anche i miei amici di Lemon 8 come Olly, Zeman e Abi... Se riesco anche 3 volte a settimana nel periodo delle feste. Non posso vivere senza snowboard!
HOSTILE SNOWBOARDS TI HA FATTO UN PROMODEL, PARLAMI DI COME E’ STATA CONCEPITA LA TAVOLA, A COSA TI SEI ISPIRATO E COME E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE… La prossima stagione sarà la terza tavola e questo mi rende molto soddisfatto non c’è cosa migliore che snowboardare con qualcosa che hai creato tu in un certo modo, la gente si la menta un pò perchè le mie sono tavole tradizionali quindi molto reattive e bisogna sapere andare in snowboard per poterla dominare. Io vengo ancora dalla vecchia scuola degli anni 90... La grafica di quest’anno è ispirata ai Public Enemy una delle band Rap più spesse della scena degli anni 80 e 90... Mi piace il simbolo dello Sbirro nel mirino… You know I am a Bad Boy... haahha!
MASSIMO “BUBBA” FERRO www.pilafreestyle.com | info@pilafreestyle.com Alessio Bazzana: 347.7653434 | Ivo Letey: 349.4043403
MARCO CONCIN PRESENTS:
Preperation
La migliore preparazione per imparare a saltare in powder è sicuramente saltare in powder. Tuttavia lo snowpark è un ottimo campo prova per imparare i trick. In fresca dovrete poi essere in grado di adattarvi all’atterraggio, inrun e stacchi meno ampi.
Approach
Landing
A questo punto non vi resta che completare la rotazione di 90° con le gambe e portare lo sguardo in atterraggio. Ricordatevi che non siete in park e il peso è necessario portarlo verso il tail per atterrare perfettamente in un metro di neve fresca.
Remember
Lanciate una pallina di neve in atterraggio per avere un’idea della traiettoria e velocità necessaria. Fate poi qualche speed check e se preferite, un trick di sicurezza per confermare la velocità.
Le condizioni in powder cambiano costantemente. Il bollettino valanghe dà una stima del pericolo, ma non è l’unico parametro da considerare. Valutate sempre l’intera situazione e quindi pendio, bollettino, l’esperienza delle persone con cui sei e che tutti abbiano arva, pala e sonda.
Take Off
After
Partite in switch arrivando sul dente a ginocchia piegate con il peso leggermente sui talloni. Ollate ruotando le spalle per creare un’impulso rotatorio in switch frontside.
ManAeuver
Se avete staccato bene, raccogliete le gambe e grabbate in switch mute, quindi con la mano destra (sinistra per i goofy) tra gli attacchi e sulla lamina delle punte. La mano libera è invece fondamentale per controllare equilibrio e rotazione durante tutta la fase aerea. Verso fine manovra mollate il grab e rallentate la rotazione con le spalle.
Se avete imparato questo trick, prendete in mano sequence 38 e provate il cab9 double di Simon Gruber.
Consigli del photo editor Denis piccolo
In video i difetti e le imprecisioni della manovra si vedono molto meno che in una fotografia. Quindi se nei paraggi c’è un fotografo cercate di tenere il grab più a lungo possibile ed essere composti, basta una piccola bracciata per mandare in fumo tutta la sequenza!
Text: Enrico Cavada Pic: Roby Bragotto Location: Arlberg, Austria
TATO CHIALA PRESENTS:
Preperation
Landing
Approach
Remember
Per questo trick non dovete ossessionarvi a trovare uno spot identico a questo, usate un pò di fantasia e qualsiasi setup simile ad un butter box andrà bene.
Fate un pò di run straight sul butter box, per essere sicuri di prendere la velocità giusta quando fate il trick completo. Se siete in park e avete a disposizione qualche salto, potete provare un paio di bs3 come riscaldamento. Quando siete gasati, partite in direzione della struttura a tavola piatta e gambe piegate.
Take Off
Ollate sempre a tavola piatta, raccogliete le gambe e grabbate in stalefish.
ManAeuver
E’ importante non andare troppo lunghi, ma arrivare sul butterbox subito dopo il gap, in questo modo avrete più tempo per impostare il bs3. Se avete il controllo della tavola, appena arrivate al secondo stacco ollate, facendo partire la rotazione dalle spalle.
Verso fine manovra, bloccate le spalle, concludendo i 360° con tavola e gambe. In atterraggio piegate le ginocchia per attutire il landing.
Quando staccate per il bs3 non abbassate la spalla, altrimenti finite in cork e se la fase aerea è ridotta non sarete in grado di atterrare a tavola piatta.
After
Quando il tutto vi viene naturale e volete essere stilosi come Tato, shiftate la tavola di 90° in tailbone quando grabbate in stalefish.
Consigli del photo editor Denis piccolo
Essenziale in una manovra come questa restare sempre molto compatti, se vi svaccate in entrata o in uscita la sequenza finirà inevitabilmente nel cestino del Mac!
Text: Enrico Cavada Pic: Denis Piccolo Location: Sestriere
txt & pic: roby bragotto spot: arlberg, austria
lorenzo buzzoni
Ho sempre pensato che a volte, per caso, possono capitare esperienze inaspettate in grado di cambiare per sempre quello che si pensava fino a quel momento. Esperienze così vicine ai propri occhi che ci si chiede perché non ce se ne sia mai accorti prima…, quasi volessero starsene nascoste, oppure talmente palpabili che la paura di farle ci tiene sempre ben lontani dal provarle. Personalmente mi è capitato di rendermene conto lo scorso inverno, ogni giorno, per più di un mese e mezzo, ad Arlberg, in Austria. Esiste un mondo intero al di fuori dei propri confini ed è solo vivendoli in prima persona che si può capire quanto essi siano incredibilmente diversi da ciò che si era abituati ad osservare. Le situazioni non sono sempre identiche, le esperienze non sono sempre le stesse, le montagne non sono sempre uguali. Ogni nuova conoscenza, se affrontata con il giusto approccio, è un’enorme risorsa futura, un qualcosa simile a un ricordo capace di intrappolarsi dentro di noi per tutta la vita. In tutto questo Arlberg resta, e resterà per sempre, un ricordo unico, mastodontico, assurdo. E’ un luogo fatato, capace di donare una tale conoscenza che difficilmente riesce a non cambiare chi lo affronta. Lo so, forse ho un approccio troppo romantico a certi discorsi, ma sono anche convinto di vivere qualunque montagna con rispetto, cercando sempre di portarmi appresso quello che essa è in grado di lasciarmi. E sono anche convinto che chi abbia vissuto un inverno come quello che ho passato, difficilmente potrebbe mai restarne indifferente.
I have always thought that sometimes, by chance, unexpected experiences could change for good what one thought up to that moment. Those experiences are so close to our eyes, yet we wonder why we’ve never felt them before, as if they wanted to hide from us or were so tangible that we would be scared and kept away. I realised that, last winter, every day, for more than a month at Arlberg, in Austria. There is a whole world outside our own boundaries and only when we want to experience it we can understand how different it is from what we usually observe. Situations are never the same, experiences are never the same, mountains are never the same. Every new experience, if we use the right approach, is a big resource for our future. It is something like a memory trapped inside us for the rest of our life.
lukas goller
Marco Concin
matteo zappaterra
filippo kratter
Arlberg e in particolare la zona di Sonnenkopf, mi è entrata nel cuore come solo poche altre cose siano mai riuscite a fare. Sonnenkopf è forse la meno conosciuta e la più piccola località dell’intero comprensorio di Arlberg, si trova tra le minuscole cittadine di Klosterle e Dalaas e ad osservare il parcheggio e gli impianti di risalita, di certo non ispira il ben minimo di potenziale. Come ho scritto prima, Sonnenkopf altro non è che il proprio naso, l’abitudine, la mancanza di voler scoprire qualcosa si nuovo. Se non fosse stato per Filippo Kratter, in mezzo alle decine di impianti efficienti e conosciuti che può offrire una zona come quella austriaca, difficilmente ci saremo avventurati in un posto tanto sperduto quanto piccolo all’apparenza. Per farvi un esempio, oltre alla mancanza dei cannoni spara neve (non ne hanno mai avuto bisogno), già all’arrivo della cabinovia si può iniziare a farsi una piccola idea di quanto sia incredibilmente ampia quella montagna… la cima, il cucuzzolo, è solo l’apice di un iceberg immenso, composto da pendii ripidissimi, da fitti boschi, da vallate incantate e immerse nella natura più selvaggia. E’ un panorama capace di toglierti il fiato, capace di farti riscoprire la voglia di esplorare e di non rendertene mai sazio. Con poco meno di un’ora di cammino, ci si può ritrovare catapultati in una vallata che difficilmente si riesce a descrivere…, una vallata paradisiaca e adatta alla costruzione di qualsiasi tipologia di kicker e non è un caso incontrare le più importanti crew mondiali a girare i propri video. Per più di un mese e mezzo ho avuto la fortuna di starmene sopra a più di otto metri di neve…
This is why Arlberg is a unique, gigantic, absurd memory and will always be so. It’s a magic world, a powerful experience that inevitably transforms those who live it. I know, perhaps my approach is too romantic, but I believe I really respect all mountains and carry with me what I receive from them. I am also convinced that if you experience such a winter you can’t be indifferent about it. Arlberg, especially the Sonnenkopf area, is deep in my heart together with a small handful of things in my life. Sonnenkopf is probably the least known and smallest part of the Arlberg district. It’s located between the little towns of Klosterle and Dalaas and if you look at the car park and the lifts you can’t imagine its potential. As I wrote, Sonnenkopf is about habit and not wanting to discover something new. Had it not been for Filippo Kratter, we would have hardly ventured into such a remote and small place, considering there are so many efficient and well-known resorts on offer in Austria. To give you an example there are no snow makers (they don’t need them). At the top of the cable car you understand how big that mountain is, the peak is just the tip of a vast iceberg made of very steep slopes, thick woods, enchanting valleys deep in the wildest nature. It’s a breath-taking panorama enticing you to explore and never stop. Within less than an hour’s walk you are propelled to a valley that is hard to describe. It’s a paradise where you can build any kind of kickers and you bump into the most fa-
Sì, avete capito bene, otto metri e passa, misurati, a fine marzo… ho avuto la fortuna di assistere a continue e potentissime nevicate, a intere vallate composte da enormi pillow, ad alberi stracolmi di polvere bianca… ho avuto la fortuna di vedere, finalmente, il livello italiano crescere ed alzarsi di un gradino inimmaginabile fino a poco prima, di osservare diversi double cork chiusi e quasi pure un triplo… ho avuto la fortuna di fotografare quel momento, in quelle condizioni e, nel mio piccolo, di immortalare un minuscolo granello di storia… ho avuto la fortuna di condividerlo con persone straordinarie, motivate, colme di esperienza e di passione, anche perché non potrebbero essere state diverse in mezzo a quelle situazioni… lì, in quell’angolo di paradiso, non si può giocare scivolando sopra microscopici tubicini di ferro…, ogni momento era quello giusto per tirare fuori il proprio coraggio e il proprio orgoglio e nessuno si è mai tirato indietro. Non si tratta di imprese epiche o straordinarie, ma ognuno di noi ha investito tutte le energie che si ritrovava con lo scopo di innalzare il livello, e non solo di portare a casa una manovra qualsiasi... i video e le foto che sono uscite ne sono l’esempio reale, la vera e più pura dimostrazione di come si possa creare qualcosa di buono, qualcosa di serio, qualcosa capace di competere anche all’estero e, per una volta dopo tanti anni, qualcosa in grado di non farci vergognare di essere italiani… Aprite gli occhi, immaginate ed osservate quello che accade al di la del vostro naso…, a volte, nei momenti più impensati, ne vale davvero la pena.
mous crews in the world, who are shooting their videos. I was lucky to spend more than a month and a half on top of eight metres of snow. Yes, you got it right, more than eight metres were measured at the end of March. I was pleased to witness continuous, heavy snowfalls, whole valleys made of enormous pillows, trees loaded with white powder. I was also able to see the Italian snowboarding level grow and leap up an unexpected big step. I watched several successful double corks as well as a near triple cork. I was lucky to take photos of the event and to record a tiny bit of history and to share it with incredible, motivated, experienced, passionate people, who couldn’t have been any different under the circumstances. In that corner of paradise you can’t play sliding down silly little rails. It was the right time to show your courage and your pride and nobody stood back. I’m not talking about totally fantastic feats, but everybody made their best effort to rise the level and not just land a good trick. The published videos and photos really prove that we can create something good, serious, competitive at international level for the first time after so many years. They show we are capable of performing and we shouldn’t be ashamed of being Italian… Open your eyes, imagine, observe what happens further afield. At times when you least expect it, it’s really worth it.
filippo kratter
simon gruber
simon gruber
txt & pic: denis piccolo spot: prato nevoso
filippo kratter
Allacciare gli attacchi all’arrivo della seggiovia di Prato Nevoso, mi ha sempre regalato una forte ed ambigua emozione. Sarà per il fatto di sentirmi particolarmente legato alla città in cui vivo e sarà per il fatto di riuscire a vederla dal lato destro di questa altrettanto splendida montagna, che per me Torino, rimane sempre bella ed unica come nessun altra città al mondo. Talmente bella che nelle nottate più limpide ti permette anche di vedere la stessa Prato Nevoso e le sue piste illuminate in notturna. Dall’altra parte invece, intendo dalla parte sinistra di questo monte, si riesce a vedere il mare, il Mar Ligure. Prato si trova in una posizione davvero particolare, una posizione che permette ad entrambi gli abitanti delle due regioni, di raggiungerla in nemmeno un paio di ore di auto. Da sempre questo luogo montano è stato protagonista di potenti e storiche nevicate, soprattutto ad inizio stagione, quando le perturbazioni montane provenienti dal Nord delle Alpi e le correnti calde ed umide provenienti dal mare, vanno violentemente ad incrociarsi. Sicuramente ricorderete la scorsa stagione, quella in cui, soprattutto nei primi mesi dell’Inverno, di neve ne venne a mancare. E’ stata una delle stagioni meno ricche, è stato il luogo della zona del Cuneese, con meno precipitazioni e nevicate in assoluto. Per i locals un evento più unico che raro, abituati da più di dieci anni ad avere centinaia di metri cubi di candida powder, già da inizio stagione. Ovviamente però, come vi ho appena detto è stato un evento più unico che raro, infatti chi conosce quella zona sapeva già del gran ritorno. Un ritorno sensazionale, colmo, anzi stracolmo di neve. Erano i primi giorni di Marzo, Io e Alessandro “Killer” Miniotti, filmer ufficiale di Random Video, nonché Torinese doc proprio come me, eravamo già sicuri che prima o poi sarebbe tornata. Buttiamo l’occhio sul meteo e finalmente dopo mesi di icone con il sole a palla, ci troviamo di fronte al nostro mac con nuvole e fiocchi di neve in ogni parte dello schermo. Decidiamo di non perdere tempo, chiamiamo il park di Prato Nevoso, il suo boss Gherry e quattro big riders italiani. Tato Chiala, Filippo Kratter, Lorenzo Buzzoni e Amedeo Viviani. Si parte, due giorni di attesa in una stanza di circa 35 metri quadri e finalmente il cielo si apre. Tavola, scarponi e macchina fotografica e poi dritti verso lo spot! Durante il cammino, Filippo Kratter e Lorenzo Buzzoni trovano una tetta gigante di neve fresca, meglio conosciuta come pillow, ma questa però sembrava proprio una tetta! Filippo parte subito con un paio di trick super stilosi, mentre Lory tira fuori dal cilindro il suo classico ed inimitabile Backflip a candela, che stile, troppo Old School! Proprio mentre il divertimento era al top, Tato in lontananza si incazza come una furia, eravamo in ritardo sulla tabella di marcia! Io e Killer ci posizioniamo sulla parete della montagna frontale, in controluce, non è una buona notizia per le nostre immagini, ma è pur sempre risolvibile! Scelgo di muovermi e spostarmi in ogni dove, per trovare la giusta angolazione quella che potrà farmi valere il first track, ovvero lo scatto più importante! Se si chiude il trick al primo tentativo la foto vale dieci volte di più, è una vera soddisfazione impareggiabile, sia per il fotografo che per il rider stesso. Il landing senza tracce ha tutt’altro fascino, non credete? Finalmente ci sono, ho fatto la mia scelta anche se differente da quella del filmer, non so chi avrà ragione, ma Io sono sicuro che da qui è tutto perfetto. Il primo a droppare sarà Tato Chiala, sono incredulo che sia lui, quest’anno non ha mai girato in fresca, si è concentrato sulla sua parte in street, ma non voglio demotivarlo, inoltre non so cosa si sono detti tutti insieme di là, dall’altra parte della montagna, non so come sia nata questa decisione. E’ pronto, avvolto da un silenzio assordante, siamo a centinaia di metri di distanza ma sento il rumore dei cricchetti del bindings che stringe i suoi boots. Tato alza la mano, droppa, prende velocità, esce dal kicker, backside 720, pulitissimo, il suo stile è inconfondibile, unico, l’otturatore della mia Canon produce un rumore atroce ma riesco a sentire comunque quel favoloso silenzio di vuoto che si crea in quegli istanti della manovra, ci siamo sta per atterrare... è tutto perfetto... merda!
Strapping in my bindings at Prato Nevoso’s chairlift I’ve always felt a strong and ambiguous emotion. Perhaps because I am very attached to the city where I live and I can see it from the right side of this fantastic mountain, Turin is beautiful and unique like no other city in the world. It is so great that on very clear nights you can spot Prato Nevoso and its flood lit pistes. On the other side of this mountain, I mean the left side, you can see the sea the Ligurian sea. Prato is in a unique location that people can reach from both regions in less than a couple of hours’ drive. This mountain area has always been hit by powerful and memorable snow falls, especially at the beginning of the season when the bad weather coming from North of the Alps and the warm and humid currents from the sea meet and clash violently. You can probably remember that last year, especially in the first part of winter there was a lack of snow. It was one of the poorest seasons, Prato was the place in the Cuneo area with the least snow falls outright. For the locals, who had been used to hundreds of cubic metres of snow right from the start of the winter season, for more than ten years, it was an exceptional event. Obviously, as I said, it was an exceptional event: people who know the area well, were expecting a big comeback, a sensational comeback totally loaded with snow. It was the beginning of March and me and Alessandro “Killer” Miniotti, Random Video official filmmaker and true Turinese like me were certain that the snow would come back. We checked the weather forecast and after months of icons of shining suns, we saw clouds and snow flakes cover the screen of our macs. We decided not to waste time, we called Prato Nevoso’s park, its boss Gherry and four big Italian riders: Tato Chiala, Filippo Kratter, Lorenzo Buzzoni and Amedeo Viviani. We went there, we waited for two days in a 35 m2 room and suddenly the sky opened. We grabbed our boards, boots, cameras and we head straight to the spot! On our way Filippo Kratter and Lorenzo Buzzoni found a very big tit of fresh powder, I should say pillow, except that it really looked like a tit! Filippo produced a couple of super stylish tricks, while Lory showed off with his classic, inimitable candle blackflip in true Old School style! As we were having a lot of fun Tato got really angry because we were behind schedule! Killer and I went to the front of the mountain against the sun light, which was not exactly good news for our shots, but possible to fix! I decided to move everywhere to find the right angle, the one you need for the first track, I mean the best shot. If you close your trick at your first attempt the photo is worth ten times more, it gives the photographers and the rider matchless satisfaction. Stomping a trick in a fresh landing is totally different, don’t you agree? At last I made my choice, a different choice from the filmmaker. I didn’t know who would be right, but I was sure that from my point of view it looked perfect. Tato Chiala was the first to drop, I couldn’t believe it, he hadn’t ridden in powder during the season. He had concentrated on his street part but I didn’t want to demotivate him. I also didn’t know what they all said on the other side of the mountain, I didn’t know how they decided. He is ready, wrapped in an ear-splitting silence, we are hundreds of metres apart, but I can hear the noise of his binding rachets tightening his boots. Tato raises his hand, drops, gains speed comes out of the kicker with a clean backside 720. His style is unmistakable, unique, my camera shutter makes an awful noise, but I can still hear that great silence, the void produced by that phase of the trick. Here we go, he’s going to land… everything is perfect….. shit!
lorenzo buzzoni fs 360° nosebone
TATO CHIALA FS 720° TAILGRAB
FILIPPO KRATTER CAB 900° MELON
Ciao, raccontatemi come è andata la vostra prima volta in snowbaord… SCIENZA: Ho iniziato a fare snowboard nel 2000 proprio quando ho iniziato anche ad imparare a skateare. Ricordo che avevo circa 15 anni, mi trovavo con la mia famiglia a La Thuile per trascorrere le vacanze di Natale e che la tavola che usavo era un hard con gli scarponi da sci. Quella fu proprio la prima volta, dopo di quella iniziai a girare un po’ ovunque, soprattutto all’Indian Park di Cervinia che aprì intorno al 2003/2004. TOMMY: Ho iniziato circa 10 o forse 12 anni fa, erano i primi anni delle medie, ricordo ancora mia madre che voleva segnarmi alla scuola sci ed Io che invece nonostante le numerose cartelle prese di continuo, non volevo far altro che snowboardare. Ero con la mia famiglia a Sestriere, ho dei ricordi davvero stupendi di quel periodo…
Hi Guys, tell me about your first time on a snowboard… SCIENZA: I started snowboarding in the year 2000 at the same time as I was learning to skate. I remember I was 15, I spent my Christmas holidays at La Thuile with my family and I used a hard board and ski boots. That was my first time. Then I went to different places, especially to Cervinia’s Indian Park that opened in 2003/2004. TOMMY: I started 10-12 years ago, when I was in middle school. I still remember that my mother wanted to put me in ski school and I only wanted to snowboard in spite of all the crashes. I was at Sestriere with my family, I have wonderful memories of that time…
Quando è arrivato il vostro primo sponsor e quando avete iniziato con i primi contest? TOMMY: In pratica tutto ha preso vita diciamo grazie allo skateboard, grazie al fatto che tramite lo skateboard ho conosciuto i miei amici di ora, ovvero Patrick De Lorenzi, Bosio, Filippo e Martino Garbaccio. Inizialmente ricordo che eravamo odiati da tutti, forse per il nostro modo di fare, chissà, ma poi con il tempo abbiamo iniziato a farci volere bene. E’ insieme a loro, a questo gruppo di amici, che ho iniziato a girare in montagna con tutt’altro stimolo, con tutt’altra voglia di fare le cose… Il primo sponsor e la prima persona che scelse di premiare questo mio presunto talento fu Devid De Palma con Santa Cruz. Le prime gare che ho fatto sono state a Torino sul neveplast, troppo divertente, e poi ho partecipato a Cervinia ai contest organizzati all’Indian Park. SCIENZA: I miei primi ganci per ottenere roba per girare erano stati con Margot Shop di Milano che mi aveva iniziato a passare delle tavole a prezzo molto ridotto rispetto al normale. Diciamo che il primi veri sponsor sono stati Forum e Special Blend che ho tenuto per un pò di stagioni fino a quando non sono passato ad Artec Snowboards. Per quanto riguarda i contest invece, ricordo di aver iniziato quasi sin dall’inizio, ovvero proprio quando iniziai ad avere un bel po’ di confidenza con la tavola mi misi a partecipare a Rail Jam e questo genere di gare, tutte ovviamente nel territorio nazionale. Poi con gli anni e l’esperienza ho avuto modo di partecipare a contest internazionali come il Volcom Peanut Butter di Mammoth Mountain, in California, alla Rail Jam dell’ISPO di Monaco, in Germania e allo Stairset Battle Tour di Kronplatz, in Italia. Tutti eventi di alto livello.
When were you sponsored for the first time? When did you start your first contests? TOMMY: It all started really thanks to skateboarding, thanks to the fact that I met Patrick De Lorenzi, Bosio, Filippo and Martino Garbaccio, who are still my friends now, while skateboarding. I remember that at the beginning everybody hated us, probably because of the way we behaved, but little by little people started to like us. Together with that group of friends I started to snowboard with a different kind of motivation and enthusiasm. My first sponsor, the first person who decided to reward my presumed talent was Devid De Palma of Santa Cruz. I first competed on snowflex in Turin. I had a lot of fun and later I took part in contests organized at Cervinia’s Indian Park. SCIENZA: My first contact to get snowboarding equipment was Margot Shop in Milan that provided me with boards at a much-reduced price. The first real sponsors were Forum and Special Blend that lasted for a few seasons and then I moved to Artec Snowboards. With regards to contests I remember starting right at the beginning: as soon as I gained a bit of confidence on the board I took part in Rail Jam and similar contests in Italy. After a few years being more experienced I had the opportunity to compete in international contests like Volcom Peanut Butter of Mammoth Mountain, California, Rail Jam of ISPO in Munich, Germany, Stairset Battle Tour of Kronplatz, Italy. These are all high-level contests.
Per quale motivo il tuo stile di riding si è orientato verso lo street e non magari verso il backcountry? SCIENZA: Probabilmente perché è la cosa che mi viene meglio, ho sempre snowboardato puntando verso questa direzione, è stato naturale, è questo il vero motivo. Il backcountry, il salire con le ciaspole in cima ad una montagna, costruire kicker in fresca e quant’altro non l’ho mai fatto non saprei dirti nulla, al massimo mi è capitato di snowboardare in fresca con i miei amici, ma niente di veramente mirato in maniera verticale a questa disciplina. E’ ovvio che se mi trovo in un resort con boschi colmi di neve fresca non posso resistere, ma questo è molto lontano dal praticare Freeride o Backcountry. Senza dubbio credo nel fatto che ogni rider debba completarsi e dare il massimo in ogni disciplina di snowboard, ma credo anche che ognuno debba crearsi un propria identità ed un proprio stile. TOMMY: Dopo circa un paio di anni di snowboard e dopo aver preso la giusta confidenza, ho iniziato a girare nel park di Sestriere, dove poi anche mio padre essendo appassionato di boardercross, mi spingeva a saltare. Ricordo che le prime volte, sempre con mio padre andavamo a saltare a Cervinia, tante risate e tanti insegnamenti. Lo Street? Perché alla fine essendo un ragazzo di città ed essendo sempre andato in skateboard, il mio stile si è indirizzato verso questa direzione in ma-
Why did you choose the street riding style rather than backcountry? SCIENZA: Probably because I am better at it. I’ve always snowboarded with street as an objective, it’s been a natural process for me, that’s the true reason. I couldn’t say much about backcountry, about walking to the top of a mountain with snow shoes, building a kicker in powder because I’ve never done it. Sometimes I have snowboarded in powder with my friends, but I never really focused on that discipline. Clearly If I am in a resort with woods loaded with snow I can’t resist it, but that has nothing to do with Freeride or Backcountry. I strongly believe that every snowboarder should be a complete athlete and perform at his best in all snowboarding disciplines, but I also believe that each one of us should build his own identity and style. TOMMY: After snowboarding for a couple of years and gaining the right amount of confidence I started visiting the snowpark at Sestriere, where my father, who was a keen boardercrosser, encouraged me to jump. I remember that at first my father and I went to Cervinia to jump and we laughed so much and I learnt so much. Why did I choose freestyle? Because, after
TOMMY
SCIENZA
SCIENZA
TOMMY
niera piuttosto naturale, nonostante però, tengo molto a precisare che sono un amante della montagna a 360 gradi. In fin dei conti, noi come HG, eravamo i primi a girare in street e ad arrivare in park con i pantaloni stretti, tanté che tutti i local e frequentatori della zona, ci chiamavano “I Marci”. E’ vero che un giorno in fresca se fatto ad hoc, vale più di mille in street, anche se in fin dei conti sono due cose talmente differenti, che non dovrebbero nemmeno esser paragonate… Attraverso alcune interviste fatte su Sequence o LikeMilk. com, è stato dichiarato che chi sceglie di fare rail, lo fa perché non sa saltare. Cosa ne pensate? TOMMY: Può essere vero, anche perché Io non nascondo di non saper saltare, ma il fatto è che i big kicker fanno parte di una disciplina a cui non mi sono mai dedicato. Chi dice questo sicuramente può essere un rider frequentatore di park come Livigno, Senales e simili, dove i big kicker sono come i rail e i box a Bardonecchia. Ognuno ha il proprio stile. SCIENZA: Mah… potrebbe essere, ma può anche essere vero che chi sa saltare non sa fare rail. Ovviamente saranno state affermazioni provocatorie per dire che, chi fa rail non ha determinate qualità. Io credo che nel 2013 non si possano più fare determinati discorsi o paragoni, dato che anche a livello mondiale ci sono riders professionisti specializzati in una determinata disciplina ed altri in altre, e nonostante questo vengono tutti messi sullo stesso piano e considerati tutti dei veri fuoriclasse. Parliamo della Finlandia… Cosa ha significato per te quell’avventura? SCIENZA: Snowboardare in Finlandia vuol dire confrontarsi con il meglio che la scena mondiale possa offrire. I migliori spot ed i migliori riders, li trovi tutti lì. Proprio per questo motivo, ovvero per il fatto di confrontarsi con il meglio, ho capito che l’umiltà è alla base di tutto. La differenza con l’Italia sta nel fatto che se qui decidiamo di andare a fare un rail, sappiamo che ad averlo già chiuso può essere stato qualcuno di noi, di noi riders italiani. A differenza invece che ad Helsinki, gli spot sono stati affrontati da centinai di riders provenienti da tutto il mondo come il local Eero Ettala, Jp Walker, Lauri Heiskari e molti altri, con l’ulteriore differenza che i loro trick non sono di certo i nostri. Cosa ad oggi ti dona ancora la forza di girare in snowboard di notte al freddo, fare tanti sacrifici, spendere soldi e farti fare anche male? TOMMY: Di certo non sono i soldi, ma la pura passione ed il tanto amore che ho per questo sport. Ovviamente il bello di tutto questo, è senz’altro condividere esperienze incredibili con i tuoi amici, con quelli che sin dall’inizio hanno creduto nelle stesse cose in cui hai creduto tu. Inoltre è molto piacevole e stimolante anche riuscire ad ottenere pubblicate interviste o foto con te che fai da protagonista, è una bella soddisfazione, non lo nascondo. Insomma la passione è alla base di tutto, poi alcuni aspetti come questi che ti ho appena detto, servono ad alimentare e tenere la fiamma sempre accesa. Un’ultima domanda… Chi secondo voi, tra i riders italiani ha dato un notevole contributo alla scena street italiana? SCIENZA: Sicuramente primo su tutti Tato Chiala, è lui che ha tracciato per primo la via per arrivare a quello che abbiamo oggi. Subito dopo troviamo Devid De Palma e Marco “Jhonny” Morandi, anche loro hanno saputo fare sicuramente qualcosa di molto buono. Come stile invece mi piace molto il mio amico Tommaso Lanza, è uno che ci sa fare. TOMMY: Sicuramente la crew di Lemon 8 con Oliver Mondino e Max “Zeman” Galfrè. Loro hanno veramente dato inizio alla scena snowboard italiana in generale, sono la nostra storia. Ovviamente subito dopo di loro, c’è Tato Chiala, che con il suo stile e la sua esperienza ha saputo sicuramente far fare un ottimo salto di qualità all’interna scena.
all, I am a city boy who has always skateboarded, so my style went into that direction quite naturally. However, I want to point out that I am a 360° mountain lover. If I think about it, we members of HG were the first to try street style and to wear narrow trousers, so much so that the locals and the park attenders used to call us ‘The Rotten Ones’. I must say that the right day in fresh powder is worth more than a thousand in street although they are two totally different things that shouldn’t be compared. In some interviews in magazines like Sequence or LikeMilk.com, people said that those who choose rails, do so because they can’t jump. What do you think? TOMMY: It can be true, since I won’t deny that I can’t jump, because big kickers belong to a discipline I have never committed myself to. Those who claim that are probably people who go to parks like Livigno, Senales and so on, where the big kickers are similar to rails and boxes at Bardonecchia. We all have our own style. SCIENZA: Maybe, but It’s also true that those who jump can’t do rails. They were probably maliciously implying that rail riders are lacking something. In the year 2013 we can’t say things like that, we can’t compare one style with another, since at global level there are some pros specializing in one discipline and other pros in another one, and they are all considered top class athletes. Let’s talk about Finland. What did that adventure mean for you? SCIENZA: Snowboarding in Finland means to compete with the best on the world scene. You find the bests spots and the best riders there. Because you have to compete with the best I understood all about being humble. If we decide to ride on a rail in Italy, we know that we are only competing with other Italians like us. On the contrary in Helsinki spots have been tried by hundreds of riders from all over the world, like Eero Ettala, Jp Walker, Lauri Heiskari and many more. There is another difference: their tricks are something else. What still drives you to snowboard at night in the cold, make sacrifices, spend money and damage your body? TOMMY: Clearly I don’t do it for the money, but for a total passion and love for this sport. Obviously you enjoy sharing incredible experiences with your friends, who right from the start believed in the same things you believed in. Moreover it’s nice and stimulating to have interviews or photos published where you are the protagonist. I can’t deny it’s a great satisfaction. Well, passion is at the basis of everything and then the things I just mentioned help to fuel it. One more question. Who, among the Italian riders, has contributed more to the Italian street scene? SCIENZA: Number one is Tato Chiala, who was the first to mark the route we are following today. Devid De Palma and Marco “Johnny” Morandi follow: they have been good for the discipline. In terms of style I really like my friend Tommaso Lanza: he knows what he’s doing. TOMMY: Without any doubt, the Lemon 8 crew with Oliver Mondino and Max “Zeman” Galfrè. They set up the general Italian snowboarding scene, they are our history. Tato Chiala comes next: he has contributed to raise the level of the whole scene, thanks to his style and experience.
SCIENZA
TOMMY
txt: denis piccolo
NICOLò PEZZATO BY ANDREA SCHILIRò
MARCO GRIGIS BY DENIS PICCOLO
SIMON GRUBER BY MATT GEORGES
FILIPPO KRATTER BY DENIS PICCOLO
Eccoci arrivati alla terza edizione dei Sequence Riders Awards, nelle ultime edizioni Simon Gruber ha fatto da padrone, ma giovani leve crescono ed iniziano a dimostrare a livello nazionale e sopratutto a livello internazionale il loro valore, a suon di bombe su kicker enormi... ne sono stato testimone, poche settimane fa in Colorado. In quest’edizione le categorie in discussione sono: Miglior Rider Assoluto, Miglior Park Rider, Miglior Jibber & Street Rider, Miglior Backcountry Rider e Miglior Video Part. Abbiamo nominato 12 giudici che lavorano a stretto contatto tutto l’anno con i pro italiani, in modo tale da ottenere un giudizio più realistico possibile, ecco chi ha votato: Giacomo Kratter (Coach National Team), Alessandro Benussi (Coach National Team B), Denis Piccolo (Direttore Sequence Snowboarding), Enrico Santillo (Direttore Likemilk.com & The Pill), George Boutall (Art Director Sequence Snowboarding), Lance Behind Mag (Web Director Sequence Snowboarding), Alessandro Miniotti (Random Video Production), Davide Spina (Random Video Production), Roberto Bragotto (Senior Photographer Sequence Snowboarding ), Marco Morandi (Different Vision Production), Giacomo Margutti (Direttore En3+Snowboard Mag), Lorenzo Fizza Verdinelli (Senior Photographer En3+Snowboard Mag). Inoltre dal nostro sito di LikeMilk.com e dalla nostra pagina ufficiale di Facebook “Sequencesnowboarding” abbiamo decretato insieme a voi il vostro rider preferito il “Sequence Reader’s Awards”.
STEFANO BERGAMASCHI BY ANDREA SCHILIRò
Here we are at the third edition of the Sequence Riders Awards, in the past editions Simon Gruber has been the undisputed dominator, but now he’s threatened by the new breed of young riders who are starting to sdisplay their talent on a national and international scale, destroying huge kickers along the way. I have witnessed it with my own eyes on a trip to Colorado just before the end of the year. For the third edition the categories at stake are the following: Best Rider, Best Park Rider, Best Street Rider, Best Backcountry rider and Best Video Part. We nominated 12 judges that work closely with Italian riders all year long in order to obtain the most realistic results possible, here’s the list: Giacomo Kratter (National A Team Coach), Alessandro Benussi (National B Team Coach), Denis Piccolo (Sequence Snowboarding Editor in Chief), Enrico Santillo (Director of Likemilk.com & The Pill), George Boutall (Art Director of Sequence Snowboarding), Lance Behind Mag (Web Director of Sequence Snowboarding), Alessandro Miniotti (Random Video Production), Davide Spina (Random Video Production), Roberto Bragotto (Senior Photographer for Sequence Snowboarding ), Marco Morandi (Different Vision Production Founder), Giacomo Margutti (Editor in Chief of En3+Snowboard Mag), Lorenzo Fizza Verdinelli (Senior Photographer for En3+Snowboard Mag). Furthermore from our website likemilk.com and our official Facebook page “Sequencesnowboarding” we have given you readers the opportunity to pick your favourite rider for the “Sequence Reader’s Award”.
2: simon gruber 3: kevin kok Negli ultimi anni è cresciuto a dismisura, il suo livello è un costante crescendo, da miglior Under 18 quest’anno è riuscito a vincere il più ambito dei Sequence Awards il miglior rider in assoluto italiano, ma come se non bastasse si è anche aggiudicato l’Awards del miglior park rider. Il suo coach Giacomo Kratter stravede per lui e ripone molte delle sue speranze per le imminenti olimpiadi, gli sta trasmettendo tutta la sua grinta per imporsi nei più importanti contest del pianeta, secondo Giacomo lui è uno dei top 3 al mondo della sua leva. Futuro. In the past few years he has grown in all directions, his level of riding is getting better and better, from last years “Best under 18 Rider” he has managed to step it up to the ambitious “Best Rider”, and as if that wasn’t enough, he also achieved “Best Park Rider”. His coach Giacomo Kratter esteems him and has big hopes for him in the up coming olympics. Giacomo is passing on to Marco all of his energy to help him dominate contests world-wide and is convinced that he’s one of the three most promising riders of his age. The Future.
MARCO GRIGIS BY lorenzo belfrond IN VAL SENALES PORTRAIT BY DENIS PICCOLO
NICOLò PEZZATO BY ANDREA SCHILIRò IN HELSINKI FINLAND
FILIPPO KRATTER BY ROBERTO BRAGOTTO IN ARLBERG AUSTRIA
2: Tato Lorenzo Chiala 3: Stefano Bergamaschi
2: Simon Gruber 3: Lukas Goller
Nicolò Pezzato solamente 365 giorni fà era uno sconosciuto a tutta la scena ed a tutti i media. Gli è bastato un Inverno ed un viaggio in Finlandia per ottenere una spessissima video part in “Everybody IS In” di Random ed un interview con cover da urlo su Sequence Snowboarding. Quest’anno che ha preso confidenza con il successo dove può arrivare? Scoperta.
Filippo Kratter lo conosco da più di dieci anni, e mi sento di dire che dopo le sue spettacolari parentesi in California per le videopart nei video Ammerigani, questa è stata una delle sue stagione preferite, dove si è divertito di più ed ha dimostrato a molti pivelli che atterrare in powder è molto diverso che atterrare su un perfetto landing in park, se si parla di atterraggi in fresca lui è ancora il migliore. Stile inconfondibile.
Only 365 days ago Nicolò was a stranger to the scene and to the media. It took him just one season and a trip to Finland to achieve a heavy video part in “Everybody Is In” and a full interview, with a gobsmacking cover, in Sequence Snowboarding. Now that he’s getting comfortable with the hype what is he capable of next? The Newcomer.
I’ve Known Filippo for over a decade and I feel I can confirm that, apart from his amazing seasons spent filming in California for some of the biggest American video companies, this has been his best season for him, where he had the most fun and where he had the chance to show to a lot of rookies that landing in powder isn’t quite the same as landing on park jumps. If it’s powder we’re talking about, he’s still the best! Style Master.
SIMON GRUBER BY ROBERTO BRAGOTTO IN ARLBERG AUSTRIA
2: Lorenzo Buzzoni 3: Nicolò Pezzato
2: Stefano Benchimol 3: Marco Grigis
In tutte le categorie Simon Gruber è presente nel podio, questo vuol dire che ci troviamo davanti ad un rider maturo, che sa affrontare qualsiasi tipo di terreno e di situazione. Grazie alla sua esperienza con Isenseven ed agli infiniti shooting europei, gli sono bastati pochi giorni di filming per guadagnarsi la miglior video part dell’anno, tratta dal video Random. Adoro shottare con lui, dove gli altri rider non vedono nulla lui si inventa kicker per volare sopra metri di powder, pronto ad atterrare con il suo stile aggressivo. Guerriero creativo.
Odiato, amato, idolatrato, sfacciato... mille sono gli aggettivi che sta collezionando Stefano Bergamaschi nella scena italiana. Ma con più di 1000 like lo avete scelto come il vostro rider preferito, lui insieme a tutti i fedeli di Gnarcolate colora di ironia e sfacciataggine le pagine dei nostri Facebook, ma non solo. Rimane sempre e comunque uno degli street rider più potenti della penisola tricolore, quando gli altri scoprivano i box nel park davanti a casa, lui era in Finlandia a filmarsi la sua video part nel video di Cold Focus Production. Precursore.
Simon has made it on to the podium in nearly all categories, this means that we’re talking about a mature rider that knows how to take on any kind of terrain and any kind of situation. Thanks to his long experience with Isenseven and a countless number of photo shoots throughout Europe, it took him only a few days of shooting with the Random crew to achieve “Best Video Part”. I love shooting with him because where most riders see nothing, he invents tranny’s and kickers that allow him to fly over meters of powder, always ready to land with his aggressive style. Creative Warrior.
Loved, hated, worshiped, criticised… thousands are the reactions that Stefano has collected in the Italian snowboard scene. But with more than 1 thousand “likes” you have chosen him as your favourite rider. Stefano, together with his Gnarcolate crew, fill the scene with irony and spark and he remains as one of the most powerful street riders the nation has to offer. When everyone else was discovering park boxes and rails, he was already in Finland logging video parts with Cold Focus Productions. Pioneer.
STEFANO BERGAMASCHI BY ANDREA SCHILIRò IN HELSINKI FINLAND
LORENZO BELFROND ALESSANDRO BELLUSCIO ROBERTO BRAGOTTO ROBERTO NANGERONI
STEFANO MUNARI BY ROBERTO BRAGOTTO IN ALPE DI SIUSI
GIORGIO CIANCALEONI BY ROBERTO NANGERONI
FILIPPO KRATTER BY ROBERTO BRAGOTTO IN ARLBERG AUSTRIA
MATTEO FERRARIS BY LORENZO BELFROND AT MONGINEVRO
TATO CHIALA BY ALESSANDRO BELLUSCIO IN BARDONECCHIA
BEYOND PRINT
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A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON
APO ISIS
APO selekta
burton hate RESTRICTED
capita DBX 157
La tavola perfetta per le rider amanti della Powder e delle curve veloci in pista. Molto stabile e precisa, il modello Isis vi trasmetterà la giusta sicurezza per osare nelle vostre session di riding. Il Rocker Camber la rende molto versatile, in modo da donarvi una surfata davvero rilassata.
Siete in cerca della soluzione adatta al vostro stile da jibber? Questa è sicuramente la vostra possibile scelta! Perfetta per l’Urban Riding e per il Park, con il modello Selekta riuscirete a progredire e a raffinare il vostro stile. Risponde ottimamente anche nei Jump più enormi, mantenendo una dinamicità davvero sensazionale!
Un altro gioiello della linea Restricted di Burton Snowboards. Con la Hate i vostri Press riusciranno a migliorare in stile e tecnica, la sua estrema morbidezza inoltre vi aiuterà a dare ai vostri trick un tocco davvero personale. Davvero stabile nelle alte velocità grazie al sistema Flat Top che in curva garantisce una perfetta aderenza con il suolo.
Il modello Biddy è la tavola più versatile che una donna possa desiderare. Il suo sistema Anti Camber, di forma piatta, le dona un’alta performance che si adatta in ogni situazione. Dal Park, alla Powder, riuscirete a divertirvi senza fatica. Per le rider più varie e colorate, quelle che amano vivere “il bello” di ogni situazione!
dc biddy
drake urban
drake misty
forum THE HONEYPOT
Il modello Biddy è la tavola più versatile che una donna possa desiderare. Il suo sistema Anti Camber, di forma piatta, le dona un’alta performance che si adatta in ogni situazione. Dal Park, alla Powder, riuscirete a divertirvi senza fatica. Per le rider più varie e colorate, quelle che amano vivere “il bello” di ogni situazione!
Camber classico per atterraggi perfetti e puliti, pieno controllo e perfetta stabilità ad alte velocità. Questa è la nuova Urban, una tavola incredibilmente morbida e reattiva con un Pop davvero da urlo! L’anima in Combo Impact e la soletta estrusa ti aiuteranno a distruggere ogni struttura senza pensieri! Vuoi divenire un pro? Inizia da qui!
Nata per tutte le rider che vogliono prendere d’assalto qualsiasi struttura nel Park. Permissiva nei Press ed estremamente divertente nel Jibbing! Il Flat Camber insieme allo Shape Twin con anima Combo Jib garantiscono un Pop estremo. Il tuo stile di riding migliorerà nettamente!
Il park è la meta perfetta da scegliere per quando avrete l’onore di salire a bordo di questa vera e propria belva. Una macchina mangia Kicker, sicura di se in ogni situazione. Il sistema Flat Rocker le dona una caratteristica di estrema versatilità in ogni terreno, e performance assoluta nei casi in cui necessitiamo di una forte stabilità.
A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON
hostile ALEX B
nitro ROOK
nitro haze
ROUGH foundation series
Il grande BMX Rider e Snowboarder Alessandro Barbero è pronto per offrire la sua sapienza, al fine di regalarvi emozioni uniche. Ideale per il Pipe con Camber tradizionale per una massima stabilità e massimo controllo. Lo Shape Twin Tip è perfetto per il Freestyle, una vera macchina da Park. Iniziate a sgasare, lei è pronta a sfogarsi!
Vincitrice di moltissimi Test e premi a livello internazionale, la Rook è ormai una vera e propria leggenda di casa Nitro Snowboards. Questa True Twin Tip ad alte prestazioni, è allo stesso tempo sia facile che potente, sia docile che reattiva. Il Pro Rider Austin Smith ne va fiero, portandola nelle sue session in Park o Backcountry. Se l’ha scelta lui, non potete dire di no!
La Haze è una tavola davvero efficace e semplice allo stesso tempo. Dinamica, precisa ma divertente, con un Flex morbido ed un’anima in legno di Pioppo per tutta la sua lunghezza. Per capire l’efficacia di questa tavola vi diciamo che il grande Jon Kooley, di lei ne ha fatto la sua prima scelta! Urban Riders all’attacco!
Uno stile unico pensato per soddisfare le esigenze dei Jibber più hot senza tralasciare però, i riders meno esperti che vogliono accelerare il loro apprendimento. L’anima WDT Antishock Core, le dona una flessibilità longitudinale rimanendo molto morbida in fase di torsione. Inverted Camber, Hammer Head Tip e Tail Shape per una manovrabilità record!
ride KINK 152
SANTA CRUZ THE DUFF
SLASH STRAIGHT
SMOKIN SUPERPARK
La nuova Kink è la scelta ideale per chi vuole iniziare seriamente a progredire in Park e Pipe. Ovviamente si adatta senza alcun problema anche a chi di esperienza sulle spalle un po’ ne ha. Jibbare e saltare in massima scioltezza, progredendo quotidianamente. Una delle preferite del team di Ride Snowboards!
La birra preferita del grande Homer Simpson diventerà anche la vostra tavola da snowboard preferita. Ingredienti di prima qualità sono stati scelti per questa tavola da snowboard che vi darà modo di divertirvi in Park come non mai. Versatile, morbida, ideale per ogni esigenza. Ricordatevi sempre di bere responsabilmente!
La Straight è la soluzione perfetta per i veri amanti della montagna, per quelli che del Freeride e del rispetto per la natura, ne fanno una necessità di vita. Tavola direzionale con Flex duro, è costituita da un’anima ecologica rinforzata con fibre di lino e basalto, che garantisce una resistenza maggiore rispetto alle classiche fibre di vetro.
La vostra scelta per questa tavola Freestyle potrà orientarsi verso un Camber Tradizionale o un Clash Rocker, con Camber positivo, esterno agli attacchi e negativo al centro. Una vera regina del park, Twin Tip dal Flex ottimale per Ollie esplosivi. Molto leggera grazie al sistema VDFLU (Variable Density Fiberglass Layup), che distribuisce le fibre in vetro solo nei punti necessari.
A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON
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Verticale Surf Shop è il negozio che dal 1992 ha fatto la storia nello snowboard, nel surf e nello skate. Due punti vendita: a Firenze e all’Abetone. Quest’ultimo con un grande noleggio, con il suo centro Demo Burton e la Scuola Snowboard Verticale.
SHOP ONLINE AT VERTICALE.IT Verticale Firenze via Ponte alle Mosse 41/b tel. 055/333254
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“Quando non c’era instagram.” TXT & PIC: massimo “Zeman” galfrè riders: oliver mondino, stefan senftner, alessandro miniotti, filippo kratter
Anche se è un titolo postumo, perché questa foto è stata scattata all’incirca 8 anni fa, a me piacerebbe che questa foto si intitolasse così: “Quando non c’era Instagram...”. Mi piace ricordarla così, perché a guardarla ti da veramente il feeling d’essere una vecchia foto, anche se poi così tanto vecchia non lo è, soltanto che è stata fatta con una vecchia macchina. Mi ricordo piuttosto bene quando la scattai, era all’uscita di un 7Eleven, alla fine dell’autostrada 395 in California. Quel trip, me lo ricordo piuttosto bene, essendo che io viaggiavo con Lauren in macchina e davanti a me, su di un van della Chrysler, c’era il resto della banda. Mi sembra fosse fine Primavera, stavamo viaggiando da Mammoth a Newport, ed era il 2004. Potrei dilungarmi su tutti i particolari di questa foto, dal tipo d macchina usata, al rullino utilizzato, piuttosto che alle T-shirt che i ragazzi hanno addosso (ad esempio quella che ha indosso Filippo, gliel’ho inculata e la uso ancora!). Con il senno di poi, non avrei mai potuto immaginare cosa stavo immortalando, in uno scatto fatto ad 1/50 di secondo... Ora vi spiego cosa intendo...anche se 1/50 è una frazione di secondo, a livello di ricordi può contenere una quantità di ricordi gigantesca, raccontabile e quantificabile soltanto in giorni. Del tipo... questo è stato l’ultimo viaggio da pro-snowboarder di Speak (il primo da sinistra) in America, 3 giorni dopo questo scatto tornò in Alto Adige e successivamente, iniziò a maturare in lui l’idea di applicarsi sempre di più come chef, finendo così nel 2006 ad aprirsi il suo ristorante a Sesto Val Punteria. La T-shirt che ha Killer invece, penso sia una delle ultime T- shirt Iuter fatte in serigrafia e monocolore, comunque una delle prime fatte da Iuter, da li in poi l’evoluzione di Iuter è stata pazzesca. Per quanto mi riguarda, la sera stessa di questo scatto, conobbi un certo Mike McHale, che a voi non dirà molto, ma oggi lui è mio cognato! Sembrerà assurdo, specialmente per chi
SPOT: california
conosce bene le mie abitudini, che Io mi ricordi così bene tutti questi particolari, ma li ricordo eccome. Forse la cosa che mi ricordo e che mi fa più ridere è che c’è una costante in questa foto, Filippo e Magic The Gathering! Voi direte... cazzo c’entra Magic! Beh anche se sono passati 8 anni Filippo è ancora fully addicted a Magic, tanto che mi ricordo che una volta entrati sulle arterie autostradali di L.A., Filippo si galvanizzo moltissimo quando scopri le potenzialità del Wireless. Pensate che riuscì a fare una partita a Magic, connettendosi da un Wireless all’altro, mentre Lauren guidava. In una parola sola, il ragazzo era euforico, perché erano ormai 4 ore che poteva giocare online! Haha! Adesso non vorrei passare come il nostalgico, ma penso che si sia chiuso un ciclo da quella foto ad oggi, primo perché tutti sia quelli davanti all’obbiettivo, che il sottoscritto dietro l’obbiettivo hanno più di 30 anni e secondo, perché stiamo tutti lavorando a nuovi progetti. Da quello scatto ad oggi, Killer ha sempre prodotto video di snowboard e quest’anno sarà il primo anno, che spenderà lavorando su nuovi progetti e non sullo snowboard. Speck come ho già detto ha aperto a Sesto il suo ristorante, Filippo è ancora li che snowboarda ma so, che anche lui sta preparando le basi per una vita non da pro-snowboarder e per quanto riguarda me ed Olly entrambi lavoriamo in office tutti i giorni dal Lunedì al Venerdì. La morale è una sola, se qualche ragazzo neo-20enne sta leggendo questo articoletto, sappia che è fondamentale scattare una marea di foto (se in analogico meglio, ne perderai molte meno), anche quelle più insignificanti come questa, che non rappresenta altro che 4 soggetti in un parcheggio, ma un giorno potrà raccontare un sacco di storia, vi farà commuovere e vi farà sentire dei vivi. Perché ricordatevi, finchè un uomo ha una storia da raccontare, sarà un uomo vivo! Se poi avrà anche una foto da mostrare, sarà un uomo in grado di fare emozionare!!
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