Sequence Magazine 51 It

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Don’t ask me how, but he really did it. Yes, Nils was a bit afraid before this last try of his - basically in the dark. But when the sky changed into this kind of colour, he just couldn’t resist and he went for it. 3, 2, 1, go - a shot in the dark! The crazy thing is that he was even able to stomp one of the best landings of the entire season. NILS ARVIDSSON BY CYRIL IN ARLBERG, AUSTRIA




Riding and shooting days on the mountains usually begin early and end late, sometimes very late. Most of the times it happens that you get the best light right at the end of your day, when the strength and the level of stokedness are down at the bottom on a scale 1-10. But it’s right during sunset that light modifies the view, and it’s always in that moment you always get The Shot. GARRETT GIBB BY MATT GEORGES IN MAYRHOFEN, AUSTRIA


Rolle Pass is Simon’s own thing. Any spot up there, he has already put his mark on with his amazing style. To a photographer it is pretty darn good shooting in a place where a rider feels like home as he knows all the secrets. You find shortcuts, risks are less and most of all you can get gnarly shots like this one here. MARKUS KELLER BY MATT GEORGES IN ALBERG, AUSTRIA



TXT: GIACOMO MARGUTTI PIC: MATT GEORGES RIDER: MARKUS KELLER

Flashback. Ultimi giorni di novembre 2015. Io e Denis siamo in auto, stiamo tornando a casa dopo essere stati a vedere un posto meraviglioso: la nuova fabbrica di Capita – il meglio che ci sia sul pianeta in quanto a ratio costruzione tavole / sostenibilità ambientale. Le tavole sono belle, bellissime, l’ambiente non ne risente ma più che altro tutta la fabbrica è un gioiello di stile qualitativo. La questione ecologia-verde non viene messa in secondo piano, ma uno viene più colpito dallo stile con cui hanno costruito questa bellezza e da tutto il resto. Uno magari non ci fa tanto caso all’ambiente oppure non bada alle questioni legate all’ecologia, ma alla fine si fanno i conti e si riflette anche su come sta la nostra Terra. Specialmente in questo periodo. Comunque, stavo dicendo: io e Denis stiamo tornando. Uno crede che dato che è 20 anni che andiamo in montagna per lavorare, ormai lo sappiamo che può capitare di tutto. Specialmente a fine novembre. E infatti... cerchiamo di tagliare la strada di una settantina di chilometri quando sta già nevicando, poco

ma costantemente, da un paio di ore. La nostra Fiat Punto affittata si arrampica con fatica lungo i tornanti della tortuosa stradina quando si accorge anche lei che le mancano delle cose che di solito servono d’inverno: le gomme, appunto, invernali. E chi se lo aspettava che nevicasse così presto? Bene da una parte, male dall’altra. L’inaugurazione di una nuova, stupenda, fabbrica di tavole non è stata mai migliore di questa, battezzata con la bianca visitatrice che scende copiosa dal cielo. Ma noi rimaniamo bloccati per un’oretta, tentando e ritentando la sorte ma... ma niente da fare. Dobbiamo tornare indietro e rassegnarci a prendere l’autostrada. Un solo pensiero ci consola: il fatto che magari quest’anno siamo tutti più fortunati e avremo tantissima neve fresca già da fine novembre! Al diavolo tutti i pessimisti, i verdi, gli ambientalisti e i gufi che continuano a ribattere cose noiose come l’innalzamento della temperatura globale del pianeta eccetera. Guardate qui, nevica! Ora, infatti, al diavolo i cattivi pensieri, godetevi questo numero di Sequence. Il resto, i conti, li facciamo alla fine.


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DIRECTOR

Murio, Alessandro “Killer” Miniotti, Davide Spina, Arturo Bernardi, Ales-

Americo Carissimo

sandro Belluscio, Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Lorenz Holder, An-

EDITOR IN CHIEF

drea Rigano, Marco “Boiler” Boella, Luca Benedet, Vasco Coutinho, Cyril

Denis Piccolo (denis@jpgedizioni.com)

SUBSCRIPTIONS

PHOTO EDITOR

Michaela Stefania

Cristian “Murio” Murianni (murio@jpgedizioni.com)

ADVERTISING

ART DIRECTOR

benvenuti@jpgedizioni.com +39 333 7741506

George Boutall (george@evergreendesignhouse.com)

EDITOR

COPY EDITOR

Jpg Edizioni di Salvatore Paolo, Piccolo Denis, Murianni

Giacomo Margutti (gmgt@me.com)

Cristian. Via Colle di Andromeda 4, 65016 Montesilvano (PE)

ILLUSTRATIONS & LETTERING

Tel: (085) 9151471 | Fax: (085) 9151230 P.IVA: 01875110684 |

George Boutall (george@evergreendesignhouse.com)

www.likemilk.com | benvenuti@jpgedizioni.com

COMMERCIAL DIRECTOR

OFFICES

Paolo Salvatore (paolo@jpgedizioni.com) +39 393 9927462

Via Pellegrino Rossi 81, scala C, Milano

WEB LIKEMILK.COM EDITOR

PRINT

(sequence-magazine.com) & matteo rossato (ross@jpgedizioni.com)

Grafiche Ambert, Via per Chivasso 27, Verolengo (TO) 011 9149227

PHOTO SENIORS

DISTRIBUTION

Denis Piccolo, Matt Georges

Freepress Sequence Snowboarding rivista mensile registrato

FILMER SENIORS

al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/15

Marco Morandi

COVER

PHOTOGRAPHERS & FILMERS

Denis AustinPiccolo Smith By Cyril


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GIGI’S SELECTION PICNIC IN THE PARK JIB STICKS RED WINGS X BURTION ION TECHNINE HISTORY ASMÒ BOARD SHAPING STREET CRED DRAKE COLLECTION THE MOTHERSHIP SUPER TRICK SNOWFLAKES NICHOLAS BRIDGMAN CATCHING AIR IN CERVINIA SCOTT STEVENS NEVER FORGET PASSO ROLLE WORD OUT

BY MATT GEORGES



PIC: MATT GEORGES

BOARD: Slash ATV BINDINGS: Union Contact Pro BOOTS: Nike Kaiju GOGGLES: Dragon Apx GLOVES: Celtek Trippin PROTECTION: Slyteck Backpro


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PHOTO: MATT GEORGES

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ITW: DENIS PICCOLO PIC: FIZZA

PARLAMI DELLA STAZIONE SCIISTICA DI OBEREGGEN: Obereggen si trova nello Ski Center Latemar, membro del Dolomiti Superski - il più grande consorzio impianti al mondo, annoverato tra i migliori comprensori sciistici delle Alpi. La conferma di ciò arriva anche dai numerosi premi internazionali conferiti allo Ski Center Latemar che offre moderni impianti di risalita e piste assolate con ogni grado di difficoltà. In sintesi: 48 chilometri di piste tra cui piste per sci e slittino notturni, due snowpark - di cui uno illuminato e aperto in notturna tre sere a settimana, un halfpipe, tre parchi per bambini e numerosi rifugi accoglienti, ottimi per ristorarsi e divertirsi a fine giornata! Grazie al potentissimo impianto di innevamento programmato da noi il divertimento è assicurato ogni stagione da fine novembre a Pasqua. Gli ospiti più esigenti possono godersi inoltre gli oltre 100 chilometri di piste delle aree sciistiche della Val di Fiemme/Obereggen con un solo skipass oppure il carosello del Dolomiti Superski: oltre 1200 chilometri di piste immerse nella bellezza unica delle Dolomiti. TOP 10 MOTIVI PER VISITARE OBEREGGEN IN INVERNO: 1. Neve garantita e 48 chilometri di piste perfettamente preparate e di ogni grado di difficoltà nello splendido scenario delle Dolomiti, dichiarate dall’UNESCO patrimonio naturale dell’umanità. 2. Preparazione professionale delle piste, pluripremiata e annoverata tra le migliori del mondo; moderni e veloci impianti di risalita, che incrementano il divertimento e riducono i tempi d’attesa. 3. Uno dei migliori snowpark d’Italia con il suo halfpipe e le sue tante strutture: tutto esposto al sole

e perfettamente shapato. 4. Il nuovo night snowpark con una jibline davvero cool (aperto di giorno e illuminato dalle 19 alle 22 tre volte alla settimana). 5. Sci e slittino notturni (fino alle 22, tre volte alla settimana) su piste illuminate artificialmente. 6. Parco per i bambini Brunoland, asilo dello sci YETI club e il nuovo snowpark per i piccoli. 7. Pista da slittino illuminata di 2,5 chilometri e lunghi sentieri per le escursioni invernali affacciati su un panorama mozzafiato. 8. Variegata ed eccellente gastronomia nei rifugi che offrono specialità altoatesine e italiane. 9. Professionale centro servizi e di noleggio presso la stazione a valle e il moderno deposito sci per non dover più trasportare l’attrezzatura. 10. Facilmente raggiungibile in soli 20 minuti dall’uscita autostradale di Bolzano Nord/Val d’Ega. DA QUANDO È PARTITO IL PROGETTO PER CREARE UN PARK? Da 20 anni, lo snowpark di Obereggen è annoverato tra i migliori e più grandi snowpark d’Italia, fonte di divertimento e gioia per principianti e professionisti. Il park, che comprende anche uno dei pochi halfpipe italiani, si trova sulla pista Pampeago, servita dall’impianto di risalita di Obereggen. Lo snowpark è progettato e curato da F-Tech, uno dei più importanti creatori di snowpark dell’arco alpino. L’assistenza e la manutenzione professionale quotidiana (manuale e per mezzo di gatti delle nevi) garantiscono un elevato standard di qualità e sicurezza. L’halfpipe viene shepato 2-3 volte alla settimana con la pipe machine. Inoltre, gli shaper sono responsabili anche dell’ottima musica della “Club house” del park con la sua chill area panoramica ed assolata.


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Strumento altamente performante da park, che lascia poco spazio alle lamentele o alle parole inutili: la Name Dropper parla per sé, grazie a un miglior grip, takeoff più semplici e atterraggi sempre precisi.

Il nuovo re del pop. Questa Process non vede l’ora di entrare in azione, allineando le prestazioni con il tuo stance per la massima geometria focalizzata sul park. I pro la scelgono per le loro avventure più freestyle.

Vincere per tre volte il rinomato premio Good Wood di Transworld ed essere una protagonista indiscussa di un sacco di video di gente pro famosa in tutto il mondo… beh, non può essere una coincidenza.

Dallo street al park, la curvatura Lock&Load ti farà divertire se vuoi spingerla al massimo, mentre il leggerissimo Stratus Core perdona eventuali sbavature. La Ply di quest’anno presenta grafiche di un artista leggendario: Sean Cliver

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DRAKE DF1

DRAKE DF2

FLOW ERA

Un mezzo direzionale da freestyle nato per navigare sulla neve direttamente nell’occhio del ciclone, anche in switch! Sviluppata da Devun Walsh, spicca per il profilo Micro Camber e la leggerezza della lamina in carbonio/kevlar.

La DF 1 è la definizione di forza: una miscela perfetta tra precisione, resistenza e manovrabilità. Con il suo camber classico e la doppia striscia in carbonio da punta a coda, non solo il massimo della risposta e dell’aderenza, ma anche un pop dannatamente esagerato.

Microcamber e shape twin tip, per una tavola super reattiva, facilmente manovrabile e precisa. Con barre in carbonio per ollies più grossi con aggiunta di potenza e flessibilità.

Ogni volta che ci si mette ai piedi una tavola pro-model, ci si sente già un po’ più bravini. Una true-twin con un profilo rocker ibrido e un flex medio per divertimento assicurato in qualsiasi condizione. Morbida, ma “poppy” nel flex, rigida sotto i piedi ma giocosa in mezzo agli attacchi.


J AK E B LAUV ELT J AKE WELCH

HANA BEAMAN

YUKI KADONO

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BY THE EDITORIAL STAFF

K2 FASTPLANT

LIB TECH PHOENIX

LOBSTER FREESTYLEBOARD

NITRO AFTERLIFE

Nessun’altra tavola ha un pop così pronunciato e può fare degli slash più grossi e lunghi di questa K2 Fastplant. L’arma preferita per il freestyle dai rider del team K2 come Jake Kuzyk e Matt Belzile.

Per i miei gusti questa tavola non avrebbe bisogno di altre spiegazioni, oltre a: 1.Jamie Lynn e 2.Grafica. tavola aggressiva ovunque grazie al suo twin direzionale, ottima per tutti dai beginner ai pro.

La tavola più aggressiva di tutta la gamma creata per i rider esigenti che cercano un twin tip potente e versatile che non teme nessun terreno. che si tratti di decollare da un kicker o saltare giù da un cliff in powder, questa tavola non vi deluderà mai.

Una tavola così performante che quasi spaventa. È stata progettata per aiutarti a portare i tuoi trick ad un altro livello, anche ben al di fuori del park, fino al backcountry grazie al suo shape Twin Tip e il facile e permissivo camber Cam-Out.

NITRO EERO ETTALA

RIDE BURNOUT

RIDE KINK

SLASH SPECTRUM

Vero twin tip al 100% con sciancratura dual degressive, ma con tutte le caratteristiche di pop e reattività che lo hanno reso conosciuto e apprezzato da snowboarder di tutto il mondo. Grafica disegnata da Eero stesso!

Tavola tutto muscoli con tanta tanta potenza (come lascia intendere la sua grafica dedicata alle muscle cars americane), perfetta per alzare l’asticella del vostro riding e passare finalmente ai jump della linea XL.

Altra tavola semi-novità nella linea di Ride per la stagione 2015/2016: l’arma perfetta per il jibbing, la Kink, ha fatto un facelift per presentarsi con un nuovo shape, una tecnologia più avanzata e la grafica pensata dal leggendario artista Sean Cliver.

La Spectrum è il Twin Tip da freestyle che grazie al profilo piatto 0 Camber garantisce maggior contatto con la neve. È una tavola versatile e permissiva.


rk & Nightpark Setup Snowpa RK: SETUP SNOWPA ked Rainbow Box, Kin m), n Rail, Halfpipe (100 m, 4,5 ow il,D Ra , Rail, Wallride, 10 Kicker (2 – 16 m) , Roller, Straight Fun Box, Mini Spine ked Mila Milk Box (Special), x, Kin le Tube, Fun Tube, Flat Box, Down Bo Up Box, Up doub ramide) (Py Box, Rainbow Box, ip rsh Sta Box, Straight Box, Kinked x, Bo e ram A-F C-Box,

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NEW SETU BOARDERCROSS BANKED SLALOM P & NEW KIDS SETU

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NEW STRUCTUR Double Kink Rail Down Rail

K: la pista Obereggen SETUP NIGHTPAR ma, gi, ve, ore 19:00 – 22:00 lungo di ate ser lle Aperto ne ore 8:30 – 16:30 e tutti i giorni dalle Wave Box x Down Box Rainbow Wave Bo STRUCTURES: nk Ba Kicker s Up & Down Box Kid e Down Tub Up & Down Tube Butter Rail

(2A)

rk .com/snowpa en g eg er b .o w RK // ww EGGEN.SNOWPA ER B /O m o .c k www.faceboo


TXT: EDITORIAL STAFF PICS: DENIS PICCOLO

Esemplare unico e dalle molteplici qualità, questo scarpone è nato dalla collaborazione con Red Wing®: gira in tavola con precisione e cammina con stile. Vera e genuina pelle Red Wing (impermeabile e costruita negli Stati Uniti) incontra la costruzione dello scarpone Burton: prestazioni garantite con tanto, tanto stile. Per quei rider che vogliono sia le alte prestazioni garantite Burton e lo stile della pelle pieno fiore di Red Wing, quest’edizione speciale del Burton Ion unisce la vera pelle impermeabile Red Wing® con le caratteristiche pazzesche che sono il tipico marchio dello scarpone leggendario uscito dalla fabbrica di Burlington, nel Vermont. Le tecnologie comprovate dello Ion come il Total Comfort e l’ammortizzazione AutoCANT EST® donano un controllo preciso e una fantastica immediata sensazione “fuori-dalla-scatola”, mentre la scarpetta Infinite Ride 4 equivale a un comfort senza confini, una risposta più veloce più un flex e una calzata che rimangono costanti anno dopo

anno. Il risultato è uno scarpone altamente tecnico che tira linee e stompa atterraggi con uno swag e uno stile che raramente si sono visti nel mondo dello snowboard. LACING: Il sistema di allacciatura Speed Zone™presenta nuovi componenti per il 2016 ed è potenziato dalle New England Ropes in esclusiva Burton con garanzia a vita. Nuovo per questo 2016, l’allacciatura Speed Zone™ora presenta delle guide per i lacci più sottili e ri-profilate per prestazioni superiori e una maggiore durata. Il sistema ti fornisce un controllo dell’allacciatura super veloce consentendoti una customizzazione totale della calzata che preferisci sulla zona superiore e inferiore in pochi secondi. Più potenza significa più risposta e comfort con uno sforzo minore in allacciatura. I lacci New England Ropes aggiungono infine un carattere praticamente indistruttibile che si è meritato la garanzia a vita.


FLEX / RESPONSE: Nuova linguetta 1:1 Firm Flex PowerUP, Tecnologia Shrinkage™ per ridurre l’impronta: riduce l’impronta complessiva dello scarpone di una taglia piena, ovvero una taglia maschile 10 calza come una 10, ma ha l’impronta tipica della 9. Più corto, leggero e meno ingombrante, non sarai più vittima d’indesiderate sporgenze. Questo Ion in versione speciale offre autentica pelle Red Wing con una costruzione da scarpone Burton (è vera pelle Red Wing e deve essere curata in modo adeguato - prolunga la vita degli scarponi pulendo e trattando la pelle di tanto in tanto con il lucido Red Wing, altre info su www.redwingheritage.com CUSHIONING / TRACTION: Intersuola ottimizzata EST® a basso profilo: per una connessione più diretta, EST® va oltre gli attacchi ottimizzando la suola di scarponi selezionati. Profilo più basso, peso minore e una rampa ad angolo ridotto, l’intersuola ottimizzata EST™ abbassa il tuo baricentro e migliora la sensi-

bilità. Tutto senza sacrificare un grammo di ammortizzazione grazie agli inserti super ammortizzanti in B3 Gel. Ammortizzatore AutoCANT: EVA a doppia densità permette al tuo piede di stare in una posizione più naturale e rilassata, migliorando il comfort, riducendo la fatica e garantendo un controllo della tavola più fluido e diretto. Imbottitura ReBounce: il nuovo ammortizzatore ReBounce offre più comfort e più calore, circondando il piede con un doppio strato di soffice laminato 3D in PU con materiale rifrangente, non si limita a ridurre gli impatti e assorbire le vibrazioni, fa anche girare la testa! Lastra riflettente per sacco a pelo, Costruzione Total Comfort, Pannello Pressure Relief sullo scafo esterno, Soffietto interno anti-neve, Plantare Level 2 modellato in EVA, Fiosso di supporto ESS. LINER: Scarpetta Infinite Ride™ 4, Fodera DRYRIDE Heat Cycle™, Gambaletto Tuff, Rad Pad, Spalmatura antimicrobica Aegis™.


Quando Ethan Fortier fondò Technine con gli amici Ali Goulet, Jay Demarais (J3) ed fratellastro Mark Girardi e con l’aiuto del padre Ray Fortier, era un pro rider di 18 anni con zero soldi in tasca da investire. Senza un preciso piano d’azione, Technine si è evoluta con il concetto che la company ed il suo team sono molto più di un’azienda, ma una vera famiglia. La nascita della company è avvenuta nel 1994 quando il jibbing stava vivendo il suo primo momento di Gloria ed I riders tagliavano I nose ed I tail delle tavole per renderle più simili a skateboards. J3 stava sperimentando variazioni sugli attacchi e decise di realizzare un attacco con una lamiera cromata e bugnata come quelle che si vedono sulle pedivelle dei Peterbilt. Ai tempi tutti gli attacchi avevano una base, ma J3 realizzò alcuni archi con fori da attaccare direttamente alla tavola utilizzando degli scarti. “credo che così inventammo il primo attacco baseless” commentò Ethan Fortier. Il padre di Ethan, Ray Fortier, ci mise del suo e fece realizzare i primi prototipi in un’officina di New York, giusto in tempo per il loro debutto al SIA di Las Vegas. Senza uno stand, vendettero migliaia di attacchi, molti di essi diretti in Giappone. Per quanto riguarda il nome, Ethan

Fortier racconta che l’idea è venuta fuori dal fatto che ai tempi ascoltava molto rap. “Non avevamo pistole in tasca ne promuovevamo l’uso, ma il primo attacco era tutto cromato e ricordava una pistol. Così nacque il nome Technine”. L’idea si diffuse immediatamente in tutto il Colorado, non solo perchè il prodotto era effettivamente unico, ma anche perchè molti famosi riders supportavano il brand. Nel 1995 la company sviluppò il suo primo prototipo interamente in plastica, con l’aiuto di Mark Frank Montoya, nei suoi primi anni di carriera da pro. Nel 1996 arrivò il primo modello con archetto in acciaio regolabile e nel 1998 il pro model di Ali Goulet, ai tempi pro rider molto famoso. Dopo anni spesi a raffinare la loro tecnologia degli attacchi in materiale plastic, l’azienda si spostò nella nuova sede a Salt Lake City, allora capitale del Jibbing. La produzione di snowboard era il passo successivo per la company. In coda, accessori e abbigliamento street e outerwear furono presentati nel 2004. L’anno successivo Technine rilanciò con la sua prima collezione di tavole per il pubblico femminile. Dal 2015, Technine si è spostata a Sutton, Canada, vicino ad un’altra jibbing mecca, Montreal. E la storia continua..

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CIAO WOLLE, PARL AMI DEL VOSTRO PROGETTO: CHI, CHE COSA, QUANDO, COME, DOVE? Io e Steve Gruber abbiamo dato vita ad Äsmo nel dicembre del 2006 dopo che ho girato per un po’ di tempo con i Powder Snowskate di Salomon e ho costruito i miei deck per loro. Abbiamo iniziato con il costruire dei Powsurfer single deck ispirati ai Winterstick e abbiamo sviluppato il concetto nei successivi cinque anni. La costruzione generale si è evoluta un sacco durante questi anni e la tavola si è trasformata dall’essere un flat deck a uno shape 3D quasi come un hull. Con questi canali che finiscono in un fin si aggiunge tanto controllo anche se si gira su neve dura e compatta così si riesce ad accedere facilmente dalle resort alle run in powder. Lungo il corso degli ultimi anni abbiamo rifinito sempre maggiormente le nostre costruzioni e abbiamo accresciuto la nostra quiver delle tavole, costruite e customizzate tutte a Mayrhofen, Zillertal, Austria, e le abbiamo spedite praticamente in tutto il mondo.

ULTIMAMENTE C’È STATO UN BOOM DI TAVOLE PER POW SURF (SPECIALMENTE DA PARTE DI RIDER ESPERTI O VECCHI – BEH, DICIAMO, QUELLI CHE HANNO PASSATO I 30): È SOLO MODA OPPURE PENSI CHE CI SIA ANCHE SOTTO QUALCOSA COME UN RITORNO ALLE ORIGINI E AL PASSATO DEL PURO DIVERTIMENTO? Penso che sia qualcosa che permetta di vedere la montagna sotto un diverso punto di vista. Puoi anche girare sulla stessa pista con il tuo snowboard o con il tuo powsurfer e sono due diversi modi di sentire la tavola e di tirare le linee. Ho girato nella mia home resort da sempre e girare negli stessi posti in cui ho iniziato a snowboardare con una tavola Äsmo è stato divertentissimo. È come riscoprire tutti questi posti per la prima volta. Di sicuro è un qualcosa che ci riporta tutti al passato, il concetto è che è fighissimo poter interpretare le stesse cose in così tanti modi diversi, e fare un qualcosa di nuovo. È fantastico vedere come quei shape sacri da surf riescano a funzionare nella neve come la coda di rondine,

TXT: GIACOMO MARGUTTI PICS: MATT GEORGES





per esempio. Sì, forse c’è anche un po’ di moda in tutto questo, o meglio direi passione per le tavole. Mi piace il loro look e la loro anima, riguardo alle idee e ai concetti che sono stati fusi insieme ad ogni loro shape. Alla fine, sebbene sembri il solito clichè, si tratta veramente sempre e solo del divertirsi andando in tavola. DEFINISCI IL PROGETTO ÄSMO CON TRE AGGETTIVI. Futuristico, Retro, Divertente. ÄSMO È PER... ? Per tutti quelli a cui piace girare in fresca e vogliono cambiar strada una volta ogni tanto. Non si pentiranno di sicuro! COSA SIGNIFICA POWSURFING PER TE? Girare in neve fresca senza gli attacchi.

mente incoraggiante sapere che gente così o chiunque altro si diverta in giro per le montagne con le tavole che produciamo. AVETE LE “ALL TERRAIN SERIES” E LE “HIGH END SERIES”: QUAL È LA DIFFERENZA? La differenza sta nella costruzione. La serie All Terrain è larga massimo 32cm. Hanno un canale più corto e una costruzione più economica. Volevamo fare una entry board facile per tutti. Per il prezzo e per come girano sono veramente buone, per essere tavole all round che funzionano con tutte le condizioni. Le High End hanno un miglior controllo grazie ai migliori canali e sono più larghe.

PERMETTE DI VEDERE LA MONTAGNA SOTTO UN DIVERSO PUNTO DI VISTA. PUOI ANCHE GIRARE SULLA STESSA PISTA CON IL TUO SNOWBOARD O CON IL TUO POWSURFER E SONO DUE DIVERSI MODI DI SENTIRE LA TAVOLA E DI TIRARE LE LINEE.

AVETE QUALCHE PRO RIDER CHE GIRA PER ÄSMO? Vorremmo tanto ma, no, non ne abbiamo. Diamo le nostre tavole a un po’ di pro rider nostri amici che a volte girano anche con le nostre tavole, come Bode Merrill, Louif Paradise, Nico Müller, Terje, Austin Sweetin, Bryan Fox e così via. Ovviamente siamo gasatissimi se le nostre tavole gli piacciono. È sicura-

QUAL È L’EREDITÀ DELLE TAVOLE ÄSMO? Non son sicuro. Noi ci ispiriamo al passato e al presente, e cerchiamo di fare qualcosa di nuovo e continuare a sviluppare questo concetto delle nostre tavole. COSA SIGNIFICA PROGRESSIONE PER TE? Beh, significa un sacco in tante maniere diverse. Penso che la cosa più importante sia progredire, evolversi e svilupparsi in quello che vogliamo essere!



1 TXT & SELECTION: MATTEO ROSSATO

2 3 4 Il jibbing ha avuto diversi picchi nella storia dello snowboard moderno e ha sempre caratterizzato momenti di grande cambiamento. La prima ondata risale ai primi anni 90 quando l’influenza dello skateboarding ha rivoluzionato il surf da neve, che fino ad allora era un trionfo di colori fluo e tute monopezzo. Comparvero i primi jeans più o meno waterproof e le camicie di flanella, tutto rigorosamente oversize come dettava la skate fashion dei primi 90. Non si parlava più di rocket air o roast beef, ma di bonk, late 180, slide, nosepress e marchi legati allo skateboard hanno cominciato a invadere il mercato dello snowboard. Indimenticabili video come Roadkill, Big Jean Fantasy, Plaster Caster, con giovani Bryan Iguchi, Noah Salasnek e Tarquin Robbins alle prese con i primi rail, panchine e tante altre features che oggi sono pane quotidiano per gli streeters moderni. Dopo un periodo di relativo disinteresse durato più o meno 5 anni, il jibbing è tornato alla ribalta sull’onda della nuova corrente skate oriented promossa da brand core come Forum e Technine e dai suoi celebri pros JP Walker, Jeremy Jones e Mark Frank Montoya: siamo ai primi anni del 2000 e da allora non ha fatto che imporsi sempre più, fino a diventare una componente essenziale del freestyle, influenzando addirittura la morfologia dei park. Qual è l’attrezzatura ideale per il jibbing? Non c’è una formula precisa e ogni rider ha i suoi gusti personali in materia, ma sicuramente ci sono tavole, attacchi e boots

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1. Technine Work Camo 2. L1 Flint 3. Nitro NYC 4. Technine LM Pro Indian Axes 5. Ride Kink 6. Nitro Zero Mouse 7. Thirtytwo Wooderson Hp 8. Burton Malavita 9. DC Lynx 10. K2 WWW

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che possono risultare più comodi di altri. Innanzitutto la tavola: preferiti flat camber, micro camber e camber classici ma con flex morbidi per facilitare i press. Sono praticamente spariti i rocker inversi, perché poco stabili e privi di una buona capacità di conduzione. La lunghezza delle tavole solitamente è contenuta, stiamo parlando di max 152 o 155 per i più alti. Gli attacchi devono essere innanzitutto robusti perché cadendo sui rail non è difficile che si urti con l’arco o lo spoiler; si tende a preferire attacchi semplici e senza troppi fronzoli, alcuni addirittura eliminano l’highback per avere maggiore flessibilità. Passiamo ai boots, che solitamente si preferiscono morbidi e con allacciatura classica, per la regola che quello che non c’è, non si rompe: In street l’attrezzatura si massacra molto velocemente. L’abbigliamento dev’essere comodo e robusto, senza troppi fronzoli, tasche o taschine: non è consigliabile tenersi chiavi, cellulare od oggetti contundenti in tasca mentre ci si tuffa su una ringhiera in ferro. Per maggiore libertà nei movimenti si tende a non usare la giacca, ma se ci si trova a Helsinki con un -27° è consigliabile coprirsi bene: per tale motivo, taluni utilizzano capi street oppure shell leggeri e comodi. Come taglia le ultime tendenze stanno tornando al roomy (largo), ma senza cadere nel ridicolo, come si usava qualche tempo fa. Passiamo ora agli accessori: togliendo tasche ai pantaloni, meglio avere qualcosa dove riporre gli effetti personali, magari un paio di cerotti e garze, qualche snack e ma-

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11. DC Pb 12. Level Rexford Sneaker 13. GBP Gbpeace Crewneck 14. Lobster Jibbaord 15. Anon Blitz 16. Technine LM Pro 17. Nitro Taxwood Hobush 18. Thirtytwo Locut 19. Stinky Socks Yawgoons 20. Drake Urban

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21 gari la camera o abiti di ricambio per il post-session. Molto consigliabile l’utilizzo di un casco, anche se leggero, per ripararsi da eventuali cadute di cranio sui gradini: farà poco figo in foto, ma sicuramente meglio che un trip in ospedale per trauma cranico. Infine l’attrezzatura per affrontare lo spot: molte volte gli spot sono in zone pubbliche quindi non è che le forze dell’ordine siano esattamente felici di vedere gente che si tuffa su scalinate o che salta da tetti di edifici, quindi si tende ad andare di notte o nei weekend. Per tale motivo è bene munirsi di un generatore portatile (acquistabile in un qualsiasi grande magazzino per poche centinaia di €), fari alogeni con asta per illuminare lo spot in notturna, ma soprattutto grandi pale per muovere la neve nel minor tempo possibile. Consiglio per il generatore, prima di acquistarlo controllate l’assorbimento dei fari alogeni. Infine attrezzo che non può mancare nella dotazione di un jibber come si deve, un banshee per aiutarsi nella rincorsa: ce ne sono di diverse marche in commercio e anche qui si tratta di poche centinaia di €. Consigliabile l’acquisto di una maniglia di ricambio da tenersi nello zaino. È il componente che solitamente si rompe prima. Infine, occorrono due bei peones (ma questi non si comperano in nessun negozio), una crew di amici disposti a prendere freddo per la gloria e tanta pazienza: non è assolutamente come provare trick in park e potrebbero essere necessarie più session per portarsi a casa la manovra… e lo shot. In bocca al lupo.

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21. Flow Era 22. Union Contact 23. Airmec 5000DDC 24. Capita Scott Stevens Pro 25. Tehnolit snow shovel 26. Maurer light with stand 27. L1 Americana 28. Drake Fifty 29. Banshee Bungee 30. Slash Spectrum

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18-24 /01 / 2016

500.000 US$

Photo: Mariell Vikkisk

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ITW: DENIS PICCOLO

DF1

DF2

GRIND

URBAN

DF3

GUERILLA

TEAM

BATTLE


FORCE

RADAR

SUPERSPORT

RELOAD

PODIUM

JADE

(SMANIA, PRODUCT MANAGER PER GLI HARD AND SOFT GOODS DI DRAKE E NORTHWAVE) QUALI SONO LE NOVITÀ ASSOLUTE DELLA COLLEZIONE DRAKE DI QUEST’ANNO? Sicuramente l’attenzione maggiore va posta sui nuovi attacchi Reload e Supersport che montano la nuova base Lightsaber, totalmente tooless in tutte le sue regolazioni, carrello compreso. Volevamo permettere ai nostri rider di sistemare e sperimentare nuovi set up in tutte le condizioni e con questo progetto ci siamo finalmente riusciti.

puntano a prestazioni specifiche, come nel caso del freeride e freestyle.

COME SI STANNO EVOLVENDO LE TAVOLE DRAKE? La linea di tavole si sta caratterizzando sempre più per riding style sia da un punto di vista tecnico che estetico. Se da un lato si sta registrando un ritorno a una tavola versatile all mountain, dall’altro ci sono parecchi rider che

COME SCEGLIETE I VOSTRI DESIGNER? Tutto è basato su un network internazionale costruito in anni di lavoro, anche se in questa stagione abbiamo spinto principalmente artisti italiani emergenti, Aloha project e Thunderbeard per citare le new entry.

COME E DA CHI È STATA ISPIRATA LA COLLEZIONE DELLE TAVOLE? Non ci stati mood o persone che nello specifico hanno ispirato questa collezione, proprio per i diversi flavour che abbiamo usato nei differenti riding style, ma se vogliamo trovare un unico filo conduttore potremmo dire che quest’anno abbiamo collaborato particolarmente con la scena street art italiana.

IN QUESTA STAGIONE ABBIAMO SPINTO ARTISTI ITALIANI EMERGENTI ALOHA PROJECT E THUNDERBEARD PER CITARE LE NEW ENTRY.


FORCE

FREEDOM

DOMAIN

LEGEND

IL FUTURO DEI CAMBER ROCKER QUALE SARÀ? A parte il camber classico, costruzione tradizionale ancora oggi ineguagliabile a livello di pop e tenuta in conduzione, questi ibridi hanno trovato la loro posizione nel mercato. Le continue sperimentazioni portano all’evoluzione di questi mix tra camber e rocker, che (se sapientemente combinati) possono offrire nuovi livelli di reattività e facilità d’uso. Di strada ne è stata fatta, ma non siamo ancora arrivati al traguardo finale.

DECADE SL

PROPHECY

IL VOSTRO BOOT È MOLTO PERFORMANTE, DOVE STATE INVESTENDO MAGGIORMENTE SU QUESTO PRODOTTO? La leggerezza è un gran punto di forza anche per i nostri boot. Questo si concretizza nella suola Lightstep, che è la novità di quest’anno, ma anche nell’utilizzo di nuove tecnologie per la costruzione della tomaia, come le termosaldature (senza cuciture) e alte frequenze.

RESISTENZA E LEGGEREZZA SONO DUE DATI OGGETTIVI, IL NOSTRO TASSO DI ROTTURA È DELLO 0,0% E LE NOVITÀ DEL 2017 CHE CI LA NUOVA BASE LIGHTSABER POTETE SVELARE? Il nuovo Prophecy S - il nostro scarpoÈ IL 20% PIÙ LEGGERA. ne top di gamma orientato al

PUNTI FORTI DEI VOSTRI ATTACCHI? Resistenza e leggerezza sono due dati oggettivi, il nostro tasso di rottura è dello 0,0% e qualcosa e la nuova base Lightsaber è il 20% più leggera della nota e comprovata Delta Light.

Freestyle - sarà una vera bomba per gli amanti del flex customizzabile che non vogliono rinunciare a una eccellente tenuta del piede. Vi è piaciuto il nostro sistema 540° di ritenuta del tallone? Allora dovete provare questo!


AIMEE FULLER

AIMEE MITT MADE FOR WOMAN • SUPER WARM • GREAT COMFORT • 3 GLOVES IN 1 • WATER PROOF


“La nostra missione è arricchire la cultura dello snowboard tramite prodotti innovativi, atleti di primo piano e la miglior struttura produttiva al mondo.” Sì, c’è scritto proprio così di fianco alla porta d’entrata della “Mothership”, la navicella spaziale ammiraglia che è atterrata sul suolo austriaco di Feistriz, nella regione della Carinzia, il 21 novembre 2015. Situata su una superficie di circa 28.000 m2 nella cittadina la nuova sede di produzione CAPiTA vanta l’utilizzo delle più rivoluzionarie tecnologie presenti ad oggi sul mercato e localizzerà tutta la filiera produttiva all’interno del nuovo stabile. Dalla stampa alla fresatura, dalla finitura all’imballaggio, tutto il processo parte e si conclude fra le mura dell’imponente The Mothership. I laboratori di ricerca e sviluppo CAPiTA potranno vantare la presenza di un campo prove della lunghezza di circa 1.2 km proprio accanto alla nuova fabbrica, mentre test più rigorosi saranno effettuati nel vicino resort di Nassfeld costituito da 30 impianti di risalita e 2 snowpark. CAPiTA MFG è a zero emissioni di CO2 grazie a una produzione interamente amica dell’ambiente. La struttura è infatti alimentata al 100% tramite energia idroelettrica grazie a una nuova centrale costruita in collaborazione con la comunità locale. La nuova tecnologia porterà al minore utilizzo d’energia, grazie alle ridotte temperature dei processi produttivi e i sistemi idrici dedicati per lo scambio termico tramite modernissime ed efficientissime pompe di

calore. La filosofia aziendale promuove iniziative sostenibili, quali lo sviluppo e l’utilizzo del metodo della riforestazione certificata e il riciclaggio avanzato di materiali industriali. Saranno utilizzate tecniche di produzione attente alla salute, come inchiostri a base d’acqua, resine vegetali e solventi leggeri. Il Presidente di CAPiTA MFG Blue Montgomery: “Gli investimenti che stiamo facendo nell’energia rinnovabile e i processi di una produzione esclusiva hanno ovviamente un costo, ma d’altro canto hanno un ritorno ad alta efficienza. Consideriamo questi costi come spese strategiche che sono importanti per il nostro piano più grande e pagheranno i dividendi lungo il corso del tempo. Qualità e coerenza, ecco quello che conta di più.” Tutti i dipendenti sono stati mantenuti nel nuovo impianto, compresa la forza lavoro multi-generazionale, che porta avanti con orgoglio questa produzione Made in Austria. Oltre ai nuovi posti di lavoro che son stati creati, il conto degli occupati è così salito a 78 dipendenti. Sempre Blue a riguardo di fonti eco-sostenibili di energia a basse emissioni: “Nel 2013 avevamo acquisito la più grande fabbrica di snowboard del mondo, ma la produzione su quella scala non era il nostro obiettivo. L’acquisto prettamente strategico ci ha permesso di mantenere macchinari indispensabili per i nostri prodotti, così come tempo prezioso in fase di transizione, per portare avanti tutti gli aspetti di un progetto personaliz-

TXT: GIACOMO MARGUTTI PICS: DENIS PICCOLO


zato per la costruzione della nuova fabbrica. Siamo sempre stati concentrati su The Mothership, la progettazione di una nuova struttura di alto livello per il futuro. Il nostro obiettivo finale è quello di realizzare le migliori tavole da snowboard del mondo, utilizzando una produzione socialmente responsabile in un mercato dinamico ed esigente.” Ecco perchè la sostenibilità è reale. Emissioni a impatto zero grazie all’energia idroelettrica che fa funzionare completamente l’attività dei 52’000 piedi quadrati della Mothership. Il sistema di riscaldamento a gas naturale a NH3 (sì, la “normalissima” ammoniaca) ha uno sfruttamento dell’ozono e un effetto riscaldamento globale potenzialmente pari a zero. Il rating del coefficiente di prestazioni pari a cinque sta a significare che l’elettricità dall’energia idrica frutta un risultato cinque volte più alto nel raffreddamento e nel riscaldamento. L’illuminazione è sia naturale che a LED, gli inchiostri son tutti a base d’acqua, tutte le finiture non fanno uso di solventi: quel che si dice in americano “no bullshit” per un domani migliore. Abbiamo fatto anche due chiacchiere con Michi Kolman, ex Direttore Tecnico e poi anche CEO di Elan Austria (la società di cui nel 2013 Capita assunse il controllo dopo la bancarotta) che portò diciotto anni di esperienza manifatturiera nell’industria proprio vicino a Feistritz e ora in Capita MFG come socio, Direttore di Produzione e Amministratore Delegato. Michi si occupa della gestione

dell’intera società e della produzione, oltre anche agli aspetti finanziari e della gestione diretta dei clienti OEM. Questo è quello che ci ha raccontato mentre ci portava in giro per i locali della produzione: “di solito si costruisce un’azienda dove già ci sono altre industrie, ma il nostro scopo era quello di trovare un posto per snowboardare, nella natura, in mezzo a due valli, in un piccolo villaggio, dove poter avere il vantaggio di combinare la natura e la produzione. L’esterno della Mothership per esempio è fatto con il legname ricavato da vecchie fattorie di contadini dei dintorni, per mostrare nei prossimi venti, trent’anni i segni del secolo scorso. La nostra storia.” La produzione effettiva delle tavole è al piano terra, mentre al primo piano ci sono gli uffici amministrativi e il dipartimento di Ricerca e Sviluppo. Per fare una tavola, mettendo insieme i singoli passaggi, sono necessari 50 minuti di mano d’opera diretta. Ora come ora, in questa fase di messa a punto dello stabilimento e dei suoi processi produttivi, nella pancia della Mothership vengono costruite 400 tavole al giorno, l’obiettivo è di arrivare a farne 600 nei prossimi mesi. “È fantastico che un brand come Capita sia arrivato fino a questo punto, a costruire una sua propria factory. Sto iniziando a capirlo solo ora, non l’ho ancora realizzato del tutto. È veramente figo. Una delle caratteristiche veramente uniche qui è che la nostra ditta, la nostra produzione è una delle pochissime al mondo ad avere delle

LA NOSTRA MISSIONE È ARRICCHIRE LA CULTURA DELLO SNOWBOARD TRAMITE PRODOTTI INNOVATIVI, ATLETI DI PRIMO PIANO E LA MIGLIOR STRUTTURA PRODUTTIVA AL MONDO.


DEFENDERS OF AWESOME

HORRORSCOPE

INDOOR SURVIVAL

MERCURY

SPACE METAL FANTASY

ULTRAFEAR

SCOTT STEVENS

SPRING BREAK

proprie tecnologie di stampa. Abbiamo processi di sublimazione (la stampante stampa grafiche con inchiostri a base d’acqua) diretta e per transfer, stampa digitale e principalmente combiniamo il nostro knowhow con le caratteristiche di definizione che ognuna di queste diverse tecnologie di stampa ci può fornire. Il fiore all’occhiello di questo reparto è una stampante speciale, una macchina a sublimazione diretta, che è l’unica macchina di questo tipo esistente nel nostro settore (non ce n’è un’altra uguale al di fuori da qui, è stata sviluppata proprio da noi stessi) che non usa alcun solvente: è perfetta per l’ambiente, per le persone che lavorano qui, per tutto e tutti al contempo. Grazie a questa macchina, abbiamo una risoluzione di stampa che nessuno nell’industria dello snowboard riesce a eguagliare per riprodurre fedelmente l’arte grafica sul top delle tavole. Ora siamo nel mezzo della nostra produzione di dicembre, stiamo già lavorando sulle tavole della prossima stagione.” Purtroppo non possiamo farvi vedere le tavole già pronte con le grafiche nuove del 2016/17 prima che queste stesse siano presentate al prossimo ISPO di Monaco, ma vi possiamo assicurare che alcune sono arte pura! Nel reparto dove vengono sagomate le anime in legno, una delle tante piccole cose che ci hanno colpito è come riescano a riciclare gli scarti:

questi e la segatura vengono tutti recuperati da un sistema di aspirazione e finiscono in una macchina che li pressa e li fa diventare pellet in modo da esser venduti. Riciclare è un must qui. “Tutto il nostro impianto di produzione è climatizzato, così le anime in legno delle nostre tavole non prendono l’umidità come potrebbe succedere e succede in altre fabbriche nel mondo. Sia il sistema di riscaldamento che quello di raffreddamento funzionano grazie all’acqua del fiume che c’è al di là della strada qui fuori la Mothership. Tramite tubazioni costruite appositamente, l’acqua riscalda l’ammoniaca, senza entrare mai a contatto con essa, facendola evaporare (questo gas ha un punto di ebollizione di -30°); il vapore che si genera, compresso utilizzando l’energia idroelettrica, si riscalda ulteriormente e il calore viene usato in tutte le fasi del processo produttivo dove è richiesto, ed è in pratica la nostra fonte di energia che fa muovere tutto il resto del processo. Inoltre è importante sottolineare che usiamo temperature più basse rispetto agli altri impianti produttivi del nostro settore: lo standard di solito è 125°, mentre qui si lavora a 75°. Così possiamo spendere meno energia. E usiamo anche un sistema tutto nostro di incollaggio con una colla basata su resina bio.” Riciclare, impatto zero e bio. Il nostro futuro, il futuro della nostra Terra è già qui.


PHOTO: JOEL FRASER

SCOTT STEVENS

PURVEYORS OF THE WILD LIFE

WWW.CAPiTASNOWBOARDING.COM


APPROCCIO Il trick in se è ormai all’ordine del giorno e se ti metti a provarlo una giornata in park non ho dubbi che lo chiuderai entro chiusura park. Ciò che invece rende questa sequenza spessa è lo spot: rail con 4 kink, scalini da una e drop di 5 metri minimo dall’altra. Se volete quindi tentare un rail di questo tipo dovete avere super confidenza con la manovra.

lungo tutto il rail ammortizza i kink con le gambe e regola lo spostamento del peso in base alla sezione e pendenza del rail. ATTERRAGGIO Una volta in fondo alla struttura, stacca con un leggero ollie e riporta gambe e spalle nella posizione iniziale. Piega le gambe in atterraggio per ammortizzare l’impatto.

ESECUZIONE Prendi tutta la velocità necessaria e arriva sul dente a gambe piegate e peso leggermente sulle punte. Stacca dal dente ollando e ruota il bacino e le gambe di 90° in modo tale che i talloni siano in direzione dell’atterraggio. Le spalle andranno invece ruotate in direzione opposta (posizione shifty), cosi facendo eviterai di continuare a ruotare sul rail. Per riuscire a mantenere l’equilibrio LOBSTER CAPTAIN HAROLD SWITCHBACK HALLDOR


BY CYRIL IN REYKJAVIK. ICELAND


APPROCCIO Trova lo spot ideale per costruire il salto in fresca, il top sarebbe trovare un bel panettone e costruire il dente in stile step up. In questo caso eventuali fail sarebbero meno dolorosi. Prendi tutta la velocità necessaria e prima della transizione fai una controcurva verso sinistra (destra per i regular). Prima di staccare porta il peso sui talloni e piega le ginocchia. STACCO Non anticipare la rotazione sul dente e solo quando la tavola sta uscendo dal kicker dai l’impulso con le spalle abbassando la spalla destra per riuscire a corkare la rotazione. Spingi bene con le gambe per guadagnare maggiore ampiezza di parabola. MANOVRA Se hai staccato bene grabba in tail e controlla la rotazione con il braccio libero. Durante rotazioni cork, double e triple cork è fondamentale avere una super percezione del proprio

corpo e della rotazione in aria, che in parte può essere innata, ma sopratutto questione di esperienza e allenamento. Mantieni la posizione e il grab fino a 900° e preparati all’atterraggio. ATTERRAGGIO A fine manovra lascia che le gambe finiscano la rotazione di 1080 mentre le spalle si bloccano in direzione opposta, cosi in atterraggio non avrai problemi di “overrotation”. Quando la tavola si appoggia al landing piega le gambe con il peso verso il tail per evitare di impuntare il nose in fresca.

NITRO PUSHER NITRO VIKING OFF NITRO TEAL LTS


BY CYRIL IN ARLBERG, AUSTRIA


PICS: MATT GEORGES TXT: GIACOMO MARGUTTI

Si chiamava Wilson Bentley, ed è diventato famoso non solo come fotografo ma soprattutto come fotografo di genere molto particolare. In un’epoca in cui anche in America le macchine fotografiche erano costosissime e oggetti considerati “strani” dai più, Bentley un giorno chiese espressamente ai suoi genitori di ricevere in regalo una fotocamera; era il 1883 e lui appena diciassettenne. Due anni dopo, il 15 gennaio 1885, diventò l’unico ad aver fotografato un fiocco di neve. Inizialmente, la gente dubitò dell’autenticità dei suoi scatti ma nel tempo divenne famoso e i suoi sforzi vennero riconosciuti, diventando noto a tutti come Snowflake Bentley. Il suo libro Snow Christals, venne pubblicato nel 1931. Nel corso della sua vita, Bentley scattò più di 5000 fotografie di cristalli di neve e il suo libro ne contiene molte. Per quanto questo testo sia oggi fuori stampa nella versione con copertina rigida, una versione a copertina morbida, economica, contenente le stesse foto originali e mozzafiato è ancora disponibile. Edita da Dover Pictorial Archive, il libro si può acquistare su Amazon a poco meno di 10 dollari. Questa storia, davvero molto romantica e degna di nota spinge a domandarsi cosa fu a spingere il giovane Wilson a innamorarsi dei fiocchi di neve. O forse sarebbe più lecito domandarsi se fu proprio l’amore per la fotografia, quell’arte nuova e altamente attraente che in quell’epoca rappresentava la diversità più estrema, a condurlo sulla scia dei cristalli di ghiaccio. Una sensibilità acuta, un gusto spasmodico per la bellezza unica che un fiocco di neve contiene, hanno trascinato Bentley, per una vita intera, alla scoperta dell’unicità di ogni fiocco. Perchè non esiste un solo fiocco di neve uguale all’altro. Lavorava al freddo, raccogliendo i fiocchi di neve caduti su una tavola scura, per poi trasferirli velocemente al microscopio e infine fotografarli prima che potessero sciogliersi. La sua tecnica viene usata ancora oggi. Chiamava i fiocchi “snow blossoms” (fiori di neve) o ” miracles of little beauty” (miracoli di piccola bellezza). Durante uno dei suoi numerosi viaggi in Giappone, il nostro Matt Georges ha provato a fotografare l’essenza dei fiocchi di neve con il suo terzo occhio, la sua fotocamera, sul percorso una volta tracciato da mister Bentley.





INDY TAILBONE IN PRATO NEVOSO, ITALY


PICS & ITW: DENIS PICCOLO


QUANDO E PERCHÉ HAI INIZIATO A SNOWBOARDARE? È da quando sono piccolo che sono attratto da sport come lo skate e lo snowboard. All’inizio andavo con i miei genitori a trovare i nonni, e ne approfittavamo per sciare, poi ho visto mio padre sulla tavola e ho voluto subito provare. Alla fine con l’idea di fare il maestro di snowboard sono finito in montagna in collegio a studiare... andavo a snowboardare tutti i giorni! Da quel momento in poi, ho scoperto come divertirmi in park e in neve fresca con gli amici. STRANO PER UN RAGAZZO DI JESOLO INNAMORARSI COSÌ FORTEMENTE DELLA MONTAGNA... SE DOVRESSI FARE UNA SCELTA TRA MARE O MONTAGNA COSA PREFERIRESTI E PERCHÈ? Come potrei fare una scelta... al mare ci sono cresciuto, durante l’estate lavoro per mio padre a Jesolo in una scuola di windsurf, sup, slackline e guido una barca per trainare wakeboard e gonfiabili. Mentre in autunno e in inverno scappo a filmare e fare gare in snowboard... Finora sto bene così, e mi ritengo anche fortunato: perché scegliere uno o l’altro?! QUEST’ANNO HAI GIRATO LA TUA PRIMA VERA VIDEO-PART, COM’È STATA QUEST’ESPERIENZA? Filmare è la cosa piu bella che ho fatto in snowboard: un team a caccia della nevicata, cercare il lip del vento per uno slash, la gobba per costruire un kicker o qualsiasi cosa che trovi devi inventare qualcosa, per poter portare a casa materiale, e girando assieme a Simon Gruber è stato un buon esempio. La fatica di costruire un salto, muoversi a piedi su neve fresca può distruggerti! E non sempre è facile mantenere la concentrazione. Alla fine abbiamo fatto del nostro meglio e ci siamo divertiti. QUANT’È IMPORTANTE PER UN RIDER FILMARE E APPARIRE SUI MAGAZINE E NEI VIDEO? INTENDO SIA IN TERMINI DI MOTIVAZIONE CHE DI VISIBILITÀ PER LE AZIENDE CHE TI SPONSORIZZANO. Per le aziende

BS 720° MUTE IN PASSO ROLLE, ITALY

è sicuramente importante aumentare la visibilità del loro marchio. Ma per quanto riguarda la soddisfazione di quando chiudi bene un trick e lo riguardi, e sai che non potevi farlo meglio, è come aver conquistato lo spot e puoi tornare a casa tranquillo. Sono pochi gli sport che possono darti queste emozioni e una volta contagiato non esci più! ULTIMAMENTE SEI ENTRATO NELLA NAZIONALE ITALIANA DI SNOWBOARD, IMPRESSIONI? NOTE POSITIVE E NOTE NEGATIVE? Finora sta andando bene, ci siamo allenati già in Svizzera e in Austria, e vedo una bella energia! Adesso vediamo come vanno i contest... speriamo bene! ;) SCEGLIERE DI FAR PARTE DELLA NAZIONALE VUOL DIRE ANCHE DECIDERE DI FILMARE POCO O NULLA, O COMUNQUE AVERE DIFFICOLTÀ DI FARLO NEI MOMENTI TOP DELLA STAGIONE? COME MAI QUESTA SCELTA? Sì, sicuramente è un bell’impegno! Ma non la vedo così tragica, ci sono rider che filmano e gareggiano (come Simon Gruber, ndr). Ho parlato molto con Filippo (Kratter) riguardo a questa cosa, e alla fine non ho voluto far passare il treno di far parte della squadra italiana e ho voluto provare ancora un anno, poi si vedrà! Ma per quanto riguarda il filming non se ne parla di mollare! I RIDER ITALIANI SONO VERAMENTE PIÙ SCARSI O SONO SOLO SOTTOVALUTATI? Quello che penso è che fuori dall’Italia c’è un livello impressionante! Non è vero che siamo i più scarsi, è solo che non siamo i più forti! Ognuno di noi sta provando a farsi valere anche fuori dall’Italia, ma non è così semplice competere contro rider che magari possono snowboardare più di noi. COME REPUTI LO SNOWBOARDING ITALIANO IN QUESTO MOMENTO? E QUELLO EUROPEO? C’è una cosa che mi chiedo da quando ho cominciato a viag-




giare fuori dall’Italia, soprattutto sullo snowboard ma anche in skate o in surf. Ovunque sono stato ho trovato molta più gente appassionata per questi sport: da persone di mezza età a bambini! È fantastico! Forse non fa parte della nostra cultura, o forse fin da piccoli vediamo calcio dappertutto. Ma sono veramente poche le volte che ho trovato situazioni come all’estero in Italia, mi sento parte di una minoranza... Ma anche se è una minoranza siamo innamorati di quello che facciamo. CHE TIPO DI RIDER TI DEFINISCI? Mi definisco un rider a cui piace snowboardare in qualsiasi ambito freestyle (powder, street, park): c’è sempre qualcosa di nuovo e qualcosa da imparare. Ad esempio l’anno scorso ho fatto il mio primo street rail, non pensavo fosse così diverso dal park! A QUALE RIDER TI ISPIRI E PERCHÈ? Non ne ho uno di preciso: ogni rider ha qualcosa da dimostrare, e io sono quello che guarda i video per capire come fanno e cosa provano facendo il trick. PARLAMI DELLA TUA VIDEO PARTE IN BROKEN CIRCUIT: SEI SODDISFATTO O DOVE VORRESTI MIGLIORARE? Sono stra-contento! Johnny è riuscito a farmi una bella video-part anche se avrei voluto chiudere più trick in fresca, devo migliorare in questa cosa. In park è tutto più semplice, mentre in fresca ogni run è importante, e sbagliare è uno spreco di tempo e energie. GIRI MOLTO CON SIMON GRUBER, CHE È UNA VERA MACCHINA DA GUERRA DURANTE IL FILMING E IN FRESCA. COSA PENSI DI LUI? Simon è un rider con esperienza da vendere, in fresca soprattutto. Mi è sembrato di tornare a scuola quando camminavamo con le ciaspole alla ricerca di spot... sapeva tutto! È stato importante cominciare a filmare con un professionista, mi sono preso le mie sgridate da inesperto ma alla fine abbiamo legato una bella amicizia.

CHI È IL RIDER DELLA CREW DI BROKEN CIRCUIT CHE TI HA IMPRESSIONATO MAGGIORMENTE E PERCHÈ? Beh, il rider di Broken Circuit che mi ha più impressionato è sempre lui... Simon! Ma ho già parlato troppo di lui ;) Un altro che mi impressiona veder girare è Max Zebe. Ha un controllo così facile nell’agganciare rail e starci sopra con facilità... una cosa che ho visto poche volte! INVECE QUELLO DELLA NAZIONALE? Di tutti quello che mi ha impressionato di piu’ come atleta è Alberto Maffei. Mi piace come si sbatte ad allenarsi e vedo che gli piace farlo. Lo scorso inverno l’ha dimostrato a tutti, e spero continui cosi... ciao Albi! SEI MOLTO FORTUNATO AD AVERE LA POSSIBILITÀ DI ALLENARTI ALL’ALPE DI SIUSI, UNO DEI MIGLIORI PARK IN EUROPA, COME TI TROVI LÌ? DOVE TI PIACE SENNÒ ALLENARTI E PERCHÈ? Mi piace snowboardare ovunque, ma sicuramente il miglior park per allenarsi e divertirsi è quello dell’Alpe di Siusi. Mi trovo bene soprattutto con gli shaper... che mi fanno fare da “cavia”, haha! Sono molto disponibili e mi fanno collaborare per migliorare il park… oltre a Siusi, non mi muovo se non per filmare o gareggiare. VUOI EVOLVERTI MAGGIORMENTE IN FRESCA O IN PARK? Passerò tutto l’inverno a snowboardare, e se non sarò a allenarmi o a gareggiare in park, sarò con Marco Morandi a filmare in powder. Voglio fare entrambe le cose e spero di migliorare. PROGRAMMI PER LA PROSSIMA STAGIONE? La prossima stagione starò a Siusi ad allenarmi e a fare gare con la squadra, sono in pompa di passare la stagione in appartamento con dei rider. Per il resto sarò in cerca di spot da filmare con Simon e Johnny, e speriamo sia la stagione giusta per un po’ di POWDER!

FS CORK 540° NOSEBONE IN PASSO ROLLE, ITALY


GARRETT WARNICK: SW BS 540° INDY


PICS & TXT: MATT GEORGES SPOT: CERVINIA, ITALY


GARRET WARNICK / SW BS 5 (PAGINA PRECEDENTE) Eravamo già stati a Cervinia cinque anni fa per il film di Absinthe, Ne-

è tornato con un gatto delle nevi per aiutarci facendoci una strada larga.

verland. Il gruppo era fantastico, con Gigi Ruf, Romain De Marchi, Wolle

Ci ha permesso di risparmiare almeno tre ore di shaping e lisciaggio.

Nyvelt, JP Solberg e Sylvain Bourbousson. Questa volta ci sono sono

Mat ci ha raggiunto per qualche giorno per filmare la sua parte. E’ un

molti più americani nella squadra, tra cui il giovane Garrett « WORM »

ragazzo molto impegnato negli studi, è iscritto alla facoltà di ingegneria.

Warnick che apre il primo shooting del viaggio con uno Switch Backsi-

Ha davvero un gran bel cervello, e ha anche uno stile della madonna in

de 5 sul gap, mentre due sciatori fashion vestiti con abiti fluorescenti lo

snowboard! Meriterebbe più riconoscenza, in pochi sanno che è così

guardano con sguardo interessato. Già durante la prima volta avevamo

forte...

scattato su questo spot ma era molto più difficile soprattutto perché nel mezzo c’era un impianto di risalita. Il gap inoltre era molto più grande

GARRET WARNICK / ROAD GAP CAB 5 INVERTED (ALTO DESTRA)

ed era possibile prendere in pieno la seggiovia. E’ piacevole ritornare

David Vladyka e tutti i filmer di Absinthe si sono appena convertiti alle

nello stesso posto e scattare in modo diverso grazie al fatto che lo spot è

telecamere digitali. E ciò è un po’ triste perché penso che le loro nuo-

cambiato nel frattempo.

ve telecamere sono molto meno fotogeniche del buon vecchio 16mm. Non son così contento ora di avere un filmer nel mio scatto.

MAT SCHAER / CAB 7 (SOPRA) Cervinia è un posto difficile in cui fare uno shooting, ci sono parecchi

WOLLE NYVELT / FS 5 TAIL (DESTRA)

sassi. Questo lo rende pericoloso e bisogna prestare particolare atten-

E’ sempre bello avere Wolle come membro della nostra crew. E’ così bra-

zione a dove si costruiscono i kicker. Qui c’era stato parecchio vento e

vo a slashare che basta solo seguirlo per godere del suo show. Non è

l’atterraggio sembrava coperto da tanta neve fresca. Quando uno de-

più così giovane, ma è sicuramente una leggenda e comunque si spara

gli operai che preparano le piste ci ha visto costruire il kicker

ancora dei gran bei trick su kicker grossi. Legend!


WOLLE NYVELT

WOLLE E’ COSÌ BRAVO A SLASHARE CHE BASTA SOLO SEGUIRLO PER GODERE DEL SUO SHOW.


WOLLE, GARRETT, & MAT

WOLLE NYVELT

MAT È STATO PROPRIO UNA MACCHINA QUEL GIORNO, E HA MESSO GIÙ UN SACCO DI TRICK.


MAT SCHAER / CAB 9 (SOPRA)

MANUEL DIAZ / BS RODEO 7 (PAGINA SEGUENTE)

Mat è stato proprio una macchina quel giorno, e ha messo giù un

Manuel è sicuramente uno dei rider più divertenti che io cono-

sacco di trick. Però non è sempre possibile averli tutti in un solo vi-

sca. Sorride sempre e spara sempre cazzate. Questo tipo riesce a

deo, perché ogni stagione ne vengono tagliati un bel po’. Absinthe ha

surfare e snowboardare praticamente per tutto l’anno. Quando

così tanti rider fighi che per forza devono tagliare trick su trick perché

torna a casa durante il nostro inverno qui in Europa, surfa in Cile,

sennò il video durerebbe troppo… that’s Snowboarding. Un sacco di

e quando qui è estate fa snowboard in Cile. Era il nostro ultimo

impegno, per tutta la stagione, per soli 30 secondi di trick a volte.

giorno nella resort e la neve stava già cambiando dopo un paio di giorni, cotta dal sole troppo caldo. Non sapevamo proprio che

MAT SCHAER / BS 5 (SINISTRA)

fare perché le rocce stavano già saltando fuori dappertutto, e la

Ultimo trick della giornata. Devi veramente pensarci bene alla tua linea

cosa rendeva troppo sketchy saltare dai cliff e costruire kicker.

per non atterrare in un buco e spezzarti le ossa. Questo spot sembrava

Intanto che scendevamo, abbiamo trovato questo piccolo booter

una zona di guerra alla fine, e solo guardandolo si poteva già capire quali

natural proprio sotto alla seggiovia. Quando si può fare mi pia-

erano stati i tentativi chiusi e quali no. Di solito non mi piace fotografare le

ce avere qualche interazione con i turisti, e i bambini che guar-

tracce dei landing, ma per una volta questa l’ho trovata molto fotogenica.

davano in camera intanto che shootavo Manuel erano perfetti.


CERVINIA È UN POSTO DIFFICILE IN CUI FARE UNO SHOOTING, CI SONO PARECCHI SASSI. QUESTO LO RENDE PERICOLOSO E BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE A DOVE SI COSTRUISCONO I KICKER.

GARRETT WARNICK


MANUEL DIAZ

GARRETT WARNICK

GARRET WARNICK: CAPITA MERCURY BINDINGS: VANS INFUSE BOOTS: 32 LASHED GOGGLES: ELECTRIC EG3 MANUEL DIAZ: SLASH NAHUAL BINDINGS: NOW DRIVE BOOTS: NIKE ZOOM GOGGLES: ANON M3 MAT SCHAER: DC MEGA BINDINGS: UNION T-RICE BOOTS: DC JUDGE GOGGLES: ELECTRIC EG2 WOLLE NYVELT: SALOMON ASSASIN BINDINGS: SALOMON DEFENDER BOOTS: VANS INFUSE GOGGLES: DRAGON X2

MAT SCHAER


PICS: E-STONE, SCOTT SERFAS, ERIK HOFFMAN

PORTRAIT: DENIS PICCOLO

ITW: GIACOMO MARGUTTI



ALL’APERTURA DELLA FACTORY CAPITA “THE MOTHERSHIP” IN AUSTRIA, HO INCONTRATO E INTERVISTATO L’UOMO CHE RIDEFINISCE IL CONCETTO DI CREATIVITÀ OGNI VOLTA CHE SI METTE LA TAVOLA AI PIEDI O SE NE ESCE CON UNA DELLE SUE PARTI VIDEO INCREDIBILI E ASSURDE. L’UOMO CHE SEMBRA AVER SCOPERTO IL SEGRETO DEL DIVERTIRSI SEMPRE E COMUNQUE NON APPENA ESCE IN TAVOLA. SIGNORE E SIGNORI, MISTER SCOTT STEVENS.


NOLLIE ONE-FOOT BS TAILSLIDE BY E-STONE

COSA NE PENSI DELL’APERTURA DI QUESTA FABBRICA DI CAPITA? È incredibile... voglio dire, chi l’avrebbe mai detto? Dall’essere una delle più piccole aziende di snowboard al mondo a questa cosa qui... da quando conosco Blue [Montgomery] ho sempre visto quanto sia focalizzato e capace di qualsiasi cosa, e questo è un ottimo esempio di come lui sia. E di come siano tutti quelli che fanno parte di tutto ciò. Abbiamo fatto un giro dentro alla fabbrica pochi giorni fa, e questa cosa ti fa uscire di testa. Ci sono così tante cose a cui di solito la gente non pensa quando vede una tavola. C’è molto di più. Gli snowboarder sono veramente incredibili quando vogliono portare a termine qualcosa.

QUAL È LA COSA CHE DIFFERENZIA CAPITA DA TUTTI GLI ALTRI BRAND DI TAVOLE? Veniamo da una storia pazzesca. È sempre stata ben pianificata, in una maniera di successo. E ci son sempre state le persone giuste al posto giusto. Capita è sempre stata una delle aziende di snowboard più avanti di tutte. E la storia di Capita documenta ciò molto bene, è molto interessante. COSA TI SPINGE A FARE SNOWBOARD E MIGLIORARE SEMPRE? Sinceramente penso che quello che mi spinge sia tutto quello che io abbia e quello che mi interessi di più al mondo, oltre ai miei amici e alla mia famiglia. Lo snowboard è la mia vita. E mi aiuta e mi spinge a progredire. Mi sento bene quando giro in tavola bene. Si deve lavorare duramente per girare


FOOT PLANT TO LIPSLIDE BY SCOTT SERFAS

bene in tavola, soprattutto di questi tempi in cui farlo bene è ancora più difficile. Girare bene in tavola non significa necessariamente essere solo capaci di farlo bene. È molto di più di questo, è cercare di imparare nuove cose, nuovi modi di come si può andare in tavola: ed è questo che mi rende felice. CHI ERANO I TUOI MITI QUANDO HAI INIZIATO A SNOWBOARDARE? C’erano i rider della mia resort, quelli che sembrano sempre essere avanti anni luce rispetto a te. Tra quei ragazzi per esempio c’era un mio amico, Ross Phillips, lo ammiravo e mi ispiravo a lui: i trick che faceva, girava esattamente come avrei voluto fare io, era molto divertente guardarlo. Mi piacevano i rider che giravano per Burton e per Forum, brand come

quelli, loro erano i miei idoli. Guardavo tutti i video di Mack Dawg, Standard, Absinthe, Kinpin, Robot Food... quei video e quei rider sono leggende viventi dello snowboard. Come Travis Parker... era pazzesco! O Peter Line. Peter Line era incredibile perchè penso che il suo riding era moderno allora come adesso, e Travis Parker è sempre stato una delle mie più grandi ispirazioni mentre crescevo. Ci sono alcuni rider di allora che hanno veramente spaccato la storia dello snowboard in due, ed erano sicuramente i miei idoli. COME FAI A ESSERE COSÌ CREATIVO OGNI STAGIONE CHE PASSA, SEMBRA NON ESSERCI UN LIMITE A QUELLO CHE PROPONI... Haha... c’è un limite! È solo che... non avrei un lavoro


STEP UP TO FS INVERT BY ERIK HOFFMAN

nello snowboard se non girassi in tavola in questa maniera. Penso che 10 anni fa io sia arrivato al punto massimo come rider normale, e se voglio continuare a farlo devo essere intelligente. E poi... amo snowboardare, è qualcosa che avrei dovuto dire subito in precedenza... amo quello che faccio! Mi piace pensare a nuovi trick o imparare nuovi trick, e questa cosa viene prima di tutto il resto. Spero non ci sia un limite. Da un certo punto di vista, beh, deve essserci un limite, altri rider mi sorpasseranno, ma non vogliono che lo facciano per ora. Anche se sarà inevitabile. COSA PENSI DI TUTTO IL TEAM CAPITA, DEI RAGAZZI CHE NE FANNO PARTE COME TE? Che è la parte migliore di tut-

to! Non funzionerei come rider se non ci fossero altri rider che fanno cose grosse, assurde, halfpipe o powder. Il modo in cui vado in snowboard, i trick che faccio funzionano perchè ci sono altri che fanno altro. Se tutti cercassimo di essere creativi come me, beh sarebbe molto noioso! Dobbiamo cercare di differenziarci in qualche modo, ed è bello essere in un team così variegato, dove ognuno di noi cerca di fare cose diverse... e ho un grandissimo rispetto per tutti gli altri rider del team Capita. In realtà mi piacciono di più le cose che io non so fare. Ecco perchè trovo affascinante e interessante quando vedo altri rider fare cose che io non riesco... tipo che ho visto il nuovo teaser di Travis Rice e mi son detto “dio, quanto pagherei per fare quelle cose!”. Il


50/50 360° INTO BANK BY E-STONE

nostro è comunque un team fantastico, penso che sia uno dei migliori team che ci siano. HAI QUALCHE RIMPIANTO? Ne ho alcuni, lo snowboard è sempre divertente ma a volte quando spingo il piede sull’acceleratore e faccio cose che non avrei voluto fare... ma un sacco di volte mi attengo a quello che è stato pianificato e faccio cose che mi piacciono veramente fare e voglio dire... chi vuole fare cose che non gli piacciono? Nessuno. Ma a volte son proprio quelle cose che ti fanno diventare un rider migliore... ci sto ancora lavorando su questo aspetto, voglio riempire quei vuoti per dimostrare alla gente quello che so fare. E farlo anche per me stesso.

QUANTO CI METTI DI TUO NEL TUO PRO-MODEL DI CAPITA? INTENDO IL TUO FEEDBACK PER I RAGAZZI CHE DISEGNANO E PRODUCONO LA TUA TAVOLA... QUANTO CONTA ALLA FINE? Quest’anno hanno fatto il miglior modello che abbia mai avuto. È esattamente quello che volevo. È perfetto, è proprio come la mia tavola ideale dovrebbe sempre essere: “friendly”, qualcosa con cui poter far tutto quello che si vuole. L’ho voluta semplice quest’anno. E lo è. Hanno fatto un lavoro fantastico. Capita e Union potrebbero mettere il mio nome su tutto quello che fanno e io direi sempre “wow, figo! La/li userò!”. Tutto quello che producono è fantastico, e se la mia esperienza li può aiutare in qualche modo, son sempre lì disposto a dare il mio feedback. Alla fine esce sempre qualcosa che è eccezionale.


NON FUNZIONEREI COME RIDER SE NON CI FOSSERO ALTRI RIDER CHE FANNO COSE DIVERSE DALLE MIE, GROSSE, ASSURDE, HALFPIPE O POWDER.

BOARD: CAPITA SCOTT STEVENS BINDINGS: UNION CONTACT BOOTS: 32 TM TWO GOGGLES: SMITH IO JACKET: 32 BLYTHE PANTS: 32 WOODERSON


CAVE MAN BOARDSLIDE BY E-STONE



NICHOLAS BRIGMAN


PICS: DENIS PICCOLO TXT: MARCO MORANDI SPOT: PASSO ROLLE, ITALY


NICHOLAS BRIGMAN: FS CORK 540° NOSEBONE

Ho sempre filmato prevalentemente in street o park, non avevo ancora avuto la possibilità di lavorare con rider esperti in powder e freeride, ma quest’anno nella crew si era aggiunto un certo Simon Gruber, che nel suo curriculum vanta shooting con moltissime video-crew di livello europeo.

a nord prima che il caldo rovini il landing. Bene… durante il tragitto non mi faccio mancare qualche sgumma per ricordarmi il mio passato da rider, forse nel passato dovevo valutare molto di più il freeride e non fossilizzarmi solo sullo street, magari mi sarei risparmiato qualche livido in meno.

La stagione non era il massimo e la fresca si faceva molto desiderare, ma i primi giorni di febbraio finalmente è arrivata una forte perturbazione nella zona dell’Alto Trentino scaricando diversi metri di neve fresca, era il momento giusto e non c’era tempo per aspettare: si carica la macchina e si parte.

Una volta arrivati in cima al Passo, lo scenario è fantastico con maestose montagne che rendono unici gli shot. Ciaspole e un‘oretta di cammino, dopo aver scavalcato il versante a nord per trovare la neve migliore e non scaldata dal sole, arriviamo nella zona indicata da Simon e ci prepariamo a spalare per un’intera giornata. Le ore passano in fretta ed entro il tramonto riusciamo a costruire due kicker e anche a filmare un paio di shot in natural che non fanno mai male.

Andiamo in uno degli spot più famosi e shottati in Italia: il Passo Rolle. Avevo sentito molto parlare di questa location e avevo visto molti scatti pubblicati sulle riviste, un piccolo passo che unisce l’Alto Adige e il Trentino. L’impatto al mio arrivo è subito positivo. Un piccolo baretto fa da benvenuto con una simpatica signora che sforna bollenti toast, spremuta d’arancia e caffè per un po’ di energia. Nel frattempo arrivano Simon Gruber e Nicholas Bridgman, local che conoscono la zona meglio di chiunque nella zona. Saluti di benvenuto e Simon parte subito motivato, andiamo a costruire un kicker

È ora di tornare in appartamento per rilassarci un pochino e recuperare le forze: il kicker che abbiamo costruito è davvero maestoso, non vedo l’ora che i ragazzi iniziano a girarci. Ci si sveglia ovviamente molto presto, colazione abbondante, caffè veloce al baretto di benvenuto, poi dritti su allo spot, la motivazione e l’adrenalina sono a mille.


SIMON GRUBER: SW BS CORK 540° NOSEBONE

IL KICKER CHE ABBIAMO COSTRUITO É VERAMENTE MAESTOSO, NON VEDO L’ORA CHE I RAGAZZI INIZINO A GIRARCI SOPRA.


SIMON GRUBER: SW BS CORK 540° NOSEGRAB

I RAGAZZI CI DANNO DENTRO COME NON MAI, SALTANO E RISALGONO SENZA FERMARSI


NICHOLAS BRIGMAN: FS CORK 540° NOSEBONE

La luce ogni singolo minuto cambia in base al suo riflesso sulle pareti rocciose, il silenzio la fa da padrone, relax puro, almeno fino a quando Simon e Nicholas non decidono che il jump è pronto e quindi si parte. I ragazzi ci danno dentro come non mai, saltano e risalgono senza fermarsi fino a quando il landing dopo molti tentativi e i trick chiusi è ridotto in condizioni disastrose. Soddisfatti della session, è già ora di pranzo. Durante il tragitto di ritorno individuiamo un altro spot, ma è troppo tardi per costruire e poi girare, quindi mangiamo con calma e poi ricominciamo a costruire, ci fermeremo un giorno in più ma ne vale veramente la pena. Il sole accompagna anche il nostro terzo giorno di shooting, ma dobbiamo essere veloci perché le condizioni al Rolle mutano molto velocemente e lo spot che abbiamo costruito senza luce non rende molto. Fortunatamente questo kicker si trova molto vicino allo ski-lift, ma essendo comodo per noi lo era anche per

un gruppo di circa un centinaio di finanzieri, che nel loro giorno di riposo hanno deciso di farsi una sciata, e sfortunatamente per noi hanno puntato il nostro landing come luogo dove scattare la foto di gruppo. Simon riesce però a limitare il danno fermandoli quasi appena in tempo per rovinare tutto lo spot, i ragazzi capiscono e cambiano direzione, un caffè in più al bar e ci saremmo giocati lo shooting. Si parte forte, le cadute della giornata precedente non condizionano la session di oggi, anzi sembra che soprattutto Nicholas faccia tesoro degli errori di ieri per portarsi a casa i trick che gli mancavano per la su video part. Cab 540, Frontside 360, Backside 720, Switch Backside 720, Backside Double sono gli shot che abbiamo portato a casa in questa mia prima trasferta al Rolle che rimarrà sicuramente nella mia mente per molto tempo. Del resto, come dicono, la prima volta non si scorda mai. Passo Rolle ci vediamo il prossimo anno. Neve permettendo.


NICHOLAS BRIGMAN: BS 720° MUTE

SI PARTE FORTE, LE CADUTE DELLA GIORNATA PRECEDENTE NON CONDIZIONANO LA SESSION DI OGGI


SIMON GRUBER: FS 720° MELON

NICHOLAS BRIGMAN BOARD: DRAKE TEAM BINDINGS: DRAKE PODIUM BOOTS: NORTHWAVE PROPHECY SL

SIMON GRUBER BOARD: CAPITA DEFENDERS OF AWESOME BINDINGS: UNION T-RICE BOOTS: 32 TEAM TWO


SIMON GRUBER: CAB 540° MUTE



TXT: GIACOMO MARGUTTI RIDER: KALLE OHLSON PIC: MATT GEORGES

Flash forward. Ultimi giorni di dicembre 2015. L’ultima volta che ha nevicato è stata quella. La prima, l’unica, l’ultima. La situazione è quasi drammatica. La temperatura è sensibilmente più alta rispetto a tutti gli altri anni di cui mi ricordi. Non fa quasi nemmeno freddo in montagna. Al TG continuano a dire che le piste sono preparate benissimo e la gente scia contenta e soddisfatta, il che è pure vero ma con discorsi del genere si tende di solito a far dimenticare alla gente stessa in che razza di mondo viviamo e come lo stiamo (e l’abbiamo già) trasformato. Mi ritornano in mente le mie stesse parole scritte a fine novembre, quando all’apertura della fabbrica di Capita l’ecologia era solo uno dei tanti temi: ero rimasto più colpito da come lì si stampano i top sheet delle varie tavole, per dirne una su tante. For-

se nevicherà tra pochi giorni, forse questa stagione di terribile ha solo l’inizio ma poi sarà eccezionale. Fatto sta che se non ci rendiamo conto ora che qualcosa è già cambiato e modifichiamo le nostre abitudini, sarà sempre troppo tardi in seguito. Prendete ad esempio proprio “the Mothership”: non il solito eco-mostro, invece costruita secondo standard elevatissimi per preservare il nostro ambiente. Perchè ne facciamo parte tutti, tutti siamo coinvolti in questa cosa. Nessuno escluso. Loro non hanno solo avuto il coraggio imprenditoriale di costruire qualcosa di nuovo in tempi forse ancora bui, ma lo hanno anche fatto rispettando il pianeta e in armonia con la natura. Mentre scrivo queste ultime parole, sta finalmente nevicando fuori dalla mia finestra. Buon segno. Sarà un’ottima stagione, comunque.


DISTRIBUITO IN ITALIA DA FRIENDISTRIBUTION - SLAHSNOW.COM info@friendistribution.it – friendistribution.it

PHOTO > MAXIM BALAKHOVSKIY, HELIPRO.RU / RIDER > GIGI RÜF / LOCATION < ICE-WHALE, GREENLAND

#slashATV


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