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25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 760 EUROPEAN SHOPS: ITALY, SWITZERLAND, AUSTRIA, GERMANY, FRANCE, ENGLAND, SPAIN, BELGIUM, FINLAND, HOLLAND, CZECH REPUBLIC & SLOVAKIA. CHRISTIAN HALLER BY SILVANO ZEITER

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14.11.18 10:32

EDITOR’S LETTER TXT: SEQUENCE CREW RIDER: VICTOR DE LA RUE PIC: MATT GEORGES

L’avventura e il viaggio rivestono la stessa importanza del puro gesto tecnico nella cultura dello snowboarding. Per sua natura, esso progredisce più velocemente quando viene in contatto con luoghi insoliti e modalità alternative di interpretare terreno e riding: un esempio lampante è il diverso concetto di carving che Dave Crozier e Lewis Sonvico hanno trovato in Giappone, dove purezza ed eleganza sono preferiti al creativo ed aggressivo approccio freestyle della nuova scuola Europea. Il contatto con nuove culture non fa solamente progredire lo snowboarding, ma anche il rider: capire e metabolizzare diversi punti di vista e valori apre la mente e mette tutto in una prospettiva più ampia, non a caso i riders più progressivi sono quelli che hanno viaggiato in lungo ed in largo, come Xavier De La Rue che abbiamo incontrato ed intervistato in questo numero. La tecnologia è meravigliosa ma isola, perché ci porta dovunque senza muoversi dal divano, rendendoci sempre più schiavi della nostra comfort zone: avventurarsi non significa per forza rischiare il collo in un freeride pericoloso senza esperienza o attrezzatura, può essere semplicemente uscire dal park per avventurarsi nel resort, o cambiare destinazione per vedere più luoghi possibili. Mark Twain ha riassunto molto efficacemente l’importanza dell’avventura e della scoperta in un suo aforisma “Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.”

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SEQUENCE CREW Editor In Chief Denis Piccolo | denis@hand-communication.com

Video Senior | Sequence Movie Scotty Stephenson, Francesco “Zoppo” Zoppei

Editorial Coordinator Matteo Rossato | ross@hand-communication.com

Cover Christian Haller by Silvano Zeiter

Advertising Office hello@hand-communication.com +39 333 7741508 Art Director George Boutall | george@evergreendesignhouse.com Graphic Design Francesca Pagliaro | francesca@evergreendesignhouse.com Diego Marmi | diego@evergreendesignhouse.com Sequence-Magazine.com Silvia Galliani | silvia@hand-communication.com Photographers & Filmers Matt Georges, Dominic Zimmermann, Markus Rohrbacher, Gianfranco Battaglia, Claudio Foco, Cyril, Silvano Zeiter, Kevin Kok, Achille Mauri, Migi

Collaborators Lisa Filippini, Elisa Maria Ferrari, Giulia Boccola, Silvia Galliani Company Editor Hand Communication Corso Francia 17 Torino 10138 hello@hand-communication.com Print Grafiche Ambert Verolengo TO Distribution 25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 760 EUROPEAN SHOPS: Italy, Switzerland, austria, germany, france, england, spain, belgium, finland, holland, czech republic & Slovakia.

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PREMIER HIGH PERFORMANCE " Years in the making, when I sat down at the drawing board with the Union crew, we had strict goals for the Falcor: Create a binding that is crazy light, yet super strong with a flex range built for nearly all conditions. This is truly MY binding.” -TRAVIS RICE TECH HIGHLIGHTS: 2

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CONTENTS BY SILVANO ZEITER

THE DAILY NEWS

FRESH MADE

KILLER COLLAB

PATAGONIA COLLECTION

STEP IN

NIDECKER HISTORY

EMILIANO LAUZI

LAAX RETO POLTERA

SHAPE ACADEMY

SNOWPARK SEISER ALM

PRADED TRIP

XAVIER DE LA RUE

KEVINâ&#x20AC;&#x2122;S CREW

HOW THEY SEE VICTOR

TONY KERKELA

SENSE OF FEELING THINGS

LAST WORD

THE DAILY NEWS BY DAVIDE FIORASO

GIGI RÜF NEL GLOBAL TEAM 686 686 Technical Apparel ha annunciato l’ingresso di Gigi Rüf nel global team. Il rider austriaco, che si unirà a Forest Bailey, Phil Jacques, Sammy Luebke, Victor Daviet, Matt Belzile e Mary Rand, vestirà i capi GLCR e Multi Collection nelle sue avventure intorno al mondo e nelle gare del Freeride World Tour. “Gigi ha uno stile e una storia unici nel mondo dello snowboard. Ha sempre lasciato parlare il suo riding spingendo i limiti della creatività. Stavamo cercando qualcuno che rappresentasse il nostro impegno nel mercato austriaco e tedesco, e Gigi va ben oltre.” - ha dichiarato Patrick McCarthy, Team Manager 686.

DAKINE ACQUISITA DA MARQUEE BRANDS LLC Marquee Brands, marchio in portafoglio al fondo di private equity Neuberger Berman, ha acquisito Dakine, storico produttore di zaini, borse e accessori fondato nel 1979 sulla North Shore di Maui con sede a Hood River (Oregon) e Annecy (Francia). Marquee Brands ha inoltre siglato un contratto di licenza con JR286 affidandogli le attività operative di Dakine e diventando partner a lungo termine. Questa operazione punta al consolidamento nei mercati asiatici e dell’America latina. JR286, attiva nello sviluppo e distribuzione di attrezzature sportive, ha già in licenza marchi come Nike, Fox e Hurley.

STEVE GRUBER AFTERBEIGE RELEASE Colonna portante di Ästhetiker e rider dal 1992. Maturità, esperienza e classe da vendere. Non siamo sorpresi che K2 volesse un pò di tutto questo nella sua squadra europea. Per dare il benvenuto alla leggenda Steve Gruber, il brand di Seattle ha rilasciato una edizione limitata del modello Afterblack, ribattezzato Afterbeige per l’occasione, prodotto in soli 35 esemplari autografati. Si tratta di una true twin da freestyle con tip e tail di pari grandezza combinati con una sciancratura radiale centrata. Il flex medio regala una risposta precisa, ma abbastanza burrosa per goderti ogni jib.

POL ARTEC PRESENTA POWER AIR Polartec, fornitore di soluzioni tessili innovative, ha presentato Polartec Power Air, la prima tecnologia progettata per ridurre la dispersione di microfibre. Incapsulando le fibre all’interno di una struttura di tessuto multistrato, grazie alla lavorazione di un filato continuo, risulta essere una nuova e rivoluzionaria piattaforma che offre efficienza termica avanzata. Riconosciuto che qualsiasi fibra è suscettibile alla dispersione nell’ambiente, in funzione alla normale usura, il processo di Power Air mitiga questo effetto dimostrando di disperdere fibre cinque volte di meno rispetto ad altri mid-layer.

RADICAL GAINS: THE GB PARK AND PIPE STORY Un viaggio affascinante nella storia della squadra inglese di freeski e snowboard freestyle. Curato dal fotografo Sam Mellish, contiene oltre 180 immagini da tutto il mondo e contributi dei migliori scrittori e fotografi del settore. Radical Gains traccia l’ascesa dello sci e dello snowboard britannico dalle sue umili origini fino agli eventi celebrativi di Sochi e PyeongChang, rivelando come siano diventati uno dei team di sport invernali più rispettati ad oggi. Include un editoriale del giornalista sportivo Matt Barr e del corrispondente BBC Ed Leigh. Il libro è disponibile per il pre-ordine su www.dieselbooks.co.uk.

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// Parker Szumowski // Snorklin’ // Overboard Board, Formula Binding, Whatever “Kind Brew” Tim Picked Out // Photos: Colton Jacobs // Location: The Press Room resort grand targhee

THE DAILY NEWS BY DAVIDE FIORASO

TREELINE - IL NUOVO FILM FIRMATO PATAGONIA Gli alberi sono gli esseri viventi più antichi che l’uomo conosca. Offrono riparo, legna per il fuoco, ci fanno compagnia e, in alcuni casi, sono una vera e propria divinità, ponti viventi verso lo sconfinato passato del nostro pianeta. Treeline, il nuovo film prodotto da Patagonia, celebra le foreste da cui la nostra specie è sempre dipesa, e attorno alla quale alcuni sciatori e snowboarder hanno basato le loro vite. Un viaggio tra i cipressi sacri del Giappone, gli imponenti cedri rossi della Columbia Britannica e gli antichi pini del Nevada. Un film per unire la gioia del freeriding alla sensibilità ambientale.

APO SNOWBOARDS ARE BACK Dietro questa notizia si nasconde il sogno di un uomo, Eric Bobrowicz, meglio conosciuto come Bob, colui che ha fatto tutto il possibile per riportare in vita lo storico marchio francese. La resurrezione di APO passa difatti attraverso il duro lavoro di questo ex shaper che ha iniziato la carriera in Rossignol e fondato il marchio White Doctor. Purtroppo, Bob e la sua passione ci hanno lasciato la scorsa estate ma Glisshop, che ha condiviso il suo entusiasmo sin dal primo giorno, ha deciso di continuare questa avventura ed è orgogliosa di presentare e distribuire in esclusiva quattro nuovi modelli.

E N D E AV O R D E S I G N A C Q U I S I S C E S A N D B O X H E L M E T S Endeavour Design Inc., company di Vancouver proprietaria di Endeavor Snowboards e Airhole Facemasks, ha annunciato l’acquisizione di Sandbox, brand di caschi ed accessori per snowboard, skate e wakeboard. I fondatori di Sandbox, Melle e Kevin Sansalone, continueranno a gestire il marchio fino al 31 agosto 2019, quando Endeavour Design passerà le attività sotto la responsabilità di Aaron Vujicic. Kevin resterà con Sandbox nel ruolo di ambassador e continuerà a lavorare sullo sviluppo del prodotto. Questa acquisizione punta a espandere il business di Endeavour in nuovi territori internazionali.

VF CORP: STEFANO SACCONE ALL A GUIDA DI VANS EMEA VF Corporation ha annunciato la nomina di Stefano Saccone a Vice Presidente e General Manager di Vans Emea. A partire dal 1° aprile 2019, sostituirà Jan Van Leeuwen, passato alla guida di The North Face Emea. Anche quella di Saccone è una nomina interna: il manager svolgeva infatti pari ruolo in Eastpack. Saccone possiede una ventennale esperienza a livello internazionale nelle vendite, nel marketing, nel merchandising e nella guida di brand di abbigliamento, scarpe e accessori. Prima di raggiungere VF nel 2012, nel ruolo di Vice President Emea di Napapijri, ha lavorato per aziende come Nike, Ralph Lauren e P&G.

ROXY PER LA PREVENZIONE CON KEEP A BREAST Una collaborazione importante per un obiettivo altrettanto importante: la prevenzione del cancro al seno. Sin dalla sua nascita Roxy sostiene l’emancipazione femminile supportando donne di ogni età e cultura in tutte le loro avventure e non stupisce che abbia scelto come partner un’associazione attenta a un tema così importante. Keep A Breast è un’organizzazione non-profit che si occupa di supportare e sensibilizzare le donne di tutto il mondo su questa delicata tematica. Roxy ha deciso di dare il proprio producendo delle t-shirt speciali i cui provenienti andranno a iniziative di sensibilizzazione e sostegno.

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FRESH MADE BY DAVIDE FIORASO

1.SKULLCANDY

2.TO B E

ICON WIRELESS LIMITED EDITION

OUTERWEAR LUDO MONO SUIT

3.DANNER FREDDO B200 BOOT

Il ritorno di un grande classico rivisitato: le nuovissime Icon Wireless in edizione limitata. Skullcandy ha mantenuto il design originale e le funzionalità innovative che hanno fatto delle Icon un successo (come la fascia antiscivolo e i comandi on-ear TapTech) ma le ha dotate della tecnologia Bluetooth. Apprezzate sia dai grandi professionisti degli sport su neve che dai park rat del fine settimana, le Icon hanno guadagnato un seguito di culto facendosi rapidamente strada anche nella scena skateboard.

Tutone progettato per garantire prestazioni e durata nelle avventure in backcountry. La collezione Ludo, pensata per lo snowboard, è in grado di eccellere in una varietà di ambienti invernali. La sua struttura in nylon a 3 strati da 20.000 mm, cuciture nastrate e zip YKK Aquaguard, è 100% resistente all’ acqua e al vento. La sua ottima traspirabilità e vestibilità garantisce le migliori performance anche nelle situazioni più estreme. Rinforzi in Armotex su ginocchia, gambale e polpaccio interno.

Sviluppato in condizioni fredde per garantire il massimo comfort. Danner Japan ha appena presentato Freddo B200, scarponcino invernale con 200 grammi di isolamento Thinsulate e membrana Danner Dry per mantenere i piedi caldi e asciutti anche nella neve profonda. Una suola Vibram Icetreak garantisce ottimo grip anche su superfici ghiacciate. Disponibile nelle colorazioni Black, Coyote e Khaki in due differenti altezze. Logo riflettente e chiusura con cordino al polpaccio.

4.HORSEFEATHERS

5.NIDECKER

6.CURATOR VOLUME I

PROWLER JACKET

ULTRALIGHT SNOWBOARD

CULTURE OF SNOWBOARDING

La Prowler di Horsefeathers è una delle migliori giacche da snowboard che potete comprare per meno di 200 Euro. E’ realizzata in tessuto Ultratech 15/10 con impermeabilizzazione di 15.0000 mm e cuciture completamente nastrate. Isolata con 40 g di Primaloft Black, offre il pacchetto completo di caratteristiche tecniche: tasca skipass, ghetta antineve, tasca per il telefono, protezione anti irritazioni sul mento, tasche scalda mani, polsini regolabili e tante altre cose. Disponibile in cinque diversi colorazioni.

Sviluppata in collaborazione con The Swiss Polytechnic School, Ultralight è una vera macchina da freeride. Progettata per grandi quantità di polvere, è rigida e reattiva quanto basta per solcare le piste e offrire un’esperienza di riding a 360° su tutti i tipi di terreno. Presenta l’esclusiva costruzione N-Tech con un nucleo costituito da 3 diversi legni per garantire leggerezza, reattività e durata. La base N 9000 è prodotta con nanoparticelle di carbonio. Niente potrà essere più high-tech di questo.

Negli ultimi 30 anni, lo snowboard ha dimostrato che la maggior parte del suo fascino deriva dallo stile e dalla cultura che riesce a trasmettere grazie all’impegno di personaggi unici all’interno dei media e dell’industria. Coloro che forniscono storie che vale la pena leggere oggi, domani e tra 5 anni. Il nuovo progetto di Tassillo Hager raccoglie 200 pagine di interviste, saggi, fotografie e frammenti di personaggi come Halldor Helgason, Desiree Melancon, Stale Sandbech, Mikey LeBlanc, Trevor Andrew e Devun Walsh.

FRESH MADE BY DAVIDE FIORASO

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7.UKEG 64

8.NIKE

STAINLESS GROWLER

ACG SHERPA FLEECE

9.ROME SDS CRUX BINDINGS

Birra fresca, alla spina, in qualsiasi momento. E’ così che negli ultimi anni è cresciuta la popolarità dei growler. uKeg di GrowlerWerks mantiene la perfetta carbonatazione dal primo getto fino all’ultimo utilizzando cartucce di CO2 in un contenitore sottovuoto di acciaio inossidabile. Il tappo del regolatore impedisce la fuoriuscita di aria fornendo una spillatura ad-hoc. Oltre alla classica versione con capacità da 64 once, si è affiancata anche quella da 128 (3.7 L), nero opaco o nero cromato.

Lasciati avvolgere dal morbido comfort del pile NikeLab ACG Collection. Logo All Conditions Gear ricamato nel petto, polsini e bordi elasticizzati, apertura a zip ¼, ampio cappuccio, tasca a marsupio con chiusure a pressione ideale per riporre al sicuro i tuoi oggetti. Fit standard che segue il profilo del corpo lasciando libertà di movimento e massima adattabilità. Perfetto da indossare sul divano dopo la vostra giornata di snowboard.

Robusto e leggero al tempo stesso, con un grande equilibrio di reattività e flessibilità. Il nuovo design del tallone ha tre punti di connessione e offre una sensazione di potenza edge-to-edge. Perfetto per curve veloci e prese ottimizzate. Lo spoiler Asym Crux, più rigido sulla parte esterna, consente la massima pressione verso tail e nose. Piastra con tecnologia AsymWrap e pad in EVA, cinghie Minimist Ankle Strap dal peso leggerissimo progettate per auto-adattarsi alla punta di qualsiasi scarpone.

10.NIXON

11.T H I R T Y T WO

12.T H U L E

BASE TIDE PRO

LASHED DOUBLE BOA

Una doppia dose di robustezza e funzionalità. Caratterizzato da una cassa dura come la roccia, il Base Tide Pro fornisce informazioni pre-programmate sulle maree e sull’ora di alba e tramonto per 550 località in tutto il mondo. Diametro 42 mm, impermeabilità 100 metri/10 ATM, cassa TR90 con vetro minerale temprato, pulsanti impermeabili a 10 ATM e fondello in acciaio inox. Cinturino in silicone stampato a iniezione con doppio perno del fermo brevettato e robusta fibbia in acciaio inox.

Tutto quello che potresti aspettarti dai Lashed, con la praticità del sistema Double BOA. La combinazione dei due rocchetti indipendenti offre la possibilità di micro regolazioni per azzeccare il giusto equilibrio tra flex e supporto. La scarpetta interna Team Fit, modellata a caldo, presenta una schiuma a doppia densità che assicura una calzata perfetta e un comfort totale. L’ammortizzazione è garantita da una suola Evolution Foam. Uno scarpone estremamente reattivo, adatto ad un utilizzo freestyle.

UPSLOPE 25L – REMOVABLE AIRBAG 3.0 READY

Semplifica i tuoi spostamenti con un facile accesso all’attrezzatura e la flessibilità di integrare il sistema Removable Airbag 3.0 di Mammut. Spaziose tasche laterali per contenere oggetti di grandi dimensioni, scomparto anteriore dedicato agli strumenti di sicurezza, supporto verticale per il fissaggio della tavola con asola di carico a scomparsa, custodia per liquidi con protezione isolante, sistema di compressione superiore e laterale per evitare fastidiosi movimenti all’interno dello zaino.

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KILLER COLLAB BY DAVIDE FIORASO

1.AUSTIN SMITH X THE NORTH FACE X SMITH OPTICS I/O MAG GOGGLE

2.686 X MOTÖRHEAD INSULATED JACKET

3.NIKE X CARHARTT WIP AIR FORCE 1

686 Technical Apparel presenta la nuova collezione Motörhead sotto licenza di Global Merchandising. Pezzo forte questa giacca waterproof da 10.000 mm con tecnologia infiDRY e trattamento DWR. Mesh Air-Flo e isolamento Polyfil con grammature differenziate tra corpo e braccia. Incorpora naturalmente una tasca media/audio a doppio accesso. Because metal isn’t only meant for the park.

Legendary style, premium edition. La nuova collezione Nike x Carhartt WIP unisce classiche silhouette senza tempo con i robusti materiali dell’abbigliamento da lavoro. Icona dello street style, nel 1982 la Air Force 1 è stata la prima scarpa da basket a integrare la tecnologia Nike Air. Questa collaborazione con il brand del Michigan è realizzata in velluto a coste e tela Hamilton foderata in lana.

4.SATTA X STEVEN HARRINGTON MELLO RIDERS

5.HERSCHEL SUPPLY X BEASTIE BOYS

6.COLT 45 X UNION BINDINGS

Ispirato dalla natura e affascinato dalla città, Satta racconta uno stile di vita che incarna connessione ed equilibrio con il mondo naturale. Con un approccio olistico al design, si concentra nella produzione su piccola scala utilizzando materiali naturali e sostenibili. E’ così anche per il cruiser Maloka in rovere realizzato in collaborazione con l’artista e designer californiano Steven Harrington.

Nel 1998 i Beastie Boys rilasciarono Hello Nasty, un album eclettico che includeva hit come Intergalactic e Body Movin. Per celebrarne il ventesimo anniversario, Herschel Supply ha annunciato un’esclusiva collaborazione con l’iconico trio. La collezione è composta da una borsa porta pc Anchor Sleeve e da una Dj Record Bag. Entrambe raffigurano l’originale artwork dell’album.

Introdotta per la prima volta sul mercato nel 1963 dalla National Brewing Company, la birra Colt 45 fu così chiamata in onore di Jerry Hill, running back dei Baltimore Colts. Dalla collaborazione con la Custom House di Union, nasce un attacco dal gusto speciale, per i rider che vogliono sorprendere. Base Stage IV Duraflex ST e highback Team dall’esclusivo design per una sensazione di riding naturale e precisa.

Dalla collaborazione tra Smith Optics, il team di progettazione TNF e lo snowboarder Austin Smith nasce questa speciale versione dagli iconici colori. Oltre alla ventilazione AirEvac e la montatura sagomata, caratteristica principale della I/O Mag è il sistema di cambio lente progettato per garantire prestazioni ottimali. Viene fornita in un mini duffel con lente di ricambio ChromaPop.

NX2 Fusion

KILLER COLLAB BY DAVIDE FIORASO

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7.NITRO X VOLCOM BEAST SNOWBOARD

8.HORSEFEATHERS X JBMC GANBEI GLOVES

9.RUMPL X AIRBLASTER PUFFY BLANKET

Cosa succede quando alcuni dei migliori riders al mondo, Marcus Kleveland e Torgeir Bergrem, progettano una tavola da snowboard insieme a uno dei maggiori brand del settore? Nasce una delle più incredibili tavole da park che sia mai stata concepita. Una twin shaped estremamente leggera, sulla base del modello Beast, con qualche personalizzazione suggerita dagli amici di Volcom.

Se siete già stati in Cina a fare snowboard, sapete che la JBMC Crew governa le colline locali e sfoggia alcuni tra i migliori guanti del pianeta. Gigi Rüf, Union Bindings o i ragazzi di Foreal Project ne sanno qualcosa. Queste muffole dalla vestibilità ergonomica, con palmo in pelle PU, fanno parte della nuova signature line di Horsefeathers con la vivace crew cinese.

L’originale Puffy Blanket di Rumpl, best seller lanciato nel 2014 con una campagna Kickstarter, incontra la fantasia Olive Fish di Airblaster. Un accessorio multiuso, perfetto equilibrio tra calore e prestazione, che si combina con l’inimitabile Ninja Suit realizzata nell’esclusivo tessuto Woolverino (55% lana Merino, 37% Tencel, 8% Spandex). The perfect pair for slopeside car camping.

10.T H I R T Y T WO X B LU E TOMATO LIGHT BOOT

11.T H E N O R T H FAC E X VANS X BL AKE PAUL SLASHBACK PACK

1 2 . Y E S X C H I M O D U GREATS SNOWBOARD

Concepito, testato e approvato da una leggenda come JP Walker. La struttura a gambale articolato conferisce un flex medio/morbido ideale per il freestyle. La tecnologia 1:1 Lasting regala la miglior calzata che ci sia sul mercato riducendo le dimensioni esterne, mentre il sistema di allaccio garantisce una perfetta tenuta del tallone. Ora nella nuova colorazione Navy firmata dallo store austriaco Blue Tomato.

Uno zaino da snowboard che racchiude tutto ciò di cui hai bisogno per le tue avventure in backcountry. La fabbricazione IronLite riduce il peso e garantisce una lunga durata, mentre il nuovo frame sheet supporta carichi pesanti e distribuisce uniformemente il peso. Include una tasca avy-tool ad accesso rapido e fa parte della nuova limited edition realizzata con Vans e Blake Paul.

Dopo aver affinato le sue doti presso l’International Center of Photography, Chi Modu ha documentato la cultura hip-hop americana dalla metà degli anni ‘90. Grazie al suo lavoro per The Source, ha sviluppato relazioni con grandi icone come Tupac Shakur, Notorious B.I.G. o L-L Cool J. Questa speciale collaborazione sul modello Greats celebra le sue immagini e l’impatto che questi artisti hanno avuto sulla cultura moderna.

Bryan Fox & Curtis Ciszek

Giro Snow è distribuita da NITRO DISTRIBUTION ITALIA, nitro.it

ENHANCE CONTRAST, BOOST CONFIDENCE.

THE AXIS GOGGLE

VIVID™ is a patented lens technology—developed by Giro in partnership with ZEISS Optics—that improves the visual H[SHULHQFH RQ VQRZ E\ HQKDQFLQJ FRQWUDVW DQG GHÀQLWLRQ VIVID reduces eyestrain, improves reaction time, boosts FRQÀGHQFH DQG GHOLYHUV SUHFLVH YLVLRQ ZLWKRXW FRORU RYHU VDWXUDWLRQ Learn more at Giro.com/VIVID

PATAGONIA

RECYCLED OUTER FABRIC Patagonia è in grado di offrire una gamma completa di abbigliamento che promuove la riduzione dei rifiuti.

MEN’S POWDER BOWL JACKET

M E N’S P OW S L AY E R BOWL JACKET

WONEN’S INSUL ATED POWDER BOWL JACKET

La Powder Bowl Jacket di Patagonia dispone del trattamento DWR (idrorepellente a lunga durata) che incrementa la protezione anti-umidità impedendo la saturazione del tessuto dovuta a neve e pioggia ghiacciata. La fodera del busto impiega rete di poliestere spazzolato con performance traspirante, mentre la fodera in rete delle braccia scivola facilmente sugli strati inferiori per un’ottimale libertà di movimento. Il cappuccio regolabile in 2 punti è compatibile con il casco ed è dotato di visiera laminata per una visibilità ottimale; il colletto ripara viso e collo dalle raffiche di neve gelata. Le aperture sotto-manica a basso profilo con zip rilasciano rapidamente il calore quando sudi in salita, mentre il gonnellino anti-neve completamente regolabile (con passante avvolgente che può essere fissato a tutti i pantaloni della linea Patagonia Snow) lascia fuori aria fredda e spifferi. Gli altri dettagli includono zip con spalmatura a prova d’acqua dotate di struttura ultra-piatta per ridurre peso e volume, cordoncini di chiusura regolabili nel cappuccio e nell’orlo, riflettore Recco incorporato per il soccorso in caso di valanghe e vestibilità altamente articolata per movimenti dinamici. Le tasche includono: due scaldamani, una sul petto con un taschino per riporre un dispositivo multimediale e dotato di passante per cavo radio/auricolare, un taschino sull’avambraccio dove infilare lo skipass e due tasche interne (una applicata e una di sicurezza con zip).

La produzione della linea Snow di Patagonia, realizzata con materiali riciclati, è aumentata quest’anno del 23%: il brand è così in grado di offrire una gamma completa di abbigliamento che promuove la riduzione dei rifiuti. Ogni capo da neve è resistente e riparabile, realizzato con materiali riciclati (ogni volta che è possibile!), scarti pre-consumo e post-consumo. Già lo scorso inverno i capi neve Patagonia prevedevano l’utilizzo di tessuto Gore-Tex Pro: uno dei primi importanti passi in avanti verso la realizzazione di una linea Snow sostenibile al 100%. Infatti, da tempo l’azienda si impegna a lavorare con i propri partner non solo per sviluppare i tessuti tecnici in grado di offrire le migliori performance, ma anche per adottare versioni che impieghino i materiali riciclati all’avanguardia del settore. I designer del brand californiano hanno preso la linea Powder Bowl e l’hanno perfezionata. Non è stata reinventata e non è stato aggiunto nulla dove non fosse necessario, semplificandone le linee, rendendo i capi più resistenti e più facili da riparare. L’ intera collezione è realizzata in robusto tessuto Gore-Tex a 2 strati in ultra-resistente 100% poliestere riciclato: offre una solida protezione impermeabile/ traspirante ed anti-vento di lunga durata che consente di affrontare anche le peggiori tempeste, unita ad un eccezionale comfort in tutte le condizioni. Oltre al poliestere riciclato, vengono utilizzate bottiglie di plastica: questa transizione ai tessuti riciclati riduce la nostra dipendenza dal petrolio per produrre nuovi materiali e aiuta ad evitare che i rifiuti finiscano in discarica.

Patagonia ancora una volta si schiera dalla parte del pianeta, difendendo la natura incontaminata che ci sta tanto a cuore. Tocca anche a noi, ora, non dimenticare che non è sufficiente lo sforzo di qualcuno ma serve quello congiunto di tutti. 24

W H Y W A S T E I T ?

Out of the Waste Cycle and into Your Snow Gear Seventy-seven percent of our snow garments are now made with recycled contentâ&#x20AC;&#x201D;diverting about 325,082 pounds of factory scraps and plastic bottles from the waste stream and into the gear we build. Thatâ&#x20AC;&#x2122;s more recycled materials in our technical winter lineup than ever before; and movement toward recycled inputs for every snow garment we make. Each Powder Bowl Jacket is made with a 100% recycled GORE-TEX face fabric and reroutes 35 plastic bottles from the landfill.

STEP IN BINDINGS

GET FAST OR DIE STRAPPING BY MATTEO ROSSATO

L’avvento dello Step On di Burton ha riacceso i riflettori sul mercato degli attacchi e dell’eterno divario tra i conservatori ed i progressisti dell’interfaccia rider-tavola. Per i più giovani o i meno informati, facciamo un piccolo excursus temporale e raccontiamo per sommi capi la storia dello Step In.

che non se n’è sentito più parlare fino al 2014, quando K2 ha reintrodotto il Kwicker come attacco backcountry e Burton ha depositato un brevetto per quello che poi sarebbe diventato lo Step On. Ma lo scopo di questo articolo non è raccontare una storia, ma illustrare le varie tecnologie di attacchi più o meno rapidi disponibili per questo inverno e le loro caratteristiche salienti, quindi skippiamo fino al 2018. Al momento tre sono i macro gruppi di attacco rapido in commercio: Burton che fa campionario a sé con lo Step On, K2 e Nitro con il sistema Clicker ed infine i Rear Entry bindings di Flow, K2 ed SP: analizziamoli uno alla volta.

L’idea di un attacco rapido, che permettesse ai rider di agganciarsi con la stessa velocità degli skier, affonda le sue radici negli ormai lontani anni ‘90. Era nella prima metà di quel decennio infatti che cominciarono a spuntare i primi Step In ed in men che non si dic, gli scaffali dei negozi si erano riempiti di proposte dalla maggior parte dei brand storici: K2, Switch, Vans, Drake, Burton e molti altri. Con l’avvento del nuovo millennio però, in un brevissimo lasso di tempo gli Step In sparirono completamente dal mercato. Le motivazioni sono molte e poco chiare: c’è chi diceva non funzionassero a dovere, chi li trovava troppo cari, chi poco funzionali, fatto sta

Il sistema proprietario Burton Step On vede uno chassis classico con base e highback ma senza strap. Gli appositi scarponi Step In sono dotati di un gancio sul tallone e due protuberanze ai lati ad altezza della suola: con un movimento che prevede prima l’aggan26

BURTON STEP ON

FLOW NX2-GT HYBRID

K2 CLINCH TS

K2 CLICKER

SP BROTHERHOOD FASTEC

NITRO CLICKER

cio posteriore e poi anteriore, lo scarpone si fissa ed il rilascio avviene attraverso un’apposita leva posta sul lato esterno della base. Lo scarpone è dotato di una fascia ad altezza caviglia che stringe la presa tramite un sistema Boa, proprio come farebbe l’ankle strap.

chassis, ankle e toe strap: l’ingresso dello scarpone avviene dal lato posteriore, collassando l’highback. Questo sistema necessita del piegamento per la chiusura, ma l’operazione è decisamente più veloce ed agevole. I tre sistemi K2, Flow ed SP hanno in comune il sistema di apertura, controllato da una leva posteriore.

Passiamo al sistema Clicker, che è la versione aggiornata e migliorata del sistema a piastra. Funziona in modo abbastanza simile agli attacchi da sci, fatta eccezione per i punti di ancoraggio che non sono posizionati su punta e coda dello scarpone, ma sotto la suola. L’aggancio avviene con l’accoppiamento del gancio anteriore, poi abbassando il tallone il boot si incastra tramite un sistema a molla. A lato della piastra abbiamo sempre la leva di rilascio che apre il meccanismo, rilasciando lo scarpone. Il supporto è interamente integrato nel boot in questo caso. Infine abbiamo la categoria Rear Entry, che costituisce il compromesso tra l’attacco classico e lo Step In. In questo caso l’attacco è configurato normalmente con

Agendo su di essa, l’highback si abbatte e si può entrare con lo scarpone da dietro senza dover aprire completamente gli strap. Il sistema di apertura e gli strap discriminano le varie soluzioni: Flow impiega per lo più una fascia unica denominata Powerstrap (anche se nei modelli Hybrid, Ankle e Toe strap sono separati), mentre sia K2 che SP impiegano strap classici. SP a sua volta è dotata di Auto.Rs System che apre automaticamente il cricchetto dell’ankle strap quando si abbassa l’highback: questo permette un ingresso più agevole con conseguente minor perdita di tempo. K2 ottiene lo stesso risultato con il Cinch System, un leveraggio che solleva 27

Sicuramente il Clicker è un ottimo attacco per chi fa pista, così come lo Step On è una soluzione che bilancia mobilità e comodità di calzata per un utilizzo all mountain e freestyle; se proprio non riuscite fare a meno delle fasce o del vostro scarpone classico preferito, il Rear Entry è il compromesso ottimale e più versatile.

una parte dello chassis su cui è fissato l’ankle strap, aumentando lo spazio di calzata. Tutti i tre sistemi prevendono la regolazione delle strap per una calzata ottimale con ogni tipo di boot: K2 impiega addirittura straps completamente apribili come negli attacchi standard, al pari di SP, ma solo nei modelli Multientry. Se avete retto fino a qui per sentirvi propinare un parere su quale sia la soluzione migliore, avete perso il vostro tempo. Questo perché ognuna delle soluzioni ha i suoi pro e contro ed è funzionale nel suo campo d’applicazione. Sicuramente il Clicker è un ottimo attacco per chi fa pista, così come lo Step On è una soluzione che bilancia mobilità e comodità di calzata per un utilizzo all mountain e freestyle; se proprio non riuscite fare a meno delle fasce o del vostro scarpone classico preferito, il Rear Entry è il compromesso ottimale e più versatile, con modelli che spaziano dall’utilizzo per le prime curve fino al freestyle. 28

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NIDECKER

SLICING AND DICING SINCE 1984 PICS: ED BLOOMFIELD, DAVID CARLIER TXT: SAM MC MAHON

MATT CREPEL

C’era un tempo in cui i core brand venivano accolti come una boccata d’aria fresca in un mercato pieno di aziende storiche e corporates. Tanta acqua è passata sotti i ponti e ora una storica company di nome Nidecker non solo è diventata un vivaio per brand indipendenti, ma sta anche riportando lo snowboard alle sue radici, diventando uno dei principali e più rispettati protagonisti dello snowboard business globale. Abbiamo fatto una breve chiacchierata con Sam Mc Mahon, che ci ha parlato del passato, presente e futuro del marchio svizzero con la croce bianca.

Ciao Sam: Nidecker è così profondamente radicato nella cultura dello snow riding che immagino che un breve excursus sia più che meritato… È una storia molto lunga, quindi cercherò di farla breve! L’azienda fu fondata nel 1887 costruendo ruote di legno. Nel 1912 si iniziarono a produrre gli sci, quindi hanno avuto abbastanza tempo per perfezio-

nare le tecniche produttive, fino a quando non è stata realizzata la prima linea di snowboard nell’84. Il Gruppo Nidecker è ora alla quinta generazione di proprietà della famiglia ed è composto da Nidecker, YES, Jones, Now e Flow. Recentemente la famiglia Nidecker ha anche acquisito la maggioranza dell gruppo LPS: Rome, Bataleon, Lobster e Switchback. 30

Quali sono state le principali innovazioni tecnologiche che Nidecker ha messo in atto nel corso della sua storia, dal quando ha cominciato a produrre snowboard? Ce ne sono così tante che sarebbe difficile sceglierne una. Le prime tavole “carving” risalgono agli anni ‘80, la prima tavola asimmetrica agli anni ‘90, il sistema di inserti 4x2, la costruzione mista cap e sandwich, l’uso la fibra di canapa al posto della fibra di vetro… In tutta la storia del brand è stata riconosciuta l’importanza della tecnologia a fianco della cultura e queste si influenzano vicendevolmente.

in Europa e ciò ha impattato sull’intera linea a vari livelli, in particolare sulla collezione snowsurf quiver “Shape By TK”. L’idea del carving non è mai stata veramente abbandonata – le curve sono sempre la prima cosa che impari a fare e il “carving” è solo la sua versione avanzata - ma è così eccitante che l’enfasi sulla corretta tecnica di curva sia tornata nello snowboarding così prepotentemente, piuttosto che intendere semplicemente la curva come il modo per spostarsi tra una struttura del park e l’altra. Parlando di Carving, non possiamo non menzionare la serie Slice ‘n’ Dice di cui è stato appena pubblicato il quarto episodio dal Giappone. Qual è l’obiettivo di questo innovativo modo di raccontare lo snowboard? Volevamo dimostrare che il tipo di riding che la maggior parte delle persone fa con i propri amici è altrettanto importante per il DNA dello snowboarding: è sufficiente uno skipass e una tavola. Quasi tutto in questi video è girato sulla

Cosa ha spinto Nidecker a riportare il brand originale alle proprie radici e supportare il “nuovo movimento carving”? Thierry Kunz (Nidecker Brand Manager) è tanto appassionato di surf quanto lo è di snowboard, e mentre era in Giappone ha scoperto il movimento dello snowsurf, là dove le curve sono condotte dal piede posteriore, proprio come si fa in acqua. Ha portato questa idea 32

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TIM HUMPHREYS

MATT CREPEL

pista, non abbiamo avuto bisogno di costruire salti pazzeschi o andare chissà dove, ogni rider che leggerà questa intervista può uscire e provare quegli stessi tricks anche domani. I nostri rider - Dave Crozier e Lewis Sonvico - sono entrambi istruttori di snowboard, quindi hanno a che fare con snowboarder “veri” tutto il tempo. Capiscono benissimo questa esigenza.

Con una storia così lunga alle spalle, dove sta andando lo snowboard nel prossimo futuro? In tutte le direzioni, ma sempre avanti. I trick nello Slopestyle diventeranno più folli, gli street rails diventeranno più grandi e qualcuno potrebbe avvicinarsi alla svolta veramente perfetta, ma non c’è modo di prevederlo e sicuramente non è possibile controllarlo! Questa è la sua bellezza.

Il Carving è il nuovo freestyle? Oppure pensi che sia solo lo snowboard che sta crescendo? Il bello dello snowboard è che è molto articolato. Al momento ci sono così tanti tipi di snowboard tanti quanti sono i riders. Anche nel carving ci sono molti stili: i ragazzi di Slice ‘n’ Dice sono piuttosto aggressivi, usano molto i gomiti, mentre lo stile snowsurf giapponese è più elegante, quasi come la calligrafia. Mentre eravamo in Giappone l’anno scorso abbiamo girato un mini-documentario sul contrasto che abbiamo visto - dovrebbe uscire all’inizio del nuovo anno.

Qualche highlight di Nidecker per l’inverno in corso? Progetti, forse un’altra nuova compagnia nel gruppo? I fratelli Nidecker (Henri, Xavier e Cédric) si stanno concentrando sul portfolio di brand esistente: ma non si sa mai cosa porterà il futuro e tutti noi sicuramente crediamo nello snowboard. In Nidecker stiamo già lavorando ad alcune nuove tecnologie per la prossima stagione. Dal lato dei media, faremo il possibile per continuare a raccontare la storia dello snowboarding, ma ovviamente ci sarà ancora molto carving! 34

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THE IPO

EMILIANO LAUZI TXT & PIC: DENIS PICCOLO

La giornata più epica invece? Qualche giornata di powder epica, dove non si può dire!

Ciao Emiliano, è stata la tua prima stagione nel team Drake? La prima stagione da paura! Fin da subito si è creato un buon feeling, il materiale è ottimo e rappresentare un’azienda italiana nel mondo è un piacere!

C’è qualche movie o video part che ti ha gasato particolarmente quest’anno? Il mio preferito è Kamikazu, immagini, spot, neve, riprese e chiaramente riding sono incredibili!

Raccontaci di te. Sono nato e cresciuto a Milano, e ogni tanto durante le vacanze andavo in montagna con i miei genitori. Mia madre pratica sci alpinismo ed è lei che mi ha tramandato la passione per la montagna! La prima volta che ho provato lo snowboard avevo 10 anni e mia madre lo ha provato con me! Ho mollato immediatamente il calcio per lo snowboard e non sono più tornato indietro.

Hai filmato per Sequence Movie Zero, sei soddisfatto della tua part? Diciamo che come prima stagione in cui dedico un po’ di tempo a filmare in powder sono abbastanza soddisfatto. Non è facile ed avere una video part che possa soddisfarmi; richiede molto tempo e diversi trick che non sono riuscito ad atterrare. Ma quest’inverno sono ancora più motivato!

Lo scorso inverno hai diviso il tuo tempo tra contest e filming, com’è andata? Sicuramente mi piace molto fare le gare, dovermi mettere alla prova, mi piace la competitività, quella vera, quella che provi solo durante una gara. Anche filmare ha il suo fascino, non c’è quella “pressione” da gara che si trasmette anche poi negli allenamenti dove vuoi crescere e migliorare sempre di più per spaccare alle gare! Filmare è come creare un progetto, avere una video part bella è difficile e ci vuole tanto tempo, ma se viene come vuoi è una figata!

Il prossimo anno come pensi che gestirai il tuo inverno? Il prossimo anno sicuramente farò più gare possibili, però cercherò di ritagliarmi sempre più tempo per filmare! Farò base all’Alpe di Siusi e Cervinia. Condizioni permettendo spero di poter girare e fare un po’ di kicker in fresca! Mi parli del tuo setup? Uso la Drake Df Team 154, un camber classico bello reattivo, attacchi Drake Radar e scarponi Northwave Decade. Setup top per me!

Il miglior risultato in gara dello scorso anno? Quarto in coppa del mondo di Slopestyle a Seiser Alm.

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LAAX ROOTS: RETO POLTERA TXT : MATTEO ROSSATO PIC: M.VIKKISK

modelliamo ogni superficie come una transizione. Massimizziamo il divertimento plasmando l’intero park come fosse un oceano con le onde.

Reto Poltera non tiene una pala in mano tutto il giorno, ma se Laax è il miglior resort freestyle al mondo è anche grazie a lui. La sua ferma convinzione nel freestyle lifestyle ha portato il resort svizzero in cima alle classifiche e nei sogni di ogni snowboarder. Con i Laax Open 2019 in arrivo, abbiamo incontrato questo uomo “rinascimentale” per parlare del passato, del presente e del futuro di Laax. Ciao Reto, anno dopo anno Laax si riconferma il miglior freestyle resort al mondo, qual è la ricetta segreta? In due parole: Laax Roots, le radici di Laax. Ecco da dove viene la nostra cultura. Veniamo tutti dallo skateboard e dal surf, e la nostra profonda passione e impegno per ciò che facciamo qui è il nostro principale segreto.

Sempre parlando di lifestyle, hai menzionato di portare il freestyle a Laax anche in estate. Ci puoi dire di più? Lo skateboard condivide la stessa importanza dello snowboard nelle nostre radici. Dopo essere diventato il miglior resort freestyle invernale del mondo, vogliamo crescere ulteriormente e diventare un resort freestyle per 365 giorni all’anno. Abbiamo già costruito una nuova bowl a Laax, ma il nostro progetto è molto più ampio: vogliamo costruire transizioni per rider di tutti i livelli, dal bambino fino agli adulti e ai rider professionisti. Vogliamo portare la stessa filosofia dello snowpark: transizioni in cemento concatenate come un oceano con le onde.

La filosofia freestyle di Laax trascende i confini del park e si estende all’intero ciclo vitale di Laax. Puoi dirci qualcosa di più a riguardo? Quello che facciamo è vecchio di 3500 anni: a quel tempo, i polinesiani già surfavano le onde per puro divertimento, non per nutrire i loro bambini, e lo facevano con le loro famiglie. Abbiamo semplicemente portato questa filosofia sui monti. Anche le stesse onde hanno qualcosa in comune con i paesaggi montani e le strutture del park. Guarda la loro forma: i table dei kicker ricordano le onde, o anche i windlips che sono naturalmente modellati da madre natura. Transizione significa progressione, flow e divertimento. Non c’è bisogno di prendere un kicker da 20 metri, puoi semplicemente surfarne i lati del flat: è per questo che

Tra meno di un mese sarà di nuovo tempo di Laax Open: qualche anteprima da condividere? In effetti, ci sono delle belle notizie riguardo le gare di halfpipe. Finale notturna a 2.252 metri sul livello del mare - il Crap Sogn Gion, con il GalaaxY, il Satellite e l’Hangar offriranno intrattenimento non stop dalle 8 alle 22 di sabato 19 gennaio. Le funivie sono aperte così come il park P60 illuminato per scendere a valle dopo una giornata condita di action in quota. Non vedo l’ora che arrivi il 14 gennaio. I Laax Open sono sempre un momento emozionante e ricco di eventi per tutti noi, per la crew, gli ospiti, i partner, i media e, naturalmente, i rider e gli artisti. Una settimana di snowboard, musica e cultura. Questo è il nostro lifstyle. 38

14-19 / 01 / 2019

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SHAPE ACADEMY

THE WORLD’S LARGEST SHAPER CREW BY SILVIA GALLIANI

park con la massima qualità, a causa delle crescenti richieste di creatività e qualità sia dei freestyler che dei loro clienti.

Dal 2002, Young Mountain crea incredibili playground in tutta l’area alpina con il loro noto marchio QParks. I quattro fondatori sono appassionati snowboarder che, come era normale ai tempi, hanno iniziato a costruire le proprie feature per il backcountry quando erano giovani a causa della mancanza di snowparks decenti. Con l’impulso del puro spirito imprenditoriale, hanno acquisito esperienza diretta nel settore della formazione e hanno realizzato la propria idea di ciò che le moderne stazioni sciistiche devono offrire ai propri ospiti oltre alle piste. La visione di Young Mountain è nata così - un resort che offre alternative sicure e serie per uno stile di vita in continua crescita basato sul divertimento e sugli action sports.

Grazie a conoscenze e idee che avevano in mente, hanno posto le basi per la Shape Academy, una squadra di professionisti dedicati e una prospettiva di carriera unica per gli appassionati di sport invernali che da loro la possibilità di trasformare la loro passione in professione. “È sicuramente un lavoro molto versatile e puoi imparare molto dalle persone più esperte che hanno accumulato esperienza nel settore per molti anni. Si riescono anche a combinare perfettamente lavoro e divertimento e la parte migliore è che così puoi creare il tuo personale playground!”, Andi Stoll, progettista svizzero di park, commenta il suo lavoro.

Per la costruzione di Quality Snowparks, anche conosciuti come QParks, per un paio di prestigiose località alpine, come Dachstein, Montafon, Sölden, Lenzerheide, Kitzbühel, Gastein e molti altri che sono poi seguiti, hanno presto dovuto affrontare una sfida crescente. C’era una carenza di forza lavoro qualificata e ben addestrata in grado di creare e mantenere

Oggi, la Shape Academy è cresciuta diventando la più grande istituzione per la costruzione di strutture sulla neve in tutto il mondo e conta oltre 250 membri motivati e istruttori provenienti da oltre 20 paesi diversi. Complessivamente, la crew costruirà 124 park e fun slopes in cinque 40

tirsi sulla neve, raidare insieme durante il giorno e rilassarsi la sera. Crea un’atmosfera familiare, che rende questo lavoro ancora migliore”, Naomi MacFarlane, project manager neozelandese descrive la sua vita sulle montagne. Le immagini dell’ufficio all’aperto mostrano persone felici che vivono il sogno di ogni amante degli sport invernali. Tuttavia, è comunque un duro lavoro che richiede particolari esigenze a corpo e mente. Ma alla fine, è la profonda convinzione in questo stile di vita che li fa sopportare anche il lavoro più duro e i turni più lunghi nella neve. Alcuni membri della crew provengono da lavori IT e talvolta si possono persino trovare ex avvocati o banchieri tra le file. “Siamo soliti dire che il giorno peggiore in montagna è migliore del miglior giorno in ufficio!”, piega Szabolcs Bencze, shaper dall’Ungheria. “Consiglierei questo lavoro a tutti quelli che amano la natura, che non vogliono sedersi per otto ore al giorno in un ufficio”, Simon Snidar, multimedia shaper della Slovenia approva il concetto di ufficio all’aperto. Per gli altri è la voglia di rendere felici le persone che li spingono avanti nella loro inusuale carriera. “I momenti più gratificanti del mio lavoro sono quelli in cui vedo i volti felici delle perso-

paesi solo durante l’inverno 2018/19 brandizzati QParks, Funslope e Funcross. In base alle proprie richieste in termini di definizione di standard di altissimo livello qualitativo, la Shape Academy è sinonimo di perfect rides. Tuttavia, ciò che è nascosto dietro questi sorrisi è un duro lavoro e, di sicuro, non è da tutti affrontare sempre le condizioni atmosferiche più rigide e maneggiare le pale per ore quando c’è neve fresca. Mentre gli ospiti si divertono in powder, loro devono tirare fuori dalla neve tutte le features in modo da avere un setup pronto per il giorno successivo, quando ogni singolo angolo di powder sarà già tracciato. Ma questo è ciò che deve essere fatto e ci sono anche momenti gratificanti. Essendo i primi in cima al mattino e gli ultimi dopo che gli impianti di risalita hanno chiuso, sono sempre vicini alla natura e godersi quei momenti con persone che la pensano allo stesso modo non è proprio una delle cose peggiori da fare nella vita. “È molto divertente lavorare con un gruppo di persone che ama diver41

“È sicuramente un lavoro molto versatile e puoi imparare molto dalle persone più esperte che hanno accumulato esperienza nel settore per molti anni. Si riescono anche combinare perfettamente lavoro e divertimento sulle piste e la parte migliore è che così puoi creare il tuo parco giochi!”

ne che hanno apprezzato la loro giornata in montagna”, sorride Lorenzo Burelli, project manager in Italia. Come si può leggere sul sito www.shape-academy.com, quasi tutte le persone nelle giuste condizioni possono trovare il proprio posto presso la Shape Academy, non importa se non hai mai tenuto in mano uno shape tool o se sei già un esperto park builder, o ancora un esperto gattista. I neofiti faranno i primi passi nello shaping o come multimedia shaper; poi, quando si saranno acquisite sufficienti capacità gestionali, si potrà aspirare alla posizione di capo shaper, che è il passo successivo nella carriera. Infine, una volta che si sarà ben consapevoli del lavoro sul campo, si potrà diventare park designer o project manager. Tutti coloro che vogliono migliorare ancora, potranno farlo impugnando il joystick di un Prinoth Bison X, il gatto delle nevi scelto da Shape Academy. Forse sei anche tu tra quelli che sono stanchi di guardare lo schermo di un pc, rispondendo ad una e-mail dopo l’altra e senti il business della neve che sta chiamando. Le richieste di partecipazione sono aperte tutto l’anno su www.shape-academy.com. 42

SNOWPARK

IN THE REIGN OF SEISER ALM BY MATTEO ROSSATO

Il resort di Seiser Alm si trova sul più grande altopiano d’Europa, lo Sciliar, nel bel mezzo delle Dolomiti e gode di lunghe giornate soleggiate durante tutto l’anno. La vista del Rosengarten, con la caratteristica colorazione rosata che assume al tramonto, rende questo luogo davvero unico e spettacolare. La Leggenda di Re Laurino e del suo roseto sulle pendici del Catinaccio alimentano il fascino senza tempo dell’altopiano. Ma Seiser Alm ha un altro significato ben preciso per la comunità degli snowboarder, ospitando il più grande snowpark dell’Alto Adige con i suoi 1,5 km di lunghezza su cui si sviluppano strutture di tutte le dimensioni, dalla easy line alla famosa Pro Line. Negli anni lo snowpark Seiser Alm ha ospitato celebri eventi come il TTR Garden of Roses, il Subject Schlern ed ancora ospita contest ed eventi di rilevanza internazionale, ultimo dei quali la coppa del Mondo Slopestyle FIS, valida per la qualifica ai Giochi Olimpici, che replicherà dal 22 al 27 gennaio 2019.

Durante le scorse stagioni diversi team nazionali sono stati a Seiser Alm per la preparazione dei Giochi Olimpici Invernali e la Coppa del Mondo; Svizzera, Belgio, Russia, Nuova Zelanda e naturalmente la Nazionale Italiana, che da quattro anni fa base sull’altopiano, ospiti del resort nell’ambito del progetto Casa Seiser Alm. Le Nazionali hanno scelto Seiser Alm per la perfetta manutenzione delle strutture del park, che nel 2018 è stato eletto come migliore d’Italia per la quinta volta consecutiva ed è stato votato tra i migliori 3 al mondo ai World Ski Awards di Kitzbühel. Il park conta più di 70 strutture divise nelle 3 linee easy, medium e pro ed ospita una fantastica wood line: 16 kicker (1-21 m), 32 rail e box, 1 secret stair set, 14 wood obstacles, 1 family fun line e oltre 20 strutture pro run. Il sito snowpark.seiseralm.it, così come i canali social instagram e facebook sono continuamente aggiornati con lo stato del setup, i risultati degli eventi, webcam e photo/video galleries. 44

“Il mio resort di casa, il posto dove sono cresciuto e dove vado a spaccare con i miei amici!

“Seiser Alm è partner della Nazionale Italiana Snowboard Freestyle da quattro anni ormai e non potremmo essere più felici, perché il setup e la qualità delle strutture sono all’altezza di ospitare i maggiori eventi mondiali: non a caso, a gennaio si terrà la coppa del mondo di Slope Style per il terzo anno consecutivo. La consideriamo ormai tutti una seconda casa e, grazie all’impegno degli shaper e del marketing di Seiser Alm, è diventato il punto di riferimento per il freestyle in Italia. ”

Simon Gruber – Pro Rider “Amo Seiser Alm perchè ha un ottimo flow. I jumps non sono enormi ma permettono di saltare in sicurezza ed un lungo airtime.” Fridtjof “Fridge” Sæther Tischendorf - Pro Rider “Tante strutture, shapate alla perfezione e sicuramente uno dei migliori park Europei.”

Filippo Kratter – former Pro Rider & Italian freestyle coach

Emil Zulian – Pro Rider

TRAVEL

HORSEFEATHER PRADĚD TRIP TXT: TOMAS KOUDELA PICS: JARA SIJKA

il catalogo con il team: c’era l’intero ufficio marketing, i sales managers, i designers, Måns Hedberg, Halldor ed Eiki Helgason. Immaginatevi un resort desolato con molta neve, senza snowpark ma con molte feature naturali con cui giocare e raidare con i pro. Raida, mangia, dormi e ricomincia: questo è ciò che chiamiamo un buon piano. Non c’era una folla da stupire, sales meeting a cui partecipare, video premier e after parties: è stato tutto estremamente tranquillo e lontanissimo dalla classica agenda dello staff e dei riders, persi nella profondità dei monti. La ciliegina sulla torta è stata la skate session presso la miniramp indoor allo skatepark Vrbno pod Pradědem, con Eiki che ha guadagnato il pieno rispetto dei local e della crew per i suoi notevoli skate skills. Tutti, a partire dallo staff e a finire con i team riders, sono rimasti estasiati dall’esperienza, che ha riportato tutti ai primi giorni sullo snowboard.

Horsefeathers inizia la sua storia nel 1989 come un progetto di scuola superiore in British Columbia, Canada, e ad oggi è uno dei grandi nomi nel settore dello snowboard outerwear grazie ad una qualità ineccepibile dei capi ed ambassador d’eccezione come i fratelli Helgason, Tyler Chorlton, Måns Hedberg e altri. Uno dei suoi punti di forza è lo staff coeso, che lavora sia dietro le quinte che sotto i riflettori, per portare la migliore qualità possibile sul mercato, quindi non non ha sopreso nessuno quando l’intera crew è partita per un trip a Praděd, uno dei resort più rinomati della Repubblica Ceca, nonché la quinta cima più alta del paese. La particolarità di questo resort è la sensazione unica di perdersi nel paesaggio montano, oltre alle infinite possibilità di divertirsi: boschetti, side hits e neve ottima fino a fine stagione. Lo scopo del viaggio era quello di divertirsi, mantenere lo spirito di squadra e scattare qualche foto per 46

“Praded è un posto davvero unico, il trip è stato diverso da qualsiasi cosa abbia fatto fino ad ora, lo scopo principale era solo quello di divertirsi e raidare tutto il giorno, quindi ero gasatissimo. Uno dei trip della mia carriera!” – Halldor Helgason “Abbiamo scoperto Praded che ha riportato in vita la old school. Un breve viaggio con delle belle persone, tante birre e altrettanto snowboard. Non poteva andare meglio.” – Mans Hedberg “Il trip a Praded è stato folle, gran compagnia, ottima neve, un sacco di side hits, tanti freeride nei boschi, buon cibo, vasca idromassaggio, sauna... ” - Eiki Helgason 48

W W W . H O R S E F E AT H E R S . E U #HFSNOWBOARDING

HOW TO: GETTING TO KNOW

ITW: GIULIA BOCCOLA PICS: MICKEY ROSS

Dopo essersi presentato a Milano Montagna per presentare il suo nuovo film “The Sky Piercer” dove lo troviamo ad esplorare le terre della Nuova Zelanda e nello specifico ad affrontare la ripida salita verso la cima del Monte Cook, abbiamo avuto modo di fargli qualche domanda sulla sua carriera e sulla sua vita personale. Da tutti conosciuto come la leggenda del freeride, Xavier si racconta per noi.

restare a contatto con la natura, sentirne il suo potere, la sua energia e credo che non sarei mai in grado di vivere senza questa profonda connessione. Non lo faccio solamente per provare una bella sensazione, ma lo faccio perché ne sento il bisogno. Quando hai iniziato a snowboardare? E quando hai capito che il freeride era così importante per te? Ho iniziato a sciare quando avevo due anni, sono cresciuto sugli sci in pratica e a tredici anni ho iniziato a snowboardare, ricordo che attraverso lo snowboarding ho scoperto il piacere del freeride, di fare fuori pista e ricordo anche che ero affascinato dalla grandezza delle montagne che vedevo in lontananza e mi dicevo “come posso raggiungerle?” Lentamente ho capito che la cosa era fattibile e un giorno lo è stato davvero. Penso che tutto quello che ho fatto con lo snowboard, tutta la tecnica che ho imparato dalle competizioni, sono stato in grado di trasportarlo nel mio modo di fare big mountain.

Ciao Xavier, come prima cosa mi piacerebbe chiederti cosa significa per te la parola Outdoor e come lo vivi? L’Outdoor per me significa natura, questa è la prima cosa che mi viene in mente e mi ritengo molto fortunato di poter praticare tutti questi sport a suo stretto contatto. Più crescevo e più percepivo che tutti gli sport tradizionali che si svolgevano negli stadi erano privi di quella magia che solo la natura può regalare. Negli anni ho avuto la possibilità di provare diverse discipline e adoro praticare diverse attività come il parapendio, la bici, l’arrampicata, il canyoning. Ritengo che sia un’ottima scusa per 50

Anche i tuoi fratelli Paul e Victor sono snowboarder professionisti come te, com’è il rapporto che hai con loro? Siamo molto uniti, ho passato molti anni con Paul durante le competizioni, girando e allenandoci insieme e Victor, che è molto più giovane di me, è diventato fortissimo ed è molto bello averlo visto evolvere così nello snowboard. A volte sono un po’ spaventato quando andiamo in giro insieme perché lo vedo spingersi sempre oltre come un pazzo ma probabilmente lo facevo pure io qualche tempo fa. Vederlo dal di fuori però è spaventoso perché mi sento responsabile nei suoi confronti, è il mio fratellino e sta seguendo le mie orme e credo che sia pazzesco vederlo girare. Quest’anno uscirà un suo nuovo video “Frozen Mind” dove lo vedremo ricercare una bella combinazione tra freestyle nei ghiacciai e nei seracchi e tracciare delle bellissime linee facendo big mountains. Non ho mai visto nessuno mixare queste due cose insieme e sono molto orgoglioso di lui. Sei uno snowboarder professionista da oltre 25 anni, come hai

visto evolvere lo snowboard in questi anni? C’è stata sicuramente una grande evoluzione. Negli anni ’80 le persone avevano l’abitudine di fare cose pazze rompendo le barriere della società, ma anche nello stesso settore dello snowboard sono stati davvero anni pazzeschi e negli anni a seguire si è passati al freestyle. Per me è stato molto frustrante il fatto che non venissero riconosciuti tutti gli aspetti del freeride, era sempre posto in secondo piano, nonostante snowboardare in neve fresca regalasse delle sensazioni impareggiabili; è sicuramente meno pratico dello sci ma da un maggiore senso di libertà. Poi finalmente da dieci anni a questa parte le cose sono cambiate e la splitboard ha preso davvero piede e sono contento di vedere come molte persone siano tornate alle origini. Quello che conta non è fare delle cose estreme, ma di prendere la tua splitboard e uscire dai tracciati battuti, lontano dai resort. Lo snowboarding sta cambiando molto, specialmente in Europa dove questa disciplina sta ritornando in voga, penso che ci sia un movimento splitboard sempre più in crescita ed è molto bello vedere le persone così appassionate per questo sport.

Potresti parlarmi ora della tua serie How to ? Come è nata l’idea per questo progetto? Penso che l’idea sia nata quando ho visto mia figlia che stava guardando Instagram dal suo cellulare. Da atleta riconosco benissimo che si tratti di uno strumento molto utile per condividere le proprie passioni e avventure. Ma mi sembrava un po’ troppo riduttivo, mostriamo spesso solo i nostri selfie e quanto siamo fortunati e non volevo che mia figlia facesse lo stesso, volevo che imparasse qualcosa da questi social media. Così ho iniziato a rifletterci molto e oltre a mostrare i miei viaggi, perché non mostrare anche quello che avevo imparato negli anni? Volevo trasmettere un po’ della mia conoscenza, aiutare le persone a stare là fuori, ad aprire la loro mente, ad usare la giusta attrezzatura.

giro che si vuole fare. E’ una serie a 360°. Come vivi il fatto di praticare uno sport così estremo e di avere una figlia e una famiglia allo stesso tempo? Come riesci a trovare il giusto equilibrio tra questi due aspetti? Ottima domanda, mia figlia è ora tredicenne e abbiamo fatto davvero molte cose pazze insieme, sua mamma è un’alpinista e quando è nata ci siamo chiesti “ok adesso dobbiamo smettere di fare qualsiasi cosa?” No! Ci sembrava sbagliato, perché noi siamo quello che facciamo e siamo felici quando lo facciamo e secondo noi era importante trasmetterle questo messaggio. Quando sei giovane, prendi e vai, non ti interessa degli altri, se c’è una giornata di powder, non ci pensi su due volte, ma poi le cose cambiano quando cresci e quando hai una creatura a cui pensare diventi più diligente, verifichi meglio le condizioni e valuti se è meglio uscire oggi o se è meglio tornare un’altra volta.

Cosa pensi del fatto che ci sono moltissime persone che fanno freeride senza la giusta attrezzatura di sicurezza? Penso che ci sia bisogno di più informazione e attraverso la mia serie insegno anche come usare la giusta attrezzatura di sicurezza in caso di valanghe, come usare una splitboard, come leggere una mappa e pianificare il

Cosa ti piacerebbe trasmettere a tua figlia? Giro moltissimo con lei e fin da bambina, che stessimo girando o meno, da sempre ho 52

cercato di insegnarle a prendere il meglio da questi sport, il fatto di connettersi con la natura, il fatto di cadere e di accettare il rischio, invece di dirle semplicemente “è pericoloso. Non andare”, le ho insegnato a non avere mai paura di provare. Mi posso fidare di lei al 100%, c’è una fortissima connessione tra noi due. Faccio uno sport pericoloso e ho sempre pensato che non le avrei mai permesso di fare freeride, ma mi sono ricreduto vedendola a suo agio e consapevole delle proprie capacità. Quando eravamo giovani non avevamo la possibilità di girare con una guida o di sapere come funzionava lo snowboard e le relative attrezzature di sicurezza, l’ho imparato solamente quando avevo diciotto anni, ma i bambini di oggi sono delle spugne, imparano ed acquisiscono informazioni molto più velocemente. Qual è il posto dove preferisci andare a girare con tua figlia e tua moglie? Giriamo sempre a Verbier, è il posto giusto per noi, puoi fare uscite lunghe o brevi. Puoi trovare le giuste condizioni per scendere da un canale, girare in fresca per i boschetti, andare sul ghiacciaio. È un posto meraviglioso e ci riteniamo molto fortunati. Ogni luogo ha

qualcosa di bello e se riesci ad uscire con le giuste condizioni e con i tuoi amici il divertimento è assicurato. Dove ti vedi tra dieci anni? Probabilmente starò surfando un’onda o sarò su una parete in montagna. Non penso che farò ancora l’atleta professionista, anche se dieci anni fa pensavo lo stesso. Con il tempo capisci che il bello di questo sport non è solamente vincere nelle competizioni, ma è anche viaggiare, fare nuove esperienze e avere la possibilità di condividerle. La tavola è solo uno strumento per evolvere nella vita. Credo che per ogni età ci sia qualcosa di bello da fare e qualcosa di nuovo da scoprire. Hai qualche nuovo progetto in mente? Sto mettendo tutte le mie energie nella serie How To e mi prende parecchio tempo, sto lavorando ai nuovi episodi, saranno sedici in totale, e mi piacerebbe coprire tutti gli argomenti del freeride. Quindi penso che per i prossimi due anni sarò focalizzato su questo e ad aprile sarò padre per la seconda volta, quindi inizierà per me una nuova avventura.

TXT: ALESSIA GUALLA PICS: ROBY BRAGOTTO SPOT: COURMAYUER CLICK ON THE MOUTAIN

SIMON GRUBER

cosa che purtroppo non è successa, ma il focus più ampio e a lungo termine era rendere felici tutti del prodotto finale. L’intesa e la comprensione dei comportamenti dell’atleta che sta al di là della telecamera è fondamentale, noi abbiamo tutto questo ed è la nostra forza. Si lavora a discussione aperta, ci si danno delle idee a vicenda e ci si dice cosa piace e cosa non piace”.

Come ogni anno, anche nel 2018 l’evento Click On The Mountain ha radunato i migliori filmer e fotografi della scena freeride. Di certo non poteva mancare un team italiano che conoscesse le usanze “di casa”, perciò, l’ormai rodato ambassador dell’evento Simon Gruber, Marco Grigis e Roberto Bragotto, si sono di nuovo ritrovati a Courmayeur con una settimana di powder davanti a loro. Questa volta con un nuovo filmer. “Nuovo” per modo di dire: Kevin Kok , il quale aveva già partecipato lo scorso anno in un team differente, è l’ex compagno di squadra, amico e socio di avventure di Marchino e Simon da tempi immemori. Ventisei anni e un grande sorriso, il giovane videomaker ha gareggiato in Coppa del Mondo insieme a Simon e Marchino, per poi ritrovarsi a inseguire una nuova passione che lo porta a lavorare sulla neve ma non più come atleta: oggi Kevin si trova dal lato opposto della telecamera, e ci racconta come si sta.

Nella settimana a Courmayeur ci sono stati due highlight da ricordare: i ragazzi volevano uno shot in cui Simon salta da un seracco, in mezzo al ghiacciaio del Monte Bianco. Una giornata veramente intensa, in una settimana altrettanto intensa, dove si deve stare alle condizioni naturali che non sempre sono favorevoli, e alle tempistiche strette di un contest complesso e faticoso sia da un punto di vista mentale che fisico. Hanno speso ore in mezzo ai crepacci andando su e giù a piedi, facendo attenzione a non rovinare la neve, lasciando le tracce perfette, impegnandosi a creare il setting perfetto che andasse bene sia per il video che per le foto di Roby.

Certo non stiamo parlando di una materia sconosciuta: il progetto di questo team nasce molti anni fa con la crew HWCLS, che tra Go-Pro e un Kevin alle prime armi, tirava fuori dei video divertenti e all’avanguardia. Veniva voglia di essere con loro perché traspariva tanta amicizia e tanta voglia di snowboardare insieme, con leggerezza e allo stesso tempo una buona tecnica. Mettersi dietro la telecamera e filmare quello che si è sempre fatto da atleta, è allo stesso tempo facilissimo e difficilissimo. “È importante avere empatia” dice Kevin “Sai esattamente cosa vuoi e come agire, ma sei consapevole del fatto che l’atleta per primo deve essere contento del suo gesto e della ripresa, e in generale di come verrà fuori il tutto. Per Click on The Mountain, l’obiettivo era ovviamente quello di vincere il premio,

“Quando Simon ha stompato il trick, siamo esplosi. Abbiamo portato a casa lo shot, ce l’abbiamo fatta! Sembra una cosa da poco, ma è stato un picco emozionale talmente alto che ha cambiato le sorti della giornata e a quel punto la competizione è passata in secondo piano. Il mio lavoro è complesso, il livello è alto e non è scontato portare a casa il materiale necessario. Capita a volte di tornare a casa senza niente in mano, per mille motivi, primo fra tutti le condizioni meteo e della neve che non si possono decidere né prevedere al 100%. In quel momento, per Simon era l’ultimo tentativo possibile. 57

SIMON GRUBER & MARCO GRIGIS

tendersi come una cosa bella, ovviamente, e nei limiti del diventare più adulti, di certo non anziani! Kevin ride, e in quel momento mentre siamo al telefono gli si spegne la macchina in autostrada. ma lui non sembra preoccuparsene e stoico vuole continuare l’intervista! Mi dice che un po’ sì, è così: “in fondo è la verità, certi trick non possiamo più permetterceli in park, è ovvio che il fisico risponde diversamente a 17 anni piuttosto che a 26. È invecchiare ma è anche tornare alle origini. Tutti noi abbiamo iniziato a snowboardare perché ci piaceva il contatto con la montagna, con la natura. Poi la nostra vita da atleti ci ha portati a concentrarci più su strutture artificiali e sul rendere perfetti i gesti tecnici. Adesso si torna un po’ a quel momento in cui la cosa che ti fa stare meglio al mondo è essere su una cima, o in mezzo a un bosco, con quel silenzio di ovatta tutto intorno”.

Eravamo riusciti a fare una cosa che ormai, dopo tutta quella fatica, sembrava quasi impossibile e condividere questo momento insieme a loro tre è stata la soddisfazione primaria. Subito dopo siamo scesi, e quelle ultime curve in fresca sono state l’emozione più bella della giornata.” Un altro momento importante è stato la creazione della colonna sonora. Marco Grigis, oltre che essere un bravo snowboarder, è anche un ottimo musicista. Pare che qualsiasi strumento gli si dia in mano lui sia in grado di suonarlo, in quel modo tutto suo, da genietto scapestrato. Insomma mentre Kevin è davanti al computer e sta montando il video, compare lui con il violino in mano e comincia a suonare. Registrano il pezzo, con aggiunta di chitarra (sempre suonata da Marchino), e viene fuori una bomba. La sensazione da fuori, guardando il video, è come se ci fosse stato un violinista sulle montagne insieme a loro che improvvisava una colonna sonora seguendo con le note i momenti di suspense, gli stomp, le slashate in neve fresca e i momenti rilassati di amicizia e gioia, che culminano con l’urlo di Simon dopo quel fs 360 enorme dal seracco.

“Tutti noi abbiamo iniziato a snowboardare perché ci piaceva il contatto con la montagna, con la natura. Poi la nostra vita da atleti ci ha portati a concentrarci più su strutture artificiali e sul rendere perfetti i gesti tecnici. Adesso si torna un po’ a quel momento in cui la cosa che ti fa stare meglio al mondo è essere su una cima, o in mezzo a un bosco, con quel silenzio di ovatta tutto intorno”.

Faccio una domanda pungente, forse scomoda ma sicuramente realistica: chiedo a Kevin se questo fatto di essere passati dal gareggiare insieme nella Coppa del Mondo di freestyle, quindi da un ambiente più agonistico e per così dire più “casinista” al filmare insieme in modo serio, in una situazione freeride e backcountry, lo faccia sentire un po’ come se stessero invecchiando tutti insieme. Il che è da in58

MARCO GRIGIS

ITW: DENIS PICCOLO PICS: SILVANO ZEITER, MATT GEORGES & DARCY BASHA 60

BY SILVANO ZEITER

Che Victor De Le Rue sarebbe diventato uno dei più creativi e potenti snowboarder sul pianeta lo potevamo immaginare. Cresciuto nei Pirenei francesi con tre fratelli maggiori e una sorella tutti snowboarder, era inevitabile che Victor si ammalasse della stessa passione. Tutti sanno che Victor è il fratello minore della leggenda della montagna Xavier De Le Rue ed ha adottato il suo stesso approccio audace nei confronti della neve, al quale però ha aggiunto un tocco più moderno, un tocco freestyle. Victor inizia gareggiare in contest di boardercross e freestyle fino a diventarne campione in Francia. In seguito ha però deciso di mettere da parte le competizioni e concentrarsi sull’essenza dello snowboard, viaggi, esperienze e shooting. Ha al suo attivo diverse video part in famosi film come Dopamine, Heavy Mental, Origins e Frozen Mind. Non scopriamo certo noi che è un rider completo, freeride, street o freestyle, non gli importa. Impone il suo stile ed il suo riding in ogni disciplina. Tre dei nostri più intimi fotografi lo scorso inverno hanno lavorato insieme a Victor durante differenti trip, Silvano Zeiter, Matt Georges e Darcy Bacha. Ci raccontano Victor attraverso i loro occhi ed attraverso le loro camere.

Come hai conosciuto Victor? Penso ci averlo conosciuto la prima volta alla premiere di Absinthe di Dopamine e poi abbiamo viaggiato per l’Europa insieme per il film. È stato pazzesco. Che tipo di persona è? È un ragazzo sensibile, simpatico e intelligente. A volte un po’ sfacciato e ovviamente matto da legare. Ma alla fine è un bravo ragazzo! Cosa ti piace del suo riding? Victor ha davvero molto talento ed uno stile aggressivo ma in senso buono e al tempo stesso molto fluido e costante. Il suo principale pregio e il suo principale difetto. Non credo che

BY SILVANO ZEITER

abbia difetti o punti deboli. Mi piace il fatto che può essere rilassato e di-

In che categoria di rider lo inseriresti? Se proprio dovessi dirne una

vertente ma diventare consapevole e professionale riguardo a come ci si

penso che sarebbe una sua categoria personale. Quella che comprende

comporta in montagna visto che le cose che fa possono avere serie con-

cose folli. La categoria De La Rue con più freestyle tendendo anche pre-

seguenze. Sicuramente non scherza.

sente suo fratello più grande.

Raccontami un episodio divertente che avete vissuto insieme. Un

Qual’è il suo habitat naturale? Che tipo di terreno di riding predili-

paio di anni fa stavo surfando nel mezzo del nulla in Messico e improvvisa-

ge? Adora il ghiaccio. Più ghiacciato e più ripido è, meglio è.

mente è comparso Victor con la sua ragazza. Cosa ne pensi della sua video part in Frozen Mind? Bella atmosfera, Niente di avventuroso ma è stata una coincidenza singolare. Invece con-

bell’editing, uno stile molto classico. Il riding è ovviamente fantastico. Mi

sidererei una vera avventura il tempo trascorso insieme durante l’Absinthe

piace il voice over di Xavier anche se credo sarebbe stato meglio in france-

tour ma meglio che non mi perda nei dettagli.

se. Comunque alla fine è stato bello da vedere.

BY MATT GEORGES

Come hai conosciuto Victor? La prima volta che abbiamo filmato insieme eravamo nei Pirenei Francesi, lui aveva 13 anni ed aveva già molto talento. I suoi fratelli maggiori, Polo e Xavier, erano già un po’ famosi nel mondo snow, ma più che altro per il Boarder Cross. Che tipo di persona è? Ha uno strano accento dei Pirenei. È un bravo ragazzo che spinge tantissimo sullo snowboard, gli piace urlare “yihaaaaa” dalla felicità quando chiude un trick, poi adora campeggiare ed esplorare le montagne! Cosa ti piace del suo riding? Non posso dire che abbia lo stile più fluido che ho mai visto ma non è certamente un piccoletto come Gigi, Arthur Longo o Nico Mueller. È più che altro un ragazzo con gambe molto forti.

Anche a me piace di più questo stile di riding perché mi sembra più in-

in backcountry.

tenso. Lo conosco da un po’ ora e posso dire che è anche bravo in streLo scorso inverno dove avete viaggiato e scattato insieme? Abbiamo

et. Abbiamo scattato alcuni trick wall to rail pazzeschi qualche anno fa.

trascorso del tempo in Svizzera, principalmente intorno a St. Moritz e un È molto bravo nel One Foot e può raidare qualunque cosa.

po’ nel Canton Valais, filmando per il nuovo film First Layer.

Il suo principale pregio e il suo principale difetto. Ha molta espe-

In che categoria di rider lo inseriresti? Può raidare tutto! Non ci sono

rienza e può raidare ogni cosa. L’unica sua debolezza forse è solo che fa

categorie per lui.

foto di tutto lo schifo che trova nei bagni e poi lo mette sul nostro gruppo whatsapp! Non è molto bravo nel pulire casa e lavare i piatti. Diciamo che

Qual’è il suo habitat naturale? Che tipo di terreno di riding predi-

da tutto se stesso in montagna ma a casa è molto pigro!

lige? Sicuramente crescendo si è appassionato sempre di più alle grandi montagne. Il suo habitat naturale sarebbe dormire in un rifugio di mon-

Qual’è il suo trick che preferisci? Mi piace molto scattare One Foot

tagna, scalare qualche parete di ghiaccio con il buio e poi raidare all’alba.

Come hai conosciuto Victor? Ho conosciuto Victor la scorsa stagione sul Monte Rosa in Italia. Ero là a scattare con Daviet e Delfino ed era il nostro primo viaggio della stagione. I ragazzi mi avevano invitato ad unirmi a loro e dall’Oregon, dopo 36 ore di viaggio, mi hanno messo al lavoro sui salti! Che tipo di persona è? Victor è una di quelle persone che ti piace fin da subito. È strano ma in senso buono e ride sempre. Non conosco molto persone che sono sempre così di buon umore. Penso che Victor sia una di quelle persone che va d’accordo con tutti, con cui si diventa subito migliori amici Cosa ti piace del suo riding? È veloce, fluido e gli piace spaccare. Normalmente è un ragazzo molto rilassato e simpatico quindi è singolare ve-

BY DARCY BACHA

dere quanto invece intenso sia il suo stile di riding.

trovare legna sotto tre metri di neve è stato abbastanza divertente!

Il suo principale pregio e il suo principale difetto. Il suo principale pre-

Qual’è il suo trick che preferisci? Mi piace molto il suo bs rodeo 720.

gio è Uno. Il suo più grande difetto è pensare che possiamo smontare un salto e spostare i blocchi 30 metri più in la per costruirne uno nuovo. Mai

In che categoria di rider lo inseriresti? Sicuramente una categoria tipo

più Victor!

ninja backcountry, finché non c’è bisogno motoslitte.

Raccontami un episodio divertente che avete vissuto insieme. La

Qual’è il suo habitat naturale? Che tipo di terreno di riding predi-

scorsa stagione abbiamo fatto le valigie per un viaggio di 3 giorni verso un

lige? Penso che Victor preferisca raidare su terreni che gli sono scono-

rifugio in Francia. Nessuno ci era mai stato quindi era un posto nuovo per

sciuti. Allo stesso modo a me piace fotografare location che non conosco.

tutti. Appena prima però c’era stata una grande bufera di neve che, a causa È il miglior modo per sviluppare la creatività.

del vento, aveva completamente sommerso il rifugio. Scavare e cercare di

BY MATT GEORGES

BY TEEMU HELJO

ITW: DENIS PICCOLO PICS: JULIEN PETRY & TEEMU HELJO

BY TEEMU HELJO

BY JULIEN PETRY

BY TEEMU HELJO

Toni Kerkalä, nasce nella città di Jeyväskylä in Finlandia e si innamora dello snowboarding dopo averlo visto in televisione. Da quell’esatto momento non ha più smesso di migliorare, fino a diventare uno degli street rider Europei più prolifici. Toni gira per Salomon e ThirtyTwo ed è un rider consistente, tecnico e preciso, che ha fatto del proprio stile un marchio di fabbrica. Marco Morandi, team manager Salomon, ci ha messo in contatto con lui dopo la sua trasferta Milanese per la premier di Focus ed abbiamo approfittato per conoscere meglio questo tranquillo rider Finlandese.

Cosa ne pensi di questa incredibile passione per il calcio da parte degli italiani? La adoro. I tifosi fanno tanta confusione durante le partite. Chissà quante pinte vanno via durante i match! Focus ha messo a nudo le tue incredibili capacità tecniche in street ma ha anche mostrato un talento non indifferente in backcountry. Grazie mille! Sì, mi sono appassionato al backcountry negli ultimi anni. Sono andato diverse volte a Riksgränsen e nel nord della Finlandia/ Svezia/Norvegia a fine stagione. È stato divertente e ho cercato di portare il mio riding su quel terreno. Mi piace molto perché faccio cose street già da tanto tempo e sento che il backcountry può darmi nuovi stimoli. Quindi potrebbe essere la mia direzione futura.

Ciao Toni, da poco sei stato in Italia per la premiere del video Salomon Focus. Come ti è sembrata la capitale della moda Italiana? Mi è piaciuta molto! Il pubblico di Milano è stato il più caloroso del tour e sono grato per questo! Ma il modo in cui gli italiani parcheggiano è folle!

La Finlandia è tendenzialmente piatta con qualche collina. Com’è stato il tuo approccio con la maestosità delle Alpi? Ho avuto bisogno di abituarmi all’altitudine all’inizio visto che vivo a 10 metri sul livello del mare. Ma una volta preso confidenza è meraviglioso sia per il paesaggio che per la quantità di neve a disposizione.

A Milano ti sei fatto vedere in giro con una maglietta del Milan? Sei appassionato di calcio? Mi porto sempre a casa dei souvenir dai trip. Stavamo skateando ed ho visto un negozio di abbigliamento nell’angolo della piazza; visto che non avevo abiti puliti per la sera ho comperato questa maglia del Milan per 20€.

Dove sta andando lo snowboarding? Pare che il freeride stia tornando a discapito dello street.. Totalmente d’accordo. Personalmente mi sta venendo voglia di raidare terreni più naturali ultimamente. Inoltre adoro perdermi nella natura.

Sono tornato contento allo spot ed ho visto Marco che scuoteva la testa. Ora so che è Interista.

BY TEEMU HELJO

Sei un rider allo stesso tempo tecnico e creativo: quale delle due caratteristiche credi sia più importante? Creatività sopra tutto. Adoro vedere riders che fanno cose diverse dal normale.

in una stazione sciistica locale dove andavo dopo scuola con l’autobus tutti i giorni. Inoltre adoro stare all’aria aperta e fare foto e video. Se non fossi diventato uno snowboarder, cosa saresti? È difficile rispondere visto che lo snowboard mi ha cambiato totalmente la vita. Ero molto appassionato di matematica e fisica quando ero più giovane, quindi forse starei ancora studiando qualche folle materia scentifica all’università.

Lo scorso inverno hai viaggiato molto. Dove sei stato e quale nazione ti ha impressionato maggiormente? Italia, Giappone e Canada. Sono andato in Giappone per la prima volta e me ne sono subito innamorato. È un posto pazzesco. Mi piacerebbe davvero tornarci quest’anno! È stato molto divertente ed il loro approccio è più o meno lo stesso di quando si filma in street.

I contest o il filming rivelano la vera anima dello snowboarding? O cosa lo fa? Può sembrare un po’ cliché ma penso ogni persona debba continuare a fare qualunque cosa lo faccia stare bene e lo faccia divertire con la tavola. Per quanto mi riguarda si rivela ogni volta che mi allaccio la tavola..

Hai già un pò di idee e programmi per il prossimo inverno? Fillmerò per gli X-Games Real Snow con Marco Morandi oltre ad altri progetti! Sarà sicuramente un inverno interessante.

Qual è il tuo setup dalla testa ai piedi? Tavola Salomon 155 Huck Knife e attacchi District. Boots 32 TM3.

Dicci qualcosa di Toni che non sappiamo. Vivo ad Helsinki, in Finlandia, con la mia ragazza Anitta e 2 cani, Ben e Bella. Sono nato in una piccola città di 5000 persone di nome Tikkakoski, ho iniziato a fare snowboard dietro casa e me ne sono subito innamorato. Poi ho fatto uno stagionale

Cosa farà e chi sarà Toni da grande? Farò più freeriding. Forse un giorno la gente mi chiamerà Big Mountain Toni!

BY JULIEN PETRY

ITW: DENIS PICCOLO & ACHILLE MAURI TO KRIS LÃ&#x153;DI PICS: SILVANO ZEITER

CHRISTIAN HALLER BY SILVANO ZEITER

Soft come acronimo di “sense of feeling things”, senso di sentire le cose, ma anche come soffice, nella sua traduzione più letterale. Sono proprio queste le sensazioni che evoca il nuovo movie di Kris Ludi e Christian Haller e che ben descrivono il riding che ci vogliono far conoscere. Una soffice coltre di neve che ricopre un Giappone rurale quasi sconosciuto declinato in teal and orange. Soft ci porta con se in un viaggio ai confini del mondo da esplorare con la nostra tavola ai piedi. Come e quando è nato il progetto Soft? Non abbiamo mai avuto intenzione di fare un altro film dopo “Glue”. Stavamo cercando di creare un mini-video speciale, quindi siamo andati in Giappone due inverni fa. Dal momento che l’intera faccenda non è andata come speravamo, sapevamo che non era il moment adatto - così ci siamo un attimo interrogati e alla fine abbiamo aggiunto un po’ di idee, segmenti e tempo per creare alla fine “soft”. Com’è nata invece la collaborazione e la sinergia tra te e Christian Haller? È arrivata passo dopo passo. Siamo amici da un bel po’ e ad un certo punto abbiamo iniziato a lavorare insieme - “Memoires Memoires” è stato il nostro primo video insieme e da lì abbiamo iniziato a vedere il potenziale l’uno dell’altro - per me, non è solo uno snowboarder, ma una persona che pensa in

DAVID DJITE BY SILVANO ZEITER

modo creativo e che usa uno snowboard per esprimere se stesso. Che ruolo ha Christian nel film? Prima di tutto è un rider. Ma oltre a ciò, produce, crea l’idea generale con me e da feedback e input molto dettagliati su praticamente ogni aspetto del processo di realizzazione del film. Parlami della scelta cromatica delle riprese. Sono incredibili. Penso che il complimento vada al nostro colorist Yves Vallaster. È un colorista cinematografico di prim’ordine con cui abbiamo avuto la fortuna di lavorare. Con lui ho cercato di applicare il tocco di colore corrispondente allo stato d’animo esistente di ogni singola parte. Nel video c’è un livello altissimo di sound design, mi spieghi il coinvolgimento di queste figure professionali in un video di snowboard? In realtà c’è solo sound design nella prima parte/intro e in un paio di altre parti nel resto del film. Sono contento che sia così, grazie all’aiuto professionale del JingleJungle Studio di Zurigo. Ho amato molto la ricerca dell’essenza dello snowboard nel film, senza ricercare e ostentare il trick estremo. Con i trick estremi puoi solo cat-

DAVID DJITE BY SILVANO ZEITER

LEVI LUGGEN BY SILVANO ZEITER

turare una sensazione che da lo snowboard, che è pura adrenalina. Abbiamo cercato di coprire quella sensazione in un segmento del film, ma c’è altro nello snowboard, molto altro. Nel video ci sono parti in cui esalti lo snowboard come sport di squadra ed altre come sport individuale. Parlami di questa scelta e questo differente punto di vista. Fondamentalmente l’intero film è nato per mostrare i diversi aspetti dello snowboard. Uno di questi, come descrivi, può essere la giornata di divertimento in montagna con i tuoi migliori amici, solo per condividere la gioia e non preoccuparsi delle prestazioni. Ma ci sono anche altri momenti in cui ti piace raidare per te stesso, goderti il flusso, o in una prospettiva più orientata ai trick, sfidare te stesso. Dove cerchi ispirazione? Parlando dell’ispirazione per il lavoro, proviene principalmente da ciò che sperimento e da ciò che circonda le persone e le storie. In questo specifico progetto, la mia ispirazione è stata data sicuramente da Christian e dal mio interesse per lo snowboard che ho avuto per tutta la vita. Riguardo lo stile invece, subisco l’influenza delle cose contemporanee, come la fotografia, le idee, i libri d’arte e cose dele genere.

COLIN FREI BY SILVANO ZEITER

Come mai il nome Soft? Soft sono le iniziali di “sense of feeling things” ovvero “senso di sentire le cose”, che è il vero titolo del film. Ci è piaciuta l’idea di giocare con questo, dal momento che il “senso di sentire le cose” si riferisce tanto all’intera idea che il film dovrebbe esprimere. D’altro canto, il “senso di sentire le cose” è troppo lungo per essere ricordato davvero, e soft come un’abbreviazione rappresenta lo stesso tipo di umore e sensazione. Volevi comunicare qualcosa con questo video o ricercavi solamente l’essenza dell’estetica? Volevamo mostrare la varietà di sentimenti e aspetti che lo snowboard può dare - ogni segmento rappresenta un certo aspetto. L’estetica è il modo giusto per portarli il più vicino possibile allo spettatore. Quanto ha aiutato avere come filmer per l’action rider come Stephan Maurer? Vale sicuramente molto per avere le persone migliori che lavorano con te: Stephan è un talento unico in questo senso. Penso che sia stata un’influenza notevole in “Glue”, “Soft” non è più tanto orientato al follow-cam, ma comunque, nel momento giusto, abbiamo portato a casa dei grandi shots insieme che aggiungono quel tocco in più. Avete altri progetti in mente per questo inverno? Ad essere onesti, non penso davvero che farò un altro progetto che coinvolge lo snowboard troppo presto. Ma vedremo cosa porterà il futuro!

COLIN FREI BY SILVANO ZEITER

CHRISTIAN HALLER BY SILVANO ZEITER

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Lo snowboarding migliore è quello fatto con gli amici: tutto vero. Ma avete mai provato una giornata solamente in compagnia della tavola e i vostri pensieri? Molto spesso si afferma – ed è senz’altro corretto – che gli amici ti danno la giusta carica per osare di più, per “gasarti” come usa dire. Ma mettiamo che un determinato giorno ve la vogliate prendere comoda e fare a vostro modo: alzarvi con calma, fare colazione, prepararvi e salire. Siete voi, la montagna, lo snowboard. E’ sinceramente un’esperienza davvero illuminante, che mette alla prova la fiducia che avete in voi stessi. Perché quando siete soli, non c’è crew in cui confondersi, non ci sono amici che sono sempre pronti a darti la pacca sulla spalla; ma quando si è soli, non c’è nemmeno nessuno che ti possa distogliere dai tuoi goal personali, nessuno da aspettare o da rincorrere e cercare perché chissà dov’è finito. Ma più di tutto, quando si è soli si può parlare con se stessi e scoprire tantissime sfumature della propria personalità che troppo spesso non cogliamo perché sempre connessi con qualcuno: fisicamente a volte, telematicamente quasi sempre. Bernardo Bertolucci diceva che la solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista: noi diciamo prendetevi un po’ di tempo per voi stessi e godetevi il silenzio, il rumore della neve sotto la soletta e la voce di Madre Natura.

Areaeffe grows along the length of the Grimod piste over an area of 20.000 sqm with a length of 600 meters; it welcomes structures of all levels, from beginners to the most experts and demanding. The structure is maintained in a manic way, shaped and groomed each morning for the joy of snowboarders and freestyle skiers. An easy zone, entirely dedicated to the beginners, allows a safe approach to the world of the freestyle: sequences of funbox, railboxs satisfy the beginners in freestyle. Kickers, funboxes, rails of all types “fill”, instead, intermediate and expert lines. Located at 2200m, the snowpark is reachable from the center of Aosta in about 30 minutes (gondola + liasion + cable car): not bad!

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