Sequence Magazine 61 It

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25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 760 EUROPEAN SHOPS: ITALY, SWITZERLAND, AUSTRIA, GERMANY, FRANCE, ENGLAND, SPAIN, BELGIUM, FINLAND, HOLLAND, CZECH REPUBLIC & SLOVAKIA. ARTHUR LONGO BY MATT GEORGES




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EDITOR’S LETTER TXT: MATTEO ROSSATO RIDER: GRAY THOMPSON PIC: SILVANO ZEITER

Ho una sensazione che mi ronza nella testa da un pò di tempo e che fino ad ora non ha trovato che conferme. Lo snowboard sta diventando uno sport maturo. Sport? Sì, cazzo, sport. Basta con “lo snowboard non è uno sport, ma uno stile di vita”: Sì, lo è sicuro uno stile di vita, ma è anche uno sport e di questo ne dovremmo essere tutti estremamente orgogliosi, perché lo è diventato grazie agli errori e ai sacrifici di noi tutti. Il fatto che sia uno sport non esclude che possa essere ancora esplorato e che non tutto quello che si può fare su una tavola debba essere giudicato, incasellato e classificato. Sono appena tornato dai Laax Open e ho avuto modo di vedere l’eccitazione e la partecipazione degli staff tecnici durante le performance dei riders in half pipe. Ho visto Giacomo Kratter dare consigli ai suoi atleti della Nazionale Svizzera prima del drop in ed esultare alla fine delle loro run: mi ricordava tanto le riprese dai box della moto GP, dove meccanici e tecnici sono incollati al televisore nei box ammirando il loro pilota che corre ai 300 all’ora. E vi dirò, mi è piaciuto un sacco. Sono tornato e ho visto i Laax Open in televisione. Non è un bellissimo riconoscimento per tutti noi avere un po’ di spazio sulla TV Nazionale? Altra considerazione: negli ultimi anni ho avuto modo di vedere diverse volte intere famiglie di snowboarder: padre, madre e figli, tutti con la tavola. Mi ha portato a pensare che forse non esiste più quella stupida concezione dello snowboarding come una roba da giovani perché ci si fa male. Nessuno è tenuto a buttarsi su un downrail di 10 metri o su un kicker da 15 perché si è allacciato la tavola. Il ritorno del carving e lo split boarding hanno definitivamente demolito le barriere culturali che ghettizzavano lo snowboard nel recinto dei passatempi per adolescenti. Lo snowboard è belissimo ed unico perché – diversamente da buona parte degli sport – ha un cuore ribelle e curioso sempre alla ricerca del nuovo, ma ciò non toglie che sia sacrosanto -nonché emozionante - vedere un rider che morde una medaglia Olimpica. 4


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SEQUENCE CREW Editor In Chief Denis Piccolo | denis@hand-communication.com Editorial Coordinator Matteo Rossato | ross@hand-communication.com Advertising Office hello@hand-communication.com +39 333 7741508 Art Director George Boutall | george@evergreendesignhouse.com Graphic Design Francesca Pagliaro | francesca@evergreendesignhouse.com Diego Marmi | diego@evergreendesignhouse.com Sequence-Magazine.com Silvia Galliani | silvia@hand-communication.com Giulia Boccola | giulia@hand-communication.com Photographers Matt Georges, Dominic Zimmermann, Markus Rohrbacher, Silvano Zeiter, Achille Mauri, Darcy Basha, Aaron Schwartz, Ben Gavelda

Video Senior | Sequence Movie Scotty Stephenson, Francesco “Zoppo” Zoppei, Claudio Foco, Alex Stewart Cover Arthur Longo by Matt Georges Collaborators Elisa Maria Ferrari, Giulia Boccola, Silvia Galliani, Davide Fioraso, Antonio Isaja, Simone Lovera Company Editor Hand Communication Corso Francia 17, Torino 10138 hello@hand-communication.com Print Grafiche Ambert Verolengo TO Distribution 25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 760 EUROPEAN SHOPS: Italy, Switzerland, Austria, Germany, France, England, Spain, Belgium, Finland, Holland, Czech Republic & Slovakia.

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CONTENTS MARKUS KELLER BY MATT GEORGES

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THE DAILY NEWS

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KILLER COLLAB

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ROBERTO BRAGOTTO

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NORTHWAVE ESPRESSO

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VANS DAYS

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ATP LINE BY TYLER CHORLTON

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SHAPED BY THIERRY KUNZ

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F-TECH AT URSUS PARK

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LAAX OPEN

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ISPO PRODUCT PREVIEW

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PATAGONIA TRIP

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CLOSE TO HOME

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YUNG DOLI

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MANS HEDBERG

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THE PILLARS OF SNOWBOARING

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A SILENT APRROACH

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NOVY YORK

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ARTHUR LONGO


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THE DAILY NEWS BY DAVIDE FIORASO

HOT SNOWBOARDS RIL ANCIATA DA SERGE DUPRAZ A quanti di voi il nome Serge Dupraz non dice niente, bacchettata sulle dita e breve lezione di storia: Serge Dupraz lancia Hot snowboards nel 1983 e durante gli anni 80 il brand esplode letteralmente. Nel 1991, dopo aver ceduto la licenza, lascia il settore dello snowboard amareggiato. Ora andiamo avanti veloce fino al 2003 quando Dupraz torna a produrre tavole con il suo nome. Avanti veloce ancora fino ad oggi: nel 2019 Dupraz lancia di nuovo Hot presentando sul mercato la edizione 2.0 della leggendaria D1, ribattezzata Be Hot.

COZY IL NUOVO MOVIE PROJECT DI HALLDOR HELGASON Tutti in piedi sui divani, perché mentre stiamo parlando di frivolezze, Halldor Hegason è in giro per il mondo a filmare per il suo movie project Cozy. Il movie sarà basato su Halldor stesso, che si circonderà di riders famosi e talentuosi upcomers che lo affiancheranno nelle sue avventure intorno al mondo. Dopo aver filmato video parts con TWS per due stagioni, siamo felici che il giovane Helgason abbia deciso di mettersi in primo piano in un progetto video.

SHRED OPTICS RILANCIA IL BRAND Fondata nel 2006 dal 2 volte campione olimpico dello sci Ted Ligety e l’Italo Americano Carlo Salmini, Shred è pronta per tornare sul mercato con molte novità. Shred è stato uno dei primi brand a mettere d’accordo skier e snowboarder con un impegno costante tu entrambe i fronti. Slytech, company di protezioni fondata un anno prima di Shred sempre da Ligety e Salmini, verrà incorporata sotto al brand principale.

A M P L I D J E A N N E R VA L I M I T E D E D I T I O N B O A R D Amplid, company co-fondata dal campione mondiale e leggenda vivente dello snowboard Peter Bauer, realizzerà una serie veramente limitata di 31 esemplari di JN 166, una tavola dedicata al pioniere Francese dello snowboard nonché amico e rivale di Peter nei contest Jean Nerva. Jean purtroppo è morto nel 2017 all’età di 58 anni, ma ha lasciato una eredità indelebile nella storia dello snowboard fatto di curve radicali e video parts incredibili. Tutto il ricavato andrà a supporto degli studi della figlia di Jean.

VOLCOM PARTNERSHIP CON COTTON CONNECT Volcom ha appena siglato un accordo multiannuale con l’iniziativa sociale Cotton Connect, che si concretizzerà nel programma From Farm to Yarn. Tale programma prevede la tracciatura del cotone organico impiegato nella produzione dei capi, perlopiù proveniente da fattorie site nella regione Madhya Pradesh in India. L’iniziativa si impegna ad investire sull’educazione del personale di tali fattorie per migliorare la loro condizione di vita e aiutarli a implementare il loro business, oltre a rendere trasparente e tracciabile l’intera chain supply.

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THE DAILY NEWS BY DAVIDE FIORASO

S H O P 1 S T T R Y C O M P I E 10 A N N I B AT T E T U T T I I R E C O R D Il principale evento premier per testare i materiali da snowboard della prossima stagione, tenutosi a Skijuwel Alpbachtal-Wildschönaudal dal 20 al 22 gennaio 2019, compie 10 anni e festeggia battendo il record di presenze, riconfermando la validità del format. Più di 90 brand hanno partecipato all’evento e per tutti i 3 giorni il Test Village, come l’Indoor show, sono stati presi d’assalto da negozianti letteralmente affamati di novità. Complimenti ancora a Muck Müller ed allo staff di munchie Konsilium. A breve pubblicheremo un report su Sequence-magazine.com e sul nostro canale Youtube.

VA N S R E G I S T R A U N A C R E S C I TA DEL 25% NELL’ULTIMO QUADRIMESTRE DEL 2018 Vans, parte VF Corporation assieme a The North Face e Dickies, registra un’impressionante crescita nell’ultimo quadrimestre del 2018 con un 25% sulle vendite, assestandosi al primo posto come brand in maggior crescita nel portfolio VF. Parte di questo successo pare sia dovuto alla forte politica DTC (Direct To Consumer) che l’azienda ha abbracciato, con particolare attenzione al mercato on-line. I mercati che hanno visto una crescita maggiore sono stati Asia Pacific con il 37%, United States con il 30%, con l’Europa al 6%.

HORSEFEATHERS COLL ABORA CON HEIDA BIRGISDOTTIR COME PER LA WOMEN COLLECTION Horsefeathers ha recentemente annunciato la collaborazione con Heida Birgisdottir, fondatrice di Nikita e senior designer. La sua è una storia di successi nella boardsport industry. Heida ha collaborato con la crew Horsefeathers e con la sua women collection designer Lucie Bartošová, danno una reale svolta alla linea. „Abbiamo un enorme rispetto per Heida e per quello che ha fatto per le riders. Il suo percorso è simile al nostro e crediamo che la sua preziosa esperienza sarà di grande beneficio per Horsefeathers.

A L E X S T E WA R T N U O V O T E A M M A N A G E R I N T E R N AT I O N A L D R A K E Alex “Peppino” Stewart, mentre e rider di Rusty Toothbrush nonché Kiwi trapiantato in Europa ed innamorato dell’Italia, è entrato a far parte della famiglia Drake Northwave nel doppio ruolo di team rider e team manager international. Mentre ne stiamo parlando, Alex e alcuni nuovi membri del team – che saranno annunciati a breve – stanno filmando in giro per l’Europa contenuti per un nuovo progetto video Drake. Congratulazioni Peppino!

N I C O L A S M Ü L L E R S I G N AT U R E C O L L E C T I O N C O N 32 Dopo aver annunciato l’arrivo di Nicolas Müller nel team 32 lo scorso anno durante l’ISPO, Sole Technlogy (il gruppo di cui 32 fa parte assieme a Etnies, Emerica, E’s e Altamont) si è messa immediatamente al lavoro assieme a Nico per lo sviluppo di un pro model di boot ed di un signature kit outerwear. Per la parte estetica, Nico ha scelto un tie dye sui toni del rosso e del viola, mentre tecnicamente parlando la collezione outerwear è composta da una jacket, un bib ed un pant. Il boot presenta invece un’allacciatura classica ed un flex medio, andateveli a vedere nella feature 2020 preview!

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KILLER COLLAB BY DAVIDE FIORASO

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1.NITRO MOUNTAIN X GRIF

2. 686 X THE HUNDREDS

3.LOBSTER X LUCAS BEAUFORT

Per la stagione 2020, Nitro ha collaborato con il suo rider, nonché Geologo e artista Griffin Seibert nella realizzazione di una seconda veste grafica della nuova tavola Mountain. La grafica è ispirata allo stato di origine di Griffin, lo Utah, in particolare il suo deserto, nel quale Seibert usa piacevolmente perdersi per goderne il silenzio e la calma regnante. La tavola è una all mountain adatta a tutti i terreni, dalla pista al backcountry e side hits.

686 ha sempre creduto nelle collaborazioni con altri brand, specialmente esterni al business dello snowboarding: ricordiamo ancora la collab con New Balance con cui ha realizzato un boot, oppure quella con la famosa birra Pabst Blue Ribbon, che ha visto equipaggiare una giacca con tasche speciali per alloggiare le lattine. Questa con lo streetwear brand Californiano The Hundreds è un tributo alle radici urbane di 686 e si è concretizzata in un Anorak ed un pant dai colori Sgargianti..

Un’altra collaborazione celebre entra nel lineup della company dei fratelli Helgason: si tratta del celebre artista Lucas Beaufort, che ha firmato diverse cover di magazines di skateboard e snowboard e ha disegnato grafiche di tavole come questa, che peraltro rappresenta una vera novità non solo per l’artwork: è infatti la prima tavola Lobster ad impiegare la sola Sidekick technology e non il 3BT.

4 . BURTON DEEP THINKER X KEITH HARING

5.ELECTRIC KLEVELAND X VOLCOM

6.ROME X DEGENERATI

Burton propone di nuovo una collab artistica di livello con questa veste grafica alternativa per la Deep Thiker 2020, che vede un artwork realizzato dal leggendario artista scomparso Keith Haring. Il soggetto però non è il classico soggetto Dancers, piuttosto un essere pipistrello ed una filigrana tono su tono in rosso che risalta decisamente. La Deep Thinker rimane una delle tavole all mountain più divertenti e performanti sul mercato.

Ancora una volta Electric e Volcom hanno collaborato nella realizzazione del goggle pro model del talento Norvegese Marcus Kleveland. La maschera in oggetto mantiene sostanzialmente le caratteristiche del modello 2019, con lente cilindrica Brose/Pink Chrome e frame a righe nella tradizione più classica della company del diamante, impresso anche sullo strap.

Non si può definire esattamente Degenerati una Collab perché effettivamente esso era nato come side project della company del Vermont. Dalla prossima stagione però, Degenerati diventerà a tutti gli effetti una linea di Rome e quindi ci piace pensare sia una sorta di collaborazione tra il collettivo Degenerati ed il mother brand Rome. Model 1 e Model 2 sono le due tavole proposte per la stagione 2020.

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KILLER COLLAB BY DAVIDE FIORASO

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7.W E S T L I M O N X DAYZE

8.POW TALLAC X SCHOPH

9.RIP CURL X PLUM CAPSULE

West è il brand di tavole dell’ex pro Svizzero David Lambert. Sin dalla nascita, il brand è caratterizzato da un’estetica decisamente freestyle unita ad un design clean degno della tradizione elvetica. Dato il suo successo nella terra del Sol Levante, quest’anno hanno deciso di realizzare una collab con il famoso brand di abbigliamento Giapponese Dayze: il risultato la Limon.

Pow inaugura la stagione delle collab con questa versione del mitt Tallac firmata dall’artista inglese Schoph Schofield, già famoso nell’ambiente dello snowboarding per le sue grafiche sulle tavole Lobster. Tecnicamente parlando, è un comodo mitt con polsiera regolabile e inserti HiPora Waterproof: la qualità costruttiva è sempre quella alta a cui Pow ci ha sempre abituato.

Rip Curl propone questa interessantissima collaborazione con il microbrand di Splitboard e attacchi francese Plum. La collezione si concretizza in un completo pant-jacket appositmente disegnati per le vostre uscite in splitboard, con un fit ingegnerizzato per non impdire i movimenti ed una impermeabilità degna delle discese in freeride più impegnative.

10.REMIND INSOLES X S I LVA N O Z E I T E R

11.ÄSMO X SALOMON

12.ANON X ANNA GASSER

Remind Soles è un brand di solette che si sta facendo strada nel settore degli action sports, skateboard e snowboard in particolar modo. Vanta diverse collab celebri con artisti e riders come Brian Iguchi e Nicolas Muller, oltre a molti altri. Per la stagione 2019/20 propone questa apprezzatissima collab con il famoso fotografo Silvano Zeiter.

Wolle Nyvelt e Salomon vantano una collaborazione di lunga data, prima come atleta del team ed ora come shaper. Wolle è anche la mente e la mano dietro al brand di powdersurf Äsmo. Che le due strade si sarebbero incrociate era quindi fuori discussione. Questo powdersurf richiama il design e lo shape della tavola HPS, sempre disegnato da Wolle e che potete trovare nella collezione 2019/20 Salomon.

Anna Gasser è riuscita a trovare finalmente la sua compagna di riding perfetta - la sua prima maschera pro-model, la Anon Deringer. “Sono molto emozionata nel presentarvi la mia maschera Anon Deringer MFI!” ci ha rivelato Anna. “Questa stagione è partita alla grande, sono riuscita a chiudere il primo triple cork mai eseguito da una ragazza. E per festeggiare l’evento ho deciso di disegnare questa mia maschera.”

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THE ITALIAN VLOG

ROBY BRAGOTTO ITW: DENIS PICCOLO PIC: ROBY BRAGOTTO

snowboarder. Non voglio assolutamente assumermi la responsabilità di un messaggio “universale”, il mondo dello snowboard è fantastico perchè è molto vario ed ognuno fa il suo ed esprime ciò che ha nella testa. E’ solo il mio punto di vista e quello di nessun altro, singolare, personale, diretto e senza filtri. Io con lo snowboard ci vivo, mi fa sentire vivo, mi fa stare a contatto con la natura incontaminata che adoro, mi diverte più di ogni altra cosa, mi toglie i pensieri. Mi fa stare bene. Vorrei soltanto trasmettere questo, la sua bellezza.

Roby Bragotto è conosciuto dai più come fotografo di snowboard e outdoor. Da un’anno a questa parte però ha inaugurato un Vlog di snowboard, che sta riscuotendo un ottimo successo in Italia per l’approccio divertente con cui affronta argomenti più o meno seri riguardanti lo snowboarding. Lo abbiamo intervistato in merito al suo nuovo progetto ed agli eventuali sviluppi futuri legati ad esso. Ciao Roby, anche se molti già ti conoscono presentati brevemente. Sono Roby Bragotto e da più di dieci anni sono un fotografo professionista specializzato nell’Outdoor. Nato skater, trapiantato snowboarder a causa di quattro operazioni alle ginocchia (non posso più atterrare in flat) e con una continua necessità di fare della propria passione un lavoro. E di trasformare il lavoro in ciò che un lavoro non sembra.

Come mai hai scelto YouTube? Semplicemente perchè è la piattaforma che meglio si prestava ad una serie di episodi, come fossero una sorta di telefilm a puntate. Sinceramente non avrei mai pensato di ottenere un così grosso riscontro. Credi che la televisione nel senso più classico stia lentamente morendo? Perchè c’è ancora qualcuno sotto i quarant’anni che la guarda? ;)

Nasci fotografo ma il tuo progetto Vlog sta riscuotendo un notevole successo: come ti è venuta l’idea di realizzarlo? E’ nata poco più di un anno fa... lavorando come fotografo specializzato nello snowboard per svariati anni, ho sempre pensato che nessuno sia mai riuscito a dare la giusta visibilità al dietro alle quinte di questo mondo, ai ragazzi della Nazionale, ai miei amici più cari (che sono pure i più forti snowboarder che ho mai conosciuto), un pò alle difficoltà e soprattutto al divertimento che sta alla base dello snowboard.

Sembra tutto molto divertente quello che fai, ma dietro c’è anche molto lavoro.. Il divertimento è la base assoluta, se non mi divertissi non realizzerei nessun episodio. Li faccio a tempo perso, solitamente ci metto un giorno per filmarli e un paio di giorni per montarli. Non sono assolutamente in grado di filmare e non sono un videomaker... il mio lavoro è la fotografia ed è ciò che mi da da mangiare e che mi fa pagare il mutuo. I video sono soltanto un modo per ricordare chi eravamo, cosa abbiamo fatto, cosa c’è stato e quello che abbiamo passato grazie a questo stile di vita. Credo saranno ancora più divertenti rivederli tra dieci anni.

Che messaggio vuoi trasmettere attraverso i tuoi video?Il messaggio più puro, ciò che secondo me è la vera essenza dello snowboard. Il “dietro le quinte”, ma anche tutto quello che comporta arrivare ad avere una possibile carriera sia come fotografo che come 18


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PRODUCT PREVIEW

NORTHWAVE ESPRESSO BY SILVIA GALLIANI

Il merito è di YSTRDY’S TMRRW che ha deciso di unire le forze con il brand italiano e dare vita alle Cream, una speciale limited edition delle Espresso realizzata dal designer giapponese Kazuya Sugano, da sempre innamorato del famoso modello di scarpa sin da quando arrivò per la prima volta sul mercato del Sol Levante. Northwave, fondata in provincia di Treviso, da 25 anni progetta e realizza calzature tecniche leader nel mondo del ciclismo e dello snowboard, ma ha al suo attivo anche collezioni e modelli più casual, adatti alla vita di tutti i giorni grazie al loro design moderno che porta alla creazione di una linea di scarpe uniche.

Cream durante il suo periodo di massimo splendore, nell’inverno del ’95. Presentata per la prima volta come una scarpa da “dopo neve”, la Espresso grazie all’inconfondibile suola Big Boy oversize, tipica degli snowbard boots, è diventata la scarpa di punta della collezione casual del marchio. Ispirata alle suole degli scarponi da snowboard, ma adattata per l’uso quotidiano, la Espresso presenta una tomaia in morbido suede, un materiale naturale con caratteristiche ottime in

Il marchio italiano ha originariamente lanciato la sneaker Espresso

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Sono tornate le Espresso di Northwave, le sneakers iconiche giapponesi lanciate per la prima volta negli anni ’90.

La speciale ri-edizione ha visto l’aggiunta della linea ibrida Winter Street, con un mix eclettico di materiali più audaci come la finta pelliccia, il pitonato ed il suede, costruiti su di una suola stile scarpone da snowboard più grossa. Le nuove Northwave Espresso sono ora disponibili in store ed online in 3 differenti colorazioni. termini di durabilità e performance che fornisce non solo il massimo sostegno alla caviglia, ma anche stile e comfort.

una vera e propria icona di quegli anni. Negli ultimi anni la moda delle sneakers grosse e ingombranti con silhouette da skateboard e snowboard stanno vivendo una rinascita, sia per le strade delle città che sulle passerelle dell’alta moda. Il brand streetwear giapponese YSTRDY’S TMRRW insieme a Northwave non si sono fatti scappare l’occasione ed hanno deciso di rilanciare sul mercato l’ingombrante sneaker nella sua forma originale.

La sua silhouette “ingombrante” non passò inosservata e ben presto diventò la più vista e richiesta per le strade di Tokyo durante il boom delle sneaker degli anni ‘90 e il movimento Ura-Harajuku. Ma non solo, anche nel resto del mondo, la sneaker divenne ben presto

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FRANCESCO PIA

SANDY SHAPES: THE PURSUIT OF BEAUTY ITW: MATTEO ROSSATO PICS: SANDY SHAPES

Ciao Sandy, ci siamo lasciati lo scorso inverno, dopo il tuo debutto ufficiale sulla scena internazionale. Fai un bilancio di questo ultimo anno. È stato un anno carico di cambiamenti e soddisfazioni! La nostra famiglia si è allargata e ora siamo un vero team. Tutto l’impegno ed il lavoro svolto hanno permesso ai nostri dealers di avere ottimi risultati e ai veri appassionati di trovare un prodotto che valorizzi questo sport e questa passione. Siamo molto orgogliosi della performance di tutte le tavole che moltissimi riders hanno potuto testare agli eventi demo a cui abbiamo partecipato, o acquistare in sempre più negozi… è bello iniziare a incontrare le proprie creazioni sulle montagne! Abbiamo infatti raggiunto una buona distribuzione in varie zone d’Italia e cominciamo ad essere presenti anche all’estero…stiamo programmando ora la produzione per la prossima stagione invernale e devo dire che ci sarà un bel pò di lavoro da fare!

extrawide, da donna, a nuove lunghezze e, con un occhio verso le nuove generazioni, allo sviluppo di due tavole da bambino che non siano semplici giocattoli ma snowboard veramente performanti. Per quanto riguarda i materiali abbiamo diversi esperimenti in corso, ad esempio su possibili miglioramenti dei sidewall in bamboo e sull’uso di resine alternative più sostenibili. Infine a partire da quest’anno la tecnologia che utilizziamo nei topsheet è diventata un nostro brevetto: Wood Evolution™ ! Parlaci del vostro brevetto Wood Evolution™. Wood Evolution™ è un processo attraverso il quale a partire dal legno naturale otteniamo la nostra caratteristica finitura del topsheet, grazie a cui riusciamo a rendere più sostenibili le nostre tavole sostituendo i materiali plastici comunemente usati. Non solo migliora le proprietà meccaniche e strutturali del legno, che può diventare da 70 a 100 volte più resistente, ma ne elimina anche il comune danneggiamento dovuto ad acqua, neve e temperature. Il materiale non avrebbe bisogno di ulteriori trattamenti e per nostra scelta nasce con una finitura a base di olii e cere naturali, che forniamo a tutti i clienti come Beauty Care Treatment, per la cura di bellezza periodica della propria tavola.

Quali sono le principali novità Sandy Shapes per il 2019? (a livello di modelli, una panormica generale) Grazie anche all’aumentata forza lavoro riusciamo ad essere più organizzati ed avere un sistema produttivo più efficiente, ma anche più tempo da dedicare alla sperimentazione oltre che ai progetti custom. La gamma diventa sempre più completa mantenendo una grande attenzione all’individualità dei nostri riders e di ogni tavola. Stiamo lavorando a tavole

La sostenibilità sembra essere – aggiungo giustamente – un 22


Sandy Shapes è una storia d’amore tra Alessandro Marchi da tutti conosciuto come Sandy – e lo snowboarding. Una storia che lo ha portato a dedicarsi completamente alla costruzione di tavole allo stato dell’arte, con un carattere ed una qualità degna della migliore manifattura Italiana. Abbiamo incontrato Alessandro ad un anno esatto dal debutto di Sandy Shapes sul mercato internazionale per sapere cosa aspettarci da Sandy Shapes per la stagione 2020.

zioni? La selezione di ambassadors che insieme a noi contribuiscono a migliorare e farci conoscere nel mercato avviene attraverso un analisi e valutazione non solo delle capacità tecniche ma anche della personalità, della capacità di relazionarsi con il pubblico ma anche con le altre aziende, le scuole sci e i dealer, e di creare una rete. Rete che naturalmente cresce, grazie all’entusiasmo, alla passione per lo sport ed alla sinergia che si crea con la propria tavola e che gli ambassador riescono a trasmettere. Intanto vi consigliamo di seguire sui social @alex.ferro88, @luca.amb, @francescopia …ma la famiglia è in continua crescita ed evoluzione!

tema sensibile che sta molto a cuore agli snowboarder: quali sono le tecnologie e gli accorgimenti Sandy sul tema ecologico? La sostenibilità è un tema che si, sembra stare a cuore agli snowboarder, ma che abbiamo notato essere spesso trattato senza la dovuta attenzione, a partire dall’acquisto della propria attrezzatura al suo utilizzo, alla mobilità in ambiente e non…come buon proposito per il 2019 speriamo di sensibilizzare maggiormente i riders a questa importante tematica, anche tramite il nostro prodotto. Possiamo infatti affermare con orgoglio che la nostra azienda è rimasta ed intende rimanere indipendente nel ciclo di produzione. Questo, unito alla produzione in loco di tutte le tavole ci permette avere il totale controllo di ogni fase di costruzione, scegliendo e ottimizzando i materiali e limitando gli sprechi. Nei nostri prodotti cerchiamo di ridurre le materie plastiche il più possibile, utilizziamo il bamboo per sidewall e spacers, Wood Evolution™ per il topsheet e dimensioniamo tutti i componenti in modo da privilegiare i materiali naturali. Infine quando parliamo di bellezza senza tempo del legno ci riferiamo alla durabilità ma anche alla non-stagionalità dei nostri prodotti, che elimina tutte le problematiche legate all’obsolescenza delle vecchie collezioni.

Perché un rider dovrebbe scegliere Sandy Shapes? Quello che emerge dai feedback che abbiamo raccolto durante due stagioni di test il primo motivo per il quale le tavole vengono acquistate è la loro performance. In particolare la precisione, la stabilità e la leggerezza che permettono davvero di divertirsi su ogni tipo di neve. Al secondo posto troviamo poi la qualità del prodotto e la fiducia in una manifattura completamente made in Italy, seguiti dal fattore estetico. Infine, per ultime, abbiamo sostenibilità e longevità, a dimostrazione di quanto il tema stia a cuore…punto su cui come abbiamo detto cercheremo di lavorare in modo da comunicarlo di più e creare maggiore consapevolezza.

Sappiamo che ti avvali di ambassadors che – tra le altre cose – ti aiutano nello sviluppo dei prodotti: chi sono e come li sele23


EVENT

VANS SNOW DAYS 2018 BY MATT GEORGES

interessante conoscere alcuni dettagli tecnici riguardo a piccole cose che non potremmo mai immaginare. Insomma, avremmo rischiato la guerra fredda se questa piccola tavola in legno non ci unisse così tanto. In effetti, c’erano russi, americani, francesi, tedeschi, e anche qualche australiano. Figata/pazzesco, sembrava di essere al G20!

Visto che nel nome non c’è scritto, ve lo diciamo noi…l’appuntamento era in Austria, più precisamente a Axamer Lizum, un piccolo e simpatico comprensorio non lontano da Innsbruck. Quello che è chiaro è che stiamo parlando dei Vans Snows Days, dove tutto il team Global di Vans si è ritrovato, con qualche altro fortunello, per tre giorni di snowboard, di alcool (solo la mattina a colazione!), di arte, jam sessions, e dibattiti snowboardistici, tutti comodamente ambientati al bar dell’hotel.

L’inizio dei problemi/ostilità ha avuto inizio per una piccola tempesta di neve, cioè… storia di avere un po’ di polvere per iniziare meglio la giornata. Durante la merenda, Jamie Lynn, Brian Iguchi e Scopch hanno iniziato a dipingere su un grande muro. Una bella gangbang di bombolette, pennelli e pennarelli. Il progetto iniziale è leggermente andato a monte, ma poi ognuno ha continuato alla propria maniera e al proprio ritmo. All’improvviso le nostre tre leggende hanno smesso di dipingere, hanno fatto qualche passo indietro, si sono aperti una birra, si sono consultati senza perdere troppo tempo, e hanno ripreso il lavoro, ciascuno con la propria missione.

In questo micro cosmo che si è creato, tutti hanno condiviso i progetti dello scorso inverno, ma c’erano anche un casino di scarponi nuovi da provare, ottima pratica per scambiare vicendevolmente tutte le verruche…Ah no, scusate. Gli snowboardisti si lavano. E sono molto attenti all’igiene. I Vans snow day sono stati anche l’occasione per saperne un po’ di più sulla costruzione di uno scarpone, della sua calzatura interna, degli studi di rigidità versus flessibilità etc etc. E’ sempre 24


ALEK OESTRENG

ARTHUR LONGO

BLAKE PAUL

DARRELL MATHES

BRYAN IGUCHI

DANIMALS

JAKE KUZYK

MARKUS KELLER

PAT MOORE

gover non aiutano troppo per le grandi performances del mattino. Ma nonostante questo, tutti si ritrovano in pista per scambiarsi qualche tecnica, qualche powder turns, butter e, chiaramente i backflips per far figo con le ragazze. Questa piccola riunione è stata l’occasione per Vans di presentare il progetto europeo First Layer Russia, con una piccola esposizione di foto. Ma non è mancata nemmeno la serata, in un vero cinema con poltrone rosse e belle comode, e con ottimi pop corn, per apprezzare come si deve il film Landline, presentato con una tournè internazionale di due anni. Un super dream team, girato tutto in 16mm e della vera buona musica… insomma, un video di quelli che ci piacerebbe vedere più spesso.

Il primo giorno di powder, c’è decisamente troppo ottimismo quando iniziamo a ridare tutti insieme. Il problema è che quando c’è della polvere bella fresca, è veramente complicato riunire un gruppo e fermarsi ogni 100 metri per shootare una curva. Tutti se ne fottono, e questo conferma per l’ennesima volta il famoso detto internazionale: no friends on powder days! Axamer Lizum, che si divide il titolo di stazione locale con Nordkette, è situato a una ventina di minuti da Innsbruck: c’è un solo parcheggio, e arrivando, non puoi immaginarti cosa vale la pena. Infatti è solo una volta in cima, dopo aver preso il treno, che ci si rende conto della grandezza dello spot. Vista a 360 gradi, un sacco di gobbe e bordi pista perfetti per Arthur Longo, che è appena uscito con la sua ultima opera SHE 2 (Side Hits Euphoria 2).

Purtroppo, è stata anche l’occasione di brindare un’ultima volta con il rider del Quebec Dillon Ojo, dal grande e solare sorriso, e dallo stile incomparabile. RIP Dillon!

Il secondo giorno c’è già un po’ meno la corsa alla powder, gli han25


HORSEFEATHERS

ATP LINE BY TYLER CHORLTON BY MATTEO ROSSATO

AT P L I N E T E C H N O L O G I E S L’acronimo ATP sta per Addicted To Powder, che vuol significare l’attenta selezione di ogni dettaglio, dal materiale alle zip, per performare su ogni possibile terreno, dalla giornata tranquilla sulle piste alle gite in backcountry più estreme. Al fine di offrire un’adeguata protezione, la Nighthawk Jacket e i Douglas pants sono realizzati con una impermeabilità di 20.000 mm ed una traspirabilità di 20.000 gm. I capi sono realizzati con il materiale esclusivo Ultratech 20/20 ed una membrana Primaloft Silver con lining interno in 100% Polyester mesh e taffetà. Inoltre i capi presentano dettagli assolutamente esclusivi, come il Lift Leg System, che evita di danneggiare il bordo dei pants pestandoli, o i bottoni magnetici nelle flap delle tasche a protezione delle zip, che lavorano in tutte le condzioni, diversamente dal velcro. Infine, sono presenti dettagli costruttivi come cuciture nastrate, tasche multifunzione, zip di ventilazione con retina interna e i Douglas pant presentano un pannello protettivo posteriore in Cordura.

Nato in UK, spostatosi in Francia e cresciuto in Andorra, Tyler Chorlton parla più lingue di Google Translate ed è già considerabile un veterano nonostante la sua giovane età. I più giovani lo riconosceranno come quel matto che fa carve estremi gomiti a terra ed atterra in fakie su una swalllowtail nell’ultimo video di Rusty Toothbrush, ma in verità è in giro da molto più tempo e filmava video part già quando i suddetti giovani se la facevano ancora nei pannoloni. E’ entrato a fare parte della Horsefeathers family sei anni fa e dopo poco ha cominciato a collaborare con la company nel design dela ATP line. Tutto è cominciato quando il design team ha mostrato a Tyler un modello di giacca che potesse accontentare i suoi requisiti, poi sono state applicate modifiche e da allora la collezione non ha fatto che migliorare e crescere anno dopo anno. Dal momento che Tyler passa buona parte dell’anno in mezzo alla neve e lo fa da quando era piccolo, i suoi feedback sono importantissimi e aiutano Horsefeaters a migliorare continuamente la linea ATP, stagione dopo stagione. Se passi molto tempo in mezzo alla neve, l’ATP line è la scelta giusta per proteggerti dagli elementi, parola di Tyler Chorlton. 26


1 . N I G H T H AW K J A C K E T Waterproof: 20.000 Mm Breathable: 20.000 Gm Shell Fabric: Ultratech 20/20, 100% Polyester Water Repellent: Laminated Membrane: Insulation Primaloft Silver - 40G Lining: 100% Polyester Mesh, 100% Nylon Taffeta 2. D O U G L A S PA N T Waterproof: 20.000 Mm Breathable: 20.000 Gm Shell Fabric: Ultratech 20/20, 100% Polyester Water Repellent: Laminated Membrane: Water Repellent Laminated membrane Lining: 100% Polyester Mesh, 100% Nylon Taffeta

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SHAPED BY TK ITW: MATTEO ROSSATO PORTRAIT: JIMMY CHIN

Ciao Thierry, presentati e spiegaci il rapporto che ti lega a Nidecker Ciao a tutti! Mi chiamo Thierry Kunz, sono nato a Ginevra e ho 47 anni. La mia prima esperienza con lo snowboard è stata nel 1982 e da allora non ho mai smesso. La mia passione per lo snowboarding non è mai passata ed ancora oggi sono dipendente da quella sensazione che noi tutti conosciamo bene. Nel 1987 sono stato sponsorizzato da un negozio di Ginevra che mi ha portato ad entrare nel team Nidecker nel 1988, gareggiando mentre finivo gli studi. Dopo la laurea in business nel ’91 mi sono dedicato interamente alla carriera professionale nell’ISF tour gareggiando in half pipe: è stato un periodo veramente intenso. Nel 1995 ho capito che non avrei mai vinto un mondiale così mi sono dedicato alla realizzazione di tavole e con l’aiuto di Nidecker ho creato il mio brand Donut. Nel 2001 Nidecker mi ha chiesto di prendermi cura del marketing e nel 2004 abbiamo deciso di unire i due brand in NDK, che possiamo dire fosse la divione freestyle di Nidecker. Nel 2006 ho lasciato la company per lavorare con Quiksilver, il mio altro storico sponsor durante la mia carriera di rider, lavorando prima nel marketing Europeo di DC e poi come Global Wintersports Marketing di Quiksilver, Roxy e DC. Nel 2015 i fretelli Nidecker mi hanno chiesto di tornare e prendermi cura del brand, in particolar modo di

Nidecker. E’ stata una bella sfida, culminata con l’arrivo di Flow nel gruppo la scorsa stagione. Cosa significa esattamente Shape By TK line? E’ una sorta di brand o ha un significato più profondo? Non si può definire esattamente un brand, però ai tempi di Donuts usavo firmare tutte le tavole con le mie iniziali, quindi quando abbiamo realizzato la capsule snowsurf abbiamo semplicemente pensato di portare avanti la tradizione, come fanno i surf shaper. Perchè? Dopo nove anni passati a fare surf in oceano ho pensato fosse ora di disegnare shapes pensati per chi vuole fare curve con tutte le condizioni di neve, spingendo con il piede posteriore su shapes old school. Credo sia importante per i clienti sapere chi ha disegnato le loro tavole, a testimonianza di un lavoro fatto con amore e passione. Quali sono le caratteristiche principali delle tavole del Nidecker Snow Surf quiver? Non abbiamo solamente ridisegnato tutti gli shapes per la stagione 2019/20, ma riprogettanto interamente il processo produttivo. Vogliamo donare un vero surfy feeling, che 28


MOSQUITO

SMOKE

GUN

Il legame tra Nidecker e Thierry Kunz è estremamente profondo e radicato nel tempo. Thierry è stato rider, shaper ed ora brand Manager della storica company Svizzera e dal suo ritorno nel 2015 ha cominciato un importante lavoro di riaffermazione del brand attraverso il ritorno alle sue radici ed alle origini dell’intera storia dello snowboarding Europeo. Abbiamo incontrato Mr. Kunz al Rock on Snow Pro a La Clusaz ed abbiamo approfittato dell’occasione per farci raccontare la sua storia ed il suo più ambizioso progetto, lo snow surfing quiver by TK.

pi provando diversi materiali e flex, per raggiungere il risultato finale che ci siamo prefissati. A volte risulta veloce il processo dall’idea alla realizzazione del prototipo, ma la maggior parte delle volte è piuttosto lungo, specialmente ora con la nuova costruzione delle lamine.

si concretizza dando più potenza sulle lamine, così abbiamo progettato una costruzione smussata che letteralmente appoggia sui sidewall e sulle lamine. Il topsheet curva dolcemente al centro della tavola, donando un’estetica simile ai surf. Sono rifinite con una resina colorata così che ogni tavola risulti unica: inoltre ognuna di esse è dotata di custodia come i surf. Come capsule è davvero ben riuscita!

Sei stato un riders, uno shaper ed ora un brand manager. Non c’è persona più indicata a cui chiedere come vedi lo snowboarding nel prossimo futuro. Vedo un grande futuro per lo snowboarding e lo snow surfing. Molta gente sta tornando allo snowboarding e vedere così tanti brand diversi e gente che condivide una passione mi rende felice. Lo snowboarding non è più solo freestyle, altre discipline come lo splitboarding ed il carving stanno prendendo piede e la gioia che si prova ad esprimere la propria personalità attraverso il riding è importante quanto se non più della performance.

Puoi spiegare le caratteristiche di ognuno dei tre shapes e per cosa sono realizzati? Volevo tre modelli da utilizzare come un surf quiver: una per curve strette ed estremamente reattiva (Mosquito), una per girare tutto il giorno e inanellare curve larghe (Smoke) ed una per spingere e fare curve potenti (The Gun). Lo shaping è un’arte o una scienza? Come si concretizza? Dall’idea al prototipo finale. Direi che lo shaping è più il risultato dell’analisi del riding e delle sensazioni che vuoi ottenere dalle tue tavole. Non la definirei un’arte ma la trasposizione di una passione, dove la scienze è comunque necessaria per raggiungere il risultato finale. Tutte le nostre tavole sono disegnate a mano, poi ridisegnate al computer per realizzare i primi stampi, dopo aver letteralmente dato la forma a fogli di legno. Dopodichè costruiamo diversi prototi-

Non sono solo le nuove leve che stanno arrivando… anche la vecchia generazione sta tornando allo snowboarding. Vorrei ringraziare tutte le aziende e le persone che hanno creduto nella nostra passione e che supportano continuamente questo sport. Nidecker è sicuramente una di esse. 29


SNOWPARK

WHEN F-TECH MEETS URSUS SNOWPARK TXT: GIANLUCA “JIMMY” ZANETTI PICS: CLAUDIO LANZAFAME & ARMANDO BOATTO

Il progetto Ursus Snowpark è gestito dalla società Funivie Madonna di Campiglio, una società che da sempre è impegnata nello sviluppo dell’offerta della Ski Area Campiglio e che negli anni ha realizzato importanti investimenti volti al potenziamento tecnologico sia per gli impianti di risalita che per la preparazione delle piste così da rappresentare una delle realtà più all’avanguardia delle Alpi.

L’innovativo approccio alla progettazione e realizzazione del park parte dai rilievi del suolo senza neve, che permettono di sviluppare il disegno 3D dello snowpark seguendo al meglio le caratteristiche del terreno. Fondamentale è il costante confronto tra F-Tech e lo staff Ursus per individuare le strutture più adatte in base alle esigenze dell’utenza. Ursus Snowpark, è una delle prime realtà al mondo insieme ad altre importanti aree freetyle come Alpe di Siusi e Kronplatz, ad utilizzare la strumentazione Leica iCON Alpine, prodotto di nuovissima generazione sviluppato da Leica in collaborazione con F-Tech e Prinoth Snowgroomers, azienda leader dei mezzi battipista.

La costante ricerca di qualità ed eccellenza del resort non poteva non riflettersi anche nel progetto dello snowpark. Nelle ultime due stagioni Funivie Madonna di Campiglio ha scelto di collaborare con F-Tech Snowparks, una delle aziende leader del settore progettazione e costruzione di snowpark, che negli anni ha confermato la propria competenza e professionalità firmando alcuni dei migliori progetti dell’arco alpino.

La shaper crew di Ursus, che si occupa della costruzione delle strutture, ha a disposizione uno strumento manuale e una dotazione installata sui gatti delle nevi. Il sistema Leica permette di visualiz30


Madonna di Campiglio e il mondo Freestyle sono da sempre un binomio vincente e l’Ursus Snowpark, che sorge alle pendici della Pietra Grande al Passo Grostè nel cuore delle Dolomiti di Brenta, è la dimostrazione concreta di quanto questo prodotto sia fondamentale per lo sviluppo dell’offerta turistica di una località sciistica.

ALBERTO MAFFEI

zare il progetto 3D dello snowpark e verificare l’esatta altezza della neve nella posizione in cui ci si trova con precisione centimetrica, ciò consente di risparmiare tempo e costi ottimizzando il volume di neve durante la preparazione e mantenimento delle strutture.

più determinanti per il successo nel campo della progettazione e realizzazione di snowpark che al giorno d’oggi ha raggiunto livelli di straordinaria qualità. La collaborazione tra F-Tech e Ursus Snowpark si è rafforzata grazie anche alla partecipazione della shaper crew di Ursus al Prinoth XCamp che si è tenuto sul ghiacciaio dello Stelvio lo scorso settembre, dove il team F-Tech è stato impegnato insieme a Prinoth nella realizzazione di un set up di allenamento dedicato e riservato ad atleti e team della scena internazionale.

I benefici dell’utilizzo della tecnologia Leica iCON Alpine non finiscono qui: il sistema permette di lavorare anche in condizioni di meteo sfavorevoli, come visibilità scarsa, garantendo l’intervento sulle strutture con la massima sicurezza e precisione. Inoltre è molto più facile mantenere i livelli delle piattaforme su cui sono costruite le strutture così da non alterarne le condizioni, soprattutto nel corso della stagione in cui i livelli di neve e temperatura tendono a cambiare, permettendo così ai rider di trovare ogni giorno un set up ottimale.

Nonostante il successo e gli ottimi risultati raggiunti, l’impegno e la ricerca di Ursus Snowpark non si arrestano e l’obiettivo è quello di migliorare sempre più progettazione e costruzione garantendo qualità e divertimento a tutti gli appassionati, dal principiante all’atleta professionista contribuendo alla continua crescita della scena freestyle e affermandosi tra i top snowpark internazionali.

Professionalità e avanguardia tecnologica sono fattori sempre 31


EVENT

LAAX OPEN 2019 BY GIACOMO MARGUTTI

CHLOE KIM

Laax è la mecca dello snowboard europeo, se non mondiale. Non sono mai stato ad Aspen (sede degli X Games) o a Vail (sede degli US Open), ma son stato in molte altre resort statunitensi, e posso dire con certezza che è difficile battere Laax per quanto riguarda design, hype, coolness e più in generale freestyle o lifestyle (Laaxstyle, come il presidente, visionario, leggenda, mito, inventore Reto Gurtner l’ha soprannominata). Quest’anno gli organizzatori dei Laax Open, che è al terzo anno di gemellaggio con la Coppa del Mondo FIS, son stati più fortunati del solito, dato che i primi due giorni di training son saltati per via delle pesantissime precipitazioni nevose e le conseguenti powder runs di tutti i partecipanti alla gara, coach, giudici e media al seguito pubblicate sui loro social hanno dato un risalto pazzesco al già famosissimo happening svizzero. Cosa è successo dopo quel paio di giorni in powder? Delle run assurde sia in slopestyle che in halfpipe. Riassumo qui per freschezza e velocità di visione d’insieme. Partiamo dalle donne in slopestyle, dove le pesanti assenze di campio-

nessa olimpica di big air Anna Gasser (infortunata in semifinale), doppia campionessa olimpica di slopestyle Jamie Anderson (anno sabbatico per lei, a parte partecipazione agli X Games) e alla leader di Coppa del Mondo Miyabi Onitsuka (andata ad allenarsi da qualche altra parte prima dei Mondiali di Park City)... insomma rimaneva in pista quella più forte dopo queste tre: Silje Norendal, che infatti ha vinto. La quattro-volte vincitrice degli X Games stranamente non aveva mai vinto una tappa di Coppa del Mondo, e ora l’ha fatto. Al secondo posto una rookie svizzera che prima d’ora si era vista ben poche volte in finale, Celia Petrig, al terzo invece la local di Laax, una veterana di tutti i circuiti mondiali Sina Candrian. Passando al contest maschile di slopestyle, non si possono ignorare le tantissime prime run poco pulite da parte di praticamente tutti. Ha vinto quello con le gambe più solide del lotto dei finalisti (mancava solo Sven Thorgren, primo in semifinale ma una leggera concussione in training pre-finale lo ha messo in panchina), che è Chris Corning. Il 20enne del Colorado non sarà il più stiloso di tutti, 32


SCOTTY JAMES

non sarà quello più social di tutti, ma è una vera e propria macchina da contest. Mi ricorda per precisione e dedizione, e soprattutto per le gambe di titanio per come chiude i trick ben oltre l’ultima linea blu degli atterraggi, un alieno come Peetu Piiroinen. Al secondo posto chi non se Staale Sandbech, ormai da anni (purtroppo) abbonato ai secondi posti. Al terzo, per la gioia dei fan di casa, un altro svizzero, Moritz Thoenen, uno a cui lo stile non manca sicuramente. Veniamo al pipe, svoltosi in notturna per la prima volta nella ventennale storia dei Laax (prima Burton European) Open. Nelle donne ha ovviamente vinto Chloe Kim, e abituamoci tutti a vederla là davanti di 20 punti sulle altre fino a quando vorrà togliersi la tavola dai piedi e smetterla di far gare perchè non c’è assolutamente gara con nessun’altra. Per dirla in breve, nel suo victory lap ha incluso un back-to-back 1080 durante un contest in cui la seconda (Queralt Castellet) e la terza (Arielle Gold) avevano chiuso per la prima volta in contest un solo 1080 (e non così pulito). Chloe è una di quelle storie per cui o sbaglia lei e allora apre il campo a qualcun’altra ri-

der, oppure vince. Period. Negli uomini, in mancanza degli alieni Shaun White e Ayumu Hirano, la gara maschile è stata vinta da chi ha vinto il bronzo alle ultime Olimpiadi coreane: il doppio campione del mondo Scotty James. Rotazioni switch backside e backside, 1080 e 1260, non si erano mai viste prima in una stessa run, e Scotty sembra che ne abbia ancora. E il suo victory lap, a salutare sul coping del pipe le migliaia di spettatori, è stato qualcosa da brividi. Bravissimo. Al secondo posto il giapponese Yuto Totsuka i cui trick sembravano farlo volare sulla Luna. Giapponesi che stanno diventando sempre di più e sempre più forti, tra un paio di anni ci saranno solo loro a gareggiare in pipe. Terzo Jake Pates, uno degli americani a cui piace andare a testa in giù praticamente a tutte le uscite. Super tecnico. Per tornare a Shaun e Ayumu, rumours dicono che si stiano concentrando solo e soltanto a partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020 in skate. Il che vuol dire: grandissimo spettacolo ancora una volta, perchè potrebbero entrare nella storia ancora di più di quanto lo siano già (soprattutto Shaun). Vedremo. 33


PREVIEW

2020 PRODUCT HIGHLIGHTS BY MATTEO ROSSATO

Abbiamo cercato di condensare in poche pagine il meglio di quello che ci aspetterà per la stagione 2020; le novità sono davvero tante ed avremmo voluto dedicare un intero volume agli highlights 2020, ma spazio e tempo sono tiranni. Fatevi un’idea e tenete d’occhio i nostri portali web, molte altre succose novità sono in arrivo.

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Nitro 1 . T E A M P R O Tutta la migliore tecnologia Nitro è concentrata in questo Team Pro, testato, approvato e adottato dal team Nitro. Stealth Air Base con sistema ammortizzante e canting di 3° per assicurare una posizione naturale del piede e quindi non affaticare il ginochio, minidisc per impattare al minimo sul flex naturale della tavola, Übergrip toe strap realizzato in collaborazione con Vibram per una presa solida dello scarpone in punta. 2 . B E A S T Lo sposalizio tra Nitro e Volcom continua. La Beast, la tavola di Torgeir Bergrem e Marcus Kleveland, è la massima espressione della macchina freestyle senza compromessi. Reattiva, molto reattiva, mediamente rigida e precisa, la Beast si trova a suo agio nelle linee XL degli snowpark o tra le pareti di un halfpipe. Il Powercore II, assieme al Tri-Lite Laminate assicura una risposta veloce e decisa sui takeoff ed una stabilità superiore sugli atterraggi ripidi e veloci. La Sintered Speed Formula II base assicura uno scivolamento fluido e veloce su qualsiasi neve. Infine, la collaborazione con il brand del diamante quest’anno si è rivelata in modo decisamente più evidente con una grafica in puro stile DIY che contraddistingue l’estetica di Volcom e del suo animo punk sin dal giorno zero. 34

3 . C A P I T A L T L S Altissimo contenuto tecnico per questo Capital TLS di Nitro. Outsole Vibram Icetrek per un grip ottimale su neve o durante il riding, Nuovo puntale in gomma a protezione dello scarpone che così diventa molto più durevole. Costruzione hike and ride con regolazione del forward lean. Air Dampening system integrato nella suola per assorbire gli urti. Tutto ciò concentrato in uno scarpone rigido volto alla performance ed al controllo.


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Capita 3.

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ASYMUL ATOR La nuova Asymulator da una sberla in faccia al minimalismo ed alla normalità che sembra pervadere lo snowboarding negli ultimi anni. Come cita Capita stessa, se non ci fosse un po’ di sano anticonformismo e anarchia a sovvertire le regole di tanto in tanto, il mondo sarebbe tutto fatto di Prius e case grigie, con gente gentile che la pensa allo stesso modo stando attento a non offendere il prossimo. Detto questo, la Asymulator nasconde dietro ad uno shape asimmetrico con tips degni delle migliori chitarre heavy metal, una vera park board performante sia su transizioni che in pista, con un flex deciso ma non esageato ed camber Resort V1 Profile che unisce il pop del ponte positivo con tips sollevati per perdonare eventuali errori in atterraggio o conduzione.

Burton 1 . A N O N S Y N C G O G G L E Largo campo visivo per questo Sync Goggle, dotato come tutte le maschere Anon di lenti Sonar by Zeiss. La sostituzione delle lenti avviene tramite il sistema proprietario M-Fusion ed una lente aggiuntiva è inclusa nella confezione. Infine, è compatibile con il sistema MFI che integra le facemask appositamente disegnate per una protezione totale da freddo e neve. 2 . S W A T H S T E P O N Il nuovo modello Swath compatibile con il sistema Step On prevede come sempre un Dual Zone Boa System con Coiler Technology e la tecnologia esclusiva Burton New England Ropes, approvata da Boa. La cosa che si nota immediatamente, se paragonati ai primi boots step on, è la mancanza dell’ankle strap integrato: l’estetica ora rimane molto più pulita e la linea del boot estremamente minimale ed elegante. 3 . F A M I L Y T R E E O N E H I T T E R Con il sottogruppo Family Tree Burton ha forgiato un nuovo concetto di All Mountain, con tavole che sanno eccellere su più terreni come questa One Hitter. Lo shape direzionale, con taper di 8 mm, costruito su un camber altrettato direzionale, la rendono perfetta per il powder fino alla gola ma allo stesso tempo è reattiva in pista e sulle side hits, dove mostrerà una inaspettata agilità di manovra e reattività sui takeoff. Il flex non è eccessivamente rigido e si fa voler bene, è una tavola giocosa ma – come solo Burton sa fare – nasconde una innata potenza che va solo stimolata per uscire allo scoperto. La base Sintered WFO la rende veloce in tutte le condizioni di neve, battuta o morbida. 4 . S T E P O N Burton torna a scommettere sul suo sistema rapido Step On e propone il suo attacco dedicato in una veste tutta nuova con un design all over veramente piacevole, alternativa al classico Full Black della prima versione. Lo Step On ha rivoluzionato radicalmente il modo di concepire l’attacco da snowboard e gliene va dato atto. Ed inoltre funziona bene su tutti i terreni. Come per la versione precedente, l’aggancio avviene tramite il pin posteriore e le due protuberanze laterali sulla suola. Inoltre, lavora solamente con gli apppositi boot Burton Step On, la cui gamma è stata ampliata per il 2020.

Union

STRATA Union può essere considerata la regina degli snowboard binding e lo Strata – introdotto lo scorso anno – ha settato la barra delle performance un gradino più in alto. Tutti i riders erano d’accordo sul fatto che lo Strata era davvero uno degli attacchi migliori mai provati per quanto riguardava trasmissione della potenza, comfort e calzata. Quest’anno lo Strata è stato aggiornato con il tanto desiderato team binding, senza fori di scarico e con la caratteristica U di union stampata sul retro. Il Fused Vaporlite sotto lo chassis assicura l’assorbimento di urti e vibrazioni, soprattutto ad alte velocità o per impatti molto importanti. Una vera rivoluzione tecnica in un attacco apparentemente classico.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

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Northwave

Drake

DECADE

1 . S U P E R S P O R T Quest’anno l’attacco all mountain Drake è stato aggiornato con nuovi componenti che lo rendono ancora più interessante: l’highback super leggero Biomap composite carbon aumenta la reattività e il design asimmetrico lo rende anatomicamente compatibile. La base Light Saber presenta un pad 3d più rigido che permette al Supersport di allinearsi al resto dei prodotti di alta gamma. La nuova Grandmaster strap distribuisce la pressione della chiusura abbracciando lo scarpone in modo confortevole e sicuro senza punti di pressione dolorosi. E’ stato inoltre integrato il nuovo sistema Eazy-Entry rendendo l’entrata e l’uscita ancora più semplice. 2 . T E A M Tavola preferita del team Drake, soddisfa a pieno qualsiasi necessità del rider esperto. Lo shape Directional Twin, associato ad un Classic camber ed alla fibra di vetro ibrida, assicurano un controllo preciso ad alte velocità, grazie anche alla base sinterizzata. Grande reattività assicurata dall’utilizzo del Performer woodcore e dei Carbon rod insert, che fanno saltare la team come il tappo dello champagn a capodanno.

Bataleon

O MNI La Omni, lo dice il nome stesso, è a suo agio sia sulle piste che in powder grazie al suo shape direzionale ed alla tecnologia proprietaria Bataleon 3BT, in questo caso nella versione Freeride, oltre al sidekick sui punti di contatto. Design minimale come il gruppo LPS ci ha abituato da un po’ con l’immancabile manina in soletta ed un motivo geometrico a righe sul top che non potrete che amare.

Switchback

HALLDOR PRO Il pro model di Halldor Helgason non poteva non concentrare tutto il meglio della Tecnologia Switchback. Il riding di Halldor è radicale e così dev’essere il suo binding, oltre che resistente, reattivo e leggero. Per fare ciò impiega la nuova Aeron base in Nylon ed alluminio, il Wrapback tanto amato da Halldor per il suo supporto unico e gli Eames strap. Cosa che forse non tutti sanno, è che con 2 sole taglie, grazie alla grande adattabilità dello Chassis Aeron, coprite tutte le taglie di scarpone. 36

I nuovi rinforzi in gomma 3D per questo nuovo Decade rendono lo scarpone a prova di bomba. È stata mantenuta la sua tipica costruzione con Flex Window, ma aggiornata nel design, quest'anno viene dotata della suola Stamina per un feeling più diretto con la tavola e attacco. Grazie alle nuove ghette, il waterproof è garantito dal materiale in neoprene che preclude l'entrata di neve, ghiaccio e acqua che si potrebbe bloccare sulla lingua ed entrare nello scafo. Infine, è stato equipaggiato con la nuova linguetta termoformata asimmetrica Biomap per un flex più progressivo.

Lobster

H A LLD OR H E LGA SON La tavola di Halldor è maturata con lo stile del suo padrone. Se una volta Halldor era focalizzato sui più folli trick in street, negli ultimi anni ha scoperto le gioie del backcountry ed ha portato la sua follia ed il suo stile su terreni più morbidi. Detto questo, la tavola di Halldor è una twin tip con tutto l’arsenale tecnologico LPS costituito dal 3BT Twin e dal sidekick sui punti di contatto, per saltare, curvare o slaidare su tutto.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

Bent Metal

COR PRO Bent Metal presenta Cor Pro, un attacco nato per tutti i terreni e caratterizzato da un flex mediamente rigido per chi vuole risposta e performance. Basato sempre sulla tecnologia Mervin Drive Plate, in questo modello si presenta realizzato in magnesio e fibra di carbonio. L’highback è in nylon senza scarico e l’artwork è curato da Nick Russian.

Gnu

MULLAIR Torna ancora la tavola pro model di Nicolas Müller con il carico di tecnologie che la rendono il mezzo all mountain freeride adatto ad un talento come quello di Nico. Realizzata sul proprietario camber C3 che vede rocker al centro e camber sotto agli attacchi come solo Mervin sa fare, presenta un flex medio ed uno shape direzionale per performare sul morbido od anche sul battuto.

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Flow

NX2 Flow torna con il suo NX2, la risposta ottimale per chi cerca la velocità di calzata garantita dal sistema Flow, oltre ad un attacco rigido capace di supporto e responsività. Dedicato all’all mountain, grazie all’active strap technology il fit è altamente customizzabile e facile da modificare. Mediamente rigido, è un’ottimo compagno per una tavola all mountain per divertirsi su tutti i terreni, battuti e non.

Lib Tech

SWISS KNIFE La Swiss Knife è il mezzo di assalto del pro rider Svizzero Fredi Kaberlmatten. Per coaudiuvare le sue necessità in backcountry, è costruita su uno shape direzionale con il C3 camber ibrido e tecnologia properietaria Mervin Magne Traction per una ottimale presa di lamina anche sul battuto. Definendola in poche parole è una all mountain freeride con un animo freestyle, per aggredire tutti i terreni.

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32 1 . N I C O L A S M Ü L L E R P R O Thirtytwo presenta per la stagione 2020 un modello nuovo di pacca totalmente dedicato e firmato dal pro Austriaco Nicolas Müller. Si tratta di un boot con allacciatura classica, dal flex medio che accompagni il riding naturale e surfy di Nico, con una soletta altamente grippante realizzata in collaborazione con Michelin. Il design è eccezionale e per questa stagione Müller ha scelto un tie dye sui toni del rosso e purple. 2 . M U L L A I R J A C K E T Qullo che può sembrare quasi un semplice shell, è invece un capo estremamente tecnico e disegnato secondo le precise direttive di Nicolas Müller. Realizzato con l’esclusivo materiale Repel 30K, presenta una impermeabilità i 30.000 mm ed una traspirabilità di 30.000 gm. Dotato di zip YKK Aquaguard per una protezione al top, presenta i 3D Fleece Zonal Warming Panels per mantenere al caldo le zone sensibili. Il kit si compone anche di un bib ed un pant.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

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K2 1 . H O L G A T E Il nuovo Holgate di k2 è un boot per i rider che vogliono una reattività assoluta. Per ottenere tale risultato mette in campo tutte le migliori tecnologie K2 come l’Intuition SpaceHeater liner, il sistema BOA Conda heel retention system, la costruzione esclusiva Endo 2.0, ed una outsole Vibram a garanzia di grip ottimale su tutti i terreni e comfort durante il riding. E’ un boot rigido, senza compromessi per chi cerca la performance. 2 . P A R T Y P L A T T E R Una delle tavole più apprezzate dal team K2 torna completamente ridisegnata dal nose al tail. Rispetto alla precedente, è stato amplificato il pop applicando le ollie bar al Camber Baseline. Inoltre la lunghezza effettiva delle lamine è stata allungata per migliorarne le prestazioni in conduzione. Infine anche il volume del tail è stato maggiorato. Il risultato è una all mountain divertente su tutti i terreni, dalla pista al powder passando per due laps in park. La party platter è nata per fare festa dovunque la si metta. La grafica minimale, ma con inserti colorati, è azzeccata e pulita allo stesso tempo.

Giro

ME THO D Il method è il nuovo modello di goggle Giro con lenti cilindriche vivid per una protezione ottimale ed una visuale perfetta con un’ampia tipologia di luce solare. Inoltre presenta un innovativo sistema di cambio della strap di nome Adapt Strap, che in pochissimi secondi vi permette di sostituire la fascia ed avere una maschera totalmente nuova. Sarà una top choiceper i rider il prossimo inverno.

Yes

S20/20 La 20/20 è stata totalmente ridisegnata dal primo modello lanciato ormai 3 anni fa. Gli updates hanno toccato il profilo di base, mantenendo quel galleggiamento magico che la rendono una tavola unica, mentre pop e stabilità in atterraggio sono stati implementate . Il coreless tech rendeq questo shape uno dei più complessi in commercio, mentre il peso superfluo è stato rimosso. 38

3 . L I N E U P Progettato per sposare il surf style con il jibbing, il lineup è l’attacco più permissivo della intera collezione K2. L’Opti highback in Urethane e il Bender ankle strap, assieme allo chassis realizzato con la tecnologia proprietaria Tripod lavorano all’unisono per regalare ai riders l’attrezzo perfetto per divertirsi sui rail ed allo stesso tempo tirare curve in pista ed in freeride, oltre ad avere la sensazione di surfare le onde dell’oceano.

Smith

IO MAG X L Una visione mai raggiunta prima d’ora. Il nuovissimo 4D MAG™ innalza gli standard d’innovazione delle lenti con l’introduzione di BirdsEye Vision. Una tecnologia di ultima generazione, che aumenta del 25% il campo visivo complessivo delle lenti rispetto a I/O MAG. La tecnologia Mag integra il doppio meccanismo bloccante nella montatura, per garantire un sistema di sostituzione delle lenti facile e rapido.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

Spect

MAGNETRON EON Spect riconferma il suo impegno nel mondo della neve proponendo la Magnetron Eon, già presentata lo scorso anno, nella versione con lente matte. Questa maschera monta lenti cilindriche le quali vantano un ampissimo spettro visivo. Con il bello o con il cattivo tempo, la Magnetron Eon saprà renderti orgoglioso di vedere bene ad ogni centimetro.

1.

Horsefeathers

ATRIP LINE SPENCER ANORAK La collezione Atrip di Halldor Helgason per la linea Atrip 2020 trae ispirazione dagli anni novanta, quando il mix di colori violenti era il trend. Inoltre Halldor ha deciso di portare l’artista inglese Schoph al tavolo di disegno dopo essersi incontrati in Islanda durante l’estate. Il risultato è il perfetto equilibrio tra passato e futuro e lo Spencer Anorak ne è la prova.

2.

Oakley

FALL LINE XL La Fall Line di Oakley è un goggle con lente cilindrica e design frameless che mi toglierà il fiato. A parte il design impeccabile, grazie alle due nuove misure XM ed XL (qui vedete la XL) potrete trovare la maschera con il fit perfetto per il vostro viso. Le Lenti impiegano la tecnologia proprietaria Prizm che massimizza il contrasto ed aumenta la visibiiltà con un’ampia gamma di condizioni di luce.

3.

Ride 1 . D E A D B O L T Il Ride Deadbolt è un boot all mountain freestyle capace di provvedere ad un supporto ottimale ed un comfort superiore, grazie alla Intuition Mobile Wrap Liner e alla tecnologia Tongue Tied BOA Focus Closure System, che dividono le zone di regolazione del fit con due comandi indipendenti. La suola Michelin Fiberlite assicura una trazione ottimale su tutti i terreni mentre la +Slime midsole attutisce vibrazioni e urti. 2 . R E V O L T Il Revolt è un attacco solido, leggero, estremamente funzionale e adatto a tutti i livelli di rider. Costruito sul famoso Edge Chassis di Ride in Alluminio, impiega lo Slimeback Highback con Uretano per offrire la massima capacità di movimento senza mancare di supporto posteriore. Inoltre l’Injected Anklestrap ed il Thingrip Pluse Toestrap realizzati in gomma siliconica e senza rivestimento, abbracciano ogni boot efficacemente e mantengono il peso generale dell’attacco estremamente basso. Disponibile nei colori nero, bianco ed in questa versione speciale Hands Of Doom.

3 . S U P E R P I G La famiglia PIG si allarga ulteriormente per il 2020 e da il benvenuto alla Super Pig. Se diciamo che la Warpig è la sorella All Mountain, la MTN Pig quella più votata al backcountry e la Twin Pig la park machine, la specialità della Super Pig è la conduzione: condivide lo shape con la Warpig ma varia la costruzione, che la rende più precisa e più reattiva della progenitrice della famiglia, conservando però quella versatilità che le caratterizza.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

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2.

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Nidecker 1 . H E L I O S Giusto per fare un po’ di chiarezza: dall’acquisizione di Flow da parte di Nidecker sono avvenuti un po’ di cambiamenti. Sotto il brand Flow, a partire da questa stagione, saranno commercializzati solo gli attacchi, mentre i boots saranno marchiati Nidecker. Detto questo qui abbiamo l’Helios, uno dei top di gamma Nidecker, con struttura asimmetrica per una resa efficiente ed uno Zonal Boa a governarne l’allacciatura, per un boot tecnico adatto ai rider che vogliono responsività e controllo. 2 . T R A C E R La Tracer è la macchina da Carving. Si fa in fretta a dire Carving, al giorno d’oggi tante tavole sono “definite” ottime per le curve, ma c’è differenza tra fare due curve e mettere una tavola alla velocità del suono e sentire che non si muove come fosse sui binari, oltre a rispondere con estrema precisione ai cambi di direzione. Una tavola che fa questo si può definire da Carving e la Tracer, con il suo shape asimmetrico e il flex decisamente rigido, non vuole fare altro che questo, ma lo vuole fare ai massimi livelli. La soletta Sintered N-7000 garantisce velocità e fluidità su tutti i terreni, infatti la tracer è ottima per fare curve anche in powder. D’altronde se non lo fa Nidecker, che ha portato quella disciplina allo stato dell’arte, chi lo deve fare?

Amplid

SNOWMELLIER La Snommelier presenta una geometria abbastanza radicale, combinata con il DNA futuristico di Amplid ed una swallowtail che da un’aria vintage. Peter Bauer, leggenda dello snowboard e shaper nonché mente di Amplid, ha creato una tavola unica nel suo genere, per amanti del big mountain esperti nonché collezionisti d’arte, capace di affrontare qualsiasi terreno morbido con velocità e precisione.

Now

S E LECT P RO Il Select Pro è uno degli attacchi di punta del catalogo Now. Pensato per un utilizzo prevalentemente freestyle, è utilizzabile sia con il classico FM Highback, che grazie ai tagli diagonali fornisce supporto ma anche ampia possibilità di movimeto, sia con questo lowback per avere la massima libertà su rail in park od in street. Costruito con tecnologia Skatetech, è fornito con cuscinetti di tre diversi shore per una reattività più o meno immediata a seconda dei vostri gusti. 40

3.CARBON BLACK STOCK Nidecker ha sviluppato un sistema che vede la perfetta adattabilità dei boots sia con gli attacchi Flow con ingresso rapido, che con attacchi classici come questo Carbon. Semplice nella costruzione ma estremamente affidabile, impiega un highback in carbonio, uno chassis in nylon caricato a fibra di vetro al 33%, il Carbon Hyperfused Strap mutuato da Now e gli N-Alum 3 Axis buckles che offrono una chiusura precisa e sicura.

Rojo

S N O W DAY B I B Rojo è una company Australiana di outerwear per donna che si è contraddistinto per l’alta qualità, l’ottimo fit ed il design veramente progressivo dei suoi capi. Qui abbiamo lo Snow Day Bib, che sotto al pattern assolutamente originale nasconde una impermeabilità di 20.000 mm e una traspirabilità di 15.000 gm, con un fit slim perfetto per ogni corporatura.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

Quicksilver

AN N I VE RS ARY B I B Parte della Warpaint Capsule collection di Quiksilver, l’anniversary è un comodo bib su base nera e knee pads colorati come vuole la collezione, oltre al logo bello visibile sulla pettorina. Tecnicamente parlando stiamo parlando di un capo realizzato in Quiksilver DryFlight con 15.000 mm di impermeabilità e 10.000 gr di traspirabilità, in tessuto stretch per la massima libertà di movimento.

1.

Arbor

ANNEX La Annex è il risultato della sinergia tra Arbor e la leggenda Bryan Iguchi. Evoluzione direzionale del suo Iguchi pro camber model, ne condivide la costruzione ma aggiunge uno shape direzionale con nose molto più pronunciato, taper importante e coda shapata per offrire una guida precisa ed un galleggiamento ottimale soprattutto in powder.

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Sp

SL A B ON E Lo Slab è uno dei modelli di punta dell’Austriaca SP, azienda storica e specializzata in attacchi. In particolar modo, attacchi performanti e che offrono una comodità di calzata unica, unita ad una performance top su tutti i terreni. Questo modello in particolare è pensato per i big jumps o all mountain. La novità di quest’anno è il nuovo highback con cavigliera in alluminio costampata per offrire un supporto ed una rigidità posteriore senza precedenti.

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Rome 1 . B L A C K L A B E L Il Black Label è l’ultimo arrivato in casa Rome e offre tutto il meglio della tecnologia che la company del Vermont ha a disposizione. Costruito sul sistema Asymwrap che offre un surfy feeling, impiega un rivoluzionario highback costruito con la tecnolgia dell’overmolding, ossia uno stampaggio di materiale su un altro materiale preesistente: in particolare, la struttura principale dello spoiler in fibra di vetro termoplastica è arricchita con una sezione in nylon costampato nella parte bassa, ottenendo un perfetto mix di supporto e libertà di movimento, oltre che peso contenuto. 2 . L I B E R T I N E Uno dei modelli di riferimento della company del Vermont, il Libertine torna nella versione SRT, dove l’affidabilissimo sistema di chiusura a lacci è affiancato ad un Boa zonale per la chiusura della scarpetta. La suola Vibram assicura trazione su tutti i terreni, mentre l’Ultralon Fit Liner assicura un comfort impareggiabile. Non a caso è il modello preferito dal team Rome e di molte shaping crew.

3 . N A T I O N A L Che la National sia una delle tavole Rome più apprezzate non c’è bisogno di ripeterlo. Ha sconvolto il concetto stesso di All Mountain con performance all terrain davvero eccezionali. Bjorn Leines da anni l’ha ormai adottata facendone il suo pro model: questo fa intendere di che performance è capace la National. Per la stagione 2020 torna con uno shape aggiornato per aggredire tutti i terreni con stile e potenza.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

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Oneill

Jones 1 . A P O L L O L’Apollo è il binding da freeride definitivo. Costruito sulla piattaforma Skatetech di Now (brand del gruppo Nidecker), impiega il Flip-In ankle strap che può essere utilizzato in due modalità: Surf Mode e Freeride mode: basta girarlo. L’highback in carbonio asimmetrico provvede a tutto il supporto necessario, una risposta reattiva ed efficace, mentre mantiene basso il peso totale dell’attacco. 2 . F L A G S H I P Jones festeggia i 10 anni di vita con una collezione di tavole sempre più ampia e volta a coprire tutti gli aspetti del freeride, disciplina in cui il brand di Jeremy Jones eccelle. Anche la Flagship compie 10 anni e per il 2020 si ripresenta con tutto il bagaglio di tecnologie che la rendono una tavola ideale per il freeride tecnico, ma anche per il battuto. Shape direzionale con 3D contour base per un galleggiamento ottimale, traction tech per una presa di lamina efficace anche ad alte velocità, power strings in basalto per una rinnovata reattività e un assorbimento degli urti ed infine topsheet in vero legno FSC per un’estetica elegante e senza tempo.

Deeluxe

GROUNDCONTROLL Deeluxe entra a gamba tesa nel 2020 con questo prodotto assolutamente rivoluzionario. Non è un hard boot nel senso stretto del termine, così come non è un soft boot. Presenta uno scafo rigido nella parte inferiore ed una componente soft dalla caviglia in su ed è pensato per tutti coloro che vogliono inanellare curve e necessitano di un controllo assoluto e preciso della tavola. La chiusura è governata da un double Boa per ottenere un fit perfetto e quindi una performance al top.

Electric

ELECTRON Poche sono le company che al di là di aggiungere un gradiente di lente piuttosto che un sistema di sostituzione della lente, abbia fatto seria innovazione. Electric è una di queste e torna con la sua maschera di punta, la Electron, che modifica il gradiente della lente a seconda della luce esterna. Detto così pare futuro, ma in verità il futuro è già qui.

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GOR E -TE X 3 L P SYCH O TECH A N ORA K Anche se ad una occhiata veloce potrebbe sembrare un semplice capo vintage, il Psycho anorak nasconde tantissime features tecniche degne dei migliori capi da montagna. Realizzato in Gore Tex 3L per una protezione dagli elementi senza uguali, sistema Recco per la ricerca in caso finiate sotto una valanga e radio pocket, la rendono un capo pronto per avventurarsi anche in Alaska.cm la rendono perfetta per il backcountry.

Flux

DS La company di attacchi e boots Giapponese Flux torna con una collezione solida ed all’insegna della performance. Qui abbiamo il modello DS, caratterizzato da un highback che provvede ad un grande supporto e stabilità, lasciando comunque libertà di movimento per un utiilizzo prevalentemente freestyle. Il baseplate impiega la Flat Rocker Construction che coadiuva il flex naturale della tavola mentre assicura un ottimo controllo edge to edge.


2020 PRODUCT HIGHLIGHTS

Pow

RAVENNA MITT Il Ravenna è un pratico mitt da donna con una alta concentrazione di tecnologia al suo interno. Palmo in pelle Grade A, inserto in Hipora Waterproof, materiale esterno in polyester con PU laminate e sistema di isolamento 3M Thnsulate C150/100. Inoltre l’estetica è veramente gradevole per ogni tipologia di situazione. La lunghezza contenuta lo rendono adatto per ogni tipologia di shell indossiate.

686

GLCR GORE TE X HYDRASTASH SYNC SHELL JACKET Tecnologia nasa per questa nuova giacca 686 che incorpora tutte le innovazioni tecnologiche della company di Mike West. Realizzata in Gore Tex, è ideale per chi vuole un capo che può essere usato in tutte le situzioni, sino ai backcountry più impegnativi. E’ dotato dell’esclusiva sacca idrica Hydrastash applicata in zona vita sulla parte interna posteriore.

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Never Summer

WESTBOUND Ste state cercando un mezzo con cui migiorare ulteriormente il vostro livello, questa West Bound potrebbe essere la risposta che cercavate. Uno dei profili più funzionali in commercio ha fatto il suo esordio nella Shapers Series. La West Bound ha uno shape ottimale, con un pizzico di taper e il Recluse Web Carbon layup. Un sacco di cose sono cambiate: galleggia meglio, curva meglio, è più manovrabile ed ha un sacco di pop.

Konvoi

NEVADO Konvoi è una piccola company tedesca che si è fatta notare per i suoi prodotti finemente reailzzati e per le tecnologie innovative nella costruzione sia degli snowboard che dei powdersurf. Qui abbiamo la Nevado, una tavola nata per il freeride ma a suo agio sul battuto grazie ad una sciancratura ampia. Sulla soletta trovate due “channel” vicino alle lamine per donare una conduzione ancor più precisa in powder.

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Salomon 1 . L A U N C H B O A Che Salomon fosse un leader nel settore boot, specialmente nel segmento allacciatura rapida, è cosa nota. Diciamo che fino ad una decina di anni fa, il design delle tomaie era molto tecnico e poco sneakerhead-friendly. Già da tempo però la linea dei loro boot è diventata veramente apprezzabile, ma con questo Launch Boa, che combina allacciatura classica e Boa interna, hanno davvero fatto bingo. Uno dei boot più belli del 2020 punto. 2 . H P S X A S M O Disegnata da Wolle Nyvelt sulla base delle caratteristiche dei powdersurf Äsmo, questa HPS è larga per galleggiare in powder – suo terreno naturale – ma allo stesso tempo responsiva e veloce nei cambi lamina. Il design esclusivo bilancia perfettamente il peso del rider per offrire esperienze backcountry uniche e che solo una creatura ibrida come questa HPS X Äsmo sa dare.


Patagonia Winter Worn Wear tour is coming back.

TXT: DENIS PICCOLO PICS: JELLE MUL & DENIS PICCOLO


NICHOLAS WOLKEN


WORN WEAR

JELLE MUL

NICHOLAS WOLKEN

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Nato come progetto non continuativo, la casetta di legno del Worn Wear di Patagonia ha deciso di continuare lungo la sua strada, per aiutare ed insegnare a tutti gli appassionati della neve ad allungare la vita dei propri prodotti. Nelle passate edizioni il Worn Wear tour ha toccato tutte le località europee più famose ed ora riparte da una delle città più influenti per lo ski e lo snowboard, Innsbruck.

Patagonia ci insegna, con questo tour, che come singoli consumatori la cosa migliore che possiamo fare per il pianeta è mantenere più a lungo le nostre cose in uso, evitando così le emissioni di CO², la produzione di rifiuti e l’utilizzo di acqua necessari per realizzarle.

mente invaso le montagne austriache. Sveglia alle 6.00, rapida colazione, poi in macchina e via per Küthai. Potrebbe suonare come una località del Giappone ma in realtà è poco lontana da Innsbruck. Con noi c’era anche Nicholas Wolken, ambassador Patagonia, per farci vedere come si raida in fresca ma anche per presentare il suo nuovo progetto video, Close to Home. Ma di questo ne parleremo con lui nella sua intervista che troverete nelle prossime pagine. Si parte, tavola split ai piedi per qualcuno di noi e sci da alpinismo per altri. Veniamo accompagnati da una guida locale, che ci porta in un paradiso immacolato di vera e pura powder, attorno a noi montagne incredibili e come nei sogni più proibiti nevica con il sole, vera goduria per i nostri occhi e le camere fotografiche.

Nella società odierna ci risulta più facile ed economico, per la maggior parte delle cose, acquistare qualcosa di nuovo. Agendo in questo modo tuttavia si crea una società di consumatori del prodotto ma non di proprietari. Ma c’è una differenza. I proprietari hanno il potere di assumersi la responsabilità per i loro acquisti, dalla adeguata pulizia alla riparazione, al riutilizzo e alla condivisione. I consumatori prendono, producono, smaltiscono e ripetono, in un modello che ci sta portando verso la bancarotta ecologica. Il Worn Wear incoraggia invece i clienti a prolungare al massimo la vita di ciò che indossano, riparando gratuitamente i capi di qualsiasi marchio.

500 metri di dislivello per 3h di camminata e siamo già in cima alla montagna. Arrivati qui la soddisfazione è infinita, ma non quanta l’adrenalina per droppare immediatamente giù da queste pareti immacolate. Ma c’è necessità di recuperare energia, qualche scatto ricordo con il gruppo, un po’ di acqua, un pretzel ed una manciata di gelatine Haribo e siamo di nuovo pronti per disegnare le nostre curve su questi pendii immacolati. Il primo a droppare è Nicholas. È forte, deciso, pulito e preciso nelle sue linee, alza metri di polvere e con la sua giacca rossa delizia il nostro otturatore. Good Job Nico! Bene. Ora tocca a me. Attacco i bindings, abbasso la maschera, respiro, guardo a fondo valle, 3… 2…1… droppo!

Qual’è la storia del Worn Wear prima di questa tappa austriaca? Questa campagna nasce nel 2013 con l’obiettivo di incoraggiare i clienti a prendersi cura dei propri capi di abbigliamento, adottando corrette modalità di lavaggio e riparandoli prontamente quando si rompono, riducendo quindi circa del 20-30% la relativa impronta ambientale in termini di emissioni di CO², rifiuti e consumo idrico semplicemente scartando un minor numero di cose. Sembra pazzesco ma è proprio così! In questa casetta in legno ideata per l’occasione, sono stati riparati moltissimi capi, da Engelberg dove è partita per la prima volta, fino ad arrivare in diverse località europee per giunger poi qui, a Innsbruck, dove il team di Patagonia è stato pronto per offrire riparazioni gratuite di cerniere, alette delle zip, bottoni, tessuti bucati o lacerati e altro ancora, dando anche preziosi consigli su come aggiustare giacche, pantaloni e maglie in modo autonomo.

Sono passate poche ore. Sono le 18.00. Con la faccia arrossata dal sole e dal freddo, gli occhi lucidi per la stanchezza o forse per l’emozione della prima fresca della stagione, mi trovo in coda con decine di persone per far riparare la mia giacca che purtroppo ha un problema allo strap della manica. Attorno a me bambini, famiglie, ragazzi più o meno giovani, qualche anziano lupo della montagna, riders, appassionati o semplicemente gente di città che vuole riavere il proprio capo, con cui ha trascorso mille avventure, di nuovo funzionante. Sono in coda, ci sarà un po’ da aspettare, ma sto bevendo un’ottima birra, c’è una piacevole musica di sottofondo e sono in simpatica compagnia. I ragazzi di Patagonia fanno proprio bene a non fermare questa strana casetta di legno, lunga vita al Worn Wear, lunga vita ai nostri capi. Riparare è veramente un atto radicale.

“Do not buy this jacket” recitava una famosa pubblicità Patagonia. Mi sono trovato qui a Innsbruck con tutto il team Patagonia Europa e in particolare modo con Jelle e Hannah, con i quali siamo ormai diventati amici, per inaugurare la prima tappa del Worn Wear invernale. Ma prima di mettersi al lavoro, i ragazzi hanno deciso che non sarebbe stato affatto male farsi una splittata, visto le eccezionali condizioni di neve che hanno letteral-

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ITW: DENIS PICCOLO PICS: BLANCHARD CARLOS



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Nicholas Wolken nasce nel 1983 in una piccola cittadina sulle Alpi svizzere. Figlio di uno sciatore e scalatore, era inevitabile che anche lui stesso si appassionasse alla grande montagna. Questa passione ha portato lui e il suo snowboard molto lontano e l’ha spinto ad esplorare sia luoghi remoti che relativamente dietro casa in cerca delle curve perfette. Brand Manager per Korua Shapes e ambassador Patagonia, Nicholas ama anche il climbing ed il surfing ed è appassionato di psicologia ed eco-psicologia.

Come è nato “Close to Home”? Perché non andare più lontano in cerca di neve? È un po’ un paradosso, ma viaggiando molto mi sono reso conto che vivo in un posto magnifico, e ci sono ancora molte cose nuove da esplorare qua dietro casa. Avendo un programma abbastanza serrato era evidente che stare più vicino a casa significava più tempo trascorso sulla neve e meno tempo sprecato. È anche più economico, meno problematico e ha meno impatto ambientale.

giro. Non avere inutili seccature e godersi una vita semplice. Essere consapevoli dell’ambiente non è necessariamente una motivazione, è solo la cosa giusta da fare. Puoi raccontarci qualcosa del rifugio in cui sei stato? Quel rifugio alpino è stato acquistato negli anni ‘70 dal migliore amico di mio nonno ai tempi della scuola. Si tratta di un tradizionale capanna fatiscente fatta a pezzi dall’esercito svizzero che lo aveva usato come bersaglio per fare pratica di tiro. Fondamentalmente lo ha ricostruito da zero con l’aiuto della famiglia. Era un abile falegname, quindi il risultato è stato eccellente. Ha fondato la falegnameria dove lavora mio padre e dove anche io ho lavorato durante l’estate.

Puoi raccontarci della location in cui hai snowboardato e di cosa significa per te? Abbiamo filmato alcune parti nella baita dei miei amici di famiglia sulla collina proprio sopra il paese in cui sono cresciuto. Non ci venivo molti anni, quindi mi ha fatto tornare alla mente molti ricordi. Mi sentivo entusiasta di condividere questo bellissimo posto con i miei amici di Innsbruck. Per ragioni logistiche, abbiamo anche girato a Innsbruck e nei dintorni, dove vivono il filmer Christoph Thorensen e Mitch & Bibi Töleder. È stato bello tornare lì, ho tanti buoni amici e ricordi sfocati dai miei giorni da studente lì.

Com’è andata con la neve dalle tue parti nelle ultime stagioni e durante la stagione di filming? Molto variabile - ci sono state condizioni meteorologiche estreme. Lo scorso inverno ci sono state forti nevicate, ma la neve era bagnata e pesante a causa delle temperature alte e della pioggia. Le misurazioni degli ultimi anni mostrano come il riscaldamento globale stia riducendo l’inverno, la neve arriva più tardi e si scioglie prima, oltre che meno prevedibile e difficile da prevedere.Filmando abbiamo affrontato un sacco di pericoli valanghe e spesso c’era o troppa neve o troppo poca.

Questo viaggio ti è sembrato più semplice e molto più liberatorio visto che non hai dovuto viaggiare lontano? Il poco tempo che abbiamo trascorso sulla neve è stato molto più rilassato perché conoscevamo l’ambiente e quindi tutto è stato meno stressante. L’idea era quella di rendere il progetto il più semplice e lineare possibile, ma la mia rotula ed il tendine di Achille avevano altri piani. Quindi, un breve movie project che avrebbe dovuto durare 2 settimane alla fine ha richiesto 2 anni di lavoro ed è diventato stressante, perché temevo per il risultato tutt’altro che certo. Abbiamo anche finito per viaggiare più di quanto avevamo programmato all’inizio. Ho sperimentato in prima persona che ridurre le cose può essere difficile.

Quali cose interessanti hai imparato da questo viaggio? Fare questo viaggio e lavorare a questo progetto mi ha fatto davvero approfondire ed interessarmi all’eco-psicologia. Vorrei saperne di più sull’effetto della natura sulla nostra psiche e viceversa. Sono stato particolarmente toccato dall’idea di Gaia (cioè vedere l’intero pianeta come un gigantesco organismo vivente con cui siamo tutt’uno) e sono molto ansioso di saperne di più attraverso le mie esperienze personali sulla relazione emotiva che ho con la natura ed i paralleli che ci sono tra ciò che sappiamo sulle relazioni uomo-uomo nella psicologia umanistica. Le mie esperienze hanno aumentato la mia preoccupazione per le questioni ecologiche e mi hanno dato la motivazione per cambiare alcuni dei miei pensieri e comportamenti.

Sei stato spinto dal desiderio di essere più rispettoso verso l’ambiente: viaggiare di meno, comprare meno ecc.? Le motivazioni principali per me sono state divertirsi, stare in mezzo alla natura con gli amici facendo qualche bel

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HOW YOU DOING YUNG DOLI? ITW: MATTEO ROSSATO PICS: DOMINIC ZIMMERMANN

Mazzotti, Mulford etc..ed finire in un edit di Sunday in The Park? Abbiamo cominciato seguendoci sui socials, mettendo like sui video, poi ci siamo mandati un po’ di messaggi dove gli spiegavo che volevo andare a Bear e loro m hanno semplicemente detto “dai vieni”. E’ stato fantastico finire in Sunday in the Park!

Lucas Baume AKA Yung Doli sta diventando un’icona dello snowboarding moderno proprio perché non gliene frega assolutamente niente di attirare l’attenzione dei media e degli sponsors…inoltre è davvero divertente. Il suo “menefreghismo” però è lontano dal potersi definire aggressivo o maleducato, ma morbido come il modo con cui ha preso le distanze dal Freestyle Team Svizzero dopo 10 anni di contest: ne aveva semplicemente abbastanza e quindi ha preso la sua strada ed ora surfa sexy. Lo abbiamo incontrato prima di prendere un aereo per la Cina, nazione che lo adora per il suo stile eclettivo sulla tavola e non.

Per diversi anni hai fatto gare, come hai maturato la decisione di smettere? Ho fatto gare per 10 anni ed all’inizio era divertente e volevamo migliorare e spingerci l’un l’altro. Poi i tricks sono diventati talmente tecnici che la regola era aggiungere una rotazione a quella del tuo amico. Ho capito che stava diventando come lo sci alpino che tanto odiavo e ho semplicemente smesso. Poco dopo anche i miei amici Max Buri e Leoandro Eigensatz hanno mollato i contest.

Immagino te lo avranno chiesto centinaia di volte, ma comunque perchè Yung Doli? Eravamo nel nostro appartamento di Laax a giocare a beer pong e c’era un amico che aveva dell’attrezzatura da filming, tra qui questo piccolo binario. Gli ho chiesto cosa fosse e lui e mi ha detto “è un Dolly”. Ho iniziato a ridere e ho cominciato a ripetere continuamente Doli. Dominik Wagner ha cominciato a chiamarmi YungDoli e poco dopo altri hanno iniziato a fare lo stesso. Mi è piaciuto ed ho cambiato il mio profilo Instagram.

Laax è praticamente la tua seconda casa, cos’è che ti piace di più? L’ambiente, la gente, il park. Posso andare da solo e trovare amici in giro come nello skatepark locale. Poi ci sono party tutta la settimana. Puoi sempre trovare qualcuno che vuole filmare. E’ semplicemente unico.

Da dove vieni esattamente? Da Vallée de Joux, un piccolo ski resort con poche piste ad un’ora di macchina da Losanna.

A Laax si vede ovunque Surfsexy: cosa vuol dire esattamente? Significa il modo in cui giriamo. Rilassato, senza rischiare troppo, buone vibrazioni. In un certo senso è Sexy. Inoltre suona benissimo.

Com’è stato andare a Bear e girare con i local Anthony 52


SCOTTY JAMES

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WHAT’S UP MÅNS HEDBERG? ITW: MATTEO ROSSATO PICS: DANIEL BERNSTAL & OSTHANG RAMUNDBERGET

Måns mantiene il perfetto equilibrio tra macchina da contest e style king. Anche se lo si vede spesso e volentieri volare negli slopestyle dei world champs, trova sempre tempo per filmare e dare prova del suo stile assurdo e del suo particolare approccio al park riding, che mischia gli ultimi rail combo con rotazioni tecniche e carving estremo. Parte della crew Horsefeathers, lo abbiamo incontrato per parlare della sua vita, degli incidenti e dei suoi progetti.

Continuiamo a farlo! Fai un sacco di contest ma trovi sempre il tempo di filmare. Hai mai pensato di prenderti una pausa dalle competizioni e fare un video part per una film company di alto profilo? Certo che ci ho pensato. Mi piacciono le competizioni perché ti portano sempre ad alzare l’asticella del livello tecnico, ma mi sto dedicando sempre più al filming. Non voglio abbandonare i contest ma dedicare sempre più tempo al filming. Il futuro è brillante.

Ciao Måns, introduciti velocemente ai lettori di Sequence. Sono un semplice ragazzo svedese che ama lo snowboarding e le fumate dei motori a due tempi Anche se fai un sacco di gare, il tuo stile è davvero esteticamente piacevole che pare tu filmi tutto il tempo: ci hai lavorato o è il tuo stile naturale? Lo stile è tutto, non c’è motivo di fare qualcosa senza stile. Non voglio essere un rider qualunque o un robottino da contest. Così cerco di essere me stesso in tutte le situazioni, che siano contest o che stia girando per i fatti miei.

Sei con Horsefeathers sin dal 2015 e dall’esterno sembra davvero una famiglia coesa. Come ci si sente a farne parte? E qual è il tuo kit outerwear per questo inverno? Sono felicissimo di far parte del team HF. Ci divertiamo sempre un sacco e tutte le persone coinvolte in Horsefeathers sono fantastiche. Mi sento davvero fortunato ad averli al mio fianco. Il mio kit outerwear è composto dalla Desert Hornet Jacket e dai Desert Havoc Pant. Mi piacciono un sacco!

Parlando ancora del tuo stile, abbiamo notato che metti un sacco di curve nelle tue linee; cosa ne pensi del nuovo movimento del carving? Mixare tricks pesanti e curve è perfetto. Amo il new school carving, che porta quel sapore di una volta.

Progetti per la stagione in corso? In questo preciso momento sto considerando diverse opzioni, non sono ancora sicuro al 100% cosa farò. Ma sicuro mi vedrete in backcountry e in street quest’inverno, quindi tenete gli occhi aperti. 54


SCOTTY JAMES

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TXT: MATTEO ROSSATO PICS: DOMINIC ZIMMERMAN


LARS POPP BY AARON SCHWARTZ

lo snowboarding è passato attraverso la sua fase dell’adolescenza, con tutte le crisi e momenti alti e bassi che caratterizzano tale periodo. In questo lasso relativamente breve di tempo, attraverso cambiamenti repentini e continui, ha raggiunto lo stato – e la considerazione – di sport maturo.

aziende e atleti a mettere molto più impegno, generando una nuova ondata di progresso. Le aziende – specie quelle storiche ma non solo – hanno sviluppato una personalità molto più spiccata e non seguono più pedissequamente i trend del momento: anche perché – per dirla tutta – i trend non sono più trendy. Ossia le tendenze esistono, ma ce ne sono talmente tante che non costituiscono più un codice univoco di comportamento: e questo è un bene, perché da modo a rider e company di esprimersi senza timore di uscire dalle regole del gioco e fallire nei propri intenti. Il rovescio della medaglia è che adesso occorre essere davvero bravi per farcela: il culo del principiante non è più sufficiente. Detto questo, quali sono i cardini dello snowboard presente e futuro?

Nel 2012, con Current state: snowboarding, l’ex pro snowboarder David Benedek ha scattato una fotografia dello snowboard attraverso 23 interviste ad altrettanti personaggi influenti della storia della tavola da neve. Sette anni sono passati da allora, durante i quali lo snowboarding è passato attraverso la sua fase dell’adolescenza, con tutte le crisi e momenti alti e bassi che caratterizzano tale periodo. In questo lasso relativamente breve di tempo, attraverso cambiamenti repentini e continui, ha raggiunto lo stato – e la considerazione – di sport maturo.

Innanzitutto un crescente senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente, di cui lo snowboarding è contemporaneamente vittima e carnefice. La sostenibilità e diventato un argomento molto importante: lo dimostrano iniziative di resort come Laax e la sua fondazione Green Style, oppure icone come Jeremy Jones che si fa portavoce della guerra contro i negazionisti del global warming con il suo POW Action Fund. Ma anche l’industria ha dimostrato il proprio senso di responsabilità verso l’ambiente e company come Burton, Capita, Picture, Mervin, Jones e molte altre hanno letteralmente condizionato i propri processi produttivi per limitare quanto più possibile l’impiego di fonti di energia e di materiali inquinanti (di cui l’attrezzatura da snowboard è letteralmente zeppa).

Esatto, sport: quella parola che i puristi tanto odiano e fa loro lo stesso effetto della Kriptonite su Superman o del crocefisso sui vampiri. Perché nonostante i molteplici significati che possiamo noi tutti dare all’arte dello scivolare di traverso, è un’attività che richiede allenamento, che partecipa alle Olimpiadi ed i cui professionisti devono comportarsi come tali: quindi uno sport a tutti gli effetti. Sicuro è molto di più di un classico sport dove training e fiato sono i requisiti principali. Lo snowboard è interpretazione: individualità e creatività discriminano l’atleta dall’icona. L’attrezzatura d’altro canto ha raggiunto lo stato dell’arte: fino a pochi anni fa era difficile trovare una tavola, un attacco, un boot o una giacca che facessero davvero schifo, ma era altrettanto raro trovare qualcosa che si sollevasse dalla massa. Tutto ciò ha forzato

Un altro argomento molto importante è il ritorno alle origini: tale necessità si è manifestata sotto molteplici forme nelle ultime stagioni e ancora sta crescendo di intensità. Pensate a quanto fosse ottusamente progressista lo snowboard fino alla fine della prima decade del nuovo 58


CHRISTIAN HALLER

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SEVERIN VAN DER MEER

che hanno combinato jibbing e carving, il freestyle non è più stato lo stesso e il processo di contaminazione si è amplificato a dismisura. Provate a guardare Yearning for Turning di Korua o Slice ‘n Dice di Nidecker, dove curve e trick si uniscono in un nuovo stile. La contaminazione ha colpito anche i prodotti, dove tecnologie moderne incontrano stili del passato, dando vita a concetti innovativi e funzionali. E proprio la funzionalità è l’ultimo degli argomenti che affronteremo. Tutti gli indicatori dicono che il superfluo non è più richiesto: questo è sintomo di maturazione e di maggiore presa di coscienza. Tutto ciò che non è necessario non è più apprezzato. Questo aspetto lo si nota principalmente nei prodotti, che puntano molto più sulla tecnologia e fruibilità, piuttosto che sull’estetica ricercata. I concetti di carry over (prodotti che si ripropongono per più stagioni) non sono più sacrileghi, ma soluzioni per rispondere ad un mercato sempre più difficile e ad un consumatore più maturo e accorto, che non si accontenta più di una grafica nuova per aprire il portafoglio.

millennio, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, che prontamente negava il precedente, trovandosi a copiare dal passato senza rendersene conto, né pagarne tributo. Negli ultimi anni lo snowboarding ha creato un forte legame con il passato e ciò si palesa nelle nuove proposte delle aziende, nella riscoperta di stili dimenticati e di nomi che ne hanno scritto la storia. Company storiche Nidecker si è votata al segmento ne aveva definito le origini: il carving. Ma l’aspetto più eccitante è che il traino per queste tendenze lo hanno dato brand relativamente giovani come Korua, United Shape o Gentem Stick, che traendo ispirazione dalla storia dello snowboarding hanno creato un nuovo interesse per la forma più pura di riding. Il powder surfing può essere interpretato come la forma più radicale di ricerca delle origini, ad opera di rider come Wolle Nyvelt che non lo avevano effettivamente vissuto in prima persona, ma lo hanno riscoperto, rivalutato e riportato in vita. Persino il jibbing ha tratto ispirazione dalle origini del freestyle: pensate agli attacchi no highback di Switchback, a tecnologie come EST di Burton che si rifà ai baseless degli anni 90 od ancora ai boots linerless di Vans.

A seguito di questa analisi, vi chiederete come vediamo lo snowboard corrente e nel prossimo futuro. Semplicemente più sostenibile, in contatto con le sue origini, contaminato e funzionale. Non ci perderemo in speculazioni sul ritorno del baggy o delle tavole rocker, perché siamo certi che il vecchio si riproporrà, incontrandosi con il nuovo, dando vita a nuovi stili, con un occhio di riguardo all’ambiente: e tutto questo, nonostante possa suonare scontato, è estremamente eccitante.

Il prossimo concetto che vogliamo affrontare è sintetizzato in un termine: Crossover. No, non vogliamo parlare dello stile musicale dei Rage Against The Machine, ma di un fenomeno trasversale che ha influenzato ed influenzerà lo snowboarding a tutti i livelli. La contaminazione è forse una delle parole chiave dello snowboarding moderno e si sta manifestando sui materiali, sulle tendenze e sulla definizione degli stili. E’ doveroso sottolineare infatti che il crossover in verità è presente da sempre nello snowboarding ed è uno dei principali motori del suo incessante progresso. Provate a pensare a leggende come Craig Kelly che ha inventato il backcountry freestyle mettendo assieme i trick da pipe e il freeride. Ultimamente però ha effettivamente subito un nuovo impulso: a partire dal riding creativo degli Yawgoons, 60


HALLDOR, ULRIK & KEVIN

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PICS & TXT: DARCY BARCA


VICTOR DE LA RUE


VICTOR DE LA RUE

Mi sveglio presto nella casa di Eric a Bellingham. Il mio pick-up è pronto e mi aspetta nel parcheggio, ho fatto le valigie e sono pronto a partire. È inizio gennaio, il momento perfetto per iniziare un viaggio invernale: la stagione è alle porte. Il piano è di prendere furgone e motoslitta e dirigermi verso la British Columbia in cerca di pillow e landing in powder. C’è solo un grande problema: il dicembre nel Pacifico nord-occidentale è stato fra i più secchi mai registrati, e le previsioni non danno speranze per l’inizio del nuovo anno. Un anno fa anche l’Europa era stata colpita da una siccità di questo tipo. Non c’era quasi neve a inizio stagione, la situazione non cambiò nei mesi successivi e il risultato fu un anno generalmente molto secco. Viste le condizioni, Victor Daviet, abituato a muoversi nelle Alpi, se ne uscì con un’idea. Prese un aereo diretto in Nord America sperando di trovare neve fresca. Saltare su un aereo fu facile: farlo su una motoslitta fu tutta un’altra storia. Nei due mesi successivi Victor sperimen-

tò, come succede a tutti, i pro e i contro della motoslitta. Puoi facilmente muoverti su un terreno vastissimo, ma altrettanto grande è lo sforzo che devi fare per liberarla dall’ammasso di neve dove l’avevi parcheggiata. Nelle sei settimane che abbiamo passato insieme, Victor ruppe la sua slitta due volte! La prima, stava andando a tutta velocità su una piana e ha preso una roccia. La seconda, i suoi fanali hanno avuto un incontro d’amore con il retro della mia slitta mentre stavo cercando di filmare. Per ripararla ci sono voluti migliaia di dollari. Il noleggio non era un’opzione, visto che i costi sarebbero stati anche maggiori, ma alla fine forse sarebbe stato meglio comprarne una nuova. Problemi a parte, guidare una motoslitta è qualcosa che ti entra dentro.La vastità del paesaggio è rotta solo dalle crepe lasciate dal suono delle motoslitte di passaggio, che lasciano le loro tracce sulla neve perfetta. Le montagne sono una tundra congelata, letteralmente. Ho passato più tempo sul fiume ad aspettare 64


DAVIET & DELFINO

che qualche pesce abboccasse alla mia mosca, che sulla tavola. Sono pronto a partire verso Revelstoke, a nord, quando il mio telefono inizia a squillare. È un facetime di Daviet. Viene fuori che voleva solo dirmi “ciao”, ma quando mi informa che le Alpi sono appena state ricoperte da due metri di neve e un sistema di alta pressione si sta avvicinando all’Italia, la mia testa inizia ad andare a mille. Forse è il caffè, o forse è il fatto che le parole “neve” e “sole” non si sono fatte sentire dalla stagione scorsa, ma senza nemmeno pensarci gli dico che sto arrivando. Chiamo Chris Wellhausen e Nick Hamilton di Transworld e gli spiego il mio piano. Dopo due ore mi danno il via, così cambio strada e mi dirigo a sud, verso Portland, per prendere il volo per l’Italia la mattina dopo. Dopo 36 ore di volo passate fra il cercare di dormire e il guardare film a ripetizione, arrivo a Milano. Thomas Delfino mi viene a prendere in aeroporto, poi ci troviamo con Victor Daviet e Victor De Le Rue per iniziare la nostra avventura

sulle montagne. Siamo insieme da pochi minuti, quando tiro fuori la questione della motoslitta. Tutti iniziano a ridere: credo ci fosse in ballo una qualche scommessa fra di loro su quanto tempo sarebbe passato prima che iniziassi a parlare di slitte! Credo che il loro stereotipo sul rider americano fosse azzeccato! Sono davvero in un altro mondo. Sono stato in Europa una sola volta prima, in fuoripista, ma questa avrò il servizio completo. La mattina dopo come prima cosa ci dirigiamo verso il Monte Rosa. Troviamo il sentiero verso il fuoripista e iniziamo il nostro tour. Il sole splende e l’alta pressione ha portato un’aria gelida che ci brucia i polmoni mentre camminiamo. Non passa molto tempo prima di trovarci completamente soli in mezzo al nulla. Daviet dice: “lo senti?”. E io: “no”. Sorride: “esatto!”. L’unico suono è il rumore del nostro respiro. Le motoslitte e l’odore di carburante sono a migliaia di chilometri da noi, una lontananza che mi tornerà in mente spesso nei giorni seguenti dopo ogni shooting, re65


THOMAS DELFINO



VICTOR DAVIET

VICTOR DE LA RUE

spiro, odore e suono. Questi francesi non sono diversi solo nel modo in cui si muovono in montagna: lo sono anche nel modo in cui analizzano il terreno. In mancanza della possibilità di spostarsi per centinaia di chilometri al giorno, apprezzano quello che hanno. Uno spot che il nord americano medio in slitta non noterebbe nemmeno, diventa una possibilità per il francese, che tira fuori il meglio da spot raggiungibili a piedi. Non solo è facile definirli fra i migliori rider al mondo: sono anche i più grandi camminatori che abbia mai visto. Si arrampicano su un salto più o meno nel tempo che serve a una motoslitta per doppiarti in cima. Sento di essere in balia delle montagne esattamente come lo sono loro. Se ho bisogno di un angolo, me lo devo sudare. Ogni cosa è ben pensata, perché un errore ti costerebbe una mezzora di cammino per niente. Dopo tre giorni meravigliosi in Italia, il meteo peggiora e diventa più caldo e piovoso. In realtà mi ricorda un po’ il nord-ovest del Pacifico e non mi dà fa-

stidio. Le montagne sono ancora cariche di neve in cima, così ci dirigiamo verso la città natale di Daviet in Francia, Annecy, e aspettiamo che le condizioni migliorino per iniziare a fare qualche scatto. Ad Annecy mangiamo formaggi puzzolenti e insaccati, beviamo vino e conosciamo i suoi amici. La città è stata costruita vicino a un lago e i canali serpeggiano fra i negozi e le case del centro. Non ci sono grattacieli, solo antichi castelli, stradine lastricate da ciottoli, edifici color pastello e una cultura tanto piena di vita, quanto i suoi formaggi sono pieni di sapore. Alla fine, le nuvole si diradano e il sole scaccia via la tempesta che ha portato la maggior quantità di neve che la Francia abbia mai registrato. Partiamo per una nuova avventura, diretti verso una baita sulle Alpi francesi. È davvero incredibile vedere la reazione dei miei compagni locali: esattamente come me, sono rimasti senza parole dagli immensi ciuffi di panna che ricoprono le cime. Il maltempo umido che ci ha preceduti ha portato la stessa 68


quantità di neve che vedi in Alaska o nel Pacifico nord-occidentale. È davvero incredibile vedere tutta questa bellezza. Nessuno dei ragazzi ha mai visto uno spettacolo del genere nel loro paese. Quando raggiungiamo la baita, ci rendiamo davvero conto di quanta neve sia caduta. La baita si trova a diversi centimetri di altezza dal terreno, con scale che portano a una veranda da cui si accede all’interno. È sepolta dalla neve fino al soffitto. L’unico modo per entrare è scavare a fondo per liberare la porta e poter finalmente entrare. Dopo esserci sistemati, decidiamo di uscire subito per dare un’occhiata più da vicino al terreno. Il rischio di valanghe è alto e camminiamo leggeri. Il paesaggio è incontaminato. Ci sono solo pochi uccelli, conigli e volpi, tre snowboarder francesi, il filmmaker argentino Grego Campi e me: fine. Ogni traccia che vediamo è nostra. Ogni suono è nostro. È un paradiso fra le montagne, relativamente vicino alla civiltà. Ci sembra che le montagne ci appartengano e sentiamo questa sensa-

zione incontenibile data dalla vastità del territorio. Nemmeno il suono delle motoslitte ci raggiunge. Non si riesce a vedere nulla fatto dall’uomo, salvo per la baita in cui viviamo in questi giorni. Il piano è quello di attraversare la vallata, ma ci rendiamo conto che non sono proprio due passi: è una vera spedizione. Ce ne stiamo due giorni in baita: gli unici cambiamenti nel paesaggio sono dati dal vento che trasforma ciuffi di neve in crateri lunari e dalle tracce della volpe e del coniglio che si avvicinano e si allontanano continuamente l’una dall’altro. Ora mi rendo conto che ci sono diversi modi per apprezzare il fuoripista. Non è permesso utilizzare motoslitte nelle Alpi, perché toglierebbe a molti la possibilità di vivere un’esperienza davvero speciale. Negli States e in Canada le motoslitte servono ad aprire vie in un territorio che sarebbe altrimenti inaccessibile. L’esperienza con i miei amici francesi mi ha mostrato luoghi dove i motori sono banditi. Dove si incoraggia il silenzio. 69



THOMAS DELFINO


TXT & PICS: MARKUS ROHRBACHER



SAM TAXWOOD

Novy York è un documentario sul team L1 Premium Goods alla ricerca di spot, storie da raccontare e camerateria sul Mar Baltico. Il viaggio di due settimane è iniziato ad Helsinki, Finlandia, per finire a Tallinn, Estonia, attraversando il Mar Baltico. Questa è il primo di molti trip organizzati dal team L1: Novy York, è il sequel della serie dello scorso anno Amerika. La stagione era in pieno svolgimento. Le città dell’emisfero nord erano coperte di neve e il team L1 era pronto per una nuova avventura. Joe Sexton, l’ultimo arrivato nel team, era stato ad Helsinki molte volte durante la sua carriera, ma attraversare il Mar Baltico alla volta dell’antica città di Tallinn era una novità anche per lui. Quindi, quando Knut – team manager Nitro – ha chiesto ai rider del team di organizzare un trip di due settimane circa, la risposta di Joe trasudava profonda motivazione: Helsinki/Tallinn – L’avventura Baltica. Il giorno seguente ognuno ha indipendentemente prenotato voli ed appartamenti con Airbnb. Destinazione: l’antico Mar Baltico. Nessuno del team era mai stato al di fuori da Helsinki prima, quindi l’aspettativa per questa avventura nell’ignoto era alta. Per cominciare la crew ha esplorato gli spot di Helsinki, guidati dalla leggenda locale Eero Ettala. Le giornate erano dedicate a cercare spot in giro per la città innevata e le sere a skateare lo skatepark indoor locale. Ogni snowboarder ha ben chiaro quanto unico sia poter far snowboard di giorno e skate di notte nel medesimo luogo: è sinonimo di divertimento no stop. Dopo sei giorni di esplorazione nelle strade di Helsinki, la crew ha preso il traghetto alla volta di

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JOE SEXTON


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DOMINIK WAGNER


JUSTIN KENSIGNTON

Tallinn: è una attraversata di circa tre ore. Hanno pagato I biglietti, caricato tavole e bagagli e si sono seduti davanti al finestrino con una bottiglia di vino, godendosi la breve crociera sul Mar Baltico. Il primo insediamento a Tallin risale a 5000 anni fa. Prima del 1918, Tallinn era conosciuta come Reval, mentre è datato 1248 il riconoscimento della città da parte del Governo Danese. La parte vecchia è uno dei borghi medievali meglio preservati al mondo, che la rende una destinazione dei sogni per ogni snowboader. La crew è rimasta esterrefatta dalla quantità di spot che la città offriva e dalla gentilezza degli abitanti, una delle comunità più amichevoli che avrete mai l’occasione di incontrare. Non è mai successo di essere cacciati da uno spot, al massimo ci si trovava una folla di spettatori a godersi lo spettacolo. “Sembrava di fare snowboard sul set di un film medievale, come Re Artù. Totalmente surreale. Sicuramente una delle città più uniche in cui mi sia mai capitato di raidare” ha commentato Sam Taxwood. Anche se il viaggio è stato pianificato last minute e la destinazione era perlopiù ignota, è finito per essere uno dei migliori team trip mai organizzati – una vera snowboard adventure! Funziona così: più è casuale l’organizzazione del viaggio, migliore è il risultato finale. La crew conserverà il ricordo di questo trip per sempre; se state pensando di organizzare uno street snowboard trip da voi, raccomandiamo il Baltico. Economico, la neve c’è sempre, il cibo e I drink ottimi, le città sono belissime e piene di spot. Praticamente tutto quello che serve per rendere un’avventura davvero unica.

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DOMINIK WAGNER



SAM TAXWOOD


ITW: MATTEO ROSSATO PICS: MATT GEORGES



Arthur Longo ricorda uno di quei pro leggendari degli anni novanta. È talmente dotato che si fatica a confrontarcisi. Ma quando apre bocca, è così naturale e puro che non si può far altro che apprezzare il dono che madre natura gli ha dato. Sa girare su tutti I terreni con stile e potenza: la confidenza e la grazia con cui affronta qualsiasi feature sottolinea quanto il suo contatto con la montagna sia profondo – come quello di un surfer con l’oceano. Nonostante la sua notorietà, è una persona estremamente umile, che vuole solo girare con gli amici e restituire allo snowboarding quello che gli ha dato.

Ciao Arthur, dove sei in questo momento e cosa stai facendo? Sto andando a Chamonix per incontrarmi con la crew di Volcom, staremo là per dieci giorni circa. Chamonix è uno dei miei spot preferiti. Sono appena partito da Arlberg in Austria, dove ero con Blake Paul, Jake Kuzyk, Tanner Pendleton e Oli Gagnon. Jake e Tanner stanno lavorando ad un nuovo video, quindi stavamo cercando di portare a casa qualche shot, oltre a goderci la neve che è caduta nelle ultime due settimane in Austria. E’ la prima powder della stagione per me ed è fantastico provare di nuovo quella sensazione.

sembra essere la “next big thing” nello snowboarding, sei d’accodo con questa dichiarazione? Caboosta Gondola era principalmente un viaggio culturale. Quando filmi per un progetto, solitamente ti concentri sui trick che vuoi portare a casa e sul trovare lo spot perfetto per farli, dimenticandoti di tutto ciò che ti circonda. Quando invece viaggi in treno, devi abbassare le tue aspettative perchè non sarai mai nello spot perfetto al momento giusto. Così semplicemente ti godi il viaggio. Caboosta è stato filmato a fine stagione con la slushy, quindi la cosa migliore era buttarla su quell genere di riding. Non credo che un bel movie debba necessariamente mostrare i tricks più tecnici e ampi. Non so se definirla una dichiarazione, tutto quello che avevamo intenzione di fare era andare in giro e fare snowboard assieme ad amici. E penso che la gente ci si possa trovare in tutto questo.

Lo scorso inverno hai viaggiato molto e filmato su molti terreni diversi. All’inizio della stagione ti abbiamo visto distruggere le side hits, poi in backcountry con Vans in Landline ed infine in Together Forever. Quali sono I piani per questa stagione? Ancora esattamente non so cosa farò, ma stiamo lavorando ad un progetto con Volcom, anche se non ti so dire molto di più in merito al momento. Inoltre, Jake e Tanner stanno realizzando un nuovo movie per Vans, quindi flmerò anche con loro. Alla fine di base c’è tanto filming, ma non so come, dove, quando accadrà e cosa ne verrà fuori. Il mio obiettivo è filmare più che posso e passare dei bei momenti con gli amici.

Ti vedremo ancora volare fuori dai muri di un pipe con una casacca nei contest? L’ho fatto per così tanto tempo, molto di più di quanto mi aspettassi, ma non credo parteciperò più a gare di half pipe come facevo un tempo. Ho passato tanto tempo tra le pareti del mezzo tubo per raggiungere un buon livello tecnico, che mi sono accorto di quanto fosse folle solo una volta che ho smesso e mi sono guardato indietro - cosa impossibile da realizzare quando lo fai quotidianamente. Detto questo, io amo ancora follemente il pipe.

Qual’era lo scopo di Caboosta Gondola? L’easy riding

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Torniamo a Side Hits Euphoria per un momento: come ti è venuto in mente di dedicare un intero progetto alle side hits? L’idea di fare un progetto come SHE (Side Hits Euphoria) era nella mia testa da molto tempo. Era una cosa che ho sempre fatto e che sentivo particolarmente mia. A volte credo sia più divertente vedere un rider interpretare creativamente il terreno e le piccole transizioni naturali, piuttosto che uscire metri dal pipe facendo rotazioni folli. Non lo so, ho semplicemente cercato di documentare qualcosa vicino allo skateboarding e più DIY. Inoltre è stato assolutamente divertente e semplice realizzarlo. Ne sono davvero orgoglioso.

dello standard generale. Il filming è anche creatvità e interpretazione, non solo performance.

Com’è stato vincere la Standout Performance of the Year ai TransWorld Riders’ Poll 20 assieme a Oliver Glitter? Non ci credo ancora, è stato davvero un grande riconoscimento e non posso che ringraziare tutti quelli che mi hanno votato. Davvero fantastico.

Di cosa ha bisogno lo snowboarding oggi? Dovrebbe diventare più economico: tra viaggi, hotel, skipass, cibo, è diventato troppo caro e tantissima gente potenzialmente talentuosa non se lo può permettere.

Perchè I rider francesi sono così dannatamente speciali? Onestamente, non lo so. Sicuro posso dire che siamo fortunati per le meravigliose montagne che abbiamo. Specialmente nella parte ovest, ci sono così tanti resort spettacolari. Poi andare a fare le vacanze invernali in montagna è radicato nella cultura francese. Nel mio caso specifico, sono nato in un resort – Les Deux Alpes – quindi il mio approccio con lo snowboarding è stato piuttosto naturale e facilitato.

Dove credi stia andando lo snowboarding nel prossimo futuro? Dovunque andrà, spero continuerà a crescere e che le nuove generazioni spingano ulteriormente il livello. Spero anche che lo snowboarding sarà meno schiavo del business, anche se sappiamo tutti di aver bisogno di quell’aspetto per andare avanti. Sicuro diventerà più sostenibile.

Cosa ne pensi del’eterno diverbio Contest VS Filming, visto che li hai vissuti entrambe? Sono talmente diversi. Io sono onestamente felice che esistano le competizioni e sono anche orgoglioso di aver gareggiato per diversi anni. I contest spingono il livello tecnico e ti obbligano a migliorare continuamente, alzando l’asticella

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Italy

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COME ON MAX! BY GIACOMO MARGUTTI

Come probabilmente già saprete, Max Parrot, medaglia d’argento olimpica di PyeongChang in slopestyle nonchè pluri-campione di XGames, ha annunciato di avere una forma rarissima di cancro a metà gennaio, pubblicamente, senza nascondersi e mettendoci la faccia. Non è mai stato un rider di quelli molto sociali, è sempre stato uno che gli piaceva stare in disparte, e in pochi probabilmente lo conoscevano bene. Ma nonostante ciò, la community di snowboarder internazionale si è stretta tantissimo attorno a Max, con migliaia di messaggi sul suo profilo IG e FB. Per primi i suoi compagni di nazionale, McMorris, Seb Toots, Darcy Sharpe e Tyler Nicholson (i quali si sono presentati agli XGames vestiti tutti di nero, come proprio Max ama raidare, “all black”), Laurie Blouin, Spencer O’Brien. Max è convinto, come tutti noi, di farcela: per uno che ha chiuso il quadruplo cork già un paio di stagioni fa ormai, nulla sembra impossibile. Forza e coraggio, Max. #fuckcancer


Areaeffe grows along the length of the Grimod piste over an area of 20.000 sqm with a length of 600 meters; it welcomes structures of all levels, from beginners to the most experts and demanding. The structure is maintained in a manic way, shaped and groomed each morning for the joy of snowboarders and freestyle skiers. An easy zone, entirely dedicated to the beginners, allows a safe approach to the world of the freestyle: sequences of funbox, railboxs satisfy the beginners in freestyle. Kickers, funboxes, rails of all types “fill”, instead, intermediate and expert lines. Located at 2200m, the snowpark is reachable from the center of Aosta in about 30 minutes (gondola + liasion + cable car): not bad!

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