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MÜLLAIR BOOT
MÜLLAIR JACKET
MÜLLAIR BIB
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COMMANDJACKET SEBBEDEBUCK / JAPAN / WRIGHTPHOTO
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CALIFORNIA SPORT- TEL 011-9277943 - WWW.CALIFORNIASPORT.INFO
10/10/2019 10:53
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Per qualche strana congiunzione astrale, il 2019 rappresenta un punto di arrivo e di ri-partenza per molte figure iconiche dello snowboarding.
Il nuovo logo - nella sua essenzialità - racchiude tutto ciò è stato, che è e che sarà Sequence, ovvero la voce dello snowboarding europeo in tutte le sue forme.
Ad esempio, sfogliando questo nuovo numero di Sequence, noterete come quest’anno due importanti company - con pedigree europeo - celebrano ben tre decadi di storia. Dopo anni di duro lavoro, Sequence invece festeggia la consapevolezza di aver raggiunto una dimensione paneuropea ed una posizione di prim’ordine tra i media internazionali di settore: ne sono la conferma le rinnovate partnership con eventi globali di settore come lo Shops 1st Try, l’ISPO e i Laax Open.
Il design, seguendo la stessa filosofia minimale, elimina il superfluo e focalizza l’attenzione sulle immagini e sulle parole.
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Matteo Rossato PHOTO
Fredi Kalbermatten by Silvano Zeiter
Per celebrare questo importante traguardo ed una nuova direzione del magazine, Sequence si è rifatto il look: un nuovo logo, un nuovo design ed una nuova linea editoriale, volta ad interpretare lo snowboarding come una esperienza a 360 gradi e non solo come uno sport fine a sé stesso e alla progressione tecnica.
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L’esperienza significa viaggio, contatto con differenti culture e confronto con territori nuovi ed inesplorati, sia che si parli di discese nella powder immacolata dell’Hokkaido o di scenari urbani insoliti negli angoli più segreti di Mosca. Lo snowboarding è cresciuto e noi con esso: ora pretendiamo molto di più che un nuovo pattern per l’outerwear della prossima stagione o un nuovo trick da imparare per sentirsi trendy. Vogliamo raccontare lo snowboarding in tutte le sue sfaccettature e dare voce a tutti coloro che stanno tracciando il futuro dello sliding sideways.
Grilo at Avoriaz 1800
Snowboarding simplified for everyone.
Editor In Chief Denis Piccolo
Creative Director George Boutall
Editorial Coordinator Davide Fioraso
Editor In Chief Denis Piccolo denis@hand-communication.com Editorial Coordinator Davide Fioraso davide@hand-communication.com Advertising Office hello@hand-communication.com +39 333 7741506 Creative Director George Boutall george@evergreendesignhouse.com Graphic Design Francesca Pagliaro, Diego Marmi & Stefano Luongo
Crew Editing & Translation Silvia Galliani silvia@hand-communication.com
Sequence-Magazine.com Federico Mura & Matteo Rossato Photographers & Filmers Thomas Monsorno, Andrea Schilirò, Roberto Bragotto, Darcy Basha, Aaron Schwartz, Ben Gavelda, Francesco Zoppei, Scotty Stephenson, Alex Stewart Cover Fredi Kalbermatten by Silvano Zeiter Collaborators Matteo Rossato, Davide Fioraso, Marta Manzoni, Luca Albrisi, Enrico Santillo, Antonio Isaja, Sofia Parisi, Fabrizio Bertone, Simone Lovera
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Company Editor Hand Communication Corso Francia 17 Torino 10138 hello@hand-communication.com Printers L’artistica Savigliano Savigliano - Cuneo - Italy lartisavi.it Distribution 25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 446 EUROPEAN SHOPS: Italy, Switzerland, Austria, Germany, France, England, Spain, Belgium, Finland, Holland, Czech Republic, Slovakia & Portugal.
THE PORTAL OF INFINITE REALITIES—EVERYTHING IS POSSIBLE!
19/20 California Sports / Tel: 0039-011-9277943 / CAPiTASNOWBOARDING.COM
102° Nicolas Muller
92° Chamonix Mon Amour
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Index 10° The daily News
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RIDE SICKY SEQUENCE SINGLE 190X250.indd 1
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The Daily News B Y D AV I D E F I O R A S O
Il 2020 inizierà alla grande con i laax open La macchina organizzativa è più viva che mai per il più importante evento sulle montagne europee. Dal 13 al 18 gennaio 2020, tutta la scena snowboard punterà gli occhi nel Canton Grigioni, sulla località di Laax, tre volte vincitrice del premio “World’s Best Freestyle Resort”. Fans e visitatori potranno vedere dal vivo star internazionali come Chloe Kim e Scotty James, protagonisti dell’edizione 2019. I momenti salienti della FIS Snowboard World Cup saranno le finali di slopestyle di venerdì 17 gennaio e le finali di halfpipe di sabato. Musica e party completeranno un ricco programma di eventi.
Pat moore entra nel team k2 snowboarding Potenza e stile su ogni tipo di terreno, una copertura mediatica impressionante ed una presenza costante in numerose video part di spessore da oltre un decennio. L’impatto globale di Pat Moore nel mondo dello snowboard sta elevando il suo talento allo status di leggenda. Con un breve video dal titolo “Welcome Into the Fold”, divenuto ormai virale, K2 ha recentemente ufficializzato l’entrata del rider di Plymouth nel suo International Pro Team, di cui già fanno parte Jake Kuzyk, Matt Belzile, Leanne Pelosi, Mark Wilson, Tim Eddy, Steve Gruber e Curtis Ciszek.
Welcome to women’s lib La relazione tra Lib Tech e le donne dura da decenni. Barrett Christy fu la prima ad entrare nel team utilizzando una Acme. Circe Wallace, Marcella Dobis e Ingrid Gunderson la seguirono nei primi anni ‘90. Shannan Yates e Janna Meyen furono le prime a portare sui podi internazionali queste tavole “unisex”. Ora il brand di casa Mervin presenta una nuovissima linea women’s specific: la potente C3 Dynamiss disegnata da Jamie Lynn, la divertente twin Glider, l’aggressiva No.43 e la Cortado da freeride. 4 modelli progettati per le donne a cui si aggiungono la Orca di Travis Rice e la Split BRD in nuove misure.
Frank bourgeois si unisce a deeluxe Frank Burgeois è ufficialmente entrato nel pro team Deeluxe boots. Con le sue 3 medaglie d’oro agli X-Games, il talento Franco Canadese originario di Trois-Rivieres, Quebec, è uno degli street rider più progressivi dell’ultima decade. Frank si va ad aggiungere ad un team già pieno di nomi importanti come Dan Brisse, Eiki Helgason, Xavier Delerue, Brandon Cocard, Elias Elhardt, Tadashi Fuse, Werni Stock, Elena Konz, Kevin Backstrom e molti altri. La company di scarponi Austriaca sta lentamente conquistando le strade e le cime. Frank userà principalmente il modello Team ID bloodline, che si adatta perfettamente al suo riding aggressivo e potente.
Kathmand acquisisce rip curl Dopo oltre 50 anni di proprietà privata, l’iconico marchio Rip Curl, fondato nel 1969 a Torquay da Brian Singer e Doug Warbrick, è stato acquisito da Kathmandu, colosso dell’outdoor gear con una forte presenza in Australia e Nuova Zelanda. Il CEO di Rip Curl, Michael Daly, continuerà a guidare l’azienda e riferirà al CEO di Kathmandu, Xavier Simonet. I marchi funzioneranno in modo indipendente cercando di capitalizzare i benefici della fusione, unendo le competenze per offrire grandi esperienze e prodotti ai clienti che condividono un amore comune per l’avventura e il surf. 10°
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Mammut connect: guiding wholesale into digital age Mammut diventa il primo marchio outdoor ad utilizzare la tecnologia NFC, guidando il commercio all’ingrosso verso la digitalizzazione. Mammut Connect è un nuovo modo di fornire al consumatore informazioni emozionali e interattive sui prodotti tramite un’app che sfrutta la tecnologia di ricetrasmissione a corto raggio. L’app e i suoi contenuti supportano i canali tradizionali con info dettagliate sul prodotto, migliorando il processo di vendita all’ingrosso in trasformazione da Point of Sale a Point of Experience. Mammut Connect offre anche servizi e offerte post vendita aprendo a nuove modalità di collaborazione.
Dragon eyewear e la tecnologia lumalens Dragon Eyewear ha annunciato il lancio di Lumalens nella propria linea di occhiali da sole ad alte prestazioni. A partire da questo autunno, tutti i nuovi modelli saranno prodotti utilizzando l’innovativa tecnologia di proprietà, già impiegata nella collezione di snow goggles. Lumalens amplifica la visione in alta definizione attraverso un’ottimizzazione del colore, una nitidezza estrema e una notevole percezione della profondità. In tutti gli ambienti e in tutte le condizioni di luce, questa esclusiva tecnologia Dragon aggiunge dettagli e dimensioni brillanti al campo visivo di chi la indossa.
Il fondatore di 686 lancia un nuovo marchio Mike West ha ufficializzato il lancio di Westwell, marchio nato come sottoprodotto di 686. Opererà nel pacchetto distributivo di Westlife, concentrandosi sulla creazione di “wearable tools”, accessori moda multifunzionali per uomo e donna. Westwell agirà prevalentemente su piattaforme digitali, lanciando i suoi prodotti online direttamente al consumatore, con l’obiettivo di penetrare nella sfera della moda, del lifestyle e degli influencer. I primi articoli, la Voyager Belt e la Clicker Belt, customizzabili con 10 differenti utensili, sono già stati lanciati attraverso una campagna Kickstarter.
Jake kuzyk e vans: nuova versione dell’hi-standard og Vans ha presentato una nuova collezione progettata secondo la meticolosa attenzione ai dettagli di Jake Kuzyk, global team rider e pedina fondamentale di Vans Snow. Punta di diamante è una versione aggiornata dell’ Hi-Standard OG, lo scarpone da snowboard più venduto di tutti i tempi, in una originale colorazione pescata dagli archivi del marchio. A completare questa collezione minimalista, anche una signature shell jacket con rivestimento DWR, uno scarpone da neve Standard MTE, la scarpa Old Skool Style 36 e una calza Vans by Smartwool con tecnologia Indestructawool che promette comfort in ogni situazione.
Ecco le date del freeride world tour 2020 Ufficializzato il calendario FWT 2020. L’evento culminerà sul leggendario Bec des Rosses per il 25mo anniversario del Verbier Xtreme. Gli spettatori potranno vedere in azione i migliori freerider del mondo in una competizione che si annuncia di altissimo livello. Prima tappa, 18-25 gennaio ad Hakuba, Giappone, tra la neve più profonda del pianeta. Seconda tappa Kicking Horse, a Golden, in British Columbia il 06-12 febbraio. Terza tappa Ordino Arcalis, nel principato di Andorra, dal 28 febbraio al 04 marzo. Quarta tappa a Fieberbrunn, Austria, dal 07-13 marzo e gran finale a Verbier, in Svizzera, dal 28 marzo al 05 aprile. 12°
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Fresh Made B Y D AV I D E F I O R A S O
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1. Mammut Photics HS thermo hooded jacket
2. Mammut Pro X Removable Airbag 3.0
3. Amplid Tour Operator Split
Vincitrice dell’ISPO Award 2019, Photics è la prima giacca al mondo ad utilizzare la fusione laser. Mammut infatti possiede il primo ed unico laboratorio per la saldatura in cui i materiali vengono uniti senza adesivi, creando zone isolate senza cuciture. In piuma d’oca, impermeabile e traspirante, è ideale per freddo estremo, vento e umido.
Dotato del sistema airbag rimovibile 3.0 Il Pro X è il compagno ideale in una giornata di freeride. Ad alte prestazioni e altamente funzionale alza gli standard in termini di comfort, materiali utilizzati, costruzione e caratteristiche intelligenti. Soddisfa ogni esigenza di sicurezza. Capacità 35L pesa solo di 2590 gr (senza airbag), difficile farne a meno.
Amplid rinnova l’offerta splitboard 2020 con la nuova Tour Operator, versatile e affidabile in grado di resistere alle uscite in backcountry. Costruita con i materiali più resistenti, combina un’esperienza di riding da prima della classe ad una durata sorprendente. Il camber half-fat dona il giusto compromesso tra una risposta precisa e vivace.
4. Viking Bernin hat
5. Thirty-Two Mullair boots
6. Poc Vpd System vest
Un berretto capace di vincere un ISPO Award? Si tratta del modello Bernin di Viking, marchio sportivo polacco lanciato nel 1996. A contribuire al suo successo è stato l’isolamento Primaloft Silver inserito tra due strati di tessuto a maglia. Altri vantaggi tecnici sono dati dalla composizione in lana merino al 50% e l’uso reversibile 2 in 1.
La scarpone all-mountain freestyle per eccellenza, studiato per soddisfare le esigenze di un maestro di stile come Nicolas Müller. Il nuovissimo Müllair garantisce un riding fluido offrendo ottime performance sia in park che in backcountry. Equipaggiato con suola Michelin Fiberlite e cuscinetto Energy Foam in grado di assorbire le vibrazioni.
Nuovo gilet con il leggerissimo VPD System Back, il paraschiena di POC certificato EN1621: 2, livello 1. Realizzato con una rete di compressione elastica a quattro vie che garantisce maggiore comfort, sicurezza e praticità. Il sistema di regolazione dual-sided non attraversa la cerniera anteriore, permettendo a chi lo indossa di adattarlo.
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Fresh Made B Y D AV I D E F I O R A S O
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7. The North Face Futurelight Brigandine jacket
8. Elevated 5’0 Shortboard
9. Timex Command Shock 54Mm Fabric Fast Wrap watch
Dopo 3 anni di ricerca TNF rivoluziona le aspettative del mercato con il lancio di Futurelight, nuovo materiale che aumenta la traspirabilità e le prestazioni dei capi impermeabili. Viene proposto nell’outerwear delle linee Summit Series, Flight Series e Steep Series, di cui fa parte il modello Brigandine. Morbido, flessibile e resistente.
5’0 Shortboard è la tavola modellata da Aaron Lebowitz di Elevated Surfcraft per gestire qualsiasi terreno senza eccessi. Ha una sciancratura degressiva, con un raggio più stretto adatto a curve veloci. L’ampio nose rocker può sopportare le discese più ripide. Il camber Early Rise sull’anteriore fornisce la spinta necessaria.
10. Dakine Low Roller snowboard bag
11.Black Diamond Recon Mitts gloves
12. Volcom Womens Reversible Polar jacket
Nuova roller bag Dakine in poliestere 600D con imbottitura a 360°. Ha un ingombro complessivo di 30x15x170 cm e può ospitare due tavole da 165 cm. Scomparto removibile per contenere anche scarponi e outerwear e grande tasca esterna con chiusure zip YKK. Il trasporto è agevolato da ruote in uretano da 9 cm e una impugnatura terminale.
Recon Mitts è un guanto ultra-caldo dotato di un inserto 100% waterproof in BD.dry, tecnologia pensata per proteggere da qualsiasi condizione meteorologica. Al suo interno, 340 grammi di isolamento PrimaLoft Gold sul dorso e 170 sul palmo offrono una protezione superiore contro il freddo. Polsini interni in Pertex Shield e finiture in pelle.
La nuova Polar di Volcom è la giacca da donna reversibile che ti offre la possibilità di cambiare al volo il tuo look e il livello di calore. Da un lato un rivestimento in Teflon EcoElite con trattamento DWR, dall’altro una fodera fuzzy sherpa in caldo pile. Colletto a costine, chiusura frontale con cerniera, tasche inclinate con zip sui lati.
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Resistente a urti e acqua, Command Shock è dotato di una cassa in resina da 54 mm con accenti di tonalità blu, un movimento al quarzo digitale e un cinturino Fast Wrap in tessuto. Include avvisi di idratazione, quadrante con retroilluminazione Indiglo, cronografo fino a 100 ore, timer con conto alla rovescia e tre impostazioni di fuso orario.
INTRODUCING THE ESCALATOR SPLIT +
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Killer Collabs B Y D AV I D E F I O R A S O
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1. Keith Haring X Burton Free Thinker
2. Shallowtree X Vans HiStandard OG
I suoi lavori sono familiari anche a chi non sa niente di lui. Le immagini dei famosi omini stilizzati sono un simbolo dell’arte e della cultura anni Ottanta. Dopo la capsule dello scorso febbraio, per l’inverno 2020 Burton aggiunge un tocco pop alla Free Thinker di Danny Davis realizzata su concessione della Keith Haring Foundation.
Il lavoro di Shallowtree, aka Peter-John de Villiers, è un tentativo di connetterci con l’infinito, affrontando temi legati alla natura, alla creazione, ai cicli di vita. Ritroviamo le sue grafiche visionarie in un’ampia collezione Vans che comprende l’Hi-Standard OG, lo scarpone che offre il comfort e il feeling di una chiusura tradizionale.
Captain Fin, brand apparel e hard goods di San Diego, porta della beach culture del sud in questa nuova collaborazione con Now. Un attacco all mountain-freestyle con un livello di comfort, controllo e flex per i rider che desiderano versatilità. Include le nuove buckle levers PA66-C, costruzione Skate-Tech con Flushcup Technology e straps Sieva.
4. 686 X Primitive Men’s Ruckus Pipe Glove
5. Huf X Jansport Tahoma Backpack
6. Jonas Draws X Hippytree Outskirts Hat
Una collaborazione tutta californiana quella tra 686 e Primitive. Da un lato un marchio globale che dal 1992 produce outerwear tecnico, dall’altro una giovane skateboard company fondata a Los Angeles nel 2014. Dal loro incontro nasce una collezione di giacche, t-shirt e accessori, tra i quali una versione speciale del Ruckus Pipe Glove.
Uno zaino progettato per l’esplorazione. Tahoma 27 integra il sistema di sospensione MoonLift di JanSport e un pannello di ventilazione posteriore in mesh. L’ampio scomparto principale può ospitare un laptop da 15” o un sistema di idratazione da 3L. Include tasche extra e daisy chain e dettagli riflettenti HUF + JanSport di ispirazione retrò.
I nuovi Outskirts Hat del brand californiano Hippytree sono parte di una collaborazione con l’artista svedese Jonas Claesson, che in passato aveva già firmato lavori per Lib Tech, Nidecker e Patagonia. Le sue iconiche illustrazioni ispirate al mondo del surf prendono forma su due diversi trucker hat dal design mid-profile.
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3. Now X Captain Fin Binding
OVERVIEW
ridden by
The Strata is a cross performance wreckingball,
torstein horgmo
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featuring a Stage 6 Direct Injected base, that incorporates an “industry first” Fused Vaporlite Bushing System that sets new standards for how a snowboard binding should function and perform.
GAS PEDAL
BASEPLATE
SUB CHASSIS
BUSHING
UNION BINDING CO. STRONGER.
ADDITIONAL INFORMATION
ONLINE:UNIONBINDINGCOMPANY.COM
SOCIAL:@UNIONBINDINGCO
Killer Collabs B Y D AV I D E F I O R A S O
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7. Deejo X Nitro Woodcarver Board
8. Santa Cruz X Arcade Adventure Belt
9. Outdoor Tech X Giro Wired Chips
La tavola perfetta per la pista senza rinunciare a del sano freeride. Progettata per aiutare tutti i rider a divertirsi ed eccellere nel carving. Novità per questa stagione la collab con il brand francese Deejo: acquistando il set completo con attacchi personalizzati Phantom avrete in regalo il coltello Deejo marchiato Nitro Woodcarver.
Progettata per agevolare il movimento e la funzionalità, la cintura della serie Adventure di Arcade Belts si completa del logo Santa Cruz. Intreccia la gomma naturale ad una miscela di fibre leggere e resistenti, creando una trama che eccelle in comfort e vestibilità. Fibbia a basso profilo da 1.5”, resistente all’acqua, si può lavare in lavatrice.
Cuffie universali realizzate per adattarsi comodamente all’interno del casco. Resistenti all’acqua e con controlli adatti ai guanti, funzione vivavoce per il telefono, drivers full range da 40 mm, 10 ore di autonomia e prestazioni fino a -20°F. L’unica cosa che dovrai fare è far partire la tua playlist preferita e colpire le piste.
10. Dead Kooks X Globe Surf Glass Skateboard
11. Volcom Snow X Bryan Iguchi Guch Stretch Gore-Tex Jacket
12. Melon Optics X Horsefeathers Chief Goggle
Dead Kooks, brand di custom surfboards fondato dallo shaper Eden Saul, ha firmato una collaborazione speciale con Globe: un piccolo cruiser da 61 cm con deck in fibercarve e costruzione cambered flex. Edizione limitata di soli 55 esemplari con una colorazione in resina personalizzata. Trucks in lega Tensor da 3.5” con ruote Retroflex da 58 mm.
Volcom omaggia Bryan Iguchi con una nuova collezione da lui stesso testata nei backcountry di Jackson Hole. Giacca altamente performante in Gore-Tex 3-Layer Stretch C-Knit per garantire impermeabilità, traspirabilità, mobilità e ventilazione. Vestibilità Drop Tail e interfaccia Zip Tech per collegarsi al pantalone abbinato.
Per festeggiare 30 anni di storia, Horsefeathers ha deciso di ampliare la sua offerta customizzando una propria maschera da snowboard in collaborazione con Melon Optics. L’offerta, basata sul modello Chief, prevede una versione da donna e una da uomo, con pattern personalizzato sullo strap. Fornita in una custodia rigida con lente di ricambio.
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Eco Seven B Y D AV I D E F I O R A S O
POW si rafforza in europa grazie a Burton e Nidecker Durante l’annuale Global Summit, Protect Our Winters (POW) ha riunito in Austria i soci europei. L’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2007 da Jeremy Jones sta espandendo il focus nel Vecchio Continente, dove le sezioni regionali spingono per soluzioni politiche ai cambiamenti climatici. Sia Burton Snowboards che Nidecker Group hanno utilizzato il Global Summit per impegnarsi a sostenere il lavoro di POW in Europa, donando ciascuno 50.000 dollari che sosterranno POW negli sforzi per una strategia globale nel mercato europeo. Jake Black, Program Manager di POW a Boulder, Colorado, sovrintenderà gli sforzi della sezione Europea.
Laax greenstyle sustainability concept Dal 2010 la protezione dell’ambiente e l’uso sostenibile delle risorse sono tra gli obiettivi del Weisse Arena Gruppe, società che gestisce il comprensorio sciistico di LAAX. Le misure più importanti di questi anni vanno dalla creazione di habitat indisturbati per la fauna selvatica e la protezione della biodiversità all’impiego sempre più importante di fonti rinnovabili quali energia idroelettrica e solare. Lo scopo? Diventare il primo resort autosufficiente e libero da CO2. Ai sistemi fotovoltaici che alimentano i nuovi impianti di risalita hanno fatto seguito la conversione dei sistemi di riscaldamento a pellet e pompe di calore.
Jones snowboard - powered by plants Jones è leader nella lotta ai cambiamenti climatici, impegnato per ridurre l’impatto ambientale dei suoi prodotti grazie alla filosofia di progettazione ECO-Performance che equilibra prestazioni, durata e sostenibilità. Tutte le tavole presenti nel catalogo 19/20 sono caratterizzate da anime in legno 100% FSC e stampate con Bio-Resina Super Sap. L’ultimo step di un processo che dura dal 2009 e che in questi anni ha permesso di trovare una soluzione atossica nella finitura del sidewall, di sostituire il carbonio con la fibra di basalto o la fibra di vetro con la flax natural fiber e di riprogettare gli imballaggi riducendo il cartone.
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Jimmy Goodman Andrew Miller
INSTRUMENTS OF STOKE Experience friction free snowboarding. Surf-inspired shapes designed for maximum glide.
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STORM CHASER Solid & Split
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Burton snowboards closed for business, open for action Durante la “Week for Future” dello scorso settembre, Burton ha deciso di unirsi a milioni di studenti per sostenere il Global Climate Strike. Tutti gli uffici in U.S., Canada, Europa, Cina, Giappone, Sud Korea e Australia sono rimasti chiusi nel giorno dello sciopero locale permettendo ai dipendenti la partecipazione attiva. I flagship store di proprietà sono rimasti aperti al pubblico solo come spazio di incontro per le community. Inoltre, il 20 Settembre, per 24 ore, il sito Burton. com non ha evaso ordini a livello globale, reindirizzando gli utenti sulla pagina web ufficiale del Global Climate Strike.
Mammut we care: la strada per l’eliminazione di pfc La graduale eliminazione di sostanze chimiche e di PFC nei prodotti idrorepellenti fa parte dell’impegno a favore della sostenibilità ambientale Mammut We Care. L’azienda partecipa al progetto Popfree avviato dall’Istituto svedese RISE in cui si analizzano l’impatto dei PFC sull’ambiente e le possibili alternative. Mammut finora ha condotto oltre 400 test su 120 diversi tessuti per capire quali sono i fattori che influenzano la performance. L’obiettivo dell’azienda è di lanciare prodotti PFC-free entro il 2025. Nella linea PE 2020 il 65% dei sacchi a pelo sarà privo di PFC, nell’area zaini, borse e imbracature si passerà dal 26 al 47%.
Surf Industry Coastal Defender Una raccolta di leader allineati per supportare la missione di Surfrider Foundation nel proteggere oceani e spiagge, condividendo l’amore per il mare e il surf. La Surf Industry Coastal Defender è un programma sviluppato per riunire i marchi di settore e offrire l’opportunità di restituire al mondo i luoghi su cui verte il loro business. Il programma apre la strada alla collaborazione tra gli esperti di Surfrider e le aziende che interagiscono con i mari. Ad oggi ne fanno parte: Almond Surfboards, Billabong, Costa, Dakine, Dragon, Electric, Firewire, HippyTree, Rip Curl, Roark, Roxy, Sanuk, Sisstrevolution, Surfer Magazine, Vans e Vissla.
La sostenibilità non è più un’eccezione nello sport: è la norma I desideri dei consumatori sono cambiati e l’industria sportiva si è adattata a loro. I partecipanti a ISPO Textrends Spring Summer 2021 hanno dimostrato che la sostenibilità è essenziale e gli approcci stanno diventando sempre più creativi e collaborativi. È il caso del base layer in poliestere riciclato e canapa presentato da A. Sampaio & Filhos o del jersey in Repreve e derivati dal sughero di Tintex. Tra i premiati anche il Gruppo Sheico per un jacquard in poliestere tinto in massa che riduce l’impiego di acqua. Approccio sinergico a sintetici anche per la tecnologia Refibra di Lenzing, che combina la polpa del legno a scarti di cotone.
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CALIFORNIA SPORT- TEL 011-9277943 - WWW.CALIFORNIASPORT.INFO
Nidecker classic series
02. Pro Pipe Con il suo indimenticabile design che ricorda un coltellino svizzero, la Pro Pipe è stata una delle tavole più iconiche del suo tempo e nel 1994 è stata la scelta di molti pro rider. Il modello originale presentava una tecnologia veramente all’avanguardia per l’epoca: un doppio camber, oggi conosciuto come camrock, e presentava anche un outline asimmetrico su shape twin tip. Per l’edizione 19/20, Nidecker ha utilizzato la famosa directional twin shape di Merc mentre ha aggiornato la base con una finitura N-9000, risultando in una tavola all-mountain dalle prestazioni elevate.
03. Babs Una delle figure più iconiche dello
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snowboard francese, Jean-Baptiste Charlet aka Babs è stato uno dei rider europei di maggior successo degli anni ‘90, con innumerevoli podi di halfpipe ed una copertina di Transworld Snowboard che ha reso famoso il suo pro model in tutto il mondo. La nuova edizione è basta sul modello Escape, con un camber positivo, top sheet in Absorbnid e base sintered N-9000, reattiva, veloce e performante su tutti i terreni.
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La storia di Nidecker inizia nel 1887, quando Henry Nidecker fonda l’azienda, originariamente specializzata nella lavorazione del legno per poi passare alla produzione di sci da fondo. TEXT
Matteo Rossato
Nel 1984 il brand realizza il suo primo lotto di 50 tavole da snowboard e da quel momento ha scritto diversi capitoli della storia dello snowboard in Europa. Nel 2019, 35 anni dopo, Nidecker celebra la sua illustre storia con l’uscita di una capsule speciale composta da tre tavole. Ognuno dei tre modelli della Classic Series rappresenta un momento memorabile nella storia di Nidecker, presentando grafiche originali di alcuni delle tavole iconiche unite a una tecnologia moderna e all’avanguardia e adottando shape di tavole attualmente in produzione.
01. Liberty Il modello Liberty originale è stato
prodotto nella fabbrica Nidecker a Rolle nel 1986 ed è stata la prima tavola surfare il Monte Bianco. La riedizione impiega lo shape della Mellow con nose appuntito, sidecut di 7 metri e fish tail. Tutto ciò, insieme al surfy camrock, si traduce in una tavola da freeride che offre vibrazioni incredibili in fresca e un riding fluido ma performante sul battuto.
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Abbiamo parlato brevemente con Thierry Kunz, brand lead di Nidecker, sulla classic series. Qual è stata l’ispirazione della linea Classics? Perché i vecchi design? Non appena inaugura-
to il museo Nidecker abbiamo realizzato quanta storia la company aveva alle spalle. Abbiamo deciso che era importante parlare del nostro passato, ora che siamo presenti in 42 paesi. Si tratta di molto di più che rispolverare vecchi design: è una celebrazione di ciò che abbiamo fatto negli ultimi 35 anni.
Qual è stata la prima grafica di Nidecker che ricordi? La cosa divertente è che mi ricordo tutte le grafiche, ho iniziato a raidare ben prima che Nidecker iniziasse a far tavole! Tuttavia, sono diventato un rider del team quando la Pro Pipe era sul mercato, quindi è quella che ha più valore per me in questa capsule.
Ci sono design o shape storici che entreranno nella collezione Nidecker? Siamo sempre ispi-
rati dal passato, ci serve per guardare al futuro, quindi tutti i nostri design e shape sono creati attraverso l’apprendimento dalle cose positive o negative che abbiamo fatto... proprio come nella vita reale!
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The 198THELIBERTY 6
” HISTORY MEETS FUTURE „ Produced in the Nidecker factory in Rolle, Switzerland in 1986, this graphic first featured on a snowboard with a very special place in history. The following year it became one of the first snowboards to be ridden from the summit to the foot of Mont Blanc one of the planet’s most famous mountains located in the world-renowned freeriding mecca of Chamonix, France.
PROUD MEMBER OF
The Guardian Ring
Tutto ebbe inizio con la forgiatura dell’anello. Per anni l’anello passò di mano in mano, prima ai Freerider, gli esseri immortali più saggi e leali delle Alpi. Poi ai Jibber, grandi inventori di strutture e creatori di trick senza senso. In seguito ai Pipe Rider, personaggi totalmente suonati nel cervello ma dalla grande tecnica. E in fine a Funky, che più di ogni cosa desiderava far casino, tritando pendii immacolati in gang di snowborder urlanti.
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Isacco Mantegazza
In questo anello venne sigillata la forza per proteggere l’autentico animo dello snowboard. Per questo venne rinominato L’Anello del Guardiano! Ed è cosi, che da ormai sei anni a questa parte Funky Snowboards organizza sulla cima del Carosello 3000 di Livigno il grande evento di fine stagione che riunisce rider da ogni angolo del globo per conquistare l’Anello del Guardiano. La sfida si svolge su un banked slalom “pazzo”, una sorta di incrocio tra un campo di battaglia e Indianapolis, il tutto condito dal classico clima che si respira durante una festa a Ibiza. L’evento è cresciuto di anno in anno proponendo un format vincente che permette di partecipare e divertirsi a rider di tutti i livelli, pro e non, tutti uniti per un unico scopo, conquistare l’anello e mantenere in vita lo spirito old school dello
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snowboard. Imperativo vestirsi random, colorati e soprattutto pazzi, si possono portare armi per disturbare i partecipanti durante il banked, canne da pesca, fionde per la neve, pinne e boccagli, si è liberissimi di farlo, anzi si deve fare. La storica location è Carosello 3000 di Livigno al The Beach, temerari skier e snowboarder armati di spirito baldanzoso e grande coraggio affrontano vichinghi nudi, bestie e umani mostruosi equipaggiati di mazze pazze e fumogeni stordenti per giungere alla fine di un percorso che porta diretto alla gloria (o alle birre dello Stalet). Ad ostacolare ulteriormente il cammino onirico un vulcano di neve e una piscina piena di coccodrilli assetati di sangue e tavole da snowboard. Il tutto sotto gli occhi vigili di una squadra di cheerleader comasca che in preda all’esaltazione ogni tanto espone la propria mercanzia, e che mercanzia! Chi vince, se c’è realmente un vincitore, riceve quindi l’anello d’argento con una pietra millenaria incastonata e tramandato dal 1375809309823764 a.C. La mandria imbestialita ogni anno scende a valle per la festa della transumanza, un beer-pong e un aperitivo in compagnia allo Stalet, chi sopravvive a questo prosegue al Marco’s Pub per guadagnarsi l’immortalità a colpi di vodka negli occhi e birre nel gargarozzo.
SSFF
Surf & Skate Film Festival
ITW
Luca Merli By Denis Piccolo
Nel 2017 a Milano è nato uno degli eventi più riusciti della scena skate e surf europea. Lo Skate Surf Film Festival, meglio conosciuto come SSFF, giunto alla sua terza edizione. 25.000 persone in 3 giorni al Base di Milano si sono fatte contaminare da film, contest, mostre, gare di shaping e molto altro. Luca Merli, l’uomo che ha partorito tutto questo ci racconta le sue sensazioni.
in seguito ho visto la nascita di tanti film festival di genere in tutto il mondo a cui spesso ho partecipato con le mie produzioni. Ho pensato di farne uno in Italia, a Milano, dove purtroppo non c’è il mare e quindi un festival di solo surf non avrebbe avuto molto senso. Avendo tanti amici nella scena skate ed essendo Milano una piazza importante per lo skateboarding internazionale ho pensato di unire le forze. Le radici sono comuni, c’è sempre stata, fin dalle origini, una bella contaminazione tra il mondo del surf e il mondo dello skate.
Quando e com’è nato SSFF? L’idea di or-
Che messaggio vuole mandare SSFF? Il
ganizzare SSFF è nata dall’incontro di persone con la stessa passione provenienti dal mondo del surf, dello skateboarding e del filmmaking. Inizialmente con Onde Nostre, il mio progetto sul surf Italiano, ho sempre organizzato delle premiere dove passava molta gente e
nostro scopo è promuovere la creatività generata da queste attività, cercando un punto di vista originale, oltre che sociale e culturale, che queste produzioni possono offrire. Vogliamo dare spazio alla scena surf e skate Italia-
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cipali tra lo skateboard e il surf? La storia
na in forte crescita con un occhio attento anche alle produzioni internazionali di rilievo.
dello skateboarding specialmente alle origini è strettamente connessa a quella del surfing. Negli anni si sono allontanati, influenzati da culture e mondi diversi, ma io sono della generazione in cui i due mondi erano un tutt’uno, ero bambino negli anni settanta e lo stile di vita
Considerazioni sull’edizione di quest’anno? Cosa ti è piaciuto e cosa no? L’edizione
di quest’anno è stata la più grande finora in termini di contenuti e artisti coinvolti, avevamo una doppia sala cinematografica, 3 skate contest, un giorno in più, più musicisti e DJ e addirittura uno shaping contest con shaper arrivati dalle Hawaii e dalla California. Bello ma molto faticoso. Non sono riuscito a godermi niente di quello che ho messo in piedi, ero sempre dietro le quinte indaffarato. Forse troppo!
Il nostro scopo è promuovere la creatività generata da queste attività, cercando un punto di vista originale, oltre che sociale e culturale, che queste produzioni possono offrire. Vogliamo dare spazio alla scena surf e skate Italiana in forte crescita con un occhio attento anche all’estero.
Quali sono secondo te le connessioni prin-
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californiano ha formato la mia immaginazione. Mi piaceva celebrare questi due mondi che nonostante abbiano oggi scene di riferimento molto diverse hanno però origini comuni, come due fratelli che nonostante siano molto diversi hanno una radice comune che li lega. Per me questo è importante.
All’ interno di SSFF ci sono moltissime contaminazioni artistiche, qual è secondo te il motivo per cui dietro la cultura skate e surf ci sia così tanta creatività? Fin dalle ori-
gini sia il surf che lo skate sono state praticate da spiriti liberi, ragazzi che si dovevano inventare un divertimento, un passatempo spesso per sfuggire al degrado, alla noia, all’emarginazione, formando gruppi di amici legati dalle stesse passioni, inventandosi gli strumenti e le strutture. Spesso la musica li seguiva e raccontava, molti sono ed erano musicisti, così come artisti, fotografi, filmmaker, grafici ma anche i brand nascevano per rappresentare un mondo nuovo, spesso gestiti dagli stessi surfer o skater. È sempre stato un movimento di ribellione e di libertà a cui mi sono dedicato fin da bambino e di cui ho abbracciato i valori.
Quale film ti ha impressionato maggiormente? Quest’anno il film che mi è piaciuto di
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Fin dalle origini sia il surf che lo skate sono state praticate da spiriti liberi, ragazzi che si dovevano inventare un divertimento, un passatempo spesso per sfuggire al degrado, alla noia, all’emarginazione, formando gruppi di amici legati dalle stesse passioni, inventandosi gli strumenti e le strutture. più è un corto con un giovane surfista afroamericano che si chiama Mike February, il film è girato in West Africa e la musica è stata composta live da alcune band africane. Lui è un atleta eccezionale, mi piace molto vederlo surfare con estrema eleganza delle onde deserte da sogno. Un film semplice, sincero, ben fatto. Mi è piaciuto molto anche il film di Thomas Campbell “YOD” una skate odissey con i migliori skater americani, filmato a pellicola, visivamente un gioiello. E poi mi è piaciuto tanto anche il film della Chef Family, un tributo a Gianluca Mariani, skater storico Milanese. La premiere a SSFF è stata forse il momento più bello e affollato del festival.
Obbiettivi per la prossima edizione? Ci sto lavorando, al momento è ancora top secret, neanche io so esattamente cosa succederà! Se son rose fioriranno, come dicono i vecchi.
Ramble Away
Moto, surfing e filming. È questo che accomuna Luca Merli, Mattia Chiaudano, Damiano Colomba e Marco Morandi. I quattro componenti della Machetes hanno da poco fatto uscire uno short movie del loro road trip verso il Wheels & Waves di Biarritz, famosissimo raduno di bikers e surfers che negli ultimi anni ha portato sempre più in alto la filosofia del tuning e delle onde. Qui è celebrata la cultura del surf, sulla terraferma invece vengono esaltati i miglior tuning delle moto mentre nei dintorni raidano skater di ogni livello.
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Federico Mura
Ultimamente il Wheels & Waves è diventato più di un semplice un raduno di bikers e surfers, ogni anno a giugno, a Biarritz ci si può veramente sentire parte di una grande famiglia che condivide le stesse passioni. Quest’anno parcheggiate sotto il sole c’erano anche le Triumph della Machetes, meticolosamente preparate in un garage della città metropolitana di Milano e messe sulla strada per affrontare più
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di 1000 chilometri in modo da raggiungere la costa occidentale francese che si affaccia sul golfo di Biscaglia. Per chi non avesse mai provato la fantastica sensazione di fare un road trip con quattro amici e quattro moto, questo video sarà sicuramente di grande ispirazione. Come tutti i viaggi on the road l’importante non è la destinazione, ma il viaggio, il legame che si crea coi compagni di viaggio e, specialmente nel caso della motocicletta, il legame col mezzo di trasporto. Lo spirito degli anni ’70 non sembra aver abbandonato i cilindri delle moto e i cuori dei membri della Machetes. I momenti catturati dalle camere della Machetes spaziano tra saldature, drift, monoruota, e se c’è una cosa che non può mancare è lo stile. Insomma, una pellicola fatta per veri uomini da veri uomini. Lo short film prende il nome direttamente dal raduno, “Wheels & Waves” ed narra molto più della storia di un viaggio con amici. La strada, la spiaggia e il surf sono cambiati nel corso degli anni, ma ciò che non è mutato è la passione verso le moto e la voglia di libertà.
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Deeluxe give‘em the boot.
Un’intervista con il pro Deeluxe Elias Elhardt ed il responsabile marketing Florian Heim sul fit, l’importanza dell’attrezzatura corretta e la sauna. ITW
Matteo Rossato
Elias come è stato girare la scena della sauna per lo spot Deeluxe? In realtà è stato abbastan-
za divertente, perché è stata una bella occasione per incontrarsi con l’intero team che sta dietro a Deeluxe e con il mio amico Werni. Ci conosciamo tutti da oltre dieci anni. Di conseguenza, fare cose così stupide insieme si è rivelato molto divertente.
Tornando a domande più serie: quanto è importante lo stivale per la prestazione? Di so-
lito non si pensa allo scarpone mentre si raida perché diventa una cosa completamente naturale da indossare. Ma quando non è così e il boot ti infastidisce in alcuni punti o è troppo morbido o troppo rigido, ti rendi conto che avere quel-
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lo giusto è in realtà un elemento essenziale che può svoltare la tua giornata. FLO: A mio avviso, gli scarponi sono la parte più importante del tuo set da snowboard. Se non si adattano, ti senti a disagio o non si comportano nel modo desiderato, i momenti sullo snowboard possono diventare difficili. Di conseguenza vestibilità, comfort e prestazioni sono i punti più importanti per noi di Deeluxe quando si tratta di sviluppare scarponi da snowboard.
Quali sono le caratteristiche più importanti che rendono perfetto uno scarpone da snowboard? Mi piace quando lo scarpone sembra
modellato attorno al piede e si adatta ad esso in modo naturale. Dopodiché l’altra cosa importante per me è che sia abbastanza di supporto in modo che le mie caviglie non debbano sostenere tutta la compressione da sole e allo stesso tempo flessibile per non sentirsi bloccati. FLO: Fit, comfort and performance sono le caratteri-
stiche più importanti quando si tratta di scarponi da snowboard. Di conseguenza, una scarpetta comoda e su misura, un’allacciatura rapida e facile, una perfetta tenuta del tallone e una suola che ti offre la migliore sensazione sulla tavola ma ti protegge anche da forti impatti durante l’atterraggio sono le caratteristiche più importanti. Ecco perché le scarpette termoformanti, l’allacciatura L3 e la suola Skate Flex sono le mie caratteristiche tecniche preferite di Deeluxe.
Come affronti il design di un nuovo stivale?
Mi piace seguire la regola secondo cui il design deve assecondare la funzione, il che significa innanzitutto progettare uno scarpone che funzioni nel modo migliore per lo snowboard. Una volta ottenuto ciò si passa al design vero e proprio, di solito mi piacciono quelli molto puliti con colori naturali. FLO: Quando si tratta di pro model cerchiamo sempre di dare ai rider molto spazio per inventare il proprio design e le caratteristiche che vogliono avere in uno scarpone. Per il resto della nostra collezione, lavoriamo a stretto contatto con i negozi, i nostri team riders e proviamo ad ascoltare ciò di cui il mercato ha bisogno. Per noi è davvero importante tenere d’occhio tutti i tipi di snowboard. Dopo aver
inventato nuovi prototipi, sono necessari molti test per trovare le migliori soluzioni per ogni terreno e stile di guida.
Quanto si ricava in termini di prestazioni da una scarpetta termoformante? Penso che un
buon scarpone da snowboard sia quello che si adatta. Per alcune persone un boot normale di solito va bene ma i nostri piedi sono spesso abbastanza diversi, alcuni fanno davvero fatica a trovarne uno che sia perfetto. Soprattutto per queste persone, penso che le fodere termo-formate possano davvero offrire una soluzione eccellente.
Come funziona la vostra linea Thermo Flex Liners? Qual è il processo per ottenere il fitting corretto? Bhe, di solito vado semplicemente in Sauna! No scherzo, di solito vado a far
“Mi piace seguire la regola secondo cui il design deve assecondare la funzione, il che significa innanzitutto progettare uno scarpone che funzioni nel modo migliore per lo snowboard. Una volta ottenuto ciò si passa al design vero e proprio, di solito mi piacciono quelli molto puliti con colori naturali.” - Elias
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“Quando si tratta di pro model cerchiamo sempre di dare ai rider molto spazio per inventare il proprio design e le caratteristiche che vogliono avere in uno scarpone. Per il resto della nostra collezione, lavoriamo a stretto contatto con i negozi, i nostri team riders e proviamo ad ascoltare il mercato. ” - Flo visita all’ufficio Deeluxe dove hanno un forno specifico per riscaldare i rivestimenti termo-formabili degli stivali. FLO: Basta che tu vada a far visita al tuo rivenditore Deeluxe locale. In meno di mezz’ora uscirai con scarponi termoformati. I negozi vengono formati da esperti Deeluxe e dotati di forni speciali. Il personale addestrato metterà le scarpette in forno che viene riscaldato tra 90 e 110 °C. Durante il raffreddamento, le scarpette sono provate sul piede e manterranno la loro forma. Per ulteriore comfort e supporto, i cuscinetti di precisione del rivestimento possono essere posizionati strategicamente sui piedi durante il processo di termofromatura.
Esiste un terreno specifico in cui le scarpette termoformate sono più importanti? No, non
credo ci sia un tipo specifico di terreno per questo. Uno scarpone che si adatta bene è fondamentale per qualsiasi tipo di snowboard. Tuttavia, probabilmente più rigidi sono gli scarponi più lo senti se non si adattano bene. FLO: Come ha detto Elias, le scapette termoformate non funzionano diversamente su terreni differenti. La parte cru-
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ciale è che, una volta termoformate, si adattino al 100% ai tuoi piedi. Mentre le fodere normali sono costruite per adattarsi mediamente a tutti i tipi di piedi diversi, con le scarpette termo-formate si ottiene una soluzione personalizzata.
Qual è la differenza in termini di materiale e prezzo di vendita tra uno stivale con scarpettatermoformata e uno senza? FLO: Per le no-
stre fodere termo-formate utilizziamo una speciale schiuma brevettata. La differenza di prezzo tra le scarpette termoformate e quelle normali normali è piccola rispetto al vantaggio che si ottiene. ELIAS: Lo consiglierei a tutti coloro che hanno punti di pressione e dolore ai piedi durante il riding.
Elias, hai qualche trucco speciale quando provi per la prima volta degli stivali nuovi? Di so-
lito li tengo legati un po’ più allentati nei primi due giorni. Dopodiché mi piace legarli abbastanza stretti.
Quali sono i punti salienti della collezione di scarponi Deeluxe per la stagione in corso? Ov-
viamente amo lo stivale Deemon, ecco perché ho scelto di avere il mio modello pro basato su questo scarpone. FLO: Bhe, a parte il modello firmato da Elias che si chiama Deemon Elias, i miei preferiti sono la linea ID e il premiato scarpone da donna Team ID Lara.
On the lookout
Fabian Fraidl
Mi chiamo Fabi Fraidl e ho 25 anni. Vivo in Austria, precisamente in Tirolo, nel cuore delle Alpi, vicino a Kaunertal.
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Matteo Rossato PHOTOS
Rado Kapralcik Felix Pirker
Ultimo pasto: Mi sono appena cucinato della pasta con pesto e pollo. Deliziosa.
soldi in cambio di taggare semplicemente il resort su una storia o un post. È assurdo.
Miglior luogo dove raidare: Arlberg con i
Devi una birra a: Devo assolutamente ringra-
miei amici Jacco Boss, Oskar Fritzsche e Christian Kirsch. Ho solo bisogno di una pala, alcuni amici e forse anche qualcuno che ci filmi. Questo è il mio habitat ideale, direi.
Rider più sottovalutato: Facile, sicuramente
Ozzi (Oskar Fritzsche). Quel ragazzo è fortissimo. Riesco a rivedermi in lui quando raida, fa dei onefoot pazzeschi che anche io vorrei poter fare.
Prossimo grande trend dello snowboard:
Instagram. Ha superato di gran lunga YouTube e Facebook perché le interazioni e l’esposizione che ottieni su Instagram sono assurde. Al tempo stesso però mi sembra come se con tutti questi post e storie le persone si sentano un po’ sopraffatte dai contenuti, tanto che è impossibile tenere traccia di tutto ciò che accade nel mondo dello snowboard. E di conseguenza le buone clip scompaiono appena dopo un paio di giorni. È abbastanza triste, ma d’altra parte apre molte opportunità che prima non erano possibili. Ad esempio, è abbastanza facile, al giorno d’oggi, andare in un resort e ottenere skipass, hotel e a volte anche un po’ di
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ziare i miei amici. Inoltre, un grande ringraziamento anche a Jacco Boss per aver messo insieme il film “From Scraps”. Grazie a Rado Kapralcik per le riprese della maggior parte delle mie scene dello scorso anno e Laura Lareida per aver filmato un sacco di video per Instagram al freddo. Grazie a tutti i miei sponsor: Bataleon Snowboards, Switchback Bindings, Deeluxe Boots, ECG Gloves, Alone Collective, Uptitude Shades, Unit1 e Uncle Stanky’s Wax.
Cosa non può mancare nel tuo shred kit:
Cera, sale, frutta e un iPhone. E vorrei anche avere una quantità infinita di guacamole sempre con me.
Prossimamente: Se non siete riusciti a vede-
re una delle anteprime del nostro film “From Scraps” di Daily Chaos, è disponibile online entro la fine di novembre. Per il prossimo inverno stiamo programmando vari viaggi in Europa per un altro movie che arriverà nell’autunno 2020. Nel frattempo seguitemi su Instagram @fabianfraidl dove posto video di snowboard ogni settimana.
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#HF30: Horsefeathers turns thirty
1989
1992
Joel, Pheonix Mtn.
First Office in Pilsen
1992
Joel and Hanuš
1993
First design on T-shirt
Tutti conoscono Horsefeathers come il brand europeo outerwear dedito al 100% allo snowboarding, un marchio che realizza Capi di alta qualità e supporta top rider come Halldor ed Eiki Helgason, Tyler Chorlton, Mans Hedberg, Steve Gruber ed Egor Chebanov.
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Matteo Rossato
Quello che forse molti non sanno è che Horsefeathers è nato in Canada e solo nel 1992 è tornato a Pilzen, in Repubblica Ceca, insieme al suo fondatore Hanuš Salz. Il 2019 Horsefeathers compie 30 anni, tutto inizia nel 1989 a Rock Creek, British Columbia, da un gruppo di snowboarder e da una nonna britannica: 30 anni sono un sacco di tempo per uno sport relativamente giovane come lo snowboard e quello che stiamo per raccontare è una storia straordinaria di una visione
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chiara, di coerenza e di amore per lo sliding sideways. Il modo migliore per iniziare a raccontare questa storia è lasciare che il fondatore Hanuš Salz spieghi come tutto è cominciato in British Columbia. Nel 1989 lo snowboard non era come lo conosciamo oggi. Non c’erano snowpark, né impianti di risalita ad alta velocità, né tanto meno social media. Era un mondo semplice, analogico. Tuttavia ciò che mancava a livello tecnologia era ampiamente compensato dall’energia che ogni snowboarder ci metteva perseguendo quello stile di vita. Lo snowboard era nuovo, strano, fresco e in fiamme. Una ribellione definitiva contro la mentalità consolidata degli sport di squadra. A Rock Creek e nei dintorni, quei pochi ragazzi che ai tempi facevano snowboard e si allacciavano
“Horsefeathers è stato ed è tuttora la migliore e la più grande lezione della mia vita. È incredibile vedere cosa è successo negli anni, è incredibile che sia passato da una sola collezione di t-shirt
1995
First Ad
alla compagnia che è oggi con una sua linea completa.”
1998
First outerwear collection
- Pavel Kubíček / co-owner
2000
First Official Team 1998
BC Trip
1998
First Snowboard Ad la tavola ogni volta che potevano. Stew Carlson iniziò quindi ad usare una citazione di sua nonna “That’s horsefeathers Stewart!” (horsefeathers infatti, pronunciato con un appropriato accento inglese, significa sciocchezza) e da lì nacque un’idea. Joel DeVille fece quindi una prima stampa in linoleum e Nigel Price i primi disegni. Horsefeathers divenne una specie di scherzo fra Stew, Joel, Jesse, Pollen, Ruth, Zuzana e Hanuš che più o meno costituivano tutti gli snowboarder che frequentavano il liceo BCSS. Queste “sciocchezze” erano perfette per lo snowboard, che ai tempi costituiva un’attività ritenuta bizzarra dalla maggior parte delle persone. La crew raidava insieme ogni giorno possibile sulle montagne locali e circostanti come i mount Baldy, Phoenix, Big White, Red Mountain e ovviamente Whitewater.
Nel 1992 molti di loro si diplomarono e Hanuš tornò in Europa dove incontrò Pavel Kubíček. I due amici si resero presto conto che non avevano nessuna intenzione di trovarsi un lavoro e decisero di lanciare ufficialmente Horsefeathers come vero e proprio brand. La prima collezione prese vita nel 1993 e consisteva in 50 magliette e 200 adesivi. L’anno dopo, nel 1994, Hanuš e Pavel aprirono il loro primo ufficio a Pilsen, che era, come ricordano loro stessi, un caos accogliente di mobili recuperati, manifesti, magazine di snowboard e skate e “elettrodomestici di alta categoria”, il tutto circondato da scatole di vestiti. Nel 1995 la prima pubblicità di Horsefeathers venne pubblicata sulla rivista Board Snow & Skate. L’AD non presentava nessuna foto d’azione o alcun
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“Lavorare con Horsefeathers è esattamente come dovrebbe essere il business dello snowboard, guidato dall’amore per questo sport e nient’altro.” - Eiki Helgason / pro rider
2009
BC 20th AnniversaryTrip 2006
Horsefeathers City Jib 2004
Fragments video
2004
Ispo Munich
2007
Horsefeathers Pleasure Jam
capo d’abbigliamento, ma solo una foto vintage di bambini nudi che ballavano indossando occhiali da sole: folle e completamente in stile Horsefeathers. Era il 1997 quando il brand lanciò la sua prima collezione di outerwear e durante la stessa stagione i fondatori organizzarono un viaggio “back to the roots” nel backcountry della British Columbia, dove Pavel scattò una foto di Hanuš mentre droppava da un cliff: quella foto divenne successivamente una pubblicità per la stagione 1998. Due anni dopo ci fu la presentazione del primo team ufficiale, composto da: Michal Vladík, Petr Zvolánek, Honza Janda, Luděk Čtvrtníček, Filip Tauchman, Martin Mráz, Ondřej Marčík, Jan Zajíc, Kryštof Just e Kamil Mrázik. All’inizio del 2000 l’azienda iniziò a decollare e il 2004 fu un anno abbastanza importante per Hor-
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sefeathers: “Fragments”, il primo film del team, uscì e la company fu presente ad ISPO: un segno della crescita del marchio a livello internazionale. Subito dopo, il brand iniziò a supportare alcuni importanti eventi europei, come Horsefeathers City Jib nel 2006 e la leggendaria Pleasure Jam l’anno successivo. Il Pleasure Jam è stato un evento a 4 stelle riconosciuto a livello internazionale a Dachstein che ha sempre attirato i migliori rider che volevano competere nella prima gara della stagione. Il contest si è svolto dal 2007 al 2011 e faceva parte della combinazione Horsefeathers Superpark Dachstein e Horsefeathers Superpark Planai. Nel 2009 il fuoriclasse finlandese Ville Outilla è entrato nel team e insieme a Lukáš Draxl, Rene Biedenkap, Honza Zajíc, Richard Skandera
“Devo dire che i miei ricordi più belli sono legati alle volte che visito il loro ufficio, riesco a riconnettermi con tutti dietro le quinte e ritengo che sia molto importante. E facciamo sempre anche una bella session di skate sulla mini rampa! ” - Tyler Chorlton / pro rider
2010
HF Configurator 2015
Global Snowboard team
2008
Ville Uotila joins the team
2018
2012
Halldor Helgason Joins the team
Flagship store opening
e Zuzana Salz ha preso parte al viaggio in British Columbia per il 20°anniversario del brand. David Blažek e Radek Karko hanno documentato l’intero viaggio. Dopo aver vinto il premio come breakthrough brand dell’anno su Source Magazine, Horsefeathers ha lanciato un progetto molto innovativo per quei tempi: l’HF Configurator. Questo configuratore era uno strumento online per consentire ai clienti di visualizzare facilmente tutte le possibili combinazioni e colorazioni di ogni collezione. Quasi dieci anni fa rappresentava uno strumento davvero unico ed innovativo, che quasi nessun altro marchio di snowboard aveva. Nel 2012 è stato aperto il primo flagship store Horsefeathers a Praga, creando un ambiente che riflettesse tutto ciò che Horsefeathers da sempre rappresentava come brand.
Nel 2013 il brand ha collaborato con il marchio di sneakers da skate Osiris e due anni dopo c’è stato l’annuncio di tre nuovi membri del team mondiale: Tyler Chorlton, Mans Hedberg ed Eiki Helgason. Poco dopo è uscito il solo project di Eiki “Island Born”, girato interamente in Islanda. Ciliegina sulla torta, nel 2018 il fratello minore di Eiki e superstar dello snowboard, Halldor, si è unito ad Horsefeathers e la sua linea Atrip è diventata un punto fermo nella lineup del brand.
“Horsefeathers è una visione che si è evoluta in un marchio consolidato, il che mi dà la sicurezza che potrà svilupparsi ulteriormente nel mondo sempre in cambiamento in cui viviamo oggi.” - Hanuš Salz / co-owner
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Nitro is going Offline
Quest’anno Nitro compie trent’anni e il modo migliore per festeggiare è stato realizzare un video con un messaggio forte. Offline offre molto più che una showcase degli incredibili talenti dei pro rider Nitro, è un promemoria che lo snowboard e la vita in generale vanno ben oltre lo schermo del tuo smartphone e di un filtro instagram. Abbiamo incontrato il team manager di Nitro Global Knut Eliassen e fatto quattro chiacchiere a proposito del video Offline, oltre a come staccare ogni tanto per goderci la vita. ITW
Knut Eliassen by Matteo Rossato PHOTOS
Markus Rohrbacher
Ciao Knut, perché chiamare un video Offline nell’era digitale? Abbiamo chiamato il film
di Nitro Offline perché al giorno d’oggi siamo sempre online: sui nostri computer al lavoro, sui
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nostri telefoni, ci sono così tanti media online che ci arrivano continuamente che per noi lo snowboard è il modo migliore per andare offline. Il semplice atto di allacciarsi la tavola ci fa concentrare su ciò che c’è di fronte a noi e vivere il momento, anche se è solo per un attimo. Sono sempre al telefono, quindi per me andare offline e chiamare il video in quel modo è stato un promemoria per fare una pausa e godermi ciò che ci circonda.
Quindi possiamo presumere che restare offline e godersi i momenti reali sia il messaggio principale del film? Esattamente, andare offline e divertirsi con lo snowboard.
Nitro non ha mai saltato una stagione con i suoi team video: cosa significa un full-lenght
LEFT
Elias Elhardt TOP
Austin Smith RIGHT
Knut Eliassen
video di questi tempi fatti di web editing e insta clip? Bhe, spesso gli instagram edit e le storie
non son altro che una sequenza di tricks, uno dopo l’altro, il che va bene comunque. Fa tutto parte del gioco, ma per me e per tutti i veri snowboarders, apprezziamo di gran lunga un film completo con un messaggio reale. Forse non verrà guardato più e più volte come avveniva in passato, ma almeno durerà più a lungo di una clip di 10 secondi per poi passare alla prossima storia.
Quanto è importante il team per Nitro? Cosa succede quando tu, come manager del team, cerchi un nuovo rider? Per noi, per Sepp e Tommy Delago - i proprietari - il team è la cosa principale. Loro sono i principali ambassador, sono quelli che mettono alla prova tutte le attrezzature, sono quelli che continuano a spingere lo
TOP
Jared Elston RIGHT
Markus Keller
sport, sono i nostri migliori amici e la ragione principale per cui siamo stati coinvolti nello snowboard quando eravamo bambini. Scegliere un nuovo rider non è sempre facile; cerchiamo qualcuno profondamente appassionato di snowboard, con incredibili capacità tecniche e allo stesso tempo qualcuno che sia simpatico, che vada d’accordo con tutti e che sia bello passarci tempo assieme.
la stagione 2020? Nitro compirà trent’anni nel
Quale pensi sia il futuro della comunicazione nello snowboard in generale? Lo vedo anda-
Potresti spiegarci perché Nitro ha deciso di non vendere direttamente sul sito? Non ven-
re verso una dimensione completamente digitale-online, ma credo anche che la qualità dei prodotti parli per il brand, quindi penso che anche il passaparola sia davvero importante.
Quali sono i principali highlight di Nitro per 48°
2019, quindi abbiamo in serbo molte cose per questo inverno, ma probabilmente il progetto principale sarà un Offline team trip che si svolgerà alla fine della stagione. Andremo da qualche parte tipo in Norvegia per un mese intero e siete tutti invitati ad unirvi a noi: campeggio, skateboard, snowboard e in generale stare offline tutti insieme.
diamo direttamente attraverso il nostro sito web perché, come brand, riteniamo che sia molto importante prendersi cura di ogni aspetto della catena dello snowboard. Se un rivenditore ci supporta vendendo i nostri prodotti nel suo negozio, sentiamo il bisogno di sostenerlo a nostra
Siamo sempre online: sui nostri computer al lavoro, sui nostri telefoni, ci sono così tanti media online che ci colpiscono continuamente che per noi lo snowboard è il modo migliore per andare offline.
volta, perché si sta impegnando e sta investendo sulla comunità di snowboard locale. Se vendessimo online fondamentalmente lavoreremmo contro di lui.
Quale sarà secondo te la prossima tendenza nello snowboard dopo il carving? È diffi-
cile dirlo, non ho la sfera di cristallo ah ah. Ad ogni modo, secondo me, i reverts stanno tornando di moda, così come 540° e poi tornare in forward. La prossima tendenza per i rider di livello intermedio potrebbero essere i tweaked grabs. Vedo anche cose fatte da Young Doli che stanno diventando di moda ultimamente; il suo riding è così fluido e apparentemente accessibile a tutti, che è davvero facile relazionarcisi. Tutti i suoi tricks e butters saranno sicuramente una trend della prossima stagione.
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Project Hijinks legno, con i nostri amici, in diversi paesi e la maggior parte delle persone non capisce cosa stiamo facendo e pensa che siamo dei vandali. Project Hijinks era la cosa giusta da fare.
Nonostante il titolo divertente, Project Hijinks è un punto di svolta per Rusty Toothbrush: Alex raccontaci cosa è successo nell’ultimo anno e tutte le dinamiche che vi hanno portato qui. Alex Stewart: Il mio bu-
Nonostante il titolo poco serio, Project Hijinks segna l’inizio di una nuova era per Rusty Toothbrush. La crew euro-neozelandese nata a 2Alpes nell’estate del 2015, è cresciuta fino a diventare film company a pieno titolo e la recente aggiunta dei fratelli gallesi Simpson ha aperto un nuovo capitolo del progetto. L’uomo chiave di Rusty Toothbrush, Alex Stewart, ha passato la videocamera a Jack e Joe e non vediamo l’ora di saperne di più. Ciao ragazzi, come state e che combinate? Dove siete? Jake & Joe Simpson: Ehi! Va tut-
to benissimo, grazie! Siamo nella nostra tenda sulla costa occidentale della Francia mentre veniamo colpiti dalla pioggia e aspettiamo che passi per finire il nostro Project Hijinks! Alex Stewart: Sono in Rożńava, Repubblica Slovacca, e sto costruendo una doccia in vetro-resina sul retro del mio camper, nel frattempo edito e cerco un po’ di spot aspettando che cada la neve in modo da poter iniziare a raidare.
Project Hijinks è un nome abbastanza singolare: qual è lo scherzo nel film? Jake & Joe ITW
Matteo Rossato
Simpson: Bhe, scherziamo sempre su quanto sia stupido ciò che facciamo, e Hijinks ne è la dimostrazione. Facciamo gli scemi su pezzi di
RIGHT
Alex Stewart 50°
siness partner di lunga data, miglior amico e capo filmer di Rusty Toothbrush, Brad Smith, ha deciso di prendersi una pausa dal filming. Questo mi ha lasciato in una posizione interessante, dato che Rusty Toothbrush era chiaramente arrivato a un importante punto di transizione. Mi è sembrato ovvio chiedere ai fratelli Simpson se fossero interessati a filmare il nuovo movie di Rusty Toothbrush. Sono molto contento che abbiano preso parte a questo progetto, mi fido di loro e credo fermamente nella capacità di questi ragazzi di realizzare un film che catturi l’energia e la passione di questa crew nei confronti dello snowboarding.
Come è successo che due fratelli Gallesi abbiano incontrato un rider nomade Neozelandese e tutta la sua cricca? Jake & Joe
Simpson: Mi pare che due o tre inverni fa i ragazzi di Rusty siano venuti ad Avoriaz per l’opening weekend, in qualche modo ci siamo imbattuti in loro o ce li ha presentati un amico, comunque ci siamo trovati subito bene e dal quel momento ci hanno invitato in molti viaggi! Alex Stewart: Ho tenuto d’occhio questi ragazzi per un po’, osservando il loro stile che migliorava anno dopo anno mentre adottavano un approccio sempre molto appassionato, positivo e genuino verso la creazione di contenuti: non è stato un problema inserirli nella crew perché rappresentano tutto ciò per cui Rusty Toothbrush si è sempre battuto. “Divertirsi con i propri amici”.
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Rusty Toothbrush ci ha abituato al suo stile che mescola luoghi esotici ed un sacco di divertimento mentre i fratelli Simpson sono campioni nello snowboard creativo. Cosa dovremmo aspettarci dal vostro mashup? Jake & Joe Simpson: Sicuramente molte risate, pacche sulle spalle, spot inconsueti, tanto backcountry, innumerevoli 8 mm e un casino di scherzi.
Se abbiamo capito bene, Joe and Jake sono stati i principali uomini dietro la videocamera mentre Alex ha fatto da “produttore esecutivo”. Come avete veramente diviso i ruoli? Jake & Joe Simpson: Sì, è esatto,
diciamo che per la prima metà dell’inverno, Alex ha facilitato tutto per noi in modo da poterci concentrare sul filming. Grazie ancora Alex! Alex Stewart: Io mi sono occupato della parte soldi e loro hanno fatto la magia. Vorrei prendermi più merito di quello che realmente ho perché ne è venuta fuori una cosa davvero speciale, ma giustamente è una creazione dei fratelli Simpson, al tempo stesso è anche come tutti i precedenti movie di Rusty Toothbrush. Penso che sia anche una creazione di tutte le persone coinvolte, di tutti coloro che hanno sanguinato e sudato per questo progetto, in qualche modo ne hanno modellato il risultato, e sono sicuro che i fratelli Simpson saranno d’accordo con me su questo.
Parliamo delle location: siete passati dalle riprese in giro per l’Europa ai viaggi negli Stati Uniti e persino in India. L’ultimo movie Poveri Noi è stato girato principalmente in Europa. Che dire degli spot di Project Hijinks? Jake & Joe Simpson: Non abbiamo
viaggiato moltissimo al di fuori dell’Europa, ma ci siamo spostati un po’. L’intera crew si è recata in Repubblica Ceca, sulle Alpi francesi ed in Italia, poi intorno alla metà di febbraio ci siamo separati e noi (Jake, Jacob e Joe) abbiamo continuato a filmare nei pressi di Innsbruck e al nostro quartier generale a Morzine.
Le vostre premiere sono famose quasi quanto i vostri movie: c’è in cantiere un promo tour per Project Hijinks? Jake & Joe
Simpson: Ci piacerebbe fare un bel tour di premiere, ma sfortunatamente quest’anno faremo anteprime solo in pochi luoghi prima dell’uscita online (le date arriveranno presto).
In una produzione video - la vostra in particolare - quanto sono importanti in percentuale: le persone, i trick, gli spot, il montaggio, il divertimento. Jake & Joe Simp-
son: Tutto ciò che hai appena menzionato si mischia insieme quando stai girando un film ma se hai una buona crew sei all’altezza di qualsiasi cosa, il resto accade naturalmente, e per quanto riguarda la parte montaggio, una buona scelta di canzoni cambia sempre tutto.
Bhe, scherziamo sempre su quanto sia stupido ciò che facciamo, e Hijinks ne è la dimostrazione. Facciamo gli scemi su pezzi di legno, con i nostri amici, in diversi paesi e la maggior parte delle persone non capisce cosa stiamo facendo e pensa che siamo dei vandali.
Ultime battute: come vi piacerebbe essere ricordati nei libri di storia dello snowboard? Jake & Joe Simpson: Wow, è una domanda
Project Hijinks era la cosa giusta da fare.
Alex Stewart: Lo snowboard è uno sport individualistico guidato dall’ego, ma mi piacerebbe che quando la gente pensa a Rusty Toothbrush capisca che ogni cosa viene meglio se fatta insieme e che si ricordi della nostra crew semplicemente per essere uscita fuori dagli schemi.
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importante, diciamo che essere ricordati sarebbe un piacere, ma se dovessimo esserlo davvero per qualcosa, vorremmo fosse perché abbiamo sempre avuto il sorriso stampato in faccia.
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Partie a powdersurfing exploration
Powdersurfing? Powdersurfing! Se questa pratica di scivolare sulla neve senza attacchi e sfidando la gravità arriverà mai ad avere una sua definizione nel dizionario potrebbe essere più o meno questa:
Powdersurfing [paʊdə sɜːfɪŋ] scivolare giù per pendii innevati senza l’uso di attacchi su tavole appositamente costruite. snowsurfing, powsurfing, Snurfing, Noboarding e MountainSurfing sono termini correlati.
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Ben Dietermann PHOTOS
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a per ora il dizionario è stato utile solo per ricontrollare prima di accontentarsi davvero di Partie come titolo per il film di esplorazione e powdersurfing che stiamo per realizzare. Partie? Una parola di origine francese, con più di un significato tedesco adeguato ed espressioni correlate in lingua inglese. Grazie a pionieri come Gregg Todds e Wolfgang Nyvelt, il powdersurfing è ormai uscito dalla sua forma embrionale ed è oggi abbastanza noto. Ma lo stesso molti appassionati di snowboard non l’hanno ancora provato o lo giudicano erroneamente come una novità per stanchi amanti del powder che raidano solo la neve più profonda del Canada o del Giappone. È ora di cambiare, è tempo di diffondere la febbre.
un mondo completamente nuovo. Via gli attacchi e le montagne diventano un parco giochi ancora più grande. [...] la possibilità di sentire i brividi anche sul terreno più semplice, celebrando di nuovo lo scivolare sulla neve mixandolo con po’ di surf e skateboard. assoluta di straps. Forse è la possibilità di saltare o scendere in qualsiasi momento, l’opportunità di muovere tutto il tuo corpo senza restrizioni, è un’attrezzatura minimalista, oppure la più ampia scelta di un terreno divertente, la sensazione di essere al limite del controllo? Siamo lontani dal trovare risposte precise, siamo semplicemente motivati a dare un’occhiata a come il powdersurfing è attualmente celebrato da una selezione di persone che tengono in grande considerazione questa attività.
Amiamo lo snowboard. Davvero, tantissimo. Ma spesso si ha il bisogno di sentirsi un po’ più liberi, solo di tanto in tanto. A volte solo un piede, a volte due... e sì, abbiamo provato anche il pattinaggio su ghiaccio ma nah! Il Powdersurfing è stata la risposta. Lo snowboard è già così vario che vale la pena celebrare tutte le sue molteplici forme. Sembra di non averne mai abbastanza. E poi bam... un mondo completamente nuovo. Via gli attacchi e le montagne diventano un parco giochi ancora più grande. Non fraintendetemi però, non si tratta solo di rallentare lo snowboard, si tratta di avere un’opzione in cima, la possibilità di sentire i brividi anche sul terreno più semplice, celebrando di nuovo lo scivolare sulla neve mixandolo con po’ di surf e skateboard. E sì, c’è una parte in più di libertà in questo surf sulla neve. Difficile stabilire di cosa si tratti esattamente, è qualcosa in più che la mancanza
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I personaggi su cui ci focalizzeremo saranno scelti per l’approccio originale, le loro caratteristiche uniche e il loro entusiasmo verso questa pratica. Alcuni dedicano quanti più giorni possibili a questa sorta di felicità senza limiti, altri escono solo quando le condizioni lo consentono davvero. Molti di loro sono piuttosto sconosciuti e continuano la loro lotta per diffondere la febbre del powdersurfing in modi appropriati e non cessano mai di ispirare le persone che incontrano lungo la strada. Preferiamo mantenere segreti ulteriori dettagli sui nostri protagonisti fino a quando il film non sarà pronto. Quello che possiamo rivelare è il fatto che la maggior parte delle riprese avverrà sulle nostre Alpi di casa, vogliamo promuovere il grande vantaggio che hanno di regalarti emozioni fresche mentre riscopri il tuo territorio. Non c’è bisogno di viaggiare lontano, bastano i monti fuori dalla tua porta. Potrebbe però essere necessario riadattare il
modo in cui interpreti il terreno, ma sarà solo per il tuo bene. Se non ti adegui al terreno e alle condizioni, sei finito. Impara a leggere ciò che ti è stato dato e poi gioca con esso. In generale, questa attività è tutt’altro che esclusiva e questo progetto non fa eccezione, molte sessioni sono state annunciate pubblicamente e tutti sono ben accetti. Benvenuti a esplorare e celebrare insieme il powdersurfing. Come mente creativa di questo progetto, devo confessare che l’idea generale di realizzare un film era già in giro da un po’, ma ha preso forma solo con il passare del tempo e incontrando persone sempre più interessanti lungo la strada. Inoltre, personalmente, penso che si possa cogliere il pieno potenziale dell’intera faccenda solo col trascorrere del tempo e delle esperienze. È limitato solo se la tua immaginazione e motivazione lo sono. Puoi migliorare di volta in volta la tua presa e volare un po’ più lontano, raidare su una tavola di legno grezzo durante i giorni soleggiati,
sperimentare con una tavola extra lunga su alcune colline morbide, fare le prime discese su ghiacciai o giù per i canali, provare trick di skateboard nella fanghiglia primaverile o semplicemente divertiti un pomeriggio con il tuo bambino sulla solita collina dove andate in slittino. Le possibilità sono infinite. Fai come ti senti. Questa arte purista di raidare la neve senza attacchi merita un po’ più di esplorazione, celebrazione e documentazione. Ed è quello che faremo. Inizieremo le riprese con le prime ride quando le colline saranno appena coperte dalle prime nevicate e quindi seguiremo semplicemente il flusso imprevedibile della prossima stagione invernale concludendo quando essa volgerà al termine a maggio. Il primo teaser del film uscirà a gennaio 2020 e un secondo due mesi dopo. Dopo proiezioni in festival cinematografici e occasioni simili all’inizio dell’autunno 2020, il film completo sarà disponibile gratuitamente online alla fine di novembre 2020.
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Vogliamo promuovere il grande vantaggio che hanno di regalarti emozioni fresche mentre riscopri il tuo territorio. Non c’è bisogno di viaggiare lontano, bastano i monti fuori dalla tua porta.
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Prosper Visionz
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Ernesto Garcia Delgadillo by Denis Piccolo PHOTOS
Ernesto Garcia Delgadillo Rodrigo Garcia Delgadillo Enrico Cerovac Federico Casella
pause dallo skate, lavoro e vita siamo sempre comunque rimasti legati allo spot e alle persone che lo animano.
Secondo il vostro punto di vista com’è cambiata la scena skate negli ultimi 10 anni? Rispetto ad anni fa sicuramente lo skate
è diventato alla portata di tutti. Quando abbiamo iniziato noi a skateare non era cosi accessibile come è ora, come tutte le sottoculture entrarci a contatto e farne conseguentemente parte era più difficile, non c’era tutta questa attenzione mediatica a riguardo, i social hanno sicuramente contribuito a renderlo più fruibile alla massa, con tutti i suoi pro e i suoi contro.
Chi fa parte di questo collettivo? Io, Rodrigo Garcia Delgadillo, Roberto Beretta Delgadillo, Enrico Cerovac, Federico Casella, Stefano Campioni e Paolo Bazzana.
Prosper Visionz nasce nel 2014 da una mia idea, l’intento iniziale è stato quello di documentare fotograficamente gli ambienti che hanno segnato la mia infanzia, la scena punk e skate principalmente. Cos’è Prosper Visionz? Al momento è un
collettivo composto da più elementi, la fotografia è rimasta la base portante del progetto ma nel corso degli anni si sono affiancate persone provenienti da contesti affini che hanno contribuito ad arricchire il tutto.
Milano Centrale è sempre stato un fulcro per la scena skateboard, cosa rappresenta per voi? Per noi Milano Centrale è un po’ come casa, abbiamo iniziato a skatearci nel 2004. Fra
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Presentami brevemente ognuno di voi.
Io, Rodrigo e Roberto abbiamo creato Prosper come collettivo e ne seguiamo la parte fotografica ed illustrativa, Federico ed Enrico li abbiamo conosciuti skateando molti anni prima che nascesse Prosper, si sono uniti al collettivo in quanto fotografi nel 2017 in occasione della mostra collettiva “Workers” in Santeria qui a Milano, Paolo ha stampato la nostra prima fanzine “Hawks” nel 2016 oltre alla maggior parte dei lavori che successivamente ognuno di noi ha pubblicato individualmente, Stefano è un amico di infanzia e viene dall’ambiente punk, insieme abbiamo lavorato al progetto dei mixtape “Ororo” e “Sessions” rispettivamente del 2015 e 2016. Al momento stiamo lavorando su un terzo mixtape che dovrebbe uscire entro la fine di quest’anno.
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Per noi Milano Centrale è un po’ come casa, abbiamo iniziato a skatearci nel 2004. Fra pause dallo skate, lavoro e vita siamo sempre comunque rimasti legati allo spot e alle persone che lo animano. L’ultima esposizione collettiva durante il SSFF 2019 penso sia il progetto che ci ha permesso di dare una visione solida del collettivo ed è la cosa alla quale siamo più legati.
Fate anche una fanzine. In un momento dove tutto verte sul digitale come mai questa scelta? Venendo dall’ambiente punk
hardcore abbiamo sempre avuto tra le mani fanzine e materiale cartaceo, quando ci siamo resi conto di avere un buon quantitativo di materiale fotografico ci è venuto naturale pensare di produrre una zine nostra dove poter mostrare da cosa è composto il nostro mondo.
Rispetto ad altre culture, quella skate ha portato sempre tantissima creatività. Da cosa credi dipenda da questo? Penso possa
dipendere dal fatto che è un contesto aperto e ricco di influenze, basti pensare a quante cose vengono in mente quando si nomina la parola skate: arte in forma generica ma più nello specifico disegno, musica, fotografia, video.
Siate attivi con video, esposizioni e pubblicazioni indipendenti. Parlami del progetto che vi rappresenta maggiormente.
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Domani cosa si farà? Stiamo lavorando su
una nuova fanzine, l’ultima risale al 2016 e ai tempi il contenuto fotografico era principalmente mio, in questi 3 anni sia Rodrigo che Roberto si sono avvicinati alla fotografia e ovviamente il contributo di Enrico e Federico in questo senso è stato prezioso. Col tempo si sono andati ad aggiungere elementi che hanno permesso alla “visione” di ampliarsi, ogni persona raffigura un tassello importante ed insieme si può pensare di costruire qualcosa di solido, chi vivrà vedrà.
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The Knukkle Huck Backpack 62°
What’s in your backpack, fridge? Fridge Tischendorf si è letteralmente lanciato sulla scena al Superpark 2017, grazie a tricks folli nel più selvaggio degli stili con un’apparente mancanza di rispetto per il suo benessere. La cosa più singolare tuttavia era che, per l’intero evento, indossava uno zaino ed è diventato presto famoso come il backpacker norvegese. Dovevamo per forza saperne di più di questo pazzo nordico e, cosa ancora più importante, chiedergli cosa si nasconde nel suo zaino.
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George Boutall PHOTOS
Matt Georges ILLUSTRATIONS
Evergeen Design House
Ciao Fridge, prima del Superpark 2017 non avevamo mai sentito parlare di te, dove ti nascondevi? Non è mi stessi proprio nascon-
dendo, ma ho solo ho lottato a lungo con gli infortuni. Ho avuto due o tre interventi chirurgici al ginocchio e questo di solito si traduceva nel non raidare per un’intera stagione. Penso che Superpark 2017 sia stata una delle prime stagioni in cui sono sopravvissuto per tutto il tempo senza danni. Di solito le cose vanno un po’ meglio finché riesco a rimanere in salute.
Dopo Superpark 2017 hai iniziato a ricevere un bel po’ di attenzione su scala internazionale, è cambiato qualcosa con tutto questo clamore? Mi sento come se le cose
stessero cambiando costantemente. Apprezzo davvero tutto l’hype e penso che l’unica cosa che è cambiata è forse il fatto che ora devo considerarmi uno snowboarder professionista invece di un comune snowboarder. Vengo coinvolto in cose molto interessanti, ma devo migliorare nel rispondere alle e-mail e nel lato commerciale dello snowboard. Credo che io debba solo crescere.
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Andiamo al punto, come ti è venuta l’ idea di raidare sempre con lo zaino? È iniziato
tutto in maniera abbastanza casuale. Ma sicuramente l’idea mi è venuta dopo un’intera estate passata a giocare a Skate 2. C’era un personaggio troppo forte che andava in skate con uno zaino.
Trovi che lo zaino ti aiuti nel riding, è tipo un superpotere? Mi dà sicuramente un po ‘di superpoteri, sì. Mi sento nudo senza.
Quindi la domanda che tutti si pongono: cosa nascondi nello zaino? Potrei inventare
una nuova storia ogni volta riguardo a ciò che ho nello zaino e sarebbe sempre vero. Ha comunque uno scopo reale. Potrei dire che lo zaino è una metafora della vita. Devi sempre tenere in considerazione ciò che hai dentro, ciò che scegli di portare con te per tutta la vita. Molta merda ti trascinerà giù e ti renderà più lento, quindi assicurati di lasciar andare le cose che non servono e non ti aiutano a vivere una bella vita.
Hai uno sponsor per lo zaino, ti stanno pagando un sacco di soldi? Non ho avuto uno
sponsor per lo zaino per un sacco di tempo. Niente soldi extra, solo qualcosa che ho scelto di fare.
“Lo zaino è una metafora della vita. Devi sempre tenere in considerazione ciò che hai dentro, ciò che scegli di portare con te per tutta la vita. Molta merda ti trascinerà giù e ti renderà più lento, quindi assicurati di lasciar andare le cose che non servono e non ti aiutano a vivere una bella vita.”
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Hai mai pensato di utilizzare un sistema airbag che potrebbe salvarti quando salti sui kicker? Sì, l’idea è nell’aria. Lo zaino dei sogni avrebbe sicuramente un sistema airbag, sedia integrata e altoparlante, e forse un sistema di raffreddamento. Forse creerò qualcosa del genere in futuro.
Cosa vuoi dire a quelle persone che stanno adottando il tuo stile usando uno zaino, hai qualche consiglio? Probabilmente di stare
alla larga dalle bottiglie di vetro, ho sentito delle storie su qualcuno che è rimasto paralizzato a causa loro... E se usate uno zaino con fibbia a cintura assicuratevi di averne una adeguata, non uno economico. Una volta in backcountry con il mio zaino sono caduto male. Entrambi
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gli spallacci sono stati strappati via e se avessi avuto una fibbia sul petto probabilmente mi avrebbe strozzato. Per fortuna non è successo!
Sei sicuramente un rider che emerge dal mucchio, come definiresti il tuo stile? Non
ho mai pensato a come definirei il mio stile. Forse direi che è uno stile libero. Come un cannone libero che non sai mai quando sparerà.
La cosa più bella nel guardarti raidare è che sembra che tu ti stia divertendo un sacco, è vero? Come si dice: fingi finché non
diventa reale! No scherzo, è strano ma a volte mi stupisco di quanto mi piaccia snowboardare. Sono quasi deluso quando sono infortunato o troppo stanco...
The Dream Backpack 66°
Molti rider odiano le gare mentre sembra che a te piacciano davvero, ad esempio gli X-Games, come è stata questa esperienza? Sono cresciuto guardando gare in TV.
È così che mi sono appassionato allo snowboard. Guardando extreme sport channel. Comunque all’epoca c’era più spettacolo, c’erano un sacco di tipi punk che facevano acrobazie. Non importava atterrare bene finché facevi un po’ di show. Andare agli X-Games è stato lo stesso! È la gara più divertente che abbia mai fatto, il feedback più positivo che abbia mai avuto da una competizione e tornare a casa con una medaglia d’oro al collo è stato un sogno diventato realtà.
E per quanto riguarda il filming, è qualco-
sa su cui ti concentrerai di più? Sono sicura-
mente entusiasta di fare più filming. È qualcosa che volevo fare da un po’. Essere in tre diversi progetti che stanno uscendo in questa stagione è incredibile.
Quali sono i tuoi piani per questo inverno?
L’ultimo anno ho filmato per Scandinavians. Sarà la mia prima vera parte in un film di snowboard, quindi sicuramente voglio dare il meglio! Faccio parte della squadra norvegese, quindi viaggerò con loro facendo gare dappertutto e spero di poter ottenere dei buoni risultati. È stato anche super bello partecipare ad alcuni progetti con Lobster e Vans in questa stagione, quindi cercherò sicuramente di lavorare di più in questa direzione!
Lo zaino dei sogni avrebbe sicuramente un sistema airbag, sedia integrata e altoparlante, e forse un sistema di raffreddamento. Forse creerò qualcosa del genere in futuro.
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Mountain Surfers
lontano ma che invece è ormai presente ovunque, anche alle sorgenti dei torrenti alpini, al grande problema del surriscaldamento climatico che appare spesso con sbalzi inaspettati e segnali molto forti.
Dalle Alpi fino al mare e ritorno, un ciclico viaggio lungo la via dell’acqua
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Mattia Fogliani
Rimbalzando costantemente tra mare e montagna, tra le cime delle Alpi ed i picchi del mediterraneo, scorre la storia di questi Surfisti di Montagna, una storia che si intreccia costantemente con il ciclo dell’acqua e che scorre lungo la sua via. Nasce così il racconto del collettivo Alpsea per indagare il rapporto tra attività outdoor ed ecologia e che, attraverso le bellezze e gli stati di questo ciclo naturale, scopre anche alcuni aspetti negativi che appaiono percorrendo questa via. Dall’inquinamento delle acque, che spesso può sembrare un problema
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Una consapevolezza maturata tra la polvere e le onde che porta questo gruppo di amici a voler tirare il freno, rallentando e riscoprendo i numerosi angoli vicino a casa dove poter vivere l’avventure e l’esplorazione, in un modo più locale e semplice, fermandosi a guardare la bellezza delle piccole cose. Insomma, seguendo questi surfisti di montagna ci ricordiamo che per trovare la felicità, la gioia di disegnare linee in fresca o cavalcare onde divertendosi con buoni amici, non é necessario viaggiare lontano intorno al mondo. Certe volte basta girare l’angolo per ritrovarsi in un’inaspettata esplorazione. Un po’ come suggerisce Gerry Lopez con la celebre affermazione “Surf is where you find it”. È tutto una questione di approccio e seguendo i ragazzi di Alpsea si potranno dunque scoprire progetti ed avventure locali dedicati alle discipline outdoor ed ad un approccio più sostenibile, evitando una comunicazione troppo didattica e scientifica ma ricercando invece un’esplorazione più creativa di queste tematiche, scoprendo quanto vivere locale e in modo semplice non precluda l’avventura e l’esplora-
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esserne al di sopra ma semplicemente essendo parte di esso. Una consapevolezza che Alpsea matura e indaga appunto lungo il ciclo dell’acqua, attraverso la relazione tra mare e montagna, riscoprendo uno stile di vita più lento, semplice e locale, fatto di piccoli momenti, di amicizia e di rispetto per la natura che ci circonda. Una tribù della quale molti di noi si possono sentire parte condividendone le passioni, in un costante equilibrio tra gli elementi, tra precipitazioni e venti, sempre a caccia dell’onda, salendo verso la cima o remando verso il picco. Come una splitboard, divisi in due parti che unite danno forma a questo semplice stile di vivere le cose, rimbalzando tra mare e montagna, trovando il proprio significato di snowsurfing e giocando in modo semplice a disegnare curve, morbidi, lasciando correre le nostre tavole, dalle montagne fino al mare e ritorno. E verso il nuovo inverno che sta per cominciare, nel quale torneremo presto a muovere i nostri passi sulla neve, rincorrendo le perturbazioni a caccia della migliore neve, e magari seguendo l’esempio di questi randagi, scoprirete che l’avventura é proprio dietro l’angolo. zione, ma anzi la possa portare in una dimensione più umana, abbandonando l’egocentrismo che spesso caratterizza gli ambienti delle discipline che amiamo, a favore di un maggiore eco-centrismo, di una consapevolezza di far parte dell’ambiente che tanto amiamo, senza
Trovando la felicità nell’ intraprendere una via più sostenibile, lenta e naturale. Sì, proprio come ci ricordava Gerry, il surf é dove lo trovi. E questi Surfisti di Montagna lo dimostrano: una via più sostenibile, oltre ad essere possibile, é pure divertente e ricca d’ avventura.
“Esplorando le nostre valli o scrutando l’orizzonte di acqua salata, siamo sempre alla ricerca del giusto equilibrio tra acqua e vento, il luogo ed il momento nel quale gli elementi si uniscono in una danza che crea il perfetto terreno di gioco dove far correre le nostre tavole e sentirci liberi disegnando le nostre fugaci linee.” - Mattia Foggiani
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Cast & Carve
TEXT Dave Faustini PHOTOS Andrew Miller LOCATION Eastern Sierras, California
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gni anno, quando arriva la primavera, carichiamo i nostri zaini il più possibile con tutto il necessario per trascorrere una settimana in alta montagna alla ricerca di linee da tracciare e trote dorate da scovare. Nelle profondità selvagge delle montagne della Sierra orientale in California ci sono infinite possibilità di combinare la pesca della trota d’oro e lo snowboard backcountry. Questi due sport non sono spesso associati tra loro ma in realtà condividono molte somiglianze. Pazienza, un grande sforzo per una sola linea o un solo pesce e la possibilità che vada a finir male. Mentre per la maggior parte delle persone lo snowboard non è da prendere in considerazione durante l’estate, la metà di luglio è il vero inizio per ciò che questo gruppo di amici ama chiamare Cast & Carve.
La pesca e lo snowboard sono sinonimo di vita per molti che risiedono in quella piccola area ad est nota come Eastside. Jimmy Goodman e io non facciamo eccezione. Possiamo considerarci come fratelli quando si tratta di snowboard fuoripista e pesca d’alta montagna. “Ogni estate non vedo l’ora che gli alti laghi alpini inizino a scongelarsi ma ci sia ancora abbastanza neve per raidare e poter così unire le mie due cose preferite al mondo. Carving and Casting…” La ragione di questo tempismo è che la maggior parte di queste trote dorate vive in remoti laghi alpini a grandi altitudini che quindi impiegano molto tempo per completare il disgelo. Soprattutto dopo una stagione record di nevicate come è successo sulla Sierra orientale nel 2019. Dopo una partenza alpina che sembrava quella verso un grande obiettivo in-
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vernale, abbiamo fatto la nostra prima pausa guardando il bagliore arancione della prima luce che strisciava lungo le pareti di granito di un picco vicino. Per vivere questa esperienza al massimo, ho deciso che avrei dato uguale attenzione ai prati lussureggianti, ai fiori selvatici in fiore, ai ruscelli tortuosi, agli skyline frastagliati, ai tramonti di zucchero filato, ai sonnellini di mezzogiorno e agli spuntini abbondanti. Trovare delle buone condizioni è stato un po’ una scommessa dato che avevamo a che fare con il manto nevoso primaverile più profondo mai visto negli ultimi dieci anni. Arrivare troppo all’inizio della stagione avrebbe significato che il lago sarebbe stato coperto di ghiaccio e non avremmo potuto pescarci. Ma arrivando troppo avanti ci sarebbe stata troppa neve nei canali per lo snowboard. Senza alcuna garanzia che il viaggio sarebbe stato un successo, abbiamo deciso di continuare la nostra scalata al campo base a 3500 metri. Partenza alle 4.30 del mattino nel pieno buio per evitare le terribili zanzare e i piccoli torrenti di acqua che si formano quando sorge il sole. I nostri zaini erano carichi di cibo, sac-
“L’ossessione è iniziata dieci anni fa”, ha detto Jimmy Goodman. “Sono cresciuto pescando e facendo snowboard ma non mi sarei mai aspettato che queste due passioni mi portassero da una costa all’altra.” chi a pelo, attrezzatura da snowboard e da pesca e qualsiasi altra scorta di cui avremmo avuto bisogno per i successivi quattro giorni. Una lunga ed estenuante camminata di 16km ci ha portati ad un lago remoto e incontaminato, circondato da un enorme parco giochi con scivoli, canali e rampe per lo snowboard. Siamo rimasti sorpresi di quanta neve ci fosse visto che il 90% del lago era ancora ghiacciato. Nei successivi giorni abbiamo pescato fino a quando il sole non riscaldava la neve abbastanza per uscire in snowboard, fare un’escursione e provare qualche linea, per poi tornare al campo, mangiare, fare un pisolino e pescare di nuovo fino al tramonto. Una vita facile, nessun servizio, nessun problema semplicemente godendoci la natura. La trota dorata, il pesce ufficiale dello stato della California, è una specie particolare in
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molti sensi. Non è originario di questi luoghi alpini, ma qui prospera. Trascorre gli inverni sotto il ghiaccio, in un ambiente freddo e buio, aspettando pazientemente il disgelo primaverile. Man mano che il ghiaccio superficiale si scioglie, questi pesci assumono un aspetto criptico e sfoggiano tonalità vibranti di giallo, arancione e rosso. La temperatura calda dell’acqua e la mancanza di predatori danno loro la sicurezza di uscire e nutrirsi. Appena arrivati al campo siamo rimasti sorpresi nel vedere che il lago era rimasto per lo più ghiacciato con solo poche buche. Avremmo dovuto pescare spalla a spalla, con non più di qualche metro tra le mosche di ogni pescatore. Non era l’ideale, ma ce lo siamo fatti andar bene. Mi ha ricordato come è fare snowboard su di un canale stretto con un folto gruppo di amici. Abbiamo lasciato che madre natura ci imponesse come trascorrere il nostro tempo in questo viaggio. Se il sole usciva facevamo snowboard. Se pioveva ci ritiravamo nei nostri bivacchi per dormire un po’ e mangiare. Fra le
“Nel corso degli anni ho acquisito esperienza nella valle, pescando in piccoli fiumi, laghi e ruscelli, facendo alcune brevi escursioni, mentre le vette più alte stavano a guardare appena sopra di noi in attesa. Alla fine, proprio come nello snowboard, volevo di più, nuove esperienze, nuove zone, meno persone e la curiosità di stare là fuori nella natura”. due cose andavamo a pescare. Una vita semplice che non mi dispiaceva. Al momento opportuno, ci siamo fatti strada verso il nostro obiettivo principale, un canale che superava i 3900 metri. Il sole era caldo, la neve soffice e le trote stavano aspettando. Jimmy ha preso il comando e siamo scesi perfettamente uno dietro l’altro fino al lago sottostante, dove le nostre canne da mosca giacevano ad aspettarci. Il perfetto coronamento di due passioni. Quella notte, mentre il sole tramontava sotto l’orizzonte, i colori del cielo mi ricordavano la trota che avevo avuto il piacere di pescare.
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Nicholas Wolken PHOTOS
Aaron Schwartz
Qualche anno fa c’è stato il nostro viaggio annuale verso la terra del Sol Levante, in parte in occasione della fiera Interstyle a Yokohama, ma principalmente per le abbondanti nevicate a Hokkaido. I nostri contatti erano Neil Hartmann, del leggendario team Cardanchi, e il nostro amico Atsufumi Mizuno che ha sempre il suo camper pronto a partire verso qualunque luogo dove ci siano delle buone condizioni.
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opo aver dato un’occhiata alle previsioni meteo, abbiamo deciso di dirigerci verso la casa di Neil in una zona meno popolata fuori Sapporo. Avevamo solo una vaga idea di come questa zona potesse essere, ma abbiamo pensato che sarebbe stato utile lasciarci guidare dalle nostre conoscenze locali. La perfezione nella pianificazione non sempre si traduce in un grande viaggio, spesso è molto più importante avere le persone giuste che formino un buon team.
un gruppo a cui unirsi in Hokkaido, siamo stati felici di averlo accolto.
Quindi vi presento: La nostra amica canadese, Spencer O’Brien, alias “Panda” o “Japanda”, che si è unita spontaneamente al viaggio per alcuni giorni. È stato bello avere con noi una ragazza, e ci ha spronato a mantenere almeno un po’ di buone maniere.
Christoph “Pofel” Thoreson, una leggenda dello snowboard dai tempi del film Robot-Food, diventato regista e specialista di droni, ci ha accompagnato e si è occupato del lato video delle cose. Sempre pronto per una risata e facendo il possibile per ottenere gli shot giusti, è stata una eccellente aggiunta al team.
Il primo giorno abbiamo raggiunto il resort più vicino. Inizialmente sembrava abbastanza decente, ma ero abbastanza abbattuto a causa dell’influenza e del jet lag, quindi in tutta onestà ero un po’ deluso dalle condizioni della neve trovate dopo aver viaggiato così tanto. Ho scelto di saltare le piste e autocommiserarmi un po’ mangiando del ramen, quando il resto del team si è unito a me al ristorante abbiamo deciso di tornare a casa e risparmiare un pò di energie per i giorni successivi. Il nostro piano era di esplorare il backcountry vicino al resort. Ma proprio in quel momento ci siamo ritrovati per caso su un promontorio scoprendo un paradiso! Quello davanti ai nostri occhi era un paese delle meraviglie invernale assolutamente tranquillo e incontaminato, con alberi perfettamente separati in modo da non essere d’intralcio durante le discese. Sembrava irreale ed era altrettanto bello come avevamo immaginato!
Markus Fischer aka “Fischi”. Un’altra famosa testa matta, sempre pronto per una buona vecchia avventura! Un amico di lunga data e un mago della videocamera che stava per caso cercando
Da quel momento in poi quella è stata la nostra attività quotidiana, e si potrebbe dire che gli affari andavano bene! Abbiamo capito all’istante che saremmo tornati in quel luogo il giorno seguente
Lars Popp aka “Sponge Popp”: questo ragazzo rende davvero giustizia al suo cognome. Con un sacco di pop e il suo stile da backcountry con influenze dallo skate, si lanciava sempre giù come un razzo, mixando jump e curve con stili potenti.
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Lars Popp
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Aaron Schwartz: un fatto poco noto riguardo questo ragazzo è che, nonostante trascorra la maggior parte del tempo dietro l’obiettivo, è bravissimo anche davanti! Aveva sempre una buona parola per tutti e le sue vibrazioni positive sono state essenziali in un viaggio come questo. E poi ci sono io.
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Nicholas Wolken
con le gambe più riposate. “Back Gully”, come lo abbiamo chiamato, ha finito per essere una delle zone principali che abbiamo frequentato durante il viaggio. Raramente abbiamo incontrato altre persone laggiù, e ogni volta che ci siamo tornati abbiamo raidato sempre linee diverse, imbattendoci in nuovi scorci. Avere un team così diversificato ha reso ancora più divertente filmare e fotografare. Il nostro punto di appoggio si trovava alla periferia di una piccola città di montagna nota per le sue sorgenti termali, quindi passavamo spesso le nostre serate a fare il bagno e ricaricare le batterie per poi uscire e gustare dell’autentico cibo giapponese. Il nostro posto di ramen preferito era gestito da una coppia di anziani, la terza generazione della loro famiglia a possedere un piccolo stabilimento. Abbiamo anche frequentato un locale che faceva curry più vicino a Sapporo di proprietà di una piccola signora giapponese che aveva decorato il suo ristorante con ogni sorta di cimeli di snowboard. Aveva video di snowboard in TV e ci salutava sempre con un grande sorriso (forse perché sapeva che eravamo snowboarder). Sono tutti ricordi molto preziosi per me, ma sono onestamente un po’ ambivalente riguardo ai viaggi in Giappone negli ultimi tempi. Da un lato, c’è il powder migliore del mondo e una cultura molto diversa, ma fantastica e da sperimentare.
Tuttavia, dall’altra parte molti posti si stanno tristemente affollando di stranieri da tutto il mondo. Tutte queste persone, compresi noi, stanno producendo enormi quantità di CO2 e questo chiaramente danneggia l’ambiente. In un certo senso queste folle si stanno dirigendo in quei luoghi a causa della glorificazione dell’esperienza della neve in Giappone, presentata e diffusa in riviste e video negli ultimi anni. Questo sta facendo sì che più persone decidano di viaggiare a causa di bisogni e voglie che prima non avrebbero avuto. Mi trovo nel bel mezzo di un dilemma morale, in quanto generato da un lavoro che amo ma che porta con sé degli obblighi che stanno iniziando a scontrarsi con i crescenti doveri morali nei confronti dell’umanità e del pianeta. Informandomi ho imparato che mentre le decisioni individuali come le scelte di trasporto sono importanti, usare la tua voce nell’attivismo e soprattutto nel voto politico a favore del pianeta, porta a un cambiamento sistemico molto più ampio. Comunque il paradosso consiste anche nel fatto che dopo aver viaggiato in così tanti bei posti ed aver raidato il powder migliore su questo pianeta, mi diverto di più a snowboardare vicino a casa. La soddisfazione nel trovare condizioni e terreni perfetti è ottima sul momento, ma è temporanea e alla fine lascia insoddisfatti perché ti porta a desiderare di più verso ciò che non ti ha
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“Quello davanti ai nostri occhi era un paese delle meraviglie invernale assolutamente tranquillo e incontaminato, con alberi perfettamente separati in modo da non essere d’intralcio durante le discese. Sembrava irreale ed era altrettanto bello come avevamo immaginato!�
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“Comunque il paradosso consiste anche nel fatto che dopo aver viaggiato in così tanti bei posti ed aver raidato il powder migliore su questo pianeta, mi diverto di più a snowboardare vicino a casa.”
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Lars Popp
pienamente soddisfatto in primo luogo. Il che mi lascia affamato piuttosto che contento di ciò a cui avevo accesso fuori dalla porta di casa. In una certo senso, questi viaggi stanno addirittura togliendo qualcosa alle mie montagne locali, perché le esperienze in quelle più grandi rendono insufficienti quelle vicine. Quindi, prima che qualcuno prenda la decisione di volare in Giappone (o altrove all’estero per lo stesso motivo), vorrei sottolineare che ci sono anche alcuni aspetti negativi da considerare. Prima di tutto, c’è un volo piuttosto pesante di 12 ore seguito da un forte jet-lag da affrontare, per me di solito dura un paio di giorni sia all’andata che al ritorno. Sono quattro giorni che potrebbero invece essere trascorsi sulla neve vicino a casa, sentendosi freschi e divertendosi con gli amici. In generale, mi piace supportare i resort più pic-
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coli ovunque io sia per le stesse ragioni. Di solito usano meno neve artificiale, hanno prezzi dei biglietti più convenienti e il denaro va alla crescita della comunità locale piuttosto che alle grandi società facoltose che possiedono resort più grandi e rendono difficile l’esistenza di quelli piccoli. Se si riesce ad andare oltre i benefici e si vuole provare meno stress fra powder e backcountry, i piccoli resort e/o le escursioni sono la chiave per un viaggio soddisfacente in Giappone. La neve è molto profonda, quindi servono un paio di racchette ed una tavola molto ampia. Noi abbiamo camminato per circa l’80% del nostro tempo sulla neve e i giorni migliori sono stati quelli in cui abbiamo impiegato dell’ulteriore tempo per allontanarci ancora di più. Le condizioni meteo sono state per lo più orribili, ma ci hanno offerto la qualità della neve che stavamo cercando che in ogni caso è stata dannatamente fantastica!
Life in white
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ITW Gabriele Mojon by Denis Piccolo
“Il van è la cosa più simile alla libertà: guidi dove vuoi, quando vuoi e quando sei stanco ti fermi e basta.“ Raccontatemi qualcosa di voi. Chi è Laura e chi è Gabriel? Gabriel è originario della
Catalunya. È nato e cresciuto a Reus, 100 km a sud di Barcellona e nella sua famiglia non c’è mai stata la tradizione di andare a sciare. Fondamentalmente è uno skateboarder della generazione degli anni ‘90 che ha provato lo snowboard e si è appassionato completamente, finché questa passione è diventata la sua professione. Laura è nata ad Alcoi, Alicante, ma si è trasferita a Valencia fin da piccola. Ha iniziato a sciare quando era bambina, all’età di 9 anni ha provato lo snowboard e da allora non ha mai più toccato gli sci. Ha studiato per diventare un’infermiera ma usando tutte le sue vacanze per perseguire la sua passione. Dopo la laurea ha finalmente potuto trascorrere la sua prima stagione invernale nei Pirenei. Lì ha incontrato un pazzo maniaco della fresca 13 anni più grande di lei, indovinate chi?
Quando è nata nella vostra testa l’ idea di quest’avventura? Abbiamo dato vita a Life
in White praticamente quando abbiamo iniziato a stare insieme, circa 9 anni fa. All’epoca non avevamo un nome per il nostro progetto, non era nemmeno un progetto, ma fin dal primo giorno Laura ha documentato le nostre avventure, non l’avevamo pianificato, ha preso forma naturalmente. Abbiamo iniziato a condividere le nostre esperienze e avventure e alla gente è piaciuto, questo ci ha motivato a continuare. Fondamentalmente Life in White è la nostra vita: cerchiamo di inseguire l’inverno senza fine. La nostra casa è in Tirolo, in Austria in inverno, in estate voliamo a Nevados de Chillan, in Cile, e trascorriamo gennaio e febbraio in Giappone. Il nostro furgone è sempre stato parte della famiglia ed un membro molto importante nelle nostre avventure e nella vita in generale. Non possiamo immaginare la nostra vita senza un van. È la cosa più simile alla libertà: guidi dove vuoi, quando vuoi e quando sei stanco ti fermi e basta. Puoi dormire nei posti più belli e, cosa più importante, anche nel parcheggio delle stazioni sciistiche ed essere il primo
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sugli impianti di risalita al mattino. È come avere la tua piccola casa accogliente con te ovunque tu vada!
Parlatemi di cosa vi ha maggiormente stupito di ogni paese che avete visitato. È
difficile scegliere dei luoghi specifici. La bellezza di ogni posto non si basa solo sul luogo stesso, ma anche sul momento della tua vita, su come ti senti, con chi sei, ecc. Ogni posto può sembrare incredibile se sei di buon umore e con persone fantastiche. Ma se dobbiamo nominare alcuni luoghi estremamente belli direi: le cascate dell’Iguazú vicino al confine di Paraguay, Argentina e Brasile, Islanda, i vulcani cileni, il nord del Cile/Bolivia (la zona di San Pedro de Atacama), le Alpi austriache, l’Hokkaido perché è il paese delle meraviglie invernale e le Alpi giapponesi perché sono semplicemente fantastiche!
Viaggiare così tanto cosa vi ha insegnato? Abbiamo imparato ad apprezzare sempre
di più quello che abbiamo nelle nostre case, quanto siamo fortunati ad essere in grado di vedere così tanti bei posti e incontrare perso-
ne meravigliose sulla strada. Inoltre si impara a vivere in modo più semplice, perché in un furgone non puoi trasportare molte cose e devi concentrarti su quelle basilari. Ma quando passi 2 mesi con solo un paio di pantaloni e 2 felpe ti rendi conto che non hai bisogno di così tanta roba. Si impara anche a vivere con poca acqua e a cucinare in una piccola cucina, in pratica ti insegna a vivere in modo più sostenibile.
Se qualcuno si volesse aggregare a voi è possibile? Dall’anno scorso abbiamo deciso di aprire le porte del nostro van e di avviare la nostra compagnia di visite guidate verso le nostre destinazioni preferite in Austria, Giappone e Cile. Il nostro progetto in sé è qualcosa che non abbiamo mai pianificato, è venuto naturale e molti dei nostri follower ci hanno chiesto di unirsi nel corso del tempo. Il nostro progetto si chiamerà Life in White Adventures e la nostra filosofia è piuttosto semplice: vogliamo per i nostri clienti ciò che vogliamo per noi stessi: il powder. Ecco perché i nostri tour sono dinamici, pianifichiamo il percor-
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“Inoltre si impara a vivere in modo più semplice, perché in un furgone non puoi trasportare molte cose e devi concentrarti su quelle basilari. Ma quando passi 2 mesi con solo un paio di pantaloni e 2 felpe ti rendi conto che non hai bisogno di così tanta roba. “ so solo una settimana prima della partenza e andiamo solo con gruppi molto piccoli, massimo 4 persone.
Prossime avventure? Nell’emisfero setten-
trionale abbiamo tantissime destinazioni sulla nostra lista dei desideri: Europa orientale (Turchia, Grecia ma anche Kazakhstan, Georgia e persino Iran!) Nell’emisfero meridionale vorremmo esplorare di più le Ande, in particolare l’estremo sud del Cile e dell’Argentina. Lì si trova la catena montuosa più lunga del mondo, ancora da esplorare a fondo! Ci sono centinaia di valli ancora incontaminate, così tanti luoghi che si sentiamo quasi travolti al pensiero.
Cosa ne pensate del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici? Penso che la
terra abbia dei cicli e stiamo andando verso un periodo più caldo, il problema è che gli essere umani stanno accelerando questo processo causando molto dolore ad altre specie ed a noi stessi. Dovremmo pensare a livello globale e utilizzare tutta la tecnologia e le risorse che abbiamo per combattere ed invertire tutti i danni che abbiamo causato a questo miracolo chia-
mato pianeta terra! Dobbiamo iniziare a pensare al pianeta nel suo insieme, perché questo è quello che è, in una scala diversa è come il nostro corpo. Immagina di essere il pianeta, il luogo in cui vivono milioni di altre creature senza le quali non potremmo sopravvivere. Lo stesso accade al nostro bellissimo pianeta, ci pensiamo sempre come un miracolo, perché è unico, non sappiamo se ci sia un altro pianeta nell’universo come il nostro, quindi dovremmo ragionare a livello globale e prenderci cura di esso prima che sia troppo tardi!
Avete qualche tipo di supporto? Come riuscite a perseguire la neve tutto l’anno? Ga-
briel possiede una società di attrezzature per snowpark chiamata Playground, che produce boxes, rails e shapetools dal 2003. Laura è un’infermiera e ha lavorato per innumerevoli estati e periodi tra le stagioni, ma da quando abbiamo iniziato i nostri tour guidati ci vogliamo concentrare su questo, quindi augurateci buona fortuna e se volete un’esperienza indimenticabile con questi pazzi amanti della neve contattateci!
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Chamonix Mon Amour TEXT Matt Georges PHOTOS Matt Georges RIDERS Arthur Longo Blake Paul LOCATION Chamonix, France
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alve Arthur, come va? Hai voglia di scegliere un tavola, un videomaker e uno spot e partire insieme per due settimane per il progetto Vans: Triple <Backcountry>. Forte! Sono molto eccitato all’idea che Blake Paul si unisca a noi e sono anche contento di lavorare di nuovo con Jake Price, con il quale ho collaborato per parecchi anni. Che ne pensi di Chamonix? Andiamo sempre all’estero a filmare, ma potremmo approfittare delle nostre bellissime Alpi francesi. I luoghi adatti sono tanti e dovremmo trovare della neve abbastanza facilmente. Ci eravamo già stati con Blake per qualche giorno nel 2018 e credo che il potenziale sia davvero alto.
Perfetto! Si va a Chamonix! In più c’è una forte nevicata in arrivo sulle Alpi settentrionali! È sempre impressionante la prima volta che arriviamo in questa valle piena di storia. Il Monte Bianco sulla destra che domina l’Auguille du Midi, il Monde Maudit, i Dru, i Grandi Jorasses etc. È come un’esibizione a cielo aperto delle più belle montagne del mondo, tutte riunite qui in un solo e unico luogo. Sicuramente nessuno tra di noi è un alpinista esperto o un rodato esploratore di grandi altitudini. Ma qui ogni luogo qui è talmente estrema che la gran parte delle piste rimane incontaminata. Non serve andare troppo lontano per trovare degli spot praticabili, né faticare molto per accedere a certe zone. Certo, al mattino si trova un po’ di coda alla seggiovia. Noi non abbiamo né
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“È come un’esibizione a cielo aperto delle più belle montagne del mondo, tutte riunite qui in un solo e unico luogo. ”
piccozze e ramponi né zaini airbag o caschi. Non siamo nemmeno così determinati da voler combattere contro la montagna. Siamo semplicemente qua con il nostro snowboard, la nostra bottiglia d’acqua, il nostro telefono per fare storie su Instagram (importantissimo!) ed i materiali minimi indispensabili: Artva, pala e sonda. I primi giorni abbiamo fatto di tutto in modo da arrivare presto al mattino e salire sulla prima funivia. Ma subito ci siamo accorti che avremmo dovuto cambiare tattica perché nonostante tutto la fila durava lo stesso delle ore a causa della troppa gente. Quindi abbiamo deciso di uscire più tardi al mattino e rimanere qualche ora sdraiati sotto il sole.
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Una decisione che ha reso molto felici i nostri due amici americani che ancora soffrivano per il jet lag. Chamonix è piena di piccoli resort lungo tutta la valle, con diverse esposizioni. Sfortunatamente non tutti sono collegati tra loro, per questo bisogna scegliere bene, a rischio di dover prendere la macchina di nuovo per cambiare luogo, fare un’altra volta la fila e riprendere le funivie dal basso. Dato che aveva appena nevicato molto, abbiamo deciso di esplorare tutte le pareti meridionali prima che la neve diventasse impraticabile. Nei giorni successivi ci siamo occupati invece delle pareti nord meno esposte al sole.
È sempre interessante vedere come snowboarder diversi si approccino ad uno stesso spot. Arthur (Longo) e Blake (Paul) sono molto amici, ma raramente sono d’accordo quando si tratta di un kicker. Il loro stile sullo snowboard è molto simile ma il loro approccio ai salti è molto differente. Blake ama che i suoi in-run non abbiamo difetti, al contrario, Arthur, grazie al suo passato da pipe rider, se ne frega completamente e incassa facilmente tutte le asperità della neve. Come se le sue gambe e le sue ginocchia potessero far fronte a tutto senza vacillare. È piuttosto divertente vederli discutere per lunghi minuti ma entrambi sanno che non dovrebbero far troppa polemica in questi momenti perché c’è ancora tanto lavoro da fare. Il primissimo progetto “Triple” di questa stagione si divide in 3 capitoli: Backcountry, Street e Park. Ogni rider europeo sceglie un compagno di squadra Vans preferibilmente americano per mescolare le culture, un filmer e un posto. Peggio per loro che sono capitati con me! Ma spero siano contenti quanto lo sono io. Abbiamo
dunque 2 settimane con una crew per realizzare un piccolo movie di qualche minuto una foto-zine di circa 80 pagine. Abbiamo un lavoro da svolgere e poco tempo. Blake era molto contento di ritornare in Europa per raidare. Originario di Jackson, Wyoming, è abituato a ben altro. Qui è tutto diverso, ci sono persone dappertutto, musica molto rumorosa che proviene dai bar d’alta quota, code alle funivie, molti turisti. Siamo lontani dalla calma e dalla serenità del backcountry. Ma soprattutto la grande differenza è che devi camminare, camminare e camminare ancora! Una volta sfruttate le facciate a sud, purtroppo abbiamo subito un alzamento delle temperature che ha colpito una buona parte del terreno, anche a nord. Per i giorni seguenti abbiamo deciso di concentrarci esclusivamente su una vasta area, vicino all’Aiguille du Midi. La vista era magnifica, ci trovavamo ai piedi del Monte Bianco e rimanevamo ogni sera fino al tramonto del sole. Il ritorno alla valle era però
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“Blake invece è molto metodico, deve prendere bene le distanze e ponderare ciò che sta per fare, ma una volta che ha terminato il suo rituale, è pronto per farlo altre cento volte.”
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un po’ meno divertente, si dovevano attraversare diverse strettoie in penombra, grandi blocchi di ghiaccio e anche una foresta su una piccola pista ghiacciata, immersi nel buio totale e con la strada illuminata solamente dai nostri telefoni. Le gambe bruciavano, avevamo sete, fame ed era anche tardi! Dopo due settimane con Arthur, non penso di sbagliarmi ad affermare che si tra i migliori snowboarder del pianeta. L’avevo già visto all’opera nei suoi video, sia nella sua serie “She” (Side Hits Euphoria) o nell’ultimo video Landline, ma vederlo dal vivo è ancora più impressionante. Tutto sembra essere facile per lui, il suo stile è veloce e al tempo stesso fluido, e tutti i trick gli vengono naturali, come se non facesse assolutamente fatica. Come fotografo,
un rider come lui è molto stimolante ma allo stesso tempo molto frustrante. Arthur è rapido, esegue e dopo va a sedersi a fumarsi una sigaretta. Sessione terminata! Il problema lo abbiamo noi che dobbiamo trovare in un attimo la giusta angolazione per la foto perfetta. Blake invece è molto metodico, deve prendere bene le distanze e ponderare ciò che sta per fare, ma una volta che ha terminato il suo rituale, è pronto per farlo altre cento volte. Ognuno di loro ha il proprio stile e raramente gli stessi trick. Alla fine siamo riusciti ad ottenere tutto ciò di cui avevamo bisogno, Arthur ha potuto sedersi e godersi il sole in cima al Les Houches. Il Monte Bianco era tutto arancione, proprio come la sigaretta che aveva appena acceso.
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“Tutto sembra essere facile per Arthur, il suo stile è veloce e al tempo stesso fluido, e tutti i trick gli vengono naturali, come se non facesse assolutamente fatica.”
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Nicolas Müller INTERVIEW Matteo Rossato
PHOTOS Silvano Zeiter
LOCATION Laax, Switzerland
“Everybody’s feeling down and I’m like: “Y’all need more fruit and vegetables”
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Visionario, un po’ hippy, genio: Nicolas Müller vive in simbiosi con Madre Natura e il suo riding ne è la conseguenza. Pioniere della tavola e della vita sostenibile, traccia il percorso per lo snowboard di domani, seguendo la sua chiara visione onirica. Abbiamo avuto una piacevole chiacchierata con lui sulla vita, lo snowboard ed un futuro sostenibile. Ciao Nico, come stai, dove sei e cosa stai facendo in questo momento? Ciao, sto be-
nissimo, mi sono appena preparato un drink caldo al Mamaloha Chaga, uno spuntino con alcune noci di canapa arrostite di Alpenpionier e sto per mettermi a rispondere ad un po’ di mail. Classiche cose da imprenditore nel 2019!
Dicci qualcosa su Isle Of Snow, l’ultimo lungometraggio di Absinthe. Dovresti essere in viaggio per il tour in questo momento, giusto? Esatto, al momento mi trovo
su di una autostrada tedesca direzione Amburgo.A bordo abbiamo anche due nuove leve, Matt Wainhouse e il mio compagno di squadra Thirty-Two Dylan Alito. Ci divertiamo un sacco e le persone sembrano adorare il nuovo film. È davvero divertente. E questo è quello che conta, giusto? L’intro è uno dei miei preferiti finora e la colonna sonora è spettacolare, ma non ho intenzione di anticipare troppo, voglio che tutti lo vedano prima!
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Qual è la tua opinione sui lungometraggi di snowboard? Quelli di Absinthe ad esempio
sono film di snowboard 100% reali realizzati da Justin Hostynek, Shane Charlebois, David Vladyka, per nominare alcune delle persone più dedite a documentare artisti laterali che si divertono nel loro elemento. È un prodotto che non invecchia mai. E se lo fa forse è solo un segno che ci invita a riconnetterci col nostro bambino interiore. Penso che ci siano molti elementi visivi spettacolari. Anche Fruition era un lungometraggio. È strano, ma ci siamo divertiti tantissimo nel farlo. Questo è ciò che conta perché non vorrei far perdere tempo a nessuno. Quando si da il meglio si è già a metà dell’opera.
Il tuo impegno a lungo termine per una vita sostenibile è invidiabile. Qual è la tua opinione sullo stato attuale della battaglia verso il cambiamento climatico? Stiamo as-
sistendo ad un sacco di cambiamenti e penso che le persone stiano iniziando a mettere in di-
“Sono co-fondatore di Alpenpionier. Coltiviamo canapa nutrizionale biologica in Svizzera e forniamo al mercato svizzero tutti i tipi di alimenti che contengono qualsiasi forma di noci di canapa. Uno dei nostri obiettivi principali è usare la canapa locale come alternativa alla soia importata.” scussione le cose sempre di più. Ma da dove cominciare? Il vero sciopero climatico dovrebbe essere nel piatto e nel portafoglio. La politica è gestita dalle più potenti famiglie economiche, l’élite monetaria. È pazzesco perché vedo come alcuni amici vorrebbero far qualcosa per clima ma pensano che i voli aerei siano il male, che il petrolio e la benzina provengano da fossili e la CO2 sia veleno. Ma il petrolio è abiotico ed è il secondo liquido più diffuso sulla terra dopo l’acqua, non ne rimarremo mai a corto. La CO2 è uno dei tre elementi di base di cui sono fatti l’uomo, le piante e gli animali: idrogeno, ossigeno e carbonio (CO2). Le persone che studiano sostenibilità apprendono numeri e informazioni false mentre le università sono sponsorizzate da lobby gestite dalla stessa élite. E loro sanno che la risposta per i dispositivi di energia libera è stata scoperta qualche tempo fa da Nikola Tesla e Viktor Schauberger. Come mai gli studenti non hanno mai nemmeno sentito questi nomi? Beh, non è una sorpresa perché non pagheremmo energia altrimenti e ciò danneggerebbe i loro portafogli o addirittura farebbe crollare le banche federali. Sembra quasi uno scherzo e i poteri forti stanno letteralmente ridendo dell’eco-attivista che predica la fine dei combustibili fossili in favore di energia rinnovabile, intanto però gli vendono nuovi dispositivi e applicano una tassa sulla C02. Alcune soluzioni potrebbero essere l’acquisto di alimenti biologici da negozi locali ed marchi di cibo biologico. Eliminare carne, soia e pro-
teine del grano in favore della canapa che ha tutti i 20 aminoacidi di cui abbiamo bisogno. Inoltre preserva l’acqua sotterranea dalle tossine e aiuta molte specie che sono essenziali per la nostra catena di biodiversità!
Abbiamo dato un occhio al tuo elenco di sponsor sul tuo profilo Instagram e, oltre a quelli di attrezzature tecniche, hai molte aziende di prodotti sostenibili che ti supportano. Esatto, infatti sono co-fondatore di
Alpenpionier. Coltiviamo canapa nutrizionale biologica in Svizzera e forniamo al mercato svizzero tutti i tipi di alimenti che contengono qualsiasi forma di noci di canapa. Uno dei nostri obiettivi principali è usare la canapa locale come alternativa alla soia importata. La Svizzera è un paese piccolo ma importa ogni anno oltre 300.000 tonnellate di soia.
La seconda startup di cui faccio parte è Mamaloha. Tom Roos ed io abbiamo iniziato a produrre zinco con ingredienti naturali e senza imballaggi in plastica. La nostra ultima e più grande aggiunta è una vasta gamma di polveri di funghi medicinali. Chaga è estremamente anti-infiammatorio e Tremella per esempio ha agenti anti-tumorali. Suggerisco di iniziare ad implementare quotidianamente il loro consumo perché noi umani, a livello cellulare, condividiamo più del 40% dello stesso DNA dei funghi. C’è infatti un piccolo gruppo di funghi che sono estremamente salutari. Stiamo cercando di riportarli in uso!
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“Stiamo assistendo ad un sacco di cambiamenti e penso che le persone stiano iniziando a mettere in discussione le cose sempre di più. Ma da dove cominciare? Il vero sciopero climatico dovrebbe essere nel piatto e nel portafoglio. [...] Alcune soluzioni potrebbero essere l’acquisto di alimenti biologici da negozi locali ed marchi di cibo biologico.” Ti impegni sempre molto nella progettazione dei prodotti che portano il tuo nome, ogni singola grafica significa qualcosa per te: spiegaci alcuni di questi prodotti ed il motivo del loro design. I boots e i capi che hai realizzato con Thirty-Two ad esempio, come mai il tye dye? Sono super entusiasta
del motivo tye dye su boots e abbigliamento. Adoro il viola e la naturale alternanza di colori del processo di tintura. Inoltre volevo che il mio kit fosse anche color papavero ma non troppo appariscente. Quindi Mike Dawson, il designer di Thirty-Two, ha escogitato questo fantastico modello che in realtà è una scansione esplosa di un iride oculare con diversi filtri colorati su di esso. Volevo anche che l’outfit fosse il più funzionale possibile, si adattasse come un abito Ninja e mi tenesse caldo e asciutto nelle situazioni più estreme. Per il boot, le priorità numero uno erano sicurezza e comfort. Se lo scarpone si muove, l’intera giornata di snowboard può essere rovinata. La Heel Cushion Cup e il supporto della caviglia cambiano il gioco. Tutto con allacciatura tradizionale, quindi non ci sono rischi e puoi restringere le varie zone a seconda di come preferisci!
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La tua tavola in collaborazione con Gnu: cosa significano tutte quelle verdure? E la mano che da l’ok? Volevo realizzare un de-
sign colorato, bello e gustoso. Che mi facesse venire voglia di mangiarlo! Così sono andato al supermercato, ho preso un po’ di frutta e verdura, li ho distribuiti tutti e ho scattato una foto. Sapevo che avrebbe potuto essere qualcosa di bello, ma avevo ancora bisogno dell’aiuto di un artista, quindi ho contattato il mio talentuoso amico Christian Neuenschwander che ha dato il suo tocco speciale. Volevamo che la parte superiore fosse molto semplice, ma che avesse anche qualcosa di disegnato a mano.
Quali sono i progetti di Nico per l’ inverno?
Prossimamente sarò impegnato nelle riprese del video 2020 del team Thirty-two, poi è in programma un vero e proprio film su Laax e un progetto che mi appassiona molto con il titolo provvisorio di Law of Nature. Non voglio dire troppo a questo punto in quanto questo progetto dovrebbe parlare interamente da solo. E spero di ottenere l’impatto che desidero. Per un futuro luminoso con la vita in simbiosi con questo organismo che tutti chiamiamo casa, Madre Natura.
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TEXT Silvano Zeiter PHOTOS Silvano Zeiter RIDERS Gray Thompson Fredi Kalbermatten
“Al giorno d’oggi, in cui l’automobile è quasi disapprovata e va di moda lo Slow-Traveling, diventa tanto più essenziale.“
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Per me, il Glacier Express è sempre stato prima di tutto la classica attrazione turistica. Un modo piacevole per cinesi, indiani, americani e russi di spostarsi in giornata da Zermatt a St. Moritz e, durante il viaggio, godersi strudel di mele e vino guardando il paesaggio che scorre lentamente attraverso le grandi vetrate. Il fatto che il GEX o il suo percorso colleghi anche alcuni dei più spettacolari paradisi del freeride appare marginale, ma al giorno d’oggi, in cui l’automobile è quasi disapprovata e va di moda lo Slow-Traveling, diventa tanto più essenziale. Da qui inizia il mio viaggio con Gray Thompson e Fredi.
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“Questo enorme parco giochi si è rivelato molto divertente ed una bella sorpresa all’inizio del nostro viaggio.“
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Zermatt Il nostro primo stop e punto di partenza immediato è stato Zermatt con il suo onnipresente Cervino. Durante i suoi soggiorni in Svizzera negli ultimi anni, Gray scherzava sempre a proposito del maledetto Cervino che pare sempre visibile da ogni luogo tanto che sembra quasi che ti segua. Nelle vetrine dei negozi, su cartoline, poster, etichette di caffè, cioccolato e qualsiasi altra cosa stampabile. Personalmente, la montagna più fotografata al mondo c’è l’ho praticamente sullo zaino, ma è vero che è semplicemente impressionante. Ricordo anche l’espressione di Gray quando andammo dalla sta-
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zione in direzione Rothorn, svoltammo l’angolo e vedemmo per la prima volta il Cervino con i nostri occhi. È un momento che non dimentichi. Pur essendo Vallesano, devo confessare di aver avuto poca esperienza precedente per quanto riguarda il freeride a Zermatt. Per una serie di motivi, molti Alti Vallesani sembrano spesso evitare Zermatt anche perché ci sono diversi snowpark interessanti nel nostro splendido Canton Vallese. Tuttavia, questo enorme parco giochi si è rivelato molto divertente ed una bella sorpresa all’inizio del nostro viaggio. Prossima fermata - la mia casa, l’Aletsch Arena.
Aletsch Siamo andati a dormire nella casa dei miei genitori a Fieschertal e dopo i consueti saluti ci aspettava la Raclette di papà Seppi, mentre mia mamma Yoli cercava di parlare in un misto tedesco inglese con Gray e i nostri due registi britannici Jack e Jamie. Il giorno seguente, ancora pieni di formaggio, ci siamo recati sul Fiescheralp. Eravamo veramente impazienti, poiché aveva appena nevicato ed erano previsti due giorni belli soleggiati. Il powder sperato però era solo superficiale e invece della giornata chiara che ci aspettavamo, difficilmente riuscivamo a vedere oltre il nostro naso. La delusione è stata di conseguenza grande, ma abbiamo comunque cercato di trarne il meglio e cercare di portare a casa un paio di shots. Il secondo giorno è iniziato in modo più promettente e convinto con un tempo decisamente migliore.
Ci siamo recati direttamente all’Eggishorn, da dove si ha la vista più bella del ghiacciaio dell’Aletsch, ma si possono vedere anche Eiger, Mönch e Jungfrau. Ho spiegato con orgoglio ai ragazzi che quello che stavano vedendo era il ghiacciaio più grande delle Alpi. Avevamo pelli, piccozze e ramponi nel nostro zaino e siamo scesi con i nostri splitboard da Eggishorn giù per il ripido ma sottile Chälli-Couloir verso Talegga. Sul Tällrat indirezione Märjela abbiamo attraversato una grotta di ghiaccio direttamente sul bordo del ghiacciaio dell’Aletsch. Sapevamo che la neve aveva soffiato tutta la notte. Dopo la visita all grotta e alcune belle curve siamo tornati a Märjela ed abbiamo ripercorso la montagna di nuovo verso Fiescheralp. La mia soddisfazione è stata grande, le mie montagne di casa avevano ancora una volta dato il meglio di sé e così ci siamo diretti ad Andermatt con la coscienza pulita.
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“Ho spiegato con orgoglio ai ragazzi che quello che stavano vedendo era il ghiacciaio più grande delle Alpi. Avevamo pelli, piccozze e ramponi nel nostro zaino e siamo scesi con i nostri splitboard da Eggishorn giù per il ripido ma sottile Chälli-Couloir verso Talegga.”
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Andermatt In treno abbiamo attraversato il bellissimo Goms fino ad Andermatt e ci siamo lasciati alle spalle il Canton Vallese. Grazie all’Ente del Turismo Svizzero abbiamo potuto soggiornare nel nuovo Radisson Blu Hotel, veramente bellissimo. La mattina dopo abbiamo incontrato il mio vecchio rivale di calcio Raphi Imsand alla stazione a valle del Gemstock. Raphi èun’appassionata guida alpina da 4 anni ed è molto conosciuto ad Andermatt. Quindi via verso il Gemstock. Sapevamo di avere solo poche ore di sole, quindi abbiamo deciso di non complicarci troppo la vita ed esaminare solo alcune potenziali linee per il giorno successivo. Naturalmente i ragazzi non hanno perso l’occasione di raidare un paio lineedi riscaldamento. A mezzogiorno ce ne siamo andati ma quella breve ricognizione è stata sufficiente per capire le enormi potenzialità del Gemstock. La montagna è circondata da una certa aura che fa battere forte il cuore di ogni freerider. Non c’è praticamente nulla che non sia ripido. Siamo tornati di nuovo in hotel dove ci aspettava il prossimo ospite della nostra odissea - Sevi Van Der Meer. Con nostra sorpresa, abbiamo scoperto che durante la notte era caduta un bel po’ di neve fresca. Quando il sole ha baciato la vetta la mattina presto ho provato una certa eccitazione, una sorta di nervosismo ma in senso positivo perché sapevo che non
sarebbe stata una normale e divertente giornata di powder con gli amici. Le linee sul Gemstock o l’accesso a queste non sono per i deboli di cuore. Combattere con i local o altri team per accaparratesele non sarebbe stata certamente una passeggiata. Raphi ci ha guidato subito in una traversata in una «No-Fall-Zone». Mezzoaddormentato, con il mio zaino fotografico non molto leggero e una tavola troppo corta mi sono improvvisamente trovato di fronte a questo muro di ghiaccio. Il suggerimento di Gray è stato «Don’t look down!» Consiglio che ho naturalmente ignorato, scoprendo così che circa 3 metri sotto di me c’era un pericolo potenzialmente mortale. Sono balzato in avanti e mi sono reso conto che la mia vita era appesa a questo piccolo bordo sotto i miei piedi. Devo confessare che non sono mai stato così spaventato su una montagna in vita mia. Ovviamente sono sopravvissuto e tutti quanti hanno trovato quell’avventura fantastica. Ma la paura provata ha sicuramente dato i suoi frutti, perché le linee che abbiamo raidato sono state assolutamente sorprendenti. Che giornata! Linee perfette, curve profonde e nel pomeriggio c’è stata anche una piccola session di salti. Tutto ciò doveva essere debitamente celebrato la sera e l’abbiamo effettivamente fatto ad Andermatt con hamburger, birra e Flämmli.
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“Il suggerimento di Gray è stato «Don’t look down!» Consiglio che ho naturalmente ignorato, scoprendo così che circa 3 metri sotto di me c’era un pericolo potenzialmente mortale.“
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Engadin Il mattino dopo l’Hangover Express non ci ha dato scampo, ma si era appeno unito a noi Gregi Betschon, lasciando il camper a casa. Siamo quindi partiti da Chur, oltre il viadotto Landwasser, Albula e Bergün fino al capolinea a St. Moritz. L’Engadina è quasi un luogo a sé stante, soprattutto quando ha appena nevicato. Apparentemente la neve era caduta solo di recente ma c’era anche molto vento, quindi il nostro viaggio nella diabolica Diavolezza è stato molto meno inebriante dei Negroni e dei Flämmli bevuti la sera prima. Ci siamo spostati di nuovo e siamo saliti sul treno in direzione del passo del Bernina per bere del caffè espresso. Sorprendentemente, dopo Pizockl e Capuns a Pontresina c’era stata una buona nevicata durante la notte e l’ultimo giorno del nostro viaggio si è quindi rivelato un vero spasso. Direzione Corvatsch! Abbiamo cercato di limitare in qualche modo le nostre aspettative, perché ci siamo ricordati del primo giorno a Fiesch, dove la speranza della neve alta si era rivelata essere solo un velo di nevischio. Ma più tardi, dopo aver affrontato
le prime linee, tutti ci siamo subito resi conto che quello sarebbe stato un divertente giorno di powder con gli amici, ciò che tutti avevamo sperato e meritato. Sidehits, spray, butters, linee ed un sacco di sorrisi. Nel pomeriggio abbiamo preso l’autobus e poi il treno veloce per arrivare al Corvatsch e raidare rapidamente giù per il canale fino a Furtschellas che sarebbe stata la conclusione appropriata per la nostra avventura di quasi due settimane. A prima vista, un viaggio lungo la Glacier Express Route potrebbe non sembrare molto innovativo o avventuroso. Il nostro viaggio, invece, è stato tutt’altro che noioso e ha sicuramente dato i suoi frutti. È stato estenuante, grandioso, doloroso, emozionante e divertente, faceva caldo ed è stato a volte pericoloso ma incredibilmente bello. Puoi dare un’occhiata a tutto quello che è successo nella serie di documentari in cinque parti online o nella mia Foto-Zine di novembre! Benvenuto a bordo del Glacier Express, il treno veloce più lento del mondo.
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UNDERGROUND MOREBOARDS BLUE TOMATO ALTON STORE HOTZONE.TV HAMMERSCHMID BLUE TOMATO BLUE TOMATO MOREBOARDS BLUE TOMATO BURTON STORE BURTON STORE DIE BOERSE MOREBOARDS MOREBOARDS XDOUBLE MOREBOARDS MOREBOARDS MOREBOARDS BLUE TOMATO BETABOARDS MOREBOARDS LIVID SPORTS GREEN ROOM MOREBOARDS
ALTENMARKT AMSTETTEN BREGENZ FELDKIRCH GERLOS GMUNDEN GRAZ GRAZ GRAZ INNSBRUCK INNSBRUCK INNSBRUCK INNSBRUCK INNSBRUCK INNSBRUCK INNSBRUCK KIRCHBERG KLAGENFURT KUFSTEIN LIENZ LINZ LINZ LOFER MAYRHOFEN MAYRHOFEN
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MOREBOARDS MOREBOARDS BURTON STORE BLUE TOMATO MOREBOARDS BOARD.AT BLUE TOMATO BLUE TOMATO BLUE TOMATO BLUE TOMATO BLUE TOMATO MOREBOARDS SUPA SURFER MOREBOARDS MOREBOARDS MOREBOARDS BLUE TOMATO MOREBOARDS BLUE TOMATO BLUE TOMATO DIE SURFINSEL FAME BOARDSHOP MOREBOARDS MOREBOARDS MOREBOARDS HANG LOOSE MOREBOARDS BLUE TOMATO LA RESISTANCE
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MADRID ESCALDES MADRID BARCELLONA BARCELLONA BARCELLONA LAS ROSAS S’AGARÓ PUEBLA LEÓN BILBAO MADRID MURCIA SALARDÚ EZCARAYLARIOJA
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BELGIUM 434. 435. 436. 437. 438. 439. 440. 441. 442. 443.
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ANTWERPEN BARCHON GENK GENT HALLE LOKEREN LUXEMBOURG MECHELEN MOL WATERLOO
HELSINKI HELSINKI
CZECH REP. 447. 448. 449. 450.
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Matteo Rossato PHOTO
Grey Thompson by Silvano Zeiter
Questa foto di Gray Thompson che posa a testa in giù in mezzo a due skier, che ad una prima occhiata parrebbe solamente un divertente selfie, è invece densa di significati.La prospettiva: uno snowboarder avrà sempre un punto di vista unico e sfuggente ai più, riuscendo a individuare possibili scenari dove altri non vedono assolutamente nulla. Un sano anticonformismo: non una forma di ribellione guidata da rabbia e risentimento, piuttosto una naturale individualità che rende alcuni rider assolutamente magici e capaci di dipingere vera
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arte sulla neve. L’integrazione: quando fino a una decina di anni fa snowboarder e skier erano due razze incompatibili ed una foto divertente come questa sarebbe stato oggetto di polemica da parte della comunità hardcore dello snowboard, oggi viene interpretata per quello che è, una foto divertente con un rider talentuoso che si fa ritrarre a testa in giù con due sciatori accanto.
Word out.
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