The Pill Magazine 22

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FREEPRESS | 25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 900 SHOPS IN ITALY | BY CHRISTIAN WATSON


TECHNOLOGIES

SOLUTIONS ANY NEED any reason. IsPO: HALL B5POLARTEC.COM - stand 204 POLARTEC LA SCIENZA DEI TESSUTI – CALDO - ASCIUTTO - FRESCO - PROTETTIVO - TESSUTI TECNICI E SOLUZIONI INNOVATIVE PER OGNI NECESSITÀ E TUTTE LE SITUAZIONI

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©2017, Polartec, LLC. Polartec®, Polartec® Alpha®, Polartec® Neoshell®, Polartec® Delta™ and Polartec® Wind Pro® FR are registered trademarks of Polartec, LLC 2017

ALPHA ® NEOSHELL®

WIND PRO® FR

DELTA™

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EDITO B Y D AV I D E F I O R A S O

Il sorgere della coscienza ecologica, è tra gli eventi dominanti del nostro tempo, il fenomeno che pone le maggiori sfide al sistema di valori etici, giuridici, politici della società in cui viviamo. Ma cosa si intende propriamente per coscienza ecologica? La definizione più semplice e diretta è ancora quella di John Muir, padre dell’ambientalismo moderno: “prendi una cosa qualsiasi e scoprirai che è legata a tutto il resto dell’universo”. L’uomo è parte integrante di un sistema che a sua volta gli è legato inseparabilmente. La nuova apertura ecologica spinge ad un rapporto diretto con la natura, attivando la nostra sensibilità attutita. John Muir raccontava con entusiasmo le montagne cent’anni fa. Annotava nei suoi diari piccole riflessioni su come perdiamo la capacità di sentirci vivi se lavoriamo troppo o se ci concentriamo a come fare quattrini piuttosto che sulle cose che ci rendono felici. Vi suona familiare questo tipo di ragionamento? “Sto perdendo giorni preziosi. Sto perdendomi in un meccanismo per far soldi. Non sto imparando niente in questo inconcludente mondo di uomini. Devo spezzare le catene e andarmene sulle montagne per imparare cose nuove”. Studioso appassionato di botanica, a soli 29 anni Muir decise di mettersi in cammino diretto a Sud, con l’unico scopo di studiare e documentare le bellezze e le meraviglie della natura: un viaggio

che lo condurrà fino a Cuba e terminerà in California. Leggendo il suo diario di viaggio troviamo annotazioni che rivelano la sua inclinazione a una vita solitaria e all’aria aperta, immerso nella natura selvaggia e immacolata, a cui l’uomo non ha ancora imposto la sua presenza. “Migliaia di persone stanche, coi nervi a pezzi e super civilizzate cominciano a credere che andare sulle montagne è andare a casa; che lo stato selvaggio è una necessità; che i parchi e le aree protette di montagna sono utili, non solo perché sorgenti di boschi e di fiumi ricchi di acqua ma perché sorgenti di vita” Per ritrovare l’armonia naturale dobbiamo guardare la realtà così com’è. Non siamo padroni della natura o suoi spettatori esterni, ne siamo parte. Riconnettersi con la natura è come riattaccare dei fili elettrici, riparare un guasto all’impianto; un lavoro calmo e profondo che ridoni il senso di appartenenza al mondo vivente. Dobbiamo riprenderci il fascino dei colori, dei suoni, dei profumi e della vista che ogni attimo riserva sorprese. Wilderness is a necessity. Be wild. Be Free.



P I C M AT T E O PAVA N A

CREW

CONTENTS

EDITOR IN CHIEF

Simone Natale, Marco Contardi,

Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com

Alessandro Belluscio, George Boutall

EDITORIAL COORDINATOR

COMPANY EDITOR

Davide Fioraso | davide@tabcommunication.com

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Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com

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Cristian Murianni | murio@tabcommunication.com

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Verolengo TO

ART DIRECTOR

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Davide Vagheggi | davide.vagheggi@gmail.com

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FLY FISHING

Distribuited in Italy on 800 outdoor shops

MEN OF LAKES 500 ARCO PLASIR BOA STORY CALA CIMENTI HADRIAN’S WALL LA SPORTIVA FACTORY MONTANUS THE WILD SIDE WILD TEE WW

Antonio Piscione | antonio.piscione@gmail.com THEPILLMAGAZINE.COM

The Pill rivista bimestrale registrata

Davide Fioraso | davide@tabcommunication.com

al tribunale di Milano il 29/02/2016 al numero 73

1924US CHRISTIAN WATSON ITW WINTER CALLING FALESIA BELVEDERE

PHOTO SENIOR Alberto Bonardi | contact@albertobonardi.com Matteo Pavana | matteo@tabcommunication.com Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com PHOTOGRAPHERS & FILMERS Cristian Murianni, Davide Fioraso, Marco Morandi, Gianfranco Battaglia, Andrea Schiliro, Dino Bonelli,

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THE DAILY PILL B Y D AV I D E F I O R A S O

AUMENTANO I MARCHI DISTRIBUITI DA BOARDCORE

PATAGONIA VINCE IL CIRCULAR ECONOMY MULTINATIONAL AWARD

Boardcore e Peter Bauer stringono un accordo distributivo per l’Italia: Pally Hi e Amplid Snowboard si aggiungono al portafoglio della società milanese, già distributrice dei marchi Picture, Movement, Santa Cruz, F2 e Demon. Pally Hi è il marchio di abbigliamento in lana Merino e bamboo - ideato e curato dallo stesso Bauer – che unisce il mondo dello streetwear a quello dell’abbigliamento tecnico dalle alte prestazioni in termini di comfort e calore. La lana Merino si unisce alle fibre del bamboo in una collezione caratterizzata dall’estrema attenzione al dettaglio e al comfort. Anche Amplid, il marchio di tavole progettato da Peter, sarà distribuito da Boardcore a partire dalla stagione invernale 2017. Tra i prodotti più innovativi e conosciuti ricordiamo le tavole dall’orientamento freeride, le splitboard come la mitica e conosciutissima Milligram, le tavole super tecniche studiate e dedicate alla conduzione pura come la nuovissima Pentaquark.

La Community dei Young Global Leaders del World Economic Forum, in collaborazione con Accenture Strategy, ha premiato Patagonia con l’Accenture Strategy Award per l’Economia Circolare Multinazionale, in occasione del meeting annuale World Economic Forum, a Davos- Klosters. Questo premio riconosce i notevoli contributi di Patagonia nell’ambito dell’economia circolare, e la sua capacità di guidare l’innovazione e mantenere la crescita in termini di business, riducendo al contempo la dipendenza dalle risorse naturali scarse. Il mercato globale dell’abbigliamento è valutato in 3 trilioni di dollari - ma la crescente tendenza verso la fast fashion ha creato un modello economico molto lineare che produce enormi sprechi. Al contrario, Patagonia sta lavorando per contrastare questo approccio, con un modello di business che si concentra sul realizzare prodotti di altissima qualità e aiutando i propri clienti a mantenere i prodotti in uso il più a lungo possibile.

BUFF SPONSOR DEL BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL WORLD TOUR ITALY 2017

ASICS LANCIA UN NUOVO GLOBAL RETAIL CONCEPT

Il Banff Mountain Film Festival World Tour Italy, rassegna cinematografica che porta in Italia i migliori film del festival di Banff (Canada), giunge quest’anno alla sua 5ª edizione che prenderà il via il 13 febbraio 2017 da Torino. In Italia dal 2013, il festival riscuote un successo di pubblico sempre crescente tra gli appassionati di montagna e attività outdoor. Il tour italiano 2017 prevede un calendario di 28 serate in 26 città, tra cui spiccano Napoli, Pisa e Verona, che il festival toccherà per la prima volta. Ogni serata prevede la proiezione di una serie di emozionanti e coinvolgenti corto e medio metraggi, dove i grandi spazi selvaggi e la natura incontaminata fanno da sfondo alle imprese di atleti ed esploratori, alla ricerca di sempre nuovi modi di vivere l’avventura e di superare i propri limiti. Nella realizzazione dell’edizione 2017, Buff affiancherà gli sponsor Enervit, La Sportiva e Ferrino oltre ai partner tecnici Artech Digital Cinema e Vivaticket.

Lo scorso dicembre ASICS ha lanciato il nuovo retail concept di Bruxelles – il primo store performance del brand. Il nuovo concept è incentrato sulla filosofia “Sound Mind, Sound Body” portando l’approccio customer-centric verso un’innovativa e coinvolgente esperienza di shopping. Lo store di Bruxelles offre le ultime collezioni ASICS sport performance, così come una serie di servizi running, un percorso digitale dedicato al consumatore connesso con l’app RunKeeper e alla community fitness space. Dopo questo esordio, il nuovo concept sarà esteso negli store ASICS e all’interno dei punti vendita globali. Lo spazio fonde l’aspetto di elevata tecnicità dei prodotti – a sound body – con elementi e materiali dall’aspetto naturale e dalle finiture calde – a sound mind. Il risultato è un ambiente che immerge i consumatori in un mondo dove sia la mente che il corpo vengono stimolati.



THE DAILY PILL B Y D AV I D E F I O R A S O

MILANO MONTAGNA VIBRAM FACTORY 2017 È stata presentata la terza edizione di Milano Montagna Vibram Factory, il contest di design che promuove l’innovazione tecnologica legata al mondo dello sport e della montagna. Il concorso si rivolge a tutti i designer, sia studenti, sia professionisti, che abbiano creato o stiano sviluppando progetti di attrezzature sportive, equipaggiamenti e tecnologie per attività in ambiente sportivo outdoor. Novità di rilievo per l’edizione 2017, Vibram Factory invita gli interessati a candidare al concorso anche progetti di design di strutture e attrezzature per praticare l’allenamento outdoor in città, pensate per gli spazi pubblici cittadini. Entro il 30 luglio 2017 sarà possibile iscriversi compilando il modulo presente al sito www.milanomontagna.it raccontando la propria invenzione e allegando foto e/o rendering del progetto.

VELEGGIANDO INTORNO AL MONDO IN SOLI 49 GIORNI Thomas Coville, ambassador Helly Hansen, veleggiando intorno al mondo in soli 49 giorni, 3 ore, 7 minuti e 38 secondi, è il nuovo detentore del record mondiale. Thomas ha iniziato il suo quinto tentativo di record a vela intorno al globo senza scali o assistenza il 6 novembre 2016. La mattina prima di salpare, composto e determinato al successo, sentiva che sarebbe stata l’occasione giusta; dopo quattro tentativi di record precedenti, era sicuro che la sua esperienza e perseveranza sarebbe stata premiata, grazie anche a condizioni meteo a suo favore. Thomas non è nuovo ai record ed è stato il primo velista a percorrere oltre 700 miglia in meno di 24 ore. Fornitore ufficiale da lungo tempo di questo grande professionista della vela, Helly Hansen è davvero orgogliosa di aver supportato Thomas con i suoi capi tecnici.

FERRINO ED ENSA UNA CORDATA VINCENTE Grazie al sodalizio con ENSA e CNSAS, Ferrino somma la propria ricerca e sviluppo all’esperienza di professionisti della montagna, garantendo al consumatore l’eccellenza dei prodotti. ENSA (Ecole Nationale de Ski et d’Alpinisme); lo studio dell’attrezzatura tecnica e dei migliori prodotti disponibili sul mercato sono parte integrante del percorso accademico. La più che ventennale collaborazione con Ferrino assicura un test sul campo al fine di ricevere feedback utili al perfezionamento dei prodotti. A questa si aggiunge la partnership nata nel 1998 con il CNSAS, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico istituito nel 1954 ed oggi composto da circa 7.000 operatori su tutto il territorio italiano. Lo sviluppo di progetti unici e in grado di soddisfare esigenze tecniche specifiche dei professionisti della montagna origina prodotti come lo zaino Guardian 50, attualmente in dotazione all’elisoccorso della Valle D’Aosta.

ARRIVA LA NUOVA APP TOMTOM SPORTS TomTom Sports ha annunciato il lancio della nuova App, portando non solo i dati relativi all’attività, ma insight e motivazione a milioni di utenti. La nuova App TomTom Sports, creata insieme ad atleti e utenti, spinge le persone a muoversi con l’introduzione di messaggi motivazionali, trend dell’attività e confronti, statistiche delle performance al secondo, funzioni di condivisione social, il tutto presentato con un design attraente e friendly. L’App TomTom Sports offre un unico luogo dove poter monitorare fino a 12 diversi tipi di attività che vanno dalla corsa, al ciclismo, dal nuoto allo sci, dal trail running all’escursionismo. La nuova App TomTom Sports consente la condivisione di dati senza soluzione di continuità con una serie di piattaforme di terzi come Strava, Nike+, Endomondo, MapMyFitness, Runkeeper e molti altri.


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BEST MADE B Y D AV I D E F I O R A S O

Thule Motion XT è il compagno perfetto per coloro che desiderano viaggiare completamente attrezzati. Il box da tetto formato famiglia è pensato per trasportare bagagli ingombranti, attrezzatura outdoor e carichi voluminosi, ed è disponibile in una vasta gamma di misure. Il box è facile e rapido da montare attraverso il sistema PowerClick. Un indicatore di copia integrato fa “click” quando raggiunge la pressione giusta, facilitando il montaggio con una sola mano e rendendo l’operazione di fissaggio più sicura. L’apertura su due lati permette l’accesso a tutte le aree di Thule Motion XT da qualsiasi punto della macchina.

THULE MOTION XT

CRESCENT MOON EVA ALL-FOAM SNOWSHOES

KLYMIT HAMMOCK V SLEEPING PAD

Le racchette da neve esistono da secoli, ma in tutto questo tempo la loro progettazione non è cambiata poi molto. Ecco perché siamo incuriositi dalla novità che Crescent Moon ha presentato ad Outdoor Retailer. Queste ciaspole inusuali sono realizzate completamente in EVA a doppia densità, una materia plastica copolimerica di etilene e acetato di vinile utilizzata per prodotti particolarmente flessibili ed elastici. Pesano solo 635 grammi ed hanno una forma a rocker con punta e coda rialzata per agevolare la corsa e la falcata. Il disegno del battistrada garantisce un ottima trazione.

L’opzione di dormire sospesi in un amaca ha decisamente i suoi vantaggi. Primo fra tutti, quello di non dover aver a che fare con rocce e terreni irregolari. Di contro, si è più esposti all’aria ed il tessuto malleabile può portare scomode posizioni e sonno limitato. Hammock V, il nuovo sleeping pad di Klymit, risolve questi problemi. Si adatta a qualsiasi amaca standard e vi sostiene sulla schiena o di lato. Si gonfia rapidamente con 15-20 soffiate e si avvolge intorno al corpo per creare una barriera contro il freddo. Ha diverse zone antiscivolo per mantenervi comodamente al proprio posto fino all’alba.

JULBO VERMONT CLASSIC

TIMBERLAND SHELL TOE WATERPROOF EURO HIKER

THE NORTH FACE CAMPFORTER 35F/2C

Rockstar, alpinisti e appassionati di tutti gli orizzonti ne hanno decantato le lodi. Per celebrare il 125° anniversario e dare ai fans gli occhiali da sole che aspettavano, Julbo ha riproposto i leggendari Vermont. Si tratta del modello tradizionale da alpinismo, con lenti tonde e scocche laterali di cuoio, segno distintivo del rapporto del marchio con la montagna. Disponibile con lente Spectron 4 (trattamento flash + antiriflesso) adatta a un forte riverbero o con lente di categoria 3 con trattamento flash colorati, adatta a tutti gli usi.

La popolare collezione Euro Hiker di Timberland si sta espandendo in un territorio ancora più aspro con i nuovi boots impermeabili Shell Toe. Ispirati dai 40 anni di esperienza di Timberland nei grandi spazi aperti, questi robusti stivali sono realizzati in confortevole pelle pieno fiore e sono rivestiti da una membrana impermeabile in TPU che mantiene i piedi asciutti in qualsiasi condizione atmosferica. Intersuola in EVA e lacci in PET riciclato. Disponibili anche in versione Black o Military Brown.

Sacco a pelo di notte, trapunta da campo di giorno. L’intera parte superiore, removibile mediante una cerniera, fa di Campforter una soluzione versatile per il campsite lounging. Assoluta novità nel suo genere, ha un imbottitura impermeabile 650-fill Pro Down e dispone di un grande cappuccio ed un taglio alquanto generoso che offre spazio ed una comoda vestibilità. Lo strato anti-compressione sul retro è composto da un isolamento sintetico Heatseeker Pro. Ideale per un range di temperatura fino a 2°C.


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BEST MADE B Y D AV I D E F I O R A S O

LEICA M10 Leica ha annunciato la nuova fotocamera M10, l’ultima aggiunta alla celebre linea di fotocamere Serie M. Si tratta di una mirrorless che presta particolare attenzione alla compattezza. Cuore della fotocamera è il sensore CMOS di pieno formato da 24 megapixel, sviluppato appositamente per la nuova M10 e in grado di offrire una più ampia gamma dinamica con sensibilità da ISO 100 a ISO 50000. Il telemetro è anch’esso oggetto di rinnovamento, con un campo di visione allargato del 30%. Il processore d’immagine Maestro II, assieme alla memoria buffer di 2GB, è capace di gestire una raffica fino a cinque fotogrammi al secondo in piena risoluzione.

ALIEN REVOLUTION CAMS Alien Cams è un marchio nato dall’idea di Dave Waggoner che nel 1986 inaugurò la Colorado Customs Hardware iniziando a produrre il primo friend Trigger Cams. Grazie all’innovativo sistema di camme in acciaio, diventò l’esempio da seguire per le evoluzioni successive. Nel 1987 Dave ottenne il brevetto per l’invenzione del Cable Pro. Queste due creazioni gli diedero modo di produrre ciò che ora è conosciuto in tutto il mondo come Alien Cams, un friend con una struttura sofisticata, solida e compatta. Nella versione Revolution la testa ha un asse rivettato che garantisce maggiore attrito e capacità di tenuta, mentre il cavo d’acciaio è stato costruito per avere una maggiore resistenza e flessibilità rispetto al modello originale.

CILOGEAR WORKSACKS

PATAGONIA LIGHTWEIGHT TRAVEL TOTE PACK 22L

CiloGear non è il tipico marchio che potete trovare tra i maggiori retailers, ma i loro prodotti stanno facendo parlare molto di se tra gli appassionati di montagna, specie da quando Outside li ha definiti: “the world’s most rugged packs”. WorkSacks ha un profilo affusolato estremamente personalizzabile. Il fondo è laminato con cinque strati di Cordura e la struttura è realizzata in Cordura 210D, con un pattern in Dyneema ripstop impermeabile, resistente all’abrasione ed incredibilmente leggero. I WorkSacks sono disponibili sul sito web CiloGear in diversi stili e dimensioni che vanno da 20 a 75L.

Versatile, leggero, resistente e può essere trasportato a mano, a tracolla o come uno zaino. Realizzato in flessibile tessuto peso-piuma e comodamente riponibile nella propria tasca, il Lightweight Travel Tote Pack trasporta tutto quello che la tua giornata richiede e ti segue ovunque senza impegnarti le mani. Lo scomparto principale chiuso con zip è ampio e di facile accesso, mentre una tasca organizer esterna con zip (e anello per chiavi) può ospitare l’intera borsa quando non viene utilizzata. Realizzato in nylon ripstop da 71 g/m² 70 denari con rivestimento in poliuretano e finitura in silicone.

ELDAR LAB ATOMO Vivere appieno la natura significa rispettarla. Atomo riduce al minimo l’impatto ambientale e garantisce standard di accoglienza e confort senza eguali. Il design essenziale, concepito in Italia, prende ispirazione dalla particella indivisibile della materia che è alla base di tutto. Atomo garantisce un’esperienza che non ha nulla a che vedere con le classiche tende, anche sospese. Il pianale rigido ricrea perfettamente la sensazione del pavimento di casa per godere al meglio i suoi 4.30 mq di superficie sospesa. Atomo è il risultato di una progettazione ingegneristica di primo livello e di materiali costruttivi dell’industria avanzata. L’alluminio 7075 (Ergal) del telaio, di derivazione aeronautica, conferisce alla struttura resistenza e leggerezza.

VASQUE LOST 40 SNOW BOOT Il suo nome dice tutto: Lost 40 Snow Boot è progettato per perdersi nel paesaggio innevato. Al suo interno una fodera estraibile con 7 mm di feltro di lana ed una schiuma AeroGel sull’intersuola che garantisce una barriera termica con il terreno. Il design si basa sul tradizionale stivale mukluk, con un tocco di modernità. Tomaia in softshell con inserti in pelle scamosciata, mentre nella parte inferiore una suola Vibram Overland con mescola Icetrek. ispirato e testato nel Nord del Minnesota, pronto per affrontare qualsiasi sfida ghiacciata.


MICHELIN ® TECHNICAL SOLES FIBER LITE TECHNOLOGY POWERING

UNDER ARMOUR SPEED TIRE ASCENT MID

Ridurre il peso significa minor energie spese. Sulla base di questa esigenza, e dalla tecnologia degli pneumatici Michelin®, nasce Fiber Lite Technology, la nuova soluzione per lo sviluppo di suole tecniche. La suola integra specifiche fibre tessili per ridurre il peso del battistrada, pur mantenendo alto il livello di performance, inclusa l’adattabilità a diversi tipi di terreno. Con una suola: • più leggera • più sottile

• dalla struttura rinforzata • con buona flessibilità

www.underarmour.it


KILLER COLLAB B Y D AV I D E F I O R A S O

HELLWIG X LANCE NISSAN TITAN XD CAMPER RIG

TAYLOR STITCH X SEAVEES MARINERS BOOT

Dimenticate tutto ciò che sapevate di trucks. Hellwig Suspension Products ha collaborato con Lance Campers per assemblare questo bestiale mezzo da overland basato su Nissan Titan DX. Scelto per la sua potenza, dispone di un motore V8 diesel Cummins da 5 litri in grado di sviluppare 310 cavalli. I componenti Tork Lift, Falken Tire, Fab Fours, Warn Winches e Baja Design hanno fatto il resto.

Lo scorso autunno, con l’introduzione di una propria linea di calzature, la squadra di Taylor Stitch ha messo in chiaro le cose. Il nuovo Mariners Boot è stato realizzato in collaborazione con il marchio della west coast SeaVees; un modello sorprendentemente robusto in tela impermeabile e fodera in cotone per un mix di comfort e durata. A questo si aggiunge una suola a spina di pesce, lacci tecnici in nylon e occhielli in ottone.

HUF X PENTHOUSE MAGAZINE SPRING 2017 Per le grafiche di questa collaborazione, il marchio skate statunitense ha fatto tesoro degli archivi Penthouse, rivista cult del panorama lifestyle-soft porno, utilizzando le copertine più sorprendenti e sensuali pubblicate negli anni 70, 80 e 90, periodo d’oro del magazine. Nella linea apparel i protagonisti di t-shirt, felpe e coach jacket sono i doppi loghi dorati e le immagini provocative. Per il footwear è stato scelto Hupper 2 Lo, modello di sneaker che fa il suo debutto questa stagione.

MARNI X PORTER SURF COLLECTION

NIXON X PENDLETON COLLECTION

Marni continua la sua lunga intesa con il marchio di borse giapponese Porter di Yoshida Kaban. A marcare la loro nona collaborazione, una tonalità di colore oliva, mescolata a venature di nero e giallo, su una texture già vista nella Surf Collection autunnale. Questa collezione offre una gamma di stili completa, dalla famosa borsa Boston agli zaini, dai marsupi agli accessori per laptop, portafogli e portaocchiali.

Nixon è lieta di annunciare la capsule collection firmata Pendleton Woolen Mill e caratterizzata da un pattern senza tempo. La stampa ispirata alla tradizione Americana si fonde con alcune delle silhouette più popolari di Nixon. Tre iconici orologi (The Sentry Leather, The Sentry 38 Leather e The Ranger OPS Leather) con tessuti jacquard e pelle di Horween che ritroviamo anche su borse e piccoli accessori per tutti i giorni.


KILLER COLLAB B Y D AV I D E F I O R A S O

POLER X NITRO SNOWBOARDS QUIVER CANNON Bryan Fox e Austin Smith da oltre 5 anni producono una serie chiamata Quiver. Per questa stagione i rider del team Nitro hanno deciso di concentrarsi esclusivamente sull’utilizzo in freeride, lavorando con gli amici di Poler Stuff. Nascono 4 differenti modelli di snowboard specifici per l’utilizzo in backcountry con shape completamente differenti. Regina della collaborazione la Quiver Cannon con camber cam-out e larghezza mid-wide. 183 centimetri di potenza a coda di rondine.

BAPE X ADIDAS NMD R1 Una delle collaborazioni più folli che si sia mai vista fino ad oggi sulle sneaker NMD ha debuttato in Europa il 12 gennaio 2017. Come da indiscrezioni, il modello è caratterizzato dalla classica firma Bape con stampa camouflage sulla tomaia in due versioni colore; suola Boost e dettagli personalizzati intorno al collo del piede e sul tallone. La Firebird track jacket e la ID96 down jacket confermano i rumors sui capi apparel che completano la collaborazione.

AIRSTREAM X TOMMY BAHAMA RELAX EDITION Libertà, comfort, stile, relax. Tommy Bahama e Airstream magnificamente insieme per una special edition del Travel Trailer da 28 piedi e dell’Interstate Touring Coach. Dal portellone posteriore del vostro rimorchio da viaggio potrete assaporare la brezza dell’oceano e godervi le personalizzazioni votate al relax e alla spiaggia del brand di Oxford Industries. Sedili in tessuto floreale, tende da sole, porta margaritas.

BROOKS X ROCK ‘N’ ROLL MARATHON SERIES Grazie alla partnership che la lega con Rock ‘n’ Roll Marathon Series, Brooks Running ha appena rilasciato una edizione speciale del popolare modello Adrenaline GTS 17 come un tie-in per l’altrettanto noto format di corse che spopola negli Stati Uniti dal 1998. Nessuna sorpresa a livello tecnico, ma semplicemente una stampa all-over con diversi stili di chitarre, dalla Stratocaster all’iconica Flying-V. Sul tacco è riportato il logo Rock ‘n’ Roll Marathon.

WHITE MOUNTAINEERING X BARBOUR OVERDYED JACKET Un tocco di stile White Mountaineering per il famoso cotone cerato che ha reso inconfondibili i cappotti Barbour. La tradizione inglese incontra la modernità in questa giacca co-branded per la mezza stagione. Vista a giugno durante la presentazione della collezione Spring/ Summer 2017 presenta un design monocromatico overdyed in versione black o navy. Cappuccio removibile e tasche per tutti i gusti.


ECO SEVEN 7 NOTIZIE DAL MONDO GREEN B Y D AV I D E F I O R A S O

ODLO SI UNISCE ALLA COALIZIONE PER L’ABBIGLIAMENTO ECOSOSTENIBILE

EOCA GET TOGETHER PROGETTI AMBIZIONI AD ISPO 2017

Odlo è il primo marchio Svizzero ad aderire alla Sustainable Apparel Coalition (SAC), ovvero la Coalizione per l’Abbigliamento Ecosostenibile, diventando così il primo rappresentante dell’industria sportiva svizzera. Odlo userà l’Indice Higg, lo strumento del gruppo per misurare la sostenibilità e per aumentare la responsabilità ambientale, all’interno del processo di produzione e distribuzione. Con l’adesione alla SAC, Odlo si unisce a oltre 170 marchi mondiali, rivenditori e produttori, insieme alle organizzazioni ambientali del governo e non profit, o istituti accademici, che sono collettivamente impegnati a migliorare la catena di produzione nel campo dell’abbigliamento e calzature. Nel suo rapporto con SAC, Odlo contribuirà con dati e risorse per sostenere l’Indice Higg, che misura la sostenibilità e influenza le decisioni da prendere per migliorare l’efficienza e l’impatto sull’ambiente.

Per celebrare e festeggiare i suoi primi 10 anni, in cui ha raccolto e donato 2 milioni di € per la conservazione, l’European Outdoor Conservation Association ha lanciato un ambizioso piano per piantare 2 milioni di alberi in tutto il mondo. EOCA attualmente è impegnata a finanziare 5 nuovi progetti per oltre 1 milione di alberi e sostenere i membri The North Face, LOWA, Nikwax e Marmot in campagne altrettanto simili. EOCA ha da poco lanciato una raccolta di fondi pubblici per raccogliere 30.000 € che serviranno a piantare 80.000 alberi autoctoni in Nepal, in una zona degradata dal taglio illegale di legname, dal bracconaggio e aggravata dai terremoti e successive frane del 2015. La raccolta fondi si terrà ad ISPO presso lo stand EOCA e ad una serie di eventi che prenderanno parte durante la kermesse.

KEEN VINCE L’INSPIRATION AWARD 2017 AD OUTDOOR RETAILER

L’ENERGIA DEI PASSI

KEEN Inc., leader nella produzione di calzature outdoor, ha vinto la settima edizione dell’Inspiration Award nella categoria Manufacturer. Il premio, promosso dal trade show Outdoor Retailer di Salt Lake City, celebra coloro che ispirano gli altri a partecipare e sostenere le attività all’aria aperta e l’industria del settore outdoor. “We are honored to have received the Outdoor Inspiration Award for our work to protect public lands” ha commentato Kirsten Blackburn, Marketing Manager, KEEN Effect. Dei tre milioni di acri che KEEN si è ripromessa di proteggere tramite la campagna Live Monumental, tre progetti sono già andati a buon fine: il Boulder White-Clouds in Idaho, il Mojave Trails nella California meridionale (designato monumento nazionale dal presidente Barack Obama nel febbraio 2016) e più di recente, il Gold Butte in Nevada.

Immaginate ad un sistema di pavimentazione modulare e colorato, per sostituire gli attuali e opachi marciapiedi di cemento che popolano le giungle urbane. È quello che ha fatto la giovane start-up ungherese Platio con un sistema di pavimentazione in plastica riciclata che offre un terreno solido su cui appoggiare i piedi e raccoglie energia pulita dal sole. Il pavimento è in grado di raccogliere energia grazie a delle celle di silicio monocristallino racchiuse dentro un vetro temperato e ricoperte con un supporto in plastica; i moduli di pavimentazione non necessitano di cablaggio ed il sistema elettronico è studiato in modo che tutto si connetta automaticamente. Il pavimento Platio genera 160 Watt per metro quadrato ed è venduto in tre diversi colori. Inoltre, si è cominciato a lavorare ad un sistema innovativo che sia capace di raccogliere energia anche dai passi delle persone.


ECO SEVEN 7 NOTIZIE DAL MONDO GREEN B Y D AV I D E F I O R A S O

ELISKI: IL GOVERNO SI IMPEGNA A UNA REGOLAMENTAZIONE RIGOROSA

LA TERRA MUORE DI CALDO: IL 2016 È L’ANNO PIÙ CALDO DELLA STORIA

Il Banff Mountain Film Festival World Tour Italy, rassegna cinematografica che porta in Italia i migliori film del festival di Banff (Canada), giunge quest’anno alla sua 5ª edizione che prenderà il via il 13 febbraio 2017 da Torino. In Italia dal 2013, il festival riscuote un successo di pubblico sempre crescente tra gli appassionati di montagna e attività outdoor. Il tour italiano 2017 prevede un calendario di 28 serate in 26 città, tra cui spiccano Napoli, Pisa e Verona, che il festival toccherà per la prima volta. Ogni serata prevede la proiezione di una serie di emozionanti e coinvolgenti corto e medio metraggi, dove i grandi spazi selvaggi e la natura incontaminata fanno da sfondo alle imprese di atleti ed esploratori, alla ricerca di sempre nuovi modi di vivere l’avventura e di superare i propri limiti. Nella realizzazione dell’edizione 2017, Buff affiancherà gli sponsor Enervit, La Sportiva e Ferrino oltre ai partner tecnici Artech Digital Cinema e Vivaticket.

Da Nasa e Noaa arriva la conferma. Il 2016 è stato l’anno più caldo della storia. Emissioni di anidride carbonica fuori controllo e conseguente acidificazione degli oceani stanno mettendo a repentaglio le normali condizioni climatiche. A volte, come nel caso dell’Italia, ci troviamo in un mondo alla rovescia, con neve inaspettata al Sud e temperature invernali più elevate rispetto alle medie stagionali al Nord. Se l’umanità non si prenderà la responsabilità di ciò che sta accadendo al clima del Pianeta, la situazione non potrà che peggiorare. Nel 2016 la temperatura media sulla superficie della Terra e degli oceani è risultata superiore addirittura di 0,94 gradi Celsius rispetto alla media del ventesimo secolo. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base della banca dati Noaa, che rileva le temperature dal 1880. Il 2016, insieme al 2014 e al 2015, forma la triade degli ultimi anni più caldi della storia.

MICRO-CASE: VIVERE IN PICCOLO È ECO Una casa che ti fa risparmiare, che a volte ti fa viaggiare, che ti permette di avere ogni comfort in poco spazio: parliamo di un fenomeno immobiliare che sta avendo sempre più successo all’estero e che piano piano sta arrivando anche in Italia. È la frontiera delle micro-case, piccole abitazioni che offrono ogni comodità senza pesare sull’ambiente. Si reinventa lo spazio abitativo, si usano per lo più materiali riciclati, si razionalizza per evitare sprechi e vivere in modo nuovo. Piccoli chalet, ma anche case su ruote, che sono quasi sempre autosufficienti e che raccolgono in pochi metri quadrati tutto il necessario. Le case possono essere usate per brevi periodi, nei viaggi, come dependance o essere scelte come stile di vita. Abbandonando mutui e spese eccessive, scegliendo l’essenziale e l’ambiente. Perché queste micro-case utilizzano energie rinnovabili, spesso riutilizzano l’acqua piovana e sono costruite interamente in legno.


MOUNTAIN SPIRIT BZ QUANDO È PERCHÉ E NATO IL NEGOZIO MOUNTAIN SPIRIT.

IL CONSUMER FINALE SI STA RINGIOVANENDO ?

Mountainspirit è nato nel 2004 su un’idea di Günther Plattner e Christian Werth perché avevamo già da anni voglia di aprire un negozio in proprio.

Sí, tanti giovani, anche giovanissimi (14-20 anni), ma anche over 40 che fino a quest’età non hanno fatto tanto outdoor inziano a fare attività outdoor e a godere la natura.

COSA SIGNIFICA PER TE LA PAROLA OUTDOOR ?

TENDENZE DEL MERCATO DI OGGI ?

Per me vuol dire stare tanto al’ll’aperto sia d’inverno che d’estate e di godermi la vita. Per questo lasciamo il negozio chiuso il sabato pomeriggio e la domenica.

Trailrunning, trailhiking.

QUALE ATTIVITÀ OUTDOOR PRATICHI MAGGIORMENTE ? Alpinismo, freeride, bici da corsa e mountainbike, trailrunning.

GENERALMENTE IL CONSUMER CERCA MAGGIORMENTE IL CAPO DI QUALITÀ SENZA BADARE AL PREZZO O TENDENZIALMENTE CERCA IL MIGLIOR COMPROMESSO QUALITÀ-PREZZO? C’è gente che non compra senza guardare il prezzo, ma ci sono anche quelli che cercano il miglior compromesso qualità-prezzo.

QUALI SONO I BRAND PRINCIPALI CHE DISTRIBUITE. COSA CERCA MAGGIORMENTE LA VOSTRA CLIENTELA TRENTINA ? Marmot, Patagonia, Millet, Arcteryx, Montura, Dynafit, Mellos, Ortovox, Scarpa, la Sportiva e tanti altri. QUANTE PERSONE NON PRETTAMENTE PER MOTIVI SPORTIVI SI AVVICINANO ALL’ABBIGLIAMENTO NATO PER SCOPI OUTDOOR?

Siamo il punto di riferimento di qualità in Alto Adige. PROGETTI FUTURI? Rinnovamento del negozio e re-designing del nostro sito.

Ai nostri giorni anche persone che hanno appena iniziato un’attività outdoor vogliono avere materiale e abbigliamento top.

IL TUO SOGNO NEL CASSETTO ? Che in futuro nevichi...



ISPO PREVIEW BY DENIS PICCOLO

ZONE

CONQUEST DOWN

DISCOVERY HOODY

QUAKE PRIMALOFT

E’ una giacca perfetta per utilizzo winter running, per aggiungere termicità al proprio outfit. La costruzione spacer la rende particolarmente leggera e calda ed i tessuti 4 stretch rappresentano una prima barriera anti-vento. Ideale per non rinunciare mai alle sessioni di allenamento.

La termicità perfetta per la conquista della cima. Piume certificate e compatibili con le più recenti norme europee in materia, pulizia di design con cuciture ridotte al minimo.

Un prodotto 2 in 1 grazie alle sue doti reversibili che danno la possibilità di utilizzare il prodotto da entrambi i lati. Calda e confortevole, strizza l’occhio allo stile di vita dei climber moderni, sempre in giro per il mondo e con poco spazio in valigia.

Evoluzione tecnico-estetica del concetto di giacca termica, una giacca altamente isolante realizzata con imbottitura Primaloft e dotata di tasche ed accessori perfetti per l’utilizzo estremo in montagna.

GALACTICA HOODY

FRONTIER

ELYSIUM PRIMALOFT

NOVA GTX

Prodotto 2 in 1 grazie alle sue doti reversibili che danno la possibilità di utilizzare il prodotto da entrambi i lati. Calda e confortevole, strizza l’occhio allo stile di vita dei climber moderni, sempre in giro per il mondo.

La termicità perfetta per la conquista della cima. Piume certificate e compatibili con le più recenti norme europee in materia, pulizia di design con cuciture ridotte al minimo.

Evoluzione tecnico-estetica del concetto di giacca termica per lei, una giacca altamente isolante realizzata con imbottitura Primaloft e dotata di tasche ed accessori perfetti per l’utilizzo estremo in montagna.

Un guscio impermeabile in Gore-Tex® Active Shell di nuova concezione, perfetta barriera contro qualasiasi intemperia. Winter is coming...e vi troverà pronti.


ISPO PREVIEW 100% M A D E I N I TA LY

W W W.E N O V E .I T

E9 PRESERVE

E9 SQUART

E9 BIG BALL

T-shirt uomo manica corta in cotone elasticizzato, tinta in capo, comoda per l’arrampicata e la vita di tutti i giorni.

Felpa leggera uomo, tinta in capo, in cotone elasticizzato con cappuccio, con tagli asimmetrici.

T-shirt uomo tinta in capo, con taschino in tessuto elasticizzato, originale e comoda per l’arrampicata e la vita di tutti i giorni.

E9 BLAT 2

E9 NANART

Pantalone uomo in cotone elasticizzato, tinto in capo, con patchwork di tessuti a contrasto, originale, comodo e confortevole per l’arrampicata e la vita all’aria aperta.

Pantalone donna, in cotone elasticizzato, tinto in capo, vestibilità slim, comodo per l’arrampicata e la vita all’aria aperta.

E9 ROSS Canotta donna in cotone elasticizzato, tinta in capo, con stampa floreale, disponibile in cinque colorazioni.

E9 3D Bermuda uomo in cotone elasticizzato, tinto in capo, con inserti stampati. Colorato, fresco e confortevole per l’arrampicata e la vita all’aria aperta.

E9 ALEX Top donna tenico imbottito, in cotone stampato elasticizzato e licra, pratico per l’arrampicata e per le vostra attività sportiva.


ISPO PREVIEW BY DENIS PICCOLO

SALOMON S/LAB X ALP PRO

SALOMON WHITEZONE

HAGLOFS ESSENS MIMIC

HAGLOFS ALDER HOOD

Estremamente leggera, molto confortevole e affidabile per ogni spedizione e avventura. Cappuccio regolabile copri casco, polsini e bordo vita regolabili, zip YKK impermeabile, 2 tasche frontali e 1 sul braccio. In GORE-TEX® Pro.

Tessuto Pertex® Shield Plus impermeabile e traspirante stretch con imbottitura Primaloft® con tecnologia brevettata Flowtech+ che permette la circolazione continua dell’aria all’interno della giacca e la fuoriuscita dell’umidità attraverso camere d’aria.

Realizzato con l’innovativo materiale isolante QuadFusion™ Mimic garantisce eccellenti prestazioni anche in condizioni di bagnato. Garantisce libertà di movimento grazie agli inserti inPolartec® Powerstretch® nella zona delle spalle e ascelle.

In tessuto Pontetorto® Tecnostretch garantisce comfort termico, traspirabilità e un’ottima gestione dell’umidità, arrivando a creare un vero e proprio bozzolo protettivo adatto per spingersi oltre i propri limiti.

DYNAFIT SPEEDFIT WINDSTOPPER

VAUDE SESVENNA JACKET II

COLUMBIA OUTDRY EXTREME ECO

BURTON COVERT

Ha il principale obiettivo di far circolare l’aria durante la pratica dell’attività sportiva. Lo speciale mix di materiali, che include GORE® Windstopper e Nylon Softshell Dynastrech, rende questo modello perfetto per l’allenamento e le lunghe uscite scialpinistiche in pista.

Inserti in Lycra e elastane nei punti critici, ma anche traspirante, per mantenere gli sportivi comodi nella fase dinamica e asciutti, anche attraverso la morbida imbottitura in PrimaLoft 60g. Sesvenna fa parte della linea Green Shape per l’ecosostenibilità e il rispetto ambientale.

Rappresenta il capo anti-pioggia più sostenibile e al tempo stesso performante di Columbia. Tessuto 100% poliestere riciclato, capo non tinto, il rivestimento può essere semplicemente pulito strofinandolo.

Prodotti con esclusiva tecnologia Living Lining, è una tecnologia termoregolante che fornisce il massimo comfort e adattabilità grazie ad un sistema innovativo a 3 strati completamenti integrati.


ISPO PREVIEW BY DENIS PICCOLO

HAGLOFS BARRIER RESCUE PRIMALOFT® GOLD ACTIVE

MONTANE ICARUS PRIMALOFT® THERMO PLUME

NORRONA FALKETIND PRIMALOFT® 60

NORRONA FALKETIND DOWN 750

PrimaLoft® rafforza le sue credenziali ambientali e di sostenibilità, lanciando il già apprezzato Gold Insulation Active con il 45% di materiale riciclato post- consumo. Certificato Bluesign®, Haglöfs sarà il primo brand a usare questo nuovo materiale.

PrimaLoft® presenta la sua innovazione Insulation ThermoPlume, l’isolamento sintetico soffiabile con le più alte prestazioni, con il look e la sensazione del piumino naturale. Caratteristiche principali isolamento, protezione dal maltempo e comprimibilità.

Isolante e anti vento, guscio esterno o indumento da mettere sotto un guscio. Il PrimaLoft® Silver fornisce un buon isolamento anche quando è bagnata con un elevato rapporto calore-peso ed è il materiale isolante più comprimibile dell’intera gamma.

Estremamente leggera e può essere compressa nella sua tasca, il che lo rende un perfetto capo isolante da portare sempre con se. Funziona perfettamente come uno strato esterno in estate e come strato intermedio durante l’inverno.

NORRONA LOFOTEN SHIELD POLARTEC PRO ALPHA®

NORRONA LOFOTEN RAW ZIP HOODIE POLARTEC ALPHA 120®

MARMOT DARK STAR POLARTEC ALPHA®

NORRONA LOFOTEN ACE GORE-TEX®

Tessuto esterno in Polartec® Powershield Pro invece interno Polartec® Alpha nella fodera. Giacca ideale per il freeride, sia come guscio che come strato intermedio durante condizioni climatiche avverse.

Polartec® Alpha120 che fornisce un’eccellente calore e trasporto dell’umidità per affrontare le ascese più impegnative. E’ stato aggiunto il Polartec® Power Grid sotto le braccia e lungo i lati.

In tessuto isolante Polartec® Alpha®, la sua elegante fodera in pile è l’ideale per mantenere la regolazione termica e mantenere il confort ad alti livelli e il tessuto esterno resistente, reattivo e resistente all’acqua.

La prima giacca con il tessuto Gore-Tex® di nuova concezione con fibre di Vectran, materiale estremamente leggero e traspirante è così resistente che neanche le forbici tradizionali possono tagliarlo.


ISPO PREVIEW BY DENIS PICCOLO

MAMMUT BARRYVOX

MAMMUT ALUGATOR LIGHT

MAMMUT FLIP-REMOVEABLE-AIRBAG-3

MAMMUT PROBE-240 SHORT

CLIMBING TECHNOLOGY HYPER SPIKE

CLIMBING TECHNOLOGY TAMI

CLIMBING TECHNOLOGY NORTH COULOIR

CLIMBING TECHNOLOGY SNOW BLADE

Rampone tecnico a 13 punte, ibrido e modulare con punte anteriori intercambiabili. In assetto monopunta, con punta Hook e Blade, che permette di avere miglior precisione in aggancio laterale su piccole asperità, siano queste di ghiaccio o di roccia, aumentando la tecnicità del rampone.

In collaborazione con Tamara Lunger. 185 g, resistente tessuto in rete completamente traspirante, confortevole in ogni situazione, persino sopra il tutone d’alta quota e con lo zaino. La soluzione costruttiva permette d’indossarla e toglierla facilmente con i ramponi o gli sci ai piedi.

Possibilità di modularne interamente l’assetto con i diversi accessori le consentono una versatilità unica nella sua categoria. Le configurazioni di vendita sono con martello o paletta e di serie con lama Ice, Change Over, Bumper e Impact Hammer.

Pala da neve in alluminio per scialpinismo e alpinismo, con impugnatura ergonomica. La pala è provvista di nervature per aumentare la rigidità. Disponibile con manico da 46cm o estensibile a 67 cm.

SMITH - BOA TECH QUANTUM

SALOMON DRIVER

SALOMON FOUR SEVEN

SALOMON S LAB X ALP


ISPO PREVIEW BY DENIS PICCOLO

MERRELL COLDPACK ICE+ MID

SCARPA HARAKA

LOWA TIBET SUPERWARM

La suola, realizzata in mescola Vibram Icetrek con tasselli in tecnologia Vibram Arctic Grip, garantisce un ottimo grip sul ghiaccio bagnato. È dotata di sistema Merrell Air Cushion nel tallone per assorbire gli urti e aumentare la stabilità.

Calzatura da città dal mood sportivo, questa calzatura offre prestazioni eccellenti di grip su ghiaccio bagnato grazie alla suola Vibram Arctic Grip, La costruzione Sock-Fit LG aumenta il comfort per una maggiore praticità.

Perfetta per camminare sulle superfici di ghiaccio bagnato grazie alla suola Vibram Arctic Grip. Pensata per chi ama dedicarsi al trekking anche in inverno, con la garanzia di impermeabilità e un piede al caldo.

CAMP - ED MOTION

CAMP - VELOCE

CAMP BLADE - PRIMALOFT®

Ideale per chi vuole un capo comodo da indossare tutti i giorni. Ideale per l’utilizzo sportivo, come tutti i capi Essential, è perfetta per il tempo libero, in città come in vacanza.

Superleggero e compatto, studiato espressamente per le competizioni Vertical/Sprint di scialpinismo. Non si sente in spalla, possiede dettagli come il porta sci X-Press con sistema di fissaggio Hook Rewind Holder e la tasca sullo spallaccio sinistro specifica per la SFC 150 ml.

Tessuti Araneum e T-Lite e imbottitura sintetica PrimaLoft® Silver, che non perde le sue peculiarità isolanti anche in presenza di forte umidità. Il design anatomico assicura un’eccellente vestibilità favorendo il comfort e il movimento.

MARSUPIO - Y30

OXYBURN - 5110 - LANCE

FITWELL 5000


ISPO PREVIEW BY DENIS PICCOLO

AKU - SLOPE AND ULTRA LIGHT

AKU - BADIA GTX

Leggeri, traspiranti ed estremamente comodi nella calzata, sono perfetti per escursioni di breve durata su terreni facili o di media difficoltà. Da oggi con un aggiornamento stilistico caratterizzata da materiali di altissima qualità e di origine locale.

Stilisticamente ispirato alle tradizionali calzature da montagna e arricchito da elementi tecnici come la membrana Gore Tex elasticizzata e la suola Vibram, interamente progettata e realizzata in Europa con l’impiego del 90% di componenti di origine locale.

AKU - CLIMATICA GTX & NBK GTX

AKU - BADIA PLUS

Equipaggiata con l’innovativa tecnologia Gore Tex Surround, così il piede è libero di traspirare anche nella zona plantare mantenendo la totale impermeabilità. Il battistrada con mescola Tenuta garantisce un’ottimale aderenza su superfici sconnesse.

Una calzatura di alto valore qualitativo, realizzata con pellame italiano di alta qualità DANI leather: il pellame della tomaia è ottenuto da un processo di lavorazione privo di cromo, mentre la fodera interna è in pelle Zero Impact, priva di cromo e di metalli pesanti.

MEINDL - WESTPORT GTX Scarpa disegnata su una linea elegante per la camminata confortevole, e realizzata con pellami selezionati che ne rivestono la tomaia, mentre internamente è foderata in GORE-TEX per garantire l’impermeabilità all’acqua. Suola Vibram applica un grip sicuro e tecnologico.

MERREL - AGILITY SUMMIT FLEX Tecnologia FLEXconnect™ che ammortizza e protegge i piedi, è l’evoluzione della scarpa Agility Peak Flex. Garantendo agilità durante una lunga corsa, con una ghetta incorporata per tenere fuori detriti e, un cuscino tecnologico ad aria nell’intersuola, fornisce il massimo del comfort.

MERREL - ALL OUT BLAZE 2 Si concentra su un comfort superiore grazie alla nuova tecnologia AirCushion VIZ – fornendo una sensazione di reattività ammortizzata dall’interno all’esterno. Preparano il consumatore per il sentiero con una performance resistente all’acqua e tutta la versatilità richiesta da un escursionista.


ISPO PREVIEW BY DENIS PICCOLO

UNDER ARMOUR - GEMINI 3

UNDER ARMOUR - VELOCITI

UNDER ARMOUR - ASCENT MID

Ottima ammortizzazione e tomaia senza cuciture, garantisce il comfort perfetto dell’allenamento. Nuova tecnologia Threadborne, un’intersuola reattiva permette di tenere bene il ritmo. Un’aggiunta di gomma e scanalature flessibili sulla suola migliorano la durata e flessibilità della scarpa.

Perfetta per correre velocemente, ma è un modello versatile che permette una varietà di passi diversi. Il design seamless crea un comfort eccezionale e la tecnologia Threadborne garantisce leggerezza e durata. Le Velociti sono perfette per un allenamento con ottime prestazioni.

Modello leggero e agile progettato per i terreni accidentati. Con queste scarpe è facile prendere il ritmo su un terreno tecnico, mentre l’upper con finitura DWR, il sistema di allacciatura Boa® e l’altezza mid garantiscono un fit sicuro e molta protezione.

CAMELBAK GILET ULTRA™ PRO

BOTTIGLIA REFRIGERATA QUICK STOW & BOTTIGLIA QUICK STOW

BUFF - PRIMALOFT

Ideale per gli ultra-runner agonistici o per i minimalisti quotidiani è provvisto di due Bottiglie Quick Stow per un totale di 1 litro d’acqua. La rete di aerazione tridimensionale offre un flusso d’aria multidirezionale ed un effetto ammortizzante per massimizzare la comodità e la traspirabilità.

In materiale poliuretanico per serbatoi, robusto ed ermetico. La Refrigerata integra uno strato di schiuma refrigerante tra due strati di materiale poliuretanico per serbatoi. Sono provviste della Valvola brevettata Big Bite™.

Thermonet® combina la tradizione tessile di Buff® con la capacità tecnica e innovativa di Primaloft®, ottiene altissime prestazioni di protezione dal freddo e di traspirazione a parità di peso.

ASICS - FUZEX RUSH

COLUMBIA - MONTRAIL

SCARPA - ATOM S EVO OD

L’intersuola ammortizzata offre leggerezza, e permette una spinta reattiva grazie alla mescola di solyte e bounce Gel. Il FuzeGEL fornisce leggerezza e ammortizzazione. La costruzione in mesh senza cuciture permette una riduzione del peso.

Scarpa da running che offre la guida più morbida sul sentiero attraverso la miscela perfetta di supporto, aderenza, ammortizzazione e la giusta quantità di flessibilità.

Sistema Sock-Fit Plus e tecnologia di laminazione OutDry® Pensata per gli atleti, Atom S Evo OD non teme condizioni di freddo e neve, lamembrana OutDry® viene termosaldata direttamente a contatto con la tomaia della calzatura per il completo isolamento.


PATAGONIA NANO PUFF

T X T & M O D E L D AV I D E F I O R A S O P I C S C H I A R A PAVA N


interno con alloggio per la zip è ideale per il comfort del mento. La lavorazione trapuntata a riquadri, con sottili tasselli orizzontali sugli inserti laterali sagomati, stabilizza l’imbottitura. La tasca interna, con zip sul petto, funge da sacca di contenimento e nasconde un asola interna rinforzata per il moschettone. Completano la gamma di dettagli le comode tasche scaldamani con zip, polsini elasticizzati e cordoncino nell’orlo (assimetrico e più lungo dietro) per isolare dal vento e trattenere il calore. La nuova Nano Puff è l’esempio perfetto dei tre capisaldi su cui si fonda la mission Patagonia: realizzare il prodotto migliore, non causare danni inutili e, elemento altrettanto importante, utilizzare il business per ispirare e implementare soluzioni per la crisi ambientale. Conclusioni. Il mercato oggi offre prodotti concorrenziali sempre più caldi, sempre più leggeri, o con una traspirabilità specifica per attività altamente aerobiche. Ma è l’insieme di queste stesse caratteristiche a renderla funzionale ed estremamente versatile in ogni situazione, come strato esterno o intermedio. La Nano Puff è semplice, minimalista, laminata bene; ha una resistenza agli agenti atmosferici di tutto rispetto ed un incredibile comprimibilità. Ha un sacco di stile ed un fitting decisamente migliore rispetto alla controparte in piuma (la Down Shirt) testata in passato. Insomma, è un cavallo di battaglia per molteplici usi, sul mercato da ben 8 anni e non è un caso che continui ad essere la favorita tra climber e semplici escursionisti. I sentimenti espressi non sono insoliti: tutti coloro che indossano Nano Puff sembrano innamorarsene, e hanno diverse buone ragioni. Patagonia ha realizzato una giacca come pochi e ne ha pure alleggerito l’impatto ambientale.

È una tiepida giornata invernale, l’aria è tersa, condizioni ideali per la nostra giacca Nano Puff Patagonia, un capo che è diventato vero e proprio “must have” grazie a caratteristiche tecniche che lo rendono essenziale in ogni situazione: caldo, leggero, comprimibile e resistente all’acqua. A partire dalla collezione Autunno 2016, la grande rivoluzione ha preso il nome di PrimaLoft Gold Insulation Eco, il risultato di una sfida lanciata da Patagonia per aggiungere un componente riciclato postconsumo all’imbottitura originale. Questa partnership unica tra Patagonia e PrimaLoft, annunciata la scorsa estate all’OutDoor Show di Friedrichshafen, ha portato alla nuova generazione di isolamento sostenibile spingendo sempre più avanti lo sviluppo della tecnologia a beneficio dei consumatori e soprattutto dell’ambiente. Nata per affrontare pareti imponenti nelle stagioni intermedie, la Nano Puff Jacket è a casa propria tra scalatori e sciatori backcountry. L’imbottitura sintetica da 60 g/m², idrorepellente, conserva il 98% del proprio calore anche se bagnata. Le fibre ultra sottili, tessute a trama fitta, sono dotate di uno speciale trattamento anti-umidità; ricreano la morbidezza e la comprimibilità della piuma, consentendo di risparmiare spazio prezioso pur offrendo un notevole rapporto peso/calore. L’imbottitura Primaloft è racchiusa all’interno di una shell (100% poliestere ripstop 22D riciclato) dotata di trattamento DWR idrorepellente a lunga durata. Il risultato è un indumento che blocca il vento e ripara dalla pioggia, sia come outerwear in condizioni di freddo moderato sia come strato intermedio sotto un guscio quando il freddo si fa sentire. Nano Puff vanta robuste cuciture per un’ottimale resistenza alle abrasioni, mentre il morbido e traspirante flap di protezione


TXT & PICS DENIS PICCOLO MODEL LORENZO VERDINELLI


NORRONA LOFOTEN POLARTEC PRO ALPHA

Le Lofoten rappresentano da sempre un mito per gli appassionati di outdoor e natura. In omaggio alla catena di isole incontaminate a North del Circolo Polare Artico, Norrøna ha battezzato proprio Lofoten la sua linea ad altissima prestazione dedicata all’avventura sulla neve, dal backcountry al freeride. La Lofoten Powershield Pro Alpha è infatti un giacca rivoluzionaria che fornisce un ottimo isolamento e una elevata traspirabilità. Il tessuto esterno è realizzato in Polartec Powershield Pro e impiega un tessuto in nylon con Polartec Alpha nella fodera. Questa combinazione rende la giacca ideale per il freeride, o come guscio per condizioni climatiche avverse. Tra le caratteristiche i polsini elastici, il cappuccio regolabile con una sola mano e il panno pulisci occhiali. Insomma, tutto quello che occorre per la perfetta caccia alla powder. Il materiale della giacca Lofoten è il Polartec PowerShield Pro a due strati, Alpha 100% riciclato; il peso è di soli 500 gr. Il Polartec Power Shield Pro è un tessuto ad altissima prestazione che combina livelli mai visti di permeabilità all’aria e resistenza idrostatica di lunga durata (resiste a 5 metri d’acqua!), per garantire sempre l’asciutto sia all’interno che all’esterno del capo. I tessuti Polartec Power Shield Pro offrono una superficie esterna liscia, densa, con grande resistenza all’abrasione ed una superficie interna ottimizzata per un elevato rapporto calorepeso. La membrana intermedia permette al tessuto di bloccare il

vento al 99%. Il restante 1% di aria viene fatto circolare nel tessuto innalzando notevolmente la trasmissione dell’umidità sottoforma di vapore. Aumenta così la traspirabilità, con conseguente riduzione dei rischi di surriscaldamento. Il più grande vantaggio della nuova membrana Polartec Power Shield Pro è rappresentato dall’effettiva capacità di resistere all’acqua, rispondendo ad una resistenza iniziale di 5,000 mm nel test a testa idrostatica e rimane permanentemente resistente all’acqua fino a un minimo di 3.000 mm. Polartec Alpha invece rappresenta l’ultima evoluzione nel settore dell’isolamento sintetico, poiché offre una straordinaria combinazione tra calore, leggerezza e traspirabilità unitamente a una mano extra-soffice. La possibilità di far circolare all’interno del tessuto un esiguo flusso d’aria, infatti, permette di allontanare rapidamente l’umidità dal corpo e rende Polartec Alpha perfetto per una gamma di attività sportive più ampia rispetto al metodo di isolamento classico basato sulla “barriera di vapore”. A paragone con altri strati d’alta qualità per l’isolamento (ovatte sintetiche o piuma), assicura una combinazione più efficace di prestazioni utili agli appassionati di outdoor alla ricerca della massima versatilità. Un capo di abbigliamento realizzato con Polartec Alpha è ideale durante tutte le fasi dell’avventura outdoor, attive e inattive.


MANIFATTURA CECCARELLI FISHERMAN PARKA Un vero e proprio capolavoro che mixa con perfetta armonia un prodotto tecnico a un indumento di alta qualità con un’ottima vestibilità: stiamo parlando della giacca Fisherman Parka, prodotta dal brand made in Italy di Forlì Manifattura Ceccarelli. Realizzata in cotone paraffinato dry, dalla forte caratteristica idrorepellente - grazie appunto al trattamento con la paraffina per l’appunto, è anche anti-vento; e per non farsi mancare nulla è pure resistente all’abrasione. L’imbottitura consiste in uno strato di lana di pecora al 100% (nel totale rispetto degli animali e della natura - dai procedimenti di raccolta fino alla confezione), che la rende particolarmente confortevole e calda. Ha due tasche scalda-mani, oltre alle classiche tasche sul fronte, e infine due tasche da ‘cacciatore’ posteriori. L’elevato numero di tasche da la possibilità di caricare la giacca con svariati strumenti e accessori, così da avere le mani libere per affrontare le diverse situazioni come una passeggiata in montagna o sopra ad uno scooter. Questa Giacca è particolarmente indicata per l’uso all’aria aperta, durante un’escursione in montagna, per una giornata di relax in campagna, ma si adatta alla perfezione anche per un look da tutti in giorni in città; infatti la cura dei particolari, come i bottoni a pressione con il marchio serigrafato sopra (tutti direzionati in modo tale da essere leggibili), i sotto-bottoni di rinforzo e i tiretti delle cerniere in cuoio naturale, la rendono un capo

davvero esclusivo... senza dimenticare che è completamente confezionata in Italia. Eccovi le parole di Giuliano Ceccarelli, fondatore e designer dell’azienda produttrice: “Il mio amore per la campagna e per la vita all’aria aperta mi ha sempre spinto a indossare capi tecnici, ma realizzati principalmente con materiali naturali... questa passione è poi sfociata nella sfida di realizzare personalmente dei capi con queste caratteristiche. Nel 1998 inizia la mia avventura, e poco dopo avvenne l’incontro con il proprietario del marchio Filson che mi chiese di produrre capi Filson in Italia: da lì nacque la mia più grande opportunità - i capi da me disegnati, oltre ad essere commercializzati col marchio Manifattura Ceccarelli, per il settore della caccia vengono da me modificati e prodotti col marchio Filson - e fu subito un grande successo, un’esperienza decennale che non potrò mai dimenticare”. Da allora la filosofia con la quale sono pensati e realizzati i capi non è mai cambiata: qualità e passione sono alla base dei materiali, della ricerca, della produzione e degli accessori - caratteristiche che rendono i capi Manifattura Ceccarelli di qualità superiore in tutto il mondo.

TXT & PIC DENIS PICCOLO MODEL ENRICO GREGUOLDO



ARCO PLASIR T X T & P I C S M AT T E O PAVA N A


Di tutte le sorprese che potessi immaginare per questo 2017, l’ultima senza ombra di dubbio era redigere una guida di arrampicata di Arco & Dintorni per una rinomata casa editrice di Bressanone, la Vertical Life GmbH. Nel momento in cui mi è stato proposto questo incarico ero abbastanza scettico ma soprattutto ignaro della grandissima mole di lavoro che nasconde una guida di arrampicata della mia zona, che credevo di conoscere molto bene. L’ho considerata e la considero tuttora una grande sfida, soprattutto a livello di compromessi e mediazione, ma anche un’opportunità. Questo lavoro, tuttora in corso ma disponibile a breve sul mercato (approssimativamente Marzo 2017), significa per me la ri-scoperta della comunità verticale di Arco, che a dirla tutta è tutt’altro che piccola. La scalata mi ha dato tutto: sogni ambiziosi, viaggi indimenticabili, amici veri. Se ho accettato è in gran parte dovuto al fatto che mi sembrava doveroso restituire una piccola parte di tutto questo a uno sport che mi ha dato tante soddisfazioni. Ad Arco e nella Valle del Sarca l’arrampicata è presente fin dagli anni ‘30, quando il mitico Bruno Detassis aprì alcune vie allora molto difficili. In seguito, ancora lungo tutti gli anni ‘60 e ‘70, si cimentarono sulle pareti della Valle alpinisti di fama mondiale come Reinhold Messner, Heini Holzner, Sergio Martini e altri. Ma è solo nei primi anni ‘80 che ad Arco si compie quella sorta di rivoluzione: la nascita dell’arrampicata sportiva moderna ad opera di Manolo, Heinz Mariacher, Roberto Bassi e Luisa Iovane. La guida si aprirà con una loro breve prefazione di Manolo, Heinz e Luisa, in una sorta di back to the roots dell’arrampicata libera di Arco. Non va dimenticato che il loro contributo è stato l’essenza di una generazione, un germoglio che poi è andato a fiorire negli anni successivi, attraverso coloro che hanno maggiormente contribuito alla chiodatura delle falesie più recenti. A queste persone in particolare mi è sembrato corretto dedicare un apposito spazio sulla guida, anche per conferire alla stessa un messaggio, un valore per i suoi lettori. Parliamo di Danilo Bonvecchio, Gianguido Dalfovo, Fabio Leoni, Rolando Larcher, Sauro Merighi, Massimo Faletti e Valerio Ballardini.

Queste persone si sono prodigate, chi nella chiodatura e chi nella scalata, nella condivisione di un amore sano e condiviso. Il principio base da cui partire era uno soltanto: il rispetto per i chiodatori. Troppe volte si è caduti in discordie e malumori dovuti alla mancanza di rispetto per coloro che ci permettono di praticare in sicurezza, mai al 100%, questo magnifico sport. Il mio lavoro è consistito nel contattare il maggior numero di chiodatori possibile non solo per chiedere aggiornamenti sull’esistenza di falesie nuove che volessero rendere pubbliche, ma anche uno scrupoloso lavoro di correzione dei tracciati e dei gradi esistenti. Come redattore di una guida di arrampicata quello che potevo e mi sentivo in dovere di fare era offrire la possibilità di pubblicare un luogo, ma al contempo la libertà di non farlo. In questo caso i motivi sono molteplici e tutti giustificabili e corretti, trattasi di una falesia con lavori in corso, la sua appartenenza a terreni privati, la volontà di mantenerle segrete per la comunità locale e via dicendo. Nonostante questo problema, che fino ad ora ho riscontrato in maniera limitata, ci sono molte novità interessanti che al momento, per ovvi motivi editoriali, non sono permesso a rivelare. Le maggiori difficoltà che sto affrontando fino adesso è il continuo aggiornamento di tutte le falesie, il controllo dei gradi, il riscattare le foto errate, i chilometri spesi tra Arco e Trento e le molte ore davanti al computer. Uno dei pilastri portanti di questa guida, e con essa le altre pubblicate dalla casa editrice, è la raffigurazione delle diverse falesie attraverso fotografie, sulle quali poi sono stati tracciati le linee immaginarie delle vie che le percorrono. La vera differenza tra Vertical Life e tutte le altre aziende è l’immensa libreria di informazioni, che essa dispone in merito a tutte le principali falesie d’Europa, e la sua facile fruibilità attraverso l’apposita Climbing-App. La storia dell’arrampicata ad Arco è ricca di eventi e aneddoti, e la guida che va a celebrarla deve essere il frutto del volere dei suoi principali esponenti. Se la guida diventerà quello che mi aspetto, merito sarà anche dei numerosi fotografi, amatori e non, che hanno deciso di aderire al progetto.


MEN OF LAKES 500 BY CARLO BONETTI

Dal 2010 Rapha sfida chiunque voglia mettersi alla prova a pedalare per 500 km negli otto giorni tra la vigilia di Natale e la vigilia di Capodanno. Una tradizione che anche quest’anno volevamo onorare, con partenze all’alba, sfidando buio e clima impervio, per cercare di rientrare in tempo per i vari impegni natalizi, tra pranzi e visite parenti.

strada, 150km tutti comodamente in ciclabile. Comodamente fino a quando non abbiamo incontrato un potentissimo Föhn contrario che ci farà soffrire le pene dell’inferno e rampe degne dei muri delle fiandre prima di arrivare al famoso campanile emerso dall’acqua. Ritorno con Eolo a favore sognando brezel e birre medie. 275/500

Non c’è voluto molto per decidere che sarebbero stati i laghi trentini a dare a questa sfida una storia, quel filo conduttore che stavamo cercando per renderla la nostra avventura. Bastava solo scegliere come e quando e, ovviamente, quali laghi inserire nel nostro MenOfLakes500. Con 297 laghi a disposizione avevamo l’imbarazzo della scelta, dovevamo solo scegliere quelli che ci affascinavano maggiormente e che potevano rientrare senza grossi problemi in itinerari fattibili al periodo. Pedalare a dicembre può riservare molte sorprese, soprattutto a queste latitudini.

Il terzo giorno abbiamo raggiunto il Lago di Caldaro da Trento attraverso la Weinstrasse (Strada del Vino), che ci ha guidato nell’Oltradige in mezzo a vigneti e campi di frutta. Doveva essere un giro piatto, ma tra sali-scendi vari e strade sbagliate al limite del comico abbiamo portato a casa 1000mt di dislivello. Non ci sembrava neanche vero ma il vento aveva deciso concederci una tregua, così, galvanizzati dal fatto che da nord non tirasse neanche un filo d’aria, ci siamo concessi un buon bicchiere di Lagrein nel piccolo paese di San Michele. Giro di boa a Bolzano e ci viene presentato il conto: per i restanti 60km avremmo dovuto lottare contro raffiche di vento da sud che sembrava avessimo delle zavorre sotto le selle. Un calvario. 420/500

Per il primo giorno la scelta è caduta sul classico giro di Valvestino, un rodaggio su strade che ben conosciamo ma non per questo meno difficili, con due asperità da superare prima di salire sull’umidissimo Passo Ampola, portandoci a toccare 4 laghi durante la mattina della Vigilia di Natale: Lago di Garda, Lago di Valvestino, Lago d’Idro, Lago di Ledro. Temperatura tutto sommato accettabile con un -3° segnato proprio sulla diga di Valvestino, resa ancora più sopportabile grazie al classico rimedio vecchia scuola: grappa artigianale al cirmolo. 125/500 Il Lago di Resia, situato nel profondo nord dove l’Alto Adige confina con l’Austria, è stata la meta della seconda tappa con partenza, non a caso, dalla fabbrica della birra Forst. Il programma prevedeva di risalire tutta la Val Venosta fino al lago, con ritorno dalla stessa

Gli ultimi 80km ce li saremo sudati sulle strade di casa, aggiungendo 5 laghi all’ultima tappa del nostro MenOfLakes500, attraverso vie secondarie e piste ciclabili ghiacciate che tagliano la Valle dei Laghi fino al paese di Terlago. Se nei giorni precedenti le difficoltà sono state caratterizzate dal forte vento, l’ultimo giorno è stato il freddo a darci il buongiorno, con un -6° registrato nelle prime ore della giornata. Raggiungiamo i Laghi di Lamar a suon di imprecazioni e sacramenti, le gambe ormai sono di marmo e sull’ultima salita si sprecano gli insulti senza esclusione di colpi. Il miglior rimedio alla stanchezza. 500/50



HADRIAN’S WALL

B Y D AV I D E F I O R A S O


L’Hadrian’s Wall Path è un sentiero di lunga distanza nel Nord dell’Inghilterra; corre per 135 km da Wallsend, sul fiume Tyne, alla costa del Solway Firth. Entrato a far parte dei National Trail nel 2003, segue per la maggior parte della sua lunghezza i resti del Vallo di Adriano, il muro che rappresentò il confine più settentrionale dell’Impero Romano in Britannia durante il dominio su queste terre, patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1987. Andrea Tisacchi e Federico Bernini, un lodigiano trasferito un Brianza ed un livornese scappato a Torino, ci hanno raccontato il loro viaggio a piedi. CIAO RAGAZZI. TRA TUTTI I LONG-DISTANCE TRAIL ESISTENTI, COME MAI QUESTO ? L’idea è nata tanti anni fa: un trafiletto sul libro di grammatica inglese delle medie illustrava il Vallo di Adriano e ne spiegava l’importanza per la difesa dei confini dell’impero romano nel nord dell’Inghilterra. Mi ha subito incuriosito, ho approfondito ed ho scoperto che per lunghi tratti il muro è ancora visibile ai giorni nostri. Un percorso ben segnalato che segue l’antico tracciato. La strada si snoda dalla King Edward’s Bay di Tynemouth, sulla costa est, fino a Bowness on Solway, sulla costa ovest, per un totale di 150 chilometri. Una sorta di coast to coast all’europea. Per anni ho sognato, studiato, dimenticato, ripreso, riaccantonato l’idea di partire finché una sera a cena, un po’ seriamente e un pò per scherzo, l’ho buttata lì a Federico, caro amico e compagno di viaggio e qualche giorno dopo, senza troppo pensarci, abbiamo comprato i biglietti aerei. IL PERCORSO SEMBRA RELATIVAMENTE FACILE. COME E’ STRUTTURATO? QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE TECNICHE ? Il percorso non presenta grandi difficoltà dal punto di vista tecnico, il tratto iniziale e quello finale sono sull’asfalto, quindi un po’ noiosi da affrontare con gli scarponi. Il tratto centrale, il più bello, è di mezza montagna, con ripidi sali-scendi e bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi, scavalcare qualche roccia e spesso non sono presenti né corrimano né corde a cui aggrapparsi. Si percorrono lunghi tratti tra campi e stradine di campagna, costeggiando fiumi e boschi; solo raramente si attraversano grandi centri abitati, come nel caso di Newcastle e Carlisle. E’ BEN SEGNALATO ? Il percorso è decisamente ben tracciato e fa parte dei National Trails, lunghi percorsi a piedi che attraversano le aree più belle di Inghilterra e Galles. Da Tynemouth a Bowness on Solway, da costa a costa, dal North Sea fino all’Irish Sea. All’inizio o lungo il tracciato, nei negozi dedicati, si trovano cartine di ogni forma e misura; possono essere utili per valutare i tratti da affrontare, la totalità del percorso, e avere riferimenti su dove ci si trova. Non servono né bussola né GPS, è praticamente impossibile perdersi, tranne nella sezione che da Wallsends porta a Newcastle, mal segnalata, abbandonata e sporca; ma basta tenere come punto di riferimento il fiume Tyne e costeggiarlo fino alla città. Noi abbiamo ordinato su internet un paio di guide e la cartina, di modo da avere tutto l’occorrente per pianificare da casa il viaggio. A LIVELLO LOGISTICO COSA C’E’ DA SAPERE ? Siamo partiti in aereo verso Leeds, poi un treno ci ha portato a Newcastle e, successivamente, un bus a Tynemouth, da dove è cominciato il nostro Trail. Dopo 150 Km a piedi, a Bowness on Solway, un bus ci ha riportato a Newcastle in tre ore, ripercorrendo il tragitto che ci aveva impegnato per sei giorni. Un paio di notti abbiamo pernottato in tenda lungo il cammino, per il resto abbiamo usufruito delle sistemazioni trovate lungo la strada. Ci sono campeggi, B&B e bunk-house, ossia vecchie strutture annesse alle cascine trasformate in ostelli che in alcuni casi sono veramente molto belle e a buon mercato.



Sulle cartine sono indicate e non abbiamo mai avuto bisogno di prenotare; c’è da dire che abbiamo organizzato il nostro viaggio a Settembre; in alta stagione l’afflusso è sicuramente maggiore. Nei piccoli centri attraversati c’è sempre la possibilità di rifornirsi di cibo e bevande, ma nei tratti in aperta campagna è più difficile, occorre prevedere le scorte di acqua. UNA SIGNIFICATIVA PORZIONE DEL VALLO È ANCORA ESISTENTE. CHE SENSAZIONE DA’ ? Costeggiare il Vallo, nei tratti in cui è ancora ben presente, è molto emozionante. Aiutati dal fatto che il percorso non era molto battuto in Settembre e dalla quasi totale assenza di elementi antropici, sembra davvero di tornare indietro nel tempo. Il senso di un vecchio confine, di una divisione non solo immaginaria ma culturale e sociale: la divisione dell’Impero Romano dal mondo dei barbari. Questo confine oggi è solo una traccia storica ma le frontiere sono una triste e violenta attualità che ancora segnano confini e divisioni spesso inaccettabili. Ripercorrere una vecchia frontiera, così marcata e visibile, aiuta a comprendere il significato delle divisioni, aiuta a rievocare la vecchia legge del “sangue e del ferro”. Certo, quella del Vallo è una frontiere morta, ma il concetto di confine invece è tuttora attuale e quanto mai visibile quotidianamente su tutti i mezzi di informazione, nelle nostre vite quotidiane: frontiere fisiche, muri di filo spinato, confini immaginari, pregiudizi usati come comportamenti divisori. Camminare lungo un vecchio confine aiuta a tenere in mente tutte queste forme di divisioni e forse aiuta anche a prenderne le distanze. La speranza che le frontiere, così come il Vallo, possano diventare sentieri percorribili in tutte le direzioni e da chiunque. DICONO CHE LA TRATTA CENTRALE DA CHOLLERFORD A WALTON SIA QUELLA MEGLIO CONSERVATA. MA ANCHE LA PIÙ SELVAGGIA. Ed anche indubbiamente la più bella perché si sale di qualche centinaio di metri ed il paesaggio si apre a 360 gradi sulla campagna; pascoli a perdita d’occhio e migliaia di pecore, piccoli laghi e foreste. Qui il Vallo è notevolmente ben conservato, un lungo serpente che corre sul crinale della collina. QUANTO HA INFLUITO IL LATO FOTOGRAFICO ED IL VOSTRO DESIDERIO DI RACCONTARE IL VIAGGIO GIORNO DOPO GIORNO ? Abbiamo deciso di raccontare la nostra storia attraverso le fotografie; la tecnica c’era, si trattava solo di muoversi in un ambiente nuovo. Abbiamo deciso di mettere da parte per una volta le pesanti reflex digitali, siamo partiti con due mirror less, seppur professionali, e un i-Pad, che utilizzavamo per post-produrre e comunicare con il mondo. Parola d’ordine: leggerezza. Un pò controcorrente rispetto a quello che la fotografia moderna rincorre - cioè massima definizione, qualità e dettaglio - abbiamo scelto la strada della semplicità, è stato un po’ come tornare indietro nel tempo, quando si viaggiava con una piccola reflex ed un solo obiettivo, abbiamo cercato di adattarci ed adattare la nostra fotografia ai limiti che la macchina ti impone, di inquadratura, di profondità di campo e di sensibilità ISO; ti rendi conto che a volte basta solo fare un passo avanti. O uno indietro. L’ARRIVO E IL SENSO DELLA META? COM’E’ STATO ? Ci siamo fermati in silenzio a godere ognuno delle proprie emozioni e sensazioni, prima di condividere una più che meritata birra inglese. Considerando il periodo dell’anno in cui abbiamo percorso il tracciato, era facile che trascorressero molte ore senza incontrare anima viva e per gente come noi, che vive gravitando su città come Milano e Torino, è stato come immergerci in una strana realtà, nuova e disorientante; presto però si è rivelata confortevole e familiare, una sensazione da portare a casa.



BOA TECHNOLOGY STORY BY GIACOMO MARGUTTI

Boa è “solo” il sistema di chiusura d’eccellenza, composto da: rotella, laccio e guide dei lacci per una chiusura più precisa ed efficiente. Per darvi un’idea di quanto la gente apprezzi questo sistema di chiusura brevettato e premiato, si potrebbe anche citare alcuni numeri importanti; l’azienda Boa infatti nel mondo ha più di 150 dipendenti, più di 200 brand partner e più di 50 campi d’impiego. Ha sede a Denver negli Stati Uniti, ma la troviamo anche a Mondsee in Austria, a Shenzen in Cina, a Seul in Corea, a Hong Kong e a Tokyo in Giappone. Si potrebbe anche dire più semplicemente Boa realizza semplicemente prodotti che forniscono una maniera migliore e più intelligente di fare le cose. Ma per scoprire cosa è realmente Boa, bisogna conoscere la storia di Gary Hammerslag. Come suo padre, Gary è sempre stato un imprenditore e innovatore. Anni prima di aver rivoluzionato il mondo delle calzature, i due avevano sviluppato insieme un elemento di controllo per l‘angioplastica coronarica – un cavo guida coronarico estremamente affidabile e forte. La loro eccezionale innovazione consisteva in molteplici componenti a cavo in acciaio inossidabile che consentivano ai cardiologi di “manovrare” attraverso i vasi cardiaci. Il rivoluzionario cavo di Gary e di suo padre lavorava a meraviglia e venne infine venduto a un‘importante azienda di dispositivi medici. Anni più tardi, nel 1999, Gary e la sua famiglia inscatolarono tutto e lasciarono l’assolata California per i nevosi crinali di Steamboat Springs, in Colorado. In linea con il loro trasferimento sulle Montagne Rocciose, scambiarono le proprie tavole da surf con quelle da snowboard. Proprio durante le sessioni in powder, Gary scoprì qualcosa che lo infastidiva: i tradizionali scarponi da snowboard con i lacci. I suoi bambini avevano simili problemi. Iniziarono a giocare a hockey e presto scoprirono che allacciare i pattini era una fatica che non sopportavano proprio. I lacci non tenevano e non permettevano di regolare la stretta; inoltre creavano


1996 Nasce il marchio Boa

2001 K2 e Vans Snowboard

2006 Footjoy Golf

2006 Specialized Cycling

2008 Bata Industrials Safety

2011 Exos Medical

2011 Alpine Touring Scarpa

2013

2011 Smith Protective Equipment

Athletic Zoot

2014 2015 Mountaineering La Sportiva

Dynafit Trail Running


dei punti di pressione. In breve, facevano schifo. In seguito a un‘intensa sessione di brainstorming, dentro di lui scattò qualcosa. Gary vide un’opportunità per fare le cose in maniera migliore. Prese alcuni elementi di quanto ideato anni prima da lui e suo padre e creò dei cavi per lacci che scorrevano attraverso guide a basso sfregamento in un rocchetto rotante che teneva insieme il tutto. Con un semplice click e un giro di questa manopola fatta in casa Gary era capace di chiudere con precisione, velocità e affidabilità i propri scarponi da snowboard. Ancora non lo sapeva, ma aveva appena rivoluzionato per sempre i sistemi di chiusura. Nacque così l’originale Sistema di Chiusura Boa. Dopo un anno di costante ricerca, numerosi colloqui con il settore industriale, molteplici progetti finanziari e di tradizionale “sangue, sudore e lacrime”, Gary raffinò quel sistema primordiale ma avvenieristico al tempo e riuscì a costruire i suoi primi scarponi da snowboard - prototipi. Era convinto che il Sistema di Chiusura Boa avrebbero funzionato. E aveva ragione. Ma far partire un nuovo business non è facile. Richiese un sacco di tempo e incubi logistici incredibili prima che Gary potesse concludere con i suoi primi clienti. Ciò avvenne nell’inverno del 2001. Boa aveva siglato un accordo con due grandi dello snowboard, Vans e K2, i primi brand a introdurre il Sistema di Chiusura Boa sui loro scarponi da snowboard presentandoli alle fiere più importanti negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. Durante il corso dello stesso anno gli scarponi erano in vendita nei negozi, ricevendo un immenso supporto da parte dei clienti e ponendo le basi per il futuro successo di Boa.

Negli anni seguenti l’azienda è cresciuta in maniera straordinaria. Nel 2005 Boa ha introdotto un sistema a rocchetto più piccolo e specifico per le calzature da ciclismo, outdoor e golf. Oggi milioni di scarpe e scarponi con Sistema Boa vengono venduti ogni anno. Ciò che era iniziato in una piccola stanza sulle Montagne Rocciose è ora divenuta un’azienda con più di 150 dipendenti sparsi in diverse sedi in tutto il mondo. A oggi l’obiettivo di Gary e di Boa rimane lo stesso degli inizi: migliorare e semplificare la vita a sempre più persone. Che si tratti di allacciare, chiudere o legare una scarpa, un tutore medico o un arto protesico, il processo dovrebbe essere comodo e preciso. È solo questione di regolare il rocchetto. È quello che Gary voleva fare prima di tutto. Boa in poche parole. Fit Perfetto: comfort personalizzato senza punti di pressione grazie alle guide per i lacci fatte su misura che permettono una distribuzione uniforme della pressione. Micro-Regolabilità, cioè 1clic = 1mm: con una sola mano è possibile impostare facilmente il sistema di chiusura Boa e regolarlo al millimetro. Veloce: il sistema di chiusura Boa permette di mettersi e togliersi la scarpa in modo facile e veloce. Sicuro: una volta impostato, il fit rimane inalterato. Resistente e garantito: i lacci Boa, composti in acciaio inossidabile, resistono agli sforzi più elevati. Boa inoltre garantisce le rotelle e i lacci del sistema di chiusura Boa per tutta la durata di vita del prodotto.



LA SPORTIVA

FACTORY ITW & PICS DENIS PICCOLO L O R E N Z O D E L L A D I O – C E O & P R E S I D E N T >> L U C A M I C H – M A R K E T I N G & C O M M U N I C AT I O N C O O R D I N AT O R


RACCONTAMI LA STORIA DELLA LA SPORTIVA.

GLI INIZI DELLA PRODUZIONE ?

La Sportiva è l’azienda trentina leader mondiale nella produzione di scarpette d’arrampicata e di scarponi per l’alta montagna. Fondata nel 1928 dal calzolaio di Tesero (TN) Narciso Delladio e resa celebre in tutto il mondo da Francesco Delladio, è ancora oggi al 100% di proprietà della famiglia Delladio, ha sede a Ziano di Fiemme ai piedi delle Dolomiti e opera nel settore delle calzature outdoor da quasi 90 anni con l’obiettivo di fornire il miglior prodotto possibile a chi va in montagna in qualsiasi modo e ad ogni latitudine. Il range di prodotti comprende infatti scarponcini da Hiking, scarponi d’alta quota e da spedizione Himalayane, scarpette d’arrampicata e calzature da mountain running. L’azienda è entrata anche nel settore degli scarponi da sci alpinismo e nel mercato dell’abbigliamento tecnico invernale ed estivo, grazie a prodotti innovativi realizzati con le migliori tecnologie e materiali disponibili sul mercato. La Sportiva, la cui principale sede produttiva si trova proprio a Ziano di Fiemme al di fuori dai grandi distretti industriali calzaturieri italiani, è distribuita in più di 70 paesi al mondo.

All’inizio i prodotti erano per lo più calzature da montagna e robusti scarponi da sci, senza la specializzazione che abbiamo oggi nel settore, potevano essere utilizzati per più discipline e tipologie di camminata in montagna. Già dal 1949 però erano dotate di brevetti innovativi depositati da Narciso che ancora oggi sono alla base di molti prodotti Made in Ziano come la serie Nepal o il prodotto Mythos che monta l’allacciatura derivata dal brevetto originale. La produzione di scarpette d’arrampicata iniziò in modo totalmente artigianale e in poche paia, destinate a quelli che oggi si chiamerebbero gli “influencer” e che allora erano di fatto dei pionieri della scalata su roccia. Poche decine di paia realizzate con suole ricavate da pneumatici da corsa debitamente tagliati (a mano) e sezionati di modo da estrapolarne le parti più lisce e grippanti… La passione per le macchine da corsa di Lorenzo aiutò non poco questo processo di ricerca dei materiali, dato che allora ancora non esistevano materie prime atte a produrre specificatamente scarpette dedicate all’arrampicata “moderna”. Dalle decine di paia destinate a questo seeding ante litteram si passò però ben presto a qualche centinaia e poi a migliaia una volta diffusasi la voce nella comunità dei climber, dell’esistenza di un attrezzo che permetteva di muoversi in maniera naturale, veloce e sicura in verticale.

I PRIMI PASSI, I PRIMI MODELLI E LE PRIME DIFFICOLTÀ. I primissimi passi sono stati mossi già negli anni 30 da un piccolo artigiano, Narciso Delladio, che probabilmente mai avrebbe pensato che un giorno il suo marchio avrebbe varcato non solo i confini regionali ma anche nazionali. Il periodo decisivo almeno inizialmente fu quello post bellico negli anni ’50 quando con l’entrata in azienda del figlio Francesco Delladio l’azienda inizia a pensare alle prime fiere internazionali a Milano e Monaco, momenti non facilissimi in cui Francesco, scomparso nel giugno 2015, si trovava spesso ad attendere che i clienti varcassero le la soglia del piccolo stand di allora. La vera svolta però si ebbe negli anni ’70 quando con l’entrata in azienda della terza generazione di Delladio, Lorenzo, Luciano e Marco, si ebbe l’intuizione di entrare nel mondo dell’arrampicata con un’innovazione totale, quella di produrre scarpette morbide, adattabili alla roccia e con un concetto costruttivo totalmente nuovo che portò di fatto all’invenzione delle scarpette d’arrampicata. I modelli Mariacher, Kendo e poi Testarossa fecero il resto susseguendosi negli anni ed evolvendo in modi del tutto inaspettati il modo di arrampicare e del muoversi in montagna. Negli anni ’80 quei prodotti arrivarono anche a varcare l’oceano grazie a pionieristici viaggi Lorenzo negli Stati Uniti durante i quali era solito portare le creazioni di La Sportiva ai climber di allora che ne rimasero colpiti ed affascinati a tal punto da richiederne un numero sempre maggiore facendo nascere di fatto, in maniera del tutto spontanea e “word of mouth” il mercato delle scarpette d’arrampicata negli States.

QUANTO PUNTATE SULLA RICERCA NEL DESIGN E NEL MARKETING DEL PRODOTTO? L’immagine del prodotto è stata fin da subito considerata la chiave del successo per quella che era di fatto una categoria di prodotti totalmente nuova: dovevano essere riconoscibili per colori e design e soprattutto dovevano essere molto visibili, risaltare per contrasto sulle scure parete rocciose. Era così che rendevamo il prodotto stesso uno strumento di marketing, visibile sulle prime foto che giravano all’epoca sulle riviste di settore, durante le prime gare e i primi Master: essere ai piedi dei primi atleti del mondo dell’arrampicata era di fatto il veicolo numero uno per i nostri prodotti, da subito caratterizzati da un look estremamente forte con colori in contrasto come il giallo e viola, derivato dai colori dei fiori che Francesco vedeva sulle vette durante le sue escursioni sulle montagne della Valle di Fiemme. E poi c’era il logo, quella montagna su campo giallo applicata quasi da subito sotto alle suole e molto visibile all’obiettivo della fotocamera che ritraeva i primi climber in azione. IMPATTO AMBIENTALE E APPROCCIO SOSTENIBILE. La Sportiva opera da oltre 80 anni nell’affascinante contesto ambientale della Val di Fiemme, valle che si trova ai piedi delle



Dolomiti, patrimonio mondiale dell’umanità. Tale localizzazione porta da sempre con se una responsabilità sociale e ambientale fortemente sentita all’interno dell’azienda, che attraverso metodi e processi di lavoro a basso impatto ambientale e certificazioni ISO, pone da sempre al primo posto la relazione con l’ambiente ricercando un approccio quanto più possibile eco-compatibile. Siamo sempre alla ricerca di tecnologie, tecniche, processi e materiali in grado di evolvere costantemente i nostri prodotti ed i modi di vivere la montagna, e nel farlo poniamo la massima attenzione al rispetto ambientale e a tutte le soluzioni possibili per ridurre gli scarti di materie prime e le emissioni di CO2. RACCONTAMI IL PROCESSO PRODUTTIVO. Parte dopo circa due anni di sviluppo e test del prodotto in fase di prototipia, cosa che riusciamo a gestire internamente grazie ad un reparto dedicato che lavora in maniera autonoma rispetto alla linea di produzione. La vera e propria produzione poi parte con la ricezione delle materie prime ad altissima qualità. Riceviamo le materie prime che compongono ogni scarpetta: i pellami già conciati con i colori che proponiamo al mercato, le suole ed i bordi in gomma, forniti su lastre che poi vengono debitamente tagliate secondo le fustelle predisposte per ogni modello, la minuteria, i lacci, i velcri; materie prime che vengono controllate giornalmente in fase di ricezione al fine di testarne prima di tutto la qualità e la continuità con le produzioni precedenti. Si procede quindi al taglio di pellami, suole e bordi, si passa poi al reparto cucitura dove le nostre sarte assemblano il prodotto ottenendo di fatto un “calzino” che può contare decine di singole cuciture tutte posizionate in punti strategici della scarpa al fine di dare all’utilizzatore la massima performance con il massimo comfort possibile. A quel punto si passa alla fase di montaggio di bordi e suole, processo delicatissimo durante il quale i nostri operatori applicano i collanti (a base acquosa per questioni ambientali) alla tomaia, ed agiscono poi su ogni singola parte applicando manualmente bordi e suole con la forza che è necessaria affinchè il prodotto ottenga la “tensione” necessaria per renderlo più performante possibile. Le scarpette (ma anche gli scarponi da montagna sempre prodotti qui a Ziano di Fiemme) passano poi all’ultima fase prima dell’inscatolamento, ovvero quello della cardatura, durante la quale ogni bordo viene “levigato” per una rifinitura perfetta e per ottenere la massima continuità possibile tra bordo e suola, cosa che per il climber si traduce in una performance perfetta a contatto con la roccia.

siamo dislocati a livello geografico - nel cuore delle Dolomiti. Il quantitativo giornaliero può variare a seconda della tipologia di prodotto in produzione e quindi dal tempo necessario per ottenere il prodotto finito, ma in media siamo sul migliaio di calzature prodotte giornalmente. SIETE LEADER RIMANENDO UN’AZIENDA ARTIGIANALE. Innovare con passione e non smettere mai di aggiungere quel contenuto tecnico in grado di fare anche la più piccola differenza rispetto a prodotti simili sul mercato. Non accontentarsi mai e cercare sempre di anticipare le tendenze del mercato proponendo soluzioni in grado di anticipare i tempi. E in questo non esprimo solo intenzioni ma di fatto racconto quanto successo nella storia di questa azienda. A livello pratico poi aiuta anche il lavorare in mezzo alle Dolomiti circondati dall’ambiente che ispira i nostri prodotti e che ci permette di provarli costantemente diventando quindi di fatto i primi e più esigenti utilizzatori. Sarebbe difficilissimo delocalizzare questo know how… VIE LUNGHE E MULTIPITCH. Si tratta di piccoli/grandi accorgimenti: la posizione di ogni cucitura ha una ragione pratica su performance e comfort. La tipologia dei pellami e come questi vengono assemblati, ma anche la tensione dei bordi ed il loro perfetto posizionamento. Vale sia per scarpette d’arrampicata che per scarponi da montagna: perché si sa, “devil is in the details” e bisogna porre attenzione ad ogni minimo dettaglio. GENIUS, FUTURA E L’INNOVATIVA TECNOLOGIA NO EDGE. No-edge di fatto annulla gli spigoli tradizionali presenti sulle calzature. Richiede un adattamento del proprio stile di arrampicata perché permette di muoversi in modo diverso ma molto più naturale grazie al fatto che l’assenza degli spigoli fa sentire maggiormente la roccia e avvicina il piede alla superficie di contatto aggiungendo sensibilità e permettendo di esercitare una pressione più omogenea sugli appoggi. Una rivoluzione che richiederà tempo per essere accettata ma che ci sta già dando molte soddisfazioni… chiedere ad Adam Ondra, atleta numero uno al mondo e utilizzatore di Speedster in molte occasioni anche storiche.

NUMERI DELLE RISORSE UMANE E PRODUTTIVI?

PARLAMI DEL RAPPORTO CON GLI AMBASSADOR ?

In produzione lavorano circa 180 persone sulle 260 totali presenti nella nostra sede produttiva e quartier generale di Ziano di Fiemme, un unicum italiano se pensiamo anche a dove

È fondamentale perché ci permette di capire come evolvere un modello e adattarlo alle esigenze degli arrampicatori più difficili da accontentare. Il lavoro con loro parte anche due o



tre anni prima che un modello venga messo in produzione e i loro consigli diventano suggerimenti costruttivi. Sono quindi molto di più di un veicolo di marketing e rappresentano di fatto il braccio destro del nostro reparto Ricerca e Sviluppo. IL VOSTRO MODELLO PIÙ DATATO E QUALE IL PIÙ VENDUTO? Si tratta di Mythos, in collezione ormai da più di 20 anni e ancora richiestissimo per la sua combinazione unica di comfort e prestazioni, adatto in particolare per vie lunghe e per chi inizia ad arrampicare proprio per la sua estrema comodità. È un prodotto semplice se vogliamo ma che ci permette oggi di applicare anche materiali nuovi all’arrampicata, assecondando anche le richieste di chi è alla ricerca di prodotti ad impatto zero. Nel 2017 infatti lanciamo Mythos ECO: la versione eco.sostenibile di Mythos composta al 95% da materiali riciclati e riciclabili, prodotto unico sul mercato ad avere queste caratteristiche.. RECYCLED PROGRAM E RIUTILIZZO DEGLI SCARTI. Nella realizzazione delle calzature da montagna e delle scarpette d’arrampicata una ridotta percentuale di materiale in uscita dai banchi di taglio a controllo manuale non può più essere utilizzata nel processo produttivo e rappresenta quindi il più significativo scarto di produzione. La gomma è un materiale complesso, ottenuto chimicamente da sostanze chiamate elastomeri mescolate tra di loro per ottenere diversi gradi di elasticità, grip e durezza: tale complessità non facilita lo smaltimento del materiale nel processo produttivo standard e richiede altresì l’impiego degli scarti in cicli produttivi di altri prodotti e settori, per i quali tali residuati possono rappresentare una preziosa materia prima. La Sportiva produce in Val di Fiemme oltre 220.000 calzature all’anno: tale localizzazione porta con se una responsabilità sociale e ambientale fortemente sentita in primis dalla famiglia Delladio che detiene l’azienda al 100% dal 1928, quando i processi produttivi artigianali, ancora oggi alla base del prodotto La Sportiva, erano molto meno sofisticati e gli scarti difficilmente potevano essere impiegati per lavorazioni esterne al ciclo produttivo della calzatura. In epoca moderna però, pur non esistendo ancora modi semplici e rapidi di re-impiegare gli scarti rappresentati dalla gomma, che in La Sportiva arriva da fornitori esterni sotto forma di fogli di materia prima di diversi spessori che vanno poi tagliati e sagomati a seconda delle calzature in lavorazione, l’azienda si è dotata di sistemi di riciclaggio che prevedono il re-impiego di circa il 50% degli scarti in altri processi produttivi. Buona parte di questi sono stati recuperati e re-impiegati nelle pavimentazioni del parco giochi della scuola elementare di Alassio (Savona) e nella realizzazione del manto in erba sintetica del complesso sportivo “La Meridiana” di Catania. Un contributo quindi in termini di scarto/materia

prima che si è rivelato importante nell’ottenimento di prodotti finiti finalizzati ad ambiti sociali e sportivi, sottolineando come la tensione costante al miglioramento continuo richiesta anche dalla certificazione ambientale ISO 14001 che La Sportiva ha ottenuto già nel 2003, sia in grado di produrre risultati concreti e tangibili in materia di riciclaggio. L’approccio responsabile nei confronti dell’ambiente, è prima di tutto una forma mentale che deve essere in grado di spingere alla ricerca continua di metodi e processi sostenibili. Oggi, innovare con passione, mission racchiusa nel pay-off aziendale de La Sportiva, è anche e soprattutto questo. 2016 LANCIO DEL VOSTRO E-COMMERCE UFFICIALE. La Sportiva è stata tra le prime aziende del settore ad avere un proprio sito vetrina, ad investire in social media e in un magazine aziendale e oggi non potevamo non assecondare le richieste sempre più importanti dei consumatori che intendono acquistare i nostri prodotti on-line. È principalmente un servizio che vogliamo offrire, per essere capillari e servire anche le zone non coperte dalla distribuzione tradizionale come quelle urbane ad esempio dove non sempre sono disponibili ai consumatori negozi specializzati nell’outdoor. E un altro fattore è la brand experience: attraverso il nostro sito l’utente ha un’idea completa di ciò che la sportiva offre oggi sul mercato sia in termini di prodotto con l’approccio total look che prevede la produzione di calzature (e settori come mountain running e sci alpinismo giocano sempre più un ruolo di primo piano) e abbigliamento per ogni attività sportiva all’aria aperta in montagna, sia in termini di iniziative legate a concorsi, competizioni, ambassadors e tutte le iniziative di marketing rivolte ai nostri affezionati consumatori. QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI E QUALI I PROGETTI FUTURI? L’obiettivo è fornire il miglior prodotto possibile a chi va in montagna, si tratti di calzature o di abbigliamento: l’approccio è total look, chi si rivolge a La Sportiva deve poter trovare prodotti di qualità in ogni ambito, calzaturiero, tessile, accessoristico. In questo senso continua la nostra ricerca per soddisfare sempre il nostro consumatore e prova ne è la recentissima apertura del nostro “Innovation Center”, un centro totalmente dedicato alla ricerca e sviluppo sorto sempre qui a Ziano di Fiemme di fianco allo stabilimento di produzione. Innovare è e rimane la chiave per affrontare il presente ed il futuro.




CARLOALBERTO C I M E N T I ITW DENIS PICCOLO PICS DINO BONELLI

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TORINESE CL ASSE 1975, INIZIA A PRATICARE SPORT DI MONTAGNA FIN DALL A TENERA ETÀ. COSÌ SCI, ALPINISMO E CICLISMO, INSIEME ALL A CURIOSITÀ VERSO LE ALTRE CULTURE, DIVENTANO PARTE INTEGRANTE DELL A SUA VITA. PARALLEL AMENTE ALL A PRATICA AGONISTICA, SCOPRE L A SUA VERA GRANDE PASSIONE PER L’ALTA QUOTA. DA PIÙ DI DIECI ANNI CAL A CONCEPISCE PROGETTI ALPINISTICI IN TERRE LONTANE, FONDENDO LE SUE PASSIONI PER IL VIAGGIO, LO SCI E L’ALTA QUOTA. ECCO SOLO ALCUNI FRUTTI DI QUESTA RICERCA: DISCESA INTEGRALE DEL COMMUNISM PEAK, DISCESA DELL A PARETE NORD DEL PEAK LENIN (SALITA IN 12 ORE E SCESA IN 1), DISCESA PARZIALE DEL MANASLU, PARETE SUD DELLE GRAND JORASSES, PARETE EST DEL CERVINO, PARETE OVEST DEL MONTE BIANCO (COULOIR SAUDANE). CAL A È STATO IL PRIMO ITALIANO A RICEVERE L’ONORIFICENZA SNOWLEOPARD RISERVATA AGLI ALPINISTI CHE SCAL ANO TUTTE LE VETTE SOPRA I 7.000 METRI SUL TERRITORIO DELL’EX URSS.

QUANDO È INIZIATO TUTTO ? La passione per la montagna si può dire che l’ho sempre avuta, così come quella del mare. C’è stato un periodo della mia vita quando nostro padre portava me e mio fratello in viaggio in terre lontane come Messico, Africa o Stati Uniti e partivamo con i bagagli composti da attrezzatura di montagna come sci, ramponi e altro, e poi anche maschera, pinne mute, costume da bagno ecc. Passavamo magari dieci giorni tra le montagne rocciose in Colorado a girare di rifugio in rifugio, e poi ci trasferivamo in Messico o Belize, affittavamo una macchina e giravamo alla ricerca della barriera corallina più bella. Ecco, forse mio padre mi ha trasmesso quella curiosità per lo sconosciuto, quella voglia di andare a scoprire terre e culture nuove e di utilizzare il viaggio come mezzo per fare nuove ed intense esperienze, un modo anche per crescere interiormente. Mi ricordo quando per la prima volta ho visto i grandi giganti himalayani, ero con lui ed altri tre amici, avevamo comprato delle biciclette a Lhasa e stavamo attraversando il Tibet con l’intenzione di arrivare a Katmandu e rivenderle. A un certo punto, nei pressi di Tingri, comparvero Cho Oyu ed Everest, erano impressionanti, molto affascinanti, ma mi incutevano anche grande timore, mi chiesi se un giorno avrei mai calcato le loro pendici. Quell’anno raggiunsi in bici il campo base dell’Everest, e parecchi anni dopo calcai la cima del Cho Oyu, il mio primo ottomila, un anno dopo la dipartita di mio padre. Ricevere l’onorificenza Snowleopard è stata sicuramente una grande soddisfazione, ma oltre a questo, il mio Progetto Snowleopard è stata anche una lunga ed intensa esperienza che mi ha permesso di crescere come persona e come alpinista, e di venire a conoscenza di tutta una parte di mondo che ancora non conoscevo. IL TUO SNOWLEOPARD ERA PARTITO IN MODO DIVERSO, VOLEVI SCALARE TUTTE E CINQUE LE VETTE IN DUE MESI COME DENIS URUBKO, MA POI IL POBEDA... Sì, l’idea era quella, solo che purtroppo un’impresa di quel genere prevedeva dei tempi molto serrati a causa di una logistica complicata, così avevo il tempo di fare un solo tentativo per montagna. È andata bene per le prime due: il Pik Lenin e il KhanTengri, poi sul Pobeda siamo stati colti da una bufera all’ultimo campo a 6’900m il giorno prima del tentativo alla vetta e siamo dovuti scendere. In quel momento ho realizzato che il progetto Snowleopard non si sarebbe chiuso quell’anno e che sarei dovuto ritornare.

IL TUO RICORDO PIÙ POSITIVO E QUELLO PIÙ NEGATIVO DI QUELL’ESPERIENZA? Quest’esperienza è stata piena di emozioni sia positive che negative. Uno tra i ricordi più positivi è stato sicuramente quando sul Communism Peak ho partecipato ad un’operazione di soccorso per recuperare un giovane russo scomparso da sei giorni e che era stato avvistato proprio quando ormai veniva dato per morto sul ghiacciaio alla base della grossa parete della montagna, da dove passa la via normale, con le gambe rotte e senza zaino e quindi né viveri né acqua. Uno invece negativo, ma che adesso ci rido sopra, è stato quando sono stato lasciato via telefono satellitare dalla mia fidanzata di allora mentre mi trovavo al campo 3 del Khan Tengri: un piccolo balcone roccioso della larghezza di una tenda. Era stata una giornata dura, avevo accusato particolarmente la fatica e inoltre avevo avvistato anche un alpinista morto che stava lì congelato sulla mia stessa parete a pochi metri di distanza. Così quella sera, con la tenda sbattuta dal vento, il morale sotto i piedi per la grande fatica fatta e quindi il dubbio di non riuscire ad arrivare in cima, e le visioni inquietanti del giorno, pensai bene ti telefonare alla mia fidanzata di allora per tirarmi un po’ su il morale sentendo una voce amica, vicina, e invece... Ora ci rido sopra, però mi ricordo che allora non è stato proprio piacevole. QUESTE VETTE SONO ATIPICHE... Sì, specialmente il Pobeda, una montagna molto alta e posta ad una latitudine molto più a nord della catena dell’Himalaya e quindi più fredda e con l’aria più rarefatta. Mentre il Peak Lenin è tra tutte quella più conosciuta e frequentata anche dagli occidentali, per la sua facile accessibilità e la sua bellezza. IL PROGETTO NATURAL TERRAIN E LE MONTAGNE DI CASA. Sicuramente potevano offrire tanto. Purtroppo il progetto Pragelato Natural Terrain è tristemente naufragato lo scorso anno un po’ per incapacità dei gestori degli impianti e un po’ per i costi troppo elevati di esercizio degli impianti sciistici. In questo momento però sto lavorando a un nuovo progetto di sviluppo del freeride a Prali, una stazione sciistica che crede molto in questa realtà e che ha deciso di investire in questo senso. Il nuovo progetto si chiama Prali Natural Ski Area e ne siamo tutti molto entusiasti.



P I C F I L I P P O C A N N E T TA


WILD TEE

P I C S F I L I P P O C A N E T TA D AV I D E D A L M A S E D A N I E L E N I C O L I

ITW DENIS PICCOLO

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QUANDO, DOVE E COME NASCE IL PROGETTO WILD TEE ? Davide: L’idea nasce e prende forma nella testa malsana di Filippo. Vai al luglio 2015, mentre correvamo qui in Liguria, mi ha chiesto cosa facevamo di lavoro io e Maria Carla. L’ho visto pensieroso quando gli ho detto che lavoravamo nello sportswear, ma non ci ho fatto caso, capita spesso. La settimana dopo si è presentato a casa nostra con un business plan fatto e finito. Ci è sembrata una pazzia. E infatti eccoci qui. Filippo sa essere convincente quando vuole. Filippo: Erano almeno un paio d’anni che ci pensavo, un po’ stufo delle solite magliette o con colori improbabili o troppo tecniche. Volevo fare una linea di abbigliamento sportivo che facesse riscoprire il piacere di stare con se stessi in mezzo alla natura. CHE SIGNIFICATO HA WILD TEE ? Filippo: La Natura ha un lato selvaggio, anche se sempre più difficile da trovare, ma anche l’animo umano ha un suo lato selvaggio, anche se sempre più addomesticato. Noi vi vogliamo portare sul sentiero (TEE=T=TRAIL) in cui questi due mondi s’incontrano. CHI SONO I NOMI DIETRO WILD TEE ? Filippo Canetta: fa un po’ di tutto. Davide Grazielli: segue la produzione. Maria Carla Ferrero: studia definisce i modelli dei capi. Corinna e Matteo: si occupano della parte grafica. Irene: segue il customer service e la parte amministrativa. Claudio: si occupa delle spedizioni. QUALI SONO LE VOSTRE PASSIONI ? Davide: Diverse e molteplici, siamo tre teste con gusti diversi in fatto di musica, arte, letteratura, cibo e vizi. Ma ci piace pensare che nessuna ci caratterizzi e che invece tutte influiscano in qualche modo in quello che è Wild Tee e come si evolve. Nella mia autoradio comunque troverai facilmente cd di hardcore americano anni ‘80, nel mio zaino un libro di Steinback o Hemingway e nella mia pinta una bitter o una ale inglesi con poco gas e a temperatura ambiente. E a volte, anche se fa strano a tanti, mi trovi in gradinata a tifare Genoa CFC 1893. Maria Carla: Nella tua autoradio non trovano niente perché è rotta da mesi. Forse trovano Paolo Conte nella mia... Filippo: Nonostante l’età, le passioni sono ancora tantissime e sono quelle che ci spingono a fare sempre cose nuove. Una ci accomuna: il trail running. COME DEFINISCI LA PAROLA OUTDOOR ? Davide: Mi verrebbe da dire qualsiasi attività all’aria aperta, nel senso più ampio come lo vivono gli americani o gli scandinavi: occupare gli spazi naturali e viverli a pieno, indipendentemente da cosa ci fai. #RECONNECTWITHYOURNATURE UN HASHTAG E UN MANTRA CHE VI CARATTERIZZA. Filippo: Diciamo che, attualmente, il rapporto con la Natura si è un po’ perso. Vorremmo stimolare i nostri utenti a uscire anche quando fuori fa freddo, buio, o hanno avuto una pessima giornata, perché là fuori da qualche parte ci sarà un momento speciale in cui si sentiranno bene e si sentiranno in pace con se stessi. DA DOVE NASCONO LE IDEE PER LE GRAFICHE E DEI MODELLI DEI VOSTRI CAPI ? Filippo: Fondamentalmente prendiamo ispirazione dalla Natura. A parte il Drago che ho poche speranze di incontrare, con il nostro ultimo viaggio negli Stati Uniti (per una 100 Miglia) ho visto anche l’Orso. DOPO LE T-SHIRT SONO ARRIVATI FELPE ED ACCESSORI. COME SI EVOLVERÀ LINEA APPAREL ? Maria Carla: Non facciamo uscire niente che non sia qualcosa che utilizzeremmo noi in primis. Quando le nostre idee incontrano il fornitore ideale ed esce un prodotto all’altezza, allora ci buttiamo.


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PIC DANIELE NICOLI


L’idea di base è cercare di produrre in Europa o dove c’è la possibilità di lavorare in modo eticamente e ambientalmente corretto, come abbiamo fatto con il cotone organico. Aspettatevi qualcosa di speciale per il prossimo inverno, qualche nuovo articolo in cantiere c’è sicuro, per la corsa o per il pub dopo! QUANTA IMPORTANZA HA IL VOSTRO BACKGROUND E LA VOSTRA ESPERIENZA SUL CAMPO ? Davide: Nello studio del prodotto parecchio. Volevamo dei capi semplici e funzionali, senza fronzoli e tecnicismi esasperati, fatti per essere usati e non per essere esposti in una vetrina o tenuti in un cassetto. Perché è la nostra idea di running: prendi e vai la fuori, che sia strada, pista, montagna o deserto, sei tu che dovresti essere al centro dell’esperienza, non l’abbigliamento che indossi. COME MAI AVETE ADERITO AL PROGETTO DI 1% FOR THE PLANET ? Filippo: Più che altro come mai siamo solo la seconda azienda in Italia ad aver aderito al progetto? Fin dall’inizio abbiamo pensato che dovevamo fare la nostra parte destinando almeno l’1% delle nostre vendite a progetti di riqualifica e conservazione ambientale. C’è moltissimo da fare per preservare il nostro ambiente naturale che potrebbe essere un’immensa risorsa turistica e di benessere collettivo invece che una risorsa da sfruttare. DOV’È E COME È STRUTTURATA LA VOSTRA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE ? Maria Carla: Per la produzione lavoriamo principalmente in Europa, dove abbiamo trovato fornitori di fiducia disposti a seguirci e collaborare. Lavoro in questo settore da molti anni ed è un piacere vedere che stiamo tornando “vicini” a casa: ci sono aziende che stanno investendo molto per essere competitive e ci fa piacere supportarle. Solitamente nelle nostre riunioni post corsa nascono idee e spunti. Poi io faccio la parte tecnica di sviluppo, Davide interviene in produzione e Filippo cura le grafiche e la parte commerciale. Filippo: Attualmente abbiamo una trentina di rivenditori in Italia, vendiamo on-line nelle zone scoperte e siamo alla ricerca di distributori per lo sviluppo del mercato europeo che sta apprezzando molto il nostro prodotto. QUANTO STA ENTRANDO L’ABBIGLIAMENTO OUTDOOR NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI ? Davide: Molto, quest’anno abbiamo anche sviluppato un progetto con il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano dove il tema centrale era proprio questo processo di contaminazione dell’immaginario outdoor nel mondo urban. Ci siamo un po’ sorpresi all’inizio di quanto poco gli studenti conoscessero certe attività outdoor, ma lo sviluppo del progetto e l’interesse che ha suscitato in loro ci ha dato speranza. Resta da vedere se è davvero una ricerca di nuovi spazi e confini e non una semplice trovata da trend-setter. DOVESSI DEFINIRE UN TIPO “WILD TEE” COME DOVREBBE ESSERE ? Davide: Bella domanda questa. Provo ad uscirne dicendoti qualcuno che avrei voluto vedere con una maglietta Wild Tee: l’avrei vista bene addosso a Steve Prefontaine a Eugene, o a Bruce Fordyce mentre corre la Comrades con la banda nera anti apartheid. Potrebbe averla avuta Gordy Ainsleigh nel completare le prime fantastiche cento miglia della Western States o Tommie Smith e John Carlos sul podio a Città del Messico. Ma mi accontento di vederla addosso a gente come Francesco Paco Gentilucci. Wild enough for me. PROGETTI FUTURI? Davide: Con Wild Tee? Continuare a divertirsi, minare le certezze e seminare panico! It’s a wild wild world.


PIC DANIELE DAL MAS


MONTANUS

THE WILD SIDE BY PRESENTED BY BAM!



Non è facile parlare di Montanus, trasformare in parole le splendide immagini realizzate da Francesco D’Alessio e Giorgio Frattale. E’ invece facile perdersi in chiacchiere mentre li si intervista, tra aneddoti, risate, riflessioni filosofiche e scherzi. Montanus è una moneta a due facce: da un alto l’epica del viaggio, dell’esplorazione e della tenda piantata ai confini del mondo; dall’altro l’anti-retorica e la simpatia di due ragazzi che prima di tutto hanno voglia di divertirsi, di raccontare storie, di condividere una passione, a volte ribaltando la prosopopea del marketing delle grandi aziende. Se si legge il sito, i Montanus si presentano come un progetto di bikepacking in tutte le stagioni. Come un’attitudine, un viaggio interiore, come il richiamo della foresta di Buck, il cane raccontato da Jack London. Come il profumo di muschio sui guanti, il fango rosso secco sulla bici, il ghiaccio sul sacco a pelo. Come la vita fuori dalla “confort zone”, ispirazione per chi cerca un contatto diretto con la natura. Come un viaggio con la lentezza necessaria per godere dei profumi e dei colori. “Facciamo sempre fatica a far capire cosa facciamo” dice Francesco. “Montanus nasce dalla passione per la montagna e per l’outdoor. Eravamo biker: prima il downhill, poi il freeride, ma un giorno ci siamo resi conto che la bici ci aveva portato in una dimensione in cui eravamo legati da un lato alla performance, dall’altro al sentiero. Il rischio era che venisse meno lo spirito della montagna. Sarà stato che, dentro, siamo dei «pastori abruzzesi», ma la mtb vissuta così ci stava stretta: volevamo riprenderci lo spirito della montagna. E così siamo tornati al passato: abbiamo preso la bici e abbiamo iniziato a fare lunghi giri in montagna, con delle sacche stagne auto costruite legate alla bici e degli enormi zaini in spalla: le nostre prime foto fanno sorridere. Una roba da matti: era pura fatica. Spesso spingevamo la bici per chilometri. Poi scoprimmo le prime frame bag americane e divenne tutto più semplice. Ma quello che conta è che ci rendemmo conto, con le nostre bici pesantissime e anti-tecnologiche, che la mtb è il mezzo e non fine, che quello che conta davvero è l’esperienza, il tornare alla montagna”. I viaggi Montanus, molto seguiti e condivisi dagli appassionati in tutto il mondo, sono sia sulle montagne di casa, l’Abruzzo, tra orsi e lupi, sia negli Stati Uniti o in Lettonia; quel che conta è andare. Nulla di estremo, se non lo spirito. “Rispetto al trekking la bici ti permette di andare più lontano, di vedere più cose, di concepire viaggi più complessi in meno giorni. Però l’approccio è lo stesso: noi viviamo la bici come se fosse un paio di scarponi, il senso della prestazione scompare e rimane la ruota, un supporto per vivere a contatto con la natura. Abbiamo buttato la bici come oggetto scintillante e, andando controcorrente, abbiamo ricominciato a usarne una che somigliava alla mia prima mtb, una rigida regalatami nel ’91” Le parole ricorrenti sono natura, esperienza, outdoor e non c’è alcuna forma di esibizione o di retorica: Francesco e Giorgio, amici da sempre, hanno semplicemente voglia di divertirsi, di vivere momenti memorabili e di raccontarli. Il loro linguaggio sono le immagini, mozzafiato, potenti, sia in video sia in fotogrammi fotografici. The Cold Vein, il loro film, premiato e apprezzato in tutto il mondo, è infatti senza parole, come se di fronte alla natura non fosse necessario aggiungere nulla. Lo spirito Montanus, qui, si vede anche nel fatto che lo splendido video è girato nelle montagne di casa: l’avventura non impone necessariamente di andare lontano. L’avventura dei Montanus nasce nel ritmo, nello sguardo. “La nostra civiltà ci ha raccontato che la velocità ci migliora la vita, ma è successo il contrario. Più vai veloce, meno tempo hai. L’uomo si è ritrovato a inseguire la velocità delle macchine che dovrebbero servirlo. Quando noi andiamo in bici abbiamo quella velocità - o forse è meglio dire lentezza- che ci permette di guardarci attorno. Non inseguiamo nulla. A lungo abbiamo usato le fatbike, che sono mezzi che impongono un ritmo. E poi ti fermi, monti la tenda, dormi fuori, e ti trovi ad a rivivere quelle sensazioni che provavi quando andavi in montagna da ragazzino”



IL GRAN SASSO, IL MONTE BIANCO, IL COLORADO, LO STELVIO, LO UTAH: SOTTO LE RUOTE DEI MONTANUS SONO PASSATE TERRE DIVERSE, MA SEMPRE SELVAGGE. “Io non sono mai stato un viaggiatore. Non ne ho mai avuto il pallino. E’ stata la bicicletta a farmi cambiare prospettiva: sul Monte Bianco, per esempio, ero andato, avevo preso la funivia e poco altro. Quando ci sono tornato in bici l’ho scoperto e vissuto. Ne ho assaporato il profumo e l’atmosfera. Forse è stato l’incidente in bici con cui, nel 2011, mi ruppi tibia e perone: ha cambiato tutto, mi ha allontanato dalla performance e mi ha portato a vivere esperienze. Ha risvegliato in me la curiosità, che è la chiave dell’avventura. Se sei curioso sei vivo. I PROFILI INSTAGRAM E FACEBOOK DI MONTANUS CONTANO MIGLIAIA DI FOLLOWERS E OGNI FOTOGRAFIA VIENE CONDIVISA DA APPASSIONATI IN TUTTO IL MONDO. IL SITO WEB AMERICANO BIKEPACKING.COM HA PREMIATO I DUE COME BEST EXPLORERS E COME AUTORI DELLA BEST ROUTE OF THE YEAR 2016. Non siamo bravi con le parole. Il nostro alfabeto sono le immagini. Ci chiedono spesso come facciamo a goderci i viaggi se facciamo foto e video: per noi non potrebbe essere diversamente. Noi ci divertiamo, è il piacere di condividere un’emozione e uno sguardo. All’inizio usavamo solo gli smartphone, poi abbiamo iniziato a usare attrezzatura più sofisticata. Per il primo film di mountain bike, Clorophilla, costruimmo dolly e crane usando tubi di acciaio, legno e ruote di skate. Ora siamo più sofisticati, ma non così tanto. MA QUAL È L’ISPIRAZIONE DEL VOSTRO PROGETTO ? “La base di tutto è la curiosità, la voglia di andare a scoprire ciò che non è indicato, la voglia di esplorare, anche dietro casa. Un modello è senza dubbio il Bonatti viaggiatore, quello che fece i grandi reportage per Epoca. Si costruì un sistema per l’autoscatto e la gente si chiedeva chi gli scattava le foto: fu costretto a spiegare che faceva tutto da solo. Nel nostro piccolo ci capita la stessa cosa. A volte, alla fine dei nostri viaggi, ci rendiamo conto che per scattare le foto abbiamo fatto 100 km in più...” COME SI FA A VIVERE UNA AVVENTURA IN STILE MONTANUS ? Raccontiamo i nostri viaggi perché vogliamo essere di ispirazione per gli altri. Ma questo non con l’epica un po’ spocchiosa che si ha ad esempio nel mondo del surf: noi semplicemente lavoriamo sull’affinità che si è creata con chi ci segue. Ed è il feedback che ci danno a farci capire il valore di quello che facciamo e questo si riflette anche sulla nostra capacità di collaborare con le aziende: diamo qualcosa perché c’è affinità, valore. Per vivere un’esperienza come la nostra non serve nulla se non la voglia di andare, di uscire dalla zona di confort. Portatevi un sacco a pelo, un materassino - perché dormire bene è fondamentale - e il fornello per mangiare. Le barrette possono bastare per un giorno, poi ci si ferma e si prepara qualcosa di buono anche per nutrire la mente, per avere un momento per sé. E un accendino, perché il fuoco è come una tv, quando sei nel bosco. E infine il coltellino Montanus....quanto al caffè: Giorgio beve caffè, io té. E’ una guerra continua.

TORNA IL BAM!, IL RADUNO EUROPEO DEI VIAGGIATORI IN BICICLETTA Pedalare per andare lontano, per guardarsi attorno, per avere una storia da raccontare. E’ questa la filosofia che riunisce il popolo del BAM!, il raduno europeo dei viaggiatori in bicicletta, la cui terza edizione torna nella suggestiva Rocca di Noale, Venezia, dal 19 al 21 maggio 2017. Poco conta il peso della bicicletta con cui si arriva, se si dormirà in tenda condividendo con gli altri un tetto di stelle o se si sceglierà una sistemazione più comoda: quello che importa è ritrovarsi, una volta l’anno, per vedersi e condividere storie e progetti. Numerosi appuntamenti a misura delle due ruote: workshop dedicati alla meccanica, al bike- packing, all’autocostruzione, alla fotografia dalla sella, alle ricette da fare in viaggio, presentazioni di libri, film, concerti e spettacoli. E poi si pedala: 3 le proposte. Due pedalate alla scoperta delle strade bianche e degli angoli meno noti del Veneto, di 90 e 150 kilometri, e una più facile, di 50, verso la Laguna di Venezia. Per info www.bameurope.it




CHRIS -TIAN WATSON 1924US I T W D AV I D E F I O R A S O


CHRISTIAN WATSON È UN COLLEZIONISTA CREATIVO, UN FOTOGRAFO, UN ILLUSTRATORE. CONDIVIDE IN UN GIORNALE VIRTUALE I DISEGNI E I RICORDI CHE ACCUMULA DAI SUOI VIAGGI E DALLE SUE ESCURSIONI. CIÒ CHE LO CIRCONDA DIVENTA IL TEMA CENTRALE DELLA SUA ESPRESSIONE ARTISTICA, UN’OPERA PIENA DI CARATTERE E AUTENTICITÀ ATTRAVERSO L’USO DI STRUMENTI TRADIZIONALI. EGLI STESSO, DAI SUOI TATUAGGI AGLI ABITI VINTAGE, NE FA PARTE A PIENO TITOLO. LO ABBIAMO CONOSCIUTO ATTRAVERSO IL PROGETTO 1924US, UNA RACCOLTA STRAORDINARIA DI OGGETTISTICA E ATTREZZATURA D’EPOCA. “FROM THE HISTORY WE AIM TO PRESERVE AND SHARE, TO THE NEW BRANDS WE HELP TO BUILD, WE ARE NOT JUST TRADESMEN, BUT JOURNEYMEN OF ALL SORTS. WE LABOR AWAY AT OUR TRADE IN WHATEVER FIELD IT MAY BE. A JOURNEYMAN IS NOT PERFECT, IS NOT THE BEST EQUIPPED, BUT THE MOST WILLING TO LEARN AND WORK HARD TO DO IT - THAT’S WHAT MAKES US WHO WE ARE.”

PARLACI DI TE E DA DOVE VIENI. Sono originario di una piccola città chiamata Myrtle Creek, in Oregon. Si trova sulla costa occidentale degli Stati Uniti ed è un luogo meraviglioso pieno foreste rigogliose e valli montane attraversate da fiumi turbolenti. È davvero un bel posto, e ha avuto un’enorme influenza sul lavoro che faccio, dall’illustrazione alla fotografia fino alla scrittura. Il modo in cui sono cresciuto è il fattore che ha determinato quello che vedete oggi. COS’È 1924US? E COM’E’ COMINCIATO ? 1924us è un conglomerato di molte parti in movimento: dal branding al design, dalla scrittura alla collezione di oggetti antichi. Ho lavorato febbrilmente per assicurarmi che 1924 combini tutte le cose che mi hanno ispirato e tutte le cose che possono contribuire a promuovere uno stile di vita positivo, non solo in termini di salute o ambizione, ma di spirito. In origine è iniziato con un blog chiamato Lyla & Blu che, quando si sciolse, divenne 1924 concentrandosi sullo stile di vita dei cosiddetti “early-era livers”. Persone che credono profondamente nel lavoro che stanno facendo, nei loro hobby e nei loro ideali. Ho voluto mantenere viva questa tradizione. PERCHÈ 1924 E NON UN ALTRO ANNO ? È davvero molto specifico, nonostante le vaghe motivazioni. Ho sempre amato l’epoca compresa tra la fine dell’800 e il 1920, seguendo le mode tradizionali dell’ovest americano. Ma l’ho chiamato 1924 per omaggiare un piccolo dizionario tascabile regalatomi dai miei nonni che hanno condiviso e sostenuto la mia passione per la storia. Il libro è datato 1924 ed è in famiglia da allora. DOVE TROVI E RACCOGLI TUTTO QUESTO MATERIALE ? In tutto il mondo, nei miei viaggi; principalmente ho dei posti segreti che tengo per me, ma tutto questo può essere trovato facilmente, se vi appassionate alla ricerca. GLI OGGETTI A CUI SEI PIÙ AFFEZIONATO ? Sono davvero appassionato e fiero della mia collezione di Leica che ho acquisito nel corso degli ultimi anni; è composta da alcuni dei migliori pezzi di attrezzatura fotografica che io abbia mai posseduto e utilizzato.

OGNI PEZZO IN VENDITA NEL TUO SHOP È REALIZZATO CON UNO SCOPO. CHI ACQUISTA QUESTI OGGETTI, HA UNA PROFONDA CONNESSIONE TRA PRODOTTO E PRODUTTORE. PERCHÈ È COSÌ IMPORTANTE ? La cosa importante è che siano fatti bene, e che vadano ad accentuare la propria esistenza nel miglior modo possibile, senza essere degli acquisti inutili. Dobbiamo sbarazzarci di questa nostra cultura usa e getta e dare valore alle cose fatte bene. Più che alla data storica, dobbiamo dare importanza a chi l’ha creato, o a chi oggigiorno rende importanti questi prodotti con una passione senza eguali. Questa connessione è molto importante, perché si oppone al classico venditore medio che cerca di racimolare qualche dollaro, valorizzando coloro che lo fanno con amore e sentimento. “Our shop is a collection of rare, strange, unique, uncommon and the most down right interesting pieces available. New or old we sure as heck guarantee it’ll last. Go ahead and explore.” HAI UN BACKGROUND IN GRAPHIC DESIGN E BRANDING. COME HA FORMATO E INFLUENZATO LA TUA ESTETICA E IL TUO BUSINESS? Sono in attività da sette anni e il mio background ha sempre avuto un grande impatto sul modo in cui faccio, vedo e sento le cose. Metto sempre in discussione il perché e lo scopo dietro ad ogni scelta o azione che faccio. Il design mi ha aiutato a curare la mia vita dentro e fuori dal business; mi ha dato un vantaggio e ha modellato un’idea che altrimenti sarebbe stata molto astratta. Il design è costruito per noi e dobbiamo usarlo in questo modo. QUAL E’ IL TUO RAPPORTO CON LA NATURA ? Siamo sposati l’uno all’altra (ha haaaa); siamo tutti fatti di natura e dubito che qualcuno possa negarlo. Non passa giorno in cui non guardo e ammiro la natura come qualcosa di più potente di quanto potessi mai immaginare. È più grande di tutti noi e per questo merita il nostro onore. UN PAESE A TE CARO CHE VUOI RACCOMANDARE ? Andate in Austria, guidate attraverso il paese ascoltando un po’ di buona musica che stimoli la riflessione. E lasciatevi plasmare da quelle montagne.






CHRIS -TIAN WATSON 1924US


WINTER CALLING PICS DENIS PICCOLO T E X T M AT T I A T R O T TA




Una location unica. Un meteo infame. Le condizioni ideali per testare il top di gamma di New Balance, Nike e Under Armour no? Grazie alla passione per la corsa ed all’amore per i propri territori Mattia, Pietro e Francesco hanno saputo interpretare al meglio le condizioni avverse di terreno e clima per mettere a segno questo shooting fotografico. I sampietrini e l’acciottolato del castello di Manta (avete presente il dipinto de “La Fontana della Giovinezza”? È proprio raffigurato in quei saloni!) hanno stressato a dovere suole e tomaie delle tre scarpe, ma nessuna si è tirata indietro grazie ad un’ammortizzazione, un supporto e una reattività fuori dal comune. Mattia, Pietro e Francesco ci hanno solo dovuto mettere polpacci e cosce per spingere a fondo e portare al limite tutta l’attrezzatura a disposizione. In questo pazzo inverno, che proprio non vuol mandare in letargo il running, fondo sdrucciolevole, freddo e umidità non sono un problema grazie agli outfit completi proposti da New Balance, Nike e Under Armour. Guardate con i vostri stessi occhi e provate ad immedesimarvi in questa stupenda corsa tra continui cambi di direzione, salite impervie e discese tortuose in quello che fu l’antico Marchesato di Saluzzo. Dall’asfalto allo sconnesso senza battere ciglio. Con le tre scarpe in test si può fare eccome ed i vostri piedi non se ne accorgeranno nemmeno. Una location d’eccellenza per tre marchi di classe che hanno fatto e stanno facendo la storia del running mondiale. Sfide a colpi di innovazione tecnologica e spunti glamour per permettere alla passione running di intrecciarsi abilmente alla vita di tutti i giorni. Settate la mente in modalità training, scaldate le gambe ed allacciate queste “formula uno” della corsa. Mattia, Pietro e Francesco l’hanno fatto per voi al castello di Manta per farvi capire che qualunque scena urban può diventare il pane quotidiano di queste tre scarpe con la esse maiuscola. Non hanno paura di niente! RUNNER: FRANCESCO ALEMANNO SHOES: UNDER ARMOUR GEMINI 3 SWEATER: UNDER ARMOUR THREADBORNE RUN LONG SLEEVE PANT: UNDER ARMOUR LEGGINGS UA NOBREAKS RUN GLASSES: OAKLEY RADAR PACE WATCH: TOMTOM ADVENTURER GPS OUTDOOR Qualunque distanza on the road farà al caso vostro con questa nuova nata in casa Under Armour. La struttura UA SpeedForm consegna una calzata precisa che, unita alla reattività della gomma soffiata nell’avampiede, permette alla Gemini 3 di essere un’ottima compagna per ripetute e fartlek. Non solo però perchè l’intersuola incorporata, la soletta Charged Cushioning in schiuma compressa ed il tallone in Micro G sono sinonimo di protezione e stabilizzazione dei nostri piedi. Macinare chilometri sarà un gioco da ragazzi! Nessun problema nemmeno con la ventilazione perchè la linguetta e la mascherina in mesh hanno incrementato notevolmente la traspirabilità della scarpa. Ed il consumo? In casa Under Armour hanno pensato anche a quello inserendo gomma altmanete resistente all’abrasione sul tallone e scalanature flessibili su tutta la suola. Il comfort è garantito con SpeedForm Gemini 3 anche grazie alla completa assenza di cuciture su tutta la tomaia. Una scarpa a tutto tondo per farci assaporare il piacere della corsa in tutte le sue sfaccettature. La famiglia Gemini è progettata per aiutare il runner più tecnologico alla ricerca dell’allenamento perfetto. Le nuove scarpe sono, infatti, alimentate in eslusiva dalla MapMyRun, app di Under Armour che permette di massimare le prestazioni fornendo feedback sull’affaticamento muscolare, statistiche sul ritmo in tempo reale e sulla durata residua della scarpa in temini di chilometraggio. Bella, protettiva, veloce e intelligente. SpeedForm Gemini 3 è sempre connessa... alla strada!



RUNNER: MATTIA TROTTA SHOES: NEW BALANCE FRESH FOAM 1080 V7 SWEATER: NEW BALANCE VIZ LONG SLEEVE PANT: NEW BALANCE IMPACT TIGHT PRINT NECKWARMER : BUFF Chi non conosce la tecnologia Fresh Foam di New Balance? Ormai praticamente più nessuno! Ammortizzazione e stabilità allo stato puro, per potersi adattare a qualunque tipo di terreno e sprigionarci sopra tutta la reattività possibile. Ecco, questa è in sintesi la Fresh Foam 1080 v7. Nuova generazione della ormai collaudatissima 1080, con colori sempre più cool per non passare inosservati in tutte le sedute di allenamento. L’intersuola ha avuto uno sviluppo eccezionale, così come il supporto mediale della scarpa, finalizzato a favorire la protezione nell’appoggio a terra del corridore mantenendo inalterato il drop di 8 millimetri. Il design a calzino della tomaia è ideale per soddisfare ogni tipo di altezza del collo del piede. Il supporto laterale e mediale della calzata è ottenuto grazie ad un rinforzo esterno che abbraccia il mesh con lo scopo di ottenere un corretto fit dell’avampiede. Toe box ampio e ben strutturato per lasciare spazio alle dita e permetter loro di appoggiarsi a terra in cerca di spinta. Fresh Foam 1080 v7 è la scarpa ideale per ogni tipo di allenamento, dai più corti di qualità ai più lunghi di quantità. Basta allacciarle e già corrono da sole. Con un pizzico di abnegazione possono diventare delle amorevoli compagne di viaggio anche sui 42.150 metri della distanza regina. Se New York è la vostra prossima meta la Fresh Foam 1080 v7 può fare assolutamente al canto vostro.



RUNNER: PIETRO ROBASTO SHOES: NIKE LUNAREPIC LOW FLYKNIT 2 SWEATER: NIKE DRY KNIT PANT: NIKE 7” DISTANCE SHORT NECKWARMER : BUFF HEADPHONES: SKULL CANDY Dalla terra alla luna in un solo balzo. Questo è stato l’obiettivo di Nike con la realizzazione della serie Lunarepic Flyknit. Avvolgere il piede in un’unica struttura, appoggiarlo dolcemente a terra e spararlo in aria a tutto gas. Chi non lo vorrebbe? A dirsi sembra facile, ma realizzarlo non lo è stato assolutamente. Uno studio mirato dell’ intersuola Lunarlon, con intagli al laser su tutta la sua lunghezza della parte inferiore, ha permesso al “baffo” di Portland di consegnare ai runners più esigenti una scarpa dall’incredibile ammortizzazione e dalla reattività spaziale pur non dovendosi addentrare nel settore race. Imprescindibile il discorso leggerezza, concesso dalla tomaia a pezzo unico completamente traspirabile. Una calzata senza paragoni, praticamente come non averla ai piedi. L’allacciatura di supporto flyknit aiuta nel sostegno del piede e permette di plasmare la scarpa ad ogni tipo di calzata. Proprio come avere un guanto. Le colorazioni di casa Nike sono poi sempre un passo avanti e questa seconda versione del fortunato modello a stelle e strisce ne è un chiaro esempio. La versione bassa (low appunto) della Lunarepic Flyknit arriva quindi sul mercato per accogliere tra le sue morbide braccia anche quei runners che avevano sì guardato con interesse all’innovazione, ma non avevano ancora avuto il coraggio di affidarsi alla calzata a media altezza. Ora tutti possono correre sulla Luna!



FALESIA BELVEDERE T E X T & P I C S M AT T E O PAVA N A



Stefano Caligiore e Pietro Barelli sono due ragazzi del lecchese, ma prima di tutto sono due arrampicatori. Sono partiti all’alba da Lecco e hanno guidato in direzione Arco, il luogo in cui abbiamo concordato di incontrarci. Stefano lavora in un centro di educazione fisica, mentre Pietro lavora come potatore acrobatico, o usando un inglesismo più cool, il tree climber. Ci troviamo alla base della falesia di Belvedere, la prima delle due nostre destinazioni di giornata. Come si può facilmente evincere dal nome, la falesia di Belvedere prende il suo nome per il magnifico panorama che è in grado di offrire nella parte nord del Lago di Garda, in direzione Nago tanto per capirci. Come scendo dalla macchina mi sorprendo della bellissima empatia che tra di noi si forma sin da subito. È uno degli aspetti che preferisco dell’arrampicata: la semplicità genuina dei suoi praticanti. Quando si lavora in un clima simile, chissà come mai, tutto sembra più facile e immediato. I ragazzi sono entusiasti della falesia, soprattutto per la sua esposizione e la roccia che è in grado di offrire. Rimangono altrettanto entusiasti di partecipare ad un test di prodotto simile, incentrato nella prova di due nuove nuova calzature e di due rispettivi outfit. Precisamente siamo andati a testare la nuova Otaki di casa la Sportiva e la Chimera di fabbricazione Scarpa per quanto riguarda le scarpette mentre la nuova collezione UP di La Sportiva e di E9. Abbigliamenti e calzature diverse per sensazioni di arrampicata diverse. Otaki della Sportiva è una scarpetta d’arrampicata performance, precisa, portante e strutturata: è adatta per arrampicata in falesia, vie e boulder, grazie a caratteristiche che assecondano le più moderne esigenze dell’arrampicatore. Il tallone è estremamente innovativo grazie all’adozione del guscio S-Heel™ che permette di mantenere una perfetta stabilità torsionale accentuando le performance e l’adattabilità nei tallonaggi, per utilizzi di derivazione boulder. Chimera di Scarpa è una nuova calzatura tecnica da climbing presentata per la collezione SS17 ed unisce le qualità dei modelli Furia e Drago, aggiungendo una calzata ancora più precisa e performante. Adatta ad uso sia indoor che outdoor. Per quanto riguarda l’abbigliamento. Il progetto E9 nasce dall’idea di Mauro Calibani nel 1998 nel momento della rinascita della new bouldering generation. Mauro, campione del mondo boulder nel 2001, è un creativo dal tratto ironico e originale: la linea di abbigliamento E9 non poteva quindi non assomigliargli ed evolversi in maniera sempre più innovativa nel tempo. Attenzione ai tessuti, grandissima ricerca nel campo del colore, e grande comodità dallo stile inconfondibile fanno dei capi di abbigliamento E9 quasi un linguaggio in codice che gode ancora del privilegio di rappresentare il mondo da cui hanno avuto origine: quello del bouldering e dell’arrampicata. Dal 2010 i capi E9 sono interamente creati e confezionati in Italia. La collezione UP La Sportiva comprende abbigliamento dedicato al boulder, alla falesia ed all’utilizzo tempo libero all’aria aperta con look e grafiche fortemente identificative. Materiali quali cotoneorganico, Cordura® e tessuti stretch rendono il tutto altamente confortevole ededicato a chi ama esprimere la propria appartenenza al mondo verticale in ogni situazione.

CLIMBER: PIETRO BARELLI T-SHIRT: LA SPORTIVA VAN T-SHIRT SWEATSHIRT: LA SPORTIVA ROCKLANDS HOODY JACKET: LA SPORTIVA JOSHUA TREE JKT PANT: CRIMPER PANT SHOES: LA SPORTIVA OTAKI





CLIMBER: STEFANO CALIGIORE T-SHIRT: E9 PANT: E9 ACCESSORIES: E9 SHOES: SCARPA CHIMERA

Stefano e Pietro erano già da un paio di ore in falesia quando ci siamo incontrati e sono loro stessi a dirmi che la mattinata era stata piuttosto fredda, con un vento gelido che soffiava dal basso Garda. La molta foschia tipica delle giornate invernali vicino al lago non aiutavano a portare le condizioni di scalata a un livello ottimale. Poco importa visto che l’entusiasmo di conoscerci a vicenda e il mio desiderio di mostrare loro degli spot nuovi di arrampicata ci tenevano occupati mentalmente. Fortunatamente nel giro di un’ora la foschia si è diradata e i ragazzi sono riusciti a scalare in condizioni migliori. Dopo un breve riscaldo su “Renato butta la pasta”, un 6b+ costituito da tettino su belle prese e una successiva parte di resistenza su buchi svasi, ci spostiamo nella parte superiore della falesia, la più bella. È qui che i ragazzi testano il materiale su “Pea Brain”, un bellissimo 7a di continuità con una piccola sezione boulder senza riposi a metà. Il panorame è suggestivo e le fotografie vengono da sole. Dopo una breve pausa giusto per mangiare un panino decidiamo di spostarci. La riscoperta delle pareti storiche di Arco sono il “main focus” della giornata. E quale posto migliore da mostrare se non La Spiaggia delle Lucertole? È sicuramente uno dei luoghi più famosi della zona oltre che uno spot ricco di storia verticale. Su questa lavagna di calcare grigio Manolo, Heinz Mariacher, Roberto Bassi e Luisa Iovane hanno liberato già trent’anni fa alcuni capolavori di tecnica ed equilibrio. Questo è un posto dove si’mpara a scalare e dove la regola “piede sta dove mano tiene” non vale più così tanto, anzi. La parete si immerge direttamente nel Lago di Garda e la sensazione di scalare sopra l’acqua è davvero unica nel suo genere, soprattutto per lo stile di arrampicata sul quale occorre destreggiarsi. Stefano e Pietro optano per un giro rapido a fine giornata sul primo tiro di Luisa Violenta, un 6b+ di placca verticale su 30 metri di lavagna liscia. La sorpresa di giornata è stata per loro la grandissima “bastonata nei denti” e lo stupore che negli anni Ottanta l’arrampicata si evolvesse in questo stile con scarpette “tutt’altro che morbide” o comunque lontane dal concetto odierno di performante. La foschia ci avvolge e il buio segnano la fine della giornata. Una volta caricato tutto il materiale in macchina mi saluto con i ragazzi con la promessa di rivederci presto per condividere nuovi momenti di semplice libertà e spensieratezza.


LAST WORD B Y D AV I D E F I O R A S O

A tutto ormai mi sono abituato A godere talvolta anche a soffrire; Si spera un tempo migliorar lo stato Se splende un giorno il sol dell’avvenire Da questa speme io son confortato Quasi son certo che non può fallire, E verrà tempo come si predice Veder l’umanità tutta felice.

Chicche il «capraio» era un pastore. Si chiamava Francesco Giuliani, era nato a Castel del Monte nel 1890 e a Castel del Monte si è spento dopo 85 anni di pastorizia e di poesia. Per la maggior parte dell’anno, trascorreva le notti negli stazzi, in compagnia del gregge, lungo i tratturi tra l’Abruzzo e la Puglia, a inventar rime e a contemplar le stelle. Come il pastore errante leopardiano.


In Norvegia gli inverni lunghi e freddi sono di casa. Mikkel Bang (snowboarder norvegese) doma le tempeste della British Columbia nella sua Burton [ak] Helitack Jacket.

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