The Pill Magazine 31 It

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• ISSUE 31 •

25.000 COPIES IN 1600 SHOPS IN ITALY, SWITZERLAND, AUSTRIA, GERMANY, FRANCE, NETHERLANDS, SPAIN AND ENGLAND | PHOTO BY FEDERICO RAVASSARD


F1. Synchronized passion.

Location > COURMAYEUR (italy)


| Photo M. Reggiani

Visit us: A3 stand 210

Nello sci alpinismo gli istanti che precedono la salita sono i più appassionanti. Il gruppo si unisce per sostenere le emozioni di ciascuno e condividere l’adrenalina. Così, una volta infilati gli scarponi, si sincronizzano i dispositivi, i cuori e solo allora si parte. Abbiamo pensato e progettato l’F1 per sincronizzare la tua passione con la nostra. SCARPA, compagni di avventure. • recco reflector. • boa closure system: fit personalizzato. • estrema versatilità in ogni condizione. • comfort e leggerezza: per utilizzi prolungati. POWERED BY

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S H A P E D O N T H E AT H L E T E – B E A N AT H L E T E


CONTENTS & CREW

T H E D A I LY P I L L

P. 8

EDITOR IN CHIEF

Denis Piccolo | denis@hand-communication.com BEST MADE

P. 1 2

KILLER COLLAB

P. 1 6

ECO SEVEN

P. 2 0

G O R E -T E X

P. 2 4

GROWN SKIS

P. 2 6

CHRISTOPH ENGL INTERVIEW

P. 2 8

I ' M FAT I M A B A R A

P. 3 2

ROCKBUSTERS

P. 3 6

P TA R I T E P U I

P. 4 0

BEHIND OF HIELO NORTE

P. 3 6

THE FIFTH SUN

P. 4 8

UNDER ARMOUR TEST

P. 5 4

MICHELE BOSCACCI

P. 5 8

MAURO CALIBANI

P. 6 2

R E V E D ’ H I M A L A YA

P. 7 0

COVER

JACOPO L ARCHER INTERVIEW

P. 7 8

PRINT

CERRO TORRE AND RESILIENCE

P. 8 4

Grafiche Ambert Verolengo TO

F E D E R I C O R AVA S S A R D I N T E R V I E W

P. 9 2

E D I TO R I A L C O O R D I N ATO R

Davide Fioraso | davide@hand-communication.com Giulia Boccola | giulia@hand-communication.com Silvia Galliani | silvia@hand-communication.com E D I T I N G & T R A N S L AT I O N S

Silvia Galliani ART DIRECTION

George Boutall | george@evergreendesignhouse.com Francesca Pagliaro| francesca@evergreendesignhouse.com Diego Marmi| diego@evergreendesignhouse.com THEPILLMAGAZINE.COM

Giulia Boccola Silvia Galliani PHOTO SENIOR

Thomas Monsorno PHOTOGRAPHERS & FILMERS

Giulia Boccola, Andrea Schilirò, Denis Piccolo, Patte Schwienbacher, Achille Mauri, Matteo Pavana, Thomas Monsorno C O L L A B O R ATO R S

TRAIL

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URBAN OUTDOOR

P. 1 1 0

SHOP LIST

P. 1 1 6

LAST WORD

P. 1 2 0

Matteo Rossato, Fabrizio Bertone, Enrico Santillo, Dario Toso C O M PA N Y E D I TO R

Hand Communication Corso Francia 17, Torino hello@hand-communication.com by Federico Ravassard

DISTRIBUTION

25.000 copies distribuited in 1600 shops in Italy, Switzerland, Austria, Gemrany, France, Spain, England & The Netherlands ADVERTISING

hello@hand-communication.com +39 333.7741506 The Pill rivista bimestrale registrata al tribunale di Milano il 29/02/2016 al numero 73

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ACTIVE INSULATION

S E S V E N N A

A L P H A

J A C K E T

Sudare o gelare, non ci sono alternative a questo dilemma? Per le attività stop-and-go in montagna con temperature sotto lo zero, la giacca Sesvenna Alpha Jacket utilizza una imbottitura in Polartec® Alpha®. Questo materiale trattiene il calore del corpo ma consente all’umidità prodotta sotto sforzo di passare liberamente verso l’esterno, con una più efficace circolazione dell’aria che riduce i tempi di asciugatura. Questa potrebbe essere la soluzione che cercavate.

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BY

T H E P I L L FA M I LY PHOTO BY

JACOPO LARCHER

“Ho un rapporto di odio/amore con i social. Siamo sommersi quotidianamente da mille informazioni, talmente tante da non riuscire nemmeno a coglierle, ma continuiamo comunque a richiederne ancora di più. Inoltre non mi piace il fatto che il più delle volte ci forniscono un’immagine distorta della realtà; sui social tutto deve apparire perfetto e la verità viene sempre filtrata. A me piace condividere la mia vita e le mie avventure così come sono, con i loro aspetti positivi e negativi, i successi e gli insuccessi, gli alti ed i bassi, altrimenti ci trasformeremmo tutti in “super eroi” dalla vita perfetta.” Così Jacopo Larcher ci risponde ad una delle domande che gli abbiamo fatto per la nostra intervista su questo numero di The Pill. Questa sua osservazione mi ha fatto molto riflettere, sopratutto perché arriva da un giovane alpinista moderno. Sul nostro smartphone siamo bombardati di notifiche, migliaia di immagini al giorno scorrono sotto il nostro pollice, spesso senza contenuti, non esiste il minimo racconto della storia di ognuna di esse. Cerchiamo e vogliamo la perfezione, la facile felicità, il raggiungimento di un obbiettivo senza il minimo sforzo. Stiamo perdendo la consapevolezza che per raggiungere un risultato c’è molta sofferenza e spesso moltissimi fallimenti. Stiamo perdendo la consapevolezza che per vincere bisogna prima perdere.


LA SPORTIVA ® is a trademark of the shoe manufacturing company “La Sportiva S.p.A” located in Italy (TN)

Photos by P. Sartori

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SYNCHRO


BY DAV I D E F I O R AS O

I N V E N TA I L T U O B U F F Buff è il marchio spagnolo che ha inventato uno degli accessori multifunzione più versatili. In oltre 25 anni ha visto una continua evoluzione di prodotti, materiali e modelli, ma il suo nome

rimane legato all'inconfondibile bandana più venduta al mondo. Se vuoi promuovere il tuo

team, una gara, la tua attività o qualunque altra iniziativa, il Buff personalizzato rappresenta la soluzione perfetta. L’impiego di materie prime di alta qualità e tecnologie innovative, fa del

Buff un articolo promozionale di valore e durata. Buff è personalizzabile a partire da 25 pezzi. Info su www.nov-ita.com.

I S P O 2 0 1 9 : S V E L AT E L E N O V I TÀ G O R E -T E X W. L. Gore & Associates presenterà in anteprima all’ISPO di Monaco di Baviera il nuovo lami-

nato GORE-TEX a 3 strati. Questo prodotto innovativo prosegue il percorso volto a sviluppare

tessuti performanti, adatti a ogni utilizzo, per ridurre l’impatto ambientale dei capi outdoor senza trascurare le esigenze in fatto di comfort e protezione. Si tratta di giacche versatili, imper-

meabili, antivento e traspiranti, realizzate con laminati che presentano un nuovo backer tinto in massa in poliestere riciclato, oltre a un trattamento DWR sul tessuto esterno privo di PFC nocivi per l’ambiente.

AM ER S PORTS V E RSO UN ACCO RD O DA 4,6 MILIARDI D I E URO CO N ANTA Amer Sports, proprietario finlandese dei marchi Salomon, Suunto, Arc'Teryx, Peak Performance, Atomic e Armanda, è sul punto di siglare un accordo di vendita da 4,6 miliardi di euro con un

consorzio guidato dal suo concorrente cinese Anta Sports. Il consorzio ha messo sul tavolo una

proposta da 40 euro ad azione che rappresenta una capitalizzazione borsistica di 4,1 miliardi di

euro. Dalle prime indiscrezioni, l’accordo prevede che Anta acquisisca il 58% del capitale di Amer Sport, il fondo d’investimento cinese Fountainvest Partners il 21,3% e il miliardario canadese Chip Wilson, fondatore del marchio Lululemon, il restante 20,6%.

BAM! 2019 - ANCORA PIÙ GRANDE, ANCORA PIÙ DIVERTENTE Torna a Mantova, dal 17 al 19 maggio 2019, il più grande raduno europeo di viaggiatori in bicicletta. Saranno tre giorni di musica, incontri con grandi viaggiatori, scrittori, artisti e addetti ai lavori,

senza alcuna formalità o barriera: si pianta la tenda nel suggestivo Lungolago Gonzaga e si condivide la strada per arrivare. Tutti assieme: viaggiatori del weekend e persone che hanno pedalato attorno al mondo. Chiama gli amici, prepara la bici, riempi le borse e corri al BAM! a condividere

la tua passione per le due ruote. Mantova, una delle più belle città del mondo, ti aspetta. Tutte le info su www.bameurope.it.

V F C O R P O R AT I O N I N STA L L A I L S U O H U B E U R O P E O A LO N D R A VF Corporation ha firmato un contratto d’affitto di 10 anni per l’immobile Axtell Soho. La prima sede dell’azienda nel Regno Unito diventerà un importante centro d’affari per VF e per il suo

portfolio di marchi, tra cui Vans, Timberland, Wrangler e The North Face. La società prenderà il controllo dell’intero edificio Art déco situato all’angolo tra Warwick Street e Beak Street. Una volta rinnovato, l’edificio ospiterà le presentazioni di prodotto e gli showroom, così come le divisioni

marketing, stile e digitale. I lavori saranno completati nei prossimi mesi e l’apertura è prevista per la fine della prossima primavera.

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W H Y W A S T E I T ?

Out of the Waste Cycle and into Your Snow Gear Seventy-seven percent of our snow garments are now made with recycled content—diverting about 325,082 pounds of factory scraps and plastic bottles from the waste stream and into the gear we build. That’s more recycled materials in our technical winter lineup than ever before; and movement toward recycled inputs for every snow garment we make. Each Powder Bowl Jacket is made with a 100% recycled GORE-TEX face fabric and reroutes 35 plastic bottles from the landfill.


BY DAV I D E F I O R AS O

CAMELBAK RISTRUTTURA IL TEAM EUROPEO Grandi cambiamenti in casa CamelBak. Il brand californiano ha recentemente ristrutturato il

team europeo con sede a Monaco di Baviera. Dirk Ostertag è il nuovo direttore delle vendite per i mercati Europa, Medio Oriente e Africa. Ostertag lavora in CamelBak dal 2016 e ha già trattato

importanti account del brand. Precedentemente ha ricoperto il ruolo di direttore commerciale in

Speedo, parte del gruppo Oberalp. Le sue responsabilità includeranno l’aumento della presenza del marchio nei mercati europei e il supporto ai distributori. Sebastian Ohrmann è il invece nuovo responsabile marketing EMEA e APAC.

CA L L AWAY AC Q U I S I S C E JAC K WO L F S K I N Jack Wolfskin, marchio tedesco di abbigliamento outdoor, è stato acquisito da Callaway Golf

Company, società con sede a Carlsbad, primo produttore di attrezzature per il golf negli Stati Uniti. Il prezzo di vendita è stimato a circa 476 milioni di dollari. Jack Wolfskin attualmente

distribuisce i propri prodotti in circa 900 negozi in franchising e oltre 4.000 punti vendita. Nell’ultimo esercizio chiuso il 30 settembre ha realizzato un fatturato di 380 milioni di dollari

per un EBITDA stimato a 40 milioni. Il 52% delle sue entrate derivano dal mercato dell’Europa centrale e il 21% dalla Cina.

RIAPRE IL CAMPO BASE FERRINO HIGH LAB AL RIFUGIO TOESCA Si rinnova la collaborazione tra Ferrino e il Rifugio Toesca, in Valle di Susa. Anche questo inver-

no il rifugio ospiterà il Campo Base Ferrino offrendo la possibilità di testare i migliori prodotti della collezione (tende, materassini e sacchi a pelo), ribadendo l’importanza di mantenere il cen-

tro test attivo in tutte le stagioni. Tra il materiale a disposizione la tenda Snowbound, studiata per spedizioni di alta montagna e resistente in caso di forte vento. Dal 1994 Ferrino permette a

tutti di testare sul campo i propri prodotti fornendo feedback che possano contribuire a migliorare la produzione.

P O L A R T E C P O W E R A I R V I N C E I L F U T U R E T E X T I L E AWA R D S 2 0 1 8 L'ultima innovazione tessile Polartec è stata premiata ad Amsterdam dalla giuria del World Textile

Information Network con il prestigioso Future Textile Awards per il “miglior tessuto innovativo sostenibile”. Power Air rappresenta l'ennesima svolta di Polartec e l'evoluzione di un’industria che continua a focalizzarsi sulla riduzione dell'impatto ambientale. L'attenzione di Polartec alla

sostenibilità non è nuova: nel 1993 ha aperto la strada al processo di lavorazione di filati realizzati

con bottiglie di plastica riciclate e nel 2015 ha raggiunto l’enorme traguardo di oltre 1 miliardo di bottiglie riciclate.

THULE GROUP ACQUISISCE TEPUI OUTDOORS A tutti gli effetti, per montare una rooftop tent, c’è prima bisogno di un portapacchi. Thule, uno dei principali produttori di barre portatutto, box e accessori per auto, ha annunciato l'acquisizione

di Tepui Outdoors per 9,5 milioni di dollari. "Le rooftop tents offrono ai consumatori un ottimo

modo per affrontare lunghi viaggi verso destinazioni remote" - ha detto Magnus Welander, CEO

di Thule Group. “La categoria overlanding è cresciuta costantemente negli ultimi anni e siamo lieti

di aggiungere tende e accessori da tetto di alta qualità al nostro portafoglio di prodotti per coloro che amano vivere una vita attiva."

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BY DAV I D E F I O R AS O

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1.NEMO EQUIPMENT

2.CANDYLAB TOYS

3.ECCO

JAZZ SLEEPING BAG

PIONEER ASPEN

EXOSTRIKE DYNEEMA EDITION

Sacco a pelo grab-and-go di forma rettangolare che stabilisce un nuovo standard di comfort per il campeggio. E’ dotato di un morbido lenzuolo rimovibile e lavabile, un sistema di tiraggio per ridurre il volume e regolare la temperatura, un pillowtop trapuntato e un pad sleeve che lo mantiene saldamente in posizione sul materassino. Isolamento sintetico Stratofiber ideale fino a -7°C. Disponibile in versione singola o matrimoniale, regular o luxury. Include la sua duffel storage bag.

Tanto per bambini quanto per collezionisti. Candylab Toys, produttore artigianale con sede a Brooklyn, ha introdotto nella serie Americana, caratterizzata da un design modern-vintage anni '60, tre nuovi modelli Pioneer che trasudano stile e spirito avventuroso. La forma iconica, che richiama quella di una Jeep Grand Wagoneer, è completata da una canoa removibile con pratico magnete. E’ realizzata in legno massello di faggio con vernici a base acqua e pneumatici in gomma alimentare.

Le caratteristiche funzionali di un prodotto per l’outdoor, con lo stile di una smart sneaker. Le collezione Exostrike del marchio ECCO si amplia con l’offerta di una tomaia in pelle Dyneema Bonded, nuovo materiale ultraresistente, di appena 0.5 mm di spessore, sviluppato tra ECCO Leather e The Dyneema Project. La nuova Exostrike combina inoltre la rivoluzionaria intersuola Phorene, che riduce il peso e garantisce un miglior assorbimento agli urti, al processo di iniezione diretta Fluidform.

4.FRONTEER

5 . A L P H ATAU R I

6 .V I B R A M

GEOTREKKER

KOOV PARK A

PORTABLE PERFORMANCE SOLE

Fronteer è il brand fondato nel 2015 da Jon Tang mescolando il desiderio di esplorazione all’amore per i grandi spazi aperti, il design e le sneakers. Geotrekker è una rivisitazione dei primi modelli da approach degli anni ’80, popolari tra geologi, archeologi e park rangers. La tomaia in nylon balistico si combina con strati sovrapposti in pelle scamosciata, puntale in gomma e suola Vibram Winkler Evo. Edizione limitata a 400 paia per colore nella versione Into the Woods e Into The Creek.

Sfidare lo status quo e sviluppare costantemente tecnologie pionieristiche che ridefiniscano la funzionalità. Alimentato da un forte spirito di innovazione, AlphaTauri è il nuovo brand di abbigliamento Red Bull nato per creare un proprio percorso che unisca ingegneria, design e stile. Il parka KOOV, impermeabile, traspirante e termoregolatore, combina una sofisticata sartorialità all’isolamento Primaloft Gold, una membrana esterna c_change e tecnologia Taurex. Integra il sistema di trasporto Travel Handle.

Portable Performance Sole, powered by Vibram Arctic Grip, è la prima suola portatile mai creata da Vibram per aumentare la presa sul ghiaccio bagnato, una delle peggiori condizioni su cui camminare. Specificamente progettate per essere ripiegate su se stesse, si agganciano facilmente a qualsiasi tipo di calzatura utilizzando un semplice sistema di fissaggio a cordini regolabili. Una volta piegate, possono essere trasportate nella custodia impermeabile. Disponibili in tre diverse misure: M, L e XL.

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7. F I L M B U LV E T R

8.LEICA

9.ALP&METERS

TRAILR-X SNOWSHOES

D-LUX 7

PATROL KNIT PLUS

Brevi escursioni, corse o prestazioni sulla lunga distanza. TRAILR è il supermodello all mountain del marchio norvegese Fimbulvetr. Il suo design sottile e simmetrico offre un grande galleggiamento e facile manovrabilità. L'allacciatura fornisce una vestibilità aderente, senza punti di pressione. Il sistema brevettato All Direction Hinge si adatta facilmente a qualsiasi superficie garantendo trazione e stabilità. Ramponi in acciaio inossidabile per un peso complessivo (a coppia) di appena 2100 grammi.

Per l'atto di creare l'immagine, spesso quello che non potete vedere è importante quanto ciò che colpisce l'occhio. La nuova D-Lux 7 lo dimostra come nessun'altra fotocamera. Con la sua costruzione compatta e leggera offre una combinazione unica tra ottiche di livello e tecnologia d'avanguardia. Il suo ampio sensore 4/3, l'obiettivo luminoso (Leica DC Vario-Summilux 10.9-34 f/1.7-2.8 ASPH) e l'ideale campo di lunghezze focali la rendono perfetta per una moltitudine di situazioni fotografiche.

Un capo di abbigliamento sportivo nato dalla tradizione, ma reinterpretato con attributi tecnici contemporanei. Il Patrol Knit Plus rappresenta l'espressione dei primi maglioni da sci, influenzati dal mondo militare per utilità e versatilità. Pensato per garantire protezione e libertà di movimento, unisce il calore della lana del Lanificio Becagli ai rinforzi in tela British Millerain. Design ergonomico con full zip assimetrica, tasca anteriore a marsupio resistente all'acqua e tasche scaldamani.

10.CASCADA

1 1.BLACK DIAMOND

12.FITWELL

P E R F O R M A N C E B A S E L AY E R

U LT R A L I G H T I C E S C R E W

FREERIDE BOOTS

Progettato per mantenerti al caldo durante le attività sportive ad alta intensità. Realizzato in Far Yarn, stimola la microcircolazione sanguigna apportando una maggior quantità di ossigeno ai tessuti e assicurando la stessa temperatura corporea anche in situazioni di cambi climatici repentini. Grazie all’alta traspirabilità, mantiene l’umidità lontana dalla pelle, dissipando rapidamente il sudore. Ideale come primo strato durante l’inverno o da solo nelle mezze stagioni.

La vite da ghiaccio più leggera al mondo. La nuova Ultralight Ice Screw di Black Diamond è concepita per alpinisti, sci alpinisti ed esploratori glaciali che vogliono viaggiare veloci e leggeri. Con un peso inferiore del 45% rispetto alle viti Express, combina una punta in acciaio con corpo in alluminio e l'innovativa impugnatura con sistema di serraggio rapido in alluminio forgiato. Disponibile in quattro lunghezze (13, 16, 19 e 22 cm) facilmente identificabili dal classico schema colori BD.

Scarpone da snowboard alpinismo compatibile con rampone semi automatico. Scafo con struttura multistrato ad elevato standard di comfort e sensibilità. Durezza medium-soft con scarpetta termoformata in memory. L'allacciatura Reel Knob e la fascia in Velcro permettono una chiusura fasciante con regolazione millimetrica. L'elasticità del collarino ad anelli nella parte alta agevola la fase di salita. Suola Davos Galaxy con inserti in polvere di vetro per un’ottima aderenza su superfici ghiacciate.

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2 . H E L I N OX X S A B O TA G E

3.FILSON X DANNER

COLLECTION

GROUSE BOOT

Una visione unica e rivoluzionaria dello sportswear contemporaneo. È quanto emerge dalla nuova collezione presentata da Nike e A-COLD-WALL, marchio fondato nel 2015 dal designer londinese Samuel Ross. Questa giacca a due strati, in nylon termo-reattivo, è costituita da due parti indipendenti che possono essere indossate separatamente o combinate per consentire sagome diverse e disparità tonali. L’arma segreta per i tour in backcountry.

L’autunno/inverno di Helinox continua a popolarsi di nuove collaborazioni. Dopo Heritage Floss, The Superior Labor, Jinro e Clot è la volta di Sabotage, marchio dietro al quale si cela il singaporiano Mark Ong, conosciuto per i suoi intricati disegni ispirati all'arte militare. In questa edizione limitata la Tactical Chair One ed il Tactical Table si distinguono per gli esclusivi tessuti dipinti a mano.

Due marchi outdoor profondamente radicati nel Pacific Northwest. Lo stivale Grouse di Danner si presenta con una nuova tomaia arricchita dal tessuto Tin Cloth di Filson. Robusto e senza compromessi, unisce la famosa costruzione stitchdown di Danner ad una suola Vibram Sierra adatta a tutti i terreni. Membrana impermeabile Gore-Tex e marchiatura a logo congiunto sulla linguetta.

4.KITH X NEW BALANCE

5.MONCLER GENIUS X FRAGMENT DESIGN

6 . M O L LYJ O G G E R X B E A R & S O N

FLANNEL SHIRT

Mollyjogger ci riporta ai tempi della caccia alle balene e al mito della frontiera americana, quando gli uomini raccontavano la storia incidendo immagini sui denti di balena e ossa di bufalo. Questo kit include istruzioni dettagliate e tutto il necessario per apprendere un’arte dimenticata, oltre ad un coltello Bear & Son con manico in osso naturale sul quale iniziare a far pratica con le proprie iniziali.

1.NIKE X ACW CRUSHED

GRANITE

OVERCOAT

997

Per tutto il 2018 New Balance non ha smesso di stupirci. L’edizione speciale by Kith arriva sulle sneakers 997, 997S e 997S Fusion in due diverse colorazioni ispirate alle collaborazioni con United Arrows del 2009 e Nonnative del 2011. La 997S introduce una versione rinnovata con struttura in neoprene e suola rialzata. La 997S Fusion mantiene invece la tomaia OG incorporando strumenti modernizzati ENCAP Reveal.

Moncler Genius è il nuovo progetto presentato dal colosso di Remo Ruffini: otto collaborazioni basate su altrettante personalizzazioni dell’iconico piumino. Una di queste riguarda Fragment Design e riflette la capacità del suo designer, Hiroshi Fujiwara, di unire streetwear e cultura urbana in modo coerente. Nella collezione nr.7 anche questa camicia in flanella che rimanda a Seattle e alle sue strade.

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SCRIMSHAW KIT


CAL Z ATA SPECIFICA

RITORNO DI ENERGIA

CORSA SALDA E FLUIDA

L A TOMAIA LEGGER A E TR ASPIR ANTE È STATA C R E A T A P E R L’A N A T O M I A D E L P I E D E M A S C H I L E O FEMMINILE , FORNENDO FLES SIBILITÀ E SUPPORTO DOVE C ’È PIÙ BISOGNO.

L A SCHIUMA HOVR LUNGO TUT TA L A PIANTA , INCAPSUL ATA NELL A MAGLIA DINAMICA “ E N E R G Y W E B ”, A S S I C U R A PA S S I M O R B I D I E STACCHI RE AT TIVI.

UNA STRUT TUR A RESISTENTE ABBINATA AD INTAGLI FLES SIBILI, CRE A UNA CORSA STABILE E SCORREVOLE, KM DOPO KM.


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7. P E N D L E T O N X Y E T I

8.NOMAD GOODS X RAREFORM

9.MIZU X TENTREE

YOGA FIRE LEGEND MAT

IPHONE CASE

M8 WATERBOT TLE

Goditi un workout comodo ed elegante con questo tappetino Yeti Yoga da 5 mm di spessore nell’esclusivo pattern Fire Legend di Pendleton. Leggero e imbottito al tempo stesso, è realizzato con un top in PVC testurizzato di alta qualità, fondo in gomma e materiali eco-compatibili privi di ftalati, lattice e metalli pesanti. Anche nelle fantasie Falcon Cove, Tucson e Canyonlands.

Da Santa Barbara a Santa Monica, lungo una linea costiera di appena 85 miglia. E’ questa la distanza che divide Nomad Goods da Rareform, brand dei fratelli Avedissian che recupera il vinile dei cartelloni pubblicitari per realizzare borse, zaini e accessori. Pezzi unici nel suo genere, come queste cover in policarbonato di alta qualità compatibili con i vari modelli di iPhone X.

Grazie al proprio programma di personalizzazione, nel quartier generale di Carlsbad nascono collaborazioni a cadenza settimanale, spesso guidate da una corrente di pensiero comune. La collezione di Tentree prende vita dalla classica M8, leggerissima bottiglia da 800 ml realizzata in acciaio inossidabile alimentare 18/8 totalmente privo di BPA, e si amplia con il thermos V5, la camp mug ed il cutlery set.

10. ODLO X Z AHA HADID DESIGN

11.HERON PRESTON X NIKE

PERFORMANCE BLACKCOMB

TAILWIND

12.OUTDOOR VOICES X HOKA ONE ONE

Blackcomb di Odlo si modifica per affermare un nuovo stile sportivo: fluido e senza interruzioni, proprio come quello di Zaha Hadid, la grande architetta di origine irachena scomparsa nel 2016. L'approccio dell'Organic Bodymapping, senza cuciture tra le zone funzionali, si basa sulla struttura del corpo umano. Gli inserti in rete favoriscono la circolazione dell’aria, mentre la fibra utilizzata aumenta la traspirabilità.

Nuova release per il modello Tailwind di Nike. L’innovazione di Heron Preston consiste in una montatura pensata ad-hoc che supporta 4 lenti intercambiabili per garantire la massima versatilità in qualsiasi ambiente. Aste traspiranti, per limitare l'appannamento e l'accumulo di umidità, e scanalature in gomma per migliorare l’aderenza. Un cuscinetto mobile sul naso assicura un maggior assorbimento degli impatti.

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CLIFTON 4

Nuove tonalità cromatiche per la Clifton 4, pluripremiata scarpa da corsa Hoka One One e modello di punta nella categoria cushioning grazie alla nuova intersuola in full EVA che garantisce la massima ammortizzazione. A donare le colorazioni Midnight Navy e Lemon Chrome ci ha pensato Outdoor Voices, brand active lifestyle fondato dalla 29enne Tyler Haney, uno dei nomi più chiacchierati del momento.



BY DAV I D E F I O R AS O

TREK BIKES: L A S E C O N D A V I TA D E I T E L A I I N C A R B O N I O Grazie alla fibra di carbonio i produttori di biciclette sono in grado di realizzare componenti più leggeri, veloci ed efficienti. Ma cosa succede a un prototipo o ad un telaio che necessita di essere dismesso? Trek, che ogni anno produce circa 27 tonnelate di rottami, ha trovato una soluzione migliore alla discarica. Già dal 2010 ha avviato una partnership con Carbon Conversions, società del Sud Carolina, per sostenere una straordinaria tecnologia di riciclaggio che discernere il carbonio grezzo dagli altri materiali come resina epossidica e vernici. Il risultato finale del processo è una forma in carbonio presagomata che annovera applicazioni di ogni tipo: componenti sottostrutturali per automobili, scafi nautici, e occhiali da sole.

O B E R A L P : I L T E A M S U S TA I N A B I L I T Y E L A T R A S PA R E N Z A D E L R E P O R T La missione del team Sustainability del Gruppo Oberalp (Salewa, Dynafit, Wild Country e Pomoca) è di assicurare che le decisioni e i processi dell’impresa siano messi in atto rispettando i requisiti della strategia di sostenibilità. Attualmente è composto da quattro persone esperte in diritto dei lavoratori, nella gestione delle sostanze chimiche e nella catena dei fornitori, nella gestione ambientale e nella produzione sostenibile. Affinché tale impegno sia accessibile anche ad un pubblico più vasto, il report sulla sostenibilità 2017, presentato recentemente a Milano, raccoglie e descrive le iniziative del gruppo all’interno di questo ambito. Il Sustainability Report, che a partire dal 2019 sarà pubblicato annualmente insieme ai dati di bilancio, conta oggi 90 pagine suddivise in 5 capitoli.

L' I N D U S T R I A D E L L A M O D A L A N C I A L A C A R TA P E R L A S O S T E N I B I L I TÀ Il 10 dicembre, al vertice sui cambiamenti climatici di Katowice, in Polonia, l’industria mondiale della moda ha sottoscritto la propria Carta per la Sostenibilità, ribadendo fortemente l’intenzione di affrontare le questioni ambientali. Un documento impegnativo che prevede, come obiettivo iniziale, la riduzione del 30% delle emissioni aggregate di gas serra entro il 2030 e stila misure concrete per la decarbonizzazione nelle fasi di produzione, la scelta di materiali sostenibili, le modalità di trasporto a basso impatto. Sotto l'egida delle Nazioni Unite, hanno deciso di unire le forze 40 marchi tra cui Adidas, H&M Group, Levi Strauss & Co., Puma e associazioni tessili come Business for Social Responsibility, Sustainable Apparel Coalition, Outdoor Industry Association e Textile Exchange.

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PATA G O N I A D O N A 1 0 M I L I O N I D I D O L L A R I A L L E A S S O C I A Z I O N I A M B I E N TA L I S T E Le politiche in materia fiscale introdotte da Donald Trump hanno prodotto una riduzione di tasse a carico di Patagonia pari a 10 milioni di dollari. L’azienda californiana ha risposto “restituendo all’ambiente” l’intero importo, ovvero destinandolo ad associazioni impegnate nella difesa del pianeta. A rendere nota questa decisione è stata Rose Marcario attraverso un post sul proprio profilo Linkedin, in cui ha sottolineato a più riprese il dissenso nei confronti dell’attuale governo. La donazione si aggiunge ai fondi periodicamente destinati alle ONG e ai finanziamenti in favore dei movimenti di agricoltura biologica rigenerativa, oltre a quel 1% dei profitti che ogni anno Patagonia destina ad attivisti e associazioni ambientaliste nei paesi dove la stessa azienda è presente.

D A L 2 0 1 9 O S L O S A R À L A P R I M A C I T TÀ SENZA AUTOMOBILI Oslo non vuole più avere nulla a che fare con le auto. Dopo l’accordo tra i principali partiti politici per impedire la vendita delle vetture a benzina e gasolio entro il 2025, la municipalità della capitale norvegese ha indetto una nuova crociata contro le quattro ruote. L’obiettivo è vietare tutte le auto nel centro città entro il 2019. Elettriche, ibride o alimentate mediante carburanti fossili. L’amministrazione mira a rendere Oslo una città “car free” rimuovendo i parcheggi. Le zone di sosta, liberate dall’ingombro delle vetture, potrebbero essere convertite in ristoranti, teatri di strada e aree ricreative. Una trasformazione che, potenzialmente, potrebbe portare a una riduzione del 50% delle emissioni di CO2.

GOOD TO EARTH: I L C A L E N D A R I O L AVA Z Z A 2 0 1 9 “Noi abbiamo bisogno della natura per sopravvivere. La natura non ha bisogno di noi”. È con queste parole che la fotografa Ami Vitale ha presentato Good to Earth, il calendario Lavazza 2019 dedicato alla cura e alla protezione che noi, umanità, dobbiamo al Pianeta. Un lavoro che l’ha portata a visitare sei paesi nel mondo, insieme ad altrettanti artisti, con l’obiettivo di raccontare casi di successo nella salvaguardia e conservazione. Un perfetto equilibrio tra scatti maestosi e installazioni uniche. “In Good to Earth la natura si fa arte per ispirare comportamenti rispettosi dell’ambiente. Un originale mix tra il racconto per immagini di Ami Vitale e le opere di nature artists di fama internazionale” - ha spiegato Francesca Lavazza, curatrice del calendario. una singola azienda. Un sondaggio comunitario ha già posto le basi del progetto. Prossima scadenza fissata a Marzo 2019.

L A S P O R T I VA : I L F U T U R O PA S S A D A L L A S O S T E N I B I L I TÀ E D A L R I S P E T T O A M B I E N TA L E Il segreto della sostenibilità per La Sportiva è racchiuso nel payoff aziendale (Innovation with passion), che si traduce anche nel saper innovare con passione e rispetto per l’ambiente. In termini di innovazione di prodotto, La Sportiva ha concretizzato il suo approccio eco-sostenibile con il lancio, nella stagione 2017, della scarpetta Mythos ECO, realizzata con il 95% dei componenti derivati da materiali riciclati. Progetto proseguito con lo sviluppo ed il lancio, nel 2018, di Cobra ECO, composta per l’85% di materiali eco-friendly. La Sportiva ha scelto inoltre di operare secondo principi di eco-sostenibilità anche per le proprie produzioni di capi tecnici abbracciando il programma PFC Free con l’obiettivo di eliminare tutti i tipi di perfluorocarburi (PFC).

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Gore-Tex

B Y S I LV I A G A L L I A N I

Impermeabile, resistente all’acqua, idrorepellente. Sinonimi? Nomi diversi per indicare la stessa cosa? In realtà ci sono delle differenze. E saper distinguere i vari modi per mantenere alla larga l’acqua dai capi è diventato oggi ancora più importante e può fare veramente la differenza. Fino a poco tempo fa tutti i prodotti del marchio Gore-Tex avevano un’impermeabilità garantita, ma con il lancio della nuova linea di prodotti Gore-Tex Infinium le cose sono cambiate. Questa gamma è pensata per le occasioni in cui comodità e versatilità hanno la priorità sull’impermeabilità. Ma torniamo al punto di partenza: quali sono le differenze dei vari tipi di protezione contro l’acqua? Saperlo può aiutarti a scegliere i capi più adatti alle tue esigenze.

membrana presenta miliardi di pori per pollice quadrato, ognuno dei quali è 20.000 volte più piccolo di una gocciolina d’acqua. Per questo è impossibile che l’acqua riesca a penetrarvi. Inoltre questi pori sono 700 volte più grandi delle molecole di vapore acqueo (come il sudore) che, quindi, possono fuoriuscire facilmente. Tutto ciò a favore di una traspirabilità che offre il massimo comfort più a lungo, in ogni situazione. La resistenza all’acqua invece, non offre la stessa protezione impenetrabile al 100% di un prodotto “impermeabile”, ma in realtà non serve una protezione così completa ogni giorno o per ogni attività. I capi della linea Gore-Tex Infinium sono “resistenti all’acqua” e quindi offrono protezione e comodità in svariate condizioni e situazioni. Sono ideali per correre anche quando si alza il vento, o in condizioni di pioggia debole. Le giacche dotate della tecnologia Gore-Tex Infinium Windstopper, per esempio, oltre a essere totalmente antivento, sono resistenti all’acqua e quindi perfette per tutti i giorni. Possiedono quindi la capacità di resistere all’acqua per un periodo di tempo più che sufficiente a compiere molte attività, ma non indefinitamente.

Fino a poco tempo fa tutti i prodotti del marchio Gore-Tex avevano un’impermeabilità garantita, ma con il lancio della nuova linea di prodotti Gore-Tex Infinium le cose sono cambiate. Questa gamma è pensata per le occasioni in cui comodità e versatilità hanno la priorità sull’impermeabilità. Ma torniamo al punto di partenza: quali sono le differenze dei vari tipi di protezione contro l’acqua? Saperlo può aiutarti a scegliere i capi più adatti alle tue esigenze. Per impermeabilità, si intende la massima protezione contro l’acqua ovvero la protezione migliore in assoluto, garantita e affidabile. Gore-Tex ci viene in aiuto in ogni situazione su questo aspetto. Una tempesta in montagna, un acquazzone improvviso in città o ancora un clima imprevedibile. Tutti i capi Gore-Tex originali sono “impermeabili”. Sia che si tratti degli indumenti della linea Paclite che con il loro design leggero a 2 strati sono ideali per giornate all’insegna dell’attività, oppure delle calzature Surround, progettate per garantire al piede la massima traspirabilità, con tutti i prodotti della linea Gore-Tex puoi star certo di stare all’asciutto. La tecnologia innovativa dietro a questi prodotti infatti è stata raggiunta nel corso di decenni di ricerca e sviluppo a partire dal 1976. Alla base di tutto c’è la famosa membrana Gore-Tex. Questa

L'Idrorepellenza invece, può essere considerata come un complemento delle due precedenti proprietà. Tutte le giacche Gore-Tex, ad esempio, hanno una superficie esterna idrorepellente. Oltre alla membrana integrata che ne garantisce l’impermeabilità, queste giacche sono infatti dotate di uno strato esterno che è stato sottoposto a un trattamento (DWR) che trasforma l’acqua in gocce che non penetrano nel tessuto. Possiedono quindi la la capacità di respingere l’acqua trasformandola in gocce che scivolano via, permettendo agli strati esterni di restare asciutti. L’idrorepellenza di un capo però va curata nel tempo e per far ciò sono necessari alcuni accorgimenti e una serie di istruzioni per il lavaggio e la cura dei prodotti stessi.

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ISPO Munich. Pioneering snowsports.

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Grown Skis Regenerative Design BY DARIO TOSO

Adottare una politica volta alla sostenibilità non è più solo utile, ma quanto mai necessario per le aziende che operano nel settore outdoor. Un ambito che nasce per dare spazio all’impulso dell’uomo di esplorare ed essere a contatto con l’ambiente non può, infatti, prescindere dal garantire che l’ambiente naturale sia rispettato. Non a caso il settore outdoor è all’avanguardia sui temi della sostenibilità ambientale e sulle politiche volte a preservare l’ambiente e negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento di rotta importante per molte realtà operanti nel settore.

È questa la sfida che ha spinto Tobias Luthe e Jan Reger ad avviare più di 10 anni fa “Grown”, una piccola realtà nata sulle alpi tedesche con l’obiettivo di realizzare dei prodotti per l’outdoor, progettati con un approccio di design rigenerativo ispirato alla natura. Grown è un Outdoor Creativity Lab in cui si sperimentano nuove tecnologie sostenibili da applicare alla produzione di sci e attrezzature per il freeride con il pensiero rivolto al sistema prodotto e, quindi, anche alla progettazione delle fasi di produzione/coltivazione dei materiali impiegati nella costruzione delle attrezzature e del loro riutilizzo a fine vita. Il principio alla base del processo progettuale è che: come in Natura non esiste il concetto di rifiuto, così nei prodotti sviluppati da Grown ogni output di un processo diventa materia prima e nuova linfa per altri processi, secondo un’ottica circolare.

Tuttavia, l’adozione di un approccio realmente sostenibile che sia in grado non solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di garantire il passaggio virtuoso da un modello di produzione lineare ad un modello circolare, non è cosa semplice.

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L’ispirazione creativa avviene spesso durante le lunghe giornate trascorse sulle alpi a sciare o camminare, lasciandosi stimolare dall’ambiente naturale in cui si è immersi. Negli anni si sono organizzate diverse spedizioni in giro per il mondo: dall’Artico al Giappone alla Kamchatka fino alle Svalbard con l’obiettivo di mettere insieme conoscenze diverse che spaziano dalle scienze ambientali e forestali, al design, ai processi di produzione industriale in modo da sviluppare prototipi di soluzioni sostenibili che potranno poi essere introdotti nel settore outdoor per l'upscaling e il miglioramento di prodotti e servizi convenzionali. Nel 2008 Grown ha vinto il premio di eco-design ISPO con un paio di sci che utilizzavano il 60% in massa di materiali biobased, di cui il 70% di legno certificato, fibra di basalto, polietilene ad alta densità riciclato e una resina epossidica innovativa, ricavata dalla resina del pino. Lo sviluppo progettuale si è basato su un’analisi LCA (Life Cycle Assessment) che ha valutato le prestazioni ambientali di diversi modelli di sci convenzionali, con l’obiettivo di individuare le aree di miglioramento per realizzare uno sci più rispettoso dell'ambiente. Lo sci di Grown, presentato ad ISPO 2008, aveva infatti un Carbon Footprint* del 27% inferiore rispetto agli sci tradizionali.

ze locali. Gli sci sono stati premiati con il premio sostenibilità ad ISPO 2018 e sono attualmente in fase di test per dare il via alla produzione prevista per i primi mesi del 2019. La parte più interessante del progetto MonViso Edition consiste proprio nell’utilizzo di risorse cresciute nei luoghi in cui gli sci vengono prodotti e adoperati. La particolare resina a base di pino consentirà il recupero a fine vita dei componenti principali che costituiscono lo sci, con la possibilità di riutilizzarli e riciclarli in nuovi processi, attivando così un modello circolare in grado di connettersi fortemente alla biosfera.

Questo primo successo ha portato alla nascita di Grown come azienda, sviluppando, producendo e vendendo gli sci con il minor Carbon Footprint sul mercato. Da allora Grown ha avviato un processo volto al miglioramento continuo con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento e il leader nella sostenibilità nel settore dello sci. Recentemente la sperimentazione ha portato alla progettazione di uno sci innovativo composto da un sandwich realizzato con fibre di canapa e legno di paulownia, coltivati presso il MonViso Institute sulle Alpi piemontesi. È stato raggiunto un nuovo traguardo che ha portato a un’ulteriore riduzione del Carbon Footprint del 20% rispetto al primo modello del 2008 e di circa il 47% rispetto agli sci tradizionali.

I nuovi Grown MonViso edition rappresentano un passo avanti in termini di sostenibilità e prestazioni e nascono proprio con l’obiettivo di voler contribuire con una risposta concreta alle problematiche ambientali che un sistema economico/produttivo miope ha generato nell’ultimo secolo. “E alla fine, è un feeling completamente diverso sciare nelle foreste e su pendii incontaminati con un paio di sci che risponde alla bellezza che troviamo in montagna e che sia in grado di restituire qualcosa a tutto quello che l'ambiente alpino ci offre”. Tobias Luthe

Inoltre è stato curato con particolare attenzione l’approvvigionamento delle materie prime e la produzione locale con l’obiettivo di ottenere un’impronta positiva e di dar vita ad un sistema in grado di valorizzare le risorse e le competen-

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BY GIULIA BOCCOLA

Christoph Engl Oberalp Ceo Oberalp, è un’azienda, un colosso che mette al primo posto la responsabilità sociale e l’importanza della sostenibilità, le quali vengono vissute come parte della cultura della famiglia Oberrauch. In questi ultimi sei anni l’headquarter di Bolzano, che pensa ed agisce a 360° per essere il più sostenibile possibile, ha risparmiato il 38% a livello energetico.

L

a responsabilità sociale di questa azienda va al di là del trattare solamente temi che devono essere affrontati, ma spinge per discutere di nuove problematiche, come ad esempio quella della micro plastica. Abbiamo intervistato il nuovo CEO del gruppo, Christoph Engl, anche definito l’uomo dei brands, un brand builder con esperienza internazionale ed esperto di destinazioni alpine, da sempre amante della montagna.

1,5 km da casa mia. Questo mi ha avvicinato di nuovo alla mia famiglia e mi permetterà di avere più cura delle mie amicizie personali. E poi mi trovo vicino alle montagne che da sempre mi hanno affascinato e portato a praticare tutti gli sport possibili, tranne il paragliding che mi è stato vietato da mia moglie già tanti anni fa!

Qual è secondo lei, l'aspetto più importante dell'essere il nuovo CEO di un gruppo solido come Oberalp? Vengo da esperienze lavorative diverse che finora non avevano ancora toccato lo sport e il commercio. Questo mi permette di avere una percezione dell’azienda e del settore quasi da estraneo. Al momento leggo l’azienda come fosse un libro ed ogni giorno si aprono nuovi capitoli ed aspetti inediti. Finita la lettura, inizieremo con tutti i responsabili del management aziendale a pensare a quale sarà il prossimo passo per il gruppo Oberalp necessario e fattibile per portare l’azienda al “next level”. Intuisco già adesso che andremo a focalizzarci ancora di più sui temi e sulle competenze che ci sono proprie. Chi vuole essere un marchio forte deve crescere con la consapevolezza, non con l’intenzione di allargarsi in campi di non propria competenza.

Da osservatore esterno, cosa ne pensa dell'operato del gruppo Oberalp durante tutti questi anni? L’azienda è in ottime condizioni, si è fatta un nome importante nel settore, è considerata la casa di marchi leader della montagna e nonostante sia di proprietà familiare, si è sviluppata come una impresa con vocazione internazionale. Oberalp è un punto di riferimento fermo e costante quando il mondo dello sport outdoor parla di leadership.

Come è cambiata la sua vita dopo aver accettato la posizione di nuovo CEO del gruppo? Dopo molti anni passati all’estero che mi hanno costretto ad essere fuori casa e lontano dalla mia famiglia per più di 200 giorni all’anno, ora l’headquarter di Oberalp dista soltanto

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Quali sono le sfide che si è posto di raggiungere entro il 2019? Rafforzare la cultura in azienda che essere marchio vuole dire astenersi dal voler fare tutto il possibile. Allineare tutti i nostri canali di vendita cosi che il nostro cliente ci percepisca come un unico interlocutore. Rendere più percepibile al cliente finale che i marchi del gruppo Oberalp si impegnano moltissimo per rendere i loro prodotti validi per la sostenibilità.

mi qualcosa di più? Come vi muoverete a riguardo? Stiamo collaborando con un gruppo di aziende per sostenere lo studio su come riuscire a ridurre il fenomeno delle micro plastiche. É un tema del quale ci occuperemo in futuro sebbene non sia ancora una problematica agli occhi di tutti. Dobbiamo capire l’impatto che i nostri prodotti hanno e avranno su questa tematica e come ricercare delle possibili soluzioni per eliminare le cause del problema.

Prevede l'ingresso di nuovi brand che entreranno a far parte del gruppo? In sole 10 settimane mi sono stati offerti quattro importanti marchi per l’acquisizione – e sono marchi di non poco spessore – capisco quindi che il settore offre molte opportunità di crescita mediante gli acquisti. Stiamo valutando con cura se un nuovo marchio potrebbe valorizzare il nostro portfolio di brand da sport di montagna già esistente. Non escludo nulla come non prometto nulla.

Qual è il modo per ottenere una catena di produzione sempre più "green"? Ci si riesce soltanto se un’azienda come la nostra non limita le azioni necessarie in un reparto. Le nostre cinque donne, esperte di CSR e sostenibilità, devono aumentare la consapevolezza del tema in tutti i reparti dell’azienda e in tutte le persone che lavorano nel o con il gruppo Oberalp. Pensare e agire in modo sostenibile deve diventare una logica intrinseca di ogni decisione presa o da prendere a prescindere dai livelli e dalle responsabilità. La sostenibilità se isolata e non vissuta, se voluta e non capita, se considerata un argomento per la vendita e non un valore etico e sociale, non potrà svilupparsi. Ci vogliono convinzione e cultura che devono partire dai vertici e si devono protrarre in ogni singolo angolo del gruppo. Essere “green” o voler essere concepiti come tale è più da marketing; vorrei parlare più che altro di responsabilità sociale che il gruppo Oberalp ha scelto come linea guida alle base delle decisioni strategiche.

È un ruolo di grande responsabilità, ma come riuscirà a far conciliare la crescita del gruppo con la tematica della sostenibilità? Non vedo come l’uno debba escludere o pregiudicare l’altro. Il nostro gruppo già per tradizione e cultura familiare non parla di espansione se quest’ultima non avviene conciliandosi con una crescente responsabilità verso le persone e l’ambiente. Valutiamo come crescita anche quella che renderà i nostri prodotti più durevoli nel tempo, più vicini alle tradizioni della montagna, da sempre lontani da una cultura “usa e getta”.

"Il nostro gruppo già per tradizione e cultura familiare non parla di espansione se quest’ultima non avviene conciliandosi con una crescente responsabilità verso le persone e l’ambiente. Valutiamo come crescita anche quella che renderà i nostri prodotti più durevoli nel tempo, più vicini alle tradizioni della montagna, da sempre lontani da una cultura usa e getta."

Fattore fondamentale per Oberalp è il tema della sostenibilità, ma come cercherete ulteriormente di ridurre il vostro impatto sociale e ambientale? L’ 80% dei nostri tessuti impegnati per abbigliamento per la montagna sono certificati da “bluesign” ed “Oeko-Tex” come liberi da sostanze chimiche pericolose. Sarà nostra premura portare queste quote verso il 100%. In più presteremo attenzione ad usare sempre meno il trattamento impermeabilizzante che contiene PFC, la quota del 65% “PFCfree” sarà sicuramente ancora aumentata. Avete parlato di micro plastiche, tematica fondamentale da affrontare, potrebbe dir-

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I’m Fatima Bara. TEXT AND PHOTOS BY DENIS PICCOLO

Forse anche a voi è capito di veder sfrecciare per Milano queste “ragazze volanti”. Loro sono Najla, Sofia, Fatima, Lorena, Micol, Arianna, Francesca e Greta. La crew tutta al femminile, attivata da Nike che solca le strade della città al grido di #weflymilano. Giovani, forti ma sopratutto velocissime, queste ragazze hanno alle loro spalle tutte storie diverse tra loro. Solo una cosa le accomuna al 100% e ha reso questo gruppo così affiatato: correre. Noi abbiamo scambiato qualche chiacchiera con Fatima, ventenne che studia “politics and economics" alla Cattolica di Milano, che ci ha svelato qualche retroscena della crew e ci ha portato un po’ nella sua vita divisa fra running ed impegni di una ragazza di tutti i giorni.

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* Ciao Fatima. Raccontami di te. Sono sempre stata iperattiva sin da bimba, tanto da non riuscire a stare seduta a tavola per tutta la durata dei pasti! Il primo vero approccio alla corsa l'ho avuto in prima media, con la 5 Mulini studentesca: correndo ho provato fatica e soddisfazione, un binomio che da quel momento in poi è diventato irrinunciabile per me. Inoltre adoro cantare e parlare in inglese, mi mettono sempre di buon umore. Un'altra cosa che mi fa stare ben è il cibo, sono molto golosa e faccio spesso fatica a non sgarrare in cucina. Purtroppo sono anche una persona molto chiassosa, ma a mia discolpa posso dire che è il minimo quando si cresce in una casa con 6 tra fratelli e sorelle. A dirla tutta sono anche lunatica, ma per quanto riguarda ciò l'unica debole argomentazione in mio favore che posso utilizzare è il fatto che il mio segno zodiacale sia quello del cancro, dominato dalla Luna. Come si svolge una tua giornata tipo? Ogni giornata è a sé stante. Non ho una routine meticolosamente elaborata e la cosa mi piace così, l’importante è arrivare a fine giornata ed aver portato a termine tutto ciò che avevo da fare. Solitamente non uso sveglie, perché mi alzo naturalmente dopo circa 8 ore di sonno e perché onestamente le trovo anche altamente traumatiche, mi ricordano quando andavo alle superiori! Inoltre come ho già detto mi piace la sensazione di fare le cose di fretta. Mi dà il rush di adrenalina perfetto con cui iniziare la giornata. Per colazione mangio spesso toast con olio di cocco e zucchero di canna, un must anche quando sono in super ritardo! Alterno poi thè e yogurt, a seconda del frutto che scelgo di mangiare quella mattina. Il pranzo è sempre un pasto "on the go" per me: raramente riesco a pranzare a casa, molto più spesso mi preparo delle schiscette di riso e pollo, pesce, verdure e crackers etc. Cioè cibi sani, ma buoni anche freddi. Nel complesso le mie giornate si differenziano molto tra loro: lezioni in università, allenamenti, studio e lavoro sono disposti ogni giorno in orari diversi. Il filo conduttore di ogni giorno è sicuramente la fretta, l'andare di corsa. La cena è l'unico pasto che faccio con calma e anche quello durante il quale faccio più fatica a non sgarrare purtroppo. E quando ogni sera mi metto a letto ad organizzare la giornata seguente, non può mancare una bella tisana calda sul comodino. Sei nella crew delle Flying Girls Milano. È nato tutto a maggio ed è la cosa più bella che mi sia capitata quest'anno. Alcune delle ragazze le conoscevo già mentre le altre invece le ho conosciute dopo, ma abbiamo legato sin da subito. Sia-

mo tutte molto diverse, ma avendo molti obiettivi comuni sia in ambito sportivo che umano, andiamo perfettamente d’accordo. Nike vi sta facendo vivere un sacco di esperienze incredibili grazie a questo progetto, raccontami la più emozionante? La più emozionante è stata senz'altro la maratona di Berlino! Abbiamo conosciuto un sacco di persone interessanti con la passione per la corsa e sfidato altre crew fortissime. Abbiamo fatto del tifo sfegatato al cheering point della Nike al 36esimo km e non abbiamo potuto far altro che avere la pelle d'oca quando Kipchoge ci è passato davanti. Sembra che alla vostra crew diverta proprio correre, cosa dici a chi pensa che correre sia noioso? Della corsa si può dire tutto fuorché che sia noiosa! Regala nuove sensazioni sempre diverse. Il segreto per non annoiarsi sta nel concentrarsi sui dettagli: il rumore delle proprie scarpe sul terreno, il proprio fiato, l'ambiente circostante. Qual è la tua scarpa preferita per la corsa? E invece il tuo outfit e il tuo colore preferito per correre? La mia scarpa preferita è la Pegasus 35 della nuova Run Utility Collection di Nike, ammortizzata al punto giusto, impermeabile e con i lacci regolabili che non si slacciano mai mentre corri! Il mio outfit ideale per questa stagione è sicuramente tights spessi dalle stampe fantasiose, maglietta termica e giacca vento con cappuccio! Per quanto riguarda i colori, li adoro tutti dai più sgargianti ai più cupi. Sei una tipa da corsa con o senza musica? Per quanto io sia una patita di musica preferisco correre senza la musica. Partendo dal presupposto che il mio genere preferito è l'R&B che ha un ritmo più adatto al relax piuttosto che alla corsa, preferisco non usare la musica mentre corro perché distoglie l'attenzione dalle mie sensazioni e dall'ambiente che mi circonda. Quindi a cosa pensi di solito mentre corri? Nonostante io sia una persona a cui passano per la testa mille pensieri al secondo, mentre corro cerco sempre di mettere in pratica il mindfulness, cioè di concentrarmi in un dato momento solo ed esclusivamente sull'atto che sto compiendo, è un tipo di meditazione che mi piace molto. Cosa e chi sarà Fatima da grande? Da piccola sognavo di diventare una cantante e mi inventavo mille occasioni immaginarie in cui esibirmi. Crescendo e vivendo certe esperienze, il mio sogno è cambiato. Ora sogno di diventare una buona madre: una donna paziente, amorevole ed estremamente forte. 35

"Far parte di un crew significa condivisione. Gioie, obiettivi, delusioni, problemi, opportunità. Una crew è un po' come una famiglia, ognuno ha il suo ruolo, tutti collaborano e nessuno è escluso."



Rockbusters Mammut Elements: A Visual Poem P H OTO S G I A N LU CA VA N Z E T TA T E X T M AT T EO PAVA N A


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“Cos’è il tempo?” Questa è la domanda che affligge non solo i fisici di tutto il mondo, ma qualsiasi essere umano vivente.

È

importante riuscire ad usare bene il proprio tempo, proteggerlo e dargli valore. Forse è la vera chiave per riuscire a raggiungere la felicità, dicono.

Neve, Ghiaccio e Roccia si intrecciano e si fondono in qualcosa di più intricato: un’intensa emozione, uno sforzo fisico, un grido di gioia, o, perché no, un lungo silenzio.

Per coloro che vivono profondamente le proprie passioni, il tempo si riduce all’istante infinito in cui, in quella passione, ci si immerge e ci si perde in un mondo diverso, effimero, ma comunque reale.

A questi elementi se ne oppone un ultimo, un “back to the reality” nella giungla urbana. Eppure, in tutto quel disordine, sembra quasi di scorgere un’armonica arte, fatta di colore e movimento.

In quei momenti il tempo, in fondo in fondo, nemmeno esiste, no? Si potrebbe quasi dire che il tempo è “ora”, è l’istante in cui non esistiamo altro che noi, in cui un nuovo mondo, così labile e fragile, prende forma.

Gli atleti italiani Mammut raccontano il proprio rapporto con il “loro” elemento. Mattia Felicetti, Martin Dejori, Janluca Kostner, Samuel Zeni, Alex Walpoth e Michael Piccolruaz sono i protagonisti di questa mini serie, divisa in quattro episodi.

Gli scalatori questo lo sanno bene.

Sono Samuel Zeni e Alex Walpoth i protagonisti di questo terzo episodio, assieme al paesaggio mozzafiato delle Cinque Torri, un piccolo complesso montuoso facente parte del gruppo del Nuvolau, all'interno delle Dolomiti Ampezzane, poco fuori Cortina.

Nell’esatto momento in cui essi staccano i piedi da terra inizia una danza, fatta di carezze agli appigli e piccoli passi su cristalli minuscoli. Sono le frazioni di tempo-non-tempo in cui non esiste un futuro ne tantomeno un passato: esiste solo il presente. Un presente dietro l’altro.

Sameul Zeni, originario della Val di Fiemme, classe 1989, è aspirante guida alpina. Alex Walpoth, originario di Ortisei, classe 1994 è aspirante guida alpina e studente di medicina presso l’Università di Innsbruck.

Per quanto ne sappiamo, in quei momenti il tempo potrebbe anche scorrere all’indietro. Probabilmente nemmeno se ne accorgerebbero e, anche fosse, non importerebbe loro di certo. Quel che è certo, è che sono lì e sono vivi: sono pura energia.

Entrambi godono di un curriculum alpinistico di tutto rispetto: per Samuel la prima libera della “Via per l’Ultimo Zar” sulla prima Pala di San Lucano e l’apertura della via “Pilatro Bianco” sulla terza Pala di San Lucano, mentre per Alex ci sono l’apertura della via “Via degli Studenti” e della via “Ricordi nebbiosi”, due nuovi itinerari di oltre 1000 metri nel gruppo del Civetta.

Mammut Elements è un progetto 100% made in Italy. Mammut Elements è materia. O forse qualcosa di più?

Siamo rapaci di quell’inspiegabile senso di vuoto. Noi siamo cacciatori di roccia.

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Behind of Hielo Norte CalzeGm Adventure BY RUGGERO ARENA

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on scorderò mai il momento in cui ci siamo staccati dalla riva fangosa del Rio Exploradores.

Era fine marzo e diluviava da giorni, il fiume era in piena e ribolliva limaccioso tra le rive coperte da una foresta impenetrabile. La corrente ci aveva immediatamente catapultati verso l’Oceano Pacifico: i nostri kayak erano stracarichi di equipaggiamento e viveri per due settimane di completa autonomia. Cosa ci aspettava non lo potevamo immaginare nonostante avessimo studiato minuziosamente le immagini satellitari dei fiordi dietro la calotta ghiacciata dello Hielo Continental Norte. Per il momento potevamo solo vivere intensamente il presente e cavalcare le enormi onde cercando di evitare i gorghi più grossi e gli alberi trasportati dalla corrente. Con il mio amico Silvano siamo nel cuore della Patagonia cilena per curiosare in uno dei suoi angoli più selvaggi. Assieme abbiamo salito mille montagne ma questa volta vogliamo metterci in gioco con un mezzo di trasporto che ci ha sempre affascinato: il kayak, usato da millenni dagli Inuit della Groenlandia ancora oggi rimasto sorprendentemente lo stesso. I nostri pesano solo 15 kg e hanno uno scheletro in alluminio e una pelle di plastica, in questo modo sono smontabili per il trasporto. La corrente ci fa macinare velocemente parecchi chilometri fin quando troviamo, verso la foce del fiume, un luogo adatto per sbarcare e accamparci. La foresta intorno è un muro verde grondante d’acqua. Continua a diluviare. Siamo in una delle zone più piovose del pianeta. Usciti dall’estuario del Rio Exploradores costeggiamo verso sud un lungo fiordo. Le montagne precipitano verticali fino in mare. Ci rendiamo conto molto presto che non c’è posto per noi. Riusciamo a scendere dai kayak per brevi pause sugli scogli solamen-

te durante la bassa marea. Trovare un posto per la tenda è davvero difficile. Spesso durante la notte l’acqua sale e arriva a lambire il nostro rifugio: dormiamo nelle tute stagne sempre pronti a ripartire. Dopo alcuni giorni entriamo nella laguna San Rafael. Alla nostra sinistra un gigantesco ghiacciaio sprofonda in acqua liberando innumerevoli iceberg. Alcuni hanno strane forme di draghi, altri, di antichissimo ghiaccio, sono così trasparenti da sembrare di cristallo, altri ancora sono di una tonalità di azzurro mai visto prima. Navighiamo tra scintillanti sculture galleggianti, ci muoviamo estasiati in silenzio e rapiti dal magnetismo del ghiaccio. La laguna è delimitata a sud dall’Istmo di Ofqui, una striscia di terra paludosa che impedisce la navigazione tra i fiordi del nord e quelli del sud della Patagonia. Per gli indios che vivevano in queste regioni non era un ostacolo, poiché anche loro si spostavano con canoe relativamente leggere. Negli anni ‘50 il governo cileno decise di tagliare l’Istmo con un canale: il progetto naufragò presto in quelle acque remote ma ancora oggi resta il segno dello scavo, in realtà più simile a un fosso melmoso che a un canale navigabile. Come gli indios, anche noi trasciniamo i kayak con il fango fino alle ginocchia, aprendoci un varco nella vegetazione sotto un cielo grigio piombo. Sono solo una manciata di chilometri di “portage” eppure, quando raggiungiamo il nuovo corso d’acqua, sembriamo usciti da una lotta estenuante. Il Rio Negro onora il suo nome: rimettiamo in acqua i kayak su un letto d'inchiostro. È piacevole però, il fiume scorre lento e noi abbiamo tutto il tempo di goderci il paesaggio. La nostra attenzione è catalizzata oltre le paludi scure verso oriente, da una formidabile barriera di montagne ghiacciate. Sono le cime selvagge dello Hielo Continental Norte. 40

Cosa ci aspettava non lo potevamo immaginare nonostante avessimo studiato minuziosamente le immagini satellitari... Per il momento potevamo solo vivere intensamente il presente e cavalcare le enormi onde cercando di evitare i gorghi più grossi e gli alberi trasportati dalla corrente.


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... Il tempo rimane sospeso tra un’onda e l’altra mentre l’intera regione ci sembra il residuo di una preistoria sacra, priva della complicazione umana.

Ormai il vento ci porta l’odore dell’Oceano. C’è una calma soprannaturale quando approdiamo su una spiaggia immensa, davanti al Golfo de Penas. Grandi ondate battono la spiaggia scura con un ritmo lento e sommesso. Il tempo rimane sospeso tra un’onda e l’altra mentre l’intera regione ci sembra il residuo di una preistoria sacra, priva della complicazione umana. Siamo soli naturalmente, euforici per la bellezza inesprimibile nella quale ci sentiamo immersi. Ci sediamo su una duna con l’Oceano Pacifico di fronte e improvvisamente ci scopriamo stanchissimi, sfiniti di remare da giorni per ore e ore, stufi di mangiare liofilizzati e di essere sempre bagnati. Quella sera, nella tendina, osservando il nostro percorso sulle immagini satellitari, decidiamo che è il momento di girare la prua verso nord. Risalire il Rio senza l’aiuto della marea si rivela un incubo, condito da una improvvisa tempesta di grandine: piomba su di noi come uno schiaffo di acqua e ghiaccio che ci costringe ad aggrapparci alla riva. È così violento che non riusciamo neppure a parlarci, ognuno resta chiuso nella tuta stagna, nei suoi pensieri, rannicchiato nel kayak.Il ritorno è psicologicamente più difficile, manca la motivazione che ti spinge verso l’obiettivo. Procediamo troppo lentamente e così siamo costretti a passare una notte nella palude. Con la tenda montata su un’isoletta galleggiante tra il pantano e le nebbie notturne crolliamo in un sonno profondo. Il cielo impallidisce nel giorno mentre resto in piedi fuori dalla tenda distratto da un sogno che ho dimenticato. Passa sfrec-

ciando un colibrì mentre osservo gli svassi scivolare nell’acqua che sembra metallo fuso. È ora anche per noi di riprendere la nostra strada liquida. Mentre pagaiamo nella nebbia, Silvano canta canzoni di montagna, forse per farci sentire meno isolati dal mondo. Attraversiamo nuovamente la Laguna San Rafael. Questa volta la costeggiamo lungo il suo margine orientale, passando proprio davanti al ghiacciaio. Pur navigando a debita distanza siamo molto preoccupati. Remiamo con estrema cautela, cercando guardinghi il passaggio migliore tra galassie di blocchi di ghiaccio: è un concerto di scricchiolii e di boati. Ogni volta che si stacca un pezzo più grande dal fronte del ghiacciaio, un tuono scuote l’aria mentre un’onda solitaria ed enorme si propaga velocemente per tutta la laguna, colpendo la costa e i ghiacci galleggianti. Poi torna la calma, rotta solo dal passaggio allegro di una formazione di starnazzanti cigni dal collo nero. Anche oggi piove, anzi diluvia, come al solito. Carichiamo i kayak per l’ultima giornata di navigazione. Le braccia si muovono per inerzia, la pancia è vuota, le barbe sono più lunghe. Possibile che la corrente sia sempre contraria? Stiamo davvero avanzando o la corrente ci trascina indietro? Nei viaggi sull’acqua abbiamo imparato che il movimento, la direzione, i tempi di uno spostamento appartengono ad una dimensione meno certa di quella alla quale siamo abituati sulla terraferma. Forse la Laguna non vuole lasciarci andare. Confesso che ancora oggi mi chiama e chissà, magari un giorno vorrò nuovamente ascoltarla. 42

Ogni volta che si stacca un pezzo più grande dal fronte del ghiacciaio, un tuono scuote l’aria mentre un’onda solitaria ed enorme si propaga velocemente per tutta la laguna, colpendo la costa e i ghiacci galleggianti. Poi torna la calma, rotta solo dal passaggio allegro di una formazione di starnazzanti cigni dal collo nero.


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Ptari Tepui. Dalla terra dei Galli alla casa degli Dei. BY GIULIA BOCCOLA

C I S O N O R I C O R D I N E L L A V I TA CHE NEPPURE IL TEMPO RIESCE A SBIADIRE, E L A S P E D I Z I O N E V E N E Z U E L A N A A L P TA R I -T E P U I , GIANNI BISSON LA RICORDA SPESSO C O N E ST R E M A L U C I D I TÀ , N O N O STA N T E S I A N O TRASCORSI PIÙ DI TRENT'ANNI DA QUELL'EVENTO E S I A N E L F R AT T E M P O D I V E N TATO UN ECCELLENTE MAESTRO GUIDA ALPINA.

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acconta Gianni: fu la visione di alcune foto del Ptari-Tepui, una montagna dalla singolare morfologia e dal fascino enigmatico, un altopiano con pareti verticali di roccia arenaria sovrastante un piastrone granitico che si erge per 2400 metri circa s.l.m. nella zona della Gran Sabana, posta a sud-est del Venezuela, ad accendere la miccia del desiderio e dell'inconscio richiamo. Quel giorno, nell'ormai lontano novembre 1984, serata tra amici dove la fantasia galoppa, pensare di scalare il Ptari-Tepui sembrava già cosa fatta, come se Recoaro Terme (VI), punto di partenza, confinasse con il Venezuela. Si sa a volte le pazze idee trovano inspiegabilmente seguito tanto che nel giro di un mese, favoriti dall'interessamento di Sergio Pozza e di Francesco Bertoldi del CTS Vicenza, con gli amici Paolo Asnicar e Wladimiro Savoldo avevamo costituito il gruppo pronto a partire, cosa che avvenne il 7 dicembre.

Noleggiata una jeep e caricata di tutto il necessario, in tre giorni di viaggio non privi di difficoltà ed incertezze, con direzione Parco Nazionale della Canaima, giungemmo al villaggio di Kavanayen, nello stato di Bolivar in Venezuela. Sostammo alcuni giorni al villaggio il cui nome, nel linguaggio degli indios Pemón, significa “luogo dei galli delle rocce”, cercando di capire in quale direzione muoverci, in quanto una persistente nebbia occultava alla vista gran parte dei rilievi circostanti.Tuttavia non ottenemmo nessun indicazione precisa, la stessa richiesta di informazioni a padre Tirso, capo della missione, non sortì gli effetti sperati, anzi il frate ci dissuase con insistenza dal compiere l'impresa.

Ma la cosa non ci turbò minimamente e, nonostante le avverse condizioni, apprestammo gli zaini con l'attrezzatura da roccia cercando di inserirvi anche la massima quantità di cibo trasportabile, schiacciando persino il pane per ridurne il volume. Il percorso con la jeep ci permise di superare senza intoppi un lungo tratto finché non giungemmo nei pressi di un fiume che ci obbligò ad abbandonare il mezzo e proseguire a piedi guadando il fiume stesso. La cosa non fu facile, la corrente era impetuosa e l'acqua ci arrivava alle spalle, allora decisi di tirare una corda da una sponda all'altra affinché nel

Le informazioni di cui disponevamo circa la zona dove arrivare, la stessa localizzazione del Ptari, non erano del tutto certe, mentre la nostra incoscienza, costituiva l'unica certezza, anche se a Caracas sapevamo di poter contare sull'aiuto dei valdagnesi Guido Olivieri e Sergio Storti che ci assicurarono massima ospitalità.

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Sul far della sera il cielo rasserenò e potemmo finalmente vedere in tutta la sua imponenza il massiccio montuoso dalla caratteristica sommità piatta, ma purtroppo constatammo che per raggiungere la sua base era necessario attraversare un tratto di foresta ... passaggio la corrente non ci trascinasse via assieme agli zaini. Guadato il fiume, quel bagno fuori programma ci proiettò nella nostra avventura: oltre il corso d’acqua ora eravamo soltanto tre ragazzi, Gianni, Paolo e Wlady con tre zaini pesantissimi, non una bussola, non una mappa, soltanto un'immagine stampata in mente e quella bastava per spingerci oltre. Sul far della sera il cielo rasserenò e potemmo finalmente vedere in tutta la sua imponenza il massiccio montuoso dalla caratteristica sommità piatta, ma purtroppo constatammo che per raggiungere la sua base era necessario attraversare un tratto di foresta, cosa che fu possibile solo con l'aiuto di due indios, incontrati per caso, Manuel e Damaso, che divennero le nostre guide. Si proseguiva con il macete, gli insetti andavano a nozze con i nostri volti, e impiegammo due giorni per uscire dalla foresta; giunti sotto la parete, facemmo base sotto un grande masso la cui forma garantiva un buon riparo alla nostra tenda. Durante la pulizia del luogo, con grande sorpresa rinvenimmo un curiosissimo “reperto”, una bottiglia contenente due messaggi testimoni di altrettante spedizioni botanico-ornitologiche spintesi in questi luoghi nel 1944 e nel 1972.

Procedevo in arrampicata libera ma la scarsa presa in un passaggio mi fece volare per alcuni metri a testa in giù, cadendo direttamente sulla sosta (due chiodi e un friend); nel capovolgermi mi si sfilarono chiodi e moschettoni che portavo a tracolla, si fermarono sotto a qualche decina di metri, così Paolo potè recuperarli. Era ormai sera, bivaccammo in parete su un terrazzino formato da piante grasse molto instabili, ma dentro al sacco a pelo asciutto fu una sensazione di assoluto benessere. La giornata decisiva ci colse con la fame, una scarsa colazione fu il nostro ultimo pasto, lungo la parete entrammo in un camino troppo largo, ma ci pensò Paolo, più alto di me ad oltrepassarlo, usciti da quest’ultimo incrociammo una fessura fuori misura bagnata da una cascata d'acqua, dominata anch'essa in libera, ci separava dalla cima un tratto di parete di una decina di metri che superammo con paziente leggerezza e con l'ausilio di “cliff” e “rurp”, quindi giungemmo sul pianoro e finalmente la sommità fu conquistata. Ci abbracciammo contenti e infreddoliti, scattammo le foto di rito, la pioggia era cessata e il cielo intorno lasciava intravedere uno squarcio d'azzurro, segno che gli Dei ci avevano benevolmente accolti nella loro casa: Tepui nella lingua degli indios Pemón significa appunto “casa degli Dei”.

Era il giorno di Natale, davanti al fuoco, ricordammo con nostalgia l'aria natalizia di casa. Nei giorni seguenti costituimmo un campo avanzato sotto la parete che ci apparve imponente, levigata e che non lasciava intravedere la fine coperta da nubi: ormai eravamo certi che l'indomani sarebbe stato il grande giorno. Ci alzammo presto, anche il cibo ormai scarseggiava, era necessario salire in fretta, decidemmo di lasciare Wlady al campo per essere più veloci. Io e Paolo iniziammo così l'ascensione e capimmo subito che la roccia bagnata sarebbe stata un’ulteriore difficoltà.

Le difficoltà del ritorno, in doppia, non ci parvero tali, ci riunimmo a Wlady, anch'esso in preda alla fame. Alcuni giorni dopo, arrivammo a Kavanayen a piedi, la jeep era in panne, e mangiammo tutto il pane che trovammo al villaggio. Padre Tirso sbalordito dall'impresa, ci fece riparare la jeep con una batteria di scorta: era Capodanno e lo passammo accampati in riva ad un laghetto sereni ed appagati, eravamo i primi ad aver scalato il Ptari-Tepui.

INTITOLAMMO LA “VIA” A GIORGIO TONINI.

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The Fifth Sun I N T E RV I E W W I T H M AT T EO M AG G I BY DENIS PICCOLO

Ho conosciuto Matteo di Coldfocus a Helsinki, durante un viaggio di 2 settimane per uno shooting di Snowboard. Mi è sempre piaciuta la mano che ha nel filming e ancora di più la sua ricerca di un punto di vista sempre differente e l'estetica che utilizza nelle storie che racconta. Prima con Siberia Teaches (che vi consiglio di vedere) ed oggi con The Fifth Sun, il lavoro della crew di ColdFocus, non ha mai smesso di stupirmi ed ispirarmi.

Dove nasce l’idea di sviluppare il documentario The Fifth Sun? The Fifth Sun nasce dalla volontà di realizzare un documentario sul viaggiatore piuttosto che un documentario di viaggio. La parola Wanderlust è sempre più utilizzata nel vocabolario di tutti i giorni, nel senso originario del termine sta a indicare un’irrefrenabile voglia di viaggiare. È da questa parola che è nata la curiosità di osservare cosa ci fosse veramente dietro questa necessità che spinge un certo numero di persone ad abbandonare tutto per vivere “on the road”. Parlami del nome The Fifth Sun e del perché avete scelto come obbiettivo un eclissi solare in Australia. Quando il protagonista ha espresso la voglia di attraversare il mondo per vedere quest’eclissi totale di sole in Australia, abbiamo iniziato a fare delle ricerche e a studiare cosa questo evento potesse rappresentare. Abbiamo così scoperto che, secondo alcune profezie Maya, quella sarebbe stata l'eclissi che avrebbe chiuso un’era, definita il Quarto Sole, per segnare l’inizio di un nuovo ciclo dettato da diversi equilibri e chiamato appunto il Quinto Sole.

Secondo alcune interpretazioni della profezia, questo passaggio avrebbe rappresentato un cambiamento radicale della società così come la conosciamo oggi. È venuto da sé cercare un parallelismo tra questa rivoluzione epocale e il cambiamento che il viaggio avrebbe rappresentato per noi e per il personaggio principale, perché si sa che qualsiasi viaggio ha la grande capacità di cambiarci un po’. Dove avete incontrato e conosciuto Panu, il protagonista? Panu è il fratello maggiore di un mio amico finlandese. Erano già un paio di anni che eravamo in cerca di un personaggio e di una storia da raccontare e lui ci è subito sembrato la persona giusta. Ogni volta che lo incontravo a Helsinki, era sempre di ritorno da qualche avventura straordinaria. Il modo con cui raccontava le sue esperienze le rendeva magiche e anche la sua capacità di interagire con le persone che incontrava era unica e speciale. Queste due cose ci hanno convinto che sarebbe stato in grado di gestire il peso di una lente puntata in faccia 24 ore su 24 per 2 mesi e mezzo. Quando abbiamo conosciuto Panu, erano già 5 anni che viaggiava ininterrottamente. Pri-

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ma di lasciare tutto faceva il pompiere in Svizzera, fino a che è maturata in lui l’urgenza di vivere in un modo diverso e ha così deciso di mollare tutto per vivere dei propri risparmi. Da quel momento in poi ha iniziato a tornare a casa solo per ripartire. È in questi suoi rientri che mi capitava di incontrarlo. La grande qualità e capacità di Panu è stata, fin dall’inizio, quella di non sentire la presenza della telecamera e di riuscire così a tranquillizzare anche le persone che incontrava, in una sorta di osmosi inaspettata. Per noi filmmaker è stata un'esperienza fantastica perché questo ci rendeva invisibili, consentendoci un accesso a un’intimità che di solito non è facile da documentare. Parlami invece di voi due, che ci fate a Helsinki? Io, Matteo, vivo a Helsinki da più di 15 anni, qui ho iniziato a lavorare come filmmaker filmando principalmente snowboard. Dal 2011 mi sono strutturato con Cristiana per ampliare la tipologia di produzioni video. Oggi abbiamo una dimensione internazionale che ci porta a lavorare e collaborare con clienti e professionisti da tutto il mondo, è una grande fortuna.


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Quando il protagonista ha espresso la voglia di attraversare il mondo per vedere quest’eclissi totale di sole in Australia, abbiamo iniziato a fare delle ricerche e a studiare cosa questo evento potesse rappresentare. Abbiamo così scoperto che, secondo alcune profezie Maya, quella sarebbe stata l'eclissi che avrebbe chiuso un’era, definita il Quarto Sole, per segnare l’inizio di un nuovo ciclo dettato da diversi equilibri e chiamato appunto il Quinto Sole.

Nel documentario parlami della sindrome del Wanderlust, mi chiarisci di cosa si tratta? Come ti dicevo prima, Wanderlust indica una voglia irrefrenabile di viaggiare e sentirsi uno spirito vagabondo. Questa attitudine sembra essere, per alcuni scienziati, una sindrome da ricercare nel gene DRD4, il che spiegherebbe come mai i nostri avi esploratori partivano verso l’ignoto con un certo coraggio che, se non dettato da una necessità profonda, sarebbe quasi inspiegabile. Dovevano essere tutti affetti da questa sindrome! Ovviamente non tutti abbiamo questo “dono" (concedetemi il giudizio di parte), che sembra invece appartenere a un numero esiguo di essere umani. Con questo documentario abbiamo voluto capire fin dove può arrivare questa necessità di partire e ripartire e, per farlo, abbiamo seguito un personaggio che aveva sposato questo stile di vita già da diversi anni. Avete riscosso un notevole successo con The Fifth Sun e vinto molti riconoscimenti, mi elenchi i più importanti e quelli che ti hanno soddisfatto maggiormente? È stata una bellissima sorpresa vedere il riscontro che ha avuto il documentario. Il primo premio che abbiamo vinto è stato quello del pubblico al Moscow International Documentary Film Festival e, in effetti, gli spettatori si sono molto divertiti, probabilmente perché raccontiamo una parte di Russia e del loro popolo meraviglioso. Poco dopo abbiamo vinto come miglior documentario a

Kiev in Ucraina e ad Almaty in Kazakistan, c’è stato il Messico che ci ha premiati come miglior documentario autoprodotto e poi il riconoscimento negli Stati Uniti, precisamente nello stato dello Utah. Recentemente è arrivata anche la vittoria in casa, di nuovo come miglior documentario, al Rome Independent Film Festival. Abbiamo altri premi ma sono ancora segreti, non appena arriverà l’ufficialità vi aggiorneremo. Speriamo di avere la possibilità di presentarlo anche in altre città italiane, prima di decidere che fare a livello di distribuzione. Il momento più duro del viaggio? È difficile dire quale sia stato il momento più duro del viaggio. Fisicamente, più ci si avvicinava alla fine e più diventava faticoso perché la stanchezza si faceva sentire. Mentalmente, forse, è stato duro gestire i momenti di sconforto, quando hai la sensazione che quello che stai facendo non abbia troppo senso e, in due mesi e mezzo, questo può accadere spesso. Ma siamo stati sempre bene tra di noi e, soprattutto, siamo sempre stati aiutati da chiunque incontrassimo. Vi siete impostati un certo tipo di estetica narrativa o è stato tutto molto istintivo? Siamo partiti avendo un’idea precisa di come avremmo filmato, ma le prime settimane abbiamo fatto molti errori perché è stato difficile capire cosa e chi avremmo dovuto seguire con la camera, senza influenzare le decisioni del protagonista. Visto la sua personalità sensibile, credi che Panu abbia soffer-

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to il fatto che voi eravate in tre filmer, forse troppi? Di certo non è stato facile per lui, soprattutto nei momenti difficili quando si dovevano prendere decisioni fondamentali per il documentario e noi avevamo l’esigenza di lasciarlo solo, proprio per non interferire. Mettici poi che eravamo 3 italiani. Santo Panu! Arrivati a destinazione e alla conclusione dell’avventura, avete avuto la sensazione di aver trovato quello che cercavate? Pensiamo di sì. Il bello del documentario è che puoi pianificare e cercare di prevedere cosa potrebbe accadere, ma la realtà alla fine, in un modo o nell’altro, ti stupirà sempre! Complimenti ancora per il lavoro ragazzi, assolutamente da vedere! C’è qualcosa che al vostro occhio oggi modifichereste? Ogni volta che lo presentiamo ad un festival ci sono mille cose che vorremmo cambiare. Mentre per un progetto commerciale esiste una dead line precisa, su un lavoro del genere l’unica fine è dettata dalla presentazione al cinema. C’è quindi un momento in cui devi dire basta e non cambiare più nulla, ma questo non toglie che la necessità di intervenire resti onnipresente. Spesso poi dipende dal pubblico che lo sta vedendo, ogni cultura ha la propria sensibilità, il proprio umorismo; età, nazionalità, numero di spettatori possono cambiare molto la percezione del progetto, tanto che alla fine vorresti cucirlo su misura per ognuno ognuno di loro.


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Under Armour HOVR Infinite TESTED BY DARIO MARCHINI P H O T O S B Y S I LV I A G A L L I A N I

Under Armour torna a scommettere sul futuro delle scarpe da corsa intelligenti. È il caso di HOVR Infinite, l'ultima nata della casa statunitense. Scarpa che promette di essere non solo aiuto e sostegno durante la corsa, ma anche e soprattutto il principale strumento per migliorarla. Tradizionalmente parlando, HOVR Infinite è una scarpa neutra di 305 gr di peso e 8 mm di drop (per l’uomo, 248 gr e 10 mm per la donna), pensata per chi ama correre tutti i giorni senza particolari necessità, né di sostegno né di performance. La classica ammortizzata neutra, progettata anche per le lunghe distanze, in grado di adattarsi a qualsiasi situazione ed a qualsiasi passo.

può rimanere ai piedi anche nel tempo libero. Una scarpa fatta per divertirsi, sia nei giorni in cui si vorrebbe essere più spensierati, sia negli allenamenti in cui non si smetterebbe mai di correre.

Ma Infinite HOVR è anche qualcosa in più. Un passo avanti.

Infinite HOVR, come dice già il nome, ha un’intersuola interamente in HOVR, un’evoluzione della classica schiuma Under Armour, studiata per durare più a lungo, ben ammortizzata e allo stesso tempo abbastanza reattiva, progettata per fornire una sensazione di gravità zero con un elevato ritorno di energia.

Under Armour ha creato una linea di scarpe intelligenti, capaci di leggere la corsa, di analizzarla e di migliorarla. In ogni Infinite HOVR è infatti presente un chip nascosto in grado di registrare la distanza percorsa, ritmo medio, durata dell'allenamento, calorie consumate, numero dei lap, cadenza media, lunghezza della falcata, ritmo, tracciato GPS, dislivello, meteo e fornire un feedback sui progressi dell'allenamento.

La tomaia della scarpa è dotata di collare e linguetta morbidi per una maggiore sensazione di comfort. La calzata è comoda e ampia nell'avampiede, come nell'appoggio. La suola, molto ampia, resistente e in un unico pezzo, è intagliata orizzontalmente e verticalmente per garantire il movimento naturale e la massima flessione del piede.

Incorporato nell'intersuola del piede destro e del peso di soli 30 gr, un pod sfrutta un accelerometro per tenere traccia dei movimenti del piede durante la corsa e la tecnologia Bluetooth per inviare i dati all'app MapMyRun. E' completamente resistente agli urti e all'acqua e la vita della batteria ha una durata comprovata superiore a quella della scarpa.

Il design è particolare, innovativo, e rispecchia lo stile e la linea che caratterizzano tutte le calzature Under Armour, per una scarpa che

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Le Under Armour HOVR Infinite possono sicuramente essere considerate il primo modello di scarpe da running intelligenti. Se dal punto di vista puramente tecnico non hanno nulla da invidiare a modelli di pari categoria, gli interrogativi rimangono tutti legati agli sviluppi futuri riferiti alla parte più tecnologica. MapMyRun è un'applicazione altamente performante e facile da usare. Riconosce automaticamente le scarpe in pochi secondi, mostra una foto del modello collegato e un attimo dopo si è pronti per l'allenamento giornaliero. E una volta sincronizzato MapMyRun si ricollegherà automaticamente alle scarpe ogni volta che si uscirà a correre.

esegue comunque tutto il monitoraggio dell'allenamento, permettendo la sincronizzazione dei dati registrati in seguito con MapMyRun. In questo caso non verranno però rilevati il tracciato di allenamento, l'altimetria e il meteo di giornata (quando si corre con il telefono, la distanza viene rilevata utilizzando una combinazione di GPS e dati catturati dall'accelerometro del pod, che colma in modo utile eventuali lacune nella localizzazione GPS per migliorarne la precisione).

Per chi ama correre leggero e senza troppi accessori si pongono però diversi quesiti. È sempre necessario avere con sé lo smartphone per la registrazione dei dati? È' possibile collegare il pod ad applicazioni di terze parti? È possibile integrare statistiche e rilevazioni con i principali orologi da running?

MapMyRun permette inoltre la possibilità di utilizzare accessori di terze parti per integrare la registrazione di ulteriori parametri (come ad esempio la fascia per il monitoraggio del battito cardiaco) o l'utilizzo di cuffie Bluetooth per un monitoraggio in tempo reale delle statistiche di corsa.

Attualmente non c'è modo di collegare HOVR Infinite ad altre applicazioni, come ad esempio Strava o Endomondo. Come non c'è la possibilità di leggere i dati registrati dal chip su Sportwatch Garmin Suunto o Apple Watch.

Le Under Armour HOVR Infinite possono sicuramente essere considerate il primo modello di scarpe da running intelligenti. Se dal punto di vista puramente tecnico non hanno nulla da invidiare a modelli di pari categoria, gli interrogativi rimangono tutti legati agli sviluppi futuri riferiti alla parte più tecnologica. Le integrazioni e gli aggiornamenti potrebbero portarle ad un livello decisamente competitivo, non solo limitatamente tra le scarpe da running, ma anche confrontate con i principali strumenti e accessori da corsa. Soprattutto considerando il fatto che il costo, nonostante tutta la tecnologia integrata, rimane decisamente attraente, solo 110€.

Ma il fattore positivo è la possibilità di poter aggiornare MapMyRun e il sistema integrato ogni qualvolta Under Armour renda disponibili nuove versioni del firmware. Possibilità che può garantire nel prossimo futuro non solo la massima funzionalità con servizi e prodotti di terzi, ma anche uno sviluppo ulteriore dei dati rilevati ed analizzati (come ad esempio la potenza o il coaching realtime). Se poi si desidera correre senza portare con sé il proprio telefono, il pod interno alla scarpa

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When I met Michele Boscacci P H OTO S A N D T E X T BY M AT T EO PAVA N A

In quest’articolo vorrei raccontarvi un uomo con il quale ho avuto il piacere di lavorare quest’anno. Vorrei parlarvene nella maniera più semplice e sincera possibile, in modo da potervi regalare il ritratto di una persona che ammiro. Per la comprensione di quest’articolo avete bisogno di quattro informazioni fondamentali.

piazza, alla cerimonia d’apertura dei campionati europei di sci alpinismo. Il nostro incontro non è stato voluto di certo dal caso. Se io mi trovavo a Nicolosi era per seguire e documentare un frammento della sua stagione sci alpinistica assieme a quella dell’amico Nadir Maguet, per gli amici il “Mago”, per una sorta di backstage, un racconto di sport e amicizia. Il Mago lo conoscevo già e posso dire che mi sta tuttora veramente simpatico. Il Mago è un altro atleta della nazionale italiana, valdostano doc, sempre sorridente. Stavo proprio salutando il Mago nel momento in cui è sopraggiunto anche il Bosca. Mi ha salutato con un sorriso spavaldo, nonostante notassi la tensione pre gara. Quel campionato europeo è stato la mia iniziazione al mondo delle gare con le pelli di foca, di cui, sinceramente, non avevo alcun tipo di esperienza o trascorso. Anzi sono sempre stato prevenuto nei confronti di qualsiasi sport in cui si mescolassero un alto livello agonistico con tutine molto aderenti e dai colori sgargianti. Il Bosca, e assieme a lui il Mago, sono stati in grado di farmi cambiare idea rapidamente.

La prima è che è scritto da me, quindi tutto quello che leggerete è puramente soggettivo. La seconda è che vi racconterò chi è per me Michele Boscacci. La terza è che Michele Boscacci, sempre all’interno di questo articolo, viene soprannominato Bosca. La quarta è che Bosca, per chi non lo conoscesse, è il campione del mondo in carica di sci alpinismo. Ho conosciuto Michele a febbraio dell’anno scorso. Nonostante io non goda di una memoria fresca e ferrea, ricordo bene il nostro primo incontro. Ci siamo conosciuti a Nicolosi, un piccolo paesino alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania. Per raggiungere quel piccolo paesino ho guidato una trentina di chilometri a bordo di un furgone nero, che si dà il caso si mimetizzasse bene con l’asfalto sul quale marciava, sia per il colore che per le ammaccature sulla carrozzeria. Una volta arrivato, non appena ho spento quel motore chiassoso, è stato incredibile percepire un fluire di profumi e melodie in quel concentrato di piccole case. Ricordo anche che era possibile scorgere il mare dalla piazza di Nicolosi. Ho fatto conoscenza con il Bosca proprio in quella

In breve tempo ho capito che lo sci alpinismo significa sapere ascoltare il proprio corpo e allenarsi duramente, sempre. E per sempre intendo allenarsi costantemente a un ritmo di 500.000 metri di dislivello a stagione. È un lavoro, poche balle. Trecentosessantacinque giorni l’anno.

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u In breve tempo ho capito che lo sci alpinismo significa sapere ascoltare il proprio corpo e allenarsi duramente, sempre. E per sempre intendo allenarsi costantemente a un ritmo di 500.000 metri di dislivello a stagione. È un lavoro, poche balle. Trecentosessantacinque giorni l’anno.

anche l’occasione per conoscere la sua famiglia. Le persone si conoscono veramente solo nel momento in cui si entra nel contesto famigliare. Ho pranzato con i suoi nonni e cenato con i suoi genitori. Suo padre Graziano è sicuramente la persona che più mi ha incuriosito, soprattutto per la storia che ha alle spalle. Anche lui non molti anni fa è stato un fortissimo e talentuoso sci alpinista. Assieme al suo storico compagno Ivan Murada ha vinto molte gare e trofei, tra cui la Pierramenta, vinta dallo stesso Michele nel 2018 assieme a Robert Antonioli. Certo è che lo sci alpinismo in famiglia Boscacci si è sempre masticato.

Dovessi descrivere Michele in due parole probabilmente sarebbero “cavallo di razza”. Ai tempi in cui lavoravo ancora in La Sportiva, i miei colleghi erano soliti affibbiare l’appellativo di “cavallo di razza” a chiunque fosse in grado di vincere la fatica e lo sforzo meglio degli altri. Si, penso proprio che lo descriverei così: Bosca è semplicemente il più forte. La cura maniacale dei dettagli e i durissimi allenamenti sono il suo vero talento. Riconosco in lui metodicità e passione, arricchite da una grandissima serenità e vivacità, quella che hanno solo i veri campioni insomma. Dopo quella volta sull’Etna ho rivisto il Bosca un paio di volte e per motivi sempre diversi: prima al Tour du Rutor in Valle d’Aosta, poi in estate ad Albosaggia e infine in Marmolada. Il motivo per cui ho trascorso così tanto tempo con Michele è dato dal fatto che sto lavorando a un nuovo video della serie “La Sportiva Storyteller”, un progetto che ormai curo da un paio d’anni per il noto brand della Val di Fiemme. Sono state queste le vere occasioni in cui ho potuto conoscerlo meglio, andando oltre all’immagine del garista inferocito. È stata l’occasione per scavare nello spirito di un uomo mosso da una grande passione.

Non mi sarei mai aspettato di conoscere un lato di Michele anche molto diverso da quello di semplice atleta. Michele, nonostante i numerosi impegni sportivi, riesce comunque a dare una mano nella falegnameria e nella stalla di famiglia. L’unione famigliare dai Boscacci è palpabile nell’aria così come l’umiltà e la genuinità sono visibili agli occhi. In questo esatto momento sento di essere andato oltre all’atleta e di aver incontrato un uomo. Si perché alla fine non si tratta solo di record da battere e scafi in carbonio sempre più leggeri e performanti. Alla fine si tratta sempre e solo di passione, quel sentimento inspiegabile che va contro la logica dei molti e va solo verso il nostro benessere personale, come fuoco per lo spirito. Se oggi posso definirmi appassionato per quel mondo fatto di sci ultraleggeri, scarpette termoformate e carbonio è soprattutto merito del Bosca.

Alla fine di quest’estate sono stato ospite a casa sua un paio di giorni ad Albosaggia, in provincia di Sondrio, in Valtellina. Credo che quella sia stata la prima e unica volta che ho visto Bosca senza la tutina sintetica. Infatti nel periodo estivo egli ripone gli sci in garage, ma non per questo sta di certo a riposo. Tra un inverno e l’altro infatti Michele macina chilometri e metri di dislivello tra corsa e bicicletta e, quando capita, ski roll. Per me è stata

Grazie.

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Mauro Calibani Visionario. Innovativo. E9. BY M AT T EO PAVA N A

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i chiamo Mauro Calibani sono nato ad Ascoli Piceno nel 1974. Mio padre è stato un alpinista esploratore, sia lui che mia madre sono grandi appassionati di montagna e natura. Io sono uno scalatore, sin da piccolissimo osservavo mio padre preparare il suo materiale per le sue scalate, e dentro di me bruciavo dalla voglia di farlo anche io. L’attesa fu lunga ma a 14 anni strappai la mia prima via in montagna proprio con mio padre. A 16 anni sono stato introdotto all’arrampicata sportiva dal mio amico Stefano Romanucci, scalatore creativo e fantasioso che mi ha trasmesso tutta una parte del mio essere stravagante e innovativo, e soprattutto mi ha insegnato a non porsi mai limiti nella testa e a non credere mai a ciò che si sente dire, ma di sperimentare sempre in prima persona. Ho scalato per anni in falesia e in montagna spesso anche nella solitudine e grazie al mio muretto auto costruito, ho potuto portare avanti la mia passione verticale. Nel 1991 partecipai al primo campionato italiano giovanile e mi classificai al secondo posto. Nel 1997 ho vinto la coppa Italia lead. A cavallo tra il 96 ed il 97 ho avuto l’esigenza di trasferire la mia predilezione di brevi sequenze estreme di movimenti scoprendo così il bouldering. Il bouldering mi stava trasmettendo nuove visioni, sensazioni forti mai provate prima ed in maniera naturale ho intensificato la mia pratica fino a fondermi completamente 6 giorni su 7 nella natura, distaccandomi dal pensiero comune e iniziando un percorso intimo e più profondo di un nuovo “Me” scalatore. In questo preciso momento ha avuto iniziò il lungo viaggio di E9, nata in contemporanea con tutto questo. La mia vena creativa inizió ad intensificare il suo flusso, nacque il primo campionario di E9, costituito da un pantalone lungo, il Montone, un 3\4 il Fuego ed uno short il Pollicino, assieme a 2 t-shirt, 2 sacchetti porta magnesite per la falesia ed il bouldering; a corredare il tutto vi erano un crash pad e 3 cappellini in lana.

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Cosa significa nel 2018 per te arrampicare?

Significa essere me stesso, attraverso l’arrampicata io cerco di fondermi con la pietra, e attraverso di essa libero le mie più profonde emozioni. La scalata cura le mie tristezze, libera la mia mente dai pensieri negativi e soprattutto mi da modo di sentirmi un artista. Amo scalare e vedo nella pietra una delle più belle espressioni della natura, questa è già li, ferma, aspetta solo di essere vista e attraverso il mio corpo in movimento mi unisco ad essa cercando di dare vita e valore alla sua bellezza. Mi emoziono spesso guardando le belle linee delle pietre che incontro e mi sento privilegiato di poter dare loro un valore e vita con la mia danza verticale.

Fondatore e mente creativa-attiva del marchio E9, la lampadina quando si è accesa?

Ho sempre avuto il pallino per l’abbigliamento, ricercare la stravaganza anche nei vestiti come una forma dell’espressione di me stesso. Nel 1998 mentre studiavo a Bologna mi sentivo sempre più a disagio nella condizione di studente, e non immaginavo più il mio futuro chiuso in una sala ad insegnare. Il bouldering mi aveva ormai rapito del tutto. È successo che di punto in bianco ho iniziato a pensare fortemente alla possibilità di creare una linea di abbigliamento per gli scalatori, ho abbandonato gli studi e ho investito tutti i miei risparmi e le mie energie in un progetto folle, visionario e innovativo, volevo creare capi d’abbigliamento, in primis per me e per dare finalmente una bella immagine agli scalatori. Sono stati momenti indimenticabili, anche difficili, ero saltato nel vuoto, verso un viaggio in un mondo sconosciuto fuori dalle mie sicurezze.

Dall’inizio di questo progetto cosa è successo?Guardati indietro, cosa vedi?

Vedo un progetto fantastico, E9, non solo un marchio di abbigliamento ma qualche cosa di più grande, un “Real Brand”, in cui le persone dopo vent’anni si riconoscono sempre di più per la coerenza espressiva che abbiamo portato avanti negli anni. All’inizio per diversi anni eravamo i soli a fare questo tipo di lavoro, abbigliamento per scalatori. L’abbiamo sempre fatto con passione ed entusiasmo, il nostro stile ha influenzato molti brand di settore, E9 ha inventato lo stile nel mondo della scalata, in modo autentico originale e dirompente.

Cosa diresti al Mauro Calibani di quel giorno, dal giorno in cui hai avviato questo percorso, da imprenditore.

Gli direi ridendo, che è stato un pazzo visionario, che ha speso tutto quello che aveva dentro per portare avanti la sua vita scalatoria, assieme a quel fiume in piena di creatività che gli scorreva dentro, che lo ha portato a diventare il primo Campione del Mondo della Storia del bouldering nel 2001 a Winterthur, cosa ancor più originale fu che l’arrivo a questo obiettivo avvenne scalando solo ed esclusivamente in natura e mai sulla plastica. Gli direi inoltre che pur senza esserne profondamente cosciente ha creato qualche cosa di unico e importante, che va al di là di un semplice progetto imprenditoriale, dove i valori e la filosofia del climbing hanno sempre guidato il tutto. In fine gli direi che visti i risultati ha fatto bene, ad osare. Questo è potuto accadere perché dietro ho avuto una famiglia che mi ha lasciato libero di essere me stesso.

Fin da subito ho riconosciuto in te una sensibilità palpabile, genuina, vera. Che responsabilità senti di avere come marchio nel mondo del climbing?

Innanzitutto grazie! La responsabilità è grande, è continua, uno dei nostri slogan è “Preserve the rock”, un altro è “Listen to the Rock” l’altro ancora “Listen to the Nature”. È qui dentro che si racchiude l’impegno sofferto, lo sforzo nel cercare di trasmettere valori veri, importanti, che possano aiutare a salvaguardare la Natura e la Pietra, elementi sacri per noi climbers. C’è bisogno d’insegnare a vedere, a sentire, a rispettare tutto quello che è il nostro patrimonio, soprattutto per le generazioni future. Non utilizzare la roccia e la natura solo per alimentare il nostro ego, ma per entrare in contatto con essi e vivere così la scalata con più sensibilità, rispetto e passione, ricordandoci che noi siamo ospiti inva-

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sivi e devastanti. Mi sembra di percepire che oggi invece la tendenza sia quella di ridurre spesso tutto ad una classifica di numeri, risultati e al bisogno di apparire. Mi manca la scalata degli anni addietro, in cui i grandi del tempo hanno inventato, scritto, amato. Oggi la scalata è divenuta un fenomeno cresciuto in maniera impressionante, ed anche E9 ha la responsabilità di trasmettere i valori giusti, importanti e veri che stanno alla base di chi sente essere uno scalatore.

Cosa ne pensi della sostenibilità ambientale. Posso chiederti in concreto cosa, come E9, fai e ti piacerebbe comunicare per la salvaguardia del pianeta?

Il senso di responsabilità per cercare di contribuire alla salvaguardia della natura e del pianeta per un’azienda come la nostra che non produce beni primari per la vita è molto forte e lo è sempre stato, ma negli ultimi anni, grazie alle evidenti conseguenze del menefreghismo “globale”, questo tema, anche in E9 è sempre più vivo. E9 da sempre produce in Italia e questo non da solo prestigio e valore alla produzione nel senso qualitativo, ma vuol dire anche e soprattutto produzione a “Km 0”. Le nostre produzioni sono quasi per il 100% prodotte in un raggio operativo di 30 km attorno al nostro head quarter, questo azzera quasi completamente il consumo di carburante e le conseguenti emissioni di gas serra. Il secondo aspetto che stiamo affrontando è l’introduzione già dalla FW 19 dell’Organic Cotton su gran parte dei nostri capi, il che vuol dire coltivare cotone con un minor consumo di acqua, azzeramento di utilizzo di pesticidi dannosi. Abbiamo in mente altri progetti volti all’attenzione del pianeta, anche se non saranno mai abbastanza incisivi, per la reale svolta ci vorrebbe un cambiamento radicale, che faccia ritornare l’uomo a consumare ciò di cui realmente ha bisogno, con la consapevolezza che la natura è il vero patrimonio.

Avresti voglia di dare tre consigli a un arrampicatore per rispettare l’ambiente in cui si muove?

Comportarsi sempre cercando di impattare il meno possibile sull’ambiente circostante. Valutare il reale impatto nell’ecosistema del luogo sotto i diversi punti di vista prima di divulgare le nuove aree alle masse di persone. Utilizzare la pietra in modo ottimale per allungare la durata della roccia nel tempo.

Posso chiederti il tuo sogno più grande?

Che si inizi a fare veramente qualche cosa di importante per il pianeta, un cambio di direzione che vada a vantaggio della natura.

Hai mai pensato in concreto cosa farà il Mauro Calibani del futuro, tra dieci anni per esempio?

Purtroppo non sono un programmatore per cui vivo tutto quel che faccio con entusiasmo e passionalità, ma sul momento. Se sarò ancora al timone della barca, tutto quello che ho detto sopra dovrà essere amplificato e volto a cambiamenti che evolveranno assieme a me, per il momento ho poco tempo per pensare al mio futuro, cerco di sbagliare poco, anche se continuo a commettere errori.

Cosa pensi dell’arrampicata alle Olimpiadi? Aspetti negativi e positivi.

Personalmente non mi interessa molto delle Olimpiadi nella scalata, queste potranno essere la fortuna dei grandi strateghi del commerciale, per vendere sempre di più accaparrandosi mercati ad ogni costo, o per quegli atleti che saranno totalmente devoti all’agonismo. Alla scalata come forma d’arte più pura non porterà nulla.

Progetti a medio e lungo termine

Nella scalata salire le linee più belle che avrò la fortuna di incontrare, tutte quelle che mi faranno battere il cuore, possibilmente quelle che vedrò io per la prima volta, quelle che gli altri non hanno visto prima. Nella vita vorrei cercare di rimanere sempre coerente con i miei principi, cambiando in meglio, costruendo sopra a quello che ho fatto fino ad ora.

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Reve d’Himalaya BY S O F I A PA R I S I

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a L’arrivo di un lungo percorso, l’inizio di uno nuovo. Sono inciampata per caso, come sempre, nella storia che sto per raccontarvi. La conoscenza con un fotografo e appassionato d’avventura, Pehuen Grotti, e la chiacchierata in un caffè di Chamonix, con Steven Le Hyaric, lo sportivo e avventuriero che Pehuen aveva accompagnato qualche mese prima in Nepal. Se volete, si tratta della storia di una performance sportiva di alto livello. Io preferisco parlare di una storia molto umana. Di un percorso di 2000 km in mountain bike su una delle tracce più dure al mondo, il Great Himalaya Trail, ma soprattutto di un viaggio alla profonda scoperta di sé stessi. Permettetemi un’introduzione. Steven Le Hyaric ha più di trent’anni, due terzi dei quali vissuti nel mondo dello sport di alto livello. A cavallo di una bicicletta da quando aveva cinque anni, è arrivato ai campionati di Francia giovanissimo, accorgendosi con grande amarezza che quel mondo fatto di stress e pressioni non era il suo. Non contento, dopo aver seguito diversi corsi e un master in comunicazione, ha iniziato a lavorare per aziende sportive. Contemporaneamente è approdato alla Federazione Francese di Triathlon. Dopo due Iron Man, giunge fino alle Olimpiadi di Rio, per scoprire ancora una volta che davanti allo specchio, guardandosi negli occhi, vedeva un uomo fondamentalmente triste. È qui che, in un momento di crisi profondissima, Steven scrive. In due giorni di ritiro scrive su pezzi di carta tutta la sua vita: i suoi pregi, i suoi difetti, le sue paure. È sempre qui che decide di partire per il Nepal. Perché? Perché si è sempre sentito attratto da quei paesi in cui la gente ha gli occhi luminosi, ed in cui la spiritualità è ancora una presenza forte. Parte per il Nepal non per fare trekking o montagna o sport, ma per fare il volontario: contattata una fondazione, parte. E una volta arrivato, pensando di fermarsi alla fondazione qualche settimana, resta a insegnare in una scuola un mese e mezzo. Un periodo sufficiente per stare a contatto con bambini e famiglie di villaggi poverissimi. Un periodo sufficiente per percepire i pro e i contro di quel mondo. Un periodo sufficiente per iniziare ad apprezzare la signora Montagna, raggiungendo due 6000. Una volta rientrato in Europa, l’esperienza dello sport di alto livello, la volontà di esplorare sé stesso attraverso l’avventura, e il viaggio in Nepal, si fondono in un progetto così folle da sembrare un sogno, e voilà, il nome del progetto: Rêves d’Himalaya, marzo 2018. Il Nepal è un paese che conta una varietà di regioni, climi e paesaggi che ne fanno un incredibile pezzetto di mondo: in più date le sue estensioni in orizzontale e in verticale, e la difficoltà dei suoi climi, rappresenta uno dei luoghi ancora (fortunatamente) inospitali, e dunque selvaggio. Un centinaio di gruppi etnici, per la maggior parte induisti e buddhisti, lo rendono un interessantissimo mosaico di umanità.

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Se volete, si tratta della storia di una performance sportiva di alto livello. ... Io preferisco parlare di una storia molto umana.


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v E dunque cos’è stato questo Sogno? Partire dalla regione del Kanchenjunga, nel nord-est nepalese, fino ad arrivare dal lato opposto, nel Far West Nepal, dopo 2000 km, attraversando quindici regioni differenti, tra cui le regioni dell’Everest, del Manaslu, dell’Annapurna, del Dolpo. Passando attraverso altrettanti climi e terreni. Più di venti passaggi tra i 5000 metri e i 6000 metri. Un dislivello positivo totale di 90000 metri. Il tutto in meno di 60 giorni. Ma questo sogno, più che una lista di cifre, è stato un percorso umano, una sospensione di quasi due mesi in un mondo tanto famoso quando sconosciuto, tra villaggi lontani e perduti in valli enormi e verdeggianti, tra vette maestose e imponenti in cui il passaggio di un uomo e di una bicicletta ha lo stesso effetto della caduta di un sassolino. Steven non è solo: è con Pehuen, fotografo e cameramen franco argentino, amante del viaggio e dell’avventura, e con Ngawang, guida sherpa. Il sogno è anche vivere e condividere quotidianamente emozioni e soddisfazioni ma anche fatiche e frustrazioni. Non è sempre piacevole vivere in stretto contatto con qualcuno in condizioni estreme, specialmente quando subentrano cadute. Pehuen infatti a 20 giorni dalla meta è costretto a ritirarsi dopo una grave caduta dalla bici e dalla salute fortemente provata dai cambi di temperature. Steven arriva alla fine del percorso quasi ammalato. Senza contare le numerose difficoltà pratiche: il peso dell’attrezzatura tra tenda, materiale per l’impresa (e per le riprese) e soprattutto bicicletta, il più delle volte da accompagnare a mano o da portare in spalla. Ma tutto questo, che somiglia più a un incubo, torna ad essere un sogno nel momento in cui albe e tramonti in panorami mozzafiato sollevano il morale ad uno stato di grazia. La tenda è quasi sempre sostituita dalle case delle popolazioni che, di villaggio in villaggio, accolgono il trio con stupore ed un estremo calore. I volti sorridenti, gli sguardi incuriositi, quasi subito prendono confidenza: per molti si tratta della prima volta in cui vedono una bicicletta. Alcuni provano a salirci. I bambini ci giocano, i monaci anche. Il sogno è condivisione, ma anche solitudine. Riflessione. Per Steven da sportivo è anche accettare i propri limiti e passare da una modalità di competizione con gli altri e con sé stessi, a una modalità di avventura ed esplorazione. Il sogno è silenzio: apprezzare e godere in silenzio, soffrire in silenzio, piangere e sorridere in silenzio. Non sentirsi bene e non lamentarsi, mangiare quello che viene offerto, bere dall’acqua dei torrenti: il sogno è sentirsi vivi. Il sogno è arrivare alla fine, in lacrime di stanchezza, di soddisfazione, di gioia. Il sogno è aver vissuto un’avventura profonda con il mondo e con sé stessi. Il sogno è la conferma che nell’avventura e nella difficoltà ci si trova, o ritrova, ci si conosce meglio, si fanno progressi.

Il sogno è tornare e avere voglia di sognare ancora. Sognare la prossima avventura.

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Steven è un sognatore. Il suo prossimo progetto si chiama "666". Significa 6 deserti, i più difficili in 6 continenti, in 6 mesi. Più che una sfida fisica, l'obiettivo di questo progetto è di evidenziare la catastrofe sempre più critica della desertificazione del nostro pianeta.


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Jacopo Larcher ITW BY GIULIA BOCCOLA

« Jacopo, 29 anni, è uno degli scalatori più forti e riconosciuti al mondo, da anni condivide il suo grandissimo amore per la scalata e la montagna con la sua compagna di vita Barbara Zangerl, ragazza dinamica, determinata e appassionata. In questa intervista Jacopo, atleta Black Diamond, The North Face e La Sportiva, si racconta e ci porta nel suo mondo, fatto di diedri, camini, fessure e big wall!

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Ciao Jacopo, raccontaci un po’ di te. Questa è sempre la domanda più difficile! Ho 29 anni, sono nato a Merano, ma cresciuto a Bolzano. Terminate le superiori mi sono trasferito da solo in Austria, dove vivo attualmente con Babsi, la mia compagna. Da piccolo ho sempre trascorso molto tempo in montagna con i miei genitori, sugli sci d’inverno e a camminare d’estate. Come la maggior parte dei bambini ho provato diversi sport, ma faticavo a trovare quello più adatto per me; un giorno un amico di mio papà ci ha informati che il CAI avrebbe organizzato il primo corso d’arrampicata per bambini, volevo assolutamente partecipare! È inutile dire che è stato subito amore a prima vista e da quel giorno non ho più smesso di arrampicare. Mi sono dedicato per quasi dieci anni al mondo delle competizioni, scalando poco su roccia, finché nel 2011 ho finalmente deciso di abbandonare quel mondo ed ho cominciato a viaggiare per scoprire le varie discipline dell’arrampicata. Sei probabilmente l’atleta italiano d’arrampicata più poliedrico che ci sia, cosa ti spinge a voler eccellere in tutte le discipline e non in una sola? Per me è fondamentale vivere l’arrampicata a 360 gradi. Il fatto di spaziare da una disciplina all’altra mi aiuta a mantenere la motivazione sempre viva e mi consente di mettermi costantemente alla prova in situazioni totalmente diverse. Ho l’impressione che tutto ciò mi aiuti a maturare come arrampicatore e come persona. Secondo te che direzione prenderà l’arrampicata in futuro? Secondo me si enfatizzerà ulteriormente la differenza tra il mondo dell’arrampicata indoor e quello outdoor. Le Olimpiadi aiuteranno a far conoscere al grande pubblico il mondo delle competizioni, portando sempre più persone nelle palestre. Ciò comporterà un maggior investimento da parte delle aziende in quella fetta di “mercato”; verranno costruite sempre più strutture, che permetteranno ad un pubblico

sempre maggiore di avvicinarsi a questo sport. Gli atleti avranno più infrastrutture a disposizione per allenarsi, saranno seguiti in modo più scientifico e professionale, ed ovviamente il loro livello si alzerà notevolmente. Solamente una piccola parte di questo nuovo “pubblico” si avvicinerà all’arrampicata su roccia. Spero che questo cambiamento non andrà ad intaccare l’etica e l’attitudine con la quale i “grandi del passato” hanno forgiato il nostro “sport”. Mi auguro che l’aspetto avventuroso dell’arrampicata non venga svenduto per rendere tutto più commerciale ed accessibile ad una platea sempre più vasta. Oltre ad essere un fortissimo climber, come lavoro fai anche il tracciatore, che rapporto hai con le palestre indoor e che tipo di allenamento fai quando non puoi scalare fuori? La tracciatura non è solamente il mio lavoro, ma prima di tutto una grande passione. Mi sono avvicinato a quest’attività quasi per caso ai tempi del liceo, in quanto cercavo un modo per finanziare i miei viaggi; nel 2011, dopo aver abbandonato il mondo delle gare, si è poi trasformata in un vero e proprio lavoro. Di solito cerco di concentrare la maggior parte degli impegni di tracciatura in determinati periodi, così da avere più tempo a disposizione per viaggiare. Ovviamente in quei mesi trascorro molto tempo nelle palestre, ma principalmente per lavoro; l’unico periodo dell’anno in cui frequento puntualmente le sale d’arrampicata per allenarmi è l’inverno. Durante quei mesi non ho un vero e proprio piano di training, ma cerco di ritornare in forma e prepararmi per la stagione successiva facendo boulder ed alcuni esercizi di forza. Tutto abbastanza freestyle insomma. Sei sempre in giro con la tua compagna Barbara Zangerl, quali sono i pregi e i difetti dello stare insieme ad una climber fortissima? Direi che il pregio principale è il fatto di poter condividere quotidianamente la propria 80

“ Per me è fondamentale vivere l’arrampicata a 360 gradi. Il fatto di spaziare da una disciplina all’altra mi aiuta a mantenere la motivazione sempre viva e mi consente di mettermi costantemente alla prova in situazioni totalmente diverse. Ho l’impressione che tutto ciò mi aiuti a maturare come arrampicatore e come persona.”


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passione, senza dover scendere a troppi compromessi; tentare e/o realizzare i propri progetti con la persona che ami è semplicemente ancora più bello! Abbiamo la fortuna di viaggiare e trascorrere moltissimo tempo insieme, facendo quello che più ci rende felici, cosa si potrebbe chiedere di più? Un contro, almeno dal punto di vista mediatico e lavorativo, è che ogni tanto le mie salite passano in secondo piano. Qual è stata l’esperienza più emozionante che hai vissuto insieme a Barbara? Credo che la salita di Magic Mushroom a Yosemite sia stata una delle avventure più belle che abbiamo condiviso: è stata una vera e propria odissea. All’inizio la via sembrava impossibile e non pensavamo assolutamente di poterla salire entrambi in libera in quella stagione. Ma con la dovuta motivazione e fiducia reciproca siamo riusciti a realizzare anche questo piccolo sogno. C’è qualcosa di inedito che potresti raccontarci sulla vostra prima ripetizione di Odyssee sull’Eiger? Non cercate mai di risparmiare peso portando un portaledge singolo per due persone, neanche se siete con la vostra ragazza! Prima siete stati in Yosemite, poi in Canada a Squamish e infine a Cadarese, state pensando a qualche nuova e particolare destinazione? Siamo appena arrivati a Yosemite, quindi per il momento cerchiamo di goderci il posto in cui siamo, senza pensare alle prossime destinazioni. Credo che questo sarà l’ultimo viaggio dell’anno, dopo di che trascorreremo l’inverno a casa in Austria. Passiamo la maggior parte dell’anno in giro per il mondo e abbiamo bisogno di restare qualche mese a casa per ricaricare le batterie ed allenarci. Sembra strano dirlo, ma ogni tanto è bello tornare ad avere una routine quotidiana, dormire nel proprio letto e godersi le comodità di casa. Ovviamente ciò non vuol dire che passiamo le nostre giornate a casa seduti sul divano, anzi! In quei mesi passiamo la maggior parte del nostro tempo in palestra o sui pendii

innevati. Per tornare alla tua domanda invece abbiamo molte, anzi troppe, destinazioni in mente. In cima alla mia lista ci sono sicuramente Patagonia, Giappone, Mongolia, Pakistan, Norvegia, Australia, Baffin. Insomma la lista è semplicemente troppo lunga per essere elencata! Hai un elenco di vie che vorresti inserire nella tua lista dei sogni, come è stato per Magic Mushroom in Yosemite, ce n’è una a cui tieni in modo particolare e che vorresti ne facesse parte? Come potrete immaginare anche questa lista è veramente molto lunga. Le prime che mi vengono in mente sono: il mio progetto a Cadarese, “Riders on the storm” (Torri del Paine) , “Eternal Flame” (Trango Tower) e la “Tom Egan Memorial Route” (Bugaboos). Sei un vanlifer, cosa non può assolutamente mancare nel tuo furgone? La macchina del caffè e delle casse! Per me è essenziale iniziare ogni giornata con del buon caffè ed il ritmo giusto. Non amo le partenze veloci, ho bisogno di alzarmi con calma e godermi la colazione. Un’altra cosa che non può mancare nel mio furgone è una vasta selezione di guide d’arrampicata, mi piace sfogliarle e sognare le mie prossime avventure. Dove ti vedi tra una decina di anni? È veramente difficile da dire. Sono una persona che non ama pianificare troppo la propria vita. A dire il vero non saprei neanche dirti cosa farò questo inverno. L’unica cosa certa è che continuerò a seguire le mie passioni, ovunque esse mi porteranno. Al momento il mio interesse si sta spostando sempre di più verso le grandi pareti e l’arrampicata tradizionale, quindi ti risponderei che fra dieci anni mi vedrai appeso su qualche parete di granito intento a cercare di salirla senza usare spit. Mi piacerebbe esplorare qualcosa di nuovo e combinare la mia passione per l’arrampicata con quella per la fotografia, usare questi due “mezzi” per entrare in contatto e raccontare altre culture e luoghi. Qualsiasi cosa succeda, faccio fatica ad immaginarmi seduto in un ufficio. 82

A me piace condividere la mia vita e le mie avventure così come sono, con i loro aspetti positivi e negativi, i successi e gli insuccessi, gli alti ed i bassi, altrimenti ci trasformeremmo tutti in “super eroi” dalla vita perfetta. Sarebbe veramente così interessante?


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Cerro Torre e Resilience BY TOMMASO LAMANTIA

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m Ecco, questa che state per leggere si può definire una storia di “resilienza umana” dipanatasi tra i graniti patagonici del Cerro Torre e le rocce calcaree delle Grigne, narrata da un non lecchese come me che da Varese le Grigne le scorge lontane a oriente ma le sente vicine nell’animo.

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lavorare nemmeno troppo di fantasia, tra le innumerevoli guglie della Grignetta se ne possono trovare parecchie che da certi punti di osservazioni ricordino la celeberrima sagoma del Cerro Torre. Tra il Torre e Lecco esiste infatti un legame speciale, intessutosi nel 1958 quando su quelle rocce ancora inviolate dall’altra parte del mondo il lecchese Carlo Mauri, insieme a Walter Bonatti, ci mise le mani per un epico primo tentativo di salita, consolidatosi nel 1974 con la spedizione dei Ragni, una via ormai divenuta leggendaria. Un legame solido come il ferro che Lecco ha prodotto per secoli nelle sue ferriere.

da vicino le straordinarie montagne della Patagonia. La storia: arrivo a El Chalten a fine dicembre 2017 da solo, qualche giorno dopo mi raggiungono anche Charlie e Panza. Ho meno giorni a disposizione per la salita, a fine gennaio devo volare a Dubai per lavoro mentre loro hanno in programma di restare quaggiù fino al 12 febbraio. Per di più il saccone di Panza col materiale d’arrampicata arriva con una settimana di ritardo. Tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio inganno l’attesa insieme ad un ragazzo americano: saliamo l’Aguja Guillaumet e l’El Mocho.

E, in metallurgia, è in uso un termine tecnico oggi impiegato (e forse abusato) in mille altri contesti: resilienza, la capacità dei metalli di adattarsi alle forze che vi vengono applicate. Così è anche in campo psicologico, ove la persona resiliente è l’opposto di una facilmente vulnerabile. Ecco, questa che state per leggere si può definire una storia di “resilienza umana” dipanatasi tra i graniti patagonici del Cerro Torre e le rocce calcaree delle Grigne, narrata da un non lecchese come me che da Varese le Grigne le scorge lontane a oriente ma le sente vicine nell’animo.

L’8 gennaio, arrivati anche i miei due compagni d’avventura, partiamo carichi come muli in direzione del Passo Marconi ma le difficoltà cominciano ben presto: il Rio Elettrico è molto più gonfio del previsto, attraversarlo è un’impresa. Ci riusciamo, ma pure il successivo Rio Pollone è carico d’acqua da far paura. Per giunta piove e tira vento. Dormiamo a La Playita, affrontiamo coi nostri sacconi da 35 Kg in spalla i mille metri di dislivello che portano al Passo Marconi, trascorriamo lassù una notte ventosa e il giorno dopo attraversiamo la monotonia glaciale dello Hielo Continental e, finalmente, eccoci nel Circo de los Altares, la piana alla base del Cerro Torre. La sera il tempo peggiora, abbiamo una tenda da due e siamo dentro in tre, facciamo i turni per far che non venga strappata via dalle folate di vento: se non è “resilienza” questa!

Prologo: 2016, Prealpi Lombarde, durante un’esercitazione del Soccorso Alpino. Siamo lì io, Giovanni “Charlie” Giarletta ed Manuele “Panza” Panzeri, che fantastichiamo intorno a un’idea che a tutti frulla in testa da un po’, una spedizione alpinistica in Patagonia. E siccome la matematica nemmeno in alpinismo è un’opinione, la somma di “Patagonia” più “Lecco” più “Ragni” più “1974”, addizionati pure i nostri sogni, non può che dare un solo risultato: Cerro Torre. Peraltro, della storica spedizione del ’74 faceva parte pure Ernesto Panzeri, padre di Manuele: già, la matematica non è un’opinione, è una spedizione! Certo, non abbiamo mai scalato in Patagonia, l’obiettivo può sembrare fin troppo ambizioso, ma siamo consci delle nostre capacità. In caso contrario sarà comunque una bella avventura e un’occasione perfetta per conoscere

Il terzo giorno il tempo dovrebbe migliorare e invece no, tutto come prima, le montagne restano invariabilmente nascoste tra le nubi e il Cerro Torre non si fa neanche vedere. Si perde solo tempo, inutile restare qui: torniamo indietro per poi ripartire il 20 gennaio, giorno del mio compleanno che festeggiamo poco sopra il Passo Marconi, con la Patagonia che per l’occasione mi regala un tramonto indimenticabile. Le condizioni del ghiacciaio sono migliorate, arriviamo veloci al Circo de los Altares e, sulla nostra rotta, ci sono anche i ragazzi americani che ho conosciuto a fine di-

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Nella vita ho imparato ad essere “resiliente”, applicando a tutte le situazioni che mi si presentano la stessa peculiarità propria dei metalli. La resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi, fronteggiando in maniera efficace ogni difficoltà e qualsiasi evento negativo che si debba manifestare...

cembre: pure loro vogliono salire il Torre. Il tempo però vira ancora al brutto ma non c’è più tempo, dobbiamo cominciare a salire, con qualsiasi condizione meteo, altrimenti dovrò rinunciare alla scalata. Davanti a noi vediamo due puntini in movimento: pensiamo siano gli americani ma sono invece due ragazzi rumeni, un’altra cordata con cui condividere gioie e dolori della salita. Un’ora ancora e siamo sotto il Colle della Speranza.

mente abbiamo il tempo di farlo. Purtroppo quel giorno Charlie viene travolto da una valanga in Grignetta, insieme a un altro amico. A pochi passi da Lecco, sulla montagna di casa, a migliaia di km dal “lecchese” Cerro Torre che era diventato anche un po’ “nostro”. Nella vita ho imparato ad essere “resiliente”, applicando a tutte le situazioni che mi si presentano la stessa peculiarità propria dei metalli. La resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi, fronteggiando in maniera efficace ogni difficoltà e qualsiasi evento negativo che si debba manifestare, adattandocisi e sapendo che anche da essi a volte può scaturire un’inattesa nuova opportunità. Di contro, so bene che le sconfitte sono parte integrante del processo emotivo che porta una persona a maturare, ponendosi degli obiettivi sempre un poco superiori alle proprie capacità al fine di migliorare continuamente.

Il mattino successivo il tempo sembra migliore, in base alle nostre capacità abbiamo deciso di dividere la salita in tre parti: Charlie scalerà da primo la sezione di ghiaccio, io lavorerò dall’Elmo fino alla Headwall e Panza ci guiderà dalla Headwall fino in vetta. Da questo momento, saranno 33 ore filate di emozioni uniche, tra verticalità incredibili, neve inconsistente, innumerevoli bizzarre conformazioni di ghiaccio sospese sopra le nostre teste che sembrano dover staccarsi ad ogni minimo colpo di vento, un “bivacco creativo” a 40 m dalla cima, un altro tramonto da brividi, una notte insonne e altre 8 ore di lotta condivisa col ghiaccio, finché alle 14 del 25 gennaio siamo in vetta al Cerro Torre!

La sconfitta serve a rendere la persona più forte, più giudiziosa e consapevole nell’affrontare una seconda volta le sfide sostenute. Poi, capita che si presentino delle difficoltà tanto impensabili quanto oltre modo ardue, e stavolta la vita mi ha messo di fronte alla più grande delle “prove” da affrontare in modo consapevole e razionale.

L’emozione è indescrivibile, ci sentiamo i più forti del mondo, i più “resilienti” e sicuramente anche i più fortunati, per essere in quel magnifico posto e per averlo salito in un solo giorno e mezzo con condizioni tanto estreme. Tutto sotto di noi è piccolo e l’orizzonte sembra ovunque infinito. Ci abbracciamo, scattiamo le foto di vetta e cominciamo subito a preparare le prime calate. Pure la discesa del Cerro Torre è un’impresa non indifferente, soprattutto se affrontata nella nebbia e in balìa del vento, con pezzi di ghiaccio che cadono ovunque e corde che volano da tutte le parti. Alle 23 atterriamo tutti quanti sul pendio nevoso basale, ormai fuori dalle difficoltà.

Potrei parlare di “prova d’urto”, ovvero del test con cui determinare la resistenza a rottura per una sollecitazione dinamica. La scomparsa di Giovanni “Charlie” Giarletta è stata una prova d’urto molto forte, che ha richiesto un tempo più lungo e una forza maggiore per potervi reagire: ma tutto mi sento fuorché una persona fragile, che non sia in grado di affrontare le situazioni che purtroppo la vita, soprattutto quella di un alpinista, ti può presentare. Sono, e devo essere ancora una volta, “resiliente”, anche solo per incanalare l’energia ricevuta dall’urto del trauma e convogliarla in qualcosa di produttivo che possa ricordare al meglio una persona speciale. Ciao Charlie, sono contento di averti salutato a modo mio sotto al Cerro Torre, e ogni volta che in montagna sentirò un soffio di vento, saprò che tu sarai lì con me.

Il “mio” Torre finisce qui, ho l’aereo e il lavoro che mi aspettano, non posso consumare altro tempo. Charlie e Panza restano ancora una notte al Circo de los Altares prima di rientrare. Altri tre giorni, e sto già lavorando e soffocando sotto il Sole incandescente di Dubai. Epilogo: il 16 di febbraio rientro in Italia dagli Emirati Arabi, felice come un bambino scrivo subito ai ragazzi per ritrovarci e festeggiare la nostra impresa, ora che final-

Si ringraziano per il supporto: Salomon, Suunto, CAI Calolziocorte, gruppo alpinistico Gamma, DF Sportspecialist.

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BY DENIS PICCOLO

Federico Ravassard Ventitre anni, italiano ma di cognome francese, Federico rappresenta una nuova figura di fotografo dell’outdoor moderno. Lui stesso si definisce fotografo, ma è anche storyteller, avventuriero, un ottimo alpinista e sciatore. Dice che in lui prima è nata la passione per la fotografia, poi quella per l’arrampicata e la montagna, e fortunatamente hanno finito per abbracciarsi spontaneamente. Ama sperimentare, è ironico, si diverte con quello che fa. Sì, si diverte, sembra scontato ma non lo è.

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“ Con la pellicola, invece, posso concentrarmi su 24, o al massimo 36 fotografie, poche ma buone, insomma. Essendo così poche, rispetto al digitale, dai loro molto più valore e le riguardi con piacere.” Federico, siamo al bancone del bar, non ti conosco, parlami di te. Ciao! Questa è una domanda alla quale non so mai tanto come rispondere. Grossomodo mi piace dire che per lavoro “vado in giro”, scatto fotografie, scrivo, scalo, scio, tutte quelle cose lì. E nel tempo libero faccio lo stesso! Quando hai incontrato la fotografia? Se devo pensare a un momento preciso mi viene in mente un viaggio fatto con la mia famiglia nei parchi della costa ovest degli Stati Uniti. Mi era appena stata regalata una compatta digitale per la terza media, e in quei luoghi così incredibili ottenere una buona foto non era poi così difficile. Ecco, forse quello è stata la scintilla che ha acceso questa passione. È arrivata prima la passione per la fotografia o quella per la montagna? Durante il liceo stavo cominciando ad appassionarmi seriamente alla fotografia, e ogni tanto ci scappava qualche lavoretto alle feste degli amici in discoteca. Ero in quella fase in cui uno scatta veramente qualsiasi cosa, senza sapere bene dove andare a parare. Ritratti, paesaggi, goffi tentativi di street. Poi ho smesso di praticare tennis e sci alpino per darmi all’arrampicata e allo sci alpinismo, e poco alla volta le due cose - la montagna e la fotografia - si sono incontrate e sono diventate in-

dissolubili. Ad oggi, andare su roccia o su neve senza scattare almeno una foto, anche solo con lo smartphone, mi sembra un peccato terribile. Che emozioni ti regalano la montagna e la natura in generale? Tantissime. A volte ci sono la magia sfuggente dei tramonti e delle albe, altre invece il piacere di fare fatica in escursioni molto lunghe. Oppure la sorpresa di trovare posti meravigliosi nei quali non ero mai stato, o la meraviglia di quando incontro condizioni nevose eccezionali o una roccia particolare. Poi, un elemento imprescindibile per me, è la bellezza delle persone che la frequentano: in montagna incontri davvero tantissime persone che, nonostante siano legate da una passione comune, su tutto il resto possono essere molto diverse tra di loro, ma tutte sempre molto aperte e interessanti. Quanto è importate per un fotografo di outdoor sapersi muovere bene in montagna? Mi piace molto andare in montagna per conto mio, quindi alla fine ho un livello abbastanza buono un po’ in tutto. Credo sia molto importante sapersela cavare autonomamente, sia perché in questo modo ci si può concentrare di più sulla parte fotografica, sia perché questo crea un buon rapporto con i soggetti con cui scattare. Il fotografo dovrebbe essere prima di tutto un buon compagno, non un peso per la riuscita dell’escursione. Sei molto giovane, non hai vissuto il periodo pellicola, sviluppo e stampa. Però ogni tanto scatti a pellicola. Qual è il motivo? Fa figo o c’è qualcosa di più profondo? Oltre alla resa cromatica della pellicola, che adoro, lo trovo un modo molto sincero di scattare: non puoi contare troppo sulla post produzione, e nemmeno sulla raffica, mentre oggi sembra che la combo “scatto un sacco di foto + le massacro di filtri” sembri essere la chiave per spaccare. Allo stesso tempo, lo trovo disintossicante: lavoro ogni mese su migliaia di raw, che poi finiscono chissà dove in fondo all’hard

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disk. Con la pellicola, invece, posso concentrarmi su 24, o al massimo 36 fotografie, poche ma buone, insomma. Essendo così poche, rispetto al digitale, dai loro molto più valore e le riguardi con piacere. E poi scatto in analogico anche perché mi piace un sacco l’idea di avere una testimonianza fisica del mio lavoro, anziché un file virtuale. Recentemente hai fatto dei viaggi incredibili, mi parli velocemente di dove sei stato? Quest’anno sono stato un mese in Perù dove, con Enrico Mosetti e Davide Limongi, due amici friulani (e super sciatori), abbiamo provato a sciare alcune cime poco conosciute nella zona di Cuzco. È stata la mia prima spedizione nel senso proprio del termine, dove abbiamo avuto a che fare con pochissime informazioni dei luoghi e con quote superiori ai 5000 metri. È stata decisamente una bella esperienza. Poi, in mezzo, ci sono fughe continue per scalare e sciare. Ho bazzicato la Spagna, parecchie zone delle Alpi Occidentali e qualche capatina su quelle orientali, un po’ di Italia, anche se poi tra i posti che preferisco ci sono due zone relativamente vicine a casa: la Valle dell’Orco e il massicci degli Ecrins, entrambi molto selvaggi e meno frequentati rispetto a montagne meno blasonate come il Monte Bianco e le Dolomiti. Invece dove andrai nel prossimo futuro? Di sicuro andrò a fine febbraio nella zona più settentrionale della Norvegia, a sciare e a fotografare. Poi, chissà. Ogni tanto vado a guardarmi articoli su Caucaso e paesi balcanici, vedremo! Cosa c’è dentro il tuo zaino quando fotografi in montagna? Dipende da cosa sto andando a scattare. A volte ho troppo materiale alpinistico per potermi permettere il lusso di obiettivi extra e zaini pesanti; altre volte, invece, se l’escursione è semplice posso portarmi un sacco di vetro in più sulla schiena. Di sicuro non mancano mai vestiti extra, guanti leggeri, almeno una batteria e qualcosa da sgranocchiare.


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Da che fonte trai ispirazione per i tuoi scatti e per il tuo stile? Le fonti di ispirazione sono molte. Instagram è una di queste, anche se va preso a piccole dosi perché alla lunga ci abitua ad un’estetica molto omogeneizzata, in cui variano solo ogni tanto le tendenze. Basti pensare alla classica immagine del Lago di Braies, per me quella cosa lì è la morte della ricerca fotografica. Per il resto, vado il più possibile a mostre e cerco di leggere libri sul tema, mi piacciono molto le interviste ai singoli autori. Credo che in generale ci si debba sforzare a osservare e masticare più fotografie possibili, di generi anche diversi tra loro. Chi sono i tuoi fotografi preferiti? Ce ne sono tanti. Alcuni di loro sono quelli riescono a spostarsi dall’ambito sportivo a quello più documentaristico, come Jonas Bendiksen o Christoph Jorda. Mi piace chi scatta pulito: fotografie semplici nella forma e nella post produzione, ma allo stesso tempo piene di messaggi dentro. Nel mondo outdoor tre che mi piacciono molto da questo punto di vista sono Jeff Johnson, Alex Strohl e Sterling Lorence. Poi ci sono altri fotografi che all’apparenza non hanno nulla a che fare con quello che faccio io, dei quali cerco di studiare lo stile per applicarlo in altri ambiti. Tutta la banda Magnum (Koudelka, Goldberg, Majoli e tantissimi altri in gamba), e altri che lavorano su generi molto particolari: per farti un esempio, adoro la fotografia subacquea di Anuar Patjane, i ritratti femminili di Tim Swallow e i paesaggi di Reuben Wu. Sei un ottimo storyteller. Quanto è importante oltre a saper scattare anche raccontare una storia? Per me è importante che in uno scatto esca in modo chiaro un fatto o un’emozione, altrimenti quello che otteniamo non è una fotografia, ma solo una bella cartolina. Allo stesso modo, preferisco lavoro su progetti di tipo giornalistico e documentaristico piuttosto che sul commerciale fine a se stesso. Trovando la giusta leva, un’azione che ha che fare con la sensibilità dell’osservatore, emer-

gono tantissimi tasselli di storie che meritano di essere messi al loro posto per essere raccontati. Ho studiato Transmedia and Digital Storytelling alla Scuola Holden di Torino e, sebbene in apparenza con la fotografia non sembri avere molto a che fare, credo che mi sia stata utile per capire meglio il valore e le regole di certi linguaggi, che ormai in un mondo iperconnesso con i social non possono essere trascurati. C’è una forte corrente di giovani fotografi nel mondo outdoor, come spieghi queste tendenza? Credo che questa crescita sia dovuta, in parte, al boom delle discipline outdoor in generale, ma anche ai social network: ad esempio, su Instagram certi generi fotografici sono stati democratizzati e fatti conoscere alla massa, basti pensare al lavoro di Chris Burkard, un fotografo che fino a qualche anno fa avrebbero conosciuto solo gli appassionati disposti a comprare una rivista cartacea. Allo stesso modo, con il digitale è oggettivamente più facile riuscire a crescere velocemente sul piano tecnico, là dove con l’analogico sarebbero stati necessari anni di pratica. Ora se un ragazzo è appassionato riesce ad ottenere buoni risultati nel giro di poco tempo. Percepisci una sensazione differente quanto vedi una tua foto in un canale digital invece che quando la vedi stampata su una rivista o su carta fotografica? La sensazione (positiva o neutra, negativa solo quando la foto viene pubblicata senza il mio consenso) dipende più che altro da chi viene pubblicata e in che ambito. Normalmente mi gratifica di più vederla stampata sulla carta di una rivista o di un quotidiano nazionale, ma anche apparire sui canali digital di brand e testate prestigiose, delle quali condivido magari i gusti in tema di editing, è una bella soddisfazione. L’anno scorso un mio scatto di sci era stato condiviso da National Geographic su Instagram: certo, non è come il cartaceo, ma sapendo quanto sono stretti i loro criteri di selezione mi ha davvero fatto piacere.

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Credo che entrambi, digitale e carta siano eterni, ma in modo diverso. Un’immagine in digitale sarà per sempre in rete, dispersa tra migliaia di link. Su carta sarà per sempre su un supporto reale, dispersa da qualche parte nel mondo, chissà dove, chissà chi in mano arriverà. Tu cosa ne pensi? Con il digitale possiamo arrivare facilmente a raggiungere decine di migliaia di persone, ma non sempre si tratta di utenti in grado di apprezzare il nostro lavoro appieno. Sulla carta, invece, possiamo essere sicuri di arrivare ad un pubblico minore ma sicuramente più attento. Preferisco quest’ultima! Cosa farai domani? In questi giorni sono in giro in Trentino per seguire il circuito della Coppa del Mondo di sci alpino per una rivista specializzata. Dopo tanti giorni al freddo (a proposito: nonostante quello che si possa pensare, sono un tipo freddoloso), domani mi godrò un giorno a casa in pantofole, che in fondo non è così male.

“ Normalmente mi gratifica di più vederla stampata sulla carta di una rivista o di un quotidiano nazionale, ma anche apparire sui canali digital di brand e testate prestigiose, delle quali condivido magari i gusti in tema di editing, è una bella soddisfazione. L’anno scorso un mio scatto di sci era stato condiviso da National Geographic su Instagram: certo, non è come il cartaceo, ma sapendo quanto sono stretti i loro criteri di selezione mi ha davvero fatto piacere. ”


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The Golden Hour Questo luogo incantevole sprigiona ancora la magia dell’autentico scenario dolomitico, lontano da rumori e confusione, da stress e frenesie moderne. PHOTOS & TEXT

THOMAS MONSORNO

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TRAIL RUNNERS

J U L I A TA N N E R

GEORG WIDMANN

Il Passo di Oclini è un luogo magico ma ancora poco conosciuto e, in fondo, non possiamo fare a meno che augurarci che rimanga tale ancora a lungo.

Nel Giardino del Sudtirolo, fra le propaggini meridionali delle Dolomiti e a soli 30 km dal capoluogo di provincia Bolzano, il Passo Oclini (Jochgrimm) è un angolo speciale, un gioiello gelosamente tenuto nascosto e preservato dall’avvento del turismo di massa. Incastonato nel suggestivo paesaggio montano dell’Alto Adige, fra le vette del Catinaccio, dello Sciliar, del massiccio del Brenta, del Latemar, fra le montagne della Val d’Ega e della Val di Fiemme, questo luogo incantevole sprigiona ancora la magia dell’autentico scenario dolomitico, lontano da rumori e confusione, da stress e frenesie moderne. Il posto ideale in cui trascorrere una vacanza genuina e autentica nel cuore dell’Alto Adige.

Al Passo Oclini la pressione atmosferica è nettamente più bassa che a valle e il tenore di ossigeno presente nell’aria pertanto ridotto: il fabbisogno fisico di ossigeno, però, rimane invariato, anche in altura. Oltre quota 2.000 m, pertanto, il corpo è costretto ad aumentare l’attività respiratoria e la frequenza cardiaca, per compensare la carenza di ossigeno, andando così a produrre una maggiore quantità di globuli rossi. Una permanenza in quota da quelle parti, nella splendida cornice degli alpeggi della Val d’Ega e di Aldino, aiuta dunque a migliorare l’apporto di ossigeno attraverso i polmoni e il suo trasporto nel circolo sanguigno, nei tessuti e nella muscolatura. Viene così stimolata l’attività metabolica e aumentata la produzione di energia. Per gli sportivi, questo tipo di allenamento serve a gettare le basi per il miglioramento delle condizioni fisiche e il potenziamento della performance fisica e mentale e della resistenza. Esso contribuisce inoltre a rallentare i processi di invecchiamento, a rinforzare il sistema immunitario, potenziare il consumo di grassi e ridurre più agevolmente il peso.

Oclini rappresenta l’essenziale a portata di mano: lontano dal divertimento di massa, d’estate e d’inverno il Passo sa regalare emozioni che scaldano il cuore. E cosi è stato per Julia e Georg, originari di Termeno in provincia di Bolzano. Per loro Oclini è dietro l’angolo, ed in una giornata fredda ma luminosa, si sono spinti fin su in cima, di corsa. Hanno corso fino a quando le loro ombre sono diventate lunghe sagome nere che contrastavano il bianco innevato dei prati, fino al calar della sera dopo un tramonto infuocato.

Un altipiano a 2.000 metri di altitudine, tutto coperto da una spessa coltre di neve, un paesaggio unico, un’atmosfera da favola, illuminato dal sole, vedute a 360° sulle valli innevate dell’Alto Adige e sui bizzarri massicci dolomitici, rifugi intimi e accoglienti, gestiti con la proverbiale ospitalità altoatesina e una rete di piste da fondo fra cui scegliere, con neve garantita e preparazione impeccabile. Tutto questo è il Passo Oclini, paradiso dello sci da fondo. Libertà allo stato puro.

Intorno a loro niente e nessuno, solo il silenzio ed una vista mozzafiato sulla vallata circostante. Per loro Oclini è quasi di casa e lo frequentano da tempo grazie alla MTB che praticano a livello agonistico. Ma non solo, entrambi sono appassionati di sci di fondo, trail running e corsa su strada. Il Passo Oclini è il luogo ideale per praticare tutte queste attività sportive e anche per l’allenamento in alta quota.

Le migliori piste in quota, su tracciati di 3,5 e 8 km, si congiungono con quelle di Aldino, Monte S. Pietro, Nova Ponente e con il centro sci da fondo di Lavazè andando a creare una rete di anelli che raggiunge gli 80 km di lunghezza.

Per allenamento in quota o d’altura si intende un tipo di allenamento fisico, ma anche una semplice permanenza, in alta montagna, ossia a circa 2.000 metri di altitudine, respirandone l’aria a basso tenore di ossigeno.

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S CA R PA SPIN RS Questa scarpa tecnica è adatta alla competizione, è molto leggera e reattiva. Offre un equilibrio tra protezione, supporto, leggerezza e ammortizzazione per affrontare medie distanze. Riconoscibile per il design distinto e funzionale, ha una tomaia in mesh, con gabbia esterna in PU film termosaldato di sostegno, EXO interno in microfibra di contenimento. La tomaia include un puntale di protezione agli urti in TPU stampato in 3D. Lingua in tessuto leggero e traspirante con tasca per i lacci HLP. La tomaia avvolge il piede come un calzino grazie al sistema costruttivo Sock-Fit LW che evita punti di compressione e garantisce massimo comfort e precisione di calzata. Suola Velox LB con intersuola in EVA compressa a due densità per garantire stabilità ed energia di ritorno. L’inserto ergonomico in TPU collega la parte posteriore della scarpa con quella anteriore, migliorando la struttura e garantendo l’anti-torsione, il supporto, la stabilità e la reattività. Tecnologia Lite Base Vibram offre il vantaggio di ridurre lo spessore di gomma del battistrada per dare sensibilità e protezione sui terreni sassosi e pesare molto meno. Grip elevato e trazione su qualsiasi terreno grazie alla mescola Vibram Megagrip; il battistrada dotato di tasselli profondi 4mm distanziati, favoriscono, su terreni rocciosi e fangosi la fuoriuscita di terra, favorendone la loro efficacia.

L A S P O R T I VA LYC A N Calzatura perfetta per corse su medie distanze, allenamenti e skyrunning. Comoda e confortevole grazie ai volumi ampi e alla calzata rapida, questa scarpa è indicata per tutti gli amanti della corsa off-road in particolare su terreni rocciosi grazie ad una suola rock-ground in mescola Frixion Blue ad alta durabilità. La zeppa ad iniezione assorbe gli impatti grazie anche alla particolare struttura esterna particolarmente ammortizzante. La tomaia in mesh traspirante con rinforzi in microfibra anti-abrasione protegge dagli urti accidentali con radici o sassi, ideale per una corsa sicura e confortevole. Tomaia mesh idrorepellente con rinforzi anti-abrasione, puntalino protettivo in TPU, fodera in Gore-Tex Extended Comfort, plantare Ortholite Mountain Ergonomic 4 mm, intersuola EVA ad iniezione ammortizzante, suola FriXion Blue, drop di 6 mm ed un peso di soli 300g. La Lycan è una scarpa che sorprende per la sua semplicità ma anche per la sua praticità di utilizzo.

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BY DENIS PICCOLO

1 . OSPREY

2 . PATA G O N I A

3 . PATA G O N I A

DURO 15

PEAK MISSION TIGHTS

R 1 F U L L-Z I P F L E EC E J K T

Vestibilità di un vest ed una cintura lombare avvolgente, rivestito in mesh che dona confortevolezza e traspirabilità. Tasche multiple stretch chiuse da zip sulla parte frontale e sui fianchi, il corpo dello zaino contiene una sacca idrica da 2.5L Hydraulics LT, che permette di portare con se un totale di 3,5L di acqua. Ogni spallaccio presenta un anello per il sistema Stow-on-the-Go, che mantiene a posto i bastoncini da trekking lasciandoti le mani libere.

Nelle fredde mattinate autunnali tengono al caldo pur offrendo la massima traspirabilità. Il tessuto misto in nylon riciclato e poliestere è morbido e traspirante sulla pelle, e agevola la dispersione del sudore quando aumenti l'andatura. I tights vantano struttura rinforzata per una completa libertà di movimento, taschino centro-posteriore con zip. La tecnologia Polygiene per il controllo permanente degli odori ti rende presentabile anche quando grondi sudore.

La classica R1 Full-Zip Jacket è un versatile strato intermedio, ideale per giornate trascorse in montagna e per innumerevoli altre attività: un pile leggero e traspirante, realizzato in Polartec Power Grid (con tecnologia Polygiene per il controllo permanente degli odori), caratterizzato da eccellenti elasticità e resistenza.

4 . MASTERS POLES

5.ALPINA

6 . CALZEGM

TRECIME CARBON

KOSMIC

SKY RUN 2250

Realizzato in 5 sezioni (ø 16-14-12mm x 3 pz) di Fibra di Carbonio 100% con finitura HM per assicurare al trail-runner leggerezza. Assemblato con manopola Falco e passamano morbido e leggero, questo bastone è fornito di puntale in tungsteno e supporto in lega aeronautica per un'ottima tenuta su tutti i tipi di terreno. Il sistema di chiusura "push/pull" assicura compattezza del bastone chiuso e velocità sia in apertura che chiusura.

Occhiali per attività sportiva ma non solo con design classico Alpina, lenti infrangibili, 100% protezione da raggi UVA, UVB e UVC, livello di protezione S3. Ottimi per attività performanti come bici, corsa, speed hiking o ski ma anche per il tempo libero grazie al loro desing di tendenza, negli shooting di The Pill non ce li facciamo mai mancare!

Calzini progettati per le ultratrail ed i grandi dislivelli della corsa in montagna. La punta e tallone sono in NanoGlide, per la sua funzione anti vesciche. Il calzino dispone di fascia elastica stabilizzante, compressione graduata, maglia rasata, spugna ammortizzante e una struttura differente tra sinistro e destro. Differenti opzione di colore di permettono di abbinarle a qualsiasi tuo outfit!

7 . L A S P O R T I VA

8 . L A S P O R T I VA

9 . L A S P O R T I VA

SKY VEST

RUNNING GLOVE

SUPERSONIC

Progettato per le competizioni o gli allenamenti di trail running su medie distanze. La costruzione a gilet e le regolazioni elastiche e a clip permettono una perfetta adattabilità al corpo del runner evitando l'effetto rimbalzo durante la corsa. Costruito con Nylon, Air mesh, Stretch Mesh e zip YKK. Lo zaino è un 8 litro ed ha un peso di 190g. I colori tipici del brand La Sportiva ne esaltano l’estetica e non passerai di certo inosservato.

Guanto appositamente studiato per la corsa in climi freddi. Il guanto dispone inoltre di polsino allungato con apertura per la visualizzazione del quadrante dell’orologio, dorso in tessuto Icestream-Windbreaker traspirante e antivento, palmo in suede 0,5 mm con serigrafia in silicone per aumentare resistenza e grip, indice in materiale conduttivo per utilizzo schermi touch, overglove in nylon, fleece sul dorso del pollice ad uso tergisudore e soffietti interni in lycra ed esterni in materiale riflettente.

Pantalone lungo dedicato al runner che non si ferma nemmeno nei mesi più freddi, può essere utilizzato come sotto-pantalone in abbinamento con uno shorts oppure da solo. Confortevole ed anti-sfregamento grazie alle cuciture piatte, è dotato di dettagli riflettenti per avere maggior visibilità durante la corsa in notturna. Il Pant ha una tasca posteriore con zip e zip sul fondo gamba e costruzione confortevole ed elasticizzata del girovita.

1 0 . L A S P O R T I VA

1 1 . L A S P O R T I VA

1 2 . GARMIN

TASK HYBRID JKT

DEDALUS TUBE

FORERUNNER 645 MUSIC

Riuscire a raggiungere la vetta nel più breve tempo possibile, serve applicazione, costanza ed i migliori materiali disponibili sul mercato. Task JKT agevola il compito grazie alla sua leggerezza, ai dettagli catarifrangenti per allenamenti in notturna e alla ergonomia che rende il prodotto estremamente performante. 2 tasche frontali con zip a scomparsa, cuciture piatte anti-sfregamento, fit ergonomico con bordini elastici, zip integrale e Costruzione Vapovent.

Banda multiuso particolarmente adatta per aggiungere termicità al proprio arsenale di accessori, materiali di alta qualità con un peso di soli 60g. Disponibile in differenti taglie e fantasie, non puoi non trovare quella adatta al tuo outfit.

GPS running watch che consente di scaricare fino a 4GB di brani e grazie al metodo di pagamento contactless Garmin Pay, potrai lasciare il portafoglio a casa. Analizza le dinamiche di corsa avanzate connettendolo alla fascia cardio HRM Run o al Running Dynamic Pod. Monitora la frequenza cardiaca al polso e ottieni ulteriori informazioni con le funzioni di monitoraggio delle prestazioni. Le funzioni di connettività Music offrono Smart Notification e LiveTrack per rimanere sempre connesso con i tuoi cari e amici!

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The Industrial Revolution PHOTO

DENIS PICCOLO SHOOTING

SPORT & STYLE


CANADA GOOSE

FIELD PONCHO



(LEF T) CANADA GOOSE SEABOARD JKT ( R I G H T ) M A N I FAT T U R A C E C CA R E L L I DRY COTTON HOODED


( L E F T ) FJ Ä L L R ÄV E N POL AR PARK A ( R I G H T ) W O O L R I C H ARTIC PARK A



Italy 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110. 111. 112. 113. 114. 115. 116. 117. 118. 119. 120. 121. 122.

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123. 124. 125. 126. 127. 128. 129. 130. 131. 132. 133. 134. 135. 136. 137. 138. 139. 140. 141. 142. 143. 144. 145. 146. 147. 148. 149. 150. 151. 152. 153. 154. 155. 156. 157. 158. 159. 160. 161. 162. 163. 164. 165. 166. 167. 168. 169. 170. 171. 172. 173. 174. 175. 176. 177. 178. 179. 180. 181. 182. 183. 184. 185. 186. 187. 188. 189. 190. 191. 192. 193. 194. 195. 196. 197. 198. 199. 200. 201. 202. 203. 204. 205. 206. 207. 208. 209. 210. 211. 212. 213. 214. 215. 216. 217. 218. 219. 220. 221. 222. 223. 224. 225. 226. 227. 228. 229. 230. 231. 232. 233. 234. 235. 236. 237. 238. 239. 240. 241. 242. 243. 244.

TEMPO LIBERO CECCO SPORT MOUNTAIN & RUNNING 7 TO 7 COCCHETTI PIETRO GIUSEPPE OBERRAUCH ZITT G2 SPORT MAGAZZINI MONTELLO STEFY SPORT BERTHOD SPORT CAVALCA CARATTI SPORT ALPI SPORT BLOCCO MENTALE GIALDINI LONGONI SPORT BRESCIA ROMEOSPORT SPORTLAND FIT&FUN SPORT HEINZ KINIGADNER SPORT JOCHER - FIT & FUN SPORT LEON SPORTLER BRESSANONE UAINOT GARTNER KARL SCHUHHAUS THOMASER ALPSTATION BRUNICO OUTFIT SPORT MODE SCHOENHUBER SPORTLER BRUNICO THOMASER BIELER SPORT PISCHEDDA GROUP SPORT MODE ZIERNHELD S.I. TECH PANORAMA SALEWA OUTLET BUSSOLENGO VERONA RUNNER BRACCO DI MARCO PIRAS GEA SPORT OVIGLIA MAURIZIO CARLO SPORT SPORTLER CALALZO VIKING NORD POOL CITY SURF CENTRO SPORT NENCINI SPORT MEGA HOBBY TOSCOCLIMB STORE ALTIPIANI EVENTI E TURISMO 3 SPORT KAPESA R.G. SPORT TUBRIS GAME 7 ATHLETICS CAMPOGALLIANO FRENESIA SPORT AMPLATZ DIEGO SPORT AMPLATZ GREEN SHOES RADAELLI SPORT OXIM NUOVI ORIZZONTI CARPI G. SPORT CONFEZIONI TOMMASINI SPORT ESCURSION NICO CASSOLA NICO CASSOLA LA BOTTEGA DEL CUOIO MANCINI SALEWA OUTLET CASTEL GUELFO DOPE FACTORY SPORT SERVICE LIGO F.LLI ZAMPIERO PAOLO & C S.A.S BERTOLINI A.WOERNDLE SPORT TRADITION CRAZY IDEA OLGA SPORT OLGA SPORT STORY GRUPPO PRITELLI MODA SPORT NEW SPORT GARDENER SPORT LA SPORTIVA STORE CAVALESE CALZATURE SCHNEIDER UN SESTO ACCA FREE TIME BIKE AND BOARD MAXI SPORT CERNUSCO CENTRO SPORT NOTARI GIANPAOLO ZAMPOLINI SPORT PROMOSPORT ALTA QUOTA CESSNA TORINESE DELFINO SPORT FRACHEY SPORT MARISPORT SPORTLAND C. ITALMARK L'ANGOLO DELLO SPORT L'ARTE DI SALIRE IN ALTO BRAMBILLA BENIAMINO ASPORT'S MOUNTAIN EQUIPMENT PIRCHER SPORT MAIUK SPORT TETE' SPORT CHIMA SALEWA STORE SONDRIO ALBRECHT SPORT DALMONEGO CALZATURE COLUMBIA OUTLET FIDENZA JEANNOT SPORT LONGONI SPORT CINISELLO GRIMPEUR CPR FREE SPORT AVVENTUROSAMENTE SCARPE & SPORT SCARSELLA MAGAZZINI PRISCO MOLINARI ROSY SPORT MARACANA' SPORT GAME 7 ATHLETICS CIVITAVECCHIA

BORGOSESIA BORMIO BORMIO BOSIO PARINI BOSSICO BOZEN BRA BRA BRANZI BREIL CERVINIA BRENNO DI ARCISATE BRENO BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESSANONE BRESSANONE BRESSANONE BRESSANONE BRESSANONE BREUIL CERVINIA BRUNECK BRUNECK BRUNICO BRUNICO BRUNICO BRUNICO BRUNICO BRUSSON BUDDUSO' BURGEIS/MALS BUSANO BUSCHE DI CESIOMAGGIORE BUSSOLENGO BUSSOLENGO CAGLIARI CAGLIARI CAGLIARI CAIRO MONTENOTTE CALALZO CALALZO DI CADORE CALAMBRONE CALDONAZZO CALENZANO CALTANISSETTA CAMAIORE CAMIGLIATELLO CAMPITELLO DI FASSA CAMPO TURES CAMPO TURES CAMPO TURES CAMPOGALLIANO CANALE CANAZEI CANAZEI CANZO CANZO CARBONIA CARPI CASALE MONFERRATO CASELLE DI S.MARIA CASNIGO CASSOLA CASSOLA CASTEL DEL PIANO CASTEL DI SANGRO CASTEL GUELFO CASTEL MAGGIORE CASTELFRANCO DI SOTTO CASTELLANA GROTTE CASTELLO TESINO CASTELNOVO MONTI CASTELROTTO CASTELROTTO CASTIONE ANDEVENNO CATANIA CATANIA CATTOLICA CAUSO CAVA DE' TIRRENI CAVALESE CAVALESE CAVARENO CAZZAGO CENCENIGHE AGORDINO CERNUSCO LOMBARDONE CERRETO LAGHI CERRETO LAGHI CERRETO LAGHI - COLLAGNA CERVINIA CESANA TORINESE CETO CHAMPOLUC CHAMPOLUC CHIARI CHIAVARI CHIAVARI CHIAVENNA CHIES D'ALPAGO CHIESA IN VALMALENCO CHIESA VALMALENCO CHIETI CHIURO CHIURO CHIUSA CHIUSA CHIUSA FERRANDA CHIUSA PESIO CINISELLO BALSAMO CIRIE' CISANO SUL NEVA CISTERNA DI LATINA CITTA' DI CASTELLO CITTA' DI CASTELLO CITTADELLA CIVEZZANO CIVEZZANO CIVITANOVA MARCHE CIVITAVECCHIA

245. 246. 247. 248. 249. 250. 251. 252. 253. 254. 255. 256. 257. 258. 259. 260. 261. 262. 263. 264. 265. 266. 267. 268. 269. 270. 271. 272. 273. 274. 275. 276. 277. 278. 279. 280. 281. 282. 283. 284. 285. 286. 287. 288. 289. 290. 291. 292. 293. 294. 295. 296. 297. 298. 299. 300. 301. 302. 303. 304. 305. 306. 307. 308. 309. 310. 311. 312. 313. 314. 315. 316. 317. 318. 319. 320. 321. 322. 323. 324. 325. 326. 327. 328. 329. 330. 331. 332. 333. 334. 335. 336. 337. 338. 339. 340. 341. 342. 343. 344. 345. 346. 347. 348. 349. 350. 351. 352. 353. 354. 355. 356. 357. 358. 359. 360. 361. 362. 363. 364. 365. 366.

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CLAUT CLES CLES CLES CLES CLUSONE CLUSONE COGNE COGNE COGNE COGOLETO COGOLO COLERE COLFOSCO IN BADIA COLFOSCO IN BADIA COLLECORVINO COMO COMO COMUNE DI GIAVENO CONDINO CONEGLIANO CONTA' COPPARO CORBETTA CORDENONS CORNEDO CORNUDA CORRIDONIA CORTINA CORTINA CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D’AMPEZZO CORTINA D’AMPEZZO CORVARA CORVARA BADIA CORVARA IN BADIA CORVARA IN BADIA CORVARA IN BADIA CORVARA IN BADIA COSTA VOLPINO COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR CREMONA CUNEO CUNEO CUNEO CUNEO CUNEO CUNEO DARFO BOARIO TERME DIMARO DIMARO DIMARO DOBBIACO DOBBIACO DOBBIACO DOLZAGO DOMODOSSOLA DOMODOSSOLA DOMODOSSOLA DOMUSNOVAS DORF TIROL DORF TIROL/MERAN DORGALI DUEVILLE DUINO AURISINA - AURISINA DUINO AURISINA - AURISINA EPPAN ERBA ERBA FABRIANO FAENZA FAENZA FAENZA FAI DELLA PAGANELLA FALCADE FALCADE FALCADE FALCADE FANO FANO FASANO FELTRE FERMO FERRARA FERRARA FERRARA FERRIERE FIERA DI PRIMIERO FINALBORGO FINALBORGO FINALE LIGURE FINALE LIGURE FINALE LIGURE FIORENZUOLA D'ARDA FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIUMALBO FIUMICINO FOLGARIA FOLIGNO FOLLINA FONDO FONDO FOPPOLO


367. 368. 369. 370. 371. 372. 373. 374. 375. 376. 377. 378. 379. 380. 381. 382. 383. 384. 385. 386. 387. 388. 389. 390. 391. 392. 393. 394. 395. 396. 397. 398. 399. 400. 401. 402. 403. 404. 405. 406. 407. 408. 409. 410. 411. 412. 413. 414. 415. 416. 417. 418. 419. 420. 421. 422. 423. 424. 425. 426. 427. 428. 429. 430. 431. 432. 433. 434. 435. 436. 437. 438. 439. 440. 441. 442. 443. 444. 445. 446. 447. 448. 449. 450. 451. 452. 453. 454. 455. 456. 457. 458. 459. 460. 461. 462. 463. 464. 465. 466. 467. 468. 469. 470. 471. 472. 473. 474. 475. 476. 477. 478. 479. 480. 481. 482. 483. 484. 485. 486. 487. 488. 489. 490. 491. 492. 493. 494. 495. 496. 497.

CARLETTI ANNA CAPO NORD GIMELLI EXPANCE LAZIO 3.30 RUNNING STORE SANTINI SPORT FUORI TRACCIA SPORTIFICATION BIG WALL GALASSIA N.5 VIGLIETTI SPORT SUBCULTURE LA BOTTEGA DEI MAESTRI BIELLA SCARPE GARTNER KARL PUNTO SPORT GALLIO GE.S.TUR SPORTIME GRAMATICA SORELLE ZERBO BRAVI CALZATURE DELLA MARINA MANLIO & C. IMMOBRAVI B.M. SPORT BONI SPORT BOX 86 CAMISASCA SPORT CENTRO CANOA GENOVA RUNNING HOBBY SPORT MALATESTA LORENZO MOISMAN SPORT MOUNTAIN SHOP SALEWA STORE GENOVA REPETTO SPORT LONGONI SPORT GENOVA ASD VERTCLIMB TECNIC SPORT MONTAGNARD SPORT BOB 360° SPORT EUROSPORT ORTLER FRED & CO SONEGO CHIA FABRIZIO ORSI LUIGI REBELS SPORTWAY DAVID SPORT SPORT GESCHAEFT SQUINOBAL LORENZO ERMESPORT 099 OUTDOOR OUTDOOR GROSSETO OUTDOOR MAREMMA SALDI SPORT DARIO SPORT SPORT HOLZER GRAZIA SPORT ALPSTATION ISERA ALTA QUOTA ISERNIA 38° PARALLELO GIMMY SPORT PAGLIUGHI SPORT BARCHIESI SPORT HOT STUFF VIDOTTO SPORT SPORTHAUS TROCKER SPORT TROCKER RITTNER KAUFZENTRUM ARMERIA TOMEI MASSIMO 2R LA SALLE LO SCOIATTOLO ORNELLA SPORT CALZATURE COMPLOJER SPORT 203 SKI SERVICE SPORT TONY NOPICOO TODARO SPORT CASNAGHI MARCO SPORTING IDEA SPORT SPOGA SPORT IMPULS C.G.D. ARMI SPORT CHIAFFI PIO SCHUHE SPECHTENHAUSER GIORGETTA SPORT SUSI STORE TREG MILLEPIEDI DOLCE VITA HOTEL JAGDHOF GIONGO SPORT GOGGI SPORT SIMONE SPORT AFFARI & SPORT LECCO AVANTGARDE - LECCO SPORT HUB TAURUS LECCO NICOLI FERNANDA ROSSO MAURO BROTHERS SURF BOTTERO SKI DA LUCIA E NICO MICHELOTTI LUCIANA DF SPORT SPECIALIST LISSONE MAXI SPORT LISSONE CENTRO HOBBY SPORT I’M SPORT LODOVICO SPORT MOTTINI SPORT MOUNTAIN PLANET PUNTO SPORT LIVIGNO SILENE SPORT AZZURRO SPORT EXTREME VERTIGO SCUOLA SCI & SNOWBOARD ARABBA MPK CLAN SALEWA OUTLET SCALO MILANO SALEWA STORE LONGARONE TUTTOSPORT VIVISPORT CRESPI SPORT TRE G SPORT TIME SPANU ANTONELLO CALZATURE ABFALTERER ABFALTERER CREAM BUZZETTI SPORT

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498. 499. 500. 501. 502. 503. 504. 505. 506. 507. 508. 509. 510. 511. 512. 513. 514. 515. 516. 517. 518. 519. 520. 521. 522. 523. 524. 525. 526. 527. 528. 529. 530. 531. 532. 533. 534. 535. 536. 537. 538. 539. 540. 541. 542. 543. 544. 545. 546. 547. 548. 549. 550. 551. 552. 553. 554. 555. 556. 557. 558. 559. 560. 561. 562. 563. 564. 565. 566. 567. 568. 569. 570. 571. 572. 573. 574. 575. 576. 577. 578. 579. 580. 581. 582. 583. 584. 585. 586. 587. 588. 589. 590. 591. 592. 593. 594. 595. 596. 597. 598. 599. 600. 601. 602. 603. 604. 605. 606. 607. 608. 609. 610. 611. 612. 613. 614. 615. 616. 617. 618. 619. 620. 621. 622. 623. 624. 625. 626. 627. 628.

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MADONNA DI CAMPIGLIO MADONNA DI CAMPIGLIO MAGLIE MALCESINE MALCESINE SUL GARDA MALE' MALESCO MALLES MANAROLA MANIAGO MANTA MANTOVA MANTOVA MARINA DI CARRARA MARINA DI RAVENNA MASSA MASSA MATELICA MAZZIN DI FASSA MERANO MERANO MERANO MERANO MERATE MERATE MESTRE MESTRE MESTRE MEZZANA MEZZOLOMBARDO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MIRANO MISANO ADRIATICO MODENA MODENA MOENA MOENA MONCALIERI MONDOVI' MONFERRATO MONGHIORDO MONGUELFO MONTAGNANA MONTEBELLUNA MONTEBELLUNA MONTESILVANO MARINA MONTEVARCHI MORBEGNO MORBEGNO MOTTOLA MUCCIA MUEHLBACH MÜHLBACH NAPOLI NAPOLI NATURNO NATURNO NEMBRO NEMBRO NEMBRO NICOLOSI NICOLOSI NOICATTARO NORCIA NOTARESCO NOVA LEVANTE NOVALESA NOVENTA DI PIAVE NUORO OLGIATE OLONA OLIENA OMEGNA ORIO AL SERIO ORIO AL SERIO ORIO AL SERIO ORISTANO ORISTANO ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORVIETO ORVIETO OSIMO OSIMO OSTIA OULX OVINDOLI P.TE S.GIOV.SCOPPITO PADOVA PADOVA PADOVA PADOVA PADOVA PADOVA PALAZZOLO PALERMO PALERMO PALMI PARCINES PARMA PARMA PARMA PARMA PARMA PARRE PASSO CORESE PASSO DEL TONALE PATERNO PAVULLO PAVULLO NEL FRIGNANO

629. 630. 631. 632. 633. 634. 635. 636. 637. 638. 639. 640. 641. 642. 643. 644. 645. 646. 647. 648. 649. 650. 651. 652. 653. 654. 655. 656. 657. 658. 659. 660. 661. 662. 663. 664. 665. 666. 667. 668. 669. 670. 671. 672. 673. 674. 675. 676. 677. 678. 679. 680. 681. 682. 683. 684. 685. 686. 687. 688. 689. 690. 691. 692. 693. 694. 695. 696. 697. 698. 699. 700. 701. 702. 703. 704. 705. 706. 707. 708. 709. 710. 711. 712. 713. 714. 715. 716. 717. 718. 719. 720. 721. 722. 723. 724. 725. 726. 727. 728. 729. 730. 731. 732. 733. 734. 735. 736. 737. 738. 739. 740. 741. 742. 743. 744. 745. 746. 747. 748. 749. 750. 751. 752. 753. 754. 755. 756. 757. 758. 759.

SKIPPER SPORT GRISOLIA SPORT SKI TOP MONTELLI SPORT AMBROSI SILVIO LUIGI VEGHER SPORT LINEA CALZATURE OSLER SPORT UKU PACHA MONDO VERTICALE SPAZIOUTDOOR LINO NON SOLO SPORT PESARO ALTAQUOTA PESCARA BUGARD KING LINE MAKAI RRTREK DF SPORT SPECIALIST PIACENZA L'ALTROSPORT OUTLANDERS VIVO DIMENSIONE SPORT GAME 7 ATHLETICS PIANTEDO MILESI SPORT ANSELMO VERTICAL SPORT PIETRAMURATA HELLAS PIANETA SPORT ASPORTSTATION STIMM PASTORINO CALZATURE ZAMBERLAN MOUNTAINSPORT SPORT CENTER ARIAPERTA M.C.RUNNING MIRAFIORI SPORT ONBOARD EUROSPORT MAGIC SPORT OUTDOOR LAB SNOWSPORT SPORTLAND C. ITALMARK SELMI MAGAZZINI BURCINA LIMITI VERTICALI VALLEE SPORT BIANCANEVE SHOPPING AMORINI PALU' CALZATURE UN SESTO ACCA BIG SPORT PROMO SPORT TENDE DA SOLE RAMOINO SPORTLER PORDENONE TOFFOLI SPORT CRIS CALZATURE BLOSSOMSKI LA SOSTA GAME 7 ATHLETICS PORTO NICOLA RIVELA SPORTISSIMO MIVAL SPORT GROSS SPORT LINO SPORT AVANTGARDE - CHIAVENNA FREE RUN IL CAMPIONE SPORT FAHRNER SURF SHOP LATEMAR SPORT 2000 SALEWA STORE PREDAZZO CAMP JOLLY SPORT XL MOUNTAIN BERGFUCHS BERGFUCHS MORASSI E S&F GAME 7 ATHLETICS RAVENNA OUTDOOR AND TREKKING OVERLANDER OUTDOOR RAVENNA AZ SPORT KAMP 3000 REGGIO GAS GINETTO SPORT SPORT FOLIE MONTAGNA DIMENSIONE VERTICALE NEW SHOP TUTTO PER LO SPORT CALZATURE PERTINGER CALZATURE PERTINGER POVOLI SPORT MOUNTAIN SICKS SHOP SPORT CIPRIANI SPORT NATURA SPORTNATURA DE GRANDI SPORT MARMOLADA DIEGO ANTONELLO SANTANGELO 104 ALP 3 ALTA QUOTA ROMA ALTA QUOTA ROMA BANCHETTI SPORT CALCATERRA SPORT CAM SPORT EVOLUTION CAMPO BASE ROMA CITY BEACH CLIMBER STORE D.FACTORY ECOLE VERTICALE EMPORIO SPORT MACALLE' GAFFI STORE GEOSTA GUVI I.T.R. IL CORRIDORE L'ANGOLO DELLO SPORT LBM SPORT METTIMI GIU’ MONTURA ROMA MOUNTAIN AFFAIR ROMA MOUNTAIN AFFAIR ROMA ONE RACE OTI SERVICE PATAGONIA ROMA GUVI EXPERIENCE PLANET SPORT RRTREK SCARMAN SPORT CENTER SPORT INCONTRO STANCE

PAVULLO NEL FRIGNANO PECORONE-LAURIA PEDRACES PEJO FONTI PELLIZANO TN PELLIZZANO PERGINE VALSUGANA PERGINE VALSUGANA PERTOSA PERUGIA PERUGIA PESARO PESARO PESCARA PESCARA PESCARA PESCARA PESCASSEROLI PIACENZA PIACENZA PIACENZA PIACENZA PIANCOGNO PIANTEDO PIAZZA BREMBANA PIETRA LIGURE PIETRAMURATA PIETRASANTA PIETRASANTA PIEVE D’ALPAGO PIEVE DI SOLIGO PIEVE DI TECO PIEVEBELVICINO PIEVESESTINA DI CESENA PINEROLO PINEROLO PINEROLO PINEROLO PINZOLO PINZOLO PINZOLO PINZOLO PISOGNE PISTOIA POLLONE POMBIA PONT SAINT MARTIN PONTE DI LEGNO PONTE FELCINO PONTE IN VALTELLINA PONTE SAN NICOLO' PONTEDASSIO PONTEDASSIO PONTEDASSIO PORDENONE PORDENONE PORLEZZA PORTA CAMPORTACCIO PORTO S. ELPIDIO POTENZA POTENZA POVE DEL GRAPPA POZZA DI FASSA POZZA DI FASSA PRATA CAMPORTACCIO PRATISSOLO DI SCANDIANO PRATO PRATO ALLO STELVIO PRATO NEVOSO PREDAZZO PREDAZZO PREMANA PREMOSELLO CHIOVENDA QUINCINETTO RASEN-ANTHOLZ RASUN RAVASCLETTO RAVENNA RAVENNA RAVENNA RAVENNA RECCO REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA RESIA AL LAGO RIETI RIETI RIETI RIO DI PUSTERIA RIO DI PUSTERIA RIVA DEL GARDA RIVAROLO CANAVESE RIVISONDOLI ROCCA DI MEZZO ROCCA DI MEZZO ROCCA PIETORE ROCCAMORICE ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA


760. 761. 762. 763. 764. 765. 766. 767. 768. 769. 770. 771. 772. 773. 774. 775. 776. 777. 778. 779. 780. 781. 782. 783. 784. 785. 786. 787. 788. 789. 790. 791. 792. 793. 794. 795. 796. 797. 798. 799. 800. 801. 802. 803. 804. 805. 806. 807. 808. 809. 810. 811. 812. 813. 814. 815. 816. 817. 818. 819. 820. 821. 822. 823. 824. 825. 826. 827. 828. 829. 830. 831. 832. 833. 834. 835. 836. 837. 838. 839. 840. 841. 842. 843. 844. 845. 846. 847. 848. 849. 850. 851. 852. 853. 854. 855. 856. 857. 858. 859. 860. 861. 862. 863. 864. 865. 866. 867. 868. 869. 870. 871. 872. 873. 874. 875. 876. 877. 878. 879. 880. 881. 882. 883. 884. 885. 886. 887. 888. 889. 890.

THE ITALIANS THE SIDE OMNIA SPORT SHERPA MAGAZZINI MONTELLO BARBA SPORT IAF NETWORK MTA CONSULTING GODI SPORT CABAS SPORT DUEL TIME MAKALU' SPORT OXEEGO SHOP TASCI BRASI SPORT NON SOLO SPORT ROVIGO UNITED SPORTLIFEE SCHAFER BANCHER COSTAN SANDRO SPORTLAND SLALOM SPORT MC SPORT MARKET WEGER SPORT ERICH ALPSTATION BRESCIA BORTOLUSSI ALPSTATION AOSTA VERT SPORT GHITA SPORT EYDALLIN F.LLI CALZATURE DUE LEONI CALZATURE DUE LEONI SPORT STORE SLALOM SPORT SPORT HOLZER NOPI SPORT SPORT LAGAZUOI OLIDOM LA BOTTEGA DEL CIAPINABO' SARAMIN MARCELLO NOVESSE OCEANO DF SPORT SPECIALIST S.G. MILANESE GULLIVER FERRO OLYSPORT SPORTLER C.C. CORTI VENET GUIDE ALPINE AQUILE SAN MARTINO SPORT ACTIVE SHOES GALEASSI SPORT PARETI SPORT CENTER UNICO SPORT SERVOLARE 17 NEW ROCK CAMPING E SPORT NEW VIAGGIANDO GIUGLAR ACTIV SPORT SPORTISSIMO SABOLO PILLER FERRUCCIO PUNTO SPORT SAPPADA LESCI PIERO SCHUHHANDLUNG NIKLAUS TROPS IMMOBILIARE MONTOLI MARZORATI OLIVER SKI & SPORTSWEAR ALPSTATION SARZANA KAU KAU PASQUALI SPORTISSIMO TEAM SPECIALIST NOVA SPORT BESSON SPORT FAURE SPORT GIUGGIA SPORT MOUNTAIN EXPERIENCE SPORTING FERRI GIUSEPPE QUOTA 1050 ALBER HERMANN & CO. PIZIO SPORT ALPSTATIONLINE MAX SPORT VALLI SPORT GLUDERER & CO. SCHUHWAREN WEITHALER RO NICO SEDICO SPORT TEAM SPORT HANS LIBRALON GIORGIO DEMETZ MACIACONI SPORT RIFFESER SPORT WALTER SCHENK RICCARDO UNITED CABOT COVE GIANFRANCESCHI MARCO BAMBIN SEMENTI BRICOSPORT LIKE A RIVER LATINI SPORT COLUMBIA OUTLET SERRAVALLE SALEWA OUTLET SERRAVALLE MAXI SPORT SESTO ADA SPORT PASSET SPORT SPORT LE TORRI XL MOUNTAIN CAMILLOZZI MARTIN KINIGER SPORTMODE IL MARATONETA SPORT RONDIRO CENTO % SPORT MODA CENTER WEISS BENZI SPORTLER SILEA ALPIN SPORTS SPORT ENERGY K & K SPORTS SPORT GM ROCK & ICE BOSCAINI SCARPE GAME 7 ATHLETICS SONA CENTRO SPORT FIORELLI SPORT

ROMA ROMA ROMAGNANO SESIA RONCO BRIANTINO ROSETO DI CHERASCO ROVAGNATE ROVATO ROVELLO PORRO ROVERE VERONESE ROVERETO ROVERETO ROVERETO ROVERETO ROVERETO ROVETTA ROVIGO RUBANO RUFFRE' - MENDOLA S. CANDIDO S. MARTINO DI CASTROZZA S. STEFANO DI CADORE S.LEONARDO IN PASSIRIA S.MARTINO DI CASTROZZA S.MARTINO IN STRADA S.PAOLO/APPIANO S.VIGILIO DI MAREBBE S.ZENO NAVIGLIO SACILE SAINT CHRISTOPHE SAINT VINCENT SALERNO SALICE D'ULZIO SALORNO SALORNO SALSOMAGGIORE TERME SALUZZO SAN CANDIDO SAN CASSIANO SAN CASSIANO SAN CASSIANO IN BADIA SAN CLEMENTE SAN DONA' DI PIAVE SAN FEDELE INTELVI SAN FELICE CIRCEO SAN GIULIANO MILANESE SAN LORENZO SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN MARTINO IN PASSIRIA SAN MASSIMO SAN PANCRAZIO SAN VENDEMIANO SAN VITO LO CAPO SAN ZENO NAVIGLIO SANREMO SANSEPOLCRO SANT'AMBROGIO SANTA CRISTINA VAL GARDENA SANTA GIUSTINA SANTI-VINCENT SAPPADA SAPPADA SARACENA SARENTINO SARMEOLA DI RUBANO SARONNO SARONNO SARONNO SARZANA SARZANA SASSARI SASSARI SASSUOLO SAUZE D' OULUX SAUZE D'OULX SAVIGLIANO SAVIGNANO SUL RUBICONE SAVONA SCANDIANO SCANNO SCENA SCHILPARIO SCHIO SCHIO SCHIO SCHLANDERS SCHNALS SCOPPITO SEDICO SEDICO SEISER ALM SELVA DI CADORE SELVA GARDENA SELVA GARDENA SELVA GARDENA SELVA VAL GARDENA SELVAZZANO DENTRO SENIGALLIA SENIGALLIA SEREGNO SEREGNO SERIATA SERRA SAN QUIRICO SERRAVALLE SCRIVIA SERRAVALLE SCRIVIA SESTO SAN GIOVANNI SESTRIERE SESTRIERE SESTRIERE SETTIMO VITTONE SEXTEN SEXTEN SIENA SIENA SIGNORESSA SIGNORESSA DI TREVIGNANO SILANDRO SILANUS SILEA SIUSI SIUSI SIUSI - CASTELROTTO SOLAROLO SOLDA SONA SONA SONDRIO SONDRIO

891. 892. 893. 894. 895. 896. 897. 898. 899. 900. 901. 902. 903. 904. 905. 906. 907. 908. 909. 910. 911. 912. 913. 914. 915. 916. 917. 918. 919. 920. 921. 922. 923. 924. 925. 926. 927. 928. 929. 930. 931. 932. 933. 934. 935. 936. 937. 938. 939. 940. 941. 942. 943. 944. 945. 946. 947. 948. 949. 950. 951. 952. 953. 954. 955. 956. 957. 958. 959. 960. 961. 962. 963. 964. 965. 966. 967. 968. 969. 970. 971. 972. 973. 974. 975. 976. 977. 978. 979. 980. 981. 982. 983. 984. 985. 986. 987. 988. 989. 990. 991. 992. 993. 994. 995. 996. 997. 998. 999. 1000. 1001. 1002. 1003. 1004. 1005. 1006. 1007. 1008. 1009. 1010. 1011. 1012. 1013. 1014. 1015. 1016. 1017. 1018. 1019. 1020. 1021.

PUNTO SPORT SONICO SPORTLAND NUOVA EDEN SPORT CAMPO BASE MODENA SPAZIO SPORT SPORT LEADER SPORT KASSL BERGER JOHANN GEORG OUTDOOR AND KNIVES TOTEM TREKKING QUOTA 900 VERTIGINI SPORT A2S SPORTS SPORT PFEIFER ADRIAN SPORT GOGGI SPORT SPORTLAND C.C.LE PO ALPSTATION TARVISIO AREA SPORT ARTENI SPORTLER TAVAGNACCO ZANI SPORT PIÙ SPORT SALVATORI SPORT IOCORRO! VERTIGINI SPORT L&B SPORT CONFSPORT SU E GIU' SPORT CRAZY IDEA ESSE TRE SEMPRE DI CORSA DORIANO SPORT GLOBO ACTIV ANGELI SPORT TECNICAL SKI ALIAN SPORT B-SIDE B-SIDE FACTORY B-SIDE FACTORY. BSHOP TORINO CUORE DA SPORTIVO GIANNONE SPORT GRASSI SPORT JOLLY SPORT JOLLY SPORT MILANESIO SPORT MONTICONE SPORT MONTURA SHOP ALPSTATION PASSION SPORT PROMOSPORT ADVENTURES RONCO OUTDOOR SALEWA STORE TORINO TAURUS TORINO TOTEM TREKKING WILLY SPORT THE PEAK GULLIVER C.D.M. STORE SPORTLER VICENZA LAGUZZI SPORT VERTICAL SPORT TRANSACQUA CARBOGNANI CALZATURE CATTI SPORT EMMEMODA MASTER SPORT TENDER-SPREAD WINGS COLOMBO SPORT MABB.90 TRENTO MONTURA TRENTO PATAGONIA TRENTO SHERPA3 ROCK & ICE SORAM SPORTLER TRENTO SPORTLER TRENTO TECNOSCI VERTICAL SPORT TRENTO ABRATEC LE BLOC SHOP AVVENTURA DUE DIMENSIONE MARINONI GOROBEY GABRIELE SPORTLER TRIESTE GAME 7 ATHLETICS TRIESTE CITYALPSTORE COOP. SCOUT AQUILEIA SCARL FIASCARIS FRANCO SPORT K2 SPORT MACO SPORT CORONES DYNAMIC LINES FIORELLI SPORT SALEWA OUTLET VALMONTONE MIRABEL SPORT PELLISSIER SPORT BONNY MODULAR LAB FREE SPORT LABS FREE SPORT LABS GAME 7 ATHLETICS VARESE LONGONI SPORT VARESE AD SPORT APUANE OUTDOOR ADRI SPORT CINTO SPORT LODO SPORT MAGNINI LODOVICO VERNAZZA SPORT CAMPO BASE VERONA DOUBLE FIVE MONTURA VERONA THE NORTH FACE VERONA TRAGUARDO VOLANTE CONTROCORRENTE MARATONANDO RE FRANCESCA PLANET SPORT GAME 7 ATHLETICS VICENZA LDR IMPORT EXPORT MAGARAGGIA SPORT OLIUNID VICENZA PRO SPORT SOARDI CARPANI SPORT GILIOLI SPORT MONDO MONTAGNA IPERALDES – SICER MALVOLTI FABIO SPORT EGARTER GAME 7 ATHLETICS VILLANOVA DHO SPORT

SONICO SONICO SORBOLO SPILAMBERTO SPILIMBERGO SQUINZANO ST.MARTIN/GADERTAL ST.NIKOLAUS/ULTEN STAFFOLO STROMBOLI STROMBOLI - ISOLE EOLIE STRONCONE SULDEN SULDEN SULMONA SURANO SUZZARA TARVISIO TAVAGNACCO TAVAGNACCO TAVAGNACCO TEMU TERAMO TERMINILLO TERNI TERNI TERRANOVA DI POLLINO TEZZE SUL BRENT TEZZE SUL BRENTA TIRANO TIRANO TIVOLI TIZZANO VAL PARMA TOBLACH TOLMEZZO TOLMEZZO TORGNON TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORRE BOLDONE TORRE PELLICE TORREANO DI MARTIGNACCO TORRI DI QUARTESOLO TORTONA TRANSACQUA TRAVERSETOLO TRAVERSETOLO TREGNAGO TREMESTIERI ETNEO TREMOSINE TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TREVISO TREVISO TRIESTE TRIESTE TRIESTE TRIESTE TRIESTE UDINE UDINE UDINE UDINE UDINE VAJONT VALDAORA VALLE DEL CADORE VALMASINO VALMONTONE VALTOURNENCHE VALTOURNENCHE VARESE VARESE VARESE VARESE VARESE VASTO VECCHIANO - FILETTOLE VERBANIA VERMIGLIO VERMIGLIO VERMIGLIO VERNAZZA VERONA VERONA VERONA VERONA VERONA VIADANA VIAREGGIO VIAREGGIO VIBO VALENTIA VICENZA VICENZA VICENZA VICENZA VICENZA VICENZA VIDICIATICO VIGNOLA VIGNOLA VILLA D'AGRI VILLA MINOZZO VILLABASSA VILLANOVA DI CASTENASO VILLANOVA MONDOVI

1022. 1023. 1024. 1025. 1026. 1027. 1028. 1029. 1030. 1031. 1032. 1033. 1034. 1035. 1036. 1037. 1038. 1039. 1040. 1041.

ROSSI SPORTLAND C. CENTRO ITALMARK AFFARI & SPORT VILLASANTA ZABLE SPORT BAROLI GIUSEPPE CALZATURE BAROLI CALZATURE BAROLI CALZATURE BRUNNER WALTER HERBERT PLANK SPORT SPORT CENTER NANDO SPORT LINARI FULVIO BRUBAKER STORE DI MARCO DURANDO EMILIANA CENTRO CALZATURIERO LA SPORTIVA ZIANO DI FIEMME SPORT TIRABOSCHI TIRABOSCHI SPORT MOLIN SPORT

VILLANOVA MONDOVI' VILLANUOVA SUL CLISI VILLASANTA VILLATORA DI SAONARA VILLENEUVE VILLENEUVE VILLENEUVE VIPITENO VIPITENO VIPITENO VISSO VISSO VITERBO VITERBO VIU' VOGOGNA ZIANO DI FIEMME ZOGNO ZOGNO ZOLDO ALTO

Germany 1042. 1043. 1044. 1045. 1046. 1047. 1048. 1049. 1050. 1051. 1052. 1053. 1054. 1055. 1056. 1057. 1058. 1059. 1060. 1061. 1062. 1063. 1064. 1065. 1066. 1067. 1068. 1069. 1070. 1071. 1072. 1073. 1074. 1075. 1076. 1077. 1078. 1079. 1080. 1081. 1082. 1083. 1084. 1085. 1086. 1087. 1088. 1089. 1090. 1091. 1092. 1093. 1094. 1095. 1096. 1097. 1098. 1099. 1100. 1101. 1102. 1103. 1104. 1105. 1106. 1107. 1108. 1109. 1110. 1111. 1112. 1113. 1114. 1115. 1116. 1117. 1118. 1119. 1120. 1121. 1122. 1123. 1124. 1125. 1126. 1127. 1128. 1129. 1130. 1131. 1132. 1133. 1134. 1135. 1136. 1137. 1138. 1139. 1140. 1141. 1142. 1143. 1144. 1145. 1146.

MOUNTAIN-SPORTS ROHRMEIER OUTDOOR CONDITION STEIGENBERGER BERGSPORTHÜTTE RIAP SPORT STADT LAND FLUSS BERGSPORT GEISTALLER CAMP 4 GLOBETROTTER BERLIN MONT K THE NORTH FACE BERLIN UNTERWEGS BIELEFELD KRENN MODE UND SPORT GLOBETROTTER BONN UNTERWEGS BONN UNTERWEGS BREMEN UNTERWEGS CELLE DER SKANDINAVIER MAGIC MOUNT ALLES GLOBETROTTER DRESDEN UNTERWEGS DUISBURG GLOBETROTTER DÜSSELDORF SACK & PACK UNTERWEGS ERFURT FREILAUF BERGSPORT MÜHLBAUER UNTERWEGS FLENSBURG GLOBETROTTER FRANKFURT THE NORTH FACE FRANKFURT SALEWA STORE FREIBURG SPORT BOHNY SPORT KIEFER THE NORTH FACE FREIBURG DOOROUT.COM NORDWAND SPORTS ALPINSPORT BASIS BERGSPORT WN ALPIN SPORT CONRAD BERGZEIT GLOBETROTTER HAMBURG GLOBETROTTER HAMBURG UNTERWEGS HAMM BSZ BERGSPORTZENTRALE ADVENTURE COMPANY SPORT NENNER BERGZEIT UNTERWEGS HÖXTER SPORT CONRAD UNTERWEGS JEVER BASISLAGER SPORT HANDELS SCENIC SPORTS BERGSPORT MAXI UNTERWEGS KIEL GLOBETROTTER AUSRÜSTUNG GLOBETROTTER KÖLN SPORT GRUNER ALPINSPORTZENTRALE ALPEN STRAND THE NORTH FACE LEIPZIG UNTERWEGS LEIPZIG BIWAK EISELIN SPORT ALPIN OUTDOOR LADEN ENGELHORN SPORTS OUTDOORTRENDS MAGIC MOUNT GLOBETROTTER METZINGEN ALPSTATION GLOBETROTTER MÜNCHEN KELLER SPORTS KELLER SPORTS RUMRICH STONE PROJECTS SALEWA WORLD MÜNCHEN SCHUSTER SPORTHAUS THE NORTH FACE MUNICH UNTERWEGS MÜNSTER SPORTHAUS SCHÖNHERR TONI WEISS TRAVEL & TREK BASTIAN SALEWA STORE OBERSTDORF SCHRATT 1803 UNTERWEGS OLDENBURG DER OUTDOORLADEN DENK E-XPLOSION SALEWA OUTLET RADOLFZELL GIPFELSTÜRMER LAUF UND BERG KÖNIG SALEWA STORE REGENSBURG MONTAGNE-SPORT DIE WERKER STUTTGART GLOBETROTTER STUTTGART GLOBETROTTER HARZ SCHNEIDER RAD+SPORT VIKING ADVENTURES BIWAKSCHACHTEL GLOBETROTTER ULM SALEWA OUTLET WERTHEIM UNTERWEGS WESEL UNTERWEGS WILHELMSHAVEN BASISLAGER WÜRZBURG SALEWA OUTLET ZWEIBRÜCKEN BOARDERLINE FUNSPORT GEWERBEPARK MEON FUNSPORT.DE

ANSBACH ASCHAFFENBURG ASCHAU AUGSBURG BAD REICHENHALL BAD TÖLZ BERCHTESGADEN BERLIN BERLIN BERLIN BERLIN BIELEFELD BISCHOFSWIESEN BONN BONN BREMEN CELLE COBURG DORTMUND DRESDEN DUISBURG DÜSSELDORF DÜSSELDORF ERFURT ERLANGEN FELDKIRCHEN WESTERHAM FLENSBURG FRANKFURT AM MAIN FRANKFURT AM MAIN FREIBURG FREIBURG FREIBURG FREIBURG IM BREISGAU FULDA FÜSSEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GMUND-MOOSRAIN HAMBURG HAMBURG HAMM HANNOVER HEILBRONN HINTERTUX HOLZKIRCHEN / GROSSHARTPENNING HÖXTER IFFELDORF JEVER KARLSRUHE KAUFBEUREN KEMPTEN KIEL KÖLN KÖLN KONSTANZ LANDSBERG AM LECH LANDSHUT LEIPZIG LEIPZIG LIMBURG LÖRRACH MAINZ MANNHEIM MARKTOBERDORF MENDEN METZINGEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MUNICH MÜNSTER NEUSTIFT NÜRNBERG NÜRNBERG OBERSTDORF OBERSTDORF OLDENBURG PADERBORN PASSAU PFORZHEIM RADOLFZELL RAVENSBURG REGENSBURG REGENSBURG ROSENHEIM STUTTGART STUTTGART TORFHAUS (HARZ) TRAUNSTEIN TRIER TÜBINGEN ULM WERTHEIM WESEL WILHELMSHAVEN WÜRZBURG ZWEIBRÜCKEN BERLIN BERLIN BERLIN- BIESDORF


1147. 1148. 1149. 1150. 1151. 1152. 1153. 1154. 1155. 1156. 1157. 1158. 1159. 1160. 1161. 1162. 1163. 1164. 1165. 1166. 1167. 1168. 1169. 1170. 1171. 1172. 1173. 1174.

BOARDMONKEYS PLAN-B FUNSPORT BIKER-BOARDER EASTSIDE/ FUN SPORT RAILSLIDE BRETTLADEN WAREHOUSE ONE WINDSURFING SPORT BOHNY EDGE 2 EDGE FREERIDER SHOP FOLLOW ME STORE WILDWECHSEL S'BRETT PLANET SPORTS MÜNCHEN PLANET SPORTS MÜNCHEN SANTO LOCO PANORMA STORE MISTERSKI SPORT CONRAD ENDLESS WINTER SKATE DELUXE SPLITBOARDS EUROPE UNFAMILIAR SNOWBOARD TRICK 17 SPORTSCHECK GOOD VIBES LIFTSTATION

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Austria 1175. 1176. 1177. 1178. 1179. 1180. 1181. 1182. 1183. 1184. 1185. 1186. 1187. 1188. 1189. 1190. 1191. 1192. 1193. 1194. 1195. 1196. 1197. 1198. 1199. 1200. 1201. 1202. 1203. 1204. 1205. 1206. 1207. 1208. 1209. 1210. 1211. 1212. 1213. 1214. 1215. 1216. 1217. 1218. 1219. 1220. 1221. 1222. 1223. 1224. 1225. 1226. 1227.

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JACOPO LARCHER TEXT BY

M AT T E O P AVA N A

"E guardo il mondo da un oblò mi annoio un po' passo le notti a camminare

dentro un metrò sembro uscito da un romanzo giallo ma cambierò, sì cambierò". Gianni Togni pubblicò "Luna" nel 1980. La storia curiosa che sta dietro questi versi la rivela lo stesso Togni in un'intervista, nella quale il cantautore ammetteva che la canzone gli fosse

stata "suggerita" da un clochard a una stazione della metropolitana che era solito frequentare nei suoi spostamenti. Le urla e le frasi sconnesse del vagabondo ai passanti venivano imme-

diatamente annotate da Togni sul suo taccuino; un passatempo che in breve tempo divenne una melodica poesia. Vedendo questa fotografia mi sono subito balzati alla mente quei ver-

si. Leggendo questo retroscena mi sono subito raffigurato un climber come al clochard della

stazione. Un arrampicatore, in un certo senso, è un pò come quel pazzo nella metro: parla una lingua diversa e vive in un modo che non tutti comprendono o possono comprendere. La

sicurezza del denaro, il comfort, la quotidianità, all'arrampicatore non piacciono del tutto, così

come a quel povero vagabondo. Basta un pezzo di roccia da scalare, nulla più. È nell'esatto

momento in cui si scala che si vive solo ed esclusivamente in una forma essenziale, tralasciando il superfluo e abbracciando il primordiale. D'altronde lo stesso Togni diceva che per arrivare

alla Luna, intesa non come il satellite ma come l'essenza della nostra esistenza, è necessario vivere la vita, senza mai smettere di sognare, come uno spettatore guardando fuori dall'oblò.


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