• ISSUE 34 • WOMEN STORIES
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HervĂŠ Barmasse | Domo Blanco summit | Patagonia Ph: Paolo Sartori
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ISSUE 34 CONTENTS & CREW T H E D A I LY P I L L
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Matteo Pavana, Thomas Monsorno, Andrea Schilirò, Denis Piccolo, Patte Schwienbacher, Achille Mauri, Federico Ravassard, Simone Mondino
ELISA SOT TOBOSCO
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C O L L A B O R ATO R S
G E R L I N D E K A LT E N B R U N N E R
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ARIANNA TRICOMI
P. 5 0
NAILÈ MEIGNAN
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S I E R R A B L A I R C OY L E
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NINA CAPREZ
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CAL MAJOR
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Photo Jelle Mul, Illustration Nataša Lops
I’ VE BEEN TO THE END OF THE WORLD
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N ATA S A
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E D I TO R I A L C O O R D I N ATO R
TEAM
THE FORAGER
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WA FA A A M E R
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ALICE RUSSOLO
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TA M A R A L U N G E R
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Davide Fioraso Giulia Boccola Silvia Galliani Marta Manzoni E D I T I N G & T R A N S L AT I O N S
Silvia Galliani ART DIRECTION
Denis Piccolo, Sofia Parisi, Matteo Rossato, Fabrizio Bertone, Enrico Santillo, Dario Toso, Dario Marchini, Eva Bonk, Luca Albrisi, Antonio Isaja C O M PA N Y E D I TO R
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25.000 copies distribuited in 1600 shops in Italy, Switzerland, Austria, Gemrany, France, Spain, England & The Netherlands ADVERTISING
hello@hand-communication.com | +39 333.7741506 The Pill rivista bimestrale registrata al tribunale di Milano il 29/02/2016 al numero 73
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EDITO BY
M A RTA M A N Z O N I LET’S GET OUR FREEDOM BACK «Certo che conciata così potresti anche andare in periferia e non ti stuprerebbe nessuno», mi dice il mio capo vedendomi con le stampelle e il ginocchio fasciato, a seguito dell’intervento al crociato. «Sei sicura di essere in grado di farti rispettare sul set anche se sei bionda?», mi chiedono due uomini durante un colloquio. «Ormai in montagna contano di più le fighette da social come te che i veri alpinisti», mi dice una Guida Alpina. Dietro una grande donna raramente c’è un grande uomo. Dietro ogni donna spesso ci sono offese e violenze, di diverso genere. Ci sono donne che sono state eliminate dalla Storia, come è accaduto per l’Alpinismo: è raro trovare menzioni di nomi femminili nei libri, eppure le donne sono sempre andate in montagna. Lucy Walker, 22 agosto 1871: prima donna a salire sul Cervino lungo la cresta dell'Hörnli. Margaret Jackson, gennaio 1888: prima ascensione del Lauteraarhorn in invernale. Isabella Charlet-Straton, gennaio 1876: prima ascensione del Monte Bianco in invernale. Meta Brevoort: prima persona al mondo a scalare il Meije e prima alpinista a indossare i pantaloni. «Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente e portare due pesi, quello privato e quello sociale», diceva Rita Levi Montalcini. Anna Torretta, è l’unica Guida Alpina donna di Courmayeur. Da dieci anni prova a diventare istruttrice, senza riuscirci. «Sei sotto pressione perché sei l’uni-
ca donna e vieni sempre controllata a vista d’occhio, non puoi sbagliare. Devi dimostrare di riuscire meglio degli uomini, devi saper fare qualcosa in più di loro. Non sarai mai giudicata al loro stesso livello». La parità di genere sembrerebbe una vetta irraggiungibile, ma non è così. Si può conquistarla. Da dove partire per organizzare questa spedizione estrema? La formazione e l’educazione svolgono un ruolo importante. Un altro passo fondamentale è rivedere la legge che in Italia regola i contratti delle atlete: le donne che praticano sport a tempo pieno – sì, anche Federica Pellegrini! – sono tutte ufficialmente delle dilettanti. La legge italiana non prevede donne atlete con contratto da professioniste, per questa ragione molte entrano in un corpo militare. «Il limite è nella nostra mente. Se crediamo in noi stesse possiamo spaccare il mondo, anche perché siamo in grado di soffrire più degli uomini», ci ha detto Tamara Lunger, che abbiamo intervistato in esclusiva per questo speciale di The Pill dedicato alle donne. Noi amiamo scalare perché possiamo concentrarci solo sulla prossima mossa, dimenticandoci di tutti i problemi. Desideriamo la natura perché non ci giudica, non pretende, ci vuole per come siamo e non le dobbiamo dimostrare nulla. Prendiamoci la nostra libertà, senza paura. Le avventure outdoor ci danno più forza per affrontare attacchi, idee sbagliate e stigmatizzazione, ogni giorno. Cadere ci aiuta a imparare ad alzarci in fretta, sempre a testa alta, nonostante tutto. Siamo determinate e tenaci, possiamo superarci e arrivare ancora più lontano: il limite è solo nella nostra mente.
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HERVÉ BARMASSE NUOVO AMBASSADOR VIBRAM Vibram, leader mondiale nel settore delle suole per l’outdoor, è felice di accogliere l’alpinista Hervé Barmasse come nuovo ambassador. Nato e cresciuto ai piedi del Cervino, Hervé ha collezionato
una serie di successi che lo hanno portato ad essere considerato, ad oggi, uno tra gli alpinisti italiani più esperti. Da sempre gran conoscitore e utilizzatore di calzature con suola Vibram, ha
iniziato a collaborare nel 2018 come tester d’eccezione, in particolar modo per la tecnologia Litebase, l’ultima innovazione progettata per ridurre il peso della suola senza intaccarne le prestazioni.
L A S P O R T I VA C O N FAS I V E R S O I G I O C H I O L I M P I C I DI TOKYO 2020 La Sportiva ha ufficializzato un accordo triennale come sponsor tecnico della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (FASI) grazie al quale vestirà con abbigliamento da gara e lifestyle tutti i 170
atleti nel giro della Nazionale, dal settore giovanile alla prima squadra e paraclimbing, passando per i tecnici e i coach. Si tratterà di prodotti specificatamente concepiti per gli atleti in gara grazie a
tessuti traspiranti, trattamenti anti-batterici e soluzioni anti-sfregamento per permettere il massi-
mo comfort nella ricerca della performance e la compatibilità perfetta con l’utilizzo degli imbraghi.
LY C R A C O M P A N Y A V V I A I L Q U A R T O C E N T R O D I R I C E R C A E S V I L U P P O L’azienda specializzata in fibre e tecnologie apre un nuovo laboratorio a Nahai, Cina. Ľ Advanced Textile Innovation Center, sviluppato su una superficie di 4.500 mq, costituirà un’importante opportunità di crescita a livello R&D. Il centro possiede attrezzature che permettono di simulare
processi industriali quali maglieria, tessitura, tintura e finissaggio. I ricercatori supporteranno le
manifatture e i brand di tutta l’Asia, e anche le imprese occidentali presenti nel territorio, al fine
di creare tessuti e capi innovativi attraverso l’utilizzo di soluzioni a proprio portfolio: Lycra, Lycra HyFit, Thermolite e Coolmax.
Q U I KS I LV E R N U O V O M E M B R O D I E O G Lo storico marchio Quiksilver, una delle più grandi aziende al mondo di abbigliamento per il surf e gli sport da tavola, è entrato a far parte dell’European Outdoor Group impegnandosi a
svolgere un ruolo di primo piano nei progetti di sostenibilità dell’associazione. L’EOG è cresciuto
costantemente negli ultimi anni e l’aggiunta di Quiksilver porta a 104 il numero totale di membri. Quiksilver ha già firmato la Carta della sostenibilità EOG e sta pensando di svolgere un ruolo pieno nei progetti che l’associazione sta conducendo per affrontare le sfide presentate dalle microfibre e dalle plastiche monouso.
ORTOVOX SAFET Y ACADEMY - LA SICUREZZA AL PRIMO POSTO Tornano, anche per la stagione estiva, le iniziative Ortovox dedicate alla sicurezza di chi va in montagna. I corsi Safety Academy di alpine climbing, supportati da guide alpine UIAGM, proseguiranno in tutta Europa fino alla fine di ottobre. A integrazione dei corsi è stato realizzato anche il Safety Academy Lab Rock, piattaforma digitale di formazione per arrampica in ambiente e il Safety Academy Guidebook Rock, pubblicazione che raccoglie le principali nozioni di tecnica,
assicurazione, meteorologia e programmazione delle uscite. Le date dei corsi sono disponibili sul sito www.ortovox.it.
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prana.com
BY DAV I D E F I O R AS O
VA L D ' A R A N BY U T M B - I L N U OVO E V E N TO D I T R A I LRUNNING NEL CUORE DEI PIRENEI Val d’Aran by UTMB è il nuovo evento di trail running che si svolgerà a luglio 2020 nei Pirenei spagnoli e che si presenta come partnership a lungo termine tra UTMB International e InAran Sports. Gli organizzatori hanno confermato che la gara farà parte degli eventi internazionali a
marchio UTMB, diventando così parte integrante del nuovo circuito endurance nato dal recente accordo tra UTMB e Ultra-Trail World Tour. L'evento inaugurale si svolgerà su diverse distanze
nello spettacolare scenario della Val d'Aran. I dettagli completi saranno annunciati ad agosto durante la settimana dell’UTMB Mont-Blanc.
PATAG O N I A C I TA I N G I U D I Z I O A N H E U S E R - B U S C H Patagonia ha citato in giudizio il colosso Anheuser-Busch InBev, multinazionale proprietaria di marchi come Budweiser, Corona e Beck’s, per aver immesso nel mercato una birra che porta il suo nome e ne evoca il logo. Patagonia accusa AB di violazione del marchio per averne ricalcato
l’estetica del font e incluso la silhouette di una montagna. Patagonia afferma inoltre che AB InBev si sta appropriando della sua immagine vendendo birra e capi di abbigliamento nei pop-up store
di alcune stazioni sciistiche e promuovendo iniziative ambientali che richiamano fortemente l’identità del brand di Ventura.
POLARTEC READY TO ROLL Ready to Roll è il nuovo programma Polartec che offre tessuti disponibili e pronti per la spedizio-
ne. 250 prodotti già a magazzino che includono base layer, tessuti per l’isolamento termico come Alpha o Power Fill, fleece o membrane che proteggono dagli agenti atmosferici come NeoShell. Ready to Roll consente previsioni di produzione responsabili e riduce al minimo gli sprechi. Il
programma è infatti un’estensione di Polartec Eco-Engineering, processo con cui l’azienda utilizza tecniche avanzate, logistica altamente efficiente e rigorose certificazioni per creare una pipeline innovativa dedicata alla produzione di tessuti sostenibili con prestazioni d’elite.
C H I N A A I R L I N E S SV I LU P PA G L I A M E N I T Y K I T S I N C O L L A B O RA Z I O N E C O N T H E N O R T H FAC E China Airlines festeggia il suo 60mo anniversario con una nuova gamma di amenity kit per i passeggeri business class e premium economy dei voli a lungo raggio. I kit sono stati sviluppati in col-
laborazione con The North Face e saranno disponibili in due colorazioni. La compagnia taiwanese ha dichiarato di aver scelto il marchio outdoor per portare nelle sue cabine un tocco giovane e alla moda. Resistenti all'acqua e riutilizzabili, includono spazzolino da denti, dentifricio, maschera per gli occhi, tappi per le orecchie e prodotti per la cura della pelle.
K L A U S F E N G L E R V I N C E A R C O R O C K S TA R 2 0 1 9 Klaus Fengler ha vinto l’edizione 2019 del contest internazionale di fotografia di arrampicata. La
giuria, composta dall’alpinista Zoe Hart, dall’editor di Planetmountain Vinicio Stefanello e dal
team di Arco Rock Star ha premiato le 4 proposte del fotografo tedesco sia per qualità tecnica che per capacità narrativa. Al secondo posto le scelte originali e creative di Federico Ravassard, al
terzo le emozionanti immagini di Matteo Pavana. La categoria Open ha visto invece affermarsi Luca Rigo. I nove team professionisti hanno avuto 2 giorni di tempo per realizzare la selezione scegliendo gli spot del Garda Trentino più adatti, nonostante condizioni meteo non ideali.
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THE NEW DISTANCE PACK "I wanted to design the perfect pack for long mountain pursuits, one that would best fit my style of bridging the gap between running and climbing. The Distance Pack achieves the ideal blend of performance, durability, and clean aesthetics." — BD Athlete Joe Grant
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DJI chiude il cerchio e offre agli appassionati di sport estremi una nuova versione di action cam ad alte prestazioni che stabilizza elettronicamente le immagini e permette di registrare video 4K a 60 fps tramite un’ottica asferica a tre elementi che minimizza l’effetto distorsione. Osmo Action è impermeabile fino a 11 m, resistente a cadute da 1.5 m e a temperature di -10 °C. Caratteristica distintiva la presenza di due schermi luminosità, uno sul retro da 2.25” per gestire le funzioni e uno frontale da 1.4”.
2650, come le miglia del Pacific Crest Trail, il sentiero a lunga percorrenza che attraversa California, Oregon e Stato di Washington. Progettate per muoversi velocemente e con sicurezza attraverso una vasta gamma di terreni, combinano una resistente tomaia in pelle ad un mesh leggero e traspirante. Supporto mediale in TPU Trailguard e sistema EXO sul tallone per offrire stabilità su terreni difficili. Soletta Ortholite composta da tre strati a densità variabile e suola Vibram 460 con mescola Megagrip.
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Design pulito e colorazioni “rugged” per la versione 2019 del nuovo iSUP da 11 piedi di Atoll, punto fermo per gli appassionati di questo sport. Realizzato in PVC a doppio strato con cuciture rinforzate, viene fornito con una nuova pagaia in fibra di carbonio, zaino da viaggio imbottito e ultra resistente, leash da 10 piedi, pinna flessibile da 8” e pompa manuale ad alta pressione. Ha un peso complessivo inferiore ai 9 kg e può sopportare un carico di 300 libbre.
Il bagaglio perfetto per vivere mesi di avventure in giro per il mondo. Dotato di uno zaino amovibile da 20L e di funzionalità per un trasporto in pieno comfort, è stato progettato con un sistema di sospensione per facilitare il trasporto a pieno carico, cinghie di compressione interne e una copertura che evita l’usura durante gli spostamenti. Ideato con caratteristiche innovative per proteggere l’equipaggiamento, include una SafeZone anti borseggiatori e una tasca nascosta dove depositare denaro e documenti.
Telaio minimale, ottica eccellente, montatura sottile e leggera progettata per l'outdoor moderno. Si tratta del binocolo Maven della serie B3 Compact disponibile in tre ingrandimenti (6x, 8x e 10x) con lenti da 30 mm di diametro. Il loro modello di business straight-to-consumer consente di mantenere il prezzo basso pur garantendo prestazioni eccellenti in termini di chiarezza e messa a fuoco. Con il Custom Builder ogni binocolo può essere personalizzato in tutti i suoi componenti.
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Versione da trad climbing e big multi-pitch del famoso imbrago Solution. Progettato per l’arrampicata trad, dove è richiesto di passare attraverso fessure e camini direttamente a contatto con la roccia, è realizzato in Super Fabric, robusto tessuto particolarmente resistente alle abrasioni. La Tecnologia Fusion Comfort prevede l’inserimento di tre fettucce all’interno della struttura ventrale per una migliore ripartizione del carico e una riduzione della pressione nei punti sensibili.
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Quando arrivano le tempeste, Stronghold si dimostra all'altezza del suo nome. Utilizzata nei campi base di Torres del Paine e del Kilimanjaro, questa tenda da spedizione è progettata per ridurre al minimo il carico del vento, rimanendo impenetrabile agli elementi. Può ospitare fino a 10 persone e raggiunge un’altezza interna di 196 cm. Copertura in Nylon Taffeta 70D, sostegni DAC Pressfit, finestre UVX e snow flaps perimetrali. Occupa una superficie di circa 16 mq.
Comfort e sostegno per un comodo riposo dopo una lunga giornata sul sentiero. Pongo è il nuovo sleeping Pad gonfiabile di Kammok dallo spessore di tre pollici con deflettori saldati a punti per offrire un'eccellente ammortizzazione. 188 cm di lunghezza e un design affusolato che consente di adattarsi a qualsiasi amaca a ridurre il peso a soli 450 g. Realizzato in poliestere 20D viene fornito nella sua sacca in nylon ripstop con trattamento DWR waterproof e kit di riparazione.
Recool è il primo dispositivo di raffreddamento 100% biodegradabile realizzato interamente in molded pulp, fibra modellata comunemente utilizzata negli imballaggi industriali. Creato per fornire una valida alternativa ai classici refrigeratori portatili in schiuma di poliuretano, può contenere un peso di 35 kg ed è abbastanza grande da ospitare cibo e bevande per quattro persone. Manterrà il ghiaccio fino a 12 ore e può trattenere l'acqua senza perdite fino a 5 giorni. Riutilizzabile una volta asciutto.
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Edizione speciale del modello Shift realizzata in collaborazione con il brand di cycling apparel MAAP. Adatto per la bici quanto per l'ufficio, ha uno scomparto imbottito per notebook da 15", tasche impermeabili ad accesso rapido e diversi livelli di chiusura per capienza espandibile fino a 22L. Realizzato in poliestere impermeabile e inserti in pelle conciata secondo protocolli ambientali Leather Working Group.
Dopo il successo della scorsa stagione, prosegue la collaborazione tra Birkenstock e lo stilista californiano Rick Owens. La seconda release SS19 prevede la reinterpretazione dei sandali Rotterdam in questa versione Coral con l’estensione della chiusura in velcro e l’aggiunta di una fibbia metallica sulla fascia in pelle. Co-branding marchiato sul plantare in sughero e suola in EVA personalizzata.
4.NIKE X OFF-WHITE
5.ELENA SALMISTRARO X 24BOTTLES
6.DAKINE X KASSIA
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DAY L I G H T S U R F B OA R D B AG
È stata ufficializzata la nuova sneaker realizzata da Virgil Abloh per la collezione "Athlete in Progress" di Nike. La silhouette della Terra Kiger 5 presenta una suola chiodata di chiara ispirazione track&field con elementi Off-White ormai diventati un classico: zip-tie in verde e tab arancione sullo Swoosh. Alla già nota colorazione Black/Pink Blast si uniranno altre due varianti di colore.
Capsule firmata dalla designer Elena Salmistraro e ispirata ad antiche leggende orientali sul dono della misericordia e la tutela delle donne. Oltre a promuovere un'alternativa alla plastica, queste bottiglie in acciaio inossidabile andranno a supportare Malala Fund, organizzazione non governativa, fondata dal Premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, che si impegna a garantire il diritto all'istruzione e al lavoro delle donne.
Dakine ha unito le forze con Kassia Meador, fondatrice del marchio Kassia + Surf, per un’ampia collezione composta da oltre 30 articoli. Zaini, travelbag, costumi e accessori che la surfista californiana ha personalizzato con una vivace stampa tie-dye e la ricerca di prodotti sostenibili. Questa padded bag, adatta a fish e wider retro, è realizzata in PET riciclato con imbottitura in schiuma.
Eric Emanuel offre uno stile che è il punto di incontro fra street culture e sport. L’estetica, profondamente radicata nell'atmosfera di New York, ha reso le collezioni del designer vere e proprie icone cult. Giacca con chiusura a mezza zip e tasca a marsupio che abbina una tinta Stone Khaki a pannelli in mesh dai motivi floreali ispirati alla carta da parati degli hotel. Cappuccio con cordino ed orli elasticizzati.
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“Sono cresciuta tra le montagne e nel corso degli anni ho imparato davvero tanto da loro. Invece di andare sempre più veloce, più in alto e in modo più estremo, preferisco farlo in modo più sano, sostenibile e responsabile.“ ANA ZIRNER CON IL NUOVO AIRCONTACT 50 + 10 SL. Ana assiste Deuter nello sviluppo degli zaini. Uno dei suoi progetti più tipici è stata la traversata delle Alpi in solitaria in 60 giorni da Est a Ovest per 1.900 chilometri, attraversando 5 nazioni.
KILLER COLLAB BY DAV I D E F I O R AS O
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7. H E L I N O X X DANNER
8 . N A N A M I C A X H E L LY HANSEN
9 .T H E J A M E S B R A N D X HEIMPLANET
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Dalla sua introduzione, nel 2012, Chair One di Helinox ha rivoluzionato il mercato delle sedie da campeggio offrendo livelli di comfort, leggerezza e compattezza mai visti prima. Appena 960 g di peso raccolti in una custodia da 35 cm. Per l’estate 2019 esce in una limited edition collection con inserti in pelle premium by Danner accompagnata dal Table One Hard Top a corredo.
L'etichetta giapponese Nanamica ed il brand norvegese Helly Hansen hanno collaborato per l'uscita di due shoulder bag nautical-inspired realizzate in nylon taffettà leggero e idrorepellente. Dettagli riflettenti in 3M sulla tasca anteriore e un portachiavi galleggiante con lo slogan "One Ocean, All Lands". Sia la shoulder bag che la shoulder pouch sono disponibili in Bright Royal Blue o Neon Yellow.
Nuovo look per Chapter, modello di punta della collezione The James Brand, presentato in questa bella versione custom con l’incisione del pattern geometrico Cairo Camo di Heimplanet sul manico. Struttura in titanio, lama da 7 cm in acciaio inossidabile S35VN, cuscinetti in ceramica. Edizione limitata a soli 100 esemplari accompagnati da una custodia Monolith in Dyecoshell.
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Un classico degli archivi di Topo Designs rinasce nella versione in edizione limitata firmata da Madewell. Il marsupio, che può essere indossato a tracolla o intorno alla vita, è realizzato in tela di cotone naturale da 12 once e presenta cerniere YKK con le esclusive aggiunte in paracord. Le tasche interne e una clip per le chiavi mantengono al sicuro i piccoli oggetti. È rifinito con un'etichetta in co-branding.
Jun Takahashi, designer e fondatore di Undercover, fonde il suo gusto estetico e l'esperienza nel mondo del running nella nuova Gyakusou Collection. Questa giacca da donna è un capo alla moda che unisce diverse tecnologie per adattarsi ai repentini cambi climatici. Il design 2-in-1 combina un guscio esterno in poliestere che può essere rimosso per rivelare una maglia a manica lunga con tecnologia Dri-FIT.
Burton e Big Agnes rinnovano la loro collaudata collaborazione con nuove tonalità e fantasie. Blacktail è una tenda impermeabile 3 stagioni ideale per road trip, festival o un weekend tra i boschi. Si installa rapidamente, offre due ampi vestiboli per riporre zaini e calzature, e due accessi separati per non dover scavalcare il compagno di tenda a tarda notte. Tasche in mesh, media pockets e dettagli riflettenti.
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Yulia Baykova – TEAM VIBRAM
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˜ ICEBUG – THE WORLD’S FIRST POSITIVE OUTDOOR BRAND
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Icebug è il primo marchio di calzature outdoor riconosciuto “Climate Positive” dall’UN Climate Change, il segretariato delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Il marchio svedese, che produce calzature dal 2001, e da diversi anni fissa la sostenibilità in cima alla sua agenda, ha raggiunto questo traguardo con 10 mesi di anticipo rispetto ai programmi prefissati. Essere “Climate Positive” significa rispettare l'iniziativa Climate Neutral Now in tre semplici passaggi: misurare le emissioni di gas serra di tutta l'azienda, compresa la produzione e il trasporto, impegnarsi in maniera concreta a ridurre le emissioni il più possibile, compensare annualmente le emissioni che non possono essere evitate utilizzando iniziative riconosciute dall’ONU. Icebug lancia ora la sfida al resto del settore.
PATAG O N I A - P R OT EC T W I L D F I S H Dopo Artifishal, lungometraggio che mette in evidenza le problematiche causate dagli allevamenti ittici in mare aperto, Patagonia si è recata in Islanda con gli ambassador Mikael Frodin e Katka Švagrova per un nuovo progetto video dal nome Protect Wild Fish. Nord Atlantic Salmon Fund Iceland e Icelandic Wildlife Fund stanno combattendo contro l’espansione esponenziale dell’allevamento che minaccia sempre più l’esistenza del pesce selvaggio. A essere preoccupante è un dato in particolare: nel 1970, a livello globale, erano presenti 10 milioni di uova di salmone atlantico selvatico. Ora ne restano solo 3 milioni. Nel cortometraggio si cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di agire per la sopravvivenza dei pesci selvatici, tra cui anche la trota di mare e il salmerino alpino.
A L PAC K A R A F T S I U N I S C E A T H E C O N S E RVAT I O N A L L I A N C E Alpacka Raft è entrata a far parte di The Conservation Alliance, l’organizzazione no-profit fondata nel 1989 da leader del settore outdoor come REI, Patagonia, The North Face e Kelty, con lo scopo supportare gli sforzi per la conservazione e la protezione degli ultimi spazi selvaggi del Nord America. La società di Mancos, Colorado, si unisce a un gruppo di oltre 235 aziende che in questi anni ha contribuito a salvare 51 milioni di acri di terre selvagge, proteggere 3.107 miglia di fiumi, fermare o rimuovere 34 dighe, designare cinque riserve marine e acquistare 14 aree di arrampicata. Alpacka Raft, già coinvolta in numerose iniziative per la tutela delle acque, concentrà gli sforzi a favore dell'Arctic National Wildlife Refuge in Alaska, donando parte dei proventi del nuovo modello di packraft Arctic Sky.
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zamberlan.com
ECO SEVEN OSPREY PER LA TUTELA DEL FALCO P E S CATO R E Osprey Europe ha annunciato la collaborazione con Birds of Poole Harbour, associazione benefica che promuove iniziative ambientali a favore dei volatili e che ricopre un ruolo fondamentale nella loro salvaguardia e conservazione. L’obiettivo comune è quello di reintrodurre il falco pescatore in zone chiave per il ripopolamento, come Gran Bretagna e Francia del Nord, evitando il declino di una specie a cui il brand di zaini deve il nome. “La nuova collaborazione intrapresa con Osprey è una prospettiva nuova ed eccitante, un progetto che mira a ripopolare la zona di questo magnifico rapace. Siamo eccitati di poter collaborare con un marchio così rispettato e non vediamo l’ora di scoprire come questa sinergia potrà coinvolgere e ispirare un’audience completamente nuova” si legge nel comunicato stampa dell’associazione.
S E M P R E M E N O P L AST I CA N E L PAC K AG I N G DI CRAZY “A piccoli passi verso un mondo meno inquinato dalla plastica: se c’è del superfluo che può fare solo danni, meglio eliminarlo”. Così Crazy Idea, azienda italiana specializzata in abbigliamento tecnico sportivo, ha presentato un’iniziativa che si pone l’obiettivo di dare l’esempio sulla strada della sostenibilità. Il brand ha annunciato l’introduzione di un nuovo packaging in carta riciclata (dentro cui i capi possono essere avvolti e spediti ai negozi) che riduce la plastica impiegata. All’interno dei fogli si trovano spunti su come riciclare e dare nuova vita al materiale da imballo. “Grazie a questa iniziative risparmiamo più di 200.000 sacchetti all’anno: se tutte le aziende outdoor lo facessero, si risparmierebbe un miliardo di sacchetti di plastica”.
C OTO PA X I A M P L I F I CA G L I S F O R Z I ST E N I B I L I TÀ C O N L ' I N D I C E H I G G
DI
SO-
Cotopaxi ha annunciato il suo impegno a utilizzare l'indice Higg per guidare la responsabilità ambientale e sociale lungo la catena di approvvigionamento. L’indice Higg è uno strumento per misurare l’impatto dei prodotti sviluppato dalla Sustainable Apparel Coalition (SAC), già utilizzato da 8.000 marchi globali uniti in uno sforzo collettivo per migliorare la sostenibilità e trasparenza della supply chain nel settore tessile, dell'abbigliamento e delle calzature. "Accogliamo con favore l'aggiunta di Cotopaxi al crescente numero di organizzazioni che utilizzano l'Indice Higg e non vediamo l'ora di partecipare a questo sforzo" - ha dichiarato Amina Razvi, Executive Director di SAC Interim. "Le piccole e medie imprese costituiscono la spina dorsale del nostro settore e SAC apprezza molto il loro impegno ad accelerare il cambiamento".
B O DY G LOV E L A N C I A U N A N U OVA C O L L E Z I O N E E C O - F R I E N D LY Body Glove ha presentato Tati's Sanctuary, nuova collezione activewear eco-compatibile progettata in collaborazione con la surfista professionista Tatiana Weston-Webb. La collezione è composta da sei capi realizzati in poliestere riciclato o cotone organico solidale ispirati all'isola hawaiana di Kauai, The Garden Island, un paradiso di foresta tropicale dove Tatiana è cresciuta. "Collaborare con Tatiana è un'estensione naturale della relazione tra Body Glove e una delle atlete più stimolanti di oggi. La visione è quella di portare il marchio ad un nuovo pubblico che voglia fondere prestazioni e sostenibilità" - afferma Peter Maule, Senior Vice President Sports and Active di Marquee Brands. "Rendendo questa collezione eco-compatibile, invitiamo i consumatori a celebrare lo stile di vita all'aria aperta in modo autentico e responsabile”. 22
MINERAL-INFUSED FABRIC FOR ENHANCED PERFORMANCE
Gore -Tex Shakedry
B Y S I LV I A G A L L I A N I
Dalle ascensioni alpinistiche estreme al tragitto casa-lavoro. Dagli sprint in bici fino al trail running. In tutte queste situazioni e molte altre ancora, la nuova tecnologia Gore-Tex Shakedry ci viene in aiuto.
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tiamo parlando di una linea di giacche ultra-leggere, altamente traspiranti e che impediscono l’assorbimento dell’acqua grazie allo strato esterno idrorepellente rigorosamente testato, innovativo e garantito. Si tratta del tessuto Gore-Tex più leggero disponibile sul mercato. Questa tecnologia, abbinata all’isolamento Polartec Alpha, da vita ad una maglia di poliestere realizzata con fibre a bassa densità che consente la dispersione del sudore. “Abbiamo scelto questo materiale isolante e versatile perché è incredibilmente leggero e asciuga con la massima rapidità. Inoltre, insieme alla tecnologia Gore-Tex Shakedry, l’elevato livello di traspirabilità dà prova della sua efficacia”, ha sottolineato Jürgen Erd, Product Manager. Quando la pioggia cade sulla membrana esterna l’acqua viene raccolta in gocce e letteralmente scivola via dalla superficie, impedendo il raffreddamento e l’appesantimento tipico degli indumenti bagnati. L’effetto di raffreddamento scompare, un vantaggio che non ha prezzo soprattutto nelle salite o corse più estenuanti, l’umidità viene allontanata dal corpo e viene bloccata dall’esterno. Questo elimina la necessità di vestirsi a strati per poi scoprirsi gradualmente.
La rivoluzionaria costruzione di questi capi infatti permette di mantenere sempre la loro funzionalità, prevenendo il raffreddamento legato alla presenza di umidità sul tessuto, e asciugando molto rapidamente, garantendo al tempo stesso la massima traspirabilità. Le giacche di questa linea presentano uno dei laminati Gore-Tex più traspiranti di sempre. I capi in Gore-Tex Shakedry sono poi leggerissimi e occupano pochissimo spazio in modo da poter essere portarti dovunque senza sentirne il peso. Alcune giacche inoltre includono la tecnologia Gore-Tex stretch. Affrontando un passo di montagna in bici o correndo a un appuntamento, questi capi seguono i movimenti del corpo senza limitarli. Grazie ai materiali elasticizzati integrati nei punti strategici offrono la massima libertà di movimento senza rinunciare allo stile. L'interno del capo è dotato di un tessuto tessile funzionale per un ottimo comfort sulla pelle. Tra gli altri dettagli interessanti, il colletto regolabile tramite velcro, una tasca posteriore con zip, maniche con polsini elasticizzati e orli parzialmente elasticizzati, oltre a loghi e stampe riflettenti.
◊ Abbiamo scelto questo materiale isolante e versatile perché è incredibilmente leggero e asciuga con la massima rapidità. Inoltre, insieme alla tecnologia Gore-Tex Shakedry, l’elevato livello di traspirabilità dà prova della sua efficacia
I C A P I I N G O R E -T E X S H A K E D R Y S O N O P O I L E G G E R I S S I M I E O C C U PA N O P O C H I S S I M O S PA Z I O I N M O D O DA P OT E R E S S E R E P O R TA R T I DOVUNQUE SENZA SENTIRNE IL PESO. 24
The Keen Boat in Amsterdam BY GIULIA BOCCOLA
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e istruzioni riportate sull’invito recitavano più o meno così :“appena atterrati, prendete il primo treno per Rotterdam e una volta in stazione, recatevi presso questo negozio di noleggio biciclette e seguite la strada fino all’albergo, posizionato appena dopo l’Erasmus Bridge, in questo modo avrete la possibilità di avere un piccolo assaggio di vita tipica olandese”. Dopo aver incontrato gli altri membri del gruppo, provenienti principalmente dal nord Europa, Germania e Inghilterra e dopo aver conosciuto il team europeo di Keen, con le nostre biciclette, abbiamo raggiunto i loro headquarters. Un unico e grande ufficio open space, suddiviso in base alle diverse aree di competenza. Un luogo confortevole, curato nei dettagli e ovviamente realizzato con materiali riciclati, come dimostrava il pavimento in legno, recuperato da una palestra. Un’area stimolante, creativa e d’aggregazione. Keen è un brand giovane, nato nel 2003 a Portland in Oregon, è riuscito a distinguersi puntando sulla sostenibilità, sostenendo fortemente i propri valori, cercando di trasmettere la sua continua voglia di fare. Non si tratta solo di un’azienda americana specializzata in calzature, ma di un marchio nato per la vita all’aria aperta, che sente il bisogno di fare di più per rendere il mondo un posto migliore, che si impegna per un ambiente migliore, per le sue famiglie, per la sua comunità, semplicemente per il suo futuro. Può un sandalo proteggere le dita dei piedi? Da questa semplice sfida di design iniziò tutto e cominciarono a delinearsi quei valori, che ancora oggi sono dei veri e propri capisaldi per l’azienda: qualità, integrità, salute e cura dei dettagli sono alla base di ogni cosa e fanno di Keen la realtà che è oggi.
Siamo stati invitati alla presentazione del loro tour inaugurale: “Better takes action Boat”, in collaborazione con il loro partner Plastic Whale, associazione attiva in Olanda e nel mondo da oltre quindici anni, dove hanno svelato il lancio della loro imbarcazione, realizzata con i rifiuti raccolti nei canali di Amsterdam e poi riciclati. La barca è caratterizzata da uno scafo di un giallo brillante, colore che ne contraddistingue il logo aziendale. Una bellissima iniziativa che mira ad educare e a sensibilizzare alla sostenibilità. Siamo stati divisi in tre gruppi su tre imbarcazioni diverse e abbiamo avuto la possibilità di sperimentare dal vivo l’esperienza vera e propria della pulizia dei canali insieme ai volontari di Plastic Whale. Solamente in un paio d’ore, grazie ai retini che avevamo in dotazione, abbiamo raccolto una decina di sacchi pieni di plastica, polistirolo, bottiglie di vetro e altro genere di spazzatura. L’iniziativa di Keen è solo un altro esempio del loro impegno nell'avere un ambiente sano e pulito. Nel corso degli anni si sono sempre sforzati di dare l’esempio, supportando e coinvolgendo una varietà di interventi tra cui la pulizia di spiagge e montagne, ma anche donando fondi e prodotti durante le più disastrose calamità naturali avvenute negli ultimi anni. Quest’estate prenderanno il largo con la loro nuova imbarcazione e diffonderanno il loro messaggio in Germania ad Amburgo il 22 Giugno, a Monaco il 30 Giugno e a Londra in Uk il 13 Luglio. Basta anche solo una piccola azione per vedere un grande cambiamento. L’oceano nel 2050 sarà una completa discarica e in proporzione avremo più plastica che pesci. E’ questo che vogliamo nel nostro futuro?
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La Sportiva International Sales Meeting BY DENIS PICCOLO
In occasione dell’International Sales Meeting a Trento, dj set ed happy hour in centro e apertura del primo negozio cittadino di La Sportiva. L’annuale International Sales Meeting organizzato dall’azienda ha visto invitati proprio a Trento tutti i principali importatori mondiali del marchio per scoprire in anteprima le novità della stagione estiva 2020, inoltre si è anche svolta l’inaugurazione del negozio monomarca La Sportiva. L’evento di inaugurazione del negozio era naturalmente aperto al pubblico che non si è fatto sfuggire l’occasione di affollare il centro città ed assistere alle esibizioni di atleti e street dancer, gustarsi buona musica ed un ricco happy hour con prodotti tipici della Val di Fiemme, luogo d’origine e sede produttiva dell’azienda. Il pay-off aziendale “innovation with passion” celebra il passato con uno sguardo sempre rivolto al futuro ed all’innovazione. “L’esperienza che La Sportiva vuole offrire ai propri appassionati attraverso gli stores e tutte le attività di comunicazione collegate – spiega Luca Mich, Marketing Operations Manager – è un’esperienza a 360 gradi finalizzata a coinvolgere tutti i sensi della persona che attraverso un’ambiente piacevole, famigliare e curato nel dettaglio, può sentirsi parte della Famiglia La Sportiva. Da qui l’idea di curare anche l’aspetto del suono attraverso un’operazione di soundbranding: da quest’anno chi entrerà in uno degli 8 stores La Sportiva sentirà suoni e contenuti sviluppati ad hoc per LaSpo Radio.” Questo International Sales Meeting di La Sportiva rimarca ancora maggiormente l’evoluzione dell’azienda calzaturiera a marchio globale attraverso un’offerta completa che copre tutti i modi di andare in montagna e che si struttura su linee di abbigliamento e calzature sia tecniche che per il tempo libero. “Che la scelta dell’appassionato di montagna sia quella di arrampicare outdoor o in palestra, correre in montagna e su sentieri sterrati, di praticare lo sci alpinismo o di andare in montagna per escursioni di uno o più giorni – dice Lorenzo Delladio, CEO & President - La Sportiva è in grado di soddisfare tutte le esigenze degli utilizzatori attivi a vari livelli: dal professionista all’amatore che desidera indossare il marchio trentino anche nel proprio tempo libero.” Ad oggi i brand stores del marchio trentino sono otto: le nuove aperture di Pozza di Fassa e Trento si aggiungono infatti ai punti vendita di Ziano di Fiemme, Cavalese, Arco (tutti in provincia di Trento), Finale Ligure, Rodellar (Spagna) e Città del Messico. Non si può certo dire che il brand trentino non punti al futuro.
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BY SABINE WEISSENSTEINER
Black Diamond launches PFC Free Apparel. Dichiara Trent Bush, vice presidente della linea abbigliamento Black Diamond Equipment: “Il Dwr Empel Breathable Water Protection della Gtt è una svolta importante per quel che riguarda prestazioni, durabilità e sostenibilità. La Black Diamond sta integrando questa tecnologia nello sviluppo di molti dei suoi nuovi prodotti. Che siano pensati per l’estate o l’inverno, questa tecnologia porterà a nuovi incredibili risultati, di valore incomparabile. Siamo entusiasti.”
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B L AC K D I A M O N D È I L M AG G I O R PA R T N E R N E L L A N C I O D E L L A GT T E M P E L E D È I M PA Z I E N T E D I I N T E G R A R E A LT R I C A P I C R E AT I C O N L’ U S O DI TECNOLOGIE ECOLOGICHE NELLA SUA LINEA DI ABBIGLIAMENTO.
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in dal principio, la Black Diamond ha fatto dell’attività in montagna il suo cuore pulsante. Il loro portfolio di prodotti è partito dall’attrezzatura da scalata, per poi espandersi nel corso degli anni e includere l’equipaggiamento da alpinismo e sci tanto quanto l’abbigliamento. Questa primavera, Black Diamond presenta una linea per il trail running che comprende ghette, zaini da corsa, bastoncini e una gamma di gusci antivento dove il prodotto di punta sarà il Distance Wind Shell - una giacca da trail resistente all’acqua e al vento estremamente leggera e traspirante realizzata con la rivoluzionaria tecnologia ecologica della Green Theme Technologies. La Distance Wind Shell combina una imbattibile resistenza alle intemperie con la traspirabilità, in soli 75g di peso. Si distingue per il trattamento unico lanciato in stretta collaborazione con la Green Theme Technologies. Breathable Water Protection Technology consiste in una fusione profonda del trattamento ad ogni fibra dei tessuti, diversa dagli spray che invece vengono impiegati per ricoprirli. Al contrario dei trattamenti idrorepellenti (DWR) C-6, C-8 o C-0, questo processo certificato non impiega acqua nelle sue produzioni, è totalmente privo di perfluorocarburi (PFC) ed è permanente, e la sua resistenza ai lavaggi rimane al momento imbattuta.
5 VA N TAG G I F O N DA M E N TA L I DEL PROGRAMMA EMPEL 1 . Una chimica sana è alla base dell’innovazione del programma Empel. La Gtt non impiega prodotti chimici dannosi come i Pfc che causano danni all’ambiente.
Black Diamond ha fatto dell’attività in montagna il suo cuore pulsante. Il loro portfolio di prodotti è partito dall’attrezzatura da scalata, per poi espandersi nel corso degli anni e includere l’equipaggiamento da alpinismo e sci tanto quanto l’abbigliamento.
2 . Niente acqua. Tutte le fabbriche tessili del mondo usano l’acqua per tingere i capi che indossiamo e per impregnarli di prodotti idrorepellenti. Il programma Empel si basa sui monomeri, elementi costitutivi molecolari applicati direttamente ai tessuti e poi fusi in polimeri per rivestire ogni fibra. Questo processo dona una protezione migliore ai tessuti e un trattamento più duraturo rispetto a qualsiasi altro a base d’acqua. 3 . Zero emissioni. Dato che l’Empel non impiega acqua nel processo di produzione, non c’è rischio di contaminare le riserve idriche ambientali. Tutti i prodotti chimici impiegati per il trattamento dei tessuti sono legati alle fibre e diventano parte di esse. 4 . Performance invariate significa che Empel mette sul mercato i migliori prodotti idrorepellenti proteggendo l’ambiente. Ideare una soluzione utile per l’ambiente non significa sacrificare le prestazioni. Il processo a pressione protegge uniformemente ogni fibra creando una barriera invisibile ed iper-idrorepellente senza ridurre la traspirabilità del tessuto. 5 . Creazioni specifiche. Dato che le sostanze alla base E il processo di produzione sono del tutto innovativi, la fine dei trattamenti a base d’acqua cambia le carte in tavola. La soluzione Empel crea una barriera iper-idrorepellente per proteggere ogni fibra. Il nuovo, ultra leggero, guscio antivento della BD ne è l’esempio perfetto, protegge chi lo indossa sia dal vento che dalla pioggia.
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Six reasons why the Oberalp Convention was a Blast BY M A R TA M A N ZO N I
La tradizionale Convention Oberalp che ogni anno si svolge ad Alpbach, in Austria, è tutt’altro che tradizionale, ci sono 6 buone ragioni per le quali ci è piaciuta un sacco.
2 . S O ST E N I B I L I TÀ A M B I E N TA L E E C O R P O R AT E S O C I A L RESPONSABILITY
1 . L A LO CAT I O N Alpbach è un comune austriaco in Tirolo. Ogni primavera e ogni autunno, nel moderno centro congressi ricavato sotto il profilo della montagna e inserito in maniera armonica nell'ambiente, ai 2.561 abitanti si aggiungono circa 500 persone, che si riuniscono per la Convention del Gruppo Oberalp. Qui, dentro il cuore architettonico dell’edificio, costituito da una spirale in vetro, un’ampia vetrata e una struttura interrata nel declivio montano, si svolge una giornata alla scoperta delle innovazioni dei quattro marchi di Oberalp, Salewa, Dynafit, Pomoca e Wild Country.
Contribute è la parola chiave che rappresenta la mission del gruppo Oberalp, che si impegna in maniera lungimirante per la sostenibilità ambientale e nella Corporate Social Responsability, due temi al centro dell’evento internazionale. «Come azienda familiare non ragioniamo in termini di trimestri ma sul lungo periodo, ed è proprio questo il fulcro della nostra idea di sostenibilità», ha spiegato Ruth Oberrauch. “Un pensiero al futuro, che si rivolge al mondo che
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ticolarmente impegnata su questi temi in azienda è Ruth Oberrauch, HR Business Partner e Head of Sustainability del Gruppo Oberalp. Una consapevolezza che si percepisce anche dalla creazione di una calzatura specifica: la Alpenviolet K, disegnata esclusivamente per l’ergonomia e la biomeccanica delle donne. Il team di ricerca e sviluppo di Salewa ha accuratamente mappato la forma femminile del piede per mettere a punto una calzata confortevole e accogliente. Il risultato è una scarpa dal profilo più affusolato, ma col collo del piede più alto e largo e un drop più generoso. Dal punto di vista estetico, la Alpenviolet K parla da sé. La parte anteriore dal design semplice e pulito si accorda con lo stile atletico e moderno della piccola ghetta sulla caviglia, che ha anche la funzione di evitare intrusioni di sassi. La costruzione leggera significa minor sforzo durante le escursioni e più comfort. Infine, per affrontare i terreni tecnici di montagna, i designer Salewa hanno equipaggiato la Alpenviolet K con una nuova suola Pomoca disegnata per assecondare il naturale movimento della rullata e garantire un’efficace aderenza.
stiamo lasciando ai nostri nipoti: la sostenibilità come scelta sulla quale credere e investire.” Una parte cruciale dei valori aziendali e degli affari quotidiani di Oberalp. 3. MANICHINI IN CARNE E OSSA Miranda Priestly de ‘Il Diavolo veste Prada’ sarebbe svenuta durante la sfilata. Niente tacchi a spillo, nessuna camminata impostata. Al posto del rossetto, la magnesite. Le modelle e i modelli hanno sfilato insieme agli atleti ambassador dei brand indossando caschi da alpinismo e zaini con la corda, e mostrando al pubblico la raffinatezza estetica dei capi ricercati ed eleganti, per poi trasformarsi in manichini in carne e ossa, perfettamente immobili, in posa, pronti per gli scatti dei fotografi. 4. DRY BACK E SPLIT SHOULDER STRAP Il futuro degli zaini si chiama Dry Back. Il team di ricerca e sviluppo Salewa ha trovato la soluzione per rendere gli zaini più traspiranti e allo stesso tempo flessibili. Da questa ricerca è nata la tecnologia che permette di mantenere lo zaino a contatto con la schiena, ma allo stesso tempo consente all’aria di circolare, diminuendo la temperatura del corpo, attraverso un sistema di micro ventilazione con canali d'aria 3D.
6 . L A SA L E WA AG N E R DURASTRETCH DRY JACKET Il team di ricerca e sviluppo di Salewa ha ridefinito lo standard di abbigliamento degli scalatori che affrontano le grandi parete alpine. La nuova Agner Durastretch Dry Jacket è una giacca versatile che da sola svolge le funzioni di più di due strati – intimo tecnico, strato isolante e guscio antivento resistente all’acqua. Dalla base della parete fino alla vetta, gli scalatori non dovranno indossare altro che questo indumento leggero e resistente per proteggersi dal vento, dalle temperature più fresche e anche nel caso in cui dovesse arrivare la pioggia. Realizzata con il tessuto Durastretch Dry, traspirante e che può essere indossato direttamente sulla pelle, come un intimo tecnico. La tessitura intrecciata ad alta densità crea un barriera che protegge dal vento e resiste anche alla pioggia leggera, rendendo superfluo l’utilizzo di un guscio antivento. Allo stesso tempo, questo tessuto lascia passare l’aria calda e umida in eccesso evitando di avere troppo caldo durante i tiri più impegnativi.
Completamente riprogettato per le attività alpinistiche, giornate con partenze all'alba, avvicinamenti ripidi e spedizioni tecniche, il nuovo zaino Alpex Climb ha un design che enfatizza l’effetto di micro ventilazione e il comfort, caratteristiche perfette per chi lo deve indossare per molte ore in montagna, e ha una forma estremamente dinamica, pulita e compatta, nonostante il volume importante. È realizzato in Robic, uno speciale nylon molto robusto con un livello di resistenza agli strappi superiore al 60% rispetto ai tradizionali tessuti in nylon per zaini, e può sopportare rocce, ramponi, e strumenti per il ghiaccio. Inoltre il sistema di fibbie magnetiche consente di attaccare la corda con una mano sola. Il Dry Back è l’elemento distintivo degli zaini Salewa, e da ora sarà sempre presente nei prodotti più importanti del brand, insieme allo Split Shoulder Strap construction, il sistema di spallacci sdoppiati che consente maggior mobilità alle braccia, garantendo il massimo della fluidità nei movimenti alti sopra la testa: una libertà che in montagna spesso significa anche sicurezza.
Inoltre è un capo che si adatta facilmente anche alle variazioni delle condizioni meteo, grazie al colletto alto e protettivo, e alla profonda mezza cerniera frontale. Questa giacca è stata progettata per essere indossata aderente come una seconda pelle: il design atletico, il tessuto 4-way-stretch e le cuciture piatte assecondano i movimenti dello scalatore anche nelle prese più complicate.
5. LE DONNE Oberalp è un’azienda attenta anche alla diversity e alle pari opportunità, sia internamente – c’è un asilo aziendale nella sede principale – sia esternamente. Una persona par-
La Convention Oberalp in tre parole? Stilosa, visionaria, unica.
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Ruth Oberrauch We take care of nature I T W M A R TA M A N ZO N I
Nel 1846, Anton Oberrauch ha avviato un’attività imprenditoriale di famiglia che, sei generazioni dopo, i suoi eredi continuano a portare avanti. Un consapevole utilizzo delle risorse, il rispetto per l’ambiente, una sconfinata passione per lo sport e la montagna, sono parte integrante della cultura aziendale. Abbiamo incontrato Ruth Oberrauch, HR Business Partner e Head of Sustainability di Oberalp, figlia del Presidente del gruppo Heiner Oberrauch, e rappresentante della sesta generazione della famiglia. ...
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Condividiamo l’amore per l’outdoor e credo che anche questo significhi prendersi cura delle persone: lasciare spazio alle loro passioni anche nell’ambiente di lavoro. Ma significa anche considerare le persone in ogni loro aspetto: punti di forza, bisogni personali, motivazione e contesto privato.
Raccontaci la tua storia. Come sei arrivata a coprire il ruolo che hai oggi in azienda? Ho studiato Economia e Management all’Università di Verona. Dopo la laurea ho lavorato per un anno a Londra con Pentland Brand, un’azienda familiare che opera nel settore sportivo, footwear e abbigliamento, dove ho avuto la possibilità di conoscere da vicino diversi reparti: legale, CSR, marketing, product management. Dopo questa esperienza sono rientrata in Italia e ho iniziato a lavorare nella divisione marketing di Salewa, ormai un bel po’ di anni fa. Piano piano ho iniziato a portare all’attenzione dell’azienda i temi legati alla sostenibilità, che avevo conosciuto in termini di strategia all’interno di Pentland Brand. All’inizio era un po’ una battaglia, fino a quando, creando dei gruppi di lavoro e coinvolgendo le persone, ho iniziato a mettere in piedi l’attività di CSR che facciamo oggi in Oberalp. Poi ho avuto il mio secondo figlio e visto che per il primo non mi ero mai fermata, questa volta mi sono concessa due anni, durante i quali ho fatto un master a Innsbruck in Management, Psicologia e Leadership. È così che ho iniziato a lavorare nelle HR: in quel momento in Oberalp stavano cercando un HR Manager per l’Italia e mi hanno chiesto se volevo accettare questa nuova sfida, considerando che conoscevo bene i vari ruoli e le dinamiche aziendali Oggi in azienda ho due incarichi: Head of Sustainability e HR Business Partner. Human Resources: cosa significa per te prendersi cura delle persone? Noi spesso diciamo che siamo un team di appassionati di montagna e di sport, di sognatori e di persone che amano l’avventura: è quello che abbiamo tutti in comunque. In Oberalp l’ambiente è molto familiare, ci diamo tutti del tu, usciamo insieme la sera. Mi sembra che, soprattutto per le persone che vengono da fuori Bolzano, sia molto facile fare amicizia all’interno di questo contesto, perché condividiamo l’amore per l’outdoor e credo che anche questo significhi prendersi cura delle persone: lasciare spazio alle loro passioni anche nell’ambiente di lavoro. Ma significa anche considerare le persone in ogni loro aspetto: punti di forza, bisogni personali, motivazione e contesto privato.
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Siete appena tornati da un viaggio aziendale in Corsica. È difficile di questi tempi che un’azienda faccia un regalo così ai propri dipendenti. Sì, è un’iniziativa che ha lanciato mio nonno. Ogni cinque anni facciamo un viaggio: cinque anni fa siamo stati in Albania e prima ancora in Marocco. Anche questa volta è stata una bella esperienza, siamo stati in un campeggio appartato nel nord della Corsica. Sono opportunità uniche per conoscersi meglio e creare un contesto che ti aiuta anche dopo, nella vita lavorativa. Per questi team building cerchiamo sempre dei posti un po’ isolati, dove puoi veramente fare gruppo: c’è chi va ad arrampicare, chi a fare bouldering, chi coglie l’opportunità per un trekking o per riposare in spiaggia, però poi ci si ritrova a pranzo e a cena, momenti durante i quali stiamo sempre tutti insieme. Il manager dorme in tenda accanto al neolaureato, uno vicino all’altro, per cinque giorni. Sono anche queste attività che fanno in modo che le persone che lavorano per Oberalp si sentano parte di un team, di una famiglia. In azienda avete la palestra di arrampicata più grande d’Italia. Sì, il Salewa Cube, gratuita per i dipendenti, è la nostra palestra di arrampicata. Ha anche una parte boulder, è molto grande ed è sia outdoor sia indoor. Costruita all’interno del nostro avveniristico headquarter di vetro, ha la particolarità di avere un’enorme porta che può essere completamente aperta quando il meteo lo consente, rendendo impercettibile la differenza tra interno ed esterno e facendo sentire chi arrampica come se si trovasse veramente all’aperto. Abbiamo anche un piccolo fitness studio in azienda, che i dipendenti utilizzano anche in pausa pranzo per fare allenamento. Quale è il tuo rapporto con la montagna? Io sono cresciuta in montagna, per me è una cosa talmente naturale che mi è difficile pensare di non averla. A tre anni ho iniziato a sciare. A otto anni mio papà mi ha portato sul Catinaccio, a nove anni ho iniziato ad andare in snowboard e pochi anni dopo ho messo le pelli le prime volte. Da bambini eravamo sempre in montagna durante il weekend, e anche adesso è così.
Frequento la montagna d’estate e d’inverno, con gli amici, con mio marito ma anche in famiglia. Anche se con i bambini preferiamo spesso il trekking al climbing, abbiamo di recente fatto la prima via ferrata con i due bambini. Con mio marito vado a fare soprattutto scialpinismo. Poi ho anche un gruppo di amiche con le quali andiamo spesso a fare scialpinismo tra donne, e ogni anno facciamo un girls-trekking di qualche giorno, l’ultimo in Costiera Amalfitana, stupendo.
Siete molto attenti anche alla parità di
so più importante in Oberalp? Ripensando a distanza a questi anni in azienda, penso che quando ho iniziato a portare sul tavolo il tema della sostenibilità, circa sette anni fa, non era una cosa molto sentita. Vedere che siamo riusciti a implementare delle politiche e che la sostenibilità è parte integrante dei processi aziendali, dei pensieri delle persone, ed è un argomento sentito un po’ da tutti, è sicuramente una bella soddisfazione.
genere, sia esternamente sia internamente a Oberalp. Penso ad esempio al vostro asilo aziendale. Questo è un tema molto importante perché permette a tante mamme di continuare la loro carriera: per noi conciliare la famiglia con il lavoro è fondamentale e mi riferisco non solo alle mamme ma anche ai papà. Sono convinta che il sistema può cambiare solo se anche i papà si prendono le loro responsabilità nel compromesso lavoro – famiglia, è una questione sulla quale stiamo lavorando. Comunque, personalmente, mi auguro di vedere un domani più donne all’interno del senior management di Oberalp.
Cosa vuol dire sostenibilità per te e per
Avete anche creato dei prodotti specifici
Oberalp? L’attenzione alle persone c’è sempre stata in azienda, poi però siamo cresciuti molto e in fretta e all’inizio non c’era una strategia o un obbiettivo a lungo termine dietro questi progetti: è questo il passo importante che siamo riusciti a fare in questi ultimi anni.
per le donne. Quello che stiamo cercando di evitare in azienda è il concetto di shrink & pink, come lo chiamo io, cioè fare la collezione da donna semplicemente rendendo i prodotti da uomo un po’ più piccoli e un po’ più rosa. È un argomento che mi sta personalmente a cuore. In Salewa abbiamo instaurato anche una women taskforce, un team di donne che provengono da vari ambiti, prodotto, marketing, vendita, ma anche persone esterne che si incontrano per discutere i diversi bisogni e per pensare a prodotti specifici per le donne. È bello vedere l’energia e l’entusiasmo che c’è in tutti questi progetti.
Professionalmente quale è il tuo succes-
Quello che stiamo cercando di evitare in azienda è il concetto di shrink & pink, come lo chiamo io, cioè fare la collezione da donna semplicemente rendendo i prodotti da uomo un po’ più piccoli e un po’ più rosa. È un argomento che mi sta personalmente a cuore. In Salewa abbiamo instaurato anche una women taskforce, [...] che si incontrano per discutere i diversi bisogni e per pensare a prodotti specifici per le donne.
Cerchiamo di ridurre il più possibile l’impatto che abbiamo sull’ambiente – con i nostri prodotti e i processi produttivi – scegliendo dei materiali più sostenibili, investendo in ricerca e sviluppo per trovare soluzioni nuove, implementando una “chemical policy” severa e lavorando con i fornitori.
Mettiamo sempre in primo piano le persone, non solo i dipendenti, ma anche le persone che lavorano nelle fabbriche che non sono di nostra proprietà ma nelle quali vengono realizzati i nostri prodotti. Ormai da cinque anni siamo membri di FWF, l’associazione più severa tra quelle che hanno l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro nelle fabbriche. Abbiamo raggiunto il “FWF leader status”, un riconoscimento per il nostro impegno in questo ambito. Sentiamo la responsabilità di dare qualcosa indietro alla comunità, ma non solo. Il secondo pilastro su cui si basa il nostro lavoro di sostenibilità è, accanto al tema “people”, l’argomento “product”. Facciamo prodotti per vivere la natura e la montagna e quindi è normale prendersene cura e avere una consapevolezza nei suoi riguardi.
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Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi all’interno di Oberalp? Sono diversi. La distribuzione sta cambiando talmente rapidamente che sicuramente questa è una sfida da vincere, sia per quanto riguarda i canali distributivi sia per le esigenze e le richieste da parte dei consumatori. Bisogna capire le tendenze in maniera veloce, perché a volte, quando sei grande, la difficoltà è proprio quella di riuscire ad adattarsi con rapidità.
BY DENIS PICCOLO
Alessandra Raggio Behind the Banff
Banff Mountain Film Festival è uno dei più prestigiosi festival di cinema dedicato agli appassionati di montagna e di outdoor in generale. È nato più di 40 anni fa nella cittadina di Banff, Canada, e ogni anno, riunisce il meglio dell’alpinismo internazionale e non solo.
PHOTO FILIPPO MARCHI
Raccontami di te Alessandra. La mia è una storia a zig-zag. Nasco al mare, a Genova, poi la vita mi porta a frequentare le montagne e a conoscerle sempre più da vicino al punto che mi innamoro di questi luoghi dove in pochi passi si riesce ancora a trovare il silenzio… Mi laureo in Economia e Commercio senza troppa convinzione e ho una voglia matta di andare a conoscere nuove realtà. Trascorro un lustro tra Londra e New York cambiando il percorso di vita che – dopo un’esperienza al Metropolitan Museum of Art come guida in lingua italiana – mi riporta in Italia. Milano è la destinazione, una città alla quale sono molto grata perché mi ha offerto i giusti stimoli a tirare fuori la voglia di mettermi in gioco. Dall’editoria e dal mondo dell’arte passo alla montagna e all’alpinismo, come ufficio stampa, redattrice, photo editor e autrice. Nel 2013 sono co-fondatrice dell’associazione Alt(r)ispazi. A tutto questo si affiancano progetti editoriali (il libro Maestri delle altezze. Storia delle guide alpine di Ayas) ed espositivi, come la mostra dedicata al 150mo anniversario della prima ascensione del Cervino (1865-2015) per il Museo della Società Guide del Cervino. Poi arriva il Banff…
Quando è nata l’idea di portare il Banff Mountain Film Festival World Tour (BMFF WT) in Italia? L’idea di portare il Banff Mountain Film Festival World Tour in Italia nasce otto anni fa di fronte a una tazzina di caffè e dalla voglia di tornare a viaggiare e a lavorare con l’estero… Conoscevo il festival canadese e il World Tour e sapevo che in Italia questi film non erano ancora arrivati. E ho pensato che fosse davvero un peccato perché raccontano la montagna mettendone in luce anche gli aspetti più gioiosi: la creatività di un progetto, la condivisione con gli amici, la determinazione, il credere nei propri sogni. Inoltre la rassegna rispecchia anche la modernità, quel modo giovane di rispettare il passato senza apparentemente prenderlo a esempio. Raccontami cos’è il BMFF WT. Il Banff Mountain Film Festival è uno dei più prestigiosi festival di cinema dedicato agli appassionati di montagna e di outdoor in generale. È nato più di 40 anni fa nella cittadina di Banff, Canada, e ogni anno, riunisce il meglio dell’alpinismo internazionale e non solo. Registi, atleti, scrittori: per
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nove giorni (per i quali è stato coniato l’hashtag #nineepicdays) la piccola cittadina dell’Alberta diventa la capitale dell’alpinismo mondiale. Qui un numero di film scelti tra i finalisti viene selezionato affinché faccia parte del World Tour che oggi conta 45 paesi in tutto il mondo. Il World Tour ha inizio subito dopo la fine della rassegna a Banff e ogni Paese sceglie tra i film messi a disposizione la propria selezione, a seconda dei gusti del proprio pubblico. Ciascuna serata è un evento di circa 2 ore e mezza in cui viene presentata una decina tra corto e mediometraggi sui temi della montagna e degli action sport. Quanto pensi sia importante portare la montagna in città attraverso questi film? Credo sia importante prima di tutto perché la nostra vita nelle città rischia di essere molto distaccata dalla natura, di cui invece facciamo pienamente parte e questo mina nel profondo il nostro benessere. Ritrovare il contatto con l’ambiente in modo rispettoso è una fonte di enorme stimolo per la nostra creatività perché libera nuove energie che spesso, a causa di una vita quotidiana essenzialmente sedentaria, finiscono col restare
sopite. Spesso le avventure dei nostri film si svolgono in luoghi remoti e selvaggi, ma non mancano gli esempi in cui si vede che l’avventura si può vivere anche dietro casa ed è proprio questo lo spirito che vogliamo promuovere, riscoprire il gusto per l’ignoto, guardare ciò che ci sembra noto attraverso nuovi occhi. Come selezionate i film? I film che scegliamo devono saper creare una connessione tra lo spettatore e la montagna e l’ambiente outdoor, devono essere coinvolgenti e assumere la prospettiva di un viaggio. Miriamo a condividere una raccolta di film che mostri le diverse facce di questi ambienti e il modo in cui le persone interagiscono con essi. Cerchiamo anche di andare incontro ai gusti del nostro pubblico, a volte privilegiando discipline come lo sci e l’arrampicata, tra le più praticate dalle persone in sala, come risulta dalle ricerche che periodicamente facciamo. Altre volte scegliamo le avventure più creative, altre ancora decidiamo di premiare la qualità delle immagini, come è accaduto quest’anno con Tierra del Viento, la storia di un fotografo innamorato della Patagonia che vive per fotografarne gli incredibili scenari. Un film in qualche modo “meditativo” ma di grande suggestione. Ci sono film che, in qualche modo, si impongono da soli, vuoi per il tipo di storia raccontata, vuoi magari per gli atleti coinvolti ma, spesso, quelli considerati minori non riscuotono meno successo. In generale, cerchiamo di garantire una buona alternanza tra corto e mediometraggi e questo è un elemento molto apprezzato dal nostro pubblico.
Rock, dedicati all’arrampicata. Abbiamo fatto nel 2018 un tour di 5 tappe che si è rivelato molto promettente, coinvolgendo un pubblico giovane di climber appassionati. E a proposito di arrampicata, il 2019 è stato un anno particolarmente importante per noi: abbiamo infatti avuto il privilegio di distribuire, in esclusiva in Italia, il film Free Solo che racconta il capolavoro di Alex Honnold su El Capitan e premiato, tra l’altro, con il premio Oscar come miglior documentario. Il film ha avuto un grandissimo successo e finora sono stati organizzati oltre 250 spettacoli in 100 città d’Italia. La pellicola ha appassionato un pubblico molto eterogeneo, anche al di fuori di chi pratica l’arrampicata grazie a uno storytelling coinvolgente e senza dubbio a un’impresa fuori dal comune. Quali progetti hai per il futuro? Senz’altro vogliamo lavorare ancora per far crescere le tre manifestazioni principali, aumentando il numero delle città coinvolte e lavorando per rafforzare le community locali. Non escludiamo di seguire qualche altro progetto speciale, ma è ancora presto per dirlo e… El Capitan non si scala in un giorno!
Come definisci la parola Outdoor? Outdoor è tutto quello che ti porta “fuori di casa” ma anche e soprattutto “fuori dalla zona di confort”. È uno stile di vita che cerca una nuova relazione con la natura e una più profonda connessione con se stessi, a volte mettendo alla prova i propri limiti, a volte semplicemente godendo del momento e della bellezza che ci circonda quando ci troviamo in ambiente. Oltre al Banff segui altri progetti, me ne puoi parlare? Oltre al Banff Mountain Film Festival portiamo in Italia da tre anni l’Ocean Film Festival, una rassegna cinematografica dedicata al mondo del mare e degli oceani che presenta un format simile a quello del Banff e propone una selezione di film provenienti dall’omonima manifestazione australiana. Infine, dallo scorso anno abbiamo deciso di portare nelle sale cinema i film di Reel
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Ritrovare il contatto con l’ambiente in modo rispettoso è una fonte di enorme stimolo per la nostra creatività perché libera nuove energie che spesso, a causa di una vita quotidiana essenzialmente sedentaria, finiscono col restare sopite.
P H O T O S I LV I A G I U S S A N I P H OTO M AT T EO B E R TO LOT T I
Death to the social victims! T E X T BY F R A N C E S C O " PAC O " G E N T I LU C C I PHOTO KEN ETZEL R U N N E R J E N N S H E LT O N
Il mondo dell’ultrarunning è a grande maggioranza maschile. Anche il mondo dell’outdoor in generale lo è. Sarà anche per quello che non incrocio mai ragazze che corrono La percentuale di ragazze nello sport outdoor è molto bassa, è un dato di fatto. Gli studiosi delle teorie del gender sanno bene che anche lo sport può diventare strumento di manipolazione di genere; tuttavia la corsa non è uno sport “da femmina”. E allora perché ci sono così poche ragazze che corrono? All’aumentare della distanza si riducono le differenze di sesso, di età e di qualsiasi altro tipo. La distanza annulla qualsiasi disuguaglianza sociale: anche i brutti corrono. L’ultrarunning è basato sul solo e grande presupposto universale della sofferenza. Tutti sanno soffrire. La fatica è democratica, un principio innato nell’uomo.
E allora perché ci sono così poche ragazze? Morte alle fashion victims! Loro sono parte del problema. A postare le loro chiappe e le loro tette facendo finta di correre, tutte impomatate e truccate, sorrisi perfetti. Vorrei vederle mentre corrono 100 miglia con gli zigomi che escono, le occhiaie scavate e lo sguardo perso nel vuoto dopo una notte intera tra le montagne sotto al diluvio universale. Probabilmente non arriverebbero in fondo e si troverebbero altre mammelle aziendali da succhiare, dove non c’è da andare così tanto oltre al proprio limite fisico. Tornerebbero nei cataloghi dei macchinoni di lusso e nello sport in cui tengono gli ombrellini ai piloti con le calze a rete e i cameramen che le inquadrano dal basso. Sono le fashion victims a rendere stupide le ragazze che si impegnano. Vi siete sbattute per secoli e vi fate calpestare da un numero sempre crescente di corpi in mostra che attraggono coi loro culi le aziende e il mondo sportivo. Il mondo dell’ultrarunning non merita l’oligarchia della vanità dei concorsi di bellezza. La vanità nell’ultra-
Il punto è: tutti possono correre. Gli stempiati, le donne, le persone di qualsiasi colore, alti, bassi, grassi e secchi: tutti possono correre e soffrire.
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I L M E R CATO LE RAGAZZE RAGAZZE, CHE COR
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E L’ I G N O R A N Z A STA N N O T R A S F O R M A N D O I N ST R U M E N T I D I V E N D I TA D I P R O D OT T I . UN MUCCHIO DI RAGAZZE BELLISSIME RONO, MA NON CORRONO SUL SERIO.
running non è un valore; non si vincono i premi e le gare per essere le più belle. Qui non è Miss Italia, non c’è nessuna giuria a votare chi ha le chiappe più sode e non c’è il televoto. Non è neanche un concorso di intelligenza e non interessa a nessuno se vuoi portare la pace nel mondo o fare una strage in classe. Anche gli stupidi hanno il diritto di correre, e anche di andare più forte di te.
quanto ci date dentro. La bellezza estetica è un aspetto accessorio e non duraturo, se proprio ci tieni, cura l’estetica del gesto della corsa Nessuno si aspetta niente quando corri: puoi sputare per terra o soffiarti il naso senza fazzoletto. La femminilità nella corsa su lunga distanza lascia il tempo che trova. Combattete per l’uguaglianza nell’ultrarunning. Sono stufo di vedere solo uomini sui sentieri. Morte alle fashion victims!
Una volta un prete mi ha superato, dico sul serio. Di fronte a 160km di corsa tutto diventa relativo e anche un tontolone potrebbe passarti avanti sorridendo dopo 100km: avrei venduto l’anima al diavolo affinché non succedesse, ma è successo. È la democrazia della distanza.
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Il mercato e l’ignoranza stanno trasformando le ragazze in strumenti di vendita di prodotti. Ragazze, un mucchio di ragazze bellissime che corrono, ma non corrono sul serio. Perfezione da Photoshop, gambe da urlo senza lividi, pelle liscia senza vene in vista. Gambe che vanno bene per le fotografie e le passerelle, non per correre.
La bellezza estetica è un aspetto accessorio e non duraturo, se proprio ci tieni, cura l’estetica del gesto della corsa.
Ribellatevi. Prendete le distanze dalla superficialità e macinate chilometri, andate alle gare e fatevi notare per
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Tropical Yoga BY THOMAS MONSORNO
Bali è una piccola isola dell’Indonesia, spesso conosciuta come Isola dei Mille Templi, Isola degli Dei e Bali Dwipa. La cultura balinese è stata fortemente influenzata dalle culture indiana, cinese e in particolar modo Hindu, risalente circa al I secolo a.C. Il nome Bali Dwipa (Isola di Bali) è stato riscontrato su varie iscrizioni, compresa quella sul pilastro Blanjong inciso da Sri Kesari Warmadewa nel 914 a.C. dove viene citata Walidwipa.
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ali è molto famosa per la sua cultura, le risorse naturali e le vibrazioni positive che la rendono una meta popolare per chi vuole andare in vacanza, rilassarsi, rigenerarsi e incrementare le sue competenze spirituali. Per queste sue caratteristiche viene visitata ogni anno da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, molti dei quali ritornano per vari motivi, come sperimentare belle sensazioni, incontrare persone amichevoli ed umili, o per godersi la natura e ricaricarsi di energie positive. Ecco perché gli è stato assegnato il premio come Miglior Destinazione del mondo su tripadvisor e altri siti di viaggi.
del nostro intimo essere - l’aspetto spirituale delle nostre vite. La mente spesso oscilla tra passato e futuro, scatenando preoccupazioni e aspettative. Desideri, paure, brame, ostacoli sono trappole per la mente. Per abbandonare questi conflitti, è essenziale riportare la mente al momento presente. Lo yoga scaccia dal corpo è dalla mente lo stress accumulato e i sentimenti negativi. I Pranayama portano la pace alla mente agitata. Con la pratica regolare di varie posizioni yoga, possiamo vedere affiorare la chiarezza, aumentare l’equilibrio e la flessibilità corpo, diventando quindi più sani, forti e attenti. “Per me la spiritualità riguarda vivere una vita felice nel qui e ora, rispondendo alle situazioni invece che reagire contro di esse, fare un passo indietro e riconnettermi al mio Io per trovare nuove risposte a situazioni che si ripetono. Ed è proprio questo che ottengo da queste pratiche!”
La forza intrinseca di Bali non può essere separata da una storia così particolare e con un’impronta decisamente spirituale. L’isola è prevalentemente induista una religione che prevede servizi devozionali, offerte pittoresche e rituali di gratitudine e ringraziamento alla divinità. Ubud è forse uno dei luoghi più popolari di Bali dove cultura, arte, spiritualità e storia si rifanno ai sacri maestri del passato. Ecco perché è il posto migliore per rigenerarsi, rilassarsi, ricaricarsi e andare in ritiro.
Yoga e meditazione si sono dimostrate una combinazione potente e molti appassionati amano completare la loro routine con quest’ultima. Quando il corpo barcollante si stabilizza e la mente disturbata raggiunge la calma, meditando raggiungiamo un gran senso di rilassamento. La spiritualità ci dona la forza interiore per affrontare le situazioni difficili e mantenere il sorriso. Radicata nell’Io, la pace interiore si proietta all’esterno, rendendoci esseri umani migliori, compassionevoli, pieni d’amore e pronti alla condivisione.
Ubud viene da ubad che significa “medicina”. Ai tempi di Maharsi Markandeva, la natura di Ubud possedeva già una vibrazione curativa per tutti coloro che erano soggetti a diversi malanni. Quando Maharsi Markandeva e tutte le sue truppe provenienti da Java soffrirono di una malattia misteriosa, svolsero un rituale di guarigione completo di offerte a Ubud che alla fine fecero il miracolo e salvarono i soldati, anche se alcuni rimasero comunque vittime della misteriosa malattia. Varie sono le ragioni e le storie legate ad Ubud che la rendono diverso da tutti gli altri luoghi di Bali. Ma in generale l’isola trasmette un forte potere a coloro che decidono di migliorare la propria forza spirituale.
Lo yoga e la meditazione ripuliscono ogni singolo livello di coscienza, lasciandoci riposati e rigenerati.Riconosci che qualcosa nel profondo non cambia? Approfondisci la pratica yoga e eleva il tuo spirito. La spiritualità non è certo un gioco, non si tratta di mettersi seduti e assumere solo delle posizioni, ma di rivedere la verità su noi stessi. Il Bali Yoga Master è un posto perfetto per andare in ritiro, rigenerarsi e imparare a migliorare le nostre abilità spirituali comprese lo yoga e la meditazione. Bali Yoga Master propone diversi programmi per aiutare le persone a riscoprisi, eliminare stress, preoccupazioni, traumi, imparare l’auto guarigione e a gestire le proprie capacità, e inoltre intraprendere il percorso per diventare maestro di yoga.
Ubud è anche molto famosa per lo yoga e la meditazione. Non si parla di un semplice stile di vita, ma di usare la pratica per connettere il proprio io interiore al nostro spirito. Queste pratiche sono il pacchetto olistico per una vita felice. Forniscono delle tecniche per unire corpo, mente e respiro e metterci in connessione con il fulcro
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Anna Ferrino and her Ferrino Women Team ITW DENIS PICCOLO
per aver ottenuto importanti riconoscimenti - non ultimo il podio femminile di Scilla Tonetti, seconda classificata al Tor 2018. Il team femminile Ferrino è un esempio di come persone con un lavoro e una vita ordinari possano raggiungere anche grandi obiettivi, correndo al Tor des Geants, l'ultratrail più duro del mondo, diventando a loro volta “giganti". È importante per Ferrino avere atlete motivate a migliorarsi sempre, che facciano trasparire il proprio lato umano nella comunicazione sui social e nella vita di tutti i giorni. Persone vere, con lavori normali, una famiglia e una vita non da atlete professioniste. Ragazze con una passione grandissima che si allenano per ottenere risultati e che inseguono sogni che Ferrino aiuta a realizzare con il proprio supporto.
Quando nasce l’idea e l’esigenza di creare un Ferrino Women Team? Il progetto ha origine nel 2017 dalla partnership pluriennale tra Ferrino e Tor des Geants, competizione di ultratrail durissima in cui scendono in campo molte donne eccezionali e si mettono in gioco affrontando un percorso di oltre 330 km e 24.000 metri di dislivello. Oltre il 10% del totale dei partecipanti alla gara sono donne e c’è anche una quota rosa importante tra gli organizzatori della manifestazione e tra i volontari. Per questo motivo la nostra azienda ha deciso di raccontare il lato femminile dell’evento. Ferrino ha pensato di dare voce alle donne del Tor, raccontandone i lati più personali e intimi, dando risalto alle storie delle donne che nei vari ruoli organizzativi hanno saputo creare una manifestazione mitica ed eccellente, ed attraverso le sue atlete, riunite sotto il nome di Ferrino Women Team.
Descrivimi caratterialmente e sportivamente qualcuna di loro. Le donne Ferrino ci rappresentano tutte, ognuna a proprio modo. Dall'esuberanza di Alice e Scilla, appassionate di corse in montagna e specialiste in ultratrail ad alta quota - rispettivamente 4 volte finisher al Tor des Geants e seconda classificata tra le donne all'ultima edizione - fino alla tecnica e all'esperienza di Katia Figini e Luisa Balsamo - la prima detentrice di un record mondiale, unica donna ad aver attraversato in un anno 5 deserti in 5 diversi continenti, la seconda ultra maratoneta di lunga esperienza, esperta in tutte le declinazioni della corsa di lunga distanza, dal deserto alla montagna.
Ferrino con questo team abbraccia il trail. La collezione Trail Running nasce dall'esigenza di completare il catalogo Ferrino con articoli dedicati a questo settore in fortissima crescita e amato da moltissimi outdoor enthusiasts. Un’azienda di outdoor come Ferrino, che produce zaini, bastoni e abbigliamento tecnico, non può non avere degli articoli specificamente studiati per quest'area di attività, che rappresenta il presente e il futuro e detta le linee di tendenza anche nell'equipaggiamento di camminatori, trekkers ed escursionisti, attrezzati sempre più in maniera "light" ed essenziale.
Tutte le nostre atlete hanno una passione smisurata, che si traduce in un'infinità di ultra trail affrontati: il Tor de Geants in primis, ma anche la Marathon des Sable, l'ultra trail del Monte Bianco, Patagonia, deserto dell’Oman, deserto
Come scegli le ragazze del team? Per Ferrino non è importante esclusivamente il risultato e la performance. Tuttavia le atlete del Ferrino Women Team si sono distinte negli anni
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del Sahara. La varietà di carattere, esperienze e di provenienza geografica, da Palermo a Varese, rende il team una squadra unica e unita, che nella diversità dei suoi membri lascia trasparire il denominatore comune a tutte le ragazze, ovvero l'amore per l'attività outdoor e la natura. Valori fondanti anche per Ferrino.
corso tra le valli valdostane e i volontari del Tor sono spalleggiati nel loro fondamentale lavoro con la fornitura di tende e sacchi a pelo Ferrino. La sponsorizzazione di questa gara si consolida poi di anno in anno e nel 2017 si arricchisce con il team femminile Ferrino Women Team, dal 2018 rinnovato e internazionale.
Che tipo di legame si è creato tra te (Anna) e le ragazze? Negli anni si è creato un rapporto di fiducia e collaborazione: loro mi raccontano i loro progetti, sogni, ambizioni. Io faccio il possibile per renderli realtà, attraverso un supporto tecnico ad hoc, mirato alle esigenze di ciascuna di loro e su misura per le gare o le imprese che vogliono affrontare. Come avviene anche con gli altri ambassador del nostro brand, i prodotti nascono da un reciproco confronto: si costruiscono insieme, in base alle loro esigenze, poi via via si perfezionano una volta testati. Ma dire che la collaborazione è solo sugli articoli è limitativo. Con il Ferrino Women Team mi emoziono durante il Tor des Geants e - anche se virtualmente - corro al loro fianco. Dopo vari anni di collaborazione, mi sento parte della squadra!
10 anni di sponsorizzazione, 10 anni di ricordi, me ne racconti uno? Il Tor des Geants mi ha fatto emozionare ad ogni edizione, non solo per le performance degli atleti ma anche per l'aria che si respira: la passione dei partecipanti, dei loro parenti, degli organizzatori e dei volontari. Nell'ultima edizione, però, in particolare, ho assistito a qualcosa di inaspettato e unico. Non si è trattato solo di una nostra atleta che è salita sul podio, arrivando seconda tra le donne, ma anche della conferma e di un risultato per tutto il team, progetto iniziato 2 anni fa in sordina, come sfida per il nostro brand e per le ragazze stesse. Salire sul podio femminile è stato realizzare quello in cui abbiamo sempre creduto, ovvero il fatto che anche imprese dure, durissime, come quelle del Tor, possono essere vissute con successo da donne che incarnano nelle gare doti proprie del loro genere, ovvero la pazienza, la resistenza, l’abnegazione e la costanza. Anche il gesto di amicizia nei confronti di Jamie Aarons racconta bene lo spirito del progetto, varcare il traguardo mano nella mano con la propria avversaria è un grande gesto di fair-play femminile che Scilla e Jamie, testa a testa fino all'ultimo momento, hanno deciso insieme di compiere spontaneamente.
Come si è creata ed evoluta la collaborazione con il TOR? La sponsorizzazione dell'ultra trail più duro al mondo parte dalla prima edizione, con una collaborazione tecnica e logistica dal valore imprescindibile. Ferrino fornisce infatti a Tor des Geants materiale tecnico come brandine da campo per il riposo degli atleti nelle basi vita e tende per accoglierli e metterli in sicurezza lungo il percorso; sono allestiti bivacchi Ferrino in quota nei passaggi più impegnativi e inospitali del per-
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ITW DENIS PICCOLO | PHOTO BY SOTTOBOSCO
Elisa "Sottobosco" De Zotti Liv Bike Team Il babbo, da buon alpino, portava sempre Elisa a camminare nei boschi, in alta montagna, tra ferrate e ghiacciai, ed Elisa lo adorava! Poi crescendo, tutto si è amplificato ed ha preso forma. re e sviluppare sempre con nuovi prodotti all’avanguardia, il più vicino possibile al mondo femminile. Questo brand crede totalmente nelle ragazze, ci ha permesso di provare i prodotti, di viverli e di migliorarli sempre. C’è poi la parte degli eventi condivisi con le altre ragazze e nuove realtà da scoprire. Questa è stata la grande magia ed il punto di forza del team, mettere assieme esperienze e background differenti può solo dar vita ad una enorme fonte di creatività.
Ciao Elisa raccontami di te. Sono nata nell’84, nella provincia di Treviso. Cresciuta in mezzo alla natura, tra animali, verdure di casa e due super genitori. Da piccola andavo all’asilo dalle suore, poi crescendo con mio fratello maggiore, Mtv ed i Cipress Hill, è iniziata anche la mia strada. Il babbo, da buon alpino, mi portava sempre a camminare nei boschi, in alta montagna, tra ferrate e ghiacciai... adoravo tutto ciò! Poi crescendo, tutto si è amplificato ed ha preso forma, la stessa che cambia a seconda delle stagioni.
Quale Liv hai scelto? Quest’anno ho una bella varietà di bici; dall’elettrica alla gravel ma la mia preferita resta la “Hail Advanced”, è essenzialmente il mio mezzo, la mountain bike. Leggera ma estremamente stabile. I trails, dove giro solitamente, sono ripidi, belli impegnativi e il flow te lo devi creare!! Una guida pulita e leggera premia sempre, ma quando serve, le geometrie di questa Liv regalano una gran fiducia.
Quali sono le tue passioni? Ne ho tante, dalle meno sportive come il cibo, il cinema e la musica, fino all’aria aperta, forse il luogo che amo di più. Nel cassetto nascosto delle passioni che scalpitano c’è quella di lanciarmi in volo e spero, quest’anno, di riuscirci. Altri miei garndi intersessi sono lo sci, particato senza fretta con gli amici, le pelli e i miei adorati cani. Ma appena si scioglie la neve si torna in mountain bike.
Progetti futuri? I progetti sono stimoli, fondamentali per il futuro. Con il mio ragazzo, un bel po’ di anni fa, abbiamo dato vita a Sottobosco, il nostro brand. non vogliamo dargli una definizione precisa, perché è un progetto che prende e cambia forma. È nato come metafora del nostro ambiente e adoro vedere la gente quando non capisce bene cos’è. Di base siamo dei creativi, con l’ufficio dentro un Doblò e una valigia di idee da far star dentro. Abbiamo iniziato la nostra vita all’aria aperta una quindicina di anni fa, subito dopo la maturità. Spaziamo dalla grafica, al video editing, passando per altre mille forme pubblicitarie.
Quanto incide la vita all’aria aperta con la creatività di una persona? Moltissimo! Infatti cerco di viverla il più possibile. Il nostro corpo e il nostro occhio si sono un pò disabituati al naturale, hanno perso il selvatico. Le luci, quelle vere, appaiono come nuove. Dalla natura puoi imparare molto. L’originale è lì, fra momenti blu e dorati. Nei prossimi anni, tutto quello che potremmo creare avrà come base la ecosostenibilità, dobbiamo sapere che direzione prendere. Per il mio lavoro cerco ispirazione nella natura, dove trovo il vero raw, le vere influenze. D’altronde noi dipendiamo da essa, e da lì dobbiamo ripartire se vogliamo costruire qualcosa di nuovo e sostenibile.
"Basta poco e si fà, ma bisognai iniziare", con questa frase spero di smuovere qualche pigro a mettere da parte la macchina per camminare o muoversi in bici. Negli ultimi anni qualcosa sta cambiando. Vedo sempre più ragazze in montagna, con le pelli d’inverno e in MTB d’estate. Ci stiamo accorgendo di quanta è bella la vita, la natura e questa nostra Italia. Uscite, scalate, vestitevi se piove e fatevi cadere i fiocchi di neve sulla lingua.
Sei nel team Liv di Giant. È partito tutto tre anni fa. Fin da subito mi sono innamorata della filosofia Liv, in cui la donna non deve essere “oggetto” di marketing ma una figura reale. Sono stata fin da subito felicissima di collaborare in questo progetto, vederlo cresce-
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Gerlinde Kaltenbrunner Reusch Athlete BY DENIS PICCOLO
Per poter soddisfare i bisogni di alpinisti professionisti e assennati, Reusch collabora con atleti esperti che sanno perfettamente di cosa parlano. Gerlinde Kaltenbrunner è di sicuro una di loro. L’austriaca è diventata la seconda donna ad aver scalato tutti i quattordici ottomila, la prima senza uso di ossigeno o portatori d’alta quota. In quanto una delle alpiniste piu esperte, l’intera gamma dei guanti da montagna Reusch beneficia della sua conoscenza!
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Cosa o chi ti ha spinto a diventare un’alpinista professionista e cosa continua ad affascinarti nell’alpinismo? Dopo la mia ascensione al Nanga Parbat, nel 2003 sono arrivate le prime richieste da parte dei media e varie presentazioni. Ho iniziato a concentrare sempre più energie nel far diventare l’alpinismo il fulcro della mia vita. Anche Ralf, il mio ex marito, mi incoraggiava a intraprendere la strada dell’atleta professionista. All’inizio del 2004 ho tentato di vivere esclusivamente di questo sport. Per me il fascino dell’alpinismo viene da questo meraviglioso mix tra forti esperienze in natura, panorami magnifici su e giù dalle montagne e spedizioni dure ma avventurose. Quale aspetto dell’alpinismo consideri più arduo? La natura ci ha reso responsabili della nostra salute e sopravvivenza. Io vedo come la parte più ardua ed importante dell’alpinismo proteggere questa salute che ci è stata data e tornare sani e salvi al campo base dopo ogni salita.
to felice di avere una bella e intensa collaborazione con loro. Guanti da alpinismo: Non sono mai abbastanza caldi o abbastanza leggeri e al tempo stesso in gradio di mantenere il giusto grip. Ogni volta è una sfida trovare le soluzioni ideali. Non vedo l’ora di lavorarci insieme a Reusch.
Come mantieni o addirittura migliori le tue capacità? La mia precedente decisione di focalizzarmi solo sull’alpinismo, e ovviamente anche il sostegno proveniente dai miei sponsor come Reusch, mi permettono di concentrare tutti i miei sforzi e la mia attenzione sull’allenamento giornaliero. Oltre alla mia varia ed estesa routine casalinga, posso sempre andare su roccia, ghiaccio, o fare gite con gli sci sulle Alpi.
Hai un’esperienza enorme. Non c’è praticamente nulla che tu non abbia fatto. E quindi, dove sono i tuoi limiti? La maggior parte dei limiti è nella nostra testa. Finché ci facciamo guidare dai nostri sogni, possiamo superarli. Da una certa età in poi ci vuole solo più tempo, ma i sogni rimangono e ci danno l’energia che ci serve.
Come alpinista professionista tenerti sempre aggiornata e in perfetta forma fisica è di un’importanza fondamentale. Cosa fai per tenere allenati corpo e mente? Già, sia l’allenamento fisico che quello mentale sono di estrema importanza. Cerco di allenare soprattutto la resistenza muscolare. D’estate vado molto in mountain bike, corro in montagna e scalo. In inverno mi concentro sci di fondo, lo scialpinismo o l’arrampicata su ghiaccio. Il riposo è importante tanto quanto l’allenamento. Non ho una scheda d’allenamento rigida. Preferisco ascoltare il mio corpo che mi dice esattamente quando e come allenarmi. La meditazione mi accompagna ogni giorno per almeno 15-20 minuti. Ogni volta che devo prendere una decisione, ascolto il mio istinto, è qualcosa che ognuno di noi può imparare! Per riuscirci, spengo del tutto il cervello, mi connetto al mio io interiore e mi concentro su quello. Il silenzio totale mi permette di trovare la mia strada. Ho fiducia completa in questo.
C’è qualche differenza tra l’approccio di un uomo o di una donna alla cima di una montagna? Gli uomini a volte badano più ai numeri e ai risultati. A volte dimenticano di percepire il potere e la bellezza delle montagne. Per me l’alpinismo per certi aspetti ha sempre riguardato l’inalare la magnificenza della creazione, sentirsi parte delle montagne e della natura e attraverso questo liberare la mente per la salita. Cosa ne pensi della nuova linea di guanti Reusch Mountaineering? Credo che attraverso questa stretta collaborazione riusciremo a raggiungere risultati fantastici e a produrre una linea fantastica che riuscirà a soddisfare le differenti esigenze nelle varie discipline alpine. Ci sono piccoli dettagli che possono essere ottimizzati grazie ai feedback e un’intensa collaborazione. Al momento credo che sotto molti aspetti si sia già raggiunto un livello ottimale.
Cosa ti viene in mente sentendo queste parole: Natura: Dobbiamo trattarla con il massimo rispetto e attenzione. È nella natura libera delle montagne che sperimento i momenti più belli ed emozionanti. Montagne: Sono il fulcro della mia vita. Le montagne mi danno riparo, pace e tranquillità. Sono il luogo dove ho passato le ore e i giorni più intensi della mia vita. Reusch: Ripensando ai tempi in cui ero una giovane sciatrice, sognavo sempre di poter indossare un paio di guanti Reusch. Sono sempre stati—e lo sono tutt’ora—i guanti che portano con sé attributi come calore, alta qualità e durabilità. Sono mol-
Quali sono le tue esigenze personali in fatto di un buon guanto? Per ogni uso specifico dovrebbe assicurare il massimo del calore, comodità, vestibilità eccellente e una buona presa. Dovrebbe anche essere resistente, prodotto con cura e affidabile. A seconda della disciplina per cui mi serve, potrebbe anche essere utile che nel guanto ci siano strati separabili da poter asciugare separatamente.
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ITW GIULIA BOCCOLA PHOTO ACTION: TOBIAS ZLU HALLER P H OTO L I F E ST Y L E : M A N U E L F E R R I G ATO
Arianna Tricomi Quando sentiamo che il cambiamento è necessario, dobbiamo essere disposti a cambiare, seguire il nostro istinto e con coraggio lasciarci andare a nuovi stimoli ... questo è quello che ha fatto nel corso della sua vita Arianna Tricomi, campionessa mondiale del Free Ride World Tour per il secondo anno consecutivo. Parlaci di te. Sinceramente mi sto ancora conoscendo, comunque sono cresciuta a Corvara in Badia nelle Dolomiti circondata dalla natura e da bella gente. Ho sciato per tutta la mia vita e ancora mi diverto come se fosse il primo giorno. Più o meno cinque anni fa mi sono trasferita in Austria dove mi sono laureata in fisioterapia e al momento vivo qui. Quando è nata la tua passione per la montagna? La mia passione è nata in modo molto naturale, trasmessa da mia mamma ovviamente, skier appassionata pure lei. È stata in Coppa del Mondo e ha partecipato alle Olimpiadi di discesa libera. Mia mamma mi ha fatto conoscere ogni aspetto dello sci e della montagna e mi ha sempre lasciato tutta la libertà del mondo per trovare la mia strada. La tua evoluzione come skier? Ho iniziato a sciare all'età di tre anni insieme a mia madre. A sei ho iniziato a fare telemark e le gare di sci alpino. Ho gareggiato nei paletti per dieci anni con buoni risultati ma quel mondo mi era diventato troppo stretto e severo, così dopo alcuni anni ho trovato il coraggio di smettere. Mi sono quindi lanciata nello slopestyle-freestyle, disciplina che mi ha sempre affascinato. Sono stati anni molto divertenti dove ho preso cartelle inverosimili, ma che risate. Con l´arrivo della FIS, di nuovo tutto aveva perso il suo fascino e la sua libertà. Ho lasciato nuovamente e ho passato un periodo piuttosto buio della mia vita perché non sapevo esattamente che cosa avrei voluto fare e mi sentivo persa… Così ho deciso di andare a studiare fisioterapia in Austria e lì mi sono iscritta a delle gare di freeride con la scusa di perdere qualche giorno dall'Università; alla fine, nel giro di due anni mi sono trovata nel circuito del Freeride World Tour. Tra le varie discipline dello sci, cosa ti attrae di più del freeride? Mi affascina molto il fatto che ognuno sia libero di essere un artista e che ognuno abbia la possibilità di disegnare la propria linea scendendo da una montagna, e non esiste bello o brutto, ci sono semplicemente diversi stili e diverse interpretazioni. Che sensazione hai provato quando ti hanno proclamato vincitrice per il secondo anno consecutivo? È stato emozionante quando sono giunta all’arrivo e sapendo di aver fatto una bella linea. Sono arrivata in fondo e ho visto Elisabeth in prima posizione, il che mi ha fatto molto piacere visto che tornando da
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NON ESISTE BELLO O BRUTTO, CI SONO SEMPLICEMENTE DIVERSI STILI E DIVERSE INTERPRETA ZIONI.
Andorra insieme avevamo “sognato” che lei avrebbe vinto a Verbier e che io sarei arrivata seconda e mi sarei così portata a casa il titolo... E così è stato! È strano quando realizzi che sei campionessa mondiale perché è una cosa talmente astratta che ci impieghi sempre dei giorni per comprenderlo davvero. È stato meraviglioso e abbiamo iniziato a festeggiare dalle dieci del mattino. A cosa pensi quando stai affrontando una discesa in gara? Non penso a nulla ed è quello il bello. Dal momento in cui lascio la partenza non c´è più spazio per pensare, si vive solo nel momento ed è una sensazione molto intensa, bellissima, che ti fa sentire viva. Cosa vorresti dire a tutte le ragazze che ti prendono e seguono come modello? Divertitevi come prima cosa perché è l’aspetto più importante. Abbracciate tutto della montagna e dello sci/snowboard, andate in pista, a bordo pista, in park e quando le condizioni lo permettono avventuratevi un pò più lontano, ma l´importante è avere sempre pazienza e aspettare il momento giusto, che sicuramente arriverà. Bisogna rispettare la montagna a fondo perché purtroppo lei non perdona e ne rimane la regina indiscussa. Non vergognatevi, provate, cadete e rialzatevi ma sempre con il sorriso! Hai altre passioni che coltivi durante il tuo tempo libero? Sì, anche troppe. Ho scoperto la bici (enduro) qualche anno fa e al momento è una delle mie più grandi passioni. Cammino molto in montagna, ogni tanto vado a scalare e poi il surf quando ho tempo. Mi piace anche molto la musica, amo gli animali, viaggiare e mangiare bene. Cosa ne pensi dei social media? Ritengo che sia un tema molto delicato. Io se potessi ne farei anche a meno, è un mondo talmente falso e penso che faccia diventare le persone tristi perché si ha sempre l´impressione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato e che gli altri abbiamo una giornata migliore della tua. Bisogna mantenere una giusta distanza e non dimenticarsi della vita VERA. Dimmi qualcosa che nessuno sa di te! Per molti anni quando ero piccola volevo diventare una biologa marina e volevo vivere con i pesci nell´oceano. La Sirenetta era il mio cartone animato preferito.
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Divertitevi come prima cosa perché è l’aspetto più importante. Abbracciate tutto della montagna e dello sci/ snowboard, andate in pista, a bordo pista, in park e quando e condizioni lo permettono avventuratevi un pò più lontano, ma l´importante è avere sempre pazienza e aspettare il momento giusto, che sicuramente arriverà. Bisogna rispettare la montagna a fondo perché purtroppo lei non perdona e ne rimane la regina indiscussa. Non vergognatevi, provate, cadete e rialzatevi ma sempre con il sorriso!
I T W S O F I A PA R I S I PHOTO MILLET – ALMO FILM
Nailé Meignan: Yes, she can. Per andare a intervistare Nailé, mi sono dovuta accordare con il suo papà. Sì perché Nailé ha solo 15 anni, e una carriera da climber promettente davanti a sé. Così un bel sabato mattina sono partita attraversando i pascoli e i villaggi del massiccio dei Bauges, tra Annecy e Chambéry, nelle Alpi francesi, per raggiungere la casa della famiglia Meignan dove vive “la piccola”. Non sapevo bene cosa aspettarmi, e l’intervista si è rivelata una piacevole chiacchierata con una ragazza dai riccioli biondi che mi ha accolto sorridente nel cortile di casa, tra un gatto e l’altro, e ha iniziato a rispondere alle mie domande.
Nailé, presentati. Mi chiamo Nailé Meignan, ho 15 anni, sono nata il 18 dicembre 2003 a Chambéry, e ho sempre vissuto qui. Prima con tutta la famiglia abitavamo ancora più in montagna, ma poi abbiamo deciso di avvicinarci un pochino alla città per essere più comodi, soprattutto con gli allenamenti. In famiglia siamo cinque fratelli: due fratelli e due sorelle più grandi di me, quindi sono la più piccolina. Mamma era campionessa di judo e papà è guida alpina. A quando risalgono i tuoi primi ricordi di arrampicata? Arrampichiamo tutti da quando siamo piccoli. Siamo sempre andati ad arrampicare in famiglia, durante le vacanze, o nei weekend, tutti assieme. L’estate partivamo in camper, per due mesi, e andavamo a scalare in Spagna, in Grecia, o qui in Francia. E quando hai iniziato le gare? Ho iniziato molto presto, con delle garette che si tenevano qui a Chambery: ad esempio le Petit Duc, che era anche divertente perché era a squadre, eravamo piccoli e la competizione comprendeva l’arrampicata di difficoltà, velocità e blocchi… ma poi anche dei percorsi da fare, dei salti... Avevo 8 anni. Poi ho iniziato a partecipare alla Coupe de France, e mi sono accorta di gara in gara che, beh, andavo abbastanza bene. Spesso vincevo, e quindi voilà. Sono in Equipe de France da due anni. Mi fa sorridere come racconta la sua giovane carriera, senza dubbio notevole, con la disinvoltura di chi fa qualcosa naturalmente. Sembra che per Nailé sia normale avere il livello che ha. Per farvi capire, la ragazza a 9 anni ha fatto il suo primo 7c+. A 12 anni passeggiava su un 8c. Due volte vincitrice ai campionati giovanili europei di Boulder nel 2017 e 2018, e lo stesso anno seconda alla Coppa di Mondo, sempre Boulder, sempre giovanile.
Io credo che i migliori momenti siano quelli quando sono con gli amici a scalare, quando ridiamo insieme e ci divertiamo.
La storia in effetti cambia un po’ da quando sono entrata nella categoria Minimes (13-15 anni ndr) dalla quale hai accesso alle competizioni internazionali. Ora sono passata alla categoria Cadets (16-17), e dunque posso anche partecipare ai campionati senior.
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E nel mondo dei grandi Nailé ci è entrata parecchio convinta. È proprio alla sua prima volta ai Campionati Francesi di Boulder dello scorso marzo che la signorina si è guadagnata niente meno che il secondo posto. Eppure adesso siamo qui, a chiacchierare tranquillamente delle sue giornate di quindicenne impegnata. Per quanto riguarda la scuola, Nailé frequenta una scuola speciale per ragazzi che come lei hanno delle attività parallele, che siano sport, danza, o musica. Tre mezze giornate a settimana, sono libere per allenarsi, ma anche per uscire con i compagni di classe. La cosa bella è che i miei compagni hanno tutti degli impegni oltre la scuola, un po’ come me, quindi ci capiamo, abbiamo lo stesso stile di vita. Quando usciamo non parliamo tanto di sport… andiamo in centro, mangiamo qualcosa, andiamo al cinema. Il mio film preferito? Inception. E la musica… la musica… a me piace la techno!”.
Qual è il migliore momento che mette insieme la tua vita di ragazza di quindici anni e atleta di alto livello? Io credo che… i migliori momenti sono quando con gli amici a scalare, quando ridiamo insieme e ci divertiamo. Quando non c’è tensione. Questo mi fa stare bene. Mi piace molto. Ma anche essere soddisfatta per un buon allenamento, mi fa sentire bene. Perché so di aver dato il massimo. L’ho voluta lasciare così, a pensare ai momenti migliori di una vita certamente piena di sacrifici, ma che tutto sommato non pesano così tanto quando segui la tua passione, sei giovane e riesci a vivere tutto con leggerezza… che nell’arrampicata, poi, la leggerezza, aiuta!
Durante le competizioni com’è il clima? Io penso che la competizione abbia diversi momenti: cambia molto da quando sono seduta ad aspettare il mio turno, rispetto ai giorni prima delle gare. Perché quando arrivi il giorno prima, e sei insieme a tutti gli altri, non c’è competizione. Ci divertiamo tutti insieme e conosciamo, incontriamo persone di altre nazionalità. Per esempio c’è una ragazza austriaca, Laura Ammer, con la quale mi ritrovo ogni volta e mi fa molto piacere. All’inizio avevo un po’ paura che ci fosse molta competizione e invece no. È un bell’ambiente. E poi viaggio, riesco a vedere un po’ i posti in cui gareggio: Italia, Austria, ma anche Cina, Giappone, Russia… Dove ti piacerebbe viaggiare, al di là delle competizioni? Mi piacerebbe andare a Flatanger, in Norvegia… e poi a Rocklands, in Sud Africa. Perché sono dei luoghi che mi attirano, di cui tutti mi parlano, e ho troppa voglia di andarci. Quali sono le competizioni più importanti per te ora? Sicuramente la Coppa del Mondo Giovani è la più dura, perché il livello è veramente alto e ed è difficile competere. E in più è ad Agosto, il che significa allenarsi tutta l’estate, un periodo in cui spesso hai più voglia di stare con i tuoi amici e andare al lago, piuttosto che allenarti… e poi quando finalmente a settembre puoi riposarti, beh, riprende la scuola, e questo è un po’ noioso… ma va bene così, fa parte del gioco!
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Alla sua prima volta ai campionati francesi di Boulder dello scorso marzo la signorina si è guadagnata niente meno che secondo posto.
Sierra Blair Coyle meets Iceland rocks BY SIERRA BLAIR COYLE
Al termine della stagione di Bouldering World Cup del 2015 ho deciso di fare un viaggio verso una nuova meta, un luogo in cui non ero mai stata prima: l’Islanda. Sono stati solo cinque giorni di viaggio ma lì ho lasciato definitivamente un pezzo della mia anima e del mio cuore e sapevo che un giorno sarei dovuta tornare per praticare tutto il bouldering all'aperto che l'isola aveva da offrire e di cui non avevo potuto approfittare la mia prima volta lì.
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uasi tre anni dopo, nel giugno del 2018, sono tornata in quel fantastico paese. Era tempo di scoprire un po’ di più di quella magia che lo rende così speciale. Il mio itinerario è stato leggermente diverso questa seconda volta e ciò mi ha permesso di innamorarmi ancora di più di quella terra mozzafiato. Il nostro alloggio a Höfn, una piccola cittadina a est di 2.000 persone vicino alle aree di arrampicata di Vestrahorn e Hnappavellir, era una piccola capanna in una fattoria isolata dove ci siamo sentiti subito a casa grazie all'ospitalità islandese. La nostra prima destinazione è stata il Vestrahorn, un luogo mozzafiato. Lì, a ridosso del mare e sotto le montagne più grandi da cui l'area prende il nome, si trovano grandi ammassi di rocce. Le onde si infrangono contro le pareti ed il vento si agita delicatamente o violentemente a seconda del tempo. La roccia è appuntita e spietata, e rispecchia molto le condizioni atmosferiche islandesi quando danno il peggio di sé. Ma arrampicare lì è stato incredibile. È un luogo affascinante che ha molto da offrire. Il nostro secondo giorno nella terra dei ghiacci è stato dedicato al riposo, c’era troppo vento per scalare. Alla sera le raffiche sono calate ma hanno lasciato posto a forti piogge. Nonostante le cattive condizioni atmosferiche volevamo comunque provare a fare almeno un po’ di boulder, così ci siamo recati a Fallsjökull (sul ghiacciaio di Vatnajökull). Andare lì è stata una delle migliori idee che abbiamo mai avuto perché siamo stati enormemente ricompensati dal sole di mezzanotte e da un tenue cielo rosa e arancione che si stagliava splendidamente dietro il piccolo ghiacciaio. Il vento si è fermato leggermente il giorno seguente, quindi abbiamo deciso di tornare a Vestrahorn e siamo riusciti a scalare su alcuni massi e godere di una bellissima giornata nella natura. I giorni successivi siamo andati alla ricerca di nuove zone. Abbiamo visitato Hnappavellir, un'area di arrampicata sportiva e di bouldering, una meravigliosa striscia di roccia molto diversa da Vestrahorn. Abbiamo adorato questo luogo quasi magico, affacciato sul mare, dove si possono incontrare pecore ovunque. Sfortunatamente il giorno dopo si è messo a piovere di nuovo. Le condizioni sembravano pessime, ma abbiamo aspettato che spiovesse e alla fine siamo comunque riusciti a concederci una sessione pomeridiana. Tutto questo è stata solo una piccola parte del nostro viaggio in Islanda perché in seguito abbiamo trascorso alcuni giorni visitando e arrampicando a Klifurhúsið (la palestra di Reykjavik) ed in molti altri spot. Quest’isola è davvero diventata il mio posto preferito nel mondo per infiniti motivi. Grazie alle aree da arrampicata, ai paesaggi, alle persone incredibili, una parte del mio cuore rimarrà per sempre lì.
Q U E ST ’ I S O L A È DAV V E R O D I V E N TATA IL MIO POSTO PREFERITO NEL MONDO PER INFINITI MOTIVI. G R A Z I E A L L E A R E E DA A R R A M P I CATA , A I PA E SAG G I , A L L E P E R S O N E I N C R E D I B I L I , U N A PA R T E D E L M I O C U O R E RIMARRÀ PER SEMPRE LÌ.
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ITW GIULIA BOCCOLA PHOTO TIM KEMPLE
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Nina Caprez Cresciuta in Svizzera, in una casa di montagna circondata dalla natura e da diverse fattorie si è avvicinata al climbing quando aveva 17 anni, prima si divertiva, da quando ne aveva 13, a girovagare per le montagne in cerca della sua vera passione. L’arrampiacata.
Che rapporto hai con l'arrampicata? Si tratta della relazione più lunga e stabile della mia vita. Ne sono davvero coinvolta. Questo non significa che io sia solo una scalatrice, ma rappresenta la mia anima, il mio sogno, la mia paura, i miei limiti, la mia battaglia, il mio flusso, e tutto cio che non conosco. C'è qualche figura femminile dell'arrampicata che ti ha stimolato? Ispirato? Non faccio alcuna differenza di sesso. Traggo ispirazione da coloro che vivono pienamente la loro più grande passione. È difficile spiegare ad una persona “normale” come ci si senta a vivere il clmbing come stile di vita, cercherebbe di farti cambiare idea. Dopo tutto penso che sia una questione di equilibrio personale, ma devo dire che mi sento più vicina alle persone radicali, alle persone vere ed emotivamente autentiche piuttosto che ai “perfetti idoli”. Cosa ne pensi di questo movimento femminile che si sta creando intorno all’arrampicata? Penso che sia fantastico, a prescindere dal tipo di attività. Credo che il genere femminile sia in grado di aggiungere sempre qualcosa. Nel nostro caso, forse riusciamo a trasmettere più morbidezza e gentilezza allo sport. C'è competizione tra donne in questo sport? Le donne a volte pretendono di essere più forti di quello che realmente sono, fisicamente e mentalmente. Io cerco semplicemente di incoraggiare le ragazze a scalare e di essere
loro stesse. Quando una persona si sente soddisfatta e spronata a esprimersi, ed è in grado di dimostrarlo anche mentre scala, per me è la cosa più bella che ci sia. Altre passioni? La mia vera passione è lʼarrampicata, ma adoro lavorare con le mani, creare cose differenti. Questo può andare dal piastrellare al cucinare marmellate e torte, piantare ortaggi nel mio giardino o raccogliere dei fiori. Per farla breve, amo la bellezza e vorrei sottolinearne i differenti tipi: può essere negli oggetti, nelle persone o nellʼatto della creazione. Puoi raccontarci della tua ultima spedizione? Con chi eri e in che modo scegli il tuo/tua compagno di corda? Se possiamo definire spedizione la scalata di big walls in Yosemite, allora è stata quella. Ho provato a scalare la via The Nose insieme a Lynn Hill. Per ogni via che ho in mente di fare, in qualche modo cerco di immaginare quale potrebbe essere il partner perfetto per farla. Mi faccio domande del tipo: come affrontera tutte le varie situazioni? Avrà le giuste capacità? Il mio partner sarà in grado di fare team? Questi sono fattori molto importanti da conoscere prima, ma in realtà, molto spesso succede che la relazione cresca semplicemente da un giorno all’altro. Puoi pianificare, pensare e immaginarti come andrà, ma ci sono così tanti fattori che non si possono programmare e in quel caso bisogna avere le capacità per vivere il presente pienamente e saper improvvisare e vedere le cose sempre in modo positivo.
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Si parla moltissimo di sostenibilità e dell'essere sempre più green. È una questione difficile. Siamo tutti sensibili in modi differenti e tutti noi abbiamo determinate cose a cui teniamo in particolare modo. Per esempio, vedere un pezzo di vetro gettato nella spazzatura indifferenziata, mi ferisce, ma dover prendere un aereo per lo Yosemite per lavoro non mi infastidisce. Quello che è più importante per me, è essere se stessi senza essere giudicati. Dobbiamo farci guidare dal buon senso, ma senza essere pedanti. Qualche consiglio da darci su come comportarsi in falesia? Se si è in grado di essere rispettosi con se stessi, si avrà la stessa attitudine a comportarsi così anche verso gli altri. Questo renderà fantastica la vostra giornata arrampicatoria!
Se si è in grado di essere rispettosi con se stessi, si avrà la stessa attitudine a comportarsi così anche verso gli altri.
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Cal Major BY GIULIA BOCCOLA PHOTO JAMES APPLETON
Dopo soli pochi minuti di conversazione con Cal, ho provato una grande ammirazione. Grazie al suo amore per l’oceano, sta cercando in tutti i modi di smuovere le coscienze riguardo il problema dell’inquinamento e della plastica e di far capire che se ci uniamo ed agiamo tutti insieme il cambiamento non è un’utopia.
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Raccontaci di te?
Ciao! Sono una veterinaria, una surfista e un avvocato dell’oceano. Sono cresciuta nel nord-ovest del Regno Unito, ho frequentato l’università di Edimburgo e ora vivo nel Devon, nel sud-ovest, proprio vicino al mare. L'oceano è stata la mia vita e la mia passione per molto tempo, dopo che mi sono innamorata del mondo sottomarino mentre facevo immersioni sulla Grande Barriera Corallina quando avevo 18 anni.
Sei considerata un’eco guerriera, parlaci del tuo progetto Paddle Against Plastic?
Paddle Against Plastic nasce dall'esigenza di trasmettere un messaggio positivo sull'inquinamento plastico. Ho sempre visto tantissimo inquinamento sulle spiagge che amo dopo ogni sessione di surf, ogni passeggiata lungo la costa. Ero sconvolta dalle storie di animali che vi si intrappolavano o che morivano di fame dopo averlo ingerito. Ho fatto la mia prima spedizione con lo stand up paddle da sola lungo le coste della Cornovaglia, per focalizzarmi sul problema della plastica in quei luoghi, ma anche per dare alle persone delle semplici soluzioni di cui andare fieri. Ho cercato di incoraggiare le persone ad utilizzare delle bottiglie d’acqua riutilizzabili al posto di quelle di plastica, che impiegano oltre 450 anni a degradarsi nell’ambiente.
Mi racconti il tuo epico viaggio lungo la costa della Cornovaglia?
1000 miglia e 59 giorni è stata la durata della mia spedizione da Land's End a John O'Groats, la linea trasversale che passa per l’intera isola da sud-ovest a nord-est. Nel 2018 ho finalmente intrapreso una sfida a cui avevo pensato per diversi anni. Pagaiare le 1000 miglia della lunghezza del Regno Unito. La distanza da Land's End a John O'Groats è stata percorsa con quasi tutti i metodi di trasporto, ma mai prima su un paddleboard in piedi! Ancora una volta, ho voluto aiutare le persone a diventar parte della soluzione all'inquinamento plastico, ma con questa spedizione in particolare ho voluto evidenziare tutte le sorprendenti azioni positive che si verificano nel nel Regno Unito e nelle sue comunità dalle aziende e dai singoli, per affrontare il problema; ho usato la spedizione come veicolo per ispirare ulteriori cambiamenti positivi. Stavo anche raccogliendo fondi per due associazioni di beneficenza per la salute mentale - Vetlife e The Samaritans - in onore di un caro amico che aveva perso la battaglia contro la depressione poco prima che partissi. Speravo di instillare nelle persone l’idea che il tempo passato in natura può essere molto utile per il nostro benessere mentale e nel formare una connessione con il mondo naturale che ci spinge poi a volerlo proteggere. La spedizione è stata la cosa più dura che abbia mai fatto, remavo dalle 8 alle 12 ore al giorno con una media di circa 30 miglia. Il giorno più lungo è stato di 16 ore e 64 miglia ed è stata più una battaglia sia mentale che fisica. Ho un profondo rispetto per l'oceano e il potere di madre natura dopo aver passato così tanto tempo in mare nelle mie precedenti spedizioni e sono stata molto attenta alle maree e al vento. Tuttavia su una tavola da paddle sei molto vulnerabile alle condizioni, quindi ho passato molto tempo a combattere in mare da sola. Ma ho anche adorato il tempo trascorso sull'oceano, il luogo in cui guarisco e vivo, un posto così pieno di bellezza, pace e fauna selvatica. Ero nel mio elemento. Ho remato con foche e delfini, le sule si tuffavano intorno a me e le pulcinelle di mare mi circondavano. Sono rimasta colpita da quanto sia cruciale una connessione con il proprio ambiente nel guidare il desiderio di proteggerlo, con così tante comunità costiere che si uniscono per trovare modi collaborativi per ridurre la plastica che finisce sulle spiagge che amano.
E riguardo la circumnavigazione in sup che hai fatto da sola sull'isola di Skye?
Nel 2017 ho circumnavigato l'isola di Skye, al largo della costa occidentale della Scozia. Sono rimasta completamente sola per 12 giorni e ho imparato quanto fosse importante il collegamento con la natura per la mia forza e il mio benessere. Mi è piaciuto immergermi in quell'ambiente e osservare tutto, vedere cose a cui prima non avevo prestato attenzione. Ho trovato tanta plastica su quelle spiagge remote che non sono molto accessibili via terra. Su una spiaggia mi sono imbattuta in una bella mucca, che stava masticando una rete da pesca. Ne aveva inghiottito una parte, ed è stata in piedi davanti a me per 30 minuti con una rete che le pendeva dalla bocca, salivava pesantemente e masticava. Non ero in grado di avvicinarmi abbastanza a lei per aiutarla e come veterinaria mi sentivo molto angosciata nel vedere un animale in pericolo senza poterlo aiutare. Alla fine è stata in gradodi rigurgitare la rete ma c'era il resto della sua
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mandria e un gregge di pecore che frequentavano quella spiaggia piena di plastica ammucchiata e la consapevolezza di quanto la plastica sia onnipresente e abbia la capacità di distruggere una vita mi ha improvvisamente colpito.
Sei stata alle Maldive, con il progetto Olive Ridley, potresti parlarci di questa esperienza?
Quest'anno sono stata davvero fortunata a trascorrere quasi un mese alle Maldive. La prima settimana era a bordo di una nave da ricerca con gli scienziati e i veterinari del progetto Olive Ridley, che sorvegliavano le barriere coralline per le popolazioni di tartarughe. Alle Maldive, nonostante il paese stesso peschi prevalentemente con metodi di palo e di linea, ritrovare tartarughe nelle reti da pesca è un evento molto comune. L'Olive Ridley Project è una meravigliosa organizzazione benefica creata per combattere questo problema, attraverso il soccorso fisico e la riabilitazione delle tartarughe aggrovigliate che hanno spesso subito ferite mortali, rimozione di reti, educazione e consapevolezza. Ero lì anche per condurre una spedizione con il sup di 100 km attorno a uno degli atolli, l'atollo di Baa, con tre donne fantastiche come mie compagne di squadra: una britannica e due maldiviane. Abbiamo condotto pulizie in spiaggia insieme alle comunità locali, parlato a scuole e resort mettendo in evidenza le azioni positive in atto, per ispirare ulteriori cambiamenti all'interno del paese. Abbiamo trovato tartarughe impigliate nella plastica, tartarughe sottoposte a intervento chirurgico per rimuovere le pinne che sono state danneggiate irreparabilmente, visto micro plastiche sospese nei canali di alimentazione delle mante, barriere coralline sbiancate dai mari riscaldati, l’acidificazione dell'oceano e bottiglie di plastica che rivestivano porti e spiagge delle isole locali. Era così difficile rimanere positivi. Tuttavia, abbiamo anche visitato villaggi e isole che stavano facendo tutto ciò che era in loro potere per combattere il problema e abbiamo avuto conversazioni illuminanti e promettenti con il ministro dell'ambiente il cui piano è quello di rendere le Maldive neutrali dal punto di vista del carbonio e prive di bottiglie di plastica nel prossimo futuro. Il paese è iper consapevole della sua vulnerabilità alle attività umane: in quanto il paese più basso del mondo in cui punto piu alto sfiora i 2,5 metri sul livello del mare, sarà il primo ad essere vittima dell'innalzamento di quest’ultimo. Sta facendo tutto ciò che è in suo potere per minimizzare il proprio impatto. Eppure c’è bisogno di un'azione globale per salvare il paese, la sua straordinaria fauna selvatica e gli ecosistemi dalla rovina. Le reti da pesca arrivano da molto lontano come lo Sri Lanka e l'India e le emissioni di carbonio in tutto il mondo stanno causando l'acidificazione e il riscaldamento dell'oceano che sta uccidendo le barriere coralline. Dobbiamo tutti agire prima che sia troppo tardi.
Cosa dovremmo fare per essere più responsabili nei confronti degli oceani?
La prima cosa è comprendere quanto gli oceani siano importanti per le nostre vite. Non sono solo i surfisti o le persone che passano fisicamente il tempo negli oceani a trarne beneficio: producono più della metà dell'ossigeno che respiriamo sulla Terra. Gli ecosistemi e la vita richiedono protezione non solo perché sono belli da guardare o affascinanti da conoscere, ma perché sostengono letteralmente la nostra vita sulla Terra. Penso che come razza umana siamo sempre più distaccati dal mondo naturale. Riconnetterci, in un modo che è significativo e personale per noi, che si tratti degli oceani, delle montagne o di un fiume o un canale vicino a dove viviamo, è il primo passo per capire quanto siano importanti per il nostro benessere fisico ed emotivo, e nel guidare il desiderio di proteggerli.
Cosa dovremmo evitare di fare?
Iniziare a prendere nota della plastica monouso che usiamo nella vita di tutti i giorni e ridurla dove possiamo. Iniziare con una bottiglia d'acqua riutilizzabile e sfruttare al massimo l'acqua del rubinetto pulita e gratuita. Bisogna sperimentare e vedere dove ci porta.
Hai pianificato nuove avventure per diffondere il tuo messaggio?
Assolutamente! Questo mese andrò a remare sul fiume Tay, il fiume più lungo della Scozia, dalla sorgente al mare. Più avanti nell'anno farò un tour nel Regno Unito con il film della mia spedizione di Land's End to John O'Groats, tornerò sui miei passi ma questa volta sulla terra in bicicletta.
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I've been to the end of the world BY CA R LOT TA M O N TA N E R A PHOTO FRANCESCA GRANA
I L S I L E N Z I O D E L L A PATAG O N I A HA RIEMPITO OGNI ANGOLO DI ME La Terra del Fuoco è la regione più a sud del mondo e io l’ho sempre guardata con meraviglia. L’idea che un uomo, viaggiando verso sud, incontri prima il caldo torrido dell’equatore e l’umida afa dei tropici e poi, andando fino in fondo, si ritrovi nel mezzo dei ghiacciai più estesi del mondo, è un’idea che mi fa impazzire. Un luogo abitato da colonie sconfinate di pinguini, leoni marini e da solitari esseri umani, un luogo che, quasi per ironia, porta nel suo nome ciò che di più caldo esista, il fuoco.
Ushuaia
Arrivo ad Ushuaia la sera tardi ed è buio. Scendo dall’aereo e respiro l’aria australe. Ushuaia resta in silenzio la notte. I turisti tremano dal freddo negli hotel e gli abitanti o sono in mare a pescare o dormono quelle poche ore che li separano dall’alba. Le ombre fanno presagire montagne coperte di bianco e boschi scuri e folti, che il giorno della gara vengono quasi nascosti dalla neve, che cade incessantemente. Nel tempo libero vaghiamo per le due vie della città, parallele e quasi identiche, non fosse che una è sul mare. Una fila di di case di lamiera, insegne discordanti e auto sgangherate assiste alle giornate lente dei fueghini. I colori sono resi più vividi grazie al cielo estremamente terso, ma si respira un’aria da luogo dimenticato da Dio, abitato da pionieri e galeotti. Pochi sono quelli che sorridono, quasi solo i trail runner che sono venuti qui per correre la Ushuaia by UTMB, come noi. Cerchiamo "Io mi sento gli angoli più solitari e li trocome la Terra viamo. I nostri compagni prediletti sono i cani, che qui gidel Fuoco: rano slegati e liberi, come noi. solitaria Ogni mezz’ora circa mi viene detentrice di in mente un pensiero, ricorrenestremità gelate te come il suono di una campae sognatrice dal na “sei alla Fine del Mondo, da Torino sei arrivata alla fine del cuore caldo." mondo per correre”.
Da bambina quando qualcuno accennava a questa terra magica, la Terra del Fuoco, mi venivano in mente le parole che ripeteva la nonna prendendomi per mano: “Carlotta, hai le mani fredde, e il cuore caldo”. Io mi sento come la Terra del Fuoco: solitaria detentrice di estremità gelate e sognatrice dal cuore caldo. Facile capire quindi come la decisione di partire per Ushuaia per correre una gara di ultra-trail ha fatto capolino senza fatica: “correre alla Fine del Mondo” ho letto nella presentazione della Ushuaia by UTMB e mi sono immediatamente vista tra foreste e rocce ghiacciate. Avessi seguito il mio solito istinto da “io viaggio da sola” avrei fatto il biglietto per il volo senza lasciar passare un giorno. Invece ho aspettato quel tanto da avere il tempo di parlarne con un’amica e non un’amica qualunque, l’amica con la quale condivido la passione per i dettagli impopolari e i volti più nascosti, Francesca. Lei fotografa, io raccontastorie. E siamo partite.
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Francesca mi guarda, quasi con apprensione ad ogni mio sussulto entusiasta. Mi ha sentita esclamare “bello!” così tante volte che deve parerle un ritornello. Io mi esalto per ogni dettaglio scalcagnato di questa cittadina di lamiera battuta dal vento. Lei scatta foto che forse si comprendono solo se a Ushuaia si è stati. Cerchiamo di intrappolare quella luce, quell’aria fredda, quel silenzio in parole e scatti, senza forse riuscirci. Eppure il marchio “Fin del Mundo” lo portiamo impresso in quel punto nascosto tra cuore e cervello.
I cavalli selvatici del parco ci guardano immobili, gli occhi parzialmente coperti da criniere mai tagliate da mano umana. Il parco è immenso e da ogni angolazione le Torri sembrano diverse. Da est i denti sono pesanti e imponenti, da ovest, all’alba, si stagliano esili e altissimi a bucare il cielo. Ai piedi del massiccio la lingua di ghiaccio del Glaciar Grey ci lascia fantasticare sulla massa di ghiaccio che è il Hielo Patagonico Sur. Un paio di iceberg galleggiano sulla superficie del lago glaciale, che riflette le vette. Il ghiaccio che si rompe produce un suono incredibile. Un boato che parte lentamente per terminare fragoroso.
La Patagonia cilena
Lasciamo Ushuaia in autobus. Sono le sette del mattino e a questa latitudine albeggerà tra un’ora abbondante. I vetri del bus sono ricoperti di condensa. Io ho fame e freddo come sempre e invidio la tazza di yerba mate dell’autista, appoggiata tra cambio e cruscotto. Quando inizia ad albeggiare stiamo lasciando la Terra del Fuoco. Distese di nulla e guanachi accompagnano il viaggio verso il Cile. Tra meno di 24 ore saremo ai piedi delle Torres del Paine, uno dei miei sogni iconici di sempre. Le Torri del Paine sono montagne emblematiche per i turisti di questa terra. Tre denti di granito grigio e rosa attorniate dalla prateria senza fine. Assomigliano alle Tre Cime di Lavaredo, ma le dimensioni non lasciano dubbio sul fatto che qui siamo in piena Patagonia e non sulle Dolomiti.
La Patagonia settentrionale e la Regione dei Laghi
Per arrivare a Puerto Montt prendiamo un volo interno. La Regione dei Laghi e l’Isola di Chiloè, al limite nord della Patagonia, sono ritagliate tra i fiordi. I Paesaggi, qui, sono diversi. Le montagne sono lontane come il turismo più scontato. Il nostro viaggio alla ricerca dei dettagli riprende all’insegna dei colori. In questa regione, scossa da terremoti sconcertanti che hanno raggiunto magnitudo apocalittiche, le persone sono semplici e le case in legno di larice andino. Le strade, dalle pendenze ideali soltanto per le ripetute in salita, sono ortogonali e decorate da facciate sbilenche e magnifiche. Non ho mai apprezzato le cose perfette, è proprio ciò che è storto che mi affascina e non riesco a non innamorarmi di queste porte di legno che non conoscono gravità.
Arriviamo dopo quasi due giorni di viaggio ai piedi dei giganti ed io mi sento come un cane che viene portato ai giardinetti dopo una settimana di pioggia. Inizio a correre senza aspettare Francesca sul sentiero perfettamente ritagliato nell’erba verde e ritorno a lei ogni chilometro. Proprio come un cane. Peccato non avere il fiuto del cane, perché grazie alla mia avidità di paesaggi ci perdiamo. La verità è che perdermi in questa grandezza mi fa sentire felice. Una solitudine profonda che rende liberi. Un silenzio che recide le corde che ci legano alla realtà. Ritornando sui nostri passi saltiamo tronchi senza pensare, affondiamo nel fango umido del sottobosco senza frenarci. Di fronte a noi la natura sfoglia le sue pagine più nascoste. Anche qui i nostri compagni sono animali.
La mattina presto la luce è incredibile e si fa spazio tra il fumo dei camini a legna delle case con forza. Sembra sempre di essere in scena a teatro, su un palco polveroso, illuminati da un occhio di bue che ritaglia un cono di luce sull’azione. Ripartire per Santiago mi spezza il cuore. Non so se sono di nuovo pronta ad affrontare la città. Il silenzio della Patagonia ha riempito ogni angolo di me. Quando arriviamo alla stazione degli autobus in centro, la magia del vento patagonico ci abbandona. Siamo nuovamente Carlotta e Francesca, una raccontastorie e una fotografa, amiche casuali del mondo della corsa. Entrambe con quel tatuaggio, in quell’angolonascosto tra cuore e cervello.
I O S O N O STATA A L L A F I N E D E L M O N D O.
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Nataša Lops Over the creativity BY DENIS PICCOLO
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Ciao Nataša, raccontami di te. Mi chiamo Nataša, sono per metà bosniaca, per metà olandese. Sono cresciuta in Olanda vicino a una grande città, Rotterdam. Durante tutta la mia adolescenza ero un vero “topo di città”, come mi chiamava scherzando il mio ragazzo. Girovagavo per le strade cercando graffiti, volantini e riviste, passavo delle ore nei negozi di dischi con mio papà. Adoravo suonare e disegnare. Le domeniche passavamo il tempo alla spiaggia dell’Aja, dove ho visto i surfisti la prima volta, e ne sono rimasta molto colpita. Ho cominciato a a fantasticare, pensando che magari un giorno ci avrei provato anche io. Mentre frequentavo la scuola d’arte finalmente ho iniziato a surfare, camminare e viaggiare, e per me è cambiato tutto. Sono rimasta affascinata dagli dagli sport da tavola, gli oceani, le montagne, qualsiasi cosa riguardasse ľoutdoor. Raccontami della tua carriera artistica. Ho studiato graphic design al Williem de Kooning a Rotterdam. A scuola sperimentavo tanto, non avevo ancora uno stile ben definito, e facevo tutto a mano. Non mi piaceva farmi sopraffare dalla tecnologia. Sono stata fortemente influenzata dagli artisti con radici nello skateboarding, nel surf, punk, hip hop e graffiti. Il mio primo lavoro dopo la scuola è stato occuparmi della comunicazione di un’azienda familiare. Era un lavoro bello grosso e lungo e in quel periodo ho cominciato a dar forma al mio stile di illustrazione, facendo un sacco di lavori personali. Dopo aver passato due anni in quell’azienda, mi sono licenziata e trasferita in Australia per un po’, dove sono stata influenzata ancora di più dalla cultura del surf. Una volta tornata sono stata assunta come, fui assunta come graphic designer dalla O’Neill, un sogno divenuto realtà, mi dava il meglio dai miei due mondi, quello del surf e quello della grafica. Ho incontrato persone meravigliose lì, come Jelle, che sosteneva la mia arte. In questi ultimi due anni invece sto lavorando per una piccola agenzia pubblicitaria di Amsterdam dove sto imparando il prop making e l’animazione. Dove prendi l’ispirazione? Dal tempo passato all’aria aperta e dalla creatività degli amici. Instagram è un posto spettacolare per cercare ispirazione da atleti, videomakers e artisti legati alla cultura dello skate e del surf, e in più passo ore nei negozi di libri e riviste. Jelle mi da un sacco di stimoli indicandomi fotografi documentaristi e ha un enorme collezione di riviste, potrebbe aprirci un negozio!
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A scuola sperimentavo tanto, non avevo ancora uno stile ben definito, e facevo tutto a mano. Non mi piaceva farmi sopraffare dalla tecnologia. Sono stata fortemente influenzata dagli artisti con radici nello skateboarding, nel surf, punk, hip hop e graffiti.
Possiedi uno stile molto personale. Credo sia a causa del mio passato di designer. Ci hanno insegnato a comunicare l’essenza, semplice e potente, ecco perché la maggior parte delle volte uso solo linee in bianco e nero. Poi dipende anche dal mio umore se fare cose molto elaborate, inserendo motivi, puntini, colori. In un mondo digitale, quanto è importante distinguersi con il lavoro manuale? Un sacco di gente mi da della pazza perché disegno a mano, “perché non usi l’iPad o il computer, è molto più veloce...” mi dicono. Ma non mi importa. Adoro il processo manuale, l’odore della carta nuova e dei miei pennarelli, avere scarabocchi in giro per la stanza. Perché ricreare la sensazione con il computer, se sei in grado di fare una cosa, sporcandoti le mani. Mi piace prendermi il mio tempo. Quando lavoro per me stessa non voglio avere fretta, è una gioia, mi rilassa. In uno dei tuoi ultimi lavori hai disegnato su delle fotografie. Ero all’O’neill e io e Jelle eravamo colleghi. Lui diceva sempre che avremmo dovuto fare una mostra assieme. Jelle stava sempre a far foto, io sempre a disegnare, 1+1=2. Gli artisti di solito lavorano da soli, ma nella collaborazione con Jelle Mul hai dovuto lavorare assieme a un altro artista. È stato qualcosa che ha limitato la tua ispirazione? È molto divertente lavorare con Jelle, abbiamo lo stesso stile e ci piace lavorare divertendoci. Negli ultimi due anni abbiamo fatto una mostra l’anno. Jelle mi da una serie di sue foto stampate e io ci disegno direttamente sopra. Esiste solo un pezzo originale, le persone li possono comprare e il 100% dei profitti va a delle organizzazioni a sostegno dell’outdoor o della natura a loro scelta. Quanto è importante per te esprimerti attraverso la tua creatività? Sono timida e non parlo molto, ma attraverso delle immagini riesco ad esprimermi e anche molto bene. Qualche anno fa mio padre si ammalò gravemente e alla fine morì. Disegnare mi ha aiutata tantissimo in quei momenti difficili, era quasi una forma di meditazione. Ecco perché il mio stile è diventato più dettagliato negli ultimi anni e include delle fantasie, piccole o estese. Molti dei tuoi lavori sono collegati al mondo outdoor, perché? Dopo la scuola ho viaggiato molto e visto un sacco di posti nuovi, sviluppando una grande attrazione per i luoghi selvaggi, soprattutto per gli oceani. Immagino si rifletta nei miei lavori. Cosa significa l’outdoor per te? Lo associo alla natura selvaggia. Penso che la parola “selvaggia” renda al meglio i sentimenti e le immagini che ho in testa. La natura è poi così lontana dall’arte? Per me la natura è arte. Tutti quei motivi incredibili, colori, strutture, forme presenti nelle sue creature, della vegetazione e dei paesaggi. La natura è stata maestra nel dare forma a cose meravigliose nel corso di milioni di anni ed è la mia fonte di ispirazione. E cosa farà Nataša nel prossimo futuro? Ho una lista sempre in aggiornamento di progetti che voglio fare e nuove tecniche da sperimentare. Ogni volta che tolgo dalla lista un progetto concluso ne aggiungo altri dieci nel frattempo. Spero quest’anno di riuscire a trovare il tempo per qualcuna di queste idee che ho in mente, come un libro fotografico con Jelle, creare disegni a grandezza naturale, ideare fantasie per tessuti, cartoleria, provare a fare animazione etc. etc.
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Per me la natura è arte. Tutti quei motivi incredibili, colori, strutture, forme presenti nelle sue creature, della vegetazione e dei paesaggi. La natura è stata maestra nel dare forma a cose meravigliose nel corso di milioni di anni ed è la mia fonte di ispirazione.
The Forager M I C H I A M O VA L E R I A M A R G H E R I TA M O S CA E SONO UNA FORAGER
Ricordo perfettamente la prima volta che pensai di mettere delle foglie e alcuni rametti di pino in padella. Avrò avuto 9 o 10 anni ed ero accovacciata nello spazio sotto al balcone sul prato della casa di montagna dove ero solita passare l’estate. Ero appena tornata da un lungo vagabondare nella foresta vicina dove avevo guardato gli altissimi tronchi degli abeti e dei larici svettare verso il cielo. Me ne ero innamorata ed era stato naturale chiedermi se quella vibrante materia vegetale potesse avere lo stesso inebriante, intenso e aromatico sapore che le mie narici catturavano nell’aria sotto forma di odore e di cui i miei percettori chimici erano inesorabilmente attratti.
della mia quotidianità. Crescendo ho sempre cercato in ogni modo di far collimare le mie esperienze di giovane raccoglitrice negli studi, prima di antropologia e poi di cucina, e poi nella mia attività di guida in montagna, dedicandomi ad un continuo approfondimento delle scienze alimurgiche e della materia selvatica ad uso alimentare. Ho esplorato moltissimi ambienti naturali incontaminati e raccolto e catalogato piante, alberi, muschi, licheni, molluschi, alghe e fiori commestibili analizzandone le caratteristiche organolettiche e nutrizionali, la tossicità e le connessioni chimiche con l’ambiente fino a che, nel 2010, ho deciso di fondare il primo food lab italiano dove dar seguito e concretezza a queste ricerche.
Perciò iniziai a immaginare e fantasticare, cucinando per gioco, e a riempire i miei pentolini di aghi, cortecce, foglie e persino sassi. Poche stagioni dopo, osservando la nonna, cresciuta in una valle molto isolata che si chiama Val Zebrù, mi accorsi che non solo raccoglieva alcune parti delle stesse piante ma che, con più cognizione di causa rispetto a quella che avevo usato io nelle mie insolite ricette, preparava sciroppi, rimedi e, a volte, intere cene con il suo raccolto. Da quel giorno raccogliere vegetali è entrato a far parte
Tutt’ora però quei sapori, per nulla esotici, scovati nel bosco da bambina, rimangono tra i miei preferiti e guardo sempre con gratitudine al giorno in cui l’amore per la foresta e il suo sapore mi hanno aperto la porta a un mondo dove esplorazione, sport (per fare foragng si utilizzano diverse discipline sportive che vanno dal trekking all’immersione), antropologia, identità culturale, geografia, botanica, tutela ambientale, gastronomia e scienza
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ingredienti di origine selvatica, andando oltre a quelli già utilizzati nella nostra tradizione, e catalogandone di nuovi e nuovi sotto il punto di vista nutrizionale, proprio come stiamo facendo a wooding, può essere una scelta molto contemporanea di recupero della nostra identità e tradizione e di veicolo di concetti molto attuali e direi quasi “ fondamentali” come la sostenibilità alimentare e la cooperazione e tutela dell’ambiente. Il cibo selvatico se raccolto attraverso regole oramai codificate è infatti cibo a zero impatto sull’ambiente ed è una risorsa enorme e immediatamente disponibile. Essere forager significa saper considerare l’ambiente una risorsa da usare ma nel rispetto più totale. Un concetto davvero contemporaneo. E la formazione in questo senso non è solo utile. E’ fondamentale. A fronte di migliaia di specie vegetali, catalogate come commestibili, ne esistono moltissime, spesso simili tra loro, che sono tossiche e pericolose se ingerite. Fare foraging senza una guida o senza una preparazione adeguata è sconsigliato e dannoso sia per l’ambiente che per noi stessi. Avvicinarsi al foraging significa prima di tutto conoscere l’ambiente, studiare gli ecosistemi, le dinamiche che li muovono, l’etnobotanica, la botanica, il territorio e la geografia.
collimano in un insieme ragionevole, necessario, entusiasmante ed estremamente attuale. Il foraging in realtà è un’attitudine che appartiene al genere umano e animale da sempre. L’uomo è nato raccoglitore ed è rimasto tale fino a poco più di un secolo fa. Il termine al giorno d’oggi identifica l’azione di andare a raccogliere vegetali o parte di essi, molluschi di acqua o terra e insetti adatti al nutrimento umano in territori naturali il più incontaminati possibile. Quando il foraging era un’attività comune la conoscenza riguardo la raccolta era seriamente contemplata grazie a una vera e propria scienza, l’alimurgia, che studiava la possibilità di cibarsi di alimenti selvatici in periodi di carestia o povertà o per scelta o per necessità. Fino alla fine del 1800 la dieta del ceto medio o basso era composta per gran parte proprio da cibo selvatico in quanto ciò che veniva coltivato (non esisteva l’agricoltura intensiva) era poco ed era destinato di solito ai ceti più ricchi. Gli ingredienti selvatici sono stati quindi parte importantissima della nostra identità culturale. Recuperare queste tecniche e questi ingredienti e continuare la catalogazione degli
Il foraging in realtà è un’attitudine che appartiene al genere umano e animale da sempre. L’uomo è nato raccoglitore ed è rimasto tale fino a poco più di un secolo fa.
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Questa conoscenza ci rende rispettosi e cooperativi con l’ambiente. fare questo lavoro mi regala davvero ogni giorno la possibilità di essere davvero “connessa”. Sentirmi parte dell’ambiente naturale mi aiuta anche a capire meglio alcune dinamiche che ritengo fondamentali per la crescita personale di ognuno di noi. Mi ha reso responsabile nei confronti delle vere necessità. Insomma, con i piedi per terra. Inoltre raccogliere e riportare la fatica nella nostra esistenza comprendendo i limiti che esistono sul nostro pianeta credo sia qualcosa di molto sano al giorno d’oggi dove siamo abituati a ritenere casa le mura del nostro appartamento. dovrebbe essere la fuori la nostra casa.
nostri ecosistemi come un'importante risorsa alimentare e culturale e chiarifica il mio intento di invitare il lettore ad avvicinarsi agli ecosistemi per imparare a conoscerli e, di conseguenza a rispettarli e proteggerli. In questo senso il foraging diventa un mezzo, un veicolo o un pretesto per insegnare un’educazione ambientale cosciente e molto utile. È pazzesco vedere come cambia l’atteggiamento delle persone che scoprono i misteri della raccolta spontanea.È una delle soddisfazioni del fare i corsi, vedere con quanta partecipazione le persone si cimentano in qualcosa di nuovo e, nella maggior parte dei casi, vengo a sapere, poi, che non è stato un caso isolato, ma che hanno continuato, chi sporadicamente, chi con più convinzione, con una consapevolezza maggiore. Le persone che partecipano ai corsi mi dicono quasi sempre che cambia il loro modo di osservare. Divengono più presenti e più attente. Vivono con maggior consapevolezza l’attimo presente e il rapporto con l’ambiente.
Dovremmo trovare il senso di stabilità, di equilibrio e di benessere in mezzo a una foresta, su un passo di alta montagna, dispersi in qualche angolo incontaminato. Il mio nuovo libro, recentemente uscito per Giunti, Imparare l’arte del foraging, prima di essere un manuale di raccolta, è proprio una guida di esplorazione ambientale. Suddiviso in capitoli che rappresentano habitat diversi presenta il cibo selvatico disponibile nei
A me tutto ciò rende più felice. La natura mi insegna ogni giorno e mi ha insegnato a vivere e a comprendere l’esistenza.
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TITOLO LIBRO
I M PA R A R E L ' A RT E D E L F O R A G I N G CONOSCERE, RACCOGLIERE, C O N S U M A R E I L C I B O S E LVAT I C O AUTORE
M O S C A VA L E R I A M A R G H E R I TA
CASA EDITRICE
GIUNTI EDITORE
Esperta di foraging con una passione per il trekking e l’esplorazione, Valeria Margherita Mosca ci apre il mondo della raccolta del cibo spontaneo. Un mondo che è futuro, sostenibilità, bellezza, avventura e che invita a riconnettersi con la natura nel modo più semplice: cibandosi di ciò che offre. Oltre 150 specie di erbe, fiori, arbusti, alberi, frutti, funghi, ma anche licheni, alghe e molluschi – comuni nel nostro habitat o incredibili e quasi misteriose – si alternano a tanti suggerimenti per conoscere ed esplorare gli ambienti più diversi.
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Wafaa Amer ITW AGNESE BLASETTI P H OTO M AT T EO PAVA N A
Ventidue anni, orgini egiziane, Wafaa Amer si è fatta strada sul palcoscenico dell’arrampicata femminile in tempi record. Dita d’acciaio e sorriso smagliante, Wafaa ci racconta dei suoi esordi e della difficoltà di essere una ragazza musulmana lontana da casa.
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Raccontaci un po’ di te. Sono arrivata in Italia a otto, nove anni, e ho cominciato a scalare a quindici. Nella mia scuola promuovevano corsi di attività fisica un po’ “alternativi” e tra questi c’era l’arrampicata. Non avevo molta libertà, e frequentare un corso di arrampicata (misto!) era del tutto fuori discussione. Per di più, non avevamo molti soldi e per mio padre mantenere cinque persone non era certo facile. Ma la mia migliore amica, che scalava già da qualche tempo, ci teneva molto che io provassi questo sport e mi regalò la tessera per il corso. E com’è andata? Per me era tutto nuovo, nel villaggio da cui vengo, non esiste tecnologia. Non avevo mai visto una palestra in vita mia e quando sono entrata, vedendo tutte quelle prese colorate, i pannelli, ho pensato “Wow! Anche le donne possono fare sport!” Frequentando altre persone al di fuori della mia famiglia ho cominciato a cambiare, a capire che c’erano altri modi di vivere, e questo forse mi ha resa un po’ ribelle. Se fossi rimasta in Italia, ma vivendo secondo le nostre tradizioni, forse ora sarei rimasta anche io con una mentalità più tradizionale. Mi vedo diversa dalle mie sorelle, ma loro rispettano e approvano la mia scelta di vita, come io rispetto la loro. Mi vogliono bene, e sono felici se io sono felice.
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[...] Non avevo molta libertà, e frequentare un corso di arrampicata era del tutto fuori discussione. Per di più, non avevamo molti soldi e per mio padre mantenere cinque persone non era certo facile. Ma la mia migliore amica, che scalava già da qualche tempo, ci teneva molto che io provassi questo sport e mi regalò a tessera per il corso.
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Nella mia tradizione la donna ha un ruolo molto preciso, ovvero bisogna essere brava a cucinare, a mettere a posto casa, a badare ai figli.
È anche per questo che sono nata in palestra, e non su roccia, anche se mi piace molto di più. Andare in falesia era più complicato da nascondere che la palestra, non riuscivo sempre a rientrare prima che mio padre tornasse dal lavoro, avevo paura che mi scoprisse. Era difficile, quando mi divertivo non mi accorgevo che si stava facendo tardi. Avevo già fatto qualche gara, stavo diventando brava e scalare per me era sempre più importante. Nella mia testa non stavo facendo niente di male, non è che mi drogassi o andassi in giro a ubriacarmi, e mi faceva davvero male questa sua disapprovazione. Nella mia tradizione la donna ha un ruolo molto preciso, ovvero bisogna essere brava a cucinare, a mettere a posto casa, a badare ai figli. Sicuramente per te dev’essere stato difficile conciliare la tua cultura con quella Italiana. In che modo l’arrampicata ti ha aiutato a uscire da questi schemi? Io devo alla scalata quello che sono diventata oggi, ho scoperto cose che agli occhi delle altre persone possono sembrano stupide ma per me non lo sono. La prima volta che sono andata a mangiare una pizza con gli amici della palestra, non sapevo come tagliarla! Non ero mai stata a cena fuori, e in Egitto si mangia con le mani (ride). L’arrampicata mi ha regalato molte “prime volte”, me le ricordo una per una: la prima pizza, la prima volta che ho messo il costume da bagno, la prima volta che ho preso un treno. Da qualche anno ormai vivi e arrampichi a Finale Ligure. È di sicuro uno dei posti più famosi tra gli scalatori italiani ed europei, è per questo che hai deciso di vivere proprio lì? Sono finita a Finale quasi per caso. Avevo appena compiuto diciotto anni e come da tradizione sarei dovuta ritornare in Egitto per continuare lì la mia vita. Per me era impensabile l’idea di abbandonare la mia vita in Italia, per questo decisi di andare via di casa. Avevo degli amici in Liguria che mi hanno appoggiato in quel difficilissimo periodo. All’inizio ero combattuta, mi sembrava di stare tradendo la mia famiglia, la mia cultura, la mia religione. Ma è stata una mia scelta e oggi ne vado orgogliosa.
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[...] Frequentavo il corso la mattina, poi ho scoperto che con la stessa tessera si poteva accedere alla palestra anche il pomeriggio. E lì sono cominciati i problemi. Mio padre non approvava, e io presi a uscire di nascosto pur di andare a scalare, aiutata da mia mamma che per fortuna si fidava di me e dalle mie sorelle e il mio fratellino.
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È stata una scelta importante per una ragazza così giovane, hai dimostrato una grande forza di volontà. Come hai fatto per mantenerti? La verità è che non sono mai stata davvero sola, mi hanno aiutato tante persone. Il primo periodo sono finita in un agriturismo a Feglino, di proprietà di due miei amici. Sono stati la mia prima casa e il mio primo lavoro. Davo loro una mano e in cambio potevo abitare lì. Ora sono diventati la mia famiglia, anche se ogni settimana torno in Piemonte per vedere mia madre. Ci ho messo due anni per stabilirmi, ho fatto diversi lavori, sai, i soliti, cameriera, baby sitter, receptionist in un campeggio... nel frattempo ho continuato a scalare. Vivere a Finale mi ha permesso di scalare di più su roccia, dove ho ottenuto i primi risultati importanti (Radical Chic, Hyaena). Ti sei distinta sia per i tuoi risultati nelle gare, sia per le tue performance su roccia, finendo sotto il riflettore di brand importanti come La Sportiva e Petzl. Come pensi di proseguire il tuo percorso atletico e professionale? Quest’anno, finita la stagione di gare, ho preso una decisione: amo la competizione, ma è la roccia di cui sono innamorata, ed è lì che voglio migliorare. Mi dà più soddisfazione fare un 7b o un 7c di strapiombo, su cui non sono molto forte, di qualsiasi gara. Questo per me sarà un anno di prova e sono grata a chi ha creduto in me. Grazie alle sponsorizzazioni che sono arrivate ho la possibilità di partecipare a eventi, conoscere gente nuova, con molta più esperienza di me e quindi di imparare tantissimo. Mi piacerebbe provare qualche via lunga, magari andare a scalare in quota. Non l’ho mai fatto, e anche se credo rimarrò una falesista sarei felice di variare un po’. Tanti mi hanno chiesto “ma vuoi fare la scalatrice professionista?” e io ho risposto di no. È davvero difficile vivere solo con l’arrampicata, ma si può fare in molti modi diversi, ad esempio accostandola ad un lavoro part-time. Magari in futuro, ottenendo tanti risultati potrei anche riuscirci.
Sono stata fortunata, ho avuto tante persone che mi hanno aiutata, chi mi ha regalato il materiale, chi mi ha scarrozzata in macchina, chi mi ha ospitata, poi c’è chi mi ha aiutata a trovare lavoro. Io non dimentico nessuno, e sono grata ad ognuna di queste persone anche per la cosa più insignificante. Per me significa davvero tanto.
Ma ora come ora ho bisogno di un lavoro, poi chissà! E ora dopo tutto quello che hai passato, pensi di poterti definire felice? Sì, senza ombra di dubbio. Sono stata fortunata, ho avuto tante persone che mi hanno aiutata, chi mi ha regalato il materiale, chi mi ha scarrozzata in macchina, chi mi ha ospitata, poi c’è chi mi ha aiutata a trovare lavoro. Io non dimentico nessuno, e sono grata ad ognuna di queste persone anche per la cosa più insignificante. Per me significa davvero tanto. Ci sono tante cose che cambieranno e che posso migliorare, ma è questa la mia strada.
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Alice Russolo Outdoor Photographer ITW DENIS PICCOLO
Alice ha studiato per essere un avvocato, ma si è scoperta amante della natura, dei viaggi e della montagna. La fotografia è il suo mezzo per volare e sognare. E chi sa farlo meglio di una donna?
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biente sportivo, viaggiare, e immortalare momenti attimi ed emozioni con la macchina fotografica. Bingo. Così dopo la laurea sono letteralmente scappata in America, a San Diego, lasciando in sospeso la pratica forense, che nel frattempo avevo iniziato e il mio lavoro come maestra di tennis. A San Diego ho seguito vari workshop di fotografia e fatto da assistente ad una fotografa conosciuta proprio in uno di quei corsi. Ho scoperto anche il surf e la birra californiana e quindi ho deciso di posticipare il rientro di qualche mese. Dal momento in cui sono tornata a Trento, ho avuto solo un unico obbiettivo: unire le mie passioni e farne il mio lavoro. Fotografia sport e viaggi. Con tanto tanto orgoglio e felicità, oggi, posso dire di esserci riuscita!
Alice raccontami di te. Sono una persona creativa e iperattiva, da sempre! Uno dei miei nonni lavorava il legno e l’altro dipingeva. Ho passato parte della mia infanzia con loro e indubbiamente hanno avuto un ruolo significativo nella mia crescita e nello sviluppo dei miei interessi. Uno dei due, in particolar modo, era un grande amante della vita, dei viaggi, delle avventure. Mio nonno sentiva il bisogno di esprimersi dipingendo, voleva che i suoi quadri fossero la rappresentazione di una storia o di uno stato d’animo. Mi rivedo in lui, con il suo entusiasmo e cerco di trasmettere questo con le mie fotografie. Anche i miei genitori erano appassionati di fotografia. In casa giravano macchine analogiche più o meno evolute ed io fin da piccola sono stata attratta da queste. Arrivato poi il momento di scegliere l’Università, in quegli anni, ciò che era fondamentale per me era però lo sport. Giocavo a tennis e l’unica cosa che volevo fare era andare il più lontano possibile e fare tornei. Tra un allenamento e l’altro, ho deciso di iscrivermi a Giurisprudenza. Mi ero chiesta diverse volte se avrei potuto vivere di fotografia e - ingenuamente - mi ero risposta di no. Giurisprudenza mi sembrava la cosa più ovvia: vicino a casa, così avrei potuto continuare ad allenarmi; senza frequenza obbligatoria; e non cosi determinante per un eventuale professione futura.
Ami di più la fotografia o la montagna? Fotografia e montagna direi che sono sullo stesso piano. La montagna è un pretesto per uscire a scattare foto, mentre la fotografia mi porta in montagna per lavoro. È un sentiero da percorrere in entrambe le direzioni! Che valore aggiunto è poter lavorare in un ambiente che hai scelto e fotografare ciò che ti appassiona? Fare il fotografo è un lavoro, ma tanto è il piacere con cui lo faccio, che spesso non mi sembra neanche tale! Poter fare ciò che più mi piace mi da una soddisfazione immensa: essere padrona del mio tempo e della mia professionalità. mi sento felice con una macchina fotografia in mano. E più si è felici, più penso che si è stimolati a fare sempre meglio: ad aggiornarsi, a provare cose nuove e a pensare che, nonostante possano esserci momenti di sconforto e sbattimenti vari, ne vale sempre la pena.
Dopo neanche due anni però, mi ero già resa conto che quella non sarebbe stata la mia strada, ma non era da me lasciare le cose a metà. In 5 anni mi sono laureata e ho archiviato velocemente il capitolo Università. Volevo provare sport diversi, ero ansiosa di vedere posti nuovi, di portare a casa un bagaglio di esperienze il più grande possibile. Ed il mezzo per fare tutto questo era la fotografia. Rimanere nell’am-
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" Meglio ci si muove in ambiente e più si è liberi di osare con i punti di vista, senza sprecare tempo prezioso. È importante sapere muoversi bene e conoscere profondamente la montagna per fotografarla? Sicuro, meglio si conosce un ambiente o uno sport, meglio si riesce a rappresentarlo. Si conoscono e si colgono dei dettagli che ai più risultano insignificanti, ma che invece possono fare la differenza agli occhi di esperti.
A quali fotografi ti ispiri? Adoro la positività delle immagini di Chris Burkard, i punti di vista di Jered Gruber, e i giochi di luce e ombra di Tal Roberts. La varietà degli scatti di Ted Hesser e Jeremy Bernard, ma è una lista in continua evoluzione per fortuna. I gusti cambiano nel tempo, come si evolve, di pari passo, il modo di scattare e anche di post produrre le immagini.
Meglio ci si muove in ambiente e più si è liberi di osare con i punti di vista, senza sprecare tempo prezioso.
Fotografia di outdoor. Solo una moda? Penso che nell’era digitale in cui viviamo, sia sempre più facile “fotografare”. A volte mi chiedo però, se per qualcuno, non sia più in voga fare qualcosa solo per postarlo che non la fotografia outdoor nel senso più puro del termine, ossia solo per il piacere di fotografare, di essere nella natura. Senza poter postare uno lo farebbe lo stesso? Una mia cara amica direbbe “Fare poco e farlo sapere tanto”..non so se mi spiego ;) Dall’altra parte, per qualsiasi amante della montagna e del mondo outdoor, la cosa bella, almeno per me, è vivere di esperienze. E se ci piace andare in montagna per provare delle esperienze nuove, magari in un posto dove non siamo mai stati, come possiamo non fotografarlo!?!
Raccontami le tue ultime esperienze più entusiasmanti. Un viaggio di sci alpinismo in Norvegia nelle Lyngen Alps. Mare, neve e tramonti interminabili, di nuovo, viaggi, sport e foto! La prossima? A fine ottobre andrò ad arrampicare in California con il mio ragazzo, guida alpina e grande appassionato di video. Se non riuscirò per fine estate ad avere un livello “decente” per arrampicare in fessura, mi auguro almeno di portare a casa delle belle foto del posto dove - per me tutto ha avuto inizio!
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Com’è il tuo rapporto con i social? Ci passo diverso tempo. Quando mi sembra di stare troppo attaccata ad Instagram mi dico: “Beh è per lavoro”. Forse è una scusa, ma penso che sia essenziale vedere cosa fanno gli altri, ispirarsi e cercare di migliorarsi. Instagram è un esposizione perfetta del lavoro e della passione altrui, nonché una vetrina personale. Se usato bene ha un potenziale di diffusione altissimo. Mi piace interagire con le persone, sentire i commenti ai miei scatti e mostrare anche qualche lato più personale di me. Morale: non ne farei assolutamente a meno.
Che consigli ti senti di dare ad una ragazza che vuole diventare fotografa outdoor? Provarci e crederci: con passione, umiltà e determinazione si fanno grandi cose. Consiglierei di iniziare con il settore che meglio si conosce, per poi provare a fare più esperienza possibile anche in rami della fotografia. Da ogni lavoro si impara qualcosa di nuovo, che può “influenzare” quelli successivi. Gli atleti più forti eccellono nel loro sport, ma grazie alle loro doti sono bravi e coordinati anche nel praticarne altri. Anche il fotografo deve essere così, sapersi destreggiare professionalmente in tutte le situazioni che gli si presentano.
Moltissime ragazze si stanno appassionando sempre di più al mondo outdoor, cosa ne pensi? Penso che sia un discorso un po’ ampio. C’è più consapevolezza sulla salute, sul fisico, c’è più attenzione riguardo l’alimentazione, lo sport e a condurre una vita sempre più sana. Stanno anche nascendo molte community al femminile per riunire e mettere in contatto donne per vivere più intensamente il mondo outdoor. Andare in montagna è bello e fare fatica pure, sia al maschile che al femminile ;)
Secondo te la montagna è democratica? La montagna è aperta a tutti ma non è per tutti. Come ti vedi tra 10 anni? Con una macchina fotografica in mano e qualche ruga in più, ma dove non lo so. Zaino fotografico in spalla, sacca pronta e entusiasmo da vendere per le esperienze che arriveranno.
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Gli atleti più forti eccellono nel loro sport, ma grazie alle loro doti sono bravi e coordinati anche nel praticarne altri. Anche il fotografo deve essere così, sapersi destreggiare professionalmente in tutte le situazioni che gli si presentano.
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Tamara Lunger. The limit is only in your mind. PHOTO ALE D'EMILIA & MICHAELA COELIA I T W M A R TA M A N ZO N I
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Da bambina capisce che da grande sarebbe diventata una sportiva. Ancora non sa di quale disciplina, ma Tamara Lunger si accorge subito di due cose: di essersi innamorata delle montagne e di riuscire a soffrire tanto. A 14 anni compie la prima gita di scialpinismo e per la prima volta pensa di voler salire in vetta a un ottomila: ci riuscirà a 23 anni, dieci anni fa, diventando la più giovane donna della storia in vetta al Lhotse. Vince tanto: nel 2006 è campionessa italiana di scialpinismo, nel 2007 e 2008 vince la Pierra Menta, e sempre nel 2008 il titolo di campionessa del mondo sulla lunga distanza. Nel 2014 raggiunge la vetta del K2, seconda donna italiana nella storia dell'alpinismo. spesso non abbiamo la possibilità di fermarci, se non attraverso la meditazione.
Hai fatto una scelta di vita radicale, cosa ti ha dato la spinta? Fare fatica. Ho sempre scelto la via più difficile, anche da bambina. La strada semplice non mi è mai piaciuta. Ho sempre cercato la fatica per dimostrare a me stessa che ero in grado di farcela. È così anche con gli ottomila: per me sono le imprese più difficili in assoluto perché è necessario non solo essere preparati fisicamente, ma anche avere un’ottima squadra e l’equipaggiamento adeguato, un compagno di cordata con il quale vai d’accordo, ed essere fortunati con il meteo. Sono tanti fattori diversi che ti permettono di arrivare in cima. Quando gareggiavo mi sembrava un po’ più facile, non c’erano così tanti elementi determinanti.
Come vivi il tempo in montagna? Cosa rappresenta per te? In alta montagna ogni emozione è più intensa, sia i momenti positivi che quelli negativi. Sai che ogni passo che fai potrebbe essere l’ultimo, quindi cogli l’attimo e ogni istante è straordinario, unico. Quale è stato il tuo successo più importante? Il momento in cui ho deciso di fermarmi a causa dei miei dolori, a luglio dell’anno scorso. Questa decisione ha richiesto più forza di qualsiasi altra avessi mai preso nella mia vita. Ero dentro il tunnel delle spedizioni e non ascoltavo il mio corpo, ero contro di lui, gli dicevo: ‘ti faccio vedere che la mia testa è più forte di te!’. Non ero in armonia con me stessa. Ho iniziato un percorso di fisioterapia e di punture, erano 18 anni che mi facevano male le ginocchia, ogni giorno, e ultimamente anche la schiena.
Inoltre mi accorgevo che mi mancava la montagna: le competizioni erano solo un colpo di pistola, poi dovevi correre più veloce che potevi e raramente avevo tempo per guardarmi in giro. Quando ho fatto la mia prima spedizione ho capito quello che volevo. Quale è il tuo rapporto con la montagna? È molto forte. Cerco un’anima in ogni montagna e quando la trovo mi sento subito felice, o impaurita, o con le farfalle nello stomaco. È una cosa molto particolare, funziona come con un uomo. Provo sempre a sentire cosa mi sta comunicando la montagna, se è il momento giusto per salire o se è meglio fermarsi. La montagna è simile a un uomo: a volte è arrabbiato, in altre circostanze è sereno, alcuni momenti ti vuole bene, in altri non ti vuole proprio.
All’inizio è stato difficile, ho dovuto cambiare alimentazione e stile di vita, ma ho trovato il mio allenatore che è davvero super, una persona che cercavo da tanti anni, e insieme abbiamo lavorato anche con alcuni medici. Ho iniziato a riprendere fiducia nel mio corpo: non credevo che sarei riuscita a sedermi sul water normalmente! Non ne ero più capace da anni, mi lasciavo cadere e poi in qualche modo mi dovevo alzare. Era impossibile inginocchiarsi in chiesa. Mi sentivo messa peggio di un’anziana di 90 anni. Mi chiedevo come riuscissi a scalare le montagne in quelle condizioni. Quando c’era da fare un passo alto, ad esempio, non riuscivo a compierlo e dovevo trovare un’altra soluzione per superare l’ostacolo. È stato un lavoro anche di testa, ma dopo un po’ di tempo ho provato una sensazione di sollievo, di felicità: sapevo che ero sulla strada giusta. Ora sono un’altra persona e andrò diversamente in montagna. Spero con la fine di quest’anno di ricominciare a pieno regime.
La montagna può essere l’emozione più bella di tutte ma anche la più brutta, come l’amore: quando ti ferisce ti fa molto male, quando invece il tempo è bello, e non fa così freddo, ti senti una regina. Alcune giornate c’è la nebbia, è tutto scuro e ti impaurisci. Sono dipendente dalla montagna perché mi offre la possibilità di stare da sola e indagare dentro me stessa. A volte rimango seduta su un sasso e guardo lontano per ore, mi pongo delle domande e mi ascolto. Mi sento privilegiata perché qui, a mille metri,
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Durante il mio percorso però ho capito che non bisogna avere un modello di riferimento, ogni persona è unica, ha le sue qualità e il suo modo di fare. La tua sconfitta più significativa? Il Nanga, ma non la ritengo un’esperienza negativa perché mi ha permesso di comprendere molto su me stessa, su come funziona la mia mente, e credo di avere portato a casa molto di più di una vetta.
fatica quasi per nulla, abbiamo tutto a portata, da prendere subito e facilmente. Il Pik Pobeda è stata una soddisfazione personale perché era dal 2014 che non arrivavo sopra una vetta. Volevo talmente tanto raggiungere la cima che ho dovuto fare molta meditazione per tranquillizzarmi.
Ritenterai il Nanga Parbat? No, sono in pace con questa montagna. Mi ha già regalato tante emozioni e non la voglio più disturbare.
Ci sono stati uno o più maestri dai quali hai imparato? Cosa ti hanno insegnato? Il mio idolo era Gerlinde Kaltenbrunner: prima donna al mondo ad avere scalato tutti i 14 ottomila senza l’uso di ossigeno. Ha scalato il suo primo ottomila a 23 anni, quindi anche io volevo fare il mio primo ottomila alla stessa età, e ci sono riuscita.
Cosa rappresenta lo sport per te? Lo sport ha due facce: una è l’agonismo, del quale io facevo parte, l’altra è costituita dalle avventure che realizziamo con l’anima, spinti da una motivazione profonda. Quando gareggiavo esistevano solo l’orologio e i metri di dislivello. Adesso sono diversa, sono ‘Tamara, la montanara’. Tutti compiamo un percorso, prima vogliamo spaccare il mondo, poi capiamo che possiamo raggiungere i nostri traguardi anche ascoltandoci e rispettando l’ambiente. Grazie all’esperienza viviamo più in equilibrio e con meno pressione.
Ovviamente ho imparato tantissimo anche da Simone, che è stato un mio grande maestro, dal quale ho appreso tutto quello che era necessario sapere per organizzare una spedizione e poterle poi fare per conto mio. Durante il mio percorso però ho capito che non bisogna avere un modello di riferimento, ogni persona è unica, ha le sue qualità e il suo modo di fare. Ognuno dovrebbe rispettarsi per la persona che è, senza imitare nessuno.
Ci sono differenze di genere in montagna? Sì. Le donne vivono di più il ‘qui e ora’, hanno la capacità di godersi ogni passo verso la cima. L’uomo si concentra molto sull’obbiettivo, senza usare del tutto i cinque sensi. Inoltre noi dobbiamo soffrire più degli uomini: quando abbiamo il ciclo, e quando dobbiamo andare in bagno, la procedura è più complicata.
Quali sono le peculiarità della cultura alpinistica italiana? Al campo base abbiamo sempre qualche leccornia da mangiare e non ci manca mai l’appetito! Poi abbiamo sempre con noi la moka.
Per molte donne e atlete sei un riferimento… come vivi questa responsabilità? Dico alle donne che non dobbiamo sentirci inferiori agli uomini, possiamo fare le stesse cose. In molti sport siamo già quasi allo stesso livello, ad esempio nell’arrampicata sportiva. Il limite è solo nella nostra mente perché la donna è stata il genere inferiore per molti anni, in tante culture. Forse siamo meno forti ma abbiamo altre qualità e se crediamo in noi stesse possiamo spaccare il mondo, siamo in grado di soffrire più degli uomini, e in certi momenti possiamo essere più dure di loro. La passione è fondamentale, il resto viene di conseguenza.
Si possono conciliare l’alpinismo e la vita privata? Sì, certo. Ma si deve trovare una persona che capisca la nostra passione e la rispetti. Non so che tipo di uomo dovrebbe essere, se un montanaro o qualcuno che ti porti in un altro mondo: parlare sempre solo di alpinismo è noioso! C’è un aneddoto in montagna che ci vuoi raccontare? Sul Nanga, al campo tre, eravamo su un fungo grandissimo, piatto, era come una terrazza altissima dalla quale si vedevano tutte le montagne intorno, fantastico. Il tempo era perfetto e la luna piena, gigante, illuminava tutta la montagna, che era completamente ghiacciata. Ammiravo dalla tenda questo spettacolo della natura, ancora più incredibile perché sei consapevole di essere da sola, e che nessuno interromperà l’energia che si è creata. In quel momento ho pensato: ‘ora posso anche morire perché non riuscirò mai a essere più felice di così’.
Perché ci sono ancora poche donne alpiniste? Forse pensano che sia infattibile per loro. Ma se una donna vuole veramente raggiungere un obbiettivo, ci riuscirà. Sul Pik Pobeda ti sei presa una bella soddisfazione… Sì, è stata una bellissima avventura! Ho scoperto un mondo che non conoscevo, è stato molto interessante vedere come vivevano le persone. Gli abitanti di quelle terre si danno molto da fare: vanno a caccia, a prendere l’acqua al fiume, tagliano la legna: il sistema si basa sulla sopravvivenza e la natura. È un po’ triste rendersi conto che nella nostra cultura sia ormai tutto semplice, accessibile, non dobbiamo più fare
Prossime sfide? Adesso sono concentrata sulla guarigione e nel riuscire a fare attività senza sentire dolore. Ho pianificato un viaggio in Mongolia, a settembre, 20 giorni, solo con lo zaino, per capire se il mio corpo è forte abbastanza per fare una spedizione in inverno. Se tutto va bene, sono pronta a ripartire.
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The mountain, a silent teacher TEXT BY PETRA COLA PHOTO THOMAS MONSORNO
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s HIKERS
PETRA COLA, LISA HOFER, J O H A N N A R AT S C H I L L E R LOCATION
A L P E D I S I U S I I TA LY
La loro energia e costanza è ciò che le rende uniche. E’ un messaggio chiaro quello che le tre ragazze vogliono lanciare al mondo. Che non esistono limiti e tutto con pazienza, fermezza e perseveranza si può raggiungere.
P
etra, Lisa e Johanna sono tre giovani atlete altoatesine. Amano la montagna e fin dall’ infanzia hanno potuto trascorrere ogni giornata libera sulle cime. La montagna per loro rappresenta la natura che solo vivendola si può provare quella sensazione di infinita libertà. Trovarsi sulla cima di una vetta significa essere isolati e circondati da natura, con una vista a 360° pazzesca. Quella stessa vetta rappresenta per loro nuovi orizzonti da scoprire, da percorrere. Petra, Lisa e Johanna amano le montagne. Tanto che vivere la vita in montagna è diventato per loro quasi come una droga. Sulle montagne non ci sono limiti che possono definire la regole di te stesso. Più tempo trascorri a camminare in mezzo ai boschi, sulle salite più irte è proprio li che si può imparare di più su se stessi.
in aggettanti pareti alpinistiche, fessure da proteggere o difficili itinerari di arrampicata, sportiva a sempre il 110%. In veste di full time Business Woman è importantissimo pianificare al meglio il tempo libero e quando non è impegnata ad organizzare eventi la trovate sicuramente con imbrago e scarpette a scalare le più belle cime di questo pianeta.
Ritornare all’ Alpe di Siusi è sempre un emozione fortissima, con il suo panorama a 360° delle più incantevoli cime dolomitiche dell’ Alto Adige, tramonti che ti tolgono il fiato e un silenzio che ti riempie l’anima.
Lisa è residente nella Valle Aurina, una delle più autentiche e genuine valli dell’Alto Adige, circondata da oltre 80 cime che arrivano ai tremila metri. Anche lei è appassionata ed amante della montagna. Lisa ha familiarità con le montagne fin da piccola. Trascorre ogni minuto libero in montagna e vuole motivare gli altri a scoprire questa passione anche in loro.
La loro energia e costanza è ciò che le rende uniche. E’ un messaggio chiaro quello che le tre ragazze vogliono lanciare al mondo. Che non esistono limiti e tutto con pazienza, fermezza e perseveranza si può raggiungere. Questa grande passione è il motivo principale per cui queste tre ragazze si sono incontrate, all’ Alpe di Siusi, l’altipiano più grande d’Europa che si estende su una superficie di circa 6.000 ettari. L’alpeggio si trova ai piedi del massiccio dello Sciliar a un'altitudine di 1.680 metri.
Petra è un ex fotografa che ha deciso di unire le sue più grandi passioni per dedicarsi al 100% allo sport outdoor di montagna mostrando i valori e la bellezza di essa sui social come digital influencer. “Molti mi chiedono spesso perché ho bisogno di andare in montagna. La montagna è uno stile di vita, una scuola per conoscere se stessi. Le mete vanno raggiunte passo dopo passo, con la fatica, con il silenzio che non è assolutamente assenza di vita ma esistere. La montagna mi ha insegnato a valorizzare le piccole cose e non cercare il superfluo.”
“Ritornare all’ Alpe di Siusi è sempre un emozione fortissima, con il suo panorama a 360° delle più incantevoli cime dolomitiche dell’ Alto Adige, tramonti che ti tolgono il fiato e un silenzio che ti riempie l’anima.”
Johanna è un allenatrice di arrampicata con una sfrenata passione per la montagna e specialmente per la scalata in tutte le sue forme. Non conosce mezze misure e che si trovi
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A R C ’ T E RY X AERIOS FL MID GTX Agile e comoda, è progettata per l’escursionismo veloce e leggero su sentieri tecnici. Il design ispirato alla corsa fa sì che il piede riduca al minimo l’attrito mentre il colletto aggiunge sostegno e aiuta a lasciare fuori i detriti. Agilità, stabilità e sicurezza provengono dalla suola Vibram Megagrip e dall’intersuola in Eva compressa. Minimale e ad alte prestazioni facilita la fuoriuscita dell’umidità, aiutando a regolare la temperatura e ad aumentare il comfort all’interno dell’indumento. Il tessuto è impermeabile, antivento e traspirante, offrendo così un’ottima protezione in qualsiasi condizione climatica.
Z A M B E R L A N AMELIA GTX Fa parte della nuova collezione “epic women”, infatti presenta una nuova forma studiata appositamente per il piede femminile. E’ uno scarpone da montagna pensato per il trekking, l’escursionismo e il backpacking. Presenta una tomaia in pelle morbida e flessibile con trattamento idrorepellente Hydrobloc che, combinata alla fodera in Gore-Tex, garantisce un’ottima impermeabilità e traspirabilità. La suola Vibram Multifilm assicura trazione ed azione autopulente, mentre la zeppa in PU a doppia densità, garantisce allo stesso tempo ammortizzazione, leggerezza e flessibilità. Prende ispirazione da Amelia Edwards.
L A S P O R T I VA HYRAX GTX SURROUND Si tratta di un prodotto versatile, impermeabile e super traspirante grazie alla tecnologia Gore-Tex Surround; dal taglio mid cut è lo scarponcino fast hiking in pelle nubuck per l’escursionismo veloce. Grazie a questo suo design, la caviglia rimane protetta da sfregamenti e da urti contro rocce e radici. La tomaia con i fori Nano Cells, che lavorano in sinergia con la membrana Gore-Tex, offrono il massimo della traspirabilità. Hyrax appartiene alla linea mountain hiking La Sportiva, un concentrato di tecnologie e soluzioni che condensano il DNA mountain dell’azienda in prodotti dedicati all’escursionismo leggero.
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SA L E WA ALPENVIOLET GTX Scarpa da hiking disegnata sulla base ergonomica della forma del piede femminile, con una calzata confortevole e accogliente, in particolare nella zona critica dell’avampiede e del tallone e un drop generoso adatto a chi è abituato alle scarpe col tacco rialzato. La suola Pomoca, che asseconda il naturale movimento della rullata, il sistema Salewa 3F System, la costruzione leggera e la ghetta che evita intrusioni di detriti, esaltano ulteriormente il comfort complessivo della Alpenviolet anche dopo molte ore di escursione. L’allacciatura ispirata alle scarpette d’arrampicata si estende fino alle dita per una maggiore precisione sui terreni più tecnici.
S CA R PA ZG TREK GTX WMN Si tratta di una calzatura versatile ed impermeabile pensata per un escursionismo veloce, con zaino a pieno carico. E’ lo scarpone affidabile per trekking impegnativi su qualsiasi terreno. Offre un comfort eccellente grazie alla membrana in Gore-Tex impermeabile e traspirante e un sistema di allacciatura rapida e differenziata in due parti che permette di ottenere una calzata confortevole e senza costrizioni. La suola Salix Trek disegnata e sviluppata con Vibram, è il risultato di una suola durevole e adattabile a tutte le tipologie di terreno.
M A M M U T DUCAN MID GTX Modello da trekking per escursioni giornaliere o per sentieri impegnativi. La scarpa si distingue per la sua innovativa combinazione di tecnologie all'avanguardia La tecnologia Flextron di Mammut utilizza una suola a molla in acciaio per impedire la deflessione del piede e fornire un supporto preciso nella scarpa, mentre la tecnologia Mammut Georganic 3D migliora la calzata per una maggiore flessibilità e comfort adattando naturalmente il taglio della scarpa al piede. Disponibile in due colorazioni.
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HIKING SELECTION BY GIULIA BOCCOLA
1 . SA L E WA
2.ALPINA
3.FERRINO
PUEZ CLASTIC SHELL JACKET
ZARYN
KUNENE
Il guscio a 2,5 strati da donna dal look pulito e minimale che presenta una membrana impermeabile e traspirante Powertex funzionale per qualsiasi avventura in montagna. Progettato per offrire semplicità e protezione, presenta zip di ventilazione e una finitura completa impermeabile, con cuciture saldate per resistere in qualsiasi condizione.
Questo occhiale abbina lenti curve con il design minimalista, il risultato è un design discreto e elegante. Lenti infrangibili in Ceramic forniscono una protezione Uv al 100%, per un utilizzo anche in giornate dove il sole ne fa da padrone, adatto a più attività outdoor, sia in montagna che in città.
La giacca ideale per il trail running e per le attività aerobiche intense. Ultraleggera e comprimibile, garantisce il minimo ingombro grazie anche alla sua custodia elastica e grazie al tessuto HL StormShield light a 2,5 strati, presenta un’elevata traspirabilità e un’ottima impermeabilità unite alla leggerezza del tessuto 30 denari.
4.ARC’TERYX
5 . SA L E WA
6.CALZE GM
BETA SL HYBRID JACKET W
MOUNTAIN TRAINER 22 WS
TREK
Altamente comprimibile e versatile è adatta per affrontare diverse attività e condizioni grazie alla sua costruzione strategica che prevede l’utilizzo di due diversi tessuti Gore-Tex per massimizzare le prestazioni e minimizzare il peso. Il tessuto Superlight N40r Gore-tex è stato aggiornato con una nuova tecnologia di prodotto Paclite Plus nel corpo per migliorarne il comfort.
Progettato per hiking giornalieri e vie ferrate, presenta il sistema di trasporto Contact Flow Fit che mantiene la schiena fresca e asciutta grazie ad una superficie di contatto ridotta e canali di micro ventilazione. Ideato sulla forma del corpo femminile, ha uno schienale più corto e spallacci più stretti, leggeri dal design sdoppiato, che garantisce una confortevole libertà articolare.
Progettate per affrontare trekking di lunga durata, sono molto resistenti e durevoli grazie all’utilizzo di filati tecnici elasticizzati ed offrono una buona termoregolazione grazie alla presenza della lana merino extrafine. Essendo elasticizzate ed avvolgenti, permettono un’ottima stabilità sia sui piedi che nelle scarpe; la punta e il tallone essendo in NanoGlide, svolgono la funzione anti vesciche.
7. L A S P O R T I V A
8.MASTERS
9.DEUTER
TERRA LONG SLEEVE
TRE CIME
GRAVITY MOTION SL
Maglia a maniche lunghe dal taglio femminile che dona leggerezza e protezione grazie alla tecnologia DriRelease, che garantisce un miglior mantenimento della temperatura corporea e grazie alla presenza del cappuccio integrato. Si presenta molto morbida al tatto e vanta una struttura traspirante. Ideale per le lunghe giornate di hiking, è disponibile in diverse colorazioni.
Il bastone pensato e ideato per gli utilizzatori più esperti che sono in grado di sfruttare al meglio le sue elevate potenzialità. Realizzato in cinque sezioni in Alutech 7075 per assicurare al trail runner una buona resistenza e ottenere così ottime prestazioni. Consigliato su qualsiasi tipo di terreno, anche ghiacciato grazie al puntale in tungsteno e al particolare in alluminio anodizzato che ne garantiscono un’eccellente tenuta.
Zaino ideale per coloro che affrontano escursioni di più giorni e che ricercano il massimo del comfort abbinato alla massima aerazione. Il sistema di trasporto SL presenta uno schienale leggermente più corto e quindi funzionale per la figura femminile. Una cintura sternale regolabile e uno scomparto portavalori. Grazie alle cinghie di fissaggio è possibile fissare del materiale nella parte esterna dello zaino.
10.MAMMUT
11.FERRINO
12.MAMMUT
TRION SPINE 35
Z E P H Y R 1 7+ 3
MERON LIGHT HS JACKET
Zaino ideato per l’alpinismo e per le giornate di trekking. Grazie ad un sistema di sospensione con tecnologia Active Spine Technology e regolazione integrata dell'altezza, lo zaino consente una maggiore libertà di movimento per spalle e fianchi, dando vita a un'andatura più naturale. Garantisce inoltre un trasferimento ottimale del carico, anche quando si trasporta un peso elevato.
Zaino dalla capacità di 17 litri estensibili, polivalente e multisport è ideale per il running, la mountain bike e per l’hiking. Progettato con grande cura nei minimi dettagli presenta il dorso con sistema Dry Net System, la cui traspirazione è garantita grazie al tessuto reticolare, mentre la distribuzione del carico è ottimizzato dal bastino in acciaio flessibile. Spallacci e cintura ventrale traspiranti.
La tua compagna ideale per le avventure alpinistiche. Realizzata in materiale Gore-Tex Active a 3 strati molto leggero e traspirante con una tecnologia di rivestimento Gore C-Knit per un migliore comfort. Traspirante e impermeabile, può essere utilizzata in qualsiasi condizione. Il cappuccio antipioggia è compatibile con il casco, è dotato di visiera rinforzata e può essere regolato con un solo movimento.
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HIKING SELECTION BY GIULIA BOCCOLA
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C A N A DA G O O S E DORE HOODY
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Outside the wood SPORT & STYLE
Entrano ed escono dal bosco, sconfinando in cittĂ , solo per non dimenticare quel profumo di corteccia umida, che solo con il mattino puoi accarezzare. Sono le ragazze di The Pill, che per un giorno, uno soltanto, escono dal bosco e diventano protagoniste delle nostre pagine patinate.
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DENIS PICCOLO LOCATION
M I L A N - I TA LY FONDAZIONE PRADA MODELS
GIULIA BOCCOLA S I LV I A G A L L I A N I
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( L E F T ) C A N A DA G O O S E DORE HOODY (LEF T)CANADA GOOSE ELMIRA JACKET ( R I G H T ) FJA L L R AV E N GREENLAND WIND JACKET
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S I LV I A G A L L I A N I
Fotografa Piemontese ma emigrata a Milano. Ama e scatta ciclismo, giornalista e content creator in ambiente outdoor. Adora la pizza e i gatti. Dal 2018 è entrata nella family di The Pill, scrive sia per la carta che per il digital e quando è ora di partire è sempre la prima a fare le valigie.
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GIULIA BOCCOLA
Lecchese di origine, moltrasina dâ&#x20AC;&#x2122;adozione. Da sempre amante della natura, degli animali e dello sport all'aria aperta. Viaggiatrice instancabile, ama scoprire sempre nuove cose e dedicarsi a nuovi progetti. Ha un bellissimo cane di nome Lea che l'accompagna in ogni sua avventura. Da due anni per The Pill scrive, viaggia, filma e fa sorridere tutta la redazione.
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( L E F T ) M A M M U T D E LTA X T E U F E L S B E R G H A R DS H E L L PA R K A ( R I G H T ) R R D SUMMER BRITISH PARK A L ADY
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SPORT & STYLE SELECTION BY DENIS PICCOLO
1.
1.CANADA GOOSE DORE HOODY
Giacca in piuma dal peso leggero per climi più freddi. Polsini e giro vita elasticizzati per non far passare aria, i dettagli riflettenti sul cappuccio aggiungono visibilità. È possibile comprimerla in una tasca per viaggiare più comodi.
2.
→ canadagoose.com
2 . M A M M U T D E LTA X TEUFELSBERG HARDSHELL PARK A
Progettato per le attività urbane quotidiane, consente una grande libertà di movimento, sviluppato secondo i movimenti del corpo naturali. Grazie al materiale esclusivo Mammut previene la penetrazione dell'acqua dall'esterno ma rimane estremamente traspirabile.
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→ mammut.com
3.CANADA GOOSE ELMIRA JACKET
Leggera e versatile, questa giacca offre una grandissima protezione dal vento e dal freddo. Il colletto e i polsini possono essere ulteriormente chiusi per proteggersi ancora meglio dai climi più nordici, mentre i dettagli riflettenti aggiungono visibilità. → canadagoose.com
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4 . FJA L L R AV E N GREENLAND WIND JACKET
Giacca a vento versatile e impacchettabile. Leggera e comoda, ideale per le attività all'aria aperta del fine settimana o per gli spostamenti in bici di tutti i giorni. → fjallraven.com
5 .T H E N O R T H FA C E
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PONCHO SLACKER WOMAN
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Un poncho morbido e versatile su cui fare affidamento in qualsiasi condizione meteorologica. Il fattore Upf 50 e la vestibilità morbida consentono di affrontare le condizioni primaverili variabili senza rinunciare alla femminilità. → thenorthface.com
6.RRD SUMMER
BRITISH
PARK A
LADY
Stile british, realizzato con uno shell esterno in tela di cotone 100% trattato ed impermeabilizzato grazie all’impiego di una cera. Al suo interno la fodera è in rete accoppiata ad una membrana anti acqua e anti vento traspirante. → robertoriccidesigns.com
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7. M A M M U T D E LT A X SAENTIS KNIT LOW GTX
Perfetta sia per la strada che a in montagna. La struttura elastica le conferisce una calzata perfetta ed una maggiore flessibilità. La suola Michelin, sviluppata appositamente per l’uso durante attività outdoor, offre supporto su terreni tecnici. → mammut.com
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Italy 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110. 111. 112. 113. 114. 115. 116. 117. 118. 119. 120. 121. 122.
MILIANTI SPORT ABETONE SNOW CRISTAL BIKE SPORT ADVENTURE THE SCIARX NICO AFFI SALEWA OUTLET ENNA KAVESTREL LA MAJA DRESS STILE LIBERO SALEWA OUTLET PALMANOVA ALAGNA OUTDOOR BASE CAMP ALAGNA NUOVA IDEA BORDINO FRANCO DIETALBA MOUNTAIN HOME MKE SPORT NON SOLO SPORT ALBIGNASEGO SPORTLER C.C.IPERCITY MAX ENT FUMAGALLI PUNTO SCARPE TIME OUT ARCO SPORT CENTRO DISTRIBUZIONE CALZATURE C.LLE SPORT BERTOZZO MARIO & FIGLI IL CASTORO FOTO SPORT BANAL TURTLE SURF SHOP QUARANTA CLAUDE SPORT GAL SPORT MEINARDI SPORT SALEWA STORE AOSTA SWIT LARINO ALBINO TOTAL FITNESS TEMPLE CLIMBING VILLAGE LA SPORTIVA ARCO MABB.90 ARCO RED POINT 1 RED POINT 2 ROCK & ICE SALEWA STORE ARCO THE NORTH FACE ARCO VERTICAL WORLD SPORT GOBBISPORT MABB.90 ARCO EVOLUTION SPORT GAME 7 ATHLETICS ARESE R. & P. SCARPE & SPORT VIAGGIANDO MOLINO FRATELLI BIRATI GAME 7 ATHLETICS ARMA EXUM IL CAMPIONE SPORT MASTER SPORT COSTA TATIANA MAGAZZINI DAL SASSO PESAVENTO SPORT MONTI MATTI MATIS SPORT ALPSTATION LAVAREDO LAVAREDO SPORT DEGNI SPORT RODORIGO SPORT BSHOP AVIGLIANA TREKKING SPORT ROUTE RAMEY 33 TUTIROP LAGAZOI SPORT FINISH LINE SALEWA OUTLET MANTOVA CALZATURE LOMBARDI ORIETTA NABACINO SPORT TONINO SPORT COLUMBIA OUTLET BARBERINO CARAVELLA SCOUT I FANIZZI MERCOLEDISANTO RES. & ADV. RAPHAEL DUEGI SPORT DF SPORT SPECIALIST BARZANO’ LA SORGENTE MAROCCO SPORT ALPSTATION BASSANO COMUNELLO SPORTFASHION DF SPORT SPECIALIST BELLINZAGO F.LLI GANASSIN MAZZARONA SPORT NON SOLO SPORT BELLUNO ROBI SPORT DIEMME SPORT OK’AM AUGUSTO DF SPORT SPECIALIST BEVERA BIBOSPORT BRUNO SPORT FRANCO SPORT BIG SPORT CASA DEL CICLO FINI SPORT 3 IL GALLO MELITO SPORT MOUNTAIN AFFAIR BOLOGNA PATAGONIA BOLOGNA SPORT 3K VILLA 1928 VILLA ALPINE MAMMUT BOLZANO MOUNTAINSPIRIT SALEWA WORLD BOLZANO SORAM SPORTLER BOLZANO LE CALZE DI MIGLIORANZA ALICE LAYAK CAVALLO CENTRO SPORT MASSI SPORT CENTRO SPORT FLOWER
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123. 124. 125. 126. 127. 128. 129. 130. 131. 132. 133. 134. 135. 136. 137. 138. 139. 140. 141. 142. 143. 144. 145. 146. 147. 148. 149. 150. 151. 152. 153. 154. 155. 156. 157. 158. 159. 160. 161. 162. 163. 164. 165. 166. 167. 168. 169. 170. 171. 172. 173. 174. 175. 176. 177. 178. 179. 180. 181. 182. 183. 184. 185. 186. 187. 188. 189. 190. 191. 192. 193. 194. 195. 196. 197. 198. 199. 200. 201. 202. 203. 204. 205. 206. 207. 208. 209. 210. 211. 212. 213. 214. 215. 216. 217. 218. 219. 220. 221. 222. 223. 224. 225. 226. 227. 228. 229. 230. 231. 232. 233. 234. 235. 236. 237. 238. 239. 240. 241. 242. 243. 244.
TEMPO LIBERO CECCO SPORT MOUNTAIN & RUNNING 7 TO 7 COCCHETTI PIETRO GIUSEPPE OBERRAUCH ZITT G2 SPORT MAGAZZINI MONTELLO STEFY SPORT BERTHOD SPORT CAVALCA CARATTI SPORT ALPI SPORT BLOCCO MENTALE GIALDINI LONGONI SPORT BRESCIA ROMEOSPORT SPORTLAND FIT&FUN SPORT HEINZ KINIGADNER SPORT JOCHER - FIT & FUN SPORT LEON SPORTLER BRESSANONE UAINOT GARTNER KARL SCHUHHAUS THOMASER ALPSTATION BRUNICO OUTFIT SPORT MODE SCHOENHUBER SPORTLER BRUNICO THOMASER BIELER SPORT PISCHEDDA GROUP SPORT MODE ZIERNHELD S.I. TECH PANORAMA SALEWA OUTLET BUSSOLENGO VERONA RUNNER BRACCO DI MARCO PIRAS GEA SPORT OVIGLIA MAURIZIO CARLO SPORT SPORTLER CALALZO VIKING NORD POOL CITY SURF CENTRO SPORT NENCINI SPORT MEGA HOBBY TOSCOCLIMB STORE ALTIPIANI EVENTI E TURISMO 3 SPORT KAPESA R.G. SPORT TUBRIS GAME 7 ATHLETICS CAMPOGALLIANO FRENESIA SPORT AMPLATZ DIEGO SPORT AMPLATZ GREEN SHOES RADAELLI SPORT OXIM NUOVI ORIZZONTI CARPI G. SPORT CONFEZIONI TOMMASINI SPORT ESCURSION NICO CASSOLA NICO CASSOLA LA BOTTEGA DEL CUOIO MANCINI SALEWA OUTLET CASTEL GUELFO DOPE FACTORY SPORT SERVICE LIGO F.LLI ZAMPIERO PAOLO & C S.A.S BERTOLINI A.WOERNDLE SPORT TRADITION CRAZY IDEA OLGA SPORT OLGA SPORT STORY GRUPPO PRITELLI MODA SPORT NEW SPORT GARDENER SPORT LA SPORTIVA STORE CAVALESE CALZATURE SCHNEIDER UN SESTO ACCA FREE TIME BIKE AND BOARD MAXI SPORT CERNUSCO CENTRO SPORT NOTARI GIANPAOLO ZAMPOLINI SPORT PROMOSPORT ALTA QUOTA CESSNA TORINESE DELFINO SPORT FRACHEY SPORT MARISPORT SPORTLAND C. ITALMARK L'ANGOLO DELLO SPORT L'ARTE DI SALIRE IN ALTO BRAMBILLA BENIAMINO ASPORT'S MOUNTAIN EQUIPMENT PIRCHER SPORT MAIUK SPORT TETE' SPORT CHIMA SALEWA STORE SONDRIO ALBRECHT SPORT DALMONEGO CALZATURE COLUMBIA OUTLET FIDENZA JEANNOT SPORT LONGONI SPORT CINISELLO GRIMPEUR CPR FREE SPORT AVVENTUROSAMENTE SCARPE & SPORT SCARSELLA MAGAZZINI PRISCO MOLINARI ROSY SPORT MARACANA' SPORT GAME 7 ATHLETICS CIVITAVECCHIA
BORGOSESIA BORMIO BORMIO BOSIO PARINI BOSSICO BOZEN BRA BRA BRANZI BREIL CERVINIA BRENNO DI ARCISATE BRENO BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESCIA BRESSANONE BRESSANONE BRESSANONE BRESSANONE BRESSANONE BREUIL CERVINIA BRUNECK BRUNECK BRUNICO BRUNICO BRUNICO BRUNICO BRUNICO BRUSSON BUDDUSO' BURGEIS/MALS BUSANO BUSCHE DI CESIOMAGGIORE BUSSOLENGO BUSSOLENGO CAGLIARI CAGLIARI CAGLIARI CAIRO MONTENOTTE CALALZO CALALZO DI CADORE CALAMBRONE CALDONAZZO CALENZANO CALTANISSETTA CAMAIORE CAMIGLIATELLO CAMPITELLO DI FASSA CAMPO TURES CAMPO TURES CAMPO TURES CAMPOGALLIANO CANALE CANAZEI CANAZEI CANZO CANZO CARBONIA CARPI CASALE MONFERRATO CASELLE DI S.MARIA CASNIGO CASSOLA CASSOLA CASTEL DEL PIANO CASTEL DI SANGRO CASTEL GUELFO CASTEL MAGGIORE CASTELFRANCO DI SOTTO CASTELLANA GROTTE CASTELLO TESINO CASTELNOVO MONTI CASTELROTTO CASTELROTTO CASTIONE ANDEVENNO CATANIA CATANIA CATTOLICA CAUSO CAVA DE' TIRRENI CAVALESE CAVALESE CAVARENO CAZZAGO CENCENIGHE AGORDINO CERNUSCO LOMBARDONE CERRETO LAGHI CERRETO LAGHI CERRETO LAGHI - COLLAGNA CERVINIA CESANA TORINESE CETO CHAMPOLUC CHAMPOLUC CHIARI CHIAVARI CHIAVARI CHIAVENNA CHIES D'ALPAGO CHIESA IN VALMALENCO CHIESA VALMALENCO CHIETI CHIURO CHIURO CHIUSA CHIUSA CHIUSA FERRANDA CHIUSA PESIO CINISELLO BALSAMO CIRIE' CISANO SUL NEVA CISTERNA DI LATINA CITTA' DI CASTELLO CITTA' DI CASTELLO CITTADELLA CIVEZZANO CIVEZZANO CIVITANOVA MARCHE CIVITAVECCHIA
245. 246. 247. 248. 249. 250. 251. 252. 253. 254. 255. 256. 257. 258. 259. 260. 261. 262. 263. 264. 265. 266. 267. 268. 269. 270. 271. 272. 273. 274. 275. 276. 277. 278. 279. 280. 281. 282. 283. 284. 285. 286. 287. 288. 289. 290. 291. 292. 293. 294. 295. 296. 297. 298. 299. 300. 301. 302. 303. 304. 305. 306. 307. 308. 309. 310. 311. 312. 313. 314. 315. 316. 317. 318. 319. 320. 321. 322. 323. 324. 325. 326. 327. 328. 329. 330. 331. 332. 333. 334. 335. 336. 337. 338. 339. 340. 341. 342. 343. 344. 345. 346. 347. 348. 349. 350. 351. 352. 353. 354. 355. 356. 357. 358. 359. 360. 361. 362. 363. 364. 365. 366.
NICO'S ALP ALPSTATION CLES BRENTA SPORT CHISTE' CALZATURE SALEWA STORE CLES BOSIO LINA SPORT EVOLUTION ABRAM SPORT LE PARADIS DES SPORT PETIT PARADIS LONGONI SPORT COGOLETO CASEROTTI SPORT BETTINESCHI SPORT POSCH GERHARD SPORT POSCH PASSAGGIO CHIAVE CORTI SPORT DF SPORT SPECIALIST COMO USSEGLIO GROS CRISTINA MAURIZIO SPORT NATA SPORT DELLANTONIO FRANCO SPORTMANIA IL NEGOZIO ASPORT'S MOUNTAIN EQUIPMENT VISONA' SPORT SPORTMARKET CAMER SPORT COPERATIVA DI CORTINA SALEWA STORE CORTINA LA COOPERATIVA DI CORTINA LITTLE BEAR MOROTTO SPORTS EQUIPMENT POKER QUOTA 1224 SOCREPES SPORT PATAGONIA CORTINA ROCK & ICE SPORT ALFREDO SPORT ROTTONARA KOSTNER WALTER SPORT BADIA SPORT EDOARDO SPORT PESCOSTA SPORT CLUB 4810 SPORT ARDI SPORT LA CLOTZE LES PYRAMIDES PATAGONIA COURMAYEUR POINT DU SPORT SAVOYE SPORT SOC. SCI VAL FERRET TUTTO DI CORSA ALPSTATION CUNEO IL PODIO SPORT LUSSO OUTDOOR CUNEO RAVASCHIETTO SPORT VIALE CALZATURE FALETTI MULTISTORE CALZATURE PANCIERA MARIO OUTSIDER ROSATTI SPORT ITALO SPORT KRALER SPORT SALEWA STORE DOBBIACO ALPSTATION BRIANZA MOSONI SPORT POSSA SPORT SPORT EXTREME CONS. ROCK TIROL SPORT SPORT TIROL EASY SPORT ERCOLE ALTERNATIVA SPORT SAIL SISTIANA EVIVA SPORTS BENICOM TAURUS ERBA FLAT DOGO OUTDOOR AND TREKKING OUTDOOR TREK ACTIVITY PEOPLE BRUNA SPORT HOLIDAY SPORT SNOW STYLE TARCI SPORT FULIGNI GIOCHI & SPORT SPIT SPORT OUTDOOR FABI SPORT LINEA VERTICALE PENNENTE OUTDOOR ALPMANIA BRUNI SPORT SLAM JAM CARINI MARTA GUBERT SPORT OUTDOOR VILLAGE ROCKSTORE CRAZY IDEA OUTPOST MONTAINEERING SALEWA STORE FINALE LIGURE MI.DA SPORT CLIMB L'ISOLOTT DELLO SPORT LA MAONA 2 LUISA VIA ROMA PESCI SPORTCLUB THE NORTH FACE FIRENZE OBIETTIVO MONTAGNA BALANTE SPORT VENTURI SPORT MODA SPORT EFFE EFFE SPORT STEFANO SPORT CALZATURE BATTISTI G.E.S. GRAZIADEI E-COMMERCE CIMA
CLAUT CLES CLES CLES CLES CLUSONE CLUSONE COGNE COGNE COGNE COGOLETO COGOLO COLERE COLFOSCO IN BADIA COLFOSCO IN BADIA COLLECORVINO COMO COMO COMUNE DI GIAVENO CONDINO CONEGLIANO CONTA' COPPARO CORBETTA CORDENONS CORNEDO CORNUDA CORRIDONIA CORTINA CORTINA CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D'AMPEZZO CORTINA D’AMPEZZO CORTINA D’AMPEZZO CORVARA CORVARA BADIA CORVARA IN BADIA CORVARA IN BADIA CORVARA IN BADIA CORVARA IN BADIA COSTA VOLPINO COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR COURMAYEUR CREMONA CUNEO CUNEO CUNEO CUNEO CUNEO CUNEO DARFO BOARIO TERME DIMARO DIMARO DIMARO DOBBIACO DOBBIACO DOBBIACO DOLZAGO DOMODOSSOLA DOMODOSSOLA DOMODOSSOLA DOMUSNOVAS DORF TIROL DORF TIROL/MERAN DORGALI DUEVILLE DUINO AURISINA - AURISINA DUINO AURISINA - AURISINA EPPAN ERBA ERBA FABRIANO FAENZA FAENZA FAENZA FAI DELLA PAGANELLA FALCADE FALCADE FALCADE FALCADE FANO FANO FASANO FELTRE FERMO FERRARA FERRARA FERRARA FERRIERE FIERA DI PRIMIERO FINALBORGO FINALBORGO FINALE LIGURE FINALE LIGURE FINALE LIGURE FIORENZUOLA D'ARDA FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIUMALBO FIUMICINO FOLGARIA FOLIGNO FOLLINA FONDO FONDO FOPPOLO
367. 368. 369. 370. 371. 372. 373. 374. 375. 376. 377. 378. 379. 380. 381. 382. 383. 384. 385. 386. 387. 388. 389. 390. 391. 392. 393. 394. 395. 396. 397. 398. 399. 400. 401. 402. 403. 404. 405. 406. 407. 408. 409. 410. 411. 412. 413. 414. 415. 416. 417. 418. 419. 420. 421. 422. 423. 424. 425. 426. 427. 428. 429. 430. 431. 432. 433. 434. 435. 436. 437. 438. 439. 440. 441. 442. 443. 444. 445. 446. 447. 448. 449. 450. 451. 452. 453. 454. 455. 456. 457. 458. 459. 460. 461. 462. 463. 464. 465. 466. 467. 468. 469. 470. 471. 472. 473. 474. 475. 476. 477. 478. 479. 480. 481. 482. 483. 484. 485. 486. 487. 488. 489. 490. 491. 492. 493. 494. 495. 496. 497.
CARLETTI ANNA CAPO NORD GIMELLI EXPANCE LAZIO 3.30 RUNNING STORE SANTINI SPORT FUORI TRACCIA SPORTIFICATION BIG WALL GALASSIA N.5 VIGLIETTI SPORT SUBCULTURE LA BOTTEGA DEI MAESTRI BIELLA SCARPE GARTNER KARL PUNTO SPORT GALLIO GE.S.TUR SPORTIME GRAMATICA SORELLE ZERBO BRAVI CALZATURE DELLA MARINA MANLIO & C. IMMOBRAVI B.M. SPORT BONI SPORT BOX 86 CAMISASCA SPORT CENTRO CANOA GENOVA RUNNING HOBBY SPORT MALATESTA LORENZO MOISMAN SPORT MOUNTAIN SHOP SALEWA STORE GENOVA REPETTO SPORT LONGONI SPORT GENOVA ASD VERTCLIMB TECNIC SPORT MONTAGNARD SPORT BOB 360° SPORT EUROSPORT ORTLER FRED & CO SONEGO CHIA FABRIZIO ORSI LUIGI REBELS SPORTWAY DAVID SPORT SPORT GESCHAEFT SQUINOBAL LORENZO ERMESPORT 099 OUTDOOR OUTDOOR GROSSETO OUTDOOR MAREMMA SALDI SPORT DARIO SPORT SPORT HOLZER GRAZIA SPORT ALPSTATION ISERA ALTA QUOTA ISERNIA 38° PARALLELO GIMMY SPORT PAGLIUGHI SPORT BARCHIESI SPORT HOT STUFF VIDOTTO SPORT SPORTHAUS TROCKER SPORT TROCKER RITTNER KAUFZENTRUM ARMERIA TOMEI MASSIMO 2R LA SALLE LO SCOIATTOLO ORNELLA SPORT CALZATURE COMPLOJER SPORT 203 SKI SERVICE SPORT TONY NOPICOO TODARO SPORT CASNAGHI MARCO SPORTING IDEA SPORT SPOGA SPORT IMPULS C.G.D. ARMI SPORT CHIAFFI PIO SCHUHE SPECHTENHAUSER GIORGETTA SPORT SUSI STORE TREG MILLEPIEDI DOLCE VITA HOTEL JAGDHOF GIONGO SPORT GOGGI SPORT SIMONE SPORT AFFARI & SPORT LECCO AVANTGARDE - LECCO SPORT HUB TAURUS LECCO NICOLI FERNANDA ROSSO MAURO BROTHERS SURF BOTTERO SKI DA LUCIA E NICO MICHELOTTI LUCIANA DF SPORT SPECIALIST LISSONE MAXI SPORT LISSONE CENTRO HOBBY SPORT I’M SPORT LODOVICO SPORT MOTTINI SPORT MOUNTAIN PLANET PUNTO SPORT LIVIGNO SILENE SPORT AZZURRO SPORT EXTREME VERTIGO SCUOLA SCI & SNOWBOARD ARABBA MPK CLAN SALEWA OUTLET SCALO MILANO SALEWA STORE LONGARONE TUTTOSPORT VIVISPORT CRESPI SPORT TRE G SPORT TIME SPANU ANTONELLO CALZATURE ABFALTERER ABFALTERER CREAM BUZZETTI SPORT
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498. 499. 500. 501. 502. 503. 504. 505. 506. 507. 508. 509. 510. 511. 512. 513. 514. 515. 516. 517. 518. 519. 520. 521. 522. 523. 524. 525. 526. 527. 528. 529. 530. 531. 532. 533. 534. 535. 536. 537. 538. 539. 540. 541. 542. 543. 544. 545. 546. 547. 548. 549. 550. 551. 552. 553. 554. 555. 556. 557. 558. 559. 560. 561. 562. 563. 564. 565. 566. 567. 568. 569. 570. 571. 572. 573. 574. 575. 576. 577. 578. 579. 580. 581. 582. 583. 584. 585. 586. 587. 588. 589. 590. 591. 592. 593. 594. 595. 596. 597. 598. 599. 600. 601. 602. 603. 604. 605. 606. 607. 608. 609. 610. 611. 612. 613. 614. 615. 616. 617. 618. 619. 620. 621. 622. 623. 624. 625. 626. 627. 628.
LORENZETTI SPORT OLIMPIONICO SPORT PUZZOVIO SPORT MOSKINO BEST WIND PIANETA SPORT LAURA SPORT VEITH CALZATURE CINQUE TERRE TREKKING E.S. HOBBY PEIRANO SPORT JANE SPORT POLISPORT LA MAISON DI ANNALISA EAST COAST RONCHIERI FLORINDO TREDICIPUNTOCINQUE MOUNTAIN STORE ANTERMOIA SPORT HUTTER SPORT SERVICE SPORTLER MERANO SPORTLER MERANO MAXI SPORT MERATE SHERPA ESSETRE SPORT KULTUS SPORT CENTER M.S.S. NARSPORT ALPSTATION MILANO DF SPORT SPECIALIST MILANO DON KENYA RUN GERMANI GRANDI MAGAZZINI BOSSI IL GATTO CON GLI STIVALI KIM FORNITURE SCOUT LA MONTAGNA PASSAGGIO OBBLIGATO PATAGONIA MILANO SALEWA STORE MILANO SPORT MISSION SPORTING SPORTWAY THE NORTH FACE MILANO TUTTO PER LO SPORT VERDE PISELLO WOK FRATELLI SCAVEZZON OLIVIERO ABBIGLIAMENTO NUOVI ORIZZONTI MODENA GAME 7 ATHLETICS MODENA GARDENIA - LIVIO SPORT LIVIO SPORT GRAB SPORTMAN G.SPORT INFINITY SPORT HELLWEGER PASS COMPANY PATAGONIA MONTEBELLUNA SALEWA OUTLET MONTEBELLUNA PURE NATURE PICCHIONI SPORT 3 PASSI BIANCHINI GUIDO DOAN MICARELLI STEFANO PERTINGER WOLFGANG SPORT MODE MARIA ARBITER BINARIO 09 LIFESTYLE UNTERHOLZNER MA.S. MODE PERICO SPORT PERICO SPORT ETNA WALL SERVOLARE 17 RUNWAY SPORT GEOSTA ETTORRE SPORT SPORT LAURIN ALBY SPORT COLUMBIA OUTLET NOVENTA MOVIMENTO DF SPORT SPECIALIST OLGIATE PULIGHEDDU GIAN LUIGI VITALI DF SPORT SPECIALIST ORIO SALEWA STORE ORIO CENTER THE NORTH FACE ORIO GIOCASPORT REVERSE ASSO MAMMUT ORTISEI SCUOLA D'ALPINISMO SOCREP SPORT DEMETZ SPORT GARDENA SPORT SCHMALZ PERALI PIETRO VOGUE SPORT 2C COMMERCE ALL SPORT SEMPRE DI CORSA ABBA' LA COCCINELLA SPORT PIANETA CICLO ACTIVE CREMA SPORT GREEN RECORDS ISSIMO SPORT NUNAVUT SALEWA STORE PADOVA SPORTLAND C.C.LE ITALMARK GENCHI FRANCESCO TECNICA SPORT BARBARO SPORT PIRCHER GUNTHER 46° PARALLELO ALPSTATION PARMA FREE SPORT NON SOLO SPORT PARMA PARMA SPORT KAPPA EMME SPORT NOI SPORT ARIA SOTTILE SICER FERRARI SEVEN SUMMITS
MADONNA DI CAMPIGLIO MADONNA DI CAMPIGLIO MAGLIE MALCESINE MALCESINE SUL GARDA MALE' MALESCO MALLES MANAROLA MANIAGO MANTA MANTOVA MANTOVA MARINA DI CARRARA MARINA DI RAVENNA MASSA MASSA MATELICA MAZZIN DI FASSA MERANO MERANO MERANO MERANO MERATE MERATE MESTRE MESTRE MESTRE MEZZANA MEZZOLOMBARDO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MIRANO MISANO ADRIATICO MODENA MODENA MOENA MOENA MONCALIERI MONDOVI' MONFERRATO MONGHIORDO MONGUELFO MONTAGNANA MONTEBELLUNA MONTEBELLUNA MONTESILVANO MARINA MONTEVARCHI MORBEGNO MORBEGNO MOTTOLA MUCCIA MUEHLBACH MÜHLBACH NAPOLI NAPOLI NATURNO NATURNO NEMBRO NEMBRO NEMBRO NICOLOSI NICOLOSI NOICATTARO NORCIA NOTARESCO NOVA LEVANTE NOVALESA NOVENTA DI PIAVE NUORO OLGIATE OLONA OLIENA OMEGNA ORIO AL SERIO ORIO AL SERIO ORIO AL SERIO ORISTANO ORISTANO ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORVIETO ORVIETO OSIMO OSIMO OSTIA OULX OVINDOLI P.TE S.GIOV.SCOPPITO PADOVA PADOVA PADOVA PADOVA PADOVA PADOVA PALAZZOLO PALERMO PALERMO PALMI PARCINES PARMA PARMA PARMA PARMA PARMA PARRE PASSO CORESE PASSO DEL TONALE PATERNO PAVULLO PAVULLO NEL FRIGNANO
629. 630. 631. 632. 633. 634. 635. 636. 637. 638. 639. 640. 641. 642. 643. 644. 645. 646. 647. 648. 649. 650. 651. 652. 653. 654. 655. 656. 657. 658. 659. 660. 661. 662. 663. 664. 665. 666. 667. 668. 669. 670. 671. 672. 673. 674. 675. 676. 677. 678. 679. 680. 681. 682. 683. 684. 685. 686. 687. 688. 689. 690. 691. 692. 693. 694. 695. 696. 697. 698. 699. 700. 701. 702. 703. 704. 705. 706. 707. 708. 709. 710. 711. 712. 713. 714. 715. 716. 717. 718. 719. 720. 721. 722. 723. 724. 725. 726. 727. 728. 729. 730. 731. 732. 733. 734. 735. 736. 737. 738. 739. 740. 741. 742. 743. 744. 745. 746. 747. 748. 749. 750. 751. 752. 753. 754. 755. 756. 757. 758. 759.
SKIPPER SPORT GRISOLIA SPORT SKI TOP MONTELLI SPORT AMBROSI SILVIO LUIGI VEGHER SPORT LINEA CALZATURE OSLER SPORT UKU PACHA MONDO VERTICALE SPAZIOUTDOOR LINO NON SOLO SPORT PESARO ALTAQUOTA PESCARA BUGARD KING LINE MAKAI RRTREK DF SPORT SPECIALIST PIACENZA L'ALTROSPORT OUTLANDERS VIVO DIMENSIONE SPORT GAME 7 ATHLETICS PIANTEDO MILESI SPORT ANSELMO VERTICAL SPORT PIETRAMURATA HELLAS PIANETA SPORT ASPORTSTATION STIMM PASTORINO CALZATURE ZAMBERLAN MOUNTAINSPORT SPORT CENTER ARIAPERTA M.C.RUNNING MIRAFIORI SPORT ONBOARD EUROSPORT MAGIC SPORT OUTDOOR LAB SNOWSPORT SPORTLAND C. ITALMARK SELMI MAGAZZINI BURCINA LIMITI VERTICALI VALLEE SPORT BIANCANEVE SHOPPING AMORINI PALU' CALZATURE UN SESTO ACCA BIG SPORT PROMO SPORT TENDE DA SOLE RAMOINO SPORTLER PORDENONE TOFFOLI SPORT CRIS CALZATURE BLOSSOMSKI LA SOSTA GAME 7 ATHLETICS PORTO NICOLA RIVELA SPORTISSIMO MIVAL SPORT GROSS SPORT LINO SPORT AVANTGARDE - CHIAVENNA FREE RUN IL CAMPIONE SPORT FAHRNER SURF SHOP LATEMAR SPORT 2000 SALEWA STORE PREDAZZO CAMP JOLLY SPORT XL MOUNTAIN BERGFUCHS BERGFUCHS MORASSI E S&F GAME 7 ATHLETICS RAVENNA OUTDOOR AND TREKKING OVERLANDER OUTDOOR RAVENNA AZ SPORT KAMP 3000 REGGIO GAS GINETTO SPORT SPORT FOLIE MONTAGNA DIMENSIONE VERTICALE NEW SHOP TUTTO PER LO SPORT CALZATURE PERTINGER CALZATURE PERTINGER POVOLI SPORT MOUNTAIN SICKS SHOP SPORT CIPRIANI SPORT NATURA SPORTNATURA DE GRANDI SPORT MARMOLADA DIEGO ANTONELLO SANTANGELO 104 ALP 3 ALTA QUOTA ROMA ALTA QUOTA ROMA BANCHETTI SPORT CALCATERRA SPORT CAM SPORT EVOLUTION CAMPO BASE ROMA CITY BEACH CLIMBER STORE D.FACTORY ECOLE VERTICALE EMPORIO SPORT MACALLE' GAFFI STORE GEOSTA GUVI I.T.R. IL CORRIDORE L'ANGOLO DELLO SPORT LBM SPORT METTIMI GIU’ MONTURA ROMA MOUNTAIN AFFAIR ROMA MOUNTAIN AFFAIR ROMA ONE RACE OTI SERVICE PATAGONIA ROMA GUVI EXPERIENCE PLANET SPORT RRTREK SCARMAN SPORT CENTER SPORT INCONTRO STANCE
PAVULLO NEL FRIGNANO PECORONE-LAURIA PEDRACES PEJO FONTI PELLIZANO TN PELLIZZANO PERGINE VALSUGANA PERGINE VALSUGANA PERTOSA PERUGIA PERUGIA PESARO PESARO PESCARA PESCARA PESCARA PESCARA PESCASSEROLI PIACENZA PIACENZA PIACENZA PIACENZA PIANCOGNO PIANTEDO PIAZZA BREMBANA PIETRA LIGURE PIETRAMURATA PIETRASANTA PIETRASANTA PIEVE D’ALPAGO PIEVE DI SOLIGO PIEVE DI TECO PIEVEBELVICINO PIEVESESTINA DI CESENA PINEROLO PINEROLO PINEROLO PINEROLO PINZOLO PINZOLO PINZOLO PINZOLO PISOGNE PISTOIA POLLONE POMBIA PONT SAINT MARTIN PONTE DI LEGNO PONTE FELCINO PONTE IN VALTELLINA PONTE SAN NICOLO' PONTEDASSIO PONTEDASSIO PONTEDASSIO PORDENONE PORDENONE PORLEZZA PORTA CAMPORTACCIO PORTO S. ELPIDIO POTENZA POTENZA POVE DEL GRAPPA POZZA DI FASSA POZZA DI FASSA PRATA CAMPORTACCIO PRATISSOLO DI SCANDIANO PRATO PRATO ALLO STELVIO PRATO NEVOSO PREDAZZO PREDAZZO PREMANA PREMOSELLO CHIOVENDA QUINCINETTO RASEN-ANTHOLZ RASUN RAVASCLETTO RAVENNA RAVENNA RAVENNA RAVENNA RECCO REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA RESIA AL LAGO RIETI RIETI RIETI RIO DI PUSTERIA RIO DI PUSTERIA RIVA DEL GARDA RIVAROLO CANAVESE RIVISONDOLI ROCCA DI MEZZO ROCCA DI MEZZO ROCCA PIETORE ROCCAMORICE ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA
760. 761. 762. 763. 764. 765. 766. 767. 768. 769. 770. 771. 772. 773. 774. 775. 776. 777. 778. 779. 780. 781. 782. 783. 784. 785. 786. 787. 788. 789. 790. 791. 792. 793. 794. 795. 796. 797. 798. 799. 800. 801. 802. 803. 804. 805. 806. 807. 808. 809. 810. 811. 812. 813. 814. 815. 816. 817. 818. 819. 820. 821. 822. 823. 824. 825. 826. 827. 828. 829. 830. 831. 832. 833. 834. 835. 836. 837. 838. 839. 840. 841. 842. 843. 844. 845. 846. 847. 848. 849. 850. 851. 852. 853. 854. 855. 856. 857. 858. 859. 860. 861. 862. 863. 864. 865. 866. 867. 868. 869. 870. 871. 872. 873. 874. 875. 876. 877. 878. 879. 880. 881. 882. 883. 884. 885. 886. 887. 888. 889. 890.
THE ITALIANS THE SIDE OMNIA SPORT SHERPA MAGAZZINI MONTELLO BARBA SPORT IAF NETWORK MTA CONSULTING GODI SPORT CABAS SPORT DUEL TIME MAKALU' SPORT OXEEGO SHOP TASCI BRASI SPORT NON SOLO SPORT ROVIGO UNITED SPORTLIFEE SCHAFER BANCHER COSTAN SANDRO SPORTLAND SLALOM SPORT MC SPORT MARKET WEGER SPORT ERICH ALPSTATION BRESCIA BORTOLUSSI ALPSTATION AOSTA VERT SPORT GHITA SPORT EYDALLIN F.LLI CALZATURE DUE LEONI CALZATURE DUE LEONI SPORT STORE SLALOM SPORT SPORT HOLZER NOPI SPORT SPORT LAGAZUOI OLIDOM LA BOTTEGA DEL CIAPINABO' SARAMIN MARCELLO NOVESSE OCEANO DF SPORT SPECIALIST S.G. MILANESE GULLIVER FERRO OLYSPORT SPORTLER C.C. CORTI VENET GUIDE ALPINE AQUILE SAN MARTINO SPORT ACTIVE SHOES GALEASSI SPORT PARETI SPORT CENTER UNICO SPORT SERVOLARE 17 NEW ROCK CAMPING E SPORT NEW VIAGGIANDO GIUGLAR ACTIV SPORT SPORTISSIMO SABOLO PILLER FERRUCCIO PUNTO SPORT SAPPADA LESCI PIERO SCHUHHANDLUNG NIKLAUS TROPS IMMOBILIARE MONTOLI MARZORATI OLIVER SKI & SPORTSWEAR ALPSTATION SARZANA KAU KAU PASQUALI SPORTISSIMO TEAM SPECIALIST NOVA SPORT BESSON SPORT FAURE SPORT GIUGGIA SPORT MOUNTAIN EXPERIENCE SPORTING FERRI GIUSEPPE QUOTA 1050 ALBER HERMANN & CO. PIZIO SPORT ALPSTATIONLINE MAX SPORT VALLI SPORT GLUDERER & CO. SCHUHWAREN WEITHALER RO NICO SEDICO SPORT TEAM SPORT HANS LIBRALON GIORGIO DEMETZ MACIACONI SPORT RIFFESER SPORT WALTER SCHENK RICCARDO UNITED CABOT COVE GIANFRANCESCHI MARCO BAMBIN SEMENTI BRICOSPORT LIKE A RIVER LATINI SPORT COLUMBIA OUTLET SERRAVALLE SALEWA OUTLET SERRAVALLE MAXI SPORT SESTO ADA SPORT PASSET SPORT SPORT LE TORRI XL MOUNTAIN CAMILLOZZI MARTIN KINIGER SPORTMODE IL MARATONETA SPORT RONDIRO CENTO % SPORT MODA CENTER WEISS BENZI SPORTLER SILEA ALPIN SPORTS SPORT ENERGY K & K SPORTS SPORT GM ROCK & ICE BOSCAINI SCARPE GAME 7 ATHLETICS SONA CENTRO SPORT FIORELLI SPORT
ROMA ROMA ROMAGNANO SESIA RONCO BRIANTINO ROSETO DI CHERASCO ROVAGNATE ROVATO ROVELLO PORRO ROVERE VERONESE ROVERETO ROVERETO ROVERETO ROVERETO ROVERETO ROVETTA ROVIGO RUBANO RUFFRE' - MENDOLA S. CANDIDO S. MARTINO DI CASTROZZA S. STEFANO DI CADORE S.LEONARDO IN PASSIRIA S.MARTINO DI CASTROZZA S.MARTINO IN STRADA S.PAOLO/APPIANO S.VIGILIO DI MAREBBE S.ZENO NAVIGLIO SACILE SAINT CHRISTOPHE SAINT VINCENT SALERNO SALICE D'ULZIO SALORNO SALORNO SALSOMAGGIORE TERME SALUZZO SAN CANDIDO SAN CASSIANO SAN CASSIANO SAN CASSIANO IN BADIA SAN CLEMENTE SAN DONA' DI PIAVE SAN FEDELE INTELVI SAN FELICE CIRCEO SAN GIULIANO MILANESE SAN LORENZO SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN MARTINO IN PASSIRIA SAN MASSIMO SAN PANCRAZIO SAN VENDEMIANO SAN VITO LO CAPO SAN ZENO NAVIGLIO SANREMO SANSEPOLCRO SANT'AMBROGIO SANTA CRISTINA VAL GARDENA SANTA GIUSTINA SANTI-VINCENT SAPPADA SAPPADA SARACENA SARENTINO SARMEOLA DI RUBANO SARONNO SARONNO SARONNO SARZANA SARZANA SASSARI SASSARI SASSUOLO SAUZE D' OULUX SAUZE D'OULX SAVIGLIANO SAVIGNANO SUL RUBICONE SAVONA SCANDIANO SCANNO SCENA SCHILPARIO SCHIO SCHIO SCHIO SCHLANDERS SCHNALS SCOPPITO SEDICO SEDICO SEISER ALM SELVA DI CADORE SELVA GARDENA SELVA GARDENA SELVA GARDENA SELVA VAL GARDENA SELVAZZANO DENTRO SENIGALLIA SENIGALLIA SEREGNO SEREGNO SERIATA SERRA SAN QUIRICO SERRAVALLE SCRIVIA SERRAVALLE SCRIVIA SESTO SAN GIOVANNI SESTRIERE SESTRIERE SESTRIERE SETTIMO VITTONE SEXTEN SEXTEN SIENA SIENA SIGNORESSA SIGNORESSA DI TREVIGNANO SILANDRO SILANUS SILEA SIUSI SIUSI SIUSI - CASTELROTTO SOLAROLO SOLDA SONA SONA SONDRIO SONDRIO
891. 892. 893. 894. 895. 896. 897. 898. 899. 900. 901. 902. 903. 904. 905. 906. 907. 908. 909. 910. 911. 912. 913. 914. 915. 916. 917. 918. 919. 920. 921. 922. 923. 924. 925. 926. 927. 928. 929. 930. 931. 932. 933. 934. 935. 936. 937. 938. 939. 940. 941. 942. 943. 944. 945. 946. 947. 948. 949. 950. 951. 952. 953. 954. 955. 956. 957. 958. 959. 960. 961. 962. 963. 964. 965. 966. 967. 968. 969. 970. 971. 972. 973. 974. 975. 976. 977. 978. 979. 980. 981. 982. 983. 984. 985. 986. 987. 988. 989. 990. 991. 992. 993. 994. 995. 996. 997. 998. 999. 1000. 1001. 1002. 1003. 1004. 1005. 1006. 1007. 1008. 1009. 1010. 1011. 1012. 1013. 1014. 1015. 1016. 1017. 1018. 1019. 1020. 1021.
PUNTO SPORT SONICO SPORTLAND NUOVA EDEN SPORT CAMPO BASE MODENA SPAZIO SPORT SPORT LEADER SPORT KASSL BERGER JOHANN GEORG OUTDOOR AND KNIVES TOTEM TREKKING QUOTA 900 VERTIGINI SPORT A2S SPORTS SPORT PFEIFER ADRIAN SPORT GOGGI SPORT SPORTLAND C.C.LE PO ALPSTATION TARVISIO AREA SPORT ARTENI SPORTLER TAVAGNACCO ZANI SPORT PIÙ SPORT SALVATORI SPORT IOCORRO! VERTIGINI SPORT L&B SPORT CONFSPORT SU E GIU' SPORT CRAZY IDEA ESSE TRE SEMPRE DI CORSA DORIANO SPORT GLOBO ACTIV ANGELI SPORT TECNICAL SKI ALIAN SPORT B-SIDE B-SIDE FACTORY B-SIDE FACTORY. BSHOP TORINO CUORE DA SPORTIVO GIANNONE SPORT GRASSI SPORT JOLLY SPORT JOLLY SPORT MILANESIO SPORT MONTICONE SPORT MONTURA SHOP ALPSTATION PASSION SPORT PROMOSPORT ADVENTURES RONCO OUTDOOR SALEWA STORE TORINO TAURUS TORINO TOTEM TREKKING WILLY SPORT THE PEAK GULLIVER C.D.M. STORE SPORTLER VICENZA LAGUZZI SPORT VERTICAL SPORT TRANSACQUA CARBOGNANI CALZATURE CATTI SPORT EMMEMODA MASTER SPORT TENDER-SPREAD WINGS COLOMBO SPORT MABB.90 TRENTO MONTURA TRENTO PATAGONIA TRENTO SHERPA3 ROCK & ICE SORAM SPORTLER TRENTO SPORTLER TRENTO TECNOSCI VERTICAL SPORT TRENTO ABRATEC LE BLOC SHOP AVVENTURA DUE DIMENSIONE MARINONI GOROBEY GABRIELE SPORTLER TRIESTE GAME 7 ATHLETICS TRIESTE CITYALPSTORE COOP. SCOUT AQUILEIA SCARL FIASCARIS FRANCO SPORT K2 SPORT MACO SPORT CORONES DYNAMIC LINES FIORELLI SPORT SALEWA OUTLET VALMONTONE MIRABEL SPORT PELLISSIER SPORT BONNY MODULAR LAB FREE SPORT LABS FREE SPORT LABS GAME 7 ATHLETICS VARESE LONGONI SPORT VARESE AD SPORT APUANE OUTDOOR ADRI SPORT CINTO SPORT LODO SPORT MAGNINI LODOVICO VERNAZZA SPORT CAMPO BASE VERONA DOUBLE FIVE MONTURA VERONA THE NORTH FACE VERONA TRAGUARDO VOLANTE CONTROCORRENTE MARATONANDO RE FRANCESCA PLANET SPORT GAME 7 ATHLETICS VICENZA LDR IMPORT EXPORT MAGARAGGIA SPORT OLIUNID VICENZA PRO SPORT SOARDI CARPANI SPORT GILIOLI SPORT MONDO MONTAGNA IPERALDES – SICER MALVOLTI FABIO SPORT EGARTER GAME 7 ATHLETICS VILLANOVA DHO SPORT
SONICO SONICO SORBOLO SPILAMBERTO SPILIMBERGO SQUINZANO ST.MARTIN/GADERTAL ST.NIKOLAUS/ULTEN STAFFOLO STROMBOLI STROMBOLI - ISOLE EOLIE STRONCONE SULDEN SULDEN SULMONA SURANO SUZZARA TARVISIO TAVAGNACCO TAVAGNACCO TAVAGNACCO TEMU TERAMO TERMINILLO TERNI TERNI TERRANOVA DI POLLINO TEZZE SUL BRENT TEZZE SUL BRENTA TIRANO TIRANO TIVOLI TIZZANO VAL PARMA TOBLACH TOLMEZZO TOLMEZZO TORGNON TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORRE BOLDONE TORRE PELLICE TORREANO DI MARTIGNACCO TORRI DI QUARTESOLO TORTONA TRANSACQUA TRAVERSETOLO TRAVERSETOLO TREGNAGO TREMESTIERI ETNEO TREMOSINE TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TREVISO TREVISO TRIESTE TRIESTE TRIESTE TRIESTE TRIESTE UDINE UDINE UDINE UDINE UDINE VAJONT VALDAORA VALLE DEL CADORE VALMASINO VALMONTONE VALTOURNENCHE VALTOURNENCHE VARESE VARESE VARESE VARESE VARESE VASTO VECCHIANO - FILETTOLE VERBANIA VERMIGLIO VERMIGLIO VERMIGLIO VERNAZZA VERONA VERONA VERONA VERONA VERONA VIADANA VIAREGGIO VIAREGGIO VIBO VALENTIA VICENZA VICENZA VICENZA VICENZA VICENZA VICENZA VIDICIATICO VIGNOLA VIGNOLA VILLA D'AGRI VILLA MINOZZO VILLABASSA VILLANOVA DI CASTENASO VILLANOVA MONDOVI
1022. 1023. 1024. 1025. 1026. 1027. 1028. 1029. 1030. 1031. 1032. 1033. 1034. 1035. 1036. 1037. 1038. 1039. 1040. 1041.
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VILLANOVA MONDOVI' VILLANUOVA SUL CLISI VILLASANTA VILLATORA DI SAONARA VILLENEUVE VILLENEUVE VILLENEUVE VIPITENO VIPITENO VIPITENO VISSO VISSO VITERBO VITERBO VIU' VOGOGNA ZIANO DI FIEMME ZOGNO ZOGNO ZOLDO ALTO
Germany 1042. 1043. 1044. 1045. 1046. 1047. 1048. 1049. 1050. 1051. 1052. 1053. 1054. 1055. 1056. 1057. 1058. 1059. 1060. 1061. 1062. 1063. 1064. 1065. 1066. 1067. 1068. 1069. 1070. 1071. 1072. 1073. 1074. 1075. 1076. 1077. 1078. 1079. 1080. 1081. 1082. 1083. 1084. 1085. 1086. 1087. 1088. 1089. 1090. 1091. 1092. 1093. 1094. 1095. 1096. 1097. 1098. 1099. 1100. 1101. 1102. 1103. 1104. 1105. 1106. 1107. 1108. 1109. 1110. 1111. 1112. 1113. 1114. 1115. 1116. 1117. 1118. 1119. 1120. 1121. 1122. 1123. 1124. 1125. 1126. 1127. 1128. 1129. 1130. 1131. 1132. 1133. 1134. 1135. 1136. 1137. 1138. 1139. 1140. 1141. 1142. 1143. 1144. 1145. 1146.
MOUNTAIN-SPORTS ROHRMEIER OUTDOOR CONDITION STEIGENBERGER BERGSPORTHÜTTE RIAP SPORT STADT LAND FLUSS BERGSPORT GEISTALLER CAMP 4 GLOBETROTTER BERLIN MONT K THE NORTH FACE BERLIN UNTERWEGS BIELEFELD KRENN MODE UND SPORT GLOBETROTTER BONN UNTERWEGS BONN UNTERWEGS BREMEN UNTERWEGS CELLE DER SKANDINAVIER MAGIC MOUNT ALLES GLOBETROTTER DRESDEN UNTERWEGS DUISBURG GLOBETROTTER DÜSSELDORF SACK & PACK UNTERWEGS ERFURT FREILAUF BERGSPORT MÜHLBAUER UNTERWEGS FLENSBURG GLOBETROTTER FRANKFURT THE NORTH FACE FRANKFURT SALEWA STORE FREIBURG SPORT BOHNY SPORT KIEFER THE NORTH FACE FREIBURG DOOROUT.COM NORDWAND SPORTS ALPINSPORT BASIS BERGSPORT WN ALPIN SPORT CONRAD BERGZEIT GLOBETROTTER HAMBURG GLOBETROTTER HAMBURG UNTERWEGS HAMM BSZ BERGSPORTZENTRALE ADVENTURE COMPANY SPORT NENNER BERGZEIT UNTERWEGS HÖXTER SPORT CONRAD UNTERWEGS JEVER BASISLAGER SPORT HANDELS SCENIC SPORTS BERGSPORT MAXI UNTERWEGS KIEL GLOBETROTTER AUSRÜSTUNG GLOBETROTTER KÖLN SPORT GRUNER ALPINSPORTZENTRALE ALPEN STRAND THE NORTH FACE LEIPZIG UNTERWEGS LEIPZIG BIWAK EISELIN SPORT ALPIN OUTDOOR LADEN ENGELHORN SPORTS OUTDOORTRENDS MAGIC MOUNT GLOBETROTTER METZINGEN ALPSTATION GLOBETROTTER MÜNCHEN KELLER SPORTS KELLER SPORTS RUMRICH STONE PROJECTS SALEWA WORLD MÜNCHEN SCHUSTER SPORTHAUS THE NORTH FACE MUNICH UNTERWEGS MÜNSTER SPORTHAUS SCHÖNHERR TONI WEISS TRAVEL & TREK BASTIAN SALEWA STORE OBERSTDORF SCHRATT 1803 UNTERWEGS OLDENBURG DER OUTDOORLADEN DENK E-XPLOSION SALEWA OUTLET RADOLFZELL GIPFELSTÜRMER LAUF UND BERG KÖNIG SALEWA STORE REGENSBURG MONTAGNE-SPORT DIE WERKER STUTTGART GLOBETROTTER STUTTGART GLOBETROTTER HARZ SCHNEIDER RAD+SPORT VIKING ADVENTURES BIWAKSCHACHTEL GLOBETROTTER ULM SALEWA OUTLET WERTHEIM UNTERWEGS WESEL UNTERWEGS WILHELMSHAVEN BASISLAGER WÜRZBURG SALEWA OUTLET ZWEIBRÜCKEN BOARDERLINE FUNSPORT GEWERBEPARK MEON FUNSPORT.DE
ANSBACH ASCHAFFENBURG ASCHAU AUGSBURG BAD REICHENHALL BAD TÖLZ BERCHTESGADEN BERLIN BERLIN BERLIN BERLIN BIELEFELD BISCHOFSWIESEN BONN BONN BREMEN CELLE COBURG DORTMUND DRESDEN DUISBURG DÜSSELDORF DÜSSELDORF ERFURT ERLANGEN FELDKIRCHEN WESTERHAM FLENSBURG FRANKFURT AM MAIN FRANKFURT AM MAIN FREIBURG FREIBURG FREIBURG FREIBURG IM BREISGAU FULDA FÜSSEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GMUND-MOOSRAIN HAMBURG HAMBURG HAMM HANNOVER HEILBRONN HINTERTUX HOLZKIRCHEN / GROSSHARTPENNING HÖXTER IFFELDORF JEVER KARLSRUHE KAUFBEUREN KEMPTEN KIEL KÖLN KÖLN KONSTANZ LANDSBERG AM LECH LANDSHUT LEIPZIG LEIPZIG LIMBURG LÖRRACH MAINZ MANNHEIM MARKTOBERDORF MENDEN METZINGEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MUNICH MÜNSTER NEUSTIFT NÜRNBERG NÜRNBERG OBERSTDORF OBERSTDORF OLDENBURG PADERBORN PASSAU PFORZHEIM RADOLFZELL RAVENSBURG REGENSBURG REGENSBURG ROSENHEIM STUTTGART STUTTGART TORFHAUS (HARZ) TRAUNSTEIN TRIER TÜBINGEN ULM WERTHEIM WESEL WILHELMSHAVEN WÜRZBURG ZWEIBRÜCKEN BERLIN BERLIN BERLIN- BIESDORF
1147. 1148. 1149. 1150. 1151. 1152. 1153. 1154. 1155. 1156. 1157. 1158. 1159. 1160. 1161. 1162. 1163. 1164. 1165. 1166. 1167. 1168. 1169. 1170. 1171. 1172. 1173. 1174.
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The Netherlands 1419. 1420. 1421. 1422. 1423. 1424. 1425. 1426. 1427. 1428. 1429.
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LAST WORD «VOGLIO SCUSARMI CON TUTTE LE DONNE»
Voglio scusarmi con tutte le donne che ho definito belle
prima di definirle intelligenti o coraggiose scusate se ho fatto figurare
le vostre semplicissime qualità innate
come le prime di cui andare fiere quando il vostro spirito ha sbriciolato montagne d’ora in poi dirò cose come
siete resilienti o siete straordinarie non perchè non vi ritenga belle
ma perchè siete ben più di questo RUPI KAUR, MILK AND HONEY
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