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Marco Tornatore redazione@euroaquatic.it LEADERSHIP

CINQUE DOMANDE A... FRANCESCO IEZZONI

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INTERVISTA

SPORT E SALUTE, UN VERO BUSINESS PER IMPRESE VERE

Il presidente di Fit.Comm è anche il leader della più importante catena di centri fitness nazionale, che opera come società di capitali, situazione rara nel sistema sportivo italiano, ma che, sulla scia di Iezzoni, potrebbe maturare nuove convinzioni e una nuova identità

La nuova rubrica “Leadership”, in questo primo numero di HA&W 2021, concentra la sua attenzione su un protagonista indiscusso del comparto fitness/piscina/wellness, distintosi sia per capacità imprenditoriali uniche in Italia quando si parla di settore sportivo, sia per le sue scelte strategiche e, non ultimo, per la meritoria presidenza a lui assegnata in Fit.Comm, associazione di categoria che raccoglie le Imprese del Fitness costituitesi come società di capitali: parliamo di Francesco Iezzoni, già interpellato in passato su altre questioni. Se certe realtà sono state già in grado di agire come Imprese a tutti gli effetti, è evidente che si possa fare business senza ricorrere a soluzioni che l’attuale normativa suggerisce alle varie società di gestione di impianti; l’infinito iter per la stesura della nuova legge quadro dello sport non prelude certo al riconoscimento di società sportive profit, come avviene nel resto d’Europa, non escludendo in futuro gli attuali equivoci e vulnerabilità del sistema sport, non ultimo la sua mancata considerazione come reale risorsa economica del Paese, precarietà emersa drammaticamente in questi mesi condizionati dall’emergenza Covid-19. Siamo il nulla per le istituzioni e per la politica, ma alcuni, come Iezzoni e Fit.Comm, hanno avviato un percorso ben diverso, che spinge verso un’identità di Impresa e di forza dell’economia nazionale, incisiva su welfare, salute, e benessere della collettività.

Perché è fondamentale inquadrare lo sport come business e quali incongruenze sistemiche sono da abbattere? L’esempio di Prime/Palestre Italiane

Mi viene da rispondere con altre domande: "Perché è così difficile in Italia inquadrare le nostre attività come imprenditoriali? Perché in Europa invece è la norma?" Credo che la risposta risieda in un settore che in molti casi preferisce "nascondersi" dietro la sua specificità, accontentandosi di vivacchiare nella terra di mezzo tra Profit e No-Profit. Così facendo però non tutela realmente le professionalità che ci lavorano, anzi spesso allontana le migliori, non produce Management, non crea ricchezza, non viene considerato "Sistema Produttivo". Con PRIME e Palestre Italiane lo sforzo compiuto è stato immane, perché offrire un servizio professionale, tutelare i lavoratori e remunerare il capitale, in questo contesto normativo, è un'impresa durissima. I riconoscimenti ci sono stati e sono motivo d'orgoglio, ma senza un cambio di passo sarà difficile continuare.

Sport come presidio della salute è servizio sociale, ancor più in epoca Covid-19, anche se politica e istituzioni non lo capiscono, ma non per queABBIAMO DATO VITA A FIT.COMM PROPRIO PER PROVARE A DARE UNA SCOSSA AL MONDO DELLE PALESTRE E DELLO SPORT NON PROFESSIONISTICO, DANDO DIGNITÀ A CHI CI LAVORA, A CHI INVESTE, A CHI LO fit.comm PRATICA

Francesco Iezzoni CEO di Egosistema e presidente di FitComm

sto giustifica tariffe basse: cosa deve cambiare nel circuito dell’offerta sportiva?

Che lo sport, il movimento, siano una medicina preventiva, non lo dico io ma i vari piani sanitari degli ultimi anni. Lo Stato dovrebbe semplicemente essere coerente con se stesso, e far seguire questo assunto da politiche fiscali incentivanti per i cittadini e le imprese. Come FIT. COMM abbiamo chiesto di portare l'IVA al 10% sulle tariffe di Palestre e Centri Sportivi, come accade per i farmaci, e di rendere la spesa detraibile in Dichiarazione. L'accoglimento di tali proposte richiederebbe un minimo investimento da parte dello Stato in termini di agevolazioni, ma avrebbe ricadute enormi in termini di prevenzione di numerose patologie, e darebbe la linfa necessaria alle imprese del settore per ripartire dopo un anno così nefasto. Certo, quando leggo che sul Recovery Fund si parla di tutto fuorché di Salute e prevenzione, qualche dubbio mi viene. Agire sulla leva del prezzo è l'ultima cosa che farei. È chiaro che se dallo Stato non arriveranno risposte, si agirà in quel senso. Ma così sopravviveranno solo i colossi con le spalle larghe e i "finti" No-Profit. E i problemi di cui parlavo prima non cambieranno di una virgola.

Lei parla di concorrenza sleale ma il sistema oggi impone per lo sport società no profit, che conveniamo siano un’incongruenza in termini. Come affrontare in Italia questo problema?

Occorre che Ministero dello Sport, Ministero della Salute e tutte le sigle che rappresentano il movimento nelle sue varie sfaccettature, si siedano allo stesso tavolo e distinguano chiaramente ciò che è Profit

IL NOSTRO È UN SETTORE CHE IN MOLTI CASI PREFERISCE "NASCONDERSI" DIETRO LA SUA SPECIFICITÀ, ACCONTENTANDOSI DI VIVACCHIARE NELLA TERRA DI MEZZO TRA profit e no-profitPROFIT E NO-PROFIT

(con le agevolazioni legate alla sua funzione sociale) e ciò che non lo è. Vorrei chiarire che nella mia visione, il No-Profit deve assolutamente continuare ad esistere, perché fondamentale per garantire che la pratica sportiva resti un diritto universale. Il problema non è, e non sarà mai, il No-Profit, ma il Profit mascherato.

Alcune palestre già operano come società di capitali: lei perché ha scelto di agire in tale maniera e quali suggerimenti si sente di dare a piscine e centri fitness nazionali?

Ho scelto la società di capitali perché è evidente che le nostre attività abbiano finalità commerciali, pur con ricadute sociali importanti. Credo che svolgere la propria attività nel rispetto delle regole sia l'unico modo per tutelare i soci, chi investe e i lavoratori. Che poi certe regole vadano riformate, è un altro discorso. Non credo di poter dare suggerimenti a nessuno, ma è chiaro che sfruttare le maglie larghe di alcune norme per ottenere indebiti vantaggi è una scelta miope e di corto raggio. Io non la farei.

I punti chiave per costruire valore e patrimonializzare l’azienda nel mercato della

pratica sportiva, sovente condizionato da logiche istituzionali/federali poco compatibili con l’attività d’impresa. In parte dovrò ripetermi, ma fino al Covid abbiamo assistito a una situazione in cui tanti soggetti si sono accontentati di sopravvivere, servendosi di organizzazioni rappresentative che hanno "giustificato" lo status quo. Il focus è sempre stato sui contributi da ricevere più che sulla creazione di valore economico. È chiaro che con queste premesse, lo scarso "peso specifico" dell'intero settore non ha permesso, durante l'emergenza sanitaria, di interloquire con i soggetti istituzionali da una posizione di forza. Credo che una situazione di questo tipo non si possa più tollerare. Abbiamo dato vita a Fit.Comm proprio per provare a dare una scossa al mondo delle palestre e dello sport non professionistico. La sua ripartenza non potrà che passare dal ridare dignità a chi ci lavora, a chi investe, a chi lo pratica. Lotteremo con tutte le armi a nostra disposizione, fino a che l'obiettivo non sarà raggiunto.

Prime Milano Reception

IL NO-PROFIT DEVE ASSOLUTAMENTE CONTINUARE AD ESISTERE, PER GARANTIRE CHE LA PRATICA SPORTIVA RESTI UN DIRITTO UNIVERSALE. IL PROBLEMA NON È, E NON SARÀ MAI, IL NO-PROFIT, MA IL diritto universalePROFIT MASCHERATO

Palestre Italiane sono parte del gruppo guidato da Iezzoni HO SCELTO LA SOCIETÀ DI CAPITALI PERCHÉ È EVIDENTE CHE LE NOSTRE ATTIVITÀ ABBIANO FINALITÀ COMMERCIALI, società PUR CON RICADUTE SOCIALI di capitali IMPORTANTI

Serena Kumar s.kumar@teamsystem.com POOL&GYM 7

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LO SCENARIO POSTCOVID NEL MONDO DELLE PISCINE E DEI CENTRI SPORTIVI

Strategie e soluzioni per allenarsi alla ripartenza

2020: crisi inaspettata, chiusure improvvise degli impianti sportivi, abbonamenti interrotti, protocolli di sicurezza e prevenzione, voucher. Ma anche: presa coscienza di nuovi strumenti e nuove risorse, modifica delle abitudini e dei metodi di lavoro, nuove strategie di marketing e nuove modalità di interazione. In questo strano 2020, più unico che raro (ci auguriamo) sono state molte le criticità che gli impianti natatori e i centri fitness hanno dovuto affrontare con ripercussioni tutt’altro che banali. E come reagire? Per quanto le realtà dei centri sportivi in Italia siano variegate e piene di sfaccettature ecco alcuni consigli universali verso un percorso di evoluzione e preparazione alla nuova stagione sportiva:

1) CURARE LA COMUNICAZIONE Il primo elemento essenziale è quello di curare la comunicazione con i propri iscritti. Mantenere vivo quel rapporto di familiarità e fiducia che si respirava all’interno del centro è essenziale per far sì che i clienti decidano di tornare ad allenarsi quando le circostanze lo permetteranno. È indispensabile comunicare la vostra presenza, il vostro impegno, le vostre iniziative nell’ottica di far percepire al cliente che, anche se l’impianto è chiuso, voi non lo avete abbandonato e siete pronti a riaccoglierlo in totale sicurezza. Purtroppo, durante la pandemia, sono state veicolate tante informazioni errate che hanno messo un po' in ombra i benefici che la pratica sportiva porta in ambito di prevenzione sanitaria. Ricordatelo ai

CON L’ACCELERATA CHE HA AVUTO IL DIGITALE IN QUESTI MESI SONO VARIATE LE MODALITÀ DI INTERAZIONE E modalità COMUNICAZIONE

Allenamento e sicurezza sono due elementi cardine per riportare la gente in palestra - ph Matthew McDermott

vostri clienti, ricordate loro quanto l’attività fisica sia di supporto per il benessere psicofisico della persona. Con quali mezzi mettere in atto il piano comunicativo? Occorre contestualizzare bene la situazione: oggi ci troviamo in uno scenario nuovo dove anche le abitudini sociali degli utenti sono mutate. Con l’accelerata che ha avuto il digitale in questi mesi sono variate le modalità di interazione e comunicazione e ciò che prima riguardava esclusivamente l’ambito personale, vedi Whatsapp piuttosto che le videocall, adesso è di uso comune per qualsiasi attività. Inoltre gli utenti di oggi sono molto più social, sanno tranquillamente accedere ad un meeting virtuale e utilizzano le app per svariati motivi. Alcuni spunti: utilizzare i post su Facebook per promuovere articoli sull’importanza di fitness o attività acquatiche o comunicare un intervento di modernizzazione che state attuando all’interno degli impianti; utilizzare l’app per lanciare un sondaggio su ciò che l’utente si aspetta in fase di riapertura. Adattarsi allo stile e ai mezzi di comunicazione usati dai propri clienti è fondamentale.

L’INCERTEZZA DI QUESTI MESI SPINGERÀ A PREDILIGERE ABBONAMENTI DI BREVE abbonamenti DURATA E MAGGIORMENTE FLESSIBILI

mercato che si avrà nella ripartenza non sarà lo stesso di prima. L’incertezza di questi mesi spingerà a prediligere abbonamenti di breve durata e maggiormente flessibili, è opportuno quindi ridisegnare le strategie di vendita e i propri abbonamenti in modo da andare incontro alle nuove esigenze. Questo non significa abbandonare completamente l’idea dell’annuale: tali modalità dovranno comunque essere previste e a un prezzo vantaggioso rispetto ad abbonamenti più brevi. Tuttavia è bene prevedere anche delle formule brevi. Un modo per favorire l’adesione ad abbonamenti di lungo periodo potrebbe essere quello di facilitarne il pagamento, attraverso pagamenti automatici ricorrenti che sollevano il cliente dell’onere di dover periodicamente provvedere al saldo. Con lo smartworking anche le esigenze di orario dei clienti possono essere variate: potrebbe esserci la necessità di incastrare i vari impegni della giornata secondo regole

I social network sono il mezzo più efficace per comuincare con il cliente del club - ph Tracy Le Blanc da Pexels

nuove. Non preoccupatevi di alzare lievemente il prezzo, se questa azione è giustificata da un relativo aumento di qualità del servizio offerto.

3) RIDURRE LE SPESE Sembra banale dirlo, ma laddove le entrate sono diminuite, occorre di conseguenza contenere i costi. Non è facile stabilire su cosa è opportuno risparmiare, ma un’attenta analisi può aiutare a comprendere come gestire diversamente le spese evitando sprechi. Il digitale può essere un valido aiuto in questo senso, ad esempio attraverso un sistema informatizzato che accende luce e riscaldamento solo in corrispondenza della presenza del personale in sede. Oppure con la digitalizzazione dei documenti, ovvero l’opportunità di firmare un contratto digitale o allegare online copia della carta di identità e certificato medico, è possibile ridurre l’uso della carta e della stampante.

4) DIGITALIZZARE La digitalizzazione è importante non solo per il contenimento dei costi, ma soprattutto per offrire ai propri clienti un servizio ad elevato valore aggiunto. Il digitale è entrato nella nostra quotidianità semplificando e velocizzando molti processi: i clienti possono gestire in autonomia le prenotazioni da app; possono acquistare abbonamenti e/o saldare rate tramite pagamento elettro-

La digitalizzazione come stile di vita per il cliente e i centri sportivi devono crescere in tale ambito - ph Gije Cho by Pexels

LA DIGITALIZZAZIONE È IMPORTANTE NON SOLO PER IL CONTENIMENTO DEI COSTI, MA SOPRATTUTTO PER OFFRIRE AI PROPRI CLIENTI UN SERVIZIO AD ELEVATO VALORE digitalizzazioneAGGIUNTO

nico, possono ricevere notifiche e comunicazioni, possono chiudere e aprire il proprio armadietto senza il lucchetto o attivare docce e phone senza la monetina. Si può dire che digitalizzarsi oggi, più che una scelta sia diventato quasi un obbligo perché il cliente oggi si aspetta un servizio completo con tutte le facilitazioni che il digitale può offrire.

5) MANUTENERE L’IMPIANTO Stando sempre ben attenti a fare i conti con la propria liquidità, potrebbe essere questo il momento di prevedere tutta una serie di interventi di manutenzione e modernizzazione dell’impianto che sarebbe impossibile attuare quando l’attività è a pieno regime.

6) FORMARE LO STAFF Altra opportunità che lo stop forzato offre: avere del tempo per formare lo staff. I membri dello staff sono una risorsa fondamentale: sono il

L'attività in piscina è molto richiesta per i bambini e lo sarà ancora di più in fase di riapertura - ph Big Blue Swim School

NON PREOCCUPATEVI DI ALZARE LIEVEMENTE IL PREZZO, SE QUESTA AZIONE È GIUSTIFICATA DA UN RELATIVO AUMENTO DI adattarsi QUALITÀ DEL SERVIZIO OFFERTO

mezzo principale per arrivare agli utenti. Formare lo staff significa metterlo nella condizione di poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Molti sono gli aspetti su cui vale la pena puntare per un potenziamento della loro formazione: competenze digitali, aspetti relazionali e di comunicazione, nuove discipline in ambito tecnico che porteranno una ventata di novità e faranno da leva per nuove iscrizioni.

Chi in questi mesi ha trasformato questo momento di criticità in un’occasione per apportare innovazione e migliorie all’interno del proprio impianto sportivo sarà avvantaggiato in quella che sarà la reale ripartenza di un mondo sportivo che freme sulla linea di partenza, in attesa di quel momento in cui sarà nuovamente possibile riempire palestre e piscine con passione ed entusiasmo.

Digitalizzazione, processo da potenziare in ogni centro sportivo - ph Josh Sorenson by Pexels

ADATTARSI ALLO STILE E AI MEZZI DI COMUNICAZIONE USATI DAI PROPRI CLIENTI È adattarsi FONDAMENTALE

La Redazione redazione@euroaquatic.it AQUAPOOL 9

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LA PISCINA CHE VERRÀ

AcquaNET, in collaborazione con EAA e Happy Aquatics, lo scorso 3 dicembre ha organizzato la web conference “Piscine Pubbliche Anno Zero”, che ha sorprendentemente registrato 214 registrazioni e si è avvalsa di relatori di altissimo livello. Le indicazioni di come agire per rilanciare la piscina.

“Abbiamo bisogno di una identità nuova e di mettere in atto cambiamenti, altrimenti perdiamo un’occasione storica. Dobbiamo cambiare approccio e il modo in cui veniamo percepiti dalle Istituzioni; smettere di confondere l’attività agonistica con la gestione imprenditoriale, perchè fare sport ricavandone un profitto non deve essere visto come qualcosa di negativo. Tutti i gestori si sostituiscono a quello che (non) fa lo stato per la salute delle persone ed hanno diritto allo stesso rispetto ed allo stesso sostegno, anche sotto forma di facilitazioni fiscali”. Con queste parole ha avviato il convegno online Rossana Prola, presidente di AcquaNET, affiancata, come moderatore, dal presidente di EAA, Marco Tornatore il quale, oltre ad aver ricordato che il 64% delle imprese di gestione non ha gradito l’apertura delle piscine per i tesserati FIN, ha rammentato i limiti sistemici che hanno contribuito al disagio del nostro settore: l’atteso varo della legge dello sport inadeguata per tempi (oltre 12 mesi) e per contenuto, l’eccesso di conservazione che prevale sul cambiamento il gap culturale della politica che ci condiziona la corsa all’appalto senza criteri.

AGENZIA DELLA SALUTE COME IMMAGINE DEL agenzia COMPARTO, OVVIANDO della PARALLELAMENTE ALLA DEBOLEZZA salute DI CATEGORIA Giorgio Lamberti

Dopo l’abbrivio degli organizzatori, si sono alternati gli autorevoli pareri dei relatori, tutti di profilo molto alto, decisamente superiore a chi detta le regole e a chi sta condizionando le chiusure di piscine/palestre.

GIORGIO LAMBERTI (Gam Team/Presidente Agisi) “La piscina pubblica: come deve cambiare per avere un domani” Preoccupano molto la situazione di impianti e gestori, e la divaricazione crescente fra Politica e Sport. “Ci attendono solo costi senza prospettive per il futuro”. Fra le cose positive al vaglio del governo indica credito d’imposta e Ecobonus al 110% allargato a tutta la parte impiantistica. Il cambiamento in atto deve indurre a fare autocritica: dai capitolati di appalti da rivedere a sostenibilità da valutare adeguatamente prima, con precisi business plan. Stop al lassismo e puntare su PPP come strumento serio attraverso investimenti importanti. Per essere considerati una branca della salute, dobbiamo pressare la politica. Schiodiamoci poi da proposte superate e da approcci monotematici su didattica, integrando più servizi. Infine insistere su nuove tecnologie, nuove soluzioni per abbattere costi pretendendo ascolto serio delle PA in materia energetica. Agenzia della Salute come immagine del comparto, ovviando parallelamente alla debolezza di categoria. ROBERTO COGNONATO (Natatorium TV/Consigliere Assonuoto) “La piscina pubblica: come deve cambiare per avere un domani” In Veneto puntavamo ad un’azione di forza dimostrativa tenendo chiusi gli impianti anche ai tesserati, ma è mancata la coesione: la disunione ci espone a diktat delle PA, le quali devono

Un impianto secondo uno dei player spagnoli di possibile prossimo ingresso in Italia

cambiare ordine di rapporti verso impiantistica e ruolo dello sport. Autocritica: imparare ad ignorare bandi con requisiti inidonei invece di rincorrere gare al ribasso perdenti. Impariamo a fare squadra unendo le tante energie e razionalizzando la partecipazione agli appalti. L’Ecobonus può venire in soccorso alla crescente obsolescenza degli impianti, complicata dalle diminuite manutenzioni. Circa i servizi è anacronistico puntare su corsi classici: deve prevalere una logica di servizio per tutte le fasce di età, occorre marginalizzare di più, puntare su attività aggregativa maggiore e su attività di nicchia potenziate, proponendo l’idea di palestra della salute in acqua. Servizi a beneficio della salute in particolare per terza e quarta età: per queste, con un’esperienza sportiva più matura, sanità e movimento vanno a braccetto. Invece delle chiusure dovevamo pretendere che capissero il concetto di salute in piscina come modello per diminuire contagi: far comprendere alle istituzioni che siamo un'opportunità di risparmio per i bilanci della sanità. ANDREA CAMPARA (CSS Verona) “Dalla concessione all’acquisizione dell’impianto pubblico”

Oltre a gestire tre impianti pubblici ne ha due di proprietà. Il problema sistemico è che chi lavora bene, in genere le gare d’appalto le perde appannaggio di alcuni. Ci sono gare con base d'asta illogiche, dove chi vince offre il doppio (la metà). Le marginalità non c'erano prima e non ci sono ora: un fine settimana andato male d'estate non può condizionare il bilancio di un anno, non è lavoro. La soluzione è stata acquistare impianti pubblici a determinate condizioni. Operazione che richiede liquidità, solidità da cercare, ma non si può più lavorare così. Il rapporto con il settore pubblico dovrà cambiare perchè da vent’anni non è cambiato nulla. Sarà però un processo lunghissimo. LE MARGINALITÀ NON C'ERANO PRIMA E NON CI SONO ORA: UN FINE SETTIMANA ANDATO MALE D'ESTATE NON PUÒ CONDIZIONARE IL BILANCIO DI UN marginalità ANNO, NON È LAVORO Andrea Campara

IMPARARE AD IGNORARE BANDI CON REQUISITI INIDONEI INVECE DI RINCORRERE GARE AL RIBASSO PERDENTI: FACCIAMO SQUADRA UNENDO LE TANTE ENERGIE E RAZIONALIZZANDO LA agenzia della salute PARTECIPAZIONE AGLI APPALTI Roberto Cognonato

L’IMPIANTO DEVE RIMANERE PUBBLICO, MA CAPENDO BENE COSA È LECITO SOSTENERE PER L’ATTIVITÀ SOCIALE E COSA CHIEDERE impianto pubblico COME INVESTITORE PRIVATO Paolo Calvi

PAOLO CALVI (P&G Aquamore/Myrtha) "Un nuovo modello di PPP e il concept di leisure pool per la collettività"

Rapporto sistemico deve evolvere, portando tutti gli attori credibili al tavolo di confronto. Le banche erogano denaro, ma le regole dei finanziamenti sono del mercato e spesso noi, come SSD/ASD, siamo fuori da questo circuito. È necessario disporre di business plan trasparenti che possano attrarre investitori privati. L’impianto deve rimanere pubblico ma capendo bene cosa è lecito sostenere per l’attività sociale e cosa chiedere come investitore privato. Futuro gestionale: utenti al centro, rivedere logiche dei rapporti professionali con collaboratori sportivi, che sono lavoratori a tutti gli effetti. Futuro generale: rafforzare la patrimonializzazione e la solidità delle società. PA: approccio più attento ad individuare player in grado di disegnare un modello sostenibile nel lungo periodo. I cambiamenti ci saranno in futuro, ma in positivo.

MANUELA LOVO (Piscine di Noale - Acquaestate) “Pensare l’impianto sportivo come Impresa e non come SSD” Il volontariato è fuori luogo per chi gestisce: sono stati fatti molti passi avanti, ma tanti anche indietro. Avere utili è fondamentale e non ci si può certo vergognare di guadagnare. Dobbiamo far pesare il valore della qualità del servizio: se apprezzato, si esce fuori dalla morsa “prezzo basso”. Sport è salute, stare in acqua è piacevole, facciamo nostro lo slogan di Piscine come Agenzia della Salute! Però non possiamo essere discutibili sui must della gestione moderna, con Staff adeguato, servizio al top, efficienza organizzativa: è anche più facile di quanto si pensi. E, per dare nuovo slancio al nostro settore, abbiamo bisogno di regole certe, chiare, che possano trovare attuazione concreta.

KARL MICHAELER (Aquarena, Bressanone BZ) “La gestione pubblica diretta: concorrenza od opportunità?”

Inserimento di Aquarena in asm è stata una scelta positiva, ha consentito di attenuare i danni del Covid-19. In una municipalizzata ci sono vantaggi e svantaggi. Possibili modelli da seguire: cercare partnership con PA, anche attraverso la gestione di servizi economicamente sostenibili. Con questo rapporto, l’attività agonistica viene facilitata. La gestione non sarebbe sostenibile se dipendesse solo dall’impianto Aquarena: la perdita di esercizio è di circa 100150 mila euro a stagione, ma non è possibile rientrare degli ammortamenti, che incidono in totale per circa un milione di euro l’anno.

AVERE UTILI È FONDAMENTALE E NON CI SI avere utili PUÒ CERTO VERGOGNARE DI GUADAGNARE Manuela Lovo

Schermata con relatori e moderatori della web conference

CERCARE PARTNERSHIP CON PA, ANCHE ATTRAVERSO LA GESTIONE DI SERVIZI partnershipECONOMICAMENTE SOSTENIBILI Karl Michaeler

LORENZO BOLOGNINI (Avvocato amministrativista) “Le concessioni, i margini di rinegoziazione e appalti per gestioni sostenibili” Rinegoziare le concessioni dovrebbe essere una priorità assoluta. Sollecitare le PA disinteressatesi o impreparate o ostili: si tratta di un servizio pubblico di cui si fa carico il privato. Le ragioni per rinegoziare. 1) È un servizio pubblico affidato al privato quindi è obbligatorio sedersi a rinegoziare in modo oggettivo 2) Un'opportunità, viste le tutele normative per superare una crisi. 3) Questione tecnico giuridica, collegata al quadro normativo Covid-19, in cui il decreto rilancio assicura completa copertura alla PA. Che si può fare se le PA non ascoltano? Partire da un giusto approccio prima di arrivare alla forzatura: farsi

NEL CONFRONTO CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, IL PPP È LA SOLUZIONE IDEALE, MA È NECESSARIA LA MASSIMA TRASPARENZA, ESCLUDENDO IMPROVVISAZIONI: DOBBIAMO ESSERE NOI, ESPERTI, A DETTARE LE dettare le regole REGOLE, ESCLUDENDO DI SUBIRLE

affiancare da un consulente (non avvocati) per evitare di affrontare chi non ha esperienza (dirigente PA): la figura migliore è quella dell’economista, ferrato in tale materia. L’accordo deve interessare più la PA che il privato e il consulente saprà fare luce sui danni erariali che gli amministratori potrebbero causare. “Come osservatore - ha dichiarato Bolognini - rilevo che oggi lo scenario ci segnala nuovi protagonisti: gruppi spagnoli che in terra propria Lorenzo Bolognini

hanno le stesse regole dell’Italia. Per queste realtà, finanziariamente molto solide, il nostro mercato è appetibile”. Tornando al confronto con le PA, il PPP è la soluzione ideale; è necessaria la massima trasparenza, escludendo improvvisazioni: dobbiamo essere noi, esperti, a dettare le regole, escludendo di subirle.

LE PROPOSTE IMMEDIATE DA PRESENTARE E PER CUI BATTERSI

SSD e ASD non possono essere le società privilegiate (esclusive) nelle gare d’appalto Cancellare il massimo rialzo o ribasso dai capitolati d’appalto Dare possibilità più allargate di costruire e abilitare zone ristorazione per clienti anche non esclusivi dell’impianto Manutenzione straordinaria prevista solo con apposito programma condiviso e finanziato PPP da esplorare come prima istanza Nessuna gara in concessione che sia inferiore a 10 anni Azione di marketing nei comuni per portare gente in piscina in funzione della salute (impianto acquatico come Agenzia della Salute) Analisi valutative pagate da PA e fatte da terzi, pubblicate, per avere parametri chiari e nazionali su come si connoti la Gestione di Qualità: un questionario uguale in Italia, un meccanismo che metta tutti sullo stesso piano e alzi gli standard dell'offerta Non vendita di abbonamenti ma di servizi Partnership tra Imprese di Gestione da facilitare Credito d'imposta più ampio possibile su efficientamento energetico Assoluta necessità di rappresentanza qualificata degli Imprenditori Gestori

Ciro Lo Giudice redazione@euroaquatic.it AQUAPOOL

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INTERVISTA

POOL 4.0, LA PISCINA PROIETTATA AL FUTURO

In meno di due anni, nonostante la pandemia, è stata realizzata un’opera moderna e accogliente, che a Ferrara rilancia un complesso storico ma superato come concept. Parallelamente, Pool 4.0, ha avviato la gestione di altri 3 impianti

Pensare di inaugurare un nuovo impianto nell’anno più terribile dell’ultimo settantennio non è facile. C’è chi, tuttavia, non solo lo ha pensato, ma lo ha realizzato, aprendolo la scorsa estate e regalando alla città di Ferrara un complesso moderno, incorniciato dallo splendido ed estesissimo Parco Bacchelli. Un progetto a cui ha da subito creduto il leader di Pool 4.0, Davide Gilli, che, nel Ferrarese e in Emilia Romagna, è un riferimento poco eguagliabile in materia di piscina e gestione. Da par suo, con il suo team, non si è limitato al varo del Parco Bacchelli, ma ha ottenuto l’assegnazione di altri tre impianti. Tutto in meno di 12 mesi, nonostante la crisi pandemica: un primato che riconferma Gilli e la sua nuova società come vere certezze nel panorama impiantistico-gestionale nazionale.

Da cosa nasce l’idea di Pool 4.0 collegata al bellissimo complesso Parco Bacchelli?

Nasce dall’idea di recuperare una parte importante della città di Ferrara. L’impianto natatorio del Parco Urbano Bacchelli non è solamente la prima piscina della città (costruita per la prima volta nel 1970) ma è anche inserita in uno spazio unico al mondo, in un contesto che unisce l’area urbana al Po.

Tempi di realizzazione, investimenti e punti cardine su cui avete sviluppato concept e servizi della nuova realizzazione

I lavori di realizzazione hanno subito inevitabili complicazioni a causa del COVID-19. In totale abbiamo superapletando l’opera in un anno, al netto degli stop causati dal lockdown. I punti cardine sui quali ruota la nostra proposta gestionale riguardano l’uso dell’acqua nelle sue diverse espressioni, per lo sport e per il benessere: le attività classiche ma anche tanto gioco in acqua, con uno spray park di oltre 500 mq per i bambini e relax nella parte estiva per gli adulti, il tutto condito da tecnologia e qualità di costruzione.

Quali elementi del nuovo impianto oggi vi soddisfano di più e cosa vi attendete come risposte dalla cittadinanza e dai clienti, considerando anche i condizionamenti del Covid-19?

Nel breve tempo di lavoro effettivo, un mese nella stagione estiva ed uno con l’impianto coperto, possiamo dire di aver centrato il primo obiettivo, la soddisfazione della popolazione che attendeva la Piscina Parco Bacchelli to i 4 milioni di investimento, com-

rinnovata ed accogliente. Segnali incoraggianti che dovremo raccogliere e tenere ben presenti per il 2021.

L’esperimento estivo, pur nella sua brevità, vi ha dato indicazioni precise, con un impatto forte della clientela sulle vasche ricreative e un atteggiamento più tiepido per la vasca da 50 scoperta, che per parte dell’opinione natatoria e di POSSIAMO DIRE DI AVER CENTRATO IL PRIMO OBIETTIVO: LA SODDISFAZIONE DELLA POPOLAZIONE CHE ATTENDEVA LA PISCINA PARCO BACCHELLI RINNOVATA ED soddisfazione ACCOGLIENTE

L'area estiva, in primo piano lo spray park di oltre 500 mq

alcuni enti locali sembra irrinunciabile…Cosa può dirci a riguardo?

Dovevamo tenere conto di tutti e delle diverse “sensibilità”. Sicuramente la vasca da 50 mt è una grossa opportunità per il nuoto agonistico della città di Ferrara, che può tornare a nuotare in vasca lunga dopo oltre 5 anni. Abbiamo comunque in progetto di renderla piacevole anche ai non agonisti per l’estate 2021 e siamo soddisfatti di averla ristrutturata completamente. In ogni caso, 17.800 presenze in 35 giorni di apertura estiva rappresentano numeri che ci danno tanta fiducia e motivazione a proseguire nella strada che abbiamo tracciato

Con la nuova struttura così moderna come contemperate servizi sostanzialmente diversi fra parte outdoor e indoor e su cosa puntate per accogliere nuova clientela distinguendo fra vasca coperta e zona estiva?

Spesso l’utenza che frequenta nella stagione invernale ed in quella estiva è diversa. Noi abbiamo cercato, nel progetto, di contemperare le esigenze tra chi si attende attività sportiva classica legata all’acqua, sempre in funzione di salute e benessere, e chi desidera gioco, relax e spazi per le famiglie. Il nostro obiettivo è di fidelizzare le persone tutto l’anno, al nostro modo di condurre gli impianti, all’accoglienza e affidabilità, indipendentemente dal periodo stagionale. Abbiamo, per questo, ulteriormente arricchito l’offerta con attività legate alla palestra e con una bellissima e funzionale area dedicata alla ristorazione. Siamo certi che l’impianto Bacchelli non rappresenti così una semplice piscina coperta e scoperta, ma un vero luogo di ritrovo e punto di riferimento per la città.

In considerazione dei rilevanti investimenti da voi sostenuti, che politica tariffaria potrete considerare e come ritenete di dare valore alla vostra offerta rispetto a quella di realtà omologhe?

Pur rimanendo in ambito di impianto pubblico, con alcune tariffe stabilite già in fase di progetto, si tratta di un investimento con piano di fattibilità e rientro molto preciso. Nella nostra zona non abbiamo impianti da prendere come riferimento e anche se ve ne fossero ci siamo riproposti di affidarci alle nostre capacità ed esperienze per trovare i giusti equilibri per la sostenibilità economica. Stiamo lavorando per la massima qualificazione professionale, unica vera arma

C’È BISOGNO DI UNIVERSALITÀ NELLA FRUIZIONE CHE SOLO LA VERTICALITÀ IN ACQUA PUÒ VERAMENTE universalità GARANTIRE

per poter fare la differenza se si parla di salute delle persone, della loro sicurezza. Il valore di un servizio non è tanto nel prezzo in sé, quanto nella percezione che le persone ne hanno. Il nostro focus è su questo.

Quanto la crisi pandemica ha complicato e complica i vostri piani e come state pensando di risolvere il problema delle

mancate entrate, proiettandovi ad un domani la cui prima certezza è di disporre di un impianto moderno che risponde al meglio ai nuovi bisogni della collettività?

La crisi pandemica ha evidentemente creato enormi difficoltà finanziarie, togliendo molti mesi di ricavi potenziali non compensati da altrettanti minori costi. Siamo in regime di finanza di progetto e stiamo cercando di trovare le soluzioni con tutti i soggetti coinvolti, per essere pronti a riavviare i motori a pieno regime quando ci sarà consentito.

Cosa avrebbe fatto in più o di diverso se non ci fossero stati condizionamenti di retroguardia rispetto alle esigenze gestionali di un impianto moderno che deve prima di tutto

CONTEMPERARE LE ESIGENZE TRA CHI SI ATTENDE ATTIVITÀ SPORTIVA CLASSICA LEGATA ALL’ACQUA, E CHI DESIDERA GIOCO, RELAX E SPAZI PER LE FAMIGLIE, FIDELIZZANDO COSÌ LE PERSONE TUTTO esigenze L’ANNO

HO FORTEMENTE VOLUTO LA NASCITA DI POOL 4.0, COME PRIMA TAPPA DI UN PERCORSO CHE pool 4.0NON POTEVO COMPIERE DA SOLO

far quadrare i conti e puntare sull’alta qualità per offrire il meglio alla cittadinanza?

Una domanda che non mi sono posto. Sono convinto sia stato il miglior risultato ottenuto nelle condizioni nelle quali è nato il progetto. Non si tratta di aver realizzato la miglior cosa in assoluto ma quella contestuale alle forze in campo, ai vincoli costruttivi, sempre con sguardo al futuro, non al passato. Il 2020, anche a causa del Covid-19, ha rappresentato un momento di svolta anche per gli impianti in project: nulla sarà come prima. Sempre più ci si concentrerà per “aprire” impianti natatori per tutti, davvero per tutti, non solo per gli sportivi classici e gli agonisti, che comunque vogliamo includere nel nostro progetto. Noi crediamo di aver dato vita ad un impianto nuovo, rinnovato ed aperto a tutti veramente.

Lei e il suo team non temete le difficoltà, avendo avuto la forza ed il coraggio nel 2020 non solo di aprire Parco Bacchelli, ma anche di rilevare la gestione degli impianti di Ravenna, Lugo (RA), proseguendo con quella di Occhiobello (RO). Un segnale forte di una società

Davide Gilli

di gestione che ha un preciso disegno strategico: ce ne può parlare?

Certo che questa concentrazione di nuove gestioni, raccolte tutte in poco più di 6 mesi ci spaventa un po'. Non potevamo, comunque, fare altro che raccogliere il seminato di un anno di lavoro intessuto con le Amministrazioni locali, passato a strutturare la nuova società Pool 4.0, anche con l’aiuto fondamentale di ARCO LAVORI soc cons a r.l. L’emergenza Covid è arrivata nel momento sbagliato, ma, dopo un primo momento di smarrimento, abbiamo serrato le fila come team, rivisto più e più volte budget

La piscina olimpionica

ed organizzazione, fermi nella volontà di portare avanti la nostra mission, crescita e sviluppo “con attenzione”, ingrandirsi con intelligenza: ci piace “innamorarci” dei nostri progetti. Siamo sicuri di farcela con il contributo prezioso di tutti, prendendo l’energia vitale dal lavoro di tutti i giorni, dal confronto con gli utenti.

Tornando all’impianto Bacchelli, cosa la convince di più di questo complesso in prospettiva e in che direzione intende continuare ad innovare per soddisfare la nuova domanda post Covid-19 sicuramente modificata rispetto al passato?

Parco Bacchelli mi convince nel suo insieme. Forse un po’ più di spazi dedicati alla stagione al coperto avrebbero fatto comodo ma, partendo da un’idea di recupero di una struttura esistente, non si poteva avere tutto. Mi sembra un buon equilibrio che può acquisire maggiore forza se,

IN ITALIA LE SOCIETÀ DI GESTIONE RAPPRESENTANO UN ELEMENTO OGGI INSOSTITUIBILE DELL’ECONOMIA CHE RUOTA ATTORNO ALLO SPORT ED AL BENESSERE benessere

come abbiamo in programma di fare, ci concentreremo su sicurezza – qualità – flessibilità di accesso. Disponibili al massimo ascolto delle persone che avranno voglia di condividere con noi il futuro dell’impianto anche nelle “nuove abitudini” alle quali il Covid ci ha costretto.

Uno dei processi fondamentali per cambiare marcia e accelerare sulla trasformazione dei servizi passa da selezione e formazione di uno staff all’altezza: che azioni avete considerato in tal senso e in cosa pensate di essere veramente alternativi e “nuovi” rispetto al pre Covid-19?

Abbiamo avviato un processo di consolidamento dello staff molto prima della nascita di Piscina Bacchelli. Pool 4.0 può contare su responsabili di attività esperti e competenti; aperti al miglioramento e al confronto. Soprattutto sulle attività di fitness in

La laguna molto apprezzata durante l'estate verticale stiamo volgendo il nostro sguardo, mettendo insieme materiali innovativi e professionalità nelle proposte, consci di quanto il mercato ci sta dicendo da tempo: gli utenti del nuoto “orizzontale” sono un numero consolidato ma piccolo, non più sufficiente a tenere in piedi gli impianti. C’è bisogno di universalità nella fruizione che solo la verticalità in acqua può veramente garantire.

La realizzazione di Bacchelli è il traguardo di un percorso di Davide Gilli affermato dirigente o è una tappa di un disegno “imprenditoriale” i cui sviluppi andranno oltre, in coerenza al modello gestionale Pool4.0? Direi che sono entrambe le cose. Come dirigente, imprenditore, ho fortemente voluto la nascita di Pool 4.0, come prima tappa di un percorso che non potevo compiere da solo. Piscina Bacchelli aveva, ed ha, un posto fondamentale in questo percorso, anche

per le radici che mi legano profonda- STIAMO LAVORANDO PER LA MASSIMA mente a questo territorio. Non avrei però intrapreso nessun percorso se QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE DELLO non fossi stato certo della presenza al STAFF, UNICA VERA ARMA PER POTER FARE mio fianco di tanti colleghi, collaboratori, società di consulenza, senza i LA DIFFERENZA SE SI PARLA DI SALUTE DELLE quali nulla sarebbe stato possibile. Guardando al nostro settore la differenza PERSONE, DELLA LORO SICUREZZA a tutto tondo e pensando alle scelte da voi fatte su Bacchelli, cosa manca in Italia per fare luce, tragicamente, su questa scarsa un passo deciso verso una ma- consapevolezza dell’importanza del turità aziendale e in linea con nostro settore per la politica, sulla una nuova idea di vita motoria- mancanza di unità delle società di mente attiva? gestione, sull’ assenza di un coordinamento sindacale, sugli errori di impoServe essere consapevoli del proprio stazione delle regole di affidamento ruolo: In Italia le società di gestione pubblico degli impianti natatori. C’è rappresentano un elemento oggi in- necessità di avere norme per le stasostituibile dell’economia che ruota zioni appaltanti che debbano posattorno allo sport ed al benessere. sedere “bollini di qualità” gestionali Solo Pool 4.0 offre lavoro a centi- se vogliamo garantire ai clienti quanaia di persone, rappresentando un lità, professionalità, progettualità pezzetto di welfare del Paese, perso- per il futuro. Il nostro lavoro, dagli ne che contribuiscono a mantenere anni ’80 ad oggi, è cambiato tanto, vivo il mondo dello sport a 360 gradi. e l’improvvisazione non può essere L’emergenza Covid-19 ha acceso la più accettata. Spray Park la grande attrazione per i bambini e le famiglie UN BUON EQUILIBRIO CHE ACQUISIRÀ MAGGIORE FORZA SE CI CONCENTREREMO SU equilibrio SICUREZZA, QUALITÀ, FLESSIBILITÀ DI ACCESSO

La Palestra

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