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Perché gli impianti sportivi devono riaprire

Gianfranco Mazzia direzione@anifeurowellness.it MANAGEMENT 4

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Le contraddizioni sulle chiusure penalizzano pesantemente lo sport, di cui nemmeno i media ricordano perdite e ruolo sociale: per la sopravvivenza dei centri sportivi e il futuro in salute del Paese è urgente la riapertura di palestre e piscine

Il settore sport è sparito dai radar dei mezzi di comunicazione. È quanto si evince ascoltando in questi giorni i TG nazionali RAI e Mediaset. Questi riportano giustamente le grida di dolore proveniente da tutti i settori gravemente colpiti dalla chiusura delle attività a causa del rischio di assembramenti sociali: turismo, spettacolo, ristorazione, impianti di risalita sciistici, musei, centri estetici, ma non fanno cenno alle conseguenze causate al settore sport dalla lunga chiusura degli impianti. Ebbene, se esiste un’attività che dovrebbe riaccendere i motori al più presto, e anzi non avrebbe dovuto spegnersi mai, è proprio l’attività sportiva. I motivi che hanno spinto il CTS a chiudere quasi tutti i comparti inerenti il commercio, i servizi alla persona sono stati dettati dalla necessità di evitare nella maniera più assoluta le occasioni di assembramento. Ma i Protocolli di sicurezza emanati dal Ministero dello Sport, applicati rigorosamente dai centri sportivi, non consentono ai frequentatori di assembrarsi. Tant’è che i casi di contagio da Covid in queste strutture rappresentano l’1 per mille dei contagi osservati a fronte del 10 per mille registrati a livello nazionale. SE ESISTE UN’ATTIVITÀ CHE DOVREBBE RIACCENDERE I MOTORI AL PIÙ PRESTO, E ANZI NON AVREBBE DOVUTO SPEGNERSI attività sportiva MAI, È PROPRIO L’ATTIVITÀ SPORTIVA

Palestre deserte in attesa delle riaperture per accogliere i milioni di praticanti desiderosi di allenarsi - Pilates Reformer Studio Copenhagen - ph Gymkit

Impianti svuotati di clientela per sopravvivere richiedono di essere riaperti con la massima urgenza

Questo fenomeno è riconducibile certamente all’applicazione dei Protocolli di sicurezza, ma anche al sano stile di vita che fornisce al soggetto, che pratica attività sportiva, uno scudo protettivo contro la pandemia molto efficace. Motivo in più per lasciar valutare al CTS l’opportunità di consentire all’impiantistica sportiva di riaprire in tempi rapidi. Tutti i Centri di Ricerca più importanti in campo sanitario, in primis OMS e Ministero della Salute, hanno in più occasioni sottolineato la correlazione positiva che esiste tra attività sportiva e salute, compreso il rafforzamento delle difese immunitarie di chi pratica sport. È pur vero che i ristori economici e le agevolazioni tributarie, concessi al settore attraverso i numerosi DPCM emanati dal Governo a sostegno del settore, sono stati importanti fornendo una boccata d’ossigeno necessaria per continuare a sperare nel futuro, ma purtroppo non sufficienti per riprendere il percorso interrotto bruscamente dal Covid. Pertanto, soltanto la riapertura delle attività, sorretta da una campagna pubblicitaria corretta incentrata sui punti evidenziati, potrebbe consentire al settore di rilanciarsi verso la normalità con rinnovato ottimismo. Del resto, lo stesso Ministro Spadafora lo ha detto con convinzione (28.12.2020): “Ripartire con lo sport è la mia priorità...”. Non resta quindi che sperare che le sue parole siano ascoltate anche dal CTS.

SOLTANTO LA RIAPERTURA DELLE ATTIVITÀ, SORRETTA DA UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA CORRETTA, POTREBBE campagna pubblicitaria CONSENTIRE AL SETTORE DI RILANCIARSI

I centri sportivi devono urgentemente tornare ad essere frequentati anche per la salute dei cittadini - ph Hall e Merrick Photograer; Mark Herboth

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